Anno XXVIII - no 3 Maggio/Giugno 2014
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
M AGGIO /G IUGNO 2014
RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale Fabio MARANGONI Comitato di Direzione PRESIDENTE NAZIONALE: Roberto MUGAVERO PRESIDENTE D’ONORE: Gino GRONCHI VICE PRESIDENTI NAZIONALI: Luca BONELLO, Rolando FAGIOLI e Giuseppe PARRINELLO CONSIGLIERI NAZIONALI: Lorenzo AROSIO, Sergio AURELI, Claudio BALLESIO, Paolo BARBIN, Alberto BIDDOCCU, Diego CORIASCO, Erminio CAPPARONI, Paolo CORBETTA, Giancarlo GIACHINO e Damiano LANDI. Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per l’Italia CEAT tel. 02/89.500.256 DIFFUSIONE S.M. tel. 055 2590284 Stampa: LITOGRAFIA STEPHAN – GERMIGNAGA (VA) Abbonamenti: Gratuita a Comandi e Distaccamenti dei VV.F. Sostenitori € 70,00 Benemerito da € 70,00 in su Una copia € 8,00 Arretrati € 10,50 L’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dell’articolista e non impegnano né la Rivista né l’Associazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.
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DI COPERTINA
: VIGILI
DEL
FUOCO VOLONTARI
DI
SEREGNO (MB), E SIMPATIZZANTI, 110° COMPLEANNO.
FESTEGGIANO IL
EDITORIALE DEL PRESIDENTE
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TRA LE MACERIE DI PINZOLO CHE BRUCIA
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DALLA SICILIA IN CONTROTENDENZA
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PLANES 2: TRA CARTONI E REALTÀ
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QUEI MARÒ PROVVIDENZIALI AL CAMPO PROFUGHI DI VALONA
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VDA: VOLONTARI POCO CONSIDERATI/ATTIVATI
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GLI INCIDENTI D’AUTOBUS
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CONFINI PROVINCIALI MI/PV
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CANADAIR? OGNI REGIONE LA SUA FLOTTA
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SEREGNO, VOLONTARI DA 110 ANNI
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UE: PRIMO ANNIVERSARIO DEL CENTRO COORDINAMENTO
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LETTERE AL DIRETTORE
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ALTO ADIGE, DISTESA TUBI DA GUINNES
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COME NACQUE GRISULANDIA IN SICILIA
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FESTA DEL 2 GIUGNO A MALETTO
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BS: A RICONOSCERE “UNICITÀ” FU SIMONETTI
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RICERCA PERSONE SCOMPARSE
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SUCCEDE ANCHE QUESTO
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egli ultimi mesi avrete notato come la Rivista associativa "VFV Tecnica Antincendio e Protezione Civile" non abbia raggiunto, per diversi numeri, i Soci. Il Comitato di Presidenza e tutto il Consiglio Nazionale si scusano per questo increscioso fatto, a noi non imputabile e da noi non dipendente, assicurando gli iscritti che si sta provvedendo affinché questa spiacevole situazione venga sanata ristabilendo, nel più breve tempo possibile, la tradizionale e consolidata trasmissione di informazioni via stampa. Passando all’attività associativa questa è stata caratterizzata da tre importanti e decisivi momenti: l’incontro con il nuovo Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ing. Gioacchino Giomi, la presenza dello stesso al Consiglio Nazionale tenutosi il 27 Settembre u.s. in Provincia di Prato e l’incontro con il Sottosegretario di Stato all’Interno On. Giampiero Bocci. In relazione all’incontro con il Capo del Corpo questo si è svolto in un clima cordiale, con ampia e massima disponibilità dell’Ing. Giomi ad ascoltare le problematiche della componente e con grande partecipazione nel prendere in considerazione la situazione di grave disagio espressa dal Comitato di Presidenza. A tale proposito sono state illustrate le più urgenti priorità per la sopravvivenza della componente volontaria VVF puntualizzando come, nella maggioranza dei casi, non si chieda un impegno economico all'Amministrazione ma il superamento di ostacoli o difficoltà che passano, spesso, attraverso la concreta applicazione, l’aggiornamento e la rimodulazione ottimale di procedure e normative troppo statiche e restrittive nei confronti dei Vigili del Fuoco volontari che chiedono, essenzialmente, di poter ricevere la giusta e doverosa attenzione così da poter adeguatamente svolgere i servizi di soccorso e di istituto a loro demandati a livello locale. Relativamente alla presenza dell’Ing. Giomi al Consiglio Nazionale del giorno 27 Settembre questa, oltre che un tangibile segno della vicinanza del vertice del Corpo all’Associazione, ai suoi iscritti e ai Vigili del Fuoco volontari tutti, ha rappresentato un concreto e positivo momento di confronto, cosa non comune da moltissimo tempo, tra i delegati delle realtà locali, provenienti da tutta Italia, e l’Amministrazione. Per ultimo il Comitato di Presidenza dell' Associazione è stato ricevuto, nel pomeriggio del 22 Ottobre u.s., dal Sottosegretario di Stato all’Interno, On. Giampiero Bocci, presso gli Uffici del Palazzo del Viminale. Alle oltre due ore e mezza di colloquio hanno anche partecipato l'On. Antonio Misiani, membro della V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, ed il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco Prefetto Alberto Di Pace. L’Associazione, nell'esporre le problematiche che affliggono la componente volontaria operativa dei Vigili del Fuoco, hanno in questa occasione richiesto con
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Ascanio
direttorevfv@me.com twitter@pompieri https://www.facebook.com/pompieri.vfv
@pompieri
Si ringraziano: Federico Girgenti, Antonio Luca, Peter Lisibach,Franco Luconi Bisti, Loris Donadel, Gea Somazzi, Michele Blasi e Antonio Coduri
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In questo numero tardivo… cedo volentieri il mio spazio al Presidente. Lo stesso ha preparato un editoriale “cumulativo” che contiene diverse informazioni per gli associati. Buona lettura.
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forza, al vertice politico così come ai vertici dell'Amministrazione, quali fossero le strategie che il Ministero intende mettere in atto al fine di scongiurare la chiusura degli oltre 300 Distaccamenti volontari dislocati sul territorio nazionale. L'On. Bocci a tale proposito ha ribadito l'assoluta intenzione, Sua e del Governo, di non perdere quella che è una delle componenti fondamentali del sistema di soccorso tecnico urgente, unitamente a quella effettiva, ribadendo l'intenzione dell'Amministrazione di rivedere il DPR 76/2004 (Regolamento recante le norme sul reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco). A tale scopo il Prefetto Di Pace, che ha confermato la piena collaborazione ed intesa con la nostra Associazione, peraltro già manifestata e riscontrata in precedenti incontri con il Comitato di Presidenza, ha espresso ai rappresentanti dell'Associazione l’intenzione di convocare, a breve, la “Commissione Mista con Compiti di Studio, Elaborazione e Formulazione di Proposte sulle Problematiche relative alla Componente Volontaria dei Vigili del Fuoco”, della quale l’Associazione è componente effettivo, per l’inizio dei lavori, unitamente ai tecnici del Dipartimento, al fine di individuare soluzioni definitive riferite in particolar modo ai nodi relativi all'assetto organizzativo della componente volontaria, alle visite mediche, alle procedure di ingresso e ai corsi di formazione, avanzamento, qualificazione e specializzazione. Nello specifico, relativamente alle visite mediche, l'On. Misiani ha dichiarato la sua disponibilità a lavorare, in sede di Commissione Bilancio, al fine di individuare nella prossima finanziaria risorse utili alla copertura delle spese per le visite mediche di primo ingresso che oggi vedono, a carico degli aspiranti VVF volontari, un onere che si aggira intorno a 400,00 €. La riunione si è conclusa con la richiesta, da parte del Comitato di Presidenza, dell'impegno dell'Amministrazione nel mantenere un ritmo serrato nello svolgimento dei futuri lavori con una garanzia di tempistica certa e la disponibilità, da parte del Dipartimento, nell’emanazione di chiare ed univoche linee guida riguardanti la composizione delle squadre di supporto dei Distaccamenti Volontari con la previsione, in ogni caso, del loro immediato invio da parte delle S.O. in caso di intervento nella zona di competenza. Ciò al fine di garantire comunque una tempistica ridotta nella gestione del soccorso tecnico urgente. A tale proposito il Sottosegretario, unitamente al Capo Dipartimento, hanno espresso il loro parere favorevole garantendo, in merito, l'emanazione di apposite disposizioni a breve scadenza. Roberto Mugavero
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TRA LE MACERIE DI PINZOLO CHE BRUCIA enerdi 27 giugno 1913, una data impressa nella memoria degli abitanti di Pinzolo, non solo per la via 27 giugno, la strada dedicata ad uno degli episodi piu drammatici della storia del maggiore centro della rendena, ma per i racconti, gli strascichi, le sofferenze e la fame che lo spietato incendio fece patire ai nostri nonni e ai loro genitori.
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costretto dalla miseria. Moltissime le azioni di solidarieta da Pueblo, in Colorado a Trieste, da Brescia a Trento. Tutti vogliono essere vicini ai “poveri incendiati di Pinzolo”. Le cartoline che vengono stampate per raccogliere fondi non lasciano dubbi su ciò che e successo e sono una cruda testimonianza del dramma di questa popolazione.
Un evento che significo emigrazione, distacchi, lontananza, dolore, che segnò la vita di un paese legando ad esso indissolubilmente l’esistenza di migliaia di cittadini, che ne cambiò i connotati urbanistici, ne ridisegnò volto e anima: vennero demolite case per far posto a nuove strade, imposti sacrifici enormi alla popolazione, si destabilizzò il comune.
Sono forse proprio queste immagini reali, diffuse un po’ ovunque, che riescono a superare per drammaticita il quadro prospettato dalla fantasia, o dai racconti o dall’immaginazione, a portare migliaia di persone a donare qualcosa al Comitato di soccorso presieduto dal parroco don Gottardi. Non mancarono le offerte generose dei nobili trentini, né quella dell’imperatore d’Austria. Straordinarie furono le innumerevoli gare di solidarietà che ovunque sorsero con la partecipazione di operai, soldati, sportivi, donne, bambini.
Un triste evento che unì nella cattiva sorte gli abitanti di Pinzolo trovatisi da un giorno all’altro ad avere perso tutto e che fece nascere una solidarieta tra paesani, indispensabile per uscire da quella drammatica situazione. Un evento che anticipa e prepara alla miseria della guerra, della grande guerra bianca che segnò con il sangue le montagne e le vallate. L’evento piu distruttivo della storia di Pinzolo di cui si abbia memoria in documenti e testimonianze dirette. In tanta miseria ci fu però una grande fortuna: la totale mancanza di vittime. Vuoi per la scarsa popolazione presente, vuoi per la tempestività dell’allarme dato nella notte, vuoi per la gene- rosa opera dei pompieri che accorsero da tutta la valle, chi a piedi, chi con le auto messe a disposizione senza indugio dall’impresa Zontini Leonardi. Senza contare gli atti di “eroismo”, dei salvataggi nella notte, «tra le case tutte abbruciate». L’urlo di dolore partito dalla rendena rieccheggiò di valle in valle, di provincia in provincia e arrivò a toccare le sponde di altri continenti, fino in “Merica” dove qualche paesano era stato
TRA LE MACERIE DI PINZOLO CHE BRUCIA
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VFV MAGGIO/GIUGNO 2014
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Dalla Sicilia in... controtendenza In occasione della terza riunione del Coordinamento Regionale, s’è costituita la Sezione Provinciale di Trapani dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari. A ospitare i lavori il Comune di Salemi dov’è presente l’unico – al momento – presidio di VVF volontari della provincia. A cura del nostro inviato
Salemi ,splendida cornice del paesaggio trapanese, in occasione della terza Convocazione del Coordinamento Regionale Sicilia, si e costituita la Sezione Provinciale di Trapani.L'argomento perno della giornata, non poteva che essere incentrato sulla recente consegna della proposta al DPR76 affidando il compito di relatore al Vice Presidente Nazionale Giuseppe Parrinello. Cercando di saziare le giuste curiosita dei presenti descrivendo nei punti piu salienti gli articoli del "new" DPR76 ,il Vice Presidente, non
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poteva esimersi dal ringraziare ad personam l'apposito Gruppo di Lavoro, nominato dal Consiglio Nazionale.L'ing. F. Mantineo, capo distaccamento di Mojo Alcantara (Me) e segretario del Coordinamento, ha dato spazio a tutti i Presidenti delle Sezioni Provinciali, raccogliendo le problematiche vecchie e nuove dei Distaccamenti Volontari dai vari angoli della Sicilia. Ad esempio il problema evidenziato sia dal presidente ed uno dei consiglieri della Sezione di Palermo, F. Milazzo e A. Agnello che segnalano la mancata formazione
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mensile da parte del Comando Provinciale che come a Trapani, "temporaneamente" suppliscono alla lacuna considerando per buone, le ore di intervento espletate presso il Distaccamento Volontario. Gli onori di casa, sono stati egregiamente fatti dal capo distaccamento "uscente", CSV Giuseppe Pedone, che dal 2009 gestisce l'unico distaccamento volontario della provincia di Trapani. Il nuovo Presidente di Sezione Angelo Mannone e tutti neo soci, hanno fin da subito sposato la voglia di "promozione" del Presidente della Sezione di Catania e capo distaccamento di Linguaglossa (Ct) Nunzio Putrino, con la ormai famosa e collaudata formula della Grisulandia , che cosi visitera presto, anche il cuore e la fantasia del bambini della Sicilia Occidentale. Perche aspettare 13 anni per formare la Sezione?Alla domanda, il CSV Giuseppe Pedone risponde: "Da anni Vi seguiamo con passione, ma dal buon lavoro svolto non solo dal Nazionale ma anche sul Territorio, anche se in un periodo buio, sento che andiamo nella giusta direzione." Il neo Revisore dei Conti
Nazionale Girgenti Federico, portando esempio dalla sua ultima convenzione con la CROCE ROSSA, per la formazione BLS-D e PBLS-D, ha illustrato come trovare collaborazione tra le associazioni gia radicate sul territorio per interscambi di beni e prestazioni. Un plauso anche alla Delegazione di Bisacquino, che nella stessa giornata ha presentato il corposo numero di tesserati e la programmazione dei futuri eventi a nome dell’ANVVFV. Per ultimo ma non per importanza, un grazie anche al direttore del centro Avis, Scalisi Mario, che ha ospitato la prima parte del convegno e a tutti i vigili del distaccamento che hanno curato in ogni dettaglio che non lasciassimo sul tavolo nessuna della migliaia di calorie per la quale si contraddistingue la cucina Trapanese. Benvenuti in "Famiglia".
