Lotta a tre dimensioni

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LOTTA

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A

3D

Per poter lottare in modo efficace contro un incendio bisogna conoscere l’aria e il fuoco. È questo il principio applicato nella «lotta a tre dimensioni» contro il fuoco.

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FORMAZIONE

Attualmente lo scopo della lotta contro gli incendi non consiste più nello spegnere il fuoco il più in fretta possibile, ma piuttosto nel prendere le buone misure adottando la tattica adeguata, che comprende lo sviluppo dellʼincendio nei locali chiusi e lʼinterpretazione corretta del fuoco e i suoi segni (fumo/calore). Nella lotta contro gli incendi la sicurezza personale occupa in questo contesto un posto importante, poiché unʼattitudine adeguata durante lʼattacco interno permette di ridurre il numero di incidenti e le loro conseguenze.

Con la collaborazione di: 118 swissfire.ch “Giornale dei pompieri svizzeri”

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FORMAZIONE el passato è stata accordata unʼattenzione insufficiente alla pericolosità dei gas di combustione», dichiara il comandante Hans Fuhrer. È per questo motivo che è stato organizzato questo corso durante il quale intervengono quattro specialisti dello spegnimento 3D. Hans Fuhrer continua: «Lo spegnimento chiamato 3D indica un concetto che, contrariamente ai metodi classici, tiene conto in modo particolare della problematica del fumo e dei gas di combustione in tutte le riflessioni tattiche e le misure di lotta contro gli incendi. Con questo concetto si aggiunge una «terza dimensione» alla lotta contro il fuoco, i gas di combustione appunto, con il loro sviluppo volumetrico e la loro pericolosità. Visto i moderni materiali di costruzione che vengono utilizzati attualmente, è particolarmente importante capire a fondo il comportamento degli incendi negli edifici e prendere in considerazione il pericolo costituito dal fumo.»

N

Procedura di apertura delle porte e raffreddamento dei gas di combustione Daniel Zwahlen, che dà la lezione, spiega ai partecipanti che una squadra deve esaminare la porta e il fumo che eventualmente ne fuoriesce prima di entrare in un edificio. Se, quando si comincia ad aprire la porta, ne fuoriesce del fumo (nero, beige) sotto pressione, è necessario formare una coltre di nebbia d’acqua sopra la porta. In

Federazione dei Pompieri Distretto di Frutigen-Niedersimmental Il 24 ottobre scorso, 32 responsabili della protezione della respirazione e i loro sostituti, si sono recati a Spiez per un allenamento tattico concernente il comportamento durante lʼattacco interno. Questo corso era diretto da Hans Fuhrer (esperto in protezione della respirazione) che poteva contare sulla collaborazione di Jürgen Ernst e John McDonough, due formatori di fama internazionale in questo campo. Questi ultimi erano assistiti da Daniel Zwahlen (Corpo pompieri di Saanen), JeanPierre Buchs (Corpo pompieri dʼAeschi) e Beat Fischer (esperto PR Spiez). questo modo si può evitare l’effetto di «flashback» (infiammazione dei fumi caldi che fuoriescono durante l’apertura della porta e che si mischiano all’ossigeno). In seguito bisogna aprire la porta quanto basta per potervi passare la lancia e inviare così una serie di brevi getti o un’impulsione lunga nella parte superiore del locale. In questo modo si evita un apporto di ossigeno troppo importante nel locale e il vapore acqueo può fare il suo effetto. La squadra può ripetere questa operazione fino a quando sarà sicura che i gas di combustione siano stati sufficientemente raffreddati per evitare un’infiammazione istantanea dei gas di fumo.

