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Anno XXV- no 6 Novembre/Dicembre 2011
Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
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N OVEMBRE /D ICEMBRE 2011
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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI
Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)
Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI
Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it
Editore incaricato, ufficio abbonamenti Sede centrale Sicurezza Aziendale s.r.l. Via Palmieri, 47 - 20141 Milano tel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261 Agenzie per lʼItalia CEAT tel. 02/89.500.256 CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80
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LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è estranea alla gestione economica della rivista. Gli articoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticolista e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione. La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e correzioni di quegli articoli che a sua discrezione riterrà opportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzione anche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pubblicati, Il personale addetto alla raccolta di abbonamenti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.
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Aut. Trib. Milano n. 855/89
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NELLA FOTO DI COPERTINA IL "CANE SOCCORRITORE" JACK, DELLA SCUOLA NAZIONALE CINOFILI DI VOLPIANO (TO), RENDE ONORE AL TRICOLORE A CONCLUSIONE DI QUEST'ANNATA DI FESTEGGIAMENTI PER L'UNITA D'ITALIA. EDITORIALE
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PROGETTO DR HOUSE
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LA DIVISA PRESTATA AL PRET-À-PORTER TESTATI, A MILANO, I DPI PER I POMPIERI DI TUTTO IL GLOBO VIGILI DEL FUOCO E FUNZIONI DI PUBBLICA SICUREZZA
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INVERUNO CENTOCINQUANT’ANNI “SUONATI”
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ASOLA: QUESTO DISTACCAMENTO NON SʼHA DA FARE
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L’AQUILA E REALE MUTUA: LA RINASCITA DELLA SPERANZA REPORT DALLʼALLUVIONE DI GENOVA
UN INTERVENTO COMPLESSO RISOLTO DAI VOLONTARI REGOLAMENTO DEL CNVVF
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A CORBETTA UN CANADAIR A MISURA DI BAMBINO
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I POMPIERI VOLONTARI AL RADUNO DEI VVF IN CONGEDO
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ISTRUTTORI PROFESSIONALI VOLONTARI RADUNO A INTERLAKEN
FESTEGGIAMENTI BELLUNESI
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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano
EDITORIALE
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In questo periodo di profonda crisi economica e sociale, forse il più critico dal dopoguerra, salutiamo il neo governo del professor Mario Monti con la speranza che possa traghettare il nostro Paese in acque meno tempestose e gettare le basi per una nuova Italia pronta per le sfide future. L’auspicio di molti è che questo “governo tecnico” possa contribuire ad una mutazione del clima sociale per accorciare le abissali distanze fra la classe politica e la cittadinanza che con il suo lavoro sostiene la nostra Nazione. In uno degli ultimi provvedimenti del governo uscente, con ram-
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bilità 2012” ha investito il nostro volontariato di alcune disposizioni che aggraveranno le moda-
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marico abbiamo appreso che l’approvazione della “legge di sta-
Non volendo fare di “tutta l’erba un fascio”, dobbiamo anche ammettere che negli ultimi anni
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In questo editoriale non aggiungo altro perché il resto della storia la scrivono quotidianamente
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lità di arruolamento e formazione di nuovo personale. Questo a prescindere dalle nostre osservazioni scritte inoltrate alla Commissione di Bilancio del Senato e al Dipartimento dei vigili del fuoco e a conferma della scarsa considerazione dimostrata sinora da buona parte della classe politica, lungi dal comprendere e far proprio il pensiero europeo in materia di volontariato nel soccorso tecnico urgente.
molti membri del Parlamento, al governo e all’opposizione, ci sono stati vicini nel sostenere alcune nostre istanze vitali per la sopravvivenza del nostro volontariato; per la particolare sensibilità a loro va il nostro più sincero ringraziamento nella speranza che costituiscano un lungimirante esempio fra i loro colleghi per eventuali future iniziative. w w w. a n v v f v. o r g
i nostri vigili volontari sempre in prima linea e a qualunque condizione che, con silenziosa abnegazione, continuano a servire la cittadinanza contribuendo a mantenere vivo lo spirito solidaristico che è già una delle colonne portanti per un’Italia migliore. Con un augurio di buone feste ed un felice anno 2012 a tutti Voi e famiglie. Gin o Gron ch i V F V N O V E N B R E / D I C E M B R E 2 0 11
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Mentre Esercito, Aeronautica e Marina cedono i propri marchi alla moda, dietro il pagamento d’un canone; si vocifera d’una nuova uniforme di rappresentanza, e pure d’una divisa da fatica molto più pratica per i VVF. Intanto al Comando Milanese si testano i DPI della W.L. Gore & Associati con tecnici e rappresentanti giunti da tutt’Europa e dagli Stati uniti.
Un monumento ed un automezzo “polisoccorso” all’avanguardia sono stati dedicati a Grugliasco alla memoria del collega Luigi Bongiovanni, deceduto nel 1995 mentre stava recandosi a portare soccorso.
Festeggiamenti ultracentenari si sono svolti a Cortina, Longarone e Zoldo Alto, nel Bellunese. Mentre, nel milanese, a Inveruno venivano spente le centocinquanta candeline. Un bel reportage da Torino dove si sono riuniti i vigili del fuoco in congedo: la nostra Associazione ha dato una grossa mano per l’organizzazione di parata e manovre.
Abbiamo intervistato Stefano Tonella che, quando non progetta satelliti da mandare in orbita, comanda i pompieri volontari di Corbetta, alle porte di Milano.
Abbiamo parlato inoltre dell’alluvione di Genova (grazie Gian Carlo), di funzioni di pubblica sicurezza (ce l’abbiamo oppure no?) e di “provvedimenti urgenti” che dovrebbero riguardarci, staremo a vedere. Gli altri argomenti ve li lascio scoprire sfogliando.
A presto, Ascanio direttorevfv@me.com
Oltre che su Twitter (@pompieri) ora siamo anche su Facebook, ci trovate digitando: VFV - Tecnica Antincendio e Protezione Civile h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i Hanno scritto e fotografato per questo numero:
Michele Blasi; Diego Garavaglia; Gemma Bava; Giorgio Sandrone; Fabio Marangoni; Gian Carlo Moreschi; Federico Cecchetti; Massimo Barbon; Alain Zamboni; Salvatore Tribastone. V F V N O V E N B R E / D I C E M B R E 2 0 11
EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]
Gentili lettori e Colleghi, prima di dimenticarmi, auguro a voi e alle vostre famiglie un 2012 sereno. Un “In bocca al lupo” invece per il futuro (e l’eventuale sviluppo) del nostro volontariato; credo ce ne sia proprio bisogno.
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LA DIVISA
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PRESTATA AL
PRET-À-PORTER
I marchi della “Difesa” ceduti in cambio di royalties per finanziare la sicurezza dei soldati. Chissà se, un domani, si vedranno felpe e canotte a marchio VF. Intanto il Corpo Nazionale non ha ancora unʼuniforme di rappresentanza (o forse si?) e potrebbe subire un restyling anche lʼabbigliamento da fatica.
odelle con tacco 12 dove una volta si sfornava il pane per i militari della Lombardia; abiti da sera (confezionati con il tessuto dei paracadute) dove si marciava; musica techno dove suonava lʼadunata. Strano connubio quello andato in scena nei forni della Caserma XXIV Maggio di via Vincenzo Monti a Milano. Con i vertici della Difesa e i personaggi dello spettacolo insieme ad ammirare una sfilata unica nel suo genere: quella dei marchi Esercito Italiano, Marina e Aeronautica. La divisa prestata al pret-à-porter. Il Ministero della Difesa che interpreta il mondo della moda. Con tre marchi ceduti (in cambio di royalties che serviranno per la sicurezza dei soldati) ad altrettanti produttori. Tutti pronti ad applaudire calzoncini mimetici, felpe con stemma, ciabattine tricolore. Il ministro Ignazio La Russa ha dichiarato: «Con lʼanno prossimo contiamo di avere circa 3 milioni di euro e già un milione e 600 mila potremo averli solo dal primo utilizzo di questi marchi». Un risultato che piace anche al consigliere della Difesa, Giovanni Bozzetti: «Un modo per trasmettere i valori dellʼEsercito». Intanto il CNVVF resta lʼunico Corpo dello Stato a non avere in dotazione una vera e propria uniforme di rappresentanza. Fino agli anni ʼ80 una divisa da parata (o da libera uscita) si usava ed era quella tipica di “salia”. Negli anni ʼ90 venne consegnato, a tutto il personale permanente (e soltanto a questʼultimo), uno spezzato, composto da pantalone grigio e giacca blu. Non fu mai dato ordine dʼindossarlo, neppure per cerimonie, pare facesse molto bocciofila.
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Nel 2005 Mariuccia Mandelli (in arte Krizia) – in occasione delle sfilate di Milano Moda Donna – presentò uniformi maschili e femminili per i vigili del fuoco. Cappello, Giacca, pantalone o gonna con doppie pieghe, camicia bianca con lo stemma del corpo dietro al colletto (molto carino ma invisibile). Poi la cravatta rosso rubino, con fiamma in bella vista, ed un cappotto doppio petto decisamente elegante. Per il prefetto Morcone – allora Capo Dipartimento VVF – pare che le asole bordeaux ed i bordi sul bavero facessero molto portiere dʼalbergo, nella versione definitiva detti inserti sparirono. Ma di che colore erano queste uniformi? «Possiamo definirlo un fango, la tinta più vicina alle attuali divise dʼintervento», spiegò Mariuccia Mandelli. «I Vigili del Fuoco sono venuti da me per chiedermi di realizzare unʼuniforme di ordinanza e rappresentanza, per recuperare la loro identità rispetto agli altri corpi. Spero di averli soddisfatti».
Soddisfatti o no, quella divisa (tipo drop) è ora adottata dal Corpo
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Nazionale ma soltanto per dirigenti (superiori e generali), oltre che per la banda musicale; tutto il personale con altre qualifiche continua a partecipare alle cerimonie con addosso lʼuniforme da fatica (con tanto di bande ad alta visibilità). LʼAmministrazione, a fine 2010, parve intenzionata a dotare tutto il personale di unʼuniforme ordinaria e di rappresentanza (unʼaltra?). E quella “pigiamata” grigio/blu?). Il prototipo (presentato alle sole OO.SS.) è, a parte piccole modifiche di dettaglio, uguale alla vecchia uniforme di “salia” già in dotazione al personale permanente ed a u si l i ario.
Il colore perfettamente uguale alla vecchia divisa, potrebbe subire delle variazioni in base allʼemanazione di norme comunitarie al riguardo. Su tale uniforme troveranno posto i nuovi gradi già decretati, e per i funzionari e dirigenti dovrebbero trovare posto i gradi tipo polizia di stato (stellette), invece di quelli attuali. Allo studio ci sarebbe anche una nuova uniforme da intervento completamente diversa da quella finora in uso, e nella foggia molto simile alla uniforme da ordine pubblico dellʼArma dei Carabinieri. Resta uguale il colore. Eʼ realizzata con tessuto rip-stop al fine di limitare al massimo le lacerazioni ed è presente una doppia serie di strisce fluorescenti/retroriflettenti, non più plastificate ma in tessuto, che dovrebbero garantire una migliore vestibilità del capo. Sono scomparsi i distintivi di qualifica da braccio (le mezzelune) e lʼindicazione del nome e del comando di appartenenza sul petto. Al loro posto cʼè lo stemma del Corpo Nazionale sul braccio destro e lo scudetto dellʼItalia sul sinistro. Tutte le tasche sono provviste di cerniera lampo ed automatici. Il giubbino è sostanzialmente diverso dallʼattuale, molto più avvitato e con colletto a listino. La nuova uniforme da intervento è classificata come DPI di 3° categoria. Vista la situazione in cui versa la Nazione, forse occorrerà attendere ancora molto, prima che detti progetti possano prendere forma.
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zione sono stati ispezionati edifici realmente danneggiati dal sisma, utilizzando attrezzature tecnologiche innovative, come i palmari, le comunicazioni satellitari voce e dati, i Gps.
In Campania il IV corso per tecnici di rilevazione del danno e agibilità
IL PROGETTO DR HOUSE Il progetto, di cui il Dipartimento della Protezione Civile è beneficiario coordinatore, è finanziato dalla Commissione Europea tra le “Preparatory action on an EU rapid response capability” e prevede la preparazione e lʼeventuale dispiego fino a 15.000 km di distanza di un macromodulo di Protezione civile europea per la valutazione del danno e dellʼagibilità in Paesi esteri degli edifici danneggiati da un terremoto e per la successiva messa in sicurezza degli stessi.
Il macromodulo di intervento si compone di tre diversi moduli che possono operare congiuntaSʼè svolto in Campania dal 9 allʼ11 novembre il quarto corso mente o separatamente: organizzato dal Dipartimento della Protezione Civile nellʼambito 1) modulo BSA - Basic Safety del Progetto DRHOUSE - Development of Rapid Highly Assessment per la valutazione visiSpecialized Operative Units for Structural Evaluation. va di agibilità e danno 2) modulo ASA - Advanced Satety Assessment per la valutazione incontro è lʼultimo dei quattro corsi programmati avanzata numerico-sperimentale da dicembre 2010 con lʼobiettivo di preparare 3) modulo STC - Short Term Countermeasures per inter100 tecnici italiani esperti nella valutazione del venti di messa in sicurezza danno e dellʼagibilità. I tre corsi precedenti sono stati Proprio per consentire il dispiego del modulo BSA sono organizzati ad Ancona e Tolentino nelle Marche, a stati realizzati i quattro corsi e sono stati formati 100 tecFoligno e Marsciano in Umbria e a Palermo e Santa nici italiani. Venerina, in Provincia di Catania. Fonte: DPC (Dipartimento della Protezione Civile) Il modulo di Protezione Civile Europea per il rilievo del danno e di agibilità post sisma in paesi esteri è realizzato in collaborazione con la Regione Campania, il Comune di Baselice e lʼUniversità del Sannio.
PROGETTO DR HOUSE
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IL PROGRAMMA DEL CORSO
Il corso era articolato in due giornate in aula a Benevento nel Complesso San Vittorino e una giornata conclusiva con unʼesercitazione sul campo a Baselice. Il percorso formativo vuole approfondire le metodologie di valutazione dellʼagibilità e del danno in uso nei Paesi esteri. Tra i temi dellʼincontro: il Meccanismo comunitario di Protezione Civile, gli attori e lʼemergenza internazionale, la logistica, il primo soccorso, la sicurezza e la protezione e i contatti con la stampa. Durante lʼesercita-
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Il distaccamento Vigili del
Fuoco volontari di Grugliasco, attivo dal 1873, nel corso della sua lunga storia ha
dovuto affrontare anche dei
lutti. In particolare nel 1995 il vigile Luigi Bongiovanni perì
dopo una lunga agonia a seguito di un incidente
stradale verificatosi lungo
la corsa per recarsi su un intervento di soccorso.
