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Anno XXVI - no5 5 Settembre/Ottobre 2012
Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
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S ETTEMBRE /O TTOBRE 2012
RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI
Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)
Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI
Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it
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Aut. Trib. Milano n. 855/89
w w w. a n v v f v. o r g GINO GRONCHI
ALLE
DURANTE L'INTERVENTO ALLA
SUE SPALLE IL LOGO DELLA
ANVVFV
XXII ASSEMBLEA NAZIONALE
FOTO DI COPERTINA:
FOSSANO MAURO CINI.
TENUTASI A
RECENTEMENTE RIDISEGNATO DAL GRAFICO
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EDITORIALE [A LATO]
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TORINO RICORDA IL GENERALE DALLA CHIESA
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PER LʼEMILIA: DALLA UE 670 MILIONI DI EURO
NUOVI PRESIDI VOLONTARI: DENIGRAZIONE IN CORSO
VOLONTARIATO NEI VIGILI DEL FUOCO
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NORME ATEX QUESTE SCONOSCIUTE
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A GRONCHI LʼAQUILA DI SAN VENCESLAO
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25.000 NUOVI VVF “VOLONTARI” IN TRE ANNI? MACUGNAGA: 9 VVF VOL. A PRESIDIO D'UNA INTERA VALLE
XXII ASSEMBLEA NAZIONALE ANVVFV I VOLONTARI SI RIPRENDONO LA CRI
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VIDEOGIOCO CHE INSEGNA COME ASSISTERE UN DISABILE
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SUICIDI E ALIENATI
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I VOLONTARI VALDOSTANI VIGILI DEL FUOCO A PIENI TITOLI
LETTERE AL DIRETTORE RECENSIONI
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Mentre scrivo questo editoriale è da poche ore terminato a
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Fossano (CN) lo spoglio delle schede elettorali per l’elezione dei componenti del nuovo Consiglio nazionale. L’ampia partecipazione dei soci in questo importante appuntamento è senz’altro un buon segno che ha confermato gli auspici di molti con l’elezione di candidati in rappresentanza delle varie aree italiane (nord – centro – sud) emersi in forma quasi proporzionale con le forze associative in esse presenti. Erano in molti a temere un accentramento di responsabilità e competenze in una determinata area, visione favorita (forse) da recenti prese di posi-
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alzare la testa per protestare contro la precaria condizione cui
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zione di alcune Sezioni provinciali che hanno avuto il coraggio di
Mi auguro che il prossimo Consiglio nazionale sappia meglio interpretare i bisogni del territorio cioè
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Preferisco non dare un giudizio su quanto effettivamente fatto in questo triennio, considerazioni peral-
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versa il volontariato dei vigili del fuoco; ha invece prevalso, e qui non avevo dubbi, il desiderio di servire meglio e più da vicino i distaccamenti con i quali non deve mai mancare quel doppio legame che li aiuta a sopravvivere. L’Assemblea di Fossano del 6 ottobre è stata preceduta da un coinvolgimento di tutti gli associati con un’intensità che se fosse quotidianamente applicata sul territorio permetterebbe di raddoppiare il numero degli aderenti. Ma si sa le elezioni sono un momento particolare che catalizza le attenzioni anche per i “tiepidi” cioè di coloro che normalmente si chiedono che cosa fa l’Associazione per loro.
tutte quelle necessità causate dalla burocrazia statale o da irrazionali forze conservatrici esterne e che una rinnovata mentalità associativa porti ad esprimere un migliore servizio per il nostro volontariato. Penso di trovarmi d’accordo con chi predica che il più immediato e semplice servizio da mettere a disposizione è la costante, efficace e pronta informazione che contribuisce a controllare quelle aspirazioni disgregatrici sempre in agguato.
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tro già espresse in altre sedi, anche se mi auguro che ognuno di noi metta al servizio dell’Associazione e dei nostri Distaccamenti le positive esperienze maturate cercando di proporre le proprie idee nel rispetto della democrazia che nel tempo ci ha permesso, dopo oltre quarant’anni e con molte delusioni, di vederci ancora in prima linea. Gin o Gron ch i
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desidero ringraziare pubblicamente quan-
ti di voi – durante la XXII Assemblea Nazionale di Fossano - m’hanno avvicinato per ringraziarmi, per conoscermi di
persona, per lusingarmi con complimenti, magari omaggiarmi d’un libro, oppure solo per salutarmi.
Ringrazio anche Giuseppe Parrinello che è riuscito a farmi arrossire con le belle parole dedicatemi durante il suo intervento.
La copertina di quest’edizione – consentitemelo – è dedica-
ta a Gino Gronchi, 26 anni di presidenza e 40 dedicati ai
VVF volontari. Dopo anni trascorsi a macinar chilometri
per far conoscere il nostro volontariato in giro per l’Italia, Gino non s’è ricandidato. Per lui si prospetta tuttavia – sarebbe da stolti lasciarlo andare – un incarico di rilievo all’insegna della continuità e della collaborazione col
Consiglio Nazionale neo-eletto a Fossano.
Un direttivo variegato sia per regione di provenienza che per l’età anagrafica dei componenti: c’è qualche “vecchio”
ma anche diversi “giovani” con idee ben chiare sul futuro della nostra Associazione. Un giusto mix che potrà
(dovrà!) rilanciare/sviluppare il volontariato pompieristico nell’intera Penisola, al fine di raggiungere i cittadini necessitanti di soccorso in tempi - se non proprio ragionevoli – quantomeno decenti (Sic!).
“Occorrerà lavorare, magari scontrarsi, ma poi trovare una sintesi.” – ha detto Roberto Mugavero durante il suo
intervento – io credo di poter affermare che questo nuovo direttivo ha tutte le carte giuste per far compiere un gros-
so balzo in avanti al nostro sodalizio nei tre anni di mandato che sono già cominciati.
In bocca al lupo! Ascanio
h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i direttorevfv@me.com
facebook.com/pompieri.vfv
Hanno firmato questa quinta edizione del 2012 di VFV: Fabio Marangoni, Massimo Barbon, Andrea Costa Pisani e Clara Rüsi-Bison.
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EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]
Cari lettori/pompieri,
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DALLA UE 670 MILIONI DI EURO UNA CIFRA RECORD Il Fondo di Solidarietà dellʼUnione Europea intende stanziare la grossa somma al fine di operare gli interventi più urgenti. Il capitolo più consistente riguarda lʼalloggio di circa 43mila sfollati; 90 milioni occorrono per ripristinare le infrastrutture di base ed i servizi di soccorso costeranno 60 milioni di euro.
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BOLOGNA - “Voglio ringraziare la Commissione europea, in particolare il commissario per la Politica regionale Johannes Hahn e il vicepresidente Antonio Tajani, per lʼimportantissimo contributo a favore della nostra regione e delle altre zone colpite dal sisma, frutto di una collaborazione e di un lavoro svolti insieme al Dipartimento nazionale della Protezione civile con le Regioni”. Così il presidente dellʼEmilia Romagna e commissario delegato per la Ricostruzione, Vasco Errani, ha commentato la proposta avanzata dalla Commissione per uno stanziamento di 670 milioni di euro.
Lʼannuncio è stato dato oggi dal commissario Hahn, secondo il quale la Commissione europea ha anche adottato un progetto di bilancio rettificativo per coprire lʼimporto, che dovrà essere approvato dai ministri delle finanze dellʼUe e dal Parlamento europeo. Lʼobiettivo del sostegno, la somma più elevata mai stanziata dal Fondo di solidarietà dellʼUnione europea (Fsue), è coprire gli enormi costi di ripristino delle infrastrutture essenziali e di fornitura di alloggi e di servizi di soccorso nonché proteggere il patrimonio culturale della regione.
“Dobbiamo aiutare questa regione altamente produttiva a rimettersi in piedi”, ha dichiarato il Commissario Hahn, che si è recato in Emilia-Romagna in giugno. “Lʼammontare dellʼaiuto è il maggiore mai erogato dal Fondo di solidarietà dellʼUnione europea dalla sua istituzione nel 2002. Esso riflette lʼentità dei danni provocati dal terremoto a migliaia di famiglie, alle loro case, ai loro mezzi di sostentamento e allʼeconomia della regione in generale. La priorità è ridare un alloggio e sostenere le decine di migliaia di persone che hanno perso la casa in seguito a questo disastro epocale”. “LʼEuropa – ha detto Errani – ha riconosciuto lʼimportanza strategica della nostra regione per tutta lʼeconomia italiana, valutando con la necessaria gravità i danni provocati dal terremoto a migliaia di famiglie, imprese, beni culturali”.
“Sapremo gestire questi fondi, - ha assicurato - come ogni risorsa destinata alla ricostruzione, con la trasparenza e lʼefficienza necessarie in questa difficile fase per la nostra comunità”.
LʼItalia ha presentato una domanda di aiuto a titolo del Fondo di solidarietà, ricevuta il 27 luglio 2012, entro il termine di dieci settimane dalla data in cui si è verificato il primo danno (20 maggio 2012). Le autorità italiane hanno indicato danni diretti per 13,3 miliardi di euro, 3 miliardi di euro in più rispetto ai danni record provocati dal terremoto dellʼAquila, in Abruzzo, nel 2009.
Questo importo rappresenta lo 0,86% del reddito nazionale lordo italiano e supera di quasi quattro volte le condizioni per la mobilitazione del Fondo di solidarietà, fissate a 3,6 miliardi di euro per lʼItalia nel 2012 (corrispondenti 3 miliardi di euro ai prezzi del 2002).
La percentuale maggiore dei costi degli interventi urgenti (oltre 465 milioni di euro) si riferisce alla fornitura di strutture ricettive provvisorie per ospitare circa 43 000 persone per un massimo di 3 anni. Quasi 90 milioni di euro occorrono per riparare le infrastrutture di base e oltre 60 milioni di euro è il costo dei servizi di soccorso.
Il terremoto del 20 maggio, di magnitudo 5,9 sulla scala Richter, ha colpito la zona a nord di Bologna, verso Ferrara, causando vittime e danni ingenti agli edifici storici dei paesi circostanti. Il 29 maggio, il secondo terremoto, di magnitudo 5,8 sulla scala Richter, ha colpito la stessa regione, questa volta con epicentro a nord di Modena. I terremoti hanno causato 27 morti e circa 350 feriti e lʼevacuazione di oltre 45.000 persone. I danni agli edifici, alle infrastrutture, alle imprese, agli impianti industriali, allʼagricoltura e al ricco patrimonio culturale sono stati gravi e diffusi.
La maggior parte dei danni (quasi il 92%) è stata registrata in Emilia-Romagna, in particolare nelle province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia. La Lombardia e il Veneto sono state colpite in misura minore, rispettivamente quasi lʼ8% e lo 0,4% dei danni totali. Il Fondo di solidarietà dellʼUnione europea (Fsue) è stato istituito in seguito alle inondazioni che hanno colpito lʼEuropa centrale nellʼestate del 2002. Esso eroga aiuti finanziari fino ad un massimo di un miliardo di euro lʼanno agli Stati membri e ai paesi in fase di adesione colpiti da catastrofi naturali gravi. fonte Aise - Agenzia Internazionale Stampa Estero
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GENERALE DALLA CHIESA
La Città di Torino, a trentʼanni esatti dallʼeccidio, ha reso omaggio alla figura del Generale con una giornata di ricordo solenne. Il Ministro Cancellieri ha fatto appello alle nuove generazioni affinché facciano propri esempi dʼonestà e rispetto delle regole. Il presidente della ANVVFV Gronchi ha partecipato alla cerimonia. rentʼanni fa, il 3 settembre 1982, in un agguato mafioso in via Carini a Palermo veniva assassinato il Generale dellʼArma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato prefetto del capoluogo siciliano appena 100 giorni prima. Nellʼattentato rimanevano uccisi anche la moglie Emanuela Setti Carraro e lʼagente di scorta Domenico Russo.
a cura della redazione
T
Nella mattinata del 3 settembre 2012, ai Giardini Reali, è stata deposta una corona di alloro davanti al Monumento nazionale al Carabiniere, con lʼintervento del Sottosegretario di Stato alla Difesa Filippo Milone, a nome del Governo Italiano. Nel pomeriggio, la Sala Rossa di Palazzo Civico ha ospitato una cerimonia di commemorazione, a cui hanno parLe autorità nella Sala Rossa tecipato lʼon. Nando Dalla Chiesa, figlio del compianto del Palazzo Civico Generale, il sindaco Piero Fassino, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, il procuratore della Repubblica Gian Carlo Caselli e il Comandante Generale dellʼArma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli. zia, il Ministro ha ricordato quando Dalla Chiesa, prefetto a Ha concluso gli interventi il Ministro dellʼInterno Palermo, aveva chiesto una generalizzata mobilitazione per Annamaria Cancellieri, “emozionata nel ricordare, nella Sala in orientare le coscienze verso il rafforzamento della democrazia, cui ha lavorato Camillo Cavour, un grandissimo italiano come della legalità e dellʼuguaglianza, ma non ebbe il tempo di porCarlo Alberto Dalla Chiesa, straordinario servitore dello Stato, tare a compimento la sua missione, perché venne barbarafino allʼestremo sacrificio, proprio perché amava profondamente ucciso. mente il suo Paese”. Annamaria Cancellieri ha infine fatto appello alle Il Ministro ha quindi sottolineato il forte legame di nuove generazioni, affinché facciano proprio lʼinsegnamento Dalla Chiesa con Torino, città dove nel 1974 venne istituito il del Generale Dalla Chiesa di onestà e rispetto delle regole e Nucleo Speciale Antiterrorismo, dei basilari diritti del prossimo “illuminata intuizione del quali valori imprescindibili per generale”, che nello stesso ogni Paese civile e democrati« [...] ci sono cose che non si fanno per anno catturò a Pinerolo i brico: “Dobbiamo tutti insieme, coraggio. Si fanno per potere continuare a gatisti rossi Renato Curcio e Istituzioni e società civile, perguardare serenamente negli occhi i propri Alberto Franceschini. Aver correre la strada tracciata dal figli e i figli dei propri figli. creato una struttura ad hoc, Generale Dalla Chiesa, impeCʼè troppa gente onesta, tanta gente qualunque, altamente specializzata, con gnandoci a salvaguardare la che ha fiducia in me. uomini selezionati e con spedemocrazia e la libertà e Non posso deluderla. » cifiche competenze – ha spieaffermando con ogni mezzo Carlo Alberto dalla Chiesa al figlio, gato lʼesponente del Governo possibile la cultura della legacitato in ʻDelitto imperfettoʼ Monti – si rivelò indispensabilità”. di Nando dalla Chiesa, 1984 le per capire e scardinare dallʼinterno il complesso sistema Alla cerimonia in Sala criminale. Rossa hanno preso parte tanNel rimarcare la passione, grande professionalità e tissimi cittadini e autorità civili, religiose e militari, tra cui il competenza con cui il Generale ha sempre perseguito la straSottosegretario alla Difesa Filippo Milone, il vicepresidente del da della legalità e dellʼaffermazione dei principi della democraCSM Michele Vietti, il procuratore della Repubblica Marcello
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Il picchetto d’onore delle associazioni presenti Maddalena, monsignor Giacomo Martinacci dellʼArcidiocesi di Torino, il prefetto di Torino Alberto Di Pace, i prefetti delle province piemontesi, il Capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli, il Comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle dʼAosta gen. Pasquale Lavacca, il questore di Torino Aldo Faraoni, il presidente dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari Gino Gronchi, gli ex sindaci di Torino Diego Novelli, Valentino Castellani e Sergio Chiamparino, don Luigi Ciotti, sindacalisti, numerosi onorevoli, consoli, rappresentanti di Associazioni dʼArma, Comunità Ebraica ed Enti Biografia
Gino Gronchi incontra Sergio Marchionne locali (il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Valerio Cattaneo, il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, consiglieri e assessori di Comune, Provincia e Regione).
