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Anno XXV- no 4 Luglio/Agosto 2011

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano


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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)

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L UGLIO /A GOSTO 2011

RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI

Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI

Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it

Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per lʼItalia CEAT tel. 02/89.500.256 CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa: Reggiani spa Brezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533 Abbonamenti: Gratuita a Comandi e Distaccamenti dei VV.F. Sostenitori € 70,00 Benemerito da € 70,00 in su Una copia € 8,00 Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticolista e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

Garanzia di riservatezza per gli abbonati LʼEditore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilita di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 20141 Milano. Le informazioni costudite nellʼarchivio elettronico dellʼEditore saranno utilizzate al solo scopo di inviare la rivista o comunicazioni concernenti lʼabbonamento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali). Pubblicità Inferiore al 70%

Aut. Trib. Milano n. 855/89

www.vfv.it

FOTO DI COPERTINA DI LUCA CANTONI SAA (SPELEO ALPINO ACQUATICO) DEL NEL SOCCORSO AD UN CANOISTA SUL NAVIGLIO GRANDE

POMPIERI VOLONTARI E SOCCORRITORI DEL NUCLEO

COMANDO VVF MILANESE,

IMPEGNATI

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EDITORIALE [A LATO]

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eNEXT

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RECLUTAMENTO CREATIVO

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ONORIFICENZE

I POMPIERI MILANESI TESTANO UN NUOVO CASCO

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SPACCARE E RIMUOVERE I CRISTALLIDEIVEICOLIORA ÈPIÙ SICURO

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TIRA ARIA DI RIFORME, CHISSÀ SE SARANNO BUONE!

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UNA CORSA CONTRO IL TEMPO REGOLAMENTI

POMPIERI DEL GARDA , ADESSO SI

LA LOMBARDIA APPROVA LA MOZIONE IN FAVORE DEI VV.F.V.

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PREVIDENZA

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SANTʼANGELO LODIGIANO 120 ANNI DI VOLONTARIATO

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2010 IN CALO GLI INCIDENTI SUL LAVORO INCENDIO ALLO STADIO DI BRADFORD

LA SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA DELLA SICUREZZA:

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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano


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Con lo scopo di assumere a tempo indeterminato i vigili discontinui che prestano servizio presso i Comandi provinciali, si stanno moltiplicando le iniziative che hanno come obiettivo lo screditare i volontari dei nostri Distaccamenti facendoli apparire come inefficienti e invocando così l’apertura di nuove sedi permanenti. A pochi sfugge che questi intenti, di chiara marca sindacale, hanno poco da spartire con gli interessi della collettività in termini di costi, di copertura del territorio e di tempi di risposta alle richieste di soccorso. Ma questo lo sanno solo gli “addetti ai lavori” che quasi mai sono coloro deputati a decidere il nostro futuro.

In questa “guerra fra poveri”, figlia di una tradizione che per decenni ha di fatto favorito gli sprechi e le inefficienze concentratesi per lo più nell’apparato statale, non è una novità che i nostri Distaccamenti siano visti come una “pericolosa” distinzione che di fatto ostacola il perseguire di intenti ormai non più giustificabili; da parte nostra non dobbiamo però pensare che sia sufficiente “comportarsi bene” per vederci riconosciuti i diritti di continuare a servire la collettività. Di fronte all’immobilismo più assoluto nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, figlio di una situazione politica fortemente latitante e con un Sottosegretario che in tre anni non abbiamo mai avuto l’onore di incontrare (a differenza dei suoi predecessori), positivi segnali di vitalità sorgono fra le nuove leve del Consiglio nazionale e di molte Sezioni provinciali. Proprio in questo contesto sono state messe in cantiere alcune iniziative fra le quali la proposta di migliorare l’attuale Regolamento dei vigili del fuoco volontari costituito dal DPR 76/2004. w w w. a n v v f v. o r g E’ indispensabile non lasciare nelle mani altrui il nostro destino gestito con fatica negli anni; pur avendo sempre lavorato al di fuori dei riflettori, condizione indispensabile per sperare di realizzare almeno una parte dei nostri progetti, ritengo doveroso percorrere nuove strade pur senza cedere a facili entusiasmi e continuare ad avvalersi dell’esperienza di chi, nei nostri distaccamenti e in Associazione, ci ha guidati sinora. Qualsiasi associazione, azienda, istituzione se vuole sopravvivere dovrà sapersi adeguare ai tempi creando un mix fra l’entusiasmo e le competenze dei giovani e l’esperienza di chi ha già i capelli bianchi.

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Gino Gronchi


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Nel mentre sarà stato (forse) nominato un nuovo Sottosegretario agli Interni con delega ai vigili del fuoco, dal momento che Nitto Francesco Palma è il nuovo Guardasigilli. Chissà se il nuovo inquilino troverà un momento per fare due chiacchiere col nostro Presidente Gronchi (leggo qui a fianco che il predecessore non ha fatto in tempo...) e speriamo abbia almeno un po’ di “pompiere nel sangue”. In questo quarto numero alcuni articoli interessanti, specialmente quelli a carattere tecnico-formativo. A tal proposito desidero ringraziare Giancarlo (il Geometra Moreschi nel CNVVF) per il documentario inedito sul tragico incendio avvenuto all’interno di uno stadio del Regno Unito l’11 maggio del 1985 (cinquantasei morti e 256 feriti). Un’opera unica di ricerca, traduzione, smembramento, senza alcuna congettura. A narrare quei concitati e drammatici momenti solo le risultanze ufficiali o comunque le valutazioni di chi, quell’evento, ha vissuto. Un po’ di “freschezza tecnica” ci arriva anche dagli Svizzeri Clara, Claudio e Michael, i quali hanno analizzato gli interventi di soccorso a “pericolanti” su bacini ghiacciati. In merito a norme e regolamenti, abbiamo analizzato la nuova “Bozza di regolamento di servizio del CNVVF” e due proposte di riforma del DPR 76/2004. Un po’ di chiarezza anche sull’uso dell’uniforme nelle manifestazioni ufficiali (e meno ufficiali).

h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i

Buon compleanno Sant’Angelo Lodigiano (120°) e santa Croce Camerina (1°). Bella l’APS di Cossato (un po’ meno belli i debiti fatti per comprarla). Il resto lo lascio scoprire a voi e ringrazio quanti hanno voluto contribuire alla scrittura di questo numero. Serena Estate (o meglio, ben tornati). Ascanio direttorevfv@me.com

Hanno firmato quest’edizione di VFV: Giancarlo MORESCHI; Claudio MIGNOT, Michael WERDER; Clara RÜSI; Maurizio BERTOIA; Gianluca RONDI; Massimiliano TOLOMEI; Glauco BARTESAGHI; Corrado SCAPIN e Davide LANZONE. V F V L U G L I O / A G O S T O 2 0 11

EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]

Gentili Lettori e Pompieri, mandiamo in stampa quest’edizione della nostra Rivista proprio nel pieno dell’estate, ma (grazie anche alle Poste) non potrete portarla in vacanza con voi, la leggerete al ritorno.

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ONORIFICENZE

CROCE NERA AL PRESIDENTE DELL’A.N.VV.F.VV. Gino Gronchi riceve lʼimportante onorificenza Austriaca A CURA DI

CORRADO SCAPIN

u proposta del Comitato di Amicizia ItaloAustriaco, il Presidente Nazionale Cav. di Gran Croce Gino Gronchi è stato insignito della Gran Croce dʼOro dellʼOrdine della Croce Nera della Repubblica Federale dʼAustria. Lʼimportante riconoscimento è stato attribuito per gli oltre quarantʼanni di attività prestati con spirito di sacrificio ed altruismo come Vigile del Fuoco Volontario ed è stato consegnato dal Colonnello dellʼEsercito Austriaco Willi Albel.

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Alla cerimonia erano presenti il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Alfio Pini, il Prefetto di Vicenza Melchiorre Fallica, alcuni Sindaci dellʼAlto Vicentino e circa un migliaio di cittadini stipati allʼinverosimile, allʼinterno della chiesa di Valli del Pasubio (Vicenza). Alla cerimonia era presente anche una delegazione del Corpo Vigili del Fuoco Volontari di Vallarsa (Provincia Autonoma di Trento) col Comandante Mauro Stoffella, oltre ad un nutrito gruppo di VVF volontari della provincia Vicentina. LA CROCE NERA AUSTRIACA La Croce Nera Austriaca è stata fondata oltre ottantʼanni fa. La principale finalità del sodalizio è quella di costruire luoghi di sepoltura dignitosi per i caduti delle grandi guerre mondiali. Così definì lʼistituzione il defunto presidente federale Dottor Thomas Klestil.

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La ÖSK (Österreichische Schwarze Kreuz) è riconosciuta dalla legge Austriaca quale associazione apartitica e aconfessionale che persegue obiettivi di beneficienza. Lʼorgano di governo è composto da un presidente (LAbg. Peter Rieser), un vicepresidente (Dr. Heinz Derfler). Tra i consiglieri il Dr.Prof. Stefan Karner, Abg. NO Murauer Walter; il segretario è il colonnello Alexander R. Barthou e il tesoriere: Frieda Mayer. La sede dellʼorganismo è Vienna ma lʼopera degli associati viene svolta anche fuori dai confini Austriaci. Una maniera per mantenere e consolidare la pace tra i popoli, dando memoria ai caduti dʼogni guerra. In Austria lʼassociazione si occupa di dare una sepoltura degna a caduti di tutte le nazioni e fede religiosa; vittime di persecuzioni razziali e politiche della seconda guerra mondiale. Viene eseguita regolarmente anche la manutenzione delle tombe risalenti alla Grande Guerra. Allʼestero, lo sforzo della Croce Nera (ÖSK) è profuso affinché i cimiteri di guerra non vengano dimenticati e che siano anzi valorizzati, per questo vengono presi accordi con altri eserciti e governi. Quando non sʼavessero tracce delle spoglie dei soldati, il sodalizio sʼimpegna per lʼerezione di monumenti ai caduti. In questo senso la ÖSK sʼimpegna da decenni in Slovenia, Croazia e nord Italia. Lʼimpegno è identico sullʼIsonzo, sul Kanaltal come in Alto Adige. Ultimamente il sodalizio ha preso contatti con la Polonia, lʼUcraina, lʼUngheria, la Romania e la Russia.

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ONORIFICENZE

CITTADINANZA ONORARIA A POMPIERI E GENIO-FERROVIERI

A parecchi mesi dalla terribile alluvione che lʼha colpita, la riconoscenza verso i soccorritori, da parte della popolazione dellʼAlto Vicentino è sempre viva. Per questo motivo il 25 giugno a Valli del Pasubio (Vicenza) si è tenuta la cerimonia ufficiale per il conferimento solenne della Cittadinanza Onoraria al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ed al 3° Reggimento Genio Ferrovieri di stanza a Bologna, da parte rispettivamente dei Comuni di Torrebelvicino e di Valli del Pasubio. A CURA DI

CORRADO SCAPIN

e due amministrazioni comunali hanno infatti unanimemente deliberato di conferire lʼimportante riconoscimento a Vigili del Fuoco e Genieri per la preziosa opera di soccorso prestata durante la calamità che lo scorso autunno ha colpito il Vicentino. In una splendida giornata di sole, circondati dalle maestose vette del monte Pasubio, la cerimonia è stata aperta con lʼalzabandiera ed è proseguita poi nella chiesa parrocchiale. Qui, alla presenza del Prefetto di Vicenza Melchiorre Fallica, dei Sindaci dellʼAlto Vicentino e di circa un migliaio di cittadini stipati allʼinverosimile, allʼinterno della chiesa si è tenuta la cerimonia di consegna degli attestati di Cittadinanza Onoraria al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Vicenza Ing. Paolo Maurizi ed al Comandante

del 3° Reggimento Genio Ferrovieri Col. Luca Appolloni. Presente alla cerimonia anche il Presidente dellʼANVVFV Gino Gronchi che, nellʼoccasione, è stato insignito dʼuna importante onorificenza. I Sindaci dei due Comuni nei loro discorsi hanno ringraziato le Istituzioni e tutti coloro che hanno prestato con professionalità e abnegazione la loro opera in soccorso delle popolazioni duramente colpite dagli eventi calamitosi. Il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Ing. Alfio Pini ha ribadito la costante vicinanza del Corpo alla popolazione sia nei quotidiani interventi di soccorso che nella grandi calamità mettendo a disposizione un sistema complesso in grado di operare sinergicamente a livello nazionale. A prova di ciò giova ricordare che assieme al personale permanente e volontario del Comando Provinciale di Vicenza hanno operato anche gli specialisti della sezione operativa di Belluno con le loro macchine movimento terra, anche loro presenti a questa cerimonia. Alla cerimonia erano presenti anche i Vigili del Fuoco Volontari di Vallarsa (Trento) con il loro Comandante Mauro Stoffella che nonostante lʼappartenenza ad una diversa realtà provinciale nel momento del bisogno hanno dimostrato fattivamente la loro solidarietà in favore delle popolazioni Vicentine.

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MINIMUM DATA SET (MDS) In caso di chiamata manuale (lʼutente preme il pulsante di emergenza), o automatica (almeno due sensori che rilevano un urto attivano il sistema), la centrale operativa del 112 deve ricevere, attraverso il proprio software di centrale, le seguenti informazioni: • • • • • • •

ENTRO

IL

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LE AUTOMOBILI

DOVRANNO CHIAMARE DA SOLE IL Lʼintroduzione e lʼuso dellʼIn Car eCall per lo sviluppo dellʼassistenza nelle emergenze stradali salverà molte vite e ridurrà le spese sociali attraverso la tempestiva notifica e localizzazione degli incidenti stradali e la conseguente immediata risposta dei servizi di emergenza.

unʼurgente necessità di una soluzione Europea per poter ridurre i quasi 40000 decessi annui, 3,3 milioni di incidenti stradali allʼanno e un costo annuale riconducibile agli incidenti stradali pari ad oltre 180 miliardi di euro. Per questo motivo la Commissione Europea si è posta come obiettivo la riduzione del 50% degli incidenti stradali ed ha adottato lʼIn Car eCall, come la più alta priorità sul tema dellʼeSafety.

C’è

FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA LʼIn Car eCall è un sistema attraverso il quale una chiamata dʼemergenza è generata sia manualmente dagli occupanti del veicolo, sia automaticamente attraverso lʼattivazione dei sensori montati sul veicolo (tipo quelli degli airbag). Quando attivato, il sistema di chiamata dʼemergenza dal veicolo stabilisce una connessione voce direttamente con la centrale del 112 competente. Allo stesso momento, un elenco di informazioni dellʼincidente già predefinite (Minimum Data Set), vengono inviate al medesimo operatore di centrale operativa che riceve la chiamata, sempre attraverso il canale voce della chiamata al 112.

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112

• •

Lʼesatta collocazione temporale della chiamata (data, ora e minuti) Lʼesatta localizzazione del veicolo (posizione GPS) Direzione di marcia del veicolo Tipo veicolo (marca, modello, colore ed eventuali merci pericolose trasportate) Indicazione di quali sensori sono stati attivati (tipo di urto frontale, ribaltamento,ecc.) Service Provider (nel caso lʼutente abbia sottoscritto un apposito contratto aggiuntivo) Indicazione del paese di immatricolazione del veicolo (lingua parlata dallʼutente) Veicoli speciali/user code Tipo di chiamata (se manuale o automatica)

La Commissione Europea ha fatto partire il progetto nel 2009 e prevede che lʼattuazione termini entro il 2014. Molte aziende sono coinvolte con la tecnologia telematica per affrontare i diversi aspetti del sistema eCall, inclusi i sistemi a bordo dei veicoli, la trasmissione dei dati via wireless e soddisfare il requisito di sicurezza pubblica. La standardizzazione dei protocolli di comunicazione e del linguaggio umano sono alcuni degli ostacoli. Prototipi sono stati testati con successo tramite trasmissioni con GPRS e su reti cellulari. Allo stesso tempo, soluzioni proprietarie dellʼeCall che si basano su SMS sono già state introdotte da case automobilistiche come BMW, PSA e Volvo. Quando il sistema sarà attivo e diffuso, ci si aspetta che vengano forniti altri servizi telematici, come avvisi di percorso e le informazioni sul traffico. Il progetto inoltre è sostenuto dallʼAssociation des Constructeurs Européens dʼAutomobiles (ACEA), un gruppo di interesse delle autorità europee di automobili, autobus e costruttori di camion ed ERTICO, unʼorganizzazione senza scopo di lucro promuovere lʼattuazione di sistemi di trasporto intelligenti e di servizi in Europa. Molte delle aziende stakeholder coinvolti con tecnologia telematica appartengono a ERTICO o ACEA. Un vantaggio di questa adesione è la migliore definizione degli standard eCall in via di sviluppo. In Nord America, è disponibile un servizio simile fornito da GM attraverso il proprio servizio OnStar. (Fonti: European Emergency Number Association (EENA) Italia e Wikipedia.)