Un parco per ricordare Luigi e un Polisoccorso all’avanguardia per onorarlo sulle strade
GRULIASCO: PARCO BONGIOVANNI a cura di Salvatore Tribastone
lui è stato intitolato il locale distaccamento. In accordo con lʼamministrazione comunale si è deciso di rendere indelebile il ricordo di questo vigile, cittadino di GRUGLIASCO, non solo con lʼintitolazione del distaccamento, ma con qualcosa di tangibile e permanente che lo rendesse ogni giorno presente nel ricordo dei suoi concittadini. Lʼoccasione è nata quando ci si è dotati di un nuovo automezzo polisoccorso che rispondesse alle rinnovate esigenze operative e della sicurezza stradale. Considerato che questo doveva essere presentato ed inaugurato si è avuta la buona per dedicare una stele ed un parco a Luigi Bongiovanni in ricordo del suo sacrificio. Alla presenza delle autorità comunali e della Regione Piemonte è stato inaugurato un nuovo parco, una grande area verde nel mezzo della cittadina con giochi per i bimbi, nel quale è stata posta un monumento in pietra con i simboli dei Vigili del Fuoco e dellʼAGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) di cui il Bongiovanni faceva parte. A lato del monumento era presente anche il nuovo automezzo a sua volta inaugurato dal Sindaco e dai rappresentanti del Comando di Torino. Momento toccante della manifestazione il ricordo del papà di Luigi e la benedizione del cappellano del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino.
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TESTATI,
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MILANO,
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DPI
PER
I POMPIERI DI TUTTO IL GLOBO REDAZIONE MICHELE BLASI
A CURA DELLA FOTO
Sʼè svolta presso il Comando Provinciale Milanese una giornata informativo addestrativa con i tecnici della W.L. Gore & Associati, giunti da tuttʼEuropa e anche dagli USA, per testare completi antifiamma dalle fogge più disparate.
omini e donne della Gore (Company famosa soprattutto per la produzione del tessuto GORETEX®, impermeabile, antivento, traspirante) hanno indossato i panni dei vigili del fuoco (ma anche quelli dei firefighters, dei sapeurs pompiers e dei feuerwehr). Con indosso i diversi dispositivi di protezione, gli intervenuti hanno messo mano ai ferri del mestiere di VF, al fine di comprendere i punti di forza (e quelli deboli) dei DPI in questione. Calata con tecniche SAF (Speleo Alpino Fluviali) quindi, ma anche operazioni dentro le ingombranti tute NBCR (Nucleare Batteriologico
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Chimico Radiologico). Spegnimento della “vasca” con estintori CO2 e prove di taglio su una vecchia vetturetta VF da demolire. Tutte operazioni supervisionate da istruttori professionali, capi squadra e vigili, in servizio presso la sede centrale di via Messina dei vigili milanesi. Il comandante provinciale Silvano Barbéri, che ha voluto seguire parte dei lavori, ha dichiarato: “Si è trattato di una esperienza innovativa, che ha consentito un effettivo scambio di informazioni, esperienze e culture. Il Comando di Milano, grazie allʼattività di un gruppo rappresentativo del miglior livello professionale ed
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umano, ha fornito unʼimmagine di sé competente ed ospitale, dinamica e innovativa. Come deve essere.”.
I vigili del fuoco devono poter compiere movimenti rapidi. Sfortunatamente il loro lavoro obbliga, a volte, ad indossare attrezzature molto pesanti che rallentano e riducono lʼagilità. La tecnologia AIRLOCK® Spacer, ad esempio, è stata realizzata appositamente per offrire ai vigili del fuoco un alto livello di protezione contro il calore senza costringerli ad indossare pesanti ed ingombranti abiti non traspiranti. Allʼinterno della barriera GORETEX® viene inserito un distanziatore termicamente e chimicamente stabile, che crea uno spessore dʼaria isolante. Questa innovazione nel campo dei tessuti leggeri offre protezione termica associata ad una conseguente riduzione della fatica dovuta allo stress da eccesso di calore, a tutto vantaggio della libertà di movimento.
Lʼingegner Mario Gabardini - Sales Manager della W.L. Gore che era presente alle “manovre” – è rimasto particolarmente soddisfatto dellʼiniziativa, e ha voluto ringraziare con una missiva il comandante milanese dei pompieri.
Egregio Ing. Barberi, vorrei ringraziarla a nome di tutti i colleghi della W. L. Gore & Associati per la straordinaria opportunità che ci ha offerto. Immagino possa essere orgoglioso di collaborare con uomini così preparati e che mostrano una passione magnifica per il loro mestiere. Spesso si sente parlare dellʼumanità e dellʼeroismo civile dei Vigili del Fuoco e, lʼaltro giorno, tutti noi della Gore, ne siamo stati diretti testimoni. Mi sono emozionato, prima come uomo e poi come cittadino italiano, per il valore della Sua gente. Per noi associati Gore è stata una giornata molto proficua in quanto abbiamo potuto apprendere quali sono le Vostre reali necessità ed il nostro impegno, ora, sarà quello, laddove possibile, di trovare una soluzione adeguata che vi consenta di operare in condizioni di sicurezza maggiore e nella massima confortevolezza applicabile. Mi permetto anche di ringraziarLa a livello personale per la Sua cortese presenza e per lʼimpegno profuso dagli amici Cerbino e Giannotti che hanno dimostrato capacità organizzative, di gestione e di coinvolgimento dellʼintero Comando, eccellenti. Cordialmente Mario Gabardini
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tilizzo dei mezzi pubblici di trasporto urbano e metropolitano.
VIGILI DEL FUOCO E FUNZIONI DI PUBBLICA SICUREZZA Sin dallʼistituzione del Corpo Nazionale (1941) i vigili del fuoco sono considerati agenti di pubblica sicurezza; nel DL del 2006 sul riassetto del Corpo Nazionale, dette qualifiche di PS, con un gioco di parole, sembrano sparire; eppure il Consiglio di Stato aveva dato parere negativo e ne aveva chiesto la reintroduzione. Infatti il CdS aveva si espresso parere favorevole ma solo con le “osservazioni e condizioni di cui in motivazione”. Resta da capire con quale strumento legislativo dovranno venir reinserite dette funzioni, sempre siano mai state effettivamente perdute. a cura della redazione
Articolo 8 (Legge 27 dicembre 1941, n. 1570) Ai fini della presente legge e nellʼesercizio delle loro funzioni gli appartenenti ai corpi dei vigili del fuoco, sia permanenti che volontari, sono agenti di pubblica sicurezza e godono, nei viaggi per servizio, degli stessi benefizi concessi agli agenti della forza pubblica circa lʼuso dei pubblici trasporti statali, provinciali e comunali. Gli ufficiali ed i sottufficiali sono ufficiali di polizia giudiziaria, i vigili scelti ed i vigili sono agenti di polizia giudiziaria.
Art.6 comma 2 (DECRETO LEGISLATIVO 8 marzo 2006, n.139) 2. Nellʼesercizio delle attività istituzionali, il personale di cui al comma l svolge funzioni di polizia giudiziaria. Al personale appartenente al ruolo di vigile del fuoco sono attribuite le funzioni di agente di polizia giudiziaria; al personale appartenente agli altri ruoli dellʼarea operativa del Corpo nazionale sono attribuitele funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria secondo quanto previsto nelle disposizioni contenute nei decreti legislativi di cui al comma 1. Al medesimo personale sono riconosciuti, nei viaggi di servizio, i benefici concessi ai funzionari e agli agenti di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza per lʼu-
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Dal parere del Consiglio di Stato (432/2006) lʼAmministrazione non fornisce nessuna giustificazione sul perché al personale del Corpo venga tolta la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, prevista dalle precedenti normative. In mancanza di ragioni valide, tale previsione dovrà essere reinserita anche al fine di facilitare lʼopera di prevenzione dei Vigili del fuoco, per i quali non sembra sufficiente lʼattribuzione di funzioni di polizia giudiziaria, esercitate sotto il controllo della magistratura e quindi più anguste di quelle consentite dalla qualifica di agente di pubblica sicurezza. Va inoltre meglio chiarito che la disposizione di cui al comma in esame è applicabile anche al personale volontario.
Altri pareri del Consiglio di Stato espressi negli anni: Il CdS (IV sez. ordinanza n. 245/99 del 4 marzo 1999) aveva affermato che “il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è stato, sin dallʼistituzione, (L. 27 dicembre 1941, n. 1570) investito dei compiti propri delle forze di polizia cui era stata demandata la tutela della pubblica sicurezza così come definita dallʼarticolo 1 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza). Tali compiti sono stati confermati dalla L. 13 maggio 1961 n. 469 che, allʼart. 9, ha sottolineato il carattere civile del Corpo senza, tuttavia, mutarne i compiti e le funzioni istituzionali, che sono di polizia di sicurezza ed, in generale, di tutela dellʼincolumità delle persone nellʼambito della c.d. attività di pubblica sicurezza”.
Ancora il Consiglio di Stato (IV sez. ordinanza n. 245/99 del 4 marzo 1999) ha affermato che: “spettano, inoltre ai vigili del fuoco sia la qualifica di agenti di polizia giudiziaria (ex art. 16 della L. 469 del 1961), sia la qualifica di agenti di pubblica sicurezza (omissis) restando soggetti ai poteri di direzione e vigilanza da parte del prefetto, ai sensi dellʼart. 13, primo comma, L. 1 aprile 1981 n. 121 ed alle particolari responsabilità proprie degli agenti della forza pubblica”.
Il Consiglio di Stato ( I sez. parere n. 1571/78 del 12 gennaio 1979 ), ha affermato che “lʼattività di prevenzione ed estinzione degli incendi nonché quella, più in generale, di tutela della incolumità delle persone, rientrano nellʼambito della cosiddetta «attività di pubblica sicurezza», di cui i vigili del fuoco costituiscono una specificazione ratione materiae”.
Il Consiglio di Stato (IV sez. ordinanza n. 245/99 del 4 marzo 1999) ha affermato che “i vigili del fuoco sono soggetti ai poteri di direzione e vigilanza da parte del prefetto e svolgono istituzionalmente e non solo occasionalmente attività finalizzata alla tutela della pubblica sicurezza come gli appartenenti alle altre forze di polizia di cui allʼarticolo 16 della legge n. 121 del 1981.
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Lʼesempio che vedete in MAP è lampante: a Motta Visconti (MI) brucia il tetto dʼuna casa, nellʼappartamento ci sarebbero anche dei cani di grossa taglia, la sala operativa del 115 invia le squadre secondo procedura. I volontari di Abbiategrasso (16,7 Km) e la partenza cittadina di via Darwin a Milano (25,8 Km). Qualcuno picchia sulle autorimesse della caserma volontaria di Casorate Primo (PV) ma la squadra non può uscire, nonostante il luogo del sinistro sia a soli 2,7 chilometri. Nel mentre le fiamme distruggono anche lʼappartamento al secondo piano dellʼabitazione, poi le operazioni di spegnimento.
Ma è già accaduto altrove e – se non si deciderà di cambiare sistema – accadrà ancora. Chissà se il NUE 112 (di prossima attuazione), dal momento che prevede la localizzazione GPS del chiamante, potrà venire in soccorso ai comandi provinciali dei pompieri. A Varese – dovʼè ancora in corso lʼennesima sperimentazione italiana – le cose non vanno proprio lisce: il NUE (numero unico emergenza) prende la chiamata e, quando va bene, la gira in voce direttamente alla SO dei VVF varesina. Il distretto con prefisso 0331, però, non è tutto nella Provincia di Varese, ci sono anche comuni del milanese. Il 115 di Varese dovrà comunicare con quello di Milano che, a sua volta, invierà le squadre. In alcuni casi il 112 attiva direttamente il distaccamento VF, ma spesso ha sbagliato caserma…ed i minuti passano.
“MI BRUCIA LA CASA VENITE!” “GUARDI, ANCHE SE ABITA QUI DIETRO, NON POSSIAMO PROPRIO…È UN’ALTRA PROVINCIA.”
In un “Corpo” definito “Nazionale”, ancora troppo spesso lʼinvio squadre viene deciso con criteri tuttʼaltro che di prossimità. I confini provinciali sono tuttʼoggi una grossa barriera difficile da superare con ragione e buon senso. fine novembre è accaduto tra Milanese e Pavese ma situazioni di questo tipo accadono frequentemente in tutta la penisola; chissà se con lʼabolizione definitiva delle provincie (dead line 31 marzo 2013 salvo aggiustamenti…) si comincerà ad adottare il criterio della “partenza” più vicina e non quello delle zone decise a tavolino.
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Eʼ noto che secondo il principio di sussidiarietà, i servizi vanno organizzati con criteri di prossimità (“Decisions should be taken as near as possible to the point of application” – Jacques Delors). Per questo la risposta alle eventuali micro e macro emergenze dovrebbe essere organizzata, già a partire dal cosiddetto “tempo ordinario”, il più vicino possibile al luogo del disastro, sia in termini di decisione che in termini di disponibilità immediata di risorse.
Un concetto semplice ma non sempre applicato nella risposta a sinistri di natura tecnica (vigili del fuoco), a dispetto della sua ovvia saggezza. Un sistema invece seguito pedissequamente dalla Centrale Operativa Emergenza Urgenza del 118: per gli interventi di soccorso di carattere sanitario, viene sempre inviata lʼambulanza più vicina in linea dʼaria.
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“suonati”
Centocinquantʼanni Da cento cinquanta anni corrono al suono dellʼallarme, arrivano in caserma, indossano le uniformi, mettono in moto i rombanti camion e vanno in soccorso dei cittadini dʼInveruno e degli abitanti di tutto lʼAlto Milanese.
di Antonio Ascanio Mangano foto Diego Garavaglia
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D I S TA C C A M E N T I er tutti sono restati i pompieri – anche se un Regio Decreto del 1938 avrebbe abolito questo francesismo, sostituendolo con la variante “fuoco” di quelli “urbani” – e ad Inveruno sono rimasti sempre tutti volontari, anche se molta gente ancora non lo sa. In effetti le autopompe sono rosse e con la targa VF così come quelle dei colleghi stipendiati, ed è identica persino lʼuniforme ma, ad Inveruno, solo vigili del fuoco volontari.
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Il 19 settembre del 1861 il sagrestano salì sulla torre campanaria per suonare lʼallarme “a martello”, gli addetti alla pompa mollarono ciò che stavano facendo: il falegname chiuse bottega, il salumiere invitò le massaie ad affrettarsi verso lʼuscita, il paesano mollò la sciloria (lʼaratro) e corse nel luogo dovʼera custodita la “Pompa a mano”. Unʼincendio sʼera appiccato nella vicina Cuggiono e, requisiti i cavalli necessari, i Pompieri del Corpo Comunale dʼInveruno andarono a dare man forte ai colleghi del paese confinante. Non è cambiato poi molto, nellʼera del web 2.0 le cose vanno ancora più o meno così: la campana è stata sostituita da una sirena rotativa molto potente, che nelle ore notturne viene silenziata per lasciar fiato alle sole ricetrasmittenti “Cercapersone”. I volontari del paese corrono ancora in caserma, attivati dalla sala operativa del 115, indossano i completi antifiamma e volano ove ci sia bisogno di soccorso tecnico; già non vʼè più soltanto il fuoco da spengere come un tempo. Non deve essere semplice garantire un simile servizio senza ricorrere al personale di ruolo (se si riflette, le “Croci” di volontari, nelle ore diurne si fanno aiutare da alcuni dipendenti), nelle caserme dei VVF invece non è così, anche se si tratta di un volontariato atipico. A livello singolo il “volontario” è pagato dal momento dellʼallarme sino al rientro in caserma. La paga oraria è identica a quella del personale permanente: circa 10 euro lordi lʼora che – al netto delle trattenute previdenziali e fiscali – si riducono a circa 4. Detto compenso nasce per rimborsare le ore “rubate” alla propria attività lavorativa ma, al giorno dʼoggi, sono V F V N O V E M B R E / D I C E M B R E 2 0 11
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pochissimi coloro che si permettono di uscire dalla ditta (pur essendo tutelati dalla legge) quando il bipper alla cintura si mette a trillare e vibrare. Alcuni datori di lavoro nicchiano e, in certi casi, è proprio il vigile ad evitare il “disturbo”. Insomma, coi tempi che corrono, cʼè chi preferisce tenersi stretto il posto di lavoro e dedicare le sole ore libere (magari notturne) allʼattività antincendio. Tuttavia almeno un equipaggio di soccorso è sempre reperibile e pronto a partire, anche nelle ore diurne, grazie a volontari che lavorano su turni e dedicano ai VVF il resto del tempo. Detta operatività continuativa, almeno negli ultimi 40 anni, è da doversi alla leadership di Mauro Colombini, prossimo al congedo, che ha comandato e motivato (da ufficiale, ovviamente volontario) gli uomini di via Lazzaretto per tutti questi anni. Ma un importante contributo è dato da quei 25 pompieri (su un totale di 46) che non risiedono in Inveruno ma che garantiscono, a turni, il presidio della caserma per potersi aggregare alle squadre di soccorso al momento della richiesta dʼaiuto. Le manovre, la precisione e l’eleganza premiata anche dal Comandante Barbéri: Domenica 18 settembre mattina un picchetto dʼonore (formato da 24 pompieri volontari Inverunesi) ha sfilato su via Marcora per poi rendere omaggio ad un tricolore, lungo 30 metri, disteso dalla sommità del campanile da alcuni pompieri specializzati in tecniche alpinistiche.