Possibile procedura di apertura della porta: • Restare sempre al riparo per aprire la porta • Esame dell’edificio e della porta • Inviare un breve getto sopra la porta • Aprire la porta della larghezza di una lancia • Inviare una serie di brevi getti nella parte superiore del locale • Chiudere la porta affinché le goccioline d’acqua possano fare il loro effetto e raffreddare i gas di combustione • Per terminare ripetere questa operazione prima che la squadra apra completamente la porta e penetri nell’edificio

EFFETTO DI «FLASHBACK» (INFIAMMAZIONE DEI FUMI CALDI CHE FUORIESCONO DURANTE L’APERTURA DELLA PORTA E CHE SI MISCHIANO ALL’OSSIGENO).

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Come detto precedentemente la proiezione di acqua a brevi getti diretti nella parte superiore del locale serve innanzitutto a neutralizzare gli strati di gas di combustione e a impedirne in questo modo l’infiammazione che potrebbe produrre un flashover o un backdraft. Oltre a un raffreddamento efficace dei gas di combustione, il getto diffuso permette anche di farsi un’idea della temperatura all’interno del locale in fiamme. Il test di temperatura aiuta la squadra a valutare il calore ambiente in vista della progressione. Per questo si tiene verti-

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FORMAZIONE

BACKDRAFT,

I GAS DI COMBUSTIONE ESPODONO

IL FLASHOVER

È

L'ACCENSIONE DELLO STRATO DI GAS SOTTO IL SOFFITTO CHE PORTA AL COINVOLGIMENTO TOTALE DEL COMPARTO.

L’ATTACCO 3D

CON ACQUA POLVERIZZATA

CONSISTE NELL’AVVICINAMENTO MEDIANTE NEBULIZZAZIONE

calmente la lancia a getto cavo, in modo che il getto parta in questa direzione. Inviare in seguito un breve getto. Se l’acqua ricade in forma liquida, questo significa che il calore è debole e che si può continuare la progressione. Se invece l’acqua si vaporizza immediatamente, questo significa che bisogna ancora raffreddare prima di continuare ad avanzare. Si chiama «attacco 3D con acqua polverizzata» questo utilizzo della nebbia d’acqua ottenuta con una serie di getti brevi e controllati. Il diametro delle goccioline prodotte in questo modo è molto importante. Abbiamo potuto leggere nell’articolo «Cavo, ma efficace» (VFV n° 3/2010), che il loro diametro ideale è di circa 0,3 mm. Il getto d’acqua arriva su una corona dentata al fuoriuscire dalla lancia a getto cavo generando in questo modo delle finissime goccioline. Lo scopo è che queste goccioline restino in sospensione negli strati di gas di combustione in modo da raffreddarli, da renderli inerti e di diluirli. Questa operazione deve permettere di separare i gas di combustione dalla zona contigua in fiamme per impedire l’infiammazione istantanea o quanto meno di limitarne le conseguenze. L’attacco con l’acqua polverizzata richiede una certa precisione. La durata dei getti e l’angolo del getto dipendono sempre dalle dimensioni del locale in questione e dalle condizioni all’interno. Come indicato nell’articolo l’angolo ottimale del getto diffuso per raffreddare dei gas di fumo si situa tra i 45 e i 75 gradi. Ma il getto deve anche agire in fondo al locale, dove la parete e il soffitto si toccano. Più il locale è alto, più l’angolo del getto dovrà essere debole in modo che il getto diffuso possa essere veramente efficace. Il locale viene progressivamente raffreddato grazie a dei brevi getti, facendo attenzione a raffreddare bene tutte le zone. Dopo ogni getto la squadra deve osservare i gas di combustione e, se necessario, adattare la tattica. Solo un allenamento all’utilizzo della lancia permette di regolarla e padroneggiarla bene; bisogna arrivare a poterla maneggiare alla cieca, in modo che il lanciere possa guardare davanti a sé e non in direzione della lancia per regolarla. Padroneggiare lʼincendio durante lʼattacco interno Nell’edificio di esercitazione, Hans Fuhrer, John McDonough e un gruppo di partecipanti osservano dapprima la formazione e lo sviluppo del fuoco. L’apporto di ossigeno all’incendio è controllato grazie a uno schermo parafumo che ostruisce la porta. In questo modo la temperatura aumenta nel locale, mentre il fuoco diminuisce per mancanza di ossigeno. L’utilizzo mirato del getto diffuso e delle diverse regolazioni della lancia permettono di raffreddare il locale e di bagnare i muri e gli oggetti in fiamme con le gocce di grande diametro, il focolaio dell’incendio viene controllato con dei brevi getti. Si ottiene