Il 7 maggio 2012 il Consiglio comunale di Torino aveva approvato allʼunanimità una mozione (primo firmatario: Andrea Tronzano) per commemorare in città il trentennale dallʼassassinio del Generale Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, Grande Ufficiale dellʼOrdine Militare dʼItalia alla Memoria.
Figlio di un carabiniere (il padre Romano partecipò alle campagne del Prefetto Mori e nel 1955 sarebbe divenuto vice comandante generale dellʼArma), entrò nellʼEsercito partecipando alla Guerra in Montenegro nel 1941 come sottotenente; divenne ufficiale di complemento di fanteria nel 1942 e nello stesso anno passò allʼArma dei Carabinieri (dove già prestava servizio il fratello Romolo) in servizio permanente effettivo completando gli studi di giurisprudenza.
Come primo incarico viene mandato a comandare la caserma di San Benedetto del Tronto, dove rimane fino al giorno dellʼarmistizio, 8 settembre 1943. A causa del suo rifiuto a collaborare nella caccia ai partigiani, viene inserito nella lista nera dai nazisti, ma riesce a fuggire prima che le SS riescano a catturarlo.
Dopo lʼarmistizio entrò nella Resistenza, operando in clandestinità nelle Marche, dove organizzò i gruppi per fronteggiare i tedeschi. Nel dicembre del 1943 entrò tra le linee nemiche con le truppe alleate ritrovandosi in una zona dʼItalia già liberata.
Dopo la guerra fu inviato a comandare una tenenza a Bari, dove riesce a conseguire 2 lauree; una in giurisprudenza e lʼaltra in scienze politiche (per questʼultima segue i corsi di Laurea tenuti dallʼallora docente Aldo Moro). A Bari conosce Dora Fabbo, la ragazza che nel 1945 diventerà sua moglie. Viene inviato a Roma per seguire gli alleati nel loro ingresso e per provvedere alla sicurezza della Presidenza del Consiglio dei ministri dellʼItalia liberata.
Arriva poi in Campania, avendo per prima destinazione il Comando Compagnia di Casoria (Napoli), dove erano in corso rilevanti operazioni nella lotta al banditismo. Durante la permanenza a Casoria, nasce la figlia Rita. Proprio in questa lotta si distinse e nel 1949 fu pertanto inviato in Sicilia, dove entrò nella formazione delle Forze Repressione Banditismo agli ordini del Generale Ugo Luca, che oltre ad avere a che fare con criminali come il bandito Salvatore Giuliano, si occupava anche di arginare le tensioni separatistiche attizzate dallʼEVIS e da altri agitatori, nonché delle relazioni fra queste due pericolose sacche di illegalità; nellʼisola comandò il Gruppo Squadriglie di Corleone e svolse ruoli importanti e di grande delicatezza, meritando peraltro una Medaglia dʼArgento al Valor Militare. Nel novembre del 1949, nasce a Firenze il figlio, Nando dalla Chiesa.
Da capitano, indagò sulla scomparsa (poi rivelatasi omicidio) del sindacalista Placido Rizzotto e giungendo ad indagare e incriminare lʼallora emergente boss della mafia Luciano Liggio. Il posto di Rizzotto sarebbe stato preso da Pio La Torre, che dalla Chiesa conobbe in tale occasione e che in seguito fu anchʼegli ucciso dalla mafia.
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PRESIDI VOLONTARI: DENIGRAZIONE IN CORSO Il sindaco di un comune dell’aretino decide di dotarsi d’un avamposto di soccorso formato da vigili del fuoco volontari e il “solito sindacato” ne approfitta per gettare fango sull’operato dei VVF volontari e raccontare le solite frottole su “professionismi”, presunta esclusiva e impreparazione. Il segretario generale dell’ANVVFV ha inviato una missiva – ed alcuni documenti - al sindaco di Magliano Sabina. a cura della redazione
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A . N . V V. F. V V. Egregio Signor Sindaco, buon giorno. Sono Fabio MARANGONI segretario generale dellʼAssociazione Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari, Ente Morale costituito con DPR 1160/72, che da oltre 40 anni tutela e assiste il volontariato del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in collaborazione con il Corpo stesso e le locali Amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionali. Innanzitutto ci premetta di complimentarci con lei e lʼAmministrazione comunale di Magliano Sabina per lʼespressa intenzione di aprire sul Vs. territorio un distaccamento dei vigili del fuoco volontari.
Certamente Lei avrà letto lʼarticolo (che invio in allegato) pubblicato sui vari quotidiani on-line della provincia di Rieti che riporta la risposta da parte del sindacato CONAPO che rappresenta una minima parte del personale permanente (dipendenti fissi) del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le assicuro che dopo averlo letto non ci stupiamo delle demenzialità scritte tendenti a denigrare lʼopera e la figura dei vigili del fuoco volontari presenti (in preponderanza al nord ma negli ultimi anni con un considerevole sviluppo anche nel sud Italia) sul territorio nazionale dal oltre 150 anni con punte fino a 200 anni.
Ovviamente per il momento la nostra Associazione non vuole perdere tempo a rispondere al contenuto fuorviante della lettera scritta da qualcuno che, pur essendo dipendente, dimostra di non conoscere bene lʼattività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e tanto meno lʼopera dei vigili del fuoco volontari che sono nati almeno 100 anni prima dello stesso Corpo nazionale.
Purtroppo pare che per raccogliere tessere alcuni sindacalisti del personale permanente ritengano opportuno denigrare la componente volontaria del Corpo nazionale dei vigili del fuoco piuttosto che fare i veri interessi dei propri associati. Non volendole far perdere ulteriore tempo con i nostri pensieri, ci teniamo ad inviarLe la seguente documentazione illustrante il nostro volontariato che si avvale di dati ed articoli di provenienza indipendente: Costi del personale vigile del fuoco – Sunto dei dati estratti da varie fonti (Ministero dellʼInterno, Corte dei Conti, Ministero dellʼEconomia e delle Finanze)
VVFVV articolo “La Protezione Civile” – Articolo apparso sulla rivista “La Protezione Civile Italiana”
Volontariato VVF – Obiettivo Sicurezza – Articolo apparso su “Obiettivo Sicurezza” organo ufficiale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
Vigili Volontari – Obiettivo Sicurezza – Articolo apparso su “Obiettivo Sicurezza” organo ufficiale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
Nel restare a disposizione per fornire eventuali ulteriori informazioni, colgo lʼoccasione per porgerLe un cordiale saluto. Il Segretario Generale Fabio MARANGONI
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A . N . V V. F. V V. CONAPO: “VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI? FABBRICA DI PRECARI” Non si è fatta attendere la risposta del Co.Na.Po. al Sindaco di Magliano Sabino, dove in questo periodo, sono sempre più insistenti notizie non ufficiali su un presunto accordo fra il comandante dei vigili del fuoco di Rieti e il locale primo cittadino, confermato peraltro dagli organi di informazione, teso ad istituire un distaccamento dei vigili del fuoco volontari a campana. Sullʼargomento scende in campo il Conapo – sindacato autonomo dei vigili del fuoco – di Rieti, nella persona del segretario provinciale, Andrea Faraglia, che ha indirizzato a sua volta una lettera al primo cittadino di Magliano Sabino – che di seguito riportiamo in integralmente – spiegando perché non sarebbe una buona idea. Egr. Sig. Sindaco, Le scrivo in qualità di Segretario Provinciale del CO.NA.PO., organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei Vigili del Fuoco, di Rieti.
Credo sia fondamentale premettere che, come CO.NA.PO, Le indirizzo la presente con lo scopo prioritario di tutelare la componente operativa del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nonché la sicurezza ed il soccorso pubblico alla popolazione che Ella amministra.
Tale premessa, onde evitare che si possa anche solo lontanamente sospettare che alla base delle argomentazioni con la presente trattate, possano esservi stimoli di tipo politico e/o strumentali.
Ho appreso dal quotidiano “il Messaggero” di una lettera inviata il 7 Agosto u.s. al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco ed un articolo pubblicato dal “Corriere di Rieti” il 19 Agosto u.s. inerente un “bando di reclutamento” per lʼapertura di un distaccamento di Vigili del Fuoco “Volontari”. Mi perdonerà se abbiamo appreso la notizia con una certa ilarità, ma non posso sottrarmi al dovere, sindacale e morale, di porre alla Sua cortese attenzione alcune considerazioni, ben note gli addetti ai lavori, che hanno lo scopo di chiarire quale sia la vera realtà dei distaccamenti dei Vigili del Fuoco “Volontari”, nonché altre considerazioni, più generali, sul servizio di soccorso tecnico urgente. Prioritariamente, ne siamo perfettamente consapevoli, lʼidea dellʼapertura di una sede di questa tipologia suscita, in linea genere, unanime consenso; tutti gli scopi posti alla base di una tale ipotesi appaiono pienamente e trasversalmente condivisibili: volontariato, qualità del soccorso “certificata” dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sicurezza e soccorso ai cittadini. La realtà, però, a lungo andare si rivelerà molto, molto diversa da quello che inizialmente si era auspicato.
Innanzitutto i Vigili del Fuoco “Volontari” sono tali solo per il fatto che nessuno li obbliga ad intraprendere questa strada, poi la verità è che percepiscono una retribuzione ogni volta che effettuano interventi. Hanno dunque un costo, in realtà molto elevato, soprattutto se rapportato allʼefficacia ed efficienza del loro operato. Non di volontari, dunque, si parla, bensì di precari, tantʼè che è in atto, anche per loro, una procedura di “stabilizzazione”!
Ma il punto focale e cruciale della questione è la qualità della preparazione degli aspiranti stessi. I cosiddetti “volontari” frequentano un corso di appena 120 ore – al lordo dei ritardi e delle lunghe pause – che, nella migliore delle ipotesi, diventano 80 effettive. Al termine del periodo di “formazione” viene rilasciata loro, ai sensi di una delle più infelici, a nostro parere, leggi vigenti nellʼOrdinamento del Corpo Nazionale, unʼabilitazione a prestare servizio come Vigile del Fuoco, in tutto e per tutto assimilabile a quella di un professionista del settore. Basti pensare, solo per citare un esempio, che assumono a tutti gli effetti la qualifica di “agenti di polizia giudiziaria”. Se non stessimo parlando di sicurezza e soccorso ai cittadini, converrà, ci sarebbe da sbellicarsi dal ridere!
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A . N . V V. F. V V. Tornando ai volontari, frequentato il “corso” di cui sopra, viene fornito loro un automezzo e da quel momento sono da ritenersi autonomi ed in grado di fronteggiare ogni tipo di intervento. Del controllo che dovrebbe esercitare il Comando dei Vigili del Fuoco – quelli veri – qui da noi, fino ad ora, neanche lʼombra. E certamente un controllo non potrebbe comunque colmare lʼabisso di preparazione esistente tra un “volontario” con poche ore di corso ed un professionista che per essere abilitato deve superare un concorso pubblico unitamente ad un corso di formazione della durata di sei mesi con verifica finale!
A questo punto Le chiediamo: quale sicurezza vuole per i suoi cittadini? In passato abbiamo sentito dire da esponenti politici di primo piano frasi quali: “meglio questo piuttosto che niente”; “iniziamo dai volontari per poi arrivare ai professionisti”. Frasi fatte, infelici e di circostanza, in nettissimo contrasto con tutte le attuali normative e tecniche in essere nel mondo del soccorso pubblico in senso lato, dette, evidentemente, da persone profondamente incompetenti in materia le quali non si erano nemmeno ben documentate. Noi siamo convinti che Lei vorrà offrire ai cittadini che amministra non vane promesse, spicciola propaganda elettorale per accaparrarsi voti e consensi e cattedrali nel deserto, ma verità sulle concrete possibilità dʼapertura di un presidio di Vigili del Fuoco permanenti a Magliano Sabino, senza farsi strumentalizzare da false rassicurazioni, dipingendo un quadro della situazione che non esiterei a definire “naif”. (omissis)
IL COMMENTO DEL NOSTRO DIRETTORE: Il modus scribendi del CONAPO è sempre il medesimo: denigrare/ridicolizzare il lavoro dei VVF volontari al fine di avvalorare l'anacronistica tesi d'un corpo interamente di "professionisti del settore" (che io chiamerei semplicemente "permanenti"). Sanno benissimo che non tutti i VVF volontari del CNVVF sono "precari da stabilizzare" (io non mi sogno di venir stabilizzato ad esempio e, con me, tanti lettori di questa rivista). Le 120 ore sono la sola formazione iniziale, nessuno si sogna di dare in mano una APS a 6 pivelli (come nessuno si sogna di farlo con 6 VPP rientrati dalla SFO dopo "ben" 6 mesi di corso).
"Se non stessimo parlando di sicurezza e soccorso ai cittadini, converrà, ci sarebbe da sbellicarsi dal ridere!" - oppure - "...il Comando dei Vigili del Fuoco - quelli veri - ..." sono soltanto i soliti triti (e pure tristi) sfottò che dovrebbero riservare alle bicchierate in compagnia. Neppure l'URSS aveva un Corpo di vigili del fuoco dello Stato, si mettano in testa che è inimmaginabile aprire sedi permanenti (o di professionisti, come piace dire) in ogni dove. La capillarità s'ottiene con la distribuzione di presidi VVF volontari (formati e addestrati ovviamente) che possano garantire un intervento rapido e professionale (già, magari certi incendi rimarrebbero solo dei princìpi…). I "professionisti" rimarrebbero solo nelle città più grosse/industrializzate. Provino ad andare in Alto Adige (dove il Corpo Permanente è solo a BZ, parrà strano) e dove gli istruttori volontari (udite, udite) fanno lezione anche ai permanenti... i “CONAPI”, si metterebbero le mani nei capelli ma, funziona così in tutta Europa (il n° di VVF per abitante, in Europa, è alto proprio per via dei Corpi Volontari, e se in Italia detto rapporto è sballato è proprio perché mancano i corpi comunali di VVF, non perché manchino permanenti). V F V S E T T E M B R E / O T TO B R E 2 0 1 2
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Volontariato
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nei Vigili del Fuoco
Una panoramica sulle esperienze in Italia e negli altri Paesi Pubblichiamo uno degli articoli della rivista “obiettivo sicurezza”, organo ufficiale del CNVVF, che il segretario generale dell’ANVVFVV Marangoni ha inviato al sindaco di Magliano Sabina per evidenziargli la componente volontaria dei VVF in campo internazionale. di Natalia Restuccia
ualche cifra sul volontariato dei vigili del fuoco in Italia sarà il punto di partenza del viaggio nel volontariato dei vigili del fuoco. I volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono oggi circa 5.000. Essi sono impegnati presso i distaccamenti volontari o presso le strutture dei comandi provinciali, anche con richiami temporanei in servizio, in occasione di sopravvenute esigenze di potenziamento dei dispositivi di soccorso. Le sedi volontarie sul nostro territorio oggi sono 259, dislocate ancora per la maggior parte in regioni dellʼItalia settentrionale; da alcuni anni il loro numero sta crescendo anche nelle altre regioni, sia perchè sta aumentando la sensibilità verso le attività di volontariato, sia perchè diviene più urgente lʼesigenza delle comunità locali di garantirsi un maggiore livello di sicurezza. Lʼetà per lʼaccesso al volontariato del CNVVF è per i vigili volontari non inferiore a diciotto e non superiore a quarantacinque anni. Sarebbe interessante disporre di unʼindagine puntuale e recente su altri dati relativi al nostro volontariato, quali la distribuzione per età ovvero le attività lavorative svolte dai volontari dei vigili del fuoco, per studiarne meglio il possibile sviluppo. Credo si possa affermare che nel nostro volontariato cʼè ancora molto da scoprire.
