Anno XXIX - no 4 Luglio/Dicembre2015
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
4 L UGLIO /D ICEMBRE 2015
RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale Fabio MARANGONI Comitato di Direzione PRESIDENTE NAZIONALE: Roberto MUGAVERO PRESIDENTE D’ONORE: Gino GRONCHI VICE PRESIDENTI NAZIONALI: Luca BONELLO, Rolando FAGIOLI e Giuseppe PARRINELLO CONSIGLIERI NAZIONALI: Lorenzo AROSIO, Sergio AURELI, Claudio BALLESIO, Paolo BARBIN, Alberto BIDDOCCU, Diego CORIASCO, Paolo CORBETTA, Giancarlo GIACHINO e Damiano LANDI. Impaginazione e Grafica TIPOGRAFIA CUNARDESE - CUNARDO (VA) Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede cent r al e Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per l’Italia SICUREZZA OGGI tel. 02 47712999 DIFFUSIONE S.M. tel. 055 2590284 Stampa: LITOGRAFIA STEPHAN – GERMIGNAGA (VA) Abbonamenti: Gratuita a Comandi e Distaccamenti dei VV.F. Sostenitori € 70,00 Benemerito da € 70,00 in su Una copia € 8,00 Arretrati € 10,50 L’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dell’articolista e non impegnano né la Rivista né l’Associazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F. Garanzia di riservatezza per gli abbonati L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilita di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 -20141 Milano. Le informazioni costudite nell’archivio elettronico dell’Editore saranno utilizzate al solo scopo di inviare la rivista o comunicazioni concernenti l’abbonamento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali). Pubblicità Inferiore al 70%
Aut. Trib. Milano n. 855/89
w w w. a n v v f v. i t In copertina: veicolo polisoccorso dei VVF volontari di Madonna di Campiglio (ora anche CNVVF pare aprire a mezzi meno pesanti). EDITORIALE
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DOPO 70 ANNI TORNANO I VVF VOLONTARI A SAN FEDELE D’INTELVI
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LONDRA: FIRE INVESTIGATION DOGS
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EMILIA E VENETO IN SOSTEGNO DEI VVF VOLONTARI
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RECENSIONI - DU SEAU AU JANUS
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DEDICATO ALLE VITTIME DI VIA PALESTRO
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BZ: PRIMO COMANDANTE DONNA DEI VVF VOLONTARI
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VALLE D’AOSTA: I VVF TORNANO SOTTO LA PROCIV
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PARTE DA BRESCIA IL GRIDO D’ALLARME: FORMAZIONE!
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INCIDENTI NEI SILOS
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BIMBI BIELORUSSI IN CASERMA A INVERUNO
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BENEMETRENZE ASSOCIATIVE
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VCO: SOSTEGNO ALLA COMPONENTE VOLONTARIA DEI VVF
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TUNNEL DEL GOTTARDO: SUL POSTO IN 2 MINUTI
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IL QUARTIER GENERALE DEI GHOSTBUSTER DI LEGO
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CNVVF APRE A VEICOLI DI PICCOLE DIMENSIONI
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EDITORIAL EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE
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Il giorno sabato 28 Novembre 2015 è stata convocata presso il Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Lovere (BG), ai sensi dell’art. 9 dello Statuto e viste le procedure deliberate dal Consiglio Nazionale nella seduta tenutasi il 13 settembre 2015 a Carate Brianza (MB), l’Assemblea Generale dei Soci dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari.L’Assemblea ha avuto i seguenti argomenti all'ordine del giorno: -Relazione del Comitato di Presidenza sull’attività svolta nel triennio - Presentazione dei Bilanci economici anni 2012 – 2013 e Rendiconto 2014 all’Assemblea con relativa approvazione; -Elezione dei componenti del Consiglio Nazionale, del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio dei Probiviri ai sensi degli articoli 14, 18 e 18 bis dello Statuto. Alla chiusura del seggio elettorale, aperto per quattro ore, sono iniziate le operazioni di spoglio che hanno consentito la proclamazione del Consiglio Nazionale, del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio dei Probiviri per il triennio 2015-2018. CONSIGLIO NAZIONALE Claudio Di Maio, Damiano Landi, Gianandrea Autelli, Rolando Fagioli, Lorenzo Arosio, Fabio Marangoni, Luca Bonello, Sergio Aureli, Giuseppe Parrinello, Gianluca Colossi, Mirko De Caroli, Roberto Mugavero, Michele Errico, Gianluca Saggioro, Francesco Mantineo. COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Gianpietro Cattaneo, Alessandro Benetti, Giuseppe Montagno Castagnolo. Revisore dei Conti supplente Francesco Cravero
Presidente Nazionale Roberto MUGAVERO
COLLEGIO DEI PROBIVIRI Fabrizio Carelli, Federico Girgenti, Cosimo Leo. Probiviro supplente Nunzio Putrino Nell’esprimere le più vive congratulazioni e i miei migliori auguri di buon lavoro a Consiglieri, Revisori e Probiviri eletti sono certo che, da parte di tutti, vi sarà la piena consapevolezza dell’importanza sia del ruolo assunto sia delle attività che andranno a svolgere nell’adempimento del proprio mandato. Il triennio appena concluso è stato un periodo nel quale vi è stata la massima concentrazione, sul piano interno, nell’analisi e riorganizzazione della struttura così da poter rinnovare e dare nuovo slancio alle attività associative. Ciò anche allo scopo di poter rispondere ai mutati scenari e alle nuove sfide poste dalla perdurante crisi economica e da un mondo sempre più caratterizzato da competizione e globalizzazio-
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ne. Sul piano esterno le attività del triennio sono state invece caratterizzate da un tenace, costante e proficuo lavoro volto al rafforzamento dei rapporti e del confronto con tutti i diversi interlocutori politici ed istituzionali. Questo non solo per produrre concreta testimonianza delle istanze legate alla nostra componente ma, soprattutto, per sollecitare un dialogo e dibattito sul futuro globale del volontariato dei Vigili del Fuoco all’interno del Corpo Nazionale. Alla luce di tutto ciò sono certo che gli eletti sapranno egregiamente proseguire e consolidare l’impulso di crescita e sviluppo già avviato
#MOVEMBER Il nome Movember viene dalla fusione delle parole “november” e “moustache” (novembre e baffi). Coloro che aderiscono alle varie campagne all’interno del movimento si chiamano “Mo bro”, “fratelli di baffo”.
A questo link potrete trovare una raccolta delle nostre pubblicazioni: http://issuu.com/antonioascaniomangano/stacks
News e commenti su attività pompieristiche e di soccorso in genere. Promuoviamo il volontariato VVF di prossimità su modello mitteleuropeo. Seguici sui social network, e contribuisci alla redazione del nostro periodico inviando materiale a: direttorevfv@me.com facebook - pompierivfv twitter@pompieri
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Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Michele Blasi, Franco Luconi Bisti, Ueli Hug, Mauro Colombini, Damiano Landi, Massimo Bozzano, Andrea Mantoan, Clara Rüsi, Simone Giorgio Di Stefano e Andrea Ronconi.
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Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO
Nel mese di novembre il nostro direttore ha aderito alla campagna #movember lasciandosi crescere i baffi per tutto il mese. Ormai da 10 anni a questa parte gli uomini ricordano ad altri uomini d’eseguire uno screening urologico per scongiurare il cancro della prostata e dei testicoli. Quindi maschieti over 40, una visitina fatevela!
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Il Presidente Nazionale Roberto Mugavero
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sapendo cogliere, al contempo, tutte le occasioni per dare voce alle tante anime del volontariato VVF che caratterizzano il nostro territorio. Auguro a tutti un’esperienza che possa essere al contempo impegno e crescita, soprattutto ai tanti giovani che, avvicinandosi per la prima volta ad un incarico di livello nazionale, hanno dato tangibile prova di entusiasmo e responsabilità.
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PROVINCIA
DI
COMO
DOPO 70 ANNI TORNANO I VVF VOLONTARI A SAN FEDELE D’INTELVI CHIUSO NEL 1945 E RI-DECRETATO NEL 2008, DOPO UNA PRIMA APERTURA A SINGHIOZZO NEL 2010, L’ABBANDONO DELLA SEDE, LE ERBACCE E LE BANDIERE IN BRANDELLI NEL 2012. RIAPRE (SPERIAMO UNA VOLTA PER TUTTE) IL DISTACCAMENTO VOLONTARIO DI SAN FEDELE D’INTELVI. DETERMINANTE L’INTERVENTO E L’INSISTENZA DELLA COMUNITÀ MONTANA LARIO-INTELVESE E L’INTERESSAMENTO DEL NUOVO COMANDANTE ABATE. Nel 2008 – in occasione di Santa Barbara - fu Marina Cesario, allora comandante provinciale dei vigili del fuoco di Como, a dare la notizia del ritorno dei pompieri a San Fedele. La sirena che radunava i pompieri del 25° Corpo VVF Volontari smise di suonare nel 1945 grazie al “riordino” previsto dall’istituzione del Corpo Nazionale. Nel 2008 la Cesario annunciò che per l’ope-
ratività del presidio di San Fedele mancava solamente il decreto d’istituzione dal Ministero e che i lavori di ristrutturazione dello stabile - adiacente all’edificio della Chiesa Valdese, precedentemente adibito a foresteria da destinare a caserma erano già stati completati. Il distaccamento volontario fu poi, infine, inaugurato in pompa magna soltanto a luglio del 2010 ma, due anni
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Dario Abate Comandante Prov.le VVF Como
più tardi, i 7 vigili in forza alla caserma (pochini) gettarono la spugna. Non c’erano abbastanza volontari e, pare, il Comando provinciale non riuscisse più a sostenere l'attività del presidio, realizzato con un investimento importante da parte della Comunità montana LarioIntelvese. «Senza volontari non è possibile garantire l'apertura del Distaccamento», fece sapere il comandante provinciale dei vigili del fuoco. «Eravamo all'oscuro di tutto, ma ci attiveremo per capire dove sta il problema. Abbiamo fatto tanto per avere questo Distaccamento. Non lasceremo che la sede resti vuota», affermò il vicesindaco di San Fedele, Alessandro Toretti.
Nel 2014 il quotidiano “La Provincia” denunciava: Erbacce, la bandiera italiana e quella dell’unione europea ridotte a brandelli. Ma non è incuria nè degrado: è molto peggio. Un segno palese che quella casa è stata abbandonata, in maniera definitiva. Ma non è una casa qualunque. È la caserma dei vigili del fuoco della Valle d’Intelvi. Il distaccamento dei volontari fortemente voluto dal compianto assessore della Comunità Montana Lario Intelvese Alberto Berini . Un immobile privo di qualsiasi funzione operativa del quale ora sono rimasti solo i muri perimetrali. Dopo le dimissioni del responsabile del presidio Marco Stefanetti , il manipolo di volontari che, per qualche anno, ha tenuto in piedi la struttura si è trasferito a Dongo. Altri hanno rinunciato all’incarico. Una colpa – ahinoi - da distribuire tra Comando VVF e “volontari”: quest’ultimi interessati più ai richiami in servizio temporaneo presso le sedi permanenti. Il Comando Provinciale di Como negli anni, diciamo, non ha poi aiutato; tempi biblici per l’iscrizione negli elenchi, organizzazione corsi d’ingresso e patenti di guida. Senza contare che un Nissan Navara, acquistato con fondi locali (ca. 80.000€) e attrezzato di tutto punto, sia restato tutti questi anni a far ruggine in un magazzino. È stato recentemente Dario Abate – nuovo comandate provinciale a Como – a provvedere, su stimolo della Comunità Montana (Dott. Rigola), alla riapertura della caserma. Funzionerà, almeno inizialmente, nelle ore notturne e festive con personale volontario che presidierà la sede. Il comandante auspica, tuttavia, l’iscrizione di nuovo personale volontario residente, al fine d’estendere (forse) l’operatività anche alle ore diurne.
la casermetta di San Fedele d’Intelvi nel periodo dell’abbandono e, a fianco, nuovamente operativa.
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FIRE INVESTIGATION DOGS DA QUALCHE TEMPO LA LONDON FIRE BRIGADE HA ARRUOLATO ALCUNI AMICI A QUATTRO ZAMPE CHE ANNUSANO LE CAUSE D’INCENDIO. A cura della redazione. Fonte: london-fire.gov.uk
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herlock e Murphy somigliano a qualsiasi altro cane che passeggia per strada ma hanno un talento speciale: come il “pensionato” Roscoe, sono dei cani investigatori delle cause d’incendio. Specificamente addestrati ad identificare diverse sostanze acceleranti, i quattro cani assistono gli investigatori a determinare quando un incendio è stato provocato con dolo. Utilizzando il proprio olfatto, che è molto più preciso della tecnologia specifica per rivelare sostanze infiammabili, i quattro “fire dogs” hanno aiutato, in più d’una occasione, il “Fire Investigation Team” a
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determinare la cause d’incendi dolosi. La velocità con la quale sono capaci di riconoscere, semplicemente annusando, le sostanze acceleranti ha ridotto di molto il tempo richiesto per investigare la scena del sinistro. Se i quattrozampe non rilevano, da subito, sostanze interessanti, il team d’investigazione può focalizzare la ricerca d’altre cause d’innesco. I cani vengono selezionati già a partire dalla giovane età, approfittando dell’e-
levata attitudine al gioco. Nell’addestramento vengono utilizzate delle tecniche di “rinforzo positivo”: ogni volta che una sostanza d’innesco viene riconosciuta, il cane viene premiato con una pallina da tennis. Durante il periodo formativo i cani vengono testati in discipline dalla differente difficoltà, come la ricerca in stanza singola, più stanze e multipiano. Poi la ricerca in siti più difficoltosi come cassette postali e sottoscala.
Ogni qualvolta il cane rileva una probabile sostanza d’innesco, si ferma e attende istruzioni dal proprio conduttore. Sul luogo degli incendi i cani indossano speciali scarpe per proteggersi da schegge di vetro e altri oggetti taglienti. Tuttavia gli animali non accedono ai locali incendiati prima del completo raffreddamento delle braci e non si registrano infortuni ai cani, nell’intero territorio servito, durante il lavoro. La carriera di ciascun cane è fissata in dieci anni e, ogni dodici mesi, ricevono un “retraining” specifico per verificare che non abbiano disimparato quanto appreso. I “fire dogs” della London Fire Brigade vengono trasportati in appositi confortevoli “kennels” (gabbie) sul luogo dei sinistri, viene loro somministrata una specifica dieta, vengono protetti da dolori, disagio o sofferenza e ci si assicura che abbiano un normale comportamento. Tutto ciò nel rispetto della legislazione vigente in materia in UK (“Animal Welfare Act” 2006).
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EMILIA ROMAGNA
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VENETO
GOVERNI REGIONALI IN SOSTEGNO VVF VOLONTARI Dopo il Piemonte si sono mobilitati anche i governi regionali di Emilia Romagna e Veneto. I membri della prima giunta sosterranno – anche presso il Parlamento – i 25 distaccamenti regionali retti da solo personale volontario. Ha promesso di fare altrettanto anche il Consiglio Regionale del Veneto che ha ben 38 caserme di vigili del fuoco volontari – alcune con tradizioni secolari - attive sul proprio territorio e che rischiano di scomparire.
