VFV N° 3/2012 maggio-giugno

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Anno XXVI - no 3 Maggio/Giugno 2012

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano


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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)

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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI

Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI

Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it

Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per lʼItalia CEAT tel. 02/89.500.256 CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa: Reggiani spa Brezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533 Abbonamenti: Gratuita a Comandi e Distaccamenti dei VV.F. Sostenitori € 70,00 Benemerito da € 70,00 in su Una copia € 8,00 Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticolista e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

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Aut. Trib. Milano n. 855/89

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EDITORIALE [A LATO]

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IL BRIDINSINO AVRÀ UNA CASERMA DI VVF VOLONTARI

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IL NUOVO REGOLAMENTO DI SERVIZIO IL GINO NAZIONALE

MENO CARTE, PIÙ SICUREZZA

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DELLAI SU VVF

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INCENDIO SCUOLA NOSTRA SIGNORA DEGLI ANGELI

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DEDICATO A GIACOMO ROSSA IL DISTACCAMENTO DI BARGE IL PRIMO RADUNO DʼUNA SERIE “CODE 3800”

UNA CIRCOLARE “RIPARATRICE” RIFORMA PROCIV

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LʼEMILIA IN BRICIOLE

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161° RIVOLI

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SONO ARRIVATE LE NUOVE PATENTI I COMPENSI AI VVF VOLONTARI NON SONO UN’ANOMALIA

SAPEURS POMPIERS IN PIAZZA COI FUMOGENI

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Nell’accingerci a concludere questo mandato triennale, con le votazioni per il rinnovo del Consiglio nazionale previste nel prossimo autunno, è tempo di fare i primi bilanci di quello che forse è stato uno delle più difficili ed impegnative gestioni della storia della nostra Associazione. Il malessere e le difficoltà che hanno coinvolto la comunità ita-

liana e mondiale a causa delle crisi economiche e di valori non poteva non coinvolgere anche l’attività dei vigili del fuoco volontari e di conseguenza la nostra Associazione. Ma partiamo proprio da quest’ultima.

E’ fuor di dubbio che l’attività di questo Consiglio nazionale è

stata influenzata dall’intemperanza di qualche suo membro che

alle continue dichiarazioni di voler “cambiare il mondo”, talvolta agendo scorrettamente anche sottobanco, non ha fatto seguire

i fatti (almeno per le mansioni ad essi assegnate) che gli avrebbero dato una parvenza di giustificazione per il comportamento

non certamente degno di rappresentanti del nostro volontariato.

E’ evidente che gli atteggiamenti che quotidianamente apprendiamo da taluni nostri politici, che fanno dell’atteggiamento di “bastian contrario” l’unico mezzo per potersi mettere in mostra, hanno fatto scuola anche nel pensiero di qualche “collega” portandolo a scordare che se egli è stato eletto non è per prodigarsi in chiacchiere ed invidie ma per lavorare ad una Causa comune anche perché la nostra

Associazione non deve essere il ricettacolo delle frustrazioni che nella vita quotidiana non riusciamo a smaltire.

L’unità e la perseveranza dimostrata negli ultimi mesi dai vigili del fuoco volontari di Torino nelle azioni di sensibilizzazione per la critica condizione cui versa il nostro volontariato, coinvolgendo gli Enti locali e la stessa cittadinanza, potrebbe costituire uno degli esempi, pur migliorabile, su cosa si

potrebbe fare per sperare di salvare il nostro volontariato. Non è detto che sempre si riesca a portare a termine quanto ci proponiamo ma almeno nessuno potrà accusarci di inettitudine; se si vuol farla

finita con i vigili del fuoco volontari certamente non vogliamo passare per coloro che impunemente hanno concesso il via libera incondizionato.

w w w. a n v v f v. o r g Molti sono gli impegni che in futuro potranno vedere coinvolta la nostra Associazione, compiti che saranno agevolati se potranno essere svolti in un clima di serenità e con l’intento di prodigarsi al massimo per il raggiungimento degli obiettivi che spesso la vita ci impone. Gino Gronchi

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Purtroppo, anche stavolta, c’è toccato raccontare di “corporativismi” e “mancato impiego”: se non fosse arrivata la seconda scossa importante, era già stato disposto che i nostri pompieri volontari locali se ne tornassero a casa per lasciar spazio a permanenti in trasferta. A due distaccamenti volontari di recente istituzione (Fanano e Frassinoro - nel modenese) è stato, di fatto, impedito di partecipare ai soccorsi! Nonostante l’attività diplomatica del presidente Gronchi, anche stavolta, i nostri VVF volontari non sono stati aggregati alle colonne mobili regionali, pare però che qualche “ventigiornista” sia riuscito a “imbucarsi”.

Abbiamo intervistato Lorenzo Dellai - presidente della Provincia Autonoma di Trento – fermamente convinto dell’importanza della “regionalizzazione” dei VVF e promotore dei “Pompieri del Sindaco”.

Il Geometra Moreschi (SDAC del C.do di Genova che ha già dato dei contributi preziosi su questa rivista) ha scritto per noi un “Report” sul tristissimo incendio avvenuto in una scuola di Chicago nel 1958. Il concatenarsi d’eventi (allarme tardivo, luogo sbagliato, il preside e il bidello non si trovavano al proprio posto…) portò alla morte di 92 bambini e tre insegnanti.

Non ci siamo accorti che la Rivista ha compiuto 25 anni, viene quasi voglia di togliere quel “…e Protezione Civile” dal nome della testata, tanto le calamità non ce le fanno fare! A presto, Ascanio direttorevfv@me.com

h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i Una raccolta delle ultime edizioni pubblicate è disponibile a questo indirizzo http://issuu.com/AntonioAscanioMangano/docsfacebook.com/pompieri.vfv Hanno firmato questa terza edizione del 2012 di VFV: Fabio Marangoni, Gian Carlo Moreschi e Claudio Rossa.

Si ringraziano: Clara Rüsi-Bison e la Federazione Svizzera dei Pompieri; Giuseppe Parrinello; il “Comitato cittadino per i VVF volontari di Latiano (BR); Claudio Rossi (C.D. Finale E.); la segreteria di presidenza ANVVFV; la delegazione di Rivoli dell’ANVVFV; l’ispettore Matteo Cattani e il giornalista Ivan Albarelli.

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EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]

Cari lettori/pompieri, la torre dell’orologio di Finale Emilia è divenuta il simbolo di quest’ennesima emergenza terremoto. Proprio a Finale abbiamo un distaccamento di VVF volontari: quella notte di maggio i pompieri ricevettero l’allarme dalla stessa tremenda scossa e piombarono in caserma. Le evacuazioni delle case gravemente lesionate, i tubi del gas tranciati, e la corsa contro il tempo per salvare quella bimba. In questo numero abbiamo voluto scrivere dell’impegno dei nostri ragazzi e di quanto sia importante avere “avamposti di soccorso” distribuiti sul territorio.

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capo partenza con qualifica non inferiore a capo squadra ed un autista;

Quanto sopra potrebbe causare non poche difficoltà (in particolare nelle ore diurne) ai Distaccamenti volontari. E non si potrà transigere nemmeno con lʼautorizzazione del Comando provinciale che non potrà contrastare le disposizioni di un DPR. Dubbio che avevamo già espresso più dʼun anno fa (VFV n°4/2011):

IL

NUOVO REGOLAMENTO DI SERVIZIO

Potrebbe creare qualche problema alle sedi volontarie Il regolamento di servizio del CNVVF è finalmente operativo: cassata la “postilla” che ci voleva subordinati ai permanenti di qualsiasi grado. Potrebbe invece crear qualche problema di “operatività” la composizione della “squadra tipo”. a cura della redazione – ha collaborato Fabio Marangoni

allo scorso 6 giugno, con DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 febbraio 2012 , n. 64 è in vigore il Regolamento di servizio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ai sensi dellʼarticolo 140 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217. (12G0084).

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Eʼ un regolamento che mira a normare il solo personale che ha un rapporto dʼimpiego con lʼamministrazione, ma un paio dʼarticoli potrebbero riguardare da vicino anche la componente volontaria.

Particolare attenzione, come ha già fatto notare qualche collega, occorre prestare allʼart. 66, comma 2, lettera a) che recita ... a) squadra tipo attrezzata per lʼeffettuazione della generalità degli interventi di soccorso, composta da 5 unità, di cui un

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Se, da una parte, è corretto regolamentare la composizione delle squadre; è possibile che detta norma (viste esperienze passate e/o ancora in corso) possa portare ad ʻerrori interpretativiʼ. Un paio dʼesempi che potrebbero riguardarci: nel distaccamento volontario sono presenti (o raggiungibili ʻa campanaʼ) 4 membri dʼequipaggio (incluso un CSV); detta squadra non può considerarsi “squadra tipo” ma probabilmente “partenza ridotta”. Ergo, detta “partenzina” può comunque essere inviata (in primo impiego) su intervento di soccorso urgente, seppur accompagnata da una squadra completa (in arrivo da più lontano magari)? E se in caserma ci fossero 6 vigili volontari pronti ad uscire ma non il CSV, che succederebbe? Potrebbero “muovere” ugualmente, oppure sarebbero relegati ad interventi minori col rischio (neppure troppo remoto) di allungare i tempi di risposta nellʼattesa di “squadre complete” in arrivo da più lontano. Certo basterebbe il buon senso ma – lʼesperienza insegna – che il ʻbuon sensoʼ non sempre viene adoperato nella gestione del dispositivo di soccorso da parte delle ʻnostreʼ sale operative.

Pare invece risolto il dilemma “sovraordinazione” e/o “subordinazione”, dipende dai punti di vista. La bozza iniziale prevedeva che tutto il personale volontario (FTAV; CRV; CSV; VV) fosse subordinato allʼultimo dei VVPP giunti ai comandi dopo 6 mesi dʼaddestramento a Montelibretti. Dovette esprimersi il CdS (Consiglio di Stato), sollecitato dalla nostra Associazione, al fine di mettere un poʼ dʼordine.

(omissis)…la Sezione ritiene necessario acquisire chiarimenti da parte dellʼAmministrazione, tenuto conto che gli stessi pongono questioni meritevoli di approfondimento alla luce sia dellʼambito di operatività del presente regolamento di servizio – che è autorizzato a disciplinare il solo personale con rapporto di pubblico impiego – sia della disciplina del personale volon-

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tario, recata dallʼart. 21 del decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2004, n. 76 (mantenuta espressamente in vigore fino allʼesercizio del diverso potere regolamentare previsto dallʼart. 8 del d.lgs. n. 139 del 2006), il quale prevede che, ai fini gerarchici, il personale permanente è sovraordinato solo al personale volontario di pari grado. (omissis) Ecco cosa recita ora il regolamento emanato: Art. 14 Ordine di sovraordinazione (omissis)

2. Il rapporto di sovraordinazione si espleta anche nei confronti del personale volontario del Corpo nazionale. (omissis)

Note allʼart. 14:
Si riportano il testo degli articoli 1, comma 3, 39,

comma 4, 50, comma 4, 59, comma 4, e 85, comma 3, del citato decreto legislativo n. 217 del 2005: «Art. 1. (Istituzione dei ruoli). - (Omissis).

un autista;

b) squadra di intervento finalizzata a particolari manovre operative, costituita da unitaʼ di personale variabile secondo le specifiche direttive del Dipartimento;

c) squadra attrezzata per particolari tipologie di intervento di diversa complessitaʼ denominata “partenza ridotta”.

3. Le squadre composte da personale permanente possono comprendere, in sostituzione di una unitaʼ permanente, un volontario. Tale sostituzione non puoʼ riguardare il capo partenza e lʼautista. Nel caso di distaccamenti misti o temporanei, nei quali possono operare personale permanente e volontario, la composizione puoʼ variare ma, in ogni caso, non puoʼ prevedere meno di tre unitaʼ permanenti di cui un capo partenza con qualifica non inferiore a capo squadra ed un autista.

4. A supporto delle squadre di cui al comma 1, sono previste delle squadre attrezzate con mezzi per lʼeffettuazione di specifiche manovre necessarie allʼintervento, quali, a titolo esemplificativo, autoscale, autobotti, autogruʼ, composte da 2 operatori, di cui un autista, e, in caso di necessitaʼ, in sostituzione di una unitaʼ permanente, un volontario.

3. La sovraordinazione funzionale fra gli appartenenti ai ruoli di cui al comma 1 eʼ determinata come segue: sostituti direttori e ispettori antincendi, capi reparto e capi squadra, vigili del fuoco.» Questo qui sotto, invece, lʼarticolo che – se interpretato alla lettera – potrebbe rendere inoperative le sedi volontarie che, specialmente nelle ore diurne, non riescono a garantire la presenza di una squadra di almeno 5 unità e non abbiano il “qualificato” a bordo (vi sono, tra lʼaltro, distaccamenti dʼistituzione abbastanza recente che non hanno in organico neppure un CSV): Sezione III Dispositivo di soccorso Art. 66

Composizione e formazione delle squadre

1. Le squadre sono composte da personale permanente e nei distaccamenti volontari da personale volontario. Il numero delle squadre previste sul territorio provinciale viene definito dal comandante provinciale, sulla base delle direttive emanate dal Dipartimento e della tipologia della sede a cui le squadre appartengono.

