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Anno XXIV- no 4 Luglio/Agosto 2010

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano


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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)

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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI

Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI

Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it

Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per lʼItalia CEAT tel. 02/89.500.256 CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

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L’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dell’articolista e non impegnano né la Rivista né l’Associazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. E’ vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

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Aut. Trib. Milano n. 855/89

www.vfv.it LA FOTO DI COPERTINA E DI SERGIO SALEMI (CENTRO DOCUMENTAZIONE VIDEO VVF MILANO): INCENDIO DEPOSITO PALLETS

EDITORIALE

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EDITORIALE [A LATO]

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CORSI DI FORMAZIONE PER IL MONITORAGGIO ASTE FLUVIALI

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FORMAZIONE

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LʼELISOCCORSO DEI VVF DELLA LIGURIA DI PONENTE

ANDRIA: ARRIVA LʼESTATE, TORNANO I PIROMANI 112, NUOVA SPERIMENTAZIONE A VARESE

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ASSOCIAZIONE AMICI DEI POMPIERI DI BRONI: LA PIÙ AMATA

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COMUNICAZIONE RADIO IN GALLERIA

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ESERCITAZIONE CNSAS A MONTE CUCCO LA VERA STORIA POMPIERI DI VIGGIÙ

VOLONTARI DEL GARDA, POMPIERI MA ANCHE NO

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LOTTA A 3D

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LETTERE AL DIRETTORE

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UGENTO, CORSO DI FORMAZIONE PER VVF VOLONTARI E P.C. ASS. AMICI POMPIERI DI INVERUNO, NUOVO POLISSOCCORSO

LʼA.N.P.A.N.A.

MERATE: FIREPARTY 2010

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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano


EDITORIALE

EDITORIALE

EDITORIALE

EDITORIALE

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Le importanti e suggestive inaugurazioni delle sedi volontarie di Santa Croce Camerina (RG), San Fedele Intelvi (CO) e di Sorano e Manciano (GR), ci permettono di alimentare le giuste aspettative per un impiego funzionale dei vigili del fuoco volontari in quelle aree sguarnite di presidi del Corpo nazionale. Questa presa di coscienza non deve essere sempre frutto di attività isolate di qualche Dirigente sensibile alle necessità della cittadinanza ma soprattutto il risultato di una serie di iniziative, coordinate con le locali Amministrazioni, in osservanza con quanto previsto dal progetto ministeriale “Soccorso Italia in 20 minuti”. Proprio perché perseguita in quei Comuni dove i tempi di intervento sono sempre stati elevati, l’attività dei neo distaccamenti volontari è da considerarsi complementare e non sostitutiva di quella sinora esercitata dai distaccamenti permanenti. Dopo anni di attesa, saranno maturi i tempi per una seria presa di coscienza dell’incolumità dei cittadini con un servizio coordinato, preparato ed economico dei vigili del fuoco volontari? Tutto questo non deve farci perdere di vista le difficoltà cui attualmente versano i distaccamenti volontari già operanti; come abbiamo già ricordato nei mesi scorsi, stiamo lavorando con i responsabili del Corpo per risolvere le problematiche inerenti i corsi di formazione, la tutela previdenziale e l’assegnazione, in termini di automezzi ed attrezzature, del minimo indispensabile per permettere alle sedi volontarie di funzionare. Il grande aiuto e la disponibilità da parte delle locali amministrazioni finora ci ha permesso di “tappare” alcune falle anche se l’attuale situazione economica di certo non favorisce la messa in pratica dei necessari provvedimenti. Si, perché i tagli seguiti all’ultima manovra purtroppo non solo non hanno risparmiato gli enti locali, nostri principali sponsor, ma hanno direttamente colpito il Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, considerato il “fratello povero” fra i Corpi di soccorso e sicurezza dello Stato, ha purtroppo visto peggiorare la situazione dei parchi automezzi ed attrezzature oltre che del personale permanente in servizio. Discutibili politiche di sviluppo attuate nel passato, quando si favorì l’apertura di alcuni distaccamenti di professionisti in luoghi poco ideali, hanno ora portato al pericoloso depotenziamento delle sedi cittadine che, poste in aree densamente popolate, spesso restano operative anche grazie al personale volontario richiamato per periodi di 20 giorni. Volontari che per quei giorni non possono operare nei propri distaccamenti. Chissà che un giorno queste migliorabili sinergie fra volontari e permanenti non possano essere di auspicio per un Corpo più europeo, e più grande in termini numerici e capillarità di diffusione sul territorio, che ci permetta di essere maggiormente considerati nel panorama nazionale del soccorso. Gino Gronchi

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EDITORIALE

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CONVOCAZIONE DELL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI Ai sensi degli articoli 8 - 9 - 10 dello Statuto è convocata l'Assemblea Generale Ordinaria dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari, in prima convocazione per le ore 7.00 di venerdì 24 settembre 2010 e in seconda convocazione per le ore 9.00 di sabato 25 settembre 2010 presso l'aula magna del Centro Polifunzionale per l’Emergenza in via Golgi a Palazzolo sull'Oglio (BS) per l'approvazione dei bilancio economico.

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C'è bisogno, sul territorio, di qualcuno che con la vigilanza costante segnali le situazioni di potenziale pericolo per evitare conseguenze disastrose, che faccia pressione sulle autorità locali. E deve avere un ruolo riconosciuto.

La nostra debolezza sta nel fatto che non abbiamo il corpo comunale dei pompieri, come avviene in tutto il mondo. In Europa è così. Anche per una questione di costi. Nessuno stato si può permettere un milione e mezzo di professionisti. E l'Italia è un paese dove il volontariato è diffuso. Tutta questa gente va formata attraverso corsi specifici e poi gli va dato un coordinamento in modo che tutti sappiano quello che devono fare in caso di necessità.

Con la riforma del Titolo quinto si è dato alle Regioni un potere concorrente in materia. Ora bisogna che le Regioni non pensino che tanto arriva sempre lo Stato a tappare i buchi ed agiscano di conseguenza. E poi che si scenda fino a livello dei comuni. Il sindaco è riconosciuto dalla legge come autorità di protezione civile e allora deve poter avere il suo corpo di pompieri volontari. Non deve essere un profeta disarmato". (Giuseppe Zamberletti a L’ESPRESSO) “Il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco deve trasferire le sue competenze, per quanto più possibile, alle direzioni regionali che devono essere il punto d’incontro e confronto delle realtà locali, territoriali e provinciali. Quindi è necessario che la ‘parte romana’ deleghi al territorio tutto quello che è possibile. Questo è il mio primo obiettivo, che conto di portare a termine il prima possibile, spero nell’approvazione del provvedimento nel giro di un paio di mesi.” (Alfio Pini a La Protezione Civile Italiana-maggio 2010)

“Il Corpo dei vigili del fuoco non deve essere regionalizzato ma deve rimanere nazionale. Sono favorevole naturalmente ad un modello federalista della sicurezza ma penso però che il Corpo vigili del fuoco debba rimanere nazionale e non debba essere regionalizzato. Poi si dovra' confrontare con le varie Protezioni civili delle regioni però per farlo deve esserci un unico standard nazionale. Abbiamo un modello che funziona come e' adesso. I vigili del fuoco sono un punto di riferimento dell'intero sistema della sicurezza e lo dimostra la vicenda del terremoto quando sono stati lodati dagli americani e perfino dai tedeschi". (Roberto Maroni ad Adnkronos 02/07/2010)

h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i Cari pompieri, gentili lettori, non vi anticipo i contenuti delle prossime pagine-come invece faccio solitamente-al fine di cedere spazio a questi pensieri di tre importanti personaggi. Spero che questi punti di vista servano a stimolare le vostre riflessioni, in maniera tale che ognuno formi una propria opinione in merito. Preferisco non aggiungere un mio commento ma vorrei sentire i vostri: dalla spiaggia, dalla montagna o col cercapersone alla cintura, scrivete! Serena estate, Ascanio direttorevfv@me.com

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EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]

"In un'emergenza i primi minuti, le prime ore sono importanti. Quando si sposta un reparto dell'esercito da una parte all'altra dell'Italia serve semmai a rincuorare la gente, non a risolvere i problemi. E poi la presenza nei comuni serve a diffondere quella cultura della prevenzione che dovrebbe essere propria di ogni stato moderno e avanzato.

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L’ELISOCCORSO DEI VIGILI DEL FUOCO LIGURIA DI PONENTE ANCORA NON DECOLLA

dicembre del 2009 lʼassessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo dichiarava: “Sulla vicenda della consegna dellʼelicottero che doveva potenziare i servizi di emergenza e soccorso in Liguria vi è unʼinerzia che a questo punto giudico molto grave da parte di chi ha la responsabilità per rendere operativa la macchina”. Lʼaeromobile, un Agusta Westland Grand, è si diverso da quello in dotazione al Comando Genovese ma le caratteristiche della macchina erano state concordate nei numerosi incontri tecnici tra Regione, Fondazione Carige e Vigili del Fuoco anche a livello nazionale. “Ancora la scorsa settimana – chiarisce Montaldo – nel corso di una riunione tecnica sono state avanzate nuove difficoltà da parte della direzione regionale dei vigili del fuoco, pertanto ho personalmente chiesto al vice prefetto vicario Romilda Tafuri di intervenire presso il Ministero per sbloccare una situazione che sta creando, per ragioni incomprensibili, un grave danno e bloccando una bellissima iniziativa congiunta tra Fondazione Cassa di Risparmio, vigili del fuoco e Regione a vantaggio della salute dei cittadini”. Nel mentre il TAR Liguria, accogliendo il ricorso presentato dalla compagnia di Volo “Freeair helicopters”, ha annullato la delibera relativa alla convenzione coi vigili del fuoco per il servizio di elisoccorso nel quadriennio 20072010.Pare che il Tar abbia annullato la delibera regionale, e quindi la convenzione, contestando il punto che riguardava la responsabilità del direttore generale dei vigili del fuoco di sospendere lʼimpiego dei mezzi in caso di altre necessità di servizio.Ora il testo della convenzione è stato modificato e sembrerebbe stralciato lʼarticolo riguardante la “supremazia”

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A ottobre di due anni fa, sulle pagine di questa rivista, avevamo parlato del nuovo elicottero donato dalla Carige alla Regione Liguria al fine di raddoppiare il servizio di elisoccorso gestito dai VV.F. liguri. Il servizio sarebbe dovuto partire allʼinizio dellʼestate del 2009 ma, grazie alla burocrazia che ci contraddistingue, il progetto non è ancora “decollato”, intanto un altro anno è passato e lʼaeromobile rimane nellʼhangar di Albenga.

del direttore regionale dei VVF: lʼelicottero in convenzione non potrà essere distolto dal servizio di elisoccorso sanitario per svolgere altre attività tecniche. In questi giorni il “problema elicottero” è tornato alla ribalta in Giunta regionale, anche grazie allʼennesima interrogazione da parte di Marco Scajola (Pdl): «Lʼelicottero 109S - ha detto Scajola - è di proprietà della Regione e a tuttʼoggi non viene usato, anche se sarebbe di estrema utilità. Si tratta di un elicottero destinato a funzioni di elisoccorso, prodotto da unʼazienda leader del settore e acquistato grazie ad una donazione di sei milioni di euro da parte della Fondazione Carige. Questa inerzia è uno spreco di risorse pubbliche». Ha risposto lʼassessore alla salute e alle politiche della sicurezza dei cittadini Claudio Montaldo: «Sono stato convinto assertore della collaborazione con i Vigili del Fuoco, abbiamo proposto lʼacquisto dellʼelicottero, stipulato la convenzione per collocare questo elicottero nella base dei Vigili del Fuoco di Albenga e spostare lʼutilizzo di quello genovese sul Levante, sono partiti i corsi per il personale, ma abbiamo avuto inspiegabili difficoltà provenienti dallʼinterno. È intervenuto anche il prefetto, ora con gli avvicendamenti avvenuti al vertice del comando dei vigili del fuoco, sembra che finalmente la questione si stia sbloccando. Il 7 aprile scorso il mezzo è stato preso in consegna e trasferito a Sestri Ponente dove sono state fatte alcune prove con il personale del 118. Si tratta di un mezzo particolarmente duttile e adatto al nostro territorio e da luglio sarà operativo». Lʼestate duemiladieci è già iniziata, a quando la prima missione del nuovo “Drago” costato 6 milioni di euro e nelle mani dei vigili del fuoco da più di un anno?

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CORSI

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DI FORMAZIONE PER OPERARE IN SICUREZZA

NEL MONITORAGGIO DELLE ASTE FLUVIALI La Regione Piemonte ha attivato

(II°

CORSO PER LA

PROV.

DI

CN)

con il Corpo Nazionale dei Vigili

delFuoco un protocollo dʼintesa

per la formazione rivolta ai

volontari di protezione civile

nellʼambito delle iniziative

connesse con la gestione dei presidi idraulici di cui alla

DPCM 27/02/2004 “Gestione delle piene e dei deflussi“ ed alla DGR 25/06/2008 “Istituzione dei presidi

idraulici ed idrogeologici”.

corso si compone di una parte teorica e di esercitazioni pratiche, è articolato in 32 ore didattiche a carattere teorico – pratico ed è finalizzato a trasmettere al personale volontario di protezione civile le competenze e le abilità per il conseguimento della sicurezza necessaria a contrastare i rischi di tipo acquatico presenti durante lʼattività di monitoraggio delle aste idrometriche poste in corrispondenza dei corsi dʼacqua.

Il

avviare al secondo corso menzionato.

[Si presume che tutti i VVF volontari del Piemonte siano già provvisti di “abilitazione” analoga…]

Il corso sarà condotto dagli istruttori dei Vigili del Fuoco in possesso di peculiari abilitazioni e specializzazioni inerenti lʼattività acquatica e di specifiche metodologie didattiche.

Le competenze tecniche che verranno acquisite al termine del corso, sono rappresentate dalle conoscenze e dagli approfondimenti dei seguenti argomenti: riconoscimento dei pericoli e delle insidie in ambito acquatico; corretto utilizzo degli idonei DPI per la protezione dai rischi acquatici; corretta procedura di allertamento degli Enti preposti al soccorso; rischi sanitari specifici in ambiente acquatico.

Le abilità specifiche che verranno acquisite sono costituite da: idonee competenze di autosoccorso in seguito ad accidentale caduta in acqua; idonee manovre finalizzate ad un primo ed immediato soccorso ad un collega, addetto al monitoraggio, in balia di un rischio acquatico.