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revedere un sistema regionale di riconoscimento del ruolo svolto dai Vigili del Fuoco Volontari, questa la richiesta che la delegazione dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari (ANVVFV) ha rivolto al Presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, nel corso dell’incontro tenutosi martedì 15 settembre 2015 a Palazzo Ferro Fini (Venezia), al quale sono intervenuti anche gli Assessori Gianpaolo Bottacin ed Elena Donazzan, i vicepresidenti Massimo Giorgetti e Bruno Pigozzo ed i consiglieri Sergio Berlato, Andrea Bassi, Patrizia Bartelle, Manuel Brusco, Alessandro Montagnoli ,Orietta Salemi, Claudio Sinigaglia ,Stefano Valdegamberi e Francesca Zottis. In sostanza la delegazione dell’Associazione naz. Vigili del
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Coordinatore Regionale ANVVFV per il Veneto Corrado Scapin
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Vigili del Fuoco, compresi quelli volontari, dopo che con decreto del presidente della Repubblica è stato previsto il taglio di alcune prefetture tra cui, in Veneto, quelle di Belluno e Rovigo. “Se alcuni ruoli oggi in capo al prefetto - afferma l’assessore Bottacin - possono essere facilmente rimodellati su strutture anche ultra territoriali, altre posizioni che sono fondamentali per la difesa del territorio non possono e non devono essere a caduta sacrificati. In questo contesto, il lavoro e la professionalità dei Vigili del Fuoco Volontari a salvaguardia del territorio non possono essere messi in secondo piano dal governo”.
Vicepresidente Nazionale ANVVFV: Rolando Fagioli
Fuoco Volontari , composta dal Vicepresidente nazionale Cav. Rolando Fagioli, dal Presidente provinciale della sezione di Vicenza Alessandro Benetti, dal Presidente provinciale della sezione di Verona Gianluca Saggioro, dall'Assessore di Protezione Civile di Bovolone Costantino Turrini, e dal Coordinatore regionale C. Scapin , con una bozza di proposta di legge regionale predisposta dalla sezione di Verona , chiede l’impegno della Regione per destinare delle risorse finalizzate a garantire la copertura del fabbisogno dei corsi di formazione obbligatori, ad attivare apposite convenzioni con tutte le Asl della Regione Veneto prevedendo la gratuità delle visite mediche richieste per poter svolgere il servizio di volontariato nei Vigili del Fuoco , a costituire un fondo utile per l’acquisto di mezzi e attrezzature da destinare ai distaccamenti volontari presenti su tutto il territorio regionale . In Italia i volontari del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sono circa 6.000 , solo in Veneto operano oltre mille Vigili del fuoco volontari dislocati nei 38 distaccamenti volontari dei vari comandi provinciali .Accogliendo le richieste dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari è stato proposto dai consiglieri un esame della questione in Commissione, anche per analizzare quale modello di riferimento adottare per quanto riguarda l’organizzazione del Corpo dei Vigili del Fuoco volontari. Inoltre l’Assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin ed i consiglieri presenti si sono impegnati a produrre un documento da votare in Aula all’unanimità per invitare il Governo centrale a dar seguito alle richieste dei Vigili del Fuoco volontari . (AVN) – Venezia, 16 settembre 2015 É forte la preoccupazione dell’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin per la sorte dei
“In Consiglio regionale ci impegneremo – aggiunge affinché le loro giuste pretese, tra cui il riconoscimento del ruolo svolto dai Vigili del Fuoco Volontari all’interno di un sistema regionale, vengano portate a compimento, e lo faremo chiedendo al governo nazionale l’impegno a dar seguito alle richieste di questo importantissimo corpo”. “Non è possibile – conclude Bottacin – che la tanto sbandierata riforma Del Rio produca solo tagli o salassi al territorio; alle province in generale e paradossalmente ancora di più a quella bellunese, a cui a parole era stata pure promessa la specificità”. «Serve una riduzione dei costi delle visite mediche per gli aspiranti volontari Vigili del fuoco. Dobbiamo motivare e non ostacolare chi vuole fare volontariato» Questo il commento della consigliera regionale modenese del Pd Luciana Serri, presidente della Commissione politiche economiche, dopo l’approvazione in Assemblea di una specifica risoluzione che impegna la Giunta a sollecitare l’intervento di Governo e Parlamento. L’Assemblea legislativa regionale ha approvato all’unanimità una risoluzione che chiede alla Giunta di sensibilizzare il Parlamento e il Governo perché venga disposta la riduzione dei costi delle visite mediche a carico degli aspiranti volontari Vigili del fuoco e a verificare, con le strutture sanitarie regionali, la possibilità di percorsi per agevolare e favorire la gratuità delle stesse. “L’attuale regolamentazione – spiega Luciana Serri, presidente della Commissione politiche economiche – deve essere rivista per superare gli ostacoli in materia di reclutamento dei Vigili del fuoco volontari, eliminando gli oneri a carico degli aspiranti volontari e dando forza allo svolgimento di corsi presso i Comandi provinciali. È evidente che per mantenere aperte le sedi volontarie, che svolgono un servizio di soccorso e supporto indispensabile per la nostra
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EMILIA ROMAGNA
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VENETO
Il Dr. Carlo Alberto Cocchi già vicepresidente ANVVFV nonché CSV a San Giovanni in Persiceto (BO).
comunità, dobbiamo rimuovere gli ostacoli che incontra chi decide di impegnarsi. Come Regione – prosegue la consigliera regionale modenese del Pd Luciana Serri – siamo consapevoli dell’importanza di questo servizio, per questo c’è un impegno costante. In Emilia-Romagna sono attivi 25 distaccamenti dei Vigili del fuoco volontari per i quali la Regione assicura risorse. Dal 2000 al 2008 sono stati stanziati 8 milioni e 500 mila euro per l’implementazione delle strutture dei presidi territoriali; dal 2003 al 2014 ancora 1 milione e 800mila euro per manutenzione e gestione delle sedi. Infine i fondi erogati nel 2001 (4milioni di euro) per mezzi, materiali e attrezzature”. La Regione accoglie l’iniziativa leghista per tutelare i vigili del fuoco volontari dei distaccamenti dell’Emilia Romagna. Maggioranza e minoranza unite in consiglio regionale, nel tentativo di continuare a garantire agli operatori le coperture dei costi delle visite mediche e i rimborsi delle spese di trasporto e degli costi sostenuti durante il servizio. L’allarme era scattato dopo una nota del capo dipartimento dei vigili del fuoco, Francesco Antonio Musolino, che parla di “gratuità” della prestazione resa dai volontari del Corpo. In aula il Pd – in accordo con la Lega Nord – ha emendato la risoluzione dei consiglieri del Carroccio: dal contributo bipartisan è nato un testo che impegna la giunta regionale a “verificare la possibilità” di rendere gratuite le visite mediche sostenute dai vigili del fuoco volontari e “ad attivarsi per bloccare l’eventuale proposta di eli-
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minazione dei rimborsi spettanti ai volontari dei vigili del fuoco che operano durante il proprio orario di lavoro”. “Ancora una volta gli enti locali devono rimediare ai danni prodotti dallo Stato centrale. Il governo centrale decide e legifera senza conoscere e sapere ciò che accade sui territori. Ancora una volta la Lega si conferma motore propulsivo dell’iniziativa in Regione”, dice il capogruppo leghista Alan Fabbri. “I vigili del fuoco volontari sono una risorsa preziosissima: assicurano il servizio 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno – aggiunge il consigliere regionale Marco Pettazzoni – : solo un governo folle può pensare di accanirsi su di loro, imponendo loro anche le spese. Viene da pensare che il governo voglia smantellare questa risorsa preziosa, ma noi non ci stiamo e in Regione oggi abbiamo dimostrato, ancora una volta, che la Lega è capace di fare la differenza”. Nella risoluzione il Carroccio invoca inoltre un impegno giunta di viale Aldo Moro a “sensibilizzare il parlamento e il governo perché dispongano la riduzione dei costi delle visite mediche a carico degli aspiranti volontari” e chiede alla giunta di viale Aldo Moro di “farsi portavoce di una revisione della normativa e della regolamentazione attuali superando gli ostacoli in materia di reclutamento”.
Il commento: L’approvazione all’unanimità della risoluzione Lega Nord e dell’emendamento Pd per la tutela dei vigili del fuoco volontari «è un segnale molto positivo della politica che in Emilia Romagna ha dimostrato di sapersi unire quando il tema è indiscutibilmente nell’interesse del territorio. Un segnale che è accolto dai vigili del fuoco volontari come un riconoscimento unanime per il loro impegno». Così si è espresso Carlo Alberto Cocchi, a nome del Coordinamentopompieri volontari dell’Emilia Romagna, presenti inregione con circa 600 operativi in 25 distaccamentivigili del fuoco volontari: “Ci auguriamo ora che altre Regioni prendano esempio dall’Emilia Romagna e che dai territori parta un segnale forte, rivolto al livello centrale, affinché ci si faccia carico dei problemi esistenti da tempo e da più parti segnalati e che potrebbero essere ulteriormente aggravati da una bozza di riforma che - non tenendo conto delle peculiarità del vigile del fuoco volontario - rischia di soffocare l'operatività delle sedi».
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REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSEMBLEA LEGISLATIVA ATTO DI INDIRIZZO ʹ RISOLUZIONE Oggetto n. 1012 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a sensibilizzare il Parlamento ed il Governo al fine di ridurre i costi delle visite mediche a carico degli aspiranti volontari Vigili del Fuoco, rivedere la normativa per favorire il reclutamento e bloccare ů͛ĞůŝŵŝŶĂnjŝŽŶĞ ĚĞŝ ƌŝŵďŽƌƐŝ ƐƉĞƚƚĂŶƚŝ Ăŝ ǀŽůŽŶƚĂƌŝ ĐŚĞ ŽƉĞƌĂŶŽ ĚƵƌĂŶƚĞ ŝů ƉƌŽƉƌŝŽ ŽƌĂƌŝŽ Ěŝ ůĂǀŽƌŽ͘ A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli (Prot. DOC/2015/0000560 del 23 ottobre 2015)
RISOLUZIONE >͛ ƐƐĞŵďůĞĂ ůĞgislativa della Regione Emilia-Romagna Premesso che il personale volontario dei Vigili del Fuoco è composto da vigili volontari chiamati a svolgere i propri compiti ogni qualvolta se ne manifesti il bisogno, assicurando il servizio 24 ore su 24 e tutti i giorni ĚĞůů͛ĂŶŶŽ͖ nella nostra regione, peraltro duramente colpita dagli eventi sismici del 2012, il volontariato ŶĞůů͛ĂŵďŝƚŽ ĚĞů ŽƌƉŽ ĚĞŝ sŝŐŝůŝ ĚĞů &ƵŽĐŽ Ɛŝ ĐĂƌĂƚƚĞƌŝnjnjĂ ƉĞƌ ů͛ĂůƚŽ ŐƌĂĚŽ Ěŝ ƉƌŽĨĞƐƐŝŽŶĂůŝƚă Ğ ĐŽƐƚŝƚƵŝƐĐĞ ƵŶ ĞůĞŵĞŶƚŽ ĞƐƐĞŶnjŝĂůĞ ƉĞƌ ŐĂƌĂŶƚŝƌĞ ů͛ĞƐƉůĞƚĂŵĞŶƚŽ Ěŝ ƵŶ ƐĞƌǀŝnjŝŽ Ěŝ ƐŽĐĐŽƌƐŽ Ğ supporto indisƉĞŶƐĂďŝůĞ ƉĞƌ ů͛ŝŶƚĞƌĂ ĐŽŵƵŶŝƚă͖ in particolare, in Emilia-Romagna sono attualmente attivi 25 distaccamenti di Vigili del Fuoco volontari, per i quali la Regione Emilia-Romagna, per mezzo dell'Agenzia Regionale di Protezione Civile, assicura fin dall'anno 2000, in base ad una specifica Convenzione sottoscritta in forza della L. 296/2006 e della L.R. n. 1/2015 con il Ministero dell'Interno - Dipartimento Vigili del Fuoco Direzione Regionale Emilia-Romagna, significative risorse finanziarie volte al potenziamento ed all'implementazione delle capacità operative e delle prestazioni in emergenza, sia in merito all'istituzionale soccorso tecnico urgente, che in merito ai reciproci rapporti di collaborazione in materie di protezione civile. La Regione nel periodo 2000-ϮϬϬϴ ŚĂ ĐŽŶĐĞƐƐŽ Φ ϴ͘ϱϬϬ͘ϬϬϬ Ă ǀĂůĞƌĞ sul Fondo Regionale per l'implementazione delle strutture dei presidi territoriali (Centri ^ŽǀƌĂĐŽŵƵŶĂůŝͿ͕ Ă ĐƵŝ Ɛŝ ĚĞǀŽŶŽ ĂŐŐŝƵŶŐĞƌĞ ĨƌĂ ϮϬϬϯ Ğ ϮϬϭϰ ĐŝƌĐĂ Φ ϭ͘ϴϬϬ͘ϬϬϬ ƉĞƌ ůĂ copertura delle spese di manutenzione ordinaria, straordinaria e di gestione delle sedi dei distaccamenti volontari. Si ricordano inoltre i fondi regionali erogati nel 2001, pari a Φ 4.000.000, per l'acquisto e la successiva Viale Aldo Moro, 50 - 40127 Bologna - Tel. 051 527.5714 ʹ 527.5270 email segraula@regione.emilia-romagna.it WEB www.assemblea.emr.it
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EMILIA ROMAGNA
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concessione in comodato d'uso gratuito ai vari presidi territoriali dei Vigili del Fuoco, di mezzi, materiali ed attrezzature inerenti il rischio idraulico e il rischio incendi boschivi. Considerato che la componente volontaria dei Vigili del Fuoco è afflitta da diverse problematiche che riguardano in particolaƌĞ ů͛ĂƚƚƵĂůĞ ŶŽƌŵĂƚŝǀĂ ŶĂnjŝŽŶĂůĞ͖ alcuni provvedimenti contenuti nella Legge di stabilità 2012 presentano delle modalità penalizzanti per quanti desiderano entrare a far parte della componente volontaria dei Vigili del Fuoco, come il pagamento a carico dei volontari delle visite mediche (430 euro per un anno), il numero chiuso per le iscrizioni ai Comandi provinciali (basato su previsioni numeriche falsate dalla mancata cancellazione del personale non più frequentante) e la mancata indizione dei corsi da parte del Ministero degli Interni;
queste problematiche hanno perciò fatto diminuire sia il numero dei corsi effettuati presso i Comandi provinciali sia il numero degli aspiranti volontari Vigili del Fuoco; a ƚĂůŝ ĞůĞŵĞŶƚŝ Ɛŝ ĂŐŐŝƵŶŐĞ ů͛ŝƉŽƚĞƐŝ ƌĞĐĞŶƚĞŵĞŶƚĞ ĂǀĂŶnjĂƚĂ Ěŝ ƉƌŽĐĞĚĞƌĞ Ăůů͛ĂnjnjĞƌĂŵĞŶƚŽ ĚĞŝ rimborsi spettanti ai volontari Vigili del Fuoco che effettuano interventi durante il proprio orario di lavoro. Rilevato che la demotivazione e gli ostacoli economici e burocratici rischiano di portare alla chiusura di diverse sedi volontarie dei Vigili del Fuoco, con possibili gravi ripercussioni sulla sicurezza dei nostri cittadini. Impegna il Presidente e la Giunta regionale a sensibilizzare il Parlamento e il Governo perché dispongano la riduzione dei costi delle visite mediche a carico degli aspiranti volontari Vigili del Fuoco, a verificare inoltre, con le strutture del Sistema Sanitario Regionale, la possibilità di percorsi per agevolare e favorire la gratuità delle stesse; a farsi portavoce di una revisione della normativa e della regolamentazione attuali superando gli ostacoli in materia di reclutamento dei Vigili del Fuoco, eliminando gli oneri a carico degli aspiranti volontari e dando nuovo impulso allo svolgimento dei corsi presso i Comandi provinciali; ĂĚ ĂƚƚŝǀĂƌƐŝ ƉĞƌ ďůŽĐĐĂƌĞ ů͛ĞǀĞŶƚƵĂůĞ ƉƌŽƉŽƐƚĂ Ěŝ ĞůŝŵŝŶĂnjŝŽŶĞ ĚĞů ƌŝŵďŽƌƐŽ ƐƉĞƚƚĂŶƚĞ Ăŝ ǀŽůŽŶƚĂƌŝ Vigili del Fuoco che operano durante il proprio orario di lavoro.
Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 21 ottobre 2015
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RECENSIONI
DU SEAU AU JANUS sapeurs-pompiers en Vallée d’Aoste A dieci anni dalla pubblicazione c’è capitato per le mani questo testo sulla storia dei pompieri in Valle d’Aosta. Il libro – nato in realtà come catalogo illustrato – fu edito per la mostra tenutasi presso la “Maison de Mosse” ad Avise (comune valdostano di 333 anime) e dedicato alla storia, attrezzature, materiali e uniformi in uso al corpo dei pompieri in diverse epoche in Valle d’Aosta. “du seauau janus” ovvero dal secchio all’ultramoderno automezzo (gianico / bifronte) in dotazione al Tunnel del Monte Bianco. Questo il titolo della mostra realizzata grazie all’ampia e certosina ricerca dell’AVAS (Association Valdotaine Archives Sonores) con la collaborazione della Direzione Regionale Regionale dei Servizi Antincendi e di Soccorso del Comando Regionale dei VVF della Valle d’Aosta. Instancabile ricercatore il capo squadra Mauro Dujany coadiuvato da tutti quei vigili che raccolsero, per l’occasione, e misero in luce parecchio materiale sparso per le caserme dei VVF volontari della Regione Autonoma. La mostra, ed il libro/catalogo, vollero essere anche un omaggio a tutti coloro che, nei secoli, si sono impegnati per la salvaguardia della popolazione e del territorio.
Du seau au janus, sapeurs-pompiers en Vallée d’Aoste Autori: Mauro Dujany, Stefano Peirano Lingue: Francese, italiano Data: 2005 Stampa: Arti Grafiche Duc - Saint-Christophe A catalogo nel Sistema Bibliotecario Valdostano Per informazioni sul testo: AVAS (Association Valdotaine Archives Sonores) Maison de Mosse Frazione Runaz - 11010 Avise Valle d’Aosta (Italia)
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Tel. +39 0165 91251 Posta elettronica info@avasvalleedaoste.it
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COMMEMORAZIONI
GIARDINETTI E CASERMA VVF DEDICATI ALLE VITTIME DI VIA PALESTRO le fotografie della cerimonia sono del VV Michele Blasi
Martedì 29 settembre s’è svolta la cerimonia di intitolazione dei giardini pubblici di via Morgagni e del distaccamento di via Benedetto Marcello, per non dimenticare le vittime della strage di via Palestro avvenuta il 27 luglio 1993.
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Strage che ha visto la tragica morte di tre vigili del fuoco: Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, oltre all’agente di Polizia locale Alessandro Ferrari e l’immigrato marocchino Moussafir Driss. Dopo ventidue anni, la città di Milano è tornata a testa
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COMMEMORAZIONI
la scopertura della targa d’intitolazione dei giardini pubblici di via Morgani
alta per ribadire l’orgoglio di una città libera che lotta contro la mafia e che vuole onorare ogni giorno le vittime di questa strage. Così il Comune di Milano ha deciso di intitolare alle cinque vittime i giardinetti di via Morgagni, alla presenza di tutte le più alte cariche istituzionali regionali, provinciali, comunali, civili e militari. A seguire, alla presenza del Capo Dipartimento Francesco Antonio Musolino e del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Gioacchino Giomi, si è svolta invece l’intitolazione ufficiale del distaccamento di via Benedetto Marcello, dedicata ai tre vigili del fuoco Carlo La Catena, Giorgio Pasotto e Stefano Picerno. Presenti per l’occasione anche il direttore regionale della Lombardia del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Ing. Dante Pellicano, i comandanti dei comandi provinciali dei Vigili del Fuoco della Lombardia, e il comandante provinciale milanese Silvano Barberi, che ha sottolineato l’importanza di “portare avanti il lavoro dei tre giovani vigili del fuoco Carlo, Sergio e Stefano, ricordandoli sempre vivi nelle nostre caserme”. Durante l’intitolazione del distaccamento di via Benetto Marcello, che ora porta impresso i nomi dei tre vigili del fuoco vittime della strage di stampo mafioso, l’Associazione vigile del fuoco Carlo La Catena ha conferito premi a vigili del fuoco per essersi distinti in alcune difficili e delicate operazioni di soccorso. Premiati Maurizio Saponaro, vigile del fuoco volontario del Comando di Brindisi, Antonello Torquati e Marco Bregarini, vigili qualificati del Comando di Ascoli Piceno, Rosario Martusciello capo squadra esperto del Comando di Napoli. Il ricordo e la polemica, da il Corriere della Sera: Ci sono voluti ventidue anni e accadrà oggi. Prima alle 15, con la cerimonia d’intitolazione dei giardinetti di via Morgagni alle cinque vittime della strage di via Palestro del 27 luglio 1993; e pochi minuti dopo nella vicina caserma dei vigili del fuoco di via Benedetto Marcello, che assumerà il nome dei tre pompieri caduti quella sera in servizio: Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno. Le altre due vittime furono l’agente della polizia municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss, un immigrato di nazionalità marocchina che era fermo su una panchina nelle immediate vicinanze del Padiglione di arte contemporanea, obiettivo dell’attentato mafioso. Ventidue anni. Un ritardo immenso, colmato - è la cronaca che lo conferma - grazie alla giunta di Giuliano Pisapia. Era stato proprio il sindaco, nell’anniversario di luglio, ad annunciare il provvedimento, spiegando che la memoria è un atto obbligato e necessario. E non è un caso che sia stato scelto que-
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COMMEMORAZIONI
Il comandante provinciale dei VVF di Milano Silvano Barbéri durante il suo intervento
sto bellissimo angolo di Milano, i giardini di via Morgagni, che hanno una «popolazione» composita, dagli anziani che giocano a bocce e carte alle neomamme, dai bambini a chi passeggia o corre, da residenti che spesso si conoscono di persona e si mettono a parlare uno dal davanzale e l’altro giù in strada agli storici commercianti che resistono nella città che cambia.
L’ingresso del distaccamento cittadino di via Benedetto Marcello intitolata a Carlo, Sergio e Stefano.
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Dunque tutto a posto? No, perché ad esempio altri tre vigili del fuoco - e qui è colpa del ministero dell’Interno - a ieri ancora non sapevano dell’iniziativa: nessuno, nell’elenco affollato di funzionari e dirigenti dalle sedi centrali alle sedi milanesi e lombarde, aveva pensato bene di informare anche i pompieri scampati alla violenza eppure rimasti feriti e dal 1993 in poi a lungo imprigionati nella classica nostrana ottusa burocrazia, che non ha riconosciuto indennizzi
oppure ha richiesto una massa infinita di documentazione da fornire per avere diritto ai sacrosanti risarcimenti. E altrettanto era caduta nel limbo una vigilessa presente in via Palestro e dopo l’attentato traumatizzata con devastanti conseguenze psicologiche che ne hanno condizionato l’esistenza. Ma torniamo a quella sera. Un suono: tre segnali brevi, uno lungo, tre brevi. Nelle caserme dei vigili del fuoco la 3-1-3 è una sirena diffusissima, segnala l’allerta per un fatto appena accaduto che può avere molteplici origini. E infatti inizialmente i pompieri vennero allertati per un intervento su una «vettura». Una pattuglia dei vigili aveva appena visto in via Palestro del fumo uscire da una Fiat Uno. Vennero informati e incaricati del controllo i vigili del fuoco del non lontano distaccamento di via Benedetto Marcello. Era il turno C. Sull’autopompa erano in sette. Arrivarono sul posto. E tutto saltò in aria. Lo stesso ministero dell’Interno ha invitato per oggi i pompieri a partecipare, con la consapevolezza dell’importanza dell’iniziativa. Fu una pagina drammatica per Milano, per gli «effetti» immediati, i morti, la devastazione delle strutture, e per la potenza nel «messaggio» in uno dei luoghi centrali e più simbolici della città. Aveva già raccontato al Corriere Massimo Salsano, uno dei vigili del fuoco sopravvissuti: «Molti parlano di via Palestro come di una strage dimenticata, di un’operazione di oblio all’interno dello stesso nostro Corpo... Io questo soltanto posso dire: ne ho passate tante, a cominciare dalle testimonianze nei processi con i mafiosi che ci deridevano dalle gabbie mentre si curavano le unghie». Andrea Galli
inquadra il qr code con il tuo smartphone. Leggerete lo speciale “Via Palestro” che pubblicammo a vent’anni dalla strage http://issuu.com/antonioascaniomangano/docs/ vfv_5-2013_set-ott/c/scnnw1w
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A LT O A D I G E
PRIMO COMANDANTE DONNA DEI VVF VOLONTARI BURGUSIO. A Burgusio, frazione di Malles Venosta, l’assemblea annuale dei vigili del fuoco volontari ha eletto comandante una donna, Evi Thöni. Ed è la prima donna a ricoprire un tale ruolo in Alto Adige. Il comandante in carica Josef Moriggl, per motivi familiari, non intendeva più presentarsi. È così stata proposta la candidatura di Evi Thöni, sposata in Fabi, socia con una militanza nel sodalizio di oltre 15 anni e già madrina del direttivo, conosciuta e molto apprezzata in paese per la sua attività. Ed è stata eletta, all’unanimità e tra scroscianti applausi. Evi Thöni ha 50 anni, è madre di tre figli e di professione fa la contadina. Da segnalare che anche il marito Florian Fabi e i tre figli maschi sono da anni soci attivi della sezione vigili del fuoco di Burgusio. Dopo la sua elezione a comandante, la signora Evi, tra le lacrime, ha salutato il suo predecessore e le autorità (erano presenti il sindaco di Malles Ulrich Veith e il presidente della circoscrizione dei vigili del fuoco volontari dell’Alta Venosta Manfred Thöni) e ha ricevuto l’abbraccio commosso del marito e dei tre figli presenti in sala tutti con la divisa da vigili del fuoco, sottolineando lo spirito di solidarietà che si respira nella sua casa e all’interno della sezione: “Un vero team ove ognuno ha un proprio ruolo”. Il Corpo di Burgusio dei vigili del fuoco volontari conta 31 vigili del fuoco volontari e ha in dotazione 4 automezzi. Vice della Thöni è Stefan Strobl, sono stati eletti nel direttivo Andreas Patscheider, Achim Felderer e Daniel Weisenhorn. Evi Thöni ha spiegato che non avrà timori a calarsi nel ruolo di presidente, “perché quando si crede in qualcosa e ci si mette a disposizione del prossimo non ci sono ostacoli”. VFV LUGLIO/DICEMBRE 2015
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VA L L E
D ’ A O S TA
Un unico Dipartimento per protezione civile e vigili del fuoco a cura della Redazione
Per il presidente Rollandin il nuovo ordinamento sarà di slancio per la professionalità e autonomia del Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco nelle due componenti, professionista e volontaria, non ultima per importanza e capillarmente presente sul territorio. Il nuovo comandante dei VVF sarà Porretta mentre l’ex - Coriale col quale i volontari avevano avuto qualche screzio negli anni scorsi - passa a fare il vice, un importante traguardo raggiunto durante il mandato del Presidente dei VVF volontari Cappelletti. Nell’Italia a statuto ordinario, invece, ProCiv e Soccorso Tecnico Urgente restano, per il momento, due funzioni distinte…
S
ilvano Meroi, 60 anni, direttore della "Protezione civile" della Valle d'Aosta dal novembre del 2003 al maggio del 2008 è tornato alla guida del dipartimento che, da martedì 15 settembre, comprende anche la gestione dei Vigili del fuoco professionisti, che verranno comandati da Pio Porretta, ufficiale specializzato in attività antincendio. Meroi e Porretta si avvicendano nuovamente alla Direzione della "Protezione civile" valdostana, dopo che il primo era stato sostituito dal secondo nel novembre 2008. Meroi, dopo l'esperienza valdostana era andato a dirigere l'ufficio "Rischi idrogeologi ed antropici" della "Protezione civile" nazionale, dopo essersi occupato del recupero della nave "Costa Concordia" e dell'emergenza "Nord Africa" nel 2012, definendo la rimozione e la demolizione delle imbarcazioni con le quali i migranti arrivavano all'isola di Lampedusa. Tra i suoi numerosi incarichi per la "Protezione civile" nazionale, ha anche operato nell'emergenza provocata dal terremoto in Abruzzo, occupandosi, tra l'altro, dell'installazione dei "Moduli abitativi provvisori" e di quelli per diversi servizi. Con la nomina di Pio Porretta alla guida dei Vigili del Fuoco, l'attuale comandante, Salvatore Coriale, passa vice comandante, mentre si conclude l'esperienza da dirigente per il suo vice, Fabio Giovinazzo. Gli incarichi, tutti fiduciari, sono stati definiti venerdì 11 settembre della Giunta regionale, sulla base dell'articolo 11 della legge regionale numero 22 del 2010. Nel nuovo Dipartimento "Protezione civile e Vigili del fuoco" è stato anche inglobato il "Centro funzionale regionale": «sono convinto che la nuova organiz-
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zazione, che vede la "Protezione civile" ed i Vigili del fuoco collaborare in un medesimo ambito di azione – spiega Augusto Rollandin, presidente della Regione – sarà anche l’occasione per un nuovo slancio e per un consolidamento della professionalità e dell'autonomia del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco. Il Corpo mantiene infatti così le sue specificità: in particolare, il comandante è "datore di lavoro" e, in sua assenza, è sostituito soltanto dal vice comandante o da un responsabile individuato nella catena interna al comando. In questo nuovo quadro, le sinergie saranno garantite sia per quanto attiene il raccordo strategico sui temi della gestione dell'emergenza, che spetta principalmente al capo della "Protezione civile", sia attraverso una forte e diretta partecipazione dei Vigili del fuoco alla predisposizione delle diverse pianificazioni di "Protezione civile" e, non ultimo, dal fatto che il capo della "Protezione civile" potrà continuare ad essere sostituito anche dal comandante dei Vigili del fuoco. La soluzione adottata dal Governo regionale vede salvaguardate e valorizzate le attitudini e le professionalità di ciascuno, nell'interesse generale del buon funzionamento dell'Amministrazione e della Valle d'Aosta. Infatti, con la nuova proposta organizzativa, rivolta alle strutture con compiti di coordinamento e di intervento nelle emergenze, si mira a confermare e rafforzare l'originalità del sistema di "Protezione civile" valdostano, il quale riassume direttamente, a differenza di quanto avviene nel resto del Paese, anche le competenze prefettizie, poste in capo al Presidente della Regione, e la risorsa dei Vigili del fuoco, inquadrata nell'Amministrazione regionale e caratterizzata dalle sue due componenti, professionista e volontaria e, non ultimo per importanza, capillarmente presente sul territorio». Alla presidenza del Consiglio del personale volontario del Corpo Valdostano dei VVF s’è recentemente insediato Gian Marco Grange che succede a Cappelletti.
