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Anno XXV- no 2 Marzo/Aprile 2011

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano


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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)

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M ARZO /A PRILE 2011

RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI

Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI

Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it

Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per lʼItalia CEAT tel. 02/89.500.256 CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa: Reggiani spa Brezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533 Abbonamenti: Gratuita a Comandi e Distaccamenti dei VV.F. Sostenitori € 70,00 Benemerito da € 70,00 in su Una copia € 8,00 Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticolista e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

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Aut. Trib. Milano n. 855/89

www.vfv.it FOTO DI COPERTINA : GENTILE CONCESSIONE © PUBBLIFOTO DI WALTER TODARO (VVF VOLONTARI DI CORBETTA IMPEGNATI IN INTERVENTO NBCR AD ARLUNO-MI) EDITORIALE

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EDITORIALE [A LATO]

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NELLE CASERME SOLO VOLONTARi

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BREVI

QUANDO SPEGNERE IL FUOCO NON BASTA

LʼINCENDIO È CAMBIATO

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ORGANIGRAMMA ANVVFVV

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LETTERE AL DIRETTORE

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OCCHIALI DA VISTA OBBLIGATORI MA SON FINITE LE SCORTE TESSERAMENTO 2011

LA NUOVA CLASSIFICAZIONE PER GLI IMPIANTI ELETTRICI CORONA FIRMA IL CALENDARIO DEI POMPIERI DI TAIO

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IN BARBA AL DECENTRAMENTO...

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QUANDO LE STALLE BRUCIANO…

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XXVII EDIZIONE CAMPIONATO DI SCI VVF I “BAGNANTI” AGRICOLI E LʼANTINCENDIO

GINO CITTADINO ONORARIO DI SAN MAURIZIO CANAVESE

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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano


EDITORIALE

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Ricordo quando da ragazzo, nell’Italia di Giovanni

Gronchi, a Torino vissi con grande entusiasmo i festeggiamenti di “Italia ’61”; con molto piacere in questi giorni riassaporo la stessa gioia pur con qualche anno di più. Al culmine delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia il mio pensiero si rivolge alle espressioni dal nostro Presidente Giorgio Napolitano su quanto di buono hanno fatto gli italiani per farci avere, fra mille difficoltà e sofferenze, quello che oggi vediamo. Parlo ovviamente di quelle generazioni che con il proprio lavoro e l’irreprensibile moralità hanno fatto progredire la nostra Nazione.

Anche oggi come cinquant’anni fa in ogni piazza d’Italia abbiamo sentito discorsi rivolti al sentimento nazionale, all’unità dell’Italia e degli italiani, ai padri della Repubblica e così via; mi auguro che quanto detto non rimanga nelle nostre memorie come semplici dichiarazioni di circostanza ma che possa spronarci a risollevarci dall’attuale condizione di difficoltà, non solo economica ma anche e soprattutto morale, con una rinnovata mentalità che ci porti a ridurre gli eccessi e gli egoismi personali per un futuro più prospero per i nostri figli e nipoti.

w w w. a n v v f v. o r g Ai nostri vigili del fuoco e ai “miei” pompieri volontari, concedetemi per oggi questo aggettivo possessivo, va sempre il mio pensiero di ogni giorno. A questi ragazzi e ai loro avi, che fondarono ancora prima dell’Unità d’Italia i primi presidi volontari, deve essere attribuita una parte importante nel progresso della nostra Italia e dell’attività profusa in tutti questi anni per il benessere e la sicurezza delle nostre comunità. Soprattutto auspico che parte della classe dirigenziale del nostro Paese possa prendere spunto dalla laboriosità, tenacia e capacità dei vigili del fuoco sempre pronti a servire la Nazione senza tanti clamori. E con poche parole. Viva l’Italia!

Viva i Vigili del Fuoco!! Gino Gronchi

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Ma c’è un pericolo ancora più grande – come se non fosse già abbastanza quanto accaduto – il sisma ha danneggiato la centrale atomica di Fukushima 1 (250 Km da Tokio) e si sono verificate esplosioni seguite da un incendio. Quattro reattori su sei hanno subito danni e il livello di radiazioni intorno alla centrale è diventato nocivo. Nonostante un’evacuazione (già avvenuta) in un raggio di 20 km dalla centrale, il premier nipponico Naoto Kan ha invitato a chiudersi in casa anche coloro che abitano entro una fascia di ulteriori 10 chilometri. Livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata a 100 km da Tokio.

In Giappone il servizio antincendi e di soccorso tecnico è garantito da 155.000 vigili del fuoco di ruolo che operano in 4.800 caserme (21.000 mezzi di soccorso). Per garantire interventi rapidi in tutto il territorio, sono operativi altri 3.598 Corpi di pompieri volontari dove operano 920mila uomini con 51.000 autopompe. Nelle aree colpite da sisma e inondazione, i soccorsi si stanno svolgendo con grande organizzazione: le file dei sopravvissuti (per assicurarsi anche un solo bicchiere d’acqua) sono ordinate; persino la disperazione è educata.

In aiuto delle popolazioni colpite dalla sciagura, s’è mossa la comunità internazionale, anche il nostro Servizio Nazionale della Protezione Civile s’è attivato per dare il proprio contributo: Il 15 marzo (a quattro giorni dalla scossa), con un volo di linea diretto a Tokyo, è partito da Roma il team di esperti di valutazione e gestione delle emergenze composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Compito del nostro “Team” quello di supportare l’Ambasciata italiana a Tokio e valutare, in accordo con le autorità locali, il contributo del nostro Paese.

h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i Nelle ore successive al disastro – mentre l’Italia attendeva per l’invio dei soli “esperti valutatori” – undici Sapeurs Pompiers erano già decollati da Parigi e 24 membri del “Swiss Rescue Team” (con attrezzature da ricerca e unità cinofile) facevano altrettanto da Zurigo. Anche dalla Russia un aeromobile ministeriale è partito, alla volta di Tokio, con a bordo 50 uomini dei centri speciali di soccorso. Lasciando da parte i VVF volontari – sarebbe impensabile un impiego all’estero dato che la nostra componente è stata esclusa dagli stessi soccorsi a L’Aquila – su 38mila e rotti “permanenti” (tra cui “La più grande società d’ingegneria del Paese”), perché non s’è pensato ad un invio celere di una squadra USAR (Urban Search And Rescue)? Eppure qualcuno ha detto che : “Abbiamo la miglior protezione civile del mondo!” Un pensiero, Ascanio direttorevfv@me.com http://issuu.com/AntonioAscanioMangano/docs

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EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]

Cari lettori/pompieri, mentre il tipografo sta per inviare alla stampa quest’edizione della Rivista, il bilancio del terremoto/tsunami – che lo scorso 11 Marzo ha colpito il Giappone – si fa sempre più tragico. Un’ultima agenzia scrive di almeno 9.080 morti accertati e 13.561 dispersi. I feriti soccorsi sarebbero 2.618 e ben 270mila gli sfolati. Quanto a danni materiali, la gigantesca onda anomala generata dal sisma ha distrutto o lesionato più di 55.830 edifici; tremila abitazioni sono state allagate completamente e centotrenta bruciate.

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NUOVO CAPO DISTACCAMENTO PER I VOLONTARI DI LUMEZZANE

i tratta del Vigile Volontario Dario Lentini, da 10 anni impegnato nel distaccamento in cui, grazie alla nomina giunta dal Comandante Provinciale Ing. Salvatore Buffo agli inizi di Febbraio, ha da ora lʼincarico di Capo Distaccamento. Il distaccamento lumezzanese dei Vigili del Fuoco può contare oggi sulla presenza di 28 Vigili e 3 Capi Squadra, con i quali copre il servizio di soccorso tecnico urgente 365 giorni allʼanno, 24 ore su 24, il cui costante e non indifferente impegno è volto sempre più a soddisfare gli innumerevoli interventi che quotidianamente sono chiamati a svolgere e che nel solo mese di Gennaio ammonta a 26 interventi (oltre 200 nel 2010) Il neo eletto ha molti progetti e idee per migliorare ulteriormente il servizio che attualmente sono chiamati a svolgere i pompieri lumezzanesi e che saranno messi in pratica sempre di concerto con il Comando Provinciale di Brescia e con lʼamministrazione comunale di Lumezzane. Tra gli obiettivi che si stanno perseguendo, la ricerca di nuovi volontari e la sistemazione della caserma per renderla sempre più consona al tipo di servizio svolto.

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IL

RADUNO REGIONALE DIVENTA ITINERANTE SUL TERRITORIO

VENETO

arà la Provincia di Treviso ad ospitare, questa primavera, lʼannuale Meeting Regionale di Protezione Civile, manifestazione giunta alla sua dodicesima edizione, che si propone di diffondere tra la popolazione una vera e propria cultura della protezione civile e di costituire un momento dʼincontro, di approfondimento tecnico e di ringraziamento per lʼopera svolta dalle migliaia di volontari veneti.

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Lo ha deciso la Giunta regionale che, su proposta dellʼassessore Daniele Stival, ha deliberato di rendere itinerante la manifestazione e di collocarla di anno in anno in zone diverse del territorio.

“Eʼ una proposta che ci è venuta dallʼUnione Regionale delle Province del Veneto – sottolinea Stival – e che abbiamo accolto con piacere. Lonigo, che aveva ospitato le precedenti edizioni – aggiunge Stival – ha fatto un ottimo lavoro, ma la forma itinerante ci è parsa la migliore per diffondere più capillarmente la cultura e le peculiarità di unʼattività preziosa per la sicurezza della gente come quella di protezione civile. Così – prosegue Stival – verranno rese protagoniste di volta in volta le varie Province, i Comuni ed il volontariato collegato ai singoli territori e potranno essere promossi scenari diversi di eventi e simulazioni in base alle caratteristiche locali delle aree di volta in volta interessate”.

Treviso ospiterà dunque lʼedizione 2011; nel 2012 toccherà a Rovigo e nel 2013 a Belluno, in concomitanza con il 50° anniversario della tragedia del Vajont. Le edizioni successive toccheranno poi Padova, Venezia, Verona e Vicenza, in rigoroso ordine alfabetico.

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PREMIATI

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PER NON

AVER PARTECIPATO AI SOCCORSI Nonostante lʼimmediata disponibilità prestata dallʼANVVFVV, come da comunicazione sotto riportata, i volontari dei vigili del fuoco non sono stati chiamati ad intervenire nei soccorsi, salvo un mini-contingente Veneto impegnato nella gestione di una cucina campale. A dispetto di ciò “siamo stati comunque premiati per qualcosa che non abbiamo fatto”. n occasione della riunione della Consulta delle Organizzazioni Nazionali di Protezione Civile , svoltasi lʼ8 febbraio 2011, il Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile Franco Gabrielli ha consegnato allʼAss.e Nazionale Vigili del Fuoco Volontari la Pubblica Benemerenza di Prima Classe per le attività svolte e lʼimpegno profuso durante lʼemergenza conseguente il Terremoto in Abruzzo occorso nellʼanno 2009.

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La medaglia dʼoro, ritirata del Vice Presidente Nazionale Prof. Roberto Mugavero quale Componente della Consulta, è stata conferita ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dellʼ11 ottobre 2010 con il quale viene stabilita la “concessione dellʼAttestato di Pubblica Benemerenza di Prima Classe del Dipartimento della Protezione Civile alle componenti del Servizio Nazionale di Protezione Civile per le operazioni di soccorso alla popolazione colpita dal sisma del 6 aprile 2009 in ragione dello straordinario contributo reso con lʼimpiego di risorse umane e strumentali per il superamento dellʼemergenza”.

