Anno XXVIII - no 2 Marzo/Aprile 2014
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
M ARZO /A PRILE 2014
RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale Fabio MARANGONI Comitato di Direzione PRESIDENTE NAZIONALE: Roberto MUGAVERO PRESIDENTE D’ONORE: Gino GRONCHI VICE PRESIDENTI NAZIONALI: Luca BONELLO, Rolando FAGIOLI e Giuseppe PARRINELLO CONSIGLIERI NAZIONALI: Lorenzo AROSIO, Sergio AURELI, Claudio BALLESIO, Paolo BARBIN, Alberto BIDDOCCU, Diego CORIASCO, Erminio CAPPARONI, Paolo CORBETTA, Giancarlo GIACHINO e Damiano LANDI. Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per l’Italia CEAT tel. 02/89.500.256 DIFFUSIONE S.M. tel. 055 2590284 Stampa: LITOGRAFIA STEPHAN – GERMIGNAGA (VA) Abbonamenti: Gratuita a Comandi e Distaccamenti dei VV.F. Sostenitori € 70,00 Benemerito da € 70,00 in su Una copia € 8,00 Arretrati € 10,50 L’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dell’articolista e non impegnano né la Rivista né l’Associazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F. Garanzia di riservatezza per gli abbonati L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilita di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 20141 Milano. Le informazioni costudite nell’archivio elettronico dell’Editore saranno utilizzate al solo scopo di inviare la rivista o comunicazioni concernenti l’abbonamento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali). Pubblicità Inferiore al 70%
Aut. Trib. Milano n. 855/89
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DI COPERTINA DI
ANDREA RABBOLINI:
VVF VOLONTARI DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D'AOSTA.
RAGAZZI DEI GRUPPI GIOVANILI
EDITORIALE DEL PRESIDENTE
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EDITORIALE [A LATO]
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RECENSIONI: IL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
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BREVI: L’UFFICIALE VOLONTARIO PEVIANI ASSOLTO
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AL SERVIZIO DELLA FEDE
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ZAMBERLETTI A CARATE BRIANZA
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TECNICA: L’IMPORTANZA DEL DIAMETRO
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SCREZI AD ALTA QUOTA
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UN CALCIO DI SOLIDARIETÀ
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L’AMMINISTRAZIONE PREMIA GALLINO
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LE EMOZIONI DI UN POMPIERE
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RIFLESSIONI DI UN SOCIALISTA
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SANSEPOLCRO: IL FIGLIO DI TESTERINI ALLA GUIDA DEL DISTACCAMENTO
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LETTERE AL DIRETTORE
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IL BUONSENSO CONTRO LA BUROCRAZIA
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IL CORPO NAZIONALE GUARDIAFUOCHI
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FUNZIONARI VOLONTARI “DEGRADATI” MA IMPIEGABILI
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GESTIONE CREATIVA DEL “DISPOSITIVO DI SOCCORSO”
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ABRUZZO: UN PROGETTO NEL CASSETTO DA 7 ANNI
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ANTINCENDIO : IN ARRIVO IL TESTO UNICO
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SINDACATO E VVF
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LA CROCE ROSSA HA 150 ANNI
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INCONTRO DIPARTIMENTO/ANVVFV
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EDITORIAL EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE
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L’anno 2014, vede la nostra Associazione impegnata nel confronto con un tema che avrà futuri effetti ed esiti per l’intera categoria: la revisione della normativa riguardante l’arruolamento, l’avanzamento e l’impiego del personale VVF volontario. Nel mese di Dicembre infatti il Capo del Corpo, Ing. Alfio Pini, ha provveduto, a seguito di una riunione appositamente convocata e nella quale sono state illustrate le linee ispiratrici e alle quali si è attenuta l’Amministrazione nella stesura del testo, a fornire una bozza atta a definire la revisione dell’attuale normativa vigente ovvero il D.P.R. 76/2004. In tale contesto l’Associazione, quale componente effettivo della “Commissione Mista con Compiti di Studio, Elaborazione e Formulazione di Proposte sulle Problematiche relative alla Componente Volontaria dei Vigili del Fuoco” ma, soprattutto, nell’ambito delle proprie finalità istituzionali che la vedono non solo promotrice dello sviluppo del volontariato nell’ambito del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ma anche quale portavoce delle problematiche ed esigenze inerenti i compiti istituzionali svolti dal personale volontario VVF, ha ritenuto opportuno condividere il testo proposto con il Consiglio Nazionale ma anche con Sezioni, Delegazioni, Associati e Distaccamenti onde poter verificare, nel modo più ampio e diffuso possibile, la valutazione espressa dal personale interessato in merito alle modifiche presentate dall’Amministrazione. Tale iniziativa, che vede per la prima volta una consultazione così capillare del nostro volontariato, ha voluto essere un segnale di massima trasparenza e pieno coinvolgimento degli associati in un processo, quello di revisione dell’impianto normativo che regolamenta non solo le attività dei Vigili del Fuoco volontari ma anche dei loro Distaccamenti e del servizio di soccorso e di istituto da essi reso, che darà forma al futuro assetto del nostro particolare volontariato. Per questo l’Associazione, secondo un principio di piena democraticità, ha richiesto al Consiglio Nazionale, alle Sezioni, alle Delegazioni, agli Associati e ai Distaccamenti di esprimere non solo un parere sul testo proposto ma ha anche chiamato tutti a contribuire al processo di revisione sollecitando la formulazione di osservazioni e proposte da raccogliere in un elaborato che costituisca una costruttiva replica, ed una concreta proposta progettuale, per l’emanazione di una nuova norma per l’arruolamento, l’avanzamento e l’impiego dei Vigili del Fuoco volontari. La struttura associativa ha pienamente risposto all’invito e, nel volgere di breve tempo, un’apposito Gruppo di Lavoro ha collazionato tutte le istanze provenienti dal territorio provvedendo all’elaborazione di un testo che sarà a brevissimo trasmesso, a cura dell’Associazione, al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile.Le osservazioni, le proposte di modifica e le integrazioni proposte dall’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari vedono quindi luce da un’articolatissima attività di rilevazione delle diverse esigenze degli oltre 250 distaccamenti volontari operanti sul territorio nazionale e che ha fatto emergere, oltre a numerose necessità da tradurre in norma per il futuro, molte disomogeneità, spesso basate su prassi e consuetudini stratificate nel tempo, nei modelli organizzativi e gestionali e nell’applicazione ed interpretazione del vigente D.P.R. 76/2004. Da questo il pieno impegno associativo per definire, con il coinvolgimento dei massimi livelli dell’Amministrazione, non solo un nuovo impianto normativo adeguato alle mutate e reali esigenze della componente volontaria dei Vigili del Fuoco ma anche per consentire, già da ora e con le opportune azioni correttive e migliorative, un’efficace ed efficiente organizzazione e funzionamento di distaccamenti e delle squadre volontarie VVF.
w w w. a n v v f v. i t Roberto Mugavero
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Ci auguriamo che possa presto rimettersi e che questo periodaccio resti solo un brutto ricordo. Buona lettura Ascanio
direttorevfv@me.com twitter@pompieri https://www.facebook.com/pompieri.vfv
@pompieri
Si ringraziano: Massimo Bozzano, Claudio Mignot, Massimiliano Miletti, Mario Righi, Franco Luconi Bisti, Mario Testerini, Graziano Masperi, Christian Salutari e Antonio Coduri.
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EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]
Cari lettori/pompieri, questo secondo numero dell’anno esce con imbarazzante ritardo, e non ci sono scuse (o scusanti) che tengano. I motivi sono diversi, in primis la malattia che ha colpito l’amico Silvano, storico grafico impaginatore di questo periodico.
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IL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
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libro e il frutto di un accordo stipulato nel 2012 tra il Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell’Interno ed il Dipartimento di storia, disegno e restauro dell’architettura della Sapienza – Universita di Roma, per una collaborazione scientifica fra le due istituzioni finalizzata alla ricostruzione della storia del Corpo nazionale italiano dei Vigili del fuoco. Il lavoro raccoglie una serie di studi organici sul tema dell’organizzazione del soccorso tecnico urgente in Italia nei primi cinquant’anni del XX secolo. Gli autori forniscono un ampio panorama delle idee, dei fatti e dei temi storiografici che a partire dalla fondazione della Federazione tecnica dei corpi pompieri hanno via via condotto all’attuale servizio di soccorso tecnico unificato a livello nazionale. Per arrivare a questo gli autori trattano la tipologia degli interventi di soccorso tecnico urgente piu ricorrenti nel periodo, l’architettura delle caserme e delle sedi di servizio, le trasformazioni delle procedure d’addestramento, dei mezzi e delle attrezzature di fronte al mutare delle situazioni, le complesse vicende istituzionali che hanno portato alla costituzione del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, infine l’esemplare comportamento di quest’ultimo prima e durante il secondo conflitto mondiale. Il volume contiene un apparato critico particolarmente ampio, con una bibliografia completa e un notevole gruppo di illustrazioni in bianco e nero e a colori, che per la prima volta organizza in maniera chiara e sistematica l’insieme dei dati oggi noti su tutti i corpi, le sedi e i mezzi dei pompieri e dei Vigili del fuoco in Italia e nelle colonie d’oltremare. Le royalty dovute dall’editore agli autori del libro sono state da questi ultimi destinate all’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco per la costituzione di borse di studio o sovvenzioni a favore degli orfani e delle famiglie dei Vigili del Fuoco caduti in servizio.
• L’opera è un prodotto di eccellenza dell’editoria made in Italy, di 496 pagine, contiene centinaia di fotografie e documenti storici n gran parte mai pubblicati, cartine tematiche e tabelle ed è stampata a colori su carta patinata ecologica. L’opera è in tiratura limitata. • Non è in vendita nelle librerie • Un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di storia. • Al link http://www.rodorigoeditore.it/vigili/ è possibile sfogliare alcune pagine del libro in anteprima. • L’opera è disponibile, nel 2014 uscirà il secondo volume.
È possibile acquistare l’opera sul sito dell’editore: www.rodorigoeditore.it anche con carta di credito tramite PayPal Tel: 06 66166539 Cell.338 2791671 mail: amministrazione@rodorigoeditore.it
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l PM ha chiesto l’assoluzione dell’Ufficiale Volontario “casalese”, imputato dei reati di truffa e falso ideologico, in quanto “segnato in sede” durante ben 13 interventi di soccorso, in qualità di centralinista. I fatti risalgono al 2007 e il Peviani era accusato d’essersi procurato ingiusto profitto (156,71€ lorde), il tutto con l’aggravante “ai danni dello Stato”. Tra l’altro - per via di questo procedimento - il volontario è sospeso dal servizio da ben tre anni. Secondo l’ex comandante provinciale dei VVF di Lodi, l’Ingegner Giuseppe De Rossi, l’assegnazione del vigile “centralinista” era da vedersi come una “anomalia comportamentale” perdurante da oltre 15 anni. Ma, il Dirigente Generale Capo del CNVVF - rispondendo al quesito posto da De Rossi - ha affermato, da un lato, che le prestazioni del centralinista debbono essere retribuite al pari di ogni altra attività lavorativa fornita dal personale volontario; dall’altro che tuttavia tale adempimento deve essere espressamente previsto dall’organizzazione del servizio disposto dal Comando. Nella sentenza il giudice, Manuela Scudieri, afferma che è assai verosimile che “tale prassi” fosse antecedente all’insediamento del comandante de Rossi ed è possibile che a quest’ultimo non fosse nota, ma l’esistenza di una tale consuetudine non consente di ritenere provate, neppure sotto il profilo oggettivo, la sussistenza di false attestazioni circa il servizio prestato dal VF volontario Peviani. La sentenza d’assoluzione piena è stata pubblicata il 30 settembre del 2013, ma le motivazioni soltanto lo scorso 26 aprile; ora il tutto è nelle mani del Dipartimento dei VVF e s’attende il reintegro dell’FTAV al distaccamento di Casalpusterlengo. Tuttavia Peviani risulta più provato che soddisfatto dall’intera vicenda: “M’hanno fatto molto male, spero che rientrare in attività possa giovarmi, anche se la mortificazione resta grande. Certo è deludente che sia dovuto intervenire un Tribunale per mettere pace in quella che tutti chiamiamo la Grande Famiglia dei Vigili del Fuoco”.
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Peviani assolto: il centralinista deve essere retribuito
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AL SERVIZIO DELLA FEDE
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AL SERVIZIO DELLA FEDE
30 NUOVE GUARDIE SVIZZERE e il Papa ringrazia anche i VVFV fossanesi A cura della redazione si ringrazia Massimo Bozzano
Alla solenne cerimonia del giuramento ha partecipato anche il nostro Presidente Nazionale d’Onore Gino Gronchi che ha anche avuto l’onore d’un incontro privato col Pontefice. La Segreteria di Stato ha anche voluto ringraziare la sezione di Fossano della nostra Associazione per il calendario ricevuto.