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VA L L E
D ’ A O S TA
Pio Porretta nuovo comandante del Corpo Valdostano VVF in abiti civili premia un VF volontario
IN BREVE È un’idea dell’Unione Corpi Vigili del fuoco volontari di Mezzolombardo (TN) quella della distribuzione d’un etilometro monouso alle feste e sagre di paese dei municipi del Distretto. Sulla confezione, oltre al logo distrettuale, il claim d’effetto “NON FARCI CORRERE A SOCCORRERTI” che ricorda lo slogan d’una campagna ancor più “cattiva” promossa da Kofler, allestitore altoatesino d’automezzi antincendio: “SORPASSATE PURE… NOI VI TIRIAMO FUORI”.
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REAS – SALONE
D E L L’ E M E R G E N Z A
PARTE DA BRESCIA IL GRIDO D’ALLARME:
FORMAZIONE! A cura di Franco Luconi Bisti*
Una fiera che, in termini d’antincendio, ha ancora ben poco da offrire rispetto a quelle internazionali genere Intershutz. In un mercato – quello dei mezzi e attrezzature per vigili del fuoco – dove la Germania fa ancora da padrona, vuoi anche perché lì è prevista la sostituzione dei mezzi pesanti (anche delle autoscale) dopo dieci anni di servizio. Ma il problema italiano non riguarda soltanto il parco automezzi: ci siamo concentrati sul soccorso specialistico dimenticando che il pompiere deve vedere nel fuoco il suo nemico principale.
Che il REAS sia sempre meno attrattivo per i vigili del fuoco è cosa risaputa, causa la gravissima stagnazione del mercato e l’esposizione di mezzi e materiali che
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hanno per possibili acquirenti solo pochi corpi, soprattutto volontari, e le nascenti e molteplici associazioni di volontariato alle quali è possibile effettuare acquisti
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anche di attrezzature decisamente superiore alla loro capacità operativa. Evidente la grande offerta di veicoli e mezzi sanitari strettamente correlati alle emergenze mediche che dà comunque un segnale positivo a un settore che fa del volontariato una punta di diamante del sistema di soccorso sanitario in Italia.
Tornando a situazioni a noi più consone non si può non evidenziare quanto il mercato offra in maniera tecnologicamente avanzata agli addetti ai lavori. Se in cima alla scala europea delle fiere il maestoso teutonico Interschutz si pone in cima alla classifica, le nostre Italiche esposizioni ben poco hanno da offrire in termini eclatanti. L'eccellenza delle piccole medie imprese e degli "artigiani" sono comunque un patrimonio anche per le piccole fiere di casa nostra, pur mancando comunque le griffe, i grandi nomi. Un altro segnale che ci dice quanto sia dimenticato il settore antincendio dall'amministrazione statale: se in Germania addirittura un punto di PIL lo copre la spesa per i Vigili del fuoco e il sistema soccorso - che ricordo essere coperto da più del 90% da volontari - da noi i decimali si sprecano e la spesa agonizza con le ripercussioni che ben conosciamo. Ma non può essere comprensibile che un paese come il nostro che ha una produzione industriale e manifatturiera ancora di buon livello non abbia possibilità di crescita anche in questo settore. Restano pochissime ditte capaci di fronteggiare il mercato mentre all'estero, in merito a produzione di autoscale e mezzi, la Germania fa da padrona con grandi marchi e produzioni. In seconda posizione Austria e Francia che hanno a loro volta un mercato interno interessante. La pianificazione della sostituzione dei mezzi in Germania arriva a dieci anni, come vita massima anche di un autoscala, da noi i quarantenni non sono solo i pompieri ma anche mezzi la cui vetusta età non porta con se nulla di buono. Se il problema automezzi è pesante e grave, un problema ancor più difficile è quello dell'istruzione che, se mancante, rende ancor più difficile affrontare anche la carenza di attrezzatura idonea per un moderno sistema antincendio. Lo si capisce in molti modi dalla denuncia del personale e dalle ennesime lungaggini che attanagliano qualsiasi volontà migliorativa. Lo si è capito molto bene in un piccolo confronto tenutosi al REAS dove tra definizioni tecniche e ammissioni di ignoranza ne è scaturito il grido di aiuto per una formazione migliore, anzi per una formazione al passo con i tempi e con altre realtà europee. L'evoluzione dei materiali di costruzione di arredo e di isolamento hanno segnato cambiamenti ai quali abbiamo assistito tutti, questa evoluzione ha segnato la scarsissima capacità e forse volontà, di adeguare le tecniche di intervento con preparazione e conoscenza tecnica per il personale. Si possono vedere ancora poche realtà adeguatamente capaci di applicare le tecniche 3D, conoscere il corretto uso dell'H2O, la ventilazione, i bagnati. Mentre la stragrande maggioranza dei VVF concepisce ancora l'attacco incendio con l'uso smodato di lance 45 e addirittura 70 o magari con un comodo insufficiente naspo. Al REAS tra i pochi articoli per l'antincendio le lance hanno ancora spazio ma sarebbe grande cosa oltre a indicare portate e pressioni aggiungere un bel corso omaggio in caso di acquisto.
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REAS – SALONE
D E L L’ E M E R G E N Z A
Istruzione su tutto ma un‘istruzione adatta ai tempi di risposta che devono essere sempre più brevi. Una nota merita la conoscenza del calore secco e umido, dei limiti dei nostri DPI, delle nostre reazioni al calore fondamentali per conoscere il nemico e per affrontarlo il più possibile in sicurezza. Abbiamo infatti notato grandi miglioramenti nelle tecniche SAF, nella guida delle moto d’acqua, ma non dimentichiamoci che il pompiere ha nel fuoco il suo nemico e che termini come Flashover e Backdraft devono essere più di moda che i simpatici nomi con la quale chiamiamo nodi, discensori e dissipatori. Il “mangiafumo” a mio parere è ancora il più "figo" tra gli specialisti del STU e lo resterà per sempre. Ben conscio che queste tecniche non solo cambiano il modo di spegnere l'incendio ma corrispondono a un vero e proprio cambio di filosofia, sento già le voci di chi dice la laconica solita frase: abbiamo sempre fatto cosi perché dovremo cambiare. Chiediamolo a gran voce e se serve urlando ma la formazione, la conoscenza non possono annegare nell'inefficienza statale; tra non molto forse dovremo rispondere dei danni che la nostra acqua ha fatto più del fuoco e sarà semplice per un qualsiasi tecnico preparato dimostrare che quella tecnica di spegnimento era sbagliata. Per ultimo lasciatemi sottolineare quanto sia ingiusto differenziare l'istruzione tra permanenti e volontari: il fuoco è uguale per tutti e la sua profonda conoscenza è il miglior mezzo possibile per fronteggiarlo! Se le nuove tecniche richiedono un nuovo ABC dello spegnimento non abbiate paura a esercitarvi a bagnarvi la divisa o a distendere manichette o a tornare in aula per capire per migliorare e crescere. A noi tocca rispettare sempre il motto "dove gli altri arretrano io avanzo": Spegnere un incendio appartamento con una lancia da fuori che spara acqua dentro a una finestra è medioevale e pericoloso, impariamo a morsicare il fuoco impariamo a leggerlo impariamo a conoscere gli affascinanti colori del fumo e a capire che non è un cattivo risultato della combustione ma un combustibile latente.
(*) Franco Luconi Bisti è comandante del Corpo VVF Volontari di Madonna di Campiglio (TN) nonché istruttore della Scuola Provinciale Antincendi. Coordinò lo spettacolare e difficile incendio dell’Hotel Des Alpes il 31 dicembre del 2007.
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PRONTO INTERVENTO
Gli incidenti nei silos Articolo redatto in collaborazione con 118 Swissfire - Rivista Ufficiale della Federazione Svizzera Pompieri.
RARI, MA NON ESCLUSI
A cura di Ueli Hug, membro del gruppo specializzato «In intervento» di “118 Swissfire” rivista svizzera dei pompieri. Foto: Corpo pompieri di Köniz, Dominic Sutter, Polizia cantonale SG, Corpo pompieri Judendorf Strassengel
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All’inizio del mese di maggio, due uomini hanno potuto essere estratti da un silo a Mellikon quando per loro era ormai troppo tardi. Nel corso dello stesso mese, un incidente simile si è verificato a Berthoud, durante il quale le forze d’intervento sono dovute entrare all’interno del silo per salvare un uomo rimasto prigioniero. Nel corso di questi ingaggi, anche le forze d’intervento devono rispettare alcune regole poiché la sicurezza personale resta la priorità.
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PRONTO INTERVENTO
I
silo vengono utilizzati per lo stoccaggio di merci molto diverse: nel settore agricolo per il foraggio, nel settore della costruzione per il cemento e i vari aggregati, nel settore dei servizi stradali per il sale. Tutte queste installazioni sono delle costruzioni verticali, di forma cilindrica, nelle quali i materiali sono stoccati sfusi e, in caso di bisogno, vengono estratti tramite diversi dispositivi di trasporto e di riempimento. Spesso, gli incidenti si producono per via di installazioni di riempimento ostruite. Degli incidenti simili, con materiali sfusi, possono inoltre verificarsi su siti di stoccaggio all’aria aperta sui quali capita purtroppo che dei bambini che vi giocano, restano sepolti. I bambini non sono in grado di riconoscere il pericolo di sprofondamento e vengono letteralmente «ingoiati» dai materiali ammucchiati. Nel settore agricolo, è importante anche menzionare il pericolo delle fosse settiche nelle quali possono verificarsi incidenti simili con la differenza tuttavia che le persone, in questo caso, non vengono immediatamente sepolte dal materiale.
mato dai materiali di riempimento in rapporto al piano orizzontale si chiama «angolo di scarico». Nel caso contrario, quando si fa un buco nel materiale stoccato in un silo, si forma un imbuto il cui angolo di inclinazione, in rapporto al piano orizzontale, corrisponde all’angolo di scarico. I materiali si scaricano formando quindi degli angoli diversi: carbone, 35 gradi; farina, 25 gradi; sabbia, ghiaia umida, 30 gradi; zucchero, 35 gradi; polvere di carbone, 25 gradi; cereali, 30 gradi; cemento, 40 gradi; sale 32 gradi. Durante il prelevamento del materiale insilato, questo fuoriesce in modo regolare alla base del cono del silo. Il livello diminuisce poi, lasciando una superficie quasi piana.
Cause degli incidenti nei silos Se il materiale di riempimento di un silo si consolida per un qualsiasi motivo (per esempio umidità, chicchi di taglia irregolare o altre cause simili), il materiale insilato non fuoriesce in modo uniforme. Si forma un cono di scarico invertito più o meno marcato. Lo stesso problema si verifica durante i lavori di pulizia o di riparazione.
Procedura tecnica da seguire in caso di incidente nei silos
La persona che entra nel silo deve sempre essere assicurata. Esercizio di sicurezza anticaduta senza protezione della respirazione solo se il silo è vuoto e ben aerato
Comportamento dei materiali stoccati durante lo scarico Durante lo scarico dei materiali granulosi o dei chicchi da stoccare si crea una formazione conica. Questo cono viene chiamato «cono di scarico», e l’angolo for-
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Se delle persone sono sepolte in un silo, il salvataggio può generalmente essere effettuato unicamente dall’alto, manovra che richiede spesso la costruzione di una cassaforma, operazione esigente visto lo spazio limitato che si ha a disposizione. Non si deve in nessun caso cercare di liberare la persona prigioniera svuotando il silo dall’apposita apertura di svuotamento del materiale. Quando l’altezza del materiale stoccato non è molto importante, un riparo provvisorio realizzato con assi, travi o pannelli di casseratura, può proteggere le persone prigioniere dai materiali che continuano a defluire. Se non si può escludere una messa in pericolo supplementare della persona prigioniera o se esiste un pericolo per la squadra di salvataggio, la realizzazione della cassaforma deve essere interrotta. L’accesso rapido al silo è possibile con le scale in dotazione dei pompieri. Esiste comunque sempre il rischio che la scala sprofondi e che il personale d’intervento si trovi quindi in pericolo. Per questo motivo è importantissimo securizzare la scala.
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PRONTO INTERVENTO Comportamento tattico in caso di incidente nei silos In tutti i casi, bisogna procedere conformemente al ritmo di condotta. È necessario avere a disposizione un apparecchio di misura per verificare l’eventuale presenza di gas. Sistemazione provvisoria dei veicoli (organizzazione della piazza sinistrata) Il capo intervento deve focalizzarsi sulla possibilità di procedere all’intervento utilizzando un’autoscala o una gru e organizzare la piazza sinistrata in conseguenza. Realizzazione delle prime misure La seguente sequenza di operazioni si è rivelata appropriata durante gli interventi: 1. presa di contatto con la persona accidentata; 2. azionamento dell’installazione del silo; 3. securizzazione della persona accidentata; 4. instaurazione di un accesso securizzato; 5. salvataggio.
Pericoli particolari Scavando o togliendo del materiale insilato, bisogna tener conto del rischio di esplosione delle polveri. Le fonti di ignizione devono essere allontanate e bisogna garantire la protezione incendio. Un altro pericolo può venire dai materiali immagazzinati che sprigionano dei gas: o l’ossigeno viene scacciato o dei veleni respiratori si accumulano nel silo. In caso di dubbio, indossare sempre la protezione della respirazione e procedere a delle misure. Possibilità tecniche per la securizzazione Dei telai di legno rettangolari sono adatti alla securizzazione. I telai di legno vengono impilati e spinti verso il basso man mano che affondano nel materiale a meno che, grazie al loro stesso peso, la progressione si effettui automaticamente. I telai vengono messi assieme direttamente sul luogo del sinistro in funzione dello spazio che si ha a disposizione. Bisogna tener conto, da una parte, del fatto che le pareti del silo si restringono verso il basso e, d’altra parte, che l’interno dei telai deve essere abbastanza spazioso da permettere alla vittima e al soccorritore di prendervi posto.
Il capo intervento deve focalizzarsi sulla possibilità di procedere all’intervento utilizzando un’autoscala o una gru e organizzare la piazza sinistrata in conseguenza
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PRONTO INTERVENTO Cinghie e slitte di salvataggio Per il salvataggio urgente, l’utilizzo di fettucce che si attaccano alle mani o ai piedi della persona accidentata si è rivelato utile. Per un salvataggio da effettuare con particolare riguardo, si utilizzano delle slitte di salvataggio o altri mezzi idonei. Sicurezza anticaduta Per securizzare le forze d’intervento, ma anche per salvare la persona accidentata, ci si serve del kit anticaduta. Quali punti fissi improvvisati, si possono utilizzare un’autoscala, una gru o un palo pescante. In tutti i casi, il personale d’intervento deve sempre essere securizzato! Un’occhiata al di là delle frontiere Nel progetto di costruzione di un terreno d’esercitazione alla scuola bavarese dei pompieri di Geretsried («Staatliche Feuerwehrschule Geretsried»), è stato edificato un silo d’esercitazione a quattro livelli. Sono state costruite delle grandi finestre nella zona delle persone prigioniere per permettere ai presenti che non partecipano direttamente all’esercizio di salvataggio, di seguire i lavori dall’esterno. Il locale delle persone sepolte è riempito con un materiale concepito apposta per l’esercitazione.
Spalare Sono utili delle pale pieghevoli, in particolare per liberare le gambe se si può procedere unicamente partendo dal lato della testa. Spesso tuttavia, l’unica possibilità è di procedere alla liberazione con le mani.
Mai entrare senza protezione della respirazione
Quest’operazione confronta gli intervenienti a una grande quantità di materiale evacuato. Un’astuzia per farvi fronte consiste nel preparare dei secchi con delle corde per evacuare il materiale del silo.