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OPERAZIONE DISNEY
PLANES 2:
TRA CARTONI E REALTÀ Il collega Antonio Luca, del distaccamento volontario di Maletto, nel catanese, ha partecipato al concorso “Missione di Salvataggio” indetto da Walt Disney in occasione del lancio del film “Planes 2”. Per il volontario anche una visita alla base dei Canadair antincendio in forza al CNVVF. A cura del nostro inviato
è svolta Sabato 11 Ottobre 2014 presso la base di Ciampino (che ospita parte della flotta dei 19 canadair) la visita guidata a cura del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e l'Inaer riservata ai vincitori del concorso indetto da The Walt Disney Company Italia, Planes 2: Missione di Salvataggio. Le porte della Base si sono aperte anche per il CSV Antonio LUCA del Distaccamento Vigili del Fuoco Volontari di
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Maletto (Catania) che ha potuto incontrare presso le strutture di INAER, – oltre ai piloti dei velivoli Canadair – il Direttore Generale della Divisione Ala Fissa Roberto Ing. De Pompeis, Il Direttore Tecnico ing. Roberto Marcolini, il Quality Manager Ing. Massimo Tardia, la Dott.ssa Paola Dalmasso, Direttore HR e PR e l'Ing. Cristina Panniello, Responsabile della Sicurezza Volo. In tale circostanza oltre che ad accedere alla pista e agli hangar per “toccare con mano” i Canadair CL-415 si è svolto un incontro informativo sull’attività dei mezzi aerei ad ala fissa del Corpo Nazionale dei vigili del Fuoco schierati nelle basi, per le situazioni di maggior rischio negli incendi di interfaccia boschiva rurale-urbana e delle periferie urbane. Inaer oggi opera tutti i Canadair dei VV.F dagli aeroporti di: Ciampino (base di armamento), Genova e Lamezia terme, oltre che dalle basi stagionali di Olbia e Trapani. Partecipa ad esercitazioni ed operazioni reali antincendio internazionali in Libia, Grecia, Russia, Svezia, Francia e Spagna ed ha all’ attivo un totale di circa 5.550 Missioni reali antincendio con circa 14.300 ore di volo. il Concorso Planes 2: Missione di Salvataggio si è svolto dal 15 Luglio al 31 Agosto e partecipando ho voluto raccontare una “missione di salvataggio” realmente accaduta prendendo spunto da un Intervento del nostro personale del luglio 2014, in soccorso di due caprette. “Sono salve solo grazie al coraggio e alla bravura dei
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OPERAZIONE DISNEY In data 21/07/2014 sul sito istituzionale veniva data questa notizia: “I Vigili del Fuoco approdano sul grande schermo per il lancio promozionale del nuovo film Disney “Planes 2 - Missione Antincendio”. Questa volta i protagonisti sono i canadair, gli aerei utilizzati nella lotta agli incendi, che dal maggio 2013 in Italia sono stati acquisiti dal Corpo Nazionale. Il film parla di seconde opportunità attraverso le avventure di una coraggiosa squadra di velivoli antincendio impegnata nella salvaguarda del parco Piston Peak. A supporto dell’attività promozionale, sono state girate alcune mini puntate web a bordo dei canadair, grazie anche alla collaborazione di Inaer Aviation Italia, esercente della flotta Canadair. I cortometraggi mostrano l’attività di spegnimento degli incendi boschivi, intervallando realtà e animazione. Il film Planes 2, in anteprima in molte sale italiane il 13 agosto e successivamente disponibile a partire dal 28 agosto, è stato presentato lo scorso 18 luglio al Giffoni Film Festival, occasione in cui i vigili del fuoco e i piloti dell'Inaer, protagonisti delle clip, sono stati presenti alla manifestazione e sono saliti sul palco per rispondere ad alcune domande dei ragazzi presenti. Inoltre il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e l'Inaer apriranno le porte di una delle basi che ospitano parte della flotta di canadair, per una visita guidata riservata ai due vincitori del concorso indetto da The Walt Disney. (vigilfuoco.it)
vigili del fuoco di Maletto, ma hanno seriamente rischiato di alimentare il già cospicuo cimitero di animali che chissà da quanti secoli giace in fondo a quell’enorme voragine sull’Etna a circa 1600 metri d’altezza. Parliamo di due caprette di proprietà di un allevatore di Maletto che da giorni si erano perse. I due animali, infatti, si erano allontanati dall’ovile e forse per sfuggire alla morsa di alcuni cani randagi, forti della loro capacità di “scalatrici” e della loro indole ad arrampicarsi sulle montagne rocciose, hanno cominciato a scendere lungo la ripidissima parete dell’enorme voragine, sita fra monte Egitto e monte Scavo. L’Etna è piena di voragini come questa. Enormi e imponenti si aprono tutte in perpendicolare al terreno, la cui causa è da far risalire a due ipotesi di movimenti speleologici. Il primo di questi derivato alla possibile apertura di una frattura del suolo legato alla dinamica del vulcano, mentre il secondo – e più plausibile – a seguito del drenaggio della lava che può formare grotte o, come in questo caso, enormi cavità. Qualunque sia la loro origine, sono estremamente pericolose e difficili da scalare. Solo i rocciatori più allenati si cimentano in questo tipo di imprese. Gli alpinisti per caso è bene che non ci provino. Le caprette però sono finite dentro la voragine, trovando riparo dal sole e dalle intemperie dentro una intercapedine fra le rocce a circa 20 metri dalla superficie. Se a scendere sono riuscite,
però, non è stato così per la risalita tanto da rimanere bloccate per giorni. Fortunatamente il loro belare è stato udito da alcuni turisti che, avendo capito che gli animali non avevano la possibilità di risalire hanno avvertito la Guardia forestale di Bronte. Lanciato l’allarme è stato rintracciato l’allevatore che si è subito recato nei pressi della voragine. Recuperare le caprette però era veramente impossibile, così sono stati avvisati i vigile del fuoco di Maletto. Una squadra di abili pompieri, dotati del necessario equipaggiamento, si è calata nella profondissima voragine per raggiungere le caprette. L’operazione è riuscita: quando sono state raggiunte, i vigili del fuoco le hanno legate e poi piano piano le hanno issate su. Appena sono state slegate, nonostante fossero sfinite per il caldo e la fame, le piccole caprette hanno cominciato a saltellare gioiose, come se avessero capito di essere state salvate. Grande soddisfazione anche fra i vigili del fuoco, abili a mettere in pratica i tanti allenamenti e gli addestramenti effettuati durante l’anno. Non è la prima volta che sull’Etna animali cadono in voragini come questa. Non è neanche la prima volta che vengono salvati da una lenta ma sicura morte. Qualche giorno fa altri animali sono tirati su più o meno nella stessa zona dal Soccorso alpino della Guardia forestale alla presenza dei veterinari dell’Asp. Belle ed affascinanti queste voragini, che in molti chiamano grotte, attirano l’attenzione di studiosi e turisti perché, sembrano un misterioso accesso a quelle profondità che profumano di mitologia, ma che possono trasformarsi in pericolose trappole.
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Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 22-07-2014)
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MISSIONE
ARCOBALENO
QUEI MARÒ
PROVVIDENZIALI AL CAMPO PROFUGHI DI VALONA ur non potendo esprimere alcun giudizio obiettivo sulla vicenda dei due fucilieri di Marina, trattenuti in India per la nota vicenda, non posso esimermi dal raccontare un paio di vicende nelle quali i militari del Battaglione San Marco si sono dimostrati molto disponibili e professionali. Durante la Missione Arcobaleno, in Albania, il loro intervento fu poi quanto mai gradito, la situazione era scottante. A cura dell’Ingegner Antonio Coduri
l motivo contingente che mi induce a ringraziare i militari del Battaglione San Marco – pur tardivamente - è stato l’ennesimo articolo di giornale dove si accennava al problema dei due Marò trattenuti in India. Non ho alcun elemento per poter dare un giudizio obbiettivo su quella vicenda, devo però dire che in passato in due occasioni ho avuto modo di incontrare e frequentare quei militari che ho trovato persone molto positive e sempre disponibili ad aiutare chi era in diffi coltà.
timbro. Allo sbarco comunque, nonostante il fatto che il nostro arrivo fosse stato certamente concordato fra le Autorità dei due paesi, la nostra colonna dovette fermarsi a lungo in Dogana. Per sbloccare la situazione dovettero intervenire pesantemente il Dott. Bologna responsabile del nostro contingente e la Dott. Patrizia Cologgi del Ministero che era venuta ad accoglierci al porto. Essendosi fatta già sera, una volta sbarcati ci fermammo per la notte ad un ostello predisposto dal nostro Ministero. Il giorno seguente abbiamo avuto un’ulteriore e significativa prova delle diverse regole di vita che vigevano nel paese che ci ospitava.La nostra colonna diretta a Valona, superate delle località dove erano dislocati reparti militari di varie nazionalità arrivò ad un piazzale dove dei commercianti avevano esposto la loro merce. Tra la mercanzia in vendita figuravano delle belle autovetture, alcune delle quali sfoggiavano ancora targhe Italiane. Il nostro Capo, che era sindaco di un Comune dell'Alessandrino, incuriosito da questo fatto, si mise in comunicazione telefonica con i suoi Vigili e dettò il numero di targa di una delle vetture.
L'Albania, in quegli anni era certamente un paese interessante, e questa caratteristica la scoprimmo ancor prima di scendere dalla nave a Durazzo. Infatti poco prima dello sbarco un Carabiniere venne a trovarci e ci raccomandò di presentarci alla dogana con tutti i documenti in regola, perché i funzionari Albanesi erano molto pignoli.
La risposta non si fece attendere, l'automobile era stata rubata qualche settimana prima in Italia.Giunti infine a destinazione, la città, che poco tempo prima era stata sede di gravi disordini, sembrava sotto controllo, subito però ci si rese conto che l'ordine pubblico non era assicurato solo dalla Polizia Albanese o da altre Autorità costituite ma anche o forse prevalentemente da soggetti diversi e in particolare dalla confraternita degli scafisti. Noi Piemontesi eravamo arrivati per primi a Valona e sostammo in un grande terreno, che in precedenza presumibilmente era stata un aero superficie e dove sarebbe sorto il Campo Profughi gestito dalle Regioni e subito, nella zona del campo che ci era stata assegnata, organizzammo tutto quanto era necessario per vivere, l' ospedale, la cucina, i servizi igenici, le sale riunioni ecc.
A quel punto essendoci accorti che i libretti dei nostri mezzi VF, erano rimasti ai Comandi, per non avere guai, finché eravamo ancora in territorio Italiano, si pensò di supplire a questa mancanza creando dei documenti integrativi. Per produrre dei documenti abbastanza accettabili, utilizzammo una fotocopiatrice, un foglio con l'intestazione dell'Ispettorato del Piemonte e qualche
Qualche giorno dopo arrivarono i primi profughi. Da subito tutto cominciò a funzionare in modo regolare, la cucina forniva i pasti ai nostri ospiti, i medici del campo li curavano, e durante il giorno del personale specializzato cercava di intrattenerli, in modo particolare questo servizio era rivolto ai molti bambini presenti. Ad un certo momento però ci si rese conto che i nostri
La prima volta a Valona, alla Missione Arcobaleno, e dieci anni più tardi in Abruzzo nel dopo terremoto. A Valona ero arrivato con un piccolo gruppo di pompieri volontari del Piemonte aggregati alla colonna di soccorso Regionale, in Abruzzo al campo di Barisciano con il gruppo di militi di protezione civile del mio Comune.
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MISSIONE ospiti, già stressati dall'esperienza della fuga dal loro paese, erano turbati da un' ulteriore preoccupazione. Era sorto un problema non previsto, molti personaggi estranei, spesso anche armati, avevano cominciato a circolare nel campo che era difficile da tenere sotto controllo anche perché non era ancora recintato. Peraltro, non avevamo molta possibilità di respingere gli estranei, il Campo non era una prigione e gli ospiti potevano anche uscire e rientrare e, per problemi della lingua, non eravamo in grado di capire bene se chi entrava era della polizia o erano dei parenti o amici dei nostri ricoverati o semplicemente dei curiosi o altro.
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successive arrivarono altri gruppi Regionali e il Campo un po' alla volta si riempì di altre tende e di altro personale e in fine venne anche recintato. A questo punto non ci fu più il pericolo che i nostri ospiti subissero dei soprusi, almeno all'interno del campo, sotto la protezione della nostra bandiera. Certo è però che tutti noi del contingente del Piemonte che ci eravamo trovati da soli in quel grande campo ancora quasi vuoto ad affrontare dei difficili problemi di sicurezza, saremo sempre grati ai nostri militari che ci hanno così ben protetti.