ROBERTO MUGAVERO

RICEVE LA MEDAGLIA D’ORO DA

FRANCO GABRIELLI

ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Spett. Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile Ufficio Volontariato, Relazioni Istituzionali e Internazionali C.a. Sig. Direttore dell’Ufficio Dott. Agostino MIOZZO

Oggetto: Terremoto regione Abruzzo del 06 aprile 2009 Disponibilità del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per le operazioni di soccorso Prot. n. 29130

Rif.:

Volpiano, 06/04/2009

nota del Dipartimento Protezione Civile prot. DPCNREI00025474 del 06/04/2009

In riferimento all’evento sismico in oggetto, si rende noto che la scrivente Associazione, anche a seguito delle decine di adesioni pervenute nella mattinata, ha informato il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa· Civile della disponibilità del personale volontario in servizio nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco a prendere parte alle operazioni di soccorso per l’evento calamitoso in oggetto. Rendiamo noto che nel Corpo nazionale prestano servizio parecchie unità volontarie con pluriennale esperienza nei soccorsi a seguito di gravi eventi calamitosi in Italia e all’estero. I Distaccamenti volontari che hanno offerto la propria disponibilità dichiarano che eventuali unità volontarie richiamate a collaborare in seno alle colonne mobili dei vari Comandi provinciali non impediranno di continuare ad assicurare il soccorso tecnico urgente nella propria provincia di appartenenza. Nel restare a disposizione per eventuali Vostre note, si porgono· cordiali saluti IL PRESIDENTE NAZIONALE GINO GRONCHI V F V M A R Z O / A P R I L E 2 0 11

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NEVE L’ANTITRUST

APRE UN’ISTRUTTORIA

Nello scorso numero di VFV (Lasciate ogni speranza o voi che entrate in autostrada) abbiamo parlato dei disagi vissuti da migliaia di automobilisti costretti a rimanere in auto per venti ore sul tratto Arezzo-Firenze della A1. LʼAntitrust sta ora indagando sulle “eventuali” responsabilità di Autostrade per lʼItalia.

Antitrust ha formalmente avviato un procedimento nei confronti di Autostrade per lʼItalia per verificare se il 17 e il 18 dicembre scorso, in occasione del blocco della circolazione per il maltempo, che provocò poi anche la reazione del governo, abbia violato il Codice del consumo non dando tempestivamente ai viaggiatori le informazioni complete sulle effettive condizioni di viabilità sul tratto autostradale di sua competenza A1, direzione nord, nellʼarea di Firenze. Lʼistruttoria, secondo quanto rende noto la stessa Autorità, è stata notificata il 4 gennaio alla società nel corso di alcune ispezioni condotte dai funzionari dellʼAntitrust in collaborazione con il Nucleo speciale Tutela mercati della Guardia di finanza. Lʼistruttoria dovrà inoltre verificare se ai viaggiatori sia stato consentito di evitare o attenuare i disagi conseguenti al sostanziale blocco della viabilità, ad esempio utilizzando percorsi alternativi alla rete autostradale per la prosecuzione del viaggio. La possibilità di avvio del procedimento, che riguarderà anche altri casi segnalati dai consumatori lo scorso anno su tratte come la Pesaro-Fano, era stata annunciata, nei giorni immediatamente successivi alle notizie sugli automobilisti intrappolati sul tratto A1, dal presidente dellʼAntitrust Antonio Catricalà. Il procedimento dovrà infine verificare se, anche a prescindere dai singoli episodi, Autostrade abbia un sistema che fornisca informazioni tempestive e corrette sulle reali condizioni di traffico nei tratti autostradali e che pertanto consenta ai viaggiatori che pagano il pedaggio di effettuare una scelta consapevole sul tragitto da affrontare.

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LE

AREE DI COMPETENZA DEI CORPI DEI VVF DELL’ALTO ADIGE SULLE MAPPE “TABACCO”

allertamento dei vigili del fuoco volontari altoatesini avviene tramite la Centrale provinciale di emergenza secondo i piani di allertamento redatti dai Corpi e dalle Unioni distrettuali e le varie aree di competenza riportate sulle mappe della casa editrice Tabacco a disposizione della Centrale. Grazie a un accordo tra la Provincia Autonoma di Bolzano e la casa editrice Tabacco, queste mappe ora sono disponibili in forma digitale anche per lʼUnione provinciale che, tramite uno studio di progettazione, provvederà ad elaborarle affinché vicino alla mappa generale ci siano anche le mappe dei singoli Distretti e delle singole Sezioni. Le mappe sono pubblicate nellʼarea riservata della pagina Internet dellʼUnione provinciale e potranno essere visionate dai Corpi.

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impegno che ci rende orgogliosi del nostro Paese”.

Al raduno hanno partecipato tutti i volontari delle Associazioni della Consulta Nazionale, delle Regioni, delle Province lombarde, delle Città Metropolitane per un totale di circa 3mila uomini, in trasferta da tutta Italia e ospiti presso il campo di accoglienza allestito allʼArena Civica.

Protezione Civile e San Pio da Pietralcina Il Sindaco, con lʼex Capo del Dipartimento Bertolaso, tra i 3mila volontari giunti da tutta Italia a Milano. Moratti: “Una giornata di festa allʼinsegna della carità e dellʼamore per il prossimo”. Tra i vigili del fuoco Lombardi, presente una nutrita delegazione di VVF Volontari.

Presenti per la prima volta anche Forze dellʼOrdine e Istituzioni del “Sistema Milano”, centro di coordinamento locale di risposta alle emergenze, attivo 365 giorni lʼanno e gestito dalla Direzione specialistica della Protezione Civile. “Questʼanno i volontari – ha concluso il Sindaco – sono quasi il doppio dellʼanno scorso, segno di un entusiasmo che cresce, anno dopo anno”.

Una giornata di festa per celebrare lo spirito di carità, di solidarietà e il sentimento di unità che, da sempre, contraddistinguono gli uomini e le donne della Protezione Civile. Unʼoccasione per ricordare insieme il grande lavoro e lʼimpegno profuso dai volontari durante le tante operazioni di soccorso che li hanno visti coinvolti”. Così il Sindaco Letizia Moratti, insieme con lʼex Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso, è intervenuta, in piazza Duomo, al secondo raduno Nazionale dei volontari.

Dopo aver partecipato alla Celebrazione Eucaristica in occasione della ricorrenza di San Pio da Pietrelcina, patrono e protettore dei volontari, il Sindaco ha assistito alla benedizione dei mezzi e degli uomini della Protezione Civile. “Questa giornata – ha proseguito il Sindaco – rappresenta unʼoccasione per far conoscere alla città e a tutti i milanesi il vostro prezioso lavoro, il vostro coraggio e la generosità di cui date prova ogni giorno. Nella memoria di tutti gli italiani sono presenti le immagini dei volontari della Protezione Civile al lavoro in Abruzzo e ad Haiti, un

IL PRESIDENTE DELL’ANVVFVV, GINO GRONCHI, AGOSTINO MIOZZO, DIRETTORE OPERATIVO CRISIS RESPONSE AND OPERATIONAL COORDINATION NELL'EUROPEAN EXTERNAL ACTION SERVICE (EEAS), L'EQUIVALENTE DELLA PROTEZIONE CIVILE A LIVELLO EUROPEO, ED IL SINDACO DI MILANO LETIZIA MORATTI CON

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MINUTI

NELLE CASERME SOLO VOLONTARI Nel Pavese, lo scorso novembre, alcuni “permanenti” liberi dal servizio, sʼerano resi disponibili per garantire lʼoperatività del distaccamento volontario di Broni. In febbraio i volontari Milanesi e Brianzoli hanno, per così dire, restituito il favore: autisti volontari sono stati inviati a completare le squadre di soccorso permanenti. Le Organizzazioni Sindacali hanno colto lʼoccasione per sminuire la professionalità dei volontari; di mezzo ci “sarebbe” sia la sicurezza delle squadre operative sia il servizio offerto ai cittadini. Ma, il Comandante Provinciale, Silvano Barbéri, non ci sta. A CURA DELLA REDAZIONE

SILVANO BARBÈRI CON IL L VICEPRESIDENTE NAZIONALE (ANVVFV) COLOMBINI

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«Nelle caserme solo volontari» è soltanto il titolo di un articolo apparso sul “Cittadino di Monza e Brianza” il 22 febbraio scorso e, a voler fare dellʼintegralismo, verrebbe da rispondere con un bel “Magari!”. Invece sappiamo bene che il personale “permanente” è indispensabile nei centri abitati più grossi (od industrializzati) ma, per ottenere “capillarità”, sono necessari “Avamposti di soccorso volontari” a presidio del territorio. Il 22 febbraio un centinaio di vigili del fuoco permanenti ha protestato davanti alla caserma di Desio contro la “Gestione Barbéri”. Ha preso parte personale (in uniforme, in mezza uniforme o in abiti civili) dei distaccamenti di Desio, Seregno e Milano. I manifestanti hanno utilizzato bandiere e lenzuola con scritte di protesta.

“Il dirigente - scrivono i sindacati in un comunicato - prima nella sede di Desio e poi in quelle di Seregno e Rho, ha portato un nuovo e pesante attacco al soccorso, sostituendo degli autisti professionisti con personale volontario di altri sedi”. In pratica, i pompieri denunciano la sostituzione di personale professionista (tra lʼaltro sempre sotto organico) con i volontari. Le conseguenze, segnalano i sindacati, si ripercuoteranno su tutti: “La qualità del servizio professionale fin qui garantito con grandi sacrifici è sempre più messa in discussione con ripercussioni per la sicurezza delle squadre operative e per quella dei cittadini”. Alcuni manifestanti dellʼUSB (Unione Sindacale di Base) hanno inoltre affermato di aver “...passata la mattinata a volantinare tra i cittadini e gli automobilisti di passaggio che, per quanto abituati nella zona (Brianza) alla presenza massiccia della componente volontaria, sono rimasti comunque perplessi una volta spiegata la dinamica dei fatti e la futura prospettiva, che grazie alla nuova ridistribuzione delle zone di competenza, le squadre volontarie che scorrazzeranno per la zona e professionisti già retribuiti, fermi in sede in attesa...”. Il Comandante Milanese Barbéri ha preso una ferma posizione rilasciando unʼintervista alla stampa: “Il problema principale - ha detto - non è la carenza dʼorganico bensì la limitata disponibilità di autisti, che diventano tali per una libera scelta.”.

In merito allʼutilizzo dei volontari ha affermato: “In pochi casi, del tutto eccezionali, è capitato dʼimpiegare un autista volontario in una squadra di permanenti”.

Poi, a proposito della presunta differente preparazione, ha

aggiunto: “Un autista volontario e uno permanente hanno lo stesso ciclo di formazione. Storicamente il nostro Corpo è integrato, la squadra mista è prevista da sempre ma in alcune aree cʼè una certa resistenza, una posizione ideologica che non ha nulla a che vedere col regolamento del Corpo.”. In merito alla riorganizzazione delle “Zone di competenza”, Barbéri ha voluto precisare che: “Gli obiettivi prioritari sono la tempestività e lʼefficacia. Il nostro dispositivo prevede la partenza della squadra disponibile più vicina allʼintervento di soccorso, che sia un distaccamento permanente oppure volontario.”. Il volontariato costa? “Non interpreto il volontario come costo o come risparmio bensì come un valore espresso dal territorio. Una risorsa da valorizzare che deve interagire con quella permanente.”.

Infine il Capo dei Pompieri ha risposto a chi “contesta” la differente formazione tra effettivi e volontari:-“Non si può generalizzare sulla professionalità. La differente formazione iniziale può essere compensata nel tempo con lʼaddestramento e lʼesperienza maturata sul campo.”