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AL SERVIZIO DELLA FEDE essa a San Pietro per il giuramento delle Guardie Svizzere, celebrata dal segretario di Stato vaticano il cardinale Pietro Parolin. Il cardinale chiesto loro di operare “con gioia e fiducia”, senza lasciarsi “turbare da difficoltà e incomprensioni”. Un invito poi a diventare “con Gesù ‘pane buono’ per le persone “incontrate nell’attività quotidiana”. Nel Cortile San Damaso giuramento di 30 nuove Guardie Svizzere. Lo squillo di trombe, il rullo dei tamburi, le note di musiche e di inni, il susseguirsi di voci e di giuramenti solenni hanno scandito, nel Cortile di San Damaso del Palazzo apostolico, questo tradizionale appuntamento. È il giorno in cui si ricorda l’eroica morte di 147 soldati alabardieri, che durante il “Sacco di Roma” non hanno esitato a sacrificare la loro vita per difendere il Pontefice scrivendo un’indelebile pagina di storia, è il 1527. I mercenari spagnoli sfondano la porta del Torrione. Mentre i lanzichenecchi invadono Borgo Santo Spirito, le guardie svizzere cercano disperatamente di resistere. Si salvano solo in 42, quelli che accompagnano Papa Clemente VII a Castel Sant’Angelo. Quel sacrificio – ha detto il comandante Daniel Anrig – incarna anche oggi lo spirito del servizio, di profonda lealtà, offerto al Santo Padre:”Voi giurate di servire il Sommo Pontefice fedelmente, lealmente e di impegnare tutte le vostre forze per lui, anche a rischio della vita. …Non è il denaro, il divertimento, il consumismo, etc, che arricchiscono la vita, ma la dedizione, il sacrificio”. Mons. Becciu ha esortato le nuove Guardie Svizzere ad affidarsi, nelle loro preghiere, ai Santi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Chiedete loro – ha detto il sostituto della Segreteria di Stato – di aiutarvi a svolgere nel modo migliore il vostro compito. Un impegno quotidiano, ha osservato il cappellano Markus Heinz, animato da valori imprescindibili:”Care Guardie, la seconda faccia della medaglia del vostro servizio, oltre il coraggio, è la fedeltà: essere pronti a impegnarsi con tutti se stessi non solo nel caso estremo, ma anche nelle faccende quotidiane del servizio e della vita nel Corpo della Guardia. L’impegno che si svolge non alle luci della
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ribalta del pubblico non è meno eroico e non richiede meno forze. È fedele e forte chi sa resistere alle difficoltà e alle tentazioni, perseverare nel cercare di fare il bene e superare gli ostacoli”. Solenne il momento del giuramento. Hanno giurato 30 nuove reclute, chiamate per nome, con la mano sinistra sulla bandiera della Guardia e la destra alzata con le tre dita aperte, quale simbolo della Trinità. La giornata si concluderà nel pomeriggio con la Messa, presieduta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella Basilica di San Pietro e il concerto dell’orchestra “Schwyzer Kantonale Jugend Blasorchester” nell’Aula Paolo VI.
«A testimonianza dell’udienza in piazza S. Pietro del 12 ottobre 2013 sono rimaste numerose immagini, diffuse da quanti hanno avuto la fortuna di essere presenti quel giorno. Grazie alla collaborazione del nostro Elvio, autore di numerose fotografie, ci è stato possibile inserire una di quelle più conosciute sul calendario 2014 della Delegazione di Fossano. In questi mesi tutti noi abbiamo imparato a conoscere e ad amare Papa Francesco per la sua umanità e la sua grande capacità di comunicazione. È così stato istintivo il desiderio di inviare, proprio al Papa, una copia del nostro calendario in segno di stima ed affetto, anche e soprattutto a nome di quanti non sono riusciti a partecipare ad un incontro così emozionante. Nei giorni scorsi, con nostra sorpresa ed innegabile emozione, datata 24 febbraio è arrivata la risposta di Papa Francesco con i ringraziamenti e la sua Benedizione Apostolica tramite la Segreteria di Stato vaticana, a firma di Mons. Peter Wells! Approfittiamo quindi della disponibilità di Ascanio per condividere la nostra gioia con tutti i colleghi e i lettori della rivista, nel segno dell’ammirazione per Papa Francesco! »
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Michele Errico (ANVVFV Fossano)
ZAMBERLETTI A CARATE BRIANZA «Il CNVVF potrà sopravvivere solo quale struttura per ampliare il concorso del volontariato» A cura della redazione
Personalità e automezzi d’eccezione per i festeggiamenti dedicati alla Patrona Santa Barbara, presso la più famosa caserma di pompieri volontari brianzoli. Tutti hanno avuto parole d’elogio per il compianto Diego Rossi, storico comandante dei volontari caratesi che da tempo aveva già ceduto il testimone al figlio Sergio. festeggiare i pompieri di Carate, e onorare l’Ingegner Rossi, recentemente scomparso, sono stati in diversi. In primis Dario Allevi, presidente della giovanissima (anche se destinata a scomparire con tutte le altre) Provincia di Monza e Brianza, e il sindaco Francesco Paoletti. Ospite d’onore il padre della moderna protezione civile italiana, Giuseppe Zamberletti, accompagnato dal nostro Gino Gronchi. Zamberletti – accolto dall’Architetto Sergio Rossi, responsabile del distaccamento brianzolo – ha scherzato coi vigili volontari: «Mi avete fatto un grande regalo invitandomi oggi a Carate, che è un luogo simbolo del volontariato, anche se voi pompieri volontari siete come una riserva
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indiana», alludendo alla scarsa diffusione di presidi volontari nella nostra penisola. C’era anche Antonio Monaco, il direttore regionale dei VVF della Lombardia (recentemente collocato a riposo NdR) che ha voluto ricordare lo scomparso Diego Rossi: «Era il 1977, ero vicecomandante a Como, un grosso incendio industriale da domare. Rossi si presentò in comando e si mise a disposizione, ma fui io a chiedergli consigli sul da farsi, tale era la sua esperienza». Gronchi ha ricordato Diego Rossi, conosciuto durante il terremoto del Friuli, e quella famosa frase scritta su un muro diroccato: “I vigili del fuoco hanno visto, hanno pianto, uno per tutti.” «Mi avete fatto un grande regalo invitandomi oggi a Carate, che è un luogo simbolo del volontariato, anche se voi pompieri volontari siete come una riserva indiana» Zamberletti ha poi proseguito: «I nostri VVF sono stimati in tutto il mondo, sebbene rappresentino un centralismo che non esiste in nessun altro Paese. Altrove i pompieri sono un Corpo di volontari.». Concludendo, l’anziano onorevole ha poi ribadito: «La condizione affinché sopravviva in Italia questa struttura centrale del Corpo Nazionale VVF è che diventi, sempre più, uno strumento per allargare la partecipazione al volontariato che, sin dalle origini, è stato alla base del progetto originario di fondazione della protezione civile».
l’attestato d’Onore alla memoria dell’Ing. Diego Rossi, mostrato dai figli Roberto e Sergio - tra Zamberletti e Gronchi
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CONDOTTE
DI ALIMENTAZIONE E DI TRASPORTO
Per mantenere una divisione, la si mantiene al suolo, le gambe incrociate, con tutto il peso del corpo. Prima della messa in servizio della divisione, c ontrollare che le valvole siano chiuse.
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CONDOTTE
DI ALIMENTAZIONE E DI TRASPORTO
L’IMPORTANZA
DEL DIAMETRO Più la distanza e il bisogno di acqua sono grandi, maggiore dovrà essere il diametro dei tubi, altrimenti si rischia di avere una pressione insufficiente a livello dei lancisti. A cura di Claudio Mignot (comandante dei pompieri della regione di Morat) Articolo redatto in collaborazione con 118 Swissfire, rivista ufficiale della Federazione Svizzera dei Pompieri (FSP)
e condotte di alimentazione e di trasporto servono ad alimentare in acqua le pompe e i consumatori quali i divisori, le lance a getto cavo, gli schermi d’acqua e i cannoni ad acqua. Per la corretta scelta del tubo di diametro appropriato, bisogna rispettare alcune regole. Si deve tener conto, per incominciare, della perdita di pressione. La circolazione dell’acqua nei tubi genera una perdita di pressione all’interno degli stessi. L’importanza di questa perdita dipende anch’essa da più fattori come per esempio il flusso dell’acqua. Più è grande la quantità d’acqua che deve essere trasportata da un tubo di un dato diametro in un certo lasso di tempo, più il flusso è rapido. La situazione è paragonabile a quella di una galleria. Se 50 vetture attraversano la galleria in due minuti a una data velocità, bisognerà aumentare la velocità per far passare 100 vetture sempre in due minuti. È la stessa cosa per la velocità dell’acqua se la quantità trasportata aumenta. Tuttavia, l’aumento della velocità causa anche un’intensificazione dell’attrito all’interno del tubo che causa a sua volta una perdita crescente della pressione.
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Concretamente, la situazione si presenta nel seguente modo: un raddoppio della quantità d’acqua trasportata genera anche un raddoppio della sua velocità. Questo significa però anche che la perdita della pressione è quadruplicata (rapporto 2:2:4)! Come si può ridurre l’attrito per una data velocità d’acqua? La risposta è semplice: l’attrito – e dunque la perdita di pressione – diminuisce in funzione dell’aumento del diametro attraverso cui l’acqua può scorrere. D’altra parte, la lunghezza della condotta gioca anch’essa un ruolo. La perdita di pressione è proporzionale alla lunghezza della condotta. Questo significa dunque che raddoppiando la lunghezza della condotta si raddoppia anche la perdita della pressione. A questo si aggiunge il problema del dislivello. Dieci metri di dislivello verso l’alto equivalgono a una perdita di pressione di un bar e dieci metri di dislivello verso il basso equivalgono a un guadagno di pressione di un bar. Inoltre le caratteristiche della superficie interna del tubo incidono anch’esse sulla pressione, anche se in modo irrilevante.
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L’IMPORTANZA
DEL DIAMETRO di Claudio Mignot
GRANDI DIAMETRI PER IL TRASPORTO DELL’ACQUA Per la scelta del diametro del tubo, dobbiamo sapere che più il consumatore è lontano, maggiore sarà la quantità di acqua necessaria e maggiore dovrà essere il diametro dei tubi da utilizzare. Non bisogna tuttavia perdere di vista che la manutenzione di un tubo si complica man mano che il suo diametro aumenta, motivo per il quale vengono generalmente utilizzati dei tubi di 75 mm di diametro per le condotte di trasporto e dei tubi di 75, 110 o persino 150 mm per l’alimentazione. Disporre le condotte di piccolo diametro sopra quelle di grande diametro!
DALLA PRESA D’ACQUA AL DIVISORE Le condotte di trasporto vengono sempre dispiegate dalla presa d’acqua (veicolo, autobotte o idrante) in direzione del divisore. È quando quest’ultima è stesa che il pompiere che si trova al divisore chiede l’acqua. Durante il riempimento della condotta di trasporto, il pompiere mantiene il divisore al suolo (vedere la foto con il divisore) per evitare ogni eventuale spostamento, poi spurga la condotta di trasporto attraverso la valvola mediana del divisore per evitare il suo spostamento laterale sotto l’effetto della pressione.
Nella misura del possibile, le condotte devono essere rettilinee e poste al bordo della strada. La condotta deve essere diritta lungo gli ultimi 3/5 metri.
ALIMENTAZIONE, AZIONE DI ALIMENTARE Il termine è esplicito, una condotta di alimentazione serve a portare l’acqua dal suo punto di prelievo (idrante o pompa) verso un’altra pompa o serbatoio (cisterna, bacino di compensazione). Per poterlo fare, la condotta di alimentazione viene sempre dispiegata in direzione della presa d’acqua. Questo offre il vantaggio di poter utilizzare la condotta non appena sarà pronta.
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PIÙ SEMPLICE SE ORDINATI! Che si tratti di una condotta di alimentazione, di una condotta di trasporto o di qualsiasi condotta sotto pressione, alcune regole devono essere rispettate. Durante lo spiegamento della condotta, per esempio, bisogna stare attenti a non torcerla, altrimenti si rischia di vederla rotolare durante il riempimento e, nella peggiore delle ipotesi, un raccordo può aprirsi e mettersi a sbattere in modo pericoloso. Le condotte devono tra l’altro essere sistemate nel modo più rettilineo possibile. Una particolare attenzione dovrà essere accordata al segmento che si trova giusto prima del consumatore/utilizzatore. Per evitare che gli elementi di collegamento si smuovano
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durante il riempimento, la condotta deve essere dritta lungo gli ultimi 3/5 metri. A proposito del riempimento delle condotte: durante questa operazione, si dovrà sempre procedere lentamente in modo da riempire completamente la condotta ed evitare che incominci a sbattere. Anche nel corso dell’ingaggio bisognerà evitare ogni cambio brusco di pressione.
LANCIARE, SROTOLARE O TIRARE? tubi arrotolati separatamente in doppio possono essere spiegati sia lanciandoli che srotolandoli. Per lanciarli, una mano guida il rotolo del tubo, mentre l’altra impugna i due pezzi di tubo direttamente dietro i raccordi. Un’altra possibilità consiste nel deporre per terra il tubo arrotolato in doppio e a spiegarlo tirando i due raccordi in senso opposto. Con quest’operazione si ottiene un risultato molto preciso. Se i tubi sono spiegati a partire da un naspo, bisogna fare attenzione a srotolarli da sotto, altrimenti i raccordi potrebbero essere propulsi pericolosamente verso l’alto.
