VFV COPERTINA 2014 n째4 2014_doc Copertina 09/02/15 16:50 Pagina 2
Anno XXVIII - no 4 Luglio/Dicembre 2014
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LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS
YES WE CONDOM
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
L UGLIO /D ICEMBRE 2014
RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale Fabio MARANGONI Comitato di Direzione PRESIDENTE NAZIONALE: Roberto MUGAVERO PRESIDENTE D’ONORE: Gino GRONCHI VICE PRESIDENTI NAZIONALI: Luca BONELLO, Rolando FAGIOLI e Giuseppe PARRINELLO CONSIGLIERI NAZIONALI: Lorenzo AROSIO, Sergio AURELI, Claudio BALLESIO, Paolo BARBIN, Alberto BIDDOCCU, Diego CORIASCO, Paolo CORBETTA, Giancarlo GIACHINO e Damiano LANDI.
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w w w. a n v v f v. i t FOTO ADDESTRAMENTO
ATP
IN NOTTURNA PER
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DI COPERTINA DEL VV MICHELE BLASI:
VOLONTARI ALTO MILANESE C/O FIUME TICINO
EDITORIALE DEL PRESIDENTE
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IN RICORDO DI ERMINIO
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II CENT’ANNI DI LISSONE
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CROCI ED ELOGIO A VOLONTARI DI TROINA
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IN PERÙ SOLO BOMBEROS VOLONTARI
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SE LE COSE NON CAMBIANO, SI TORNI AI COMUNI
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ANVVFV RIGETTA LAA NUOVA BOZZA DI REGOLAMENTO
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SANZIONI DISCIPLINARI: EQUIPARATI MA NON TROPPO
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E SE FOSSE IL NUE 112 AD ATTIVARE I VOLONTARI?
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DIPARTIMENTO APRE A PROPOSTE ANVVFV
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UNA NOTIFICA “PUSH” SALVA LA VITA
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IN MEMORIA
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EDITORIAL EDITORIALE EDITORIALE
A tale proposito un primo incontro, richiesto dall’Amministrazione a valle della trasmissione di una prima Bozza di nuovo Regolamento, è avvenuto a Roma in data 28 novembre 2014. Nell’occasione l'Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari ha ribadito l'assoluta contrarietà a discutere una bozza di Regolamento non precedentemente condivisa, peggiorativa rispetto all'attuale DPR 76/2004 e comunque fortemente penalizzante per il volontariato VVF dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale. Ciò anche alla luce della trasmissione della Bozza di Regolamento e della Convocazione avvenute con brevissimo preavviso prima della Riunione cosa che ha, di fatto, reso impossibile una seppur minima disamina e dibattito all’interno del Consiglio Nazionale ANVVFV il quale invece, nel rispetto della rappresentatività associativa di molte migliaia di iscritti, deve avere la capacità di riunirsi ed entrare nel merito di quanto proposto nel documento inviato dall’Amministrazione. L’Associazione in tale sede ha comunque ribadito come sia già stato consegnato un documento, frutto del recepimento delle istanze provenienti dagli associati, dalle Delegazioni, dalle Sezioni Provinciali, dai Coordinamenti Regionali, dai Vigili del Fuoco Volontari e dai circa 300 Distaccamenti volontari presenti sul territorio nazionale (ed elaborato da un apposito Gruppo di Lavoro dell’Associazione), contenente le osservazioni e le proposte di modifica rispetto al testo della Bozza consegnata dal Dipartimento VVF alla fine dall’anno 2013. Al termine della riunione il Dipartimento, con nota n. 17434 del 28/11/2014, ha richiesto di far pervenire osservazioni in merito all’elaborato presentato cosa che l’Associazione, anche a seguito della riunione del Consiglio Nazionale avvenuta a Santhià (VC) nella giornata di domenica 21 dicembre 2014, ha provveduto a fare. Un seconda riunione si è svolta, sempre a Roma presso il Dipartimento VVF, in data 16 gennaio 2015. L'incontro, caratterizzato da un clima sereno e cordiale anche se con ferma determinazione associativa nell’affrontare gli importanti temi in discussione, ha visto in apertura l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari sottolineare l’esigenza di esaminare e risolvere in tempi brevi, a prescindere dal contenuto del nuovo articolato, le principali e prioritarie problematiche, vitali per i distaccamenti volontari VVF, quali la riduzione dei tempi di emanazione dei Decreti di nuova nomina per aspiranti Vigili volontari, lo svolgimento di nuovi Corsi di Formazione per aspiranti Vigili del Fuoco volontari (120 ore), lo svolgimento di nuovi Corsi di Formazione per autisti di mezzi VVF, lo svolgimento di nuovi Corsi di Formazione specialistici (NBCR, SAF ed altro), la promozione dello svolgimento di nuovi Corsi di avanzamento per Capi Squadra volontari così come la promozione di un'attività, sia a livello politico che verso gli Enti Previdenziali, al fine di equiparare il trattamento previdenziale ed assicurativo del personale volontario a quello permanente in caso di infortunio nell'ambito dei servizi di soccorso ed istituto. A seguire l’Associazione ha provveduto ad illustrare le principali criticità contenute nell'ultima Bozza di articolato presentata dall’Amministrazione (che potrete leggere integralmente a pag. 34 ndr), e volta alla modifica del D.P.R. 76/2004, prendendo in esame articolo per articolo e formulando nuove proposte inerenti importanti aspetti caratterizzanti sia l’arruolamento, che l’avanzamento che l’impiego del Personale Volontario VVF ma trascurati o sottovalutati nel documento presentato dal Dipartimento. Al termine dell’incontro è stata richiesta ai rappresentanti del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, che hanno ascoltato con attenzione il quadro generale delle proposte presentate dall’Associazione, la prosecuzione del contraddittorio e del confronto, anche con approfondimento di quanto in discussione, quanto prima e in sede di “Commissione Mista con Compiti di Studio, Elaborazione e Formulazione di Proposte sulle Problematiche relative alla Componente Volontaria dei Vigili del Fuoco” nella quale siedono congiuntamente l’Associazione ed il Dipartimento. Roberto Mugavero
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La vita associativa degli ultimi mesi, sulla quale si centra l’intero editoriale vista l’importanza della tematica, è stata caratterizzata dalle attività e dagli incontri svoltisi presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile e relativi alla revisione della normativa per l’Arruolamento, l’Avanzamento e l’Impiego del Personale Volontario VVF attualmente disciplinata dal D.P.R. 76/2004.
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@pompieri
Con questo numero - che esce in forma “cumulativa” - intendiamo chiudere le edizioni del 2014. Purtroppo la grave malattia che ha colpito Silvano (storico grafico della nostra rivista) ha rallentato molto l’uscita dei numeri. Ce ne scusiamo con gli associati/abbonati
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Al centro il Cav. Amerigo Capparoni con alla propria destra il figlio Erminio e a sinistra il figlio Giovanni un giovanissimo Erminio nella foto di gruppo con i volontari del proprio distaccamento (da vfv n°4/1990)
Ultimo viaggio per l’amico e collega Erminio Capparoni Abbiamo perso un instancabile Alfiere di tante lotte a favore del volontariato dei Vigili del Fuoco proseguendo assieme al fratello Giovanni il lavoro iniziato dal papà, il Cav. Amerigo Capparoni. Una famiglia dedicata al volontariato dei vigili del fuoco al quale anche la moglie Alberta per anni ha dato un considerevole contributo. ERMINIO, da oltre 15 anni Consigliere nazionale dell’Associazione, era anche Funzionario volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco oltre ad essere a Capo del Distaccamento di Trivero (BI). Anima di quei lavori d’ampliamento della “sua” caserma, lavori che inizieranno proprio nei prossimi mesi. Erminio, che avevamo visto fra di noi fino all’ultimo durante la riunione del Consiglio di Santhià dello scorso dicembre, aveva solo 50 anni e lascia la moglie Alberta e i figli Camilla e Riccardo. Di lui abbiamo sempre apprezzato la coerenza, la schiettezza e la correttezza e per questo siamo fieri di averlo avuto in prima linea sino all'ultimo. GRAZIE ERMINIO PER QUANTO CI HAI DATO IN QUESTI ANNI IL CUI RICORDO PORTEREMO SEMPRE CON NOI.
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Erminio in una foto recente, nel 2011 era divenuto funzionario volontario a 10 anni dalla decretazione
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I CENT’ANNI DI LISSONE Schivi di ogni luce della ribalta, anonimi nel servizio: loro sono un corpo unico, sono i vigili del fuoco. L’emozione era palpabile domenica 21 settembre sui volti di tutti i presenti alle celebrazioni per il centenario del distaccamento volontario dei vigili del fuoco di Lissone. Cento anni di storia, un secolo di vita a servizio della città, impegno e passione. A cura di Erica Sironi
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ra il 1914 quando, in prossimità dell’entrata in guerra dell’Italia, per volontà dell’amministrazione di allora e del primo comandante Davide Gelosa, prese vita il “Corpo dei pompieri di Lissone”, affidato agli istruttori della Pro Lissone Ginnastica. Una lunga e intensa giornata quella di domenica 21 settembre 2014, iniziata con il raggruppamento dei vigili del fuoco nel cortile della vecchia caserma in via Aliprandi al civico 9, sede del primo distaccamento volontario di Lissone. Un momento gioioso anche per gli attuali residenti del cortile, che domenica mattina hanno consegnato ai loro pompieri una lettera di ringraziamento per il proprio impegno, sottolineando l'orgoglio di vivere nelle case dove una volta, fino al 1967, vi era la prima caserma.
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Da lì, la partenza del corteo aperto dalla Pro Lissone ginnastica, seguito dalla banda Santa Cecilia e da tutti i vigili del fuoco volontari di Lissone, insieme ad emozionati e uniti vigili del fuoco in congedo di Lissone, oltre al gruppo Allievi della Onlus e a tutti i colleghi dei distaccamenti volontari e permanenti della provincia. Una
lunga sfilata per le vie cittadine con a seguito i mezzi della Colonna mobile regionale e mezzi storici, messi a disposizione dal comando di Monza, Milano e dal VFV
distaccamento di Carate, fino a raggiungere l’attuale caserma di viale Martiri della Libertà. Presenti tutte le associazioni locali e molte autorità politiche, civili, militari e religiose, dal sindaco di Lissone Concetta Monguzzi e dai primi cittadini di Vedano, Biassono, Macherio e Sovico. Speciali ringraziamenti da parte del prefetto di Monza Giovanna Vilasi, e del comandante dei vigili del fuoco di Milano, ingegner Silvano Barberi presenti all'evento. Emozionante l’inno di Mameli e l’alza bandiera davanti alla caserma con l’inaugurazione del cippo celebrativo. La mattinata è continuata nel cortile della caserma con la santa messa del cardinale Dionigi Tettamanzi. Emozionato e commosso per il calore di un pubblico numeroso, il responsabile di distaccamento Matteo Tedeschi. «Sono mutate tante cose nel tempo, ma non è mai cambiato quello spirito indomito e altruistico che caratterizza da sempre tutta la componente del Corpo Nazionale, nonché i vigili del fuoco volontari di Lissone – ha detto Matteo Tedeschi, responsabile di distaccamento di Lissone dal 2007 -. Tutto questo ci è stato e ci viene ancora oggi permesso da due fattori importanti: la vicinanza di tutte le istituzioni civili, militari e religiose di ogni grado, nonché dei cittadini che ci sono sempre stati vicini e ci hanno sempre sostenuto nel nostro impegno. E poi le nostre famiglie, le nostre madri, le nostre spose, le nostre fidanzate, i nostri figli, che sopportano in silenzio le nostre mol-
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teplici assenze perché impegnati nel nostro importante servizio. Un grazie di cuore - conclude Tedeschi -, ai miei amici pompieri, con cui ho condiviso più di metà della mia vita, prima come vigile, poi come caposquadra ed infine come responsabile del distaccamento». I festeggiamenti sono proseguiti in piazza mercato con una serie infinita di saggi pompieristici e simulazioni di intervento, mettendo anche a confronto il modo di intervento tra passato e presente.
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Croci ed elogio ai volontari di Troina Maletto resta invece senza autopompa. A Troina le prime croci d’anzianità ed elogio per aver affrontato un incendio abitazione con una campagnola – a Maletto invece i VVF volontari (senza mezzi) non possono intervenire per un incendio a 400 metri dalla caserma. Il sindaco promette d’avvisare la prefettura: “Usiamo soldi nostri per le spese della caserma e il servizio ci spetta!” A cura del nostro inviato Otto vigili del fuoco volontari del distaccamento di Troina, il primo presidio volontario della Sicilia, hanno ricevuto la croce d’anzianità (15 anni) alla presenza del primo cittadino, Fabio Sebastiano Venezia, del prefetto di Enna, Ferdinando Guida, e del comandante provinciale, Aldo Comella. I premiati sono i CSV Francesco Di Muni; Basilio Gagliano; Gaetano Gianblanco e Arturo Palmigiano. Hanno ricevuto la Croce anche i VV Franco Bottitta e Silvano Impellizzeri. Il sindaco, entusiasta e orgoglioso dei componenti del distaccamento ha partecipato alla cerimonia portando il plauso, l'amore e l'apprezzamento di tutta la collettività del comune di Troina. Tra l’altro pochi giorni prima, esattamente la notte del 08/11/2014, ha visto impegnato il personale del locale distaccamento in un incendio abitazione. Rogo spento solo ed esclusivamente con l'ausilio di una Campagnola con modulo boschivo, senza i relativi autorespiratori, perché l'APS in dotazione era fuori servizio presso la sede centrale di Enna. Per tale interventioil comando ha inviato un elogio ai componenti della squadra volontaria. Il tutto a testimo-
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nianza di quanto sia importante la presenza sul territorio dei VVF. È andata diversamente a Maletto (Catania) dove la notte di Natale i locali vigili del fuoco volontari non sono potuti intervenire, a 400 metri dalla caserma, per l’incendio d’un autocarro. Gli automezzi antincendio, solitamente assegnati al presidio, erano stati “requisiti” dal Comando Provinciale e trasferiti ad altri distaccamenti (permanenti). Proprio dalla caserma permanente di Randazzo è poi giunta – a diversi minuti dall’allarme – l’autopompa che ha poi spento il rogo del camion. Il sindaco di Maletto ha così reagito: “Ero stato informato dei problemi avuti dal distaccamento, inspiegabilmente chiuso, e lunedì, dopo che avrò incontrato il Responsabile locale, vedrò di saperne di più e informerò la Prefettura per quanto accaduto, il Comune di Maletto spende soldi propri, per pagare le spese del locale Distaccamento, ed abbiamo il diritto di avere mezzi idonei ed efficienti, come del resto in tutta l’Italia”. Tra l’altro a Maletto le “Croci d’anzianità” - pare per un disguido al Dipartimento - quest’anno non sono proprio arrivate.