2. Ai fini dello svolgimento dellʼattivitaʼ di soccorso, vengono individuate le seguenti tipologie di squadre, la cui composizione e ambiti di intervento, sono dettagliate con provvedimento del Dipartimento: a) squadra tipo attrezzata per lʼeffettuazione della generalitaʼ degli interventi di soccorso, composta da 5 unitaʼ, di cui un capo partenza con qualifica non inferiore a capo squadra ed

Intanto pare sia realtà la nuova (un'altra?) uniforme da lavoro (un po' più di giallo), indossata da un plotone di VVF alla Parata del 2 giugno a Roma (ne avevamo accennato sul n°6/2011 di VFV).

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IL BRIDINSINO AVRÀ UNA CASERMA DI VVF VOLONTARI La giunta comunale di Latiano ha destinato uno stabile e deliberato sulle opere necessarie per lʼadeguamento della struttura, stanziando quasi sessantamila euro. La sede permanente più vicina è quella di Francavilla Fontana che dista circa 15 km da Latiano. a cura della redazione

lʼAmministrazione Comunale di Latiano, già tre anni fa, aveva manifestato lʼinteresse ad ospitare nel proprio territorio una sede distaccata dei Vigili del Fuoco Volontari individuata presso lʼimmobile comunale sito in via Dalmazia, adiacente alla sede della Protezione Civile. Anche la municipalità di Erchie aveva espresso il proprio sostegno a favore dellʼIstituzione di un distaccamento di VVF Volontari presso il Comune di Latiano, approvando lo schema di Protocollo dʼIntesa tra il Comune di Erchie e il Comune di Latiano disciplinando i rapporti e gli impegni al fine di aumentare la sicurezza dei territori e dei cittadini. Che con nota prot. 2531 del 21/05/2011 il Ministero dellʼInterno –

L’

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Dipartimento dei vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile - esprimeva parere favorevole in merito al suddetto Distaccamento. Nella medesima nota il Ministero indicava gli impegni spettanti al Comune da disporre in apposita delibera; il Municipio provvedeva con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 40 del 03/10/2011 lʼAmministrazione Comunale si impegnava a mettere a disposizione dei Vigili del Fuoco a titolo di comodato gratuito lʼimmobile comunale sito in via Dalmazia, adiacente alla sede della Protezione Civile. Il “Comitato Cittadino VVF Volontari”, appoggiato pienamente dal sindaco Antonio De Giorgi, sta occupandosi di tutta la procedura necessaria a rendere operativo il presidio. Provvedere alla propria auto-protezione Il Comune di Latiano al fine di provvedere alla propria auto-protezione per le situazioni d emergenza, intende dotarsi di un distaccamento volontario di vigili del fuoco che


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potrà essere utilizzato anche al servizio dei comuni limitrofi. La sede del distaccamento è stata individuata nel fabbricato di via Dalmazia di proprietà comunale i cui locali saranno messi gratuitamente a disposizione dellʼinsediamento.

La scelta del luogo e dello stabile Nellʼindividuazione dellʼimmobile da destinare a Distaccamento volontario dei Vigili del Fuoco, si è tenuto conto del contesto in cui è inserita lʼopera. Nello specifico: si tratta di un immobile di proprietà comunale, sito in una zona periferica del comune, agevolmente collegato alle principali strade comunali e provinciali; parte del fabbricato è già destinato alla sede della Protezione Civile, pertanto risulta vantaggioso concentrare le sedi deputate alla protezione dei cittadini; il fabbricato presenta uno spazio antistante scoperto ideale per il parcheggio e la manovra dei mezzi.

DESCRIZIONE DELLʼIMMOBILE Lʼimmobile oggetto del progetto è collocato nel centro urbano a sud-ovest del paese, in una area identificata come zona “Smargiasso” compresa tra via Berlinguer e Via Dalmazia. Lʼunità immobiliare da destinare a distaccamento volontario, oggi utilizzata come consultorio familiare, fa parte di un complesso più ampio dove trova collocazione anche il Servizio del 118 del Comune. Si tratta di un fabbricato di un piano fuori terra circondato da un spazio scoperto. Lʼintero lotto è delimitato da recinzione ed è accessibile da via Dalmazia da ingresso comune con il Servizio del 118.

La zona risulta urbanizzata a livelli primario (strade, acqua, luce, etc.) e secondario (scuola materna, Servizio 118). Il servizio del 118 occupa una parte adiacente allʼinterno dello stesso fabbricato ed ha accesso e distribuzione funzionale interna indipendenti.

Il distaccamento sarà costituito da una sala polivalente, con annesso centralino, dalla quale si accede tramite disimpegno alla zona degli alloggiamenti dotati di servizi igienici divisi per sesso e al vano spogliatoio. I mezzi VVF troveranno ricovero in apposita autorimessa ricavata nello spazio a lato dellʼedificio, realizzata con struttura metallica e tamponamenti e copertura in lamiera coibentata. Il “Comitato Cittadino dei VVF Volontari di Latiano (BR) ONLUS” ha raccolto, in un fine settimana. 1.400 firme sulla “Adesione Popolare” volta ad ottenere l’apertura del presidio.

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Il Gino Nazionale L’IMPEGNO DEL PRESIDENTE DALL’A.N.VV.F.VV.

Da sempre si batte per lo sviluppo del volontariato pompieristico nel Paese, ha contribuito all’istituzione di almeno 100 nuovi distaccamenti di VVF volontari. Lo scorso anno ha speso 165 giornate in incontri istituzionali e nei primi tre mesi del 2012 è già andato in trasferta oltre cinquanta volte. a cura della redazione

Il Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana Gino Gronchi

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intitolazione della caserma di Barge al CSV Rossa (ne parliamo a pag.17) avvenuta allʼepifania, ma anche il convegno canavesano dellʼAssociazione Nazionale Alpini, e lʼincontro con lʼAss.Naz. Carabinieri del Basso Canavese (il 10 e il 13 dello stesso mese).

L’

Tra sensibilizzazione di senatori e onorevoli, lʼinstancabile presidente ha tempo per incontrare i “Giovani cattolici” ed affrontare il tema della protezione civile, nonché tener lezioni di sicurezza allʼUniversità della Terza età di Leinì (TO).

Siamo solo al ventun gennaio e Gronchi ha anche presenziato ad un convegno sulle politiche regionali e provinciali a Carisio, ed incontrato il Presidente della Camera dei deputati Gian Franco Fini.

Il 30 gennaio la presentazione del libro di Michele Vietti, vice presidente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) “La fatica dei giusti”. Nei giorni appena precedenti due convegni su “Aria pulita e mondo del lavoro” e “EU-ECOINNOVATION: From policy to action” a Torino. In febbraio la presentazione del libro “LʼItalia di Donat Cattin” alla presenza del sindaco di Torino Piero Fassino e diversi onorevoli. Lʼundici del mese, convegno sulla ProCiv a Moncalvo (AL) e riunione col sindaco per la possibile apertura di un distaccamento volontario VF.

Non mancano le trasferte presso la capitale e in Città del Vaticano: il 17 febbraio riunione ai “piani alti” del Ministero con tre prefetti per poi trascorrere il fine settimana in Santa sede. Concistoro ordinazione da parte del Papa di ventidue Cardinali – compreso il conpaesano Card. G. Bertello Presidente del Governatorato della Città del Vaticano – vari incontri e presentazioni – Presidente del Consiglio Mario Monti – Deputati e Senatori vari compreso On. Casini – On. Buttiglione – Presidente del Senato Sen. Schifani.

Il 23 Convegno organizzato dallʼANCI – Associazione Nazionale Comuni dʼItalia – Presente il Ministro Profumo – Sindaco di Torino – Presidente della Regione On. R. Cota – delle province del Piemonte ed alcuni della Lombardia, Liguria e Valle DʼAosta (Gronchi ne approfitta per consegnare una lettera al Ministro Profumo). Due giorni più tardi, organizzato dal Consigliere Regionale Alberto Goffi – Le battaglie Civili contro Equitalia – Presentazione e dibattito del suo libro “È qui LʼItalia” moderatore il giornalista del TG5 B. Gandolfo.

Il 25 febbraio un convegno a TORINO UNIVERSITAʼ PONTIFICIA SALESIANA: Convegno nazionale per una nuova legge elettorale “Rivoteremo con il Porcellum”- presenti On. Marco Calgaro – On. Guido Crosetto – On. Luciano violante

Al centro Gronchi col Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani. Sotto il presidente Gronchi al concistoro per l'ordinazione dei nuovi cardinali.

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“Ndrangheta” – Conoscere la Mafia serve per poterla emarginare.

A SAN MAURIZIO CANAVESE (TO), il 28 febbraio, incontro al distaccamento per le trasferte dei Vigili del Fuoco Volontari in Argentina relativo al gemellaggio con la cittadina General Cabrera e la visita ai vari distaccamenti volontari argentini fondati dai nostri emigranti fine 800 e inizio 1900.

Il tre marzo, a Rivarolo, Convegno e presentazione libro organizzato dallʼ Associazione Nazionale Paracadutisti DʼItalia nellʼ aula consigliare del comune del libro “Biografia di un soldato” lʼultimo di El Alamein presentato dallʼ autore figlio del comandante della folgore Gen. Lamusso – presenti gli ultimi 2 reduci.

Lunedì 5 marzo a Torino, Convegno organizzato dalle Compagnie delle Opere “Sussidarietà e ... Istruzione e Formazione professionale” – presente il Ministro dellʼ Istruzione e Università Francesco Profumo – il presidente della Regione On. R. Cota – Sindaco di Torino On. Fassino – Il Presidente della Sussidarietà delle C. D. O. Giorgio Vittadini. A seguire: Visita del Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano – presente alla manifestazione organizzata dal consiglio Supremo della Magistratura – On. Michele Vietti Vice presidente del CSM.

Il cavalier Gronchi col sindaco di Torino Fassino; Gino con l'onorevole Guido Crosetto Presidente Emerito della camera – presenti molte autorità politiche, civili, militari, religiose e molte associazioni.

Alla domenica Convegno organizzato dalla Regione Piemonte e dal distretto Lions 108 LA-I° “I giovani disabili e lo sport” – giusto un passaggio per poi filare ad Aosta per la Festa Regionale della Valle DʼAosta e del 66° anniversario dellʼautonomia Regionale – Festa e nomine dei 3 Chevalier e amici della vallee – questʼanno è stato nominato anche il giornalista Deaglio (marito del Ministro Fornero) – Gronchi ricevette lo stesso titolo 2 anni fa assieme a Mogol ed al Cardinale Stanislao Dziwisz già segretario personale del Papa giovanni Paolo II. Presenti tutti i sindaci della Valle – moltissimi distaccamenti volontari – Presidente della regione Sen. A. Rollandin – On. Nicco – Sen. Fosson – moltissimo pubblico.

La settimana successiva inizia subito con un Convegno organizzato dalla Magistratura e dallʼAssociazione Libera di Don Ciotti con Magistrato Gip Dott. G. Salerno – Il volto della

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Lʼotto marzo dal prefetto Di Pace; il nove a Cortemila, nel cuneese per incontro con delegazioni VVF. Domenica 11 a casa della Ministro Fornero (ne abbiamo scritto sullo scorso numero di VFV NdR). Nello stesso giorno a COLLEGNO (TO) : Convegno Nazionale sul Federalismo organizzato dal Presidente della Regione On. R. Cota – Presenti On. Umberto Bossi – On. R. Calderoli – Onorevoli e senatori della Lega – assessori regionali, provinciali e comunali di diverse Regioni.