La Regione Piemonte – Settore Protezione Civile ha richiesto alle Province piemontesi di individuare, congiuntamente con i Coordinamenti Provinciali del volontariato di protezione civile, un gruppo di 20 volontari per ciascuna provincia, da

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ARRIVA L’ESTATE, TORNANO DOMENICA D’INCENDI

I

E FIAMME IN ALCUNE ZONE

PIROMANI DI ANDRIA

Numerosi incendi si sono verificati nei giorni scorsi

non solo in alcune zone rurali dellʼagro andriese

ma anche nellʼimmediata periferia cittadina, come lungo lo svincolo della strada tangenziale,

direzione Bisceglie ed in contrada Borduito, nei pressi di via Gentile

Il

resoconto di questi incendi, ancora una volta giunge dai Volontari Federiciani guidati dal prof. Francesco Martiradonna e dalla Misericordia, che hanno partecipato, questi ultimi con Vigili del Fuoco e la Forestale ad un incendio in contrada Lama Genzana, incendio che è durato circa 3 ore, sviluppatosi quasi sicuramente dall’incoscienza di qualche delinquente che ha messo fuoco a dell'erba secca.

Gli incendi più cospicui sono avvenuti domenica, ben cinque per la precisione, tutti annotati dalla solerzia che contraddistingue i volontari Federiciani, intervenuti questi che sono avvenuti con i Vigili del Fuoco del distaccamento di Barletta. Poco prima delle ore 10 è scoppiato il primo incendio, vicino alla strada tangenziale, all’altezza dello svincolo direzione Bisceglie. A bruciare era ancora una volta del materiale pericoloso quali gomme, frigoriferi e scatole di vernici e solventi, molto pericolosi per l’ambiente in quanto sprigionano diossina. Il secondo incendio è avvenuto poco dopo le 11:30, in contrada Borduito, nei pressi di via Corato, a pochi metri da alcune case e dalla scuola media “P. Cafaro” . Con i volontari Federiciani sono intervenuti gli Agenti della Polizia Municipale ed i Vigili del Fuoco di Barletta i quali, grazie alla loro temerarietà e spritio di sacrificio sono riusciti a mettere fine ad un incendio i cui esiti potevano essere alquanto pericolosi. Altro incendio si è sviluppato dopo pranzo in contrada

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Santa Lucia. Giunti sul posto i volontari Federiciani hanno scorto una catasta di copertoni che aveva preso fuoco. Chiesto l’aiuto da una vicina masseria, le guardie Federiciane grazie ad una provvidenziale autobotte sono riusciti a spegnere le fiamme. L’ultimo incendio di domenica è avvenuto nella Masseria Lombardi e precisamente nei pressi del vecchio ovile. Anche in questo caso, a bruciare sono stati vecchi banconi frigoriferi abbandonati da qualche sconsiderato. All’interno dei banconi si trovava della lana vetro composta con fibre di amianto. Ancora altri gravi danni per l’ambiente.

VOLONTARI FEDERICIANI

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RAGUSA: ATTIVAZIONE DISTACCAMENTO VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI SANTA CROCE CAMERINA

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a determinazione di un gruppo di volontari dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Ragusa e della Sezione di Vittoria dell'ANVVFV hanno consentito che giungesse a conclusione l'iter avviato nel 2004 per l'istituzione del distaccamento volontario di Santa Croce Camerina. Il Comune di Santa Croce ha ristrutturato e messo a disposizione un immobile sito in c.da Pezza dove saranno dislocati i mezzi operativi, le attrezzature tecniche ed i dispositivi di protezione individuale. Il personale operativo sarà dunque un gruppo di giovani che credono nell'impegno civile, e volontariamente presterà la propria opera con continuità a servizio della collettività. La consegna dei locali della sede sarà effettuata dal Sindaco di S.Croce martedì 22 giugno alle ore 10.30. Il prossimo 23 giugno sarà quindi avviata l'attività dei Vigili Volontari che opereranno, in una prima fase di attivazione appunto, a supporto delle squadre del Comando Provinciale, coordinate dalla sala operativa provinciale.

CORSO SAF CORSO SAF MARRADI

AL

I

PARTECIPANTI AL

CORSO DI ISERNIA

DISTACCAMENTO VOLONTARIO

DI

MARRADI (FI)

D

al 7 all'11 giugno si è tenuto il corso SAF presso il Distaccamento volontario di Marradi in provicia di Firenze, al quale hanno partecipato 10 vigili volontari.

Le manovre sono state svolte sia presso il Distaccamento sia presso l'argine del fiume Lamone che attraversa il paese.

CORSO

ISERNIA: CONCLUSO IL PER VOLONTARI 2010

Il

17 giugno è terminato il corso per volontari edizione 2010, con gli esami finali.

Il corso che è stato strutturato sulle sedi di Agnone e di Isernia si è svolto nell'arco di tre mesi al fine di far maturare le tecniche e le procedure VF. Al corso ha partecipato, in ausilio al personale docente, personale dell'Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco. V F V L U G L I O / A G O S TO 2 0 1 0

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Il 29 Luglio del 1991 il Consiglio delle Comunità Europee deliberava sullʼintroduzione di un numero unico (112) europeo per le chiamate di emergenza (91/396/CEE), poco più dʼun anno per adeguarsi. In Italia la patata bollente finì nelle mani della Benemerita: infatti dal 1981 il 112 era già il numero per contattare le centrali operative dei carabinieri. Con lʼistituzione del Numero Unico Europeo 112 per le Emergenze, le chiamate vennero instradate proprio alle sale operative dellʼArma che si dovettero far carico di smistare le richieste alle centrali degli altri enti.

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SOPRA

LA

DELLA

UNA

CENTRALE UNICA 112 CANTABRIA (SPAGNA);

PIATTAFORMA AEREA DEI

FEUERWEHRLEUTE 112;

TEDESCHI CHE PUBBLICIZZA IL SOTTO IL

COEU 118 DI VARESE, AL CUI CENTRALE UNICA 112.

FIANCO SORGERÀ LA


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e chiamate al 112 sono poi, con gli anni, aumentate vertiginosamente: nel nostro Paese v’è pressoché un telefono cellulare per abitante e il 112 è configurato di default come numero d’emergenza chiamabile sia in assenza di credito che di SIM.

Nel frattempo, piuttosto che unificare, ci siamo tenuti il 115 (attivato sul tutto il territorio nazionale nel 1987), nel ‘94 ci siamo concessi il 118, quest’ultimo è divenuto uno dei numeri d’emergenza più conosciuti dalla popolazione e le COEU (Centrali Operative Emergenza Urgenza) hanno, negli anni, costruito un ottimo sistema di gestione dell’intero evento emergenziale [dalla telefonata dellʼutente sino al ricovero ospedaliero del paziente]. Nel 1996 ci siamo accorti che era stato saltato un numero e tra i carri attrezzi (116) e le ambulanze, c’era rimasto un buco, è quindi stato assegnato il 117 alla Guardia di Finanza (si può segnalare a questo numero, ad esempio, il mancato rilascio dello scontrino fiscale da parte di un esercente-fonte gdf.it). Ci dimenticammo dell’ora esatta per cedere il 114 alle segnalazioni dei minori in difficoltà e, terminati i numeri a tre cifre, si passò a quelli a quattro: 1515 per il Corpo Forestale dello Stato, 1530 per le emergenze in mare (Guardia Costiera), 1522 “Antiviolenza Donna” e 1500 per le emergenze sanitarie come i casi di epidemie. L’unico rimasto a cinque cifre è il numero del Telefono Azzurro 19696: sull’orlo dello “spegnimento” in più di un’occasione ma poi salvato da cordate di solidarietà. Da qualche tempo anche l’ACI ha lasciato il proprio numero che, con l’aggiunta di tre zeri, è stato dedicato ai Bambini Scomparsi (116.000). E dire che in Italia un “numero unico” lo avevamo dal 1968, il 113 (soccorso pubblico di emergenza), gestito dalle centrali della Polizia di Stato e al quale ci si rivolgeva per qualsiasi esigenza di soccorso.

Ma comʼè la situazione negli altri paesi dellʼUnione Europea? In Svezia la centralizzazione delle chiamate d’emergenza è stata istituita addirittura nel 1953; oggi il 112 è gestito da SOS Alarm, una società con 600 operatori e 20 centrali; la localizzazione dei numeri fissi e mobili è già attiva. In Lussemburgo, Danimarca, Finlandia, Islanda, Olanda, Portogallo, Lituania ed Estonia il 112 è l’unico numero per tutte le emergenze. In Francia, agli esistenti numeri (15 per ambulanze, 18 per i vigili del fuoco e 17 per la polizia), sono state affiancate e istituite centrali operative del 112 presso le principali centrali operative dei vigili del fuoco o miste (15 e 18

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insieme, per ora ne sono attive 6). I vigili del fuoco in Francia hanno anche ambulanze per il soccorso medico avanzato. In Austria sono già attive le centrali del 112 ma sono ancora chiamabili anche i numeri di telefono di polizia 133, ambulanze 144 e Vigili del Fuoco 122; viene tuttavia ampliamente pubblicizzato il nuovo numero 112. In Spagna le centrali operative del 112 sono le medesime già operative per lo 061 del soccorso medico. Oggi sono ancora attive le centrali dello 085 e 062 rispettivamente per vigili del fuoco e polizia (guardia civile) ma una gran parte delle chiamate di emergenza arriva ormai al 112 che le gestisce e le smista. Nella Repubblica Ceca il numero 112 era sino a pochi anni fa il numero dell’ora esatta. Oggi la Repubblica Ceca ha istituito un sistema di centrali operative del 112 estremamente organizzato, capace di localizzare il chiamante con una tecnologia che, come in Svezia, permette agli operatori di poter ricevere chiamate anche da distretti distanti, qualora ad esempio il distretto dell’utente sia sovraccaricato o non in grado di rispondere (es.: in caso di calamità). Molto interessante la possibilità di utilizzare le competenze di operatori 112 online che conoscano lingue straniere, infatti in ogni momento è possibile visualizzare quali operatori le conoscono ed effettuare una chiamata in conferenza con questi.

In Polonia, Romania, Slovenia, Norvegia e Belgio sono attive le centrali 112 anche se, parallelamente, permangono i numeri brevi che rimandano ai singoli servizi di soccorso.

Gli inglesi, come un po’ per tutto, continuano in parte a far di testa propria: in UK e Irlanda le chiamate al 112 vengono automaticamente deviate al 999 che è storicamente il numero delle chiamate di emergenza britannico. Tutt’ora viene pubblicizzato il numero unico 999 anziché il 112. In Italia una nota del 2004 del Ministero per l’Innovazione Tecnologica, annunciava l’avvio della sperimentazione nelle province di Salerno, Catanzaro e Palermo, di fatto il test è stato inizialmente limitato a Salerno, ma non è poi stato attuato. Furono istituite due commissioni di studio il cui mandato è scaduto nel 2006 e la “sperimentazione” di Salerno considerata chiusa.

Proprio nel numero di luglio/agosto di un anno fa, scrivevamo delle peripezie legate all’istituzione del benedetto numero unico e, mentre la Corte di Giustizia Europea si apprestava a fare due calcoli per appiopparci una multa milionaria (centinaia di migliaia di euro al giorno sino a completa attivazione), il Ministro dell’Interno Maroni dichiarava: “Eʼ un progetto che partirà dal

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città la corretta posizione o la visualizzazione cartografica dell’area, oltre ovviamente ai dati del chiamante.

L’OLANDESE NEELIE KROES, COMMISSARIO EUROPEO DIGITALE, HA CHIESTO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DI IMPORRE SANZIONI FINANZIARIE ALL’ITALIA PER L’AGENDA

PER IL MANCATO RISPETTO DELLE DIRETTIVE VIGENTI PER L’ATTUAZIONE DEL

SERVIZIO UNICO D’EMERGENZA 112

Veneto”. Perché proprio da questa regione non è dato saperlo ma, a distanza di un altro anno, si è ripartiti da Varese con un’ennesima sperimentazione...

Finalmente alle 14.15 del 21 Giugno 2010 lʼItalia ha un suo progetto pilota (un altro? E Salerno?) che potrà cambiare e rendere integrati gli scenari dell’emergenza, del soccorso e della sicurezza. Tutte le chiamate a 112, 113, 115 e 118, provenienti dai distretti telefonici 0331 e 0332, confluiscono indifferentemente alla Centrale Unica 112 (laica) allestita a fianco dell’esistente COEU 118 varesina. Al telefono non ci sono operatori dei vari servizi di sicurezza ma dei veri e propri “dispatcer”, anche se non esattamente profani, in quanto selezionati fra le associazioni di volontariato del territorio: Anpas, Croce Bianca e CRI. Sono stati formati in 14 ma operano, al momento, soltanto 4 operatori in contemporanea che utilizzano un nuovo software: nella schermata di ricezione indica la numerazione di accesso alla chiamata di emergenza (se si compone il 115, l’operatore del 118 che risponde sa che l’utente potrebbe richiedere un servizio che viene espletato dai Vigili del Fuoco), inoltre riceve oltre alla numerazione del chiamante, la sua rete di appartenenza, informazione utile per inoltrare la richiesta di localizzazione al CED Interforze di Roma. Il CED Interforze invia quindi la localizzazione attraverso un VPN alla centrale operativa del 112 di Varese che la riceve sullo schermo in pochi secondi dall’interrogazione e la decodifica ricercando nel database delle vie della

Il progetto varesino è costato 1,4 milioni di euro alla Regione Lombardia e, secondo Maroni, risponde finalmente a quanto richiesto dalle direttive UE. Il Ministro è convinto che l’Unione Europea premierà la buona volontà ed eviterà di comminare la sanzione prevista ma proprio qualche giorno fa, la Commissaria europea per lʼagenda digitale Neelie Kroes ha dichiarato: “Mi dispiace che la Commissione abbia dovuto chiedere alla Corte di Giustizia di imporre sanzioni finanziarie allʼItalia, ma non posso non intervenire quando vedo che le inadempienze di un governo mettono a repentaglio la vita dei cittadini. Eʼ indispensabile che i servizi di emergenza italiani possano localizzare le chiamate di emergenza - spesso è una questione di vita o di morte. Alla stregua di tutti gli altri Stati membri, lʼItalia deve rispettare gli obblighi vigenti per lʼattuazione del servizio di emergenza unico Europeo 112”.

Facendo un rapido calcolo, ad oggi lʼItalia dovrà pagare 19 milioni di euro, cioè quasi la metà di quanto già stanziato per la sperimentazione della localizzazione delle chiamate ai numeri di emergenza lo scorso settembre 2009.

Intanto comincia a venire alla luce la prima stranezza: ad avere prefisso telefonico 0331 e 0332 non sono solo comuni della Provincia di Varese ma anche alcune municipalità del Legnanese (provincia di Milano) e alcuni lembi delle provincie di Como e Novara. In caso di chiamata al 112 per soccorso tecnico ad esempio a Parabiago (prefisso 0331 ma in provincia di Milano) l’operatore inoltrerà la richiesta al 115 varesino il quale dovrà girare a sua volta la chiamata al Comando Provinciale dei VVF competente (cioè quello di Via Messina a Milano che, a sua volta, attiverà la caserma competente per territorio)...un triplo passaggio che allungherà i tempi di risposta?

