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WELLNESS MAKERS
from AROUND WATER 2
MARCO PIVA
narrare il contesto
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È il concetto di benessere, per la persona e degli ambienti, che permea i progetti contract e residenziali di Marco Piva. Spazi e luoghi dove acqua e luce sono sempre protagoniste. E giocano una partita comune nell’immagine complessiva del progetto e del prodotto
di Claudio Moltani
Riconosciuto internazionalmente come una delle realtà di architettura più importanti e propositive per il settore dell’hotellerie, lo Studio Marco Piva opera su diverse scale progettuali, che comprendono i masterplan, l’architettura, l’interior e l’industrial design. Nel settore dell’arredobagno ha lavorato, tra gli altri, con Antoniolupi, Reflex, Kreoo, Lithea, Gattoni Rubinetterie, Rubinetterie Stella, Jacuzzi, Novello, Rapsel e Valpra. Nei tuoi progetti il benessere è il filo conduttore Il concetto di benessere va inteso in modo esteso, sia che si parli del benessere del corpo o, in generale, degli ambienti interni e della loro qualità. In questo modo la differenza fra progettare per l’hotellerie e la casa, non è drastica, anzi. Cambiano ovviamente le dimensioni e l’organizzazione degli spazi, la scelta dei materiali e le finiture, la regia della luce. Occorre, all’inizio di ogni progetto, indagare le diverse funzioni fra casa e albergo e le loro affinità. Oggi l’hotel ha una connotazione quasi domestica, con risvolti affettivi, non è un caso se molti brand dell’hotellerie vanno in questa direzione. Il bagno è sempre meno bagno, la private Spa è l’idea, il concept da seguire, anche con il sempre maggiore apporto della luce naturale, con vetri e pareti divisorie. Anche la tecnologia diventa fondamentale per un buon progetto, con la qualità prestazionale di tutti gli elementi.
Il benessere complessivo vede presente anche la qualità acustica, il rumore della gestione e dell’utilizzo dell’acqua va studiato bene, in particolare adesso che lo smart working si fa anche negli hotel, è una tendenza o meglio un’esigenza che va evolvendosi e di cui bisogna tenere conto. In definitiva, si può parlare di un dualismo convergente, con molta attenzione all’ambiente e al contenitore, e il designer deve sapere indagare e proporre gli oggetti collocabili in questo spazio. Infine, c’è da tenere presente l’esaltazione della tattilità, come una pietra tagliata a spacco, una texture ceramica con effetti fortemente materici, o i giochi prospettici degli specchi. Quanto conta l’ambiente bagno nei tuoi progetti? Tutti i miei progetti, sia residenziali che contract, vedono una forte presenza dell’acqua. Con questo credo di aver già risposto alla domanda. Poi, nello specifico, il bagno di una casa e le sue estensioni alberghiere sono l’ambiente più complicato da progettare, insieme alla cucina. Ma se la cucina ha un forte legame con le modalità di vita della casa il bagno è specifico, assolutamente personale, deve essere funzionale e contemporaneamente coccolare, e negli hotel deve intrattenere ospiti provenienti da tutto il mondo, con le loro abitudini e specificità. Deve essere facile da pulire, ventilabile, riscaldabile. In questo ambiente bisogna inventarsi tanto, e saper innovare, anche tecnologicamente. La sua dimensione si sta dilatando, è un elemento strutturale del progetto, e anche gli oggetti e i prodotti devono essere progettati in questo senso. Per esempio un rubinetto che miscela acqua e che sanifica le mani, tutte le funzioni in un solo prodotto. Quale ambiente bagno è stato più difficile da progettare? Più questo ambiente è grande e più è difficile da realizzare coerentemente. Sicuramente l’Excelsior Hotel Gallia di Milano è stato uno dei progetti più complessi, dove ogni area è stata prima attentamente studiata per accogliere caratteristiche ben precise che poi si sono unificate in un’immagine complessiva, caratterizzata certamente da aspetti lussuosi ma, attenzione, non è il lusso in sé che conta ma
la narrativa degli spazi che abbiamo voluto raccontare. Qui sono state realizzate la Private Spa con cascate di ghiaccio, la Sweet Spa con vapori aromatizzati, le docce emozionali, le aree trattamento, una piscina caratterizzata da uno skyline in vetro e acciaio a forma di diamante con vista panoramica su Milano e con una cascata che sgorga dalla parete di platino, una stanza del sale e il calidarium più grande della città. Nell’hotel Suite di Matera, e nella sua Spa in particolare, invece, sembra che non vi sia nulla, ma la qualità, la ricerca, lo studio del progetto sono legati al racconto dell’edificio nel suo complesso e al suo rapporto con la città, con un utilizzo sapiente delle geometrie, dei volumi e dei materiali che si richiamano a quell’unicum architetturale che è l’insediamento di Matera nel suo insieme. Come sarà il bagno di domani? Tutti sono coscienti della necessità di un utilizzo calibrato e governato dell’acqua e delle risorse in generale. Il bagno si caricherà dunque di una serie di tecnicità adatte a questo, sia nella singola abitazione che nei complessi di duecento appartamenti. Verrà coinvolta tutta la tecnologia del benessere, dall’aspetto termico all’illuminazione. Si andrà verso un concetto di personal Spa, dove vedo ben presenti materiali inimitabili come marmi e pietre, ceramiche con una loro dimensionalità, che comporta non solo effetti materici ma anche meno fughe e più facilità di pulizia. Sarebbe bello pensare a comandi intuitivi, ma senza arrivare a questo basti pensare a una tecnologia che riduca fortemente l’utilizzo delle mani per attivare miscela-
tori, soffioni doccia, illuminazione. Uno dei prodotti che credo possa rispondere a questa domanda è il lavabo Astro, che ho progettato per Antoniolupi, dove i giochi di ombre creati dalla luce ne definiscono il corpo e la forma del bacino, il tutto realizzato da un blocco di Cristalmood, una resina ecosostenibile, e concepito come un blocco di ghiaccio accessoriabile con un rubinetto freestanding o da appoggio, con l’illuminazione led che gli conferisce una certa spettacolarità. Hai sempre definito un hotel come una macchina polifunzionale Per funzionare, l’albergo deve essere proprio questa macchina. Deve autosostenere la propria funzionalità, i rapporti armonici fra spazi privati e collettivi, con sinergia ed efficienza. Poi, il tutto deve essere aggregato, armonicamente, stando attenti alle nuove esigenze, ad esempio il temporary working. Alcuni di questi ambienti devono essere concepiti e recepiti come un’estensione della casa, con esigenze specifiche da soddisfare, lavoro o cena in camera, l’ergonomia dei mobili, il bagno private Spa. Gli alberghi non hanno più bisogno di cercare il cliente, ma di farlo affezionare, e lui tornerà, soprattutto oggi che i viaggi di lavoro saranno più mirati e ridotti, sarà bello tornare in un luogo simile a una casa, con un ruolo preciso in città o nel territorio. Quanto e cosa trasponi dal contract alla casa Tanto. Prima era la domesticità dell’hotel adesso è il contrario. Pensiamo alla reception, con il controllo delivery, la gestione dell’agenda per incontri, l’organizzazione di eventi, i parcheggi. In pratica, una community, uno share dei servizi. E poi, tutto il rapporto fra gli spazi interni e l’outdoor, le terrazze, il verde Le case, oggi, sono un modello che in parte va rivisto anche alla luce di queste nuove modalità. E il loro governo è simile alla governance di un hotel. L’esempio che mi piace citare è il complesso residenziale Princype, a Milano, dove gli spazi comuni e privati sono stati progettati proprio in quest’ottica. -