Lunedì 12 marzo, al MATTINO : Riunione con il Capo Distaccamento di Fontainemore (Valle dʼAosta). In SERATA RIVOLI (TO) : Riunione con la sezione Provinciale di Torino. Presenti 40 distaccamenti su 43 delle Provincie (da quellʼincontro la protesta unitaria - di cui sʼè molto parlato – sul futuro del volontariato VVF in Piemonte ed il rischio di chiusura di alcuni presidi). «Sono certo che la fedeltà allʼAssociazione, lʼonestà nei rapporti con i nostri Vigili e il nostro prossimo, la CORTESIA nella vita di relazione, il SERVIZIO verso chi ha bisogno, alla luce del brano evangelico di Matteo .... dovrebbe dare più impulso al nostro Consiglio Nazionale e alle nostre Sezioni Provinciali. Abramo Lincoln già ai suoi tempi diceva che VOLER LAVORARE è un desiderio così raro che andrebbe incoraggiato – Io aggiungo, occorre il coraggio della verità; la POLITICA non è mai stata la vittoria dei FURBI. I furbi al massimo, riescono a vincere qualche TAPPA ma non arrivano mai al TRAGUARDO. Ma soprattutto vi dico che nellʼattuale società caratterizzata dalla prepotenza, dalla millanteria e dalla corsa allʼAPPARIRE, non dovete temere di scegliere unʼesistenza SOBRIA. Concludo dicendo RICORDARE il PASSATO per costruire il FUTURO»

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CARTE, PIÙ SICUREZZA

La sezione catanese dellʼANVVFV ha organizzato un convegno sul nuovo regolamento di prevenzione incendi. a cura della redazione.

nistrativi sono ora diversificati sulla base della complessità del rischio. Inoltre, è stata snellita la documentazione tecnica richiesta e sono stati eliminati gli adempimenti ridondanti, determinando un risparmio stimato pari circa al 46% dei costi. Le nuove semplificazioni sono state realizzate nellʼambito dellʼattuazione del taglia-oneri e del “Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012”, in vista dellʼobiettivo di ridurre, di almeno il 25%, gli oneri burocratici a carico di cittadini e imprese. La nuova disciplina è stata predisposta con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali e delle amministrazioni interessate. “Meno Carte, più sicurezza” è anche il titolo del vademecum – edito dal Mininterno Dip. dei VVF - presenta le principali novità e le istruzioni per lʼuso della nuova procedura.

a sezione Provinciale di Catania dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari, collaborando con il Comando Provinciale VVF e il Comune di Maletto, ha organizzato un convegno dal titolo: “Meno Carte più Sicurezza” traendo spunto dalla campagna nazionale di presentazione del nuovo Regolamento di prevenzione incendi emanato con il DPR 151/2011. Erano presenti, oltre ai rappresentanti delle istituzioni del territorio, i tecnici liberi professionisti e i pubblici dipendenti impegnati negli sportelli unici per le attività produttive. Lʼampia e dettagliata relazione dellʼIng. Maurizio Lucia, Comandante provinciale VVF di Catania, è stata preceduta da un breve saluto del Sindaco e dallʼintroduzione del geom. Giuseppe Parrinello, funzionario volontario del CNVVF, capo del distaccamento di Maletto. In conclusione si sono susseguiti una serie di quesiti rivolti allʼIng. Lucia da parte degli astanti, volti al chiarimento delle problematiche connesse alle novità del DPR 151/2011 e riscontrate nei rispettivi ambiti lavorativi.

L

La semplificazione per le procedure di prevenzione incendi è entrata in vigore il 7 ottobre 2011. Per la prima volta in Italia, è stato concretamente adottato il principio di proporzionalità: gli adempimenti ammi-

Il vademecum è scaricabile da questo link: http://www.acca.it/Biblus-net/getdownload.asp?file= OpereEdili/Vademecum_VVF.pdf

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INTERVISTE

DELLAI

SU

VVF

ROVESCIARE

LA BUSSOLA,

PRATICANDO LA STRADA DEL VOLONTARIATO Nella splendida cornice di Castel Thun (Trentino, Val di Non) dove stava svolgendosi un seminario sugli incendi negli edifici di pregio storico/artistico - il nostro direttore ha incontrato il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, e ha posto lui alcune domande sul soccorso tecnico urgente in Italia. a cura della redazione

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INTERVISTE ci vorrà per cambiar sistema, mutare la mentalità? «Bisogna arrivare allʼobbligo di un Corpo di Vigili del Fuoco Volontari per ogni comune – comʼè qui da noi in trentino – certo ci vorranno 10/20 anni; non si cambia dalla sera alla mattina, ma mai si parte mai i si arriva. I VVF volontari italiani dovranno dipendere dal proprio sindaco, ovviamente in sinergia con le regioni, ecco perché auspico un Corpo Regionale di Vigili.»

Presidente, quale “Regione” di turno come ente capofila in materia di Protezione Civile – prima di passar il testimone - cercherete di esportare, nel resto dʼItalia, il vostro sistema basato sui pompieri volontari del sindaco? «Il nostro mandato sarebbe scaduto a maggio, ma è stato prorogato per via del sisma in Emilia. Si tratta di un coordinamento di tipo operativo, non abbiamo “poteri” in merito alle riforme. Il punto vero è che noi sentiamo forte lʼesigenza di proporre un cambiamento di tipo complessivo. Protezione Civile e Vigili del Fuoco si diano un obiettivo ambizioso (ci sentiamo di dare il nostro contributo) a favore del Paese.»

Quindi – pur se i compiti assegnati alla vostra ProCiv sono altri – mi pare di capire che non vi tirerete indietro, da cosa partirebbe? «Occorre innanzitutto una proposta organica, in maniera da misurarsi su un testo, ma alla base deve restare il “Sistema delle Regioni”. La Protezione Civile è un sistema; la Protezione Civile è sussidiarietà* : bisogna riassegnare “centralità” alle regioni. Quindi io vedo bene un Corpo dei Vigili del Fuoco regionalizzato. La ProCiv è il centro di propulsione del volontariato organizzato su base territoriale. Non può esistere un volontariato che dipende da “Roma”, sarebbe il contrario del sistema europeo di protezione civile.» Presidente, un poʼ il progetto di Giuseppe Zamberletti, ma sono già passati 40 anni; certo abbiamo i gruppi comunali di ProCiv. Quanto tempo

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Perché addirittura 1 caserma per paese, per garantire tempi di risposta più rapidi? «I corpi comunali garantiscono la prevenzione perché conoscono e vivono il territorio ma, prima di tutto, le caserme dei VVF volontari sono centri dʼaggregazione validi anche per la “prevenzione sociale”.

Eʼ grazie alla capacità di conoscenza del territorio che si possono risolvere piccole e grandi emergenze. La Protezione Civile che arriva da Roma e ti salva è solo “Talk Show”!»

Ma cʼè che ci vorrebbe come un esercito di badilanti… «I vigili del fuoco volontari non sono gli sguatteri di quelli permanenti, sia chiaro. Certo poi dovrà essere un volontariato gratuito, non un volontariato mascherato. Occorre un quadro giuridico che ridia dignità ai VVF volontari, quelli permanenti rimarrebbero come un élite, un corpo specialistico non in conflitto con quelli comunali. Io sono orgoglioso dei miei volontari (6.000 + 1.200 allievi) ma altrettanto fiero del mio Corpo Permanente di Trento (120 uomini), guai se non ci fossero. Mi creda, non tutti i “permanenti” sono prigionieri del corporativismo; organizzati come da noi potrebbero dare il meglio di sé (dei corpi scelti allʼinterno del grande esercito dei VVF volontari), è un sistema.» Quali sono i primi passi da muovere per arrivare ad una riforma? «Nessuna riforma si faʼ con un decreto ovviamente; si potrebbe iniziare con una sperimentazione in una regione “capofila”, il Trentino potrebbe mettere a disposizione il proprio background. Per lavorare a questo disegno occorre una volontà politica forte capace di stoppare le “spinte corporative”, vincere le paure. Sa che non so mica se tutti i sindaci ita-

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INTERVISTE liani sono dʼaccordo…ma la strategia è questa.»

Come le dicevo, in Italia i sindaci hanno già i Gruppi Comunali di Protezione Civile, un poʼ un succedaneo dei pompieri comunali che chiedeva Zamberletti. «Il sindaco è Autorità di Protezione Civile sul territorio comunale, il Corpo VVFV deve essere lʼorgano tecnico di ProCiv del sindaco. Eʼ assurdo che il primo cittadino debba chiamare il prefetto e chiedere: “Per favore mi mette a disposizione i pompieri?”. »

E della recente riforma della ProCiv, anche per via del patto di stabilità, che ne dice? Eʼ un sistema che contrastiamo al 100%, è una riforma che non volevamo (neppure come ANCI). Il sistema, quando cʼè una calamità, devʼessere snello; certo non bisogna cadere (come accaduto) nellʼerrore opposto: la ProCiv ad occuparsi di “cose” che niente hanno a che fare con lʼassistenza alle popolazioni, e “dichiarazioni dʼemergenza” che durano 30/40 anni. E del passaggio dei Canadair dal DPC al Dipartimento dei VVF che mi dice? «Sono solo questioni interne che lasciano il tempo che

trovano (fan quasi sorridere) – poi conclude - Ciò che manca è una VISIONE della Protezione Civile, è il risvolto dʼuna idea di Paese (cartina al tornasole).

Da questa crisi deve nascere un moto di proposta, non si può sottovalutare la “Società Civile Organizzata”. Non si può credere che qualità ed efficienza nel soccorso possano venir garantite solo da una struttura “pubblica”. Per noi in Trentino i nostri Vigili del Fuoco Volontari sono “Ente Pubblico”; il comandante del Corpo comunale dei pompieri è il braccio del sindaco. Concludo dicendo che solo praticando la strada del volontariato organizzato è possibile rovesciare la bussola.»

(*) sussidiarietà ‹sus·si·dia·rie·tà› s.f. ~ Principio secondo cui, tra i vari agenti che possono intervenire per dare una risposta ai bisogni individuali e collettivi, è più efficace lʼente di livello inferiore perché più vicino alle necessità da soddisfare; lʼente di livello superiore, pertanto, può intervenire solamente per aiutare quello di livello inferiore. La sussidiarietà può essere di tipo orizzontale (distribuita tra enti pubblici e organizzazioni private, non profit e profit) oppure di tipo verticale (distribuita tra i diversi enti pubblici, Stato, Regioni, Province e Comuni). [da Il Devoto Oli]

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Dedicato a Giacomo Rossa il distaccamento volontario di Barge a cura di Claudio Rossa Giacomo Sergio ROSSA

Nato nel 1925, entra nel Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari nel 1951 a fianco di Domenico Riviera, Cesare Baile, Ernesto Agù e Michele Cedrone, quando il Distaccamento disponeva di una vecchia pompa a mano trainata dai cavalli che funzionava dal 1931, anno in cui venne fondata la prima squadra di vigili comunali di cui si conservano le foto storiche.

Nel 1961 quando cessa lʼattività dellʼallora Caposquadra Riviera, Rossa viene nominato Capo Distaccamento per la sua disponibilità, dinamicità ed “insistenza” a tutti i livelli per ottenere attrezzature, mezzi e sede adeguati. Dal 1962 al 1971 il Distaccamento di Barge cambia faccia, si passa dal mezzo “Autocarretta SPA” ad una Campagnola a cui si aggiunge prima un furgone Romeo e quindi un Leoncino Autopompa, il primo mezzo con una riserva dʼacqua da portare direttamente sugli incendi.

Barge, in provincia di Cuneo, si è svolta una solenne cerimonia per intitolare il locale distaccamento volontario alla memoria del Capo Squadra Volontario Giacomo Sergio Rossa, a seguito di apposito decreto del Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, prefetto Francesco Paolo Tronca. Cav. Giacomo Sergio Rossa (1925-1988), vigile del fuoco volontario dal 1951, ha svolto la mansione di Capo Distaccamento Volontario di Barge per oltre ventʼanni (dal 1961 al 1982) riscuotendo unanimi riconoscimenti e apprezzamenti in tutti gli ambienti. Alla cerimonia dʼintitolazione hanno preso parte, tra gli altri, il Comandante Provinciale, Ermanno Andriotto, il presidente dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari Gino Gronchi. Cʼerano inoltre, il deputato on. Teresio Delfino, il sindaco di Barge accompagnato dai sindaci del comprensorio (Bagnolo P.te, Paesana, Envie) e tutti i capi distaccamento dei vigili del fuoco volontari della provincia di Cuneo. Il programma della manifestazione ha previsto, oltre alla celebrazione della messa presso il duomo della città, un breve saluto delle autorità intervenute e il taglio del nastro con la benedizione della sede e dei mezzi di soccorso.

A

Considerato che la sede di Viale Mazzini non era più sufficiente, il Capo Distaccamento Rossa convince in quegli anni un albergatore locale a costruire, in Via Monte Media, un fabbricato da adibire a nuova sede per la Caserma dei Vigili del Fuoco di Barge. Volontari che nel frattempo erano aumentati numericamente e ringiovaniti con lʼingresso di valide persone i cui figli continuano ancora ora la tradizione di famiglia con prestigiosi incarichi.

Quando nel 1982, dopo oltre 30 anni di attivo servizio per il quale aveva anche frequentato due corsi alla Scuola Centrale delle Capannelle a Roma, lo raggiunse il fatidico comunicato del Comando Provinciale di Cuneo con la frase “La S.V. ha raggiunto i limiti di età per la cancellazione dai quadri del personale volontario.... “ Sergio Rossa rimase con lʼamaro in bocca ma conservò la gratitudine di tutta la comunità che in tutti quegli anni aveva apprezzato la sua opera di volontario sempre in prima linea.

Fu nominato Cavaliere della Repubblica Italiana con Decreto del Presidente Pertini il 2 Giugno 1983 a giusto riconoscimento per aver contribuito a formare e sviluppare un gruppo di volontari attivi e finalmente dotati di mezzi e attrezzature idonee che ancora oggi continuano ad essere un esempio da seguire nel futuro. Muore nel febbraio 1988 a 62 anni e la dimostrazione tributatagli alle sue esequie rimane nella memoria di tutti quelli che lo hanno conosciuto.