PENSARE AGLI ALTRI VEICOLI D’INTERVENTO Nella misura del possibile, le condotte dovrebbero essere preparate sul bordo della strada in modo da non ostacolare la circolazione degli altri veicoli d’intervento in direzione della piazza sinistrata. Nelle immediate vicinanze del sinistro, bisogna stare attenti a sistemare i tubi senza occupare i posti che potrebbero servire da stazionamento ai mezzi di salvataggio. Se nonostante tutto ci si dovesse trovare in una tale situazione e se la condotta di trasporto o di alimentazione fosse già sotto pressione, bisognerà svuotarla per poi spostarla. Chiunque abbia già fatto questa esperienza sa che cosa significhi: non solo sarà necessaria una solida capacità del capo intervento a imporsi, ma anche un’enorme disciplina da parte di tutti gli intervenienti. Inutile dire che, per quanto concerne invece la perdita di tempo che ne risulta, questa manovra è fonte di frustrazione!
Sempre segnalare e sorvegliare i passatubi.
Dispiegamento delle condotte • Senza torcerle e il più tese possibile • Gli ultimi 3/5 metri prima del consumatore devono essere diritte • Riempire lentamente; evitare i cambiamenti bruschi di pressione • Spurgare le condotte • Al divisore, spurgare attraverso la valvola mediana • In caso di pericolo di gelo, non interrompere l’erogazione dell’acqua • Segnalare e sorvegliare i passatubi
SEGNALARE E SORVEGLIARE I PASSATUBI Se una condotta attraversa una strada, deve essere sistemata in passatubi, facendo attenzione a che la condotta sia disposta perpendicolarmente alla strada nel punto di attraversamento. Visto che i tubi e i passatubi costituiscono un ostacolo sulla strada, devono essere segnalati correttamente ed essere controllati da un pompiere che li sorveglia e dà le indicazioni necessarie ai conducenti in modo che non circolino a una velocità eccessiva e che non passino al lato del passatubi.
• In caso di difettosità della condotta, informare il pompiere che serve il consumatore poi ripararla o sostituirla • Marcare i tubi difettosi • Non spiegare i tubi su cocci di vetri o su braci • Non trascinare i tubi al suolo • Non fare angoli dritti o acuti con i tubi • Non tirare i tubi sopra bordi taglienti • Evitare il contatto con gli acidi, le basi, gli idrocarburi e i prodotti chimici
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COORDINAMENTO
SOCCORSI IN MONTAGNA: BOTTA E RISPOSTA CNSAS/CONAPO
otta e risposto tra il CONAPO, sigla sindacale minoritaria tra quelle di rappresentanza del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, sulle sentenze n. 01736/2014 e n. 01737/2014 emesse dal Consiglio di Stato. Il sindacato autonomo dei pompieri ha sostenuto che il Consiglio di Stato avrebbe “ribaltato quanto era stato affermato dai giudici di primo grado, i quali avevano erroneamente sostenuto che, nell'ambito delle operazioni di ricerca delle persone scomparse, il potere di coordinamento sarebbe spettato al soccorso alpino anche in presenza di amministrazioni pubbliche, e in particolare del Corpo nazionale dei
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vigili del fuoco. ... pertanto in materia di coordinamento delle operazioni di ricerca delle persone scomparse, il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco non puo' essere subordinato ai volontari del soccorso alpino e quindi ritenuto pienamente legittimi i piani sulla ricerca delle persone scomparse predisposti dalle prefetture di Piacenza e Terni". “Tale posizione, sottolinea Pier Giorgio Baldracco, presidente del Soccorso Alpino, oltre a non considerare recenti pronunciamenti anche della Suprema Corte di Cassazione (Cassazione Penale n. 6687/97), non teneva in alcun conto la particolarita del C.N.S.A.S. che, in quanto istituito in base alla legge e da questa dotato di
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competenze e responsabilita specifiche, costituisce un unicum nell'ambito del piu ampio universo delle organizzazioni di volontariato”. La sentenza del Consiglio del 9 novembre 2012 afferma che “la ricerca di persone disperse nell'ambiente montano, ipogeo, o impervio.... e specificatamente disciplinata dalla legge 21 marzo 2001, n. 74, art. 1, comma 2, e dalla legge 27 dicembre 2002, n. 289, art. 80, che ne incardina le funzioni di coordinamento sul Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico”. “Dunque, continua Baldracco, il massimo organo di giustizia amministrativa ha ritenuto venir meno ogni motivo di contenzioso, riconsegnando al corretto ambito gestionale il dettato normativo, illuminato senza piu ombre. Il tentativo di stravolgere il significato delle due sentenze, sottolineando come il Consiglio di Stato abbia annullato le decisioni del Tar favorevoli al C.N.S.A.S. , non tiene in considerazione il fatto che le sentenze del Tar sono state annullate non perche il C.N.S.A.S. non avesse ragione (e, infatti, i suoi ricorsi non sono stati respinti), ma perche la sopravvenuta direttiva ha risolto la questione, riconoscendo in capo al Cnsas le funzioni di coordinamento per le operazioni di ricerca dispersi in ambiente montano, ipogeo o impervio (nella sostanza, ci che il C.N.S.A.S. chiedeva con i ricorsi e stato riconosciuto dalla citata direttiva, facendo venire meno l'interesse del C.N.S.A.S. alla decisione dei suoi ricorsi)”. In questo contesto la regione Liguria e una delle zone nella quale vengono effettuate il maggior numero di ricerche dispersi e scomparsi d'Italia. In particolare la provincia di Savona risulta e una delle piu boscose a livello nazionale e uno degli epicentri per la ricerca di fungaioli e bikers Botta e risposto tra il CONAPO, sigla sindacale minoritaria tra quelle di rappresentanza del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, sulle sentenze n. 01736/2014 e n. 01737/2014 emesse dal Consiglio di Stato «Il Presidente della meritoria associazione di volontariato Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) Pier Giorgio Baldracco ha diffuso oggi alla stampa una sua personale interpretazione sulle sentenze del Consiglio di Stato n. 1736/2014 e n. 1737/2014, insistendo sul fatto che il coordinamento dei soccorsi in montagna, in grotta, in ambienti ostili e impervi, e, e resta, di norma, attribuito al Cnsas salvo gradi emergenze e calamita. E' evidente che tale potere di coordinamento il presidente del Cnsas lo riferisce anche sulle amministrazioni pubbliche, compreso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e, a detta del Presidente del Cnsas, cio sarebbe confermato dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012. Invitiamo il presidente del Cnsas ad una attenta rilettura delle sentenze del Consiglio di stato che, in
merito alla Direttiva citata, recitano testualmente “ ... la Direttiva ... ha espressamente chiarito il ruolo del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico nello svolgimento delle operazioni di ricerca di persone disperse in ambiente montano, ipogeo, impervio di cui alla legge n. 74/2001, interpretando tali norme in modo compatibile con la disciplina legislativa concernente i compiti istituzionali spettanti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e quelli ad esso assegnati in tema di Protezione Civile, come affermato dalla citata ordinanza di questa Sezione n. 4437/2012” . Pertanto la sentenza va letta congiuntamente con l' ordinanza n. 4437/2012 ove testualmente recita “le disposizioni di cui agli artt. 1, co. 2, della legge n. 74 del 2001 e 80, co. 39, della legge n. 289 del 2002 in tema di coordinamento dei soccorsi, non menzionando le amministrazioni pubbliche nell'ambito di coordinamento del Corpo nazionale di soccorso alpino, appaiono suscettibili di essere interpretate in modo compatibile con la disciplina legislativa concernente i compiti istituzionali spettanti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e quelli ad esso assegnati in tema di protezione civile”. In poche parole le norme citate dal presidente del Cnsas Pier Giorgio Baldracco si riferiscono esclusivamente al potere di coordinamento del Cnsas sui diversi enti e organizzazioni di volontariato e rimaniamo stupiti che, nonostante queste pronunce del Consiglio di Stato, si tenti ancora di attribuire ad una organizzazione di volontariato inesistenti poteri di coordinamento sullo stato, con tutto cio che ne puo derivare in termini incomprensioni nei momenti dei soccorsi». Cosi il segretario generale del Conapo Antonio Brizzi replica alle dichiarazioni del presidente del Cnsas Pier Giorgio Baldracco relative al coordinamento dei soccorsi e alle sentenze del Consiglio di stato che hanno visto Cnsas e Conapo quali parti in causa, oltre al ministero dell'interno e alle prefetture di Piacenza e Terni. «Al di la di ogni interpretazione che ovviamente puo avere connotati di parte - spiega Brizzi - l'effetto delle sentenze e quello di lasciare intatti i protocolli delle Prefetture di Piacenza e Terni che prevedono che il coordinamento sia riservato ai vigili del fuoco, e questo e incompatibile con l'interpretazione di Baldracco e ne dimostra l'erroneita». «Sia chiaro nessuno intende sminuire le specifiche competenze dei volontari del Cnsas cui riconosciamo il preziosissimo apporto al sistema soccorso, ma un conto e operare da un punto di vista tecnico ed un altro conto e pensare di sostituirsi allo stato assumendo il coordinamento e la responsabilita generale delle operazioni . Pertanto siamo favorevoli alla “riapertura del tavolo al Ministero dell'Interno per individuare le modalita di collaborazione” auspicata dal Cnsas, ma tenendo ben ferme le rispettive responsabilita», commentano i responsabili del sindacato Conapo.
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CALCIO DI SOLIDARIETÀ “La Partita del Cuore” for “Kids of Kosovo” A cura della redazione
Il ricco programma legato all’evento ha anche visto l’esordio della squadra dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari che, per l’occasione ha giocato contro la Nazionale Attori e Sport&Legalità.
i è concluso il “Memorial Protti for Kids of Kosovo” ed è tempo di bilanci. L’edizione 2014 ha rappresentato un momento di particolare importanza nella storia di questo evento: 37 squadre e più di 700 giovani calciatori si sono sportivamente contesi un Trofeo Internazionale che inneggia alla solidarietà e promuove principi e valori di altissimo profilo, quali, in primis, il tentativo di integrare ed avvicinare giovani uomini attraverso lo sport. Vedere cantare assieme la
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Stella Rossa di Belgrado ed i ragazzini del Kosovo, unire la Juventus ed il Real Madrid in un ideale abbraccio mentre RTV San Marino, Sky e RTK2 ripetono in tutta Europa queste immagini ci riempie di orgoglio. L’attenzione che il Ministero degli Affari Esteri, italiano e kosovaro, hanno inteso riservare a tale circo- stanza ci responsabilizza ad andare avanti, possibilmente, sempre meglio!! Oltre 40 personalità internazionali del mondo della televisione, canzone, cinema e spettacolo, sport ed istituzioni hanno fatto da volano per dare all’evento la migliore visibilità mentre oltre 6.000 persone hanno condiviso l’iniziativa.Oltre 1.500.000 contatti attivi raggiunti (ai quali vanno aggiunti quelli delle TV nazionali Italiane, Serbe, Sammarinesi e Kosovare) grazie all’impegno di USSI, Be-Sport ed ADN Kronos, collocano questo evento ad un alto livello di notorietà mediatica, rendendolo un appuntamento annuale di prima importanza.
Il ricco programma legato all’evento ha anche visto l’esordio della squadra dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari che, per l’occasione ha giocato contro la Nazionale Attori e Sport&Legalità. Non solo una ricca presenza di volti noti e personaggi dello Star-System ad arricchire il programma dell’evento, ma anche vero e proprio calcio giocato che ha dato “sapore” al triangolare, regalando, infine, la vittoria proprio alla squadra esordiente che ha potuto e voluto festeggiare con tutti quanti il felice esordio, registrando nel tabellino dei marcatori: Andrea Miletti e Vincent Candela che, nelle due partite (1-1 e 2-1) regalavano il primato sugli avversari ed il Trofeo “Kids of Kosovo”. Oltre al brindisi con le bottiglie personalizzate per l’occasione, ai festeggiati giungevano anche gli auguri dei Galacticos Campioni d’Europa del Real Madrid a rendere magica ed ancor più internazionale una notte speciale. Da registrare come il Mister “Filo Tom” abbia potuto schierare in campo alcuni Amici: Protti, Candela, Amato, Di Biagio e Mangone che hanno voluto omaggiare la nascita della compagine dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari. Cantanti italiani ed internazionali, 350 bambini in campo per danzare la Festa, Televisioni e tanti Vips, atleti e Campioni dello Sport, Musica ed Istituzioni, tutti avvolti dall’ abbraccio caloroso e magico di un momento unico. Aziende, Personalità, Istituzioni, Atleti, Televisioni e Star dello Show-Biz tutti insieme per celebrare la festa dello Sport dedicata ai giovani arrivati dall’Austria, dalla Spagna, dalla Serbia, da San Marino, dalla Svizzera, da tutt’Italia e naturalmente dal Kosovo.