Anche Paolo Corbetta - presidente provinciale della ANVVFV - ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa: “Sono polemiche sterili che generano inutile allarmismo nellʼutenza. Il volontariato nei VVF esiste in tutta Europa, è una risorsa e funziona, in Germania ci sono 1,2 milioni di pompieri volontari.”. Sulla preparazione degli uomini ha poi aggiunto: “Basta con il solito ritornello della carente esperienza e preparazione, anche noi seguiamo i corsi di formazione. I permanenti sono professionisti, noi siamo professionali”.

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ti? Pare inoltre che il CPI (Certificato di Prevenzione Incendi) non includesse lʼuso e lo stoccaggio delle bombole dʼacetilene.

Lʼavvocato Giuliano Pisapia - sfidante della Moratti alle prossime comunali - che assiste i familiari delle vittime, è tornato a chiedere giustizia per la tragedia: “La situazione in quella fabbrica era disastrosa e, malgrado i numerosi precedenti incendi, sono mancati i doverosi controlli sulle norme anti-infortunistiche e non si è fatto nulla per una tragedia che si poteva, e si doveva evitare. Ciò che è accaduto è gravissimo“.

QUANDO

SPEGNERE

IL FUOCO NON BASTA A CURA DELLA REDAZIONE FOTO DI

SERGIO SALEMI

Si allunga il tragico bilancio degli operai deceduti a seguito del disastroso incendio sviluppatosi agli inizi di novembre in una ditta di Paderno Dugano. Dopo un lungo ricovero allʼospedale Niguarda, è spirato anche Leonard Shehu, 37 anni, albanese, è il quarto (dei sette operai feriti) a perdere la vita.

incendio era esploso alle 14,50 del 4 novembre, in via Mazzini: una violenta esplosione presso gli stabilimenti dellʼEureco, una fabbrica di stoccaggio di rifiuti speciali. A scatenare lʼinferno lʼesplosione di una bombola dʼacetilene, forse urtata da un muletto, le fiamme hanno poi avvolto alcuni bidoni di vernice.

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I magistrati stanno inoltre indagando su altri due incendi scoppiati allʼEureco il 5 e il 18 agosto; campanelli dʼallarme sottovaluta-

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Sembrerebbe inoltre che il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Milanesi, Silvano Barbéri, abbia inviato una nota di “sensibilizzazione” ai funzionari e ai “qualificati”, al fine di migliorare il servizio volto alla sicurezza della popolazione. Sicurezza che richiede, quanto più possibile, di agire prima e di andare oltre il compito operativo di salvataggio e di estinzione dellʼincendio.


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ERRATA CORRIGE

A pagina 24 del numero scorso abbiamo erroneamente pubblicato, nel necrologio che il distaccamento di SantʼAngelo Lodigiano a dedicato a Giovanni DEVECCHI, la foto del “vivo e vegeto” ex custode della caserma Denis BERTOLOTTI. Scusandoci per lʼinconveniente pubblichiamo ora, con la foto del compianto CSV, un pensiero che la figlia di Giovanni ha voluto comunque farci pervenire. Carissimi amici,

oggi mi avete riempito il cuore di gioia, manifestando così lʼaffetto per mio papà. Portate avanti con orgoglio la vostra missione e credete sempre nelle buone azioni che farete, sono certa che mio papà ne sarà sempre fiero! Portatelo nel vostro cuore e nei momenti bui sarà il vostro punto di riferimento, una luce,la bussola da seguire sempre! Non dimenticatelo Grazie ancora per tutto! Vi abbraccio Con affetto e grande stima

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FORMAZIONE L’EVOLUZIONE

NELLA COSTRUZIONE DELLE NUOVE ABITAZIONI

L’INCENDIO E’ CAMBIATO LA FORMAZIONE E LE TECNICHE PER COMBATTERLO Rispetto a un passato, tutto sommato recente, le tecniche ed i materiali di costruzione degli edifici sono cambiate notevolmente. Esistono rischi nuovi, legati all’incendio, per i vigili del fuoco che intervengono. Quali le nuove tecniche e quali le attrezzature per contrastarlo?

A CURA DI

VALENTINO GRAIFF*

e abitazioni vecchie, coinvolte dal fuoco, rispetto a quelle di nuova concezione, rappresentavano per i VVF molti rischi e pericoli in meno. Lʼincendio, quasi sempre, riusciva a crearsi degli sfoghi verso lʼesterno: dal tetto fatto solo di travi, cantinelle1 e tegole, o dalle finestre a vetro semplice che con il calore si rompeva facilmente e quindi il fuoco non era mai in carenza di aria. In questo caso lʼincendio era gestito dal combustibile, si propagava in base alla quantità ed alla posizione del materiale infiammabile ed al tipo di struttura. Era un incendio magari molto grande e violento, ma non rappresentava il pericolo di fenomeni ESPLOSIVI particolari quali il Flashover, il Backdraft o lʼesplosione dei fumi.

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Nelle nuove abitazioni - fatte appositamente per essere confortevoli, calde ed economiche, quindi con coperture adatte a rendere abitabile il sottotetto (doppio tetto, tetto ventilato ecc.) - sono installate finestre rinforzate e non solo in legno. Serramenti in alluminio (con “taglio termico”), vetri doppi tripli e magari antisfondamento, hanno reso lʼincendio molto pericoloso in quanto quasi sempre in carenza di ossigeno. Questo cambio di strutture ha reso lʼopera di spegnimento assai più difficile e rischiosa quindi: se aumentano le difficoltà tecniche presentate dallʼincendio, dobbiamo contrapporre unʼadeguata evoluzione nei mezzi tecnici (attrezzature da taglio e rimozione, lance di nuova concezione, schiume e bagnanti). Occorre anche investire nella FORMAZIONE e nello studio di nuove TECNICHE DʼINTERVENTO. PERCHÉ CAMBIARE METODO Perché sono cambiate le costruzioni, lʼisolamento, gli arredi sono aumentati e costruiti quasi tutti con materiali derivati dal petrolio (con basse temperature di infiammabilità e grande produzione di gas e vapori altamente infiammabili) - numerosi incendi si sviluppano quindi in locali chiusi o semiaperti - le protezioni antintrusione (porte blindate, grate, vetri antisfondamento) ritardano lʼintervento dando un grande vantaggio al fuoco. Altro grosso problema, negli incendi al chiuso si usa ancora troppa acqua e, nel mondo, ci sono ancora troppe vittime a causa d fenomeni di flashover e backdraft.

E ORA CHE FACCIAMO

Quindi dobbiamo aggiornare il metodo per affrontare lʼincendio in locali chiusi, lo scenario dellʼincendio è radicalmente diverso per il cambio di due variabili: 1) LOCALI PIÙ STAGNI;

2) ARREDI AUMENTATI (e più rapidamente infiammabili): questo comporta che il fuoco è represso ma potenzialmente più esplosivo con rischi gravissimi per il personale della squadra dʼattacco. Tutto questo ha ridotto i tempi di sviluppo di un incendio generalizzato dai circa 20 minuti di un tempo, agli attuali 5-6 minuti circa. Possiamo gestire questi fenomeni con la ventilazione e la STRATEGIA OFFENSIVA; a nulla serve riversare valanghe di acqua dallʼesterno.

...A NULLA SERVE RIVERSARE VALANGHE DI ACQUA DALLʼESTERNO.


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FORMAZIONE Per i vigili del fuoco, poter gestire questi nuovi incendi vuol dire: 1) essere formati e preparati nel capire quale sarà il comportamento del fuoco sui vari tipi di fabbricato e coperture; 2) lavorare allʼinterno di una struttura di comando organizzata e gestita con una continua revisione e pianificazione sia delle azioni in atto che di tutto quello che può servire per risolvere lʼemergenza; 3) conoscere e saper gestire sia la ventilazione naturale che le attrezzature per la ventilazione Forzata; 4) essere preparati ed aver fatto già, in addestramento, quello che poi ci viene richiesto in emergenza. È impensabile durante le fasi concitate dellʼincendio fare cose che non abbiamo fatto nella formazione e provate in addestramento.

Perché i tetti bruciano più spesso che in passato Negli ultimi anni sono aumentati notevolmente gli incendi tetto, sia durante le operazioni di costruzione, sia incendi dovuti a canna fumaria per incendio fuliggine o dei combustibili adiacenti al camino. Oltre il 74 % delle cause derivano da camini realizzati non a regola dʼarte o con mancata manutenzione o pulizia; il 17% da incendi avvenuti in cantiere; ad un 12% altre cause.

La diffusione sempre maggiore di tetti ventilati e struttura portante in legno comporta sicuramente: una facile e rapida propagazione dei gas caldi delle fiamme e dei fumi, una difficile individuazione del focolaio a causa di numerosi percorsi che il fumo ha a disposizione. In fase di spegnimento, molte sono le difficoltà per lʼattacco alle zone interessate dal fuoco; grande è inoltre il rischio per gli operatori di rimanere bloccati dalla rapida propagazione del fuoco (sbarramento delle vie di fuga).

Le tecniche da applicare La rapidità dʼintervento è essenziale e quindi, per velocizzare, allʼinizio dobbiamo: rompere, tagliare, sfondare per salvare il resto della struttura; molte volte è difficile farlo capire al proprietario e questo comporta la perdita di minuti preziosi. Se si spiegasse anche alla popolazione cosa vuol dire incendio, come fare per prevenirlo, o come noi vigili del fuoco dobbiamo operare per estinguerlo, questi problemi con i proprietari non ci sarebbero. Per lʼincendio tetto sono sufficienti naspi di piccole dimensioni con portate relativamente basse circa 50100 litri min.

Per bloccare la propagazione e scaricare i gas caldi e infiammabili, è importante aprire il colmo del tetto per impedire a questi gas di saturare tutta la copertura, magari intervenire con acqua o schiuma nello spazio ventilato della copertura. L’addestramento non è mai troppo Migliorare la formazione in modo da portare il personale ad essere più aggressivo nelle fasi dʼintervento, ossia entrare nei fabbricati trovare il fuoco ed estinguerlo. Lʼincendio tetto comporta un intervento molto aggressivo fin dalle prime fasi, a nulla serve lʼintervento dallʼesterno (perdita di tempo e grande vantaggio per il fuoco) gravi danni da acqua ai piani sottostanti. Serve capire anche che, prima di spegnerlo, il fuoco va bloccato e quindi la pianificazione dellʼintervento va fatta con questa priorità. Importante il coordinamento fra le squadre dʼattacco, di ventilazione e di apertura fabbricato; lʼautoscala - o i getti dʼacqua sopraelevati - vanno utilizzati sotto stretto controllo del ROS (Responsabile Operazioni di soccorso). La sicurezza degli operatori, nelle prime fasi, va assicurata dallʼautoscala o da scale italiane ancorate alla gronda del tetto in quanto, non sempre è possibile lʼutilizzo delle corde, non sempre ci sono punti di ancoraggio o non è possibile utilizzarli. Per lʼimitare il rischio è necessario anche ridurre il SERRAMENTI

IN ALLUMINIO

(CON “TAGLIO

TERMICO”), VETRI DOPPI

TRIPLI E MAGARI ANTISFONDAMENTO, HANNO RESO L’INCENDIO MOLTO PERICOLOSO IN QUANTO QUASI SEMPRE IN CARENZA DI OSSIGENO.

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FORMAZIONE un controllo importante, ma solo verso i nuovi camini fabbricati dal 2008. E tutti i camini installati prima di quella data?