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dalle scale al secondo piano.

Mentre i muri perimetrali sono in muratura tutte le strutture interne, solai, pavimenti, tetto, porte, pareti, sono in legno. I pavimenti erano stati coperti più volte con strati di cera a base di petrolio.

Nellʼala Nord della scuola, quella maggiormente coinvolta, non ci sono campanelli di allarme; sono solo nellʼala Sud. Ci sono quattro estintori nellʼala Nord ma sono posizionati a più di 2 metri da terra (7 piedi), irraggiungibili per tutti i ragazzi e per quasi tutti gli adulti.

INCENDIO SCUOLA

Ns. SIGNORA DEGLI ANGELI (Our Lady Of Angels)

CHICAGO - 1° Dicembre 1958 – una banale puzza di bruciato; lʼincendio vero e proprio, in un locale caldaia, scoperto solo più tardi. Lʼallarme ai vigili del fuoco lanciato dopo 17 minuti; finestre ed estintori irraggiungibili, soffitti crollati. Solai, pavimenti, pareti e scale erano in legno. Morirono 92 bambini e tre suore insegnanti. a cura di Gian Carlo Moreschi *

Lʼedificio Nostra Signora degli Angeli è una scuola elementare e media Cattolica che ospita circa 1600 ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 8 e i 16 anni. Quasi tutti gli studenti sono figli di immigrati italiani e polacchi. La struttura fu costruita nel 1910 e ristrutturata più volte negli anni.

La scuola era in regola con le norme antincendio del tempo ma che si rivelarono comunque inefficaci. Cʼera un solo percorso di esodo antincendio, non cʼera un impianto di spegnimento automatico, non cʼera un sistema di rilevazione e allarme incendio, non vi era un collegamento dʼallarme diretto con i Vigili del Fuoco, non cʼerano scale resistenti al fuoco né porte tagliafuoco

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Lʼunica via di fuga antincendio è in un punto estremo dellʼala Nord. Per raggiungerlo bisogna percorrere tutto il corridoio pieno di fumo e gas caldi oltre che soffocanti.

Con i piani alti quasi 4 metri (12 piedi), le finestre del secondo piano si trovano a quasi 8 metri (25 piedi) dal suolo. Unʼaltezza che scoraggiava a saltare. Cʼerano tutte le condizioni per una tragedia.

Lʼincendio – le prime fasi Lʼincendio iniziò nei fondi indicativamente tra le 14 e le 14.20 di una fredda giornata di Dicembre; poco prima che finissero le lezioni, cosa prevista per le 15. Le fiamme si svilupparono da un bidone di rifiuti di carta posto ai piedi della scala Nord Est.

Il quel momento, il numero di studenti presenti variava, stimati in difetto, tra i 1200 e i 1300; 569 nellʼala Nord, di cui 329 al secondo piano.

Il fuoco si sviluppò, senza essere individuato, per un tempo compreso tra i 15ʼ e 30ʼ, riempiendo tutto il vano scala di fumi e gas caldissimi. Per il caldo intenso i vetri di una finestra ai piedi della scalinata si ruppero facendo aumentare la disponibilità di ossigeno.

La scala in legno si incendiò rapidamente anche per lʼ“effetto camino”.

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La porta di accesso al primo piano era una pesante porta in legno che fermò la propagazione al primo piano. Ma al secondo livello non vi erano porte o altro con caratteristiche tali da fermare il fuoco, il fumo, il calore. Il fumo e i gas caldi poterono propagarsi a piacere in tutto il secondo piano. Il fuoco coinvolse tutta la scala e il calore, attraverso un condotto esistente, raggiunse il sottotetto. Qui la temperatura aumentò rapida- mente sino a raggiungere la temperatura di accensione.

Con una sequenza drammaticamente coordinata a realizzare il maggior danno possibile, il fuoco si propaga sopra le aule attraverso la soffitta. La scoperta dellʼincendio Alle 14.25, due studenti della classe 206, incaricati di

svuotare i cestini della carta straccia nel locale inceneritore riferirono odore di fumo allʼinsegnante. Questa fece sedere i suoi studenti, avvisò lʼinsegnante della classe 207 e corse al piano inferiore per avvisare il preside e avere istruzioni.

Il preside non era in ufficio in quanto stava sostituendo una insegnante malata e non venne cercato. Tornata nella sua classe, insieme allʼinsegnante della 207 decisero autonomamente di abbandonare lʼedificio con le loro classi, agevolate in questo dalla vicinanza della scala antincendio. Non avvisarono le altre colleghe coi rispettivi alunni.

Nel frattempo, il bidello della scuola rientrò dopo un sopralluogo in altre proprietà della scuola distanti alcuni isolati

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Vide il fumo e corse nel locale caldaia, vicino alla scala dove si stava sviluppando lʼincendio. Resosi conto della situazione fece telefonare da una custode ai Vigili del Fuoco. Fu la prima chiamata di soccorsi. effettuata alle 14.42, con notevole ritardo sugli eventi. Anche un automobilista, passando, si accorse del fumo che fuoriusciva. Si fermò, cercò un allarme stradale per incendio che non trovò.

Entrò in un negozio per telefonare ma non vi era un telefono pubblico disponibile. La proprietaria del negozio uscì ma non vide segni anomali provenire dalle finestre scuola della scuola. Corse in negozio e chiamò i Vigili del Fuoco dal suo telefono privato. Tornata indietro, ormai, i ragazzi chiedevano aiuto dalle finestre. La propagazione dellʼincendio nelle aule Allʼinterno della scuola, nel frattempo - nel momento in cui studenti ed insegnanti, ancora dentro al secondo piano dellʼala Nord, si accorsero delle fiamme – lʼunica via di fuga, il corridoio centrale, era ormai impraticabile.

Per i 329 studenti e 5 suore insegnanti, le sole due possibilità di salvezza erano il lanciarsi dalle finestre da unʼaltezza di circa 8 metri o pregare nellʼarrivo dei soccorsi prima che fosse troppo tardi.

Alcune suore, consapevoli della situazione con poca possibilità di salvezza, invitarono gli studenti a pregare. Lo fecero sino a che il fumo, il calore e le fiamme non li costrinsero alle finestre, ma i vigili del fuoco non erano ancora arrivati.

La fuga dallʼincendio e i soccorsi Appena venne dato lʼallarme, nella scuola si evacuò con rapidità lʼala Sud, nonostante una porta aperta fece arrivare fumo al secondo piano, e nel primo piano dellʼala Nord.

Ci furono studenti che lasciarono lʼala Sud strisciando sino alla scalinata e altri che furono soccorsi dai Vigili del Fuoco con scale. Nel secondo piano dellʼala Nord la situazione era ormai compromessa.

Gli studenti cercarono scampo dalle finestre. Alcuni saltarono, altri caddero e altri ancora furono spinti.

I vigili del fuoco arrivarono e iniziarono a soccorrere gli studenti alle finestre del secondo piano ma le condizioni, ormai infernali in alcune aule, erano diventate insopportabili. I ragazzi inciampavano, strisciavano, si aggrappavano e lottavano per ottenere spazio alla finestra per provare a respirare e scappare.

Alcuni morirono cadendo ma i più rimasero feriti. I bambini più piccoli rimasero intrappolati alle spalle dei più grandi che erano ammassati alle finestre. Molti dei piccoli che riuscirono a raggiungere la finestra, riuscendo a scavalcare il davanzale alto un metro, furono tirati dentro da altri che cer-

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cavano la loro salvezza. Impotenti, i Vigili del Fuoco guardavano con orrore i bambini restati, terrorizzati, affacciarsi da finestre di aule completamente in fiamme e che rimanevano uccisi rapidamente.

La prima squadra di Vigili del Fuoco arrivò in meno di quattro minuti dalla chiamata ma lʼincendio si era sviluppato incontrollato per 30ʼ e ormai era totalmente incontrastabile. Ci fu anche un errore perché i Vigili del Fuoco furono prima indirizzati alla canonica (rectory) e ciò ritardò di vitale tempo il posizionamento dei mezzi e lo stendimento delle manichette, dopo aver capito qual e fosse la vera zona colpita dallʼincendio.

Le finestre a Sud dellʼala Nord affacciano su un piccolo cortile (courtyard) delimitato dalla scuola su tre lati e, sul quarto lato, chiuso da una recinzione alta circa due metri e mezzo (8 piedi).

Il cancello era chiuso e I Vigili del Fuoco, per raggiungere gli studenti che si affacciavano alla finestre a Sud dovettero prima forzare il cancello. Per fare ciò persero uno o due preziosissimi minuti.

A causa del lungo tempo trascorso tra scoperta dellʼin-

cendio e chiamata dei soccorsi causò un forte ritardo allʼarrivo dei Vigili del fuoco.

Nonostante ciò riuscirono a portare in salvo più di 160 bambini. Molti di quelli portati fuori morirono quel giorno stesso. Alcuni morirono semplicemente per non aver avuto il tempo di gettarsi.

Alcuni dei corpi recuperati erano così malridotti da non rimanere composti quando venivano sollevati.

La capacità di risposta dei Vigili del Fuoco. Alla prima chiamata fu inviata la risposta standard composta di una autopompa (engine), una autoscala (ladder), una squadra di salvataggio (rescue squad) e un ufficiale. Per le ripetute chiamate che giungevano e per lʼattivazione di due allarmi incendio stradali in posizioni contrapposte, alle 14.44, vennero subito inviati rinforzi: due autoscale, quattro autopompe, due ufficiali superiori.

Trovando bambini che saltavano dalle finestre furono chiamati ulteriori rinforzi. Furono inviate dieci ambulanze del Fire Department. A ulteriori richieste furono inviati: due autoscale, due ulteriore squadre di salvataggio. Complessivamente, per tutto lʼintervento: ventidue autopompe, sette autoscale, cinque squadre di salvataggio,

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una pattuglia di vigilanza antincendio, due piattaforme antincendio, tre sistemi di alta pressione, dieci ambulanze, sette ufficiali e due commissari. La polizia partecipò con settanta uomini.

I soccorsi prestati dai civili Prima dellʼarrivo dei Vigili del Fuoco già alcuni bambini stavano gettandosi dalle finestre. Lʼassistente bidello, con lʼaiuto di un sacerdote, impiegò due scale da un garage vicino e le posizionarono sul muro in prossimità dellʼaula 208. Troppo corte per raggiungere le finestre ma 25 ragazzi riuscirono a raggiungerle calandosi dai davanzali.

Dallʼesterno in molti si precipitarono allʼinterno dellʼala Sud per salvare gli studenti bloccati dal fumo al secondo piano.Ci fu chi controllò la completa evacuazione, chi prese i bambini in braccio per portarli allʼesterno e chi li guidò fuori.

Queste azioni e quelle delle insegnati avvennero prima dellʼarrivo dei Vigili del Fuoco. Le prioritarie azioni compiute da Vigili del Fuoco furono mirate al salvataggio degli studenti che si lanciavano dalle finestre. La prima squadra arrivata (Engine 85) fece quello che cinque uomini potevano fare, anche dividendosi per aiutare più persone. Ci fu anche un attacco allʼincendio con getti dʼacqua. Ci furono molti eroici tentativi di salvataggio, non sempre con esito positivo. Lʼincendio della scuola Nostra Signora degli Angeli portò alla morte di 87 bambini e 3 suore il 1° Dicembre 1958. 3 bambini gravemente feriti morirono entro Natale. Altri 2 bambini morirono successivamente, lʼultimo il 9 Agosto 1959. Complessivamente 92 bambini e 3 suore perirono nellʼincendio.

Verifiche di idoneità antincendio La scuola di Ns. Signora degli Angeli aveva superato positivamente un controllo da parte del Fire Department poche settimane prima dellʼincendio. Questo perché le normative in vigore permettevano un rispetto limitato, in materia di sicurezza antincendio, per le scuole già esistenti rispetto a quelle di nuova costruzione. Questa clausola di “salvaguardia” fu eliminata successivamente. Per i ragazzi dellʼOur Lady of Angels sarebbe stato meglio farlo prima. Le vittime Di 92 studenti morti: di anni 8: 2 (1 maschio e 1 femmina) di anni 9: 22 (13 maschi e 9 femmine)

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Non ci fu una prova forte per poterlo accusare. Né lui né altri furono mai perseguiti. Questa persona morì nel 2004. Non esiste una causa determinata ufficialmente.

Video: I video trovati sul web sono montaggi di foto e brevi filmati impiegati come tributi alla tragedia per il Cinquantenario nel Dicembre 2008. Uno di questi fornisce anche una ricostruzione con scritte in inglese. Considerazioni: Un incendio dove ci si rende conto che la salvezza delle persone era veramente questione di secondi a disposizione per decidere se gettarsi dalla finestra o di beneficiare dellʼarrivo dei Vigili del Fuoco o di altri soccorritori. Anche una sola delle odierne prescrizioni di sicurezza avrebbe fortemente limitato la gravità di un incendio come questo e che anche un solo “se” (alcuni assolutamente casuali, ma altri frutto di una corretta valutazione del rischio incendio) si fosse realizzato, molti dei bambini che non ce la fecero si sarebbero salvati.