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L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LANZO TORINESE
PREMIA IL CSV SILVANO GALLINO A cura di Mario Righi
Quarant’anni al servizio della comunità, in soccorso alle popolazioni anche durante grosse calamità nazionali. Impegnato anche con l’ANVVFV per la sensibilizzazione di Enti pubblici e privati in favore dei distaccamenti VVF volontari di tutta la provincia torinese. Plauso anche dal vicepresidente del CSM Michele Vietti, originario proprio di Lanzo. tanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino con il Dirigente Ing. Roberto Tubère, il funzionario P.I. Pietro Martorana ed il Capo Reparto Roberto Nitti. Anche il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura On. Avv. Michele Vietti, impossibilitato per impegni istituzionali a partecipare alla cerimonia in onore, ha inviato un messaggio di stima ed apprezzamento ricordando la lunga e proficua collaborazione con Silvano e con l’allora Presidente Provinciale ANVVFV Paolo De Cilladi che permise di ottenere consistenti fondi governativi finalizzati al rinnovo del parco automezzi e di molte attrezzature dei Vigili del Fuoco della provincia di Torino.
sindaco della città di Lanzo Torinese Prof.ssa Ernestina Assalto unitamente alla giunta comunale ha conferito un importante riconoscimento al CSV Silvano GALLINO per i suoi 40 anni di meritorio servizio in favore delle popolazioni, del territorio di Lanzo e delle sue Valli. Nella sala consiliare comunale erano presenti anche i componenti il Distaccamento per testimoniare la stima e l’amicizia all’amico e collega Silvano, consegnando alcuni doni. Molto qualificata e gradita la presenza dei rappresen-
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Alcune brevi note sul Capo Squadra Volontario SILVANO GALLINO • Entra ufficialmente nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco del Comando di Torino . Distaccamento Vol. di Lanzo T.se il 25/10 1975 ( pur essendo già attivo nel Distaccamento da diversi anni) operando all’epoca con il compianto Capo Reparto Volontario Claudio Vallino.
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• Partecipa alle operazioni di soccorso in occasione del terremoto dell’anno 1977 che colpisce il Friuli Venezia Giulia. • È attivo nella predisposizione di consistenti quantitativi di materiali necessari alle martoriate popolazioni dell’Irpinia colpite dal tragico evento sismico del novembre 1980. • Nell’anno 1989 diventa Capo Distaccamento, incarico che mantiene sino all’anno 2002. • Comprende in anticipo l’importanza della tecnologia informatica , con i pochi mezzi a disposizione in quel tempo favorisce l’uso dell’informatica in molti settori delle attività del Distaccamento sino alla creazione e alla gestione di un curato sito INTERNET tuttora aperto. • All’inizio degli anni ‘90 il collaborazione con altri Capi Distaccamento promuove una serie di iniziative destinate a sensibilizzare cittadini , aziende private ed Enti pubblici a fornire contributi destinati al rinnovo di mezzi ad attrezzature, in dotazioni alle sedi dei Vigili del fuoco volontari che all’epoca erano veramente obsolete.
• Nell’anno 2001 diventa Capo Squadra Volontario e continua ad operare in maniera esemplare , nonostante il destino le abbia riservato alcuni gravi avversità nella sua vita privata. • A partire dagli anni 2005/2006 collabora con l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari e con i colleghi degli altri Distaccamenti volontari della Provincia di Torino e della Regione Piemonte per un concreto miglioramento di mezzi ed attrezzature. Grazie alla sensibilità e concretezza dell’allora Sottosegretario alla Giustizia e successivamente alle Finanze on. Avv. Michele Vietti si riescono ad ottenere ulteriori importanti finanziamenti che consentono il completo rinnovo del Parco automezzi e delle attrezzature di soccorso in dotazione ai Distaccamenti Volontari. • Infine si impegna con tutte le Sue forze per la realizzazione della nuova Caserma intitolata all’indimenticato “Capo Reparto Volontario Claudio Vallino”, uno dei fiori all’occhiello della Amministrazione Comunale Lanzese, sede inaugurata nel mese di giugno 2010, motivo di grande orgoglio per tutti i vigili volontari componenti il Distaccamento dei Vigili del Fuoco volontari di Lanzo T.se.
• Coordina con grande impegno il personale VVF permanente e volontario intervenuto nelle Valli di Lanzo in occasione delle devastanti alluvioni degli anni 1993, 1994 e 2000. VFV MARZO/APRILE 2014
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Cenni storici del Corpo Pompieri di Lanzo Torinese (1886) vigilanza degli addetti alla “scaravaita”. Non così nelle Di uomini incaricati di vigilare, la notte, per difendere il Valli, dove si ricordano incendi paurosi come quello che borgo di Lanzo dal pericolo di un incendio improvviso, distrusse buona parte del centro di Germagnano il 5 parla Leopoldo Usseglio al Cap.V° nel suo studio storiAprile 1622, e quello scoppiato nella frazione Andrè di co, dove descrive le varie disposizioni che regolavano la Traves, la sera dei Santi 1820, che in poco più di un’ovita a Lanzo nel 1300. Si trattava di un servizio di guarra bruciò una ventina di fabbricati mietendo vittime tra dia notturna, detto “scaravaita”,cui erano tenuti, forse a gli abitanti e il bestiame e riducendo in cenere le provturno, gli uomini di Lanzo e della Castellania, allo scopo viste per l’inverno. È chiaro che gli uomini della “scaradi evitare sia la sorpresa di un’ assalto nemico, sia quelvaita” non si possono considerare Vigili del fuoco nel la di un fuoco. Chi vi sottraeva veniva multato. A quei senso moderno del termine. Essi svolgevano un servitempi l’incendio di una casa del borgo poteva volgersi zio di vigilanza, la cui necessità fu sentita naturale fin rapidamente in disastro. dalla remota antichità Infatti le case, racchiuse ovunque si costituì un dentro le mura, addossanucleo abitato, e che nei te le une alle altre lungo secoli con il mutare delle le stette viuzze che solsocietà e delle istituzioni cavano i fianchi del politiche, assume fisioMonte Buriasco, erano in nomie diverse, ora spongran parte coperte di tanee, ora organizzate, paglia, con fienili e ma sempre sotto la spinlegnaia. Esca quanto mai ta di una precisa, impefacile per le fiamme. Per riosa necessità di prevequesto i Consoli controlnire o di opporsi a un lavano mensilmente che grave pericolo reale. È in in ogni casa non vi fosseFrancia che, a cavallo fra ro più di tre fasci di il XVII e il XVIII secolo, si legno, paglia o foglie. Era dà l’avvio alla istituzione proibito aprire fucine neldi un servizio svolto l’abitato, né vi si poteva esclusivamente alla pretenere il fuoco acceso e venzione e repressione lavorare nelle giornate di degli incendi. Primi veri vento. Come non si poteVigili del Fuoco si possova far fondere il sego nel no considerare i tratto fra il rio Uppia e il sapeurs-pompiers di fiume Tesso; ne andare in Dumourier du Perrier, giro con fiaccole con che convenientemente brace accesa scoperta, addestrati, organizzati e salvo nei giorni di pioggia via via dotati di attrezzao quando il terreno era ture sempre più adatte, coperto di neve. faranno scuola ad altri Gravissima era la pena Stati per la creazione di degli incendiari. Era la istituzioni analoghe, Il paese di Borsano distrutto dall’incendio legge inesorabile del obbligatorie e permataglione: colui che avesse nenti nelle città e costituiti appiccato il fuoco ad una casa di Lanzo era condannada pompieri professionisti, i corpi dei vigili del Fuoco to ad essere bruciato vivo. E chi avesse contribuito ad hanno invece, nei piccoli centri, carattere temporaneo, un incendio boschivo ci rimetteva un piede o una mano, e gli addetti sono volontari che normalmente esercitano pena a cui poteva sottrarsi pagando una multa di cento un qualsiasi mestiere, addestrandosi però con regolasoldi. Per il rogo, invece, non c’era scampo. Ma rità all’ uso delle attrezzature proprie del corpo e pronti l’Usseglio esaminati i documenti d’epoca, ritiene che a a intervenire nel bisogno. Lanzo mai si sia dovuto ricorrere a tale supplizio. Dal che si potrebbe dedurre che gli incendi nell’abitato fosIl fondatore del Corpo dei Pompieri di Lanzo l’avvocato Leopoldo sero rari e irrilevanti. Paura di essere bruciati vivi? Usseglio, figlio del N.U. Cav. Avv. Giovanni Battista, (bastavano i roghi delle streghe!) o merito della oculata
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presidente della Corte di Cassazione, e di Emma Marchetti. Era nato a Torino nel 1853 e a Lanzo, nella casa della nonna paterna, egli amava trascorrere buona parte del suo tempo, dedicandosi agli studi e interessandosi attivamente alla vita pubblica. Nel 1878 entrò in comune come consigliere e nel 1880 fu eletto sindaco, carica che tenne fino al 10 dicembre 1887. È in questo periodo che Lanzo ebbe il suo primo regolare Corpo di Pompieri volontari. L’11 luglio 1886 era stato inaugurato solennemente, con intervento di autorità, suono di banda e scoppi di fuochi d’artificio, il primo acquedotto comunale di Lanzo. Sulle piazze e per le strade erano comparsi i primi “toret”. Essendosi, dunque, compiute le derivazioni d’acqua potabile e posta nelle rispettive località destinate le bocche incendiarie, occorre ora di formare una compagnia di Operai Guardie-Fuoco, onde in caso di incendio si possa portare il benefico soccorso, la dove il bisogno richiederà. Così esordiva il Sindaco nel Consiglio Comunale riunito in seduta pubblica il 3 ottobre 1886. E presentava il regolamento, che constava di 29 articoli. La nuova compagnia prende il nome di Operai Guardie-Fuoco o Pompieri È formata da volontari in numero di 11, e precisamente un sergente, due caporali e otto guardie, sotto la sorveglianza del Capo dei Pompieri, che è un consigliere comunale nominato annualmente dal Municipio, ed agli ordini immediati del Sindaco. Per essere ammesso nella Compagnia bisogna: a) presentare certificato di moralità rilasciato dal sindaco; b) giustificare di avere una posizione stabile nel Comune; c) aver compiuto 17 anni e non oltrepassare i 50. Gli ammessi si obbligano a prestare servizio per un quinquennio. La divisa - berretto e “blouse” sono forniti per la prima volta dal Municipio. Ogni anno i pompieri riceveranno dal Comune una gratificazione di lire 110, che dovrà essere divisa in parti uguali indipendentemente dal grado rivestito nella Compagnia. Il regolamento viene approvato dal Ministero dell’Interno il 24 marzo 1887, e il 24 aprile il Municipio di Lanzo con un Manifesto notificava aperto il concorso per la nomina degli undici componenti della Compagnia. La domanda dovrà essere presentata entro il primo maggio. Intanto si provvede all’acquisto della prima pompa antincendio. Il consigliere Ing. Alessandro Albert contatta la ditta Pietro Berzia di Torino, che consegnerà la pompa il 19 settembre. Prezzo lire 1876, ridotto, con lo sconto del 10%, a lire 1688,40, per pagamento alla consegna.
Primo Comandante della Compagnia è Lorenzo Ravial, il quale nella sua relazione del 23 giugno 1888, loda il comportamento dei novelli pompieri che, in un incendio scoppiato il 17-6-1888, hanno dato “prova di coraggio e di grande animazione”. Resta però da perfezionare l’istruzione e sarebbe necessaria una tromba per meglio dirigere la squadra durante le azioni. Preoccupa la spesa per l’istruttore, che dovrà venire da Torino, e si propone alla Cartiera di Germagnano di far partecipare alle esercitazioni anche i suoi pompieri. Ma la Cartiera vi provvede per conto proprio già da tre anni. L’onere resta perciò tutto lanzese. Spesa però ben fatta. L’istruttore Giuseppe Robino della Compagnia Pompieri del Comune di Torino svolge lodevolmente il suo compito, i pompieri fanno progressi, tanto che il nuovo Capo, Ignazio Casetti, ritiene che a fine marzo 1889 l’istruttore possa essere licenziato. Manca ancora la tromba. E il capitano Casetti è costretto a insistere. Nel 1927-28, a distanza di quarant’anni dalla sua istituzione, il Corpo Pompieri di Lanzo rivive come una seconda nascita. Nuove iscrizioni, nuove divise, nuova bandiera con nuovi padrini, nuova motopompa, fornita dalla FIAT e acquistata con pubblica sottoscrizione. E soprattutto un validissimo istruttore, il Brigadiere Giuseppe Gatti del Corpo Civici Pompieri di Torino “mercé il cui interessamento il Corpo ha potuto raggiungere piena efficienza ad addestrarsi in quelle manovre ed esercizi che valsero a fargli conseguire un ambito premio al recente concorso pompieristico di Torino”. L’inaugurazione della nuova motopompa avvenne la domenica 25 novembre 1928 Il Vicario Teologo Frasca benedisse il nuovo “ lucente attrezzo “ che ebbe a padrini il signor Ferruccio Vizzotto e la sorella Noemi. Sul Prato della Fiera i “pompieri diedero saggio della loro bravura e destrezza scalando un castello di legno e facendo funzionare la motopompa che gettò altissimi i suoi getti d’acqua”. Quanto i pompieri avessero saputo guadagnarsi in consenso e simpatia apparve chiaro in quella circostanza. La sottoscrizione pubblica riuscì in breve tempo non solo a coprire, ma a superare la spesa prevista per l’acquisto della nuova motopompa. Accanto alle grosse offerte di alcune centinaia di lire, i modesti numerosi oboli anche da 50 centesimi. Particolarmente rivelatore dell’entusiasmo che aveva coinvolto i Lanzesi il biglietto del “personale del servizio-banchetto autopompa” (tenuto presso il ristorante Venezia, il giorno dell’inaugurazione ), che offre lire 40,60 “ in beneficio autopompa”. Ancora nei primi anni trenta spiccherà nelle foto di gruppo, con i suoi capelli candidi a cornice del bel volto sereno, la vedova del fondatore e primo presidente della Compagnia, Donna Giuseppina Usseglio Bianchi.