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La Giunta regionale della Lombardia, su proposta dellʼassessore alla Sanità Luciano Bresciani, ha approvato una delibera che ridefinisce il sistema dellʼEmergenza Urgenza in Lombardia e affida ad AREU tutte le competenze in tema di coordinamento e direzione dellʼattività di emergenza e urgenza extraospedaliera. biettivo del provvedimento, che

interessa 2.400 tra medici e infermieri dipendenti dal Sistema Sanitario Regionale e oltre 40.000 tra dipendenti e volontari dei soggetti sussidiari (Croce Rossa, ANPAS, ecc), è il miglioramento ulteriore del sistema dellʼemergenza urgenza extraospedaliera dal punto di vista qualitativo e quantitativo. OMBARDIA “Ancora una volta - spiega lʼassessore alla Sanità Luciano Bresciani - Regione LE COMPETENZE PASSANO ALL Lombardia investe con efficacia per migliorare lʼintero sistema sanitario in ED IL DIVENTERÀ REGIONALE tutti i suoi attori. Grazie a questa delibera Areu avrà nuovi mezzi a disposizione e una presenza semIL PROGETTO PREVEDE UN COMPLESSIVO POTENZIAMENTO DEI MEZZI pre più capillare ed efficiente sul territorio”. DI SOCCORSO:

O

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’AREU

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LA NUOVA NORMATIVA DISCIPLINA I SEGUENTI AMBITI: - ridistribuzione dei mezzi che compongono la rete territoriale del soccorso con un conseguente miglioramento nella gestione degli stessi, in particolare nei territori di confine interprovinciale; - sviluppo e potenziamento dellʼinfrastruttura tecnologica e nuove funzionalità informatiche delle Centrali Operative (COEU) con il raggiungimento delle economie di scala previste dalla delibera istitutiva dellʼAREU; - ottimizzazione delle procedure di assegnazione delle aree di copertura dei mezzi di base;

- ridefinizione dellʼattività e dellʼorganizzazione delle Centrali Operative;

- definizione e realizzazione di percorsi formativi omogenei e standardizzati per medici, infermieri, operatori tecnici e soccorritori-esecutori e istruttori, con valorizzazione della risorsa medica e infermieristica a bordo dei mezzi su ruota; - sviluppo della telemedicina nel soccorso sanitario.

-

Mezzi di soccorso di base: Mezzi di soccorso intermedio: Mezzi di soccorso avanzato:

+ 39 unità; + 4 unità; + 2 unità.

Allʼinterno della definizione complessiva del Sistema è di particolare rilevanza la realizzazione del progetto del Numero Unico Europeo 112, che prevede la diffusione sul territorio lombardo di unʼorganizzazione del soccorso basata su un numero unico per tutti i tipi di emergenze.

Il progetto, che sarà realizzato attraverso un accordo firmato dal presidente Roberto Formigoni e dal ministro Roberto Maroni, si basa sullʼattivazione di centrali operative di primo livello, i ʻcall center laiciʻ (ovvero composti da operatori non appartenenti alla Forze di Pubblica Sicurezza, dellʻEmergenza Sanitaria e dei Vigili del Fuoco), sul modello realizzato in via sperimentale a Varese, e la contestuale riorganizzazione delle Centrali Operative di secondo livello, che per il soccorso sanitario sono le centrali Operative 118.

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(Fonte: Regione Lombardia)

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CASCO

PROTETTIVO PER

LʼANTINCENDIO BOSCHIVO ED

SERVIZI DI PROTEZIONE CIVILE

CERTIFICATO SECONDO LE NORMATIVE:

UNI EN 397:2001 “Elmetti di sicurezza industriali” EN 443:1997 “Elmi per Vigili del fuoco” (Punti 6.6 e 6.7) EN 12492 “Elmetti da alpinismo”

I POMPIERI MILANESI TESTANO UN NUOVO CASCO

a ditta Sicor S.p.A. (fornitrice dei caschi da intervento VFR 2000/2009 al CNVVF) ha messo a disposizione del Comando Provinciale Milanese alcuni elmi del tipo EOM al fine di valutarne la rispondenza alle esigenze operative VVF. In seguito alla nota Prot. n. 15524 del 17/12/2010 dellʼUfficio del Dirigente Generale Capo del CNVVF, il Comando Prov.le di Milano è stato autorizzato alla sperimentazione del casco in questione. Lʼelmo in oggetto è marcato CE costituisce un dispositivo di sicurezza di III categoria ed è rispondente alle norme UNI EN 397:2001 “Elmetti di protezione per lʼindustria”, UNI EN 443:1999 “Elmi per Vigili del Fuoco” (p.ti 5.6 “Resistenza alla fiamma” e 5.7 “Resistenza al calore radiante”) ed UNI EN 12492:2003 “Caschi per Alpinisti”. Lʼelmo è predisposto per essere utilizzato con diversi accessori quali cuffie antirumore, schermo facciale in policarbonato e a rete, dispositivo dʼilluminazione, paranuca ignifugo rimovibile, etc.. Inoltre, la maggior leggerezza e le dimensioni ridotte rispetto allʼelmo già in dotazione al Corpo Nazionale, costituiscono particolare motivo di interesse ritenendo che lo stesso possa essere favorevolmente impiegato per quelle tipologie dʼintervento, quali il soccorso a persona in metropolitana, laddove il personale operativo è costretto ad operare in spazi particolarmente limitati.

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• Calotta in materiale termoplastico • Calotta interna in PU • Sottogola a regolazione rapida con sistema antiscalzamento autoregolante • Sistema di ventilazione chiudibile protetto da retina di acciaio para lapilli • Predisposizione per lʼapplicazione di occhiali protettivi • Predisposizione per lʼutilizzo combinato di cuffie antirumore e di uno schermo facciale • Sistema di connessione per maschera A/G dotate di agganci rapidi a 2 punti

UTILIZZO: Antincendio boschivo Protezione civile Attività SAF (Speleo Alpinistico Fluviale) Attività SAR (Search and Rescue) Attività di pubblico soccorso (118)

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ELMO SICOR EOM

(ELMO OPERATIVO MULTIFUNZIONALE)


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deremo altri 48 entro la fine dellʼanno, ha proseguito Carter. Durante il primo anno le reclute decidono se rimanere o no. Eʼ sempre per via della famiglia o per il lavoro, oppure dicono di non trovare più il tempo per rispondere alle chiamate di soccorso, quindi lasciano”. In Virginia il numero dei vigili del fuoco volontari è calato: nel 2010 erano 26.500; lʼanno prima 27mila e 27.600 nel 2008. Questo secondo lo studio del “Virginia Department of Fire Programs”. I volontari erano il 63% della “Forza Antincendio” totale negli anni analizzati.

RECLUTAMENTO CREATIVO In Virginia si registra un alto turnover, nelle

caserme delle aree rurali è sempre più difficile trovare nuovi pompieri volontari

pompiere volontario Bobby Simmons stava lavandosi via il nero dalla faccia dopo aver partecipato allʼestinzione dʼun incendio in una villetta, lʼaltro giorno, quando ha dichiarato: “Sapete riconoscere dei vigili del fuoco volontari rispetto a dei permanenti? I volontari saranno i primi a sporcarsi.”. Le battute tra permanenti e volontari sono frequenti nelle caserme locali: i primi dicono che riconosci un volontario dagli adesivi appiccicati al casco. I volontari sostengono invece che quasi tutti i permanenti abbiano i baffi. Tuttavia è proprio vero che, nelle aree rurali, siano proprio i volontari a sporcarsi, anche perché sono la maggioranza della forza attiva.

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Cʼè poco da scherzare nelle locali “Fire Stations” dal momento che, ogni anno, si perdono tanti volontari quanti se ne assumono. Per far fronte a questa situazione la “Virginia Fire Chief Association” – col supporto delle contee di Bedford, Botetourt e Roanoke – sta cercando il miglior modo di reclutare nuovi volontari, studiando le abitudini dei candidati (dove vivono, dove lavorano, dove mangiano). Lʼassociazione sta distribuendo volantini e manifesti, oltre ad applicare ovunque striscioni e sagome che raffigurano vigili del fuoco a grandezza naturale con uno slogan: “Do you have what it takes?” (Hai ciò che serve?).

La “Virginia Association” invierà i risultati dello studio al “US Department of Homeland Security” che ha dato un contributo di oltre 900mila dollari, lo scorso anno, al fine di sviluppare un piano nazionale di reclutamento per nuovi volontari, ha detto Jimmy Carter (direttore esecutivo dellʼAssociazione dei Comandanti). “Per reclutare 50 volontari questʼanno, probabilmente ne per-

I pompieri volontari sono ancora più importanti nelle zone rurali. Nei vigili del fuoco della Contea di Bradford, lʼ81% dei 264 uomini - che servono un territorio di 760 miglia quadrate – lo scorso anno erano volontari. Il reclutamento, in questa contea come in altre, è fatto in maniera informale, col passaparola. Nella cittadina di Bedford abbiamo fatto volare uno striscione con scritto: “WE NEED YOU” (abbiamo bisogno di te), ha riferito il vicecomandante dei pompieri locali Marci Stone. Per la campagna in corso hanno anche raggiunto un accordo col servizio di pizze a domicilio al fine di consegnare un volantino insieme allʼordine.

Lʼottantotto per cento dei 151 vigili del fuoco della Contea di Botetourt sono volontari mentre al “Roanoke County Fire & Rescue”, il 44% dei 283 uomini, sono volontari. Negli ultimi anni, proprio la Contea di Roanoke, ha reclutato – e perduto allo stesso tempo – 75 pompieri volontari, ha riferito Rich Burch il comandante. Nella campagna di reclutamento del 2011 una coppia di vigili volontari sposati sʼè impegnata a promuovere lʼattività della caserma rispondendo alle domande poste su Facebook (gruppo chiamato: Firefighters Justin & Becky). Stessa cosa accade su Twitter dove è possibile “seguire” i due sposi/pompieri che rispondono al nickname di “FFJustinBecky”. La stessa associazione dei comandanti ha organizzato un corso di otto ore (sulla leadeship e motivazione del personale) per tutti gli ufficiali in servizio.

Jonathan Simmons, 19 anni, è uno dei pompieri volontari intervenuti a nord di Fincastle, nella Contea di Botetourt, per lʼincendio dʼuna abitazione a due piani giusto qualche giorno fa. “Si prova un grande senso di realizzazione quando si arriva sul posto, la casa è in fiamme e le operazioni sono concitate e si riesce a risolvere la situazione.”. Anche il fratello trentacinquenne di Jonathan è un pompiere volontario nella stessa caserma.

Il fratello minore però, non sa per quanto tempo sarà ancora volontario nella caserma della Contea di Botetourt. Eʼ al secondo anno dʼingegneria alla James Madison University, quando sarà laureato sarà costretto a spostarsi ovunque troverà un lavoro.

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Lʼidea iniziale Un vigile del fuoco che lavorava parttime come imbianchino chiese a Packexe di adattare la dimensione della loro pellicola protettiva per moquette al controllo dei cristalli di autoveicoli coinvolti in incidenti stradali. Lo sviluppo del prodotto è iniziato con la formulazione di un adesivo esclusivo, abbastanza forte da fissare saldamente in posizione il cristallo in occasione della rottura dello stesso. Si è successivamente provveduto ad adattare la dimensione del rotolo della pellicola per applicarlo allʼintero autoveicolo.

SPACCARE

E RIMUOVERE

I CRISTALLI DEI VEICOLI ORA È PIÙ SICURO

Nellʼultimo numero del 2010 di VFV avevamo scritto delle corrette procedure dʼintervento per la rimozione di parabrezza, finestrini e lunotti. I frantumi di vetro sono un vero pericolo e per i pazienti incarcerati e per i soccorritori; ora le cose cambiano. A CURA DELLA

REDAZIONE

roprio su quellʼarticolo (inserito nella sezione Procedure dʼIntervento) avevamo scritto circa la possibilità di utilizzare nastro adesivo sui cristalli ancora integri prima di procedere alla frantumazione: Se non è possibile fare altrimenti, “nastrare” (se è possibile farlo rapidamente) il cristallo con tre o quattro strisce adesive (se piove non sarà possibile) e se la vittima è cosciente chiederle di chiudere gli occhi; (da VFV n°6 – 2010 Lunotti Finestrini Parabrezza).

P

La ditta Inglese Packexe ha individuato la necessità di proporre una soluzione efficace per il controllo dei cristalli di autoveicoli coinvolti in incidenti stradali.

Attualmente, i metodi adottati prevedono lʼimpiego di protezioni morbide e rigide (coperte e scudi) e comportano lʼintervento di due o tre persone finalizzato a rompere il cristallo e a limitare successivamente il rischio di lesioni provocate dal distacco di frammenti di vetro. La necessità di realizzare un prodotto specifico è stata sempre presente, ma è stata riconosciuta soltanto adesso.

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Realizzazione dellʼintero sistema Packexe SMASH Packexe richiedeva la progettazione di un distributore automatico per assicurare lʼapplicazione efficace della pellicola da parte di una sola persona. Lʼesclusivo distributore automatico è dotato di rullini di materiale espanso che seguono la sagoma del veicolo per assicurarne la copertura omogenea e ridurre al massimo la formazione di bollicine dʼaria. La pellicola è anche perforata per assicurarne la rapida applicazione ed eliminare gli sprechi. I test effettuati hanno rivelato che la pellicola si applica efficacemente anche in presenza di pioggia e di vento. Lʼinvenzione del distributore automatico, in attesa di brevetto, ha trasformato Packexe SMASH in un completo sistema di controllo dei cristalli di autoveicoli.

Risultati straordinari dei test effettuati sul prodotto Successivi test eseguiti su Packexe hanno rivelato che la pellicola irrobustisce il cristallo, che in alcuni casi non si è rotto sotto pressione. I test di questa fase sono stati eseguiti dalla Exeter Advanced Technologies allʼUniversità di Exeter, nel Regno Unito. I risultati hanno dimostrato che la robustezza del cristallo è quasi raddoppiata con lʼapplicazione di Packexe SMASH, con conseguente riduzione della rottura del cristallo di circa il 42%.

Packexe SMASH ha rimesso in discussione la modalità di controllo dei cristalli di autoveicoli Una volta progettato con successo un prodotto destinato al controllo dei cristalli di autoveicoli, Packexe ha provveduto a velocizzare lʼintera operazione. Grazie alle sue proprietà rafforzative, Packexe SMASH ha eliminato la necessità di dover sempre ricorrere alla rottura e alla rimozione del cristallo. Il metodo consigliato attualmente è lʼapplicazione di Packexe SMASH su tutti i cristalli del veicoli ritenuti pericolosi dalle squadre di soccorso quando raggiungono il luogo di un incidente stradale, che consente di immobilizzare i cristalli

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CARATTERISTICHE

DEL PRODOTTO

ADESIVO Packexe SMASH è stato realizzato con l'utilizzo di un adesivo speciale, indicato per l'immobilizzazione del vetro, che protegge la squadra di soccorso e delle persone coinvolte nell'incidente dalle lesioni provocate dal distacco di frammenti e polvere di vetro. L'adesivo immobilizza efficacemente i cristalli in qualsiasi condizione atmosferica.

Il Kit Packexe SMASH prima di procedere allʼestrazione delle vittime dallʼabitacolo del veicolo. La ditta titolare del marchio, che ha sede a Exeter nel Regno Unito, sʼè recentemente appoggiata ad un distributore Italiano. Alcune Unioni Distrettuali dei VVF Volontari della Provincia Autonoma di Trento, utilizzano questo sistema da quasi un anno.

PERFORAZIONI La presenza di perforazioni ogni 100 mm consente di staccare facilmente la pellicola di Packexe SMASH dal rotolo. Le squadre di soccorso hanno la possibilità di utilizzare piccoli pezzi di pellicola Packexe SMASH per coprire le parti del veicoli più delicate, come i deflettori frangivento. La pellicola perforata assicura l'applicazione precisa, con conseguente riduzione degli sprechi.

RAFFORZAMENTO COMPROVATO DEL VETRO I test eseguiti dalla Exeter Advanced Technologies all'Università di Exeter, Regno Unito, durante il mese di luglio 2009, hanno dimostrato che la robustezza del vetro quasi raddoppia con l'applicazione di Packexe SMASH, con conseguente riduzione delle probabilità di rottura di circa il 42%. ELIMINAZIONE DELLA NECESSITÀ DI RIMUOVERE IL CRISTALLO Una volta progettato con successo un prodotto destinato al controllo dei cristalli di autoveicoli, Packexe ha provveduto a velocizzare l'intera operazione. Grazie alle sue proprietà rafforzative, Packexe SMASH ha eliminato la necessità di dover sempre ricorrere alla rottura e alla rimozione del cristallo. Il metodo consigliato attualmente è l'applicazione di Packexe SMASH su tutti i cristalli del veicoli ritenuti pericolosi dalle squadre di soccorso quando raggiungono il luogo di un incidente stradale per mettere in sicurezza i cristalli prima di procedere all'estrazione delle vittime dall'abitacolo del veicolo. DISTRIBUTORE AUTOMATICO L'esclusivo distributore automatico della pellicola completa il sistema Packexe SMASH, attualmente in attesa di brevetto. Dal design ergonomico e di facile utilizzo, Packexe SMASH può essere applicato in pochi secondi da una sola persona. L'intero sistema è stato progettato al fine di controllare e velocizzare l'operazione di applicazione.

Un filmato ed unʼampia galleria fotografica sullʼutilizzo del Packexe SMASH è visibile al link http://www.packexesmash.com/en/in_action/ un altro filmato su http://www.youtube.com/watch?v=AemqMy41ytw

DOPPI RULLINI DI MATERIALE ESPANSO I doppi rullini di materiale espanso seguono la sagoma del veicolo, assicurandone la copertura omogenea e la riduzione della formazione di bollicine d'aria. La tecnologia che utilizza rotoli di gommapiuma assicura la perfetta adesione della pellicola al cristallo e consente l'efficacia applicazione di Packexe SMASH anche in presenza di vento. Quando piove, il movimento e la pressione esercitata dai rullini consentono di eliminare le gocce d'acqua dal cristallo durante l'applicazione della pellicola.