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IL “CUERPO GENERAL
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BOMBEROS VOLUNTARIOS
DEL
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IN PERÙ SOLO BOMBEROS VOLONTARI ANCHE NELLA CAPITALE Conquistato dal Perù e dai suoi bomberos, era la mia prima esperienza sudamericana. Nella capitale, Lima, 9 milioni d’abitanti, la sicurezza antincendi è garantita esclusivamente da quasi novemila pompieri volontari. Io, “permanente” milanese, ho avuto anche l’opportunità di far servizio con loro. Tra l’altro la storia dei bomberos peruviani ha radici italiane. A cura di Marco Buda
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maggio scorso ho vissuto 35 giorni nello Stato del Perù, una vacanza dedicata soprattutto alla mia compagna e a suo figlio che non vedevo da
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mesi. Sono stato ospitato a Santiago de Surco, un distretto ubicato a sud di Lima ma ho trascorso il mio soggiorno prevalentemente nella Capitale, la città più popolata dell’intero Stato: il centro culturale, industriale e finanziario. E’ stata la mia prima esperienza sudamericana, tanto è bastato per esserne conquistato. Lima è una città multietnica e la sua popolazione conta più di 9 milioni di abitanti, un territorio talmente vasto che, malgrado le nostre numerosissime escursioni quotidiane, so di avere visitato solo in parte. e variano tra i 17 e i 23 °C e nelle case il riscaldamento non è quasi mai utilizzato neanche d’inverno. Il mio viaggio ha toccato anche altri luoghi, in particolare Cusco e Machu Picchu, località, magiche ed emozionanti, che ospitano numerosi siti archeologici patrimonio dell’umanità, che consiglio a tutti di visitare. Durante la mia permanenza a Lima ho avuto anche la fortuna di vivere un’esperienza con i Bomberos peruviani: un regalo indimenticabile che mi è stato fatto e che ora voglio raccontarvi. Il servizio dei Vigili del Fuoco, scusate i “Bomberos”, è attuato da personale volontario tranne qualche eccezione di cui vi dirò più avanti. La storia dei bomberos peruviani ha radici Italiane – un esercito di volontari
La stagione, a maggio, in Perù equivale al nostro autunno ma Lima ha un clima molto singolare. A parte il suo alto livello di umidità con scarse precipitazioni, è molto più fredda di come dovrebbe essere dal punto di vista geografico essendo situata quasi al livello del mare in una zona tropicale. Le temperature sono comunque miti
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Il “Cuerpo General de Bomberos Voluntarios del Perù” (CGBVP), è un Organismo Pubblico che ha un’autonomia tecnica, economica ed amministrativa. Il compito di quest’organizzazione è quello di promuovere e coordinare le azioni di prevenzione degli incendi ed incidenti, valutando i rischi per la vita e le proprietà, notificando alle autorità competenti la violazione delle norme vigenti sulla materia. Combattere incendi, recuperare e salvare vite esposte al pericolo, rispondendo alle emergenze, prestando soccorso e assistenza. Partecipare alle azioni di appoggio, al controllo dei danni causati da disastri o calamità, naturali o indotte. Come vi dicevo, i membri del CGBVP svolgono le proprie funzioni a titolo gratuito, persino la Direzione e gli incarichi delle Unità Organiche sono svolti senza compenso! Questo particolare mi ha veramente stupito ma la cosa di cui non ero a conoscenza, e che mi ha
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meravigliato ancor di più, è che i Bomberos peruviani hanno radici organizzative Italiane! Una delle più utili organizzazioni di servizio delle colonie di immigrati furono proprio le Compagnie dei Pompieri Volontari. Nel 1866, quando la Spagna si preparava a bombardare le coste del Callao (il più grande e importante Porto del Perù a Ovest di Lima), la municipalità di Lima sollecitò le collettività italiana, francese e svizzera affinché creassero proprie compagnie di pompieri per proteggere la città e i suoi stabilimenti. La colonia italiana fu la prima a rispondere inaugurando la Pompa "Roma" il 15 Aprile del 1866. Inoltre, il 28 Ottobre del 1868 fu fondata anche la Compagnia dei Pompieri "Bellavista" (oggi "Italia"), il 13 Ottobre del 1872 la Compagnia di Pompieri "Garibaldi" nel distretto di Getti e il 25 Gennaio del 1873 la Compagnia "Garibaldi" nel Callao. I pompieri italiani, nel XX secolo, continuarono a prestare il loro prezioso aiuto e, quando il 24 maggio del 1940 il Callao fu colpito da un devastante terremoto, che lo lasciò quasi in rovina, le Compagnie italiane restarono sui luoghi del disastro con tutto il proprio esercito di volontari, offrendo consolazione alle vittime in tutta la città, giorno e notte, spegnendo gli incendi che si sviluppavano, portando feriti negli ospedali e nelle cliniche, estraendo i cadaveri seppelliti sotto le macerie delle abitazioni e portandoli all'obitorio, organizzando servizi di guardie urbane notturne per proteggere la cittadinanza dai saccheggi. I pompieri di origine peruviana, sotto l'ispirazione dei fondatori italiani, hanno così affrontato, tra gli eventi più memorabili, nel 1970 un altro devastante terremoto, nel 1982 il conflitto con l'Ecuador, nel 1983 un disastro causato dal fenomeno climatico El Niño e tutt’oggi continuano a dare giornalmente il loro servizio in numerose circostanze, contribuendo alla protezione e all’aiuto di tutti i cittadini di questo grande Stato.
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Un’organizzazione all’avanguardia, pur basata sul volontariato Con 175 Compagnie in tutto il paese, il Corpo Generale di Pompieri Volontari del Perù (CGBVP), sotto il comando del Brigadiere Generale CBP Tulio Nicolini Ayarza, è attualmente un'organizzazione unita e moderna composta da uomini e donne di diverse professioni che rispondono alle diverse emergenze che vanno da quelle mediche a quelle per incendi, per la fuoriuscita di sostanze pericolose, per salvataggi, per incidenti tra veicoli, per interventi in spazi chiusi dalla pianura alla montagna, fino alla valutazione dei disastri nazionali.
Sotto il motto: " Dio-Patria-Umanità", orgogliosi della propria origine peruviana, del fondamentale apporto italiano e della collaborazione di altri nobili paesi, i pompieri volontari del Perù si mantengono sempre pronti per l'azione. Chiaramente la storia è molto più complessa di queste brevi accenni ma spero di aver sintetizzato decorosamente il ricordo importante del contributo anche italiano che ci può rendere veramente orgogliosi. Io, permanente italiano, a bordo delle autopompe della capitale peruviana
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La mia esperienza ha potuto realizzarsi grazie alla disponibilità del Bombero Alan Kupis, un amico di famiglia, che si è prodigato per presentarmi al Vice Comandante del dipartimento di Lima Sud, Giancarlo Passalacqua, Italo Peruviano di madre Ligure, 44 anni, Ingegnere meccanico. Grazie a loro sono stato autorizzato dal Comando di Lima ad effettuare come ospite alcuni turni di servizio operativo. Mi hanno vestito di tutto punto assegnandomi al servizio di autopompa. Quest’uomo carismatico fa parte dei Bomberos di Lima da circa 30 anni e, pensate, ha iniziato a frequentare le Compagnie da quando aveva 14 anni! A Lima, infatti, il reclutamento avviene tra i giovanissimi ragazzi a partire dal 14° anno di età, i giovani volontari si avvicinano al mondo del soccorso e imparano il mestiere addestrandosi e dando la loro disponibilità, effettuando mansioni non certo da prima linea ma vengono indirizzati e abituati fin da subito alle varie emergenze. L’Ing. Passalacqua è anche Istruttore sulle tecniche d’estinzione di incendi di industrie chimiche coinvolgenti
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sostanze pericolose e ha una preparazione Americana avendo studiato presso la FSA Università del Nevada Fire Word Wide. Lima è divisa in 3 zone (nord, centro e sud) presidiate da un totale di 68 compagnie di Bomberos con un organico di 8800 volontari e 3 Comandanti; Giancarlo Passalacqua è il responsabile della zona Sud, quella con il territorio più vasto, ne ha la supervisione operativa e il controllo della prevenzione incendi. Ho iniziato l’esperienza con i Bomberos partecipando a un addestramento notturno sulla nuova piattaforma aerea (la più moderna e tecnologica di tutta la provincia di Lima) in dotazione alla compagnia 28 Miraflores. Una modernissima autoscala da 8 posti di 33 metri di altezza con una vera e propria piattaforma che può erogare, tramite due monitori fissi, ben 11.000 litri d’acqua al minuto. La cosa che più mi ha colpito è che l’automezzo, di una stazza enorme, con la piattaforma sviluppata alla massima altezza, ha una stabilità incredibile. Pensate che ha un impianto fisso ad aria che garantisce agli addetti che operano alla sommità di lavorare con autorespiratore e maschera collegabili all’impianto fisso posizionato all’interno della piattaforma, senza consumare l’aria della bombola indossata. A bordo dell’autovettura di Comando, ci siamo spostati nelle varie zone di competenza della Città per seguire gli interventi, in particolar modo ricordo un incendio di un’azienda che produceva spezie. Al di là delle varie autopompe, autoscale e mezzi speciali sopraggiunti dalle varie compagnie (la procedura di invio delle squadre e dei vari automezzi è uguale alla nostra) mi ha sorpreso che, contemporaneamente ai Bomberos, il
Comune ha inviato autobotti del Servizio Acquedotto per garantire alle Squadre di Soccorso un approvvigionamento idrico certo inoltre, pensate, tutti i Bomberos hanno un programma sul proprio smartphone per individuare l’idrante più vicino sul luogo dell’evento. L’incendio, prontamente domato, non ha comportato grosse conseguenze. Quella sera abbiamo incontrato la Compagnia Garibaldi n°6 che, dopo aver terminato le operazioni di spegnimento, mi ha invitato a visitare l’antica Sede di origine Italiana. Al di là dell’ospitalità esemplare, visitare quella Compagnia (Caserma) mi ha fatto sentire … a casa! Eppure non avevo mai visto questi automezzi storici italiani, tra parentesi tenuti benissimo! Erano posizionati all’ingresso della Sede di servizio, tra busti, bandiere e lapidi con scritte tutte in italiano, a testimonianza della nostra collaborazione storica per istituire l’organizzazione del servizio di soccorso antincendio a Lima. Alla Compagnia Miraflores sono operativi 10 pompieri volontari, anche nelle ore diurne e s’occupano anche dell’emergenza medica La compagnia 28 Miraflores ha per competenza un vasto territorio della Città di Lima, quello che si affaccia sull’Oceano Pacifico, la zona dei grossi alberghi e delle attività commerciali nonché dei ristoranti di lusso. Per ogni turno di servizio la compagnia ha un numero minimo di 10 unità presenti che garantiscono l’operatività H 24. La notte, dalle 20:00 alle 08:00 per 12 ore
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di servizio, i volontari sono sempre gli stessi mentre durante il giorno, per via degli impegni di lavoro, il personale può variare prestando servizio anche solo per qualche ora ma sempre e in ogni caso si garantiscono le 10 unità operative. A disposizione di questa Compagnia, che è tra le più moderne e attrezzate, ci sono 7 automezzi, 2 autopompe, 1 autobotte, 1 autoscala (piattaforma) 2 ambulanze di cui una medica e 1 autovettura comando. Gli automezzi sono tutti di fabbricazione americana (B/One). A bordo
dell’ambulanza medica (paragoniamola alla nostra automedica del 118) operano infermieri e medici e le ambulanze dei Bomberos a Lima sono quelle che offrono il servizio più efficiente. Il Comune di Lima retribuisce medici e infermieri e 2 autisti per Compagnia, questo personale è l’unico a prendere uno stipendio in un sistema di volontariato che, a differenza dei Volontari Italiani, non percepiscono nessun indennizzo neanche per le ore d’intervento effettuate. Tra i Bomberos ci sono varie specializzazioni e a bordo dei vari automezzi ci sono differenti materiali, ho notato una buona preparazione professionale e valide attrezzature simili alle nostre e in alcuni casi uguali ma ho anche verificato che hanno maggiori difficoltà operative rispetto a noi. Per farvi un esempio, al termine di un turno notturno di servizio, siamo intervenuti per un incidente stradale, un
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tamponamento tra due autovetture niente di particolare, un ferito leggero e un solo sportello rimosso, ricordo però che la vecchia auto che ha subito il tamponamento aveva una grossa bombola per il gas metano collocata in qualche modo nel bagagliaio con un impianto alquanto privo di sistemi di sicurezza. Mi spiegavano i colleghi Bomberos che la maggior parte delle autovetture circolanti è in quelle condizioni e che a tutt’oggi non c’è ancora un controllo accurato sulla sicurezza degli automezzi. Ho avuto modo di uscire d’intervento e di guardare con occhi attenti lo svolgimento delle varie operazioni in un ambiente e in un contesto molto diversi da quelli che conosco e purtroppo i Bomberos devono anche fare spesso i conti con una realtà e una cultura per il soccorso poco sentita. Le autopompe che corrono in sirena per le strade di Lima rimangono spesso bloccate nel traffico cittadino che è disordinato, uno strano menefreghismo e/o superficialità nel non dare la precedenza o lasciare spazio ai mezzi di soccorso. La causa è anche del caos legato ad un numero impressionante di automezzi e a un servizio pubblico quasi inesistente che viene compensato dalle “combi”, dei coloratissimi furgoncini taxi quasi tutti vecchi e scassati che trasportano le persone: ve ne sono migliaia e solitamente, per via della necessità di doversi spostare all’interno della città, sono sempre pieni con persone a bordo in sovrannumero accalcate all’interno, questi pericolosi taxi sfrecciano senza regole per le vie della Città ad altissima velocità.
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Oltre 37mila interventi di soccorso in cinque mesi nella sola capitale I Bomberos hanno come numero di telefono il 116 ma la popolazione non chiama direttamente loro, è la Polizia che fa un sopralluogo e poi successivamente allerta i Bomberos, questa strana procedura viene attuata anche per ragioni di sicurezza ma, come si può immaginare, rallenta i tempi di intervento. Per dare qualche dato statistico, nei primi 5 mesi dell’anno gli interventi di soccorso sono stati per Lima centro 15022, per Lima Nord 6772, per Lima Sud 12318 (Miraflores 28° compagnia è tra i primi in classifica per numero di interventi) e a Callao, territorio autonomo, sono stati svolti 3142 interventi. Parlando con i Bomberos di Lima, soprattutto i più anziani (malgrado io non sappia lo spagnolo ci comprendevamo benissimo!) ho capito che nella loro memoria sono soprattutto ricordati i fatti accaduti tra il 1980 e il 1993, gli anni del terrorismo. In particolar modo gli episodi nella località Miraflores nel giugno del 1992, come l’esplosione nel quartiere residenziale che causò decine di morti e centinaia di feriti, una città intera attaccata in più punti che ha vissuto nell’incubo per tanto tempo. I Bomberos volontari di Lima in quel lungo periodo legato al terrorismo hanno imparato molto: dai loro racconti si capisce che la cultura per il soccorso e la formazione professionale, si consolidano proprio a partire da quel periodo nero dove quotidianamente gli interventi di soccorso erano collegati alle azioni di guerriglia. Il reclutamento è molto pubblicizzato e, per i ragazzi, arruolarsi come volontari nei Bomberos, è anche un’opportunità per intraprendere uno stile di vita sano. Inoltre, nonostante le difficoltà causate dai cittadini stessi (come il fatto di non dare la precedenza nelle strade) i Bomberos sono molto amati e rispettati. Riflettendo, devo dire che dappertutto i Vigili del Fuoco sono benvoluti e nell’immaginario collettivo sono rappresentati da uomini valorosi che si prodigano per la salvaguardia di tutti. Dobbiamo esserne davvero orgogliosi! Ringrazio il Corpo Generale dei Pompieri Volontari del Perù, in particolar modo il Bombero Alan Kupis, il Vice Comandante della zona Sud di Lima, Ing. Giancarlo Passalacqua nonché il Comandante e tutti i componenti VFV
della Compagnia Miraflores per avermi dato l’opportunità di vivere questa bella esperienza.