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HA FATTO IL GIRO DEL WEB QUESTA POESIA (SI COMANDANTE, CHIAMIAMOLA COL NOME CHE MERITA). L’ABBIAMO LETTA IN TUTTE LE SALSE ED IN TUTTE QUELLE PAGINE CELEBRATIVE (E AUTO-CELEBRATIVE) CHE NARRANO DI “EROI QUOTIDIANI”. L’AUTORE DELLA POESIA, DOPO ESSERE RESTATO A LUNGO IN SILENZIO, S’È FINALMENTE SVELATO E HA DECISO DI DEDICARE IL SUO SCRITTO A TUTTI I VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI. ERA GIUSTO FARE CHIAREZZA E DARE A CESARE...CIÒ CHE CESARE NON AVEVA MAI OSATO RECLAMARE.
Nei miei stivali ci sono anni di interventi piccoli, grandi, difficili, facili ci sono le vesciche degli incendi boschivi ci sono i passi, le scale, il freddo, il sudore nel mio elmetto ci sono pensieri belli e brutti ci sono scelte non sempre facili da prendere ci sono i ricordi fatti di vite, di morte, di allegria, di orgoglio, ma anche sconfitte e dolore nel mio giaccone c’è il mio cuore spesso massacrato da emozioni e sforzi ma sempre pronto questa divisa spesso è stato il mio rifugio del sentirsi uomo il mio orgoglio più profondo e se dovessi raccontare l’amore per una passione userei i miei anni di pompiere quelli che tutti noi ogni giorno sentono senza un attimo di tregua queste emozioni di un pompiere non sono di un eroe ma di un UOMO.” [dedicata a chi nella vita ha volontariamente speso il suo tempo per inseguire la passione più bella del mondo...] Franco Luconi Bisti (Comandante Corpo Vigili del Fuoco Volontari di Madonna di Campiglio - Provincia Autonoma di Trento)
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RIFLESSIONI
DI UN
SOCIALISTA È uscito il nuovo libro di Valdo Spini, Presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli – Gronchi invitato alla presentazione e citato nella prefazione.
È
uscito il nuovo libro di Valdo Spini, Presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli – Gronchi invitato alla presentazione e citato nella prefazione. La buona politica. Da Machiavelli alla Terza Repubblica. Riflessioni di un socialista. Questo il titolo del nuovo libro di Valdo Spini, (Marsilio Editori), con prefazione di Carlo Azeglio Ciampi e introduzione di Furio Colombo. Un appassionante racconto di vita e di politica che fa rivivere alcuni decenni fondamentali della storia italiana. Leggendo questo libro – dice Furio Colombo nell’introduzione – si prova “un sentimento strano, come tornare in un quartiere che conosci bene, ma stenti a orientarti, perché molto è stato abbattuto e molto costruito in un altro modo”. Essenziale per riflettere oggi su cosa sia stata e cosa possa tornare a essere la politica italiana. Se c’è una storia rispettabile e bella del socialismo italiano è in questo piccolo libro in cui un socialista, che nella sua vita politica non è mai in fuga ed è sempre in un ruolo di responsabilità, risponde a una domanda rimasta in sospeso in Italia: che cosa è un socialista? Furio Colombo «A Valdo Spini non fa certo difetto la passione. La scintilla accesasi nel ragazzino che in un giorno del 1956 accompagnava il padre alla commemorazione di Piero Calamandrei è divenuta una fiamma robusta. Una fiamma, ne sono certo, capace di rischiarare il buio di questo difficile presente; di questo tempo di smarrimento»
Carlo Azeglio Ciampi «Valdo Spini è stato Sottosegretario con delega ai Vigili del Fuoco e ci ha dato una grossa mano nei tempi difficili dove si volevano eliminare i volontari il Ministro degli Interni era On. Oscar Luigi Scalfaro poi diventato Presidente della Repubblica.Il suo Segretario particolare era il V. Prefetto Alberto Di Pace, fu poi nominato Prefetto da Valdo Spini nel 1994. Di Pace è ora Capo del Dipartimento VVF Soccorso Pubblico e Difesa Civile» Valdo Spini – che è anche stato Ministro - sul suo libro ha fatto una dedica al Prefetto Di Pace ed una bellissima a Gino Gronchi. Gronchi è stato invitato assieme al tavolo dei relatori portando il saluto dell’ Associazione, presente nel dibattito anche il Sen. Massimo Salvadori.
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aro Mario, è un piacere sapere che – dopo vari passaggi – il testimone è passato a tuo figlio Enrico. La motivazione, ahinoi, non è mai alle stelle, a causa dei continui (e storici) attacchi alla nostra “componente”.Se può rassicurarti, Sansepolcro non rientrerebbe (almeno per il momento) nel “Progetto di Riordino del Corpo Nazionale VVF”. L’Amministrazione (in un’ottica di risparmio) ha sì previsto che venticinque presidi misti (misti sulla carta almeno) subiranno una “riclassificazione” venendo trasformati in “volontari”. Ma, leggendo bene il documento di 150 pagine, ci s’accorge che esattamente altri venticinque distaccamenti passeranno da misti (alcuni sono, di fatto, a totale conduzione volontaria) a “permanenti”. Come vedrai dallo specchietto qui sotto, Sansepolcro non c’è…speriamo in bene! Un Caro saluto e in bocca al lupo a Enrico. Ascanio
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Mario Testerini, è stato vigile del fuoco volontario del distaccamento di Sansepolcro (AR). In servizio dal 1958 al 1991, dal 1976 con la funzione di Capo Distaccamento. Dal 1978 sino a fine carriera ha fatto parte del Consiglio Nazionale della ANVVFV. Nella foto il figlio Enrico che è recentemente stato nominato Capodistaccamento.
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uongiorno, vi contatto per chiedere informazioni in merito alla presentazione della domanda per l’iscrizione nell’elenco dei vigili del fuoco volontari. Sono di Rieti e da quello che ho potuto capire dalla modulistica e dalle informazioni prese nel sito avrei dovuto presentare il modulo presso la caserma dei Vigili del Fuoco di Rieti ma un paio di mesi fa mi sono recato all’ufficio preposto e mi hanno detto che il ministero aveva bloccato le domande e non potevo presentarla. Mi chiedevo se c’è qualche possibilità che venga riaperta e se fosse possibile presentare la domanda come tecnico volontario visto che sono iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Rieti.
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Saluti Alessio Pelagalli Figorilli
Ciao Alessio, si, il Ministero - per via del “patto di stabilità” - ha contingentato i nuovi ingressi, quindi è possibilissimo che vi siano comandi provinciali con organici (volontari) già a regime. Tuttavia l’ufficio non può esimersi dal protocollare la tua domanda d’iscrizione negli elenchi, anche se poi i tempi d’attesa potranno essere - ahinoi - d’alcuni anni. Infatti, una volta seguito l’iter burocratico ed effettuati gli accertamenti sanitari, occorre attendere il “decreto di nomina” e, solo dopo (spesso molto dopo), il comando organizza un corso d’ingresso (le famose 120 ore) per il successivo impiego dei VVF volontari. Per quanto riguarda l’iscrizione in qualità di FTAV, occorre un diploma od una laurea “tecnica” (Geometra, Ingegnere, Architetto...di agronomi, sinceramente, non ne ho mai sentiti) ed i tempi rischiano d’essere molto molto più lunghi. Gli ultimi funzionari volontari avevano atteso 12 anni di poter frequentare il corso di formazione presso l’ISA a Roma. Tra l’altro è allo studio del Dipartimento dei VVF un nuovo regolamento che gli “ufficiali volontari” manco li prevedrebbe, dovrebbero
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restare a malapena i capi squadra (forse). Ti dico in bocca al lupo ma, non saprei. Un saluto, Ascanio
llustre Direttore, sono un vigile volontario del dist. di Pieve Emanuele (Mi), e vorrei sottoporle un paio di domande.
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1• Leggendo l’ultimo numero della rivista si parla delle patenti, per corso speciale, per quello che mi è stato detto, si intende un corso ridotto a due settimane anziché quattro. Io sono in possesso di patente C e CQC da circa una decina d’anni ma mi è stato detto che siccome il mio 2° grado appartiene al vecchio modulo non è valido per il corso speciale. Volevo capire un attimo com’è questa faccenda in quanto per motivi lavorativi (faccio l’autista d’ambulanza in un’associazione di volontari) non posso stare a casa quatto settimane. 2• Leggendo il suo editoriale vedo nella parte finale che si parla di variazioni nei distaccamenti. Io da anni mi sto battendo per l’apertura a Melegnano e finalmente siamo alle battute finali, ma il Comandante di Milano ha fatto variare il decreto esistente da permanente a misto. A questo punto mi domando, ma mi conviene andare avanti a lavorare per il distaccamento oppure, una volta che tutto è pronto sul piatto d’argento, arrivano i permanenti? La ringrazio anticipatamente e la saluto cordialmente Pisati Roberto
Ciao Roberto, Nonostante tutto, riesco ancora a restare basito... 1) Quella circolare prevede la sola prima categoria VF per poter accedere a “corso speciale” avendo in tasca C+CQC (quindi il II grado
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manco sarebbe contemplato). Chi t’ha detto cosa?
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2) Melegnano era decretato permanente (dico bene?), nel 1994 (ma i contatti Comune/VVF risalgono a 11 anni prima...)? (avevamo scritto anche un articoletto) - quindi alla richiesta di aprirlo come volontario, nel capannone industriale di via Repubblica, Barbéri ha risposto con un bel misto?
IL SOCCORSO DEL FUTURO
...Pensi voglia tenersi una porta aperta per eventuale conversione in permanente, all’occorrenza? Non sarebbe una novità! Oppure, come invece credo, il comandante milanese avrà voluto evitare l’insorgere di “mugugni sindacali”, ed il “misto” gli sarà sembrato il giusto compromesso. Purtroppo però quantomeno in Italia - le realtà miste si sono rivelate fallimentari (ne abbiamo anche in Lombardia): sono, di fatto, delle caserme permanenti coi volontari chiamati (o no) a piacimento. Teniamoci in contatto e…in bocca al lupo per Melegnano (volontario ovviamente)! Un saluto, Ascanio
NEWS
UN ROBOT PER AIUTARE I VIGILI DEL FUOCO/ A PISA IL PROGETTO EUROPEO PISA\ aise\ - Realizzare robot da usare nei soccorsi in situazione di emergenza comincia ad essere realta. Di questo si sta parlando nell'ambito del progetto denominato TRADR (Long Term Human-Robot Teaming for Robot Assisted Disaster Response), finanziato dalla Commissione Europea, e che ha preso il via in questi giorni a Pisa. Il kick-off meeting di TRADR e stato organizzato dalla direzione centrale per l'Emergenza-Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, con il supporto logistico del comando Vigili del Fuoco di Pisa. Al progetto, infatti, partecipa insieme ai colleghi tedeschi e olandesi, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sia come end-user dei sistemi che come partner scientifico responsabile della disseminazione dei risultati operativi del progetto. Il Corpo Nazionale mettera a disposizione per l'attuazione pratica del progetto le proprie strutture di addestramento in grado di ricreare situazioni di attivita di soccorso con presenza di simulanti NBCR (Nucleare, Battereologico, Chimico e Radiogeno), ma anche siti ad hoc ricostruiti in scala reale. Tradr - rispetto all'analogo progetto Nifti ultimato di recente - potra sfruttare i progressi tecnologici e di esperienza concreta per giungere a realizzare strumenti realmente utilizzabili in situazione di emergenza; l'ingresso di nuovi partner provenienti o legati al mondo dell'industria, ne e una conferma. (aise)
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BUONSENSO CONTRO LA BUROCRAZIA. Si ribalti il “Corpo Nazionale” se si vuole mantenere supremazia in materia di Soccorso Tecnico Urgente; altrimenti si passi la palla alla Protezione Civile A cura dell’Ing. Antonio Coduri
una situazione surreale quella nella quale si sono venuti a trovare alcuni VVF volontari che, in pratica, da quando sono stati promossi funzionari, non possono più operare.Il caso più inquietante è quello del collega che pur avendo fatto per anni l’ autista di partenza, da quando è diventato
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FTAV non può più uscire alla guida di un mezzo in soccorso anche quando, mancando altri autisti, il suo intervento sarebbe necessario. Se raccontassimo ai colleghi stranieri che una squadra di pompieri non ha potuto prestare soccorso non per mancanza di personale idoneo o per carenze tecniche
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ma solo per colpa di una direttiva cervellotica ci prenderebbero per pazzi. Questi fatti per persone di buon senso sono incomprensibili, la comunità dispone di personale addestrato e valutato idoneo a svolgere determinati incarichi, ma non li utilizza. Probabilmente l’ostracismo nei confronti dei FTAV, fa parte del progetto della nuova dirigenza che vorrebbe che la componente volontaria fosse priva di quadri direttivi e composta solo da vigili.Questo progetto però nasce già vecchio, infatti recupera una vecchia istanza sindacale intesa ad aumentare il personale di ruolo a scapito dei volontari, ma è un disegno ormai fuori tempo. È un piano da bocciare perché era nato in un’epoca nella quale sembrava che l’ Amministrazione non avesse l’obbligo di tener conto del rapporto costi/ benefici. Ora questa è un’idea insostenibile specie nell’attuale situazione economica, se consideriamo il fatto che ogni intervento di soccorso di una squadra professionale costa 13 volte di più di quella effettuata da volontari. Se i Governanti in passato, alla ricerca di facili consensi, non si sono mai opposti alle richieste di ampliare gli organici della pubblica amministrazione,
Questi fatti per persone di buon senso sono incomprensibili quelli futuri, di qualsiasi colore siano, dovranno tener conto della “spending review”, ed intervenire in direzione opposta se non con tagli immediati almeno con una graduale riduzione del personale di ogni apparato dello Stato. Il Governo troverà molte resistenze ad attuare questo piano, ma alla fine per salvare la baracca, lo dovrà fare, e diminuire il numero dei militari, dei poliziotti, dei sanitari ecc., Per i vigili del fuoco vale lo stesso discorso, se vogliamo, a costi accettabili, avvicinarci ai parametri Europei nel rapporto abitanti/pompieri (che in Germania è di circa 60, mentre in Italia è di 1700,) il Corpo dovrà essere ribaltato.Tenuto conto dei costi, non vi è alternativa: per dare maggior sicurezza alle popolazioni si devono aumentare gli operatori volontari.