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Esercizi: è importante esercitarsi regolarmente con il palo pescante
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IN BREVE
BIMBI BIELORUSSI IN CASERMA A INVERUNO
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i chiamano Aleksej, Irina, Nikolaj, Anna. Hanno tra gli 8 e i 10 anni. Hanno i capelli biondi e gli occhi di ghiaccio. Vivono in Bielorussia, ma una volta all’anno vengono a passare un mese qui in Italia, tra settembre e ottobre, ospitati da molte famiglie dell’Alto Milanese. Si tratta dei piccoli abitanti della zona dello stato al confine con l’Ucraina, nei pressi della la tristemente ricordata Černobyl’: il 25 aprile del 1986, nella centrale nucleare ‘V.I. Lenin’, un azzardato test di sicurezza causò una reazione a catena che portò all’esplosione e allo scoperchiamento di un reattore. Questo causò la fuoriuscita di materiali radioattivi, con formazione di una nube tossica che si estese fino all’Europa Occidentale. A tutt’oggi, Russia, Ucraina e Bielorussia si trovano a dover fare i conti con i problemi di decontaminazione e gli effetti deleteri dell’incidente. In aiuto delle più piccole vittime di questa tragedia, però, interviene la ‘Fondazione Aiutiamoli a Vivere-Valle Ticino’, con sede a Inveruno: l’associazione, facente parte di una rete italiana con centro direttivo a Terni, fa da tramite fra i bambini e le famiglie che desiderano ospitarli, abitualmente per un mese. I piccoli ospiti non possono però rimanere con la stessa famiglia per più di due anni, questo per garantire la possibilità di venire in Italia a un
numero maggiore di bambini. La Fondazione si occupa di tutti i documenti necessari al trasferimento e si occupa, tramite una sede a Minsk, capitale della Bielorussia, di far accompagnare i bimbi da insegnanti e interpreti. Durante il giorno, gli ospiti si recano a scuola (sono ospitati nelle scuole Primarie di Cuggiono e Inveruno) e svolgono normali lezioni con i loro insegnanti; nel tempo libero, vengono invece organizzate gite al mare e in montagna, cene e momenti di divertimento. Anche quest’anno – grazie a Mauro Colombini, nella doppia veste di “ambasciatore” di Aiutiamoli a Vivere e storico pompiere inverunese – i bimbi hanno trascorso alcune ore tra spruzzi d’acqua e salvataggi simulati coi VVF volontari di Inveruno e hanno anche donato dei disegni a tema. È stato provato da visite mediche regolari che, effettivamente, il soggiorno in un clima non radioattivo giova davvero alla salute di questi bambini. ‘Aiutiamoli a ViverÈ fa, tuttavia, molto di più: invia in Bielorussia aiuti economici e personale che si occupa di migliorare le condizioni di vita della gente, come, per esempio, l’iniziativa di costruzione di serre per coltura.
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PRO VITA RESTITUTA
a cura della redazione hanno collaborato Damiano Landi e Massimo Bozzano
Giunta alla quattordicesima edizione la cerimonia di consegna delle benemerenze associative del nostro Ente Morale. Quest’anno la manifestazione s’è svolta a Pisa, presso il Palazzo del Consiglio dei dodici (sede dell’istituzione dei cavalieri di Santo Stefano). Il Presidente della Repubblica ha conferito per l’occasione la Medaglia di Rappresentanza. Il Capo della Protezione Civile Curcio ha tenuto una Lectio Magistralis e sono state insigniti delle nostre benemerenze coloro che si sono particolarmente distinte per meriti di servizio, soccorso o nell’ambito del volontariato più in generale.
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lla presenza di autorità civili e militari s’è aperta la quattordicesima edizione della cerimonia di consegna delle benemerenze associative dell’ANVVFV. A fare gli onori di casa il presidente dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano (che cura tutt’oggi la memoria del prestigioso palazzo dal 1691) il Dr. Umberto Ascani Menicucci (Grande Ufficiale dell’Ordine al
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Merito della repubblica Italiana) che ha fatto una presentazione del palazzo e delle vicende storiche ad esso collegate. Poi il vicesindaco di Pisa, Paolo Ghezzi, ha sottolineato la collaborazione indispensabile tra VVF e protezione civile con le amministrazioni locali, e nelle grandi calamità e nelle piccole emergenze quotidiane. Ad aprire i lavori il Presidente Mugavero che ha poi subito annunciato il Dr. Curcio, Capo del DPC (Dipartimento di
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RICONOSCIMENTI Protezione Civile Nazionale). Nel presentare il capo della ProCiv, Mugavero (con un voluto lapsus) ha detto: “Il Capo del Dipartimento dei VVF…” forse anche per far riferimento alle esperienze passate, del dottor Curcio, nell’ambito dei vigili del fuoco. Nell’orazione, lunga e dettagliata, il Capo Dipartimento (DPC) Curcio ha dimostrato grande preparazione. Un discorso a 360 gradi su ruoli, compiti, risvolti operativi, utilizzo di mezzi e collaborazione VVFV/ProCiv, senza escludere “futuri scenari” ma sempre con un linguaggio molto attento e diplomatico. Poi la parola è andata al direttore dell’Ufficio Cerimoniale e Protocollo (ANVVFV) Gr. Uff. Maurizio Marchetti Morganti, organizzatore, da sempre, della consueta manifestazione. La Presidenza della Repubblica ha concesso - quale premio di rappresentanza del Signor Presidente alla Cerimonia Pro-Vita-Restituta – la Medaglia del Presidente, augurando fervifi auguri per il pieno successo dell’iniziativa. Un beneaugurante saluto è giunto anche da Sua Santità Papa Francesco che ha fatto pervenire un telegramma attraverso il segretario di Stato Parolin. Auspicando che codesta associazione continui la sua opera nella piena consapevolezza che l’odierna società ha bisogno dell’apporto del volontariato per testimoniare il valore della gratuità e dell’accoglienza. Insigniti delle “nostre” benemerenze sia vigili del fuoco (volontari e permanenti) sia appartenenti ad istituzioni di soccorso e polizia ma anche medici, amministratori e comuni cittadini distintisi negli ambiti della solidarietà e promozione del volontariato. Decorati con la Croce al Merito di Servizio il CSV Luca Saggioro “…insostituibile motore che ha portato alla istituzione di alcuni Distaccamenti Volontari nella
Provincia di Verona…” e l’FTAV Stefano Garavaglia “…in oltre 15 anni di servizio ha alternato, con elevata professionalità, l’aspetto operativo a quello formativo/didattico”. Medesimo riconoscimento a
Massimo Bozzano e Giuseppe Gerbaudo: il primo “per la ventennale collaborazione con la Delegazione ANVVFV di Fossano, percorsa con entusiasmo e passione e per aver dimostrato, con competenza e capacità, grande spirito solidaristico e di volontariato.”. Il secondo “..da sempre nelle fila dell’ANA collabora da 20 anni col distaccamento VVF volontari di Fossano.”. Il CSV Arturo Palmigiano ed il VV Franco Bottitta (in servizio c/o il distaccamento volontario di Troina (EN) “..per il soccorso – pur con mezzi inadeguati – a due contadini rimasti intrappolati in un’automobile sepolta dalla neve, consentendone il salvataggio a rischio della propria incolumità, nella notte del 6 febbraio 2013.”. L’FTAV Giuseppe Parrinello (vicepresidente nazionale ANVVFV) per aver effettuato una rianimazione cardiopolmonare ad una bagnante appena ripescata dalle acque di Marina di Cottone: “..interveniva prontamente con tecniche TPSS usando un pallone ambu collegato all’ossigeno e, contemporaneamente, attivava il servizio di elisoccorso, consentendo alla malcapitata di riprendere le funzioni vitali dopo circa mezz’ora di RCP”. Sempre in abito sanitario, e sempre in Sicilia, premiato il vigile volontario Federico Girgenti (Carini, PA) per aver eseguito una manovra di disostruzione delle vie aeree ad una donna che stava soffocando in attesa dell’autobus. Anche i VV Vincenzo Barone e Marco Pavone (sempre palermitani), insigniti della Croce al Merito di Servizio per aver soccorso una donna priva di conoscenza ed in preda a severa crisi ipoglicemica. Sempre a Palermo, i VVFV Francesco Milazzo, Maurizio Aruta, Tommaso Testagrossa e Francesco Vitale, estraevano il conduvente d’una automobile cappottata e mettevano in sicurezza il veicolo nell’attesa di soccorsi sanitari. È stata poi la volta del Ten.Col. dell’Esercito Italiano Norbert Zorzitto, direttore del Sacrario Militare di Redipuglia ed Oslavia per la valorizzazione dei luoghi sacri e di culto che ospitano le spoglie di centomila soldati che hanno fatto l’Italia. Il CSV Francesco Biancalani, già confratello della Misericordia di Calenzano, dirige con esperienza e professionalità il locale distaccamento di VVF Volontari e ha partecipato alle maggiori emergenze nazionali (è anche speleologo CAI e brevettato SUB PADI Rescue). Esempio altissimo di coraggio e senso del dovere quello del logista CISOM (Corpo Soccorso Ordine di Malta) Stefano Carnevali in servizio sanitario su una motovedetta della Capitaneria di Porto salpata alla ricerca di 134 migranti/naufraghi: 107 dei quali poi tratti in salvo, 29 purtroppo periti. Il CSV Ettore Francesco Premoli, intervenuto coi mezzi del distaccamento di Treviglio metteva in salvo una persona dall’incendio del proprio appartamento la notte di Natale del 2014.
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Medaglia al Merito del Volontariato invece agli 11mila uomini e donne del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera per l’incessabile attività svolta a tutela della vita umana: 700mila migranti soccorsi e salvati dal 1991 a oggi, consacrando con la forza e l’impegno i valori di fraternità.
Croce anche al Dr. Francesco Lusek, disaster manager che ideò e sviluppò – in seguito al terremoto a L’Aquila nel 2009 – un percorso formativo per operatori del volontariato di ProCiv e dell’emergenza sanitaria ad interventi USAR (Urban Search and Rescue).
Medaglia alla Memoria al Prof. Lorenzo Maniscalco: Chirurgo di Medici Senza Frontiere, colpito da infarto mentre si dedicava ai propri pazienti in uno dei luoghi più poveri del mondo all’Ospedale di Bikenge Repubblica Democratica del Congo. Medaglia all’Accademia di Marina dei Cavalieri di santo Stefano per la promozione culturale e scientifica della storia della Toscana e per l’immensa opera di volontariato culturale, insostituibile fondamento delle nuove generazioni. Riconoscimento anche al sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini, per l’attenzione allo sviluppo del volontariato e all’apertura del locale distaccamento di VVF volontari.
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L’Ingegner Giovanni di Iorio – dirigente superiore del CNVVF – per aver contribuito in modo significativo all’apertura e la crescita di numerosi distaccamenti VVF volontari. Il Dr. Franco Carlorosi per la prestigiosa carriera di medico e la fervida attività di volontariato che dal terremoto del Friuli ad oggi l’ha visto presente nelle maggiori calamità. Medesimo riconoscimento anche al Prof. Domenico Perri, pediatra e volontario, impegnato nel terremoto dell’Aquila, nel G8 e altre emergenze nazionali. Medaglia al merito del volontariato anche a Monsignor Nader Joubail, presidente dell’Associazione Buon Pastore Onlus, per l’apertura di ospedali e ambulatori gestiti da medici volontari in Siria, Iraq, Giordania, Palestina ed Egitto, senza mai trascurare l’aspetto spirituale del suo mandato. Il Dr. Ciro De Luca della Questura di Macerata, nel marzo 2011, pur libero dal servizio coordinò le operazioni di soccorso in occasione di forti piogge ed esondazione di fiumi nella Regione Marche in Territorio del Fermano. A ricevere la medaglia anche il Magg. DZHURBY MIKOLA MIKOLAJOVYCH che terminata la carriera militare e forte della sua specializzazione, si dedica da oltre un decennio alla protezione civile come responsabile del nucleo di pronto inte rvento sminamento della sua Regione, rischiando la vita ogni giorno per bonificare, con professionalità ed alta capacità di intervento, i campi ed i villaggi, ma soprattutto per concorrere a bonificare il futuro di quel martoriato Paese. Distretto di Kiev, Ukraina. Stesso riconoscimento anche al sindaco di Beirut (Libano) Prof. Antoine Chakhtoura per un doveroso senso di riconoscenza per l’apporto che quotidianamente fornisce alla soluzione degli immani problemi sociali in cui versano i Cittadini a lui affidati con elevato spirito di solidarietà, di assistenza e sostegno materiale e per il coraggioso apporto volontaristico che offre, in maniera determinante, nella gestione di ambulatori, mense e ospedali non solo a Beirut, ma in tutto il Paese, mitigando le sofferenze di un Popolo in guerra.
Decorato anche il DOTT. ALBERT EL KHOURY: Beirut, Libano - Professore della Facoltà di Medicina Università Statale del Libano: Medico Chirurgo, Specialista in Odontostomatologia e titolare di un prestigioso studio a Beirut, sin dagli anni ’70 si è adoperato nel sociale partecipando concretamente alla difesa civile durante le guerre di Achrafieh, della Montagna Libanese, dell’invasione siriana, organizzando gruppi di primo intervento per evacuare i civili inermi e offrire loro asilo e cibo. Continua oggi la sua opera organizzando sul territorio dispensari che, a titolo gratuito, offrono assistenza sanitaria ai bambini ed agli anziani, consentendo loro di sopravvivere in quei disgraziati territori. Ultimo, non per importanza, il Ten. Colonnello Medico Dott. NICOLA MOLEA Volontario della Croce Rossa Italiana: già Ufficiale Medico della Brigata Folgore, Direttore Medico del Servizio Sanitario del Battaglione Incursori “Col Moschin” e del Battaglione Carabinieri Paracadutisti, ha saputo mirabilmente coniugare la brillante carriera sanitaria con una valida e concreta attività di Volontario della Croce Rossa Italiana che lo ha portato ad impegnarsi soprattutto nella attività di accoglienza e gestione degli Immigrati.
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RICONOSCIMENTI La nostra Associazione ha adottato già da tempo, un sistema premiale che prevede i seguenti riconoscimenti: -
diploma di benemerenza menzione d'onore elogio encomio encomio solenne diploma di benemerenza con Croce al merito di Servizio diploma di benemerenza con medaglia al merito del Volontariato.
I primi cinque riconoscimenti vengono conferiti per meriti vari, dai più bassi ai più alti, soprattutto l'encomio solenne che riconosce atti, gesta o meriti che vanno al di la del proprio dovere o servono per premiare la fedeltà all’Associazione o particolari gesta di chi, pur non facendo parte della Associazione, ha reso servizi particolari a questa. La Croce al merito può essere considerata l'equivalente dell'encomio o dell'encomio solenne, conferendo in più la decorazione metallica. La Croce al merito del Volontariato riconosce le gesta più alte, a difesa della vita umana, oppure alla memoria, oppure per premiare una vita spesa in favore del Volontariato e, nella Associazione, è considerata la benemerenza più elevata. Ogni riconoscimento viene conferito dal Presidente Nazionale in nome e per conto del Consiglio Direttivo Nazionale.