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CORSA CONTRO IL TEMPO

Le apparenze possono ingannare: capita spesso di valutare male lo spessore di uno strato di ghiaccio su un corso dʼacqua, un lago o uno stagno, e quindi anche la sua resistenza al carico. Soprattutto i bambini, affascinati dalla superficie ghiacciata, ignorano il pericolo. Se lo strato di ghiaccio cede, inizia per i soccorritori una corsa contro il tempo – una corsa contro la morte! DI

CLAUDIO MIGNOT, MICHAEL WERDER E CLARA RÜSI - FOTO DI CLAUDIO MIGNOT E CHRISTINE WYSS - ILLUSTRAZIONE DI MANUEL KÄMPFER

inverno 2009/2010 è stato lungo, freddo e nevoso. Su un gran numero di laghi e stagni si è formato uno strato di ghiaccio: un vero e proprio invito a camminarvi sopra o a calzare i pattini e cominciare a volteggiare! Purtroppo il divertimento può rapidamente trasformarsi in una trappola mortale se le temperature salgono e lo strato di ghiaccio si assottiglia non sopportando più il peso di una persona, nemmeno quello di un bambino. I bambini, in modo particolare, sentono una voglia quasi irresistibile di andare a camminare su un fiume o un lago ghiacciato, incapaci di poterne valutare il pericolo, a volte persino ignari di un eventuale rischio. Il ghiaccio formatosi sopporta a volte il peso di un bambino nelle vicinanze della riva, ma solo qualche metro più in là, lo strato è troppo sottile e costituisce un pericolo mortale …

L’

STRATI DI NEVE INGANNEVOLI Non è solo il raddolcimento della temperatura che influenza la stabilità del ghiaccio. Altri fattori, come la temperatura del suolo, le correnti, le bolle di gas che risalgono alla superficie dai fondi melmosi e i buchi per la pesca ricoperti da una sottile lastra gelata, possono influenzare lo spessore dello strato di ghiaccio. Se sulla riva ci sono alberi o cespugli, le lastre di ghiaccio si formano più lentamente. Uno strato di neve che ricopre il ghiaccio dà un sentimento di sicurezza, ma anche in questo caso le apparenze ingannano: la neve isola e conduce male il freddo, in questo modo il ghiaccio che si trova sotto la neve è, il più delle volte, molto più sottile del ghiaccio a diretto contatto con lʼaria fredda.

DIFFERENZE CANTONALI In Svizzera, come per numerosi altri compiti, i salvataggi sui corsi dʼacqua e i laghi, incombono ai cantoni. Questi ultimi possono tuttavia delegarli ai comuni situati sulle rive dei punti dʼacqua. Sul Greifensee e il Pfäffikersee nel cantone di Zurigo, per esempio, esistono dei servizi specifici che assicurano il salvataggio lacustre in collaborazione con i pompieri. Inoltre la Polizia cantonale di Zurigo è equipaggiata con una slitta concepita specialmente per i salvataggi sul ghiaccio. A seconda della resistenza del ghiaccio, un soccorritore può scivolare o pagaiare su questa slitta fino al punto in cui il ghiaccio ha ceduto. In altri cantoni, come per esempio a Berna, la Polizia cantonale ritiene che il salvataggio sul ghiaccio incombe ai pompieri o agli altri organismi di salvataggio come per esempio la Società svizzera di salvataggio (SSS).

Risparmio di tempo prezioso grazie al materiale pronto Per fortuna in Svizzera gli interventi di salvataggio sul ghiaccio sono molto rari, e quando i pompieri devono intervenire, è per mettere in salvo degli animali intrappolati dal ghiaccio che ha ceduto. Ciò non toglie che i pompieri dei comuni nei quali si trovano fiumi o laghi gelati possono trovarsi confrontati in qualsiasi momento a un salvataggio di questo tipo! Non si può mai essere certi che nessuno andrà su una superficie dʼacqua gelata, anche se lʼaccesso ai corsi dʼacqua è vietato. Alcuni servizi di salvataggio, chiamati ad intervenire sulle superfici dʼacqua gelate di una certa importanza, dispongono di slitte specialmente concepite a questo scopo. I pompieri di Thun, per esempio, sono equipaggiati con una scialuppa di salvataggio alla quale sono fissati dei galleggianti. Anche in assenza di equipaggiamenti speciali, ogni corpo pompiere possiede un minimo di materiale, come per esempio delle scale, delle corde o dei giubbotti di salvataggio, che permettono di intervenire per un salvataggio sul ghiaccio. Martin Tschumi, responsabile del settore dellʼistruzione e della protezione contro le catastrofi presso i pompieri professionisti di Berna, dichiara che: «Il corpo pompieri dispone di attrezzature speciali come per esempio una slitta per il salvataggio sul ghiaccio e delle mute isolanti. Inoltre, allʼinizio dellʼinverno, verifichiamo il materiale previsto per i salvataggi sul ghiaccio e ci esercitiamo sporadicamente a questo tipo di intervento con la polizia sanitaria di Berna che mette a disposizione i sommozzatori. Abbiamo informato inoltre la centra-

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La persona accidentata si trova sottʼacqua: il pompiere crea unʼapertura con la motosega per poterla salvare. La persona in difficoltà viene assicurata con una cintura di salvataggio e tratta a riva sulla piattaforma di salvataggio, in posizione supina.

In questo caso lo strato di ghiaccio è sufficientemente spesso per poter sopportare il peso dei sommozzatori. Un sommozzatore è già entrato in acqua e il secondo si prepara. Entrambi sono assicurati con delle cime in modo da poterli estrarre dallʼacqua in caso di necessità. Inoltre la cima serve da filo di Arianna per i sommozzatori.

CON

LA COLLABORAZIONE DI:

“GIORNALE

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SWISSFIRE.CH

DEI POMPIERI SVIZZERI”

Quando si procede al salvataggio di una persona vittima del cedimento del ghiaccio, la ripartizione del peso del soccorritore riveste unʼimportanza capitale. A questo scopo si possono utilizzare delle scale.

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le dʼallarme della Polizia cantonale, della polizia sanitaria e della Rega che i pompieri professionisti di Berna dispongono, sui loro veicoli, di materiale per il salvataggio sul ghiaccio.» Il fatto di avere sempre pronto il materiale permette di guadagnare del tempo prezioso nel corso dellʼintervento, evitandoci di dover andare a cercare il necessario in caserma. Oggigiorno, mezzi come le scale, le corde da lanciare, i giubbotti di salvataggio e le motoseghe fanno parte dellʼequipaggiamento di ogni corpo pompieri. Martin Tschumi ricorda tuttavia che le forze dʼintervento sono anchʼesse esposte a dei pericoli, è per questo che raccomanda ai corpi pompieri locali di convocare sempre anche il centro di soccorso competente.

In caso di intervento, ogni minuto conta Se il ghiaccio cede sotto il peso di una persona, il tempo diventa un fattore decisivo per la vita o la morte. Poiché la conducibilità termica dellʼacqua è 27 volte superiore a quella dellʼaria, il corpo della persona in difficoltà si raffredda molto rapidamente. Già dopo qualche minuto di immersione, le membra diventano talmente rigide da non permettere più alla persona prigioniera di liberarsi da sola. Il contatto del corpo con lʼacqua ghiacciata causa forti dolori: il corpo deve quindi fare appello a tutte le sue risorse per resistere e la mente deve cercare di evitare il panico. In ogni caso, si deve tentare di uscire dallʼacqua il più in fretta possibile. In una tale situazione la persona in difficoltà dovrebbe tenere i vestiti (tranne il cappotto e le scarpe) poiché offrono comunque un minimo di protezione contro il freddo. In caso di temperature vicine allo zero, esiste inoltre il rischio di arresto cardiaco a causa della sovreccitazione dellʼassieme dellʼorganismo.

Intervento: allarmare sempre anche il servizio di salvataggio Al messaggio «salvataggio sul ghiaccio», i pompieri professionisti di Berna, per esempio, intervengono con la sezione di salvataggio. Questʼultima è composta da un veicolo pioniere così come da un veicolo gru e da un totale di sette pompieri. Il servizio di salvataggio competente è anchʼesso allarmato regolarmente in caso di intervento. Per Berna e i dintorni della città, i sommozzatori formati provengono dalla polizia sanitaria di Berna.

Per i salvataggi sul ghiaccio, la sezione di salvataggio dispone del seguente equipaggiamento: • slitta di salvataggio su ghiaccio • mute • canotto pneumatico (gonfiato e pronto allʼuso) con corda galleggiante • picconi per il ghiaccio e pagaie • quattro paia di suole antiscivolo chiodate da fissare alle scarpe • salvagente con corda di lancio di 25 metri • giubbotti di salvataggio • cordini da lanciare con corda galleggiante • sei scale in alluminio • delle assi e delle travi • due piattaforme di salvataggio in alluminio • motosega per tagliare lo strato di ghiaccio • barelle Ferno • attrezzi quali ancoraggi per ghiaccio e picconi per ghiaccio • argano portatile motorizzato • 300 metri di corda statica.

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Se i pompieri sono chiamati a intervenire per salvare una persona caduta in acqua in seguito alla rottura dello strato di ghiaccio, devono essere rispettati alcuni punti di importanza primordiale per potersi assicurare il successo dellʼoperazione. Il soccorritore deve essere cosciente che la portanza del ghiaccio è insufficiente e che lui stesso si trova in grave pericolo.

Salvataggio a partire dalla riva Ogni volta che questo è possibile, bisognerebbe procedere al salvataggio a partire dalla terra ferma. Restando a riva, il soccorritore spinge verso la persona in difficoltà, o le lancia, dei mezzi di salvataggio quali assi, pertiche o scale. Lʼideale sarebbe avere a disposizione un salvagente con una corda. Queste misure possono essere utilizzate ovviamente solo se la persona da salvare è ancora in grado di liberarsi con le proprie forze. Nel caso in cui il punto in cui il ghiaccio ha ceduto si trova vicino alla riva, lʼutilizzo di un veicolo con piattaforma di salvataggio può essere una buona soluzione. Per poter utilizzare questa soluzione è tuttavia necessario disporre di un luogo sicuro per il veicolo e di una via dʼaccesso carrozzabile sufficientemente stabile. Salvataggio sul luogo dove il ghiaccio ha ceduto Se la persona accidentata non è in grado di estrarsi da sola, il soccorritore deve portarle soccorso avventurandosi a sua volta sul ghiaccio. In un tale caso bisogna assolutamente rispettare le seguenti misure.

1. Protezione personale Ogni soccorritore che si avventura sul ghiaccio deve indossare un giubbotto di salvataggio e assicurarsi con una corda di salvataggio. Idealmente deve indossare una muta e della biancheria di lana o una tuta di sopravvivenza, in modo da proteggersi contro lʼipotermia e lʼannegamento. Se la profondità dellʼacqua alla riva è superiore a 50 cm o se la velocità della corrente supera 1 m/s, tutti gli ausiliari a riva si equipaggiano con un giubbotto di salvataggio. Una seconda corda è fissata a riva e viene portata sul punto dove il ghiaccio si è rotto e serve ad assicurare la persona in difficoltà. Inoltre i soccorritori rimasti sulla riva devono indossare dei guanti impermeabili allʼacqua. Tutti quelli che sanno per esperienza a che punto è difficile manipolare delle corde avendo le dita bagnate e gelate, non potranno che essere dʼaccordo.

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ICE RESCUE 2. Avvicinarsi in posizione sdraiata Nellʼavanzamento sul ghiaccio il rispetto della ripartizione del peso è il principio più importante. Il soccorritore non deve in nessun caso avvicinarsi alla persona da salvare restando in piedi. Anzi, deve pensare a ripartire il peso del corpo su una superficie più vasta possibile. Per poterlo fare, la miglior cosa sarebbe quella di sdraiarsi su una scala o nel canotto di salvataggio. In mancanza di una scala è possibile utilizzare una grande asse o un tavolo rovesciato. Inoltre la progressione viene facilitata dallʼutilizzo di ramponi per il ghiaccio da tenere in mano, di suole antiscivolo o di pagaie speciali munite di gancio in caso di salvataggio con lʼutilizzo di un canotto. Quando si hanno a disposizione più scale, il soccorritore può sdraiarsi sulla prima e far scivolare la seconda in direzione del luogo dellʼincidente. In seguito si piazza sulla seconda scala e spinge in avanti la prima, e così di seguito.

3. Salvataggio sul luogo dove il ghiaccio ha ceduto Quando il soccorritore è arrivato sul luogo dellʼincidente, spinge la scala in modo che la persona in pericolo vi si possa aggrappare. Bisogna in questo caso assicurare la persona con una corda per impedirle di andare a fondo se dovesse perdere conoscenza. Nella misura in cui è ancora in grado di farlo, la persona in difficoltà può in seguito tentare di estrarsi da sola dallʼacqua. In caso contrario è il soccorritore che deve farlo. Bisogna essere coscienti del fatto che i bordi del ghiaccio rotto sono molto taglienti e che costituiscono un importante rischio di ferite.

4. Non spostare inutilmente la persona tratta in salvo Le persone tratte in salvo soffrono di una forte ipotermia e dovrebbero essere spostate il meno possibile. In caso di ipotermia, in effetti, i vasi sanguigni si contraggono e il sangue si ritira dalla periferia del corpo per concentrarsi verso il centro. In questo modo lʼorganismo conserva il calore necessario per gli organi vitali e ritarda la progressione dellʼipotermia. Vengono a crearsi in questo modo due zone: lʼinterno del corpo che è caldo e la periferia che è fredda. Quando si sposta la persona, il sangue freddo viene trasportato dalla periferia verso lʼinterno del corpo, fenomeno che può causare la morte immediata del paziente. La persona accidentata dovrebbe dunque, nella misura del possibile, essere salvata in posizione supina.

La persona accidentata è sottʼacqua Nel caso in cui una persona accidentata va a fondo, si può cercare di salvarla gettandosi in acqua. Se necessario, il buco nel ghiaccio può essere allargato con una motosega. Di fronte a una tale situazione bisogna tuttavia essere coscienti che le possibilità di trarre in salvo la persona sono decisamente minori. Vanno assolutamente rispettati i seguenti punti: 1. il soccorritore deve essere assicurato con una corda. Badare a che la corda non venga segata dai bordi taglienti del ghiaccio; 2. il soccorritore deve assolutamente essere equipaggiato con unʼattrezzatura da sub e con una muta per lʼimmersione. Un esercizio un poʼ diverso Anche se gli incidenti causati dal cedimento del ghiaccio sono piuttosto rari, è necessario avere tutto il materiale pronto a disposizione per poter guadagnare tempo in caso di intervento. Inoltre, unʼesercitazione pratica sulle acque gelate può contribuire allʼac-

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quisizione di una buona esperienza per questo genere di salvataggio. Qualcuno che ha già provato a trarre in salvo una persona cercando di issarla su un canotto pneumatico durante una giornata estiva, conosce le difficoltà di questa operazione, anche in assenza dei bordi taglienti del ghiaccio! •

Lista di controllo Distribuire il peso il più regolarmente e il più ampiamente possibile. Mai avvicinarsi alla persona accidentata restando in piedi, ma strisciando. Utilizzare delle pertiche, delle corde, delle slitte di salvataggio, delle scale, dei rami o delle imbarcazioni quali mezzi ausiliari. Formare una catena di soccorritori può essere utile. Attenzione tuttavia: il bordo del ghiaccio può cedere ancora. Tutti i soccorritori devono essere incordati ed equipaggiati con un giubbotto di salvataggio. Dopo il salvataggio della persona accidentata, cominciare immediatamente a riscaldarla progressivamente utilizzando delle coperte calde e trasferirla, sempre in posizione supina, in un locale caldo (le braccia, e soprattutto le gambe, non devono mai trovarsi in una posizione più alta del cuore per via del pericolo di morte già menzionato precedentemente e dovuto allʼipotermia). Se la persona in difficoltà è sparita sottʼacqua nel punto dove in ghiaccio ha ceduto, si trova probabilmente sotto lo strato di ghiaccio. In questo caso il salvataggio è possibile solo con lʼintervento di un sommozzatore altamente formato.