“Non vorrei elogiare soltanto il vostro ufficiale Colombini – ha detto Silvano Barbéri durante un incontro improvvisato ai volontari Inverunesi, al termine della sfilata di domenica – ma bisogna riconoscere che egli ha fatto da locomotiva, iniziando ad organizzare i festeggiamenti con un anno dʼanticipo. Mi complimento per la riuscita delle manifestazioni che avete messo in piedi ma, soprattutto, per lʼeleganza. Virtù che, negli anni, abbiamo accantonato purtroppo. Vorrei che Inveruno fosse la partenza per un rilancio del Comando Provinciale Milanese.”.
Monaco, Maullu, Colombini e Barberi. Le rievocazioni storiche sono realizzate grazie alle attrezzature, le uniformi e gli automezzi, gentilmente concessi dai VVF Volontari di Carate Brianza.
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Pomeriggio il clou con le “manovre” in piazza San Martino: scale controventate (cioè sostenute da funi senza appoggi) issate anche dai VVF volontari di Corbetta. Simulato un incendio dʼabitazione ai piani alti con tanto di figurante in pigiama lanciarsi su un enorme materasso gonfiato dai vigili. Poi una vecchia Fiat Panda è entrata rombante in rotatoria andando a cozzare contro unʼautomobile ferma, ed i vigili hanno utilizzato particolari attrezzature (e tecniche) per estrarre i feriti (simulati) presi poi in consegna da unʼambulanza della croce azzurra di Buscate. Tra le simulazioni più divertenti quella con una pompa a
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mano di metà ʻ800 che ha visto pompieri Inverunesi in uniformi dʼepoca, far su e giù con gli stantuffi, mentre decine di paesani, in abiti da lavoro, si passavano secchi pieni dʼacqua. Sono tornati in campo anche i volontari congedati (uomini di 65/80 anni) che hanno indossato vecchie divise per giungere in piazza a bordo dʼuna autopompa del 1967 per lʼestinzione dellʼincendio dʼuna autovettura. Per assistere alle dimostrazioni, centinaia di cittadini Inverunesi e altomilanesi si sono assiepati dietro le transenne, un violento temporale è arrivato soltanto a manifestazione conclusa mentre (in pochi purtroppo) hanno assistito al concerto dellʼorchestra a fiati “Antica musica del corpo dei pompieri di Torino 1881” presso il Cinema Teatro Brera.
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Il libro Aperta sabato 17 settembre mattina con la mostra di dipinti dedicati ai pompieri, poi, a seguire, la presentazione del volume storico documentario “Solidarietà impegno e sicurezza. 150 anni di storia dei Vigili del Fuoco Volontari di Inveruno” alla presenza della cittadinanza e delle Autorità. Tra gli altri il direttore regionale dei VVF Monaco e lʼassessore regionale Maullu. Presente anche lʼingegner Ancillotti, già Ispettore Generale Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. «La notte scorsa alle ore 11. ½ circa appiccasi quivi il fuoco ad una fittizia porta trionfale costrutta in occasione di sagra, in via Busto Garolfo e da ivi le fiamme portate da un vento che da Nord gagliardo spirava, si estesero ad una vicinissima casa, ed invasero in un istante tutta un ala di fabbricato vicino, e compren-
dendo ben sette grandi corte coloniale, la Chiesa di S. Ambrogio, granai, cascine, stalle, bestie bovine, ripostigli, suppellettili, lingerie e tutto in breve tempo combusto o almeno guasto in gran parte. Dʼestinguere si terribile incendio oltre la macchina idraulica del Comune, accorsero pure quelle di Cuggiono, Magenta ed Arconate. Ancora pure colla sua macchina il Corpo dei Pompieri della Città di Milano fatto espressamente chiamare per via di telegramma, quantunque al suo giungere il fuoco fosse già localizzato ed in gran parte estinto.»
Questa una “Relazione dʼIntervento” del 3 luglio 1865 (passo che il comandante Barbéri ha letto durante la presentazione del volume), ma lʼesistenza di un vero e proprio servizio per lʼestinzione degli incendi in Inveruno è invece confermata da un mandato di pagamento del 16 ottobre 1861, emesso a favore di due “Direttori” e otto “Lavoratori alla Macchina Idraulica”. Nel documento si fa riferimento al “Servizio prestato il giorno 19 settembre 1861, nellʼincendio avvenuto in Cuggiono”. La storia di questi primi 150 di vita del Distaccamento è narrata ed illustrata in un bel volume a colori edito da Raccolto Edizioni frutto di una minuziosa ricerca di documenti e immagini dʼepoca. Scritto con un piglio coinvolgente a più mani, tratta della vita, degli interventi, dei personaggi, degli strumenti che hanno reso memorabili questi 30 lustri di solidarietà e impegno per le comunità dellʼAltomilanese.
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LʼAQUILA E REALE MUTUA:
LA RINASCITA DELLA SPERANZA
Allʼindomani del sisma del 2009, che devastò LʼAquila e le zone circostanti, Reale Mutua, con impegno concreto e coerenza vera, ha tenuto fede al principio della mutualità, insito nella propria ragione sociale. Oltre ad un sostegno concreto ai Vigili del Fuoco con la donazione di tre mezzi di soccorso, la compagnia assicuratrice torinese è stata vicina da subito alle famiglie e alla popolazione colpita, sostenendo la gestione dellʼemergenza. a cura della Redazione
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a vicinanza a questa terra ferita profondamente e ai tanti beni artistici e culturali danneggiati, oltre alla generosità di compagnia ed agenti, hanno reso possibile un primo grande obiettivo: il restauro della chiesa del convento di San Giuliano. Un bene pregevole, caro agli aquilani, di grande valore artistico e spirituale, quasi distrutto dalla furia della natura.
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Questo progetto è nato dal connubio tra la generosità degli agenti Reale Mutua, che rinunciarono ad un premio di valore, e quella della Compagnia, che ha prontamente integrato la donazione per consentire il restauro integrale; questo intervento si aggiunge a quello compiuto già nel 2009, quando vennero donati tre veicoli ai Vigili del Fuoco, che li utilizzarono per tamponare le prime emergenze.
Lʼedificio, risalente al 1416, testimonia nella sua architettura la ricerca della sobrietà tipica della religiosità di quel tempo. Gli affreschi e le statue della chiesa, confusi tra crepe e calcinacci, ma anche i segni della vita quotidiana, spezzata allʼimprovviso, nellʼattiguo convento dei frati, sono immagini impossibili da dimenticare per chi le abbia viste.
Dopo un anno di intenso lavoro, Reale Mutua e i suoi agenti, il 15 luglio scorso, hanno orgogliosamente restituito alla cittadinanza questo monumento, con una cerimonia intensa, intima ed emotiva, che ha visto la partecipazione di agenti e Compagnia. Così è tornata alla vita lʼantica cappella del convento, risanata nelle strutture portanti e nel patrimonio artistico. In particolare, risplende nuovamente “Lʼadorazione dei Magi”, lʼaffresco dipinto nel 1740 da Vincenzo Damini. Una mostra fotografica, allestita per lʼoccasione, evidenzia lʼaccuratezza di tutte le fasi del restauro: un lavoro certosino e un mosaico di professionalità che meritavano una testimonianza visibile.
Lʼevento del 15 luglio La fine dei lavori ha determinato un piccolo evento. La direzione generale e una rappresentanza di agenti hanno potuto osservare i risultati concreti del proprio impegno; a guidarli, lʼagente Reale Mutua dellʼAquila Alberto Villani, che ha dovuto abbandonare la storica agenzia, inagibile, per spostarsi in una nuova sede. Ciascuno di noi ha, fissate nella mente, le immagini di quellʼaprile 2009 e di ciò che ne è seguito. La commozione e lʼemozione hanno segnato anche i volti dei presenti, accompagnati dai frati a toccare con mano la situazione attuale. Chi ha potuto intervenire alla celebrazione si è reso conto che le espressioni dei partecipanti – e il loro silenzio – dicevano più di tante parole. Lʼintera iniziativa, del resto, si inserisce pienamente nello spirito di Reale Mutua che, come dice il nome stesso, ha una forma societaria basata sulla mutualità. Lo ricorda il diretto-
re generale, Luigi Lana, che cita i fondamenti di questo concetto: la restituzione di quanto possibile alla comunità, la vicinanza alle persone, la presenza attiva e concreta sul territorio. Questa presenza ha portato a gesti “rapidi e immediati”, come ricordato dal direttore commerciale, Marco Mazzucco, nel sottolineare lʼimportanza della velocità di reazione, tanto nelle emergenze quanto nel lavoro quotidiano. La visita si è quasi trasformata in una riscoperta dellʼanima del luogo, con la rappresentanza di Reale Mutua calata nella realtà quotidiana degli aquilani. Una vita non facile ma, nonostante tutto, piena di speranza. Questo è il segno più importante dato da Reale Mutua e dai suoi agenti; un segno di testimonianza, di vicinanza e perfino di affetto. Per dimostrare che anche – e soprattutto – nelle occasioni difficili, Reale Mutua è sempre “parte del tuo mondo”.
La storia di un grande contributo La strada che ha portato fin qui, però, è stata lunga. La pagina più bella è la concordia tra attori delle più diverse provenienze: Reale Mutua, gli agenti, gli enti locali, il mondo della Chiesa e del volontariato, le sovrintendenze. Ripercorrere questo cammino è interessante. I restauri della chiesa di San Giuliano sono iniziati nel 2010. A mesi di distanza dal sisma, la città presentava, e in certe zone presenta ancora, un paesaggio devastato. Proprio in unʼoccasione così tragica, Reale Mutua era intervenuta immediatamente, tamponando le emergenze con una prima, tempestiva, donazione. Nellʼottobre 2009 vennero donate tre Fiat Sedici ai Vigili del Fuoco, testimoniando la vicinanza ad un Corpo che non si è mai risparmiato, nemmeno nei momenti più difficili. Ma era soltanto la prima pietra: grazie alla generosità dei suoi agenti, che hanno rinunciato ad un premio, e ad una cospicua donazione della Compagnia, si pensò ad un altro gesto che fosse al contempo simbolico e concreto. Ad aprile 2011, un anno dopo, sono arrivati i risultati. Le strutture della chiesa sono oggi risanate e fuori pericolo, tanto che la chiesa è nuovamente agibile. Un significato particolare nasce dal fatto che si tratta della prima chiesa ricostruita in territorio aquilano. È ciò che significa essere mutua: una risposta concreta ad unʼesigenza vera e sentita dalle famiglie e dal territorio aquilano, quella di ricevere un aiuto per ricostruire i punti di aggregazione simbolo di vita e di comunità.
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camento volontario della provincia di Mantova; per motivi non completamente noti il Comandante Provinciale sta eccessivamente temporeggiando con il rischio di demotivare i volontari. Tra lʼaltro – a causa, forse, dʼun invito ricevuto tardivamente – il capo dei VVF mantovani, Danilo Pilotti, non è riuscito né a partecipare al “Consiglio” né a inviare un delegato, anche solo per un saluto.
QUESTO
DISTACCAMENTO
NON S’HA DA FARE Ad Asola, nel mantovano, si sono riuniti in Consiglio i vertici dellʼANVVFV; sul tavolo le conseguenze del “Patto di Stabilità”, lʼeventuale modifica del DPR 76/2004, e lo stesso nascente (?) distaccamento volontario Asolano, che si fa fatica a rendere operativo. Intanto i cittadini continuano ad attendere i soccorsi per una buona mezzʼora.
Nel suo intervento, il presidente Gronchi, ha elogiato lʼoperato della Sezione Provinciale di Torino al Raduno organizzato dai colleghi dellʼomonima ANVVF del Corpo Nazionale. Lʼ80% del personale VVF sfilante era volontario e, quasi tutto, piemontese (dieci scale controventate issate in contemporanea sʼerano viste di rado). Il cavaliere ha inoltre rivolto ai consiglieri lʼinvito a stare costantemente a contatto con la società civile al fine di mantenere le necessarie conoscenze da “sfruttare” per le attività dei distaccamenti ma soprattutto perché al giorno dʼoggi non sempre è proficuo dedicarsi esclusivamente allʼattività di soccorso e trascurare altri aspetti apparentemente secondari.
Il vicepresidente Carlo Alberto Cocchi ha quindi fatto unʼanalisi delle limitazioni imposte dal disegno di legge n° 2968 presentato dal Governo Berlusconi il 14 ottobre 2011. Se i tagli alla spesa per la retribuzione del personale richiamato possono interessare meno, preoccupano invece (non poco) il “contingentamento delle iscrizioni ed il conseguente blocco dei corsi di formazione” (1).
A cura di Antonio Ascanio Mangano – ha collaborato Fabio Marangoni
d accogliere gli intervenuti, al Teatro San Carlo, cʼera il primo cittadino Giordano Busi che ha desiderato portare il suo saluto ai presenti. Dopo una breve introduzione storica sulla cittadina di Asola e sulla realtà locale del volontariato, il sindaco ha ringraziato i presenti per aver scelto la cittadina per organizzare un incontro nazionale. Il Presidente Gronchi ha illustrato le grandi difficoltà che stanno incontrando i locali vigili del fuoco volontari a qualche mese (febbraio 2011) dalla decretazione del neo distaccamento e ha chiesto al sindaco delucidazioni sui passi che lʼAmministrazione comunale ha compiuto presso il Comando provinciale negli ultimi mesi. Il sindaco Busi ha affermato che, dopo aver comunicato al Comando della disponibilità dei locali per il nuovo distaccamento, ha più volte sollecitato lʼapertura della sede per rendere così operativo il primo distac-
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Sʼinterverrà nelle opportune sedi al fine dʼevitare di ritrovarsi senza rimpiazzi per i volontari congedati. Durante lʼincontro sʼè discusso anche della possibile riforma del DPR 76/2004, considerate le mutate esigenze del personale volontario dei distaccamenti, il Consiglio ha deciso di sondare le varie Sezioni provinciali al fine di appurare le necessità di proporre ai referenti del Dipartimento VVF una versione aggiornata del succitato Regolamento. La commissione interna è ora composta da: Colombini, Cocchi, Rondi, Di Maio, Beltrami, Scapin, Barbon, Buratti e Bonello.