Resta da capire cosa sta avvenendo invece nel resto d’Italia, sembrerebbe che i Carabinieri stiano digitalizzando le linee del 112 per poterle poi collegare al CED Interforze e quindi ricevere le chiamate di emergenza con la localizzazione, ma nulla sembra ancora pianificato per le altre componenti del soccorso (113, 115, 118) e non sembra essere nota la tabella di marcia delle province e delle centrali che dovranno essere collegate man mano al CED Interforze. Ciò significa che tutto questo potrebbe non essere sufficiente ad evitare la pesante multa che la Commissione Europea ha chiesto per lʼItalia alla Corte di Giustizia di Strasburgo.

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Si è concluso con una grande vittoria

dellʼAssociazione Amici dei Pompieri di BRONI

ONLUS, il concorso “LʼASSOCIAZIONE PIÙ AMATA”, promosso dal quotidiano LA PROVINCIA PAVESE.

L’ASSOCIAZIONE

AMATA DI PAVIA

PIÙ

DELLA PROVINCIA

50.000 PREFERENZE IN UNA CIRCOSCRIZIONE DI POCO PIÙ DI 500.000 ABITANTI A CURA DI

ENRICO SCOLÈ

IL PRESIDENTE DELLA ONLUS IDELBERTO BELTRAMI RICEVE LA TARGA DALLʼASSESSORE ALLA CULTURA RENATO ABBIATI


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V O L O N TA R I AT O

L’

iniziativa, che ha preso il via i primi giorni del mese di novembre e si è conclusa il 29 Gennaio, ha coinvolto centinaia di realtà associative della Provincia di Pavia in una gara consistente nella raccolta del maggior numero di tagliandi pubblicati ogni giorno sul quotidiano locale; al termine della gara i vincitori avrebbero ricevuto premi utili ad agevolare l’attività dei vari sodalizi. Già nel 2008 l’A.A.P.B. ONLUS si era impegnata per questo concorso, concludendo la sua esperienza piazzandosi al quarto posto, nonostante una partenza ritardata rispetto alle altre associazioni. Quest’anno il tam-tam per la raccolta dei tagliandi partiva già nelle settimane precedenti alla prima pubblicazione dei tagliandi, attraverso locandine e pubblicità nelle zone strategiche dei Comuni di competenza del Distaccamento, in particolare a Broni, a Stradella e a Santa Maria della Versa, centri dove si trova la maggior concentrazione della popolazione, ma anche fuori zona, in città come Pavia e Voghera, coinvolgendo nell’iniziativa bar, edicole, esercizi commerciali ed anche associazioni amiche, che non partecipavano all’iniziativa. L’A.A.P.B. ONLUS, tuttavia, non si limitata ai mezzi tradizionali: supporto ai sostenitori veniva richiesto anche attraverso internet, dal sito del Distaccamento, con le mailing list e dal GRUPPO SU FACEBOOK, dove ormai il passaparola anche a livello locale è semplice ed efficace. Durante le settimane la raccolta di tagliandi aumentava sempre più e le classifiche provvisorie davano sempre ottimi segnali: l’A.A.P.B. ONLUS, infatti, si attestava sempre nelle prime tre posizioni, a dimostrazione del fatto che i VIGILI DEL FUOCO di Broni e l’Associazione dell’elefantino “LADDY” erano davvero entrati nel cuore dei cittadini dell’Oltrepo’ Pavese e non solo. E alla fine l’AAPB ONLUS è stata premiata con la Vittoria, grazie a ben 48.982 schede e uno scarto di oltre 7000 voti dalla seconda classificata. “Non abbiamo vinto noi, ma i Vigili del Fuoco, nel cuore della gente” ha affermato nell’intervista al quotidiano, il presidente della A.A.P.B. ONLUS, Idelberto Beltrami. Il primo posto in Provincia rappresenta la più alta onorificenza per un sodalizio che, con appena tre anni di Vita, ha surclassato associazioni benemerite storiche. Ma l’attività dell’Associazione Amici dei Pompieri di Broni ONLUS non si è limitata, nel corso del 2009, a questa iniziativa. Già all’inizio dell’anno si era svolta la CENA DI CARNEVALE presso il Ristorante Savini di Pietra De’ Giorgi, con giochi in maschera, scherzi e divertimento per adulti e bambini. Dopo gli ottimi risultati conseguiti con POMPIEROPOLI 2008, svoltasi a Broni, la manifestazione per i bambini è approdata lo scorso giungo a Stradella, grazie al supporto dei colleghi della Sezione Pavese dell’Ass. Nazionale VV.F.V., riportando un ennesimo successo. Lo stesso mese di giugno, in occasione delle serate di eventi della rassegna “BRONI BLUE NIGHT”, si è tenuta la manifestazione “PIZZA IN PIAZZA PER I POMPIERI”, che

A SALIRE

TANTI DEI

SUL PALCO DA VINCITORI AVREBBERO DOVUTI ESSERE

33 POMPIERI VOLONTARI DEL DISTACCAMENTO DI BRONI,

CHE OPERANO IN

40 PAESI DELLʼOLTREPO PAVESE, MA IL MALTEMPO

LI HA STRAPPATI ALLE CELEBRAZIONI PER FARLI INTERVENIRE SUL TERRITORIO MESSO IN CRISI DALLE INNUMEREVOLI FRANE DI QUEI

GIORNI.

A RICEVERE PREMI E APPLAUSI

SONO COMUNQUE INTERVENUTI,

OLTRE AL PRESIDENTE DELLʼASSOCIAZIONE, IL

GIOVANNI EMANUELE,

IL

CAPO DISTACCAMENTO

VIGILE VOLONTARIO CRISTIANO BELTRAMI

ACCOMPAGNATI DA SOCI E SOSTENITORI DELLA

ONLUS

ha avuto un incredibile afflusso di persone, attratte dalle ottime pizze e dal superbo repertorio musicale dell’amico Capo Sq. Esperto di Pavia, Michele Bebbu. La serata si era conclusa con l’estrazione dei biglietti della LOTTERIA DEI POMPIERI, con in palio un weekend per 2 persone in una capitale Europea, un TV LCD 32” e tanti altri premi. A novembre, infine… “LA CASTAGNATA” che, nonostante il tempo avverso tipico del mese, è risultata un’altra iniziativa vincente e molto gradita ai Bronesi. Appuntamenti che nel 2010, si ripeteranno, essendo divenuti una tradizione. E oggi… il PROGETTO FUORISTRADA non è più solo un’idea ma UNA REALTA’! Pochi giorni fa l’Assemblea dei Soci dell’A.A.P.B. ONLUS si è riunita e, all’unanimità, ha approvato l’acquisto del nuovo fuoristrada, un LAND ROVER DEFENDE 90, che verrà allestito con un modulo antincendio della ditta ROSENFIRE. Un traguardo che, dopo il “Progetto Prima Partenza”, che aveva portato all’acquisto del materiale per incidente stradale e taglio, dimostra quanto l’AAPB ONLUS e i VOLONTARI DI BRONI abbiano colpito il cuore dei loro cittadini. Prossimo traguardo: la NUOVA AUTOPOMPA!!

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IL CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO

ESERCITAZIONE CNSAS A MONTE CUCCO COMMISSIONE COMUNICAZIONE DOCUMENTAZIONE CNSAS ROBERTO CARMINUCCI

Alle 2,40 della notte di domenica 4 luglio, con lʼuscita della barella

dallʼingresso turistico della grotta di monte Cucco, si sono concluse le operazioni di recupero del ferito nellʼambito dellʼesercitazione nazionale di soccorso speleologico denominata Cucco 2010.

L

a simulazione dell’intervento era iniziata giovedì 1 luglio alle ore 22, quando è “partito” il primo allarme, ed è durata complessivamente 54 ore, di cui 10 sono state necessarie per stendere la linea telefonica e mettere in sicurezza la grotta, 4 per simulare la medicalizzazione del ferito e più di 30 ore per il recupero per portare a buon fine il trasporto fino all’esterno grotta.

Il responsabile nazionale del soccorso speleologico, Corrado Camerini, ha espresso a tutti i tecnici vivo compiacimento per l’ottima riuscita dell’esercitazione. Altrettanto ha fatto il presidente del CNSAS Piergiorgio Baldracco, che è stato presente durante tutta la durata delle operazioni.

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Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) nasce ufficialmente il 12 dicembre 1954, quando il Club Alpino Italiano (CAI) istituisce il “Corpo di Soccorso Alpino” (CSA). Promotori dell’iniziativa furono il trentino Scipio Stenico e l’allora Presidente generale del CAI, Bartolomeo Figari. Il corpo collabora attivamente col Corpo di Soccorso Alpino della Guardia di Finanza. Nel 1968 il “Soccorso Speleologico” entra a far parte del CSA; nel 1990 l’istituzione assume l’attuale denominazione, e nel 2001 la legge 74/2001 riconosce al CNSAS la funzione di “Servizio di Pubblica Utilità”.

L’articolo 3 dello Statuto del CNSAS sancisce quali siano le sue finalità: • contribuire alla vigilanza ed alla prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività connesse all’ambiente montano e delle attività speleologiche; • soccorrere in tale ambito gli infortunati, i pericolanti ed i dispersi, e recuperare i caduti, anche in collaborazione con organizzazioni esterne; • concorrere al soccorso in caso di calamità, anche in cooperazione con le strutture della Protezione Civile, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali.

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Il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) è una struttura operativa del Club Alpino Italiano, con ampia autonomia. Svolge anche attività al di fuori dell’ambiente montano in caso di calamità naturali, in collaborazione con la Protezione Civile. Il servizio del CNSAS è diviso su base regionale e provinciale. Vengono riconosciute 35 “zone alpine” e 15 “zone speleologiche” di attività. Gli interventi del soccorso alpino partono dalle numerose “stazioni di soccorso” sparse sul territorio. Il CNSAS è un servizio di pubblica utilità, ed è l’unico corpo autorizzato al soccorso in ambiente montano e ipogeo [Legge 21 marzo 2001 n. 74], nonostante questo venga praticato anche da altri soggetti. È inoltre una struttura nazionale operativa del servizio nazionale della Protezione Civile [Legge 24 febbraio 1992 n. 225]. Il lavoro del CNSAS è svolto da tecnici altamente preparati e organizzati su base regionale. Tramite il superamento di severi esami ed una formazione continua si può acquisire la qualifica di: •

IL CAMPOSOCCORSO

ALLESTITO A

MONTE CUCCO

Tecnico di soccorso alpino

Tecnico di soccorso speleologico

Medico specializzato in emergenza ad alto rischio in ambiente alpino

Medico specializzato in emergenza ad alto rischio in ambiente ipogeo

Tecnico di soccorso in forra

Operatore di soccorso alpino

Il CNSAS possiede inoltre unità cinofile di ricerca in valanga (UCV), ed unità cinofile di ricerca in superficie (UCRS). Gli operatori del CNSAS svolgono il loro servizio come volontari a titolo completamente gratuito. Nella Regione Autonoma Valle d’Aosta, il Soccorso Alpino Valdostano assume, ad ogni effetto, i compiti e le funzioni del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), avvalendosi sia dei servizi professionali resi dalle guide alpine locali che dell’opera , a titolo gratuito, dei volontari, anch’essi membri a tutti gli effetti del CNSAS. V F V L U G L I O / A G O S TO 2 0 1 0

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COMUNICAZIONE RADIO VVF IN GALLERIA

REALIZZATO IN VALLE D始AOSTA IL PRIMO IMPIANTO RADIO-DIGITALE IN GALLERIA DELL始ING.

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DAVIDE LANZONE *

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el gennaio del 2009 la Regione Autonoma Valle dʼAosta ha stipulato una convenzione con la Società RAV (Raccordo Autostradale Valle dʼAosta s.p.a.) concessionaria del tronco Autostradale A5 da Aosta sino al Traforo del Monte Bianco per “interventi tesi al migliorare le comunicazioni di emergenza nelle gallerie dellʼautostrada” tra:

N

Regione Valle dʼAosta e Concessionari RAV tramite le rispettive Sale Radio Operative;

Enti coinvolti nelle gestioni dellʼEmergenza (Vigili del Fuoco, Protezione civile, Pubbliche Assistenze, ecc..).

Sulla base degli obiettivi posti dalla citata convenzione, sulla scorta dellʼimpianto di comunicazione radio presente nelle gallerie del tronco autostradale tra Aosta e il Traforo del Monte Bianco (limitatamente esteso al personale dellʼesercizio su frequenze Soc. Autostrade per lʼItalia ed alla Polstrada) si è eseguito un progetto per la realizzazione di una rete radiomobile, di tipo digitale in galleria unica nel suo genere, dedicata al personale e ai mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco in transito lungo il tracciato della Concessionaria RAV. Lo studio di fattibilità della nuova rete radio è stato effettuato valutando diversi fattori di seguito elencati:

razionalizzazione dei costi realizzativi mediante lʼutilizzo nei siti esistenti, dei sistemi radianti (antenne per gi spazi esterni e cavi fessurati – radianti – per gli spazi in galleria), dei cavi in rame per lʼinterconnessione di sincronismo, dei collegamenti Ethernet in fibra ottica per la gestione e il telecontrollo già in essere di proprietà della Concessionaria RAV;

affidabilità della rete radio con impiego di apparecchiature elettroniche di ultima generazione e telecomunicazioni di tipo digitale di tipo sincrono; omogenità di impianto.

La rete radio RAV in esercizio dal 1992 di tipo analogico, sempre progettata e realizzata dallo scrivente, prima del nuovo intervento, era costituita da due canali di comunicazione indipendenti rispettivamente per il personale operativo della Concessionaria RAV e per le pattuglie di Polizia Stradale sulle frequenze dei 140 MHz; la dislocazione geografica dei siti lungo lʼautostrada, allʼinterno delle cabine elettriche a servizio degli impianti delle singole gallerie, e le apparecchiature elettroniche esistenti assicuravano la copertura radio allʼinterno e allʼesterno delle gallerie in entrambi i sensi di marcia.

Lʼimpianto, prima e dopo la cura, si compone di quattordici stazioni di diffusione “slave” e da una stazione capomaglia “master” installate allʼinterno delle cabine elettriche dislocate lungo i 32 km dellʼautostrada; le stazioni sono tra loro interconnesse tramite una dorsale in cavo telefonico di proprietà della RAV necessario al sincronismo di rete. IL PROGETTO Il progetto ha previsto lʼampliamento dellʼinfrastruttura attuale, mediante lʼaggiunta di un nuovo canale radio tale da consentire in caso di necessità, le comunicazioni radio indipendenti e contemporanee di RAV Polizia Stradale e VV.F. sia tra squadra e squadra sia tra squadre e rispettive Centrali Operative; particolare attenzione si è posta sulla sensibilità dellʼimpianto che è in grado di garantire le comunicazioni allʼinterno delle gallerie anche con apparati ricetrasmittenti di tipo portatile.