Alcuni rifugiati poi, ad un certo momento, si erano lamentati perché alcuni visitatori, rappresentanti degli scafisti, facevano forti pressioni perché utilizzassero i loro gommoni per fare delle “gite” in Italia. Dato che non potevamo accettare che all'interno del nostro campo si commettessero impunemente delle sopraffazioni, la dirigenza decise di organizzare delle ronde. Noi però non eravamo molto sicuri che, con le nostre ronde disarmate, riuscissimo ad incutere una deterrenza sufficiente a scoraggiare eventuali malinL’uomo in borghese è l'ing. Gian Luigi Bariani Capo Campo a Barisciano. L’uomo con addosso l’uniforme della ProCiv, il primo da SX, è l’Ingegner Antonio Coduri. Già tenzionati. Ufficiale Volontario VVF – coordinò anche turni di permanenti - per decenni nel Eravamo allora pertanto in Verbano. Coduri è tutt’ora attivo nella sezione VCO dell’ANVVFV, da quando è stato congedato dal CNVVF s’è messo a disposizione della Protezione Civile locale. grande difficoltà, perché non eravamo sicuri di riuscire a fare quanto dovevamo per garantire la sicurezza dei nostri assistiti, quanPer questo motivo, quando sono arrivato col gruppo di do l'arrivo di alcuni mezzi del Battaglione S. Marco Verbania in Abruzzo al Campo degli sfollati di pose fine alle nostre preoccupazioni. Penso che l'arriBarisciano a dare il cambio ai colleghi del turno precevo deii militari di quel reparto, che era di stanza a dente e ho visto che di fianco al nostro attendamento vi Valona, fosse stato del tutto casuale, ma che poi, era un presidio medico del S. Marco sono rimasto consapendo che eravamo dei connazionali, si fossero fertento. In un certo senso, pur in circostanze un po' divermati a parlare con noi. se, la presenza di quelle divise era per me quasi una rimpatriata, ed ero confortato dal fatto che sicuramenCogliendo l'occasione, il responsabile del campo fece te, in caso di necessità avremmo potuto disporre delpresente le nostre preoccupazioni al responsabile di l'aiuto di uomini validi per risolvere i problemi che semquel reparto. Allora quell'ufficiale subito ci rassicurò, ci pre nascono quando si deve vivere in condizioni un po' disse infatti che pur non avendo avuto alcun incarico di precarie. controllare il nostro Campo, di sua iniziativa , subito avrebbe provveduto a farlo istituendo delle ronde ed eventualmente un piccolo presidio. Nelle settimane VFV MAGGIO/GIUGNO 2014
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REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA
VOLONTARI POCO CONSIDERATI/ATTIVATI I “PROFESSIONISTI” INVECE VORREBBERO PASSARE AL CORPO NAZIONALE Con l’abolizione della figura del Direttore dei Servizi Antincendi, è venuta a mancare quella sintonia che, sino al 2012, c’era stata tra Regione e Vertici del personale volontario VVF. Una situazione di disagio che ha ripercussioni anche sul servizio di soccorso reso alla cittadinanza: molto spesso i VVF volontari comunali non vengono neppure allertati, c’è poi anche la questione degli stanziamenti di fondi. Intanto i vertici dei VVFV valdostani si sono confrontati coi gli alterego trentini sui rispettivi sistemi di soccorso e allertamento, e il Consorzio degli enti locali (CELVA) reputa insostituibili i presidi volontari VVF istituiti in tutte le municipalità della Valle. Nel mentre il personale “professionista” vorrebbe passare alle dipendenze del Ministero degli Interni.
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REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA ono 1383, sempre in prima linea in caso di incendi, incidenti, allagamenti, alluvioni e frane. Sono i vigili del fuoco volontari della Valle d'Aosta. E sono arrabbiati: «Così non si può andare avanti». Lo ha detto con forza Valerio Cappelletti, presidente dei vigili volontari. «In questo modo non si può andare avanti ha ribadito - ed è per questo che abbiamo avanzato una proposta di riforma della legge. Ci è stato risposto che saranno messi in piedi dei tavoli di lavoro, ma a noi non basta». La sala è scoppiata in un applauso. Poi dalla platea si sono alzati quattro capi distaccamento, per leggere le loro quattro richieste, concordate tra i 76 capi distaccamento della regione: «Vogliamo che il Consiglio del personale dei volontari abbia compiti amministrativi e organizzativi e vogliamo una sede; chiediamo competenza nella gestione di capitoli di spesa, stilare un bilancio prevenivo; e ancora una funzione organizzativa e gestionale dell'attività del personale e, infine, chiediamo di essere coinvolti tempestivamente quando ci sono interventi». I problemi nel mondo dei pompieri volontari si fanno sentire e il brusio si è trasformato in fischi quando Salvatore Coriale, comandante del Corpo valdostano dei vigili ha chiuso il suo intervento. «Avevamo pensato di alzarci e uscire quando parlava Coriale ammettono alcuni vigili fuori dal padiglione -, poi abbiamo evitato». A piangere è anche il portafoglio, lo ricorda Cappelletti: «Quest'anno abbiamo avuto a disposizione 230 mila euro, in media ne avevamo 650 mila». Si sono persi 420 mila euro, in un anno solamente. Se i volontari continuano a lavorare come prima gli effetti già si fanno vedere. Sono sempre meno quelli che chiedono il rimborso per le giornate lavorative che perdono per prestare il loro servizio e i soldi che mancano si traducono anche in meno formazione. Se nel 2012 i vigili ave-
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Il presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Rollandin, è per il dialogo
vano svolto 11 mila ore di formazione, nel 2013 le stesse erano scese a 8 mila, mentre quest'anno non ne hanno fatte neppure 850. Coriale ha dichiarato di essere disposto al confronto. «E per la sede i lavori in quella centrale sono quasi ultimati, avrete lì i vostri spazi». Anche il presidente Augusto Rollandin si è detto aperto al dialogo: «Negli anni abbiamo lavorato tutti nella stessa direzione. E' importante lavorare perché ci sia colla-
all’assemblea annuale il Presidente dei Volontari Cappelletti premia uno dei suoi, dietro il comandante del Corpo Valdostano VVf Coriali (vittima, parrebbe di qualche fischio da parte dei volontari)
borazione tra voi e i professionisti». E questo è un altro tasto dolente, ieri non lo nascondeva nessuno; i volontari si sentono poco considerati. «Per quanto riguarda l'allertamento tempestivo stiamo studiando un sistema di sms; per i finanziamenti è tutto il bilancio regionale che ha subito drastici tagli, per il 2015 vedremo cosa possiamo fare». Il cattivo dato dei corsi è dato anche dalla loro organizzazione: spesso durano una settimana intera e per chi lavora è un problema, «si potrebbero fare alla sera», ancora Rollandin, che chiude: «Se continuiamo con questo clima di incomprensione non si può lavorare, ed è un peccato: mai come ora avete avuto i mezzi che avete adesso a disposizione, mai come adesso». «Già risponde Cappelletti - così non si può lavorare». Nel mentre, la maggioranza (a detta del Sindacato Conapo) del personale “professionista”, vorrebbe transitare alle dipendenze del Ministero degli Interni; passaggio desiderato – parrebbe – per risolvere quelle problematiche contrattuali, previdenziali e organizzative/operative derivanti dalla regionalizzazione del Corpo dei Vigili del Fuoco. Andranno/andrebbero veramente a star meglio? (tra le fonti: LA STAMPA Aosta)
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REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA Cosa chiedono i Vigili del Fuoco
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volontari ValdostaniI volontari del Corpo valdostano Vigili del fuoco a seguito degli effetti della LR n. 3 del 13.02.2012 che ha comportato l’abrogazione della figura del Direttore dei servizi antincendio, fino ad allora riferimento essenziale per l’amministrazione e l’organizzazione delle proprie attività. Attività che per consuetudine, più che per disposizione legislativa, fin dalla regionalizzazione dei servizi antincendio, venivano compiute in perfetta sintonia con il Consiglio del personale volontario. Oggi si trovano a lavorare in una situazione di deplorevole disagio che comporta spesso inefficacia ed inefficienza nel servizio da essi reso perlopiù gratuitamente alla popolazione valdostana.Per far fronte a questo il Consiglio del personale volontario ritiene sia necessaria una riorganizzazione del sistema e, prendendo spunto dai fondamenti che regolano le migliori realtà pompieristiche d’Europa e del Nord Ovest d’Italia, ha elaborato una base per una riforma che si basa sul principio di un’Autonomia dal Comando regionale e che così si articola: A) Quelle che erano usi e consuetudini fino al 2012 è necessario prendano una forma ufficiale in: 1. Attribuzione al Consiglio del personale volontario dei compiti amministrativi ed organizzativi dell’attività del personale volontario e degli organismi ad esso deputati. Il Consiglio del personale richiede di essere dotato di una sede ufficiale ed ogni sua attività e dei suoi componenti istituzionalizzata nell’ambito del Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco; 2. Il Consiglio del personale richiede competenza nella gestione dei capitoli di spesa riguardanti i Volontari, in particolare sia assegnato al Consiglio del personale volontario il compito di predisporre ed approvare un bilancio di previsione annuale e pluriennale, oltre il bilancio consuntivo inerente la propria attività; 3. Assegnazione nell’ambito del Corpo valdostano dei Vigili del Fuoco di un funzionario addetto all’organizzazione ed alla gestione dell’attività del personale volontario, alla direzione dell’Ufficio volontari ed all’attuazione delle delibere del Consiglio del personale volontario scelto dai volontari. Il funzionario designato e l‘Ufficio volontari si richiede che siano incaricati a supportare i Volontari in tutti i loro compiti istituzionali
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(soccorso pubblico, protezione civile, colonna mobile, attività locali, gruppi giovanili, ecc.); B) E’ fondamentale per l’efficienza del servizio il coinvolgimento tempestivo dei Distaccamenti nella totalità degli interventi sul territorio regionale con l’introduzione nel sistema di allertamento e gestione dell’emergenza - propria del Corpo Regionale dei Vigili del Fuoco in Valle d’Aosta - del principio di sussidiarietà per cui territorialmente il primo soggetto chiamato ad intervenire nel soccorso deve essere sempre il Distaccamento comunale di competenza territoriale per poi estendere secondo l’esigenza la chiamata ai Distaccamenti comunali limitrofi. Questi presupposti sono stati approvati all’unanimità dal Consiglio del personale volontario del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco in data 5 giugno 2014, a larga maggioranza con una sola astensione ed un voto contrario nella riunione dei Capi distaccamento comunali a Chatillon il 18 giu-
gno 2014, all’unanimità nella riunione dei Capi distaccamento comunali a Saint Pierre il 4 ottobre 2014 e presentati con acclamazione all’Assemblea annuale dei Volontari a Saint Pierre il 5 ottobre 2014.
AO-TN: le montagne non dividono, anzi uniscono Rappresentanti della Federazione VVFV trentina, insieme agli alterego valdostani, hanno fatto tappa nei Comuni di Valtournenche e di Courmayeur ed è stata un’occasione di confronto sulle nuove politiche di sicurezza e protezione civile. Questo scambio di esperienze fra volontari, che esercitano il proprio impegno su territori montani affini, è stato sostenuto dal Sistema degli enti locali valdostani, a riconoscimento del valore di un impegno quotidianamente speso dai singoli distaccamenti. Spiega Valerio Cappelletti, Presidente del Consiglio del personale volontario del Corpo valdostano dei Vigili del
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REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA Fuoco: “Ci siamo confrontati con gli amici trentini in merito alle nostre eccellenze infrastrutturali, attraverso la visita al cantiere della nuova Funivia del Monte Bianco, del sistema di sicurezza al Traforo del Monte Bianco, all’avanguardia in Europa e l’approfondimento della dinamica della frana del Mont de la Saxe, dove per la prima volta c’è stato un intervento da parte della protezione civile, con un sistema di protezione attivo per l’abitato di Entrèves. Lo scambio di buone pratiche non si è limitato ai sopralluoghi, ma è stato dedicato anche al confronto sulle modalità organizzative e gestionali”. Prosegue Cappelletti: “Anche in Valle d’Aosta stiamo consolidando la pratica di costituire gruppi giovanili, con un esempio mutuato proprio dal Trentino, con l’o-
e Sindaco del Comune di Valtournenche. “Come Comuni, piccoli o grandi che siano, abbiamo un vero e proprio debito di riconoscenza nei loro confronti. I vigili del fuoco volontari rappresentano un presidio insostituibile sul territorio valdostano, promosso con grande professionalità e in maniera sempre tempestiva. Il valore delle attività dai singoli distaccamenti è riconosciuto a tutti i livelli istituzionali: i Comuni si impegnano al massimo per supportarli”.
Alcuni dati: I Vigili del Fuoco Volontari nella Provincia autonoma di Trento (circa 500.000 abitanti) hanno competenza territoriale comunale e sono circa 7.500 con 237 Corpi comunali, hanno effettuato, nel corso del 2013, un totale di 25.412 interventi di soccorso e svolgono il loro servizio gratuitamente. Comprendono inoltre circa 1.500 Allievi da 10 a 17 anni di cui almeno un terzo da maggiorenne entra a far parte dei Distaccamenti comunali. I Vigili permanenti stanziano solamente a Trento e sono meno di 200 e nel 2013 hanno effettuato 7.054 interventi di cui 2638 effettuati dal nucleo elicotteri. La scuola di formazione è gestita in maniera autonoma dalla Federazione VVF Vol., si avvale di circa 100 docenti in gran parte volontari.