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Le realtà di volontariato dei vigili del fuoco in campo internazionale
Anche per gli altri Paesi si condurrà lʼanalisi partendo da qualche dato numerico significativo relativo alla situazione dellʼorganizzazione del soccorso, comparando la consistenza della componente volontaria allʼorganizzazione complessiva del soccorso.
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A . N . V V. F. V V. Molti dei dati utilizzati si rieriscono ai risultati dello studio comparativo svolto in ambito europeo “Survey of the career of professional firefighters in Europe” effettuato con il supporto di fondi della UE nellʼambito del programma dʼiniziativa comunitaria Leonardo da Vinci. Tali dati, insieme a quelli relativi ai paesi terzi, sono stati utilizzati per costruire dei prospetti dʼinsieme da cui è immediato rilevare quali sono i Paesi la cui organizzazione è basata su vigili del fuoco volontari e quali i Paesi la cui organizzazione si basa su vigili del fuoco “professionisti”, per noi i “permanenti”. Per alcuni Paesi lʼorganizzazione prevede lʼimpiego anche di vigili del fuoco “temporanei”.
Lʼesame di alcuni casi
Esistono alcune realtà significative di volontariato nei vigili del fuoco ed in particolare negli Stati Uniti, in Germania ed in Francia. Sono casi rappresentativi di Paesi in cui il volontariato nei vigili del fuoco ha profonde radici storiche e culturali e notevole peso nellʼorganizzazione dei servizi antincendi e di soccorso. Le realtà prese in esame hanno tuttavia al momento attuale una problematica comune, che è quel-
la di avere un trend decrescente nel numero complessivo dei volontari. Unʼesperienza che per tutti sembra essere in declinorispetto al passato. Negli Stati Uniti i vigili del fuoco volontari sono il 74% dei vigili del fuoco complessivi del Paese. In cifre, del totale complessivo stimato di 1.082.500 vigili del fuoco, 804.200 sono volontari. Del totale di 31.114 fire department nel Paese, 22.636 sono costituiti tutti da volontari; 4.848 sono costituiti in prevalenza da volontari; 1.602 sono costituiti in prevalenza da professionisti e 2.028 sono interamente costituiti da professionisti. Il numero dei vigili del fuoco volontari negli Stati Uniti dal 1983 ad oggi si stima sia diminuito del 5-10%. Da unʼanalisi effettuata sul fenomeno si è rilevato che i principali fattori che hanno contribuito alla diminuzione dei volontari sono lʼaccresciuta richiesta di impegno in termini di tempo per lʼattività di volontario, gli standard di addestramento più rigorosi, con lʼaumento delle ore di addestramento necessarie per raggiungere gli standard fissati e lʼevoluzione della società verso famiglie a due redditi, i cui membri hanno meno tempo da dedicare a impegni per il volontariato. Le piccole comunità (quelle con popolazione inferiore a 10.000 abitanti) negli Stati Uniti sono tipicamente
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A . N . V V. F. V V. protette da dipartimenti esclusivamente di volontari. In alcuni casi in queste comunità vengono utilizzati anche vigili del fuoco assunti temporaneamente. Le comunità di medie dimensioni (quelle con popolazione superiore a 10.000 abitanti) sono servite tipicamente da combinazioni di dipartimenti di volontari e di professionisti. Negli Stati Uniti esistono pochissimi dipartimenti costituiti soltanto da vigili del fuoco professionisti, e questi sono principalmente nelle aree molto urbanizzate. Molti Stati richiedono comunque che i volontari si adeguino al “national fire protection associationʼs standard 1001: firefighter professional qualifications”, che stabilisce un corso molto rigoroso di teoria e pratica di addestramento di base. Questo stesso standard è comunemente usato per addestrare i vigili del fuoco professionisti. Bisogna aggiungere che i volontari dei vigili del fuoco negli stati Uniti prestano servizio anche nei “federal emergency management agencyʼs national urban search and rescue teams”, squadre attualmente di avanguardia nelle tecniche di ricerca e salvamento nei crolli. Le squadre US&R sono utilizzate in occasione di disastri nazionali ed internazionali.
Qualche altro dato...
Negli Stati Uniti gli incendi registrati ogni anno sono più di 2 milioni. Eʼ stimato che circa 4500 persone muoiono annualmente a causa di incendi e 26.500 persone restano ferite per gli stessi eventi. Le perdite dirette di beni a causa di incendi sono stimate annualmente in 8,5 miliardi di dollari. La Germania è uno dei Paesi dellʼUnione europea in cui per tradizione e cultura la componente volontaria costitui-
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sce il tessuto fondamentale dellʼapparato di soccorso. Tale esperienza è comune anche allʼAustria ed alle province italiane di confine quali la provincia di Bolzano. La componente volontaria e lʼorganizzazione dei gruppi dei vigili del fuoco volontari nella provincia di Bolzano ha molte analogie con lʼorganizzazione tedesca e con quella austriaca, tutte accomunate peraltro dal comune protettore San Floriano! Il servizio pubblico dei vigili del fuoco in Germania è articolato a livello municipale con servizi di volontari, servizi di volontari con alcuni vigili del fuoco a tempo pieno, servizi di professionisti che comprendono anche dei corpi di volontari. I n Germania tutti i comuni o le municipalità devono garantire un servizio pubblico di vigili del fuoco (volontari o professionisti): la dimensione del servizio dipende dagli abitanti del comune e dal livello di rischio presente. Tutti i comuni dispongono di un servizio di volontari. Le città con una popolazione da 80.000 a 120.000 abitanti dispongono anche di un servizio di professionisti (oltre al servizio dei volontari). In Germania ci sono circa 28.500 servizi di volontari (con circa 1,1 milioni di unità in servizio, compresi 5.500 vigili del fuoco a tempo pieno) e 98 servizi di professionisti (con circa 27.000 unità in servizio).
I tempi di risposta dei vigili del fuoco in Germania
Esiste inoltre lʼobbligo per le imprese ad alto rischio di avere un servizio di vigili del fuoco privato. Ce ne sono circa 1.000 (con 35.000 membri in attività, di cui 6.000 a tempo pieno). Le caserme di volontari delle città con più di 40.000
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A . N . V V. F. V V. abitanti sono presidiate dagli stessi volontari a tempo pieno. Se pure articolata a livello municipale, lʼorganizzazione dei servizi pubblici dei vigili del fuoco (professionisti e volontari) in Germania è regolamentata a livello nazionale. Gli interventi sono svolti in funzione di regolamenti nazionali del servizio pubblico dei vigili del fuoco. I tempi dichiarati dal servizio pubblico tedesco dei vigili del fuoco sono i seguenti: in zone rurali circa 8 minuti in agglomerati urbani circa 5 minuti
Uno sguardo ai vigili del fuoco volontari francesi
Nella legge n. 96-370 del 3 maggio 1996 e le successive modifiche sullo “sviluppo del volontariato nei corpi dei vigili del fuoco” allʼart. 1 si legge: “I vigili del fuoco volontari partecipano allʼinsieme delle missioni di sicurezza civile di ogni natura che sono conferite su territorio ai servizi antincendi e di soccorso”. Più in particolare nel regolamento del volontariato dei vigili del fuoco emanato con il decreto n. 99-1039 del 10 dicembre 1999, modificato recentemente con il decreto n. 2003-1141 del 28 novembre 2003 si afferma che: “(…) I vigili del fuoco volontari, come i professionisti, sono incaricati della prevenzione e della valutazione dei rischi, della formazione, delle operazioni di soccorso che richiedono la salvaguardia delle persone, dei beni e dellʼambiente. Partecipano a lʼinsieme dei servizi antincendi e di soccorso e possono vedersi affidate delle missioni o delle funzioni specifiche nel quadro della organizzazione dei servizi (…)”. I volontari in Francia sono lʼ85% degli effettivi dei servizi antincendi e di soccorso. Lʼorganizzazione, che è basata sul reclutamento volontario dei cittadini, permette di realizzare una fitta rete di presenza sul territorio, requisito indispensabile per garantire lʼuguaglianza dei cittadini di fronte al soccorso. I dati riportati sono tratti dai siti ufficiali dei vigili del fuoco francesi e della Brigata dei vigili del fuoco di Parigi. Qualche cifra (statistiche 2002): In Francia ci sono 246.000 vigili del fuoco di cui: o 193.600 i vigili del fuoco volontari o 33.500 i vigili del fuoco professionisti o 9.250 i vigili del fuoco dei servizi di sanità e soccorso medico (volontari e professionisti) o 9.000 vigili del fuoco militari di cui 7.000 a Parigi (la Brigata dei vigili del fuoco di Parigi) e 2.000 a Marsiglia (il Battaglione dei pompieri marinai di Marsiglia). Sui vigili del fuoco volontari francesi si dispone di numerose statistiche utilizzate per studi recenti e dalle quali sono stati estratti alcuni dati riportati nel seguito, utili per comprenderne la struttura e la composizione. Il primo dato esaminato è lʼetà: è stata fatta una ripartizione per fasce di età per evidenziare la consistenza attuale del volontariato. Dallʼesame dei dati risulta che lʼ11% dei volontari ha meno di 20 anni. La fascia di età da 21 a 25 anni ha la percentuale maggiore (15,6%). Le donne sono poco più del 5%, ma costituiscono il
12% di tutti i giovani volontari al di sotto dei 25 anni. Il 41% dei volontari sotto i 25 anni sono studenti di scuola superiore o di università. La durata media della permanenza è di circa 5 anni. Va precisato che lʼart. 8 del regolamento dei volontari prevede che “ i volontari sono reclutati per un periodo di cinque anni, tacitamente rinnovato (…)”. Eʼ stata fatta unʼindagine approfondita sulle attività svolte dai vigili del fuoco volontari. Questo dato ha un notevole interesse al fine di comprendere “dove va il volontariato”, chi sono i volontari, quali sono i settori in cui si hanno le adesioni, quali i risultati delle campagne di sviluppo e potenziamento. La componente prevalente è quella degli impiegati/operai (55,6%), ma non è trascurabile la componente studentesca (12,7%). I vigili del fuoco volontari appartengono comunque in maggioranza al settore di impiego privato. La ripartizione è la seguente: il settore privato 60%, il settore pubblico 20,4%, gli autonomi 8%. Il volontariato in Francia è una componente importante ma in declino. Rispetto al 2001 i dati sono decrescenti, ancora di più lo sono rispetto allʼinizio del secolo. I vigili del fuoco volontari allʼinizio del XX secolo in Francia erano 270.000. La politica francese degli ultimi anni per rilanciare il volontariato dei vigili del fuoco è stata orientata verso lʼapprofondimento e lo studio dei fenomeni e delle statistiche, per puntare infine su due componenti ritenute fondamentali: i giovani e gli imprenditori. Sono stati svolti studi accurati sulle dinamiche sociali e sui cambiamenti nel mondo giovanile, ritenuto un serbatoio importante a cui attingere per rilanciare il volontariato nelle squadre di soccorso. Il secondo filone percorso per il rilancio e lo sviluppo del volontariato dei vigili del fuoco in Francia è quello della sensibilizzazione degli imprenditori, attraverso una campagna sui vantaggi di avere nella propria azienda volontari dei vigili del fuoco, sia per il valore aggiunto in sicurezza per lʼimpresa, sia per la possibilità di poter trattare condizioni più vantaggiose sulle polizze assicurative. Nella lettura del regolamento francese sul volontariato ha colpito la mia attenzione la scelta di far partire il reclutamento già a 16 anni. Ciò interessa una fascia significativa di giovani in età scolare, per i quali è previsto un periodo di addestramento e trasferimento di competenze, oltre che la trasmissione di messaggi sociali forti e la conoscenza della realtà del volontariato dei vigili del fuoco, del quale viene percepita la forte utilità sociale.
Ritengo che anche in Italia sia indispensabile promuovere un nuovo concetto di volontariato altamente qualificato, nel quale la formazione dei volontari abbia un ruolo sempre più importante e sempre più incisivo, divenendo lo strumento principe per il rinnovamento e il rilancio del volontariato del Corpo nazionale. Questa strada è già stata intrapresa in altri Paesi in cui la componente volontaria riveste un ruolo importante nel servizio di soccorso e dove, come negli Stati Uniti, si pone sempre più lʼaccento su una formazione più sistematica e più specialistica.
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NORME ATEX QUESTE SCONOSCIUTE Prosegue lʼattività della sezione Milano-Lodi della ANVVFV rivolta al miglioramento della formazione del personale volontario; il 24 aprile, presso il Centro dʼAddestramento Polifunzionale di Bovisio Masciago (MB), si è tenuta una serata dedicata ai sistemi diprotezione e controllo delle esplosioni.
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a cura di Massimo Barbon
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incontro è stato organizzato con la preziosa e indispensabile partecipazione della Società FIKE ITALIA, che opera nel settore sicurezza dei processi produttivi con particolare riferimento ai sistemi di protezione dalle esplosioni per lʼindustria civile.