Due proposte da valutare ed eventualmente approfondire: 1) Riunirsi intorno a un tavolo, Architetti, Ingegneri, Costruttori edili e VVF per cercare di ridurre questi rischi dʼincendio coperture, e rendere anche più agevole lʼopera di spegnimento.

2) Lʼapertura del tetto per la ventilazione è sempre difficile e rischiosa, è possibile ipotizzare di creare - gia in fase costruttiva - dei punti dove, in caso di necessità, i VVF possono facilmente aprire la copertura. Oppure far montare dei lucernari più grandi in maniera tale che basti rompere il vetro per ottenere degli ottimi fori di ventilazione.

numero dei vigili nelle zone pericolose, utilizzare le tabelle di controllo per le squadre che entrano con autorespiratori ed accertarsi che i collegamenti radio siano sempre garantiti; ovvio lʼutilizzo completo di tutti i DPI in dotazione.

Va ribadita ancora una volta lʼimportanza della prevenzione, a volte un semplice muro può salvare gran parte della struttura, la conoscenza delle più elementari norme costruttive delle canne fumarie ridurrebbe al minimo il rischio incendio tetto. Molto spesso progettisti e costruttori edili sottovalutano il rischio incendio, manca la cultura della sicurezza.

È altissima la percentuale di roghi che interessano abitazioni NUOVE (questo deve far riflettere); norme e decreti sono spesso disattesi ed i camini utilizzati per ogni tipo di combustibile, senza pensare a quale temperatura può passare allʼinterno (combustibili solidi, gas, gasolio).

Lʼattenzione e la manutenzione periodica degli impianti a gas è entrato ormai nel bagaglio culturale (verifica annuale e controllo biennale dei fumi da parte di un tecnico abilitato), purtroppo i camini vengono considerati ETERNI ed INNOCUI.

Forse un freno al pericolo camini viene posto dal Ministro dello sviluppo economico che, con il decreto 37 del 2008, impone che lʼinstallazione dei nuovi impianti sia seguita dalla presentazione in comune di una “ dichiarazione di conformità” fornita dallʼinstallatore. In questo caso il legislatore mette in mano agli enti locali

Ordine di priorità per aumentare la sicurezza nellʼattività di soccorso: 1) formazione ed informazione del personale; 2) pianificazione ed organizzazione dellʼintervento; 3) scelta ed impiego dei dispositivi di protezione individuale (DPI); 4) uso delle attrezzature in dotazione; 5) impiego automezzi. In conclusione si può affermare che: le conoscenze e la formazione aumentano -a tutti i livelli - la sicurezza per gli operatori, lʼefficacia dellʼintervento e rendono al cittadino un miglior servizio. -

La corretta applicazione della catena di Comando e Controllo, permette di pianificare e gestire correttamente sia il piccolo che il grande evento. Se riusciamo a creare una buona organizzazione sul campo, anche le altre forze di soccorso sʼintegrano facilmente nel sistema.

È giusto che dopo aver lavorato sodo, sudato e magari rischiato la vita, il soccorritore possa ritornare alla propria famiglia, dopo aver svolto un duro lavoro magari per un palpito di VITA.

Note: 1Asta di legno dolce, a piccola sezione, per armature leggere di tetti, soffitti, scenari

*ISTRUTTORE PROFESSIONALE DELLA SCUOLA PROVINCIALE ANTINCENDI DI TRENTO - VIGILE DEL FUOCO NEL CORPO VOLONTARIO DI TASSULLO TN - GIÀ C.R. DEL CORPO PERMANENTE

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OCCHIALI DA VISTA COME DPI OBBLIGATORI MA SON FINITE LE SCORTE Al personale di ruolo, nonché al personale volontario, appartenente al settore tecnico-operativo del CNVVF, che rientri nelle condizioni di limitazione dellʼacutezza visiva stabilite da apposita tabella, è consentito restare “operativi” purché indossino occhiali di protezione con lenti correttive fornite dal Corpo quali DPI. Le scorte di magazzino sono finite da un pezzo e, come se non bastasse, il fabbricante ha smesso di produrre la speciale resina. Risultato? Vigili permanenti dietro ad una scrivania e volontari a casa sul divano. a cura di................

a convenzione con la ditta costruttrice delle lenti, rinnovata per il solo anno 2009 è nuovamente scaduta e non cʼè più disponibilità di lenti da fornire alle moltissime unità operative di tutti i livelli, dai vigili neo-assunti ai Direttori Vice Dirigenti, che sono caduti nella tagliola dei parametri di visus imposti, e sono “inoperativi” a causa dellʼimpossibilità di venir dotati degli occhiali da intervento.

Allegato 1 al D.M. 3 Novembre 2003

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Con nota della Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali – Ufficio di Staff – Redazione Capitolati Tecnici ed Equipaggiamento, prot. 32687 del 01/12/2010, dopo un anno dalla scadenza della precedente convenzione e quando sono terminate tutte le scorte di magazzino, si mette finalmente mano al problema e si cercano nuovi materiali che dovrebbero essere stati omologati lo scorso febbraio.

Forse sarebbe il momento dʼintraprendere dei provvedimenti seri e risolutivi nei confronti della problematica esposta senza escludere anche la eventuale revisione del Decreto Ministeriale sui parametri psico-fisici per lʼidoneità del vigile del fuoco che ormai, a quasi dieci anni dalla sua entrata in vigore, ha mostrato alcuni limiti sia in considerazione del progredire della medicina, sia in considerazione del fatto che non prevede unʼarmonizzazione dei parametri imposti allʼaumentare dellʼetà anagrafica del personale. In poche parole sono fissati dei parametri molto restrittivi che il personale deve mantenere dalla sua entrata in servizio fino alla pensione per limiti di età, fissata a sessanta anni.

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Parametri di acutezza visiva da lontano causa di non idoneità al servizio incondizionato nel settore operativo VVF per il personale di ruolo, nonché per il personale volontario : Visus naturale inferiore a 12/10 complessivi quale somma del visus dei due occhi o inferiore a 5/10 in un occhio.

Nel caso di visus naturale inferiore a 12/10 complessivi o a 5/10 in un occhio, è ammessa la correzione con lenti, purché: • il visus corretto raggiungibile non sia inferiore a 18/10 complessivi con almeno 8/10 nellʼocchio che vede meno; • la differenza tra le due lenti non sia superiore a tre diottrie.

Nel 2003 il Gruppo De Rigo, su indicazione di Certottica, ha curato design, realizzazione e consegna di circa 1000 occhiali correttivi, pensati come supporto alle attività operative. Ideali da indossare sotto il casco protettivo, con la loro montatura confortevole e lʼefficace campo visivo, disponibili in due misure. Studiati in accordo con un apposito comitato tecnico, offrono elevate prestazioni di robustezza, grazie alla formula di un intelligente gioco ad incastro. Nasello registrabile e parasudore che si adatta ad essere asportato con facilità solo alcuni dei tratti distintivi di questi oggetti.

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VISTO il Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto aziende e amministrazioni autonome dello Stato ad ordinamento autonomo per il periodo 1998-2001, sottoscritto in data 24 maggio 2000; VISTO lʼarticolo 33 del predetto CCNL che disciplina il mutamento di mansioni per inidoneità psicofisica del personale dipendente; VISTO il decreto del Ministro dellʼInterno adottato in data 5 febbraio 2002, concernente lʼelenco delle imperfezioni ed infermità e la relativa tabella A allegata; RAVVISATA lʼopportunità, in relazione alla fondamentale funzione attribuita al settore tecnico-operativo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, di poter consentire, a domanda, al personale di permanere nello stesso settore tecnico-operativo, continuando ad operare in condizioni di sicurezza; VISTI gli studi e le sperimentazioni effettuati dai competenti uffici che dimostrano la possibilità di continuare a svolgere mansioni tecnico-operative, pur in presenza di limitazioni al visus, attraverso lʼutilizzo di appositi dispositivi di protezione individuale; VISTI gli studi che hanno individuato le caratteristiche strutturali degli occhiali di protezione con lenti correttive del visus, da utilizzare nellʼattività operativa, che consentono di non compromettere la sicurezza lavorativa degli operatori; RILEVATO che lʼutilizzo dei predetti dispositivi individuali di protezione consente la permanenza in servizio di personale appartenente al settore tecnico-operativo, settore che costituisce la struttura portante dellʼattività del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; RAVVISATA lʼeconomicità di tale scelta in relazione alle attuali previsioni interna di visus che costituiscono causa di non idoneità in via permanente allo svolgimento delle mansioni del settore tecnico-operativo, con conseguente applicazione della previsione di cui allʼart. 33 del CCNL sopra indicato, ed impiego del personale solo nei settori non operativi; RITENUTO di dover, in relazione alle attuali disposizioni ordinamentali ed, in particolare, ai principi di efficienza ed efficacia, consentire al personale in servizio nel settore tecnico-operativo che si trovi nelle limitazioni di visus sopra indicate, di poter permanere, a domanda, nel predetto settore tecnico-operativo o azionare le previsioni di cui al predetto art. 33 del CCNL; RAVVISATA la necessità di apportare modificazioni alla tabella A di cui al predetto decreto ministeriale del 5 febbraio 2002; EFFETTUATA lʼinformazione alle OO.SS. di categoria ai sensi dellʼarticolo 23 comma 1, lettera A): s) del CCNL; VISTA la legge 27 dicembre 1941, numero 1570, recante ʻʼNuove norme per lʼorganizzazione dei servizi antincendi”; VISTA la legge 13 maggio 1961, numero 469, recante “Ordinamento dei servizi antincendi e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e stato giuridico e trattamento economico del personale dei sottufficiali, vigili scelti e vigili del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”; VISTA la legge 5 dicembre 1988, numero 521, recante misure di potenziamento delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ed in particolare lʼarticolo 12; VISTI gli articoli 2 e 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, numero 165, recante “Norme generali sullʼordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”; Sulla proposta del Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa civile: DE C RE TA Art. 1 I parametri indicati alla voce FUNZIONE VISIVA di cui alla tabella A, allegata al decreto del Ministro dellʼInterno adottato in data 5 febbraio 2002, sono sostituiti dai parametri di cui allʼallegato 1 del presente provvedimento, Art. 2 Al personale di ruolo, nonché al personale volontario, appartenente al settore tecnicooperativo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che rientri nelle condizioni di limitazione di visus di cui alla tabella A, allegata al decreto del Ministro dellʼInterno adottato in data 5 febbraio 2002, come modificata dallʼart. 1 del presente decreto, è consentito, fatte salve le previsioni di cui allʼart. 33 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Aziende e Amministrazioni Autonome dello Stato ad ordinamento autonomo per il periodo 1998-2001, sottoscritto in data 24 maggio 2000, permanere, a domanda, nel settore tecnico-operativo, con lʼobbligo di utilizzo, in servizio operativo, di occhiali di protezione con lenti correttive e specifiche caratteristiche, forniti dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco come dispositivo di protezione individuale. Art. 3 Per le verifiche di ordine sanitario necessarie per lʼ operatività delle disposizioni di cui allʼarticolo 2 del presente decreto, il Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, nomina, con proprio decreto, unʼapposita Commissione medico-sanitaria, fatte salve le altre disposizioni vigenti in materia. ROMA, 3 novembre 2003 IL MINISTRO (Pisanu)

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Ciao Direttore, ho ricevuto il numero di Nov-Dic e rileggevo il quesito di Giuseppe Parrinello sulla questione “Placca Metallica di Riconoscimento VV.F.” a Catania ( Ma non solo a Catania purtroppo!).