In corsivo alcuni riferimenti a esperienze dirette dellʼautore

di anni 10: 26 (14 maschi e 12 femmine) di anni 11: 6 (3 maschi e 3 femmine) di anni 12: 13 (12 maschi e 1 femmina) di anni 13: 18 (10 maschi e 8 femmine) di anni 14: 4 (2 maschi e 2 femmine) di anni 15: 1 (1 maschio) Le insegnanti (suore): 3 di 44, 43 e 27 anni.

La causa La causa non è stata mai ufficialmente determinata ma fu ben definito il punto dʼorigine delle fiamme. Più tardi, un ragazzo di 10 anni, di una classe quinta e dellʼaula 206, confessò di avere appiccato le fiamme, per poi ritrattare. Più spaventato di confessare la cosa alla madre e al patrigno che alla polizia.

Questo ragazzo, alle 14, era stato autorizzato ad andare in bagno e si era assentato dalla classe. Successivamente allʼincendio furono trovati alcuni fiammiferi bruciati nellʼarea della sacrestia, non colpita dallʼincendio. Il ragazzo confessò anche altri incendi precedentemente appiccati in edifici residenziali. Nella sua confessione alla macchina della verità, rivelò alcuni particolari che non erano stati resi pubblici e che, quindi, non avrebbe potuto conoscere.

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Ventilazione dei vani scala Se non fosse stato inverno, la finestra in cima alla scala dove si è sviluppato lʼincendio, sarebbe stata forse apert

a e il fumo, uscendo, visto da qualcuno, avrebbe anticipato lʼallarme. Se il vano scala fosse dotato di una ventilazione diretta verso lʼesterno si avrebbero avuti due utili effetti:

1. lʼuscita allʼesterno di fumo e calore generato dal principio di incendio senza convogliarlo nel sottotetto;

2. avrebbe consentito a qualunque passante dallʼesterno di poter fornire un precoce allarme.

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Deposito di materiali combustibili nella scala Se non ci fosse stato quel bidone in quel punto gli effetti sarebbero stati totalmente diversi. Si pensi soltanto che se fosse andato a buon fine il tentativo di dare fuoco alla sacrestia, vista la posizione della stessa, probabilmente non ci sarebbe stato un così alto numero di vittime.

La produzione di rifiuti di carta in una scuola è tanto maggiore in relazione alla minore età degli studenti. In una scuola materna, con tutta lʼattività di disegno libero che viene svolta, la produzione è elevatissima. Ho avuto modo di verificare di come, per comodità dei bidelli, i sacchi pieni di carta vengono lasciati nelle scale in prossimità dellʼingresso, per essere gettati alla fine della

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giornata uscendo. Una qualsiasi sigaretta gettata da un genitore disattento prima di entrare a prendere i figli potrebbe facilmente generare un incendio. Reazione al fuoco di materiali. Se i controsoffitti installati non fossero stati facilmente combustibili non avremmo avuto un così rapido flashover allʼinterno delle aule.

Se il pavimento non avesse avuto trattamenti con cere a base di petrolio avrebbe preso fuoco con minore facilità e avrebbe potuto consentire la fruibilità del corridoio.

Resistenza al fuoco delle strutture Se il tetto avesse avuto una resistenza al fuoco adeguata non sarebbe crollato addosso ai tanti che cercavano scampo dalle finestre.

Se le pareti fossero state in muratura anziché in legno, avrebbero contenuto lʼincendio anziché alimentarlo.

Sistemi di allarme Se ci fosse stato un sistema di allarme con pulsanti di attivazione distribuiti (anche non necessariamente collegato ad un sistema di rilevazione incendi non indispensabile condiviso in tutta la scuola) anche nel secondo piano dellʼala Nord avrebbero forse avuto il tempo di attraversare il corridoio, oppure maggior tempo per raggiungere le finestre e gettarsi. Procedure di evacuazione Se fossero esistite consolidate procedure di evacuazione lʼinsegnante che ebbe la prima notizia “dellʼodore di fumo” non sarebbe scesa a chiedere al preside di evacuare, lo avrebbe deciso lei stessa. Se la stessa insegnante non si fosse limitata ad avvisare una sola altra classe e a fare evacuare questʼultima oltre alla sua, ma si fosse preoccupata di informare tutti gli altri - magari con un sistema di allarme che non cʼera - tutti avrebbero avuto più tempo a disposizione. Se il preside fosse stato al suo posto avrebbe deciso lʼevacuazione in anticipo e avrebbe chiamato i soccorsi in anticipo.

Soprattutto in questa epoca di plessi scolastici sottoposti ad una unica direzione didattica, è insensato che lʼordine di evacuazione da un edificio scolastico debba essere dato da una sola persona che, magari, si trova a qualche chilometro di distanza, in un altro edificio scolastico, che non necessariamente è immediatamente rintracciabile e attraverso una linea telefonica comune che può risultare occupata per lʼordinaria attività scolastica.

Composizione delle classi Se le classi non fossero state composte da numeri rilevanti, tra i 40 e i 64 presenti per aula, la possibilità di “defluire” sarebbe stata più agevole. Si può immaginare un vero imbottigliamento di questi ragazzi alle finestre dove ci si accapigliava per guadagnare il davanzale. Organizzazione scolastica Se fosse stato valutato che, per una migliore e più efficace evacuazione, sempre che fosse possibile farlo, si fosse optato per tenere al piano più alto i ragazzi più grandi tenendo i più piccoli al primo piano, ci sarebbe stata più predisposizione e consapevolezza a gettarsi dalla finestra. Questa valutazione anche in relazione alla maggior incidenza di vittime nelle classi dei ragazzi più giovani (aule 210 e 212). Tempistica nella chiamata dei soccorsi Se lʼinsegnante che aveva cercato il preside si fosse preoccupata anche di chiamare o fare chiamare i Vigili del Fuoco da chiunque fosse presente nei locali ai piani inferiori...

Se ci fosse stato un box Fire Alarm nelle vicinanze della scuola in punto visibile allʼautomobilista che vide lʼincendio...

Se la proprietaria del negozio avesse chiamato subito i soccorsi dal suo telefono privato senza avere necessità di verificare lei stessa lʼincendio...i soccorsi sarebbero arrivati prima e ci sarebbero state più scale a disposizione degli studenti per scappare. Individuazione, da parte VF, dellʼincendio

Se i Vigili del Fuoco non avessero sbagliato localizzazione dellʼincendio impegnandosi sulla canonica (rectory) anziché sulla scuola, non si sarebbero persi minuti preziosi.

Le valutazioni fatte confermano quello che spesso ci diciamo, ovvero che non è un solo errore o una sola mancanza a portare ad un evento grave ma la contemporanea “azione” di molte manchevolezze. Fonti:siti web:http://www.wikipedia.org; http://www.olafire.comreport NFPA

(*) S.D.A.C. (Sostituto Direttore Antincendi Capo) Comando Prov.le VV.F. di Genova

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Una folla di genitori, parenti, abitanti del quartiere, curiosi aspetta e osserva le operazioni di spegnimento

Il Vigile del Fuoco Richard Scheidt porta allʼesterno il corpo senza vita di John Jajkowskidi 10 anni che si trovava nellʼaula 212. Questa foto, pubblicata dalla rivista LIFE, divenne il simbolo di questa tragedia.

Il fumo esce dalle finestre delle scale e dellʼaula 211 dove morirono 24 persone

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Gli investigatori nellʼaula 208 Lʼaula 208 era la più vicina alla scala origine dellʼincendio Il

Nonostante lʼimpiego in forze dei VVF, anche con uno snorkel, i ragazzi non si affacciano più alle finestre perché già morti.

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Alcuni investigatori verificano la rampa della scala da dove, a causa di bidone per la carta straccia da cui si sono sviluppate le prime fiamme, si 猫 sviluppato l始incendio

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svolgimento della festa. La festa vuole essere un ringraziamento agli pompieri, che svolgono ogni giorno il loro servizio.

Molte delegazioni sono arrivate da diversi paesi, come gli USA, Russia, Italia, Germania e altri paesi europei.

I vigili del fuoco – ognuno di noi li conosce e li ama. Sempre pronti allʼazione, essi contribuiscono a rendere più sicura la nostra vita.. In Svizzera e in Europa i vigili del fuoco svolgono la loro attività con discrezione e raramente fanno notizia.

IL

PRIMO RADUNO D’UNA SERIE

“CODE 3800”

Circa 25ʼ000 persone hanno partecipato - nel terzo fine settimana di maggio - ad Interlaken (BE) alla prima festa internazionale dei vigili del fuoco, denominata “Code 3800”. La manifestazione si è chiusa con una grande parata. DallʼItalia hanno partecipato una delegazione mista dal Comasco ed una di VVF volontari dalla Provincia Autonoma di Trento.

irca 10ʼ000 curiosi hanno assistito a una simulazione di incendio boschivo: è stato mostrato come i pompieri affrontano le fiamme. Hanno partecipato anche diversi elicotteri e pure lʼesercito svizzero. Lʼaerodromo di Interlaken ha da parte sua accolto unʼesposizione di veicoli con vecchi e nuovi strumenti di intervento. Il nome dellʼevento - “Code “3800” che ha il sostegno anche dallʼente del Turismo di Interlaken, viene dal numero di avviamento postale di Interlaken. Alla manifestazione hanno partecipato pompieri di diversi paesi europei, degli Usa e della Cina. La festa è sotto il patronato della federazione svizzera dei pompieri. Il direttore della federazione si dice molto sodisfatto dello

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Between heaven and hell – tra il cielo e lʻinferno. Con queste parole descriviamo la linea sottile che spesso i vigili del fuoco devono percorrere durante i loro interventi. Ma in futuro il cielo sarà molto più vicino se ora un sogno, per lungo tempo agognato, è diventato finalmente realtà: la possibilità di organizzare la prima grande festa a livello nazionale e internazionale. Il nuovo grande evento nel centro di Interlaken, ha visto come protagonisti i vigili del fuoco e il loro prezioso lavoro. Una miscela emozionante di esperienze, presentazioni e scambio dʻidee. Unʼoccasione per divertirsi, passare delle ore liete e incontrare colleghi ed amici nella cornice più


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bella. Ogni anno in primavera Interlaken diventerà la Mecca dei vigili del fuoco, un punto dʼincontro per chi giunge da vicino e da lontano, con la presenza di ospiti internazionali. Il 18 marzo 2010 Interlaken ha acceso la “Fiamma della Passione“. Tre giornate allʼinsegna del divertimento, della tecnologia e dellʼazione, unʼoccasione dʻʼintrattenimento per vigili del fuoco, amici, fan e altre persone estroverse, la possibilità di vivere una splendida avventura. Diverse le iniziative e dimostrazioni dal vivo sul villaggio verde di Höhematte nel centro di Interlaken che vedono coinvolti i locali del Casinò Kursaal di Interlaken. Il terreno dellʼaerodromo di Interlaken rappresenta la soluzione ideale per lʼorganizzazione di altre manifestazioni. Dimostrazioni allʼaria aperta, presentazioni di veicoli, la grande “festa dei vigili del fuoco“ e la spettacolare gara “Campionato internazionale dei Vigili del Fuoco“ costituiscono i punti culminanti del programma. Il tutto accompagnato da molta musica, delizie culinarie e un attraente programma. Code 3800 – la Festa Internazionale dei Vigili del Fuoco a Interlaken diventa la grande festa capace di unire migliaia di persone. La gestione impeccabile dellʼ evento è stata affidata ai Vigili del Fuoco del Bödeli, allʼAssociazione Vigili del Fuoco del Cantone di Berna e allʼAssociazione Svizzera Vigili del Fuoco “Swiss Fire“ con il sostegno dellʼEnte del Turismo di Interlaken. Essi hanno organizzato lʼintero raduno in collaborazione con Jungfrau World Events, specialista locale di organizzazione di eventi, a cui è stata affidata la responsabilità dellʼorganizzazione e della realizzazione della manifestazione. Articolo redatto con la collaborazione della Federazione Svizzera dei Pompieri

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re di inquadrare fra i propri organici gli aspiranti VVF volontari che abbiano presentato domanda di arruolamento prima del 31/12/2012;

• gli stessi Comandanti provinciali e i Direttori regionali, per quanto di loro competenza, sono invitati ad avviare con urgenza i processi di formazione del personale volontario e, dove necessario, di reclutamento, al fine di garantire le condizioni minime di operatività dei Distaccamenti volontari. Nellʼarruolamento dovrà essere data priorità ai volontari che dichiarino espressa e incondizionata disponibilità ad espletare il proprio servizio per il triennio 20122013-2014 in uno dei distaccamenti volontari della provincia di residenza.