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Come “favorire” l’apertura di un nuovo avamposto di soccorso a tutela del territorio – funziona così: Nel giugno 2009 la Sezione Provinciale di Mantova dellʼANVVFV, sensibilizzò lʼAmministrazione del comune di Asola sullʼopportunità dellʼistituzione di un presidio di vigili del fuoco volontari a tutela del territorio. La sede VVF più vicina ad Asola era (ed è tuttora) quella di Castiglione delle Stiviere (25 km/35 minuti). Il sindaco Asolano si rivolse ai colleghi delle amministrazioni limitrofe ed ottenne lʼappoggio allʼiniziativa. Nel marzo del 2010 il Municipio di Marangoni, Cocchi , Gronchi e Colombini Asola incontra il Comandante dei VVF mantovani; questʼultimo elenca i requisiti minimi per lʼapertura di un distaccamento volontario. In maggio la sezione locale Asola), tra questi Mauro Bertolotti (CSE/istruttore in dellʼANVVFV ottiene un finanziamento per la stampa di quiescenza) e Dino Pierin (presidente provinciale “Locandine Arruolamento”. Il comandante Pilotti, omagdellʼANVVFV), tutti in attesa di istruzioni, speriamo ne giato dʼun manifesto, ne nega la diffusione a causa delarrivino. lʼuso non autorizzato del logo VVF. Viene battuta forma(*) D.d.l. n. 2968 – Art. 5 (pagine 167 – 168) le richiesta dʼuso della “fiamma”, ma lʼautorizzazione è negata. Eʼ necessario quindi gettare al macero le vec10. La spesa per la retribuzione del personale volontario chie locandine e stamparne di nuove a spese del del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e` ridotta in misuComune. ra pari ad euro 57.448.387 per lʼanno 2012 e ad euro 30.010.352 a decorrere dallʼanno 2013. In luglio iniziano a giungere le prime candidature per lʼiscrizione negli elenchi del personale volontario della 11. La lettera a) del comma 2 dellʼarticolo 9 del decreto provincia. A gennaio 2011, a fatica, si ottengono da legislativo 8 marzo 2006, n. 139, e` sostituita dalla “Mantova” i nominativi degli ex-ausiliari iscritti c/o il seguente: «a) in caso di necessita` delle strutture cenComando, al fine di proporre loro lʼoperatività nel trali e periferiche del Corpo nazionale motivate dallʼaunascente distaccamento di Asola. Viene negato il contorità competente che opera il richiamo;». seguimento della patente di guida di III categoria ad alcuni vigili che opererebbero nella nuova caserma. 12. Al comma 1 dellʼarticolo 10 del decreto legislativo 6 A maggio 2011 lʼAmministrazione Comunale delibera settembre 2001, n. 368, dopo la lettera c) e` aggiunta la destinando un immobile di circa 800 mq a futura caserseguente: ma VVF. Lʼotto giugno il sindaco chiede un incontro col «c-bis) i richiami in servizio del personale volontario del comandante Pilotti ma non arriva alcuna risposta; un Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che ai sensi dellʼarmese più tardi ci riproverà il referente della ANVVFV ticolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, locale ottenendo un incontro per il 28 luglio. In quella n. 139, non costituiscono rapporti di impiego con data si illustra il lavoro fatto e si dimostra che i criteri lʼAmministrazione.». “minimi” sono ampiamente raggiunti; occorrono patenti di categorie sino alla terza, si autorizza il solo “primo 13. Ai fini del reclutamento del personale volontario di grado” per quei volontari che ne sono sprovvisti. A setcui allʼarticolo 8 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. tembre 2011 si chiede che vengano assegnati ufficial139, il Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, stabilisce, mente i vigili volontari al distaccamento di prossima con cadenza triennale e sulla base delle esigenze apertura ma, ancora una volta, non viene data alcuna operative, il contingente massimo dei nuovi reclutarisposta. Mentre andiamo in stampa, sappiamo che 20 vigili (di menti a domanda, tenendo conto, in prima applicaziocui 7 ex-ausiliari sono disposti ad essere assegnati ad ne, del personale volontario che, alla data del 31 dicemD I C E M B R E 2 0 11
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L’immobile di circa 800 mq destinato a futura caserma VVF messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Asola
bre 2011, sia iscritto o abbia presentato domanda di iscrizione negli appositi elenchi.
14. Ai fini della verifica del possesso dei requisiti di idoneita` psicofisica ed attitudinale richiesta per il reclutamento del personale volontario di cui allʼarticolo 8, comma 2, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, gli oneri per gli accertamenti clinico strumentali e di laboratorio indicati dallʼAmministrazione sono a carico degli interessati. Art. 9 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 – Modifica Richiami in servizio del personale volontario (articolo 70, commi 1 e 2, legge 13 maggio 1961, n. 469; articolo 41, legge 23 dicembre 1980, n. 930; articolo 12, comma 1, legge 10 agosto 2000, n. 246) 1. Il personale volontario può essere richiamato in servizio temporaneo in occasione di calamitaʼ naturali o catastrofi e destinato in qualsiasi località. 2. Il personale di cui al comma 1 può inoltre essere richiamato in servizio: a) in caso di necessita delle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale motivate dallʼautorità competente che opera il richiamo;». b) per le esigenze dei distaccamenti volontari del Corpo nazionale, connesse al servizio di soccorso pubblico; c) per frequentare periodici corsi di formazione, secondo i programmi stabiliti dal Ministero dellʼinterno. 3. I richiami in servizio di cui al comma 2, lettera a), sono disposti nel limite di centosessanta giorni allʼanno per le emergenze di protezione civile e per le esigenze dei
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comandi provinciali dei vigili del fuoco nei quali il personale volontario sia numericamente insufficiente. Con regolamento da emanare ai sensi dellʼarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono disciplinate le modalità di avvicendamento del personale volontario richiamato in servizio. 4. Al personale volontario può essere affidata, con provvedimento del Direttore regionale dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, la custodia dei distaccamenti. Lʼincaricato della custodia ha lʼobbligo di ricevere le comunicazioni e le richieste di intervento e di dare lʼallarme; è tenuto inoltre alla manutenzione ordinaria dei locali ed alla conservazione del materiale antincendio.
Articolo 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 Esclusioni e discipline specifiche 1. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto legislativo in quanto già disciplinati da specifiche normative: a) i contratti di lavoro temporaneo di cui alla legge 24 giugno 1997, n. 196 e successive modificazioni; b) i contratti di formazione e lavoro; c) i rapporti di apprendistato, nonché le tipologie contrattuali legate a fenomeni di formazione attraverso il lavoro che, pur caratterizzate dallʼapposizione di un termine, non costituiscono rapporti di lavoro. c-bis) i richiami in servizio del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che ai sensi dellʼarticolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, non costituiscono rapporti di impiego con lʼAmministrazione.».
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Atti parlamentari
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Senato della Repubblica N. 2968
MINISTERO DELLʼINTERNO Sezione A - Riduzione degli stanziamenti relativi alle spese rimodulabili dei Programmi dei Ministeri (art 3)
SALDO NETTO
Riduzioni delle spese dei Ministeri Art. 10, comma 2, del 2011, n.98
ANNO
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SPESE RIMODULABILI
NORME
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DA
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FINANZIARE
SALDO NETTO
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81,9
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2013
FINANZIARE
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Sezione B - Riduzioni degli stanziamenti relativi alle spese non rimodulabili dei Programmi dei Ministeri (Art. 4) Spese di vitto dei Carabinieri e della Guardia di finanza (Art. 4, comma 8) ….omissis Riduzione contributo al comune di Campione dʼItalia (Art. 4, comma 9)….omissis
IN MATERIA DI PERSONALE VOLONTARIO DEL
CORPO
NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO (ART.4, COMMI DA
155,3
10 A 14)
Per provvedere alla retribuzione fissa ed accessoria dei Vigili del Fuoco Volontari, il Centro di Responsabilità “Vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile” dispone, nellʼanno 2011, di complessivi euro 143.963.944 (comprensivi degli oneri previdenziali ed IRAP a carico del datore di lavoro), di cui euro 3.851.988 derivanti dal finanziamento degli aumenti contrattuali previsti dal D.P.R. 19 novembre 2010, n. 251 “Recepimento dellʼaccordo sindacale per il personale non direttivo e non dirigente del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (biennio economico 2008-2009)“. Tali risorse consentono la remunerazione di n. 1.300.000 giornate di lavoro del personale richiamato per turni di 20 giomi (c.d. personale “discontinuo”) oltre che n. 43.200 giorni per il personale richiamato ad ore. Ai sensi ellʼart. 10 del d.lgs. 8 marzo 2006, n. 139, il personale volontario percepisce per il periodo lavorato, il trattamento economico iniziale del personale di ruolo di corrispondente qualifica. I relativi istituti retributivi retribuiti sono: la voce stipendiale, lʼindennità di rischio, le indennità di turno, notturna e festiva, il compenso per il lavoro straordinario eventualmente svolto per lʼattività di soccorso. Il comma 10 determinando una riduzione di spesa pari, rispettivamente, a euro 57.448.387 per il 2012 e ad euro 30.010.352 a decorrere dal 20i3, da luogo ad una contrazione dei richiami del suddetto personale (per turni di lavoro di 20 giorni), quantificati in n. 26.800 richiami in meno per Iʼanno 2 012 e in n. 14.000 dal 2013. Nel prospetto che segue vengono puntualmente quantificati i risparmi di spesa conseguenti alllʼintervento normativo proposto.
INTERVENTO DI RIDUZIONE DELLA SPESA PER LA RETRIBUZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO DEL C.N.VV.F. Anno 2011 - risorse finanziarie 1802 (stanz. iniziale lordo + oneri Stato INPS) 131.416.482 1822 (stanz. iniziale IRAP) 9.035.474 Totale stanziamenti 2011: 140.111.956 integrazione CCNL 2008 -09 3.851.988 Totale risorse 2011: 143.963.944 ANNO 2011 - IMPIEGO
VOLONTARI AD
ORE
RICHIAMI 20
DEL
NUMERO RICHIAMI
PERSONALE
GG. DISCONTINUI
- CASERME VOLONTARIE
(RAPPORTATI RICHIAMI 20
TOTALE
GG.)
NUMERO RICHIAMI
RIDUZIONE RICHIAMI
SPESA ANNUA
2013
53.160
- 14.000
113.953.592
2014
40.360 53.160
2.160
- 26.800 - 14.000
1.300.000 43.200
67.160
TRIENNIO 2012 - 2014 - RISPARMI SPESA
ESERCIZIO 2012
65.000
NUMERO GIORNI 1.343.200
RISPARMI
%
86.515.557
57.448.387
39,90 %
113.953.592
30.010.352
20,85 %
30.010.352
20,85 %
Per quanto attiene i successivi commi si segnala che tali interventi non hanno riflessi diretti sulla dimensione degli stanziamenti per la retribuzione del personale volontario in parola; tuttavia, essi comporteranno significativi e continuativi effetti economici positivi in termini di minori spese.
In particolare, le disposizioni dei commi 11 e 12, operando un chiarimento sulla disciplina applicata ai richiami del personale volontario del C.N.VV.F., determinano minori oneri risarciatori correlati ad eventuali spese da contenzioso. A mero titolo esemplificativo, si evidenzia che IʼAmministrazione è già risultata soccombente in un contenzioso instauratosi presso il Tribunale di Savona. Le minori spese derivanti potranno essere determinate soltanto a consuntivo. In relazione al comma 13 che prevede il contingentamento delle iscrizioni allʼalbo dei vigili volontari, si associa anche il conseguente blocco dei corsi di formazione con minori spese, determinabili soltanto a consuntivo. Le prescrizioni del comma 14 pongono a carico del vigile volontario gli oneri degli accertamenti dellʼidoneità psicofisica ed attitudinale, affiancando lʼAmministrazione da tali spese. Le minore spese potranno essere determinate soltanto a consuntivo. Procedure per Iʼaccesso alle qualifiche di capo squadra e capo reparto - (art. 4 comma 15) …. omissis
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Ragazzi con la t-shirt infangata, ma anche chi “Non si occupa di queste cose” e chi non conosce neppure lʼautotutela
Dall’alluvione di Genova
La premessa è dʼobbligo. Questo vuole essere il racconto dellʼalluvione dal mio punto di vista. Un punto sicuramente privilegiato, ma sicuramente ed esclusivamente personale. a cura di Gian Carlo Moreschi (vigile del fuoco)
racconto inizia con una persona consapevole dello stato di allerta 2 a livello regionale ma che si reca al lavoro con il primo obiettivo di riuscire a preparare la propria borsa per una intensa 3 giorni nelle aree spezzine colpite dallʼalluvione. Nella realtà, già poco dopo lʼinizio del turno, le squadre sono fortemente impegnate. La pioggia colpisce principalmente lʼarea di levante di Genova. I quartieri sono:
IL 22
Foce, Albaro, Marassi, San Fruttuoso, Staglieno, San Martino. Ma anche Quarto e Sturla sono colpiti.
Le telefonate si sprecano. Il centralino delle linee 115 è intasato. Sono 5 linee, ma a queste si sommano le linee “punto a punto” di 118 e altri numeri di soccorso, per non parlare delle linee urbane. Si cerca da subito di organizzare il maggior numero di squadre, anche impiegando le
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persone di norma impegnate negli uffici. Colleghi sempre disponibili nelle emergenze. Si intuisce la gravità di ciò che sta per accadere, si richiedono rinforzi anche chiamando colleghi a casa. Molti quelli che, intuendo la situazione, si presentano o chiamano per manifestare disponibilità. I discontinui, questa meravigliosa e spesso sottovalutata risorsa fatta di passione e disponibilità, sono lʼanima della Sala Operativa, quella struttura che cerca di dare ordine e senso a tutto il flusso di informazioni e anche agli adempimenti, ahimè, amministrativi comunque necessari.
Il flusso di telefonate è inimmaginabile. Anche io inizio a rispondere alle linee di soccorso. Il criterio di discriminazione è chiaro: priorità ai soccorsi alle persone. I prosciugamenti o gli allagamenti vengono dopo. Riesco a telefonare a mia mamma raccomandandomi che la signora che la assiste non esca assolutamente da casa. Un sms ai miei figli “Prima di uscire/partire da scuola/dalla facoltà a Savona, chiamatemi”. La gente, giustamente (?), non si vuole sentire rispondere che il loro problema è accantonato al punto di non essere neanche “registrato”. Si spiega il criterio di priorità, che non tutti capiscono, ma i dati vengono presi, impegnando le linee, e passati alla sala Operativa per la definizione di una lista di attesa. LE TELEFONATE SONO LE PIÙ DISPARATE: - del tipo “coscienza a posto”: ti informa che la via xyz è ormai un torrente. “Ma cʼè qualcuno in pericolo?” “No, ma so assai io che qualcuno non ci passi” “Ma si vede bene che cʼè pericolo?” “Ah, io non lo so. Ci son tanti scemi in giro.”