(Fig. 2) V F V L U G L I O / AG O S TO 2 0 1 0

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La scelta di integrarsi con il nuovo sistema radio digitale in un impianto già esistente di tipo analogico, da un lato consente di ridurre drasticamente i costi di realizzazione ma implica contemporaneamente delle modifiche strutturali sulla rete esistente al fine di eliminare interferenze e battimenti tra le reti radio che coesistono negli stessi mezzi di diffusione del segnale radio quali antenne e cavi fessurati.

Per realizzare lʼintegrazione della nuova rete radio con lʼattuale si è reso necessario installare accoppiatori ibridi RF e filtri RF, tra gli apparati e i sistemi di diffusione, ad elevati valori di disaccoppiamento e selettività.

La nuova rete radio ad uso esclusivo dei Vigili del Fuoco è sulla gamma di frequenza dei 73 MHz già utilizzata dalla rete di comunicazione a copertura regionale VVF Valle dʼAosta (Fig.2). La rete dei VVF realizzata dalla RAV ha un canale diverso dai canali che normalmente vengono utilizzati in Valle dʼAosta per le comunicazioni tra squadre e Sala Radio al fine di tenere separate le comunicazioni in caso di intervento specifico in Autostrada e in galleria; la suddivisione consente una migliore operatività della Centrale Operativa Vigili del

Fuoco con i mezzi di soccorso impegnati lungo il tracciato dellʼautostrada RAV.

DESCRIZIONE DELLA RETE (Fig. 3) La nuova rete radio è costituita da quattordici stazioni di diffusione “slave” e da una stazione capomaglia “master” a 4 linee.

SCHEMA DI PRINCIPIO DELLA RETE La rete, per lo scambio delle informazioni a bassa frequenza tra le 14 stazioni dislocate lungo i 32 km dellʼautostrada, fa uso di due coppie in rame non pupinizzate del cavo di dorsale RAV posizionato lungo tutto il percorso autostradale e disponibili, su apposte cassette di attestazione, presso le cabine elettriche dellʼautostrada.

Ogni stazione intermedia provvederà ad amplificare e ad equalizzare i segnali in ampiezza e in fase in modo automatico tramite dispositivo DSP.

La rete è isofrequenziale sarà sincrona con sincronismo trasportato tramite tono super-audio sulle coppie in rame.

(Fig. 3)

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Le operazioni di caricamento prevedono la creazione di una copia del nuovo SW prima di rimuovere la precedente. Si ha così la sicurezza del buon fine dellʼoperazione anche se viene interrotta e la tranquillità di non “perdere” il contatto con la stazione radio durante tale operazione.

VOTER ED EQUALIZZAZIONE AUTOMATICA Lʼimpianto, ed ogni apparato dedicato alle comunicazioni, è dotato di Voter che è un dispositivo che permette di selezionare il segnale migliore (miglior SINAD) tra più segnali presenti con lo stesso contenuto informativo. CARATTERISTICHE DELLA RETE

GESTIONE DEI GUASTI IN LINEA La rete realizzata, implementata con delle tecniche di riconfigurazione nel caso di guasto sulle linee di comunicazione, ha la capacità intrinseca di permettere la piena funzionalità della rete in caso di interruzione della dorsale principale.

Nel caso di mancanza di tensione o, in generale, di disattivazione di una stazione della catena, sono previsti dei meccanismi di cortocircuito delle linee di ingresso e di uscita della stazione in anomalia per dare continuità al resto della rete e per migliorare e standardizzare le manutenzioni e/o le riparazioni la sostituzione di qualsiasi modulo delle stazioni si potrà effettuare senza alcuna ritaratura in quanto le stazioni si calibreranno automaticamente in modo autonomo allʼaccensione. La stazione può essere configurata per svolgere automaticamente il servizio di semplice ripetitore nel caso di mancanza totale di collegamento con la stazione “master” (riconfigurazione in locale). Il ripristino dei collegamenti riporterà automaticamente la stazione al funzionamento originario.

Ogni stazione provvede ad azzerare tali ritardi in modo da mantenere il ritardo globale a un valore fisso ottimale per il suo corretto funzionamento.

Questa procedura è totalmente automatica ed è eseguita dopo 5s ad ogni passaggio da TX a RX della rete.

Il processo di calibrazione aggiorna sia la compensazione dei ritardi di gruppo (distorsione fase - ampiezza) che i ritardi assoluti (tempo di propagazione). Il tempo necessario per lʼoperazione è di circa 10s (15s di rete inattiva). Lʼalgoritmo compara i valori ottenuti con gli ultimi registrati e li aggiorna solo se per due volte consecutive misura lo stesso ritardo.

Tramite la maschera di “controllo livelli” del SW di Setup, i parametri di equalizzazione possono essere salvati nella stazione (tramite lʼapposito comando STORE ON FLASH) per un rapido start-up dopo una riaccensione. Nella stessa maschera è possibile leggere il ritardo introdotto dalla linea proveniente dalla stazione Master.

* Progettista e Direttore dei Lavori per gli impianti elettrici e tecnologici per lʼintera tratta Autostradale da Aosta al Traforo del Monte Bianco e in particolare per lʼimpianto di copertura radio, entro e fuori galleria, per lʼintera tratta Autostradale dal 1992, di tipo analogico, ed integrazione nel 2009, di tipo digitale, con impianto radio specifico VVF.

TELECONTROLLO Il telecontrollo della rete radio è stato realizzato tramite la rete intranet esistente (Ethernet) e presente nelle cabine elettriche RAV che ospitano le stazioni radio.

Dalla Centrale Operativa RAV, presidiata 24 ore su 24, oltre a rilevare eventuali anomalie di funzionamento, è possibile eseguire il down-loading di ogni Software inserito nella stazione radio; al ricevimento completo e senza errori della nuova versione SW, lʼunità di supervisione provvederà allʼup-grading locale delle periferiche interessate.

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L A V ERA S TORIA DEI P OMPIERI DI V IGGIÙ DI

FULVIO VANETTI

(capo squadra permanente del Comando di Varese)

“...Viva i pompieri di Viggiù, che quando passano, i cuori infiammano...”

Chissà cosa ispirò così tanto il maestro Fragna, milanese sfollato a Viggiù durante la seconda guerra mondiale, da dedicare una canzone al corpo dei civici pompieri di quel piccolo paese in provincia di Varese, a ridosso del confine svizzero. Canzone di poche pretese, certo, ma che diventò così celebre che negli anni cinquanta se ne fece anche un film. Ma se il “motivetto” è così conosciuto, altrettanto non si può dire della vera storia di quel corpo di pompieri volontari fondato 102 anni fa, nel lontano 1908. ra lʼinizio del secolo scorso quando, alcuni cittadini e amministratori locali, organizzarono una riunione in Municipio per trovare una soluzione contro i frequenti incendi che ormai da tempo colpivano sia il paese che i boschi dei monti Orsa e Pravello. A quel tempo, il corpo di pompieri più vicino a Viggiù, era quello volontario di Varese, attivo dal 1792, ma che si

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spostava ancora su carri trainati da pariglie di cavalli. Questo comportava tempi decisamente troppo lunghi per coprire i circa 15 chilometri, prevalentemente in salita, che lo separavano dal borgo prealpino. Dalla riunione scaturì la decisione di costituire il Corpo Civici Pompieri di Viggiù e il Servizio di Pronto Soccorso Volontario Croce Verde.

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Lʼiniziativa fu così apprezzata in tutto il paese, che numerose furono subito le adesioni dei volontari. Certo, i primi tempi furono i più difficili, tanto che per equipaggiare il corpo e dotarlo di una completa attrezzatura, i volontari e i soci onorari si auto tassarono per comprare tutto il necessario. Un aiuto importante arrivò anche dai contatti intrapresi coi Civici Pompieri di Milano, il cui economo, tale Missaglia, procurò al neonato corpo le divise da fatica e quelle da parata. Il Comune dal canto suo, comprò invece la prima pompa a mano, alcuni secchi di tela e deliberò un contributo fisso di 2000 £ per ogni anno. Ed è sempre il corpo di Milano a fare da animatore a quello viggiutese, inviando in trasferta il maresciallo Pellizzari a far da istruttore ai novelli pompieri.

Con entusiasmo, passione e il supporto della popolazione il corpo cresce e tra il 1910 e il 1911 le attrezzature migliorano, con lʼacquisto di un primo carro a cavalli e con essi arrivano anche i primi risultati. Col carro a cavalli i pompieri di Viggiù scendono a giugno del 1911 fino allʼArena di Milano e partecipano al loro primo convegno pompieristico dove, grazie al pompiere Angelo Molina, vincono la medaglia dʼoro per il tiro al bersaglio col getto dʼacqua. Ma, aimè, dopo i primi anni dorati, arrivano il 1915 e lʼentrata in guerra dellʼItalia contro lʼAustria-Ungheria e il conflitto chiama al fronte quasi tutti i componenti del corpo, riducendo al minimo la sua attività. E la guerra pretese il suo tributo anche a Viggiù, che vide molti dei suoi pompieri non far più ritorno.

Si dovrà attendere fino al 1920 quando, rimarginate le ferite del primo conflitto mondiale, i volontari di Viggiù ripresero il loro impegno, acquistando la prima motopompa grazie al contributo di un generoso cittadino. Migliora così un poʼ la tecnologia a disposizione, ma sono ancora i cavalli a trasportare tutta lʼattrezzatura. Sarà il 1930 lʼanno del cambiamento, con lʼarrivo finalmente del primo camion attrezzi su cui caricare tutto il materiale, oltre allʼacquisto di una nuova autolettiga. A questo punto lʼefficienza del gruppo è massima e anche tra la gente dei comuni vicini cresce la stima e la consapevolezza dellʼimportanza del lavoro di quei volontari del soccorso. Ma ecco nuove sorprese allʼorizzonte. Il regno dʼItalia è alla vigilia di una nuova cruenta guerra mondiale e Mussolini partorisce il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. La vecchia parola “pompieri”, troppo simile a quella usata dagli odiati francesi, è abolita. Nasce così anche lʼ88° Corpo Provinciale di Varese, che ingloba sotto la sua giurisdizione il piccolo corpo volontario di Viggiù, dando inizio alla sua fine. I volontari perdono

completamente la loro autonomia amministrativa e operativa, diventando ufficialmente un distaccamento alle dipendenze del Comando di Varese. Gli anni del periodo bellico sono duri e a causa delle esigue risorse destinate alle sedi minori, il distaccamento di Viggiù ne esce disastrato. Si pensi che, per tutti gli anni cinquanta e fino al 1962, il veicolo in dotazione a Viggiù era ancora un vecchio camion Fiat 514 del 1930. Lʼufficiale Ortelli, che allora comandava il distaccamento, fece vane e ripetute richieste al Comando provinciale per ottenere attrezzature più adeguate ai tempi. Nulla si mosse, mentre iniziava ad evidenziarsi già allora uno degli aspetti oggi ben conosciuti nel Corpo Nazionale: quel centralismo burocratico e decisionale, che gli impedisce unʼevoluzione al passo coi tempi e soprattutto al passo con quella grande realtà che è lʼEuropa e che poco a che a che fare con le risorse economiche disponibili, tema troppo spesso utilizzato quale capro espiatorio per nascondere ben altre responsabilità. Comunque, con grande fatica i pompieri di Viggiù arrivano al 1964, anno in cui inizia un classico scaricabarile tra il Ministero dellʼInterno e lʼamministrazione comunale viggiutese, che non ha i fondi necessari per ristrutturare la vecchia caserma. Dopo un anno di botta e risposta e in pieno boom economico, i fondi non si trovano e di conseguenza, nei primi mesi del 1965 il servizio viene soppresso nonostante le accese proteste degli abitanti della zona. Lʼautofurgone Romeo II° con motopompa e tutte le attrezzature vengono trasferite presso il Comando di Varese e i volontari congedati. In pochi anni, di questo glorioso corpo va tutto perduto, tanto che negli anni 80 nessuno si ricorda ormai più di loro. La vecchia caserma è ancora al suo posto, in una piazza del paese e dopo essere rimasta vuota e silenziosa per più di venti anni, ora è diventata una palazzina con diversi appartamenti privati. Dei pompieri di Viggiù rimangono solo poche fotografie, una bandiera e la canzone.

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I Volontari del Garda

diventano VFVdG e

possono utilizzare

divise e automezzi con colori "misti".

Questa bizzarra scelta

del Ministero è veramente

l'unico modo per attuare

quel "criterio di prossimità"

che in Italia facciamo

fatica a comprendere?

P

O M P I E R I MA ANCHE NO U

na delegazione dell’Associazione Gruppo Volontari del Garda composta dal Presidente Cav. Gianfranco Rodella, dal Vice Presidente Enrico Musesti e dal delegato del consiglio Giovanni Begliutti, ha incontrato a Roma il Prefetto Paolo Francesco Tronca nel suo ufficio al Ministero dell’Interno. I rappresentanti dell’ Associazione hanno formulato al Capodipartimento i complimenti per l’attribuzione di un incarico così importante e gli auguri di un lavoro proficuo quindi, la delegazione ha posto la questione del contributo dei Volontari del Garda ai temi del soccorso tecnico urgente del Comando Provinciale VVF di Brescia di cui a tutti gli effetti sono un Distaccamento Volontario dei Vigili del Fuoco e, come tale pienamente inserito nella struttura del Colpo Nazionale. Il Capodipartimento ha ribadito il suo personale interesse, non meno che l’interesse più generale del Corpo Nazionale, a favorire la più ampia collaborazione possibile tra Corpo Nazionale ed i Distaccamenti Volontari, peraltro avendo ben conosciuto da una parte le problematiche del rapporto con il Comando di Brescia e dall’altra le potenzialità operative dei Volontari del Garda, concretamente apprezzate in virtù del suo precedente incarico di Prefetto di Brescia. Il Capo Dipartimento ha ribadito la sua disponibilità e vicinanza alIe istanze dei Vigili del fuoco del Groppo Volontari del Garda manifestando la propria volontà di intervenire ad una delle prossime iniziative sociali dell’Associazione ed ha fatto

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GIANFRANCO RODELLA

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CON

PAOLO FRANCESCO TRONCA


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partecipe, per gli aspetti più tecnici della riunione, l’ingegner Tusa, in precedenza funzionario del Comando di Brescia ed ora membro della segreteria particolare.A conclusione di un incontro sereno la delegazione, avuta notizia dell’avaria della famosa Isotta Fraschini in dotazione al Comando VVF di Milano, si è impegnata a prendere contatti con quel Comando per esaminare la possibilità di essere comunque utili a concorrere al pieno ripristino della funzionalità dell’automezzo di cui trattasi. In precedenza i rappresentanti dei Volontari sono stati ricevuti dal dotto ing. Antonio Gambardella, Capo del Corpo Nazionale VVF dimostratosi anch’egli a conoscenza dei Volontari del Garda, delle problematiche e delle aspettative di essi. Durante tutti gli incontri è stato presente l’ing. Alberto d’Errico, a suo tempo Capo del Corpo Nazionale VVF e memoria degli accordi vigenti.