L’
ll tecnico specializzato Massimiliano De Santis e lʼIngegnere Carlo Robino hanno iniziato questo primo incontro introducendo i seguenti argomenti: NORME ATEX (atmosfere esplosive)
SISTEMI DI SFOGO DELLE ESPLOSIONI
SISTEMI DI SOPPRESSIONE ED ISOLAMENTO DELLE ESPLOSIONI
Lʼincontro ha visto la partecipazione molto attenta di oltre 40 unità provenienti dai distaccamenti volontari dei Comandi di Milano, Lodi e Pavia; molto gradita la partecipazione del Comandante Provinciale di Milano, Silvano Barbéri che, dopo aver brevemente introdotto lʼargomento, ha assistito a buona parte della serata. Ovviamente la complessità dellʼargomento, arricchito da filmati e immagini utilissime per comprendere lʼargomento, non si può racchiudere in poche ore; lʼobbiettivo della Sezione, condiviso dai tecnici della Società Fike, è di programmare una serie di incontri per approfondire la materia, coinvolgendo possibilmente anche il personale NBCR del Comando di Milano.
apparecchi o sistemi di protezione relativamente ai rischi di esplosione. Per atmosfera esplosiva si deve intendere una miscela caratterizzata dalla presenza contemporanea di: 1) sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie, polveri; 2) in aria; 3) in determinate condizioni atmosferiche; 4) in cui, a seguito di un innesco, la combustione si propaga alla miscela non bruciata;
Unʼatmosfera suscettibile di trasformarsi in atmosfera esplosiva a causa delle condizioni locali e/o operative viene chiamata “atmosfera potenzialmente esplosiva”. Le condizioni atmosferiche di riferimento sono quelle per le quali la concentrazione di ossigeno nellʼatmosfera è approssimativamente del 21% e che includono variazioni di pressione e temperatura al di sopra ed al di sotto dei livelli di riferimento di 101,3 kPa e 20°C, denominati condizioni atmosferiche normali, purché tali variazioni abbia- no un effetto trascurabile sulle proprietà esplosive delle sostanze.
Le condizioni atmosferiche previste come base per le prove di conformità alle norme tecniche (EN 50014, EN 13463-1) indicano una gamma di variazioni di temperatura da - 20°C a + 40°C ed una gamma di variazioni di
GENERALITÀ SULLA DIRETTIVA 94/9/CE La direttiva 94/9/CE del 23 marzo 1994, riguarda il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.
La direttiva 94/9/CE si applica a tutti i tipi di apparecchi, sistemi di protezione e componenti destinati ad essere utilizzati in o in relazione a atmosfere potenzialmente esplosive.La direttiva riguarda anche i dispositivi destinati a essere utilizzati fuori dallʼatmosfera potenzialmente esplosiva ma utili o indispensabili per il funzionamento sicuro degli
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loro proprie, rischiano di provocare unʼesplosione. ›
Sistemi di protezione art. 1, paragrafo 3(b) I dispositivi, diversi dai componenti, la cui funzione è bloccare sul nascere le esplosioni e/o circoscrivere la zona colpita dalle fiamme e dalla pressione derivante dallʼesplosione che sono immessi separatamente sul mercato come sistemi con funzioni autonome. ›
Componenti art. 1, paragrafo 3(c): Parti essenziali per il funzionamento sicuro degli apparecchi e dei sistemi di protezione (in caso contrario non rientrerebbero nella direttiva); ma privi di funzione autonoma (in caso contrario sarebbero considerati apparecchi, sistemi di protezione o dispositivi ai sensi dellʼarticolo 1, paragrafo 2). ›
pressione da 0,8 bar a 1,1 bar.Dal 1° luglio 2003, tutti i prodotti immessi sul mercato o messi in servizio devono essere conformi alla direttiva 94/9/CE. La direttiva 94/9/CE si applica a tutti i prodotti immessi sul mercato dellʼUE, fabbricati sia allʼinterno che al di fuori della Comunità.
Le definizioni dei prodotti compresi nella direttiva sono le seguenti: › Apparecchi art. 1, paragrafo 3(a) Si intendono le macchine, i materiali, i dispositivi fissi o mobili, gli organi di comando, la strumentazione e i sistemi di rilevazione e di prevenzione che, da soli o combinati, sono destinati alla produzione, al trasporto, al deposito, alla misurazione, alla regolazione e alla conversione di energia ed alla trasformazione di materiale e che, per via delle potenziali sorgenti di innesco che sono
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Dispositivi di sicurezza, controllo e regolazione art. 1, paragrafo 2 : Un qualunque dispositivo utile o necessario per il funzionamento sicuro degli apparecchi e/o sistemi di protezione ai fini dellʼesplosione, destinati ad essere utilizzati al di fuori di atmosfere potenzialmente esplosive.
Nel caso un prodotto rientrante nella definizione di dispositivo di sicurezza, sia destinato invece ad essere utilizzato in atmosfere potenzialmente esplosive, questo dovrebbe essere trattato come apparecchio (nel caso sia anche dotato di sorgente di innesco propria).Molti prodotti (che potrebbero essere definiti componenti) generalmente vengono immessi sul mercato senza lʼintenzione esplicita di essere incorporati in apparecchi, sistemi di protezione o dispositivi secondo la direttiva. In questi casi la conformità dei “componenti” viene effettuata durante la valutazione di conformità del prodotto in cui sono incorporati.Nella definizione di “apparecchio” viene riportata la frase : “ ... che, per via delle potenziali sorgenti di innesco che sono loro proprie, rischiano di provocare unʼesplosione”. Il significato della sorgente di innesco “propria” ha indotto a numerose e diverse posizioni in ambito di Comitato Permanente
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ATEX in quanto molti paesi sostengono che ad esempio una sorgente di innesco dovuta ad una carica elettrostatica indotta dal processo in cui lʼapparecchio è destinato ad operare non debba ritenersi sorgente propria e quindi lʼapparecchio in questione non ricadrebbe nel campo di applicazione della direttiva. Tale discussione risulta allo stato ancora in corso di ufficializzazione.Le atmosfere potenzialmente esplosive possono derivare da materiali infiammabili lavorati, utilizzati o rilasciati da apparecchi, sistemi di protezione e componenti o da materiali in prossimità degli apparecchi, sistemi di protezione e componenti e/o dai materiali di costruzione di apparecchi, sistemi di protezione e componenti.Eʼ solo a questo tipo di atmosfera che sono destinati i prodotti oggetto della direttiva 94/9/CE, salvo che per i prodotti rientranti nella definizione di dispositivi. La direttiva si applica agli apparecchi, sistemi di protezione, componenti e dispositivi in tutte le fasi della loro utilizzazione, pertanto, nellʼambito della valutazione del rischio, le considerazioni esposte nel presente documento devono estendersi a tutte le seguenti fasi: - o normale esercizio; - o avviamento;o fermata;o manutenzione; - o eventualmente altro. La direttiva 94/9/CE ha ampliato il campo di applicazione rispetto al quadro legislativo preesistente in quanto ha stabilito i requisiti essenziali di sicurezza relativi a: • apparecchi non elettrici destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva; • apparecchi destinati a essere utilizzati in ambienti potenzialmente esplosivi a causa dei pericoli derivanti dalla presenza di polveri;
• sistemi di protezione ed ai dispositivi destinati a essere utilizzati fuori dallʼatmosfera esplosiva, utili o indispensabili per il funzionamento sicuro degli apparecchi o sistemi di protezione relativamente ai rischi di esplosione;
La direttiva prende in esame tutti i tipi di sorgenti di innesco quali: o superfici calde; o fiamme libere e/o gas caldi; o scintille di origine meccaniche; o scintille elettriche, archi, scariche elettrostatiche, onde elettromagnetiche; o radiazioni ionizzati, ultrasuoni; o compressione adiabatiche e onde dʼurto; o reazioni esotermiche.
La direttiva 94/9/CE prevede degli obblighi a carico della persona che immette i prodotti sul mercato e/o li mette in servizio, sia che si tratti del fabbricante, del suo mandatario, dellʼimportatore o di qualsiasi altra persona responsabile. La direttiva non regola lʼuso degli apparecchi utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. Questi aspetti sono infatti regolamentati dalla direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive definisce le varie zone in relazione alla presenza di gas, vapori e polveri. (fonti: Unità di Certificazione ATEX Dipartimento Omologazione e Certificazione)
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NUOVI
POTREBBERO
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VVF “VOLONTARI”
SIGNIFICARE
500
IN TRE ANNI?
NUOVI DISTACCAMENTI MA…
Il dipartimento – dopo aver analizzato i dati pervenuti dalle direzioni regionali – ha stilato un piano triennale che prevede, in primo luogo, la formazione del personale volontario già iscritto, aprendo a nuove procedure dʼiscrizione per i posti non coperti. a cura della redazione – ha collaborato Federico Cecchetti
ià la circolare 14828 del maggio scorso, aveva dato “priorità al funzionamento dei distaccamenti volontari”, la 23536 del 10 agosto, non fa che ribadirlo. Si aprirà a nuove domande solo per i posti non coperti dal personale in lista dʼattesa e non potranno venir accettate domande oltre il tetto stabilito. Si potrà disattendere solo per “rispondere alle esigenze operative dei distaccamenti volontari presenti sul territorio”. Si, i distaccamenti volontari già presenti sul territorio nazionale che superano a malapena il numero di trecento ma i venticinquemila non verranno certo distribuiti nei distaccamenti volontari esistenti (anche perché vorrebbe dire 80 e rotti nuovi iscritti per caserma). I più andranno ovviamente ad aggiungersi alle migliaia di “ventigiornisti” richiamabili per le esigenze dei Comandi Provinciali (e delle Direzioni Regionali) ed in caso di calamità naturale; ma sappiamo che (per via di regole non scritte) terremoti e affini (leggasi missioni, trasferte ecc.) sono esclusiva del personale “permanente” e dei volontari di protezione civile.
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E pensare che, in un mondo perfetto, quei 25mila potrebbero servire allʼapertura di 500 nuove caserme di VVF volontari, già…in un mondo perfetto.
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• la previsione di un piano triennale, disposto dal Capo del Dipartimento per la determinazione del contingente massimo dei nuovi reclutamenti a domanda, facendo salvo, in prima applicazione, il personale volontario che, aUa data de13U12/2011, sia iscritto o abbia presentato domanda di iscrizione negli appositi elenchi. Per tali fina}ità, con circolare n. 5746 del 21 \2\20 12, recante le prime disposizioni in attuazione della legge n.183 \20 Il , sono state richieste ai Sigg. Direttori Regionali una serie di informazioni relative a ciascun Comando Provinciale, per consentire una corretta pianificazione territoriale dei nuovi reclutamenti a domanda del personale volontario. Dalla analisi dei dati pervenuti, è risultato evidente la difficoltà in termini organizzati vi, registrata in alcune sedi, per completare sia la formazione dei volontari già iscritti, ma anche per il previsto addestramento periodico del personale volontario. Nel contempo, la riduzione dei richiami a regime impone di limitare le nuove domande, anche a causa del costo a carico degli interessati per gli accertamenti clinico - strumentali e di laboratorio della prima visita medica, che dovranno essere opportunamente pianificati, anche in relazione alla loro validità temporale .. Pertanto, al fine di incrementare il numero del personale effettivamente operativo a disposizione delle strutture e le ulteriori esigenze dei Comandi Provinciali, il piano triennale elaborato, allegato alla presente, nella fase di prima applicazione delle nuove disposizioni, ha cercato di razionalizzare il sistema sulla base delle esigenze di servizio, prevedendo in primo luogo la formazione del personale volontario già iscritto negli elenchi o che abbia presentato domanda entro il 31\12\2011, e secondariamente aprendo - per i posti non coperti - a nuove procedure di iscrizione. In sostanza le esigenze dovranno essere soddisfatte valorizzando i seguenti criteri: • indirizzare le iscrizioni solo verso le sedi che hanno effettive esigenze, privilegiando - nella attuale fase di prima applicazione - la formazione del personale già iscritto o che ha presentato domanda nell'anno 20 Il ; • priorità al funzionamento dei distaccamenti volontari, già anticipata con circolare n. 14828 del 14 maggio 2012, fissando comunque per ciascuno un limite massimo di nuove iscrizioni; • previsione di apertura a nuove domande d' iscrizione solo per posti che risulteranno non coperti dal personale già in lista di attesa; • massima pubblicità sul numero dei posti disponibili per i reclutamenti, sui tempi previsti per l'accoglimento delle richieste, nonché sul calendario dei corsi di formazione programmati. Si rammenta che ai sensi dell'art. 4 della Legge di Stabilità 2012, possono essere accettate presso i Comandi nuove istanze di iscrizione negli elenchi dei vigili volontari, solo se il numero massimo di nuovi volontari relativo al rispettivo elenco provinciale, riportato nel piano programmati co 2012-2014, sia superiore alla somma del numero degli aspiranti volontari iscritti negli elenchi, ma in attesa dello specifico corso di formazione iniziale, e del numero di richieste di iscrizione, registrate alla data del 31/12/2011. Tale regola di carattere generale, potrà essere disattesa nella sola ipotesi, già precedentemente prevista dalla circolare n. 14828 del 14 maggio 2012, per rispondere alle esigenze operative dei distaccamenti volontari presenti sul territorio provinciale rappresentate dal Comandante Provinciale, rispettando comunque il limite massimo di 2 nuovi vigili volontari previsto dal piano programmati co per il triennio. Per tale limite, concorreranno anche ]e iscrizioni già registrate dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane nei trascorsi mesi deil'anno 2012. Si segnala la particolare importanza e urgenza dei suddetti elementi, al fine di una corretta ed efficace pianificazione del reclutamento e dell'impiego del personale volontario.
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Ci sono oltre milleduecento ragazzi
e ragazze che si preparano a diven-
tare dei buoni pompieri e comunque dei buoni cittadini”
È questa molla, dunque, a far scattare il meccanismo della solidarietà ogni volta che da qualche parte
qualcuno chiede aiuto.
“Siamo orgogliosi di poter dire
che i nostri pompieri sono sem-
pre i primi ad intervenire - ha aggiunto Dellai - e lo farò presen-
te al presidente Napolitano quando, tra qualche giorno, sʼinaugurerà
A Gronchi l’Aquila di San Venceslao, simbolo dell’autonomia trentina Nellʼambito delle iniziative per i festeggiamenti dei 90 anni del Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Sopramonte (Trento), il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha conferito a Gino Gronchi unʼimportante onorificenza. a cura della redazione
n queste occasioni - ha esordito Dellai - si dice
“I
sempre grazie. Ed è una parola detta con since-
rità, accompagnata dalla parola “orgoglio” che personal-
lʼauditorium che la Provincia ha
donato come simbolo di tutti quei
volontari che lì si sono alternati nel
momento del bisogno. Gli diremo che non tutte le Regioni italiane
usano le risorse pubbliche per
“festini”. Ce ne sono anche di quelle che accompagnano lʼespe-
rienza del volontariato, la coltiva-
no e cercano di farla crescere ovunque“.
Di qui il senso del messaggio che Dellai - attra-
mente condivido con voi. Ci sono momenti, come que-
verso la consegna del simbolo dellʼautonomia, lʼAquila di
propria identità, quei segni dai quali dipende la rotta
Volontari.
sto, caratterizzati da grandi cambiamenti e una comu-
nità ha il dovere di ritrovarsi per leggere i segni veri della verso il futuro”.