- del tipo “il delegato al contrattacco”: “Mi scusi, io sono al lavoro e mia figlia mi ha telefonato che lʼacqua del giardino, perché cʼè lo scarico otturato, sta entrando in casa dalla portafinestra” “Ma sua figlia perché non chiama lei” “Perché non riesce a prendere la linea (mamma fortunata)” “Ma non può salire dai vicini?” “Eʼ spaventatissima” “Ma quanti anni ha la bambina?” “Ventiquattro” - del tipo “chiedo scusa ma sono schifiltoso”: “Ho bisogno del vostro aiuto, sono boccato in macchina con lʼacqua oltre la metà del cerchione” “Ma cosa le impedisce di uscire?” Con tono quasi risentito “Ma così mi
bagno”
- del tipo “io le situazioni le capisco al volo”: “Mi si sta allagando lʼofficina, qui vicino al torrente zxy. Qui tra poco il torrente esce e mi distrugge tutto” “Ma lei dove si trova?” “Qui, dentro lʼofficina”
- del tipo “Darwin Awards”: “Senta siamo bloccati dentro il negozio perché la saracinesca è chiusa e la pressione dellʼacqua allʼesterno non ce la fa aprire ma sta anche entrando e facciamo la fine dei topi” “Ma perché la saracinesca è chiusa e voi siete dentro?” “Lʼabbiamo chiusa noi per bloccare lʼacqua”
Eʼ ovvio che tante sono le telefonate che segnalano un pericolo reale o verosimile. Certo, chi esaspera la situazione per avere maggiore attenzione e priorità non manca, ma comprendiamo che lʼarea di via Fereggiano è in crisi.
Mi resta impresso in mente lʼintervento richiesto dallʼedicolante di Via Fereggiano. Le squadre stanno già andando se non sono già sul posto.
Anche io chiamo ZYX a casa, un mio collega Sommozzatore, per poter fare coppia e andare sul territorio a operare. Nel frattempo mi preparo. Trovo un mezzo fuoristrada. Recupero il minimo di attrezzatura necessaria. Appena ZYX arriva usciamo subito. Arriviamo alla Foce. I sottopassi ferroviari sono allagati. Passiamo per via XXX totalmente allagata (SMS a mia moglie: “Non è temporale. Eʼ alluvione. Stai in ufficio”). Ci ferma una donna con lʼacqua allʼombelico “ce la faccio a salvare ancora una macchina?”. “Meglio di no” è la nostra risposta. Evitiamo una macchina galleggiante in mezzo alla strada con un ragazzo che, sconsolato,
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che si avventurano a piedi nellʼacqua alta ignorandone i rischi senza, invece, aspettare al sicuro che passasse la buriana.
Allerta 2. Ma cosa cavolo vuol dire stare allʼerta? La sentinella sta allʼerta e sa su quale evento stare allʼerta. Un allerta meteo significa essere pronto, soprattutto mentalmente, ad affrontare quellʼevento. Puoi anche muoverti con la moto e macchina, se non piove. Ma non puoi riprenderla se cʼè lʼalluvione.
prova a spingerla.Decidiamo di recarci in Piazzale YYY dove ci hanno segnalato gente dentro auto che galleggiano. Ci arriviamo costeggiando il Bisagno a livelli molto alti. Nel frattempo ZYX ha avuto conferma che sua moglie sta bene.
Arriviamo in Piazzale YYY e la situazione è seria. Sono case popolari in un piazzale a quota inferiore a quella attuale del Bisagno. Ci segnalano persone allʼinterno di appartamenti al piano rialzato occupato da persone anziane e/o disabili. Entriamo in acqua. Solo perfettamente verticali ogni tanto urtiamo sui tetti delle automobili. Urliamo e qualcuno si affaccia dai piani superiori. Ci confermano che gli occupanti sono stati portati in salvo.
In un appartamento non abbiamo questa conferma. Entriamo dalla finestra. La porta capo scala è aperta ma scardinata. Salgo le scale. Busso ai due piani superiori ma non sanno nulla. Sconcertante la risposta di uno, anche se probabilmente in linea con la sua filosofia di vita, alla mia domanda “Sa chi potrebbe averla portata in salvo?” “No, io non mi occupo di queste cose”. Torniamo verso il centro. Via Fereggiano. La presenza di alcuni lenzuoli bianchi chiarisce subito la tragicità delle cose. Ma altri interventi di soccorso ci portano subito distanti.
Il momento acuto è concluso. La maggiore attenzione nostra è su Via Fereggiano. Io rientro in centrale. Ovviamente si passa al raddoppio dei turni.
Rientro a casa a dormire per ripresentarmi la mattina dopo. Nel tragitto mi sfogo al telefono con unʼamica che, da distante, si era preoccupata per me e per Genova. Mi sfogo. Sono incazzato. Incazzato con quelli che telefonano con insensatezza dandoti segnali falsi o esasperati. Incazzato con chi impegnava la strada infilandosi con lʼauto con lʼacqua alta e abbandonandola lì. Con quelli
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Se sei un dirigente scolastico “allertato” non fai chiamare i genitori nel momento più acuto per consegnargli quelli che non sono più bambini ma semplici “responsabilità”. E non lo fai per tanti motivi. Perché chi arriverà sarà emotivamente coinvolto per gestire la situazione per strada. Perché è probabile che arrivi un nonno con tutti i limiti che lʼetà comporta. Non lo fai perché gli studenti non sono un cerino acceso da passare di mano. Eppure in una scuola media, alcune classi sono state portate al piano superiore. Altre, invece, hanno chiamato i genitori e fatto aspettare i ragazzi nellʼandrone della scuola. In un edificio con ingresso sulla via costeggiante il Bisagno che lambiva gli argini.
Nel Liceo dove studia mia figlia nessuna informazione preventiva è stata data ai ragazzi tramite il sistema audio della scuola. E questo nonostante il 90% degli studenti transiti ordinariamente dalla Stazione Brignole che era allagata da circa unʼora. E nonostante tutti i media, soprattutto Primocanale, una TV locale, fornisca notizie in tempo reale. Poteva essere sensato avvisare i ragazzi, per sistema audio, che la scuola poteva fornire loro un rifugio in attesa che le cose si placassero? Per fortuna Roberto, mio caro amico e Vice Preside di un istituto, mi telefona per chiedermi notizie sullʼopportunità di fare andare a casa i suoi studenti trattenuti a scuola. Saprò poi che gli ultimi tre li riaccompagnerà a casa lui stesso quasi alle 20. Almeno uno che non ha paura a tenere il cerino in mano sino alla fine.
Ma lo stare allerta vale anche per i singoli. Per quelli che impegnano strade allagate con lʼauto con il rischio di doverle abbandonare galleggianti nellʼacqua e che ti maledicono se tu, soccorritore, passi e non li assisti, o perché fai “lʼonda” con il tuo mezzo di soccorso, questo si, adeguato per guadare strade trasformate in lagune. Lʼinsensatezza nellʼattraversare le strade allagate è trasversale. Mamme con bambini in braccio o per mano. Anziani con la sporta della spesa. Quarantenni dallʼabbigliamento manageriale. Ma dove cavolo dovranno mai andare per affrontare questi rischi? Fermarsi e domandarsi se vale la pena correre questi rischi è ragionamento troppo sofisticato? E non è una domanda sarca-
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stica. Lo chiedo con forza. Cosa cancella dalla mente della gente quel minimo di senso pratico che dovrebbe scaturire dallo spirito di autotutela?
Al mattino rientro in servizio e sono impegnato in una attività che da tempo ritengo inutile. I sopralluoghi congiunti con tecnici comunali. Il mio compagno di viaggio è una persona che conosco già: competente e concreto. Lʼarea è quella costiera di levante. Trovare situazioni di intervento e/o di valutazione e compilare una scheda.
Compro una copia del Secolo XIX. Scopro che una delle vittime di Via Fereggiano è unʼedicolante. Ci penso a lungo.
Raggiungiamo ZZZ, piccolo borgo sul mare, non ci sono segni di grossi danni. Una signora ci chiede un parere tecnico su un muro, a suo dire spanciato. In queste occasioni bisogna stare attenti a non cadere nel tranello di farsi carico di situazioni più da beghe condominiali che reali condizioni di pericolo immediato.
Torniamo alla macchina e si forma un capannello di gente che mi chiede notizie. Lʼapproccio è gentile e riconoscente. Arriva un uomo, uno splendido prototipo di futuro Umarell (per chi non sapesse consiglio Google), che incomincia a questionare: “Belin, vi siete accorti che ci siamo anche noi”. E io “Sa, siamo impegnati su Via Fereggiano che stanno messi molto male”. E lui di rimando “E belin, io ero da quelle parti quando cʼera il casino ma a voi mica vi ho visto”. Mi sta per salire la carogna. “Scusi. Cʼera lʼAllerta 2, perché era in giro?” – “Stavo facendo delle consegne” – “Non vuol dire. Pioveva forte e cʼera lʼAllerta 2. Perché era in giro?”. Si gira e se ne va.
Nel pomeriggio lʼincazzatura generale non è ancora scesa. Mentre mi trovo in Via Fereggiano vicino allʼUCL (un furgone che costituisce lʼUnità di Comando Locale) mi si avvicinano due uomini. Presumibilmente padre e figlio. Vestiti uguali, un completo antipioggia di marca. La sensazione è che non siano neanche genovesi e appartengano a un ceto elevato. Mentre vedo che stanno per farmi una domanda nella mia testa passa il pensiero “Che cavolo vorranno questi?”. Mi mostrano i guanti da lavoro in mano e il padre mi chiede “Siamo qui a disposizione. Dove possiamo aiutare?”. Eʼ un pugno nello stomaco. Riesco a farfugliare che possono provare a risalire Via Fereggiano e che qualcuno avrebbero trovato sicuramente. Si allontanano. Due giornalisti, con cui stavo parlando prima, mi chiedono cosa volessero. Riesco a spiegarglielo con il magone in gola. Sono solo lʼavanguardia di un meraviglioso esercito che allʼindomani invaderà questʼarea.
Domenica mattina alle 6 e 30, con Andrea, un collega, sono in Largo Merlo, a monte del punto di esondazione. Aiutiamo lʼedicolante ad aprire. Parliamo un poʼ e viene fuori la morte dellʼedicolante. “Si era lʼedicolante di Via Giacometti” - “Ma è morta in Via Giacometti?” – “No. Era lʼedicolante di Via Giacometti che stava passando di lì per andare al lavoro”. Un sollievo di cui un poʼ mi vergogno.
Smonto e arrivo a casa. I miei figli hanno deciso di andare anche loro a scavare fango. A sporcarsi a favore della loro città. Vanno con lʼentusiasmo che gli invidio. Nel pomeriggio io e mia moglie andiamo a vederli. Nel tragitto rigorosamente a piedi è una esplosione di gioventù ed entusiasmo. Per alcuni è forse il piacere di una giornata diversa ma lʼimpegno è sincero e comunque efficace. Ragazzi anche di età da scuola media impegnati con la scopa in mano o a gettare materiali irrecuperabili.
Nel tragitto verso il punto di lavoro dei miei figli lʼunico momento spiacevole. Davanti a noi, sul marciapiede, cammina un piccolo gruppetto di ragazzi. Lo stile di abbigliamento classico dei “bimbiminkia”. Pantaloni con mutanda in vista. Atteggiamento schifato e nessuna evidente volontà di partecipazione. Una ragazza scivola e rischia di cadere. La sequela di bestemmie che esce da quel cesso a forma di bocca è tale che mi trattengo dal prenderla a male parole o peggio. Li supero. Troviamo i miei figli. Raramente li ho trovati più belli di oggi. Ma sono belli tutte le migliaia di ragazzi impegnati, nei loro vestiti infangati, nelle voci e nellʼallegria. Eʼ una grande lezione per tanti. Anche per me.
Il mio report finisce qui. Qualsiasi altra parola sarebbe fuffa.
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Alle 04.29 di notte la CEOP, della Polcom di Locarno, riceve un allarme telefonico al 118 della regione Locarnese e Valli. Viene richiesto lʼintervento dei pompieri per lʼincendio di un appartamento, in una palazzina di Muralto, che necessita anche diversi salvataggi.
UN
INTERVENTO COMPLESSO
RISOLTO DA SOLI POMPIERI VOLONTARI del Maggiore Alain Zamboni, comandante Corpo civici pompieri Locarno
Il Corpo Civici Pompieri di Locarno è costituito da un centinaio di volontari, i quali nel loro tempo libero e, grazie alla sensibilità di un sempre minor numero di datori di lavoro, garantiscono un servizio professionale di pronto intervento a tutta la cittadinanza dei comuni serviti dal Corpo. I pompieri sono attivi H24, hanno a disposizione più di 20 mezzi di soccorso (pesanti e leggeri) ed effettuano oltre 400 interventi di soccorso allʼanno.
BREVE DESCRIZIONE DELLO STABILE Prima di entrare nel merito dellʼintervento è bene spiegare al lettore i dettagli costruttivi e di accessibilità dello stabile interessato dalle operazioni di salvataggio e di spegnimento. Si tratta di una costruzione degli anni sessanta, con solette in calcestruzzo e pareti in mattoni, composta da un piano interrato adibito ad autorimessa, da un piano terreno espositivo su via San Gottardo e da cinque piani
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di appartamenti la cui entrata è posta in corrispondenza del primo piano, su via San Carlo. Dal profilo della sicurezza, sia per gli inquilini sia per le forze dʼintervento, non comporta particolari problemi strutturali. Da segnalare, vista la vetustà dello stabile, lʼassenza nella parte superiore del vano scala di un dispositivo di evacuazione dei fumi, con le implicazioni emerse, in seguito, durante lʼintervento. Altro elemento degno di nota sono le porte di accesso, in ogni piano, al blocco su
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via San Carlo. Lʼaccessibilità sui fronti stradali è più che ottimale, fatta eccezione la presenza di un cavo di sospensione dellʼilluminazione pubblica, elemento che ha in parte perturbato le azioni di salvataggio con lʼautoscala. PRIORITÀ DELLʼINTERVENTO Alle ore 04.29, lʼufficiale di picchetto (Iten Guarisco) riceve dalla CEOP della Polcom di Locarno lʼallarme dal seguente tono: «Incendio in via San Gottardo a Muralto, zona Croce Bianca, con diverse persone sulle terrazze in cerca di aiuto!»
Lʼufficiale, oltre a mobilitare il gruppo di picchetto, chiede lʼintervento del Servizio Ambulanza Locarnese e Valli (SALVA) e lʼappoggio delle Polizie comunali di Muralto e Minusio, Locarno e rispettivamente dei reparti mobili della Polizia cantonale. Le condizioni meteorologiche durante lʼintervento, assenza di vento e temperature calde, giocano a favore delle forze dʼintervento.
Lʼufficiale giunto sul luogo constatava quanto segue: incendio al secondo piano dello stabile sul lato di via San Gottardo, la presenza di diversi inquilini sulle terrazze ai piani superiori, il vano delle scale invaso dal fumo e alcuni inquilini già fuggiti allʼesterno, al sicuro. Da notare inoltre la presenza sul posto del SALVA e di una pattuglia della Polizia cantonale e della Polizia comunale di Locarno. 1 Salvare
2 Bbarrare gli accessi 3 Contenere
4 Ventilare vano scale 5 Spegnere
Dopo essersi accertato della situazione che gli si presentava di fronte, il Guarisco decide quanto segue: 1. Evacuare gli inquilini. 2.
Sbarrare le strada.