Marco Buda (nella foto qui sopra in borghese) è Capo Squadra Esperto del Comando Provinciale Vigili del Fuoco Milano - Nucleo Speleo Alpino Acquatico (Referente per il turno B). Ha studiato le New Extrication Tecnology (NET) e organizzato dei corsi di formazione per i VVF di Milano e Provincia. Per via di queste conoscenze è anche stato inviato, in qualità di relatore, presso altri comandi. Proprio sulle tecniche di “estricazione” dei feriti da autoveicoli ha scritto per noi un articolo nel 2012 (VFV n°4/2012).
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PRATO - CONSIGLIO NAZIONALE ANVVFV
SE LE COSE
NON CAMBIANO, SI TORNI AI COMUNI! A cura di: Antonio Coduri
Se – nonostante l’impegno promesso dal nuovo Capo del Corpo Giomi - poi la situazione non dovesse cambiare e l'incompatibilità fra permanenti e volontari dovesse continuare la soluzione più logica sarebbe quella che porta a un divorzio, come del resto auspicava uno dei Consiglieri al Consiglio Nazionale di Prato.
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on partecipavo più da tempo ai Consigli della nostra Associazione , anche perché dal novembre 2002 non sono più operativo, questa volta però l'amico Andrea mi ha convinto a venire.
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Questa nuova esperienza è stata certamente positiva dal punto di vista morale e turistico, ho avuto infatti il piacere di incontrare vecchi e nuovi amici e la sede dell' incontro era splendida. Credo che mai in precedenza il Consiglio si sia riunito in una cornice cosi prestigiosa come Villa Ferdinanda, e l'ospitalità offertaci dai colleghi Toscani è stata fantastica.
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PRATO - CONSIGLIO NAZIONALE ANVVFV Purtroppo invece sono rimasto molto deluso ascoltando le relazioni dei colleghi ancora in servizio. Speravo che la situazione dei volontari del Corpo fosse migliorata in questi ultimi anni anche per effetto del progetto “Italia in venti minuti” La realizzazione di quel progetto, con l'apertura di nuovi presidi volontari, avrebbe dovuto avvicinare il nostro modello di soccorso a quello degli altri paesi Europei dove i pompieri volontari sono, non solo accettati, ma anche molto graditi. Speravo che anche i più accaniti oppositori del volontariato v.v.f., si fossero finalmente resi conto che organizzare il soccorso solo con personale permanente non fosse economicamente sostenibile, e che l'unico risultato ottenuto con la guerra ai volontari è stato quello di aver favorito la nascita di corpi di volontari del soccorso indipendenti e in concorrenza con il C.N. Se analizzo la realtà del soccorso che conosco, quella del Piemonte, e in particolare i gruppi antincendio boschivi che ho seguito e visto nascere negli anni ottanta, sono convinto che se allora i nostri dirigenti si fossero attivati a inquadrarli, almeno in parte come distaccamenti dei vigili del fuoco, la situazione del C.N., sarebbe ora molto diversa. Il Corpo sarebbe diventato più forte ed autorevole e avrebbe potuto giustificare anche un aumento degli
Il presidente Mugavero con i vice Bonello e Parrinello
organici con funzioni dirigenziali e di istruzione. Purtroppo ho l'impressione, sentite le relazioni dei colleghi, che vi sia tuttora una notevole parte del personale di ruolo, che ritiene il volontariato del C.N., un ostacolo per un proprio incremento. Il cajer de dolèance esposto dai colleghi che si sono
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Il Capo del CNVVF durante l’intervento al Consiglio Nazionale
succeduti nel dibattito non è infatti molto diverso da quello di dodici anni fa, corsi di istruzione non fatti, mancati allertamenti , ecc. Ho sentito anche una lamentela inedita, quella dei capi squadra a corrente alternata, pare che in alcuni Comandi un volontario, graduato quando opera con la propria squadra, deve essere degradato a vigile se richiamato in servizio al Comando. Molto positiva è stata invece la presenza, all'apertura del Consiglio, dell' Ing. Gioacchino Giomi, il fatto è stato apprezzato da tutti, non solo perché con la sua presenza ha dato lustro all'evento, ma anche perché il suo discorso è stato molto incoraggiante per i volontari. Dalle sue parole si è capito che il nostro massimo Dirigente ritiene l'apporto dei volontari molto importante per garantire il soccorso alle popolazioni. Sono sicuro che l'Ing. Giomi ha intenzione di muoversi nella direzione giusta, però mi resta un dubbio, temo che anche lui debba scontrarsi come è successo ad altri suoi predecessori con l'antica incrostazione di ostilità al volontariato molto diffusa in tanti Comandi. Spero proprio che riesca a cambiare la situazione, io però a proposito ho un ricordo, non molto positivo di un caso analogo. Nel dicembre del 2000 ho partecipato a Trento ad un
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PRATO - CONSIGLIO NAZIONALE ANVVFV convegno dal titolo suggestivo : Vigili del fuoco volontari Quale identità? A quella riunione, per quanto riguardava i pompieri, erano presenti Dirigenti Tedeschi, Austriaci, del Trentino e del Alto Adige, e il Corpo Nazionale era rappresentato dal' Ing. Alberto D' Errico. In quella occasione il nostro Ispettore Capo aveva preannunciato la sua intenzione di voler aumentare il numero dei distaccamenti volontari, specialmente nel centro e nel sud. Infatti facendo riferimento alla carenza di presidi volontari aveva detto: “E questa una lacuna che deve essere colmata nell'ottica di realizzare una presenza di vigili del fuoco che possa risultare capillare, fino a riguardare i più piccoli e remoti centri abitati del territorio Nazionale“. Penso che proprio alla riunione di Trento sia nata o si sia consolidata l'intenzione dell'Ispettore di procedere con: ” l'Italia in venti minuti”.
Prima di tutto sarà necessario spiegare a tutti cosa sono i pompieri volontari e di cosa hanno bisogno per poter servire meglio le loro comunità, purtroppo ho spesso riscontrato grande ignoranza su questo argomento.
Qualcosa da allora si è fatto in questa direzione, ma sembra senza molta convinzione, come si può infatti pensare di creare nuovi distaccamenti o solo di mantenere in vita quelli esistenti senza personale. Se si rende praticamente impossibile l'arruolamento e l'addestramento dei vigili volontari non si può pensare di andare avanti. Temo che per quanta buona volontà possa avere l'ing Giomi per lui sia molto difficile superare le ostilità interne al Corpo, nei confronti dei volontari. Forse se vogliamo superare questi ostacoli l'unica soluzione potrebbe essere quella di rivolgersi ai destinatari dell'opera di soccorso, alle comunità e alle autorità locali.
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Se, poi la situazione all'interno del Corpo non dovesse cambiare e l'incompatibilità fra permanenti e volontari dovesse continuare la soluzione più logica sarebbe quella che porta a un divorzio , come del resto auspicava uno dei Consiglieri in Assemblea. In fondo tenuto conto che già normalmente le Caserme dei volontari sono di proprietà dei Comuni , che molti degli automezzi di soccorso sono frutto di donazioni, e che, almeno in Piemonte, i volontari sono dovuti ricorrere alla Regione per finanziare i corsi di istruzione necessari per non dover chiudere i propri distaccamenti carenti di personale, il passo successivo sarebbe quello di tornare al passato e dipendere dai Comuni.
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ANVVFV rigetta la nuova bozza di regolamento: È PEGGIORATIVA RISPETTO AL DPR 76 In merito alla discussione di "approfondimento" sul contenuto della Bozza di modifica del Decreto, ricevuta solo qualche giorno fa dal Dipartimento VVF, l'Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari ha ribadito l'assoluta contrarietà a discutere una bozza di Regolamento non precedentemente condivisa, peggiorativa rispetto all'attuale DPR 76/2004 e comunque fortemente penalizzante per il volontariato VVF dei distaccamenti volontari del Corpo nazionale VVF. Per discutere del DPR il Consiglio Nazionale s’è riunito a Santhià il 21 dicembre.
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Presidente Nazionale ha comunicato che, non essendo l'Associazione un ente monocratico ma invece democraticamente deliberante (soprattutto su tematiche di così elevano impatto sulla componente volontaria VVF) in base ad un confronto e ad una successiva determinazione all'interno del Consiglio Nazionale, sentite anche le realtà associative territoriali, in tale sede egli non è titolato dal Consiglio a discutere sui vari punti della Bozza di nuovo Regolamento presentata anche perché:
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• La trasmissione della Bozza di Regolamento e la Convocazione sono state effettuate solo con brevissimo preavviso prima della Riunione e questo ha reso impossibile una seppur minima disamina e dibattito all'interno del Consiglio Nazionale ANVVFV il quale invece, nel rispetto della rappresentatività associativa di molte migliaia di iscritti, deve avere la capacità di riunirsi ed entrare nel merito di quanto proposto nel documento inviato dall'Amministrazione.• È comunque già stato consegnato un documento, frutto del recepimento delle istanze provenienti dagli associati, dalle Delegazioni, dalle Sezioni Provinciali, dai Coordinamenti Regionali, dai Vigili del Fuoco Volontari e dai circa 300 Distaccamenti volontari presenti sul territorio nazionale (ed elaborato da un apposito Gruppo di Lavoro dell'Associazione), contenente le osservazioni e le proposte di modifica nell'ambito della vigente normativa per l'arruolamento, l'avanzamento e l'impiego del personale Volontario VVF, ovvero del D.P.R. 76/2004 e riferite al testo della Bozza consegnata dal Dipartimento VVF alla fine dall'anno 2013 (in parte diversa da quella
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pervenuta la scorsa settimana). A tale proposito alcuni funzionari del Dipartimento presenti alla Riunione hanno ammesso di non essere a conoscenza delle osservazioni già proposte dall'Associazione. La Federazione Nazionale Coordinamenti Vigili del Fuoco (in rappresentanza del personale richiamato a 20 giorni) ha ritenuto la Bozza di Regolamento presentata, seppur soggetta a miglioramenti, rispecchiare per circa l'80% le loro richieste e necessità. L'Associazione italiana dei vigili del fuoco volontari - ONLUS, (locale associazione della provincia di Asti), presente con il suo rappresentante Roberto Zanin, ha ritenuto la Bozza di Regolamento presentata incidente nuovamente sulla componente volontaria ma comunque migliore di quella precedente. Si informa che il Dipartimento, con nota n. 17434 del 28/11/2014, ha richiesto a tutte le Associazioni presenti alla riunione di far pervenire le loro osservazioni in merito all'elaborato già divulgato la scorsa settimana. Eventuali ulteriori osservazioni, in aggiunta a quelle pervenute nei giorni e mesi scorsi, sono ben accette e potranno essere indirizzate ai vice Presidenti di riferimento come da istruzioni inviate nella comunicazione del 27 novembre 2014. Al fine di sentire il parere degli associati, attraverso i rappresentanti giunti da tutta la penisola - ospitati dal Coordinatore regionale del Piemonte, Mirko De Caroli si è svolta, una nuova seduta del Consiglio Nazionale della nostra Associazione a Santhià, nel vercellese. Due gli argomenti salienti posti all’O.D.G. dal Presidente Nazionale Prof. Roberto Mugavero: • Disamina ed iniziative da intraprendere in merito alla proposta, formulata dal Dipartimento dei VV.F. del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, riguardante il nuovo Regolamento della componente volontaria del Corpo Nazionale VV.F. ;
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• Riorganizzazione amministrativa interna dell’Associazione. Dalla lunga discussione è emerso, ancora una volta, il malcontento della componente volontaria (dei distaccamenti operativi) di un Corpo Nazionale sempre più lontano ed indifferente alle continue richieste financo di sopravvivenza.
nuovo personale realmente impegnabile e corsi d’ingresso; corsi patente atti a rimpinguare le carenze di personale abilitato alla guida, indispensabile per il servizio di soccorso; nuovi passaggi di qualifica per capi squadra, capi reparto e funzionari volontari, mai attuati nonostante formalmente palesati nell’attuali D.P.R. 76/2004 (Regolamento dei Volontari del C.N.VV.F.).
Nella foto l’Ingegner Coduri - già uficiale volontario nel verbano - col nostro direttore Ascanio Mangano.
Nonostante i Sindaci si impegnino giornalmente a garantire le sedi, i servizi e quant’altro occorra per dare pieno soccorso alle collettività dei comprensori, scarsa è stata la risposta dell’Amministrazione dei VV.F. ancor più esplicitata con la nuova bozza di Regolamento dei Volontari del Corpo. Non solo, ma continuano a trascurarsi i problemi gravi ed indifferibili che minano la sopravvivenza di molte nostre realtà operative ovvero: reclutamento di
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Per questo motivo l’Assemblea, nelle more dell’approvazione di un nuovo Regolamento, già partito male sin dalla prime bozze delle quale non si intravede una imminente conclusione, ha ipotizzato di verificare la possibilità di chiamare in causa il Dipartimento VV.F. per le gravi inadempienza ed omissioni perpetrate negli anni, che oggi si manifestano nella reale possibilità di chiusura di molte sedi volontarie, con grave compro-
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missione del soccorso ai cittadini. Il Consiglio ha anche programmato una prossima seduta aperta da svolgersi in presenza dei Sindaci dei Comuni sede di distaccamenti volontari VV.F., parlamentari e Presidenti di Regioni, al fine di formulare assieme un piano concreto per muovere una macchina ferma da decenni. Altro punto molto sentito dal Comitato di Presidenza è quello di dare un nuovo assetto organizzativo all’Associazione e nel contempo, nelle more della conclusione dell’iter per il nuovo Statuto, dotarsi di uffici gestionali che siano effettivamente in linea con la complessa organizzazione associativa, che gestisce sezioni sparse per tutta la nostra penisola. A breve (entro fine anno) saranno affidate le attività burocratico/gestionali a personale professionista. Ciò consentirà una ottimizzazione dei servizi forniti ai Soci che già nel 2014 hanno avuta garantita la copertura assicurativa per una serie di eventi non contemplati nelle coperture ministeriali. La forte coesione manifestata da tutti i Consiglieri consentirà sicuramente nei primi mesi del 2015 di dare una risposta ai nostri “ragazzi” che giornalmente dedicano il loro tempo libero e rischiano la loro vita per garantire ciò che ogni cittadini dovrebbe agevolare (in migliaia di modo diversi) e che si riassume in una sola parola: SICUREZZA.
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IL COMMENTO DELL’INGEGNER CODURI Le modifiche che “il Dipartimento” vuole apportare alla norma vigente, promulgata appena dieci anni fa, sono di vario genere. Alcune, magari discutibili sono, tutto sommato, di marginale importanza come, ad esempio, quella che fissa un tetto massimo di 60 vigili per ogni presidio. Quella invece che, se fosse approvata avrebbe effetti traumatici, si prefigge di annullare tutti i quadri dirigenti per i volontari. Un simile provvedimento è a mio avviso in netto contrasto con ogni logica perché renderebbe impossibile il buon funzionamento dei distaccamenti. Da sempre ogni tipo di associazione per funzionare, deve disporre di quadri qualificati e ben identificabili, non esiste un esercito fatto di soli fanti. Ad esempio anche i volontari del Corpo degli A.I.B. sono gerarchicamente inquadrati con responsabili ai diversi livelli di comando. Questa parte della bozza di modifica del Regolamento è poi palesemente in netto contrasto con le secolari tradizioni dei Corpi di Pompieri di ogni paese, ed anche di quelli Italiani.