Una Circolare “riparatrice”

Il nuovo scritto, a firma del Capo Dipartimento, prevede di dare priorità alle sedi volontarie, nellʼeseguire nuovi arruolamenti e nellʼorganizzare corsi di formazione iniziale. A tal proposito il nostro direttore ha anche intervistato il capo della segreteria del Capo Dipartimento. a cura della redazione ha collaborato Fabio Marangoni

manata la circolare prot. 0014828 del 14/05/2012, dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane a firma del Capo Dipartimento, come parziale aggiornamento della circolare n. 5746 del 21 febbraio 2012, in merito allʼarruolamento di nuovi VVF nei Distaccamenti volontari del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

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Nella succitata lettera circolare si nota un primo passo del Dipartimento VVF per venire incontro alle primarie esigenze dei Distaccamenti volontari del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco; nel dettaglio si può leggere che, in attesa del Piano triennale di arruolamento di nuovi VVF volontari da emanarsi a cura del Dipartimento VVF sentite le esigenze dei Comandi provinciali,... • i nuovi arruolamenti per ora saranno possibili dando priorità alle esigenze dei Distaccamenti volontari operanti sul territorio nazionale che potranno auspica-

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In merito allʼincontro della delegazione di Torino della ANVVFV presso il Viminale – col capo dipartimento Tronca ed il Capo del Corpo Pini – grazie allʼintervento del presidente nazionale Gronchi, siamo riusciti ad intervistare il Direttore della Segreteria del Prefetto.

Viceprefetto, una circolare che, finalmente, non penalizza il volontariato VVF – anzi servirà a mantenerlo in vita. «Nella prima decade di maggio, una delegazione torinese dellʼANVVFV, accompagnata dal Cavalier Gronchi, è stata ricevuta dal prefetto Tronca e dal Capo del Corpo Pini. Siamo consapevoli degli errori commessi, negli anni, dallʼAmministrazione, nella “gestione” della componente volontaria: un DPR 76 sbagliato (laddove si sono unificati i “ruolini” A e B). Tra “precariato” e stabilizzazioni la situazione, bisogna ammetterlo, è diventata ingestibile.

Il “Patto di stabilità 2012” ha imposto una riduzione della spesa draconiana e netta, per legge. Voi capite che (pur con difficoltà) abbiamo cercato, nei fatti, di “interpretare” una legge. Era doveroso intervenire al fine di non andare a inficiare il normale funzionamento dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale, e altresì garantire un fisiologico turnover.

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La circolare (la n° 0014828 del 14/05/2012 NdR) ha fondato molto su quellʼincontro (lʼincontro con Gronchi e la delegazione torinese). Una circolare ragionata e studiata dal prefetto Cincarilli, in perfetta sintonia con il Capo Dipartimento ed il Capo del Corpo. Parecchio hanno influito le argomentazioni portate dal Cavalier Gronchi, verso questʼultimo – è corretto puntualizzarlo - il Dipartimento nutre particolare stima.» Viceprefetto, conoscerà il sistema “antincendi” degli altri paesi europei (ma anche di Trentino e Alto Adige), un sistema basato sui “pompieri volontari del sindaco”. Anche in Francia i sapeurs pompiers sono alle dipendenze del Ministero degli Interni eppure vi sono oltre 200mila VVF volontari. «Lo vedo come un sistema che sʼavvicina alla perfezio-

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ne (bisogna ammettere però che il Trentino è una regione ricca) e poi, in quei luoghi, il volontariato VVF è intrecciato nel tessuto sociale. Nel resto della penisola (con qualche positiva eccezione) si punta ad un mix di provvedimenti che mirano allʼassistenzialismo.

LʼAmministrazione, tuttavia, confida nellʼimportanza del “Volontariato VVF” – vi sono prospettive interessanti – lo vedrete, il Dipartimento “aprirà ai volontari”. Ma, non abbiamo finito, stiamo per emanare una nuova circolare sulle patenti – andando contro il parere dei sindacati - documento che favorirà i volontari. Devo confidarlo, lʼAmministrazione non ha gradito la “Protesta torinese” e ha tirato un sospiro di sollievo quando questa sorta di sciopero è stato interrotto; alla fine ha vinto la “linea Gronchi”.

DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE

Direzione Centrale delle Risorse Umane Prot. n. 0014828

Per conoscenza:

Roma

Ai Sigg. Direttori Regionali ed Interregionali dei Vigili del Fuoco LORO SEDI Ai Sigg. Comandanti Provinciali dei Vigili del Fuoco LORO SEDI Al Sig. Dirigente Generale Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco SEDE Ai Sigg. Direttori Centrali del Dipartimento LORO SEDI Al Sig. Direttore dell’Ufficio Centrale Ispettivo SEDE Al Sig. Dirigente dell’‘Ufficio I Gabinetto SEDE Ai Sigg. Dirigenti degli Uffici di diretta collaborazione del Capo Dipartimento e del Dirigente Generale Capo VVF. LORO SEDI VFV MAGGIO/GIUGNO 2012

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Personale Volontario del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Distaccamenti Volontari - Modalità operative

Come rappresentato con circolare n. 5746 del 21\2\2012, recante le prime disposizioni in attuazione della legge n.183\2011, per le finalità di una corretta pianificazione territoriale dei nuovi reclutamenti del personale volontario, è prevista, con cadenza triennale, l’emanazione del Piano programmatico, riportante il contingente massimo dei nuovi reclutamenti a domanda per ciascun Comando Provinciale. A tal fine con la medesima circolare è stata avviata una ricognizione riguardante sia la consistenza numerica del personale già iscritto ed effettivamente operativo, sia di quello in attesa del corso di formazione iniziale, in modo da determinare le esigenze operative di ciascun territorio provinciale. Si rammenta che ai sensi dell’art. 4 della Legge di Stabilità 2012, non possono essere accettate presso i Comandi nuove istanze di iscrizione negli elenchi dei Vigili Volontari e che le richieste presentate dopo il 31/12/2011 potranno essere istruite subordinatamente all’ emanazione del piano triennale previsto dalla nuova disposizione; pertanto, nelle more dell’emanazione del piano stesso, tali procedimenti dovranno rimanere sospesi. Premesso ciò, in attesa che venga emanato da questo Dipartimento il piano relativo al triennio 2012-2014, si comunicano con la presente le prime disposizioni in materia da attuare con immediatezza, per rispondere alle esigenze operative dei distaccamenti volontari presenti sul territorio provinciale. Infatti, nonostante la riduzione complessiva delle risorse finanziarie, si ritiene specifica e prioritaria esigenza l’ operatività dei distaccamenti volontari, in modo da assicurare gli standard delle prestazioni di soccorso tecnico urgente. Per tali finalità i Sigg. Comandanti Provinciali ed i Sigg. Direttori Regionali, per quanto di competenza, sono invitati ad avviare con urgenza i processi di formazione del personale volontario e, dove necessario di reclutamento, al fine di garantire le condizioni minime di operatività dei distaccamenti volontari presenti sul territorio provinciale. Tali specifiche esigenze dei Comandi Provinciali, tendenti a garantire il numero del personale effettivamente operativo a disposizione dei distaccamenti volontari, dovranno essere soddisfatte valorizzando la formazione del personale volontario già iscritto negli elenchi. Pertanto nella puntuale ricognizione condotta dai Comandi Provinciali, tendente alla ricerca di aspiranti volontari disponibili a prestare servizio nei distaccamenti volontari carenti, dovranno essere privilegiati i volontari che dichiarino espressa e incondizionata disponibilità a prestare servizio in uno dei distaccamenti volontari della provincia medesima almeno per tutto il triennio 2012-2014 e che risultino residenti nell’ambito del territorio di competenza del distaccamento volontario prescelto. In mancanza di volontari residenti, il Comandante Provinciale VVF valuterà la disponibilità del personale volontario sulla base della effettiva possibilità di impiego nei servizi istituzionali del distaccamento prescelto. Conclusivamente, per l’individuazione dei partecipanti ai corsi di formazione iniziale per la copertura dei distaccamenti volontari più carenti, le disponibilità espresse dovranno essere esaminate nell’ordine seguente: 1) aspiranti volontari, già iscritti alla data del 31/12/2011 nei quadri del personale volontario del Corpo Nazionale, in attesa di frequentare il corso di formazione iniziale secondo l’ordine di data di iscrizione; 2) aspiranti volontari le cui domande di reclutamento siano pervenute entro il 31/12/2011, previa formalizzazione della iscrizione; Si precisa come la disponibilità a prestare servizio presso il distaccamento volontario costituirà elemento vincolante nel triennio 2012-2014 e, pertanto, le istruttorie delle richieste di iscrizione presentate entro il 31\12\2011 e trasmesse alla Direzione Centrale per le Risorse Umane dovranno essere accompagnate dalla specifica dichiarazione del Comandante Provinciale relativa alla finalità dell’iscrizione per il funzionamento di uno specifico distaccamento volontario. Si segnala la particolare importanza e urgenza dei suddetti elementi, al fine di una corretta cd efficace pianificazione del reclutamento e dell’impiego del personale volontario. IL CAPO DIPARTIMENTO

Tronca

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RIFORMA PROCIV IL GOVERNO METTE UN PO’ DI (DIS)ORDINE E ZAMBERLETTI S’ARRABBIA

Il Governo non recepisce la sostanza degli emendamenti proposti dagli enti locali, e procede per decreto*, nonostante la chiara contrarietà degli operatori del mondo della protezione civile, che chiedevano un ulteriore confronto. Alla base di tutto lʼimpianto ci sarebbe il contenimento della spesa, ma non si spiegano alcune stranezze (tipo i Canadair ai VVF - nonostante gli incendi di bosco siano del CFS da 40 anni - che han fatto tanto arrabbiare il papà della Protezione Civile)

a cura della redazione


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rima a sparire la figura del “Ministro per il coordinamento della protezione civile”, sostituito dal Ministro degli Interni o dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. Si specifica che il Dipartimento sʼoccuperà di “calamità naturali o connesse con lʼattività dellʼuomo” (eliminati quindi i “grandi eventi”). Sarà sempre il Ministro degli Interni (su delega del Presidente del Consiglio) a deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale (emergenza che non potrà, di regola, superare i 60 giorni e che potrà essere prorogata per non più di 40).

P

Pare sparire, dalle competenze della ProCiv, la “ricostruzione” (si pensi a sismi e alluvioni), infatti sarà possibile emanare ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente (nel rispetto dellʼordinamento giuridico ovviamente) ma, con detti provvedimenti, si dispone esclusivamente in ordine alla organizzazione dei servizi di soccorso e assistenza ai soggetti colpiti dallʼevento, nonché agli interventi provvisionali strettamente necessari alle prime necessità nei limiti delle risorse disponibili, allo scopo finalizzate. Ordinanze che diverranno operative se emanate entro il ventesimo giorno dalla dichiarazione dello stato dʼemergenza previo concerto del Ministero dellʼeconomia e delle finanze…

Consentito alle regioni lʼaumento dellʼimposta regionale sui carburanti: A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, la Regione può elevare la misura dellʼimposta regionale di cui allʼarticolo 17, comma 1, del decreto legislativo 21 dicembre 1990, n. 398, fino a un massimo di cinque centesimi per litro, ulteriori rispetto alla misura massima consentita.

Per quanto riguarda lo spegnimento degli incendi boschivi (di competenza, tra lʼaltro del Corpo Forestale dello Stato e delle regioni), si stabilisce che La flotta aerea antincendio della Protezione civile è trasferita al Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dellʼeconomia e delle finanze, di concerto con il Ministro dellʼinterno, sono stabiliti i tempi e le modalità di attuazione del trasferimento, previa individuazione delle risorse finanziarie, strumentali e umane allo scopo finalizzate, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Restano fermi i vigenti contratti comunque afferenti alla flotta aerea in uso al

Dipartimento della protezione civile.

Provvedimento tanto strambo da far adirare lʼex Ministro Giuseppe Zamberletti che, in unʼintervista a “112 Emergencies” ha dichiarato: «Il provvedimento è stato tanto rapido da risultare inspiegabile e quindi sospetto; sino allʼultimo il testo prevedeva addirittura il trasferimento del COAU al CNVVF. Iniziativa fortunatamente fermata da unʼopportuna impugnatura del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che, conoscendo bene i problemi del coordinamento superiore, sʼè opposto con decisione.» - il presidente dellʼISPRO prosegue, senza mezzi termini «Nellʼultima stesura il trasferimento sembra esser limitato alla sola flotta antincendio costituita da veicoli ad ala fissa monouso. Cʼè da ritenere che, da oggi in poi, lo stesso Viminale riceverà dai sindacati dei pompieri (cosa che mi risulta già avvenuta) una forte pressione per tentare di nuovo il trasferimento del COAU presso il Corpo Nazionale. Corpo dei VVF che è una struttura coordinata e non “coordinante”, esso rappresenta una componente fondamentale del sistema di Protezione civile, ma deve integrarsi in questʼultimo, ponendo a disposizione il suo valore professionale come elemento indispensabile del sistema, senza cercare tuttavia di indulgere un “piano solo” proprio delle peggiori tentazioni autoreferenziali.»