D’ERRICO, BUFFO

Riflessioni dopo l’incontro Mi preme dare atto al Capodipartimento Prefetto Tronca che ha accolto la delegazione dei Volontari del Garda con senso di amicizia e con ampia disponibilità di tempo, cosa non consueta per un funzionario di cosi alto livello, tra l’altro, in un momento in cui le attività di soccorso tecnico urgente e di emergenza generale del territorio sono molto estese ed impegnative. La prima, elementare rifIessione da fare, peraltro suggerita dalle parole del Prefetto è che abbiamo una circostanza particolarmente favorevole: il Prefetto Tronca era il Prefetto di Brescia, quindi anche dei Volontari del Garda fino ad un paio di mesi orsono. Vuol dire che egli conosce molto bene le problematiche dei vigili del fuoco del gruppo Volontari del Garda nel rapporto con il Comando Provinciale VVF di Brescia, ma anche le capacità operative ed organizzative dei volontari stessi, le dotazioni Iogistiche e d’intervento, la preparazione professionale e lo straordinario rapporto che i volontari hanno creato con la popolazione rivierasca ed i suoi rappresentanti. Da questo punto di vista diciamo più tecnico e generale, nessun dubbio può esistere sulla attitudine dei vigili del fuoco volontari del Garda a partecipare alle operazioni di soccorso esattamente come gli altri distaccamenti VVF volontari beninteso sempre sotto il controllo, l’indirizzo e la competenza del comando di Brescia, come lo stesso Capodipartimento ha desiderato precisare, ma su cui da parte dei volontari del Garda non vi è mai stata discussione. La seconda riflessione è che se il preminente interesse pubblico del Corpo Nazionale è, come effettivamente è, salvaguardare l’incolumità delle persone e la preservazione dei beni, appare evidente e logico impiegare ogni risorsa possibile a vantaggio dei cittadini, tanto più che tali risorse esistono, sono ampiamente documentate e per di più inserite nell’organizzazione del Corpo Nazionale attraverso la forma dei Distaccamenti Volontari.

E

ZAMBERLETTI

E’ altresì chiaro che chi svolge volontariato lo fa perché desidera portare aiuto agli altri e quindi non è possibile che nelle note difficoltà in cui si dibattono le strutture professionistiche, venga non impiegato chi ha voglia, disponibilità, professionalità ed organizzazione H24 per farlo. Una terza riflessione viene alla mente ricordando il passato: quante volte abbiamo lamentato la presenza di ragazzi pur molto volonterosi, ma assolutamente non in possesso dei requisiti tecnici minimi per essere impiegati in scenari complessi e pericolosi! Ora che piano piano il diffondersi di una coscienza di protezione civile rende disponibile un volontariato effettivamente utile alla causa del soccorso tecnico urgente ed in ultima analisi alla causa del cittadino in pericolo,non impiegare con ogni utile frequenza queste nuove forze sarebbe veramente delittuoso per non parlare di aspetti ancora più gravi. Partecipare alla riunione mi ha portato indietro negli anni e di ciò sono grato anzitutto al Prefetto Tronca che ha acconsentito alla mia presenza di intruso, ed ai volontari del Garda che mi hanno dimostrato ancora una volta amicizia. Più ancora sono soddisfatto perché ho colto la dichiarata intenzione del Capodipartimento di condividere in buona parte le riflessioni di cui sopra, così come sono sicuro che il Capo del Corpo ha a cuore le sorti di una solida ed attiva organizzazione del volontariato VVF. Pensiamo che l’incontro sia stato chiarificatore e di conforto per tutti, dopo di che le cose stanno nelle mani degli uomini e speriamo che la preparazione professionale e l’esperienza del Comandante di Brescia e la disponibilità a fare del Presidente Rodella e di tutti i volontari diano gambe veloci alle intese fondate su solide basi giuridico-amministrative a suo tempo messe a punto, ma anche su uno spirito di ampia fiducia e collaborazione reciproca. Dott.Ing. Alberto DʼErrico

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REGOLAMENTO PER L’ESPLETAMENTO DI SERVIZI OPERATIVI DI SOCCORSO TECNICO URGENTE TRA

MINISTERO DELL’INTERNO - DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, SOCCORSO PUBBLICO E DIFESA CIVILE COMANDO PROVINCIALE VIGILI

DEL

FUOCO

DI

BRESCIA

E

ASSOCIAZIONE “GRUPPO VOLONTARI

DEL

GARDA”

Visto il D.Lgs. n. 139/2006 artt. 2,4,6 e Capo II sez. I e II disciplinanti l’organizzazione centrale e perifericadel Corpo Nazionale e recanti disposizioni sul personale volontario;

Visto il DPR 06 giugno 2004 n. 76 “Regolamento recante norme sul reclutamento, avanzamento ed impiegodel personale volontario del Corpo Nazionale del Vigili del Fuoco”;

Visto l’art. 22 della Legge n. 1570/41 e l’art. 24 del D.Lgs. n. l39/2006 disciplinanti le competenze per gliinterventi di soccorso pubblico per la salvaguardia della incolumità delle persone e della integrità dei beni;

Visto il Disciplinare d’Intesa tra Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile e l’Associazione “Gruppo Volontari del Garda”, sottoscritto in data 14/04/2003;

su di esse potrà essere apposto il logo dei Volontari del Garda, nelle modalità e nelle forme da concordare; è assolutamente vietato l’impiego di tali uniformi per attività non delegate dal Comando e non rientranti tra quelle di istituto del CNVVF; 4. i VFVdG saranno impiegati in attività antincendio e di soccorso tecnico urgente, in autonomia o di supporto alle componenti del Corpo, su allerta, incarico, guida e controllo del CNVVF;

Valutata la necessità di dare esecutività regolamentare al disciplinare al fine di permettere l’impiego del personale dei Volontari del Garda a supporto dell’attività di soccorso tecnico urgente svolto dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;

5. unico numerò per le chiamate di soccorso è il 115 e sarà la sala operativa del Comando ad operare per l’incarico del nucleo VFVdG; a tal fine, il Gruppo Volontari del Garda porrà in atto ogni concordata iniziativa verso il territorio, per informare la popolazione sul numero di allarme;

le parti convengono quanto segue:

6. la sala operativa dei VdG che dovesse ancora direttamente ricevere eventuali richieste di soccorso dovrà immediatamente informare la sala operativa del Comando;

1. i Volontari del Garda (VdG) potranno effettuare attività di soccorso di cui in premessa solo con personale inscritto nei quadri del personale volontario del Comando (VFVdG), che abbia ottenuto il possesso dei requisiti psicofisici necessari e che sia in regola con il percorso formativo e di mantenimento standard e di base della componente volontaria del CNVVF; 2. al fine di garantire gli standard operativi e la sicurezza degli operatori, i Vigili del Fuoco Volontari del Garda (VFVdG) saranno oggetto, al pari del personale permanente e volontario del CNVVF, degli accertamenti medici preventivi e periodici inerenti al conseguimento o conferma del Libretto Individuale di rischio di cui al DPR n. 210/84 e del Certificato medico legale d’idoneità psicofisica alla guida degli automezzi di soccorso; 3. i VFVdG opereranno con le uniformi e gli equipaggiamenti individuali in dotazione al personale del CNVVF;

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7. il nucleo VFVdG osserverà la stessa regolamentazione vigente per i distaccamenti volontari e misti della mantenimento addestrativo periodico, ... ; 8. i VFVdG sono soggetti, in quanto iscritti nei quadri del personale volontario del Comando, al trattamento economico, assicurativo e disciplinare ex D.L.gs. n. 139/2006; in tale contesto: a. il Gruppo Volontari del Garda ed il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Brescia impronteranno la loro azione interna ed esterna per favorire la collaborazione e la concorrenza per una efficace attività di soccorso al servizio del territorio b. sull’attività antincendio e di soccorso tecnico urgente, sono a cura dell’Ufficio Stampa del Comando i comunicati stampa ed i rapporti con

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i mass media; su tali attività, interviste e dichiarazioni osserveranno le regole stabilite dal Ministro degli Interni per il CNVVF; 9. automezzi ed attrezzature di soccorso nella disponibilità del nucleo VFVdG, come definiti dal Gruppo VdG, saranno sottoposti a verifica di efficienza su strada ed operativa, per verificarne l’idoneità tecnica, la conformità documentale e la compatibilità con le attrezzature del CNVVF; 10. detti automezzi di soccorso saranno dotati di regolamentari avvisatori ottico-acustici ed anche di apparecchi radio VVF, avranno, in modalità da concordare, i colori misti ed i loghi del CNVVF e del Gruppo VdG, saranno immatricolati CNVVF e saranno ceduti al CNVVF in comodato gratuito di durata non inferiore ad un anno per l’impiego nel distaccamento dei VFVdG; in caso di necessità, su allerta e d’intesa con la S.O., potranno essere utilizzati altri mezzi di supporto dei VFVdG; 11. le spese delle polizze assicurative e della manutenzione ordinaria degli automezzi immatricolati VVF saranno a carico del CNVVF e quelle di manutenzione straordinaria degli stessi a carico del Gruppo VdG; le spese di natura straordinaria provocate e/o dovute a utilizzo e/o rottura durante un intervento tecnico urgente saranno a carico del CNVVF; 12. il personale del nucleo VFVdG seguirà corsi per il rilascio di patenti ministeriali per la guida di automezzi di soccorso targati VF; 13. l’apertura di nuovi presidi del nucleo VFVdG attrezzati per attività antincendio e di soccorso tecnico urgente sarà concordata alla luce delle opportunità e compatibilità tecniche del territorio; 14. il nucleo VFVdG potrà, nel quadro della pianificazione annuale o contingente del Comando, essere impiegato nelle iniziative tese a diffondere la cultura della sicurezza all’interno delle strutture scolastiche e di diverse realtà sociali; 15. sarà obbligo del Gruppo VdG il rispetto per la sede di servizio del nucleo VFVdG degli obblighi di legge ex D.Lgs. n. 626/94. . Per quanto non precisato, confermato il Disciplinare richiamato in premessa. Il presente regolamento potrà entrare vigore previa approvazione del Ministero deIl‘Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile. IL COMANDANTE PROVINCIALE IL PRESIDENTE DEL GRUPPO VDG

(S. Buffo)

(G. Rodella)

Il commento del direttore Si sa, gli ibridi non mi sono mai piaciuti: autopompe blu, bianche, arancio, a striscie…

Lʼamico Locatelli (promotore per una caserma di pompieri volontari a Lazzate, in Brianza) mi ha inviato questo documento e la mente mi sʼè aperta ancora un poʼ.

Certo è una scelta un poʼ bizzarra quella di far transitare in blocco i VdG nei ranghi dei VFV, così che assumano la denominazione di VFVdG (Vigili del Fuoco Volontari del Garda).

Eʼ altresì vero che questo è un modo per “ufficializzare” lʼoperatività “sulle strade” di questo gruppo di volontari. Lasciano un poʼ basiti le scelte che portano allʼutilizzo delle divise del Corpo Nazionale con apposta la patch dei VdG; oppure le autopompe “con i colori misti ed i loghi del CNVVF e del Gruppo VdG”. Da queste parti si direbbe: “Una scarpa e una ciabatta”, ma pure: “Neʼ carne neʼ pesce” ci starebbe bene.

Sia chiaro, questo non è un attacco ai VdG, hanno fatto un grande lavoro negli anni e bisogna loro renderne merito. Ciò nonostante è disarmante ammettere che questo sia lʼunico modo per raggiungere i cittadini bisognosi di soccorso tecnico nel più breve tempo possibile. Se poi si pensa che i VFVdG, in virtù di questo “casco intercambiabile” (VF e/o PC) hanno potuto partecipare ai soccorsi in Abruzzo mentre i VVF volontari del Corpo Nazionale no, comincio a pensare che la scelta giusta sia proprio la loro.

“Decisions should be taken as near as possible to the point of application” (Jacques Delors) (la risposta alle eventuali calamità dovrebbe essere organizzata, già a partire dal cosiddetto “tempo ordinario”, il più vicino possibile al luogo del disastro, sia in termini di decisione che in termini di disponibilità immediata di risorse.)

Ma per quale assurdo motivo in Italia bisogna inventarsi questi espedienti? Basterebbe prendere ad esempio il “modello Trentino” e trasferirlo sullʼIntera Penisola, “isole comprese” come diceva un vecchio spot, non è necessario inventarsi nulla di nuovo!

Detto ciò, in questo strano paese, mi ripeto, se lʼunico modo per sviluppare il volontariato pompieristico è questo: ben vengano i Volontari del Garda, dei Nebrodi, delle Orobie, delle Egadi, di Iseo e delle Groane! Già mʼimmagino mezzi di soccorso multicolore con le insegne “ P O M P I E R I M A A N C H E N O ” .

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LOTTA

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A

3D

Per poter lottare in modo efficace contro un incendio bisogna conoscere l’aria e il fuoco. È questo il principio applicato nella «lotta a tre dimensioni» contro le fiamme.

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FORMAZIONE

Attualmente lo scopo della lotta contro gli incendi non consiste più nello spegnere il fuoco il più in fretta possibile, ma piuttosto nel prendere le buone misure adottando la tattica adeguata, che comprende lo sviluppo dellʼincendio nei locali chiusi e lʼinterpretazione corretta del fuoco e i suoi segni (fumo/calore). Nella lotta contro gli incendi la sicurezza personale occupa in questo contesto un posto importante, poiché unʼattitudine adeguata durante lʼattacco interno permette di ridurre il numero di incidenti e le loro conseguenze.

Con la collaborazione di: 118 swissfire.ch “Giornale dei pompieri svizzeri”

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FORMAZIONE el passato è stata accordata unʼattenzione insufficiente alla pericolosità dei gas di combustione», dichiara il comandante Hans Fuhrer. È per questo motivo che è stato organizzato questo corso durante il quale intervengono quattro specialisti dello spegnimento 3D. Hans Fuhrer continua: «Lo spegnimento chiamato 3D indica un concetto che, contrariamente ai metodi classici, tiene conto in modo particolare della problematica del fumo e dei gas di combustione in tutte le riflessioni tattiche e le misure di lotta contro gli incendi. Con questo concetto si aggiunge una «terza dimensione» alla lotta contro il fuoco, i gas di combustione appunto, con il loro sviluppo volumetrico e la loro pericolosità. Visti i moderni materiali di costruzione che vengono utilizzati attualmente, è particolarmente importante capire a fondo il comportamento degli incendi negli edifici e prendere in considerazione il pericolo costituito dal fumo.»

