Lo spazio urbano ha influenzato considerevolmente lo sviluppo delle teorie e delle pratiche situazioniste, e la città, il luogo della vita quotidiana, degli scambi e della condivisione della collettività, è stata in parte ispirazione e teatro delle loro azioni. Le tecniche utilizzate dai membri dell’Internazionale situazionista, contro il sistema e l’alienazione, sono molteplici, ma tutte unite da un filo conduttore: la rappresentazione. Rappresentare significa mostrare e diffondere delle idee, ma è anche un’attività che serve a trasportare l’individuo nella sfera ludica. Una costante all’interno dell’Internazionale situazionista è infatti il gioco. Ma cosa significa giocare per i situazionisti? Il gioco è il motore della loro teoriapratica rivoluzionaria, poiché esso è un elemento fondamentale nell’evoluzione e nella vita degli esseri. Il gioco è creazione, divertimento, tensione, tattica. Proprio la teoria rivoluzionaria dell’Internazionale situazionista è nata dal gioco, così come il movimento stesso, e si inserisce trasversalmente in molteplici ambiti: dall’arte alla politica, dall’architettura all’urbanismo, dall’economia al sociale, dalla filosofia alla poesia, dalla letteratura ai media dell’epoca.
In copertina Core us XIII_Fusion, Patrick Le Divenah.
CITTÀ
Con postfazione di Marco Fellini
Letizia Goretti La vertigine del gioco I edizione ISBN 9791259530066 Progetto grafico Margherita Ferrari Editore Anteferma Edizioni S.r.l. via Asolo 12, Conegliano, TV edizioni@anteferma.it
Copyright
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A noi
Indice
Nota dell’autore
8
Introduzione
11
Il movimento e il suo doppio
15
Una nuova cultura
55
Il gioco come simbolo dell’IS
93
La vertigine del gioco situazionista
139
Conclusione
183
Atlas
193
Postfazione di Marco Fellini
227
Bibliografia
233
Nota dell'autore
I testi in lingua originale (documenti, manoscritti, interviste radiofoniche, ecc.) sono stati tradotti in italiano dall’autore. Per quanto concerne le traduzioni provenienti da edizioni italiane sono state utilizzate le traduzioni dell’edizione consultata, salvo nei casi in cui sono state modificate in aderenza all’originale. I titoli delle opere e degli articoli sono in lingua originale, solo in alcuni casi specifici sono stati tradotti in italiano. I termini noti del “vocabolario” situazionista, come deriva, psicogeografia, détournement, costruzione di situazione, vita quotidiana, società dello spettacolo ecc., non sono riportati tra caporali. Il movimento Internazionale lettrista (Internationale lettriste) sarà abbreviato in IL, mentre la rivista in I.L. La stessa abbreviazione vale per l’Internazionale situazionista (Internationale situationniste) che diventerà IS, mentre quella della rivista sarà I.S. Il metodo di citazione utilizzato si basa sul sistema di riferimento bibliografico autore-anno (harvard), fatta eccezione: • •
per la corrispondenza, proveniente dai volumi editi dalla casa editrice Fayard, è stato inserito il titolo dell’opera, l’anno e le relative pagine (i.e. Correspondance, 1999, p. 1); per gli articoli della rivista I.S., provenienti dall’edizione italiana Nautilus, si riporta il nome della rivista, il numero e la 8
•
data di pubblicazione, la data del volume e le relative pagine (i.e. I.S., 1, [giugno 1958], 1994, p. 1). In alcuni casi sono stati utilizzati gli articoli originali, tutti reperibili online sul sito Ubuweb Historical, per cui la citazione avrà solamente la data di pubblicazione della rivista (i.e. I.S., 1, giugno 1958, p. 1); per gli articoli del bollettino Potlatch è stato riportato in nota l’autore (se l’articolo è firmato), il titolo, il numero, la data e tra parentesi l’edizione in cui sono riprodotti (i.e. On détruit la rue Sauvage, Potlatch, 7, 3 agosto 1954 (Debord, 2006, p. 148);
L’elenco dei singoli articoli del bollettino Potlatch e della rivista I.S. non sono riportati in bibliografia. L’indicazione del materiale d’archivio è solamente in nota a piè di pagina, così come tutto il materiale video (documentari, film ecc.) e siti internet. Il metodo utilizzato per indicare i documenti d’archivio è il seguente: Cognome autore, Nome autore. Titolo documento o descrizione del documento (anno). Acronimo dell’archivio, Nome Archivio, collocazione. Città: Nome ente di conservazione (i.e. Ivain, Gilles. Introduction au Continent Contrescarpe (1954). FGD, Fonds Guy Debord, Naf 28603, dossier Chtcheglov. Paris: Bibliothèque nationale de France). Alcuni documenti sono senza autore. 9