Flaim, Gronchi e Cappelleti in visita al cantiere della Funivia del Monte Bianco
biettivo di trasmettere un importante spirito e cultura della solidarietà, che si manifesta proprio nel volontariato, alle nuove generazioni”. A ulteriore dimostrazione che le montagne non dividono, ma uniscono le proprie genti, la delegazione trentina è stata ricevuta giovedì 31 luglio dall’Amministrazione comunale di Valtournenche, a rappresentanza di tutti i Comuni valdostani. All’incontro ha preso parte anche l’Assessore allo Sviluppo economico del Comune di Aosta Patrizia Carradore. “Sono più di 1500 i VVF volontari in attività che, a titolo gratuito e con spirito di sacrificio, operano quotidianamente sul nostro territorio e ricoprono un ruolo d’eccezione nel sistema regionale di protezione civile”, commenta Domenico Chatillard, Vicepresidente del CELVA (Consorzio degli Enti Locali della Valle D'Aosta)
I Vigili del Fuoco Volontari valdostani (circa 120.000 abitanti) sono circa 1500 con 76 Distaccamenti comunali, hanno effettuato nel 2013 n. 734 interventi di soccorso pompieristico oltre mille servizi di Protezione Civile e attività locali per i Comuni, svolgono prevalentemente il loro servizio gratuitamente. Sono da poco stati costituiti i gruppi giovanili nei Distaccamenti di Valtournenche e Issogne con una quindicina di iscritti. I Vigili permanenti ad Aosta prendono il nome di professionisti e sono circa 250 e nel 2013 hanno effettuato 1.562 interventi.
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INCIDENTI
DI PULLMAN
PENSARE
IN GRANDE A cura di: Peter Lisibach, Corpo pompieri professionisti di Winterthur - Articolo redatto in collaborazione con “118 Swissfire”, rivista dei pompieri svizzeri
Quando i pompieri vengono chiamati a intervenire per un incidente nel quale è stato coinvolto un pullman, devono tener conto delle implicazioni supplementari che questo genere di intervento comporta rispetto a un incidente stradale. Tutto è più grande e più pesante: la portata dell’incidente, il veicolo, il numero di feriti, l’organizzazione del luogo del sinistro e il materiale di soccorso stradale. Ecco alcune idee che possono contribuire al successo di un intervento simile.supplementari che questo genere di intervento comporta rispetto a un incidente stradale. Tutto è più grande e più pesante: la portata dell’incidente, il veicolo, il numero di feriti, l’organizzazione del luogo del sinistro e il materiale di soccorso stradale. Ecco alcune idee che possono contribuire al successo di un intervento simile.
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ondamentalmente, in caso di incidente di pullman, bisogna sempre aspettarsi un gran numero di feriti. È quindi opportuno che il capo intervento preveda in tempo utile l’organizzazione di mezzi di soccorso sanitario sufficienti o che si assicuri che questo venga fatto. Inoltre, una buona organizzazione del luogo del sinistro è assolutamente indispensabile sin dall’inizio dell’intervento al fine di evitare di trovarsi, in seguito, sommersi dal caos. Questo significa che è anche necessario coordinare e decidere sin dall’inizio, in partenariato con la polizia e il servizio sanitario, di cosa si ha bisogno e dove e anche di definire gli accessi da mantenere liberi e a quale scopo (punti di coordinazione possibili: vedere riquadro 1).
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Assicurare il veicolo e installare la protezione antincendio La prima misura consiste nell’assicurare il veicolo, quindi a stabilizzarlo per impedirgli di muoversi e a spegnere il motore. Se è impossibile farlo dal posto dell’autista, si può aprire il vano motore e, in questo caso, l’interruttore di soccorso spegne automaticamente il motore. Se, per una ragione qualsiasi, nemmeno questa manovra
dovesse funzionare, bisogna cercare l’interruttore di soccorso nel vano motore e azionarlo a mano. In assenza di interruttore o se il vano motore è inaccessibile, l’ultima possibilità che resta è di immettere del CO2 nelle bocchette d’alimentazione dell’aria del motore con l’ausilio di un estintore, per far calare il motore. Se il posi-
È indispensabile agire con una certa prudenza se si devono praticare delle aperture di salvataggio in un pullman. In effetti, delle guaine tecniche e delle condotte di alimentazioni del veicolo possono trovarsi un po’ dappertutto, in posti che variano a secondo del fabbricante e del modello. Se il veicolo è equipaggiato di un sistema di preparazione di acqua calda sanitaria, esiste inoltre un rischio di ustioni se una di queste condotte venisse sezionata per errore
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zionamento delle bocchette d’aria non è chiaro, bisogna provare un’apertura dopo l’altra fino a che il motore si spegne. Simultaneamente a queste prime misure, bisogna ovviamente procedere all’installazione della triplice protezione antincendio con mezzi sufficienti per far fronte a una situazione di questa portata. In effetti, si deve poter intervenire rapidamente ed efficacemente nel caso in cui un incendio dovesse scoppiare in un pullman nel quale si trovano ancora delle persone. Se i mezzi disponibili non sono sufficienti, devono essere richiesti mezzi supplementari senza indugiare, oppure bisogna procedere allo spiegamento delle condotte di alimentazione necessarie. Non bisogna nemmeno perdere di vista gli aspetti ambientali. Se un serbatoio di carburante dovesse essere danneggiato, è necessario intervenire il più rapidamente possibile, visto che il serbatoio di un pullman può contenere centinaia di litri di carburante che potrebbero inquinare il suolo. Prima di procedere all’intervento, bisogna anche chiarire la natura della motorizzazione del pullman, poiché sapere se si tratta di un motore diesel, ibrido o a gas può essere determinante per il seguito delle operazioni. Secondo il tipo di motorizzazione, sul pullman possono essere state montate delle batterie, dei cavi elettrici o ancora delle bombole di gas. Inoltre, alcuni modelli sono muniti di un serbatoio supplementare di nafta per la preparazione dell’acqua calda destinata ai passeggeri. Bisogna tra l’altro ricordarsi che il filtro a particelle del
Punti da determinare con le organizzazioni partner 1. Ubicazione del nido feriti. 2. Ubicazione del posto di soccorso sanitario; la superficie necessaria può raggiungere circa 1500 m2. 3. Vie di salvataggio (accessi/partenze). 4. Ubicazione della direzione d’intervento Fronte. Fissare assolutamente il momento del rapporto successivo. 5. Ubicazione del luogo di raduno delle persone non ferite. 6. Settore di attesa dei veicoli supplementari in caso di richiesta di rinforzi.
tubo di scappamento può raggiungere temperature molto elevate.
Prevenire i movimenti incontrollati del veicolo È la posizione del veicolo incidentato che determina il modo di bloccarlo, stabilizzarlo o sollevarlo. Il caso più semplice è ovviamente quello in cui il veicolo poggia ancora sulle proprie ruote. Sui lati del telaio ci dovrebbero essere dei segni che indicano il posto dove si possono sistemare i cunei stabilizzatori o gli altri mezzi tecnici di stabilizzazione. Se questi segni non dovessero essere visibili, si può partire dal principio che la stabilità dovrebbe essere sufficiente per reggere i cunei stabilizzatori e i puntelli nel prolungamento virtuale delle traverse di sicurezza. Se il veicolo è rovesciato su un fianco, devono essere prese delle misure di sicurezza appropriate per evitare ogni movimento indesiderato del veicolo. Queste misure sono particolarmente importanti nel caso in cui il veicolo si dovesse trovare su un terreno in pendenza. Fondamentalmente, in caso di incidente di pullman, bisogna sempre aspettarsi un gran numero di feriti. È quindi opportuno che il capo intervento preveda in tempo utile l’organizzazione di mezzi di soccorso sanitari sufficienti o che si assicuri che questo venga fatto.
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Il pullman deve essere assicurato per evitare qualsiasi rischio di movimento. Un’apertura di soccorso può servire da accesso. Non è così facile lavorare all’interno di un pullman o di un bus, è quindi necessario farsi del posto. Le piattaforme di lavoro sono utili.
Messa in sicurezza, protezione antincendio, prevenzione di qualsiasi movimento! In questo caso, un punto fisso stabile significa che quest’ultimo deve essere in grado di sopportare tutto il peso dell’autobus. Quindi non basta tendere un cavo fissato al minibus utilizzato dai pompieri per il trasporto del personale. I pullman sono muniti di un interruttore per la batteria che permette di interrompere completamente l’alimentazione elettrica del veicolo. Questo interruttore non si trova necessariamente direttamente accanto alla batteria: alcuni fabbricanti lo piazzano altrove, a volte in uno scompartimento speciale. Anche la sede della batteria può variare da un veicolo all’altro, in funzione del fabbricante e della concezione del veicolo stesso. Se l’autista è ancora in condizioni di rispondere, potrà fornire delle indicazioni a questo proposito. Al momento di interrompere l’alimentazione elettrica, bisogna tuttavia ricordarsi che numerosi posti per l’autista
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Lista di controllo per gli interventi che coinvolgono dei pullman o dei bus • Preparazione sufficiente? • Punti da coordinare con le organizzazioni partner • Organizzazione del luogo del sinistro • Protezione antincendio • Securizzazione del veicolo • Autista: chiedergli le informazioni necessarie • Motore/tipo di motorizzazione • Determinare i punti di fissaggio/di sollevamento •Spegnere il motore/staccare la batteria •Accesso all’interno del veicolo/aprire le porte/uscite di soccorso •Salvataggio dei feriti/delle persone prigioniere dei veicoli • Presa a carico dei feriti/delle persone non ferite • Ambiente: fuoriuscita di liquidi; attenzione al volume del serbatoio • Presenza di una cabina di riposo? • Controllo di tutto l’interno del veicolo • Garantire il buon svolgimento delle operazioni complementari
Organizzazione di un posto di soccorso sanitario. Inoltre, una buona organizzazione del luogo del sinistro è assolutamente indispensabile sin dall’inizio dell’intervento al fine di evitare di trovarsi, in seguito, sommersi dal caos.
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sono attualmente equipaggiati di motorini elettrici e che non possono quindi essere spostati in assenza di elettricità. Se l’autista è prigioniero al suo posto di guida, lo spostamento di qualche centimetro del sedile può bastare per liberarlo. Poiché l’altezza dei pullman da turismo può raggiungere i quattro metri, è importante prestare un’attenzione particolare al centro di gravità durante la stabilizzazione del veicolo. Per lo stesso motivo, si deve tenere d’occhio la sospensione pneumatica dei pullman e degli autobus, poiché l’altezza del veicolo può variare all’apertura delle porte o al momento del suo arresto. Il veicolo può abbassarsi in ogni momento di alcuni centimetri se i cuscinetti della sospensione pneumatica non sono più alimentati in aria compressa (condotta difettosa, cuscinetti difettosi o motore spento e compressore d’aria staccato).
Diverse possibilità di accesso La situazione più semplice è certamente quella in cui è possibile entrare nel veicolo dalle porte. Se questo non dovesse essere possibile, si possono praticare delle grandi aperture togliendo il parabrezza e il lunotto. I parabrezza dei moderni pullman da viaggio sono il più delle volte costituiti da pesanti vetri panoramici di grandi dimensioni. Per semplificare il lavoro, è senza dubbio preferibile non tagliare tutto il vetro. Basta, per esempio, tagliare (sopra e sul lato) una «U» rovesciata e ribaltare in seguito la parte del parabrezza in questione. Inoltre, i vetri laterali marcati come uscite di soccorso, così come l’uscita di soccorso del tetto, possono anch’essi servire da accesso all’interno del veicolo. Sono ovviamente necessarie delle scale per poterli raggiungere. La situazione è più comoda se si hanno a disposizione delle piattaforme di lavoro. Non dimentichiamo che, se il posto a disposizione lo permette, un mezzo a braccio elevatore aereo provvisto di una navicella di salvataggio va perfettamente bene come piattaforma di lavoro. Il salvataggio di pazienti coricati è anch’esso facilitato se l’evacuazione può essere effettuata da una finestra del pullman. Specialmente per quanto concerne i pullman da turismo a due piani, nei quali i passeggeri da evacuare si trovano al primo piano del veicolo, è molto difficile trasportare un paziente coricato su una barella passando dalla scala a chiocciola. In caso di incidente stradale che ha coinvolto un bus articolato (autosnonadi NdR), è anche possibile tagliare la parte a «fisarmonica» per crearsi un passaggio. È indispensabile agire con una certa prudenza se si devono praticare delle aperture di salvataggio in un pullman. In effetti, delle
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guaine tecniche e delle condotte di alimentazioni del veicolo possono trovarsi un po’ dappertutto, in posti che variano a secondo del fabbricante e del modello. Se il veicolo è equipaggiato di un sistema di preparazione di acqua calda sanitaria, esiste inoltre un rischio di ustioni se una di queste condotte venisse sezionata per errore. È possibile ottenere una migliore vista d’assieme togliendo dapprima le lamiere esterne della carrozzeria. Questo può inoltre rivelarsi importante e vantaggioso poiché le strutture esterne dei pullman sono molto diverse da un veicolo all’altro. Inoltre, se un pullman o un bus è sulle ruote, l’accesso dai finestrini può situarsi a 1,5 metri di altezza (bus di linea), o addirittura fino a 3 metri per quanto concerne un pullman a due piani. In questo caso, per garantire l’accesso, non basterà nemmeno una piattaforma di salvataggio. Bisogna inoltre ricordarsi che la ricognizione del capo intervento e il dialogo con le altre forze d’intervento sono indispensabili per fissare le priorità delle diverse azioni di salvataggio.