4.
Ventilare il vano scale.
3.
5.
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Contenere e spegnere lʼincendio nellʼappartamento al secondo piano. Allarmare un secondo gruppo di rinforzo.
Nel frattempo, visto e considerato lʼelevato numero degli evacuati, il capointervento regionale (CIR) SALVA decide di mobilitare il Dispositivo sanitario cantonale in
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caso dʼIncidente Maggiore (DIM) e con lʼufficiale di picchetto viene concordata lʼubicazione del nido dei feriti. Come a procedura in vigore presso il corpo civici pompieri di Locarno in caso di mobilitazione di gruppi supplementari, la direzione delle operazioni, per quel che attiene le attività dei pompieri, viene assunta dal comandante. Allarmato e giunto sul posto, viene così strutturata la direzione dellʼintervento: • ufficiale di picchetto: responsabile fronte. •
comandante: capointervento e coordinazione con i partner.
GESTIONE DELLʼINTERVENTO 1) Evacuare, nella fase iniziale, gli inquilini dalle terrazze, che, comprensibilmente spaventati e concitati, sollecitavano il loro salvataggio allʼufficiale di picchetto. Constatata la presenza di fumo che invadeva parzialmente le terrazze, sono stati informati sui limitati pericoli. Con determinazione venivano tranquillizzati e con lʼausilio dellʼautoscala portati in salvo, procedendo dapprima ad allontanare gli inquilini posti sulla verticale dellʼappartamento in fiamme, quindi quelli ai lati. La presenza di un cavo di sospensione di una lampada pubblica comprometteva in modo importante le operazioni sulla parte verso lʼangolo dello stabile. Constatato questo problema già nella fase iniziale delle operazioni, è stato da subito allarmato il picchetto della Società Elettrica Sopracenerina (SES), che giunto sul posto tramite lʼautoscala, ha proceduto alla messa fuori servizio del cavo e il rispettivo allontanamento. Questo ha permesso quindi, piano dopo piano, lʼevacuazione dei rimanenti coinvolti, ognuno dei quali veniva poi accolto dal
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medico di triage e valutato/trattato dai soccorritori professionisti che si occupavano di sostenerne le condizioni psicofisiche. Le persone che necessitavano di cure venivano trattate direttamente sul posto dai soccorritori del SALVA rinforzati dagli equipaggi giunti da Roveredo GR, Bellinzona e Lugano, in seguito sono stati trasportati negli ospedali della regione. Le persone che non necessitavano di un trattamento sanitario sono invece state raggruppate nella sala del Consiglio comunale di Muralto e assistite. A rinforzare le fila della direzione dʼintervento sanitaria, con gli equipaggi sono giunti anche il Medico dʼIntervento Cantonale (MIC) e il Capo Intervento Cantonale (CIC). Sempre sul fronte dellʼevacuazione, un nucleo APR munito di apparecchi «Saver» procedeva allʼevacuazione degli inquilini ancora allʼinterno dello stabile e a rischio intossicazione attraverso il vano scale, per un totale di due persone. Anche queste sono state prese in consegna dal personale del SALVA. Per facilitare le operazioni di controllo degli inquilini e accertarsi che nessuno fosse rimasto intossicato allʼinterno degli appartamenti, la Polizia comunale di Muralto e Minusio, in collaborazione con lʼamministrazione immobiliare dello stabile e dei soccorritori, procedevano a censire gli evacuati.
2) Sbarrare la strada per facilitare le operazioni di salvataggio e la gestione del nido dei feriti nonché favorire lʼasse dʼentrata e uscita per i veicoli sanitari, dellʼintersezione «Croce Bianca», ovvero: via San Gottardo, via San Carlo e via Ballerini. Dispositivo messo in atto inizialmente dalla Polizia comunale di Locarno e in seguito gestito e diretto dal comandante della Polizia comunale di Muralto e Minusio: ten Carrara. Le deviazioni hanno comportato alcune perturbazioni al traffico fino alle ore 09.00 circa, orario in cui il dispositivo è stato ritirato.
3) Contenere e spegnere lʼincendio al secondo piano tramite un nucleo APR con condotta a schiuma e munito di camera termica. Inizia lʼazione di spegnimento dellʼincendio sviluppatosi nellʼappartamento, il quale dopo circa venti minuti è sotto controllo. Vengono aperte le finestre e allontanate le tapparelle per permettere una maggiore aereazione e il raffreddamento dei locali. In questo frangente un nostro milite, dotato di guanti, si ustiona leggermente la mano sinistra.
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Viene visitato sul posto dal team del SALVA che, per precauzione lo trasportano al Pronto Soccorso da dove viene fortunatamente subito dimesso. Rientrato in deposito partecipa alle operazioni di ripristino.
4) Ventilare il vano scale con lʼausilio di un ventilatore posizionato sullʼatrio dʼentrata dello stesso e con lʼapertura delle porte ai piani superiori di accesso al blocco in via San Carlo. Il fumo viene lentamente allontanato permettendo alle nostre forze dʼintervento di operare più razionalmente.
Con lʼarrivo dellʼufficiale della Polizia cantonale viene indetto alle 05.45, un primo rapporto di situazione dello Stato maggiore enti di primo intervento (SMEPI) alla presenza dei responsabili dei diversi servizi (per SALVA i capi-intervento cantonale e regionale, il medico dʼintervento cantonale). Per le forze dellʼordine il comandante della Polizia comunale Muralto e Minusio e per il 118 il comandante del Corpo pompieri di Locarno). Nel rapporto viene confermata lʼevacuazione e la presa a carico di 43 persone, di cui 2 trasportati allʼospedale a seguito delle intossicazioni da fumo o lievi ferite. Durante il rapporto emerge che mancano ancora allʼappello tre signore. Individuate al quinto piano, per evacuarle bisognerà ricorrere a unʼagente della Polizia cantonale, in quanto, ostinatamente, non volevano abbandonare il loro appartamento. Erano soprattutto preoccupate di dover abbandonare i loro amati gatti. Dopo averle tranquillizzate, sono state evacuate assieme ai felini.
Ulteriore rapporto di coordinazione alle 07.00, dal quale viene confermato da parte nostra, lʼestinzione dellʼincendio. Si inizia quindi a ritirare il dispositivo e a lasciare una condotta di primo intervento fino allʼarrivo della Polizia scientifica. Inoltre si procede al recupero dellʼacqua di spegnimento e al contro di tutti gli appartamenti senza più trovare nessuna persona o animale. Da parte di SALVA viene confermato: 46 pazienti trattati, di cui 27 evacuati dai pompieri, 3 pazienti trasportati in ospedale. 19 pazienti si trovano presso la sala del Consiglio comunale in attesa di potere raggiungere i loro appartamenti. Un equipaggio rimane sul posto quale supporto ai partner dʼintervento.
Alle ore 07.15 il traffico dei Servizi pubblici viene ripristi-
nato, il nido dei feriti smantellato e il funzionario del Ufficio tecnico di Muralto inizia la fase delicata dellʼaccertamento sullʼabitabilità degli appartamenti al fine di permettere il rientro degli inquilini.
Da parte nostra, accertata lʼestinzione e recuperata lʼacqua di spegnimento rientriamo e procediamo al ripristino di materiale e mezzi. Fine dellʼintervento 11.00.
INSEGNAMENTI Apprezzata lʼimmediata collaborazione tra i partner del soccorso, in particolare con il capointerventi regionale SALVA, signor Maggini, il capointerventi cantonale DIM, signor Ghiggia, lʼufficiale della Polizia cantonale, ten Capoferri, il comandante della Polizia di Muralto e Minusio, ten Carrara.
In ossequio ai crismi della Legge cantonale sulla Protezione della popolazione, la formazione dello SMEPI è avvenuta senza prevaricazioni di parte e in perfetta sintonia, con lʼobiettivo di congiungere le forze e di raggiungere, assieme, lʼobiettivo di normalizzare la situazione.
Lʼidentificare da subito le implicazioni che un semplice cavo aereo in acciaio possa provocare sulle azioni di salvataggio. Anche in questo caso la fattiva e solerte collaborazione del personale SES.
La chiusura da subito al traffico della zona, permettendo alle diverse forze dʼintervento di operare in tranquillità e di godere da subito di assi di avvicinamento privilegiati a tutto vantaggio della rapidità dei mezzi di soccorso in arrivo e in partenza.
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DA MIGLIORARE Lʼequipaggiamento dei nostri pompieri! Unʼustione alle mani può provocare delle conseguenze nel tempo che possono sfociare anche in unʼinvalidità parziale e/o riqualifica professionale. Il tutto per un tipo di guanto anacronistico e superato in fatto di qualità e prodotti tessili. Il Corpo civici pompieri di Locarno ha in dotazione, oltre allʼautoscala, una scala motorizzata, la quale a causa dei costanti problemi elettronici non è stata utilizzata poiché in riparazione oltre San Gottardo. A che scopo, quindi, fornire dei mezzi di salvataggio che, quando occorrono per operazioni concrete di salvataggio, sono sempre in riparazione o non funzionano del tutto? È importante identificare da subito le implicazioni che anche un semplice cavo aereo in acciaio possa provocare sulle azioni di salvataggio.
FORZE INTERVENUTE CORPO CIVICI POMPIERI LOCARNO • 2 ufficiali • 4 sottufficiali • 11 pompieri • 1 autobotte • 1 autoscala • 2 veicoli di primo soccorso • 2 furgoni trasporto militi • 1 veicolo allagamenti SERVIZIO AMBULANZA LOCARNESE E VALLI (SALVA) • 1 capointervento regionale (con veicolo comando) • 1 capointervento cantonale (DIM) con veicolo SAM GR • 1 medico dʼintervento cantonale (DIM) con veicolo Lugano • 1 medico senior (triage e direttive di trattamento) con automedica • 1 soccorritore specializzato in anestesia e cure intensive (triage e trattamento) con automedica • 23 soccorritori professionali con 5 ambulanze (3 × SALVA, 1 × Servizio Ambulanze Moesano, 1 × Croce Verde Bellinzona, 1 × Lugano POLIZIA COMUNALE MURALTO E MINUSIO • 1 ufficiale • 3 agenti • 2 ausiliari • 2 vetture POLIZIA COMUNALE CITTÀ DI LOCARNO • 3 agenti • 1 vettura POLIZIA CANTONALE • 1 ufficiale • 3 capigruppo • 10 agenti • specialisti di Polizia scientifica • 1 centrale operativa mobile • 3 veicoli SOCIETÀ ELETTRICA SOPRACENERINA • 1 responsabile picchetto • 3 elettricisti • 1 veicolo navicella • 1 carro attrezzi Fase iniziale evacuazione degli inquilini con autoscala. Punto di accoglimento evacuati. Evacuazione conclusa. Posto comando SMEPI. Spegnimento degli ultimi focolai nellʼappartamento.
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Volontari, con nota 18 ottobre 2010, indirizzata anche al Ministero dellʼinterno, ha mosso, a sua volta, taluni rilievi critici, con specifico riferimento allʼart. 14, commi 1 bis (recte: 2) e 5 (recte: 6) del regolamento, i quali stabiliscono la sovraordinazione del personale permanente a quello volontario, indipendentemente dalla qualifica rivestita.
REGOLAMENTO
DEL
CNVVF
Il Consiglio di Stato da’ parere positivo ma con alcune prescrizioni Si espresse a fine 2010 il Consiglio di Stato, lo rifà a distanza dʼun anno dando il via libera allo “schema di DPR” recante “regolamento di servizio del CNVVF”. Ora come allora, lʼorgano supremo di giustizia amministrativa, fa presente che la richiesta dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari deve essere ascoltata: subordinati si ma solo a parità di grado. A CURA DELLA REDAZIONE
– HA COLLABORATO FEDERICO CECCHETTI
un decreto legislativo del 2005 a prevedere il “Regolamento di servizio del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco”. Nel 2010 il Ministero prepara una prima stesura e – in un documento che dovrebbe normare il solo personale permanente – prova a inserire un paio di commi sulla “sovraordinazione a prescindere” del personale di ruolo su quello volontario (indipendentemente dal grado di qualifica posseduto). Il Consiglio di Stato, in un primo parere interlocutorio (n°4831/2010), faʼ presente che tale regolamento non può andare a stravolgere il dettato di un Decreto del Presidente della Repubblica (DPR 76/2004).
È
“…5. LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco
Anche in ordine a tali rilievi la Sezione ritiene necessario acquisire chiarimenti da parte dellʼAmministrazione, tenuto conto che gli stessi pongono questioni meritevoli di approfondimento alla luce sia dellʼambito di operatività del presente regolamento di servizio – che è autorizzato a disciplinare il solo personale con rapporto di pubblico impiego – sia della disciplina del personale volontario, recata dallʼart. 21 del decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2004, n. 76 (mantenuta espressamente in vigore fino allʼesercizio del diverso potere regolamentare previsto dallʼart. 8 del d.lgs. n. 139 del 2006), il quale prevede che, ai fini gerarchici, il personale permanente è sovraordinato solo al personale volontario di pari grado.
Nella nuova adunanza del 27 ottobre 2011 il CdS (Sezione Consultiva per gli Atti Normativi), andando a dare il benestare, fornisce alcune prescrizioni che riguardano appunto anche i rapporti gerarchici tra personale permanente e volontario.
“Alla luce di tali considerazioni, il parere della Sezione sullo schema di regolamento in questione è, pertanto, favorevole, dovendosi, altresì, prendere atto del fatto che, come fatto presente dal Ministero riferente, in vista della definitiva approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, si terrà debitamente conto dei rilievi di questo Consiglio - di cui al parere interlocutorio n. 4831/2010 cit. - concernenti gli articoli 2 (giuramento), 7 (doveri generali), 9 (onori e saluto), 14, commi 2 e 6 (sovraordinazione del personale permanente a quello volontario in riferimento alla richiesta dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari)…”
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A CORBETTA
UN
CANADAIR
A MISURA DI BAMBINO I pompieri volontari di Corbetta sono quelli, nella zona dellʼAlto Milanese, che meno celebrano
la propria attività; eppure garantiscono un servizio essenziale 365 giorni allʼanno. Questʼestate hanno deciso di presentarsi alla cittadinanza e alle famiglie con una “Tre giorni” allʼinsegna
della cucina casereccia e del divertimento educativo per i più piccoli. Abbiamo colto lʼoccasione per intervistare lʼufficiale volontario che comanda i vigili da quindici anni a questa parte. a cura della redazione
el parco di Villa Pagani, tutto esaurito per cenare con un ottimo (e abbondante) stinco al forno innaffiato da birra freschissima. Lʼevento era denominato “Balem par i pumpier” organizzato dagli “Amici dei Pompieri di Corbetta” - associazione nella quale militano gli stessi volontari di via Repubblica ma anche parenti, amici e sostenitori – ed i proventi verranno utilizzati per il rinnovo delle attrezzature di soccorso. Ore piccole per gli “Amici dei Pompieri” che dopo aver cucinato fino a tarda notte per tutto il fine settimana - hanno poi allestito, domenica, il percorso: “Da grande farò il pompiere”. Tra le alte conifere della Villa Pagani, oltre 400 bambini hanno sfidato la calura di fine estate e si sono accodati ordinatamente per “operare” insieme ai locali vigili del fuoco volontari. La casetta invasa dal fumo era già conosciuta perché utilizzata anche dai pompieri delle altre caserme, anche la parete da arrampicata non era una vera e propria novità. Un poʼ meno diffusa la teleferica per far scivolare i bambini (in velocità!) da unʼaltezza di circa venti metri (WOW!). Novità assoluta, vista forse soltanto dai colleghi Trentini, un Canadair rosso costruito dagli stessi pompieri Corbettesi dotato addirittura di riserva idrica scaricabile dagli stessi piloti (i bimbi) dopo una discesa, abbastanza ripida, dallʼalto di un abete; unʼesperienza indimenticabile. I genitori degli elettrizzati ragaz-
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zini, hanno potuto osservare la mostra statica di automezzi in servizio a Corbetta, Inveruno e Magenta. A metà pomeriggio, per premiare i bimbi pazienti, i pompieri hanno offerto a tutti (gratis sʼintende) pane e Nutella e the freddo. I piccoli sono andati a casa, in serata, soddisfatti e con unʼautopompa in cartoncino da ritagliare e incollare; per i genitori il “lavoro” non finisce mai. Apprestandoci a incontrare il “primo ufficiale” dei pompieri volontari di Corbetta, ci aspettavamo un appuntamento ben più formale. Stefano Tonella - al comando dei vigili di via Repubblica dal 1996 – giunge allʼincontro a cavallo della sua inseparabile motocicletta. Un omone, seppur quasi quarantacinquenne, con unʼaria da giovanotto. Ci fa accomodare nel suo piccolo ufficio e, attraversando la casermetta Corbettese, ci imbattiamo nelle attrezzature e nelle uniformi che hanno fatto la storia dei locali vigili del fuoco volontari. La presenza di questo gruppo risale al periodo del regno Austro-Ungarico quando ancora lʼorganizzazione delle “guardie volontarie del fuoco” era incombenza delle autorità comunali.