Poi vedo sul sito ufficiale del Corpo un Bando pubblico dellʼanno scorso per la fornitura al CNVVF di 200.000 (dico DUECENTOMILA) Distintivi Metallici di Qualifica – previsti, data la quantità, chiaramente anche per il Personale Volontario - ed allora mi chiedo ancora una volta: “Ma noi serviamo soltanto a fare numero per alzare lʼimporto del costo delle Forniture?!”.

È davvero lʼunica strada quella di doversi raccomandare a qualcuno per avere ciò che è GIAʼ stato ordinato e predisposto anche per Noi (DPI inclusi)???!!!

A Cortina aveva ragione Gino quando ha detto che è ora di contarci e vedere politicamente che impatto possiamo avere su quelli che fanno i sordi di professione! Dobbiamo trovare i modi per farci sentire in maniera efficace ed efficiente, e prima in Italia piuttosto che in Europa, visto la particolarità della Ns. situazione giuridica.

A proposito, minacciare di non partecipare al prossimo Raduno (proposta uscita mi pare da uno dei Coordinamenti Regionali della ANVVFV)...farebbe proprio il gioco dei sordi di professione! Quelli che oltre al fatto che Noi non si Giuseppe Parrinello dica niente, vorrebbero anche che Noi si debba anche star zitti!!! A presto! (lettera firmata)

Ciao Caro, la vicenda della “Patacca” metallica è ancora, ovviamente, in alto mare: se i Comandi Provinciali lʼhanno distribuita al solo personale permanente, ci sarà pure una “disposizione superiore” che, in qualche modo, regolamenti lʼassegnazione di questo distintivo? Oppure “semplicemente”, non siamo considerati “personale operativo” soltanto perché diveniamo “operativi” solo al suono del cercapersone? Come dire (cito): “Volontari e permanenti sono uguali ma i secondi sono più uguali dei primi…”.

In merito ai futuri raduni, sinceramente, preferirei non partecipare piuttosto che venir “invitato” soltanto per fare numero (o meglio per portare fior di mezzi antincendio dʼepoca), per poi vederci partecipanti ad un convegno – a porte chiuse – dove raccontarci, tra noi, di annose problematiche della componente volontaria (mentre il capo dipartimento è indaffarato al convegno, separato, dei permanenti; oppure a firmar convenzioni coi pensionati).

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LA NUOVA CLASSIFICAZIONE PER GLI IMPIANTI ELETTRICI NEGLI AMBIENTI RESIDENZIALI

Unʼevoluzione culturale che modifica il concetto di impianto elettrico, ampliando la portata degli obiettivi classici della protezione e dellʼaffidabilità.

Milano, 3 marzo 2011 – PROSIEL, lʼAssociazione per la promozione della sicurezza elettrica accoglie con favore la pubblicazione della nuova variante alla norma CEI 64-8 che adotta una classificazione degli impianti elettrici in tre livelli, con regole da applicarsi agli impianti di unità immobiliari a uso residenziale.

Questa classificazione descrive ciò che gli utenti potranno scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo. Si tratta di una variante alla norma CEI 64-8 “ALLEGATO A - Ambienti residenziali: prestazioni dellʼimpianto”. Lʼallegato A è unʼaggiunta “Normativa” alla Norma e quindi sarà necessario applicarlo per rilasciare la Dichiarazione di Conformità secondo la Norma Impianti 64-8

Lʼutente finale potrà dʼora in poi chiedere allʼinstallatore che la realizzazione dellʼimpianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3, dove il livello 1 individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto perché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dellʼimpianto e quindi la sua fruibilità che si adegua alle necessità degli utenti e alla morfologia dellʼhabitat. Per entrare nel dettaglio, lʼimpianto minimo (livello 1) prevede: • un numero minimo di punti-prese e punti-luce in funzione della metratura o della tipologia di ogni locale dellʼappartamento; • un numero minimo di circuiti in funzione della metratura dellʼappartamento; • almeno 2 interruttori differenziali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio

Il livello 2, rispetto al livello 1, prevede un aumento della dotazione e dei componenti, oltre che alcuni servizi ausiliari quali il videocitofono, lʼanti-intrusione e il controllo carichi. Il livello 3, oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni, introduce la domotica che va anche a beneficio del rispar-

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mio energetico allʼinterno dellʼabitazione. Lʼimpianto, per essere considerato domotico, deve gestire almeno, a esempio, quattro delle seguenti funzioni: anti-intrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.

Lʼintroduzione di questa classificazione è il frutto di una crescente sensibilità nei confronti di una cultura della sicurezza delle persone che deve contribuire a contrastare e ridurre il numero di incidenti domestici (sono oltre 45.000 allʼanno), anche mortali, dovuti a problemi allʼimpianto elettrico, con danni sociali quantificati in milioni di euro. Sono infatti 12 milioni (2/3 del totale di quelle costruite prima del 1990) le abitazioni con impianti elettrici non a norma che, oltre a essere pericolosi per le persone, lo sono anche per i vari dispositivi collegati allʼimpianto elettrico che potrebbero mal funzionare o essere danneggiati da un impianto non a norma. Lʼallegato normativo rappresenta unʼevoluzione culturale che modifica il concetto dʼimpianto elettrico, ampliando la portata degli obiettivi classici della protezione e dellʼaffidabilità.

“Lʼintroduzione di questa classificazione nasce dalla consapevolezza che un numero rilevante di cittadini potrebbe essere a rischio nella propria casa – ha spiegato Paolo Perino, Presidente PROSIEL. Non era più possibile continuare a pensare che la sicurezza elettrica - ha continuato Perino - non fosse una priorità per tutti noi operatori, per questo motivo i nostri soci si sono impegnati per raggiungere un risultato così importante i cui effetti si tradurranno in benefici tangibili per tutti”. PROSIEL è unʼAssociazione senza scopo di lucro, nata nel 2000, che ha come obiettivo la promozione della sicurezza e della qualità dellʼimpianto elettrico. Si propone quale punto di riferimento della filiera per il dialogo con le istituzioni pubbliche sulle tematiche di sicurezza relative allʼimpiantistica elettrica. È costituita dai seguenti Soci: ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche); ARAME (Associazione Nazionale Rappresentanti Agenti Materiale Elettrico); ASSISTAL (Associazione Nazionale Costruttori Impianti); CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); CNA (Confederazione Nazionale dellʼArtigianato e della Piccola e Media Impresa); CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri); CNPI (Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati); CONFARTIGIANATO Elettricisti; ENEL DISTRIBUZIONE; FEDERCASALINGHE; FEDERUTILITY (Federazione delle Imprese Energetiche e Idriche); FME (Federazione Nazionale Grossisti e Distributori di Materiale Elettrico); IMQ (Istituto Italiano del Marchio di Qualità); RASSEGNE (Ente fieristico); UNAE (Istituto Nazionale di Qualificazione delle Imprese dʼInstallazione di Impianti); UNC (Unione Nazionale Consumatori).

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MAURO CORONA

FIRMA

IL CALENDARIO DEI

POMPIERI

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DISEGNA DI

TAIO

A CURA DELLA REDAZIONE

Niente “Vallettopoli” e foto “rubate”, il Corona che ha accolto lʼiniziativa dei vigili del fuoco volontari Nònesi, è Mauro. Scrittore, alpinista e scultore Italiano; Trentino solo di nascita, e originario di Erto nella Valle del Vajont.

tema del calendario 2011 dei Vigili del fuoco volontari di Taio, impreziosito dai disegni dello stesso Corona, era “Montagna da rispettare”. «È il decimo calendario di una serie che abbiamo iniziato nel 2000 ospitando i Nomadi - ha spiegato il comandante dei pompieri di Taio Giuliano Chini - Ogni anno abbiamo legato al calendario un messaggio e finalità benefiche. Per il 2011 abbiamo pensato alla montagna e agli incidenti che vi succedono, ma anche agli sfregi che essa subisce. Da qui lʼidea di chiedere i disegni a Corona».

IL

Mauro Corona è stato contattato in giugno. «Ha chiesto che finalità avesse il calendario e, senza pensarci un momento - ha detto Chini - mi ha risposto che i disegni li avrebbe fatti avere per settembre. Da allora più nulla e ormai disperavamo, ma a fine novembre i disegni sono arrivati».

Le pagine dei mesi del calendario sono illustrate con storie di bosco e di montagna, dalla mano di Mauro Corona, sempre suoi sono i “pensieri” che accompagnano ogni disegno. Ogni mese è accompagnato anche dal “Pennuto pompiere”, la mascotte, disegnata dallʼabile mano del fumettista (pazzoide, come si definisce egli stesso) veronese Gio Espen.

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Nella serata di martedì 21 dicembre scorso, alla cui organizzazione partecipavano Comune, Biblioteca e lʼassessore provinciale Franco Panizza, Corona è poi stato intervistato dal giornalista Alessandro de Bertolini e ha parlato anche del suo ultimo libro «La fine del mondo storto» (Mondadori). Ospite anche Italo Filippin dellʼassociazione «Superstiti del Vajont» (è stato questʼultimo a mettere in contatto Corona e Chini) e Graziano Lucchi della Fondazione Stava di Tesero. «Stava e Vajont sono due tragedie che hanno segnato il rapporto tra uomo e montagna. Ci sembra giusto partire da lì per una riflessione su questo tema», ha detto lʼassessore Valeria Chini. È seguita la proiezione di due documentari sulla tragedia del Vajont e su quella della Val di Stava.


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BARBA AL DECENTRAMENTO...

Il Capo del Corpo Nazionale VVF dichiarava a “La Protezione Civile Italiana” a maggio 2010: “Il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco deve trasferire le sue competenze, per quanto più possibile, alle direzioni regionali che devono essere il punto dʼincontro e confronto delle realtà locali, territoriali e provinciali. Quindi è necessario che la ʻparte romanaʼ deleghi al territorio tutto quello che è possibile. Questo è il mio primo obiettivo, che conto di portare a termine il prima possibile, spero nellʼapprovazione del provvedimento nel giro di un paio di mesi.” (Alfio Pini a La Protezione Civile Italiana-maggio 2010) Ecco la “burorisposta” del Capo Dipartimento Francesco Paolo Tronca del 14 Febbraio 2011:

DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE Prot. n. 784 4168

Roma. 14 febbraio 20 l I

Ai Sigg.ri Direttori Regionali dei Vigi li del Fuoco, del Soccorso e della Difesa Civile LORO SEDI

Ai Sigg.ri Comandanti Provinciali dei Vigili del Fuoco (tramite i Direttori Regionali) e p.c. Al Sig. Dirigente Generale Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Ai Sigg.ri Direttori Centrali OGGETTO: Stipula di convenzioni. protocolli d’intesa. accordi quadro.

LORO SEDI

SEDE

LORO SEDI

Nel corso dell’ultimo quinquennio si è registrato un forte incremento di moduli di cooperazione di tipo convenzionale posti in essere con l’obiettivo di favorire forme di collaborazione tra più soggetti nel campo della sicurezza, intesa nella sua più ampia accezione, orientate a migliorare complessivamente la qualità della vita delle persone, a rafforzarne il senso di appartenenza al territorio e alla comunità di riferimento. Il ricorso allo strumento pattizio pone, tuttavia, la necessità di armonizzare le diverse iniziative nell’ottica, peraltro, di conferirvi maggiore concretezza, funzionalità e omogeneità, in sintonia con il quadro normativo di riferimento. In tale prospettiva, tutti gli accordi vanno quindi preventivamente sottoposti ad una approfondita valutazione in sede centrale si da esaminare e validarne l’impostazione sul piano procedurale, contenutistico e degli effetti, nonché al fine di verificarne la coerenza con il complessivo sistema della collaborazione interistituzionale. In relazione a tanto, in linea con l’indirizzo generale dell’Amministrazione in tema di strumenti pattizi e con le direttive già emanate in materia da questo Dipartimento, si rappresenta l‘esigenza che gli schemi degli accordi in argomento vengano trasmessi allo scrivente con congruo anticipo rispetto alle ipotizzabili date di sottoscrizione anche al fine di verificarne la conformità sul piano istituzionale in termini di eventuale delega alla firma. Nell’ottica, inoltre, di favorire il necessario raccordo sul piano territoriale, si evidenzia l’opportunità che tali iniziative, ove poste in essere a livello provinciale, pervengano a questo Dipartimento per il tramite delle competenti Direzioni Regionali corredate del relativo parere preventivo. Si confida nella consueta collaborazione delle SS.LL.. IL CAPO DIPARTIMENTO (Tronca)

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è qui presente la componente atleticamente più preparata del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.”