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Se queste modifiche al D.P.R., dovessero essere approvate in futuro avremmo molti Distaccamenti anche di notevole importanza poco governabili essendo privi di una dirigenza ben riconoscibile. Il nuovo Corpo non solo si differenzierebbe dal glorioso passato dei Pompieri Italiani ma sarebbe anche un anomalia rispetto a tutte le organizzazioni di pompieri nel mondo. Questa novità avrebbe anche il difetto di disincentivare i cittadini più qualificati, in ogni campo, a far domanda per essere inseriti fra i quadri dei volontari. E' noto che il buon funzionamento di un corpo di pompieri dipende anche dalla possibilità di avvalersi dell'esperienza di professionisti in ogni settore , boscaioli, meccanici, strutturisti, ragionieri, geologi, chimici, ecc. Ricordo a questo proposito un episodio di qualche anno fa quando a causa di un nubifragio molte piante erano cadute su strade ed edifici, in quella circostanza per risolvere prima il problema, il Comandante di Novara aveva affidato il compito più gravoso ad una squadra del distaccamento volontario di Stresa. L'Ing. Bovo, che conosceva i suoi uomini, sapeva che fra i vigili di quel presidio vi erano dei boscaioli di professione che sapevano usare la motosega meglio dei pur bravi permanenti che in quel campo erano solo dei dilettanti. Personalmente sono entrato nel Corpo perché ho avuto dei dirigenti intelligenti che mi hanno permesso di mettere a frutto con dignità le mie professionalità, oggi se volessi far opera di volontariato, vista l'attuale direzione, non sceglierei certo il C.N.VVF La cosa più stravagante poi, di questa proposta, è che si vuole abolire la figura del dirigente volontario per il futuro ma si vogliono, parallelamente, cancellare da subito i CRV degradando quei pochi esistenti. Non ho certo l'abilità di Emile Zola quando difese il Capitano Dreyfus che era stato degradato ingiustamente, ma sono certo di poter trovare molti avvocati che individuerebbero diversi motivi di nullità in questa proposta oscena. Gli attuali F.T.A., e C.R., volontari che sono stati regolarmente promossi al loro ruolo dallo Stato, ora per assecondare il mal di pancia di qualche sindacalista, verrebbero ricattati con questa ignobile proposta: o accetti il disonore di farti degradare o non puoi più continuare a svolgere il servizio che hai scelto con passio-
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ne. Non credo che un simile abbietto ricatto abbia bisogno di essere ulteriormente commentato.
Sulla rivista ho poi trovato uno spunto di discussione nell'articolo nel quale descrivi l'incontro con i pompieri di Leukerbad e in particolare quando fai notare che sulla loro A.P.S., sono previsti solo tre posti. E come commento aggiungi :” meglio pochi e subito che tanti dopo mezz'ora”. Negli anni 70/80 i pompieri permanenti e volontari erano pochi e mal attrezzati e la politica del Comando di Novara era: “ Magari anche pochi ma subito!”. Non si pretendeva che la squadra di soccorso potesse uscire solo se formata da un numero minimo di vigili. Era meglio che una squadra anche ridotta si portasse immediatamente sul luogo di un sinistro per poter prestare i primi soccorsi, informare tempestivamente il Comando, ed eventualmente, se necessario, richiedere rinforzi. E questo concetto valeva ancora di più per i piccoli presidi di montagna che dei Comandanti lungimiranti avevano voluto creare nei centri più isolati. La presenza di questi distaccamenti, garantendo un soccorso più tempestivo, anche se necessariamente a ranghi ridotti, ha evitato in questi anni il ripetersi di tragedie come quelle che erano avvenute in precedenza a Macugnaga e a S. Maria. In questi anni infatti abbiamo avuto incontri con tutte le autorità possibili dal Presidente della Repubblica fino al Sindaco del più piccolo paese i risultati però sono stati se non nulli direi scarsini. La difficoltà fondamentale che noi pompieri volontari incontriamo nel cercare di migliorare la situazione del soccorso è dovuta principalmente al fatto che siamo un Corpo Nazionale e non Corpi Comunali come nel resto del mondo. Se i Sindaci di cittadine come Omegna dovessero pagare i costi di un presidio di pompieri, non invierebbero un giorno si e l'altro pure istanze al Ministero per chiedere di trasformare il loro presidio volontario in permanente. Si terrebbero cari i propri vigili come fa il Sindaco di Leukerbad e quelli di tutte le cittadine della ricca Svizzera.
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SANZIONI
DISCIPLINARI
EQUIPARATI ma non troppo In ottica di revisione del regolamento che disciplina il nostro personale, occorrerà metter mano anche alle sanzioni disciplinari previste. Infatti, mentre il personale di ruolo è tutelato dal CCNL, i provvedimenti previsti per il personale volontario sono molto più pesanti. Il periodo minimo di sospensione dal servizio è, ad esempio, d’un anno, per i permanenti 10 giorni. A cura della redazione
’imbattiamo raramente in quest’argomento, anche perché siamo soliti contraddire di rado “i superiori” e partiamo spesso dal presupposto che, in quanto volontari, sia giusto ingoiar più rospi dei cugini permanenti.
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Occorre però notare che non v’è purtroppo parità di trattamento, anche in merito ai provvedimenti disciplinari, tra personale volontario e permanente. Ai primi continuano ad applicarsi le norme (molto più restrittive) previste da una legge del 1988 (che si rifà ad una norma del 1957). I secondi sono invece giudicati in base al più recente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (aggiornato dieci anni fa). Il DPR 76/2004 può trarre in inganno quando recita: Il procedimento per l’irrogazione delle sanzioni disciplinari al personale volontario è regolato dalle norme in vigore per il personale permanente (è il solo procedimento ad essere equiparato, non le sanzioni!). Ma vediamo nel dettaglio cosa può accadere a chi si macchia di colpe più o meno gravi, anche perché la “gravità” viene spesso definita in maniera troppo soggettiva. Ecco cosa recita l’articolo 35 (disciplina del personale volontario) della legge 05/12/1988 n°521: 1. Il personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che viola i propri doveri è soggetto alle seguenti sanzioni disciplinari:
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a) censura inflitta per lievi trasgressioni; b) sospensione dai richiami da 1 a 5 anni inflitta per le mancanze di cui agli articoli 80 e 81 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3; c) radiazione inflitta: - per maggiore gravità delle infrazioni che danno luogo alla sospensione dai richiami; - per le mancanze previste dall'art. 84 del citato testo unico. 2. Incorrono, altresì, nella radiazione, esclusa qualunque procedura disciplinare: a) coloro che hanno subito condanne penali per delitti dolosi; b) coloro che siano stati destituiti o dispensati dall'impiego presso una pubblica amministrazione. 3. Il procedimento per l'irrogazione delle sanzioni di cui al presente articolo è regolato dalle norme in vigore per gli impiegati civili dello Stato, in quanto compatibili. 4. La competenza in materia disciplinare per il personale volontario è devoluto alla commissione di disciplina del personale permanente. 5. Il personale volontario può essere sospeso dai richiami, con decreto ministeriale, ove sia sottoposto a procedimento penale per reati particolarmente gravi, o per gravi motivi anche prima che sia esaurito o iniziato il procedimento disciplinare.
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SANZIONI
Ma quali sono i gravi motivi che portano alla sospensione (dal T.U. - DPR 10 gennaio 1957 n.3): La sospensione è inflitta: a) nei casi previsti dall'articolo precedente qualora le infrazioni abbiano carattere di particolare gravità (si veda elenco qui sotto a/f): a) per grave negligenza in servizio; b) per irregolarità nell'ordine di trattazione degli affari; c) per inosservanza dei doveri di ufficio; d) per contegno scorretto verso i superiori, i colleghi, i dipendenti ed il pubblico; e) per comportamento non conforme al decoro delle funzioni; f) per violazione del segreto di ufficio b) per denigrazione dell'Amministrazione o dei superiori; c) per uso dell'impiego ai fini di interessi personali; d) per violazione del segreto di ufficio che abbia prodotto grave danno; e) per comportamento che produca interruzione o turbamento nella regolarità o nella continuità del servizio e per volontario abbandono del servizio, salvo restando quanto è disposto dall'art. 4 della legge 20 dicembre 1954, n. 1181, in ordine alla tutela degli interessi collettivi ed individuali degli impiegati; f) per tolleranza di abusi commessi da impiegati dipendenti In che casi s’opera invece la radiazione (destituzione): a) per atti i quali rivelino mancanza del senso dell'onore e del senso morale;
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DISCIPLINARI
b) per atti che siano in grave contrasto con i doveri di fedeltà dell'impiegato; c) per grave abuso di autorità o di fiducia; d) per dolosa violazione dei doveri di ufficio che abbia portato grave pregiudizio allo Stato, ad enti pubblici od a privati; Cosa accade invece ai cugini permanenti (CCNL Comparto delle amministrazioni autonome dello Stato ad ordinamento autonomo 2002/2005): Le violazioni, da parte dei lavoratori, degli obblighi disciplinati all'art. 36 del presente contratto danno luogo, secondo la gravità dell'infrazione, all'applicazione delle seguenti sanzioni disciplinari previo procedimento disciplinare: a) rimprovero verbale; b) rimprovero scritto (censura); c) multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione; d) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni; e) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi; f) licenziamento con preavviso; g) licenziamento senza preavviso. E, caso per caso, quando e come si applicano le sanzioni qui sopra previste:
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DISCIPLINARI l’assenza o dell’abbandono dal servizio, al disservizio determinatosi, alla gravità della violazione degli obblighi del dipendente, agli eventuali danni causati all’amministrazione, agli utenti o ai terzi; c) ingiustificato ritardo, non superiore a 10 giorni, a trasferirsi nella sede assegnata dall’amministrazione; d) svolgimento di altre attività lavorative durante lo stato di malattia o di infortunio; e) rifiuto di testimonianza oppure testimonianza falsa o reticente in procedimenti disciplinari; f) minacce, ingiurie gravi, calunnie o diffamazioni verso il pubblico o altri dipendenti; alterchi con vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con
Le violazioni, da parte dei lavoratori, degli obblighi disciplinati all'art. 36 del presente contratto danno luogo, secondo la gravità dell'infrazione, all'applicazione delle seguenti sanzioni disciplinari previo procedimento disciplinare: a) rimprovero verbale; b) rimprovero scritto (censura); c) multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione; d) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni; e) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi; f) licenziamento con preavviso; g) licenziamento senza preavviso." e) rifiuto di assoggettarsi a visite personali disposte a tutela del patrimonio dell’amministrazione, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 6 della L. 20 maggio 1970 n. 300; f) insufficiente rendimento rispetto all’assolvimento dei compiti assegnati; L’importo delle ritenute per multa sarà introitato dal bilancio dell’amministrazione e destinato ad attività sociali. 3. La sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni si applica per: a) recidiva nelle mancanze che abbiano comportato l’applicazione del massimo della multa oppure quando le mancanze previste nel comma 2 presentino caratteri di particolare gravità; b) assenza ingiustificata dal servizio fino a 10 giorni o arbitrario abbandono dello stesso; in tali ipotesi l’entità della sanzione è determinata in relazione alla durata del-
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utenti; g) manifestazioni ingiuriose nei confronti dell’amministrazione, tenuto conto del rispetto della libertà di pensiero e di espressione ai sensi dell’art.1 L. n.300 del 1970; h) qualsiasi comportamento da cui sia derivato danno grave all’amministrazione o a terzi; i) atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, che siano lesivi della dignità della persona; j) sistematici e reiterati atti o comportamenti aggressivi, ostili e denigratori che assumano forme di violenza morale o di persecuzione psicologica nei confronti di un altro dipendente. 4. La sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di 6 mesi si applica per: a) recidiva nel biennio delle mancanze previste nel comma precedente quando sia stata comminata la sanzione massima oppure quando le mancanze previste al comma 3 presentino caratteri di particolare gravità; b) assenza ingiustificata dal servizio oltre 10 giorni e fino a 15 giorni; c) occultamento di fatti e circostanze relativi ad illecito uso, manomissione, distrazione di somme o beni di spettanza o di pertinenza dell’amministrazione o ad essa affidati, quando, in relazione alla posizione rivestita, il lavoratore abbia un obbligo di vigilanza o di controllo; d) insufficiente persistente scarso rendimento dovuto a comportamento negligente; e) esercizio, attraverso sistematici e reiterati atti e comportamenti aggressivi ostili e denigratori, di forme di violenza morale o di persecuzione psicologica nei confronti di un altro dipendente al fine di procurargli un danno in ambito lavorativo o addirittura di escluderlo
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SANZIONI dal contesto lavorativo; f) atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, di particolare gravità che siano lesivi della dignità della persona. Nella sospensione dal servizio prevista dal presente comma, il dipendente è privato della retribuzione fino al decimo giorno mentre, a decorrere dall’undicesimo, viene corrisposta allo stesso una indennità pari al 50% della retribuzione indicata all’art. 25, comma 2, primo alinea, del CCNL del 24 aprile 2002 nonché gli assegni del nucleo familiare ove spettanti. Il periodo di sospensione non è, in ogni caso, computabile ai fini dell’anzianità di servizio. 5. La sanzione disciplinare del licenziamento con preavviso si applica per: a) recidiva plurima, almeno tre volte nell’anno, in una delle mancanze previste ai commi 3 e 4, anche se di diversa natura, o recidiva, nel biennio, in una mancanza
che abbia comportato l’applicazione della sanzione massima di 6 mesi di sospensione dal servizio e dalla retribuzione, salvo quanto previsto al comma 6, lett. a); b) recidiva nell’infrazione di cui al comma 4, lettera c); c) rifiuto espresso del trasferimento disposto dall’amministrazione per esigenze di servizio; d) mancata ripresa del servizio nel termine prefissato dall’amministrazione quando l’assenza arbitraria ed ingiustificata si sia protratta per un periodo superiore a quindici giorni. Qualora il dipendente riprenda servizio si applica la sanzione di cui al comma 4; e) continuità, nel biennio, dei comportamenti attestanti il perdurare di una situazione di insufficiente scarso ren-
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dimento dovuta a comportamento negligente ovvero per qualsiasi fatto grave che dimostri la piena incapacità ad adempiere adeguatamente agli obblighi di servizio; f) recidiva nel biennio, anche nei confronti di persona diversa, di sistematici e reiterati atti e comportamenti aggressivi ostili e denigratori e di forme di violenza morale o di persecuzione psicologica nei confronti di un collega al fine di procurargli un danno in ambito lavorativo o addirittura di escluderlo dal contesto lavorativo; g) recidiva nel biennio di atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, che siano lesivi della dignità della persona; h) condanna passata in giudicato per un delitto che, commesso in servizio o fuori dal servizio ma non attinente in via diretta al rapporto di lavoro, non ne consenta la prosecuzione per la sua specifica gravità. 6. La sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso si applica per: a) terza recidiva nel biennio di minacce, ingiurie gravi, calunnie o diffamazioni verso il pubblico o altri dipendenti, alterchi con vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con utenti; b) condanna passata in giudicato per un delitto commesso in servizio o fuori servizio che, pur non attenendo in via diretta al rapporto di lavoro, non ne consenta neanche provvisoriamente la prosecuzione per la sua specifica gravità; c) accertamento che l’impiego fu conseguito mediante la produzione di documenti falsi e, comunque, con mezzi fraudolenti ovvero che la sottoscrizione del contratto individuale di lavoro sia avvenuta a seguito di presentazione di documenti falsi; d) commissione in genere - anche nei confronti di terzi - di fatti o atti, anche dolosi, che, pur costituendo o meno illeciti di rilevanza penale, sono di gravità tale da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro; e) condanna passata in giudicato; Seguici sui social network, e contribuisci alla redazione del nostro periodico inviando materiale a: direttorevfv@me.com
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E se fosse il NUE 112 ad attivare i VVF volontari? In Lombardia sono ora attivi tre call center che raccolgono le chiamate verso il 112 e verso i “vecchi” numeri d’emergenza (113, 115, 118). Sono queste “centrali” laiche che smistano poi le chiamate ai vari enti deputati al soccorso e all’ordine pubblico. Nel trasferimento delle richieste ai VVF s’è notato un allungamento dei tempi. Se fosse però lo stesso NUE a dare un primo allarme alle sedi VVF secondo criteri di prossimità e a far trillare addirittura i cercapersone dei volontari, i tempi di risposta s’accorcerebbero di sicuro A cura di Simone Giorgio Di Stefano (vigile del fuoco volontario CNVVF)
Com’è noto – pur con notevoli ritardi e dopo il pagamento di multe milionarie all’UE – in Lombardia sono state attivate le prime centrali NUE 112 (Numero Unico Emergenza). Si tratta di tre Call Center laici (a rispondere non sono né poliziotti, né carabinieri, né pompieri e neppure sanitari). Il call center di Milano gestisce le chiamate del capoluogo lombardo e della provincia. Quello di Varese (da cui partì la sperimentazione nel 2010, dopo altre esperienze fallite in Campania e Sicilia)
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che smista le chiamate di Varese, Lecco, Como, Bergamo e Monza Brianza. Dalla fine del 2014 è attivo anche il call center di Brescia (per le aree di Brescia, Pavia, Cremona, Mantova, Sondrio e Lodi). Mentre alle “centrali” di Milano e Varese confluiscono le chiamate ricevute sia sul 112 che sulle vecchie numerazioni 113, 115 e 118, la centrale di Brescia attualmente smista le sole chiamate dirette al vecchio 118 (Soccorso Sanitario). Il call center s’occupa di stabilire la tipologia
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PSAP 2 (la sala operativa VVF della provincia competente). Riteniamo che il 112 debba sì essere un Numero Unico da ricordare e al quale far riferimento per qualsiasi emergenza (così com’è il 911 per gli americani) ma dovrebbe anche essere un modo per sveltire la macchina dei soccorsi. Chi s’è fatto promotore dell’aggiunta di questo filtro (il call center) tra l’utente richiedente soccorso e l’ente deputato a fornirlo, dovrebbe sfruttare il nostro suggerimento al fine di rendere un servizio veramente migliore.