Civile, che in questi anni si sono rafforzati e professionalizzati non aspettano altro.
Se i Governanti in passato, alla ricerca di facili consensi, non si sono mai opposti alle richieste di ampliare gli organici della pubblica amministrazione, quelli futuri, di qualsiasi colore siano, dovranno tener conto della “spending review” Se invece al Ministero avessero un ripensamento e volessero mantenere al Corpo la supremazia in fatto di soccorso tecnico urgente, in futuro la componente volontaria diventerà maggioritaria rispetto a quella permanente. Ad esempio nel Canton Ticino regione di circa trecentomila abitanti della opulenta Svizzera vi sono solo presidi volontari. Se anche in Italia la maggioranza dei pompieri sarà volontaria, come si potranno gestire i numerosi presidi volontari senza quadri direttivi? Se poi noi ci guardiamo in giro constatiamo che in tutta Europa i Corpi di pompieri sono organizzati in maniera tradizionale, e dotati di una chiara catena di comando (responsabilità). Questa organizzazione del resto la troviamo in tutti i corpi inquadrati gerarchicamente. A nessuno mai è venuto in mente di eliminare le figure di ufficiali, sottufficiali, graduati nell’esercito, nella polizia, nei vigili urbani, e nemmeno negli equipaggi dei battelli che navigano sui nostri laghi, perché mai in Italia i pompieri dovrebbero funzionare diversamente?
* L’ingegner Antonio Coduri, seppur da tempo posto in quiescenza dal CNVVF come Ufficiale Volontario, continua a operare attivamente nella Sez. Provinciale di Verbania della ANVVF
Se al Ministero vogliono continuare ad osteggiare i volontari del Corpo l’unica soluzione possibile sarà quella di dare sempre più spazio come operatori del soccorso ai volontari della P. C.I Gruppi di Protezione VFV MARZO/APRILE 2014
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“CORPO NAZIONALE GUARDIAFUOCHI” IL
SI PROPONE PER L’ADDESTRAMENTO ANTINCENDI DI ENTI E CORPI DELLO STATO stata inaugurata a Bastia Umbra (PG) in occasione della manifestazione Expo-emergenze, la nuova camera fumi mobile del Corpo Nazionale Guardiafuochi: una struttura prefabbricata itinerante per la formazione e l'addestramento di soccorritori volontari e professionisti, addetti alle emergenze aziendali e operatori dei Corpi di Polizia.
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Inizialmente la camera fumi comprendeva solo un percorso sensoriale: in seguito, grazie al lavoro del Centro di Formazione del Corpo Nazionale Guardiafuochi, le potenzialita sono state ampliate e oggi la nuova camera fumi prevede l'addestramento all'uso dei sistemi di protezione delle vie aeree, dalle maschere antigas fino agli autoprotettori. Una termocamera consentira inoltre di formare il personale sulla ricerca dispersi. Grande l'interesse riscosso dalla struttura sia da parte dei visitatori della fiera sia delle Associazioni di Volontariato, che hanno anche avuto modo di conoscere in modo piu approfondito l'operativita dei Guardiafuochi, con attivita che vanno dalla formazione, al soccorso, alla prevenzione incendi. Fra gli ospiti piu graditi che hanno visionato la nuova camera fumi mobile, il Comandante Provinciale di Terni dei Vigili del Fuoco Ing. Zappia, che si e complimentato per la struttura realizzata e per la professionalita del Settore Formazione del Corpo Nazionale Guardiafuochi. "I Guardiafuochi - spiega Paolo Zafferani, Presidente del Corpo - sono stati creati con un Regio Decreto nel 1940 in ausilio al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e per assicurare il primo intervento in attesa dell'arrivo degli stessi. Inizialmente le attivita erano previste solo nei porti ma con il passare del tempo, con l'evoluzione delle normative antincendio, si sono estese ai luoghi di lavoro, alla protezione civile ed alla prevenzione e sicurezza della popola-
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zione. Quindi le attivita dei Guardiafuochi, anche se ancora poco conosciute, in realta sono previste da una legge dello Stato.
«Il Corpo Nazionale Guardiafuochi è a disposizione di Enti e Corpi dello Stato per la formazione antincendio attività che si esplica senza compenso» "Il Corpo Nazionale Guardiafuochi - prosegue Zafferani - e a disposizione di Enti e Corpi dello Stato per la formazione antincendio attivita che si esplica senza compenso, con il solo rimborso spese, o con l'applicazione della formula dello scambio di beni e servizi. In tal modo Enti e Corpi dello Stato potranno usufruire delle attivita formative del Corpo Nazionale Guardiafuochi senza impegnare grandi risorse economiche o addirittura a costo zero."
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Funzionari Volontari restino "degradati" ma impiegabili in intervento n risposta all'Interrogazione degli On.li Braga, Guerra e Marantelli - in merito all'impiego dei FTAV ed al "pasticcio" dei nuovi distintivi, presentata a fine ottobre 2013 - s'è espresso il Ministero degli Interni: dette figure sono di norma richiamate temporaneamente in servizio - sotto la direzione dei competenti comandanti provinciali - per attività di soccorso tecnico urgente o per il coordinamento di uno o più distaccamenti volontari o anche per la formazione della stessa componente volontaria del Corpo Nazionale. In merito alla questione dei nuovi "distintivi di qualifica" (gradi? NdR), il Ministro sostiene non sia stata effettuata nessuna "riduzione del ruolo" di detto personale, che conserva le funzioni e i compiti assegnati dalla normativa di settore. Anche se i funzionari volontari, non vestiranno più il medesimo "grado" degli SDAC (Sostituti Direttori Antincendi Capi) - pur essendo a quest'ultimi,
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di fatto, equiparati - bensì dei distintivi da sottufficiale. Infatti, mentre per il personale permanente inquadrato con DL 2005 n°217, è stata prevista una specifica disciplina transitoria, la stessa non è stata estesa ai FTAV nominati prima di detto decreto, in quanto - si legge - s'è ritenuto di mantenere, nella fattispecie, una differenziazione tra il personale volontario e il personale permanente, in ragione del differente regime giuridico che caratterizza il loro rapporto con l'amministrazione. Riteniamo, tuttavia, restino delle falle: si sono voluti adottare dei "gradi" di stampo "militare" ma poi non vengono rispettate le due macro-suddivisioni previste nei corpi militari dello Stato, ovvero "Ufficiali" e "Sottufficiali". Ad esempio: un Sottotenente di complemento dell'Esercito (quando c'era il servizio di leva) era, comunque, un Ufficiale, pur non in SPE (Servizio Permanente effettivo). Un'Infermiera Volontaria della CRI (Croce Rossa Italiana), in zona d'operazioni, è considerata un Ufficiale (S.Ten; Ten; Cap.) e non le si può certo far vestire il grado da maresciallo (un sottufficiale) soltanto perché "volontaria".Stesso discorso vale (varrebbe) per i nostri Ufficiali Volontari: come possono Ingegneri e Architetti, decretati quali "Direttivi", con la vecchia norma, venir degradati d'emblée a meri sottufficiali?
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EMERGENZA
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V O L O N TA R I
Gestione creativa del “dispositivo di soccorso” con la collaborazione di Graziano Masperi (giornalista magentino) e Alberto Biddoccu (consigliere nazionale ANVVFV).
La mancata attivazione dei colleghi volontari emiliani non si limiterebbe all’impiego sulle calamità naturali; distaccamenti spesso non allertati neppure per il soccorso ordinario. Qualche “ritardo” anche nel milanese dove il concetto di “prossimità” non è ancora ben chiaro a tutti: VVF volontari locali non inviati su ribaltamento d’autocisterna contenente 40.000 litri di GPL. L’ufficio stampa del Comando Provinciale risponde: «I volontari non avevano il CS e poi la zonizzazione spetta alla polizia locale…». La prima squadra di VVF (permanenti) arrivò dopo 45’ dal sinistro.
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Vi sarebbero poi distaccamenti con scarse dotazioni di vestiario e DPI (acquistati in molti casi dagli stessi volontari). Alcuni presidi devono, inoltre, sostenere oneri e spese ormai insostenibili (affitto dei locali e utenze, incluso il telefono), a Luzzara ad esempio, i VVF volontari sono costretti a racimolare 28.000€ all’anno per far fronte alle spese di gestione della caserma. In alcuni casi, mezzi di soccorso riparati a spese dei volontari, sono stati “requisiti” per esigenze dei comandi provinciali.
seguito alle mancate attivazioni dei presidi VVF volontari, in occasione delle recenti alluvioni, il vicepresidente nazionale ANVVFV Rolando Fagioli - accompagnato dai consiglieri Biddoccu e Di Maio - ha incontrato i rappresentanti VVFV dell’Emilia Romagna. Ne è risultata una mancanza di razionalità nella risposta antincendi e di soccorso, con l’attivazione di presidi permanenti (distanti anche 35 Km) piuttosto che impiegare risorse VVF volontari locali (distanti max 10 Km), anche in caso di soccorso “ordinario” e non di calamità. Alla riunione erano presenti i distaccamenti volontari di: Zocca, Luzzara, Fanano, Mirandola, Frassinoro, Casola Valsemio, Copparo, Pievepelago, in rappresentanza delle province di Modena, Reggio Emilia, Ravenna e Ferrara. I problemi legati all’allertamento sono risultati tra i più sentiti da tutti: l’impiego delle partenze volontarie è lasciato alla discrezione dei capi turno di Sala Operativa 115. I distaccamenti volontari non sarebbero “abilitati” ad effettuare interventi di incidenti stradali, benché dotati di cesoia idraulica…I distaccamenti volontari non avrebbero territori di competenza assegnati, pertanto la discrezionalità della chiamata continua ad essere soggettiva e la gestione delle chiamate pare essere piuttosto “personalizzata”. A Ravenna il Comando Provinciale prevede che i VVF volontari neo-iscritti vengano affiancati alle squadre permanenti per circa tre mesi, ma in questo periodo pare che i vigili vengano utilizzati in mansioni “diverse” dal soccorso.
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In merito al mancato impiego sull’alluvione, l’On. Gianluca Pini ha presentato, nei giorni scorsi, un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Interno, si legge nel testo che: “...a questi volontari che hanno a disposizione mezzi e competenze (nella vita civile sono lavoratori, laureati, tecnici), sarebbe stato ordinato di permanere nei distaccamenti o di rientrarci, come accadde con il terremoto. Una situazione nota da un paio d’anni, tra l’indifferenza delle istituzioni e anzi una certa ostilità di quanti hanno «remato» e proclamato in senso contrario all’impiego di questi vigili del fuoco (...) se il Ministro intenda verificare le responsabilità circa il mancato utilizzo dei volontari dei vigili del fuoco emiliani nelle ultime due calamità che hanno devastato zone importanti della regione.” Ma veniamo nel milanese dove - ultimate le operazioni di sversamento del GPL contenuto nell’autocisterna
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pericolo visto che c’era una cisterna con 40.000 litri di GPL ribaltata nel campo dalla quale fuoriusciva un forte odore di gas.