Stefano Tonella
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Appena Tonella smonta dalla moto, facciamo la prima scoperta: le caserme dei pompieri della zona sono operative soltanto grazie a volontari, funzionari inclusi. Stefano arriva direttamente
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dal lavoro, è un ingegnere elettronico e si occupa di progettazione alla Thales Alenia Space. Quando non disegna satelliti da mandare in orbita, lʼingegnere Corbettese fa il pompiere per “hobby”, e ha la responsabilità di 48 uomini. Tonella è lʼufficiale Alto-Milanese con il grado più alto previsto per un volontario, quello di “Funzionario Direttivo”.
Ingegnere, come arriva a comandare un gruppo di vigili del fuoco? “Il pallino del pompiere lʼho sempre avuto e - avendo prestato il servizio militare come Ufficiale di Complemento e possedendo lʼadeguato titolo di studio - sono potuto entrare nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, direttamente come funzionario.”.
Deve essere una bella responsabilità quella di riuscire a garantire un servizio continuativo soltanto con dei volontari, non si fa fatica? “Eʼ un bellʼimpegno ma il merito è tutto dei miei uomini, disposti a sacrificare tempo libero e attività lavorativa per accorrere quando suona lʼallarme. Colui che organizza le turnazioni, per far si che tutte le ore della giornata siano coperte almeno da una ʻpartenza baseʼ, è il Capo Squadra Maurizio Beretta. Prima di lui se ne occupava Ernestino Calati e, prima ancora, Aurelio Legnani; questʼultimo ha trasmesso la passione ai figli che sono entrambi in forza al distaccamento”. Ci sono ancora tanti giovani che si avvicinano alla caserma per dedicarsi a questo particolare volontariato? “Ho notato un calo, da tre anni a questa parte, prima più ragazzi bazzicavano la caserma, sʼinformavano e poi intraprendevano il percorso formativo. Ora sono più quelli che vengono a chiedermi come fare a diventare effettivi, io rispondo che qui il pompiere si fa solo per passione, nientʼaltro.
Un intervento che ricorda più degli altri? “Senza dubbio il devastante incendio di Bubbiano, nellʼAbbiatense, fu il mio vero e proprio battesimo del fuoco. Sʼera incendiato un deposito di olio minerale, i fusti saltavano per aria come mine, cʼerano fiamme altissime, uno scenario apocalittico. Andammo avanti ad operare per una settimana e arrivarono squadre da tutta la Lombardia con 34 mezzi, addirittura, quelli aeroportuali.”
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ISTRUTTORI PROFESSIONALI VOLONTARI E CORSIA PREFERENZIALE PER L’ACCESSO NEI
QUADRI
Per il momento si tratta solo dʼuna bozza (elaborata dallo stesso Dipartimento VVF SPDC) ma, se il documento passasse senza troppe modifiche, una fresca brezza rinvigorirebbe il nostro volontariato. Reclutamento con procedura prioritaria; “accesso precoce” al corso di formazione iniziale (120 ore); istituzione delle figure dʼistruttore professionale e di guida volontario. a cura della redazione – ha collaborato Massimo Barbon
el PDF che, a poche ore dalla stesura iniziale, era già sulle bacheche web delle Organizzazioni Sindacali VVF, si ammette che esistono criticità dovute a carenze del contingente dei vigili utilizzato presso i distaccamenti volontari ovvero alla composizione del contingente necessario per lʼistituzione di nuovi distaccamenti. Tali difficoltà sono imputabili, almeno in parte, allʼiter delineato dal DPR 76/2004 per lʼiscrizione, la formazione e il richiamo in servizio del personale volontario nonché, specie in alcuni Comandi provinciali, dallʼelevato numero di aspiranti e di iscritti negli elenchi.
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Dʼaltra parte è evidente lʼimprescindibile esigenza di assicurare lʼoperatività dei distaccamenti volontari già esistenti e di favorire lo sviluppo di nuove sedi specie nelle isole minori e in quegli ambiti territoriali caratterizzati da particolari situazioni orografiche, laddove, altrimenti, difficilmente sarebbe possibile garantire il soccorso tecnico urgente alla popolazione entro tempi accettabili. I provvedimenti urgenti da attuare (in bozza): Nei distaccamenti volontari in cui il numero di iscritti con qualifica di vigile volontario non consente di assicurare lʼoperatività della sede, gli aspiranti residenti nellʼambito della circoscrizione territoriale di competenza del distaccamento ed in possesso dei requisiti di cui allʼart. 6 del D.P.R. 76/2004, sono (sarebbero): - avviati con procedura prioritaria allʼiter di reclutamento ed iscrizione negli elenchi del competente Comando provinciale, ai sensi dellʼarticolo 6 del D.P.R. n. 76/2004;
- ammessi con procedura prioritaria a partecipare al corso di formazione iniziale a carattere teorico-pratico secondo le modalità ed i programmi stabiliti dal Dipartimento dei vigili
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del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile.
Il procedimento di cui sopra è ammesso unicamente per un contingente di aspiranti tale da consentire a ciascun distaccamento volontario di disporre di un organico che, in relazione allʼeffettiva disponibilità degli iscritti ed alle peculiarità del territorio, possa assicurare il servizio di pronto intervento su chiamata. Per ciascun distaccamento volontario, il contingente di cui sopra è fissato dal Comandante Provinciale sentito il Capo Distaccamento.
Gli elenchi degli aspiranti volontari da reclutare e formare con il procedimento prioritario sono predisposti dal Comandante provinciale competente, sentiti i capi distaccamento delle sedi carenti, sulla base del criterio dellʼanzianità di presentazione della domanda di iscrizione nellʼelenco di cui allʼarticolo 2 del D.P.R. n. 76/2004.
Gli istruttori professionali non sarebbero più soltanto permanenti: Per consentire lo svolgimento presso i distaccamenti volontari dei corsi di formazione iniziali (art. 9 D.P.R. n. 76/2004) in periodi ed orari compatibili con lʼattività lavorativa degli aspiranti vigili volontari, sono (sarebbero) istituite le figure di istruttore professionale volontario e di istruttore di guida volontario.
Le qualifiche di istruttore professionale volontario e di istruttore di guida volontario sono attribuite dalla Direzione Centrale per la Formazione, su segnalazione del competente Comandante provinciale, al personale dei distaccamenti volontari:che ne abbia fatto richiesta corredata dal parere favorevole del Capo Distaccamento; -
che sia, di preferenza, in possesso dei requisiti di accesso previsti, rispettivamente, per istruttore
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professionale permanente e per istruttore di guida permanente,
che abbia superato, con esito positivo, uno specifico corso di formazione su tre moduli settimanali di cui due di metodologie didattiche ed uno di tecniche professionali ovvero di tecniche di guida. (la patente di IV categoria non sarebbe obbligatoria per i volontari istruttori).
Per la frequenza del corso di formazione, gli aspiranti istruttori volontari sono (sarebbero) richiamati in servizio.
Per ciascun Comando provinciale, il numero di istruttori professionali volontari è fissato in un istruttore professionale volontario ed un istruttore di guida volontario per ciascun distaccamento volontario.
Lʼorganizzazione dei corsi di formazione per istruttori volontari è demandata alle Direzioni regionali dei Vigili del fuoco.
La commissione esaminatrice ha la medesima composizione della commissione dʼesame prevista, rispettivamente, per istruttori professionali permanenti e per istruttori di guida permanenti. Gli istruttori professionali e di guida permanenti, cessati dal servizio, ed iscritti nei quadri del personale volontario mantengono la qualità di istruttori per il personale dei distaccamenti volontari. Gli istruttori professionali e di guida volontari sono richiamati in servizio per svolgere i corsi di formazione iniziali per gli aspiranti vigili volontari.
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I POMPIERI VOLONTARI AL RADUNO NAZIONALE DEI
VVF
IN CONGEDO
A inizio settembre un lungo fine settimana ha visto la Componente Volontaria Provinciale di Torino impegnata a far sì che il 18° Raduno Nazionale dell’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco del CNVVF fosse un successo, dimostrandosi così ancora una volta capace di spirito di sacrificio, dedizione e collaborazione. A CURA DI
GEMMA BAVA
La Bandiera
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Le rappresentanze dei distaccamenti volontari della provincia di Torino
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Se il 18° Raduno Nazionale dellʼAssociazione Nazionale dei Vigili del Fuoco (quella del Corpo Nazionale), svoltosi nel capoluogo piemontese da giovedì 8 a domenica 11 settembre, è stato un successo il merito va a 23 dei 44 distaccamenti di Vigili del Fuoco Volontari della Provincia di Torino ai quali si sono aggiunti i volontari di Nizza Monferrato, Fossano, Bergamo, Robbio, SantʼAngelo Lodigiano e pochi altri giunti da Marche, Emilia Romagna e Friuli.
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Gli oltre 400 “pompieri” volontari della nostra associazione si sono infatti spesi e “spremuti” non solo nei quattro giorni di manifestazione, ma anche nelle settimane precedenti, addestrandosi per il saggio ginnico e per i plotoni, istruendosi per i picchetti e per le marce, e cercando in ogni modo di sopperire alla scarsa partecipazione della componente permanente che ha trascurato la manifestazione, per disinformazione o per presa di posizione.
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Però quei pochi colleghi permanenti che hanno creduto in questa iniziativa sono stati così fondamentali per il suo svolgimento che, se il loro numero fosse stato più alto e altrettanto professionale, lʼevento avrebbe certamente beneficiato di una visibilità e importanza maggiori di quella ottenuta, certamente di alto livello.
Abnegazione, volontà e passione hanno comunque avuto ragione delle difficoltà e della fatica date dal realizzare un evento importante con forze tanto risicate, così che adesso i momenti più eclatanti della manifestazione si inanellano deliziosi uno dopo lʼaltro nei ricordi, regalando orgoglio e soddisfazione.
Dopo il triangolare di calcio che giovedì 8 settembre ha visto la rappresentativa nazionale dei Vigili del Fuoco esibirsi al palazzetto dello Sport di Parco Ruffini, venerdì 9 settembre lo stupendo e irripetibile concerto tenuto allʼAuditorium del Lingotto dallʼOrchestra a fiati “Antica musica del Corpo Pompieri di Torino 1882” ha intrattenuto per due ore il pubblico sotto la direzione di Federico Alotto con una carrellata di brani apparentemente diversissimi fra loro ma capaci di fondersi per dar vita a una serata indimenticabile.
Dalla musica di “Olympic fanfare” di John Williams, nata per celebrare i XXIII Giochi olimpici estivi di Los Angeles del 1884, a “La grande porta di Kiev” di Musorgskij con il suo uso massiccio di accordi dissonanti ma di meravigliosa armonia, i circa duemila spettatori presenti non hanno avuto tregua, se non per i brevi e importanti interventi esplicativi di Mario Brusa che hanno fatto da filo conduttore a tutto il concerto. Meravigliato ed entusiasta, il pubblico è così passato dai classici come “Nuovo
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cinema Paradiso” di Ennio Morricone e “West side story” di Leonard Bernstein agli arrangiamenti orchestrali e alle sonorità tradizionali di Klaus Badelt ne “I Pirati dei Caraibi”, mostrando di saper apprezzare il non facile brano “Backdraft” di Hans Zimmer tanto quanto le più orecchiabili “Mission impossibile” di Lalo Schifrin e “The way we were” di Alan e Marilyn Bergman. Perciò, applausi a scena aperta per la bravissima orchestra e per il coro di voci bianche che in apertura ha commosso tanti intonando lʼInno nazionale.
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Dalla sala dellʼAuditorium allo spazio aperto ed elegante della Piazzetta Reale che sabato 10 dicembre, dopo lʼalzabandiera in piazza Castello e la Messa del mattino nel Duomo, ha ospitato la mostra degli automezzi dei Vigili del Fuoco. Migliaia di torinesi e di visitatori giunti da fuori hanno così ammirato fra lʼaltro vecchie pompe a mano trainate da uno o più cavalli, alcune delle quali capaci di portate otto vigili mentre gli altri procedevano a piedi, e una stupenda Isotta Fraschini dal valore incalcolabile dotata di gruppo pompa anteriore attivato direttamente dal motore. Eʼ molto piaciuto anche un motocarro attrezzato da antincendio inviato dal Corpo VVF Volontari di Ala di Trento che con i Comandi di Genova e Savona ha rinforzato la dotazione della mostra organizzata dallʼAssociazione per la Storia dei Vigili del Fuoco che con lʼaiuto di privati e volontari restaura vecchi automezzi ricchi di passato e di azione.
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A pochi passi di distanza, su una Piazza Castello ormai abituata ad accogliere i Pompieri della Provincia, il saggio ginnico-professionale ha incantato grandi e piccoli che con il naso allʼinsù hanno seguito le evoluzioni e le “figure” eseguite dai Vigili, trattenendo il fiato per lʼarditezza e la pericolosità seppur controllata degli esercizi, e ridendo delle brevi scenette che hanno raccontato di un passato non troppo lontano.
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1.
Silvio Saffioti, Comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Torino
2.