Colore del ghiaccio Il colore del ghiaccio può fornire delle indicazioni concernenti la sua qualità e la sua stabilità. Indicazioni della Croce Rossa canadese: • ghiaccio blu chiaro: questo genere di ghiaccio è il più solido; • ghiaccio bianco opaco o ricoperto di neve: questo tipo di ghiaccio si forma quando la neve è satura dʼacqua e gela sopra uno strato di ghiaccio. Generalmente questo tipo di ghiaccio è due volte meno solido di quello di colore blu chiaro; • ghiaccio grigio: il colore grigio indica la presenza dʼacqua dovuta al disgelo. • • • • •

Spessori di ghiaccio considerati sufficienti Per una sola persona 5 cm Per più persone ( Es: giocare allʼhockey su ghiaccio) 8 cm Per le slitte 12 cm Per i veicoli (Es: unʼautomobile) 18 cm Se si tratta di un corso dʼacqua, non ci si dovrebbe avventurare sul ghiaccio se il suo spessore è inferiore a 15/20 cm

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ARIA DI RIFORME,

CHISSÀ SE SARANNO BUONE! A CURA DI

ANTONIO ASCANIO MANGANO

È stata presentata una nuova bozza per il “Regolamento di Servizio del CNVVF” redatta a seguito delle osservazioni formulate dalla Sezione consultiva del Consiglio di Stato. Il “Coordinamento Regionale Lombardia” dellʼANVVFV ha messo mano alla riforma del DPR 76-2004 ed altrettanto sta facendo la Federazione Nazionale Coordinamento Discontinui. ome si dice, ci avevano provato. Chi? Il Ministero degli Interni, il Dipartimento dei VVF, del soccorso pubblico ecc. e le stesse organizzazioni sindacali. Si, perché dal momento che il ʻregolamento di servizioʼ dovrebbe andare a regolamentare il solo personale permanente, la nostra componente (rappresentata dallʼANVVFV) non era stata neppure contattata. Peccato che fu proprio lʼAssociazione ad accorgersi di un paio di “cosette” inserite – ancora una volta – per tarpare le ali al personale volontario. Difatti, in un testo rivolto al personale permanente, sʼera tentato di andare a stravolgere la norma che – da sempre – ci vede equiparati al personale di ruolo e ad esso subordinato soltanto a parità di grado. Nella prima bozza (bocciata lo scorso ottobre anche grazie alle indicazioni della nostra ANVVFV) si “stabiliva” la ʻsovraordinazione del personale permanente a quello volontario, indipendentemente dalla qualifica rivestita.ʼ Nella nuova bozza – inoltrata in maggio dal prefetto Tronca alle OOSS e, ovviamente, non al nostro Ente Morale – detto tentativo di ʻriformaʼ è stato ovviamente cassato ma ci sono alcuni passi che, tuttavia ci riguardano anche se non ci sconvolgono. Si ribadisce che il “Rapporto di sovraordinazione” si espleta anche nei confronti del personale volontario del Corpo Nazionale e si stabiliscono – anche per i volontari – le regole di composizione delle squadre.

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La FNC propone una differenziazione delle caratteristiche grafiche e stilistiche delle divise e dei mezzi del personale volontario tali da differenziarle da quelle del personale permanente affinché se ne denoti l’appartenenza alla componente volontaria del Corpo.


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ART. 66 COMPOSIZIONE

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E FORMAZIONE DELLE SQUADRE

1. Le squadre sono composte da personale permanente e nei distaccamenti volontari da personale volontario. Il numero delle squadre previste sul territorio provinciale viene definito dal Comandante provinciale, sulla base delle direttive emanate dal Dipartimento e della tipologia della sede a cui le squadre appartengono. 2. Ai fini dello svolgimento dellʼattività di soccorso, vengono individuate le seguenti tipologie di squadre, la cui composizione e ambiti di intervento, sono dettagliate con provvedimento del Dipartimento:

a) squadra tipo attrezzata per lʼeffettuazione della generalità degli interventi di soccorso, composta da 5 unità, di cui un capo partenza con qualifica non inferiore a capo squadra ed un autista;

b) squadra di intervento finalizzata a particolari manovre operative, costituita da unità di personale variabile secondo le specifiche direttive del Dipartimento;

c) squadra attrezzata per particolari tipologie di intervento di diversa complessità denominata “partenza ridotta”.

3. Le squadre composte da personale permanente possono comprendere, in sostituzione di una unità permanente, un volontario. Tale sostituzione non può riguardare il capo partenza e lʼautista. Nel caso di distaccamenti misti o temporanei, nei quali possono operare personale permanente e volontario, la composizione può variare ma, in ogni caso, non può prevedere meno di tre unità permanenti di cui un capo partenza con qualifica non inferiore a capo squadra ed un autista. 4. A supporto delle squadre di cui al comma 1, sono previste delle squadre attrezzate con mezzi per lʼeffettuazione di specifiche manovre necessarie allʼintervento, quali, a titolo esemplificativo, autoscale, autobotti, autogrù, composte da 2 operatori, di cui un autista, e, in caso di necessità, in sostituzione di una unità permanente, un volontario.

Se, da una parte, è corretto regolamentare la composizione delle squadre; è possibile che detta norma (viste esperienze passate e/o ancora in corso) possa portare ad ʻerrori interpretativiʼ. Un paio dʼesempi che potrebbero riguardarci: nel distaccamento volontario sono presenti (o raggiungibili ʻa campanaʼ) 4 membri dʼequipaggio (incluso un CSV); detta squadra non può considerarsi “squadra tipo” ma probabilmente “partenza ridotta”. Ergo, detta “partenzina” può comunque essere inviata (in primo impiego) su intervento di soccorso urgente, seppur accompagnata da una squadra completa (in arrivo da più lontano magari)? E se in caserma ci fossero 6 vigili volontari pronti ad uscire, ma non il CSV, che succederebbe? Potrebbero “muovere” ugualmente, oppure sarebbero relegati ad interventi minori col rischio (neppure troppo remoto) di allungare i tempi di risposta nellʼattesa di “squadre complete” in arrivo da più lontano? Certo basterebbe il buon senso ma – lʼesperienza insegna – il ʻbuon sensoʼ non sempre viene adoperato nella gestione del dispositivo di soccorso da parte delle ʻnostreʼ sale operative. Per fugare ogni dubbio ed evitare screzi, si dispone (anche se si tratta ancora dʼuna bozza) che soltanto i VP possono venir sostituiti da VV (temporanei) e non il CP o lʼautista. Il “Coordinamento Regionale Lombardia” dellʼANVVFV ha messo mano ad unʼipotetica riforma del DPR 76/2004, il “documento” che al momento ci regolamenta. Nella bozza di riforma sono previste una serie di novità in merito a qualifiche, gerarchia e compiti. Aggiunto il VVS (vigile volontario di supporto), e lʼAVV (aspirante vigile volontario); nascerebbe inoltre la figura dellʼistruttore volontario. Si propone poi lʼestensione ai volontari degli “scatti dʼanzianità” previsti per il personale permanente (coordinatore, qualificato, esperto). Viene poi innalzata lʼanzianità minima per poter partecipare al concorso di CSV (attualmente bastano 5 anni, la bozza di riforma ne prevede 15).

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ARTICOLO 5 QUALIFICHE 1. Le qualifiche del personale volontario sono: a) Vigili del Fuoco: I. Vigile del Fuoco Volontario (VV); II. Vigile del Fuoco Volontario Qualificato (VVQ); III. Vigile del Fuoco Volontario Esperto (VVE); IV. Vigile del Fuoco Volontario Coordinatore (VVC); V. Capo Squadra Volontario (CSV); VI. Capo Squadra Volontario Esperto (CSVE); VII. Capo Reparto Volontario (CRV); VIII. Capo Reparto Volontario Esperto (CRVE); IX. Funzionario Tecnico Antincendi Volontario (FTAV); X. Vice Capo Distaccamento Volontario (VCDV); XI. Capo Distaccamento Volontario (CDV); b) Vigili del Fuoco Volontario di supporto: I. Vigile del Fuoco Volontario di supporto (VVS). c) Aspirante Vigile del Fuoco Volontario: I. Aspirante Vigile del Fuoco Volontario (AVV). 2. Al personale volontario si applicano, in quanto compatibili, le vigenti disposizioni in materia di doveri, compiti e responsabilità, previste per il personale permanente di pari qualifica, limitatamente alle attività inerenti al soccorso. Vengono (o verrebbero) conferiti ai CDV (Capi Distaccamenti Volontari) diversi poteri e viene (o verrebbe) data la possibilità, al CDV, dʼirrogare sanzioni disciplinari ai componenti del distaccamento (al momento può farlo il solo comandante provinciale). Il CDV diverrebbe poi “gerarchicamente superiore a qualsiasi qualifica presente nel distaccamento” e, dal momento che Capo Distaccamento può divenirlo anche un VV, ciò significherebbe che anche lʼFTAV potrebbe venir subordinato ad un “vigile semplice”, insomma una stranezza, ma si tratta soltanto d'una prima stesura.

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ARTICOLO 15 CAPO DISTACCAMENTO VOLONTARIO E VICE CAPO DISTACCAMENTO VOLONTARIO 1. Lʼincarico di Capo Distaccamento Volontario, sia per i distaccamenti volontari, sia per i distaccamenti misti, è attribuita dal competente Comandante Provinciale, sentito il parere del personale operativo in servizio presso il distaccamento stesso, ad un componente operativo del distaccamento. 2. Lʼincarico di Vice Capo Distaccamento Volontario, sia per i distaccamenti volontari, sia per i distaccamenti misti, è attribuita dal competente Comandante Provinciale, sentito il parere del personale operativo in servizio presso il distaccamento stesso, ad un componente operativo del distaccamento. 3. Nei distaccamenti misti le figure indicate nei punti 1 e 2 collaboreranno con il Capo Distaccamento Permanente o il Capo Servizio nel caso di Comando Provinciale. 4. Lʼincarico di Vice Capo Distaccamento Volontario e Capo Distaccamento Volontario ha la durata di 5 anni ed è rinnovabile. 5. Il Capo Distaccamento Volontario, nellʼesercizio delle sue mansioni e responsabilità, è gerarchicamente superiore a qualsiasi qualifica presente allʼinterno del distaccamento. 6. Il Vice Capo Distaccamento Volontario collabora con il Capo Distaccamento Volontario e lo sostituisce le sue mansioni in caso di assenza. 7. Il Capo Distaccamento ha le seguenti responsabilità: a) Organizzazione dei servizi; b) Attività interna; c) Applicazione delle disposizioni del Comando Provinciale; d) Custodia dei beni di proprietà dellʼAmministrazione; e) Applicazione di sanzioni disciplinari. Chi è già abbastanza avanti nel proporre una “riforma del DPR 76” è la FNC (Federazione Nazionale Coordinamenti VVF Discontinui) che ha presentato la propria bozza (tra lʼaltro ʻbenʼ documentata con riferimenti normative e qualche ʻforzaturaʼ) ai vertici del Corpo Nazionale nonché ad alcuni parlamentari. Alcune proposte di modifica potrebbero tranquillamente essere condivisibili, altre un poʼ meno ed altre ancora servirebbero proprio a spezzarci le ali. Perfettamente condivisibile sarebbe, ad esempio, il ritorno ai due “Elenchi Separati” (A=discontinui c/o i comandi – B=volontari dei distaccamenti), suddivisione che

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non è stata prevista dal gruppo di lavoro lombardo della ANVVF. Detto (ipotizzato) ritorno ai “quadri separati” servirebbe a velocizzare, ad esempio, lʼingresso di aspiranti volontari che verrebbero a rimpinguare i nostri distaccamenti. Inoltre verrebbe previsto un “tetto massimo numerico” per gli aspiranti VV candidati allʼingresso nellʼelenco “A”, mentre non verrebbe posto alcun limite agli ingressi di nuovi volontari nei distaccamenti. Altra proposta è quella di stabilire unʼunica qualifica (vigile temporaneo) per coloro che effettuano i soli richiami in servizio, mentre sono previsti i “gradi” per il personale volontario dei distaccamenti ma verrebbe eliminato il FTAV, in quanto considerato un inutile doppione dellʼequivalente permanente. Anche i discontinui della FNC vorrebbero, tra lʼaltro, i qualificati volontari ʻsubordinati al personale permanente di ogni qualifica e gradoʼ. Eʼ previsto inoltre che a giudicare lʼidoneità psico-fisica dei candidati volontari siano le “Strutture Centrali del Corpo” e si chiede che le ore di formazione vengano, di fatto, raddoppiate. Ma, a quanto sembra, 240 ore non sono considerate sufficienti se si prevede, in aggiunta, “un tirocinio di almeno 40 giornate lavorative nellʼarco di un anno in aggregazione alle squadre di soccorso permanenti”.

Nella bozza di riforma si “abolisce” inoltre la paga oraria dei vigili volontari (solo quelli dei distaccamenti ovviamente) e la partecipazione agli interventi di soccorso non verrebbe quindi più considerata alla stregua di “richiamo in servizio”. Unʼaltra nota colorita riguarda gli “Obblighi dei datori di lavoro del personale volontario”, questi (secondo il testo della riforma) avrebbero lʼobbligo di lasciare disponibili i propri dipendenti iscritti negli elenchi del personale volontario ma soltanto per i richiami in servizio (20gg). Paradossalmente il datore di lavoro non sarebbe più obbligato (sempre che accada ancora…) a lasciar libero il proprio dipendente al suono del cercapersone per partecipare allʼintervento di soccorso tecnico urgente con la squadra del proprio paese.

Si propone inoltre una differenziazione delle caratteristiche grafiche e stilistiche delle divise e dei mezzi del personale volontario (quelli dei distaccamenti) tali da differenziarle da quelle del personale permanente affinché se ne denoti lʼappartenenza alla componente volontaria del Corpo. Si noti, invece, che il personale “temporaneo” impiegabile presso i comandi provinciali, indosserebbe lo stesso vestiario ed equipaggiamento del personale permanente con unica eccezione delle mostrine a cui sarà aggiunta la dicitura “ vigile temporaneo”.

1. Suddivisione degli elenchi: a. Lista volontari impiegabili in servizio temporaneo per le esigenze dei comandi provinciali b. Lista Volontari impiegabili nei distaccamenti volontari

2. Inserimento di un limite massimo di iscrizioni alle liste per il personale volontario impiegabile per le esigenze dei comandi provinciali

3. Selezione del personale volontario previo espletamento di prove preselettive presso le strutture centrali del CNVVF

4. Aumento delle ore (da 120 a 240) per la formazione degli aspiranti vigili volontari ed inserimento di un periodo di tirocinio formativo. 5. Modifica dei corsi periodici di addestramento per il personale volontario impiegabile per le esigenze dei comandi provinciali

6. Abrogazione delle figure dei CSV e CRV impiegabili in seno ai comandi provinciali (abrogazione degli artt. 14, 15)

7. Eliminazione della paga oraria per i volontari che prestano servizio presso i distaccamenti volontari

8. Richiesta periodica di permanenza nelle liste e cancellazione automatica in caso di inattività

9. Abrogazione degli obblighi del datore di lavoro a rilasciare i dipendenti (volontari) per espletare lʼattività di soccorso tecnico urgente, salvo i casi di richiamo temporaneo. 10. Introduzione di elementi distintivi nei fregi e divise tra personale volontario e permanente

11. Istituzione di un concorso interno con cadenza periodica riservato al personale volontario

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(a mio avviso) qualificarci come tali. Infatti, è pubblico ufficiale colui che concorre in modo sussidiario o accessorio allʼattuazione dei fini della pubblica amministrazione, con azioni che non possano essere isolate dal contesto delle funzioni pubbliche (Cass. Pen., Sez. VI, 85/172191) e inoltre sono pubblici ufficiali coloro che concorrono a formare la volontà di una pubblica amministrazione.

IN

DIVISA SOLO NELLE MANIFESTAZIONI UFFICIALI MA LA QUALIFICA DI DA UNʼANALISI DI

VVF

CI SPETTA

MASSIMILIANO TOLOMEI

Era stato il Capo del Corpo Nazionale, il 15 settembre dellʼanno scorso, a vietare lʼuso dellʼuniforme per la partecipazione a manifestazioni “Non ufficiali”. Erano sorti dubbi, anche fra i nostri lettori e si pensava di non poter più partecipare alla processione del proprio paese. Ora il direttore regionale dei VVF della Lombardia ed il comandante provinciale Milanese hanno fatto un poʼ di chiarezza, anche se sorgono nuovi dubbi sulla qualifica di vigile del fuoco. a materia è controversa e per certi aspetti se dovessimo interpretare alla lettera lʼOdG del Comandante Provinciale Milanese (pubblicata a pag 20), noi non potremmo indossare lʼuniforme nemmeno quando siamo in distaccamento in attesa della chiamata.

L

Da dire però che: • Dopo la Legge 86/1990 la qualifica si attribuisce sulla base della funzione ricoperta (“È ormai irrilevante la qualifica formale della persona allʼinterno dellʼamministrazione“, Cass. Pen. Sez. VI, 85/172198). • Un rapporto di subordinazione o di dipendenza con lʼEnte pubblico non è “condicio sine qua non” per lʼattribuzione dello status di pubblico ufficiale (Cass. Pen., sez. II, 90/186992); • Secondo questʼultimo punto la veste di P.U. ci viene riconosciuta e come tali nellʼesercizio delle funzioni possiamo

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Andrebbe poi chiarito che lʼesercizio di fatto delle pubbliche funzioni, e senza che cioè ci sia stata una investitura formale a mezzo del giuramento e questo solo se non previsto espressamente da una norma di legge, è sufficiente a che si riconosca lo status di pubblico ufficiale quando ci si trovi nelle condizioni stabilite dallʼart.357 codice penale o dagli artt.2699 e 2700 codice civile [funzioni amministrative], a patto che non si commetta il reato di usurpazione di pubbliche funzioni (Cass. Pen. V sez., 84/163468).

Per quanto riguarda il nostro ruolo noi siamo a tutti gli effetti di Legge Vigili del Fuoco Volontari e questo grazie al Decreto Prefettizio, quindi, senza obbligo di giuramento, e concorriamo in modo sussidiario ed accessorio ai fini della pubblica amministrazione (Ministero Interno – Corpo Nazionale) e a formare la volontà di una pubblica amministrazione e quindi lʼuso della DIVISA è ammesso oltre al fatto che ti viene assegnata nominativamente e non la comperi al supermercato. Troviamo inoltre altri riferimenti relativi ai Vigili del Fuoco che si identificano anche come SOCCORRITORI. Precisiamo che un soccorritore è un incaricato di pubblico servizio.