di “richiesta” e – dopo aver “localizzato” il chiamante (con precisione se da telefono fisso, con approssimazione se da mobile) trasferisce (in voce) la telefonata alla centrale di secondo livello (PSAP 2) competente (VVF, Questura, Carabinieri, Soccorso Sanitario).
C’è un modo per rendere localizzabile (con precisione) anche le chiamate giunte al 112 da telefono cellulare. In Lombardia è funzionante l’APP whereARE-U che sfrutta i sistemi di localizzazione GPS dei propri smartphone per fornire l’esatta ubicazione del chiamante. Ciò previa registrazione e autorizzazione al trattamento dei dati, informazioni al link: https://where.areu.lombardia.it
Non intendiamo – almeno in quest’articolo – entrare nel merito dell’aver aggiunto un ulteriore “livello” invece d’operare un’unificazione delle centrali (così come avvenuto in altri paesi europei). Abbiamo però ricevuto segnalazioni da più parti circa l’allungamento dei tempi di trasferimento delle chiamate dal call center alla centrale di secondo livello (almeno per quanto riguarda la nostra dei VVF). Occorre poi calcolare che il passaggio della chiamata dall’operatore di SO VVF alle sedi volontarie avviene ancora via telefono o via radio: solo dopo un’ulteriore trascrizione di dati da parte della custode o del vigile al centralino, avviene il reale allertamento del personale. E se fosse lo stesso call center NUE 112 – tramite il potente software già in uso – a dare un primo allarme ai vigili del fuoco volontari (sui cercapersone personali)? Basterebbe localizzare su mappa la sede volontaria più prossima alla località del sinistro, indi far scattare un primo allarme. Il personale raggiungerebbe così la caserma, indosserebbe i DPI e riceverebbe poi le indicazioni precise, circa l’intervento da andare a svolgere, dalla propria
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Dipartimento pare aprire a proposte ANVVFV Dopo l’incontro di fine novembre presso il Viminale tra Dipartimento, nostro Ente Morale, Coordinamento Ass.ni Piemonte (Zanin) ed FNC. Gli uffici ministeriali hanno rimesso mano all’elaborato che è stato, in parte, migliorato. La commissione è, tuttavia, parsa (almeno a parole) favorevole a migliorare ulteriormente il documento, al fine di rimuovere ostacoli allo sviluppo della nostra componente. A cura del Comitato di Presidenza
La Commissione, presieduta dall’Ing. Cosimo Pulito, ha accolto alle ore 10,15 i tre vice presidenti, Rolando Fagioli, Giuseppe Parrinello e Luca Bonello, delegati dal Consiglio nazionale rappresentare l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari. Sicuramente il clima è da subito apparso molto distensivo con evidente propensione, da parte dell’Amministrazione, a trattare realmente gli annosi problemi della componente volontaria dei distaccamenti, che da anni attanagliano e rendono difficile la vita nelle sedi volontarie del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. In un ambito riservato alla nostra sola Associazione la discussione si è protratta per oltre due ore durante la quali sono stati trattati molti punti della nuova bozza di Regolamento, che pur essendo migliorativa rispetto alle precedenti versioni, presenta alcuni elementi ostativi allo sviluppo organico della componente operativa volontaria dei distaccamenti del Corpo. Tra i punti salienti trattati è stato in particolare chiesto: • Previsione dell’elenco C in aggiunta all’articolo 2 riguardante il personale in congedo; • Attività di addestramento obbligatorio in servizio; • Maggiori poteri ai capi distaccamento in merito ad arruolamenti e cancellazioni; • Seria valutazione del problema dei cassintegrati e soggetti in mobilità che sono in contrasto con l’attività VV.F. • Reintegro della figura del Funz. Tecnico Volontario e Capo Reparto Volontario come completamento dell’organico delle sedi; • Riduzione degli organici massimi da 70 a 40 unità + 12 qualificati; VFV
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La possibilità di conformare le squadre all’art. 66 del DPR 64/2012 ovvero di prevedere anche squadre ridotte con piena operatività (4 unità) e anche squadre di supporto con minori unità; La possibilità di fare visite mediche per rinnovo patente presso qualsiasi Ente pubblico abilitato compreso il medico militare; Chiarito il territorio di competenza ai fine dell’assegnazione al distaccamento; Fortemente richiesta l’eliminazione di tutto il comma c) dell’art. 8; Periodo obbligatorio di addestramento: chiesto di specificare meglio la responsabilità se del capo turno o del capo distaccamento, puntualizzando che per noi è da attribuire al capo distaccamento. Corso a Capo Squadra Volontario: chiesto di aggiungere come valutazione del lodevole servizio, oltre all’anzianità di iscrizione anche l’effettiva attività di soccorso svolta in termini di interventi espletati; Facenti funzioni Capi Partenza: abbiamo chiesto di ridurre a 7 anni l’anzianità richiesta; per i distaccamenti di nuova istituzione, che non hanno personale con detto servizio, il Comandante individuerà e formerà il personale più idoneo alla funzione di capo partenza; Abbiamo chiesto di estendere la copertura assi curativa anche anche per le attività connesse al soccorso; Chiesto l’automatico passaggio del personale dei distaccamenti volontari nel quadro A tranne nei casi di espressa rinuncia degli interessati nei termini previsti;
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Chiesto il passaggio automatico del personale volontario impiegato presso i distaccamenti permanenti nell'elenco A che continuerà ad espletare il servizio con le medesime modalità nello stesso distaccamento.
Attendiamo ora eventuali aggiustamenti da parte del Ministero per poi passare alle fasi di rito che portano alla pubblicazione della norma. Nelle more ci è stata comunque garantita l’emanazione di direttive atte a consentire la prosecuzione e lo sviluppo delle sedi volontarie del Corpo Nazionale dei VV.F. Speriamo sia la volta buona!
il commento del Direttore
Pèso el tacòn del buso? Dopo l’irricevibile “bozza Pini” di un anno fa, il Dipartimento ha rimesso mano al documento ed intende fare in fretta (chissà perché poi…). Dopo una seconda proposta, altrettanto scandalosa (ma che piaceva tanto all’FNC VVF), l’amministrazione – anche prendendo spunto dai suggerimenti della nostra ANVVFV – ha provato a metterci una pezza (ha provato, appunto…). Mentre, dapprima, si prevedeva la totale abolizione delle figure di CRV e FTAV, ora è previsto un ruolo “a esaurimento”, poi non avremo più né ufficiali né capi reparto ma solamente dei capi squadra subordinati al “capo partenza” della squadra permanente. Quindi la subordinazione “a parità di grado” andrebbe a farsi benedire, in barba anche alle qualifiche di Agente e Ufficiale di PG (infatti il CSV riveste qualifiche di UPG mentre il VP – pur anzianissimo e coordinatorissimo – resta pur sempre un agente). Con l’ennesimo colpo di spugna s’intende cancellare la storia degli Ufficiali Volontari del CNVVF: tecnici (diplomati o laureati) che hanno comandato le squadre (anche permanenti) sulle più grosse calamità del Paese. Uomini che – richiamati dai propri comandi provinciali – hanno svolto funzioni d’ufficiale di guardia al pari dei colleghi permanenti. Cancellati d’emblée, contro ogni criterio, saremmo l’unico Corpo dello Stato a non avere “Ufficiali Volontari”: sapete che un’infermiera volontaria del Corpo Militare CRI è – come minimo – equiparata a un Sottotenente dell’Esercito? Sapete che il Tenente
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Massimo Ficuciello, ufficiale trentacinquenne morto nella strage di Nassirya, era un riservista, un volontario! Di mestiere faceva il funzionario di banca (aveva due lauree) ma aveva preso un periodo d’aspettativa per servire il Paese in zona d’operazioni. Niente da fare, il Corpo Nazionale VVF (leggasi OO.SS. e certe figure incatramate nella burocrazia) le figure di comando volontarie proprio non le digerisce e pretende (almeno tenta) di poter disporre d’un esercito (o meglio una squadriglia, visti i numeri) di badilanti volontari dai pochissimi diritti ma dai tanti doveri. Ancora una volta s’è tentato di cucire addosso ai volontari, una norma nata per il personale di ruolo, così come l’anacronistico criterio della “squadra minima” da 5 elementi con CS tassativo a bordo (quando non si fanno corsi da quasi 10 anni). In barba a quel tentativo di “Revisione del dispositivo di soccorso” che prevedeva squadre di “primo impiego” al fine di garantire una pronta risposta dell’Amministrazione in caso di sinistro, nell’attesa di altre sq. ordinarie magari. Quest’ultima bozza (per fortuna forse) non piace neppure all’FNC (Fed. Naz. Coord. VVF) questi vorrebbero che il richiamo in servizio diventasse prerogativa del solo elenco dei “discontinui”; l’abolizione totale di quelli che definiscono “inutili FTAV”, così come l’abolizione della “paga oraria” (per noi dei distaccamenti ovviamente, non per i richiamabili). Secondo l’Ass. Naz. Discontinui (quella presieduta da Mazzarella), invece, la compagine è unica e non doppia e l’Amministrazione (non solo con lo strumento riforma DPR) starebbe usando un trattamento non degno nei confronti di tutta la componente. Proprio Mazzarella, però, ad aprile 2012, sosteneva che il STU non potesse venir demandato ai volontari e prendeva le distanze dall’ANVVFV dal momento che c’erano analogie di denominazione. Ora, certo, il Dipartimento apre anche a “Istruttori professionali volontari” (grande vittoria per carità) ma – almeno per il momento – è prevista la frequenza d’un corso di 5 settimane a Montelibretti (non retribuito). I direttori regionali sono stati invitati a fare una prima ricognizione di personale disposto a frequentarne ma, intanto, giovedì 12 febbraio tutte le Organizzazioni Sindacali sono state convocate al Viminale per discutere l’ultimo schema del (nostro) regolamento*. Speriamo bene…è giovedì grasso!! [*] L’ANVVFV quando uscì il regolamento di servizio del Corpo – DPR 64/2012 – non fu nemmeno sentita per sbaglio. Ma ci pensò il Consiglio di Stato [su nostro invito] a cassare l’articolo sulla “subordinazione a prescindere” che ora si tenta di riproporre.
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Di seguito l’ultima bozza di regolamento elaborata dal Dipartimento VVF-SPDC recante norme sui requisiti, le modalità di reclutamento e di impiego, l'addestramento iniziale, il rapporto di servizio e la progressione del personale volontario.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'articolo 87 della Costituzione; Visto l'articolo 17, comma l, della legge 23 agosto 1988, n. 400; Vista la legge 27 dicembre 1941, n. 1570; Vista la legge 8 dicembre 1970, n. 996, ed in particolare l'articolo 12 Visto l'articolo 35 della legge 5 dicembre 1988, n. 521; Visto il decreto del presidente della repubblica 29 ottobre 2001, n. 461 Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni; Vista la legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni; Visto il Decreto Legislativo 13 ottobre 2005, n. 217 "Ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a norma dell'articolo 2 della legge 30 settembre 2004, n. 252"; Visto il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 .. Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a norma dell'articolo 11 della legge 29 luglio 2003, n. 229; Visto l'articolo 4 della legge 12 novembre 2011, n. 183; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'Adunanza del ............................ ; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del .................. ; Sulla proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica; Emana il seguente regolamento:
Capo I - DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 1 Personale volontario 1. Le disposizioni del presente regolamento si applicano al personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 2. 11 personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è costituito da vigili volontari iscritti a domanda negli elenchi dei Comandi provinciali secondo le modalità previste dal presente regolamento e nei limiti di cui all'articolo 4, comma 13, della legge 12 novembre 2011, n.183. 3. II personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è, altresì, costituito dagli ex vigili volontari ausiliari di leva, iscritti d'ufficio negli elenchi dei Comandi provinciali ai sensi dell'articolo 12 della legge 8 dicembre 1970, n. 996. 4. Il personale volontario non è legato da un rapporto di impiego all'amministrazione ed è chiamato a prestare servizio secon do quanto previsto dall'articolo 14.