Nonostante il Corpo dei VV.F., non abbia più dal 1975 competenze dirette nellʼestinzione degli incendi boschivi e la legge n. 353 del 21 Novembre 2000, abbia affidato definitivamente alle Regioni la competenze in materia di incendi boschivi, le statistiche parlano chiaro, il Corpo partecipa da sempre con un ampio contributo alla lotta per la salvaguardia del patrimonio naturale, non soltanto in prossimità delle infrastrutture urbane, industriali o stradali, come sarebbe suo compito, ma anche sul territorio boscato che minaccia lʼavvicinamento agli insediamenti civili ed industriali. (Da “LA CULTURA DEL RISPETTO E QUELLA DELLʼOBLIO” a cura di Massimo Stucchi VFV - Estate 2008). (*) Entra in vigore il 17 maggio 2012, con pubblicazione su Gazzetta Ufficiale n. 113 del 16/05/25012 il decreto legge 15 maggio 2012, n.59 recante “Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione civile”.

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L’Emilia in Briciole,

una bambina da salvare, e il solito mancato impiego...

I racconti degli uomini dei nostri distaccamenti volontari, allarmati dal vibrare della casa piuttosto che dai cercapersone. La ricerca tra le macerie, le evacuazioni, le fughe di gas e... una bimba viva per miracolo (grazie anche ad una telefonata giunta da NYC). Pompieri volontari impiegati soltanto perchĂŠ con caserme in piena zona rossa e, se non fosse arrivata la seconda forte scossa, li avrebbero rimandati a casa.

a cura della redazione

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ono le 04:04 di domenica 20 maggio, il terremoto sveglia i nostri pompieri volontari Emiliani e Romagnoli. Gli edifici storici sono i primi a sbriciolarsi, torri campanarie cascano sulle case, i fabbricati agricoli vengono decimati.

S

Uno dei nostri, impegnati sul sisma, invia un dispaccio:

«Sia il mio distaccamento (San Pietro in Casale) che quello di Carlo Alberto (San Giovanni in Persiceto) in piena zona rossa, in quanto vicinissimi allʼepicentro del sisma, hanno operato e stanno operando, con 3 squadre operative ininterrottamente dalle ore 4.40 di domenica mattina compreso noi due (io e Carlo). Gli altri 6 distaccamenti della provincia di Bologna si sono resi operativi e coprono anche loro le aree con almeno due squadre per distaccamento. Al momento non necessitiamo di materiale anche se, le risorse, sono allo stremo delle forze in quanto a noi non viene dato il cambio. A Modena e Ferrara, proprio dove il sisma ha colpito abbiamo i distaccamenti volontari che hanno risposto prontamente e con grande professionalità. Sia Finale che Mirandola (nel Modenese) che Bondeno (nel Ferrarese) sono operativi al massimo delle loro capacità. Seguiranno altre informazioni sullʼevoluzione del sisma.» (Massimiliano Tolomei) Quando cʼè un poʼ di calma, intervistiamo Claudio Rossi, CSV capo distaccamento del presidio volontario di Finale Emilia.

Claudio, si sentì forte a casa tua la scossa? Come arrivò lʼallarme? Avete un presidio in caserma di notte? «Caspita se sʼè sentita! La mia casa non ha subito grossi danni ma lo spavento è stato tanto. Garantiamo un presidio in caserma sino alla mezzanotte, poi abbiamo i cercapersone, quella notte però non suonarono. Era saltato tutto, telefoni, ponti radio, tutto. Fu la scossa a darci lʼallarme, ci recammo tutti in caserma ed uscimmo con due squadre rispondendo alle richieste di cittadini che venivano direttamente in distaccamento.» Quindi eravate isolati, non potevate comunicare col centralino del 115? «Esatto, le comunicazioni radio e telefono vennero ripristinate in tarda mattinata, intanto avevamo messo in campo una terza squadretta a bordo dʼun fuoristrada.

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provvidenziale le aveva creato una camera dʼaria. Insomma è stata molto fortunata, tutto qui.

Ci sono stati grossi danni alle strutture vero? Le attività industriali e i fabbricati agricoli, dopo la seconda scossa mortale? La tragedia dei capannoni è stata a Mirandola, da noi per fortuna erano vuoti e sono stati solo lesionati. Si, il 90% dei fabbricati agricoli di vecchia concezione sono stati rasi al suolo dal terremoto.

Tutte richieste di cittadini: ci sono persone lì sotto, gente bloccata in casa dallʼaltra parte; fughe di gas, incendi, gente da evacuare.» Claudio parla con serenità, come se tutto questo disastro fosse “routine”.

Claudio foste sempre voi a salvare quella bimba sepolta, grazie ad una telefonata al 113 di Roma, giunta da New York? In un video dellʼagenzia ANSA abbiamo sentito un collega che aveva il figlio in sala operatoria! Si, il figlio del collega CSV sʼera ferito mentre fuggiva da casa dopo la scossa, ora sta bene anche se aveva unʼimportante lesione. La squadra del collega fu la prima a giungere sulla casa crollata e iniziò la ricerca della bimba, Vittoria Vultaggio. Io ero con lʼaltra partenza su unʼevacuazione e, sentito dellʼaccaduto, decisi di spostarmi (avevo a bordo 2 TPSS tra lʼaltro e ambulanze in giro non se ne vedevano ancora).

SKY TG 24 intervistò la mamma di Vittoria, pare che la ProCiv di Finale fosse già lì per prima? Bisogna ammettere che i ragazzi della “Protezione” ci han dato una grossa mano. Sul salvataggio della bimba, al nostro arrivo, avevano già levato il grosso. Poi abbiamo cominciato a cercare, rimuovere travetti e macerie con delicatezza, a chiamarla, sino a capire dove fosse.

Che attrezzature avete usato? Cuscini Vetter, centraline idrauliche, autogru? Le mani, semplicemente le mani, anche se sembrerà banale. Niente travi pesanti, solo macerie e legname, la bimba era stata sepolta dalla torre crollata ed una trave

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Anche durante questʼennesima calamità, gli annosi “problemi” dʼimpiego non sono mancati. Nessun VF volontario aggregato alle colonne mobili delle altre regioni e qualche incomprensione anche nel modenese. Di seguito lo sfogo di un volontario locale. Eppure lʼArt. 70. LEGGE 13 maggio 1961, n. 469 recita: In occasione di pubbliche calamita, di emergenze o di altre particolari necessità, il personale volontario può essere chiamato in servizio temporaneo e destinato in qualsiasi località. Forse è solo tutta colpa di quel “può” che “può” essere soggetto a diverse interpretazioni... «Ci stiamo smazzando dalla mattina alla sera e questi adesso riducono il personale volontario facendo pervenire da altri comandi quello permanente con costi enormi. Il Comando di Modena ha già dimezzato le unità volontarie da impiegare e quello di Bologna seguirà la stessa strada mentre a quello volontario non è permesso di partecipare alle attività di soccorso anche laddove sia della stessa provincia (vedi Modena con i Distaccamenti della Montagna).» “DIPLOMATICI” PRESIDENTE NAZIONALE GRONCHI: «Ho mantenuto i contatti con tutti i nostri distaccamenti Volontari della provincia di Modena con varie telefonate per lʼevolversi della situazione locale. GLI

DEL

INTERVENTI

DISTACCAMENTO DI FINALE EMILIA Capo Distaccamento C.S. Rossi Claudio

DISTACCAMENTO DI BONDENO (FERRARA) Capo Distaccamento C.S.V. Marchetti Michele DISTACCAMENTO DI FANANO

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Capo Distaccamento C.S.V. Giacomelli Ezio DISTACCAMENTO DI FRASSINORO Capo Distaccamento Fontana Dino DISTACCAMENTO DI MIRANDOLA Capo Distaccamento Graziano Bosi

A tuttʼoggi i distaccamenti di Fanano e Frassinoro non sono ancora stati nemmeno allertati anche per un eventuale cambio di uomini, ma in compenso arrivano squadre di permanenti da fuori REGIONE che non conoscono il territorio e in alcuni casi dopo 2 giorni rientrano (logico 24 ore pagate continue + missioni) . Molto dura la posizione dei sindacati nei nostri confronti specialmente nel CONAPO e altre sigle. Attualmente è stato richiesto il ritiro delle nostre squadre eccetto 1 di servizio di 6 uomini, il nostro personale è molto adirato...» Ho avuto un contatto chiarificatore molto duro con il Capo del Corpo Ing. ALFIO PINI per lʼennesima presa in giro.» (25 maggio 2012)

«Anche oggi ho parlato con il personale di Staff del Capo del Corpo Nazionale ing. Alfio PINI per richiedere lʼapplicazione delle richieste contenute nella lettera della Segreteria Generale inviata subito dopo il terremoto al Capo Dipartimento e al Capo del Corpo, nella quale si confermava la piena disponibilità del personale VVF volontario dei Distaccamenti italiani ad essere impiegato in seno alle colonne mobili dei propri Comandi provinciali.

Colloquio telefonico con il Comandante provinciale di Modena Ing. ERCOLI per sensibilizzarlo sulla piena operatività e disponibilità dei VVF dei Distaccamenti volontari della provincia modenese in particolar modo per i distaccamenti di Fanano e Frassinoro che pare finora siano stati scarsamente utilizzati. Egli è stato invitato a non prestar fede ai deliranti comunicati di alcune Organizzazioni sindacali in quanto dettate da interessi che poco hanno a che vedere con le esigenze del soccorso.

Colloquio telefonico con il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli, il quale si complimenta per il grande

impegno profuso dai VVF volontari.» (Sabato 26 Maggio 2012)

Continuo a mantenere i contatti con tutti i nostri distaccamenti volontari delle Province di Modena con varie telefonate per seguire lʼevolversi della situazione locale.

Dipartimento dei Vigili del Fuoco Dopo 2 lunghe telefonate con il Capo Centrale dellʼemergenza Ing. Pippo Mistretta abbiamo definitivamente sbloccato la vergognosa situazione che rendeva inattivi i 2 distaccamenti di Fanano e Frassinoro i quali sono ora operativi con tutte le loro forze da 2 giorni.

Vigili del Fuoco Volontari della Regione Autonoma Valle dʼAosta Ho parlato con lʼamico Presidente della Regione Autonoma Valle DʼAosta Augusto Rollandin, con il Capo della Protezione Civile Ing. Pio Poretta (ex funzionario dei vigili del Fuoco) e con il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco Dott. Davide Bertolo i quali alla Colonna Mobile Regionale hanno aggregato 2 squadre con 4 mezzi di Vigili del fuoco Volontari Valdostani operativi a Mirandola . Purtroppo ieri mattina mentre operavano in un capannone durante le scosse di terremoto 2 vigili si sono infortunati, colpiti da calcinacci di cemento armato ma per fortuna nulla di grave . Allʼamico collega di Finale Emilia C.S.V. Malesini Claudio, con il figlio in ospedale a causa di un infortunio, e ai 2 colleghi della Valle DʼAosta un profondo ringraziamento da parte di tutti i colleghi italiani.» 30 maggio 2012)

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Ogni sede territoriale (Direzioni Regionali e Comandi Provinciali), in conformità al nuovo testo unico, potrà accedere al nuovo applicativo in modalità web, inserendo direttamente le fotografie tramite webcam e la documentazione richiesta per lʼemissione delle patenti tramite scanner.

Sono arrivate le nuove patenti Il Capo del Corpo, Pini, ricevette la patente “numero uno” ben due anni fa. Il nuovo sistema pare oggi ingranato e,

dopo soltanto un paio di fogli provvisori (90 gg cad), le prime patenti di nuovo modello stanno arrivando ai comandi. a cura della redazione

Ufficio Patenti Centrale, nellʼambito dellʼArea Pianificazione e Controllo della Direzione Centrale per la Formazione, aveva presentato, il 1° Giugno del 2010, il nuovo applicativo di gestione delle patenti VF terrestri nella sede di Roma Capannelle.

L’

Nellʼoccasione, furono rilasciate la prima patente VF CARD terrestre al Capo del Corpo Nazionale Ing. Alfio Pini, e la seconda al Direttore Centrale per la Formazione, Ing. Gregorio Agresta.

Il nuovo applicativo semplificherà il processo di emissione delle patenti ministeriali, nellʼottica della dematerializzazione, secondo le direttive impartite dal Ministro Brunetta: non sarà più necessario, infatti, inviare la documentazione cartacea dagli uffici territoriali allʼUfficio Patenti centrale per richiedere la stampa di una patente o lʼespletamento di un qualsiasi altro procedimento legato alle patenti VF.

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LʼUfficio Patenti centrale, in tempo reale, potrà consultare e controllare le richieste inserite, ed a fronte di una convalida, da parte del Dirigente Superiore dellʼArea III della Direzione Centrale per la Formazione, stampare le nuove patenti VF su CARD, con un notevole risparmio economico, da parte dellʼAmministrazione, sulle spese di spedizione dei documenti ed un minore ricorso allʼutilizzo di documentazione cartacea. Una volta effettuato il primo rilascio di una patente VF CARD, saranno le Direzioni Regionali a stampare i dati aggiuntivi (Rinnovi, Passaggi di categoria, Estensioni e Prescrizioni), in linea con un decentramento amministrativo delle varie

procedure. Tutti i dati inseriti saranno consultabili online in tempo reale, e ciò consentirà ai Direttori Regionali ed ai Comandanti Provinciali VV.F. di monitorare costantemente le patenti emesse e quelle in scadenza.