Il soccorritore, nella maggior parte degli Stati, è colui che è deputato ad intervenire in caso di emergenze sanitarie, a svolgere determinate procedure e a trasportare i pazienti nei pronto soccorso degli ospedali seguendo i protocolli stabiliti dalle autorità sanitarie competenti, regionali o locali. Può prestare servizio, volontario o meno, in squadre sia dedicate al soccorso sanitario sia come parte di altri servizi di emergenza, come ad esempio nei vigili del fuoco, nelle forze di polizia o ancora nelle forze armate. Premesso tutto ciò è da ritenersi SBAGLIATO nella sostanza

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lʼODG che vede lʼattribuzione della qualifica di VIGILE del FUOCO alla sola componente PERMANENTE sulla base del fatto che solo a questʼultima è attribuita la funzione di PUBBLICO UFFICIALE. Come sopra dimostrato, le attribuzioni di PUBBLICO UFFICIALE sono estese anche a chi concorre al pubblico servizio quindi anche alla componente VOLONTARIA.

Concordo quindi solo in parte con lʼODG e più precisamente: 1. sui documenti dʼidentità credo giusto NON indicare come professione VIGILE del FUOCO in quanto non avendo un rapporto diretto e

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continuativo con lʼamministrazione questo potrebbe essere anche oggetto di reato. il partecipare a manifestazioni e/o eventi deve essere fatto in accordo col Comando di appartenenza e previa autorizzazione.

Questo punto andrebbe dibattuto per chiarire un aspetto legislativo importante e che spesso concorre a generare entropia e un uso distorto della divisa da parte di tutti noi VOLONTARI.

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POMPIERI? ADESSO SI

I Vigili del Fuoco “Volontari del Garda” divengono ufficialmente uno dei distaccamenti del Comando Provinciale di Brescia. Le uniformi, le autopompe, le regole dʼingresso e la formazione sono (adesso) quelle del Corpo Nazionale VVF, senza strani compromessi. A CURA DELLA REDAZIONE (HA COLLABORATO

iusto un anno fa (VFV n° 4/2010) scrivemmo che quella di far transitare in blocco i VdG nei ranghi dei VFV, così che assumessero la denominazione di VFVdG (Vigili del Fuoco Volontari del Garda), ci pareva unʼidea un poʼ bizzarra. In effetti il “Disciplinare dʼIntesa tra Ministero dellʼInterno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile e lʼAssociazione “Gruppo Volontari del Garda”, sottoscritto in data 14/04/2003” prevedeva proprio questo. Ci lasciarono un po’ basiti le scelte che portarono all’utilizzo delle divise del Corpo Nazionale con appiccicato il distintivo dei VdG;

GIANLUCA RONDI)

oppure le autopompe “con i colori misti ed i loghi del CNVVF e del Gruppo VdG”. Con decorrenza 26 febbraio 2011 in base allʼordine del Giorno n. 78 del 23/02/2011 del “Ministero dellʼInterno Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa civile Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Brescia” presso la sede dei Volontari del Garda è stato attivato il Presidio dei Vigili del Fuoco Volontari del Gruppo Volontari del Garda denominato “Presidio di Cunettone”. Per lʼattività di soccorso sarà impiegato il mezzo APS Stralis. “ Bisogna tenere in considerazione – ha dichiarato Gianluca Rondi, Consigliere Nazionale della ANVVFV - che lʼOdG in oggetto è frutto di un lungo lavoro, infatti è datata 2003 la prima convenzione fra VdG e Dipartimento VV.F. che permetteva a questo gruppo di operare senza avere mezzi e divise VF (anche se questo, per fortuna, non è mai avvenuto), grazie anche allʼottimo lavoro dellʼIng. Buffo, siamo riusciti ad ottenere che questi siano a tutti gli effetti VV.F.V. con mezzi, divise e regole uguali alle nostre”.

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LA REGIONE LOMBARDIA APPROVA LA MOZIONE IN FAVORE DEI (PRESIDENTE

DI

DEL

VV.F.

VOLONTARI

GLAUCO BARTESAGHI

COORDINAMENTO REGIONALE ANVVFV)

Il 5 luglio scorso è stata presentata -ed approvata allʼunanimità dal Consiglio Regionale- una mozione del Partito Democratico per finanziare due aspetti molto importanti dellʼattività dei distaccamenti volontari Lombardi del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco:

Poter effettuare gratuitamente tutte le visite mediche presso le strutture pubbliche più vicine alla residenza del Vigile volontario; Corsi di formazione

Di seguito potete leggere il testo ufficiale della mozione e il comunicato del PD; preme sottolineare che questo importante risultato è stato ottenuto grazie al lavoro di tutto il Coordinamento Regionale, con incontri presso la Regione con i Consiglieri Regionali del PD per la definizione del provvedimento, fino al contatto con tutte le forze politiche per consentirne lʼapprovazione allʼunanimità. Il lavoro proseguirà ora per ottenere i finanziamenti necessari.

MOZIONE Oggetto: sostegno dei Vigili del Fuoco volontari. Il Consiglio Regionale

Premesso che: - in Lombardia i Vigili del Fuoco volontari affiancano lʼattività dei 2700 Vigili del Fuoco permanenti dislocati nei 39 distaccamenti effettivi, al fine di garantire un servizio di protezione e sicurezza alla popolazione;

- in Lombardia operano circa 1600 Vigili del Fuoco Volontari dislocati in 56 distaccamenti volontari;

Considerato che: - per essere operativo ogni Vigile del Fuoco volontario deve superare un corso di formazione di base, presso i Comandi Provinciali con istruttori permanenti dei Vigili del Fuoco;

sario possedere determinati requisiti psico-fisici, verificati attraverso unʼapprofondita visita medica e da esami diagnostici specialistici; - ciascun Vigile del Fuoco volontario ogni 3 anni è tenuto a sottoporsi a visita medica con approfonditi esami-strumentali e di laboratorio, annessi al Libretto individuale sanitario e di rischio;

- ciascun Vigile del Fuoco volontario, in possesso di patente di guida per automezzi con targa VF, ogni 5 anni è tenuto a sottoporsi a visita medica per il rinnovo della stessa;

Rilevato che: - per quanto attiene i corsi di formazione, essi non sono svolti in maniera adeguata per le esigenze del personale volontario in servizio nei distaccamenti volontari, spesso per mancanza di risorse in quanto vengono a mancare i fondi per la retribuzione degli istruttori permanenti del Corpo; - il Dipartimento Nazionale dei Vigili del Fuoco per le suddette visite mediche e relativi esami ha attivato una convenzione con la direzione Sanità dellʼEnte Rete Ferroviaria Italiana Gruppo Ferrovie dello Stato; - in Lombardia lʼUnità sanitaria territoriale di RFI si trova unicamente a Milano, presso la stazione Porta Garibaldi; ed è qui che converge tutto il personale volontario per sottoporsi alle periodiche visite;

IMPEGNA LA GIUNTA - A destinare delle risorse, in accordo con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco e con lʼAssociazione Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari, per garantire la copertura del fabbisogno dei corsi di formazione obbligatori che i Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco svolgono per la componente volontaria;

- Ad attivare apposite convenzioni con tutte le Asl della Regione che prevedano che le visite mediche richieste possano essere fatte nella Asl più prossima alla residenza del Vigile del Fuoco volontario che opera nel distaccamento volontario, senza nessun esborso per il soggetto e al fine di evitare la trasferta a Milano con conseguenti disagi per i tempi lavorativi.

- successivamente deve svolgere altri corsi di formazione specialistici di base (ad es. per autisti);

- inoltre, per diventare Vigile del Fuoco volontario è neces-

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FONDO DI SOSTEGNO PER I FAMILIARI DELLE VITTIME DI GRAVI INFORTUNI SUL LAVORO SEGNALATO DA

CARLO ALBERTO COCCHI

Il Ministero del Lavoro ha istituito un Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, con lo scopo di fornire un tempestivo supporto ai familiari dei lavoratori, assicurati e non, vittime di gravi infortuni.

e prestazioni sono erogate esclusivamente per infortuni avvenuti successivamente al 1° gennaio 2007 e che abbiano comportato il decesso del lavoratore. Sono quindi esclusi sia le malattie professionali che gli infortuni avvenuti precedentemente al 1° gennaio 2007 con decesso successivo a quella data.

L

Le risorse destinate dal Ministero a questo fondo, dalla sua istituzione nel 2007 (Legge 296/2006, Finanziaria 2007), sono cresciute dai 2.500.000 euro del 2007 ai 10 milioni di euro dellʼanno in corso, che il Ministero ha erogato in forma di sussidio e di anticipo della somma erogata dallʼINPS, come rendita ai superstiti, già prevista dal D.P.R. n. 1124 del 1965.

I soggetti beneficiari del fondo sono solo i seguenti familiari dei lavoratori deceduti: • coniuge; • figli legittimi, naturali, riconosciuti o riconoscibili, adottivi fino al 18° anno di età; • fino al 21° anno di età se studenti di scuola media superiore o professionale; • fino al 26° anno dʼetà se studenti universitari; • in caso di maggiorenni inabili finché dura lʼinabilità;

In mancanza di coniugi o figli: • genitori: naturali o adottivi se a carico del lavoratore deceduto; • fratelli e sorelle se a carico o conviventi con il avoratore deceduto.

Il compito dellʼerogazione dei fondi è attribuito allʼINAIL (in cui è confluito lʼIPSEMA), previo trasferimento delle risorse da parte del Ministero del Lavoro. I benefici Il decreto prevede due tipologie di benefici:

1) prestazione una tantum a carico del Fondo. Lʼimporto è determinato dal numero dei componenti del nucleo famigliare superstite, dalle risorse disponibili del Fondo e dallʼandamento del fenomeno infortunistico. Lʼimporto è fissato annualmente.

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Per gli eventi occorsi dal 1 gennaio al 31 dicembre 2010 gli importi fissati sono: Nr.1 superstite -

5.000 euro per nucleo superstiti

Nr. 3 superstiti -

10.000 euro per nucleo superstiti

Nr. 2 superstiti -

Più di 3 superstiti -

7.500 euro per nucleo superstiti

15.000 euro per nucleo superstiti

Per gli eventi occorsi dal 1 gennaio al 31 dicembre 2011 lʼimporto della prestazione, di cui allʼart. 1, comma 1 del Decreto Ministeriale 19 novembre 2008, è determinato secondo le seguenti quattro tipologie fissate con Decreto Ministeriale del 15 marzo 2011 recante “Determinazione per lʼesercizio finanziario 2011, degli importi dei benefici del Fondo di sostegno per le vittime di gravi infortuni sul lavoro”: Tipologia A 1 superstite -

Tipologia B 2 superstiti -

Tipologia C 3 superstiti -

6.500 euro per nucleo superstiti

10.500 euro per nucleo superstiti

14.500 euro per nucleo superstiti

Tipologia D + di 3 superstiti - 22.500 euro per nucleo sup.

Hanno diritto alla prestazione una tantum sia i superstiti dei lavoratori assicurati ai sensi del T.U. che quelli di lavoratori non soggetti ad obbligo assicurativo (militari, vigili del fuoco, forze di polizia, liberi professionisti, etc.), oltre che i superstiti tutelati ai sensi dellʼassicurazione contro gli infortuni in ambito domestico;

2) anticipazione della rendita dei superstiti Lʼanticipazione è pari a tre mensilità della rendita annua, calcolata sul minimale di legge per la liquidazione delle rendite. Tale anticipazione è prevista esclusivamente per i superstiti di lavoratori soggetti alla tutela assicurativa obbligatoria, ed è erogata unitamente alla prestazione una tantum. I benefici in questione non sono soggetti a tassazione. In caso di provvedimento negativo per lʼerogazione della prestazione una tantum non è previsto ricorso amministrativo ma solo ricorso al giudice ordinario. Lʼeventuale contenzioso giudiziario è a carico dellʼINAIL. Lʼerogazione dei benefici è subordinata allʼesito di un accertamento sommario e da una ispezione da parte del Servizio Ispettivo dellʼIstituto e delle Direzioni Provinciali o Regionali del Lavoro. Se successivamente allʼesito delle procedure ordinarie si accerti la non riconducibilità dellʼevento ad infortunio sul lavoro, si provvederà al recupero degli importi indebitamente corrisposti, ai sensi dellʼart. 2033 del codice civile.

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Ci ha lasciato dopo aver lottato per tre mesi con una grave malattia il collega CSV Emilio Sterni, avrebbe compiuto 55 anni il prossimo ottobre. Abbiamo perso un Amico, un grande professionista, una persona speciale. Emilio ha operato fino all’ultimo con onore, umiltà e grande impegno presso il Distaccamento Volontario di Lovere nel quale aveva iniziato nel 1989 quella che per lui era diventata una missione, un modo concreto di aiutare il prossimo. Persona sincera, schietta e diretta, solare e disponibile con tutti si è sempre dato da fare sia negli interventi operativi sia in tutte le attività del Distaccamento. Nel 2008 era diventato Capo Squadra, aveva frequentato con successo vari corsi: SAF, NBCR, ATP, patente nautica ed era in attesa di fare il TPSS. E’ stato uno dei promotori nel 1998 del gemellaggio con i colleghi Sapeurs Pompiers de La Ricamarie, sempre attivo nell’organizzazione della festa estiva che da 12 anni viene effettuata dal Distaccamento. Ci mancherà moltissimo, ma siamo sicuri che sarà sempre al nostro fianco sulla partenza.

Ciao Emilio e grazie.

CSV Luca Baldassari Vigili del Fuoco Volontari Lovere (BG)

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30 luglio 2010, n. 122, con la conseguente incorporazione dellʼIspesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e dellʼIpsema (Istituto di previdenza per il settore marittimo)“.

“Questo - precisa - ha finalmente permesso la nascita del ʻPolo della salute e della sicurezzaʼ e il concreto sviluppo di quel piano industriale, da noi fortemente voluto e condiviso con governo e Parlamento, il cui obiettivo finale eʼ la realizzazione effettiva della tutela integrata e globale del lavoratore”. “Dopo un 2009 estremamente difficile per tutte le economie - ricorda il presidente Sartori - avanzate, il 2010 si eʼ dimostrato un anno di inversione del ciclo e di moderata ripresa dellʼattivitaʼ economica, sia pure con un trend molto differenziato a seconda delle aree geografiche e dei settori economici considerati”.

2010 IN

CALO

GLI INCIDENTI SUL LAVORO “Per la prima volta dal dopoguerra, nel 2010, la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi allʼannoʼʻ. Lo ha detto il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, presentando alla Sala della Lupa, a Palazzo Montecitorio, ʻIl Rapporto annuale Inail 2010ʼ. opo il calo record di infortuni del 2009, in parte dovuto agli effetti della difficile congiuntura economica, il 2010 ha registrato riferisce Sartori- unʼulteriore contrazione di 15.000 denunce (per un totale di 775.000 complessive) a conferma del miglioramento ormai strutturale dellʼandamento infortunistico in Italia”.

“D

“Solo dieci anni fa - spiega - gli infortuni erano oltre 1 milione (1.030.000) e ben 1.452 i casi mortali. Ma nel 2010 cʼeʼ stata anche lʻapprovazione della legge

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“I nostri dati specchio dellʼandamento economico generale - sostiene confermano questa analisi cautamente ottimista ed evidenziano sia la soliditaʼ dellʼIstituto sotto il profilo finanziario, sia la sostanziale tenuta del portafoglio; con oltre 3.300.000 (3.309.598) aziende iscritte possiamo addirittura vantare un lieve incremento (+0,63%) rispetto al 2009, segno che lʼinversione di tendenza, seppur lentamente, eʼ giaʼ iniziata”.

“Certo - ammette - il perdurare della crisi si fa sentire: la riduzione del giro dʼaffari delle imprese ha prodotto una leggera diminuzione (-0,18%) delle posizioni assicurative totali (per complessive 3.796.933 ʻpatʼ) e una contrazione delle entrate per premi di oltre il 9% (9,12%). Tale contrazione risulta, peraltro, compensata dalla diminuzione delle rendite in gestione (852.425 unitaʼ, pari a -3,56% rispetto al 2009) dovuta in parte al miglioramento dellʼandamento infortunistico e in parte agli effetti delle liquidazioni in capitale delle rendite di inabilitaʼ comprese tra lʼ11% e il 15%“. Per cioʼ che riguarda gli aspetti qualitativi e di buon fun-

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zionamento dellʼIstituto, Sartori ricorda che “rispetto al 2009 eʼ importante evidenziare un notevole miglioramento dei tempi previsti dalla Carta dei servizi e la sostanziale tenuta dei livelli produttivi malgrado un preoccupante calo del personale a 9.577 addetti (-4,26%); vorrei ricordare che quattro anni fa lʼorganico ne prevedeva oltre 12mila”.

“A garantire questo bilancio positivo - aggiunge - oltre allʼimpegno di tutto il personale e del sindacato interno hanno contribuito gli investimenti in tecnologia, il potenziamento del canale dei servizi on line e una strategia di ottimizzazione delle risorse che ha consentito allʼInail di assorbire il turn over senza riflessi negativi sulla produzione. La sintesi eʼ che con discrezione, costante impegno e consapevolezza delle grandi difficoltaʼ che ci aspettano, stiamo comunque facendo passi da gigante”. Cifre alla mano, il confronto tra il 2009 e il 2010 conferma lʼandamento decrescente degli infortuni, anche se in misura molto piuʼ contenuta rispetto al periodo 2008-2009, con una contrazione dellʼ1,9% dei casi denunciati (da 790.000 a 775.000) e un numero di decessi in diminuzione (da 1.053 a 980, pari al 6,9%)“. .

“Complessivamente - afferma il presidente dellʼInail - nel periodo 2001-2010, tenendo conto dellʼaumento dellʼoccupazione (+5,9%), il dato percentuale diventa eclatante con una flessione del 28,4%. Il positivo risultato del 2010 - osserva - non era scontato, sia percheʼ il calo infortunistico 2008-2009 (-9,7%) si presentava come la riduzione piuʼ alta dellʼultimo quindicennio, sia percheʼ un terzo circa della diminuzione complessiva era dovuto alla grave crisi economica e occupazionale che colpiva lʼItalia e il mondo intero”.