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Articolo 2 Elenchi del personale volontario 1. Ai fini dell'impiego sono istituiti due elenchi del personale volontario per le esigenze delle strutture del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, come di seguito denominati: - Elenco A: personale volontario per le necessità dei distaccamenti volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; - Elenco B: personale volontario per le necessità delle strutture centrali e delle altre strutture periferiche del Corpo naziona le dei vigili del fuoco. 2. È ammesso il transito a domanda del personale volontario dall'elenco B all'elenco A, tenendo conto di quanto previsto all'articolo 5. 3. È altresì ammesso, previa autorizzazione del Direttore regionale e su proposta motivata del Comandante provinciale, per particolari esigenze di servizio, il transito a domanda dall'elenco A all'elenco B del personale volontario con almeno tre anni di anzianità.
Articolo 3 Albo del personale volontario ad alta specializzazione 1. Il personale volontario iscritto negli elenchi provinciali, in possesso di professionalità ad alta specializzazione tecnica non ricompresa nei ruoli tecnico operativi del Corpo nazionale, a domanda, transita in apposito Albo tenuto presso la Direzione regionale competente. 2. Il suddetto personale è impiegato per specifiche necessità connesse alla specialità, sotto la diretta responsabilità del Direttore regionale o del Comandante provinciale nei casi di cui ali 'articolo 14, comma l ed è esonerato dalla partecipazione ai corsi di cui all'articolo l l.
Articolo 4 Qualifiche 1. Le qualifiche del personale volontario sono le seguenti: a) capo squadra volontario e vigile volontario per gli iscritti nell'elenco A; b) vigile volontario per gli iscritti nell'elenco B. 2. Al personale volontario si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni in materia di doveri, attribuzioni e responsabilità previste per il personale permanente di pari qualifica. 3. Ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, nell'esercizio delle attività istituzionali, il personale volontario svolge funzioni di polizia giudiziaria. Al personale con la qualifica di caposquadra volontario nonché al personale appartenente ai ruoli ad esaurimento di cui all'articolo 24 sono attribuite le funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria. Al personale con la qualifica di vigile volontario sono attribuite le funzioni di agente di polizia giudiziaria.
Articolo 5 Contingente del personale volontario dei distaccamenti volontari e composizione delle squadre 1. Presso ciascun distaccamento volontario il contingente m1mmo del personale volontario è pari a quattordici unità. Il contingente massimo è pari a settantadue unità articolate come segue: a) dodici capi squadra volontari; b) sessanta vigili volontari; 2. Per particolari esigenze operative il contingente di cui al comma può essere modificato con provvedimento del dirigente generale Capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 3. Ai fini dello svolgimento dell'attività di soccorso è individuata la seguente composizione della squadra: a) un capo squadra volontario; b) quattro vigili volontari.
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RECLUTAMENTO Articolo 6 Reclutamento ed iscrizione dei vigili volontari 1. I vigili volontari sono reclutati fra coloro che ne facciano domanda e risultino in possesso dei seguenti requisiti: a) cittadinanza italiana; b) diploma di istruzione secondaria di primo grado; c) idoneità psico-fisica attitudinale al servizio operativo, secondo i requisiti stabiliti dal decreto del Ministro dell'interno 11 marzo 2008, n 78 e ss.mm.ii; d) idoneità motoria attitudinale, verificata secondo le modalità stabilite dal Dipartimento; e) età non inferiore a diciotto anni e non superiore a trentasette anni; f) residenza nell'ambito provinciale del territorio di competenza del distaccamento volontario ovvero in un comune della provincia limitrofa distante al massimo quindici chilometri dalla sede del distaccamento per l'iscrizione nell'elenco A; g) residenza in un comune della provincia sede del Comando provinciale per l'iscrizione nell'elenco B; h) godimento dei diritti politici; i) non essere stati destituiti, dispensati o licenziati dall'impiego presso una pubblica amministrazione ovvero non essere stati dichiarati decaduti ai sensi dell'articolo 127, comma 1, lettera d) del DPR 10 gennaio 1957, n.3; l) possesso del requisito delle qualità morali e di condotta di cui all'articolo 35, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 200 l, n. 165; 2. Ai fini della verifica del possesso dei requisiti di cui alla lettera c) del comma precedente, sono a carico degli interessati gli oneri per gli accertamenti clinico strumentali e di laboratorio, da effettuarsi presso le strutture pubbliche o presso le strutture private, anche convenzionate, ammesse dall'amministrazione Sono a caric dell'amministrazione gli oneri per la visita medica generale, da effettuarsi a cura del medico incaricato del Comando. 3. L’aspirante vigile volontario deve indicare, all'atto della presentazione della istanza, l'elenco a cui intende iscriversi. L'iscrizione è consentita in un solo elenco.
Articolo 7 Transito del personale permanente negli elenchi del personale volontario 1. Il personale permanente appartenente ai ruoli dei vigili del fuoco, dei capi squadra e dei capi reparto, cessato dal servizio a domanda, può chiedere di transitare nell'elenco A del personale volontario ove risulti idoneo sulla base degli accertamenti sanitari periodici e in possesso degli altri requisiti di cui all'articolo 6, salvo quello dell'età. 2. Il personale di cui al comma l è iscritto nella qualifica di vigile volontario se proveniente dal ruolo dei vigili permanenti, di capo squadra volontario se proveniente dal ruolo dei capi squadra e capi reparto di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217. 3. Il personale conserva le specializzazioni e le qualificazioni e può essere utilizzato per la formazione del personale volontario, purché in possesso degli specifici requisiti richiesti. 4. Per il personale permanente transitato negli elenchi del personale volontario non vige l'obbligo di frequentare il corso di cui all'articolo 9, comma 1. 5. Il richiamo in servizio del predetto personale non costituisce continuazione del precedente rapporto di lavoro ai fini previdenziali.
Articolo 8 Incompatibilità 1. Non possono essere iscritti negli elenchi del personale volontario: a) il personale in servizio nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco; b) il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia, con eccezione degli appartenenti ai Corpi di polizia degli enti locali, previo nulla osta dell'amministrazione di appartenenza; c) gli amministratori di società, i titolari di impresa che producono, installano, commercializzano impianti, dispositivi e attrezzature antincendio, nonché i titolari di istituti, enti e studi professionali che esercitano attività di formazione, vigilanza, consulenza, asseverazioni e servizi nel settore antincendio.
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Articolo 9 Corso di addestramento iniziale del personale volontario 1. L'impiego dei vigili volontari iscritti negli elenchi A e B è subordinato al superamento di un corso di formazione e addestra mento iniziale a carattere teorico pratico organizzato secondo le modalità di svolgimento ed i programmi stabiliti dal Dipartimento. 2. Nel caso di mancato superamento del corso l'interessato può chiedere l'ammissione alla frequenza di un nuovo corso. Un ulteriore esito negativo determina la cancellazione dagli elenchi. 3. L'ordine di accesso al corso per ciascun elenco è dato dall'ordine cronologico di presentazione della domanda di cui all'articolo 6, comma l. 4. I vigili volontari sono assicurati contro gli infortuni e le infermità contratti per causa diretta ed immediata, derivante dalla partecipazione al corso di addestramento iniziale, restando esonerata l'amministrazione da ogni responsabilità, ai sensi dell'articolo 10 comma 2 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139. 5. L'idoneità del vigile volontario è accertata da una commissione esaminatrice, nominata con provvedimento del Direttore regionale competente ed è composta da un dirigente del Corpo nazionale con funzioni di presidente e da due componenti appartenenti al ruolo dei direttivi o degli ispettori e dei sostituti direttori antincendio.
Articolo 10 Corsi di formazione del personale volontario 1. Il personale volontario può essere chiamato a partecipare ai corsi di formazione promossi dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco per un periodo massimo di trenta giorni l'anno. 2. Il personale volontario chiamato a partecipare ai corsi di formazione di cui al comma I, per un periodo di impiego giornaliero superiore alle nove ore, ha diritto ad usufruire gratuitamente della mensa di servizio. 3. Il personale volontario di cui all'elenco A può partecipare ai corsi per istruttore professionale e per istruttori per patenti, secondo i programmi stabiliti dal Dipartimento al fine di svolgere attività di addestramento all'interno delle sedi volontarie. 4. I periodi di frequenza dei corsi di formazione, ad eccezione dei corsi di cui agli articoli 9 e 11, sono considerati richiami in servizio temporaneo.
Articolo 11 Corsi periodici di addestramento del personale volontario 1. Per poter espletare i servizi d'istituto, il personale volontario è tenuto all'addestramento periodico per un numero di ore non inferiore a dodici per ciascun trimestre. Le modalità e i programmi sono stabiliti dal Comando provinciale di appartenenza per gli iscritti nell'elenco A e dalla Direzione regionale per gli iscritti nell'elenco B. Il personale dell'elenco A svolge l'adde stramento sotto la diretta responsabilità del capo distaccamento o del capo turno provinciale che potranno avvalersi di istruttori professionali. 2. Nel caso in cui il personale volontario non svolga l'addestramento per un periodo superiore a tre mesi, il richiamo in servizio è subordinato ad un periodo addestrativo di almeno dodici ore senza oneri per l'amministrazione. 3. La partecipazione effettiva al soccorso tecnico urgente è valutata a1 fini del raggiungimento del monte ore di addestramento trimestrale obbligatorio. 4. Per il solo personale dell'elenco B i richiami in servizio valgono come addestramento trimestrale se lo stesso personale all'in terno del richiamo svolge un 'attività addestrativa o di soccorso documentata dal Comando provinciale presso cui viene espletato il richiamo.
Articolo 12 Funzioni ed incarico di capo distaccamento volontario 1. Il capo del distaccamento volontario è responsabile, in conformità aIle disposizioni impartite dal Comando provinciale, del l'organizzazione dei servizi dell'attività interna del distaccamento, nonché della manutenzione dei beni dell'amministrazione,
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compatibilmente con le risorse a sua disposizione. Il capo distaccamento organizza e comunica alla sala operativa del Comando provinciale la disponibilità del personale volontario componente la squadra di socorso. Propone l’esonero dal servizio del personale volontario del Comando provmctale nei casi in cui al successivo articolo 17, lett. e) ed f). 2. L'incarico di capo distaccamento volontario ha la durata di cinque anni ed è rinnovabile; esso è conferito, sentito il personale volontario in servizio, con provvedimento del Comandante provinciale sulla base della maggiore capacità attitudinale. 3. L'incarico può essere revocato con provvedimento motivato del Comandante provinciale anche prima della scadenza.
Capo III AVANZAMENTO Articolo 13 Conferimento della qualifica di capo squadra volontario 1. La qualifica di capo squadra volontario è conferita, nel limite del contingente di cui all'articolo 5 del presente regolamento a seguito del superamento della prova finale di apposito corso di formazione. 2. Con decreto del Capo Dipartimento sono fissati con cadenza biennale il numero dei posti disponibili presso i distaccamen ti volontari, i titoli valutabili, le modalità di espletamento delle procedure di selezione, la composizione della commissione esaminatrice, le modalità di formazione della graduatoria di ammissione al corso, nonché le disposizioni per lo svolgimento del corso e dell'esame finale. 3. Al corso sono ammessi, secondo l'ordine di graduatoria e fino alla copertura dei posti disponibili, i vigili volontari iscritti nel l'elenco A da oltre dieci anni, impiegati in un distaccamento volontario e che abbiano operato negli ultimi due anni con lodevole profitto, attestato dal Comandante provinciale sulla base di una relazione del capo distaccamento e che nel medesimo periodo non siano incorsi in sanzioni disciplinari più gravi del richiamo scritto. 4. Alla selezione può partecipare il personale volontario in servizio presso un’ altro distaccamento della stessa provincia, previo nulla osta del Comandante provinciale.
Capo IV IMPIEGO E OPERATIVITA' DELLE SEDI VOLONTARIE Articolo 14 Modalità di impiego del personale volontario 1. Il personale volontario può essere richiamato in servizio temporaneo in occasione di calamità naturali, catastrofi o eventi che, per intensità ed estensione, ne richiedono l'apporto e può essere destinato in qualsiasi località. 2. Il personale volontario iscritto nell'elenco B, inoltre, è richiamato in servizio temporaneo dal Direttore regionale secondo le necessità rappresentate e motivate dalle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale. Ciascun periodo di richiamo ha una durata non superiore a venti giorni. 3. I richiami di cui al comma 2 sono disposti nei limiti della autorizzazione del Dipartimento. Il Direttore regionale può disporre nell'ambito territoriale di competenza, il richiamo di personale in provincia diversa da quella di iscrizione. Qualora il servizio del personale volontario debba essere espletato in una regione diversa da quella di appartenenza, il richia mo viene preventivamente autorizzato dal Dipartimento. 4. I richiami sono effettuati secondo il criterio della rotazione, sulla base di una graduatoria periodicamente aggiornata. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988 n. 400 sono disciplinate le modalità di avvicendamento tenendo anche conto dei criteri dell'anzianità d'iscrizione nell'elenco, dell'eventuale stato di disoccupazione, del carico familiare, nonché del lodevole profitto maturato nei precedenti richiami. La graduatoria deve essere pubblicata sul sito istituzionale del Comando provinciale. 5. Il personale volontario iscritto nell'elenco A, oltre che nelle ipotesi di cm al comma I, è richiamato in servizio: a) nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza del distaccamento volontario, su segnalazione o richiesta diret ta di intervento, con contestuale informazione della sala operativa del Comando provinciale; b) al di fuori della circoscrizione territoriale di competenza del distaccamento volontario, su disposizione del Comando provinciale secondo le procedure operative stabilite; c) per le esigenze del Comando provinciale, compatibilmente con le necessità del distaccamento volontario di appartenenza. In tal caso i periodi di richiamo non devono essere di durata inferiore alle otto ore continuative. 6. I periodi di richiamo per le necessità delle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale di cui al comma 2 non possono superare il limite di centosessanta giorni/anno.
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7. I requisiti di cui al comma l dell'articolo 6, lettera i), dovranno essere verificati con cadenza almeno biennale a cura del Comando provinciale. 8. Il periodo di richiamo si intende interrotto nel caso di malattia. 9. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.
Articolo 15 Disposizioni disciplinari 1. Al personale volontario si applicano le sanzioni disciplinari previste dall'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139. 2. Il Comandante provinciale è competente a irrogare la sanzione disciplinare del rimprovero scritto, il Direttore regionale o interregionale la sanzione della sospensione dai richiami da uno a cinque anni, il Capo del Corpo la sanzione della radiazione dagli elenchi. 3. Il decreto ministeriale di cui all'art. 11, comma 3, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 viene adottato dal Capo del Corpo. 4. Per il procedimento di irrogazione delle sanzioni e loro gradazione si applica, in quanto compatibile, il Regolamento di disciplina del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 5. Avverso i decreti di irrogazione delle sanzioni disciplinari e il decreto di cui al precedente comma 3 è ammesso ricorso al giudice ordinario.
Articolo 16 Personale volontario inidoneo al servizio di soccorso 1. Il personale volontario riconosciuto dalla competente commissione medica ospedaliera non idoneo in via permanente al servizio di soccorso, ma idoneo a proficuo servizio, può svolgere mansioni relative all'organizzazione interna delle sedi volontarie o specifiche attività del Comando, ad esclusione di impieghi operativi di soccorso tecnico urgente, qualora per le esigenze dell'amministrazione sussista effettiva possibilità d'impiego. Tale impiego non costituisce richiamo in servizio. 2. Per il personale di cui al comma 1 non vige l'obbligo di svolgere l'attività addestrativa di cui all'articolo 11.