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Distaccamenti

161° Rivoli Un monumento alla memoria del pompiere volontario Giovanni Pozzo ed un libro dedicato ai 161 anni d’attività

Il 10 giugno s’è svolta la Festa del Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Rivoli e dell’Associazione Civici Pompieri per l’inaugurazione del Monumento ai Caduti e il 161° Anniversario della Fondazione della Compagnia delle Guardie del Fuoco rivolesi a cura della redazione

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omenica 10 giugno festa nella caserma dei vigili del fuoco volontari di Rivoli, in corso Einaudi. Diversi momenti: la messa, la cerimonia dellʼinaugurazione del monumento ai caduti in servizio, i discorsi delle autorità, la presentazione del libro “Rivoli, Pompieri volontari dal 1851”, quindi il pranzo.

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Oltre ai vigili del fuoco e ai loro familiari, hanno partecipato molti amici del distaccamento e i rappresentanti delle istituzioni, unʼulteriore conferma dello stretto legame che unisce i pompieri di Rivoli al territorio e alla popolazione. Dopo la Santa Messa celebrata da Don GIOVANNI ISONNI, si è svolta una suggestiva e perfetta sequenza di azioni: la marcia di un piccolo plotone, lʼalzabandiera, lʼinno nazionale, poi, il momento più importante, la scopertura del monumento che era celato dalla bandiera italiana, quindi la benedizione del parroco, la deposizione di una corona, infine, a sottolineare lʼonore reso ai caduti, le note del ”Silenzio” suonate dal trombettiere. Infatti il monumento è dedicato “alla memoria dei vigili caduti in servizio”, e in particolare a Renato Pozzo, il giovane volontario del distaccamento di Rivoli che il 17 marzo 1978 perse la vita durante un incendio boschivo a Rosta.

Sul palco vengono presentate le autorità: il capo distaccamento Francesco Guidetti, il Presidente dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari Gino Gronchi, il sindaco di Rivoli, Franco Dessì, il rappresentante del Consiglio Regionale ed ex sindaco di Rivoli Nino Boeti, il rappresentante della Provincia Umberto DʼOttavio, vice comandante MICHAEL HOLZHAUSE e sua figlia, vigilessa rappresentanti della delegazione dei vigili del fuoco volontari di Ravensburg (DE) città gemellata con Rivoli, il vice sindaco DI MATTEO MICHELANGELO in rappresentanza del Comune di Villarbasse che, insieme a Rosta, fa parte del territorio di competenza dei vigili di Rivoli, il presidente dellʼAss. Naz. VVF Provinciale di Torino Pier Mauro BIDDOCCU, lʼex capo dist. Di Giaveno Cav. Gino Monfrino, il Presidente dellʼAss. Civici pompieri di Rivoli Michele Montemurro, la scrittrice del libro Maria Ponti. È presente anche la signora Ortensia, mamma di Renato Pozzo, che con grande forza dʼanimo è sempre vicina al distaccamento e ricambia lʼaffetto che tutti i pompieri le dimostrano. Presenti anche gli ex capi distaccamento Salussoglia Secondino e Salomone Antonino di Rivoli ora in congedo, insieme ad altri ex capi distaccamento in congedo e non, dei comuni limitrofi. Il monumento, collocato nellʼarea esterna della caserma, a fianco dei pennoni delle bandiere, rappresenta la fiamma, il classico emblema dei vigili del fuoco, ben visibile sulla piattaforma rialzata di alcuni gradini, elegante nel suo slancio verso lʼalto, esplicita testimoVFV MAGGIO/GIUGNO 2012


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nianza della dedizione dei volontari di ieri e di oggi al Corpo dei Vigili del Fuoco e ai suoi ideali: è in pietra di Luserna del tipo dorato per la grande stele monolitica che rappresenta la fiamma e del tipo grigio per la parte ad intarsio. Sia il progetto sia lʼesecuzione sono frutto dellʼappassionato impegno degli amici dellʼAssociazione Civici Pompieri che hanno messo a disposizione tempo, creatività, competenze professionali, risorse economiche. Lo ha ben spiegato il vigile del fuoco ing. S t e f a n o Giacobbe che modestamente rifiuta di essere considerato il progettista e afferma che “il monumento si è progettato da sé”: “doveva essere durevole, perciò in pietra, e doveva rappresentare simbolicamente la passione che ogni vigile sente nel cuore e per la quale accetta il rischio, perciò non poteva che essere la fiamma, che idealmente rappresenta la generosità dei pompieri, ma è anche il fuoco che si va a spegnere. Poi il lavoro di squadra, gratuito, generoso e competente dei Civici pompieri che hanno materialmente eretto il monumento”.

Collaborare, fare squadra è uno dei valori positivi che i vigili del fuoco esprimono e praticano quotidianamente, non solo negli interventi. Sotto lʼinstancabile guida del capo distaccamento Francesco Guidetti, del precedente capo CSV Roberto Gerenzani e del vice capo distaccamento CSV Alessandro Minghella i vigili hanno profuso tante energie e dedizione e hanno fatto squadra anche nella preparazione della festa che è coincisa con il 161° anniversario della fondazione.

Quanto sia antica e nobile lʼistituzione dei vigili del fuoco rivolesi è raccontato nel libro “Rivoli, Pompieri volontari dal 1851”, pubblicato proprio per questa occasione. Attraverso una ricerca storica scrupolosa e avvincente lʼautrice Maria Ponti ripercorre le vicende del distaccamento, dal lontano 5 giugno 1851, quando il consiglio

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comunale di Rivoli approvò lʼistituzione della Compagnia delle Guardie del Fuoco e il relativo regolamento, fino agli interventi e agli impegni più recenti. “Dai documenti affiora e si snoda la storia delle guardie-fuoco, poi pompieri, poi vigili del fuoco di Rivoli, attraverso vicende che continuamente si intrecciano con gli eventi della grande storia.

Nel corso del tempo sono cambiati e migliorati i mezzi, la professionalità e lʼefficienza, non sono mutati i valori e le motivazioni: lʼimpegno personale, la capacità di affrontare la fatica e il rischio, lo spirito di servizio, il senso civico, lʼaltruismo, la solidarietà e la capacità di lavorare insieme che si manifestano non solo negli interventi ma anche nelle altre numerose attività che v e d o n o impegnati i vigili del f u o c o volontari di Rivoli, come la partecipazione alle manifestazioni locali, alle attività educative con i bambini e agli interventi di solidarietà anche fuori dallo stretto ambito territoriale”. IL LIBRO nasce dal desiderio dei Vigili di rivoli di riconoscere la propria storia ma è anche il frutto della loro disponibilità a raccontarsi; alla sua realizzazione ha collaborato anche il vigile del fuoco volontario arch.CLAUDIO GERENZANI per lʼimpaginazione e per la ricerca e la gestione delle immagini; la vigilessa volontaria ELENA GUIDI, in aiuto alla redazione; ricerca iniziale documenti negli archivi storici del comune il VV NICOLIʼ COSIMO, il CSV MANFRINATO Alessandro, il VV in congedo CAVAGNERO Roberto e molti altri hanno fornito documenti di proprietà.

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Articolo 1 Concede il diritto a percepire le indennità ai vigili del fuoco volontari che partecipano 1 ° - Alle missioni assegnate ai servizi antincendi e di soccorso di cui allʼarticolo 1 della legge del 3 maggio 1996 di cui sopra; 2 ° - Nella formazione di cui allʼarticolo 4 della medesima legge; 3 ° - Alle missioni di servizio di sanità e soccorso medico agli articoli R. 1424-1424 e seguenti del codice generale delle collettività territoriali, 4° - Alle missioni di protezione civile dei servizi dello Stato, menzionati nel primo comma dellʼarticolo 2 della legge del 13 agosto 2004 di cui sopra, che sono investite a titolo permanente.

I compensi ai VVF volontari NON sono unʼanomalia

In risposta alle affermazioni sindacali e pseudo-sindacali (discontinui) sul fatto che ... il pagamento dei vigili del fuoco volontari è unʼanomalia solo italiana, ecco cosa dice un recente decreto del Ministero degli Interni francese.

Eccone un estratto, di particolare interesse solo le annotazioni con caratteri in colore rosso, anche se tutto il decreto merita unʼattenta lettura. La traduzione è di Fabio Marangoni REPUBBLICA FRANCESE

MINISTÈRE DE LʼINTÉRIEUR, DE LʼOUTRE-MER,DES

COLLECTIVITÉS TERRITORIALES ET DE LʼIMMIGRATION DECRETO N ° 2012-492 DEL 16 APRILE 2012 RELATIVO AI COMPENSI DEI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

Decreto n ° 2012-492 del 16 aprile 2012 sulla compensazione dei vigili del fuoco volontari Pubblico interessato: Vigili del fuoco volontari. Oggetto: compenso volontari dei vigili del fuoco

Entrata in vigore: il testo entrerà in vigore il giorno della pubblicazione del decreto che fissa i compensi intermedi dellʼindennità oraria. Avviso: la legge No. 2011-851 del 20 luglio 2011 sul lʼimpegno dei volontari vigili del fuoco e il suo quadro giuridico prevede che il vigile del fuoco volontario ha il diritto, per lʼesercizio delle sue funzioni e delle sue attività in seno ai servizi antincendi e di soccorso, alle indennità che sostituiscono le vecchie tariffe. Questo decreto ha per oggetto quello di chiarire i ruoli che danno luogo a compensazioni e gli importi e le modalità di calcolo delle stesse.

Articolo 2 La retribuzione oraria di base di cui allʼarticolo 11 della legge del 3 Maggio, 1996 di cui sopra, è determinata in base ai ranghi dei vigili del fuoco volontari. Lʼimporto minimo di tale indennità per lʼimporto del risarcimento della base oraria del grado di vigile del fuoco è fissato a 7,45 euro. Lʼimporto massimo del risarcimento della base oraria del grado di ufficiale è fissato a 11.20 euro.

Gli importi intermedi sono stabiliti con decreto del Ministro dellʼinterno e il Ministro del Bilancio, per un periodo di tre anni. Le indennità sono versate al vigile del fuoco volontario da parte dellʼautorità di impiego cui appartiene (equivalenti ai Comandi provinciali italiani, n.d.t.). Articolo 3 Le missioni di carattere operativo danno diritto a percepire le indennità calcolate sulla base del tempo trascorso in servizio. Questo decorre dallʼallerta del il vigile del fuoco volontario fino a dopo aver lasciato la caserma (al termine del servizio, n.d.t.) e dopo aver ripristinato il materiale utilizzato.

Per tali missioni, lʼimporto di base dellʼindennità oraria è aumentato del 50% se queste sono effettuate nelle domeniche e nei giorni festivi e del 100% se sono svolti fra le ore 22:00 e le ore 7:00 del mattino. Queste due maggiorazioni non sono cumulabili.

Per i compiti di cui al nono comma dellʼarticolo R. 1424-1424 del codice generale delle collettività territoriali, lʼammontare dellʼindennità oraria è maggiorata del 150% per medici, farmacisti e veterinari del servizio sanitario e assistenza medica. Questa maggiorazione non è cumulabile con quelle previste nel paragrafo precedente.

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16 aprile 2012.

Il Ministro dellʼInterno François FILLON

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IN PIAZZA COI FUMOGENI

Ottomila vigili del fuoco, secondo i sindacati (secondo la polizia 3200) hanno dimostrato a Parigi per protestare contro un accordo firmato da altre organizzazioni sindacali con il governo; accordo che sacrificherebbe la loro professione.

sindacati CGT, CFDT autonomo e SUD - che affermano di rappresentare il 60% dei 40.000 vigili del fuoco professionisti francesi - chiedono lʼannullamento del contratto firmato con il governo dai sindacati FO, CFTC, UNSA e CGC, invece che con la Fédération nationale des sapeurs-pompiers de France (FNSPF).

I

“Con questo accordo, ci vorranno 21 anni per passare dal rango di pompiere al grado di maresciallo (adjudant), contro i 14 anni previsti dalla legislazione attuale” - ha detto Bruno Lebel della CGT – “Il testo permetterebbe ai vigili del fuoco volontari di diventare professionisti dopo 3 anni di servizio volontario, e senza dover sostenere un esame selettivo e serio” - ha detto.

Il segretario del sindacato FO dei Sapeurs Pompiers (FNSPF) ha negato questa affermazione. “Con lʼaccordo un pompiere può diventare maresciallo in 12 anni; egli stesso è padrone della propria carriera perché non ha bisogno che sia il suo leader a proporne la promozione.” Ha poi aggiunto - “Dʼaltra parte, un volontario potrà diventare professionista dopo 3 anni, a condizione che egli segua la medesima formazione del personale di ruolo.”

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