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RICONOSCIMENTI Il palazzo del Consiglio dei Dodici è uno degli edifici di piazza dei Cavalieri a Pisa. Il palazzo ha cambiato nome nel tempo a seconda della magistratura che ha ospitato: da palazzo dell'Archivio e della Cancelleria nel medioevo a palazzo dei Priori dopo la conquista fiorentina (1409) a palazzo del Consiglio dei Dodici quando passò nelle mani dell'Ordine dei cavalieri di Santo Stefano; il Consiglio dei cavalieri di dodici membri scelti era infatti un organo decisionale dell'Ordine. Sul finire del Cinquecento il palazzo venne ristrutturato dall'architetto Pietro Francavilla (autore anche quale scultore della Statua di Cosimo I davanti al vicino palazzo dei Cavalieri), che lo uniformò agli edifici circostanti per altezza e stile delle decorazioni di gusto tardo-rinascimentale. Il fregio sul cornicione ricorda come i lavori furono conclusi nel 1603 sotto il Granducato di Ferdinando I de' Medici. Il passaggio all'Ordine cavalleresco avvenne solo nel 1691, quando i priori si trasferirono a palazzo Gambacorti: qui i cavalieri stabilirono il loro tribunale, come ricorda anche l'iscrizione sul portale principale. La facciata è oggi caratterizzata da un intonaco rosato sul quale risaltano le decorazioni in marmo bianco: le cornici delle finestre, il portale affiancato da due colonne, le aperture balsustrate al piano nobile, le cornici marcapiano, lo stemma, i rinforzi angolari e il cornicione. All'interno sono conservate numerose opere d'arte, come il busto cinquecentesco di Ferdinando I, il frammento di affresco dell'Assunta della scuola di Domenico Ghirlandaio (nella sala degli Stemmi al primo piano) e soprattutto il salone dell'Udienza, con le pareti completamente dipinte da Pietro Paolo Lippi e Antonio Giusti (1681-1683) con temi marinareschi e il notevole soffitto intagliato, dorato e dipinto con le Virtù cardinali di Ventura Salimbeni (1602); oggi al centro del soffitto della sala si trova il Trionfo di santo Stefano di Giovanni Camillo Gabrielli (1692), che sostituì il Trionfo di Pisa del Salimbeni dopo che l'edificio divenne di proprietà dell'Ordine. Ad oggi la memoria dell’Ordine è “una e trina”: L'Ordine di Santo Stefano papa e martire è tutt’ora un ordine religioso cavalleresco di fondazione pontificia (Bolla His quae del 1 febbraio 1562 di Pio IV), con doppia personalità giuridica, cioè canonica (attualmente Associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia) e civile. Dopo alterne vicende esiste oggi in Pisa l’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, fondazione di stato, che con l’Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano porta avanti la memoria storica di questa importante pagina della Toscana Granducale, collaborando con l’Ordine. Dopo la creazione dell’Ordine nel 1562 per volontà di Cosimo de Medici, che mutuo’ sommariamente gli statuti ed i simboli dell’Ordine di Malta, l’Ordine rappresentò il più alto livello di Accademia Navale Granducale segnando con la propria marineria alcune tappe fondamentali della nostra storia tra cui la Battaglia di Lepanto.
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ORDINE DEL GIORNO:
Sostegno alla componente volontaria del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco Premesso che nel nostro Paese il personale alle dipendenze del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco si suddivide in tre diverse componenti: permanente, discontinuo e volontario. Il personale permanente è formato da coloro che svolgono l’attività di vigile del fuoco come esclusiva professione, quello discontinuo è costituito da vigili richiamati per alcuni periodi all’anno, durante i quali non possono effettuare altra attività volontaria o professionale. Infine, il personale volontario è composto da vigili volontari chiamati a svolgere i propri compiti ogni qualvolta se ne manifesti il bisogno, assicurando il servizio 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno; • nella Regione Piemonte come nel resto d’Italia, il volontariato nell’ambito del Corpo dei Vigili del Fuoco si caratterizza per l’altro grado di professionalità e costituisce un elemento essenziale, oltre che numericamente preponderante, per garantire l’espletamento di un servizio di soccorso e supporto indispensabile per la comunità;
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• il personale dei distaccamenti volontari espleta ben 50.000 interventi all’anno in tutta Italia e, in Piemonte, sono presenti 80 distaccamenti che si avvalgono di circa 2000 volontari, mentre i permanenti sono circa 1000 e non coprono tutto il territorio. Alcuni comuni piemontesi distano 30/40 minuti dalla prima sede permanente con grave rischio per la popolazione in caso di necessità; • per cogliere la rilevanza della componente volontaria dei Vigili del Fuoco nella nostra regione basti pensare, a titolo esemplificativo, che nella sola provincia di Torino i Distaccamenti dei volontari garantiscono il 30 per cento degli interventi effettuati ogni anno dal Corpo, percentuale che ha un forte incremento nelle giornate caratterizzate da eventi calamitosi;
considerato che • la componente volontaria dai Vigili del Fuoco è afflitta da numerose problematiche che riguardano la necessità di un migliore coordinamento dell’allertamento dei distaccamenti, la carenza di vestiario e di forniture;
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• a tali problematiche si sono aggiunte negli ultimi anni numerose aggravanti, costituite, in particolare, dalle previsioni di cui alla legge 12 novembre 2011, n. 183 (Legge di stabilità 2012) che hanno obbligato gli aspiranti volontari a pagarsi la visite mediche necessarie per l’iscrizione nei quadri del Corpo con un esborso che arriva a 500 euro a volontario. Oltre a ciò le norme introdotte a partire dal 2011 hanno determinato il blocco del reclutamento e viene indicato un numero chiuso per le iscrizioni ai Comandi, che devono indicare il numero massimo di vigili occorrenti. Tale fabbisogno è peraltro falsato dal fatto che il Dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco non ha disposto la cancellazione del personale non più frequentante per cui il numero dei vigili che risultano operativi non è corretto; • un’altra problematica riguarda le modifiche al Decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2004, n. 76 contenente il Regolamento per il reclutamento, l'avanzamento e l'impiego del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le modifiche proposte infatti sono molto penalizzanti per la componente volontaria rendendo senz’altro preferibile l’applicazione dell’attuale testo del D.P.R., eventualmente con qualche correttivo; • a tali gravi problematiche si aggiungono le difficoltà conseguenti all’accettazione delle domande di nuovi volontari, ovvero i pesanti costi sopra citati a carico dei volontari stessi, che si trovano a dover pagare circa 500 euro per visite mediche valide per soli 12 mesi e, pertanto, soggette ad essere ripetute; • inoltre i corsi da 120 ore per il nuovo personale non vengono svolti e pertanto i nuovi aspiranti vigile del fuoco attendono talvolta anni per avere la possibilità di poter effettuarli, anche perchè, in molti casi, l’organizzazione dei corsi non tiene conto delle necessità di studio o lavorative degli aspiranti. Si riscontra altresì la mancanza di corsi per le patenti, circostanza particolarmente grave in quanto avere personale autista è di fondamentale importanza per ogni Distaccamento volontario dato che senza autisti non è possibile garantire una squadra pronta alla partenza in caso di richiesta di soccorso;
considerato, altresì, che • il Decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2012, n. 64 recante “Regolamento di servizio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ai sensi dell'articolo 140 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217” all’articolo 66 (Composizione e formazione delle squadre) individua la squadra attrezzata per l’effettuazione della generalità degli interventi di soccorso come composta da 5 unità, di cui un capo partenza con qualifica non inferiore a capo squadra, ma gli ostacoli ad una corretta applicazione del DPR 76/2004 con l’impossibilità di formare nuovi capi squadra rende sempre più difficile organizzare le squadre di soccorso; • a tali elementi, che minano non solo l’efficacia ma la sopravvivenza stessa del servizio reso dai Vigili del Fuoco volontari, si aggiunge inoltre l’ipotesi recentemente avanzata di procedere all’azzeramento dei rimborsi spettanti ai Volontari che effettuano interventi durante il proprio orario di lavoro. Si noti che essi non costituiscono assolutamente una forma di retribuzione, ma hanno carattere di mero rimborso a favore di lavoratori che per offrire un servizio devono momentaneamente abbandonare le proprie abituali mansioni; • la demotivazione e gli ostacoli economici e burocratici rischiano di portare alla chiusura di diverse sedi volontarie, con possibili gravi ripercussioni sui cittadini
LA PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA SOSTIENE • L'Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari affinché siano riviste la normativa e la regolamentazione attuali garantendo la piena ed ottimale operatività dei Distaccamenti dei Vigili del Fuoco volontari, in particolare superando gli attuali ostacoli in materia di reclutamento, oneri a carico degli aspiranti volontari, organizzazione dei corsi, corretta applicazione del D.P.R. 76/2004, formazione delle squadre di soccorso e rimborsi spettanti ai volontari operanti durante il proprio orario di lavoro.
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SPEGNERE PER SALVARE
La galleria stradale del San Gottardo che, con i suoi 16,9 chilometri, è la più lunga galleria svizzera. Quello che invece poche persone sanno è che il Centro d’intervento del San Gottardo – che opera nell’omonima galleria stradale in qualità di corpo pompieri professionista indipendente su mandato dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) – fa parte della Base logistica dell’esercito
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(BLEs) e quindi del Centro logistico dell’esercito Monteceneri. Questo corpo provvede 24 ore su 24 alla sicurezza nella galleria e nelle sue vicinanze.
A cura di Clara Rüsi, redatto in collaborazione con 118 Swissfire Rivista Ufficiale della Federazione Svizzera Pompieri.
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S A N G O T TA R D O In effetti, il suo settore di ingaggio non si limita unicamente alla galleria vera e propria ma si estende anche all’assieme del tratto autostradale tra Amsteg e Faido, così come alla rampa sud della strada del passo del San Gottardo, dunque in totale ben 77 chilometri. Il Centro d’intervento del San Gottardo (CIG) è inoltre incaricato della sicurezza delle opere di superficie e sotterranee della regione, in collaborazione con il corpo pompieri aziendale del Centro logistico dell’esercito Monteceneri.
Alcune cifre La galleria stradale del San Gottardo è il principale corridoio alpino svizzero. Nel 2014 è stato attraversato quotidianamente da circa 20 000 veicoli, di cui circa il 10% erano dei mezzi pesanti. L’intensità del traffico varia in modo molto importante nel corso della giornata e conosce importanti fluttuazioni stagionali. Lunga 16 942 metri, la galleria è composta da una canna destinata alla circolazione e di un cunicolo di sicurezza parallelo. I 64 rifugi, disposti lungo la corsia in direzione nord e sorvegliati da un sistema d’allarme, dispongono tutti di un sistema di aerazione a sovrappressione e sono inoltre equipaggiati di estintori, di materiale sanitario e di colonnine SOS. Ogni 250 metri, una porta permette di uscire dalla galleria destinata alla circolazione per raggiungere questi rifugi provvisti di aerazione separata, da dove è poi possibile raggiungere il cunicolo di sicurezza attraversando una porta supplementare. Il cunicolo di sicurezza che costeggia la galleria autostradale sul lato est è anch’esso munito di aerazione a sovrappressione in modo che i gas di scarico e di combustione che vengono sprigionati nella canna principale non possono penetrare né nei rifugi né nel cunicolo di sicurezza. Quindi, in caso di urgenza, gli utenti della strada vi si possono mettere al sicuro. Inoltre, all’interno della galleria stradale, 11 nicchie di sosta per i veicoli sono state sistemate a intervalli regolari per i veicoli che circolano in direzione nord e 22 per quelli che circolano in direzione sud. La presenza di un veicolo in una di queste aree fa scattare immediatamente l’allarme alla centrale operativa di Göschenen, che verifica la situazione tramite la sorveglianza video. L’apertura della porta tra il rifugio e il cunicolo di sicurezza fa anch’essa scattare l’allarme alla centrale. I pompieri professionisti intervengono immediatamente in tutti i casi per controllare la situazione sul posto e mettere un termine all’allarme alla fine dell’intervento. Non si tratta sempre di casi gravi poiché spesso gli automobilisti si fermano in queste aree per riposarsi o per altri motivi. I pompieri professionisti tuttavia si recano sul posto in tutti i casi. La galleria stradale a due corsie è larga 7,80 m e la sua altezza è di 4,50 m, mentre le rispettive dimensioni del
cunicolo di sicurezza sono di 2,50 m e di 2,20 m. Visto le dimensioni del cunicolo di sicurezza, è chiaro che i veicoli d’intervento non vi possono circolare. Se un’autobotte deve essere ingaggiata, dovrà quindi raggiungere il luogo dell’intervento percorrendo la galleria principale. La galleria del San Gottardo è equipaggiata con sei centrali di ventilazione che si trovano a Göschenen, a Bäzberg, a Hospental, a Guspisbach, a Motto di Dentro e ad Airolo. In caso di incendio di un veicolo, la centrale di ventilazione più vicina viene attivata per aspirare il fumo ed evitare il suo sviluppo nel resto della canna. La temperatura all’interno della galleria costituisce un altro fattore importante. A secondo della stagione, dell’intensità del traffico, delle condizioni meteorologiche e del flusso della ventilazione, la temperatura ambiente nella parte centrale della galleria è compresa tra i 27 e i 40 °C, anche in assenza di incendio. La temperatura della roccia al centro della galleria oscilla dai 37 ai 48 °C a secondo della natura geologica di quest’ultima. In caso d’incendio in galleria, al calore già presente viene ad aggiungersi quello sprigionato dalle fiamme. Il calore resta prigioniero dello spazio confinato, contrariamente a quanto avviene all’aria aperta. In questo caso, si fa del tutto per aspirare all’esterno, il più efficacemente possibile, i fumi sprigionati. Nonostante tutto, la propagazione del fumo all’interno della galleria non è del tutto esclusa, tra l’altro anche per via dell’effetto di aspirazione generato dai veicoli che escono dalla canna. È per questo motivo che le operazioni di salvataggio in galleria, in mezzo al fumo e al calore, possono rivelarsi estremamente difficili. «È il motivo per cui è spesso tatticamente più indicato dare la precedenza allo spegnimento», dichiara Beat Walther. «L’esplorazione della galleria e dei veicoli, così come la messa in sicurezza delle persone rinvenute, saranno molto più rapidi se siamo riusciti a evitare la propagazione del fumo.»
Spegnere per salvare! Sui 110 interventi effettuati dai pompieri nel 2014, 106 hanno richiesto la chiusura della galleria. Si è trattato di casi di avarie, con o senza sprigionamento di fumo, di rotture dei turbocompressori dei camion, ecc. A questo si aggiungono due incidenti gravi con feriti e due incendi. Per quanto concerne gli interventi per il traino dei veicoli in avaria, ce ne sono circa 300 all’anno. Tra le missioni permanenti dei pompieri, salvare delle vite resta l’azione prioritaria dopo aver garantito la sicurezza personale. Per poter procedere il più in fretta possibile ai salvataggi durante un incendio in galleria, è necessario poter controllare entro brevissimo tempo il
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S A N G O T TA R D O fuoco grazie a misure mirate (raffreddamento della struttura e lotta contro il fuoco), poiché è appunto grazie a queste misure che le persone in pericolo potranno mettersi rapidamente al sicuro raggiungendo i rifugi. Alla luce di queste considerazioni, la missione del Centro d’intervento del San Gottardo potrebbe riassumersi come segue: «Spegnere per salvare!» In caso di incendio, di incidente o di avaria, il Centro d’intervento del San Gottardo viene allarmato e interviene, a dipendenza dei casi, a partire da uno o da entrambi i portali della galleria per salvare le persone, accompagnare gli automobilisti in direzione dei rifugi e le uscite di sicurezza, informare la centrale e lottare contro il fuoco.