Il Sindaco di Torino Piero Fassino con le autorità intervenute
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La delegazione del Trentino-Alto Adige
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Il plotone della delegazione torinese La delegazione della Val dʼAosta
La banda dei Vigili del fuoco di Torino
Così sono entrati nel cuore di tanti i venti salitori e i più di 70 addetti alle dieci scale controventate dei distaccamenti di Almese, Avigliana, Chivasso, Lanzo e Rivarolo, Luserna, Grugliasco, Rivalta, Rivoli, San Antonino e San Maurizio, così come le squadre verde, bianca e rossa che sulla scale libere hanno volteggiato e danzato privi di peso e di paura, temerari ma con criterio al pari dei 27 atleti delle tre scale a torre. I distaccamenti di Avigliana, Almese, Rivalta e Grugliasco hanno poi stupito e strappato al pubblico urla deliziate e impaurite con lʼincendio e il pronto spegnimento di bombole di gas, mentre la discesa veloce e a funi divaricate ha mozzato la parola a molti, quanto le esibizione delle unità cinofile, addestrate a prestare servizio nellʼAbruzzo colpito dal terremoto e fra i boschi e le montagne alla ricerca di persone disperse. Altrettanto interessante è stata la dimostrazione dello spegnimento di un incendio di edificio condotta mettendo a confronto la metodologia di inizio secolo con la tecnica dei giorni nostri: la squadra “pompa a mano” del Distaccamento di San Maurizio è stata battuta solo in termini di tempo dalla squadra più moderna. E alla fine del saggio tanti, che fossero arrivati alla manifestazione per caso o che avessero deciso di trascorrere un pomeriggio diverso, sono tornati a casa un poʼ commossi, chi spiegando al figlio piccolo che i Vigili del
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lard porpora dei Rappresentanti SATI sono stati poi la colorata introduzione alle rappresentative dei Volontari. Distanziati gli uni dagli altri di qualche metro, prima i distaccamenti ospiti e poi i “padroni di casa” hanno sfilato innalzando con orgoglio gonfaloni e striscioni rossi e oro, in un unico snodarsi sinuoso ed elegante, con i rispettivi sindaci che cingevano ognuno la fascia tricolore.
Ciclisti Modena Fuoco non hanno nulla da invidiare a Spiderman e chi dichiarandosi ammirato di uomini che servono con coraggio e passione.
Dal verde dei Volontari si è passati così al blu e rosso dei giovanissimi Allievi della rappresentativa del Trentino e ai gonfaloni portati dalla rappresentanza del Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco e della Spagna, seguiti
Ancora Piazza Castello, illuminata dal sole caldo di domenica mattina, per lʼammassamento, lo schieramento e le allocuzioni delle autorità con un particolare ricordo rivolto ai vigili del fuoco italo-americani che lʼ11 settembre di dieci anni fa persero la vita nel crollo delle Torri gemelle.
Coinvolgente e toccante, è poi iniziata la sfilata che attraverso via Roma è arrivata a piazza San Carlo e di qui fino a piazza Carlo Felice, fra due ali di folla allegra e ammirata che ha invaso portici e marciapiedi.Con una regia così attenta da parere uno spontaneo fluire, si è mossa per prima la bandiera del Corpo, seguita dai Vigili di Modena a cavallo delle storiche biciclette rosse e bianche sulle quali sono arrivati a Torino, mentre la bandiera del Comando e i due plotoni hanno preceduto la Banda “Antica Musica del Corpo Pompieri di Torino 1882”. A seguito, come per un tuffo nel passato, il Gruppo Storico “Pietro Micca” con tricorni, ghette e sciabole ha aperto la strada ai gonfaloni della città di Torino e della Provincia. Gli elmetti rossi dei SAF, le tute bianche e rosse delle Unità Subacquee, le divise rosse degli Elicotteristi e del Soccorso Acquatico, quelle verdi e amaranto del Corpo Permanente e delle Unità Cinofile, il blu del Soccorso Piste e i fou-
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Sfilata
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dalle rappresentanze regionali dellʼAssociazione Nazionale del Corpo, con i festeggiati elegantissimi in blu e grigio, guanti bianchi e vecchi elmetti.
Poi, leggera e come percorsa da un vento gentile, è passata fra la folla una bandiera tricolore lunga cento metri e sorretta da appartenenti allʼAssociazione dei Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale e da Volontari. A seguito, si sono mossi gli automezzi fino ad allora in mostra sulla Piazzetta Reale, a raccontare con il loro sfilare in ordine cronologico di un passato che ancora ci appartiene e di un presente prezioso per tutti.
Spegnimento bombole Ma sono molte le persone che, pur avendo contribuito a organizzare e arricchire la kermesse di quattro giorni con impegno e dedizione, sono rimaste un poʼ defilate, come Simona Pognant, mai così oberata e di corsa da non riuscire a regalare un sorriso a vecchi e nuovi amici; come Michele Sforza e Alberto Pilotto che hanno saputo gestire lʼevento con generosità e perfetta padronanza tecnica; come le responsabili della parte ginnica Ilaria Gazzano, Prisca Groppo e Simona Ciquera, o come Giorgio Sandrone che con un dirigibile lungo tre metri e avveniristici metodi di rilevamento dallʼalto ha regalato a tutti fotografie spettacolari e dʼeccezione.
Altri, invece, hanno conferito dignità e autorevolezza allʼevento, come il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Alfio Pini, il Presidente della nostra Associazione Cavaliere Gino Gronchi e il Comandante Provinciale Silvio Saffioti.
Scale controventate
Insomma, un successo meritato, conclusosi domenica sera con lʼammainabandiera e reso possibile dalla stretta collaborazione fra Comando, Associazione festeggiata e Associazione dei Vigili del Fuoco Volontari. Ed è stato proprio il massiccio ed entusiastico coinvolgimento di questi ultimi a far sì che il Comando pensasse a un giusto “premio”, promettendo di allestire corsi di formazione per aspiranti volontari e per lʼottenimento della patente di 3° grado.
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FESTEGGIAMENTI
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Un piccozzino annerito dal tempo, dalla sofferenza, dalla terra del Vajont: è lʼoggetto simbolo del centesimo anniversario del distaccamento longaronese dei Vigili del fuoco volontari. Un oggetto che, al pari di casco e completo antifiamma, contraddistingue i pompieri.
I
POMPIERI DI
LONGARONE
COMPIONO
100
ANNI
n occasione delle celebrazioni per il centenario, quello strumento è stato donato a Longarone: non solo alle istituzioni, ma allʼintera comunità. Si, perché quel piccozzino non è uno strumento come tanti: è stato estratto dalle macerie negli attimi successivi allʼimmane tragedia. Rappresenta una reliquia dalla quale i Vigili del fuoco non si erano mai voluti separare. Fino a ieri, quando il distaccamento ha deciso che il piccozzino, simbolo della sciagura datata 9 ottobre 1963, dovesse entrare a far parte del patrimonio storico longaronese: lo strumento, infatti, troverà posto allʼentrata del cimitero Vittime del Vajont, a Fortogna. Alle celebrazioni del centenario, erano presenti tutti i 36 distaccamenti volontari della provincia di Belluno: “Perché la nostra - ha sottolineato Gian Carlo Nicoli, colonna della caserma di Longarone e consigliere dellʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari è una grande famiglia». La storia del distaccamento dei Vigili del fuoco volontari è stata ripercorsa attraverso una serie di scatti dʼepoca, proiettati nella sala consiliare di Palazzo Mazzolà grazie al contributo del Circolo fotografico Bruto Recalchi: dalla costituzione del Corpo Pompieri con a capo Ado De Col, nel lontano 1911, alle immagini relative ai soccorsi nel ʻ63, passando per la croce in legno in ricordo dei 4 vigili scomparsi nel disastro (Alberto Olìvier, Alberto Teza, Raffaele Simonetti e Antonio Bolzan), per il congresso nazionale del Corpo che Longarone ha ospitato nel 1969 e per gli ultimi interventi effettuati allʼAquila. “Siete persone davvero speciali - ha commentato durante la cerimonia conclusiva il sindaco Roberto Padrin - rappresentate un punto di riferimento dʼinestimabile valore per la nostra comunità». Hanno preso parte allʼevento anche il capo-distaccamento Roberto Villa, il direttore interregionale (Veneto e Trentino Alto Adige) Leonardo Denaro, il comandante provinciale Claudio Giacalone e il presidente nazionale dei VVF volontari Gino Gronchi.
I
IN
APERTURA A
ZOLDO ALTO
GETTI D’ACQUA TRICOLORI.
DALL’ALTO: SCAPIN, GRONCHI, GIACALONE, PADRIN DENARO A LONGARONE GIANCARLO NICOLI, D’ONORE CORTINA,
A
LONGARONE,
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A CAPO DEL PICCHETTO
DIMOSTRAZIONE PUBBLICA DI MESSA IN SICUREZZA
DI UNA BOMBOLA
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in particolare agli alunni delle scuole, ai quali è stato presentato lʼevento, prevedeva anche visite guidate ai mezzi e alle attrezzature, con spiegazioni sul ruolo e compiti del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, con lʼallestimento di “Pompieropoli” che ha visto i più piccoli, dotati di lancia ed elmetto, alle prese con le operazioni di spegnimento di un incendio, il tutto per diffondere la cultura della salvaguardia del proprio territorio e della valorizzazione delle proprie tradizioni.
ZOLDO ALTO 1911 UN
NEL
PRETE
Momenti di vita passata, di 100 e di 50 anni fa, sono stati vissuti nella chiesa di San Carlo Borromeo a CORTINA, VECCHIA POMPA A STANTUFFI DELL’OTTOCENTO, Pecol Vecchio di Zoldo Alto. E stato MOSSA A MANO DA UNA SQUADRA DI POMPIERI DI SELVA DI CADORE lʼinizio ufficiale della festa per i 100 anni di vita del locale distaccamento dei Pompieri (ora Vigili del Fuoco) Volontari. E stata scelta quella chiesa, perché strettaLongarone, la tradizione del Congresso Provinciale mente legata alla storia degli incendi di Zoldo Alto. Il Congresso provinciale non è una normale conferenza, Nella notte tra il 27 e il 28 settembre 1961, 50 anni fa, la ma è una autentica gara di abilità tra il personale dei chiesa, come una parte del paese, venne distrutta da un distaccamenti permanenti e volontari provinciali misuraincendio. Nel 1911, 100 anni fa, lʼallora parroco, don ta su alcune prove: la scala italiana, lo stendimento tubi Antonio Arnoldo, con Un gruppo di persone, fondò la e il percorso con autoprotettore; il tutto, con classifiche “Società pompieri volontari di Zoldo Alto” e ne divenne il finali e relative premiazioni. primo comandante. I congressi, che sono una tradizione dei volontari belluLʼaltare era circondato da bandiere, gonfaloni e gagliarnesi dei vigili del fuoco, hanno preso il via nel lontano detti, portati da persone, anche in divise storiche, un 1893 con lʼedizione tenutasi a Pieve di Cadore, e si sono ambiente di altri tempi, legato a un gruppo di vigili in diviripetuti ininterrottamente fino agli anni ʻ60, ad eccezione sa attuale, alla presenza del sindaco, Roberto Molin dei periodi delle due grandi guerre. Negli ultimi anni è stata ripresa la tradizione con il 57° Congresso di Dosoledo nel 2007 e con il 58° a Belluno nel 2008. In occasione del centenario del Corpo Longaronese, Roberto Villa, ha proposto di effettuare il 59° Congresso a Longarone, proposta che ha avuto i consensi del Comandante Provinciale dei Vigili del fuoco di Belluno Claudio Giacalone, del Comune di Longarone, di Longarone Fiere, della Proloco di Longarone e dellʼAssociazione nazionale vigili del fuoco volontari, presente questa in quasi tutte le province del Veneto e che per disposto statutario promuove il legame tra tutti i Vigili del Fuoco dʼItalia, mantenendo, attraverso le manifestazioni, vivo lo spirito di corpo. La manifestazione, rivolta alla popolazione ed COMANDAVA I POMPIERI
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Pradel. La Santa Messa è stata celebrata dal parroco, don Moreno Baldo, con gli «attenti» dati dalla tromba. La preghiera del vigile del fuoco è stata letta da una donna vigile volontario. La dimensione della partecipazione si è avuta in seguito, con il grandioso corteo, aperto da un mezzo storico, seguito dai vessilli, con le autorità, dalla schiera di Vigili del fuoco in divisa e dalla popolazione, ben inserita nella festa. Nellʼarea della funivia era stato preparato il palco per le autorità, da dove sono stati fatti i saluti ufficiali. Erano presenti anche i sindaci di Forno di Zoldo Camillo De Pellegrin e di Zoppe di Cadore Renzo Bortolot, il vice comandante di Belluno, Calore e il capo distaccamento Rodolfo Colussi.
ZOLDO ALTO,
La festa ha voluto ricordare anche il 150esimo anniversario dellʼUnità dʼItalia. Mentre la banda musicale di Ponte nelle Alpi eseguiva lʼinno di Mameli, i vigili del distaccamento di San Vito di Cadore lanciavano i aria i getti dʼacqua tricolori delle loro manichette. È seguito il pranzo, preparato, come richiesto dalla circostanza, nellʼunità mobile dei vigili del fuoco. Il pomeriggio è stato vivacizzato dalle esercitazioni dei vari distaccamenti. Zoldo Alto, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia e Dosoledo hanno dato un saggio dʼuso delle pompe storiche, funzionanti a mano. La “Campagnola” di Agordo con 40 anni di onorato servizio, ha dato dimostrazione della sua vitalità. Pieve dʼAlpago ha innalzato la scala controventata. Longarone ha dato dimostrazione di come si spegne una bombola in fiamme. San Vito ha fatto un intervento di salvataggio con unʼunità cinofila, mentre i vigili di Arabba, con lʼunità Croce verde di Zoldo Alto hanno simulato un soccorso su incidente stradale. Un incendio boschivo è stato spento dai gruppi di Zoldo Alto e Selva di Cadore. Gli interventi sono stati commentati dallʼufficiale Magrin del Comando di Belluno. I moltissimi presenti, locali e turisti, hanno avuto modo di apprezzare la magnifica festa per i 100 anni di vita attiva della Società pompieri volontari, ora Distaccamento vigili del fuoco volontari di Zoldo Alto. Una bombola rotola lungo la piazza, con il gas che fuoriesce ed una lunga fiamma che dardeggia; il vigile del
CORTINA D’ANNI
NE HA COMPIUTI
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CARRO PER IL
TRASPORTO DELLA POMPA A MANO
fuoco si avvicina, la ferma, la neutralizza in pochi secondi. Applausi della gente, occhi spalancati dei bambini, ma non soltanto i loro. In unʼauto coinvolta in un incidente, cʼè un automobilista imprigionato: i vigili la scoperchiano. In qualche minuto, la aprono con le cesoie idrauliche, per poi estrarre lʼuomo ed affidarlo al personale dellʼambulanza della Croce Bianca. Un operaio sʼè infortunato, lassù in alto, sul tetto della banca: con lʼautoscala arrivano i vigili che lo calano sino a terra. Cʼè persino un getto dʼacqua, alto una decina di metri, generato da una vecchia pompa a stantuffi dellʼOttocento, mossa a mano da una squadra di pompieri di Selva di Cadore, che arrivano di corsa, trainando il carretto con le ruote. Centinaia di persone hanno assistito alle manovre inscenate per festeggiare i 125 anni del corpo dei vigili del fuoco volontari del paese. La festa era iniziata sabato 24 settembe, nel tendone del piazzale della stazione, coi giochi dʼacqua, eseguiti dai colleghi pusteresi. Domenica la sfilata in piazza, di buon mattino, la messa con lʼomelia di don Alberto Ganz, a ricordare lʼimpegno di queste persone, pronte ad impegnarsi a favore degli altri, soprattutto di chi ha più bisogno, è in pericolo, rischia la vita. Infine la dimostrazione in piazza, coi mezzi e il personale del distaccamento di Cortina e degli altri presidi della Provincia di Belluno, fra la gente, che ammira e applaude, coinvolta.
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