Articolo 17 Cancellazione dagli elenchi del personale volontario 1. La cancellazione d'ufficio dall'elenco del personale volontario è prevista per: a) decesso; b) dimissioni volontarie presentate al Comando provinciale dei vigili del fuoco di appartenenza; c) raggiungimento dei limiti di età; d) incapacità, insufficiente rendimento ad assolvere i compiti di istituto, accertati dalla commissione nominata dal Direttore regionale e composta da un dirigente del Corpo nazionale con funzioni di presidente e da due componenti appartenenti al ruolo dei direttivi o degli ispettori e dei sostituti direttori antincendio. e) assenza ingiustificata, previa diffida, dai turni e richiami, dai corsi di addestramento e formazione, ai sensi dell'articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139; f) mancata partecipazione o indisponibilità, protratta per due anni, ali 'attività del distaccamento volontario o all'attività addestrativa, da parte del personale volontari iscritto nell'elenco A; g) mancata partecipazione o indisponibilità protratta per due anni, all'attività addestrati va o ai richiami, da parte del personale volontario iscritto nell'elenco B; h) destituzione o dispensa dall'impiego presso una pubblica amministrazione; i) sopravvenuta inidoneità psicofisica pennanente e assoluta al servizio nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, come prevista dal decreto ministeriale 5 febbraio 2002 e successive modificazioni, accertata dalla competente commissione medico ospedaliera; I) assenza ingiustificata agli accertamenti disposti dall'amministrazione per la verifica del mantenimento dei requisiti di idoneità psico-fisica e attitudinale;
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m) sopravvenuta incompatibilità ai sensi dell'articolo 8 del presente decreto.
Articolo 18 Ordinamento gerarchico del personale volontario 1. Ai fini gerarchici il personale permanente è sovraordinato al personale volontario di pari grado. In occasione degli interventi di soccorso la direzione è affidata al capo partenza permanente. 2. La gerarchia tra il personale volontario di pari qualifica è determinata dalla data di iscrizione nell'elenco dei volontari. A parità di iscrizione è considerato gerarchicamente superiore il maggiore di età. 3. In caso di carenza della figura di capo squadra volontario, le funzioni di capo partenza previste all'articolo 66, comma 2, del D.P.R. 64/2012, potranno essere temporaneamente svolte da un vigile volontario che abbia almeno quindici anni di anzianità.
Articolo 19 Obblighi dei datori di lavoro del personale volontario 1. Per le finalità di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, e successive modificazioni, i datori di lavoro, pubblici e privati, hanno l'obbligo di conservare il posto di lavoro al personale volontario, sia per lo svolgimento del servizio del soccorso istituzionale, sia per i casi previsti dagli articoli 9, I O e 11. 2. Il personale volontario iscritto, che abbia superato il corso di addestramento iniziale di cui all'articolo 9, può svolgere le mansioni di cui all'articolo 37, comma 9, del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81, senza l'obbligo della frequenza dello specifico corso di formazione e di aggiornamento e di superamento degli esami ove previsti.
Articolo 20 Onorificenze 1. Al personale volontario si applicano le norme per la concessione delle onorificenze previste per il personale permanente.
Articolo 21 Tessera di riconoscimento 1. Al personale volontario viene rilasciata una speciale tessera di riconoscimento. 2. Con decreto del Ministro dell'interno sono stabilite le modalità di rilascio e le caratteristiche tecniche della tessera riportante la dicitura "'VOLONTARIO", tenendo conto delle relative qualifiche. 3. Il personale volontario iscritto nell'elenco B deve riconsegnare la tessera al termine del periodo di richiamo. 4. La tessera deve essere, altresì, immediatamente riconsegnata agli uffici competenti in caso di cancellazione dall'elenco.
Articolo 22 Vestiario ed equipaggiamento 1. Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco provvede a fornire al personale volontario il vestiario ed il necessario equipaggiamento per l'impiego nel servizio di istituto, in conformità alle vigenti disposizioni in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. 2. Il vestiario e l'equipaggiamento di cui al comma 1 deve essere restituito all'atto della cancellazione dall'elenco.
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Articolo 23 Copertura assicurativa 1. Ai sensi dell'articolo I O, comma 2 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, il personale volontario impiegato in attività di soccorso, formazione e addestramento è assicurato contro gli infortuni e le infermità contratte per causa diretta ed immediata di servizio, restando esonerata l'amministrazione da ogni responsabilità. La dipendenza da causa di servizio di infermità o lesioni è accertata secondo le modalità vigenti per il personale permanente. 2. È altresì coperto da assicurazione il personale volontario di cui all'articolo 2, comma I, elenco A e il personale di cui all'articolo 16 per gli infortuni e le infermità contratti per causa diretta ed immediata derivante dall'impiego nelle attività di gestione del distaccamento.
Articolo 24 Disposizioni transitorie e finali 1. Il personale volontario che a domanda è iscritto nell'elenco del personale volontario di un altro Comando provinciale conserva l'anzianità e la qualifica precedentemente possedute. 2. Le convenzioni con le regioni e gli enti locali, stipulate dal Dipartimento e nei settori di attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, possono prevedere anche l'acquisizione di materiali, mezzi ed attrezzature, da trasferire, in comodato gratuito, per le necessità dei comandi provinciali e dei distaccamenti volontari indicati nelle convenzioni stesse. 3. Il personale volontario iscritto nell'elenco di cui all'articolo 2 del D.P.R. 6 febbraio 2004, n. 76, nonché i soggetti che hanno presentato domanda di iscrizione, devono optare per il passaggio alla qualifica di vigile volontario in uno degli elenchi di cui all'articolo 2, comma l, mediante domanda da presentarsi al competente Comando provinciale entro il termine di 120 giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento. Decorso tale termine, il personale volontario che non ha presentato richiesta è cancellato d'ufficio. Il personale volontario conserva l'anzianità di iscrizione precedentemente posseduta. 4. II personale che alla data di entrata in vigore del presente regolamento riveste la qualifica di capo squadra volontario è iscritto d'ufficio nell'elenco A con la medesima qualifica, anche in soprannumero rispetto al contingente di cui all'articolo 5 e conserva l'anzianità di iscrizione. 5. II personale che, alla data di entrata in vigore del presente regolamento, riveste la qualifica di capo reparto volontario con serva la medesima qualifica in uno specifico ruolo ad esaurimento permanendo nell'elenco A esclusivamente per svolgere le funzioni di coordinatore dell'attività di addestramento e formazione del personale volontario. 6. II personale che, alla data di entrata in vigore del presente regolamento, riveste la qualifica di funzionario tecnico antincendi volontario conserva la medesima qualifica in uno specifico ruolo ad esaurimento permanendo nell'elenco A per svolgere le funzioni di coordinatore di uno o più distaccamenti volontari, nonché attività di formazione. 7. Il personale volontario di cui ai commi 5 e 6 potrà, altresì, essere impiegato in attività operativa di soccorso su specifica e diretta attivazione del Comandante provinciale. 8. Il personale volontario attualmente impiegato per esigenze operative nei distaccamenti volontari aggregati a sedi permanenti, transita a domanda nell'elenco A e continua ad espletare il servizio con le medesime modalità. 9. Il personale volontario proveniente dai ruoli del personale permanente con la qualifica di capo reparto o capo squadra potrà optare per l'iscrizione nell'elenco A assumendo la qualifica di capo squadra volontario. 10. Fino all'emanazione dei regolamenti di cui agli articoli 145, comma 2 e 148 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, l'accertamento della idoneità del personale di cui all'articolo 6, comma 2 e la valutazione dei titoli posseduti sono effettuati dal Dipartimento.
Articolo 25 Abrogazioni 1. È abrogato il decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2004, n.76.
Articolo 26 Invarianza degli oneri 1. L'attuazione del presente regolamento non può comportare in ogni caso oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato. 2. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
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E S PA N S I O N E
DELLA
RETE
FIRST RESPONDER
UNA NOTIFICA
“PUSH”
SALVA LA VITA E ATTIVA I SOCCORRITORI IN CASO DI ARRESTO CARDIACO Articolo redatto con la collaborazione della FSP (Federazione Svizzera Pompieri), della Fondazione Ticino Cuore e del progetto LiveRescue.
In Ticino attiva una rete di First Responder cantonale, localizzabili tramite GPS e attivabili tramite una APP “push” sul proprio smartphone. Sono poliziotti, pompieri, guardie di confine ma anche comuni cittadini in possesso di un certificato BLS/DAE riconosciuto in Svizzera. Qualcosa di simile è allo studio anche in Italia, si tratta del progetto LiveRescue, una prima sperimentazione dovrebbe partire presto in Veneto. Anche in Alto Adige è attiva una rete di FR alla quale aderiscono anche i vigili del fuoco volontari che lì sono presenti in tutte le municipalità ma anche in diverse frazioni.
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orremmo che non accadesse mai, eppure l’arresto cardiaco improvviso colpisce ogni anno, in Svizzera, da 7000 a 8000 persone. Ciò significa che la possibilità di assistere a un evento così drammatico non è per niente remota. E può trattarsi di un semplice passante, di un amico, di un vicino di casa, o addirittura di un nostro caro. Questa situazione clinica si manifesta in modo del tutto inaspettato, anche in persone apparentemente sane, e richiede un intervento di soccorso con defibrillatore estremamente rapido: entro cinque minuti. Ad ogni istante che passa, le possibilità di salvare il paziente si riducono del 10%.
Salvare una vita in pochi minuti E se accadesse proprio a noi, di essere lì, nei pressi dell’evento? Intervenire con consapevolezza e competenza sono le basi per effettuare un corretto intervento di rianimazione. Proprio per questo la Fondazione Ticino Cuore intende espandere la rete di First Responder (FR), vale a dire un team composto dalle istituzioni partner del soccorso (polizia, pompieri e guardie di confine) e da cittadini «comuni» che, su base volontaria, danno la propria disponibilità ad essere allarmati dalla Centrale Ticino Soccorso 144 in caso di situazioni di arresto cardiaco. La rete di First Responder di Ticino Cuore è in costante
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ampliamento grazie alle sempre più numerose persone che, dopo aver seguito un corso di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce (BLS-DAE), decidono di farne parte. Ed è anche per il loro spirito umanitario che anno dopo anno cresce il numero di pazienti che, dopo essere rimasti vittima di un arresto cardiaco, tornano a una vita normale.
Premessa La Fondazione Ticino Cuore è stata costituita nel 2005 su iniziativa della Federazione Cantonale Ticinese Servizi Autoambulanza (FCTSA) e del Cardiocentro Ticino ed ha, come scopo principale, quello di aumentare la percentuale di sopravvivenza delle persone colpite da arresto cardiaco improvviso. Dalla sua creazione, Ticino Cuore ha finalizzato le sue attività alla realizzazione del «Piano cantonale di intervento in caso di arresto cardiaco e rianimazione precoce» che, oltre a diffondere l’installazione di apparecchi defibrillatori pubblici sul territorio cantonale e a promuovere tra la popolazione la formazione della tecnica di rianimazione, prevede la creazione di una rete di First Responder. La Centrale di allarme e coordinamento sanitario Ticino Soccorso 144 è responsabile della gestione delle situazioni in cui l’inizio precoce della rianimazione contribuisce ad aumentare le probabilità di sopravvivenza dei
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pazienti colpiti da arresto cardiaco. I risultati relativi alla sopravvivenza, pubblicati nei vari rapporti di attività di Ticino Cuore, confermano in modo eclatante l’aumento costante del numero di persone salvate ogni anno. Alla luce della positiva esperienza compiuta in questi anni, grazie alla disponibilità ed alla generosità delle persone che hanno aderito a questa iniziativa pionieristica ed unica nel suo genere a livello internazionale,
Ticino Cuore e FCTSA hanno deciso di aggiornare ulteriormente il proprio modello organizzativo di gestione e allarme della rete di FR. I cambiamenti più significativi riguardano:
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1. la modalità di allarme, che sarà eseguita tramite un’applicazione per smartphone (iOS – Android – Windows Mobile), sviluppata dalla DOS Group di Besazio; l’allarme per arresto cardiaco sarà quindi recapitato tramite messaggio «push», mentre l’attuale modalità di allarme tramite SMS sarà progressivamente abbandonata; 2. una migliore gestione e controllo della rete di FR
attraverso l’obbligatorietà di registrarsi personalmente sia tramite l’applicazione stessa sia tramite il nostro sito web www.ticinocuore.ch;
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ni…) che, su base volontaria, hanno dato la propria disponibilità ad essere allarmati da Ticino Soccorso 144 in caso di situazioni di arresto cardiaco. I principi strutturanti del modello si fondano su due elementi: 1. casualità, ossia il fatto di trovarsi «casualmente» in prossimità dell’evento; 2. volontarietà, ossia la libera decisione del FR di dare o meno seguito all’allarme ricevuto.
Adesione, indennità e rinuncia L’adesione alla rete di First Responder è attuata su base volontaria. Il FR non è tenuto ad assicurare alcun tipo di presenza e/o disponibilità ad intervenire così come non deve giustificare eventuali rinunce a prestare soccorso. È possibile iscriversi alla rete di FR direttamente dal sito www.ticinocuore.ch oppure tramite l’applicazione del proprio smartphone. I requisiti essenziali per essere ammessi sono i seguenti: 1. età: 18 anni compiuti; 2. essere in possesso di un certificato di abilitazione alla rianimazione BLS/DAE riconosciuto SRC (Swiss Resuscitation Council), valido e aggiornato; 3. disporre di un cellulare tipo smartphone sul quale ricevere gli allarmi; 4. certificare la presa di visione del «Regolamento per la gestione della rete di First Responder cantonale»; 5. non è necessario disporre di un apparecchio defibrillatore (DAE). Ogni componente della rete di FR ha il diritto, in qualsiasi momento, di ritirare la propria iscrizione.
3. il sistema di allarme terrà conto della mobilità dei FR. Sarà quindi eliminata l’attuale suddivisione territoriale in zone di intervento e ogni FR riceverà gli allarmi di tutto il Cantone.
La rete di First Responder Si tratta di un modello organizzativo innovativo che si basa sulla costituzione di un insieme di persone e/o istituzioni (polizia, pompieri, guardie di confine, samarita-
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La rinuncia viene fatta direttamente dall’interessato tramite la gestione del proprio profilo personale quale FR dal sito www.ticinocuore.ch. Tutte le informazioni personali saranno cancellate dalle banche dati sia di Ticino Cuore sia di Ticino Soccorso 144.