Due minuti per intervenire Per garantire la sicurezza nella galleria stradale del San Gottardo, il CIG dispone, in totale, di 50 persone e di 27 veicoli speciali suddivisi sui due centri di soccorso di Airolo (TI) e di Göschenen (UR). Quattro pompieri e un ufficiale sono pronti a intervenire 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Trascorrono solo due minuti tra il momento dell’allarme e quello della partenza del gruppo di picchetto. I tempi d’intervento sono di 10 minuti nella galleria e di 20 minuti sui tratti a cielo aperto, tempi che costituiscono una prestazione notevole. Poiché i pompieri professionisti del CIG sono degli impiegati civili della Base logistica dell’esercito, il loro statuto è regolamentato dalla legge sul personale della Confederazione. Ciò significa che ogni ora di presenza conta come un’ora effettiva, questo spiega il numero di ore supplementari quasi impossibili da compensare. A partire dal 1o gennaio 2015, è stato introdotto un nuovo regolamento per il tempo di presenza e d’intervento, in questo modo il Centro d’intervento del San Gottardo ha potuto introdurre il servizio di guardia per periodi di 24 ore, abituale negli altri corpi pompieri.
Formazione e forma fisica del personale del CIG La formazione e la formazione continua sono delle attività importanti in seno al CIG. Il personale di picchetto segue quotidianamente una sequenza di formazione. Una volta al mese, una formazione viene organizzata assieme alle persone che occupano una funzione di quadro. A questo si aggiungono degli esercizi d’intervento nella galleria stradale del San Gottardo e sulle rampe d’accesso, delle formazioni trimestrali comuni e la frequentazione di corsi all’esterno, per un totale di 21 000 ore di formazione annua. Inoltre, i pompieri profes-
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sionisti seguono dei corsi all’ifa e presso la Federazione svizzera dei pompieri, oltre a dei corsi di lingua – poiché il CIG è un corpo bilingue – e una formazione al servizio sanitario. Siccome i servizi ambulanzieri impiegano fino a 20 minuti per arrivare sul luogo del sinistro, i pompieri del CIG sono sempre i primi ad arrivare sul posto. È per questo motivo che sono formati come ausiliari di trasporto. Il loro settore d’ingaggio quale «First Responders» si estende a sud a partire da Amsteg, fino all’Oberland urano e l’Alta Leventina. Affinché i pompieri possano acquisire la sicurezza richiesta durante gli interventi, sono necessari numerosi esercizi. Poiché una squadra d’intervento conta «solo» quattro pompieri professionisti, ognuno deve
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S A N G O T TA R D O Quale elemento di primo intervento, il Centro d’intervento del San Gottardo CIG ha i seguenti compiti: • lotta contro il fuoco; • difesa idrocarburi e difesa chimica; • soccorso stradale; • traino dei veicoli fino a 3,5 tonnellate. L’USTRA può convenire, in accordo con la Base logistica dell’esercito (BLEs), di altri compiti da affidare al CIG.
Compiti speciali
Il veicolo di spegnimento speciale trasporta 9000 litri d’acqua e 1000 litri di schiuma/CAFS. Un ventilatore alimentato ad acqua è montato sul tetto dietro la cabina
poter effettuare in modo autonomo un compito determinato in precedenza, ma ognuno deve essere capace di eseguire perfettamente anche i compiti di tutti gli altri. L’esperienza mostra che il lavoro dei pompieri professionisti nella galleria del San Gottardo è fisicamente molto duro. È per questo motivo che sono necessari regolari allenamenti in palestra. Il lavoro svolto in galleria non è tuttavia duro solo fisicamente, esso può mettere a dura prova il personale d’intervento anche dal punto di vista psicologico, come è accaduto per esempio durante l’incendio all’interno della galleria del San Gottardo il 24 ottobre 2001. Questa catastrofe era costata la vita a 11 persone, di cui 10 erano state intossicate dal fumo.
Pompieri, First Responders, servizio di traino… I pompieri professionisti del Centro d’intervento del San Gottardo svolgono ancora altri compiti supplementari. Quando non sono in intervento, si occupano dei seguenti lavori per il Centro logistico dell’esercito Monteceneri: preparazione del materiale personale dei militari; manutenzione dei fucili d’assalto 90 e pulizia delle baionette; manutenzione degli estintori; manutenzione delle granate di marcaggio; manutenzione dei mezzi ausiliari della farmacia dell’esercito; manutenzione dei sistemi WELAB. Il trasporto di merci pericolose attraverso il San Gottardo – sia per strada che per ferrovia – è sottoposto a restrizioni. La quantità di materie pericolose per veicolo è limitata. Nel caso in cui questa quantità viene sorpassata, il trasporto è sottoposto ad autorizzazione oppure proibito. Oltre alla segnalazione del trasporto di materie pericolose, il Centro d’intervento del San Gottardo tratta anche le richieste di autorizzazione per i convogli eccezionali e i trasporti speciali per l’assieme delle strade nazionali svizzere. Più di 25 000 richieste vengono trattate ogni anno. I richiedenti ricevono, nello spazio di pochi giorni lavorativi, l’autorizzazione accompagnata dall’elenco di tutte le condizioni da rispettare. Con il trattamento delle autorizzazioni eccezionali per le strade nazionali, la BLEs fornisce, su mandato dell’USTRA, una prestazione utile all’economia e ai suoi bisogni in materia di trasporto, a beneficio di tutta l’Europa.
Enorme miglioramento della sicurezza dal 2001 Dieci anni dopo l’incendio catastrofico del 2001, il livello di sicurezza della galleria è stato significativamente migliorato e il numero di incidenti è diminuito. L’Ufficio federale delle strade ha preso numerose misure per prevenire la ripetizione di un tale dramma. Per esempio, il sistema di ventilazione in caso di incendio migliora l’estrazione dei fumi, le vie di evacuazione sono marcate
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S A N G O T TA R D O recluta parteciperà per la prima volta, a Zurigo, allo stage di formazione di pompiere professionista, di una durata di 18 mesi, in vista dell’ottenimento del brevetto federale di pompiere professionista.
Un interessante sistema di prolungamento del naspo ad alta pressione
meglio e la nuova installazione di chiamate d’urgenza, di comunicazione radio e di sorveglianza video permette un rapido intervento dei soccorsi. A partire dal 2013, all’entrata della galleria ad Airolo è stato messo in servizio un portale termico che serve a verificare che i camion che entrano in galleria non siano surriscaldati. Si sta procedendo all’installazione di un sistema identico a Göschenen. Nel corso del primo anno che ha seguito l’enorme incidente, è stata introdotta la circolazione a senso unico per i camion. Dal 2002, è stato adottato un sistema di scaglionamento per limitare a 1000 il numero di vetture che entrano nel San Gottardo in un senso. In questo sistema di scaglionamento, un mezzo pesante conta come tre autovetture. Il numero dei giorni durante i quali si formano delle colonne, così come i volumi di merce trasportata, sono aumentati considerevolmente in questi ultimi anni.
Reclutamento e scuola di pompieri professionisti Quando il CIG mette a concorso un posto, riceve generalmente una settantina di candidature. I candidati sono spesso già attivi in un corpo pompieri volontari e alcune candidature provengono anche dall’Italia. Nel corso del primo mese, i pompieri appena reclutati seguono una formazione interna. La procedura però cambierà prossimamente. In futuro, i candidati dovranno superare un test di ammissione scritto così come un test sportivo. L’ammissione sarà possibile solo se i test vengono superati. Nel 2016, una
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La presenza di un veicolo in una nicchia di sosta fa scattare l’allarme alla centrale. Il posto è sotto allarme e videosorvegliato. I locali e il cunicolo di sicurezza dispongono di una aerazione a sovrappressione
Postazione a Göschenen e Airolo Le due caserme si trovano nelle immediate vicinanze dei due portali della galleria stradale, ai quali sono tra l’altro collegati direttamente. L’edificio di Airolo è un po’ più grande di quello di Göschenen poiché precedentemente vi si trovava anche la sede della polizia che si è in seguito ritirata dal sito di Airolo. I pompieri professionisti hanno quindi a disposizione un po’ più di posto. Nell’edificio vi sono delle camere singole. La camera dell’ufficiale di picchetto così come quelle dei
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membri della sua squadra sono segnalate in modo speciale. I lavori di manutenzione degli apparecchi per la protezione della respirazione, così come il riempimento delle bombole di protezione respiratoria, vengono effettuati nelle officine del corpo pompieri che si occupa anche delle piccole riparazioni da apportare sui veicoli in dotazione. Le tenute d’intervento sono lavate nella lavanderia del corpo. Sui due siti, i pompieri professionisti di servizio hanno a disposizione una cucina, un refettorio, un soggiorno con la tele e una palestra. I piani superiori ospitano gli uffici del personale. Unica differenza tra i due siti: quello di Göschenen comporta in più la centrale di sorveglianza del traffico per i due portali della galleria, così come i servizi incaricati di rilasciare le autorizzazioni speciali.
inoltre di un veicolo speciale di spegnimento dotato di un serbatoio d’acqua di 9000 litri e un altro di schiuma/CAFS di 1000 litri. L’equipaggiamento di questo veicolo permette di iniziare immediatamente il raffreddamento della struttura e la lotta contro il fuoco con l’ausilio di un cannone ad acqua frontale azionato a partire da un quadro comandi che si trova all’interno della cabina. Inoltre, la carreggiata può essere raffreddata nel corso dell’approccio e un tappeto di schiuma può essere steso grazie agli ugelli montati sui paraurti. Anche questo veicolo è equipaggiato con materiale di soccorso stradale e costituisce in effetti un deposito di materiale avanzato. Sul tetto, dietro la cabina, è stato montato un ventilatore che può essere messo in funzione e viene alimentato in acqua per raffreddare e proteggere il veicolo stesso. Poiché il CIG si occupa anche del traino dei veicoli in panne, ha a disposizione anche dei carri attrezzi. Clara Rüsi, sostituta redattrice capo
Parco veicoli a doppio Praticamente completo, il parco veicoli del CIG va dal veicolo di condotta d’intervento al veicolo di spegnimento universale. Se si tratta di un soccorso stradale, viene ingaggiato il veicolo speciale, dotato di tutto l’equipaggiamento necessario. Il veicolo di spegnimento universale Scania, che trasporta 2500 litri d’acqua e 500 litri di schiuma, può girare su se stesso all’interno della galleria ed è inoltre equipaggiato con materiale di soccorso stradale. Il CIG dispone VFV LUGLIO/DICEMBRE 2015
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DIAMO LA PAROLA AL COMANDO Tenente colonello Fabrizio Lasia, comandante
dente avvenuto nel settembre del 2014, durante il quale un veicolo militare è uscito di strada sulla rampa sud, causando la morte di uno dei passeggeri che era un camerata del servizio militare.
Il comandante ha assunto le sue funzioni al Centro d’intervento del San Gottardo nell’ottobre 2013. In precedenza, aveva lavorato per 14 anni al Cantone e in seguito presso il corpo pompieri di Bellinzona prima di passare al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). A livello cantonale, era responsabile della difesa chimica e della lotta contro gli idrocarburi. Parallelamente, Fabrizio Lasia è stato istruttore all’ifa, dove ha istruito dei pompieri alla lotta contro gli incendi in galleria. Ed è anche all’ifa che ha fatto la conoscenza di Valerio Cereghetti, il suo attuale responsabile della sezione «sud», che era istruttore all’ifa. Valerio Cereghetti gli ha in seguito proposto di venire anche lui a lavorare al Monte Ceneri, proposta che ha accettato continuando tuttavia la sua attività di istruttore nel Canton Ticino. Il poco tempo che gli resta a disposizione per i suoi hobby è consacrato principalmente a sua moglie e ai suoi figli. Perché aver scelto il Centro d’intervento del San Gottardo? Avendo già lavorato per 14 anni nel settore dei pompieri e visto l’interesse che ha per questo mestiere, era logico che Fabrizio Lasia proponesse la sua candidatura quando si è presentata una possibilità di lavoro in seno al Centro d’intervento del San Gottardo. L’evento che lo ha colpito maggiormente è stato un inci-
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Maggiore Beat Walther, sostituto comandante Beat Walther è incorporato nel corpo pompieri locali di Grafschaft (VS) sin dal 1984 ed è diventato istruttore pompiere nel 1990. Ha avuto un ruolo determinante nella creazione e nell’organizzazione del Centro d’intervento del San Gottardo. A partire dal 2008 è sostituto comandante e responsabile della sezione «nord». Ha assunto le sue funzioni di sostituto comandante nel 2015. Durante il suo tempo libero, coordina il servizio sanitario del Canton Uri. Tra i suoi hobby figurano la scultura su legno e lo sport in generale. Perché aver scelto il Centro d’intervento del San Gottardo? L’idea era di fare della sua passione per i pompieri il suo mestiere. La sfida per il CIG era di ottenere i migliori risultati a condizioni economicamente accettabili. Attualmente, il CIG è un piccolo corpo molto rapido ed efficace. L’evento più impressionante al quale ha assistito è stato l’incendio di un camion nell’ottobre 2012. Si trattava di un semirimorchio che trasportava un carico di 26 tonnellate di granulato di plastica. Il camion era fermo nella sezione 20 della galleria del San Gottardo, quindi circa quattro chilometri dopo il portale nord. Dopo quattro minuti, la cabina era in infiammazione totale e il fuoco si era già propagato al carico. Le temperature elevate avevano fatto fondere gli strati superiori dei contenitori
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S A N G O T TA R D O merci e il soffitto in cemento della galleria presentava già degli scrostamenti. In questo genere di intervento, ogni secondo conta. «Fino a questo incendio, avevamo sempre dato per scontato che ci volessero 15 minuti per trasformare l’incendio di un mezzo pesante in infiammazione totale. L’esperienza fatta in questa occasione ci ha mostrato che avevamo torto.»
Cap Valerio Cereghetti, ufficiale e capo sezione «sud» Valerio Cereghetti lavora al Centro d’intervento del San Gottardo dal 2008, dunque sin dalla creazione del corpo. Ha lavorato per il DDPS, già nel settore dei pompieri, a partire dal 1999. È in seguito passato al CIG al momento della creazione del servizio, servizio reso necessario dalla ripresa – nel 2008 – della gestione della galleria stradale del San Gottardo da parte della Confederazione, più precisamente dall’USTRA, che era precedentemente di competenza del Cantone. Valerio Cereghetti è inoltre attivo come istruttore all’ifa dove ha conosciuto Fabrizio Lasia. Il suo hobby principale è il triathlon. Perché aver scelto il Centro d’intervento del San Gottardo? Anche per Valerio Cereghetti era logico entrare al Centro d’intervento del San Gottardo per vivere la sua passione per i pompieri. Il ricordo più impressionante della sua carriera è il grande incendio del 2001, che è costato la vita a 11 persone. All’epoca era specialista della lotta contro il fuoco nelle gallerie ed è stato ingaggiato per tutta la durata dell’evento, compresa la fase successiva per l’accompagnamento degli inquirenti cha hanno dovuto determinare le cause dell’incendio. Le forze d’intervento hanno potuto trarre numerosi insegnamenti da questo incidente, il peggiore della storia della galleria. Da allora sono
state prese numerose misure per aumentarne la sicurezza. La struttura è stata migliorata, i mezzi di spegnimento sono stati adattati ed è stato fondato il Centro d’intervento del San Gottardo.
Cap Stefan Tresch, ufficiale e capo sezione «nord» Stefan Tresch è incorporato nel corpo pompieri locali del comune di Silenen dal 1990. Nel 2008 è stato ingaggiato come ufficiale nel Centro d’intervento del San Gottardo, dove occupa dal 2015 la funzione di capo sezione «nord». Dal 2010 è istruttore federale per i pompieri. Si consacra alla sua famiglia, ai sui hobby che sono la caccia e il VTT così come ai pompieri. Perché aver scelto il Centro d’intervento del San Gottardo? Il mestiere di pompiere mi ha sempre affascinato, è per questo che ho mandato la mia candidatura nel 2008 al momento della formazione del corpo pompieri professionisti per la creazione del Centro d’intervento del San Gottardo. L’ambiente di lavoro all’interno del corpo è molto variato e vi regna un clima di lavoro molto piacevole in uno spirito di collegialità. Lavoriamo con il materiale più recente e utilizziamo ogni tipo di tecnica. L’evento più impressionante vissuto da Stefan Tresch è stato un tamponamento a catena durante il quale si è occupato per tre quarti d’ora di una bambino turco di otto anni rimasto ferito nell’incidente: «Non potevo comunicare con lui, non potevo dirgli cosa era successo, quello che stavamo facendo, ecc. Potevo solo tenergli la mano per dargli un po’ di calore e rassicurarlo.»