ribaltatasi un pomeriggio dei primi di marzo sulla ex SS11 tra Boffalora sopra Ticino e Pontenuovo di Magenta con la successiva riapertura della provinciale, rimasta chiusa per tutta la notte da San Martino di Trecate alla rotonde per la Boffalora-Malpensa – il giornalista locale Masperi s’interroga sui tanti dubbi e le molteplici perplessità sulle modalità di gestione dell’interventi da parte del comando dei vigili del fuoco di Milano. «Di fondamentale importanza, torniamo a ripeterlo fino allo sfinimento, è la messa in sicurezza della scena. E lo scenario che si presentava mercoledì pomeriggio sulla ex SS11 era di quelli potenzialmente rischiosi.» - scrive il cronista magentino che s’occupa di “nera” da più d’un decennio e che di “situazioni critiche” ne ha vissute diverse. Qui di seguito la cronaca di quei momenti, i dubbi, e le postume “giustificazioni” del Comando Provinciale dei VVF. Lamiere sparse sulla carreggiata e una cisterna con 40.000 litri di GPL ribaltata nel campo adiacente la strada. L’odore di gas che sprigionava (ne eravamo testimoni) non prometteva nulla di buono. L’incidente è avvenuto alle 14, mentre la prima squadra di pompieri a raggiungere la ex SS11 è stata quella proveniente da Legnano alle 15. Dalla centrale, quindi, si è preferito evitare di allertare i volontari di Magenta che avrebbero raggiunto il luogo del sinistro in pochi minuti. Scelta alquanto discutibile, anche perché alle 14 di mercoledì i volontari di Magenta erano in caserma con una squadra al completo pronta per ogni emergenza. E così i soccorritori e le Polizie locali hanno lavorato per circa un’ora in una situazione di potenziale
I pompieri di Inveruno sono stati attivati soltanto dopo l’arrivo dei legnanesi. I pompieri volontari di Magenta, che con grande sacrificio riescono a garantire la presenza 24 ore su 24, hanno chiesto spiegazioni agli organi competenti sul perché di questa scelta per certi versi incomprensibile. Abbiamo cercato anche noi di contattare chi di dovere, ma senza ottenere risposte che andassero oltre un “lo facciamo per tutelare i volontari. La scelta su chi mandare dipende dal tipo di intervento da fare, e questo anche per motivi legali”. Ne siamo convinti che sia così. Forse però allertare i vigili del fuoco di Magenta avrebbe consentito di avere un mezzo sul posto dopo pochi minuti dall’incidente. Una volta valutata la situazione si potevano benissimo allertare altri mezzi specializzati. Il comando di Milano, per voce dell’ufficio stampa, ha spiegato che, in primo luogo, i pompieri di Magenta non sono stati allertati perché non era disponibile il capo squadra. Un equipaggio può uscire su un intervento solo se è al completo, altrimenti non è possibile allertarlo. Secondo: se anche fossero stati disponibili il loro intervento non sarebbe servito. Dal comando hanno spiegato che, su un evento quale quello verificatosi tra Boffalora Ticino e Magenta sulla ex SS11, era fondamentale l’arrivo del nucleo Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico e radiologico). I soli in grado di fronteggiare la situazione che si era venuta a creare. Terzo: l’arrivo sul posto dell’autopompa da Legnano è avvenuto alle 14.45 essendo stati allertati alle 14.27. Ora in cui è giunta la chiamata alla sala operativa. L’incidente, invece, si è verificato pochi minuti dopo le 14.In ultima analisi il comando sottolinea che mai, per nessuna ragione, si è voluto evitare volontariamente di allertare i vigili del fuoco di Magenta. “Anzi – riferiscono dal comando – il lavoro dei volontari è ammirevole e professionale allo stesso tempo”. Tengono a ribadire che l’arrivo dei pompieri magentini non sarebbe servito in quello specifico caso. Nemmeno per transennare l’area e renderla non accessibile ai passanti. Compito, quest’ultimo, riservato alle autorità di Polizia locale.
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ABRUZZO:
Un progetto nel cassetto da 7 anni A cura dell’Avv. Christian Salutari*
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Aumentare la diffusione dei distaccamenti volontari si è rivelata una formula vincente in quelle Regioni che hanno concretamente investito su tale azione strategica, una per tutte la Regione Emilia Romagna, con un incremento qualitativo e quantitativo delle risorse umane e strumentali disponibili sul territorio regionale h24 non solo per le calamità di protezione civile ma anche per i soccorsi ordinari.
occasione della prossima fase di definizione strategica degli obiettivi che l’Amministrazione Regionale si prefigge per prossimo quinquennio occorrerebbe implementare la “risorsa” dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco quale “infrastruttura” del sistema di protezione civile regionale, non valorizzata negli ultimi anni né in termini di sviluppo delle realtà già esistenti ed operanti (Montesilvano, Popoli e Gissi) né in termini di programmazione ed apertura di nuove sedi volte a coprire le aree del territorio regionale dove i tempi di soccorso attuali sono di gran lunga superiori agli obiettivi previsti in ambito europeo e decisamente lontani dai tempi di soccorso assicurati ai comuni capoluogo di Provincia. Il porre in essere un’azione di sistema Regione-Ministero dell’Interno per potenziare ed aumentare la diffusione dei distaccamenti volontari si è rivelata una formula vincente in quelle Regioni che hanno concretamente investito su tale azione strategica, una per tutte la Regione Emilia Romagna, con un incremento qualitativo e quantitativo delle risorse umane e strumentali disponibili sul territorio regionale h24 non solo per le calamità di protezione civile ma anche per i soccorsi ordinari (incendi abitazioni e fabbricati, soccorso a persone e incidenti stradali, solo per richiamare alcuni profili statistici) con la capacità di gestione dello scenario, della catena di comando e del know-how proprio dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco. La situazione diviene paradossale se si pensa che tutti gli aspetti amministrativi sono stati definiti ed affrontati sin dal 2007 con l’APQ MinInterno-Regione Abruzzo per la reciproca collaborazione nelle attività di lotta attiva AIB, protezione civile e soccorso sanitario dd. 03.05.2007. È infatti il comitato tecnico preposto alla redazione del programma tecnico-operativo annuale previsto dall’APQ la sede in cui si stabiliscono concretamente le azioni volte a darne attuazione. Purtroppo, eccezion fatta per il primo anno – in cui gli interventi erano direttamente stabiliti in seno all’APQ –, il programma tecnico operativo annuale ha tralasciato totalmente gli aspetti relativi agli investimenti stabili destinati a produrre effetti duraturi di miglioramento del sistema di soccorso limitandosi a determinare e farsi sede di contrattazione per il fabbisogno economico necessario per sopperire al temporaneo potenziamento del dispositivo di soccorso VVF per l’annuale campagna AIB, rectius pagamento del personale e rimborso dei carburanti. L’APQ quindi è rimasto congelato per tutti gli aspetti relativi ad investimenti durevoli e di fatto volto solo a definire situazioni temporanee e contingenti legate alla campagna annuale AIB. Se a questo si aggiunge che il Ministero dell’interno, nell’ambito del progetto Soccorso Italia in 20 minuti,
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aveva già individuato per ciascuna Regione le aree carenti e le potenziali sedi di nuovi distaccamenti, ci si rende conto che ci si trova di fronte ad una progettualità immediatamente “cantierabile”. Può sembrare utopia la possibilità di vedere, come già accade in Emilia Romagna, autopompe e mezzi speciali di soccorso con sulla livrea oltre ai contrassegni del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco quelli della Protezione Civile – Regione Abruzzo? Se si decidesse di “cantierare con immediatezza”, seriamente, nell’ambito dell’azio-
ulteriori 10 distaccamenti su tutto il territorio regionale. Quali i costi di una tale azione e dove reperire le risorse? Le sedi di servizio dovrebbero essere messe a disposizione dai Comuni interessati caricandosi gli oneri relativi alle utenze della sede. I Comandi provinciali VF provvedono alla formazione del personale, dotazione dei DPI, addestramento periodico e la dotazione minima di mezzi d’intervento.L’apporto della Regione Abruzzo, per assicurare la concreta realizzazione del progetto dovrebbe orientarsi verso 2 aspetti: 1) sostenere la spesa relativa alla visita medica del civile aspirante volontario, dal costo una tantum di circa 350 euro e ad oggi posta a carico dell’ aspirante volontario stesso; 2) programmare per ogni sede l’acquisto di un APS di piccole dimensioni ed un fuoristrada 4x4 attrezzato con moduli scarrabili (AIB/polisoccorso) e rimorchio idrovora.
Regioni e Province Autonome hanno deciso di dotarsi di presidi volontari comunali di VVF (almeno uno per ogni municipalità, tutti volontari tranne che nei capoluoghi di provincia). Nella foto il nostro direttore con Flaim e Cappelletti, rispettivamente presidenti VVF volontari di Trentino e Valle d'Aosta.
ne di Governo della Regione, il potenziamento e l’ottimizzazione delle realtà già esistenti (Popoli, Gissi e Montesilvano) e la pianificazione dell’apertura di 2 nuovi distaccamenti volontari ogni anno, in 5 anni si arriverebbe ad un dispositivo di soccorso implementato di
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Analizzando tale aspetto per ogni sede di servizio tipo: circa 60 volontari (20.000 euro costo prima visita medica, le restanti come da disposizione vigente restano a carico del Ministero dell’Interno) 1 APS (autopompa serbatoio, costo stimato 200.000/250.000) 1 fuoristrada (allestito con moduli e rimorchio idrovora costo stimato 70.000) Per complessivi 400.000 euro /sede di nuova aper-
tura. Logicamente si tratta di previsioni “ottimali” posto che anche un contributo della Regione con un solo mezzo APS di piccole dimensioni e le spese della prima visita medica sarebbe già di per se un azione forte e tale da
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dare una giusta efficacia propulsiva al progetto. In sintesi nel quinquennio 2015-2020, si possono ipotizzare le seguenti azioni d’intervento, alternative tra loro in ragione delle diverse risorse disponibili: 1)
Azione ordinaria: Apporto Regione per ogni distac camento delle spese relative alla prima visita medi ca dell’aspirante volontario (40 unità circa 20.000,00 euro) un Autopompa serbatoio (260.000 euro) un fuoristrada con moduli scarrabili AIB e poli soccorso ed un rimorchio idrovora (70.000,00 euro) costo per sede 350.000,00 euro, 3 operative ed esistenti, 7 da aprire nei cinque anni costo complessivo 3.500.000,00 euro per 10 Distaccamenti VF volontari.
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Azione leggera: Apporto Regione per ogni distac camento delle spese relative alla prima visita medi ca dell’aspirante volontario (40 unità circa 20.000,00 euro) un Autopompa serbatoio di picco le dimensioni (200.000 euro) costo per sede 220.000 euro, 3 operative ed esistenti, 7 da aprire nei cinque anni costo complessivo 2.200.000,00 euro per 10 distaccamenti VF volontari.
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Azione superleggera: Apporto Regione per ogni distaccamento delle spese relative alla prima visita medica dell’aspirante volontario (40 unità circa 20.000,00 euro) un fuoristrada/furgone 4x4 attrez zato con modulo scarrabile AIB/polisoccorso e rimorchio idrovora 80.000,00 costo per sede 100.000,00 euro, 3 operative ed esistenti, 7 da apri re nei cinque anni costo complessivo 1.000.000,00 euro per 10 distaccamenti VF volontari.
Nel limite di tali budget di previsione per sede, l’oggetto effettivo della spesa (mezzi attrezzature ed altro) potrebbe essere individuato concretamente in seno al programma operativo annuale in ragione delle specifiche esigenze della singola realtà operativa. Si consideri poi che le spesi di gestione, manutenzione, assicurazione, carburanti di tali mezzi non inciderebbero nel bilancio della Regione ma in quello dei Ministero, come previsto dalla legislazione vigente e confermato in sede di APQ, quindi senza alcun aumento delle spese correnti per la Regione Abruzzo, anzi ad una attenta analisi in termini di costi/benefici la distribuzione ottimale del servizio di soccorso consente economie di scala, riducendo la necessità del periodico rafforzamento stagionale per la lotta AIB (dal costo tra CFS e VVF di circa 400.000,00 euro annui) ed aumentando la capacità di risposta dei territori alle emergenze per tutto
l’arco dell’anno, con conseguente corrispondente riduzione della mobilitazione delle associazioni di protezione civile con i relativi costi a carico della Regione. Queste semplici riflessioni su di un progetto “tenuto nel cassetto” da parte della Regione da circa 7 anni e che può benissimo trovare copertura nella prossima programmazione dei fondi comunitari, come già fatto per i recenti acquisti di mezzi per la colonna mobile di protezione civile. Con l’occasione voglio altresì rappresentare che il problema della visita medica attiene anche il mantenimento e l’operatività degli attuali distaccamenti volontari VF, che nella sola provincia di Pescara (Popoli e Montesilvano) rappresentano il 40% del dispositivo di soccorso VF (il Comando provinciale di Pescara conta infatti di una sede centrale con due squadre ordinarie ed una di appoggio per i mezzi speciali quali gru e autoscala, il distaccamento permanente di Alanno ed i distaccamenti volontari di Montesilvano e Popoli con una squadra). Anche questa come ogni realtà del mondo del volontariato, sia pure con le specificità proprie del volontariato VF, necessita di un costante ricambio generazionale che ad oggi presenta oggettive difficoltà determinate dagli oneri della prima visita medica posti a carico dell’aspirante volontario, oneri pari a circa 350 euro. Costo della prima visita medica oltre che iniquo comunque difficilmente sostenibile per la maggior parte degli aspiranti vigili volontari e poco sostenibile anche per i comuni direttamente interessati dall’operatività dei distaccamenti volontari o per le onlus che supportano direttamente i distaccamenti con l’acquisto di attrezzature ed altre utilità sulla base di liberalità di privati ed iniziative di raccolta fondi. Su tale aspetto già solo un piccolo intervento annuale da parte della Regione Abruzzo di 20.000,00 euro consentirebbe ogni anno di formare circa 60 nuovi volontari assicurando il ricambio generazionale necessario alle realtà esistenti ed operanti. Infine mi si consenta un riflessione, il volontariato nei vigili del fuoco, stante la sua matrice pubblica, non gode dei benefici ad oggi accordati alle organizzazioni protezione civile in termini di contributi per il potenziamento in ragione dell’attività svolta od ai gruppi comunali di protezione civile, e per provvedere a tali necessità si sono costituite a supporto dei distaccamenti volontari VF organizzazioni di volontariato ai sensi della L. 266/91 ed onlus proprio per supportarne l’attività e provvedere all’acquisto di ulteriori attrezzature di soccorso ed altre utilità, ma a differenza delle menzionate organizzazioni di volontariato di protezione civile non godono di alcuna forma d’incentivazione da parte della
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REGIONE ABRUZZO Regione per le attività svolte, ne in egual misura ne godono i comuni che si caricano gli oneri relativi alle sedi di servizio (costo utenze e locazione locali), per un servizio di cui beneficiano comunque territori, popolazioni ed attività produttive di altri comuni, più o meno limitrofi. Paradossalmente nel sistema regionale del volontariato questo tertium genus dei distaccamenti volontari dei vigili del fuoco e le organizzazioni di volontariato che indirettamente li supportano vive in un “limbo” per cui non hanno possibilità di accesso a linee specifiche di sostegno diretto o indiretto pur rappresentando nel mondo del volontariato un atipico “modello d’eccellenza” in ragione dell’imprinting ricevuto nel percorso formativo e dell’incardinamento in un sistema, quello del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che rappresenta la “ macchina dei soccorsi” per eccellenza. Si tratta, al momento, di un progetto, fermo nei cassetti della Regione da 7 anni, immediatamente cantierabile e volto a dare risposte concrete e tangibili in particolare alle popolazioni delle aree interne. Alla Politica valutare se sia ora e tempo di aprire quel cassetto e tradurne le idee racchiuse da Potenza in Atto.