Far posto all’interno del veicolo Per poter effettuare le prime misure di valutazione e di presa a carico dei pazienti, è necessario disporre di posto all’interno del veicolo. L’urto può aver spostato le file dei sedili, mettendo tutto sottosopra. Delle persone possono trovarsi bloccate tra i sedili stessi. Anche se la priorità va data alla valutazione e alla presa a carico rapida dei pazienti, così come al loro salvataggio, i sedili devono essere smontati prima di procedere al salvataggio. In questo caso, e nella misura del possibile, i sedili devono essere smontati con il loro supporto. La soluzione più semplice e più rapida consiste a svitare i sedili al livello del fissaggio al pavimento. Dopo possono venir asportati. Questo lavoro semplice e rapido può normalmente essere effettuato con gli attrezzi standard disponibili. Se non è possibile svitare i sedili, si possono ovviamente utilizzare le cesoie idrauliche. In tutti i casi, è indispensabile una ricognizione precisa del pull-
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man. Delle persone possono per esempio trovarsi nel WC al momento dell’incidente. È anche possibile che un secondo autista si stesse riposando in una cabina al momento dell’incidente. L’esistenza di tale cabina può a volte essere constatata immediatamente, ma è anche possibile che sia stata aggiunta in un secondo tempo, per esempio in uno scompartimento per i bagagli, e che non venga identificata come tale. In alcuni casi, questo tipo di cabina di riposo è accessibile unicamente attraverso una insignificante porticina scorrevole. Il capo intervento non deve per nessun motivo dimenticare che tali interventi possono essere psichicamente e fisicamente molto pesanti per il personale d’intervento. Questo significa che bisogna pensare non solo al recupero fisico, organizzando delle pause, ma che è anche indispensabile prevedere un trattamento del vissuto con i pompieri che
Farsi posto all’interno del veicolo! sono intervenuti. L’eventuale bisogno di organizzare una seduta supplementare con degli specialisti, se necessario, si farà sentire rapidamente. Attualmente, è chiaro (o dovrebbe esserlo) per tutti che una tale misura non è segno di debolezza, bensì uno strumento che permette a ognuno di restare a lungo al servizio dei pompieri senza che gli eventi penosi ritornino costante-
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mente alla mente. Se si pensa che un corpo pompieri rischia di essere chiamato a intervenire per un inciden-
Il capo intervento non deve per nessun motivo dimenticare che tali interventi possono essere psichicamente e fisicamente molto pesanti per il personale d’intervento te di pullman o di bus, è davvero consigliato organizzare delle esercitazioni adatte. Per questo, non è necessario smontare un pullman. È già molto utile avere la possibilità di esaminare concretamente i principali punti e di stabilire una lista di controllo in questo senso. L’esercitazione sarà inoltre l’occasione per verificare se il materiale di salvataggio disponibile è sufficiente per questo tipo di intervento. È poco probabile che una ditta di gestione di pullman o di bus rifiuti a un corpo pompieri la possibilità di effettuare una visita a questo scopo.
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Confini provinciali MI/PV qualcosa sta aggiustandosi Un anno fa scrivevamo di questa “singolare” situazione: …a Motta Visconti (MI) brucia il tetto dʼuna casa, nellʼappartamento ci sarebbero anche dei cani di grossa taglia, la sala operativa del 115 invia le squadre secondo procedura. I volontari di Abbiategrasso (16,7 Km) e la partenza cittadina di via Darwin a Milano (25,8 Km). Qualcuno picchia sulle autorimesse della caserma volontaria di Casorate Primo (PV) ma la squadra non può uscire, nonostante il luogo del sinistro sia a soli 2,7 chilometri. Nel mentre le fiamme distruggono anche lʼappartamento al secondo piano dellʼabitazione, poi le operazioni di spegnimento. Già, dannati “confini provinciali”, quasi fossero Stati a sé e non si trattasse d’un unico Corpo Nazionale di VVF a operare. A distanza d’un anno da quel grottesco episodio, il comandante provinciale dei VVF milanesi ha emanato un OdG per informare la Sala Operativa dell’esistenza del distaccamento volontario casoratese che – pur essendo fisicamente in Provincia di Pavia – risulta essere più vicino degli stessi “milanesi” ad alcune municipalità della Provincia di Milano. Ci auguriamo ora che i capi servizio facciano buon uso di tale documento, al fine d’accorciare (e di molto) i tempi di risposta in caso di sinistro.
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Canadair? Secondo Gabrielli ogni regione dovrà comprarsene di propri Come ogni estate, anche quest'anno, inesorabilmente, si ripropone la piaga degli incendi boschivi: il Capo Dipartimento della Protezione civile torna a sottolineare che Regioni devono attrezzarsi con risorse adeguate, azioni di prevenzione incisive e un'adeguata flotta antincendio, poichè non puo essere sufficiente contare solo e unicamente sul concorso della flotta aerea dello Stato on diminuiscono i timori del Dipartimento della Protezione civile sulla campagna estiva nella lotta agli incendi boschivi. Ieri domenica 22 giugno, sono state 7 le richieste di intervento di supporto pervenute al Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento della Protezione civile: 3 sono giunte dalla Sardegna e 4 dalla Sicilia, per incendi sui quali si sono alzati in volo 5 dei 6 Canadair disponibili in questa prima fase della campagna estiva. Ed e proprio quanto successo nella giornata di ieri a riaccendere le preoccupazioni del DPC: "La legge rimarca infatti una nota del Dipartimento - affida alle Regioni la competenza su questa materia, che devono attrezzarsi con risorse adeguate e azioni di prevenzione incisive. Auspicio ribadito piu volte anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri nelle raccomandazioni inviate come ogni anno a tutte le Regioni - e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale del 18 giugno scorso* per un piu efficiente contrasto a questo rischio""Ieri invece - prosegue la nota - mentre in Sardegna i velivoli statali impegnati si sono affiancati, come previsto, ai mezzi regionali che erano gia al lavoro, in Sicilia questo non e avvenuto per il semplice motivo che, a oggi, nonostante le rassicurazioni mediatiche, la flotta regionale e ancora con zero elicotteri. Cio ha fatto si che, nonostante gli sforzi profusi dai piloti della flotta aerea dello Stato, una delle quattro richieste di intervento sia rimasta inevasa". Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, peraltro, aveva gia fatto presente a inizio giugno al Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta quanto fosse critica la situazione nell'isola per via della mancanza di mezzi aerei antincendio regionali.
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Oggi Gabrielli sottolinea ancora una volta come sia "indispensabile per le Regioni dotarsi di una propria e adeguata flotta antincendio, poichè non puo essere sufficiente contare solo e unicamente sul concorso della flotta aerea dello Stato che, in base al principio di sussidiarieta sancito anche dalla legge 353/2000, deve garantire, con un numero ridotto di mezzi aerei rispetto agli anni passati, il supporto a tutte le Regioni d'Italia in una materia che - e bene ricordarlo - e di competenza delle Regioni". red/pc (fonte: DPC)
*http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/ documents/Direttiva_AIB_2014_Raccomandazioni_incendi_boschivi.pdf
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Seregno, volontari da 110 anni Un importante traguardo per i pompieri volontari della caserma brianzola di via Ballerini: più d’un secolo d’impegno, di soccorsi, di solidarietà. Inaugurato il nuovo “carro ventilazione” acquistato anche con le iniziative della locale Onlus e, ospite d’eccezione, Omar Pedrini ex cantante dei Timoria
“Il documento più antico che abbiamo trovato risale al 1904, una delibera del Consiglio comunale di approvazione del regolamento organico disciplinare per il Corpo civici pompieri. Un documento che risale a 110 anni fa, l'anno della nostra nascita”.
A cura della redazione (si ringrazia Loris Donadel)
Franco Grassi, capo del distaccamento dei Vigili del fuoco volontari di Seregno, ha raccontato così uno dei risultati «delle ricerche che abbiamo condotto, nei mesi scorsi, nell'archivio storico del Comune”. Un regolamento che in tanti hanno potuto leggere nella mostra fotografica allestita al Fuin, inaugurata sabato pomeriggio, durante la sesta edizione della «Festa dei Vigili del Fuoco volontari» con musica, buona cucina e gonfiabili per i bambini. Una mostra «in cui sono presenti alcuni documenti, come il progetto di costruzione negli anni venti dell'attuale caserma dei pompieri - ha proseguito Franco Grassi - Tra le foto, è possibile osservare immagini
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di gruppo che ripercorrono la nostra storia e scatti di alcuni nostri interventi nel territorio. Come quello per l'incendio in una falegnameria nel 1972, o quello del 1978 in seguito a un incidente che aveva coinvolto un tram. Tra i più recenti, è presente l'immagine di un intervento per un incendio nella “Area International" del 1991». Istantanee che testimoniano l'importanza dei pompieri per la salvaguardia dei cittadini. Un viaggio nei ricordi per chi, come Franco Grassi, è volontario da quasi 30 anni. «Mi sono avvicinato a questo mondo da giovane e sono volontario dal 1985 - ha raccontato - Come gli altri, ero animato da molta passione, dalla voglia di rendermi utile, di aiutare.
Uno spirito che mi ha sempre guidato e che deve guidare tutti i volontari – ha sottolineato - Rispetto agli altri Paesi, in Italia siamo in pochi e la mia speranza è che in futuro molti giovani entrino a far parte di questo Corpo. Ripenso con nostalgia ai volontari che non ci sono più: figure importanti per me e per tutti noi. Questa festa serve per ricordare anche loro e l'importanza che hanno i volontari sul territorio – ha concluso il responsabile – Il ricavato di queste giornate sarà utilizzato per l'acquisto di nuovi mezzi e attrezzature per i Vigili del Fuoco: acquisti che significano più sicurezza per i cittadini».
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UE: PRIMO ANNIVERSARIO DEL CENTRO DI COORDINAMENTO DI RISPOSTA ALLE EMERGENZE ruxelles, 15 maggio 2014 - Gestione delle catastrofi e necessario ora piu che mai, come la frequenza e l’intensita delle catastrofi naturali e di origine antropica crescere inesorabilmente. Il 15 maggio scorso la Commissione europea ha lanciato il Centro di coordinamento Emergency Response (Ercc).
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Per l’Unione europea ha segnato un grande passo avanti nel garantire un piu rapido e piu prevedibile capacita di reazione, oltre a fornire molta piu attenzione alla prevenzione e preparazione. Da start-up il Ercc e stato attivato piu di 35 volte durante le crisi. In ogni occasione ha vissuto fino al suo scopo come un streamliner efficace di risposta rapida e coordinata alle emergenze all interno e all esterno dell Europa. Dove ha aiutato? Il Ercc coordinato la fornitura di assistenza europea a seguito del tifone Haiyan, il piu potente ciclone registrato per fare landfall che ha colpito le Filippine nel mese di novembre 2013. L’ercc organizzato l’immediato invio di un team di esperti della protezione civile da parte dell Unione europea alla Filippine e la fornitura di assistenza salvavita, fornite dagli Stati membri dell Ue e in pool insieme attraverso il meccanismo di protezione civile dell Ue. Questo coordinamento assicurato che gli aiuti europei di soddisfare le esigenze piu urgenti delle popolazioni colpite ed e stato consegnato rapidamente ed efficacemente in una situazione estremamente complessa e in rapida evoluzione. Durante l’estate dello scorso anno il Ercc coordinato di assistenza al Portogallo e Bosnia-erzegovina, quando stavano combattendo gli incendi boschivi di grandi dimensioni. La Ercc e stato attivamente rispondendo alla crisi in Siria - la piu grande emergenza umanitaria del mondo. Giordania e Bulgaria hanno chiesto un sostegno per il ricovero e dare assistenza medica ai rifugiati siriani. In risposta, il Ercc facilitato la consegna dei materiali vitali che vanno da ambulanze a tendastufe, coperte, pacchi di igiene e set da cucina offerti
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dagli Stati membri ai paesi che sono stati affrontando con un aumento in arrivo rifugiati. E il Ercc e stato anche molto attivo nel monitoraggio e analisi del rischio, fornendo agli Stati membri e ai paesi colpiti da catastrofi con immagini satellitari delle aree colpite. Durante le inondazioni record di cui inondato l’Europa centrale maggio 2013 il Ercc ha prodotto 118 mappe satellitari, che hanno aiutato le autorita nazionali di monitorare i flussi di acqua e prendere le giuste decisioni. Come funziona il Ercc contribuire ad una risposta comune piu rapida e piu efficace alle catastrofi? Il Ercc e operativo su base 24/7 e in grado di affrontare fino a tre emergenze simultanee in diversi fusi orari. Dopo aver ricevuto una richiesta da un paese colpito o delle Nazioni Unite che invia valutazione e di coordinamento esperti per zone disastrate e facilita il trasporto dell assistenza Stati membri in risposta alle gravi emergenze. Oltre alla condivisione delle informazioni e di reazione rapida di emergenza, il Ercc prevede anche la pianificazione, il monitoraggio, il coordinamento operativo e supporto logistico. Il Centro garantisce un continuo scambio di informazioni tra la protezione civile e le autorita di aiuti umanitari, fornendo informazioni in tempo reale sulla prestazione richiesta e le offerte fatte dagli Stati membri dell Ue e di altri paesi partecipanti. Gestisce inoltre un registro di pre-identificato delle attivita di risposta standard di Stati membri, che possono essere distribuiti immediatamente a qualsiasi emergenza su larga scala. Il Ercc supporta stretto coordinamento tra i servizi della Commissione europea coinvolte nella risposta alle emergenze in cui e necessaria una risposta multi-settoriale (durante le emergenze ambientali o connessi all energia, per esempio) e scambia informazioni con i centri di crisi dei principali partner internazionali dell Ue. Chi trae vantaggio dal Ercc? Il Ercc fornisce una capacita di risposta europea comune in Europa e nel mondo. Per il monitoraggio e la valutazione dei disastri, la rac-
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B colta di richieste di assistenza e coordinare il trasporto e la distribuzione degli aiuti con i partner, la Ercc serve non solo gli Stati membri dell’Unione europea e dei suoi cittadini, ma persone vulnerabili in tutto il mondo, la costruzione di resilienza a livello mondiale. Come funziona il Ercc adatta per la legislazione di protezione civile esistenti dell Ue? Legislazione meccanismo di protezione civile dell Unione europea e stato rivisto nel 2013 e fornisce protezione dalle catastrofi naturali e antropiche. Essa affronta l’intero ciclo disastro: dalla prevenzione attraverso la valutazione dei rischi, la preparazione e pianificazione, di azioni di risposta piu coordinate e piu veloci. E la base giuridica per i lavori della Ercc, ponendolo al centro operativo del meccanismo di protezione civile dell Ue. Il Ercc sostiene e cofinanzia attivita di prevenzione e preparazione, dalla sensibilizzazione agli esercizi sul campo e simulazioni di emergenza. Investire nella prevenzione dei rischi e la preparazione prima di un disastro paga dividendi significative rispetto di affrontare le spese di soccorso, recupero e ricostruzione in seguito.