Funzionamento della rete di First Responder: aspetti operativi Modalità di allarme da parte di Ticino Soccorso 144
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Al momento della ricezione di una richiesta di intervento, il personale di Ticino Soccorso 144 procede alla raccolta sistemica delle informazioni essenziali per identificare la problematica sanitaria e attivare i servizi di soccorso. Per espletare al meglio questo compito si avvale di un supporto informatico performante denominato MPDS (Medical Priority Dispatch System). Nelle situazioni in cui si ipotizza la presenza di un arresto cardiaco, oltre ad allertare i servizi di soccorso professionisti, Ticino Soccorso 144 provvede all’attivazione
della rete di FR presente sul territorio attraverso l’invio di allarmi «push» sul telefono cellulare. È anche possibile che in determinate situazioni di arresto cardiaco il personale di Ticino Soccorso non proceda all’attivazione dei FR, a tutela della loro sicurezza e/o salute. Tali situazioni includono ad esempio la traumatologia pesante, luoghi non sicuri (autostrada, cantieri, zone impervie…), così come casi fortemente intensi dal punto di vista emotivo (pediatria, morti violente…). La decisione e la responsabilità dell’attivazione o meno VFV
della rete di FR è assunta dalla Direzione Amministrativa e Sanitaria di Ticino Soccorso 144.
Invio del messaggio di allarme In caso di sospetto arresto cardiaco, sullo smartphone del FR apparirà un allarme «push» visivo e sonoro contenente le seguenti indicazioni: • luogo dell’intervento (località); • via; • tempo stimato di arrivo dell’ambulanza. Per evidenti ragioni legate alla protezione della sfera pri-
vata del paziente, le informazioni di dettaglio saranno comunicate attraverso un secondo messaggio «push» unicamente alle persone che realmente sono in grado di raggiungere il luogo dell’intervento. Tutti i componenti della rete di FR riceveranno gli allarmi dell’intero territorio cantonale ticinese, inclusa anche la Mesolcina e Moesano. Rispetto alla modalità di allarme tramite SMS, data la mobilità delle persone, questa nuova procedura permette di aumentare ulteriormente
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le probabilità che un FR si trovi in prossimità del luogo dell’evento. La risposta agli allarmi (accettazione dell’intervento) avviene unicamente su base volontaria. Al momento dell’invio degli allarmi, Ticino Soccorso 144 non è in grado di localizzare il FR; la localizzazione tramite il dispositivo GPS dell’apparecchio telefonico avviene unicamente al momento dell’accettazione dell’intervento da parte del FR e della verifica della sua vicinanza al luogo dell’intervento.
sul cellulare. Il percorso viene calcolato in modo automatico dall’applicazione identificando la posizione del FR rispetto al luogo di intervento. Sarà inoltre possibile visualizzare le postazioni di defibrillatori pubblici (disponibili 24 h su 24) se presenti sul percorso che separa il FR dal paziente. Ricordiamo che la prognosi del paziente è influenzata in modo decisivo dall’inizio rapido delle manovre di rianimazione di base, in particolare dalla pratica di un massaggio cardiaco esterno efficace. Per questo motivo il tempo di inizio della rianimazione non deve essere ritardato dalla ricerca di un defibrillatore; è possibile che questa apparecchiatura sia portata in un secondo momento da altri FR allarmati.
Pratica della rianimazione Una volta arrivato sul luogo dell’intervento, il FR intraprende la pratica della rianimazione cardiopolmonare così come appresa durante il corso per l’ottenimento del certificato BLS/DAE. L’applicazione prevede anche la possibilità di attivare un metronomo che aiuti il FR a mantenere un ritmo di massaggio cardiaco corretto.
Invio delle informazioni di dettaglio
Per qualsiasi evenienza, dubbio o necessità di informazioni e/o sostegno il FR può mettersi in contatto con il personale di Ticino Soccorso 144 che lo sosterrà e aiuterà ad affrontare nel migliore dei modi la situazione. La rianimazione cardiopolmonare deve essere praticata ininterrottamente fino all’arrivo del personale sanitario. La presenza sul luogo di un FR è una risorsa importante anche per il personale professionista; è possibile che il coinvolgimento attivo del FR continui anche dopo l’arrivo dei soccorritori.
Nel momento in cui il FR dà la sua disponibilità ad intervenire, l’applicazione attiva automaticamente il dispositivo GPS presente nel cellulare; la posizione del FR sarà quindi localizzata sul sistema operativo di Ticino Soccorso 144. Questo passaggio è fondamentale poiché permette al sistema di identificare come FR attendibili unicamente quelli che si trovano in un raggio di azione coerente con le indicazioni ricevute al momento dell’allarme (ad esempio: un FR non riceverà le informazioni di dettaglio se il luogo di intervento è Biasca e lui si trova a Chiasso benché abbia confermato la sua disponibilità).
Un aiuto per chi aiuta: il debriefing psicologico
Accertata l’attendibilità della disponibilità del FR, il sistema invierà un secondo messaggio contenente ulteriori informazioni dettagliate per raggiungere il paziente. Grazie alla tecnologia a disposizione sarà possibile attivare automaticamente il navigatore satellitare presente
Ogni situazione di arresto cardiaco ha un forte impatto psicologico ed emotivo su coloro che ne sono direttamente o indirettamente coinvolti. La progressiva semplificazione e diffusione della pratica di rianimazione presso un numero sempre maggiore di cittadini non toglie importanza al fatto che questo evento comporti
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un vissuto personale profondamente intenso, causando stress emotivo al paziente, ai soccorritori, ai presenti. A volte possono insorgere sentimenti di inefficacia, sensi di colpa, inadeguatezza. Ticino Cuore mette a disposizione il proprio servizio di sostegno psicologico ai pazienti, ai familiari e ai rianimatori di tutte le età e per qualsiasi necessità. È importante che coloro che assistono o partecipano attivamente all’evento possano continuare a stare bene e ad integrare ed elaborare nel migliore dei modi le proprie emozioni. Nella maggior parte delle situazioni è utile poter esternare i propri sentimenti a una persona di fiducia. Può essere suffi amico o con un familiare oppure con una persona in grado di fornire informazioni più dettagliate sulla situazione specifica. Nel caso in cui l’individuo non sia in grado di elaborare autonomamente le emozioni vissute e laddove queste inizino a creare dei problemi di salute, Ticino Cuore viene in supporto con un servizio di presa a carico professionale.
Risultati clinici I risultati ottenuti in questi primi anni di attività di Ticino Cuore confermano l’assoluta validità delle attività proposte. Infatti il tasso di sopravvivenza dei pazienti è passato dal 15% del 2005 al 42% del 2013. Questi dati, comparati con quelli della letteratura scientifica, situano il Cantone Ticino tra le regioni con il maggior tasso di sopravvivenza in ambito internazionale.
Rete di defibrillatori La rete di defibrillatori pubblici in Ticino ha una diffusione sempre più capillare. Si è passati dalle 15 apparecchiature del 2005 alle 885 del 2013.
Attività di formazione Attraverso le attività di promozione della formazione BLS/DAE il numero di cittadini in possesso di un certificato ufficiale riconosciuto dallo Swiss Resuscitation VFV
Council è sensibilmente aumentato. Con 44.078 persone certificate BLS/DAE, si arriva a quasi il 12% del totale della popolazione residente.
Rete di First Responder La rete di FR è attualmente costituita da circa 3500 persone (numeri telefonici allarmabili). L’efficacia di questo modello organizzativo è evidenziato attraverso diversi
indicatori. I dati sono raccolti tramite un questionario la cui compilazione da parte del FR è facoltativa. I dati confermano che un tale modello organizzativo, basato sui principi dell’aiuto spontaneo e della casualità, può supportare con successo l’attivazione dei servizi professionali preposti (ambulanze, elicottero). I presupposti essenziali sono una gestione professionale e il sostegno costante alle persone che intervengono. Si può notare che nei 2/3 dei casi una o più persone si attivano spontaneamente per soccorrere chi è in difficoltà, un dato che certamente costituisce un indicatore significativo di cambiamento culturale e di solidarietà sociale.
Collaborazioni e riconoscimenti In questi anni Ticino Cuore ha presentato i risultati delle proprie esperienze a diversi congressi nazionali e internazionali. Tra i più importanti si ricordano:
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• AHA – Orlando (USA) 2009 • ERC – Porto (P) 2010 Vienna (A) 2012 / Cracovia (P) 2013 • ESC – Stoccolma (S) 2010 • IRC – Piacenza (I) 2011 Ticino Cuore ha presenziato, quale ospite d’onore, alla manifestazione «Chevaliers du Cœur» organizzata lo scorso anno dalla Ligue Cardiologique Belge a Brussels. Nel corso del 2012 l’European Resuscitation Council ha proposto a Ticino Cuore di entrare a far parte della neo costituenda «European Resuscitation Academy». A tale scopo i responsabili della fondazione hanno seguito uno specifico corso organizzato dalla Resuscitation Academy di Seattle. Su iniziativa della Presidentessa dell’ERC (European Resuscitation Council), prof.ssa Maaret Carstén, Ticino Cuore e Stavanger (Norvegia) sono stati selezionati come i due centri di eccellenza in Europa, chiamati a divulgare nel nostro continente le competenze acquisite. A tale scopo è stata creata la ERA (European Resuscitation Accademy), della quale Ticino Cuore è membro fondatore, con l’obiettivo di organizzare corsi di formazione rivolti ai responsabili dei servizi di soccorso dei Paesi europei. La prima proposta formativa è stata organizzata a
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Stavanger alcune settimane fa e nel 2015 – decimo anniversario della fondazione di Ticino Cuore – è in programma in Ticino la seconda edizione. Se non subentrano altri fattori, i corsi ERA saranno proposti in alternanza a Stavanger per il Nord Europa e da Ticino Cuore per l’Europa Centro-Sud. Ticino Cuore si prospetta quindi l’opportunità di profilarsi quale centro di competenza sulla rianimazione cardiopolmonare.
Il progetto italiano LiveRescue L’obiettivo di LiveRescue è di incrementare le possibilità di sopravvivenza delle vittime di arresto cardiaco fornendo una rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione precoce riducendo i tempi “morti” di attesa tra il verificarsi dell’evento tragico e l’arrivo dei soccorsi. LiveRescue rappresenta il primo rinnovamento del sistema 1•1•8 dal suo sviluppo nei primi anni ’80 e dopo l’invenzione dei defibrillatori semi-automatici per il soccorso extra-ospedaliero, non sono solo i cittadini a chiamare il 1•1•8 ma è il 1•1•8 a chiamare loro per aiutare una persona in difficoltà.
Come funziona Immagina di essere al centro commerciale, ad un certo punto senti le sirene di un’ambulanza e vedi entrare dalla porta scorrevole i soccorritori che corrono all’interno di un negozio. Scopri che c’era una persona a terra priva di coscienza colpita da arresto cardiaco. Se lo avessi saputo forse la persona avrebbe rivisto i pro-
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pri cari. Con una larga diffusione di LiveRescue quanto descritto farà parte del passato. L’app permette ai cittadini di tutti i giorni, formati ad eseguire le manovre di primo soccorso (BLS/BLSD) e che si trovano nei paraggi del tragico evento, di eseguire le manovre salvavita ad una persona colta da arresto cardiaco grazie alla ricezione di una notifica sul proprio smartphone. Nel momento in cui la Centrale Operativa 1•1•8 riceve una chiamata di soccorso, l’operatore raccoglie tutte le informazioni per attivare i soccorsi e sulla base di queste, se ipotizza la presenza di un arresto cardiaco, oltre ad inviare il mezzo di soccorso allerta i soccorritori laici nelle vicinanze attraverso notifiche push sullo smartphone. I dati inviati attraverso la notifica push sono: luogo dell’intervento tempo stimato di arrivo del mezzo di soccorso In base ai dati forniti l’utente (soccorritore laico) può scegliere se intervenire o meno e dal momento in cui l’utente ha dato la sua disponibilità riceverà informazioni dettagliate sulla situazione in corso.
Chi sono i soccorritori di LiveRescue? I soccorritori che vengono allertati dall’applicazione sono persone qualificate, che vengono inviate per far la differenza, quest’ultimi sono: medici infermieri soccorritori professionisti/volontari con abilitazione DAE abilitati DAE che non operano nel settore emergenzaurgenza Tra le figure sopra indicate gli interessati possono candidarsi ad entrare nell’albo dei soccorritori di LiveRescue. Ogni candidatura verrà valutata da un team di professionisti nel settore emergenza-urgenza è se ritenuta idonea potrà entrare nella rete di LiveRescue.
Questa è una soluzione semplice a un problema per le Centrali Operative SUEM con la quale potranno tenere aggiornato il registro dei defibrillatori presenti sul territorio. Per ulteriori informazioni: www.ticinocuore.ch - www.liverscue.it «La rete FR è un modello organizzativo innovativo che si basa sulla costituzione di un insieme di persone e/o istituzioni che, su base volontaria, hanno datola propria disponibilità ad essere allarmati da Ticino Soccorso 144 in caso di situazioni di arresto cardiaco.» «In Ticino, il tasso di sopravvivenza dei pazienti è passato dal 15% del 2005 al 42% del 2013.» Vari partner del soccorso sono coinvolti nella rete di First Responders. È stata sviluppata per gli smartphone un’applicazione FR con, tra l’altro, la procedura da seguire in caso di allarme. L’applicazione Momentum, progettata e sviluppata da Dos-Group, dà perfino il ritmo corretto del massaggio cardiaco esterno. Le varie divise e tenute civili visibili su questa foto scattata in occasione di una serata Cavaliere del Cuore organizzata in Ticino riflettono bene l’eterogeneità dei FR attivi.
Mappatura dei defibrillatori sul territorio Un altro obiettivo di LiveRescue è creare il registro defibrillatori più completo e affidabile da usare in caso di emergenze. Quando un arresto cardiaco colpisce trovare un Defibrillatore Automatico Esterno (DAE) può salvare una vita, ciò comporta sapere dove si trova. Attraverso LiveRescue può cercare i defibrillatori presenti nel territorio vicino a dove ti trovi, hai la possibilità di segnarle di nuovi e aggiungere informazioni importanti come dov’è posizionato, una foto del DAE. Tutte queste informazioni importanti potranno essere usate anche dagli operatori delle Centrali Operative 1•1•8 per fornire indicazioni al chiamante su dove reperire un DAE.
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Antonio Bonni, primo a sinistra, con i compagni di corso
Inveruno piange il VFV Antonio Bonni Costernazione e incredulità tra i vigili del fuoco volontari di Inveruno. Un collega, ma soprattutto un amico, se ne è andato a soli 47 anni per un male incurabile. Antonio Bonni di Parabiago svolgeva l’attività di VF volontario presso la caserma di via Lazzaretto dal 2008. Con impegno, passione e voglia di aiutare chi ha bisogno; caratteristiche che riguardano tutti i volontari della caserma inverunese e un po’ tutti coloro che indossano la divisa da pompiere. Ha combattuto fino all’ultimo, fino a quando la malattia lo ha sopraffatto costringendolo a ridurre la sua presenza in caserma. “Quando uno di noi se ne va è come se morisse un nostro fratello – commenta Simone Mainini, presidente dell’associazione ‘Amici dei Pompieri’ di Inveruno – La notizia della sua scomparsa ci ha lasciati senza parole e con tanto dolore in corpo. Impossibile dimenticare i week end in caserma, i turni e gli interventi fatti insieme. Essere vigili del fuoco vuol dire tanto. Condividere momenti di gioia e di dolore, sopra ogni cosa. A noi non resta che porgere le più sentite condoglianze alla famiglia”. Antonio s’è spento a novembre 2014, proprio lo stesso mese di quattro anni prima, aveva superato con successo le 120 ore di formazione insieme ad altri 6 compagni di corso. Lascia la moglie ed un figlio di sei anni.
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