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CURIOSITÀ
COSTERÀ 350$ LA STORICA CASERMA HOOK AND LADDER 8 (DI LEGO) QUARTIER GENERALE DI GHOSTBUSTERS Fonte: Screencrush.com Fotografie AA Mangano
La celebre ditta di mattoncini danese, è pronta a rilasciare una sorpresa che farà felici tutti i fan di Ghostbusters: il quartier generale. La mitica caserma dei pompieri adattata a ufficio degli acchiappafantasmi più amati sarà curata e potenzialmente stupenda.
Se avete sempre accarezzato il sogno di possedere la vostra personalissima Hook And Ladder 8, tanto da essere disposti ad accendere tre mutui sulla vostra abitazione, c’è una buona notizia: presto sarà disponibile una soluzione molto più economica. Questo gennaio, infatti, la Lego rilascerà finalmente il tanto atteso e discusso modellino del quartier generale dei Ghostbusters che molti temevano non sarebbe mai arrivato. La tanto attesa caserma dei pompieri dei Ghostbusters in versione Lego sarà finalmente disponibile a partire da gennaio. Moltissimi progetti si erano susseguiti nel corso degli anni riguardo alla famosa caserma dei pompieri in casa Lego ma, sia che si trattasse di giganteschi set o di soluzioni più modulari, nessuna delle idee aveva finora ottenuto l’approvazione. Basato sull’iconica Hook And Ladder 8 dei primi due lungometraggi, il Quartier Generale Caserma dei Pompieri dei Ghostbusters della Lego ha fatto il suo debutto ufficiale oggi, grazie ad Entertainment Weekly. Il set sarà composto da 4634 pezzi e riprodurrà l’edifi-
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CURIOSITÀ cio dei due episodi della storia, con tanto di garage, laboratorio, le stanze abitate e il sistema di stoccaggio e contenimento creto dagli Acchiappafantasmi. Non è tutto: l’intero cast dei principali personaggi umani, compresi Peter Venkman, Raymond Stantz, Egon Spengler, Winsotn Zeddemore, Janine Melnitz, Dana Barrett e Louis Tully faranno parte del set, così come i personaggi di Slimer, il fantasma della biblioteca ed uno spettro rosa e blu. Nonostante il costo sia di molto inferiore all’alternativa reale (stimata, al saldo attuale, sui 15 milioni di dollari), il prezzo, con i suoi 349,99 dollari, non è qualcosa da sottovalutare.
Con tutti quei soldi, potreste permettervi decisamente tantissimi Plumcake (e, se non capite la battuta, riguardatevi subito il primo Ghostbusters). In ogni caso, 350 dollari è un prezzo in linea con altri set dello stesso tipo, per cui non si tratta certo di una sorpresa. I dettagli ufficiali della Lego parlano di un’altezza di 35 centimetri, 23 di largezza e 35 di profondità. Per esporre il quartier generale in maniera decorosa, avrete bisogno di parecchio spazio quindi, soprattutto se avete intenzione di tenerlo aperto per mostrare gli spazi interni. Il Quartier Generale sarà nei negozi a partire da gennaio 2016 ma, per i mesi a venire, ci aspettiamo maggiori dettagli, come ad esempio un’occhiata migliore all’interno.
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MEZZI
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DIPARTIMENTO APRE A VEICOLI DI PICCOLE DIMENSIONI Forse l’idea di un’unica APS-tipo (da 15/18 tonnnellate) che possa andar bene sia a Cortina che a Modica è (quasi) superata. Al momento si tratta solamente d’una indagine di mercato ma la Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali (Area VI Macchinari e Materiali) sembra fare sul serio nell’ipotizzare tre classi di veicoli da 3,5 a 10 tons massime. Tutte e tre le categorie prevedono però cabine da 5 posti, pare quindi non si prescinda dalla (dannata) “squadra minima”.
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Una APS di piccolissime dimensioni dei VVF volontari trentini
l documento – elaborato dal Dipartimento – fornisce alle ditte allestitrici le specifiche generali, le prestazioni minime e gli indirizzi per la formulazione di soluzioni progettuali relative a veicoli di nuova concezione adatti al soccorso tecnico in aree urbane difficilmente accessibili, quali i centri storici delle città. L’idea è buona e (per il Corpo Nazionale) innovativa, pur trattandosi di sperimentare, ancora una volta, ciò che altrove (es. regioni e province autonome) è in uso da decenni. Primo tasto dolente è però il seguente: trattandosi di veicoli per centri storici, i distaccamenti volontari potrebbero, nel caso, dotarsene anche per l’utilizzo quale VLV (Veicolo Leggero Veloce) da utilizzare per una “pronta risposta” nell’attesa di mezzi più pesanti e di squadre più numerose? Le soluzioni consisteranno nella formulazione di preventivi per veicoli versatili per il soccorso tecnico concepiti per poter operare nelle seguenti situazioni: • presenza di strade strette e anguste, nonché di vicoli;
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MEZZI
DI
SOCCORSO
Da SX: furgoni “polisoccorso” dei VVF volontari di Nus (AO), Revò e Mezzolombardo (TN). Caricano anche sistemi di spegnimento a schiuma compressa.
• difficile transitabilità causata anche dai molti veicoli in sosta; • presenza di curve a stretto raggio che rendono diffi coltosa la manovra dei veicoli; • difficoltà di accesso alle corti degli insediamenti resi denziali; • salite e discese in forte pendenza e/o con pavé (scar sa aderenza); • risorse idriche urbane spesso inefficienti e non sem pre disponibili. Le soluzioni potranno consistere in un automezzo o nel complesso di un automezzo e un rimorchio o carrello appendice, come meglio specificato nel seguito. Ogni ditta partecipante potrà presentare offerta per una o più delle seguenti classi (non più di una soluzione per ciascuna classe): - classe 1: autoveicolo singolo con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate oppure autoveicolo con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate trainante un rimorchio o carrello appendice che abbia peso o non superiore a 0,75 tonnellate ovvero, solo se di peso superiore a 0,75 tonnellate, sia tale da non eccedere la massa a vuoto del veicolo trainante e non comportare una massa a pieno carico del complesso dei due veicoli superiore a 3,5 t; - classe 2: autoveicolo singolo con massa complessiva fino a 7,5 tonnellate; - classe 3: con massa complessiva compresa tra 7,5 tonnellate e 10,0 tonnellate. Un’apposita commissione di valutazione, nominata dall’Amministrazione, esaminerà poi le soluzioni proposte; quelle che, a insindacabile giudizio della commissione, verranno ritenute economicamente congrue e tecnicamente idonee alla sperimentazione saranno ammesse e potranno costituire oggetto di un acquisto in via sperimentale (una singola unità per ogni soluzione ammessa). Per consentire il soccorso in aree urbane difficilmente accessibili quali i centri storici delle città, ai veicoli si richiedono:
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- ridotte dimensioni; - elevata manovrabilità; - buon rapporto potenza / peso. In considerazione dell’utilizzo particolarmente gravoso cui saranno sottoposti nei servizi di soccorso tecnico urgente del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai mezzi si richiedono inoltre: - elevata sicurezza; - elevate robustezza e affidabilità; - semplicità di uso; - economicità di manutenzione.
Si legge, inoltre, nell’allegato tecnico che i mezzi dovranno ospitare una squadra di soccorso costituita da 5 operatori, incluso l’autista, e dovranno consentire di affrontare in autonomia almeno i seguenti tipi di intervento. Questo passo non lascerebbe spazio a interpretazioni: cabine a 5 posti perché, solo in cinque uomini, si possono affrontare in autonomia praticamente tutte le tipologie d’intervento ordinario. Ciò anche a dispetto di quanto prevedeva un documento di riordino del Dipartimento emanato nell’aprile del 2013 (ne scrivemmo su VFV n. 3/2013 PGG 36/42).
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MEZZI
Anche in Alto Adige, da anni, s’è pensato a mezzi leggeri d’intervento rapido
I compiti della “squadra tipo” sono di primo intervento sul luogo del sinistro, con competenza risolutiva nella generalità dei casi. Per scenari di particolare complessità, la squadra tipo, in attesa di altre squadre di rinforzo, provvede all’effettuazione delle attività previste nelle P.O.S. di riferimento. I compiti della “partenza ridotta” sono di primo contatto sul luogo dell’intervento, con competenza risolutiva nei casi più semplici o, in attesa della squadra tipo, di predisposizione dei primi apprestamenti e/o azioni atte a rendere più efficiente l’intervento successivo o ancora di analisi e valutazione dello scenario nei casi più complessi, comunque in accordo con le P.O.S. di riferimento. Sempre quel documento del 2013 citava un criterio che ci sta a cuore almeno quanto quello di “sussidiarietà”: il criterio della “prossimità”, che riconosce nella capillarità dell'articolazione territoriale non solo una condizione di efficacia tecnica, ma anche un principio “etico”, laddove la vicinanza dell'amministrazione alle esigenze del cittadino si rende concretamente visibile attraverso la forma stessa dell'organizzazione. Purtroppo - ne abbiamo parlato spesso su queste pagine – i vantaggi d’essere un unico “Corpo Nazionale” vengono vanificati nella gestione personalizzata (forse troppo) dai singoli comandi provinciali, spesso con differenza sostanziali d’applicazione dei “protocolli” da turno a turno, se non addirittura secondo il modo di vedere/pensare (o semplicemente si sentirsi) del singolo operatore di Sala Operativa. Abbiamo visto presidi volontari non attivati per intervento “prossimo” alla propria caserma per motivi diversi: i vigili non erano tutti in sede; non c’era il qualificato (CSV); la partenza non raggiungeva il numero minimo di 5 uomini… Ma torniamo ai “nostri” nuovi (ipotizzabili e sperimentali) mezzi che dovranno essere completamente equipaggiati: tutti i materiali di caricamento e i gruppi tecnici previsti a bordo dei mezzi, sia quelli richiesti esplicitamente dal Dipartimento VVF, sia quelli individuati dalle ditte offerenti per garantire le prestazioni operative, saranno parte della fornitura e perciò compresi nel prezzo unitario.
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SOCCORSO
CARATTERISTICHE TECNICHE Il veicolo sarà a due assi e potrà essere a trazione anteriore, a trazione posteriore o a trazione integrale permanente oppure inseribile. La guida sarà a sinistra assistita con volante regolabile. Il veicolo e l’eventuale rimorchio dovranno essere concepiti tenendo conto delle presumibili sollecitazioni cui saranno sottoposti nell’impiego particolarmente severo nel servizio di soccorso, non assimilabile al trasporto merci. L'impianto frenante dovrà essere dimensionato con ampi margini di sicurezza rispetto alla massa del veicolo. Il sistema delle sospensioni e la distribuzione delle masse dovranno essere tali da garantire la massima stabilità in tutte le condizioni stradali, di guida, e nelle diverse condizioni di carico ammesse. L'elettronica dovrà essere di norma ridotta al minimo e, per quanto riguardo l’allestimento, utilizzata soltanto laddove strettamente necessaria per garantire le prestazioni operative caratterizzanti il veicolo. I comandi, sia dei veicoli che dei gruppi tecnici dell’allestimento (es. antincendio, generazione elettricità ecc.) dovranno essere di semplice utilizzo. La cabina dovrà essere confortevole, bene ammortizzata e insonorizzata rispetto ai rumori introdotti dal motore e dai dispositivi acustici. Il veicolo, alla massa complessiva, o il complesso a pieno carico, dovrà assicurare una velocità massima in piano di 90 km/h. 3.1.1.3.1 CARICAMENTO Le ditte offerenti dovranno progettare la distribuzione a bordo dei materiali di caricamento previsti, seguendo
I VVF volontari di San Michele all’Adige (TN) servono, tra l’altro, un tratto dell’Autostrada del Brennero
criteri di ergonomia, e indicarla nell’offerta; in fase di sorveglianza lavori detta distribuzione potrà essere oggetto di ottimizzazione: a tale scopo l’Amministrazione, d’intesa con la ditta fornitrice di ciascun mezzo, definirà le eventuali variazioni all’ubicazione dei vari materiali. Le ditte offerenti individueranno la composizione del caricamento per soddisfare i requisiti operativi indicati in questo documento; sarà in ogni caso presente almeno il seguente materiale nei quantitativi minimi indicati:
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Oltre al materiale sopra elencato, si prendano in considerazione anche le seguenti attrezzature in funzione dell’impostazione generale che si sceglierà di adottare per il mezzo e dei dispositivi di estinzione presenti sullo stesso.
3.1.1.3.2 DOTAZIONI ANTINCENDIO Le ditte offerenti studieranno le soluzioni antincendio, anche fortemente innovative, più adatte per realizzare veicoli in grado di affrontare i tipi di incendio indicati nella tabella di cui al punto 1.
“Generalità” tenendo conto dei vincoli operativi indicati nello stesso punto. Non si legge di sistemi di spegnimento a schiuma compressa che – specialmente in automezzi di piccole dimensioni – sarebbero la soluzione per ridurre le dimensioni del serbatoio idrico, nonché disporre di un estinguente polivalente e più o meno umido a seconda degli impieghi previsti. È però lasciato al “buon cuore” dell’allestitore proporre – nel caso, da quanto si legge - uno o più sistemi di estinzione incendi (tutti presenti insieme – cioè non in alternativa) basati sull’uso di qualunque tecnologia e utilizzanti le tipologie di estinguente ammesse dalle normative vigenti ed ecocompatibili. Per i soli veicoli della classe 2 è comunque richiesta, anche assieme ad altri mezzi di estinzione, la presenza di una riserva di acqua di almeno 500 litri e di una pompa antincendio (pompa mossa dal motore dell’autoveicolo, oppure motopompa fissa oppure motopompa scarrabile o rimovibile) in grado di operare almeno in alta pressione (40 bar). Per i soli veicoli della classe 3 è comunque richiesta, anche assieme ad altri mezzi i di estinzione, la presenza di una riserva di acqua di almeno 1500 litri e di una pompa antincendio mossa dal motore del veicolo tramite presa di forza in grado di operare almeno in alta pressione (40 bar). Il serbatoio idrico antincendio, quando presente, dovrà essere rifornibile da mandata di altro mezzo antincendio. I dispositivi antincendio, causa la loro importanza critica per il buon esito del soccorso e la sicurezza degli operatori, dovranno essere concepiti ricercando la massima affidabilità e la massima efficacia.
al link: www.viglifuoco.it/aspx/ReturnDocument.aas px?IdDocumento=10714 L’allegato tecnico “Veicoli di nuova concezione aree urbane”
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VIGILI DEL FUOCO
A PAITONE? FIRMA ANCHE TU LA NOSTRA PETIZIONE Vogliamo sensibilizzare il Ministero dell’Interno all’emanazione a breve termine &'£ &'$8';3 -9ধ;<ধ=3 &'£ &-9;!$$!1'2;3 &'- -+-£- &'£ <3$3 3£32;!8- 2'£ $31<2' di Paitone.
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PER INFORMAZIONI www.vigilifuoco-cbo.it
+39 333 681 1087