NOTE
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(*) L’Avv. Christian Salutari è legale amministrativista, ha contribuito a stilare la bozza di riforma (ANVVFV) del DPR 76/2004. Presidente dell’ Associazione Amici dei Vigili del Fuoco Volontari – Popoli e fondatore, nonché capo distaccamento, del presidio VVF volontari di Popoli (PE).
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N O R M AT I VA
ANTINCENDIO in arrivo un Testo unico che conterrà tutte le norme obiettivo e dunque quello di superare il voluminoso e articolato corpus normativo tecnico vigente, inquadrando in un unico testo organico e sistematico le disposizioni di prevenzione incendi applicabili a tutte le attivita soggette ai controlli dei Vigili del Fuoco, fornendo strumenti di progettazione semplici, versatili ed accettati a livello internazionale, in grado di individuare le soluzioni tecniche necessarie. "Il progetto forma un modello di declinazione della sussidiarieta orizzontale - ha detto il Ministro Alfano nella conferenza stampa di presentazione - cioe lo Stato non regola piu il dettaglio, i professionisti lo realizzano. È questo il nucleo di quello che vogliamo realizzare, con il protagonismo dei professionisti che si assumono la responsabilita delle scelte. In questo progetto sono dunque le linee guida della rivoluzione burocratica che semplifica la vita di milioni di italiani, dagli imprenditori agli artigiani, dai professionisti ai cittadini". Il documento presentato si basa su alcuni principi, tra cui:
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• generalita: le metodologie di progettazione della sicurezza antincendio possono essere applicate a tutte le attivita; • semplicita: laddove esistano diverse possibilita per raggiungere il medesimo risultato siprediligono soluzioni piu semplici, realizzabili, comprensibili, per le quali e piu facile operare la revisione; • flessibilita: per ogni livello di prestazione di sicurezza antincendio richiesto, sono indicate diverse soluzioni progettuali prescrittive o prestazionali e sono definiti metodi riconosciuti che valorizzano l'ingegneria antincendio; • standardizzazione ed integrazione: il linguaggio in materia di prevenzione incendi e conforme agli standard internazionali e sono unificate le diverse disposizioni previste nei documenti esistenti della prevenzione incendi in ambito nazionale. le persone che frequentano le attivita sono considerate un fattore sensibile nella progettazione della
sicurezza antincendio, in relazione anche alle diverse abilita (es. motorie,sensoriali, cognitive, ecc.), temporanee o permanenti.Secondo il Dipartimento dei VV.FF., tale impostazione metodologica consentira di affrontare la progettazione antincendio con un unico approccio logico, e non piu con approcci differenziati a
seconda della tipologia di attivita. Inoltre, il volume di documenti da consultare passera dalle migliaia di pagine dell'attuale corpus normativo alle poche centinaia del nuovo documento, che costituira una bussola per la ricerca di soluzioni tecniche sicure, semplici, rapide, efficaci ed economicamente sostenibili. Il documento si tradurra in un decreto ministeriale che, a legislazione vigente, conterra pochi articoli e una serie di allegati tecnici e prevedera un regime transitorio per consentire una graduale applicazione delle nuove disposizioni.
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SINDACATO
E VVF VOLONTARI UNITI IN PROTESTA? Nella bresciana la Confsal si batte in favore dei vigili del fuoco volontari: nove aspiranti vigili non hanno superato le prove selettive d’ammissione (definite “da astronauti” per la loro difficoltà) al corso 120 ore. Intanto il comandante neoinsediato De Palma ha tenuto a precisare che l’unica realtà autorizzata (dal Viminale) a interfacciarsi col Comando è la ANVVFV, tra l’altro recentemente ri-costituita.
uona strano ma è proprio un sindacato a guidare la protesta dei vigili del fuoco volontari dei distaccamenti volontari di Sale Marasino, Desenzano del Garda, Lumezzane, Salò, Vestone, Verolanuova, Bagolino, Edolo, Vezza d’Oglio e Darfo Boario Terme (non tutte le caserme della Provincia di Brescia hanno infatti aderito). A mobilitare la Confsal, sarebbe stata l’esclusione di nove aspiranti VVF volontari (su un totale di 27) dal corso di formazione iniziale, per non aver superato le prove selettive d’ammissione. Il sindacato definisce “prove da astronauti” quelle alla quali sarebbero stati sottoposti i ragazzi; prove che - a detta della O.S. - non sarebbero previste
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in nessun altro Comando d’Italia (a Milano s’attua un sistema simile di selezione NdR). Nel 2012 erano stati tutti e 14 i distaccamenti provinciali volontari ad indire una protesta (“VVFV categoria in via d’estinzione” con un panda stilizzato sui cartelloni) a causa della mancanza d’un piano triennale d’arruolamento e perché, da tempo, non veniva organizzato un corso 120 ore d’ingresso. I capi distaccamento volontari avevano anche ottenuto un incontro col prefetto e avute alcune rassicurazioni. Nel 2013, e quest’anno, in effetti arruolamento e formazione vi son stati; certo non è proprio alla portata di tutti ottenere quattro settimane consecutive di ferie per frequentare un corso d’ingresso od ottenere la patente di guida per gli automezzi VF. Quale contributo ad un efficentamento del servizio reso alla cittadinanza – il comandante De Palma (succede a Simonetti), neo-insediato - ha voluto salutare la recente ri-costituzione della Sezione bresciana dell’Associazione nazionale Vigili del fuoco volontari “unica realtà riconosciuta dal Viminale per interfacciarsi con il comando e con le realtà istituzionali” e l’incontro di questa con le rappresentanze sindacali dei vigili permanenti, segno dell’apertura di un dialogo volto ad una maggior collaborazione tra le due componenti del Corpo nazionale nell’ambito della provincia.
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LA CROCE ROSSA HA 150 ANNI. Ma senza lo Stato non sopravviverà Ci si chiede come resistano, invece, senza lo Stato, ANPAS e Misericordie! “Tutti fratelli!”, andava ripetendo Henry Dunant sulla piana fangosa di sangue dopo la cruentissima battaglia di Solferino. Da quella consapevolezza fondo il movimento internazionale di Croce rossa e nell'anniversario della sua nascita – 8 maggio – viene celebrata in tutto il mondo la Giornata mondiale della Croce rossa. La Croce rossa italiana (tra i soci fondatori, come sempre partecipe ad avviare cose grandi), insieme ad altre 189 societa nazionali di Croce rossa e impegnata – da allora e ogni giorno – ad offrire servizi tempestivi e risolutori in ogni tipo di crisi umanitaria: dalla piu piccola, del singolo, a quelle internazionali, che siano guerre o calamita naturali. La Croce rossa e origine e fondamento del Diritto internazionale umanitario, detto anche diritto dei conflitti perche perfino nella violenza delle guerre ci sono limiti imposti alla tutela dei piu vulnerabili. Per l'opinione pubblica la Croce rossa Italiana e “un dato di fatto” e quindi l'apprezza ma non la conosce bene nella sua organizzazione e nelle sue funzioni. Neanche il parlamento, affrontando il riordino di questa benemerita organizzazione ha suscitato un ampio dibattito che rendesse conto dei grandi meriti dei volontari nei 150 anni della sua presenza in Italia. Anzi, poco prima della caduta del governo Monti si e posto mano a una riforma che avrebbe dovuto trasformarla in associazione di diritto privato. Una riforma inadeguata e intempestiva proprio in un periodo in cui le crisi interne e internazionali avrebbero dovuto esigere una capacita di reazione che la Cri ha sempre dimostrato con il sostegno generoso della popolazione italiana. In quanto “ausiliaria dei poteri pubblici” sarebbe mobilitabile in maniera propria nella vicenda drammatica dei profughi. Purtroppo, non si e tenuto in nessuna considerazione, innanzitutto, che la Croce rossa italiana, essendo un ente umanitario la cui maggioranza dei servizi e corrisposta gratuitamente o a prezzo dei costi vivi, non potra sopravvivere a lungo senza il contributo dello stato (154 milioni di euro) a meno di far pagare a caro prezzo i suoi servizi. E se ne sono accorti gli stessi volontari della Cri che ne avevano auspicato la privatizzazione. Possibile, purche ben definita nei modi e nei compiti primari ed esclusivi affidati alla Cri, che deve rimanere ausiliaria dei poteri pubblici. L'Agenzia delle entrate, peraltro, ha rifiutato ai Comitati Cri privatizzati dal 1 gennaio 2014 di usufruire del regime tributario di favore previsto per le Onlus poi-
che non godono di piena autonomia giuridica e gestionale. Inoltre, la Cri sta svendendo il patrimonio immobiliare per la fretta di ripianare i debiti prima della chiusura dell'ente pubblico. Lo stesso Tar del Lazio lo scorso aprile ha sospeso le procedure di privatizzazione fino al 29 ottobre. Il personale dipendente della Cri dovrebbe, dal 1 gennaio del prossimo anno, essere posto in mobilita, senza alcuna garanzia di una nuova assegnazione e dopo due anni (con la prevedibile ansia
di 4 mila famiglie) andra a infoltire le schiere dei troppi disoccupati italiani. In questi 150 anni la Croce rossa italiana e stata pioniera nel campo del soccorso, della salute e della solidarieta. Unica nel suo genere, sin dalla sua origine ha testimoniato, sempre, con i fatti, di essere all'avanguardia nel dare risposte efficienti nella lotta contro ogni forma di sofferenza. E stata la prima a creare quello che oggi chiamiamo il soccorso di emergenza/urgenza sanitaria, con l'ambulanza, da cui poi e nato il Sistema 118, a creare un sistema di soccorso in protezione civile, da cui poi e nato il sistema di Protezione civile, e stata la prima a dare risposte nell'assistenza ai migranti, ai tossicodipendenti, ai poveri, ai senza fissa dimora, alle persone anziane etc. L'8 maggio, dunque, e il giorno in cui gli operatori di tutto il Movimento vengono festeggiati e ringraziati dalle loro comunita per il lavoro appassionato e competente che svolgono a favore di quanti soffrono. Anche la Cri lo meriterebbe.
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(fonte: Europa.it)
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VIMINALE
INCONTRO DIPARTIMENTO/ANVVFV (da relazione della Segreteria Nazionale ANVVFV – Fabio Marangoni)
I vertici associativi sono stati ricevuti presso il Viminale dal responsabile per le relazioni sindacali e dal capo di gabinetto del sottosegretario Bocci. Parole d’apprezzamento per nostro lavoro ma nessuna rassicurazione…anzi! “Allo stato attuale ed in tempi brevi, non vi sono le condizioni che consentano di porre in atto concreti atti per il rafforzamento della componente volontaria del CNVVF” uesta la risposta principale fornita ai nostri rappresentanti associativi dai vertici del Dipartimento (VVF-SPDC). Nel contempo è stato però rinnovato l’invito a proseguire con l’organizzazione del prossimo raduno nazionale a Pietralcina: è previsto un convegno sullo stato dell’arte della componente volontaria VVF in Italia. Il Presidente Mugavero, accompagnato dai vice Bonello e Parrinello, oltre che dal consigliere Arosio, era stato ricevuta dal Capo Gabinetto del Sottosegretario di Stato con delega ai VVF, Bruno Strati, e dal viceprefetto Darco Pellos, responsabile delle relazioni sindacali.
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Il Dott. Strati dopo l’esposizione, nel formulare parole di ampio apprezzamento per l’impegno e l’operato della nostra componente, ha espresso l’impegno di un dettagliato resoconto dell’incontro, e delle relative richieste, al Sottosegretario soprattutto relativamente all’accento posto sull’anomalia, tutta italiana, di un sistema di gestione del soccorso tecnico urgente basato essenzialmente sul personale professionista invece che, come in quasi tutto il resto del mondo, sul personale volontario. Il Dottor Strati ha riconosciuto che la soluzione delle problematiche più urgenti che interessano i nostri distaccamenti, potrebbe trovare una risposta in un semplice intervento tecnico/organizzativo senza necessità di interessamento del livello politico piuttosto che di un cambiamento di norme e regolamenti.
La Delegazione ANVVFV on ha mancato di far presente (anche con una certa veemenza) l’amarezza per le mancate risposte e per l’incomprensibile atteggiamento dell’Amministrazione che, in mancanza di provvedimenti, atti ed azioni a sostegno della componente volontaria VVF, sta consentendo una situazione la cui certa evoluzione sarà la chiusura dei nostri distaccamenti.
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www.lila.it
LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS
YES WE CONDOM