N

Procedura di apertura delle porte e raffreddamento dei gas di combustione Daniel Zwahlen, che dà la lezione, spiega ai partecipanti che una squadra deve esaminare la porta e il fumo che eventualmente ne fuoriesce prima di entrare in un edificio. Se, quando si comincia ad aprire la porta, ne fuoriesce del fumo (nero, beige) sotto pressione, è necessario formare una coltre di nebbia d’acqua sopra la porta. In

Federazione dei Pompieri Distretto di Frutigen-Niedersimmental Il 24 ottobre scorso, 32 responsabili della protezione della respirazione e i loro sostituti, si sono recati a Spiez per un allenamento tattico concernente il comportamento durante lʼattacco interno. Questo corso era diretto da Hans Fuhrer (esperto in protezione della respirazione) che poteva contare sulla collaborazione di Jürgen Ernst e John McDonough, due formatori di fama internazionale in questo campo. Questi ultimi erano assistiti da Daniel Zwahlen (Corpo pompieri di Saanen), JeanPierre Buchs (Corpo pompieri dʼAeschi) e Beat Fischer (esperto PR Spiez). questo modo si può evitare l’effetto di «flashback» (infiammazione dei fumi caldi che fuoriescono durante l’apertura della porta e che si mischiano all’ossigeno). In seguito bisogna aprire la porta quanto basta per potervi passare la lancia e inviare così una serie di brevi getti o un’impulsione lunga nella parte superiore del locale. In questo modo si evita un apporto di ossigeno troppo importante nel locale e il vapore acqueo può fare il suo effetto. La squadra può ripetere questa operazione fino a quando sarà sicura che i gas di combustione siano stati sufficientemente raffreddati per evitare un’infiammazione istantanea dei gas di fumo.

Possibile procedura di apertura della porta: • Restare sempre al riparo per aprire la porta • Esame dell’edificio e della porta • Inviare un breve getto sopra la porta • Aprire la porta della larghezza di una lancia • Inviare una serie di brevi getti nella parte superiore del locale • Chiudere la porta affinché le goccioline d’acqua possano fare il loro effetto e raffreddare i gas di combustione • Per terminare ripetere questa operazione prima che la squadra apra completamente la porta e penetri nell’edificio

EFFETTO DI «FLASHBACK» (INFIAMMAZIONE DEI FUMI CALDI CHE FUORIESCONO DURANTE L’APERTURA DELLA PORTA E CHE SI MISCHIANO ALL’OSSIGENO).

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Come detto precedentemente la proiezione di acqua a brevi getti diretti nella parte superiore del locale serve innanzitutto a neutralizzare gli strati di gas di combustione e a impedirne in questo modo l’infiammazione che potrebbe produrre un flashover o un backdraft. Oltre a un raffreddamento efficace dei gas di combustione, il getto diffuso permette anche di farsi un’idea della temperatura all’interno del locale in fiamme. Il test di temperatura aiuta la squadra a valutare il calore ambiente in vista della progressione. Per questo si tiene verti-

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FORMAZIONE

BACKDRAFT,

I GAS DI COMBUSTIONE ESPODONO

IL FLASHOVER

È UN

BRUSCO INNALZAMENTO DELLA TEMPERATURA CON AUMENTO MASSICCIO DELLA QUANTITÀ DI MATERIALE CHE PARTECIPA ALLA COMBUSTIONE.

L’ATTACCO 3D

CON ACQUA POLVERIZZATA

CONSISTE NELL’AVVICINAMENTO MEDIANTE NEBULIZZAZIONE

calmente la lancia a getto cavo, in modo che il getto parta in questa direzione. Inviare in seguito un breve getto. Se l’acqua ricade in forma liquida, questo significa che il calore è debole e che si può continuare la progressione. Se invece l’acqua si vaporizza immediatamente, questo significa che bisogna ancora raffreddare prima di continuare ad avanzare. Si chiama «attacco 3D con acqua polverizzata» questo utilizzo della nebbia d’acqua ottenuta con una serie di getti brevi e controllati. Il diametro delle goccioline prodotte in questo modo è molto importante. Abbiamo potuto leggere nell’articolo «Cavo, ma efficace» (VFV n° 3/2010), che il loro diametro ideale è di circa 0,3 mm. Il getto d’acqua arriva su una corona dentata al fuoriuscire dalla lancia a getto cavo generando in questo modo delle finissime goccioline. Lo scopo è che queste goccioline restino in sospensione negli strati di gas di combustione in modo da raffreddarli, da renderli inerti e di diluirli. Questa operazione deve permettere di separare i gas di combustione dalla zona contigua in fiamme per impedire l’infiammazione istantanea o quanto meno di limitarne le conseguenze. L’attacco con l’acqua polverizzata richiede una certa precisione. La durata dei getti e l’angolo del getto dipendono sempre dalle dimensioni del locale in questione e dalle condizioni all’interno. Come indicato nell’articolo l’angolo ottimale del getto diffuso per raffreddare dei gas di fumo si situa tra i 45 e i 75 gradi. Ma il getto deve anche agire in fondo al locale, dove la parete e il soffitto si toccano. Più il locale è alto, più l’angolo del getto dovrà essere debole in modo che il getto diffuso possa essere veramente efficace. Il locale viene progressivamente raffreddato grazie a dei brevi getti, facendo attenzione a raffreddare bene tutte le zone. Dopo ogni getto la squadra deve osservare i gas di combustione e, se necessario, adattare la tattica. Solo un allenamento all’utilizzo della lancia permette di regolarla e padroneggiarla bene; bisogna arrivare a poterla maneggiare alla cieca, in modo che il lanciere possa guardare davanti a sé e non in direzione della lancia per regolarla. Padroneggiare lʼincendio durante lʼattacco interno Nell’edificio di esercitazione, Hans Fuhrer, John McDonough e un gruppo di partecipanti osservano dapprima la formazione e lo sviluppo del fuoco. L’apporto di ossigeno all’incendio è controllato grazie a uno schermo parafumo che ostruisce la porta. In questo modo la temperatura aumenta nel locale, mentre il fuoco diminuisce per mancanza di ossigeno. L’utilizzo mirato del getto diffuso e delle diverse regolazioni della lancia permettono di raffreddare il locale e di bagnare i muri e gli oggetti in fiamme con le gocce di grande diametro, il focolaio dell’incendio viene controllato con dei brevi getti. Si ottiene

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FORMAZIONE HANS FUHRER

E LA

DOLL’S HOUSE

LA «DOLL’S HOUSE»

SERVE A SIMULARE, A SCALA

RIDOTTA, L’EVOLUZIONE DI UN INCENDIO IN UN LOCALE.

in questo modo un raffreddamento efficace generando contemporaneamente del vapore acqueo. Il motto è: «Controllare l’aria significa controllare il fuoco, e controllare la lancia a getto cavo significa controllare lo spazio!»

«Dollʼs house» Jürgen Ernst presenta la «doll’s house» ai partecipanti, curiosi. Questa scatola con quattro compartimenti, chiamata appunto «doll’s house» in inglese per via della sua somiglianza con una casa di bambole, serve a simulare a scala ridotta l’evoluzione di un incendio in un locale. Permette inoltre di creare e di visualizzare dei fenomeni come il flashover e il backdraft. Questo supporto di formazione agli incendi nei locali chiusi ha quattro finestre che possono essere chiuse con dei pannelli di legno. Non appena Jürgen Ernst ha dato fuoco al pianterreno, a destra, le fiamme hanno già invaso la tromba delle scale della casa in miniatura e sprigionano dei gas di pirolisi, segno che la combustione provoca la decomposizione termica delle materie solide e genera dei gas di

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combustione tossici. Mischiandosi agli altri prodotti della combustione, questi ultimi formano uno strato di fumo che si accumula progressivamente all’interno della scatola, come accade durante l’incendio di un locale. L’irradiamento termico proveniente dal fuoco, ma anche dallo strato di fumo caldo, provoca una decomposizione termica che sprigiona dei gas di pirolisi combustibili. Sufficientemente caldi, possono infiammarsi e il fuoco attacca allora gli oggetti del locale che non erano anco-

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FORMAZIONE I

peratura ancora elevata che regna nel locale: è l’esplosione. Un vaporizzatore riempito d’acqua permette di simulare l’azione di estinzione con diverse forme getto (pieno/diffuso), e i diversi modi di utilizzo, come per esempio il raffreddamento a mezzo di getti, e di mostrarne l’efficacia.

PARTECIPANTI HANNO PRIMA OSSERVATO

LA FORMAZIONE E LO SVILUPPO DEL FUOCO.

LA

La camera a immagine termica quale mezzo di primo intervento Jürgen Ernst istruisce i partecipanti anche all’utilizzo della camera a immagine termica e spiega che, fino a oggi, i pompieri la utilizzavano soprattutto per localizzare eventuali focolai di brace dopo lo spegnimento dell’incendio. Ormai si propone l’utilizzazione di questo strumento innanzitutto per la valutazione dell’edificio da parte del capointervento e in seguito per la prima squadra PR di primo intervento, che possono in questo modo immediatamente localizzare la zona di calore massimo, il flusso dei gas di combustione e procedere quindi all’attacco mirato. Inoltre la squadra PR di primo intervento può localizzare le persone che si trovano eventualmente all’interno.

CAMERA A IMMAGINE TERMICA

QUALE MEZZO DI PRIMO INTERVENTO

Clara Rüsi, redattrice Foto: Clara Rüsi e Jean-Pierre Buchs

PERCHÉ SPEGNERE

ra in contatto diretto con le fiamme. Si produce allora il fenomeno del flashover. Tutto il locale è ormai in fiamme a causa dell’infiammazione istantanea. Nella «doll’s house» si può anche creare un backdraft. Il backdraft è un’esplosione dovuta all’apporto improvviso di ossigeno in un locale chiuso, saturo di prodotti sprigionati da una combustione incompleta (fuliggine nel fumo e gas di pirolisi), fino a quel momento privati di ossigeno. Si può creare un backdraft nella «doll’s house» nel seguente modo: una volta che il flashover si è prodotto, si chiude per qualche secondo una delle aperture della scatola in modo che l’ossigeno all’interno si consumi. Le fiamme apparenti spariscono mentre il fumo aumenta. Se a questo punto si ritira il coperchio dall’apertura, nella scatola entra una quantità di aria sufficiente che si mischia al fumo e tutto si infiamma a causa della tem-

IN

3D?

1.) Raffreddamento dei gas: lʼacqua polverizzata viene utilizzata per raffreddare sufficientemente i gas nella parte superiore del locale in modo da evitare lʼapparizione di un rollover o di un flashover.

2.) Inertizzazione (trasformazione in sostanze inerti): lʼacqua polverizzata è utilizzata per creare unʼatmosfera inerte nella parte superiore del locale, questa atmosfera viene controllata o dal vapore acqueo prodotto o dalle goccioline dʼacqua in sospensione nellʼaria. Questo impedisce lʼinfiammazione dei gas che produce il backdraft o lʼesplosione di fumo o, quanto meno, ne limita le conseguenze. 3.) Spegnimento: le superfici calde sono bagnate dalle grosse gocce, vengono in questo modo raffreddate e non sprigionano più gas.

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UGENTO, CORSO DI FORMAZIONE PER I VIGILI DEL FUOCO E LA PROTEZIONE CIVILE Accordo con il Ministero dell’Inter no e convenzione con il Ctp per rafforzare le competenze del personale volontario

Il

4 maggio scorso il Comune di Ugento ha stipulato un protocollo di intesa con il Ministero dell‘Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, per promuovere e regolamentare le attività di formazione del personale operativo volontario dei Vigili del Fuoco. Considerata la disponibilità di personale volontario operante presso il distaccamento di Ugento - che si avvia ad una stabilizzazione del rapporto di lavoro - e l‘urgente necessità di integrare il personale già esistente, il Comune corrisponderà al Ministero la somma di € 7.000,00 per consentire lo svolgimento di un corso di formazione rivolto al personale volontario e tenuto da personale permanente istruttore qualificato, in servizio presso il Comando Provinciale. Verrà data priorità, nella riserva di almeno il 50% dei posti disponibili, al personale residente ad Ugento e nei comuni di competenza del distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Ugento. L‘importo che il Comune corrisponderà al Ministero deriva dal finanziamento del progetto “Viviamo il parco“, finalizzato, tra l‘altro, proprio alla prevenzione degli incendi nel territorio dell’area protetta ed alla formazione del personale volontario operante nel distaccamento. L‘attività di formazione contribuirà a rafforzare e rendere sempre più moderno, efficiente e diffuso il sistema di protezione civile nel territorio. L‘attività formativa verrà espletata entro il 30 novembre 2010, salvo eventuali proroghe concordate tra le parti. E in fase di attivazione, inoltre, un corso di formazione per i volontari della locale Protezione Civile sulle tematiche di prevenzione e

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lotta attiva agli incendi. È stata, infatti, approvata la convenzione tra il Comune di Ugento e il CTP (Centro Territoriale Permanente di Ugento) - che si occupa nello specifico di educazione degli adulti oltre ad essere ente di formazione accreditato presso la Regione Puglia - per la realizzazione di un corso di 35 ore volto alla formazione specializzata dei volontari per le attività di prevenzione antincendio, sia in aula che con esercitazioni sul campo per la lotta attiva agli incendi. Il corso, dell’importo di € 3.000,00, verrà sovvenzionato con fondi derivanti dal finanziamento della Fondazione per il Sud relativo alla realizzazione del progetto “Viviamo il Parco“.

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mirkodecaroli@tiscali.it le disparità tra i corpi dello stato 10 giugno 2010 19:04:27 GMT+02:00 direttorevfv@me.com

Direttore Responsabile Rivista VFV Antonio Ascanio Mangano

Ciao Ascanio, ti scrivo queste poche righe per illustrarti quanto contano i vigili del fuoco per i governi delle Regioni. Al momento, per un problema di salute di mio figlio, mi trovo a Firenze; prima di trovare una sistemazione per due settimane ho viaggiato con mezzi pubblici. Per dare un pò di respiro a mia moglie ho cercato di fare un abbonamento sia del treno sia dei bus ma essendo nominale può solo essere intestato ad una persona. Da questo momento la scoperta.

Per quanto riguarda gli autobus posso viaggiare mostrando il mio tesserino mentre per i treni, ove le piccole tratte sono a carico della Regione Toscana, dal 2005 esiste una convenzione, rinnovata ogni anno che permette a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e-a mio avviso assurdo-Corpo Forestale dello Stato, di essere esenti dal pagamento del biglietto. Gli appartenenti a queste forze di polizia potrebbero essere chiamati ad intervenire in caso di necessità (un controllore mi ha dato la coppia della convenzione).

Io rifletto e dico: Ma quei “fenomeni” dei vigili dl fuoco dove sono? Sicuramente inpegnati a combattere i volontari o come stà accadendo polemizzare sulle nuove APS Volvo. Che le diano ai Volontari se non vanno bene!

A parte questa piccola parentesi, a parer mio la Forestale e la polizia Penitenziaria non sono vicini ai cittadini in maniera quotidiana come i Vigili del Fuoco e pronti ad intervenire in caso di reale necessità.