“Personalmente - assicura Sartori - temevo che, per una sorta di ʻeffetto-rimbalzoʼ, il 2010 evolvesse in una ripresa del fenomeno infortunistico con un riallineamento ai livelli piuʼ consolidati degli anni precedenti. Cosiʼ non eʼ stato e la diminuzione degli infortuni nel 2010, pur in un certo permanere della crisi, rappresenta un risultato di particolare rilievo anche stimando che il calo ʻrealeʼ (al netto dellʼeffetto della perdita di quantitaʼ di lavoro svolta) sia stato superiore allʼ1% per gli infortuni in generale e al 6% per quelli mortali”. Lʼanalisi settoriale 2009-2010 mostra che eʼ lʼagricoltura

a conseguire il risultato migliore (-4,8%), seguita dallʼindustria (-4,7%) e dai servizi, in controtendenza, con un lieve aumento (pari allo 0,4%) le cui cause sono giaʼ oggetto di approfondimento. Il 2010 fa registrare una diminuzione sensibile dei decessi in tutti i rami di attivitaʼ: agricoltura (-10,2%), industria (-9,7%) e servizi (3,0%).

Scomponendo i settori, riduzioni molto elevate si verificano nella metallurgia (-37,8%) e nel commercio (26,3%), mentre il dato delle costruzioni (-6,1%) eʼ allineato al valore medio generale (-6,9%). In controtendenza il settore dei trasporti (+9,8%). Qualche ombra emerge però sul fronte dei lavoratori stranieri, e in particolare per le donne.

A fronte della sostanziale stabilitaʼ del numero di lavoratori stranieri assicurati allʼInail (+0,8%), in termini di infortuni il 2010 eʼ stato infatti un anno peggiore del precedente (dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010). Allʼincremento ha contribuito in maniera significativa la componente femminile (+6,8% contro il -1,2% dei maschi), circostanza legata alla progressiva e continua crescita numerica di colf e badanti straniere (soprattutto dellʼEst europeo) che lavorano nel nostro Paese. Migliore la situazione per i casi mortali, che continuano a diminuire (dai 144 del 2009 ai 138 del 2010, -4,2%). Il settore piuʼ colpito eʼ quello delle costruzioni che copre il 12,5% del complesso delle denunce (poco piuʼ di 15mila) e detiene il primato anche nel numero di decessi (32), pur in forte diminuzione rispetto al 2009 (45).

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Roma, 5 lug. - Adnkronos/Labitalia

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PUNITO CHI TIENE

I CANI LEGATI ALLA CATENA

Giro di vite della Cassazione contro chi dimostra insensibilità verso i propri cani e ritiene legati a catena nella corte. Si tratta di un comportamento che la Suprema Corte definisce senza mezzi termini come un ʻʼinutile incrudelimento sui poveri animaliʼʻ. Lʼavvertimento arriva dalla terza sezione penale che ha convalidato una multa di ben 5000 euro nei confronti del proprietario di 3 cani che aveva tenuto legati gli animali con una catena corta a dei mezzi in disuso. Nel caso di specie peraltro la catena troppo corta aveva anche provocato delle abrasioni al collo degli animali. Già in primo grado il Tribunale di Mondoviʼ aveva sanzionato il deprecabile comportamento con una multa di 5.000 Euro Rivolgendosi alla Suprema Corte il proprietario dei cani aveva tentato di difendersi adducendo a sua discolpa di trovarsi in uno stato di necessità a causa di fratture che aveva subito e che gli rendevano difficili i movimenti. La Cassazione ha respinto il ricorso e con la sentenza n.26368/2011, ha rimarcato la gravità del comportamento facendo anche notare che ʻʼa seguito di un sopralluogo era stato accertato che i tre cani erano legati corti alla catena tanto da presentare abrasioni al collo, che lʼunico riparo alle intemperie era costituito dalla pala di un trattoreʼʻ. Oltre alla multa il proprietario dei cani dovrà anche pagare 1000 euro alla cassa delle ammende per aver fatto perdere tempo alla giustizia.

CASSAZIONE: DATORE DI LAVORO RESPONSABILE DELL’INFORTUNIO DEL DIPENDENTE IMPRUDENTE

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 14507 del 1° luglio 2011, ha ribadito, come già affermato da precedente giurisprudenza, che è configurabile, ai sensi dellʼart. 2087 c.c., la responsabilità del datore di lavoro per lʼinfortunio subito da un dipendente anche a fronte di una condotta imprudente di questʼultimo “se tale condotta è stata determinata, o quanto meno agevolata, da un assetto organizzativo del lavoro non rispettoso delle norme antinfortunistiche, assetto conosciuto o colpevolmente ignorato dal datore di lavoro, che nulla abbia fatto per modificarlo al fine di eliminare ogni fonte di possibile pericolo”. Lʼobbligo del datore di lavoro di garantire la salute del lavoratore in quanto bene primario e indisponibile sussiste, quindi, anche in relazione alle condotte volontarie e di segno contrario del dipendente e, precisa la Suprema Corte, il risarcimento del danno subito dal lavoratore per lʼinfortunio, dipendente dalla mancata predisposizione delle misure necessarie e a tutelare lʼintegrità fisica dei dipendenti, va ricompreso nellʼampia accezione di credito di lavoro essendo tale danno di origine contrattuale e strettamente connesso con lo svolgimento del rapporto di lavoro. Fonte: Studio Cataldi – portale di informazione giuridica

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Comando di Ragusa, al fine di comprendere al meglio le peculiarità tecniche dellʼattività di soccorso tecnico urgente quotidiana.

Dal 05 Agosto 2010 il distaccamento ha ricevuto lʼautonomia operativa, ed ha lavorato nel territorio di Santa Croce Camerina, raggiungendo al 31 dicembre 2010 ben 535 interventi. Il 23 giugno 2011 ha compiuto il suo primo compleanno. LʼAmministrazione Comunale in sinergia con il Comando Provinciale hanno voluto effettuare una piccola cerimonia giorno 7 luglio 2011 dove sono stati consegnati degli Attestati di Merito al personale volontario, nonché una particolare pergamena dove la cittadinanza ha ringraziato tutti per il lavoro effettuato sino ad allora, riuscendo a garantire lʼapertura del distaccamento h 24 365 giorni lʼanno.

PRIMO COMPLEANNO PER IL DISTACCAMENTO VOLONTARIO DI SANTA CROCE CAMERINA 1000 INTERVENTI IN UN ANNO. Impiegava quarantacinque minuti lʼautopompa di Ragusa a raggiungere lʼabitato di Santa Croce Camerina in caso di sinistro. Dodici mesi fa - dopo un percorso accidentato durato anni, che proprio in queste pagine avevamo definito “Il calvario di Santa Croce” – grazie alla caparbietà di Carmelo Vispo, il distaccamento è divenuto operativo. In un anno dʼoperatività il presidio ha già effettuato oltre mille interventi di soccorso tecnico. A CURA DELLA SEZIONE DELLʼANVVFV DI

VITTORIA (RG)

ato il 23 giugno del 2010 dal Progetto del Ministero dellʼInterno chiamato “Soccorso in Italia in 20 minuti”, sposato dalla Sezione dellʼAssociazione Nazionale Vigili Del Fuoco Volontari di Vittoria diretta da Carmelo Vispo con al seguito 40 vigili del fuoco ex ausiliari, ha coinvolto il Comune di Santa Croce Camerina con il Sindaco Lucio Schembari e gli assessori Maurizio Allù e Salvatore Mandarà conseguentemente il Comando Provinciale dei Vigili Del Fuoco di Ragusa con lʼinizio delle basi di istituzione con il Comandante Gianfranco Scarciotta e con la ufficialità grazie alla Squadra del Comandante Emanuele Carano .

N

I locali dove ha sede il distaccamento sono di un privato, che contattato dallʼamministrazione, ha ritenuto utile affittarli al fine di consentire lʼistituzione di una forza dello Stato (seppur su base volontaria), in un territorio che ne necessitava la presenza.

Dal 23 giugno al 04 agosto 2010 la squadra del distaccamento volontario dei Vigili Del Fuoco di Santa Croce Camerina, ha lavorato in affiancamento alle squadre permanenti del

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Testimoni dellʼevento oltre agli amministratori locali, ai funzionari del Comando, al Comandante Provinciale, diverse redazioni giornalistiche. Grande lʼentusiasmo dei presenti e anche di coloro che per motivo di lavoro non cʼerano. In questi primi 6 mesi del 2011 il distaccamento volontario dei Vigili Del Fuoco di Santa Croce Camerina, ha svolto 500 interventi distribuiti così: • 50 incidenti stradali che hanno risparmiato vite umane; • 150 tra dissesti statici, pali pericolanti, rimozione ostacoli e animali

vaganti; • 100 tra auto in panne, allagamenti, prosciugamenti e danni meteorologici causati dal vento; • 200 tra incendi di auto, casolari, cassonetti, abitazioni, rifiuti e da un mese sterpaglie;

Lʼattività continua senza sosta, e la squadra oltre a muoversi nel territorio di Santa Croce Camerina, opera in quello di Vittoria, Acate, Comiso, Ragusa e non ultima Modica.

Il distaccamento conta su un nutrito numero di Vigili del Fuoco Volontari tutti ex ausiliari che si aggira sulle 50 unità, ha un parco automezzi lusinghiero, una Land Rover con Modulo Antincendio, un APS OM 160, un APS OM 79, una Fiat Punto, e un carrello con motopompa. A questo gruppo formato da giovani di Vittoria, Ragusa, Santa Croce Camerina, si aggiungono altri provenienti da Modica e Scicli, che con grandi sacrifici personali, raggiungono la località di Santa Croce Camerina distante mediamente circa 23 km e permettono di assicurare una presenza costante e un supporto notevole tutti i giorni dellʼanno.

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LE SETTE REGOLE ANTINCENDIO DEL FDNY

1 – Mai utilizzare prolunghe elettriche per collegare grossi elettrodomestici (stufe, condizionatori, congelatori). Le prolunghe possono creare incendi in abitazione da surriscaldamento dovuti a sovraccarico elettrico.

2 – Mai fumare a letto prima di addormentarsi, specialmente se avete assunto farmaci o bevuto alcolici. Prima di gettare la sigaretta nella spazzatura bagnatela con acqua.

Eʼ sette volte più probabile che un incendio si sviluppi nellʼabitazione dʼun fumatore rispetto ad uno che non fuma. 3 – Rimanete in cucina durante la cottura di pietanze sui fornelli e non indossate maniche troppo lunghe.

Il 33% degli incendi in abitazione avviene a causa di pentole incustodite sul fuoco.

4 – Installate ed eseguite regolarmente la manutenzione di rivelatori di fumo che riducono del 50% le possibilità di morire in caso dʼincendio. Per una maggior protezione montate rivela fumo in ciascun piano e nelle camere da letto.

Il 70% dei morti in abitazione per incendio avviene a causa di rivelatori di fumo non funzionanti (o non presenti). La maggior parte dei deceduti sono bambini o persone anziane.

5 – Pianificate e testate un “Piano dʼevacuazione” in caso dʼincendio. Non cercate di lottare da soli contro il fuoco. Uscite dallʼabitazione chiudendo la porta e chiamate i soccorsi da un posto sicuro. Il fumo ed il fuoco uccidono! Avete meno di tre minuti per mettervi in salvo.

6 – Tenete fuori dalla portata (e dalla vista) dei bambini fiammiferi e accendini. Vigilate continuamente sui vostri bambini.

La morte di infanti per incendio si deve principalmente a bambini che giocano con accendini e fiammiferi. 7 – Mai lasciare candele accese senza controllo.

La metà delle persone morte a causa di candele lasciate accese in abitazione è più giovane di ventʼanni.

(Vademecum edito da Fire Department, City of New York Bureau of Training, Fire Safety Education www.nyc/fdny.gov)

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D I S TA C C A M E N T I L’Ing. Ugo D'Anna ed il Prefetto di Lodi Peg Strano Materia.

SANT’ANGELO LODIGIANO 120 ANNI (E ROTTI) DI VOLONTARIATO POMPIERISTICO Si sono svolti, con poco sfarzo ma con grande

buirsene anche più di 150 perché documenti comunali narrano di “Guardie del Fuoco” già nel 1860 ma – per modestia forse o per scrupolo – i volontari barasini preferiscono cominciare il conteggio a partire dal 1901; anno dʼapprovazione del primo “Regolamento del Corpo dei Pompieri”. Nonostante siano presenti sul territorio da così tanto tempo cʼè ancora qualche giornalista locale che fa un poʼ di confusione. Sarà che nellʼimmaginario collettivo quello del vigile del fuoco è considerato un “mestiere”, ma dare degli “ausiliari”[2] a persone che garantiscono il soccorso tecnico urgente (in primo impiego e non quali aiutanti) in SantʼAngelo ed in altri 10 comuni del circondario, non è proprio carino. Anche il Sindaco, Domenico Crespi, (forse per non scontentare nessuno) ha preferito ringraziare “questi uomini e queste donne che ci aiutano al fianco dei professionisti”.

A far da padrone di casa, al fianco di Barbin, cʼera il Comandante spirito di appartenenza ed eleganza, i festeggiamenti Provinciale dei VVF di Lodi, Ugo DʼAnna che ha voluto rimarcare lʼeper il“centoventennale” dei pompieri volontari quiparazione del personale permadi SantʼAngelo Lodigiano. Gente semplice che, nente a quello volontario (a Lodi il personale di ruolo cʼè soltanto nella oltre a tener viva una nobile tradizione, garantisce caserma centrale ed i i due distaccamenti di provincia sono retti da un servizio professionale H24 in tutto il circondario. soli volontari NdR) e ha voluto ringraziare gli sponsor locali. Grazie a arasini[1] si nasce, non si diventa, recita una pagiquesti ultimi è stato infatti possibile acquistare un nuovo na Facebook realizzata per radunare i automezzo antincendio, ristrutturare la caserma e, addiSantangiolini DOC. Probabilmente anche pomrittura, far partire in fretta un nuovo corso per aspiranti pieri (soprattutto se volontari) un poʼ ci si nasce, oppure vigili del fuoco volontari (pare di capire che saranno le dipende dal numero di autopompe giocattolo che si riceaziende locali a pagare le ore di straordinario agli istrutvono da bimbi.

B

I ragazzi di Paolo Barbin (il capo squadra posto a capo del distaccamento) hanno organizzato – nel fine settimana del 12 giugno – una tre giorni di intensi festeggiamenti con tanto di dimostrazioni ginnico-pompieristiche, un convegno sul volontariato e lʼintitolazione della caserma a Battista Pasetti. Gli uomini con casco e piccozza, dʼanni potrebbero attri-

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Note:

[1] Gli abitanti di Sant'Angelo Lodigiano sono chiamati barasini perchè una famiglia modesta, di cognome Barasa, si oppose ai signorotti dell'epoca con relativo successo. [2] ausiliario ‹au· si·lià·rio› agg. (pl.m. -ri) Di quanto può esplicare funzioni di completamento, o costituire un aiuto in caso di emergenza o di necessità: servizio a.; forze, truppe a.; anal.: soldato a. (anche come s.m., f. -a: reparto di ausiliarie) [da Il DEVOTO-OLI]

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D I S TA C C A M E N T I tori professionali del Comando Lodigiano).

Il presidente dellʼAssociazione Amici dei Vigili del Fuoco Volontari di SantʼAngelo - Mario Vicini - ha sottolineato quando sia difficile, in questo momento, reperire i fondi necessari al sostentamento della caserma.

A dare pregio alla manifestazione cʼerano il presidente Nazionale della ANVVFV Gino Gronchi e il prefetto di Lodi Peg Strano, ma gli ospiti più applauditi sono stati gli Allievi VVF volontari del Trentino (figura che nel Corpo Nazionale non esiste o, almeno, non esiste ancora, che permette di far avvicinare i giovani ai Corpi fin dallʼadolescenza) che hanno eseguito una manovra con le scale. I SAF hanno poi srotolato un tricolore dalla Torre del Castello e la cittadinanza ha potuto assistere anche ad una manovra con uniformi e attrezzature dʼepoca grazie al supporto dei colleghi volontari di Canzo (Como).

È stata inoltre allestita una Pompieropoli, nei pressi del “Giardinone”, che è rimasta aperta tutta la settimana precedente i festeggiamenti. Ovviamente i pompieri di SantʼAngelo – organizzatori della manifestazione e dellʼimmane lavoro che ci sta dietro – non hanno mai smesso di rispondere ai propri cercapersone in caso dʼallarme (nel 2010 hanno eseguito 460 interventi di soccorso tecnico urgente).

Sono arrivati poi i riconoscimenti al valore per vigili del fuoco volontari in servizio, in congedo e alla memoria: Antonio Danelli, Gianni De Vecchi, Giuseppe Cabrini, Gino Cabrini, Giuseppe Monti, Stefano Rusconi, Giuseppe Bellani, Deris Bertolotti, Italo Bertolotti, Giuseppe Danelli, Antonio Locatelli, Giulio Mafessoni, Mario Maestri, Walter Nervetti, Antonio Polli, Francesco Ravarelli, Enrico Rozza, Cesare Rusconi, Giuseppe Tacchini, Angelo Vitaloni, Sandro Vitaloni. Sabato mattina invece, nel salone della Banca Popolare di Lodi, sʼè tenuto il convegno dal titolo “Il volontariato nel soccorso”. Allʼincontro - oltre al Presidente Gronchi e al Comandante DʼAnna – hanno partecipato: lʼassessore provinciale alla protezione civile Matteo Boneschi; il responsabile del 118 di Lodi Giorgio Beretta ed il presidente della Croce Bianca di Milano Tresoldi.