Al termine dei vari interventi è seguito il momento emozionante dellʼalzabandiera e dellʼaccensione del tripode che arderà fino a sabato pomeriggio. La fiamma è stata portata da Faustino Riz, vigile del fuoco più anziano in gara nel campionato.

Nel corso della giornata un funzionario dello stato Arkansas (Stati Uniti), delegato del Governatore, ha consegnato una targa quale segno di fratellanza tra i Vigili del Fuoco Italiani e quelli Americani accomunati dalle tragedie delle torri gemelle e del terremoto del LʼAquila. La targa è stata contraccambiata dal Capo del Corpo con un elmo dei VVF.

XXVII

La competizione terminata il 22 gennaio ha visto ancora una volta l'Unione Distrettuale della Val di Fassa salita sul gradino più alto del podio, aggiudicandosi la classifica a squadre, quindi il trofeo assoluto. Al secondo posto l'Unione Distrettuale di Fiemme seguita dal Comando provinciale di Genova. Alla cerimonia di chiusura sono intervenuti il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Prefetto Francesco Paolo Tronca, il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ing. Alfio Pini, l'Assessore provinciale al Turismo, Tiziano Mellarini, il Presidente della Federazione dei Corpi dei vigili del fuoco volontari della provincia autonoma di Trento, Ing. Alberto Flaim, il Sindaco di Pozza di Fassa, Tullio Dellagiacoma e il Sindaco di Cortina D'Ampezzo, Andrea Franceschi.

EDIZIONE CAMPIONATO

DI SCI

VIGILI

DEL

FUOCO.

centro storico di Pozza di Fassa ha fatto da scenografia alla cerimonia di apertura della ventisettesima edizione del Campionato Italiano per Vigili del Fuoco di Sci Alpino e Nordico. Nel tardo pomeriggio si è svolta la sfilata con la partecipazione di tutti gli atleti, i discorsi ufficiali e lʼaccensione del tripode.

IL

Alla cerimonia di inaugurazione, preceduta da un entusiasmante show acrobatico eseguito dai maestri di sci, erano presenti, tra gli altri, il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Alfio Pini e il Presidente della Federazione dei Corpi dei Vigili del fuoco volontari della Provincia Autonoma di Trento, Alberto Flaim.

Nel corso dei vari saluti ufficiali è così intervenuto il Capo del Corpo: “Lʼattività sportiva è propedeutica allʼattività di soccorso che viene favorita per consentire al Personale di mantenere accettabili livelli di efficienza in vista della missione principale del Vigile del Fuoco. Ogni anno vengono organizzati circa venti Campionati Italiani nelle varie discipline sportive (Ciclismo, Podismo, Nuoto per Salvamento, Tiro a Volo, Triathlon, Calcio, Sci Alpino e Nordico) diversificandoli per consentire ad ognuno di poter praticare quello a lui più congeniale. Questi campionati sono anche lʼoccasione per consentire al personale di incontrarsi a livello Nazionale al di fuori delle gravi calamità che colpiscono il nostro Paese. Fra tutti il Campionato di Sci è quello che riscuote maggiore successo. Posso quindi dire che

I Campionati Italiani dei vigili del fuoco di sci alpino e nordico sono stati organizzati per la prima volta nel 1985 a cura della Federazione dei corpi vigili del fuoco volontari della Provincia autonoma di Trento e, per le prime sei edizioni, si sono svolti sempre in Trentino. A partire dal 1991 è subentrato nell'organizzazione il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che li organizza in alternanza. Ad oggi, 15 edizioni si sono svolte in Trentino e 12 nel resto d'Italia (Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Abruzzo, Toscana). La Val di Fassa ha ospitato oltre millequattrocento atleti e le loro famiglie, fornendo tutte le strutture logistiche per la manifestazione. Centocinquanta volontari hanno lavorato senza sosta per far fronte a tutte le esigenze.

La cerimonia si è conclusa con il passaggio di consegna della bandiera ufficiale dei Campionati al Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Belluno che organizzerà a Cortina d'Ampezzo la ventottesima edizione dei giochi nel periodo 1921 gennaio 2012.

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QUANDO LE STALLE BRUCIANO… Agosto 2009: un incendio scoppia al centro equestre di Bochum – 11 cavalli muoiono tra atroci sofferenze. Aprile 2008: 14 cavalli hanno potuto essere salvati durante l’incendio di una stalla a Stüsslingen, nel canton Soletta. Salvare dei cavalli durante un incendio esige un approccio specifico. Come si possono preparare i pompieri per affrontare nel modo migliore questo genere di intervento? DI ISABELLE

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GRÜNENWALD

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er fortuna gli incendi di stalle non finiscono sempre in modo tanto tragico, come nellʼesempio menzionato in apertura. Spesso gli animali possono essere messi in salvo in tempo. Nel gennaio 2010 per esempio, un incendio è scoppiato a Oensingen nel solaio della casa del cavaliere, di fama internazionale, Pius Schwizer. Tutti i cavalli hanno potuto essere salvati.

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D’INTERVENTO UN

LE STALLE PRENDONO FACIL-

Le apparecchiature elettriche difettose oppure utilizzate in modo improprio e la negligenza dei fumatori sono allʼorigine di numerosi incendi che scoppiano nelle stalle! Gli incendi possono anche essere causati da un fulmine o da unʼautocombustione del fieno. I box dei cavalli sono spesso costruiti totalmente o parzialmente in legno e contengono dei materiali infiammabili quali la paglia o dei trucioli di legno. Inoltre, la buona aerazione delle stalle fornisce unʼimportante quantità di ossigeno che permette allʼincendio di propagarsi in modo estremamente rapido. Nelle vicinanze dei box si trovano spesso delle balle di paglia, del fieno e altri materiali per le lettiere. La stalla e i locali adiacenti, come per esempio la selleria, contengono anchʼessi degli oggetti facilmente infiammabili quali le coperte per i cavalli, gli oli, i prodotti di pulizia o i bendaggi.

PER LʼUOMO

I cavalli in preda al panico reagiscono in modo del tutto imprevedibile e sono pericolosi. Quando è necessario far uscire dei cavalli da una stalla in fiamme, la sicurezza personale deve sempre essere prioritaria. Ruedi Keller direttore del Grosstier-Rettungsdienst Schweiz e Liechtenstein

(Servizio di salvataggio per grandi animali Svizzera e Liechtenstein) spiega: «Se

È importante esercitarsi al di fuori delle urgenze in modo che i pompieri e i cavalli possano abituarsi gli uni agli altri. Questo significa anche imparare a mettere una cavezza al cavallo e imparare a condurlo. Per mettere la cavezza a un cavallo bisogna mettersi alla sua sinistra.

Quando un incendio scoppia in un box, resta pochissimo tempo per mettere in salvo i cavalli, poiché la velocità di combustione della paglia sciolta è maggiore di quella della benzina. Reinhard Kaun, veterinario a Altmünster (in Austria), responsabile di un ufficio di gestione dei rischi e di consigli in materia di sicurezza nello sport equestre, spiega: «Non è un caso se si usa lʼespressione ‹fuoco di paglia›. La paglia prende subito fuoco, le fiamme sono violente e non durano molto. Durante lʼestate 2005, viaggiavo su una strada nazionale dietro a un camion carico di paglia», continua Kaun. «ad un tratto lʼautista ha buttato fuori dalla finestra una sigaretta accesa che ha immediatamente appiccato fuoco alla paglia. In 10 minuti il camion e il suo carico erano completamente bruciati.»

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CAVALLO CHE HA PAURA

RAPPRESENTA UN PERICOLO

MENTE FUOCO

un fuoco scoppia in una stalla, è praticamente impossibile mettere una cavezza ai cavalli. Sono nervosi, in preda al panico e possono scalciare. Questo è molto pericoloso per chiunque cerchi di passare una cavezza intorno al collo di un cavallo nel box.» I cavalli possono scalciare in modo molto violento, è per questo che bisogna restare a una distanza di circa due metri. Non bisogna nemmeno sottovalutare lo stress del cavallo quando molte persone, stressate a loro volta, si trovano improvvi-

samente nella stalla. Il rumore non familiare creato dalla presenza dei pompieri con la loro protezione per la respirazione può aumentare ulteriormente lo stress del cavallo. «Quando i cavalli si trovano in un tale stato di panico», continua Ruedi Keller, «non rimane nientʼaltro da fare che aprire le porte dei box e liberare il passaggio attraverso il quale i cavalli saranno spinti verso lʼesterno.» Dettaglio importante: bisogna incominciare aprendo le porte dei box che si trovano in fondo alla stalla e terminare con quelle che si trovano vicine allʼentrata. Perché? Il signor Keller spiega: «Cʼè il rischio che, nellʼagitazione, un cavallo scivoli, cada e blocchi il passaggio.» Quando questo è possibile è preferibile utilizzare le abituali uscite della stalla che i cavalli conoscono bene.

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UNA SFIDA PER I POMPIERI Esistono tuttavia situazioni durante le quali si ha il tempo e la possibilità di mettere al sicuro i cavalli, utilizzando la briglia e la cavezza. Per le persone abituate a occuparsi di questi animali, mettere correttamente una cavezza e portare fuori il cavallo tenendolo per la briglia, è generalmente unʼoperazione semplice. Esse sanno anche che per mettere una briglia, una cavezza, guidare un cavallo o coprirlo, bisogna restare alla sua sinistra, poiché è così che è stato abituato. Per un pompiere che non possiede alcuna esperienza dei cavalli, passare una briglia e portare un cavallo con la cavezza, può già essere un Nell’immagine piccola nella 2^ pagina d’apertura le storiche stalle dell’abbaproblema. Il pompiere sa, per esemzia di Einsiedeln prima della rinnovazione. Tutte le scuderie erano abbastanpio, da che parte deve effettuare za tortuose e un’evacuazione in caso di incendio sarebbe risultata davvero queste operazioni? difficile. Se a tutto questo si aggiunge la Qui sopra le scuderie rinnovate dell’abbazia di Einsiedeln in cui Markus Diem, paura del cavallo, le cose diventano comandante del Corpo pompieri, ha fatto svolgere un’esercitazione. quasi impossibili. Ruedi Keller del servizio di salvataggio dei grandi E SE VOGLIONO RITORNARCI? animali, spiega perché è assolutamente indispensabile Non appena i cavalli sono stati portati in una zona sicuutilizzare una briglia anziché portare fuori il cavallo ra, bisogna immediatamente bloccare il passaggio verso tenendolo direttamente dalla cavezza: «Le redini sono la stalla poiché cercherebbero di ritornare nellʼedificio in destinate alla nostra sicurezza personale. Se un cavalfiamme. Il veterinario Reinhard Kaun racconta: «Mi lo, portato tenendolo direttamente dalla cavezza, ha ricordo di un evento nel corso del quale un cavallo è improvvisamente paura e raddrizza la testa, ci si può ritornato ben tre volte nella stalla in fiamme perché non facilmente ritrovare, a secondo della situazione, con una era stato legato e messo correttamente al sicuro fuori spalla slogata! » dalla zona pericolosa.» Il signor Kaun raccomanda quindi, quando è possibile, di richiudere le porte dei box non appena i cavalli ne sono usciti. Come e dove legare un cavallo una volta messo in salvo per evitare che inciampi o si ferisca con le redini, o che si sleghi e cerchi di galoppare di nuovo in direzione della stalla in fiamme? Le barriere dei recinti non sono adatte per legare gli animali in tutta sicurezza, tranne quando si tratta di costruzioni in metallo fissate nel cemento! Gli aiuti o il personale della scuderia possono improvvisare delle installazioni per legare i cavalli nel maneggio, se ce nʼè uno. Si può anche tendere una corda tra i trattori in un prato. I cavalli devono sempre essere legati a una distanza sufficiente gli uni dagli altri con un solido nodo che è tuttavia possibile disfare in un colpo solo. Il nodo a scioglimento rapido abituale utilizzato dai pompieri e il nodo a sedia sono adatti a questo genere di Il nodo a scioglimento rapido può essere sciolto in una sola volta se il cavallo è preso dal panico. situazione. Il nodo a scioglimento rapido è tuttavia più V F V M A R Z O / A P R I L E 2 0 11