Ti scrivo queste righe per riallacciarmi alle bugie che hanno scritto sui giornali a seguito delle nuove assegnazioni di attrezzature ai volontari della nuova Provincia di Monza. Certi “colleghi” sono capaci di strumentalizzare tutto, incontentabili su quello che il Ministero assegna loro, riducendosi a non essere considerati dagli enti, così come accade in Toscana. Oppure sono troppo impegnati nella battaglia contro i volontari da non accorgersi che le altre forze-benchè anche con problemi simili a quelli del nostro Copro-cercano delle piccole agevolazioni per i propri dipendenti. Non sono anche questi i compiti delle sigle sindacali? La dimostrazione è proprio nellʼarticolo dove si parla della sede del nuovo Comando Provinciale Monzese, per loro già inadeguato: manca un locale per la decontaminazione...già come se quotidianamente ci fosse un intervanto NBCR. Oppure non vi sono posti letto per tutti: forse oguno vorrebbe la proppria stanzetta? Poi, al fine di dichiararsi “Comando sottodimensionato”, nei conteggi di caserme, automezzi e uomini non vengono mai considerati i volontari...mi pare che, proprio in Brianza, non ne manchino e veglino sui cittadini al pari di “quelli che lo fanno di lavoro”! Un Saluto, Mirko Decaroli Vice Coordinatore Regionale Presidente Provinciale di Vercelli dellʼANVVFN


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Caro Mirko, mi spiace per le disavventure legate alla salute di tuo figlio e spero vivamente che ora stia meglio e che siate tornate tutti a casa.

In effetti è una vera stranezza che siamo lʼunico Corpo dello Stato a non godere di agevolazioni sui mezzi di trasporto pubblico (esclusi quelli urbani). Pur non reputando di primaria importanza per il nostro volontariato, lʼottenimento dʼuna agevolazione sui treni, capisco la rabbia che devi aver provato quando ti sei sentito “figlio dʼun Dio minore”: probabilmente sulla rete ferroviaria vi saranno più detenuti evasi da rincorrere che incendi da spegnere.

Abbiamo da poco ottenuto lʼequiparazione al personale permanente, non solo in merito ai doveri ma anche alla previdenza (anche se i primi ne beneficeranno dal 2012) ma lo sai, ad esempio, che in Provincia Autonoma di Trento, i volontari che rispondono alla selettiva sono coperti da assicurazione kasko mentre si recano in caserma con la propria automobile?

Permetteteci di lavorare con automezzi efficienti e moderni (e non ancora con lʼOM 160); forniteci tutti i DPI dei quali potremmo aver bisogno (non solo quelli per il fuoco ma anche per lʼacqua e per il lavori in altezza) e poi tanta, tanta formazione e aggiornamento. Antonio Ascanio Mangano direttorevfv@me.com

VOLONTARI DEL COMANDO PROV.LE MONZESE CON LE ATTREZZATURE A LORO ASSEGNATE

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D I S TA C C A M E N T I

NUOVO

FURGONE

DAILY “POLISOCCORSO”

AL SERVIZIO DELLA POPOLAZIONE DELL’ALTOMILANESE È “LUI” IL FIGLIO DELL’ULTIMO PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEI POMPIERI DI INVERUNO ONLUS, IL NUOVO FURGONE POLISOCCORSO STUDIATO E ALLESTITO DA UN GRUPPO DI VOLONTARI INVERUNESI

A Inveruno tutti riconoscono un suono inconfondibile: quello acuto, prolungato, intenso, della sirena che chiama a raccolta i vigili del fuoco, per incendi o emergenze in luogo o nei paesi vicini.

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D I S TA C C A M E N T I opo qualche mese dʼattesa per le targhe, il nuovo arrivato è entrato a far parte del parco macchine del distaccamento. Proprio un furgone, simile a quello inaugurato, fu il primo acquisto della nascente AAPI sorta nel 1994 al fine di sostentare lʼattività della storica caserma di pompieri volontari. Questo è il quinto mezzo di soccorso acquistato (e donato allo Stato italiano) nellʼarco di quindici anni.

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È bene ricordare che non sono stati utilizzati fondi “pubblici” o provenienti da fondazioni per lʼacquisto di questa nuova macchina: sono stati usati, quasi esclusivamente, i proventi delle sagre estive e delle sottoscrizioni a premi degli ultimi 5 anni.

IL POLISOCCORSO IN UN INTERVENTO SULL’AUTOSTRADA TORINO VENEZIA; SOTTO L’INTERNO CON LE ATTREZZATURE

Il nuovo furgone, appositamente scaffalato con materiali Syncro System, ospita ora le attrezzature “incidente stradale” che precedentemente viaggiavano su un vecchio Fiat Ducato il quale, seppur recentemente restaurato, non rispondeva più a requisiti di sicurezza alla guida sufficienti.

Il nuovo Iveco Daily interviene nei 12 comuni di primo impiego dei VVF volontari inverunesi ma potrà anche operare in ausilio alle squadre VVF del circondario; ad oggi sono già stati svolti alcuni interventi di soccorso piuttosto impegnativi, pur essendo in servizio solo da poche settimane.

Ma cʼè una novità assoluta: sul furgone verrà presto “caricato” un cuscino di salvataggio (da salto) Vetter SP 25. Lʼautomezzo potrà quindi essere impiegato sia in modalità “polisoccorso” (incidente stradale/infortunio sul lavoro) che in modo “carro soccorso” (denominato in qualche Comando anche “carro teli”). Il materasso pneumatico permetterà salti dʼemergenza da unʼaltezza massima di 25 metri e potrà essere inviato dalla sala operativa del 115 in tutti quegli interventi dʼincendio in abitazione o nel caso di persone che minaccino di gettarsi nel vuoto. Dato che lʼunica attrezzatura analoga, in Provincia di Milano, è disponibile solamente presso il distaccamento cittadino di Via Benedetto Marcello (centro di Milano), cʼè da aspettarsi un notevole incremento dellʼattività operativa per i vigili del fuoco volontari di via Lazzaretto che lʼanno prossimo gireranno intorno alla boa dei 150 anni.

Il cuscino di salvataggio (da salto) Vetter SP 25 misura 460x460x240 cm., si gonfia in 66 secondi e permette salti da un’altezza massima di 25 metri.

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D I S TA C C A M E N T I L’ASSOCIAZIONE AMICI DEI POMPIERI DI INVERUNO ONLUS 1° settembre 1861 un grosso incendio si sviluppa nella vicina Cuggiono: si chiede lʼintervento dei pompieri inverunesi. Allʼepoca non cʼera ancora il telefono a Inveruno, e non cʼera neanche lʼautopompa. Cʼera però un corpo di volontari dotato di una “macchina idraulica” con stantuffi che, azionati a mano, servivano a far funzionare la pompa collegata al serbatoio contenente acqua.

Il

Quando scoppiava un incendio, veniva avvisato il sagrestano il quale chiamava i volontari lavoratori alla macchina idraulica suonando la campana “a martello”.

Le case del nostro paese erano meno sicure di quelle attuali: erano costruite prevalentemente con strutture in legno e il riscaldamento era ottenuto con il fuoco di fascine e ciocchi di legna secca che bruciavano nel camino.

Le occasioni di incendio erano quindi numerose; si aggiunga poi che in ogni cortile e su ogni cascina cʼerano paglia, fieno, e legna accatastata per lʼinverno.

La costituzione del corpo volontari nacque da un comprensibile senso di autodifesa: lo spirito di sacrificio e di solidarietà si consolidò nel tempo, tramandandosi per generazioni, tante volte anche di padre in figlio.

Nel 1994, sei soci fondatori costituiscono lʼAssociazione Amici dei Pompieri di Inveruno che ha come scopo principale quello di favorire lo sviluppo e lʼoperatività del distaccamento dei Vigili del Fuoco e di svolgere attività di Protezione Civile sul territorio comunale. Attualmente lʼassociazione è costituita da 49 soci volontari.

Il corpo locale svolge la propria attività su un territorio molto vasto che comprende il Castanese e il Legnanese e, in zona, è quello che compie più interventi: 652 nel 1999, 670 nel 2000, oltre 750 nel 2009.

Un secolo e mezzo di storia dunque ha dato forma ai pompieri locali al punto che oggi è un motivo di onore far parte dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Inveruno: questo spiega come ci siano ancora tanti volontari.

Intanto, in mezzo a mille difficoltà tecniche ed economiche, come succede sempre in tutte le attività di volontariato, il corpo di Inveruno è cresciuto continuamente in organizzazione, numero dei vigili, numero di mezzi e stima da parte della popolazione.

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Ricordo che dal 2001 ad oggi si sono succeduti quattro capi distaccamento: alcuni si sono dimessi a causa di disaccordi col Comando Provinciale di Arezzo, altri per motivi familiari o di lavoro. Attualmente l’incarico di Capo Distaccamento Volontario è stato accettato dal VFV Donatello Torrioli che sta svolgendo la mansione in modo responsabile ed encomiabile. L’appartenenza alla famiglia dei pompieri lo rende pieno d’orgoglio. Desidero fare tanti auguri a Donatello per l’incarico assunto AMBIO AL VERTICE DEL ISTACCAMENTO e auspico che riesca a trasmettere il suo entusiasmo ad altri giovani. Il gruppo sarà così più Egregio Signor Mangano, compatto e noi cittadini potremo dormire sonni poiché non ho il piacere di tranquilli sapendo che tanti giovani angeli custodi conoscerla di persona, mi presento: sono Mario vigilano sul nostro territorio e su di noi. Testerini, ex vigile del fuoco volontario del distac- Grazie Donatello a te e ai tuoi ragazzi. camento di Sansepolcro (AR). In servizio dal 1958 Mario Testerini al 1991, dal 1976 con la funzione di Capo Distaccamento. Dal 1978 sino a fine carriera ho fatto parte del Consiglio Nazionale della Nostra ANVVFV.

C

VVF

D VOLONTARI DI SANSEPOLCRO

Desidererei che questa mia lettera fosse pubblicata sulla Nostra Rivista.

DONATELLO TORRIOLI

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RICONOSCIMENTI I vigili del fuoco volontari dell’Otaki Fire Brigade vincono il “New Zealand Workplace Health and Safety Awards”. I pompieri hanno battuto i colleghi” sanitari del Wellington Free Ambulance e sono stati più bravi addirittura della Sinclair Knight Merz, azienda internazionale leader in ingegneria delle infrastrutture, dei trasporti e difesa che vanta quaranta sedi nel mondo.

PREMIO SALUTE I VIGILI

DEL

E

SICUREZZA

FUOCO VOLONTARI NEOZELANDESI

SUL

LAVORO

VINCONO UN PREMIO PER AVER INVENTATO UN

NUOVO ATTREZZO UTILE PER LIBERARE I FERITI INCASTRATI TRA LE LAMIERE DELLE AUTOMOBILI

premio è stato assegnato per il miglior utilizzo del design nellʼeliminazione e confinamento del pericolo: i pompieri hanno presentato la loro versione rivisitata de famosi “Jaws of Life” (gli attrezzi oleodinamici usati negli incidenti stradali).

Il

Ideatore del sistema lʼufficiale volontario Warren Lauder, scomparso la scorsa Pasqua. Aveva iniziato a lavorare al progetto dopo aver assistito a un incidente occorso durante lʼutilizzo dei metodi tradizionali dʼestrazione.

“Siamo al settimo cielo” ha detto Ian King, comandante dei pompieri volontari di Otaki, “Eʼ il giusto tributo a Warren”. A differenza degli altri sistemi che allontanano le lamiere mediante lʼuso di “attrezzi di forza”, il nuovo utensile libera gli occupanti delle automobili mediante lʼuso di catene e barre che servono a tirare il veicolo per fargli assumere la forma pressoché originale (un poʼ come le dime che utilizzano i carrozzieri). La giuria ha apprezzato il fatto che lʼapparecchiatura possa divenire di grande aiuto per i vigili del fuoco nel soccorso degli occupanti i veicoli coinvolti in gravi incidenti stradali.

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“Differentemente dalle altre tecniche dʼestrazione, il nostro sistema fa si che non si creino nuovi pericoli sullo scenario incidentale.” I volontari hanno fatto notare, inoltre, quanto potrà essere facile per gli altri servizi di soccorso, apprendere lʼuso di questa nuova attrezzatura. A questo link potrete vedere un video esplicativo della nuova tecnica:

http://www.3news.co.nz/Volunteer-firefighter-receivesposthumous-award/tabid/367/articleID/162201/Default.aspx

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L’INTERVENTO

DEI

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VVF VOLONTARI

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ALTOTESINI

PER IL DERAGLIAMENTO DEL TRENO, DELLA

PROVINCIA

AUTONOMA DI

BOLZANO

CARICO

DI PENDOLARI, INVESTITO DA UNA FRANA IN

VAL VENOSTA

LO SCORSO

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APRILE

DURNWALDER RINGRAZIA I VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI BOLZANO - I vertici dell’Unione provinciale dei vigili del fuoco volontari sono cambiati da maggio. Il presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, ha accolto a Palazzo Widmann il nuovo presidente Wolfram Gapp, ed il suo vice Alois Sparber, in occasione della loro cerimonia di presentazione.

“Attraverso i nuovi vertici - ha sostenuto Durnwalder - ho ringraziato tutti i 13mila volontari che suddivisi nei 306 corpi garantiscono una presenza capillare sul territorio e un impegno puntuale e professionale a favore della popolazione”. Protezione civile e collaborazione Vigili del fuoco-istituzioni, sono stati i punti cardine della discussione: “Una cooperazione che si concretizza non solo nellʼattività di prevenzione e soccorso in Alto Adige ma anche negli interventi di solidarietà per le calamità in Italia e allʼestero” ha sottolineato Durnwalder. “In Alto Adige - prosegue - le sedi e lʼequipaggiamento, ma anche e soprattutto la formazione dei pompieri volontari, sono allʼavanguardia e rispondono alle necessità del settore”. Nella costruzione e nella gestione delle strutture, conclude Durnwalder “deve restare sempre prioritaria lʼesigenza della sobrietà: si costruisce e si acquista quando necessario”.

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LUIS DURNWALDER


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IL SERVIZIO ANTINCENDI

IN

A LT O A D I G E

Il servizio antincendi attivo nella Provincia Autonoma di Bolzano oggi viene svolto da: 306 Corpi di vigili del fuoco volontari, presso tutti i Comuni 1 Corpo di vigili del fuoco permanenti a Bolzano 3 Corpi di vigili del fuoco aziendali. Secondo la legge provinciale 18 dicembre 2002 n. 15, spettano al servizio antincendi: * la protezione antincendi preventiva e difensiva * la prestazione di soccorsi tecnici (misure di soccorso e di aiuto a persone,animali, ambiente e cose, per la prevenzione e il contenimento di pericoli e danni di ogni tipo) * aiuto in caso di calamità. I vigili del fuoco volontari garantiscono la protezione delle persone e delle cose contro incendi e altre emergenze in tutte le località del territorio provinciale. Ciò significa che, in tutte le zone abitate, al massimo entro 5-10 minuti dalla chiamata di allarme si mette in atto un primo intervento. I vigili del fuoco volontari svolgono il loro servizio (interventi, esercitazioni, formazione, controllo delle attrezzature, organizzazione e amministrazione, procura di mezzi finanziari, ecc.) interamente a titolo onorifico, vale a dire, nel loro tempo libero, durante le ferie o allontanandosi dal lavoro. I bilanci dei Corpi dei vigili del fuoco volontari derivano, in media, metà dall’ente pubblico (Comuni e Provincia) e metà dai cittadini. E’ importante sottolineare che i Corpi dei vigili del fuoco volontari non devono sostenere costi per il personale, che ammonterebbero a cifre maggiori di quelle necessarie per i materiali. Il contributo dei cittadini nel servizio antincendi è quindi sostanzialmente superiore all’impegno finanziario sostenuto dall’ente pubblico.