Introduzione
Negli ultimi dieci anni sentiamo sempre di più parlare del movimento Internazionale situazionista (IS) e l’editoria continua ad arricchirsi di riflessioni e di studi sul gruppo. Questo libro non vuole essere una storia esaustiva dell’IS: sul mercato esistono già dei buoni libri di riferimento – anche se alcuni sono datati – e sarebbe inutile ripetersi. L’intento è invece di osservare il movimento da un altro punto di vista. Sulla base di uno spoglio nuovo di documenti in buona parte editi e alcuni inediti, lo studio ripercorre la storia del movimento situazionista attraverso il fenomeno del gioco e della rappresentazione non solo figurativa ma anche letteraria. Questa nuova lettura necessita comunque di un passaggio storico dei due movimenti antecedenti, il Lettrismo e l’Internazionale lettrista, e un confronto con le pratiche di questi gruppi. Dopodiché la storia prosegue ripercorrendo le tappe più importanti dell’IS, gli eventi più popolari e meno noti, focalizzando l’attenzione sul gioco e il suo funzionamento all’interno del gruppo. 11
Il gioco, concepito come atto creativo defunzionalizzato e come metafora, è la chiave per una reinterpretazione del movimento. Premetto che non è semplice scrivere un libro sull’IS, non solo a causa della mole di testi presenti sul mercato, ma perché la storia del movimento è piuttosto intricata e il loro pensiero si inserisce in campi differenti. L’IS è un movimento singolare rispetto a fenomeni predecessori come il Dadaismo, il Surrealismo o il Lettrismo, poiché l’IS non si è occupato solamente di arte e di letteratura ma dell’essere umano e di alcuni fenomeni sociali. Lo sguardo dell’IS è stato presente – e contemporaneamente proiettato in avanti – con una particolare attenzione alla condizione umana, all’effetto dei media e delle nuove tecnologie dell’epoca per la diffusione di informazioni. Benché questo movimento sia il “risultato” degli anni ’50’60, esso è ancora di estrema attualità e per certi aspetti riflette una sensibilità a noi ancora contemporanea. Si pensi alla teoria dell’urbanismo unitario, alla critica al mercato dell’arte oppure al concetto di società dello spettacolo, in seguito posto al centro del celebre libro di Guy Debord. Ai nostri giorni si studiano le teorie dell’IS, che in alcuni casi sono state ri-attualizzate da artisti o collettivi, con particolare attenzione alle pratiche di abbandono del focus consumistico e capitalistico – ma che a volte diventano funzionali per lo stesso sistema –, identificabili con i termini di deriva e détournement. Nell’uscita dai sentieri del profitto, il gioco, in quanto voluta sottrazione di tempo “produttivo” e abbandono della realtà per entrare in un’altra dimensione, si dimostra un elemento determinante per il movimento e per le sue azioni, così come lo è per lo sviluppo dell’essere umano. Ma il gioco non è un elemento all’interno delle pratiche utilizzate dal movimento situazionista, come il détournement, la deriva, la costruzione di situazione, ecc., ma è un vero e proprio atto creativo e di unione, un generatore, una strategia, un diversivo, un metodo di apprendimento e tanto altro. La sua importanza sociale e nella teoria rivoluzionaria, sperimentata dai membri stessi, riflette l’attualità e l’ambiguità del gioco: un fenomeno del 12
mondo e della vita ma che si pone, apparentemente, al di fuori di essi o su piani differenti. Possiamo affermare che l’interpretazione e l’utilizzo del gioco da parte dei situazionisti sono un’attestazione della complessità di questo fenomeno che ancora oggi risulta enigmatico, malgrado la sua presenza – preponderante e silente – su molteplici ambiti. La vertigine del gioco situazionista si manifesta in tutta la sua intensità nella volontà di distruzione della stabilità del sistema e delle sue strutture. Un’azione dall’effetto inebriante, ma che non ha nulla a vedere con il panico e lo smarrimento: è passione pura. Il gioco è il “simbolo” del movimento nella sua totalità, ne è l’elemento portante. Ed è proprio su questa affermazione che si cercherà di riflettere.