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importante che la collaborazione tra i pompieri e i responsabili della scuderia venga stabilita prima che si produca un incendio: «Durante un recente esercizio, due pompieri equipaggiati con la protezione per la respirazione dovevano evacuare due cavalli di razza Haflinger. Hanno perso minuti preziosi nel tentativo di aprire le porte dei box.» Esistono diversi sistemi di apertura dei box, non è quindi ovvio per un profano riuscire a capire subito come funziona lʼapertura di una porta. In questo caso si perde del tempo prezioso in una situazione dʼurgenza. «È per questo motivo che è così importante per un pomImportante la collaborazione tra pompieri e responsabili della scuderia piere conoscere le condizioni speciper esempio per pianificare le procedure d’allarme, stabilire piani e fiche del posto, in questo caso i vie di evacuazione, punti di raduno per i cavalli ecc... sistemi di chiusura dei box delle complicato del nodo a sedia e non presenta alcun vanscuderie nella zona dʼintervento.» taggio rispetto a questʼultimo. ESEMPIO DELLE SCUDERIE REALI DELLʼABBAZIA DI EINSIEDELN COLLABORAZIONE TRA I POMPIERI La razza Einsiedler viene allevata da più di 1000 anni E I RESPONSABILI DELLA SCUDERIA nelle scuderie reali dellʼabbazia di Einsiedeln, il più vecPer essere ben preparati a far fronte a un incendio nel chio centro dʼallevamento equino dʼEuropa. Nelle scuquale sono coinvolti dei cavalli, è raccomandato allenarderie si trovano attualmente circa 20 cavalli, tra cui due si regolarmente. stalloni. Il veterinario Reinhard Kaun, che organizza da ben 15 Markus Diem, comandante del Corpo pompieri aziendaanni degli esercizi con i cavalli e i pompieri in Austria, li dellʼabbazia e delle scuderie reali di Einsiedeln, spiega spiega: «È importante che i pompieri e i responsabili il concetto di sicurezza dellʼabbazia: «Anche se tutti gli della scuderia si ritrovino al di fuori delle situazioni di edifici sono sorvegliati tramite il sistema Cerberus, il emergenza per allenarsi insieme, incominciando dalle concetto prevede, per noi pompieri aziendali, un esercicose più semplici. Questo include delle attività di base zio generale ogni due anni sul tema del salvataggio come mettere una cavezza, portare i cavalli, guidarli degli animali nelle scuderie. Il nostro Corpo di pompieri verso lʼesterno al buio con una lampada frontale e abiaziendali può contare sul sostegno di 22 pompieri del tuare i cavalli alla presenza di una squadra che indossa Corpo pompieri di Einsiedeln, nel quale sono incorporala protezione per la respirazione.» ti 104 militi.» Questo presuppone anche che i centri equestri disponRecentemente le scuderie storiche nelle vicinanze delgano di un concetto di sicurezza su misura, che comlʼabbazia sono state rinnovate. «Prima le scuderie erano prende per esempio un piano di allarme, dei responsacostruite in modo abbastanza tortuoso e unʼevacuaziobili, una rete di vie di evacuazione segnalata, un punto ne dei cavalli in caso di incendio sarebbe stata davvero di ritrovo per i cavalli e un punto di ritrovo per occupardifficile», continua il comandante Diem. «Dopo i lavori di sene dopo il loro salvataggio. Le installazioni sprinkler ristrutturazione abbiamo potuto già effettuare un eserciautomatiche rappresentano una soluzione efficace di zio in collaborazione con i pompieri di Einsiedeln.» lotta contro gli incendi nelle scuderie, ma sono purtroppo onerose. ESERCIZIO GENERALE NELLE SCUDERIE REALI Per lottare contro un inizio dʼincendio, è utile avere dei Nel corso dellʼesercizio nelle scuderie, tutti i pompieri si posti di estinzione o degli estintori portatili a portata di allenano a posare correttamente una cavezza e a portamano. Gli estintori a polvere non sono adatti a una scure un cavallo tenendolo dalla briglia. Durante questo deria in quanto la polvere limita la visibilità e può dangenere di esercizio è importante che sia sempre preneggiare le vie respiratorie. sente una persona che conosce i cavalli così come una Ruedi Keller illustra con un esempio a che punto è persona che non li conosce, aggiunge Diem. «In effetti,

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TECNICHE i cavalli non sono abituati a vedere delle persone che indossano un casco o degli abiti di protezione, e questo li rende nervosi.» È in questo modo che il pompiere impara come comportarsi con un cavallo. Avvicinarsi a questo animale da dietro, per esempio, è pericoloso per via del punto morto. Un cavallo può praticamente vedere a 360°, ma cʼè un angolo morto proprio dietro di lui. Ecco come comportarsi correttamente per avvertire un cavallo della vostra presenza: bisogna parlargli e avvicinarlo mettendosi di lato. Quando si conduce un cavallo con la briglia, bisogna evitare di guardarlo negli occhi e si deve camminare con un passo deciso, restando allʼaltezza della sua spalla sinistra. I cavalli sono animali di fuga, bisogna dunque approfittare di questo loro riflesso quando li si conduce in un posto sicuro, lontano dalla zona dellʼincendio. Evitare a tutti i costi di condurre un cavallo passandogli semplicemente una corda intorno al collo. Cʼè il rischio in questo caso di perdere il controllo dellʼanimale e di scivolare verso le sue zampe posteriori.

I CAVALLI NON SONO DEI ROBOT Non tutti i pompieri sono portati per occuparsi dei cavalli. Il signor Kaun, veterinario austriaco, parla di un aspetto interessante: «Le mie diverse esperienze mi hanno mostrato che, durante le preparazioni, solo il 20% dei pompieri erano portati per interventi nei quali erano coinvolti dei cavalli.» Nel corso delle sue formazioni, e prima della parte pratica, il signor Kaun chiede sempre ai pompieri se ci sono dei volontari con esperienza. «Generalmente circa il 30% dei pompieri si dichiara pronto per lʼesperienza», continua il signor Kaun. «Quando si tratta poi di iniziare veramente la parte pratica, di far uscire quindi i cavalli dalla scuderia, di legarli e di garantire la loro sicurezza, il 10% dei volontari abbandona, anche perché alcuni cavalli non funzionano come dei robot.» «Quello che conta quando abbiamo a che fare con dei cavalli», precisa il comandante dei pompieri aziendali di Einsiedeln, «è che la persona agisca con determinazione, in modo calmo e sicuro.» Un pompiere deve inoltre rispondere ad altri criteri per potersi occupare dei cavalli in tutta sicurezza: non deve aver paura dellʼintervento, non deve parlare con una voce acuta, non deve essere pretenzioso o violento e non deve giocare a «Rambo».

D’INTERVENTO

STALLONI, GIUMENTE E I LORO PULEDRI, ASINI Durante lʼevacuazione delle scuderie, le giumente devono sempre essere portate fuori con i loro puledri. I puledrini possono eventualmente essere portati senza briglie, per quanto concerne invece i puledri più grandi bisogna mettere loro una cavezza e portarli o spingerli fuori con la giumenta. I cavalli che vivono in gruppo hanno in generale a disposizione un recinto o lʼaccesso al pascolo. È in questi posti che bisogna portare tutto il branco. Se più cavalli vanno evacuati, devono assolutamente essere legati e separati o messi a una distanza sufficiente dalle giumente. Gli asini possono scalciare da tutte le parti e non sono sempre pronti a collaborare. In questo caso, e secondo la loro grandezza, possono essere spinti o portati da più persone lontano dalla zona di pericolo. IMPORTANTE! •

SPEGNERE I LAMPEGGIATORI BLU E LE SIRENE PRIMA DI

ARRIVARE SUL LUOGO, POICHÉ RENDONO I CAVALLI NERVOSI;

LASCIARE, SE POSSIBILE, GLI ACCESSI LIBERI IN MODO

CHE GLI ANIMALI FERITI POSSANO ESSERE TRASPORTATI IL PIÙ RAPIDAMENTE POSSIBILE IN UNA CLINICA;

• •

AVVERTIRE UN VETERINARIO; DURANTE L’INVERNO MOLTI CAVALLI PORTANO UNA

COPERTA, ANCHE ALL’INTERNO DELLE SCUDERIE.

BISOGNA

DUN-

QUE, QUALE MISURA PREVENTIVA, RITIRARE IMMEDIATAMENTE LE COPERTE DOPO L’EVACUAZIONE, IN MODO DA EVITARE IL RISCHIO DI USTIONI GRAVI;

FUORI DALLA SCUDERIA I CAVALLI DEVONO ESSERE

SEMPRE SORVEGLIATI E ATTACCATI IN MODO SICURO; MAI CHIUDERE A CASO DEI CAVALLI IN UN DEPOSITO O UN RECINTO, RISCHIEREBBERO DI FERIRSI PER VIA DELLA LORO GERARCHIA SOCIALE;

LE GRAVI FERITE RIPORTATE DA UN CAVALLO, O LA SUA

MORTE, PROVOCANO NEL PROPRIETARIO E I SOCCORRITORI PRESENTI UNA REAZIONE DI STRESS POSTRAUMATICO ACUTA.

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VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI O VOLONTARI VIGILI DEL FUOCO? QUESTO È IL DILEMMA... (SEGRETARIO

DELLʼISPRO

A CURA DI

- ISTITUTO

DI

LORENZO ALESSANDRINI

STUDI

E

RICERCHE

SULLA

PROTEZIONE CIVILE

E

DIFESA CIVILE)

Per q uanto vogliamo continu are a nascon derci; il fatto di ave re il p iù piccolo se rvizio di soccorso urg ente de l co ntin ente è un sto r tura del sistema che pr ima risolveremo e fficacemente e meg lio sarà per tutti.

i tratta di un gap impressionante che non possiamo continuare a sottovalutare per molto, anche perché con la fine della leva militare è venuta a mancare quella tradizionale forza dʼimpiego capace di specializzazione che era assicurata dai militari, mentre il volontariato di protezione civile che conosciamo ha bisogno di sviluppare ancora la sua presenza in maniera più diffusa e distribuita sullʼintero territorio nazionale.