ESPODE MEZZO ANFIBIO UNION SPRINGS–NY. VIGILE

DEI

FIRE FIGHTER

DEL FUOCO VOLONTARIO IN GRAVI CONDIZIONI A SEGUITO DELL’ESPLOSIONE DI UN MEZZO ANFIBIO

U

n vigile del fuoco volontario è rimasto gravemente ustionato a seguito dell’esplosione di carburante a bordo di un mezzo anfibio d’epoca, in uso alla centrale del New York Fire Company. La polizia di Stato ha dichiarato che Steven Kalet, volontario di 35 anni, stava spostando l’automezzo nella caserma dei vigili del fuoco di Union Springs quando una predita di benzina ha innescato l’incendio e provocato l’esplosione. Kalet è stato trasportato in elicottero allo Upstate University Hospital di Syracuse dove, il giorno successivo l’incidente, un infermiere supervisore ha dichiarato che le sue condizioni sono gravi. Il DUKW (Duck) esploso è uno dei due mezzi anfibi (ideato negli anni ’40) in dotazione ai locali vigili del fuoco per il soccorso di bagnanti e diportisti del Lago Cayuga. Kalet è un assistant chief (vice comandante) che stava occupandosi della manutenzione del mezzo quando è accaduto l’incidente. Fonte: New York Post Il veicolo in questione venne usato dai Marines e dall’Esercito Statunitense nel corso del secondo conflitto mondiale; distribuito anche agli alleati operò in un

gran numero di nazioni europee. Dopo la guerra, oltre che per scopi militari, fu usato in impieghi civili per soccorsi a popolazioni colpite da calamità naturali, come l’alluvione del Polesine del 1951. Il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco ne utilizzo alcuni esemplari sino agli anni ’70. C’è da chiedersi com’è possibile che questo barcone da museo fosse ancora in servizio.

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI, NATURA AMBIENTE

L’A.N.P.A.N.A. è stata fondata a Roma il 3 Aprile 1985. L’associazione è iscritta agli Albi Regionali per il Volontariato, per la Protezione Animali, Ambiente e per la Protezione Civile; inoltre è riconosciuta dal Dipartimento Nazionale per la Protezione Civile con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ riconosciuta tra le associazioni di protezione ambientale con decreto ministeriale 11 maggio 2004, registrato dal Ministero dell’economia e delle finanze - Ragioneria generale dello Stato Ufficio centrale del bilancio in data 28 maggio 2004 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale italiana n. 182 del 5 agosto 2004). Inoltre L’ANPANA è riconosciuta dal Ministero della Salute(Decreto n°4/2007 EN.AS. del 3 luglio 2007). Le finalità dell’Associazione sono: • Proteggere gli animali, la natura e l’ambiente in generale. • Effettuare idonea vigilanza sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e locali, relativi alla salvaguardia della natura, dell’ambiente e degli animali: • Provvedere alla difesa del patrimonio zootecnico ittico e di qualsiasi altra forma di vita del pianeta, avvalendosi di proprie Guardie adeguatamente preparate che agiscono di concerto e a sostegno delle Istituzioni e Corpi di Vigilanza dello Stato (Carabinieri, Polizia, C.F.S., G.d.F., Polizia Municipale etc.)

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• Svolgere efficace propaganda zoofila ed ecologica nella cittadinanza, con particolare attenzione alla scuola e al mondo dei giovani. • Attivare tutte le iniziative atte a divulgare e promuovere i principi di una reale ecologia e zoofilia. • Collaborare con la Protezione Civile, WWF, e con tutti gli Enti e le Associazioni che abbiano fini analoghi. • contribuire al perfezionamento della legislatura attinente le materie di proprio interesse. SETTORI SPECIFICI NEI QUALI SI ESPLICA L’ATTIVITÀ DELLE GUARDIE ECOZOOFILE, VENATORIE ED ITTICHE:

• Anagrafe canina, controllo dei canili e del fenomeno del randagismo di cani e gatti, epidemie degli animali. • Tutela di parchi e giardini, verifiche antinquinamento degli scarichi pubblici e privati, controllo delle deposizioni di rifiuti anche ingombranti nelle aree pubbliche e private. • Prevenzione e repressione dei maltrattamenti degli animali. • Vigilanza sul patrimonio ittico e sulla disciplina dell’esercizio della pesca nelle acque interne. • Controlli nel trasporto degli animali, negli allevamenti, nelle fiere e nei mercati circa lo stato degli animali e le condizioni igienicosanitarie in cui sono tenuti. • nei mattatoi circa i modi di abbattimento ed il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie degli impianti. • presso gli Istituti scientifici e far-

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SEQUESTRO CANILE

VIGILANZA

SULLA DISCIPLINA DELL’ESERCIZIO

DELLA PESCA NELLE ACQUE INTERNE

maceutici, contro la vivisezione ed il maltrattamento degli animali; la sorveglianza si estende ai luoghi di custodia e tende ad impedire il commercio illegittimo di animali destinati alla vivisezione e il commercio degli animali esotici protetti dalla legge Washington. • La crescita e lo sviluppo delle coscienze civili all’interno ed all’esterno dell’Associazione, per una sempre maggiore sensibilità a favore degli animali, per un ambiente più a misura d’uomo e per una migliore qualità della vita, in un settore che merita molta più attenzione di quanta ne ha, è il fine dell’azione dei Volontari dell’A.N.P.A.N.A. LE GUARDIE ECOZOOFILE L’ANPANA dispone di Soci che operano, a titolo volontario e gratuito, in nome e per conto dell’Associazione e che, dopo aver dimostrato la propria idoneità al servizio, sono proposti per la nomina a Guardie dai Comandanti Provinciali e dai Consigli Direttivi Provinciali previo parere favorevole del Coordinatore Generale Nazionale. L’idoneità viene determinata dopo un periodo di formazione teorica e pratica che normalmente dura un anno. I suddetti Soci, dopo la nomina che può essere di diversi Enti, entrano a far parte del Corpo Nazionale delle Guardie ANPANA, per il Servizio di Polizia EcoZoofila. Le Guardie affiancano gli Organi Pubblici ed i vari Corpi di Vigilanza dello Stato e delle Autorità Locali (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato o delle Regioni, Capitanerie di Porto, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, CRI, organi di Polizia Locale, servizi ASL ecc.) e, sotto la loro direzione, provvedono alla vigilanza sull’osservanza delle leggi e regolamenti generali e locali relativi alla protezione degli ani-

mali, alla difesa del patrimonio zootecnico, faunistico ed alla tutela ambientale. Le Guardie, inoltre, devono essere Soci Sostenitori dell’Associazione e garantire, con impegno sottoscritto, la propria adesione e accettazione delle norme statutarie e del regolamento che ne disciplina il servizio ed il comportamento. Il compito delle Guardie non consiste esclusivamente nella prevenzione e repressione delle infrazioni, ma anche e soprattutto nella promozione e educazione all’animalismo ed alla ecologia intesi come convinto e civile rispetto degli animali e dell’ambiente. Di fondamentale importanza è anche lo scrupoloso rispetto dei diritti e delle libertà che le leggi accordano ai cittadini e quando si rende necessario l’intervento le Guardie devono agire con prontezza, calma e prudenza, fattori questi che permettono di valutare sempre esattamente le situazioni e di non varcare i limiti tracciati e imposti dalle leggi. Le Guardie che prevedano la possibilità di incontrare situazioni di difficoltà o pericolo non devono esitare a richiedere l’appoggio e l’assistenza di altri Agenti della Forza Pubblica. Maggiori informazioni su: http://www.anpana.it/

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giuseppemaraschiel@tiscali.it comunicazione del distaccamento di deliceto FG 10 luglio 2010 11:43:29 GMT+02:00 direttorevfv@me.com

Gentile Direttore, in qualità di presidente della sezione di Deliceto dell’ANVVFV, sento il dovere di esprimere alcune considerazioni che, seppur costruttive, rattristano gli animi. Nel novembre 2008 giunse voce che il sottosegretario agli interni con delega ai vigili del fuoco si apprestava a firmare un documento nel quale si decretava la trasformazione in “sede mista” del nostro distaccamento volontario. Molto preoccupato informai subito i vertici dell’Associazione Nazionale ma ricevetti rassicurazioni in merito alla vicenda: “Sono solo voci non confermate”. A giugno dello scorso anno un nostro autista perse il controllo della APS a causa dello scoppio di uno pneumatico e tutti gli occupanti del vecchio OM 79-13 finirono al pronto soccorso in seguito al ribaltamento del mezzo. In quell’occasione non ricevetti la solidarietà che mi aspettavo da parte dell’associazione che ci rappresenta e dell’episodio non si scrisse neppure sulla rivista. L’ultima novità è la seguente: a partire da oggi il nostro distaccamento volontario verrà presidiato da una squadra permanente della centrale di Foggia per effettuare il servizio d’antincendio boschivo. Ci siamo ribellati con tutte le forze affinché il Comando Provinciale affiancasse alcuni nostri volontari al contingente permanente che, di fatto, s’insedierà nella nostra caserma! Ci hanno, in qualche modo, accontentati ma ad ogni inizio turno dobbiamo partire da Deliceto con la nostra auto privata per recarci a Foggia, “prendere servizio” e poi tornare in caserma a Deliceto col mezzo del Comando (40 km a tratta…). Ovviamente c’è stato riferito che questo servizio di “boschiva” si protrarrà fino a settembre e questo programma varrà da prova per un successivo insediamento del Distaccamento Misto. Se consideriamo inoltre che il Comune ha stanziato €. 155.000,00 per i moduli abitativi dove andranno i permanenti, c’è da credere che il progetto che porterà alla nostra sparizione è già in fase avanzata. Questo è l’ennesimo grido d’aiuto, cosa dobbiamo fare per farci ascoltare?

Cordiali Saluti, Giuseppe Maraschiello (Responsabile della sezione di Deliceto FG dell’ANVVFV)


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Caro Giuseppe, questa vicenda “tragicomica” oltre a essere tremendamente triste è l’ennesima riprova del disegno-neppure troppo velato-che piuttosto di puntare allo sviluppo, mira alla soppressione della nostra componente. Mi scuso per non aver dato notizia dell’incidente occorso alla squadra di colleghi ma apprendo i fatti soltanto ora, a distanza di un anno: spero i ragazzi si siano ovviamente rimessi e che ora abbiate un mezzo più “moderno” in dotazione.

AUTOMEZZO

BOSCHIVO

VV.F.

In questo Paese non abbiamo la cultura della “auto protezione”: cittadini-opportunamente addestrati-che soccorrono altri cittadini; perché no? Perché i vostri amministratori locali (come quelli di tante altre municipalità) si ostinano a pretendere, ovviamente da Mamma Roma, il benedetto presidio fisso di vigili del fuoco anche nei comuni più piccoli? Non voglio andare troppo lontano: in Provincia di Bolzano il soccorso tecnico è garantito da 16mila pompieri volontari (ve ne sono pure nelle frazioni) e da appena 150 permanenti…gli altoatesini ricevono tutti un servizio inadeguato?

VIGILE DEL FUOCO DURANTE UN’INTERVENTO A DELICETO

Prendo a prestito le parole dell’ex sindaco di Lazzate che ha stanziato centinaia di migliaia di euro per una caserma di volontari che in troppi non vogliono: “In Italia anche i vigili del fuoco sono un ammortizzatore sociale!”. Antonio Ascanio Mangano direttorevfv@me.com

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A P P U N TA M E N T I Il Distaccamento di Merate opera ininterrottamente da 165 anni ed oggi esegue una media di 650 interventi all’anno su di un territorio di 26 comuni della provincia di Lecco con più di 100.000 abitanti; è interamente operativo e gestito da volontari che garantiscono un servizio H24 per 365 giorni l’anno. ma con fotografia tutti i bimbi che riusciranno a completare il percorso con il palo di discesa, il ponte tibetano, lʼarrampicata a parete e lo spegnimento di un vero incendio. Durante tutta la manifestazione, inoltre, sarà possibile vedere tutti i mezzi VVF in dotazione al distaccamento. DIMOSTRAZIONI VVF e MOMENTI UFFICIALI con la S. Messa in oratorio e la sfilata verso il distaccamento

MOSTRA DI QUADRI “Passione ed Arte” dove una cinquantina di artisti del “Gruppo Artisti Forlanini Monluè” esporranno i loro quadri sul tema dei Vigili del Fuoco

LʼAssociazione AMIS DI PUMPIER DE MERAA in collaborazione con il DISTACCAMENTO VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI MERATE organizza anche per il 2010 la manifestazione

FIREPARTY 2010

La festa si terrà dal 3 al 12 Settembre 2010 presso il Distaccamento di Merate in via degli Alpini ed unirà momenti di divertimento, solidarietà, balli, ristorazione, attività sportive e giochi per i più piccoli. Tutto il ricavato della manifestazione verrà utilizzato per il sostegno del distaccamento volontario e per il mantenimento e lʼampliamento del Centro Polifunzionale di Emergenza in cui sorge il distaccamento stesso. Durante i 7 giorni di manifestazione si svolgeranno le seguenti attività:

DIVERTIMENTO PER I PIUʼ PICCOLI con il percorso pompierini che premia con lʼapposito diplo-

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DANZA E RISTORAZIONE con il tendone coperto da 1000mq in cui sarà possibile cenare come in un vero ristorante pizzeria mentre sullʼapposita pista si alterneranno musiche Country, Anni 70/80, Liscio, Danze Popolari, ecc

SOLIDARIETAʼ con la “Cena per lʼAfrica” dove sarà possibile cenare con piatti tipici al ritmo di musiche africane per sostenere due importanti progetti in Africa: il Villaggio Sololo dove opera il Dott. Bollini sostenuto dallʼAssociazione Mondeco ed il Villaggio San Francesco di Meru sostenuto dallʼAssociazione San Francesco legata alla Fiera San Giuseppe di Osnago

ATTIVITAʼ SPORTIVE con il torneo di beach volley e quello di beach soccer su un vero campo in sabbia e la salita alla cuccagna come primo tentativo di ritorno ai “giochi di un tempo” Al Fireparty 2010 ci sono attività per tutte le età e per tutti i gusti; si trascorre in serenità una tranquilla serata tra amici oppure unʼintera giornata festiva con tutta la famiglia, con pranzo e cena inclusi.

V F V L U G L I O / AG O S TO 2 0 1 0

VI ASPETTIAMO !!!!

www.fireparty.it


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