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Il movimento e il suo doppio Sulle tracce dell’Internazionale situazionista
«I nostri compagni dell’Internazionale lettrista, desiderosi di definire un obiettivo alle loro vite esemplari, non vedono nient’altro che la rivoluzione permanente situazionista» Michèle Bernstein, Mohamed Dahou, Les Lèvres nues, n.10-12
Lo scandale de Notre-Dame la provocazione come “gesto sociale”
Ai giorni nostri e nei paesi cosiddetti democratici lo scandale de Notre-Dame, probabilmente, passerebbe quasi inosservato oppure lascerebbe dietro di sé solo un cenno di clamore1. Siamo abituati alla provocazione e il suo effetto sarebbe lieve: non ci scandalizziamo più, almeno non come una volta. Mentre per i fedeli presenti nella cattedrale di Notre-Dame, durante la messa di Pasqua, questa “azione” fu un vero colpo. Gli artefici dello scandalo rischiarono prima il linciaggio da parte della folla, poi furono arrestati. I giorni seguenti apparvero alcuni articoli di giornale e si accese 1
Un’azione “simile” è stata messa in atto dalle attiviste del collettivo femminista russo Pussy Riot nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, il 21 febbraio 2012. Le Pussy Riot sono entrate mascherate in chiesa e, raggiunto l’altare, hanno iniziato a "cantare" la loro preghiera, in cui chiedevano alla Vergine Maria di liberare i russi da Putin («Vergine Maria, madre di Dio, liberaci da Putin, liberaci da Putin»). Le attiviste sono state subito fermate, ma l’azione è stata post-prodotta, attraverso l’utilizzo delle immagini girate in Chiesa, aggiungendo la musica e la preghiera cantata dalle tre attiviste; il risultato è un manifesto anti-putiniano e contro la Chiesa – accusandola di essere la complice dei dittatori – in versione punk: https://www.youtube.com/watch?v=PMzZ9W5XzXs (novembre 2020). Tre componenti delle Pussy Riot – Maria Alekhina, Ekaterina Samutsevich e Nadezhda Tolokonnikova – sono state arrestate e condannate a due anni senza condizionale per teppismo motivato dall’odio religioso. Cfr., ad esempio, la performance dell’artista Adrian Pino Olivera nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma (2018).
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giugno 2021 stampato da Digital Team, Fano
Letizia Goretti è dottore di ricerca in Cultura visuale presso l’Università Iuav di Venezia. Dopo la laurea in Lingue e Civiltà Orientali – curriculum Cina e Giappone – alla Sapienza Università di Roma e un lungo soggiorno in Cina, si trasferisce a Venezia dove si specializza in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale (Università Iuav di Venezia). In laguna scopre la magia del vetro; inizia così a lavorare a Murano unendo la sua passione per l’arte con quella per la fotografia. Dal 2016 è parte del comitato editoriale e photo editor di OFFICINA*, rivista trimestrale di architettura, tecnologia e ambiente. Vive a Parigi dove svolge l’attività di fotografa indipendente ed è ricercatrice associata alla Bibliothèque nationale de France per l’anno 2020/2021.
17,00 € ISBN 979-12-5953-006-6
9 791259 530066
I situazionisti sono stati degli specialisti del gioco, un fenomeno inebriante e misterioso, capace di creare dei gruppi e dei valori, di arricchire gli individui, di divertire pure essendo serio. Che ruolo ha il gioco nel movimento? Qual è il rapporto tra i situazionisti e il gioco? L’impeto puro del gioco – la vertigine – si riflette nell’azione dell’Internazionale situazionista e nella “totalità” del movimento: dalla creazione allo sviluppo, dalla teoria all’azione. Nell’Internazionale situazionista tutto è gioco.