uonasera Direttore, gentilmente se mi fate capire il perché non si possa più fare il volontario nei vigili del fuoco in Sardegna? Qualche giorno fa mi sono recato nel distretto di mia appartenenza e non mi hanno dato la possibilità di iscrivermi nellʼelenco dei vigili del fuoco volontari, mi è stato detto che è tutto bloccato...posso capire che non si trovi lavoro in Italia, ma non aver la possibilità di fare il volontario ed aiutare chi ne ha bisogno gratuitamente è una vergogna. In attesa di un Vostro riscontro porgo i miei più Cordiali Saluti. Alessandro Servadei
Il direttore risponde: Caro Alessandro,per via del “Patto di Stabilità” (non questʼultimo del Governo Renzi, bensì il precedente), i comandi provinciali hanno stabilito dei “tetti” agli organici e contingentato indi i nuovi accessi. Questo perché vi sono sfilze dʼiscritti in attesa di formazione iniziale ma non ci sarebbero i fondi per attuare detti corsi da 120 ore. I comandi, tuttavia, non possono astenersi dal protocollare le nuove domande dʼiscrizione negli elenchi, anche se poi i tempi dʼattesa rischiano dʼessere biblici. Purtroppo, Alessandro, il nostro è un “volontariato” atipico e – anche per via di provvedimenti che ci equipararono (erroneamente) a precari della PA – lʼiscrizione negli elenchi del personale volontario è stata utilizzata come grimaldello per poi accedere (o tantomeno sperare e disperarsi) tra le fila del personale di ruolo.Quando il volontariato nei vigili del fuoco assumerà quella connotazione mitteleuropea che gli spetterebbe, forse diverrà veramente un modo per servire la propria comunità, la propria gente e…nulla di più. In bocca al lupo, Ascanio
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ALTO ADIGE: DISTESA DI MANICHETTE DA GUINNESS PER IL 150° DEI VVF VOLONTARI DI BRUNICO si ringrazia l’Unione VVF volontari dell’Alto Adige
La manovra, organizzata dai vigili del fuoco volontari di Brunico, ha visto la partecipazione di tutti i 185 Corpi VVFV della Provincia di Bolzano. Sessantadue chilometri di tubazioni e oltre mille metri di dislivello: hanno partecipato alla manovra circa 1.700 persone. Alto grado d’organizzazione e preparazione ma anche diversi momenti goliardici.
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untualmente alle 7 del 30 maggio, a Brunico (BZ) e tutt'intorno al Plan de Corones è scattata la colossale esercitazione ideata per festeggiare i 150 anni di fondazione del più vecchio corpo volontario dei vigili del fuoco dell'Alto Adige, fatta coincidere anche con una serie di record da "Guinness dei primati", di cui il più significativo era quello dalla più lunga condotta realizzata con pompe e manichette in dotazione ai pompieri. Una condotta che in 62 chilometri e oltre 1000 metri di dislivello ha compiuto il giro del Plan de Corones, la montagna diventata il simbolo turistico dell'intera val Pusteria. Un po' meno puntualmente, attorno alle 19.48, mentre la festa in piazza Municipio a Brunico era iniziata ormai da qualche tempo, dall'ultima manichetta sistemata a forma di rubinetto sulla grande vasca di raccolta posta al centro della festa è iniziata anche a sgorgare l'acqua della Rienza che ha suggellato, con il suo arrivo, anche il coronamento positivo del tentativo di record. È stato quello il momento per decretare la "fine esercitazione” per il comandante dei vigili del fuoco volontari di Brunico e coordinatore generale dell’esercitazione Reinhard Weger e per l'intero complesso dei suoi collaboratori, primi fra tutti i 185 corpi di pompieri volontari provenienti da tutto l'Alto Adige e sostenuti dai rispettivi Comuni con la Centrale provinciale d’emergenza del 118, la Protezione civile altoatesina, la Croce bianca, il Corpo e gli ispettorati forestali, il Soccorso alpino e il Bergrettungsdienst Avs, i radioamatori del Dolomiti Radio club oltre a Carabinieri, Polizia di Stato e Polstrada, Guardia di finanza ed Esercito, in tutto oltre 1700 persone.E con la fine dell’esercitazione e il record
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ci si è abbandonati alla meritata soddisfazione dei festeggiamenti per il Guinness raggiunto e decretato ufficialmente dalla notaio Lucia Sinigagliesi, inviata a Brunico dalla sede principale di Londra del Guinness World of Record. Sinigagliesi per l'intera giornata ha controllato e certificato la prova, seguendo quasi passo passo il cammino dell'acqua attorno al Plan de Corones. Il racconto del record ha visto l'acqua partire puntualmente alle 7 del mattino dalla pompa numero 1, che la
prelevava dalla Rienza presso la briglia di via Tennis a Brunico.Alle 10 l’acqua aveva raggiunto la pompa 33 a Valdaora di Sopra, circa al chilometro 14 dei 62 previsti, mentre alle 13.18 era già a passo Furcia, con i suoi 1.771 metri di quota il punto più alto della prova. Lassù era collocata la pompa 78 (di 126) e da lì l'acqua ha quindi raggiunto Marebbe e Mantana per scendere quindi fino a Casteldarne. Attorno alle 17.15 era ormai risalita fino a San Lorenzo di Sebato, al chilometro 57 dell'intero percorso, concluso quindi fra gli applausi del pubblico e la soddisfazione dei pompieri in piazza Municipio a Brunico.
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COME NACQUE “GRISULANDIA” IN SICILIA a cura di Federico Girgenti – Palermo
piazza di Linguaglossa (CT), alle pendici dell'Etna, fu teatro della prima edizione di "Grisulandia". L'ideatore il capo del locale distaccamento volontario dei vigili del fuoco, Nunzio Putrino, che in collaborazione con il Comando Provinciale di Catania, fece sognare per un intera domenica oltre 100 bambini.La particolarità del progetto rende "Grisulandia" una cittadella itinerante ideata per essere ospite delle varie sezioni provinciali siciliane dell'ANVVFV. Per i bambini che affrontano il circuito si tratta di un gioco, ma è chiaro anche ai genitori, che grazie a quest'attività ludica, vengono stimolati all'attenzione verso i pericoli del mondo che li circonda. Mentre il fine più ampio, sarebbe quello di creare un processo di interazione tra Comandi Provinciali, territorio e il mondo della scuola. Da allora le edizioni di “Grisulandia” allestite in Sicilia, riscuotono sempre grande successo.
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FESTA DEL 2 A MALETTO
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I Vigili del Fuoco Volontari di Maletto – nel catanese – hanno organizzato la Festa del 2 Giugno. Celebrazioni solenni ma anche un percorso dedicato ai più piccoli, tra emozioni e prevenzione. input del capo distaccamento, Giuseppe Parrinello, già vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è stato piacevolmente accolto dalla Sezione di Catania dell’ANVVFV che, per l’occasione, ha mosso l’organizzazione della “Grisulandia”, attività ludico-formativa per bambini di ogni età, con il grande entusiasmo del direttivo provinciale e di tutti i vigili che, per l’occasione hanno trasmesso tanta emozioni ai piccoli partecipanti.I pompieri hanno voluto richiamare quel senso di appartenenza e di squadra necessario per affrontare la vita di tutti i giorni, facendo vivere ai piccoli partecipanti, le emozioni che si provano nello spegnere un incendio, nell’entrare nella casetta appositamente costruita inva-
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sa dal fumo e salvare il bambolotto ivi collocato. Il contesto scelto da Parrinello, la Festa della Repubblica, è naturalmente improntato sul sentimento di appartenenza alle Istituzioni dei VVFV, seppur come volontari ma organici in un Corpo dello Stato che sta notevolmente cambiando la propria organizzazione interna. Grande collaborazione e condivisione da parte del Sindaco di Maletto, Salvatore Barbagiovanni, del Comandante della Polizia Locale, Antonino Parrinello e del Comandante della locale Stazione dell’Arma dei Carabinieri, M.llo Capo Luigi Di Stefano accompagnato dal M.llo Ordinario Antonio Muto. Il Comandante di
Stazione dell’Arma ha comandato il picchetto d’onore nelle fasi dell’alza bandiera e degli onori resi ai caduti di tutte le Istituzioni: dalla Magistratura alle Forze dell’Ordine, dai Vigili del Fuoco ai volontari di tutte le organizzazioni che operano nel territorio nazionale ed anche all’estero, come spiegato dal capo distaccamento Parrinello nel suo discorso introduttivo. Insomma una grande festa all’insegna del ritorno ai veri valori, vissuta con spirito di appartenenza e collaborazione, ampiamente mostrato anche dagli sponsor che hanno così garantito la donazione di piccoli gadget al bambini in attività e allietata dal gruppo “Giovani Orizzonti” di Maletto che ha garantito il supporto tecnologico necessario alla buona riuscita manifestazione.
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A RICONOSCERE “UNICITÀ” ANVVFV BRESCIANA FU SIMONETTI E NON DE PALMA el numero scorso di VFV (n°2 marzo/aprile pag. 46) - nell’articolo sull’atipico sostegno da parte del sindacato Confsal verso aspiranti VVF volontari non ammessi ai corsi d’ingresso – abbiamo erroneamente attribuito una dichiarazione al comandante neo-insediato De Palma, pensiero invece espresso dal collega uscente Simonetti. Il virgolettato, tratto dal “Giornale di Brescia” recitava infatti: «Quale contributo ad un efficientamento del servizio reso alla cittadinanza ha voluto salutare la recente costituzione della Sezione bresciana dell’Associazione nazionale Vigili del fuoco volontari – “unica realtà riconosciuta dal Viminale per interfacciarsi con il comando e con le realtà istituzionali” – e l’incontro di questa con le rappresentanze
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sindacali dei vigili permanenti, segno dell’apertura di un dialogo volto ad una maggior collaborazione tra le due componenti del Corpo nazionale nell’ambito della nostra provincia.». La dichiarazione di cui sopra non corrisponde al pensiero del nuovo Comandante De Palma, si tratta d’un concetto espresso dal comandante uscente Settimio Simonetti, che occupa ora un posto al Viminale quale dirigente dell’Area Rischi Industriali. Ci scusiamo per il disguido con gli interessati e con i lettorI.
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TOPOGRAFIA
A P P L I C ATA
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SOCCORSO
RICERCA PERSONE SCOMPARSE
NEL MILANESE IL PREFETTO VUOLE CHE SIANO I VVF A COORDINARE MA DEVE ESSERCI UNA SINERGIA SUL CAMPO DA PARTE DI TUTTE LE RISORSE DISPONIBILI PER LA RICERCA.