Inaugurazione del Massif Da sx. il Sindaco di Sant'Angelo Domenico Crespi, la VFV Gilardi Daniela, il Comandante P. di Lodi Ing. Ugo D'Anna ed il CSV Paolo Barbin.

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LA STORIA La storia dei Pompieri di SantʼAngelo ha inizio allʼepoca in cui ai Comuni è affidato il compito di organizzare e gestire il servizio antincendio.I primi documenti relativi allʼistituzione del Corpo risalgono al 1860, anno in cui nel bilancio comunale compare per la prima volta un capitolo destinato alle “Guardie del Fuoco”.Nel 1871, il consiglio comunale, presieduto dal Sindaco Cav. Avv. Antonio Bassi, approvò un “Regolamento di polizia urbana nel pericolo dʼincendio”, inviato a Roma per lʼapprovazione da parte del Ministero dellʼInterno.Il servizio antincendio di SantʼAngelo nacque, sotto la presidenza del sindaco Tommaso Colombo, nel decennio compreso tra il 1890 e la fine del secolo, ma è con il primo Regolamento del “Corpo dei Pompieri”, risalente al 1901, che si costituì la prima vera squadra di pompieri, organizzata e composta da un gruppo di dieci volontari tra muratori, fabbri e falegnami. I pompieri dellʼepoca operavano con due pompe a mano montate su carri e si riunivano al suono delle campane della chiesa.Il Comune di SantʼAngelo fornì, in base alle disponibilità finanziarie, due garage, adibiti a “Caserma”, in cui trovavano alloggiamento le pompe a mano, un carro per il trasporto di materiali ed attrezzature, secchi in tela, picconi, corde, lanterne, scale e così via. Le richieste di soccorso giungevano alla casa del custode comunale, che chiamava individualmente i pompieri recandosi alle loro abitazioni e suonando una tromba; solo in unʼepoca successiva si provvedeva ad installare una sirena che consentisse di allertare il personale. Nel 1923, nacque un consorzio, comprendente anche i comuni limitrofi, ed i pompieri per la prima volta poterono dotarsi di unʼautopompa FIAT 15 TER con pompa Tamini.Nel 1935, al fine di rendere più pronto ed immediato il servizio di chiamata dei pompieri, una delibera sancì che a partire dal 1 luglio, si istituisse un servizio di guardia notturna, in cui i pompieri, a turno settimanale, restavano a disposizione presso la sede posta nel palazzo municipale dalle ore 21 alle 7 del mattino successivo. Questo regolamento nel tempo subirà lievi modifiche, senza tuttavia cambiamenti sostanziali.

In data 7 febbraio 1936, XIV dellʼera fascista, i Civici Pompieri confluirono nel 52° Corpo Provinciale Pompieri di Milano; lʼAmministrazione comunale non ebbe più quindi alcun compito di gestione diretta e controllo del Corpo, mentre beni, mezzi ed attrezzature furono trasferiti ai comandi.Con lʼinizio della Seconda Guerra Mondiale anche i V.V.F si assoggettarono allo stato di emergenza bellica che gravava sullʼItalia. La Caserma fu trasferita dalla sede comunale, allʼex orfanotrofio S.Giuseppe, lʼattuale Piazza De Martino, opportuna-

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mente ristrutturato come una vera e propria caserma militare, in cui il personale permanente fu affiancato da volontari originari del luogo. A quel tempo il personale era chiamato a coprire turni di servizio di 24 ore, fermo restando lʼobbligo, da parte dei pompieri non di turno, di rendersi reperibili e fornire lʼimmediata disponibilità a rientrare in sede in caso di unʼeventuale chiamata. La militarizzazione del corpo fu dettata dallʼesigenza di poter fronteggiare i disastri provocati dai futuri bombardamenti e, oltre ai volontari, arrivarono a SantʼAngelo una trentina di vigili del fuoco provenienti da varie zone del Trentino; il personale era dotato di armamenti di tipo leggero, da utilizzare solamente per scongiurare atti di sciaccallagio, la sirena fu trasportata sulla cima dellʼacquedotto comunale ed aumentò il parco mezzi, che contava anche unʼautopompa S.P.A. C /30, un autocarro per

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Quelli che seguirono furono anni di grande fervore ed affiatamento, che consentirono da un lato di mantenere elevato il livello del servizio, dallʼaltro di affermarsi mediante la partecipazione a concorsi pompieristici. In seguito al distaccamento fu consegnata lʼautopompa FIAT 640, ma bisogna aspettare fino al 1974 perché si avesse a disposizione la prima autopompa con acqua a bordo, lʼOM 150.

Nellʼanno 1978, grazie al coinvolgimento della comunità e a grossi sacrifici compiuti dai vigili volontari, si raccolsero fondi che consentirono di equipaggiarsi con il primo impianto di ricerca persone.

trasporto vigili del fuoco, un furgone ed una motopompa Bergomi, impiegati per dare soccorso e spegnere gli incendi provocati dagli incessanti e violenti bombardamenti che si abbattevano su Milano, Lodi e S. Colombano. Gli interventi di soccorso erano innumerevoli, tutte le sere almeno una squadra si recava a Milano per prestare servizio in città, intervenendo nello spegnimento di incendi e nel soccorso di feriti intrappolati sotto le macerie. Al termine del conflitto, si assistette alla smobilitazione ed al ritorno ad un servizio a carattere puramente volontario, secondo la tradizione.

Nel 1954, i VV.F. Volontari di S. Angelo presero possesso della nuova caserma di via Mazzini, occupata ancora oggi, sorta su di unʼarea di 2.500mq ed in tale occasione il Comando assegnò al Distaccamento la moderna autopompa O.M. Leoncino, un camioncino FIAT 1100 adibito al trasporto materiali, una barca a remi ed una motopompa trainabile.

Nel 1982, per esigenze dʼintervento, si attrezzò il vecchio furgone ALFA ROMEO (denominato carro fiamma), dotandolo di tutto il necessario per intervenire sugli incidenti stradali e venne consegnata lʼautopompa OM 79, mezzo di piccole dimensioni per interventi di soccorso in vicoli e strade stette.Nel 1990 la Comunità donò al Distaccamento un nuovo carro fiamma e nel 1991 si ebbe lʼampliamento della caserma, con la costruzione di una nuova autorimessa e di nuovi spogliatoi destinati ad accogliere i 30 nuovi vigili nel frattempo entrati in servizio.

Lʼistituzione della nuova Provincia di Lodi, nel 1996, fu accompagnata da quella del Comando Provinciale di Lodi, dal quale da allora dipende il Distaccamento di SantʼAngelo. Si assistette anche allʼassegnazione di nuovi mezzi, tra cui unʼautopompa IVECO 190.Recentemente il Distaccamento è stato dotato di unʼautopompa IVECO EUROFIRE, unʼautobotte MERCEDES ATEGO, in sostituzione rispettivamente dellʼAPS IVECO 190 e dellʼABP IVECO 160, che affiancano lʼAPS OM79, il fuoristrada DEFENDER 90, il battello pneumatico corredato di motore fuoribordo, il carro luce ed il carrello rimorchiabile attrezzato con motopompe ed attrezzature da impiegarsi in caso di allagamenti. Lʼarrivo di nuovi vigili volontari ha inoltre consentito di superare le 40 unità, di organizzare il servizio su 4 turni e di effettuare ogni anno circa 450 interventi di soccorso.

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Ventisei anni fa una partita di campionato della Lega inglese si trasformò in un inferno a causa del devastante incendio di una tribuna. Cinquantasei morti e duecentocinquantasei feriti, il peggior incidente da incendio avvenuto nel Regno Unito. Tutto sembrerebbe scaturito da un mozzicone lasciato cadere sotto gli spalti e pensare che sarebbe bastato un estintore al posto giusto.

INCENDIO ALLO STADIO DI BRADFORD di Gian Carlo Moreschi

Sostituto Direttore Antincendi Capo Comando Provinciale VVF di Genova

Lʼautore suggerisce di leggere questa “Relazione” soltanto dopo aver visionato il video che potrete trovare a questi links: http://t.co/y0qE2Py http://www.myspace.com/video/potfs/bradford/108030323 Premessa dell’autore:

Un evento con molte vittime colpisce lʼimmaginario collettivo, resta nella memoria di un territorio. Che sia una città, una nazione o il mondo intero. Vi è un forte coinvolgimento emotivo, soprattutto quando questo evento è “rappresentato” da immagini foto e/o video, potendo vederne lo sviluppo e i suoi effetti. Soprattutto i filmati, per questo impatto emotivo e per la capacità di risvegliare lʼattenzione, sono spesso usati nellʼattività formativa, sia quella per gli addetti antincendio nelle aziende che quella interna al Corpo dei Vigili del Fuoco. Eʼ in questʼultimo ambito che si manifesta più forte il rischio di analisi con lʼuso della “libera congettura”. Per evitare questo rischio ho ritenuto che un modo fosse quello di effettuare ricerche, fondamentalmente sul web, per lasciare “parlare” solo le risultanze ufficiali o comunque le valutazioni di chi, quellʼevento, ha vissuto. Il mio lavoro, quindi, si è “limitato” ad unʼopera di traduzione e, separando in modo netto, con quanto la mia esperienza e la mia preparazione mi suggerivano.

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abato 11 Maggio 1985 nello stadio di Bradford, il Valley Parade, si tiene la partita di campionato Bradford City contro il Lincoln City. Eʼ la partita che dovrebbe consacrare la vittoria del Campionato di Terza Divisione della Lega Inglese da parte del Bradford City.

S

Al 40ʼ del primo tempo, su un risultato di 0-0, a tre file dal limite posteriore del blocco G si nota una luce incandescente. Si ritiene che tutto inizi quando a uno spettatore è caduto un fiammifero o una sigaretta o, anche, del semplice tabacco che, passando nello spazio tra una seduta e lʼaltra, raggiunge i rifiuti sotto accumulatisi. Un testimone riferisce poi di avere visto carta o rifiuti in fiamme ad una ventina di centimetri al di sotto delle tavole di calpestio.

Gli spettatori, inizialmente, sentono calore provenire dal basso. Uno di loro corre a cercare un estintore nelle prossimità senza trovarlo. Anche un agente di polizia chiama un collega per un estintore ma la richiesta non è compresa e viene


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chiamata soltanto la Centrale Operativa dei Vigili del Fuoco. La chiamata parte alla 3 e 43 p.m., tre minuti dopo il primo segnale di fiamme. Nel frattempo le fiamme diventavano più visibili e, quindi, la polizia decide di iniziare ad evacuare le tribune. Le fiamme iniziano a diffondersi rapidamente coinvolgendo anche la copertura in legno. Testimonianze descrivono una rapidissima diffusione delle fiamme e con condizioni di soffocamento per il fumo. Quando mancano tre minuti alla fine del primo tempo anche lʼarbitro, informato da un guardialinee, interrompe la partita. Il tetto della tribuna, in legno, dotato di un telone con sigillature in asfalto e bitume, prende fuoco rapidamente anche supportato dal forte vento. Dopo pochi minuti, circa quattro, la tribuna è completamente avvolta dalle fiamme. Tizzoni incendiati e parti fuse cadono sulle persone mentre il fumo sʼinsinua in un passaggio posteriore dove molti spettatori cercano la fuga. Non ci sono estintori disponibili per paura di atti di vandalismo. Gli spettatori cercano scampo nei corridoi posteriori o verso il campo. Molte delle porte sul retro sono bloccate e non ci sono addetti ad aprirle. Solo sette sono trovate spalancate o vengono forzate dagli spettatori in fuga o aperte da chi era fuori. La gente schiacciata sulle porte bloccate è in preda al panico. Davanti alla tribuna alcuni bambini vengono lanciati oltre il muro per consentirgli di scappare. La maggior parte delle persone che decidono di scappare verso il campo, fortunatamente privo di recinzione, si salvano. Si assiste ad azioni di aiuto da parte di chi già era in salvo e da parte di poliziotti nei confronti di chi ha difficoltà a raggiungere il campo. Un uomo scavalca i sedili in fiamme per aiutare uno spettatore in difficoltà. Addirittura un giocatore si impegna nei salvataggi così come lʼallenatore del Bradford City che aveva la famiglia in tribuna; un altro giocatore effettua una ricognizione in alcuni locali per accertarsi che non ci sia più nessuno.

Lʼirraggiamento è fortissimo e ci si protegge anche da questo sollevando cappelli o cappotti. I capelli delle persone prendono fuoco. La gente scappata allʼesterno “assalta” le case vicine e un pub per poter chiamare casa a tranquillizzare i familiari.

Il bilancio finale è di 56 morti e 265 feriti. Dei 56 morti, 3 sono stati trovati allʼinterno dei servizi igienici, 27 in prossimità dellʼuscita K, 6 in prossimità dei tornelli di ingresso, 9 nel passaggio posteriore centrale alla tribuna e 2 anziani seduti al loro posto. Alcuni sono morti schiacciati mentre cercavano di strisciare sotto i tornelli. Un anziano, che è riuscito a raggiungere il campo, è ormai completamente avvolto dalle fiamme dalla testa ai piedi e, nonostante soccorso da più persone che gli spegneranno le fiamme, morirà poi in ospedale. La metà delle vittime ha unʼetà inferiore ai 20 anni o superiore ai 70. Il più anziano, un ex presidente del club, 86 anni.

Eʼ il peggior incidente da incendio accaduto in uno stadio del Regno Unito, secondo solo per gravità, a quanto accaduto allo Stadio Ibrox nel 1971. Quel giorno - a partita quasi conclusa e con un notevole flusso di spettatori in uscita – venne realizzata una rete; al boato dei tifosi, alcuni tentarono di rientrare creando confusione e 66 persone, di cui molti bambini, morirono nella calca.

Allo stadio di Bradford, i vigili del fuoco arrivano dopo soli quattro minuti dalla chiamata, quando ormai il fuoco ha coinvolto lʼintera tribuna e devono affrontare alte

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Video: Il video è tratto dalla ripresa televisiva e visibile a questi links: http://t.co/y0qE2Py http://www.myspace.com/video/potfs/bradford/108030323

Compare, in sovraimpressione, anche la scansione dellʼora e permette, quindi, di valutare la rapidità di sviluppo dellʼincendio.

Problematiche di prevenzione incendi: Lo stadio di Bradford fu oggetto di una sostanziale modifica nel 1911 a seguito della partecipazione alla 1^ Divisione della squadra locale. Il nuovo progetto, per come realizzato, prevedeva una tribuna principale con 5.300 posti a sedere e 7.000 posti in piedi nello spazio opposto a questa.

La struttura della tribuna viene allora descritta come “gigantesca”. Uno stadio inusuale per quei tempi in quanto realizzato su una collina e con le entrate alla tribuna poste a quota superiore di quella del campo. La tribuna è rimasta inalterata sino al 1985.

Nel 1981 uno scrittore inglese, nello scrivere un libro sugli stadi inglesi, descrive la vista della partita dalla tribuna come quella che si potrebbe vedere dalla cabina di un Sopwith Camel (aereo inglese biplano da combattimento del 1916). Tale paragone per le antiquate strutture dello stadio. Nello stesso libro segnala il rischio di accumulo di rifiuti sotto la tribuna a causa degli spazi liberi che ci sono tra un sedile e lʼaltro. Alcuni lavori vengono effettuati nel 1984 ma il Club viene nuovamente avvertito da un organo tecnico locale di effettuare lavori urgenti stante il “il rischio di incendio dato da una sigaretta gettata”.

fiamme e fumo molto denso senza, ormai, possibilità di salvare qualcuno.

Lʼincendio lascia solo i resti dei sedili, delle luci e delle recinzioni.

Alcune vittime vengono trovate ancora sedute ai loro posti coperte dal telone di copertura caduto. Le operazioni di recupero dei corpi delle vittime si protraggono sino alle 4 del mattino seguente. Di tale incendio rimane una dettagliata ripresa video in quanto lʼintera partita era seguita da una trasmissione televisiva.

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Nel Marzo 1985 viene presentato un progetto per la realizzazione della copertura in acciaio. Causa inadeguatezza dello Stadio alla Divisione cui doveva essere promosso il Bradford City; fu anche prevista, oltre al rifacimento della copertura in legno con una in acciaio, la sostituzione dei sedili in legno con una struttura in calcestruzzo. Il tutto per una spesa complessiva prevista di 400.000 Sterline Inglesi. Considerazioni: Il video è estremamente interessante per la valutazione del comportamento della folla in casi simili e ritengo calzante un passaggio dei Promessi Sposi che voglio citare: Nei tumulti popolari cʼè sempre un certo numero dʼuomini che, o per un riscaldamento di passione, o per una

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persuasione fanatica, o per un disegno scellerato, o per un maledetto gusto del soqquadro, fanno di tutto per spinger le cose al peggio; propongono e promovono i più spietati consigli, soffian nel fuoco ogni volta che principia a illanguidire: non è mai troppo per costoro; non vorrebbero che il tumulto avesse nè fine nè misura. Ma per contrappeso, cʼè sempre anche un certo numero dʼaltri uomini che, con pari ardore e con insistenza pari, sʼadoprano per produr lʼeffetto contrario. Sempre sugli aspetti di comportamento delle persone segnalo due situazioni, facendo riferimento al tempo in sovraimpressione, al 15.46.54 un uomo che trascina un bambino per portarlo in salvo dalla tribuna in fiamme e, al 15.46.59, un uomo, stempiato e con i baffi, serio e concentrato in mezzo a molte più persone prese da un delirio di esaltazione. Entrambi avevano un obiettivo superiore a qualsiasi altra distrazione o coinvolgimento, cioè dovevano portare in salvo quelli che si può ragionevolmente considerare siano i loro figli.