S

Sappiamo con certezza, ad esempio, che oggi non saremmo più in grado di garantire i numeri che sviluppammo in occasione dellʼultimo terremoto di grandi dimensioni, quello della Campania Basilicata del 1980, allorché inviammo sul campo, nella fase iniziale di massimo impiego, 2600 pompieri in regime di doppio turno, per un totale di 4200 unità entro i primi tre giorni, che integrammo però con quasi 35.000 soldati delle diverse armi.

Come è abbastanza noto agli operatori, la legislazione sul soccorso urgente per molti anni ha impedito a chiunque non appartenesse al Corpo Nazionale di avvicinarsi alla pratica del Soccorso Tecnico Urgente, e ciò ha creato, nel tempo, un divario e una contraddizione enormi tra la quantità di rischi sofferti dal nostro Paese e la quantità di specialisti da mettere in campo rispetto al bisogno conosciuto. È insomma ormai palese che noi oggi abbiamo assolutamente bisogno di una maggiore dotazione di uomini e di risorse specialistiche da impiegare in emergenza. Il nostro volontariato, finora, siamo sinceri, molto ha potuto anche in considerazione della relativa intensità dei disastri accaduti sul nostro territorio, ma quanto questo potrà durare? Purtroppo questo paradosso italiano è ormai conosciuto e indagato anche allʼestero, dove si osserva la situazio-

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ne della nostra organizzazione di protezione civile con una certa curiosità, proprio per la contraddizione che essa esprime. La notizia dellʼindagine svolta recentemente da un giornale tedesco sul soccorso tecnico urgente in Europa, che ci vede fanalino di coda pur avendo più disastri degli altri, non può non sollevare la nostra preoccupata attenzione. Una situazione, la nostra, che anche in Europa viene dunque considerata del tutto inadeguata ed impropria rispetto alle necessità espresse dalla nostra particolarissima situazione territoriale e demografica e di esposizione ai rischi. Una delle tracce più importanti da analizzare e su cui riflettere con attenzione dopo la lettura dellʼindagine tedesca, riguarda certamente la modalità di impegno dei vigili del fuoco volontari (in Germania ce ne sono un milione): mentre la normativa tedesca prevede che i sin-

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IL PRESIDENTE DELL’ANVVFVV GRONCHI CON IL PADRE FONDATORE DELLA MODERNA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA ZAMBERLETTI ED IL MINISTRO DELL’INTERNO MARONI. A DX IL PRESIDENTE DEI VVF TEDESCHI HANS-PETER KROEGER

daci rimborsino i datori di lavoro per gli interventi svolti dai vigili del fuoco volontari che vengono sottratti allʼoccupazione lavorativa ordinaria, in Italia la procedura di rimborso per il volontariato di protezione civile impiegato in emergenza è sottoposta a un regime autorizzativo che parte dalla richiesta locale, passa per il tramite della Regione, che dovrà verificare lʼiscrizione dellʼorganizzazione in un apposito elenco nazionale, autorizzare lʼintervento e infine provvedere al successivo rimborso (eccetto che per le grandi Associazioni nazionali, rimborsate direttamente dal Dipartimento), ma con lʼonere finanziario comunque posto alla fine sempre sulle spalle del Dipartimento della protezione civile che deve passare i fondi alle Regioni. È un sistema davvero efficiente, quello che prevede due procedure di rimborso: dalla Regione allʼorganizzazione e dallo Stato alla Regione?

Può darsi -chissà- che riconsiderando nella sua complessità tutta la vicenda dei volontari italiani di protezione civile, la loro organizzazione e il sistema di tutele anche economiche che attualmente garantiamo loro, sia possibile prevedere magari anche per noi, Bassanini alla mano, una diversa attribuzione e responsabilità di attivazione in emergenza da porre in capo ai sindaci, e lʼassegnazione conseguente di un diverso ruolo a Stato e Regioni nel finanziamento degli interventi, che potrebbero forse essere ancor meglio tagliati e inquadrati sulle tipologie di evento previste dalla legge 225 e/o sullʼimpiego del volontario al di dentro o al di fuori del proprio territorio comunale. Nel riquadro il risultato dellʼinchiesta condotta dal quotidianno tedesco “Frankfurter Allgemeine”, che ha pubblicato un articolo sugli incendi boschivi nellʼEuropa Meridionale ed ha stilato una classifica sul numero dei

vigili del fuoco in Europa, dichiarando lʼItalia fanalino di coda del continente quanto a numeri nel soccorso tecnico urgente e nel servizio antincendio. Il giornale tedesco comunque precisa peraltro che in Germania ci sono circa 1,3 milioni di vigili del fuoco, ma che per oltre 1 milione si tratta dipersonale volontario. Infatti solo le città con oltre 100.000 abitanti hanno disposizione squadre di vigili professionali. I volontari non ricevono alcuna remunerazione, percependo comunque dal proprio datore di lavoro lo stipendio per le ore di assenza trascorse a spegnere incendi. Il principale poi viene rimborsato dai Comuni, ai quali tale prassi costa meno che avere un corpo permanente. Sempre nello stesso articolo si fa riferimento ad una dichirazione del presidente dei VVF tedeschi HansPeter Kroeger, secondo il quale la battaglia degli incendi boschivi si vince a terra con un intervento non superiore ai dieci minuti. PAESE

VIGILI DEL FUOCO 1.000 ABITANTI

PER

Austria Slovacchia Polonia Germania Rep. Ceca Francia Portogallo Finlandia Grecia UK Italia

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36.9 18.3 13.3 13.1 9.0 4.0 3.8 2.6 1.7 1.0 0.7

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SOLUZIONI

I “BAGNANTI” AGRICOLI E L’ANTINCENDIO DI

FRANCO LUCONI BISTI (*)

Non sempre le soluzioni migliori richiedono complessità e diffcoltà di ricerca; e quello che andremo a trattare nelle righe di questo articolo ne è la dimostrazione. In tempi di crisi e di cronica mancanza di risorse tornare alla tradizione può essere un ottimo ripiego. Mai potremmo declassare l’acqua, mai potremmo sostituirla, mai riusciremmo a detronizzarla dal suo ruolo di estinguente per destino, piuttosto potremmo migliorarla.

PRINCIPIO ATTIVO: DIOTTIL SOLFOSUCCINATO SODICO (COMPONENTE

CHIMICO)

DILUIZIONE: 50-100 ML PER ETTOLITRO SI

TROVA:

NELLE AZIENDE AGRARIE E DAI FIORAI COSTA POCHISSIMO...

CURIOSITÀ: QUALCUNO LO USA PER AUMENTARE LA FLUIDITÀ DEI REFLUI FOGNARI

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SOLUZIONI e azioni attrattive tra le molecole di un liquido (le forze di coesione) fanno sì che le molecole dello strato superficiale siano soggette ad una forza risultante non nulla che tende a farle spostare verso lʼinterno; esse pertanto tendono a sfuggire dalla superficie limite del liquido e di conseguenza questa tende ad assumere la estensione minima possibile (in assenza di altre forze, la superficie minima, è quella sferica).

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Quindi la goccia è una limitazione allʼeffetto bagnante della acqua e di conseguenza della sua capacita estinguente. In scarsità di risorse idriche e con incendi di vaste proporzioni, rendere migliorabile lʼestinguente può essere importantissimo, in questo caso basti ricordare incendi boschivi in periodi di forte siccità o incendi di strutture ricche di legno stagionato.

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TENSIOATTIVI E L’ANTINCENDIO

Non ci sono particolari controindicazioni allʼutilizzo dei tensioattivi sia in utilizzo semplice, sola acqua, sia in utilizzo con schiumogeni. Migliorando lʼeffetto bagnato la superficie della nostra goccia sarà di molto superiore al normale e di conseguenza la stessa sarà molto più efficace sulla zona interessata dalle fiamme. In fase preventiva riuscirà a penetrare più allʼinterno dei pori del materiale combustibile e a rendere più lunga la fase di distillazione e quindi di innesco. Ma ciò che le fotografie ci mostrano è una chiarissima funzionalità di questo prodotto.

In questo frangente la conoscenza minima di questo problema ci aiuta a trovarne la soluzione, è nota da secoli, per primi i saponi ricordati anche dalla bibbia, che alcuni composti chimici - anche di semplice struttura - riescono a diminuire molto la tensione superficiale. Ricordando solo lʼolio di ricino solfato che agli inizi dellʼottocento permetteva un miglior trattamento dei filati, da sempre i tensioattivi sono fondamento della pulizia dei tessuti e presenti in ogni detersivo. Non è però dalla lavatrice che abbiamo attinto i tensioattivi, ma dallʼagricoltura. Chi più del contadino ha bisogno dellʼacqua per i suoi raccolti e chi più di lui conosce le grandi quantità necessarie per il buon andamento della crescita e di conseguenza della qualità dei frutti della terra. Il tensioattivo aiuta a bagnare meglio la terra, le piante e le foglie e questo riduce di molto le quantità di liquido e quindi i costi. Lʼutilizzo agricolo rende questo prodotto economico e facilmente reperibile e assolutamente biodegradabile, tanto che mangiamo tranquillamente i prodotti innaffiati con acqua trattata con tensioattivi.

Grandi quantità di liquido estinguente si ottengono versando nellʼautobotte il quantitativo relativo alla capienza della stessa, facilitando molto il lavoro di miscelazione altrimenti un poʼ certosino. Orientativamente 1 litro per ogni tonnellata dʼacqua (100 ml per ettolitro).

(*) COMANDANTE CORPO VOLONTARIO VIGILI DEL FUOCO MADONNA CAMPIGLIO (TN) ISTRUTTORE DELLA SCUOLA PROVINCIALE ANTINCENDI DI TRENTO

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el 1986 Gronchi, insieme al compianto Federico Garigliet Brachet, organizzò a San Maurizio Canavese il XIV Congresso dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari. Proprio in quellʼoccasione il commendatore venne eletto presidente nazionale. In tutte le manifestazioni provinciali, regionali e nazionali, Gino non ha mai mancato di nominare – e prendere ad esempio – il Distaccamento dei vigili del fuoco volontari di San Maurizio C.se, per la sua organizzazione e operatività , ricorrendo spesso ad una frase in piemontese “A lan na marcia en pì” (ndr. hanno una marcia in più). Negli anni Gronchi ha consegnato ai VVFV Sanmauriziesi ben 2 attestati dʼonore ed una medaglia al merito. Nella lunga carriera di VF volontario tante sono state le tragedie e le calamità naturali che hanno visto Gino protagonista: dapprima come vigile e poi da ufficiale. Tra queste operazioni spicca lʼorganizzazione nel 1999 (su mandato del Consiglio dei Ministri) del servizio antincendio e dellʼapprovvigionamento idrico nei campi profughi Albanesi delle popolazioni Kosovare.

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GINO CITTADINO ONORARIO DI SAN MAURIZIO CANAVESE A CURA DI

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Il novemilasettecentoventisettesimo “abitante” del comune di San Maurizio Canavese è Gino Gronchi, presidente della ANVVFV. Nominato cittadino onorario con delibera del consiglio comunale Sanmauriziese per meriti locali, regionali, nazionali ed internazionali.

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Per questi motivi, il sindaco Roberto Canova, ha voluto nominare Gino Gronchi Cittadino Onorario del comune di San Maurizio Canavese. La nomina ufficiale è avvenuta nella giornata dedicata ai festeggiamenti di Santa Barbara Martire e, oltre ai volontari Sanmauriziesi al gran completo, ha partecipato alla cerimonia il presidente della locale delegazione ANVVFV Diego Coriasco.


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