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Impegnativa e riuscita esercitazione nel territorio del Comune di Robecchetto con Induno, all’interno del Parco del Ticino, con protagonisti i vigili del fuoco (Permanenti e volontari) del territorio del Nord-Ovest della Provincia di Milano che ha coinvolto anche gruppi di Protezione Civile della zona. A cura del nostro inviato - si ringrazia Gea Somazzi (legnanonews.com) fotografie del VV Michele Blasi
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RICERCA PERSONE SCOMPARSE etto addestramento "interforze" s'è reso necessario in seguito al recente decreto prefettizio (11 marzo scorso) col quale s'approvava il "Piano di intervento per la ricerca di persone scomparse" per la Provincia di Milano e che affida ai Vigili del Fuoco un compito d'assoluta rilevanza. Spetta infatti ai VVF il "coordinamento delle operazioni di ricerca" quando la scomparsa sia avvenuta in località impervia (non montuosa) o disabitata e/o boscata, nonché fiumi, laghi, acque interne o specchi acquei. L'esercitazione è servita a testare il Servizio di Topografia Applicata al Soccorso (TAS) provinciale: scopo del servizio è disciplinare e ottimizzare l'impiego e l'informazione geografica nelle attività del Corpo,
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Le squadre di ricerca, composte da un totale di 120 persone, si sono cimentate nella sua ricerca utilizzando, appunto, tecniche di Topografia perlustrando a “pettine” un’area a loro affidata riproducendo lo strumento applicativo Geografic Information System (GIS) oggi diffuso nella gestione territoriale. L’esercitazione ha visto l’impiego di personale operativo permanente e volontario dell’area Nord Ovest del Comando VVF di Milano (Legnano – Rho – Inveruno – Magenta - Garbagnate M.se - Pieve Emanuele – Abbiategrasso) che si è cimentato in un addestramento con applicazione delle tecniche di ricerca persona in ambiente boschivo con modalità di geolocalizzazione attraverso l’impiego di apparati gps con prove di comunicazione radio e metodologia da applicarsi secondo le procedure del Ministero dell’Interno in occasione di interventi di questa tipologia e riconosciute dal piano provinciale di Protezione Civile della
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Prefettura di Milano. Le tecniche di ricerca sono sintetizzate nell’acronimo T.A.S. (Topografia Applicata al Soccorso). All’esercitazione / simulazione hanno partecipato 70 VVF del Comando di Milano, una decina di verificatori T.A.S. della Direzione Reg.le VVF Lombardia e 50 unità di Protezione Civile della zona N-O, organizzati per la ricerca in squadre miste composte da VVF permanenti, VVF volontari e personale della Pro.Civ dei comuni di Legnano, Busto Garolfo, Canegrate, Castano Primo, Cerro M.re, Dairago, Magnago e del Parco del Ticino. Il coordinamento di tutta l’esercitazione è stato affidato all’ing. Tommaso Di Lena, responsabile dell’Area Emergenza del Comando VVF e referente del territorio del N-O, ed al geom. Carlo Cardinali quale Responsabile del gruppo T.A.S. Al Capo Distaccamento di Legnano, geom. Ernesto Pagani, è stato affidato il compito di organizzare la logistica del Posto di Comando Avanzato (P.C.A.) nonché il coordinamento delle squadre miste di VVF volontari dei Distaccamenti di Inveruno (12 unità agli ordini del Capo Distaccamento Paolo Riccardi), Magenta, Garbagnate M.se, Pieve Emanuele ed Abbiategrasso, i VVF Permanenti di Legnano (con la squadra del turno B dei Capi Squadra Mura e Merenda), i VVF permanenti di
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Rho e del Comando centrale di via Messina di Milano e dei citati gruppi di Protezione Civile.La gestione del P.C.A. è stata affidata ai Capi Reparto Esperti Re Angelo, della sede centrale di Milano, e Raimondi Cosimo, in passato in servizio a Legnano ed ora Capo distaccamento VVF di via B. Marcello a Milano. Un figurante VVF (il Caposquadra Pigni) si è “nascosto” nell’alveo di un canale secondario del Ticino (canale che esce dalla centrale elettrica di Turbigo) simulando un incidente con caduta in acqua di un appassionato di trekking. Le squadre di ricerca, composte da un totale di 120 persone, si sono cimentate nella sua ricerca utilizzando, appunto, tecniche di Topografia perlustrando a “pettine” un’area a loro affidata attraverso l’ausilio di strumenti elettronici di geolocalizzazione utilizzanti il gps. I Volontari di ProCiv., i volontari VVF ed i permanenti VVF in completa sinergia, confluendo in squadre miste di ricerca, hanno “battuto” il territorio boschivo all’interno del Parco del Ticino loro destinato con lo scopo di trovare la persona “scomparsa” nel più breve tempo possibile e, soprattutto, non tralasciando alcuna zona di ricerca. All’esercitazione ha partecipato anche un equipaggio della C.R.I. di Legnano, coordinato da Andrea Ciocia, con il doppio scopo di opera di assistenza alle squadre di ricerca presenti e di recupero della persona “scomparsa” insieme ad unità S.A.F. (Soccorso Alpino Fluviale) del Comando VVF di Milano gestite dai Csq Leoni e Bonfanti.
Gli obiettivi dell’esercitazione (pienamente raggiunti) erano l’affinamento da parte dei VVF delle tecniche T.A.S. in tutti i loro aspetti (logistici, strumentali, formativi), la sinergia di collaborazione con i gruppi di volontari di Protezione Civile che conoscono il territorio dove si presume che la persona sia scomparsa e la verifica della rigorosa organizzazione che serve nel caso in cui si ricercano persone scomparse in un territorio molto vasto ed in ambiente boschivo. I Volontari di Protezione Civile che hanno partecipato all’esercitazione sono stati: n. 10 unità del gruppo Pro.Civ. di Legnano a seguito del loro Presidente ing. Giuliano Prandoni; n. 5 unità del gruppo Pro.Civ. di Canegrate; n. 4 unità del gruppo Pro.Civ. di Cerro M.re;n. 6 unità del gruppo Pro.Civ. di Magnago a seguito del loro Responsabile Giandomenico Zanimacchia; n. 12 unità del gruppo Pro.Civ. di Busto Garolfo a seguito del loro Responsabile Alberto Sassi; n. 3 unità del gruppo Pro.Civ. di Dairago a seguito del loro Presidente Marino Colombo; n. 4 unità del gruppo Pro.Civ. di Castano Primo; n. 4 unità del gruppo Pro.Civ. del Parco del Ticino a seguito del cav. Lorenzo Poma.
Una citazione di ringraziamento è stata fatta dagli organizzatori ai proprietari della Cascina Croci di Robecchetto con Induno che hanno permesso di far occupare i loro campi da parte dei partecipanti all’esercitazione sia per il posizionamento del Posto di Comando Avanzato che dei tanti automezzi a seguito.
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PROCEDURA OPERATIVA STANDARD con impiego TAS
La presente procedura prende in esame l'intervento per
RICERCA PERSONA (in acqua o su terra) QUANDO UN INTERVENTO SI CLASSIFICA IN QUESTA CATEGORIA Si definisce:
PREMESSE Il Servizio di Topografia Applicata al Soccorso (TAS) supporta l'attività del C.N.W.F. con l'impiego di un'Informazione geografica avanzata riferita allo scenario emergenziale e, in particolare, agli scenari che richiedono l'intervento del Sistema Nazionale di Protezione Civile. Il Servizio persegue obiettivi di miglioramento nell'efficacia e nell'efficienza dell'attività del Corpo attraverso l'impiego di risorse umane e strumentali per la produzione, l'analisi e l'impiego di dati georeferenziati utili alla gestione delle emergenze ed alla documentazione delle operazioni e, in definitiva, è in grado di riprodurre per le esigenze del Corpo lo strumento applicativo denominato Geographic Information System (GIS) oggi largamente utilizzato dagli organismi che si occupano di gestione territoriale. In tal senso, il Servizio rappresenta una risorsa trasversale alle attività più complesse del Corpo. A titolo indicativo, gli interventi che interessano gli operatori TAS ovvero l'applicazione della topografia nell'ambito del servizio di soccorso tecnico urgente sono: - Ricerca persona (in acqua o su terra) - Soccorso in ambiente acquatico - Alluvioni, esondazioni (anche in ambiente urbano) - Movimenti franosi - Scenari NBCR - Incidenti aeronautici - Condizioni meteo avverse - Interventi in siti industriali a rischio di incidente rilevante - Situazioni emergenziali che interessino grandi ambienti e un numero elevato dì personale VF
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Persona scomparsa - Individuo non più rintracciabile nell'ambito dei suoi normali spazi di vita. Una persona è definita "scomparsa" fino al momento in cui non sono accertate le cause della sua sparizione. Persona dispersa - Una persona si definisce dispersa quando vi è la ragionevole ipotesi che la sua assenza dagli spazi ordinari di vita, per ragioni note (es. eventi naturali, incidenti) od incognite, sia dovuta a: • incapacità della vittima (incosciente, sfinita, ferita, perdita di orientamento, ecc.) • impossibilità della vittima (bloccata, incastrata, schiacciata, rinchiusa, ecc.). I presupposti per l'attivazione del sistema di ricerca da parte dei Vigili del Fuoco sono i seguenti: • certezza o ragionevole presunzione che la persona abbia bisogno di soccorso • esigenza di ritrovamento o recupero per esigenze legali o giudiziarie, su richiesta dell'A.G. L'obiettivo della ricerca è il salvataggio. DISPOSIZIONI DI RIFERIMENTO L'intervento si considera di recupero solo nel caso di certezza dell'avvenuto decesso. Legge n. 469/1961 D.Lgs n. 300/1999 D.Lgs n. 343/2001 D.Lgs n. 139/2006 - Quadro normativo che istituisce il C.N.W.F. ed attribuisce ad esso, alle dipendenze del Ministero dell'Interno ed incardinato nel Dipartimento W.F.S.P.D.C., tra gli altri, i compiti di soccorso pubblico sul territorio nazionale. Ministeriale prot. n. EM8269/3403 del 17 dicembre 2008 - Istituzione di un gruppo di lavoro nazionale per l'organizzazione del Servizio TAS. Circolare Direzione Centrale per l'Emergenza e il Soccorso Tecnico (DCEST) prot. EM 06/2013 del 9 dicembre 2013 - Qualificazione, composizione e dotazioni del Servizio di Topografia Applicata al Soccorso.
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Piano di intervento per la ricerca delle persone scomparse" della Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Milano, approvato l' 11 marZo 2013. A norma dell'art. 1, lett. b), del D.P.R. 17 maggio 2001, n. 287, ''l'Ufficio Territoriale del Governo assicura il supporto del Prefetto nell'esercizio delle funzioni di coordinamento delle pubbliche amministrazioni statali sul territorio, di autorità provinciale pubblica sicurezza, nonché nell'espletamento dei compiti in materia di difesa civile e protezione civile”. La richiesta di attivazione della ricerca, pertanto, può pervenire a livello territoriale dalla Prefettura, UTG o dalla Questura o dalll’ Arma dei Carabinieri ovvero a livello regionale dalla Direzione Regionale o a livello centrale dal Centro Operativo Nazionale (CON). Essa può essere disposta, inoltre, dall’Autorità Giudiziaria competente, ordinaria o minorile, in caso di scomparsa di persone connessa alla commissione di un reato. La Prefettura-UTG competente per territorio (Milano o, attualmente, Monza e Brianza) compete il compito di coordinamemto generale delle Istituzioni ed Enti coinvolti. Ai Vigili del Fuoco è affidato l'incarico di coordinamento dell'attività operativa. La sala Operativa VV.F., in sede fissa o presso l'Unità di Crisi Locale (UCL), svolge quindi le funzioni collegamento con gli organismi coinvolti nell'intervento. Coerentemente con quanto previsto dal Piano di interENTI COINVOLTI NELLA RICERCA vento. della Prefettura di Milano, gli Organismi operiativi che partecipano alla ricerca, nell'ambito dei rispettivi compiti istituzionali • Vigili del Fuoco con funzioni di coordinamento delle operazioni di ricerca • 118 • Forze Armate (Carabinieri, Esercito, Marina ed Aeronautica Militare) • Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) • Forze di Polizia (Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, Polizia Locale) • Croce Rossa Italiana • Strutture tecniche e gruppi di Protezione Civile degli Enti locali • Volontari
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Gli Organismi suddetti partecipano all'attività di ricerca con diverso impatto operativo, secondo le rispettive capacità, competenze professionali e mezzi utilmente impiegabili. È di norma sconsigliato l’apporto di gruppi autonomi di ricerca, di formazione spontanea o di matrice associativa, che si dedicano ad esplorazioni estemporanee, non coordinate e talora in competizione tra di essi e con le forze istituzionali. E' inoltre inopportuno il coinvolgimento diretto nelle operazioni di ricerca dei parenti più stretti, in considerazione del coinvolgimento emotivo. L'apporto ed il costante coinvolgimento dei familiari è utilizzato per la fornitura e raccolta di informazioni sulla persona dispersa, per le possibilità di contatto e per ogni utile aggiornamento. Il CNVVF si avvale, per l'organizzazione ed il coordinamento della ricerca, del Servizio TAS, attraverso l'attivazione delle risorse provinciali, regionali o nazionali in conformità alle procedure stabilite dalle relative disposizioni. La richiesta di attivazione della ricerca persona dispersa può giungere alla Sala Operativa dalla Prefettura o dalle Forze dell'Ordine. La Sala Operativa trasferisce la chiamata al Capo Servizio, che raccoglie i dati principali - sulla persona da ricercare - sulla/sulle località in cui orientare o concentrare le ricerche - sulle condizioni in cui si è manifestata la scomparsa - sul tempo trascorso dalla scomparsa - sugli Organi già informati/allertati - sulle azioni ed operazioni eventualmente già promosse ed attuate - sui familiari con i quali devono essere tenuti i contatti La richiesta di ricerca persona scomparsa o dispersa può pervenire anche direttamente dal cittadino. In tal caso, il Capo Servizio prowede prioritariamente ad accertarsi - se la persona cui si riferisce la richiesta si configuri come scomparsa o dispersa, con riferimento alle definizioni sopra riportate - se sono state già informate altre Autorità od Enti, in particolare l'Arma dei Carabinieri, la Questura o la Prefettura Nota: in questa fase il Capo Servizio deve valutare se nella richiesta si riconoscano le: • condizioni di soccorso ordinario (es. bambino irreperibile nei pressi di casa, in prossimità di pozzi, corsi d'acqua, all'interno di ambienti; • persona irreperibile in contesto di strutture, impianti,
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cantieri, crolli; • persona a mobilità ridotta introvabile nell'ambito della struttura di residenza o di cura; in tal caso attiva immediatamente le squadre equipaggiate ed attrezzate per la risposta alla situazione rappresentata. Se si tratta di persona scomparsa, il richiedente è invitato, ove non già provveduto, ad interessare le Forze di Polizia e/o la Prefettura competente per territorio. Altrimenti, il Capo Servizio assume le informazioni più sopra indicate e stabilisce con il richiedente le modalità con le quali effettuare i contatti successivi. Quindi contatta l'Organo di Polizia già informato, prioritariamente l'Arma dei Carabinieri, nonché la Prefettura ed informa il Funzionario di guardia. Sulla scorta delle informazioni ricevute e delle intese intercorse con gli Organi sopra indicati • coinvolge eventuali altri Enti in grado di offrire una collaborazione utile alle ricerche • stabilisce il punto di ritrovo e riferimento da impiegare per le ricerche, predisponendo l’invio colà dell'UCL. • attiva il Servizio TAS almeno nella configurazione base (4 unità TAS1, + 1 unitàTAS2) in conformità alle relative procedure di allerta mento e ne dispone l'invio al punto di ritrovo, istituendo il contatto con il Responsabile operativo TAS; qualora le unità TAS disponibili siano inferiori al fabbisogno, informa il Funzionario di guardia, che valuta e concorda con la Direzione Regionale l'attivazzzione di altri Comandi ovvero la ricerca di personale libero dal servizio. Nota: la figura di Responsabile operativo TAS, con competenza TAS2, è fondamentale, in quanto spetta ad esso la gestione della cartografia ed il report delle attività svolte sul territorio, pertanto se esso non fosse presente in servizio, devono essere seguite le suddette procedure (interessamento del Funzionario di guardia e della Direzione) - invia al punto si ritrovo la squadra SAF in servizio, a disposizione per collaborare alle ricerche - invia al punto di ritrovo il Capo Distaccamento (permanente e/o volontario) competente per terriorio, per la raccolta di ulteriori informazioni (SCHEDA 1) e la costituzione del posto di comando avanzanzato (PCA), tale figura assume, in attesa od in mancanza di figure superiori e secondo la qualifica, il ruolo di Direttore Tecnico dei Soccorsi (DTS) - Attiva eventualmente nte ulteriori risorse, ordinarie e/o specialistiche, in relazione alla tipolgia del luogo e alle indicazioni del Responsabile operativo TAS; in particolare, valuta con esso l'opportunità di invio di una squadra base con APS, prioritariamente dalla sede di competenza territoriale. - Attiva ed invia il modulo logistico (carrello tende con panche e tavoli).