San Venceslao - ha affidato a Gino Gronchi, presidente della Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco
“Diciamo anche al presidente Gronchi che sentiamo
Ricordando la particolarità dellʼistituzione pompieristica
questa nostra esperienza come patrimonio non solo
lʼimportante funzione pubblica che svolgono) Dellai ha
stazione del sistema della protezione civile, il cui
(sono volontari ma cʼè una legge che obbliga ogni
Comune ad avere un Corpo di vigili del fuoco proprio per
definito un “miracolo” il fatto che questa particolarità sia
sopravvissuta e addirittura si stia rafforzando anche nei decenni della ricchezza, anche in questa stagione in cui prevale il messaggio della delega, dellʼegoismo, del “tanto arriva la Provincia”.
del Trentino, ma dellʼintero Paese e che saremo
sempre a fianco di chi vorrà superare lʼattuale impocentralismo mortifica le potenzialità che ci sono in
tutte le Regioni e che bisogna saper tirare fuori. Forse proprio partendo dalle esperienze dei volontari si riuscirà a dimostrare che il sistema delle auto-
nomie locali non è un modello da buttare”.
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MACUGNAGA: 9 VVF VOLONTARI A PRESIDIO D'UNA INTERA VALLE a cura di Andrea Costa Pisani
Considerando che il primo distaccamento di VVF permanenti più vicino è a Domodossola, quindi a 44 chilometri di strada di valle, che il 90% degli edifici di Macugnaga è costruito in legno… quello dei VVF volontari è un presidio indispensabile; l'unico di tutta la Valle Anzasca.
a prima squadra di Volontari era composta da 8 persone, inizialmente coordinate da Gino Rainelli: gli altri erano Ruppen Cesare, Pirazzi Giuseppe, Iacchini Vittorio, Burghiner Zaverio, Marone Vittorio, Renato Creda e Aldo Corsi. Il primo mezzo in dotazione al distaccamento era un motocarro a 3 ruote (autopompa a furgoncino, come la ʻbattezzòʼ il Vittorio Marone), che era un Motocarro Guzzi Ercole (1943); era adibito al trasporto di materiale ed attrezzatura antincendio, ma non era provvisto di serbatoio per lʼacqua, mentre aveva in dotazione una pompa col motore a scoppio e diverse manichette. La squadra, per una quindicina di anni , rimase pressoché invariata. Simpatico aneddoto fu quando, in occasione del Giubileo di Roma del 1950, 3 membri della squadra si recarono come rappresentanza del distaccamento Volontari di Macugnaga al cospetto di Papa Pio XII. I tre, Cesare Ruppen, Giuseppe Pirazzi e Vittorio Marone, erano accompagnati dalla neo-sposina di Cesare (“Cesarino”), Maria. Nel 1963 il Volontario Cesare Ruppen acquistò dal Comune di Macugnaga il forno del pane della frazione Prati ed i proventi della vendita furono utilizzati dal Comune per lʼacquisto e lʼinstallazione dei primi idranti frazionali, con le rispettive cassette portamanichette. Purtroppo, per vari motivi, la squadra si sciolse, ma i Volontari parteciparono tutti al tentativo di spegnimento dellʼincendio del gennaio ʼ65, tristemente diventato famoso come “incendio degli Olandesi”, dove persero la vita dei bimbi Olandesi arsi vivi nella casa di Opaco mentre i genitori erano assenti. Nel 1972 si riformò il distaccamento di Volontari, su richiesta dellʼallora sindaco Delio Montagnani; era composto da una nuova generazione e vedeva come Capo distaccamento Mauro Marone, vice Capo dist Angelo Erigoni, e i Volontari Luigi Bettoni, Giacinto Nanni, Delio Montagnani, Ferruccio Pirazzi, Aldo Pirazzi, Walter Schranz, Giampiero Iacchini; questa squadra rimase invariata fino alla fine degli anni ʼ70.
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In questi anni i mezzi a disposizione erano composti solo da un furgone Alfa Romeo con una pompa a scoppio al traino. Con lʼinizio degli anni ʼ80 entrarono a far parte della squadra Valerio Morandi, Silvano Lenzi ed Ermenegildo Burgener; questʼultimo divenne Capo distaccamento nel maggio del 1992 (fino al 2011) La dotazione di mezzi consisteva in un “gippone” OM con modulo da 600 l. di acqua, ed una FIAT Campagnola AR56, ed era aumentato il materiale a disposizione. Con lʼinizio del ʼ94 entrano nel distaccamento Riccardo Iacchini e Gianluca Leidi. Dal ʼ96 arriva a Macugnaga il primo APS 79, cioè la prima autopompa/serbatoio con 2000 litri di acqua, generatore ed attrezzature varie per il poli-soccorso (scala Italiana, motosega, moto-troncatrice, autoprotettori, manichette, naspo ad alta pressione, pompa spallabile, schiumogeno, faretti alogeni, ecc..), il tutto facente parte del caricamento del mezzo. Altro grosso vantaggio della dotazione è lʼimpianto radio per la comunicazione col Comando. Dal 2002 lʼAR 56 viene sostituita con un Rover Defender 130, dotato di un modulo per incendi boschivi con serbatoio da 600 litri ed i naspi.
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Il numero di Volontari nellʼarco degli anni è sempre stato tendente alla diminuzione: nel decennio del 2000 alcuni Volontari sono stati pensionati ed altri si sono dimessi, ma, malgrado il rincalzo di tre nuovi ingressi (Massimo Zanni, Fausto Bettoli, Simone Patelli), purtroppo nel 2010 la squadra si è ridotta a soli 6 Volontari; fortunatamente nel 2012 sono entrati tre nuovi elementi, portando così lʼorganico a 9 persone: Gianluca Leidi (CAPO DISTACCAMENTO DAL 2011) Ermenegildo Burgener -
VICE
CAPO DISTACCAMENTO)
Riccardo Iacchini Massimo Zanni Fausto Bettoli Simone Patelli Fabio Bettineschi (NUOVO VOLONTARIO) Christian Landonio (NUOVO VOLONTARIO) Andrea Vacca (NUOVO VOLONTARIO)
Al momento (settembre 2012) altri 4 aspiranti Volontari sono stati decretati dal Ministero dellʼInterno, ma sono in attesa di corso: (Mauro Tomola, Simone Balmetti, Ivano Iacchini, Luciano Iacchini). Attività Le occasioni di intervento dei Volontari in tutti questi anni sono state molteplici e di diversa natura. Oltre allo spegnimento di incendi in varie abitazioni e sul territorio (anche della Valle Anzasca), i Volontari hanno anche dovuto provvedere al recupero di salme nei fiumi, sono stati in prima linea in occasione delle varie alluvioni che ci sono state nellʼarco degli anni, oltre agli interventi negli incidenti stradali.
Infine cʼè da considerare che il primo distaccamento di VVF permanenti più vicino è a Domodossola, quindi a 44 chilometri di strada di valle, che in Valle Anzasca non ci sono altri distaccamenti, e tenuto conto che il 90% degli edifici di Macugnaga è costruito in legno, si denota lʼimportanza di avere in paese un distaccamento efficiente di Volontari. Le sedi Riconosciuta come prima sede del distaccamento era il garage della famiglia Piccioni nella frazione di Borca, di fronte al ristorante Eden. Successivamente fu trasferita a Pestarena, nellʼedificio delle scuole elementari, fin verso la fine degli anni ʼ90. Dopodiché fu trasferita nel
garage del Comune dove ora cʼè la Kongresshaus e da lì si scese ad Isella presso il Centro Fondo ma nellʼattesa del completamento della sede della Protezione Civile (provvisoria), sempre ad Isella. Attualmente si è in attesa di trasferire definitivamente la sede della Protezione Civile (VVF, Gruppo Volontari ambulanza) presso il garage Mignon; è già stato presentato il progetto sui lavori necessari a rendere idoneo la sede, che deve essere munita di tramezze divisorie e di saracinesche di chiusura, ed il Comune sta preventivando la spesa nel bilancio … Ricerche storiche e materiali di Gianluca Leidi, Ringraziamo per le “memorie storiche” Mauro Marone, Cesarino Ruppen e Gildo Burgener.
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XXII Assemblea Nazionale ANVVFV
RINNOVATI I VERTICI ASSOCIATIVI GRONCHI NON SI RICANDIDA MA I NUOVI NON INTENDONO PERDERLO
Sʼè conclusa la ventiduesima Assemblea Nazionale della nostra Associazione. Le elezioni hanno portato alla formazione dʼun nuovo direttivo equilibrato e rappresentativo dellʼintera penisola: sette sono i consiglieri piemontesi, cinque i lombardi, e poi vi sono membri da Lazio, Sicilia e Toscana. Per Gronchi, che lascia la presidenza dopo 26 anni, si prospetta, tuttavia, un incarico allʼinsegna della continuità. a cura di Antonio Ascanio Mangano
Fossano (CN) – Sono giunti delegati da tutta Italia allʼAssemblea Nazionale, organizzata e ospitata dalla delegazione fossanese della ANVVFV e dal locale distaccamento di vigili del fuoco volontari che si appresta (o meglio sʼappresterebbe) a festeggiare il 150° anniversario di fondazione. Seggio e Assemblea sono stati ospitati nella sala Congressi comunale “Brut e Bon”, spazio dedicato alla memoria di un noto artista fossanese, autore tra lʼaltro di una bellissima poesia dialettale - la “Cioca del feu” – dedicata ai VVF volontari fossanesi.
I lavori sono stati introdotti da Mauro Marro della Delegazione di Fossano e, nel mentre, sono iniziate le operazioni di voto. Hanno poi preso la parola il Sindaco di Fossano Francesco Balocco e il Presidente della Fondazione CRF Antonio Miglio. Proprio questʼultimo ha enunciato il “principio di sussidiarietà” alla rovescia: “Ciò che non riesco a fare io – Stato – arrangiatevi a farvelo da soli”. Ha poi ricordato lʼassurdità tutta italiana dʼun
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fuoristrada donato dalla ANVVFV di Fossano al Ministero e di diciotto mesi dʼattesa per le targhe che ancora tardano ad arrivare. Tra lʼaltro sarebbero a rischio anche i festeggiamenti del centocinquantesimo perché il Comandante Provinciale di Cuneo avrebbe messo in dubbio lʼesatta data, anche se si hanno documenti che dicono di una manovra ginnico-professionale eseguita nel 1932 in occasione del 70° di fondazione (1932 meno 1862 dovrebbe dare 70 NdR). Miglio ha poi concluso citando il Presidente della Repubblica Napolitano: “Suscitare tra gli italiani una più diffusa presa di coscienza e mobilitazione morale e civile”.
Ha poi preso la parola uno dei vicepresidenti uscenti, lʼemiliano Carlo Alberto Cocchi che, in questʼultimo mandato, aveva dedicato tempo e professionalità (oltre ad essere un VF volontario è un dottore commercialista NdR) allʼequiparazione – in tema di previdenza – del personale volontario a quello permanente: “La delega al senato è, in pratica, scaduta due volte; dapprima
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in maggio e ora ad agosto dove in una legge (la 131/2012 NdR) è stato inserito un poʼ di tutto – la Croce Rossa, gli allievi della Polizia e, per quanto riguarda i VVF la sola possibilità che anche i figli di VVF volontari deceduti in servizio possano essere assunti in ruolo senza concorso – una vittoria a metà insomma.”. Poi Cocchi ha accennato alla riforma del DPR 76/2004 e alla paura che possa cascarci sulla testa il nuovo testo – senza neppure essere stati interpellati – un poʼ come fu per la circolare sul contingentamento.
Il presidente uscente (e non ricandidato per sua scelta) Gronchi, sʼè agganciato al discorso di Carlo Alberto: “Eʼ una situazione molto critica – ha detto – hanno capito la nostra debolezza…”, riferendosi a “incomprensioni” in seno al vecchio consiglio nazionale. Cocchi poi, enormemente crucciato per non esser riuscito a veder realizzata la “equiparazione previdenziale”, ha comunque dato la sua disponibilità (pur non ricandidato anchʼegli) a collaborare col nuovo direttivo. Ha poi preso la parola il consigliere uscente Giuseppe Parrinello – siciliano, promotore, negli anni, dellʼapertura di nuovi distaccamenti volontari nellʼisola – “Ringrazio in primo luogo il presidente, il nostro portavoce, Gino. Grazie anche a te Carlo Alberto per il grande lavoro svolto in questi anni.” – poi lʼFTAV catanese ha proseguito a braccio – “Cari colleghi, ricordiamoci conto che, innanzitutto, diamo un servizio alla cittadinanza. Anche in Sicilia abbiamo istituito un coordinamento formale affinché
anche la nostra regione possa dare il proprio contributo allo sviluppo del nostro volontariato.”. Parrinello ha fatto riferimento ai grandi traguardi raggiunti dallʼAssociazione a livello nazionale: il DPR 362 del ʻ94 ed il 76 del 2004; il corso per oltre 700 capi squadra volontari. “Certo che avere i qualificati sulla carta e poi non poterli utilizzare, non conta nulla. Quasi dobbiamo nascondere le nostre mostrine perché persino il Capo del Corpo sostiene che le nostre qualifiche non servano a nulla!”. Poi il sanguigno Giuseppe ha proseguito parlando della preparazione dei nostri volontari, gente che utilizza le proprie abilità, anche professionali, ogni volta che esce in intervento (tra i volontari VVF idraulici, elettricisti, fabbri, carpentieri, geometri, periti, soccorritori sanitari NdR). Ha utilizzato una metafora – riferendosi a quella bozza di riforma del DPR 76 (che in fondo era ancora una minuta, una brutta) finita per errore sulla scrivania di qualche ʻministerialeʼ: “Se lanci un
I VOLONTARI
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ALLE URNE
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MEETING lui non andremo da nessuna parte. Per il futuro occorrerà lavorare, magari scontrarsi, ma poi trovare una sintesi.”.