Già dai primi frame, cioè qualche minuto prima della sospensione della partita si notano gli spettatori rivolgere lo sguardo verso il punto di origine dellʼincendio (15.43.20).

Causa lʼimportanza della partita lo stadio era pieno in “ogni ordine di posti” e anche di più. Si nota gente seduta su strutture non idonee (15.43.14). Anche al 15.43.43 si nota un poliziotto in campo guardare con preoccupazione verso la tribuna. Al 15.44.13 si vedono le prime fiamme.

Al 15.44.39 si vedono le fiamme ben inquadrate. Niente che non possa essere spento o, quantomeno, contenuto con lʼazione di due o più estintori. In molti cominciano già ad esultare. Le persone che scavalcano il muretto (15.46.08) hanno i vestiti in fiamme o sciolti dal calore per lʼirraggiamento. Alcuni si spengono i capelli con le mani.

(15.47.15) Sullo sfondo alcune persone hanno i vestiti in fiamme. I poliziotti che portano soccorso usano impermeabili per proteggersi dallʼirraggiamento. Un poliziotto si spegne i capelli in fiamme con le proprie mani. Si vedono anche le fiamme (15.47.19). (15.47.38) Lʼintera struttura è in fiamme. (15.48.14) Parti incendiate della struttura cadono anche

allʼinterno del campo.

Nel tentativo di soccorso sono impegnati non solo i poliziotti ma anche civili. Altri continuano a cantare cori da stadio.

(15.48.44) Una persona è totalmente avvolta dalle fiamme. La buona volontà si scontra con una azione efficace. Lʼuso errato di giacche o simili per spegnere le fiamme sono, in pratica, frustate su un corpo già martoriato dalle ustioni.

(15.49.14) Si sentono sirene di mezzi di soccorso in arrivo.

Fonti: siti web tra cui Wikipedia presentazione .ppt utilizzata nei corsi NIA (Nucleo Investigativo Antincendi).

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Prosegue bene la raccolta di firme a favore della proposta di legge popolare sullʼomicidio stradale fortemente voluta dallʼassociazione Lorenzo Guarnieri di Firenze e dal sindaco della città gigliata Matteo Renzi ed energicamente sostenuta dallʼAsaps, che per prima ha coniato questa nuova terminologia per fotografare una nuova fattispecie di omicidio. In 25 giorni sono state raccolte più di 20.000 firme certificate www.omicidiostradale.it con tanto di indicazione del documento dʼidentità dei firmatari La proposta che è appoggiata anche dallʼassociazione Gabriele Borgogni e da altre associazioni a cui sta a cuore la sicurezza sulle strade, ha avuto molta visibilità grazie a Matteo Renzi, infatti molti portali di quotidiani e agenzie hanno rilanciato lʼiniziativa sposata dal sindaco di Firenze a tamburo battente Chi vuole aiutarci in questa ambiziosa scommessa di giustizia a favore della sicurezza stradale può farlo firmando la proposta di legge sul portale www.omicidiostradale.it raggiungibile anche attraverso il portale www.asaps.it Ci servono almeno 60.000 firme per certificare la sensibilità di tanta gente su questo argomento. Siamo sicuri che la tenacia di Stefano Guarnieri e di Stefania, papà e mamma di Lorenzo, col sostegno del sindaco Renzi, con lʼimpegno dellʼAsaps e delle altre associazioni impegnate sul versante della sicurezza sulle strade, potrà farci raggiungere questo auspicato e importante traguardo.Facciamoci sentire, facciamoci ascoltare! Giordano Biserni Presidente Asaps

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BUROCRAZIA E SICUREZZA È opportuno osservare che, a fronte della suddetta polemica, la disciplina sulla sicurezza sui luoghi di lavoro contenuta nel testo unico emanato con D.Lgs 81/2008, integrato con il D.Lgs 106/2009 noto come “correttivo”, non è stata minimamente intaccata dalle recenti misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica previste dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 che ha convertito il D.L. 78/2010. Circostanza questa che avvalora la precisazione della portavoce di Tremonti secondo la quale il Ministro intendeva riferirsi alla giurisdizione europea e alla sua estensione eccessiva rispetto allʼobiettivo sulla sicurezza del lavoro.

LA SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA DELLA

SICUREZZA: OPINIONI A CONFRONTO È opportuno o no escludere il settore della sicurezza antincendio dallʼondata di semplificazione? È giusto o no anteporre le esigenze della burocrazia statale, che riguardano aspetti di natura amministrativa, a temi di natura sociale, come la sicurezza e la salute dei cittadini? DELLʼING.

DAVIDE LANZONE

li interrogativi sono molteplici sullʼopportunità di inserire o escludere la “sicurezza” nellʼondata di semplificazione in atto dallʼattuale Governo. Le parole pronunciate dai vari Ministri, interrogati dalle platee di vari convegni proprio sulla semplificazione burocratica dello Stato, sullʼopportunità di procedere ad una forte deregulation rinunciando a molte leggi che ingessano la vita imprenditoriale del nostro Paese, hanno suscitato molte polemiche.

G

In particolare, il riferimento al D.Lgs 626, quando fu emesso negli anni ʻ90, ha determinato una sollevazione di scudi da parte di numerosi commentatori che hanno sottolineato come le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro costituiscono un elemento di progresso molto importante di cui lʼEuropa si è fatta promotrice ed al quale anche i Paesi emergenti debbono progressivamente tendere affinché sia garantita, nella globalizzazione, una competitività regolata.

È stato anche sottolineato che i costi per la sicurezza sono ininfluenti rispetto ai costi in sofferenze, in vite umane ed anche in valore economico che gli infortuni infliggono ai lavoratori ed al sistema nel suo insieme. Questi sono valutabili in circa trenta miliardi di euro per lʼanno 2009 durante il quale si sono avuti 790.000 infortuni di cui 1.050 mortali.

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Dalla lettura dellʼart. 49, comma 4bis della legge riformula interamente lʼart. 19 della legge 241/1990 sostituendo la dichiarazione di inizio attività (DIA) con la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), si evince che fra le esclusioni esplicite figurano le fattispecie in cui sussistano vincoli imposti dalla normativa comunitaria, fra le quali, come è noto, rientrano anche le disposizioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ciò che meraviglia è il mancato inserimento fra le esclusioni del requisito relativo alla sicurezza antincendio che come è noto è finalizzata a garantire la sicurezza della vita umana, la incolumità delle persone, la tutela dei beni e dellʼambiente dai rischi di incendio.

Per tale requisito, quindi, limitandosi alla sola lettura della legge e salvo una diversa interpretazione ufficiale della norma, il procedimento finalizzato al rilascio del certificato di prevenzione incendi, per chi rientra nellʼelencate del D.M. dellʼ82, viene sostituito da una segnalazione dellʼinteressato che attesta il rispetto della normativa antincendio.

La scelta del legislatore, che non ha previsto il settore della sicurezza antincendio tra le attività “escluse” dalle norme sulla semplificazione, non ha acceso il dibattito sui media e nel mondo politico al pari delle problematiche relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro, dobbiamo tener presente che lʼattività di prevenzione nel campo antincendi è finalizzata ad evitare il ripetersi di eventi drammatici che possono determinare gravi perdite sia in termini di vite umane che di beni materiali. È necessario allineare la burocrazia italiana agli standard dei Paesi europei più efficienti senza peraltro sacrificare lʼeccellenza raggiunta dal nostro Paese in alcuni settori di tutela della sicurezza.

Affinché le problematiche della sicurezza nel loro insieme non intraprendano la deriva della semplificazione spinta è opportuno che anche il settore della sicurezza antincendio venga riammesso fra le esclusioni esplicite al pari dei vincoli ambientali, paesaggistici, culturali, di difesa nazionale, di pubblica sicurezza, di immigrazione, asilo, cittadinanza e finanza.

Sarebbe un grave errore anteporre le esigenze di semplificazione della burocrazia statale, che attengono ad aspetti di natura amministrativa, a problematiche di natura sociale, quali la sicurezza e la salute dei cittadini, che in un Paese moderno devono sempre ricevere la massima tutela. ❒

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associazione del cuore sono sempre di più: 15,4 milioni nel 2009 (il 5,6%in più rispetto al 2008). Mentre il numero degli enti ammessi, dopo il boom del 2008 (oltre 77 mila), è stato via via ridimensionato dallʼAgenzia delle Entrate. Dei 43 mila che questʼanno sono stati inseriti in elenco 97 sono enti di ricerca sanitaria, 436 di ricerca scientifica e dellʼuniversità. Seimila e 615 sono invece le associazioni sportive dilettantistiche e oltre 35.500 quelle di volontariato. Si va dalla Fondazione Milan al Circolo damistico di Aosta, dalle associazioni di bowling (quattro tra Roma e Palermo) ai gommonauti pordenonesi (1.421 euro nel 2009), dalle bocciofile (16 da Bolzano a Pesaro) alla scuola portieri.it di Manzano (Udine) e alla Culla della trota di Lanuvio (Roma). E ancora: la Guardia Padana (29.247 euro nel 2009) ma anche le associazioni di immigrati senegalesi (quattro, da Cuneo ad Ascoli Piceno), lʼOrdo templi hierosolymitani equites temLʼagenzia del governo: due su cinque non meritano plares onlus di Roma (110 euro nel 2009) e pure i templari di Messina e Palermo, quindi i sono quelli della dama, del subbuteo e del burlʼassociazione carnevalesca bolognese Re Fagiolo (652 raco. Quelli del lamento rumeno e del flamenco. euro), i gruppi micologici (sette sparsi in tutta Italia). Fino Le guardie padane, i camperisti, i gommonauti. ad arrivare allʼassociazione «Basta “m....”in mare» di Gli astrofili e i bocciofili. I cavalieri: Templari, del Tau, Rimini. dellʼambiente. E poi gli amici: delle mamme e dei nonni, I più sostenuti, dati 2009 alla mano, sono gli enti di ricerdei cani, dei gatti (vincono i primi sui secondi) e degli ca scientifica (37,9 milioni allʼAirc) e le grandi Onlus (9,9 animali estinti. Del Milan, di Totò e delle ville venete. a Medici senza Frontiere e 8 a Emergency). Ma quando Stefano Zamagni mette in fila le parole come se dovesil contribuente mette una firma alla voce 5 per mille se stenderle su una fune da equilibrista: «Su quasi 50 senza indicare lʼassociazione del cuore le donazioni mila candidati al cinque per mille — afferma il presidenvengono poi ripartite proporzionalmente tra tutti. Spiega te dellʼAgenzia per le Onlus — non più di 30 mila soddiZamagni: «Sia chiaro: la stragrande maggioranza sono sfano i criteri di “meritorietà sociale”che sono stati posti meritevoli, quelle intermedie sono però penalizzate. alla base di questo strumento» . Per lʼesattezza: 30 mila Ogni anno proponiamo la cancellazione di circa 600 sui 43 mila inseriti questʼanno nellʼelenco dellʼAgenzia associazioni, nellʼultima riunione ne sono state dependelle Entrate. Meno dello scorso anno, dellʼanno prima nate quaranta» . Il presidente per le Onlus mette lʼacancora. Ma comunque tantissimi. Associazioni, onlus, cento sulla necessità di un controllo preventivo: «È che enti. «Tutti impegnati in un modo o nellʼaltro nel sociale, questo provvedimento non è ancora diventato legge sia chiaro. Ma con dei distinguo. Le associazioni sportiordinaria. Così che allʼultimo, questo o quellʼaltro gruppo ve, beh, non avrebbero titolo. Ci sono poi nomi che gridi potere, riesce a far inserire quelle due righe...» . dano vendetta e rischiano di fare male allʼintero mondo Lasciando spazio a qualche furbetto e trasformando il della solidarietà» . contribuente nellʼunico vero controllore. Il cinque per mille questʼanno compie sei anni. Lo stanziamento previsto dalla Finanziaria, e poi ritoccato allʼinAlessandra Mangiarotti sù dopo le proteste del Terzo settore, è di 400 milioni. (Corriere della Sera – 18 Giugno 2011) E gli italiani che scelgono di «finanziare» così la propria

Camperisti e gommonauti I «furbetti» del 5 per mille

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D I S TA C C A M E N T I Dopo aver visionato vari preventivi, visto anche il periodo di crisi che si stava delineando, i volontari hanno deciso di affidare la costruzione ad una azienda Piemontese, la scelta è caduta su ARIS S.p.A. (Ditta con grandissima esperienza nel settore militare ubicata a Lombardore alle porte di Torino). La medesima aveva già allestito altri mezzi per Distaccamenti di Vigili Volontari del Piemonte, della Lombardia e per il Ministero dellʼInterno. Dopo poco più di tre anni di lavoro, finalmente il Progetto è terminato e, il giorno dellʼinaugurazione, cittadini e autorità hanno potuto toccare con mano i risultati.

COSSATO, I POMPIERI VOLONTARI METTONO MANO AL PORTAFOGLI E ARRIVA LA NUOVA AUTOPOMPA

A distanza di tre anni, i VVF volontari di Cossato, nel Biellese, hanno inaugurato una nuova APS polivalente. Automezzo progettato dagli stessi volontari e finanziato da amministrazioni e aziende locali ma anche da unʼautotassazione dei singoli vigili. Resta ancora un “piccolo” debito da saldare. A cura di Maurizio Bertoia

Il Distaccamento Volontario di Cossato è composto da 42 Vigili Volontari; 4 C.S.V.; 1 C.R.V. (SERGIO CORDERO attuale Capo Distaccamento). Il Distaccamento opera per competenza nel Comune di Cossato e in altri 13 Comuni (Bioglio; Brusnengo; Castelletto Cervo; Cerreto Castello; Giflenga; Lessona; Masserano; Mottalciata; Piatto; Quaregna; Valdengo; Vallanzengo e Valle San Nicolao).

Da Giugno 2004 data di apertura del Distaccamento ad oggi sono stati compiuti 1516 interventi di vario genere, mentre dal inizio del 2011 alla data odierna sono 105. Lʼoperatività del Distaccamento è garantita da una squadra di 6 unità presente in Sede pronta a intervenire su richiesta sia della Sala Operativa del Comando di Biella o direttamente dal richiedente (per quanto riguarda i Comuni di competenza).

IL PROGETTO Prende vita nella prima metà del 2008 durante una riunione con i volontari è nato lʼambizioso progetto per lʼacquisto di un mezzo di soccorso in sostituzione dellʼormai obsoleto APS OM 160 datato 1981 sono così iniziati i primi contatti per realizzare il sogno denominato “Super City”: ovvero lʼacquisto da parte della Associazione AMICI DEI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI COSSATO Onlus, legata direttamente al Distaccamento, di unʼ APS: Auto pompa serbatoio. Per prima cosa sʼè provveduto a individuare la Ditta cui affidare lʼallestimento del mezzo.

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Risultati ottimi, considerando che il Distaccamento nato a Giugno 2004 dopo soli 7 anni ha raggiunto standard degni di Distaccamenti con ben più lunga vita.

Durante la cerimonia Sergio Cordero ha voluto ringraziare tutti coloro che, con il loro contribuito, hanno permesso di raggiungere la cifra necessaria 187.000 €. Fondamentale lʼaiuto dellʼaiuto di alcuni Istituti Bancari (Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Fondazione CRT), la Camera di Commercio di Biella. I Comuni di Cossato, Brusnengo, Mottalaciata. E le aziende: Bottega Verde, Balossino Bevande, Eurospin di Cossato, Filati Drago, Bon Prix, Filatura Cardata LACFIMI, Filati Buratti S.p.A., Fornaci di Masserano, Associazione Broadway Dance Academy. Non ultimi i singoli cittadini, che a volte anche se solo con pochi euro hanno reso possibile il Progetto. Al termine della manifestazione, il capo distaccamento, ha ringraziato il proprio personale: “Consentitemi un ringraziamento particolare che va ai miei Vigili Volontari di Cossato che, per anni e ancora adesso, si sono autotassati per raggiungere lʼobiettivo preposto. Oggi però abbiamo ancora una parte del mezzo da pagare (circa 29.000 €) e speriamo che, come in passato, qualcuno ci aiuti ad estinguere questo debito”. ARISFIRE 3000 ALCUNI DATI TECNICI: Lʼautomezzo è stato allestito su Telaio IVECO EUROCARGO 140 E 25 attrezzato con un caricamento POLIVALENTE, cioè in grado di operare su qualsiasi tipo di intervento: PROSCIUGAMENTI, INCENDI, INCIDENTI STRADALI, SOCCORSI A PERSONA, E QUANTʼALTRO POSSA RICHIEDERE LʼOPERATO DELLA SQ. VVF HA UN SERBATOIO DI 3000 LT DʼACQUA, UN SEBATOIO DI 50 LT DI SCHIUMOGENO E UN ATTREZZATURA COMPLETA PER INTERVENTI CON PRESENZA DI ELEMENTI BATTERIOLOGICI, CHIMICI E RADIOATTIVI

“Non ci vuole un eroe per ordinare agli uomini di andare in battaglia; ci vuole un eroe per essere tra coloro che ci vanno” - H. Norman Schwarzkopf

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