- decide, d'iritesa con il Funzionario di guardia, se recarsi in posto, per assumere la funzione di DTS o di responsabile di una o più funzioni del sistema di comando dell'incidente (ICS). Il Funzionario di guardia - prende e tiene i contatti con la Direzione Regionale, nei casi sopra indicati che richiedano la ricerca di operatori TAS e/o altre risorse in ambito regionale - istituisce i contatti, secondo i casi, con la Prefettura, altri Enti coinvolti, i familiari della persona scomparsa. - promuove presso gli organi di Polizia un sollecito riscontro dei dati disponibili, al fine di individuare od escludere le ipotesi di atti criminali o scelte volontarie connessi alla scomparsa. - in caso di indisponibilità del Capo Distaccamento, valuta e decide l'invio in posto di un altro Capo Distaccamento (permanente o volontario) del Capo Servizio, di un altro Funzionario (permanente o volontario). - valuta l'esigenza di ulteriori risorse, contatti od interventi. - salvo diverse esigenze e valutazioni, si reca in posto per assumere il ruolo di DT. - in caso di ricerche particolarmente complesse, contatta il Funzionario referente del Servizio TAS. provinciale, per le valutazioni, i suggerimenti e/o le azioni di propria competenza, in base alle disposizioni interne di organizzazione del Servizio TAS. Viene attivato il sistema di comando dell'incidente (ICS), nel quale, di norma: - il Funzionario di guardia assume il ruolo di DTS (Direttore delle ricerche secondo il Piano di intervento dell'UTG) - Il CapoServizio assume il ruolo di responsabile della funzione Pianificazione, Logistica e, ove necessaria, Amministrazione - Il Responsabile operativo TAS assume il ruolo di responsabile della funzione Operativa - Il Capo Distaccamento od il FTAV assicura le funzioni di staff quali Collegamento, Informazioine e Comunicazione, Sicurezza, collaborando altresì alle GESTIONE DELLA FASE OPERATIVA altre funzioni secondo le proprie competenze e le indicazioni del DTS Il DTS personalmente ed attraverso le funzioni dell'ICS assicura che: - Sia agevolato il compito del Responsabile operativo TAS nell'attivazione degli apparati necessari alla ricerca (modulistica, GPS, PC, radio portatili) - Sia agevolato il compito dell'operatore di UCL, verficando l'attivazione degli apparati che lo rendono operativo
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- Siano raccolte e tenute aggiornate le informazioni, compilando obbligatoriamente l'apposita modulistica TAS, in forma corretta e completa; essa riguarda le squadre di ricerca (unità SAR) anche appartenenti ad altri Enti od Associazioni, il personale, i mezzi, le attrezzature disponibili ed è fondamentale per la formazione e la gestione delle squadre stesse - Sia installata la tenda pneumatica secondo il relativo schema - Siano tenute !e relazioni con gli Enti collaboranti, sul posto o meno, con le Autorità coinvolte e con i famillari - Siano svolti, con riunioni sul posto, comunicati e relazioni, aggiornamenti dell'attività svolta e di quanto emerso, periodicamente e comunque, al termine di ogni giornata o periodo di lavoro - Sia fornito supporto alle valutazioni e decisioni in ordine alla sospensione, temporanea o definitiva, delle ricerche, in conformità al Piano secondo le modalità riportate nel Piano di intervento deIl'UTG. In particolare il DTS, in accordo con tale Piano di intervento: 1. raccoglie le informazioni attraverso l'impiego della modulistica in uso (SCHEDA l), elabora i dati da consegnare alle squadre avendo la massima attenzione affinchè non si divulghino i dati sensibili acquisiti 2.
dispone della cartografia e dei sistemi radio adeguati
3.
dispone la raccolta delle risorse (unità VVF e degli Enti collaboranti, compresi i gruppi di PC), organizzando, tramite il Responsabile della funzione Operativa, le squadre di ricerca anche miste (SMR) ed assegnando ad esse le zone di ricerca
7.
coordina le operazioni di ricerca, utilizzando il metodo e la cartografia TAS
8.
interfaccia l'UCL con le sale operative degli altri Enti (CC, PS, PL, CFS, CNSAS, 118, etc.) e/o con il CCS od il COM, ove istituiti
9.
supporta il Responsabile della funzione Operativa nella definizione dell'area e delle zone di ricerca, della strategia di ricerca ovvero del metodo di lavoro a seconda della caratteristica territoriale
10. supporta il Responsabile della funzione Operativa nella definizione, gestione e registrazione delle squadre - anche miste - da impiegare sul territorio 11. favorisce l'ottimizzazione nell'impiego delle risorse, eventualmente richiedendo componenti specialistiche (SAF, UC, SMZT, ecc) da impiegare o da tener pronte (stand-by). L'operatore di Sala Operativa addetto all'UCL provvede, d'intesa con il DTS ed il Responsabile della funzione Operativa, a: - individuare un luogo idoneo per il posizionamento dell'UCL (spazio aperto e sicuro, lontano da zone trafficate, fiumi, piani inclinati, aziende, edifici pericolanti, possibilmente vicino ad un "punto di alimentazione elettrica (da generatore o rete fissa) e ad un'area di sosta dei mezzi di servizio e possibilmente un buon posto di osservazionedelle zone limitrofe. - attivare l’UCL in tutte le sue parti, compresa l’alimentazione elettrica (da generatore o rete fissa)
4.
stabilisce i contatti con l'UTG (Funzionario di servizio), informandolo dell'avvio e dell'andamento delle ricerche
- Verificare l’efficienza delle comunicazioni radio-telefoniche (indicando al DTS l’eventuale necessità di disporre del ponte radio mobile regionale)
5.
mantiene i contatti con le fonti di informazioni utili alla ricerca e con le Forze di Polizia e contribuisce a fornire, d'intesa con l'UTG e gli altri Enti coinvolti, una corretta informazione pubblica
- verifica il funzionamento delle apparecchiature di stampa e copiatura, di climatizzazione, di illuminazione e la presenza di materiali di segnalazione e comunicazione (nastro segnaletico, lavagna, ecc.)
6.
compila il Libro Giornale (qui allegato), fondamentale per il mantenimento delle informazioni relative al lavoro di ricerca in corso e svolto
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- collabora all’installazione della tenda pneumatica e/o del “gazebo” da predisporre nell’areae UCL Il personale TAS segue le procedure stabilite dal Dipartimento, a garanzia della sicurezza e buona riuscita dell’intervento.
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INDICAZIONI PER LA COMPILAZIONE DELLE SCHEDE CONOSCITIVE La foto, quanto più recente possibile, è molto importante; considerare l'opportunità di fotocopiarla dalla Carta di Identità (in assenza di meglio). 2. Gli aspetti del carattere sono importanti da rilevare al fine di un'analisi delle scelte potenziali compiute dal disperso (es.: pauroso/coraggioso relativamente alla scelta di un percorso impervio) o del corretto approccio allo stesso nel momento del ritrovamento (es.: tranquillo/aggressivo relativamente alla sicurezza degli operatori che effettuano la ricerca). 3. La riga delle condizioni psicologiche consente un minimo approfondimento di quanto espresso sopra. 4. I problemi che potrebbero indurre al suicidio permettono di indirizzare le ricerche verso particolari ambienti (pozzi, dirupi, linee ferroviarie, etc.). 5. Anche il grado di allenamento - buono o scarso camminatore consente una scelta di indirizzo, relativamente ad un primo raggio di ricerca. 6. E' intuitivo che tutto ciò che riguarda l'aspetto fisico - capelli, altezza, corporatura - e l'abbigliamento indossato al momento della scomparsa - pantaloni, giacca, scarpe da cammino, etc.- è un particolare di assoluta importanza. 7. I segni particolari permetfono di aggiungere tutto quanto non espressamente indicato in precedenza. 8. Le condizioni di salute consentono una stima dell'autonomia fisica del disperso e permettono di attivare le schede allegate relativamente ai soggetti autistici o portatori di Alzheimer (si rammenta l'alto indice di ritrovamento di questi soggetti a seguito dell’applicazione delle indicazioni fornite dalle schede tecniche allegate). 9. Altri smarrimenti in zona consente di scegliere eventuali punti preferenziali dove indirizzare le prime ricerche. 10. Lo stesso vale per le successive voce proprietà o luoghi abitualmente frequentati nella zona e gite abituali. 11. Hobbies (caccia, pesca) ed abitudini (marca di sigarette e caramelle) consentono di cogliere come indicatori utili eventuali oggetti ritrovati nella zona. 12. Note consente di aggiungere tutto quanto non espressamente ancora indicato, 1.
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ATTREZZATURE E MEZZI DA IMPIEGARE Per l’organizzazione e la gestione dell’intervento è messo in campo il veicolo - AF/UCL con operatore di Sala operativa e autista (III^ categoria); nel caso di interventi prolungati l’autista, una volta allestito il mezzo in posto, può essere destinato ad altri compiti ed è posto pronto all’impiego, ove ne fosse confermata la necessità il seguente materiale e disporrà la seguente attrezzatura e automezzi in attesa di conferma circa la necessità:
- carrello materiali, contenente: - 2 gazebo - 3 tavoli - 6 panche - AF/LOG per trasporto di viveri e generi di conforto - AV o BUS o Mezzo multifunzione per trasporto personale e materiale vario.
CAMPO TAS SCHEMA DI POSIZIONAMENTO TIPO Il DTS valuta, in base alla complessità della ricerca, la necessità/opportunità di allestire il campo TAS in forma completa o ridotta. È inteso che qualora siano diponibili strutture fisse, pubbliche o private (scuole, uffici pubblici, esercizi pub-
blici, aziende private...) idonee per soddisfare le esigenze di riunione, informazione e riabilitazione degli operatori, in alternativa alle tende e ai “gazebo”, tale soluzione è preferibile.
Ingresso all’UCL solo per autorizzati
UCL
TENDA PNEUMATICA sala briefing e riunioni Ingresso capisquadra e referenti enti
2° TENDA PNEUMATICA O GAZEBO tavoli, panche e lavagne Ingresso e stazionamento squadre
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SUCCEDE
ANCHE
QUESTO
Si trattava solo d’un “cambio” Questo l’intervento di routine che si prospettava per i vigili del fuoco volontari di Lissone, inviati di notte a sostituire personale impegnato nello spegnimento dell’incendio d’un fienile. Sennonché i volontari brianzoli, attirati dal comportamento insolito d’una vacca gravida, si rendevano conto che la stessa si trovava prossima al parto. Richiamata l’attenzione del fattore, lo aiutavano quindi a portare a termine la nascita del vitellino. Uno sviluppo certamente inaspettato, insolito e “non di competenza” dell’intervento in corso, che tuttavia ha costituito un’esperienza straordinaria ed emozionante per gli interessati.I volontari lissonesi hanno provato, con piacevole sorpresa, come un evento così naturale abbia potuto portare tanta gioia in una nottata che si prospettava tutt’altro che attraente. Gioia che probabilmente gli amici a casa o i colleghi in caserma non potranno certo comprendere appieno.Il comandante provinciale dei VVF milanesi, Silvano Barbéri, ha trovato “l’intervento” così curioso e fuori dal comune da volerlo segnalare con una nota.
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www.lila.it
LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS
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