Fabio Marangoni, segretario generale, ha voluto esprimere un pensiero nei confronti di Gronchi, dopo aver denunciato in breve lʼassenza di “un rapporto a tu per tu” con alcuni membri di consiglio e collegi durante lʼultimo mandato. “Un pensiero al mio/nostro Presidente, conosciuto nel 1988 al Teatro Nuovo di Torino e col quale, dal 2001, lavoro a stretto contatto. Gino mi ha molto insegnato, gli devo molto; certo ho dato molto ma anche ricevuto.”. Marangoni ha I VOLONTARI SICILIANI CON GINO GRONCHI detto di quanto Gronchi fosse presED IL NOSTRO DIRETTORE ASCANIO MANGANO sante ma mai tanto da chiederti di mettere la famiglia in secondo masso giù dalla montagna, è molto difficile che poi tu piano: “Certo ti mette fretta ma è un piacere lavorare con riesca a fermarlo!”. In effetti – ha poi confermato anche lui. Un ringraziamento sincero vada al presidente che, Cocchi – lʼelaborato, pur non ufficiale (ANVVFV) – ha mi auguro, non molli lʼANVVFV, dopo quarantʼanni non girato per gli uffici romani; non quanto lo scritto della può mollarla.”. FNC (la federazione dei discontinui che vanterebbe 14mila iscritti NdR) ma ha girato. Le dichiarazioni di Marangoni e Mugavero, Eʼ stato poi il vicepresidente Roberto Mugavero ad interentrambi eletti per questo nuovo mandato, lasciano prevenire aspramente: “Vi siete accorti che sta per passarsagire che – comunque vengano ripartite le cariche nel ci un treno sopra? Quella che vediamo è una realtà nuovo consiglio – per Gronchi sarà riservato un posto di associativa drogata. La nostra Associazione è stata, in rilievo, perché il nostro futuro è il nostro passato. questi anni, cortesemente ascoltata ai piani alti, soltanto perché lʼANVVFV era Gino Gronchi!”. Poi il professore romano ha fatto un monito al nuovo consiglio direttivo: “Possiamo anche pensare di raggiungere la luna ma, prima del razzo, dobbiamo imparare a guidare la bicicletta che ci serve per raggiungere la rampa di lancio.”. Ha poi suggerito di porsi delle domande sulle cose da fare e con quali strumenti, perché il rischio è quello dʼessersi spinti troppo avanti “da grandi tessitori di network”, tanto avanti da sorpassarsi. “Il nuovo DPR 76 è stato un mero esercizio mentale, magari fighissimo, ma ora chi se lo fila?”. Salutando e ringraziando Gronchi, Mugavero ha poi concluso: “Il nostro futuro è il nostro passato, mi piaceL’INVIATO DELLA REDAZIONE FRANCESCO MAZZILLI rebbe che Gino – in qualsiasi caso – CON L’INGEGNER CODURI DI VERBANIA rimanesse Il Presidente. Senza di
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MEETING R I S U LTAT I D E L L E E L E Z I O N I Consiglio Nazionale Paolo Barbin Fabio Marangoni Sergio Aureli Erminio Capparoni Alberto Biddoccu Roberto Mugavero Giuseppe Parrinello ClaudioBallesio Luca Bonello Diego Coriasco Gian Carlo Giachino Damiano Landi Lorenzo Arosio Rolando Fagioli Paolo Corbetta
Collegio dei Revisori dei Conti Fabrizio Rabelli Claudio Di Maio Plinio Bignamini Mauro Colombini (supplente) Samuele Castellazzi (supplente) Collegio dei Probiviri
Laura Stucchi Gian Piero Cattaneo Andrea Panero Tiziana Coda Zabetta (supplente) Leo Cosimo (supplente) V F V S E T T E M B R E / O T TO B R E 2 0 1 2
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arà un processo lento ma entro il 2017 la Croce Rossa Italiana subirà un cambiamento radicale: via il commissario e saranno gli stessi Volontari del Soccorso ad eleggere consiglio e presidente. “Siamo davanti a un momento storico“, questo il primo commento del Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, dopo il voto del Consiglio dei Ministri sul riordino dellʼAssociazione. “Oggi è nata la Croce Rossa Italiana del domani. Con lʼemanazione del Decreto legislativo di Riordino della CRI, vengono sanciti alcuni principi fondamentali per il futuro. Prima fra tutti lʼautonomia dellʼAssociazione che, così, non sarà più condizionata come purtroppo accaduto troppe volte nel passato. Dopo un percorso durato anni, la CRI si riposiziona a tutti gli effetti nellʼortodossia del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Lo statuto, altro passo fondamentale, verrà scritto e deciso direttamente dai volontari, che diventeranno così protagonisti di questo processo di rinnovamento”, dice Rocca.
S
La C.R.I. agisce tramite lʼimpegno gratuito, organizzato e continuativo di 145.019 soci attivi appartenenti a sei distinti gruppi di volontariato, specializzati in attività diverse. In particolare aderiscono alla C.R.I.: 88.527 Volontari del Soccorso, 23.423 Volontarie del Comitato Femminile, 17.615 Pionieri, 6.863 Infermiere Volontarie, 4.474 Donatori di Sangue e 3.991 iscritti al Corpo Militare. È previsto che restino in servizio 200 o 300 militari, col passaggio degli altri al ruolo civile. Una fase intermedia perché il personale militare scomparirà definitivamente. Ecco in sintesi le principali norme articolo per articolo del Dlgs sul riordino della Croce Rossa:
Nasce lʼAssociazione (privata) della Croce Rossa Italiana (art. 1) Dal 1° gennaio 2014 le funzioni esercitate dallʼAssociazione italiana Croce rossa (lʼattuale CRI) passano alla costituenda Associazione della Croce Rossa Italiana che diverrà a tutti gli effetti un soggetto di diritto privato. LʼAssociazione sarà lʼunica società di croce rossa autorizzata ad operare sul territorio nazionale. Nello stesso articolo sono indicati i compiti della nuova CRI sia in tempo di pace che in tempo di guerra. (Ad esempio: Organizzare rete di volontariato sempre attiva; collaborare con le Cri di altre Paesi e adempiere alle convenzioni internazionali; Organizzare e svolgere servizi di assistenza sociale e soccorso sanitario in occasione di calamità e situazioni di emergenza; svolgere attività umanitarie presso i Cie; svolgere in tempo di guerra il servizi di assistenza e di ricerca dei prigionieri, internati, dispersi, profughi, deportati e rifugiati. In tempo di pace garantisce il servizio di ricerca delle persone scomparse in ausilio alle forze armate, etc.) LʼAssociazione potrà stipulare convenzioni con le pubbliche amministrazioni o partecipare a gare indette
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dalla Pa. La nuova Cri concorre allʼerogazione dei fondi per attività di volontariato compresi quelli derivanti dal 5x1.000.
Riordino CRI fino alla liquidazione (Art.2) Fino al 1° gennaio 2014, giorno di entrata a regime delle nuove norme e di liquidazione per la vecchia CRI, la CRI assume la denominazione di “Ente strumentale alla Croce Rossa italiana”, e mantiene la personalità giuridica di diritto pubblico come ente non economico, con lʼobiettivo di concorrere allo sviluppo della nuova Associazione. LʼEnte svolgerà le attività in ordine al patrimonio e ai dipendenti della CRI. Sono organi dellʼEnte un comitato, nominato con decreto dal Ministro della Salute, presieduto dal Presidente nazionale dellʼAssociazione in carica, da tre componenti designati dal Presidente tra i soci CRI e da altri 3 membri nominati dai ministeri della Salute, dellʼInterno e della Difesa. Inoltre vi sarà anche Collegio dei revisori dei conti, nominato dal Ministro della Salute e vi sarà anche un amministratore con compiti di gestione e rappresentanza legale. Tutte le cariche dureranno fino al 31 dicembre 2015. Disposizioni sui tempi e sulle modalità di applicazione delle nuove norme (Art. 3) Entro 30 giorni il Commissario della CRI con propria ordinanza modifica lo statuto vigente riducendo il numero delle attuali componenti volontaristiche non ausiliare delle Forze armate. Entro 20 giorni dallʼentrata in vigore del Dlgs, il commissario predispone e trasmette al Ministro della Salute uno schema di nuovo regolamento elettorale che nei successivi 10 giorni è emanato dal Ministro. Il commissari convoca poi le elezioni, che dovranno svolgersi in ogni caso entro 90 giorni dallʼentrata in vigore del decreto, per i presidenti regionali, provinciali e locali che eserciteranno i compiti fino al 1° gennaio 2014. Entro 120 giorni si dovrà riunire lʼAssemblea straordinaria che eleggerà un presidente nazionale e due vice presidenti. A quella data cesserà il commissariamento. Il presidente e i due vice presidenti dovranno poi redigere uno schema di proposta di statuto provvisorio e di atto costitutivo. Lo statuto e lʼatto costitutivo dovranno essere approvati entro 6 mesi dalla nomina del presidente. Il presidente, entro il 1° gennaio 2014 definisce anche le linee operative provvisorie per lʼEnte e lʼAssociazione e predispone lo schema di fabbisogno del personale per entrambi i soggetti. Patrimonio (Art. 4) Il commissario e successivamente il presidente, almeno entro il 31 dicembre 2013 redigono e aggiornano lo stato di consistenza patrimoniale e lʼinventario dei beni immobili di proprietà o comunque in uso dalla CRI. Inoltre, i soggetti sopraccitati dismettono dal 2013 gli immobili che non provengono da negozi giuridici modali e che non risultano essere necessari al perseguimento dei fini statutari.
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V O L O N TA R I AT O Da ente di diritto pubblico diventerà unʼassociazione di volontariato a tutti gli effetti non più finanziata automaticamente dallo Stato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, a fine settembre, un decreto legislativo storico. Commissariata ben 8 volte dal 1982 e al centro di polemiche: “carrozzone di raccomandati”, “macchina di sprechi”, bilanci poco chiari. Spariranno gradualmente anche i militari che però – insieme alle infermiere volontarie – non vorrebbero rinunciare alle stellette. a cura della redazione
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Inoltre, sino al 31 dicembre 2015 il commissario e successivamente il presidente provvede al ripiano del debito pregresso mediante procedura concorsuale. A tal fine dovrà essere accertata la massa passiva risultante ed istituisce un apposita gestione separata in cui confluiranno tutti i debiti in data anteriore al 31 dicembre 2011 I creditori esclusi potranno presentare ricorso entro 30 giorni dalla notifica. Commissario o presidente dellʼEnte sono autorizzati a definire trans attivamente le pretese dei creditori in misura non superiore al 70% di ciascun debito complessivo, con rinuncia ad ogni altra pretesa e liquidazione entro 30 giorni. Commissario o presidente dovranno predisporre entro il 31 dicembre 2015 un piano di riparto finale che dovrà poi essere approvato dal Ministero entro il 31 dicembre 2015.
Corpi militari ausiliari delle Forze armate (Art. 5) Il Corpo militare della CRI assume la denominazione di Corpo militare volontario e il Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa sono ausiliari delle Forze armate e i loro appartenenti sono soci della CRI. Inoltre, allo scopo di garantire la funzionalità e il pronto impiego di servizi ausiliari alle Forze armate entro 60 giorni sono determinati i criteri per la costituzione, previa selezione per titoli, di un contingente di personale in servizio attivo di 300 unità. Il personale del Corpo militare in servizio attivo transita nel ruolo civile della CRI non oltre il 31 dicembre 2015. Personale (Art. 6) Con decreto del Presidente del Consiglio sono stabiliti i cri-
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teri e le modalità di equiparazione fra i livelli di inquadramento previsti dal Contratto collettivo relativo al personale civile con contratto a tempo indeterminato della CRI e quelli del personale già appartenenti al Corpo militare. Alla data del 1° gennaio 2014 il personale della CRI e quindi dellʼEnte è utilizzato temporaneamente dallʼAssociazione. Entro i successivi 90 giorni lʼAssociazione definisce un organico provvisorio di personale valido fino al 31 dicembre 2015. A decorrere dalla determinazione dellʼorganico e fino al 31 dicembre 2015 il personale della CRI potrà esercitare lʼopzione tra la risoluzione del contratto con lʼEnte e lʼassunzione. Il presidente entro il 30 giugno 2015 determina sentiti i sindacati e il ministero della Difesa, lʼorganico con una proiezione pluriennale. Per le Regioni che decidono di gestire in via diretta le attività già affidate in convenzione alla CRI potranno prevedere il passaggio di personale con rapporto a tempo indeterminato della Cri a tali attività. I contratti a tempo determinato relativi al personale CRI potranno essere prorogati non oltre il 31 dicembre 2013. A decorrere dal 1° gennaio 2014 i predetti contratti, ove stipulati per convenzioni per le quali lʼAssociazione subentra alla CRI sono prorogati fino alla scadenza delle convenzioni. Modalità di vigilanza sulla CRI e sullʼEnte (Art. 7) I compiti di vigilanza possono essere esercitati anche attraverso ispezioni verifiche disposte dal ministro della Salute o dal quello della Difesa. Le delibere di adozione dei regolamenti, di organizzazione e funzionamento, gli atti di programmazione, le variazioni del ruolo organico, il bilancio di previsione e il rendiconto dovranno essere trasmesse entro 10 giorni dallʼadozione al ministero della Salute che li approva nei 60 giorni successivi di concerto con il ministero dellʼEconomia .
Norme transitorie e finali (Art. 8) Fino al 31 dicembre 2013 la CRI continua ad esercitare i compiti istituzionali applicando le disposizioni del decreto. Il Ministro della Salute informerà il Parlamento con relazioni semestrali sugli adempimenti previsti dal Decreto. Dal 1à gennaio 2016 lʼEnte di cui allʼarticolo 2 è soppresso e posto in liquidazione.
Invarianza ed oneri (Art. 9) Dallʼattuazione del Decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica
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DAL FRIULI VENEZIA GIULIA
IL PRIMO VIDEOGIOCO CHE INSEGNA
COME ASSISTERE UN DISABILE IN CASO DI EMERGENZA Lʼunico serious game al mondo dedicato alle emergenze che coinvolgono persone disabili è italiano gratuito e disponibile sul social network Facebook. Un vigile del fuoco virtuale insegna le nozioni necessarie per evacuare un disabile in sedia a rotelle in caso calamità o incendio. a cura della redazione
ome comportarsi in caso di incendio o terremoto se è presente anche una persona disabile? Da oggi le mosse giuste si imparano con un videogioco. Lʼidea è del Laboratorio di Interazione Uomo-Macchina dellʼUniversità di Udine (Hci Lab) che ha realizzato “Help!”, un serious game messo a punto in collaborazione con la Consulta regionale delle associazioni dei disabili del Friuli Venezia Giulia.
gioco sarà implementato con altri tipi di disabilità e di emergenze.
“I serious game - spiega il direttore del Laboratorio, Luca Chittaro - sono lo strumento più recente e innovativo per la formazione, in ambiti che spaziano dal militare allʼaziendale, ma il nostro è lʼunico serious game al mondo dedicato alle emergenze che coinvolgono persone disabili”.
“Help!” è lʼultimo risultato delle attività nate dal progetto di ricerca “Servizi avanzati per il soccorso sanitario al disabile basati su tecnologie ICT innovative” coordinato dal Laboratorio dellʼateneo e cofinanziato dalla Regione. Sono coinvolti nellʼiniziativa la Centrale operativa 118 Udine Elisoccorso regionale FVG, lʼIstituto di medicina fisica e riabilitazione “Gervasutta” di Udine e la Consulta regionale. Nellʼambito del progetto sono stati anche realizzati un sistema informatico (Presydium) che utilizza il web per migliorare il soccorso sanitario al disabile, un ambiente virtuale (Emsave) per lʼaddestramento alle procedure di emergenza su pazienti disabili e un sistema mobile (Slec) per la comunicazione tra soccorritori e pazienti sordi.
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Lʼapplicazione è disponibile gratuitamente su Facebook (http://www.facebook.com/HelpTheSeriousGame).
Il gioco mette lʼutente di fronte a eventi come un terremoto o un incendio con lʼobiettivo di aiutare un disabile in sedia a rotelle nellʼevacuazione da un edificio. Il livello iniziale è una palestra di addestramento che, sotto la guida di un vigile del fuoco virtuale, permette di apprendere le nozioni necessarie. Le linee guida insegnate si basano su quelle ufficiali raccomandate dai vigili del fuoco. Per il futuro il
“Ogni giorno le persone costrette su una sedia a rotelle devono affrontare ostacoli imprevisti - sottolinea il rappresentante della Consulta regionale Mauro Morassut - e questo videogioco offre la possibilità di imparare in modo semplice ma efficace come condurre una persona in carrozzina e superare i gradini. Inoltre, vista la sua alta valenza sociale, potrebbe essere utilmente impiegato nelle scuole per sensibilizzare i giovani nei confronti della disabilità“.
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V V. F. V.
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VOLONTARI VALDOSTANI
VIGILI DEL FUOCO A PIENI TITOLI Il presidente della Regione Autonoma Valle dʼAosta bolla come poco verosimili e offensive le affermazioni del Conapo. La segreteria regionale del sindacato autonomo riteneva che i VVF volontari non dovessero occuparsi di soccorso pubblico ma soltanto di supporto logistico. In realtà è proprio grazie alla diffusione capillare di distaccamenti VVF volontari, che molte emergenze vengono risolte sul nascere.
a cura della redazione. fotografie di Andrea Cappello.
n luglio il sindacato aveva chiesto e ottenuto un incontro col presidente della regione, in seguito anche alle operazioni svolte a Mirandola dalla componente volontaria del Corpo Valdostano VVF. Secondo il Conapo i volontari, con alcune dichiarazioni alla stampa, ritenute “imbarazzanti” (si trattava tra lʼaltro dei vigili feriti nel crollo dʼun capannone NdR), erano “risultati impreparati ad affrontare una situazione dʼemergenza”. I rappresentanti sindacali avevano chiesto che, nei casi in cui la componente volontaria venisse attivata per attività diverse dal soccorso pubblico, questa non dovesse utilizzare la divisa operativa VVF bensì quella della protezione civile. Mentre, per le attività dʼinteresse locale, si suggeriva lʼadozione di pettorine da utilizzare sopra agli abiti civili. Era stato chiesto che anche i DPI delle due componenti (professionista/volontaria) venissero in qualche modo differenziati. Il presidente Rollandin – in quellʼoccasione – ribadì che non vʼera alcuna volontà/necessità di differenziare le due componenti.
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Durante lʼincontro “il sindacato” chiese anche lʼistituzione dʼun distaccamento professionista (facendo anche ricorso ai richiami del personale volontario) presso lʼattuale distaccamento volontario di Verrés ma il
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presidente ribadì che non cʼera alcuna volontà politica dʼistituire un distaccamento (con personale dipendente) di bassa valle.
Il presidente Rollandin, nei giorni scorsi - con un documento ufficiale indirizzato alla segreteria regionale del Conapo, al presidente dei VVF volontari e al Comandante regionale dei VVF – ha tenuto a ribadire il proprio sostegno e la piena fiducia nei confronti dellʼattività svolta dai Vigili del fuoco volontari, che costituiscono a pieno titolo una delle due componenti del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco. Nella sua, Rollandin ha precisato che il ruolo insostituibile dei VVF volontari sul territorio è confermato anche da attestazioni di stima provenienti da amministrazioni locali e dal sistema regionale di protezione civile. Le affermazioni del sindacato autonomo, quali: “agli occhi della popolazione di Mirandola i Vigili del fuoco del Corpo Valdostano sono risultati impreparati ad affrontare una situazione dʼemergenza”, sono definite da presidente della Regione
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V V. F. V. Autonoma come poco verosimili e offensive nei confronti di chi offre il proprio impegno, tempo e professionalità in favore degli altri.
Nella sua Rollandin conferma (come se ce ne fosse bisogno) la validità dellʼimpianto legislativo previsto dalla l.r. 10 novembre 2009 n°37 ed i principali capisaldi: 1) lʼunicità del Corpo valdostano dei VVF, nelle sue due componenti, professionisti e volontari; 2) il suo inserimento, quale componente fondamentale, nel sistema regionale di protezione civile. Sempre per fugare ogni dubbio, il presidente della regione ha precisato che tutte le attività dʼinteresse regionale (protezione civile, soccorso pubblico e diffusione della cultura della sicurezza antincendi e protezione civile) hanno pari dignità e competono pienamente alla componente volontaria del Corpo.
Augusto Rollandin, nella missiva, conclude confidando che lʼOrganizzazione Sindacale in questione, per il futuro, sʼoccuperà dʼattività di tutela dei propri iscritti, senza tuttavia esprimere giudizi che non le competono.
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Le forze dʼintervento hanno sempre più spesso a che fare con avvenimenti drammatici, come per esempio in caso di tentativo di suicidio. Compiti diversi da assolvere e delicate decisioni da prendere. Un pericolo per ivigili del fuoco giunge anche dai cosiddetti “suicidi chimici”; una miscela di sostanze che porta alla formazione di vapori tossici. a cura di Clara Rüsi
sostituta redattrice capo “118 Swissfire” Rivista della Federazione Svizzera dei Pompieri
S UICIDI E ALIENATI
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5 ottobre 1994 – suicidio collettivo a Cheiry e Salvan: allʼinizio sembra trattarsi di un normale intervento, ma quando i pompieri arrivano nei due chalet, a Cheiry e Salvan, vi trovano i cadaveri di 48 membri dellʼOrdine del tempio solare. Un suicidio collettivo? 27settembre 2001 – forsennato al Parlamento di Zugo: un uomo si introduce nellʼedificio del Parlamento cantonale e comincia ad abbattere delle persone in modo mirato. Allʼarrivo delle forze dʼintervento, un gran numero di feriti si trovano già davanti lʼentrata dellʼedificio, mentre altri escono, scioccati. 13luglio 2003 – esplosione di un edificio a Steffisburg (BE): una violenta esplosione causa il crollo di una parte di questo edificio di sei appartamenti. Rapidamente giunte sul luogo, le forze dʼintervento liberano nove abitanti feriti, ma tutti gli sforzi per salvare altre tre persone si rivelano inutili. Gli inquirenti scopriranno che un uomo separato dalla moglie aveva deciso di suicidarsi e di uccidere allo stesso tempo anche il proprio figlio. La realizzazione del suo piano e costata la vita anche a una terza persona. 16maggio 2011 – un uomo getta delle tegole da un tetto: a Basilea un uomo in preda a confusione mentale si rifugia su un tetto e tiene in sospeso le forze dellʼordine per circa 50 ore. Il mercoledì mattina, unʼunità speciale della polizia interviene con successo, né lʼuomo in questione né i poliziotti saranno feriti.
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Ma che rapporto hanno questi avvenimenti con i pompieri? In tutti questi casi i pompieri sono stati chiamati a intervenire per assolvere ogni volta dei compiti diversi. La missione sarà quindi completamente diversa se si tratta di evitare la messa a esecuzione di un progetto e di salvare la persona in caso di tentativo di suicidio, o nel caso in cui la persona in questione è già morta. In questo ultimo caso bisogna sbarrare e mettere in sicurezza il luogo e recuperare la salma. In presenza di un forsennato invece, i compiti vanno dal salvataggio ai primi soccorsi. Suicidio e tentativo di suicidio Il suicidio, che consiste nel provocare volontariamente la propria morte, è la forma più estrema di aggressione contro se stessi. Il suicidio figura tra le dieci cause di decesso più frequenti. In Svizzera la polizia e anche i pompieri devono spesso confrontarsi con dei casi di suicidio o tentativi di suicidio: 1. Dopo un litigio in famiglia, il coniuge, in stato di ebbrezza, lascia lʼappartamento e parte in auto, minacciando di suicidarsi. La polizia chiede lʼaiuto dei pompieri per effettuare le ricerche. 2. Un uomo sale su un tetto e minaccia di lanciarsi nel vuoto. Viene richiesto lʼaiuto dei pompieri. 3. Un uomo si barrica nel suo appartamento e apre il rubinetto del gas. I pompieri devono intervenire. Questa lista potrebbe ancora allungarsi allʼinfinito, i compiti affidati ai pompieri cambiano da una situazione allʼaltra.
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Caso n° 1: persona scomparsa In questo caso la polizia attribuisce ai pompieri un settore nel quale i due organismi effettueranno delle ricerche congiunte. Quando la persona sarà ritrovata, verrà interpellata con molta calma. Se necessario il servizio di soccorso o una persona qualificata verrà chiamata in aiuto e per la presa in carico ulteriore.
Caso n° 2: persona su un tetto e minaccia di gettarsi nel vuoto Lʼintervento dei pompieri è in questo caso del tutto diverso. Il Corpo dei pompieri professionisti di Winterthur, per esempio, interviene con dieci pompieri professionisti equipaggiati di autobotte, con unʼautoscala con materassi di salvataggio, con un veicolo pioniere e con un veicolo con cuscini di salvataggio. Se la persona non si è ancora gettata nel vuoto:
• Presa di contatto con la polizia • Coordinazione con la polizia e il servizio di soccorso. Come procedere? Dove si trova la persona? Chi si avvicina alla persona? Quali mezzi tecnici, come per esempio il cuscino di salvataggio, sono necessari? • Avvicinamento senza lʼutilizzo delle sirene, per non spaventare la persona • Procedere allʼanalisi della situazione • Analisi dei pericoli: esiste un pericolo per le forze dʼintervento e per lʼambiente? • Abbiamo a disposizione i mezzi adeguati? • Sbarrare delimitando un grande perimetro • Procedere con calma • In caso dʼutilizzo dellʼautoscala: mai elevare il cestello direttamente sotto la persona per evitare che questʼultima possa saltare sulla scala. • Sistemare i cuscini di salvataggio • Chiedere eventualmente il sostegno di specialisti del salvataggio in altezza dei pompieri professionisti o del salvataggio in montagna e della Rega (in Italia, CNVVF, i nuclei SAF – Speleo Alpino Fluviali) Gli interventi eseguiti fino a oggi hanno mostrato che lʼevoluzione della situazione è assolutamente imprevedibile e che i soccorritori devono far prova di molta flessibilità e di molto tatto. Se la persona si è già lanciata nel vuoto: • Ingaggiare il personale dʼintervento con il dovuto riguardo • Sbarrare delimitando un grande perimetro e disporre la protezione contro lo sguardo dei curiosi e le intemperie • Utilizzare i mezzi a disposizione, quali i verricelli delle piattaforme di salvataggio, un roll-gliss o una gru mobile • Non correre più nessun rischio • Assicurare la presa a carico del personale dʼintervento dopo lʼingaggio!
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Caso n° 3: persona barricata nel proprio appartamento, con il rubinetto del gas aperto Se lʼedificio è raccordato alla rete pubblica di gas, una delle misure dʼurgenza dei pompieri potrebbe consistere nel taglio dellʼalimentazione allʼentrata dellʼedificio. Altre misure: • Convocare o prevedere la convocazione del personale dei Servizi industriali (Azienda distribuzione del GAS) • Misurare la concentrazione di gas • Interrompere lʼalimentazione del gas • Evacuare lʼedificio. Tutte le misure di salvataggio devono essere eseguite controllando la concentrazione di gas e indossando lʼequipaggiamento per la protezione della respirazione • Sbarrare delimitando un grande perimetro intorno alla zona pericolosa; interrompere eventualmente anche la circolazione dei trasporti pubblici • Ventilare, eventualmente rompere i vetri dallʼesterno • Restare attenti allʼaccumulo di gas nei locali, nei locali adiacenti, nei pozzi, nelle condotte e nei doppi soffitti. • Evitare ogni fonte dʼignizione, particolarmente lʼutilizzo di motori e lʼutilizzo di accendini e di fiammiferi, divieto assoluto di fumare, non azionare gli interruttori elettrici, non ritirare le prese degli apparecchi elettrici, non utilizzare apparecchi telefonici fissi o portatili, evitare la produzione di scintille degli attrezzi, evitare le cariche elettrostatiche. • Interrompere lʼalimentazione elettrica esterna
Caso particolare: suicidio con lʼutilizzo di solfuro dʼidrogeno (suicidio chimico) Il numero di casi di suicidio con lʼutilizzo del solfuro dʼidrogeno (H2S) aumenta in Giappone (circa 800 casi nel 2009) e negli Stati Uniti (circa 20 casi nel 2009). Questo metodo, chiamato anche
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INTERVENTI «suicidio chimico», può mettere in pericolo anche il personale dʼintervento. È quindi molto importante che i soccorritori siano informati sui possibili pericoli. Il solfuro dʼidrogeno (H2S) è un gas incolore che sprigiona un odore di uova marce a debole concentrazione, poi, a una concentrazione più elevata, causa la perdita dellʼodorato. È un gas combustibile e altamente tossico. Questo gas causa rapidamente unʼirritazione delle vie respiratorie, già a debole concentrazione. Le concentrazioni maggiori portano alla perdita di conoscenza, al coma, alla paralisi e infine alla morte. Il gas H2S è ottenuto mescolando un prodotto contenente dellʼacido (soprattutto lʼacido cloridrico), con un prodotto che contiene dei solfuri. Questo significa che si tratta di prodotti disponibili in tutte le case o che è relativamente facile procurarsi. Il suicidio avviene generalmente in un locale chiuso di piccole dimensioni in modo da garantire una concentrazione di gas elevata, molto spesso allʼinterno di unʼauto. I due prodotti vengono mescolati in un recipiente, il gas si forma, causa la perdita di conoscenza e la morte sopravviene rapidamente. In alcuni casi avvenuti negli Stati Uniti, le persone suicide avevano esse stesse messo dei pannelli dʼavvertimento per le forze dʼintervento, al di fuori della zona pericolosa per non metterli in pericolo. Tuttavia non sempre si potrà contare su un tale riguardo! In presenza di questo genere di suicidio, è importante che il personale dʼintervento osservi attentamente il veicolo o il locale in questione durante la prima fase di avvicinamento. Bisogna essere particolarmente attenti ai seguenti punti: • Le porte e le finestre sono tutte chiuse? • Le battute di porte e finestre sono state rinforzate con nastro adesivo? • Cʼè una lettera dʼaddio nelle vicinanze? • Cʼè un pannello di avvertimento appeso a una finestra o a una porta? • Cʼè un recipiente aperto nel locale? • Si vedono dei recipienti per prodotti chimici vuoti? • Si sente un odore di uova marce? • Altre persone che si trovano nelle immediate vicinanze hanno delle difficoltà respiratorie? Se si sospetta un suicidio chimico, i sanitari (SsUEm 118) devono ritirarsi immediatamente e richiedere lʼintervento dei VVF se questo non è già stato fatto. Questi ultimi possono poi procedere allʼintervento sotto protezione della respirazione. Quando il gas sarà stato evacuato in seguito a una sufficiente ventilazione del locale, sarà di nuovo possibile penetrarvi normalmente. Le persone incaricate dellʼesame della salma dovranno essere particolarmente prudenti poiché gli abiti della vittima potrebbero essere ancora impregnati di gas.
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Suicido collettivo I suicidi collettivi non sono un fenomeno nuovo. La Svizzera ha avuto a che farvi nel 1994. Negli anni 1990 la setta dellʼOrdine del tempio solare è stata, da sola, allʼorigine di tre ecatombi di questo genere. Nel 1994 in Svizzera, nel 1995 in Francia e nel 1997 in Canada, con un totale di 70 morti i cui corpi erano disposti a forma di stella. Un suicidio collettivo? Si ignora ancora oggi se le vittime avevano scelto di morire. Le indagini sembrano indicare che queste persone sono state prima drogate, poi assassinate. Allʼepoca i pompieri avevano trovato 22 cadaveri in una fattoria della frazione di Cheiry, a ovest della città di Friburgo. Si trovavano in una specie di cappella dalle pareti decorate con un rosso fluorescente, sotto un quadro rappresentante il Cristo. La testa di alcuni cadaveri era avvolta in un sacco della spazzatura, altre persone indossavano una tunica. Tre ore più tardi la polizia autostradale annunciava un incendio a Martigny, in Vallese, in cima alla valle del Rodano. Lo chalet in questione, su un pendio del villaggio di vacanze di Granges-sur-Salvan, era già interamente carbonizzato allʼarrivo dei pompieri. Allʼinterno sono state trovate le salme di 25 persone tra cui 5 bambini. Anche in questʼoccasione i pompieri hanno dovuto intervenire per procedere allo spegnimento, impedire lʼaccesso al settore ed evacuare i corpi dopo che questa misura era stata autorizzata dallʼautorità giudiziaria, ma anche per tenere a distanza i curiosi e i media. Forsennato Dieci anni dopo i fatti,le immagini ,dellʼattentato del 27 settembre 2001 a Zugo, sono ancora presenti nelle menti. Allʼepoca un forsennato aveva abbattuto 14 politici prima di darsi la morte. Vestito con una giacca della polizia che aveva confe-
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D E L I C AT I Visto il messaggio dʼallarme «esplosione nellʼedificio del governo», i pompieri hanno inoltre proceduto allʼevacuazione dellʼedificio e proibito ogni accesso fino a che le misure di detenzione prese dellʼufficiale AC hanno permesso di escludere ogni ulteriore pericolo dʼesplosione. È stato inoltre necessario delimitare un grande perimetro sbarrando lʼaccesso alla zona sinistrata e organizzare una deviazione del traffico.
Anche per questo tipo di interventi ci si dovrebbe esercitare. È per questo che un esercizio di simulazione di catastrofe chiamato «Forsennato a scuola» si è svolto mercoledì 18 agosto 2010 a Steinhausen, con uno scenario simile agli eventi di Zugo. Il Corpo dei pompieri volontari della città di Zugo è intervenuto con i seguenti mezzi: • Forze di primo intervento per il sostegno al servizio di soccorso con la sezione tecnica e la presenza degli autisti delle ambulanze, per la presa a carico dei pazienti
• Trasporto del personale dellʼorganizzazione dellʼintervento in caso di urgenza dalla caserma dei pompieri al luogo del sinistro
zionato lui stesso, era entrato nellʼedificio del Parlamento di Zugo con diverse armi e aveva aperto il fuoco in tutte le direzioni sui parlamentari in sessione, uccidendo tre membri dellʼesecutivo e 11 parlamentari e ferendo inoltre, a volte in modo grave, numerosi politici e giornalisti. Aveva sparato in totale 91 colpi e utilizzato una bomba artigianale. Questo attentato – il primo del genere in Svizzera – è stato traumatizzante per tutto il cantone di Zugo. Il Corpo di pompieri volontari della città di Zugo, spalleggiato dai Corpi pompieri di Baar e di Cham ha dovuto compiere un intervento difficile. I servizi di soccorso e i pompieri sono stati i primi a essersi recati sul posto e hanno dovuto procedere, con lʼaiuto di numerosi ausiliari, al salvataggio dei feriti e alla loro presa a carico iniziale, fino a che tutte le persone coinvolte sono state trasportate in ospedale. Importanti forze supplementari erano state convocate, in accordo con il servizio di soccorso, in seguito a una ricognizione sommaria effettuata dal primo ufficiale dei pompieri giunto sul posto. In totale 210 pompieri hanno fornito il loro aiuto in prima linea, salvando delle persone e prendendosi cura dei feriti.
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• Sostegno allʼorganizzazione dʼintervento in caso di urgenza per lʼorganizzazione e lʼutilizzo del posto di soccorso sanitario in collaborazione con altri corpi pompieri comunali
• Trasporto dei pazienti dal nido dei feriti al posto di soccorso sanitario, in collaborazione con gli altri corpi pompieri comunali • Condotta dʼintervento/comando sul luogo del sinistro, in collaborazione con le altre organizzazioni a luci blu
• Lotta contro il fuoco sotto protezione della respirazione nellʼedificio in questione
• Servizio di picchetto per altri eventuali interventi di sostegno nel cantone Zugo Nel corso di questo esercizio sono intervenuti 110 membri del Corpo pompieri volontari della città di Zugo.
Pesante per le forze dʼintervento Nel corso di tali interventi, il carico psicologico è particolarmente pesante per il personale dʼintervento, per questo motivo non bisogna mai trascurare la presa a carico da parte di un “careteam”, di persone specificamente formate, ecc. Dei defusing e dei debriefing sono anchʼessi indicati.
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Il Corpo dei pompieri volontari della città di Zugo, con la collaborazione dei Corpi pompieri di Baar e di Cham, ha dovuto portare a termine una missione difficile.
Lʼattentato del 2001 a Zugo: importanti forze supplementari erano state convocate in accordo con il servizio di soccorso, in seguito a una ricognizione sommaria da parte del primo ufficiale dei pompieri giunto sul posto.
Il lunedì 16 maggio 2011, un uomo in preda a confusione mentale, è rimasto per ore sul tetto di un edificio della Bruderholzstrasse a Basilea.
Il Corpo dei pompieri professionisti di Basilea è stato presente sul posto per tutte le 50 ore di durata dellʼevento, pronto a contribuire al salvataggio. I cuscini di salvataggio sono stati preparati sin dallʼinizio. Cheiry e Salvan 1994: anche in questo caso i pompieri sono intervenuti per procedere allo spegnimento, impedire lʼaccesso al settore ed evacuare le salme in seguito allʼautorizzazione delle autorità giudiziarie, ma anche per tenere lontani i curiosi e i media.
I suicidi collettivi non sono un fenomeno nuovo. La Svizzera vi è stata confrontata nel 1994. Allʼepoca i pompieri avevano trovato 22 cadaveri in una fattoria nella frazione Cheiry, a ovest della città di Friburgo.
Nella mattinata di domenica 13 luglio 2003, i pompieri e la polizia hanno proceduto allʼispezione delle macerie di una casa a Steffisburg nelle vicinanze di Thun (BE), distrutta da unʼesplosione avvenuta la sera precedente e che aveva causato la morte di tre persone. Nove altre persone erano rimaste ferite tra cui alcune in modo grave. In caso di dubbio: protezione respiratoria! Assicurare la presa a carico del personale dʼintervento durante e dopo lʼingaggio da parte di un “careteam”!
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Ciao Direttore, sai lʼultima novità?
Il Ministero ha deciso che a giorni apriranno – ed entro fine mese faranno lʼinaugurazione – il distaccamento “misto”, verrà anche Tronca con tutto il seguito, il presidente della regione Puglia Vendola, faranno una cosa alla grande.
Che fine faremo noi Volontari? Non lo sappiamo ma, con loro in casa la conclusione e presto fatta.
Martedì abbiamo lʼincontro con il Sindaco per tentare di non farci togliere la sede ma, con il distaccamento “misto” a 100 metri che vuoi fare?
Non ti so dire cosa abbiamo dentro, rabbia, delusione, arrabbiatura, ecc.: abbiamo dato lʼanima per il distaccamento volontario ed ora con un calcio nel sedere (scusa il termine) ci sbattono fuori.
Il bello è che i nostri interventi si aggirano intorno ai 150/200 lʼanno, il 90 % sono effettuati fuori zona (quando in rinforzo presso la centrale di Foggia) e sono quasi tutti concentrati nei mesi estivi, per il resto dellʼanno si dorme, o meglio si va in letargo. Con tali numeri fuori dal nuovo distaccamento non si potrà che scrivere “Distaccamento misto - Casa di riposo per vigili del fuoco”.
Tolomei (consigliere nazionale ANVVFV NdR) ci sta dando un mega aiuto (e non finirò mai di ringraziarlo) ma di risultati – per il momento almeno - non se ne sono visti, se non lʼOdG che ti allego che, di fatto, ci sega le gambe.
Abbiamo interpellato testate di giornali, movimenti politici, nel nostro piccolo battaglieremo e, ovviamente, non saremo presenti allʼinaugurazione. Ci auguriamo che Tolomei riesca ad ottenere un risultato, è lʼunica Nostra via di uscita.
Scusa per lo sfogo, ringrazierò personalmente il Presidente Gronchi per lʼaiuto che vorrà darci.
Ciao (lettera firmata) Deliceto FG
Caro lettore seguiamo ormai la vostra vicenda da due anni e pubblicammo una lettera di un collega giusto nel mese di luglio del 2010. Dunque allora non si trattava (come qualcuno vi rassicurò) di “voci non confermate”! Lʼintenzione di aprire il “distaccamento misto” cʼera ed i risultati si vedono tutti.
Vi mobbizzarono quando vi misero i “permanenti in casa” per il presidio boschivo e, quando chiedeste dʼaggregarvi, vi costrinsero ad andare a Foggia con le vostre auto per poi tornare a Deliceto (a bordo di mezzo VF) = 80 km di strada.
Ma se il vostro sindaco fa una dichiarazione come quella che segue, fermamente convinto che i vigili “permanenti” siano più pompieri di quelli “volontari” (penso io), tutta ʻsta storia ha lʼaria dʼuna battaglia persa in partenza:
«La comunicazione è ufficiale ed è di quelle che riempie di gioia e di soddisfazione il merito è da attribuire a tutti coloro che, a loro modo, hanno contribuito per raggiungere questo grande risultato. Lʼapertura del reparto (?) dei Vigili del Fuoco a Deliceto, non solo ci onora, ma sancisce lʼimportanza logistica, economica e sociale dalla nostra comunità!». (foggiatv.it)
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I pompieri li aveva già il primo cittadino, ma non gli bastavano, li voleva tutti “di ruolo” (o quasi tutti almeno) perché, probabilmente, qualcuno gli avrà detto che così il servizio sarà più professionale (sarà vero?). Di certo i “cugini” permanenti che si faranno trasferire a Deliceto, saranno più vicini a casa (andare sino a Foggia devʼessere proprio una rottura) e, visto lʼesiguo numero dʼinterventi, avranno tanto, tanto tempo da dedicare allʼaddestramento. Dato che siamo in periodo di “Spending Review” vorrei che qualcuno facesse due conti per dirci quanto costeranno ai contribuenti 4 vigili H24 (su turni) in pianta stabile a Deliceto. “Statali” messi a fare il lavoro che prima facevano i “volontari” a chiamata… In merito a tutto ciò, ho sentito il presidente Gronchi nei giorni scorsi, era in ospedale perché ha subito un delicato intervento alla spalla. Mi ha promesso che si sarebbe interessato, appena rimessosi un poʼ in sesto, alla vostra vicenda. Ti terrò aggiornato. Mi spiace, Ascanio
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IL FUOCO DENTRO Storia del Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Giaveno 1883-2011 (Edizioni del Graffio pagg. 208 € 25,00)
In un manoscritto del 1454 “Statuti di Giaveno” si legge: “…se è stato appiccato il fuoco o si veda sui monti di Giaveno e le campane suonino a martello come si è soliti, si porti la bandiera, tutte insieme le persone di Giaveno, cioè di qualunque casa, siano obbligate ad andare a spegnere lʼincendio, chi non sarà andato paghi la multa di cinque soldi e altrettanti di ammenda.” Bisognerà attendere la fine del XIX secolo perché prendesse forma lʼidea di unʼorganizzazione di volontariato che intervenisse nel più breve tempo possibile per far fronte agli incendi. Nellʼaprile del 1883 il sindaco del paese – che già contava quasi dodicimila abitanti, tra capoluogo e le numerose borgate – istituì il Corpo di Guardie a Fuoco Comunali. Tra i motivi di tale decisione la presenza sul territorio di numerose industrie manifatturiere, perlopiù tessili, oltre che grandi cartiere e cotonifici. Inoltre il tramway era pericoloso perché funzionante a vapore, poteva capitare infatti che faville fuoriuscite dal camino della vaporiera andassero a incendiare vagoni spesso carichi di fibre tessili. Il primo incendio dei pompieri giavenesi, del quale si abbia traccia scritta, è proprio quello del 15 giugno 1887 “un carro merci stipato di balle di iuta…alla fermata Brossa a causa di scintille fuoriuscite dal fumaiolo della locomotiva”.
Questi gli albori vigili del fuoco volontari di Giaveno, attraversate due guerre, nel 1956 arriva la prima autopompa, una Fiat 3F503. Il libro è zeppo dʼinterviste a vecchi pompieri, oltre che dʼaneddoti, uno è appunto legato allʼautopompa: “…nellʼaffrontare una curva saliva sul marciapiede, poiché la macchina non era dotata di servosterzo, e il vigile Giovanni Ughetto veniva sbalzato dal sedile andando a sbattere contro il palo della luce…lʼautista al suo rientro veniva sgridato dalla moglie che aveva visto tutto dal balcone di casa.”.
Nel 1960 iniziarono i lavori dʼampliamento della nuova caserma, dalle relazione sʼapprende che gli interventi di quellʼanno furono 12 di cui 6 allagamenti e sei incendi (4 case, 1 bosco, 1 camino). Poi la partecipazione alle grandi calamità come “Il Friuli” e “LʼIrpinia” e, proprio in quegli anni, le difficoltà a causa di auto-
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mezzi non riparati dal comando e la scarsezza di materiali fecero rischiare la chiusura del distaccamento. Lʼallora capo distaccamento Monfrino – attivo anche nella neo nata ANVVFV come vice presidente – dichiarò lo stato di crisi e interessò esponenti politici di rilievo, tanto che si scomodò persino lʼispettore generale Inzerillo che sʼadoperò per la risoluzione dei problemi.
Negli anni ʼ90 inizia “lʼera Biddoccu” (Alberto è capo distaccamento da allora e frequenta la caserma da oltre quarantʼanni ed è attivo, insieme a Piermauro, anche in Associazione Nazionale NdR). Tra terribili incendi – alcuni così vasti da distruggere intere borgate – drammatici incidenti stradali, salvataggi di persone in difficoltà, raccontati con dovizia di particolari e corredati da fotografie, sʼarriva ai giorni nostri.
“In questo libro possono mancare i fatti più crudi, le emozioni più forti: la spettacolarizzazione del soccorso non è nel nostro intento; la nostra vuole essere una raccolta di testimonianze che raccontano il nostro percorso…per non dimenticare e per dimostrare, soprattutto alle nuove generazioni, come con la passione e la dedizione, unendo le forze, si possono fare “grandi cose”. (Alberto Biddoccu)
Elisa Bevilacqua è giornalista e scrittrice. Collabora con diverse testate locali e ha pubblicato numerosi libri dedicati al territorio. Ama la Val Sangone e tutto ciò che la riguarda. Dal 1992 collabora con lʼAssociazione Amici dei Vigili del Fuoco Volontari di Giaveno Valerio Ruffino Onlus nel reperire i fondi per il locale Distaccamento. I proventi della vendita di questo libro sono destinati a questo scopo. Per lʼacquisto del testo contattare Alberto Biddoccu via e-mail: a.biddoccu@alice.it
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