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FORMAZIONE HANS FUHRER

E LA

DOLL’S HOUSE

LA «DOLL’S HOUSE» SERVE A SIMULARE, A SCALA RIDOTTA, L’EVOLUZIONE DI UN INCENDIO IN UN LOCALE.

in questo modo un raffreddamento efficace generando contemporaneamente del vapore acqueo. Il motto è: «Controllare l’aria significa controllare il fuoco, e controllare la lancia a getto cavo significa controllare lo spazio!»

«Dollʼs house» Jürgen Ernst presenta la «doll’s house» ai partecipanti, curiosi. Questa scatola con quattro compartimenti, chiamata appunto «doll’s house» in inglese per via della sua somiglianza con una casa di bambole, serve a simulare a scala ridotta l’evoluzione di un incendio in un locale. Permette inoltre di creare e di visualizzare dei fenomeni come il flashover e il backdraft. Questo supporto di formazione agli incendi nei locali chiusi ha quattro finestre che possono essere chiuse con dei pannelli di legno. Non appena Jürgen Ernst ha dato fuoco al pianterreno, a destra, le fiamme hanno già invaso la tromba delle scale della casa in miniatura e sprigionano dei gas di pirolisi, segno che la combustione provoca la decomposizione termica delle materie solide e genera dei gas di

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combustione tossici. Mischiandosi agli altri prodotti della combustione, questi ultimi formano uno strato di fumo che si accumula progressivamente all’interno della scatola, come accade durante l’incendio di un locale. L’irradiamento termico proveniente dal fuoco, ma anche dallo strato di fumo caldo, provoca una decomposizione termica che sprigiona dei gas di pirolisi combustibili. Sufficientemente caldi, possono infiammarsi e il fuoco attacca allora gli oggetti del locale che non erano anco-

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FORMAZIONE I

peratura ancora elevata che regna nel locale: è l’esplosione. Un vaporizzatore riempito d’acqua permette di simulare l’azione di estinzione con diverse forme getto (pieno/diffuso), e i diversi modi di utilizzo, come per esempio il raffreddamento a mezzo di getti, e di mostrarne l’efficacia.

PARTECIPANTI HANNO PRIMA OSSERVATO

LA FORMAZIONE E LO SVILUPPO DEL FUOCO.

LA

La camera a immagine termica quale mezzo di primo intervento Jürgen Ernst istruisce i partecipanti anche all’utilizzo della camera a immagine termica e spiega che, fino a oggi, i pompieri la utilizzavano soprattutto per localizzare eventuali focolai di brace dopo lo spegnimento dell’incendio. Ormai si propone l’utilizzazione di questo strumento innanzitutto per la valutazione dell’edificio da parte del capointervento e in seguito per la prima squadra PR di primo intervento, che possono in questo modo immediatamente localizzare la zona di calore massimo, il flusso dei gas di combustione e procedere quindi all’attacco mirato. Inoltre la squadra PR di primo intervento può localizzare le persone che si trovano eventualmente all’interno.

CAMERA A IMMAGINE TERMICA

QUALE MEZZO DI PRIMO INTERVENTO

Clara Rüsi, redattrice Foto: Clara Rüsi e Jean-Pierre Buchs

PERCHÉ SPEGNERE

ra in contatto diretto con le fiamme. Si produce allora il fenomeno del flashover. Tutto il locale è ormai in fiamme a causa dell’infiammazione istantanea. Nella «doll’s house» si può anche creare un backdraft. Il backdraft è un’esplosione dovuta all’apporto improvviso di ossigeno in un locale chiuso, saturo di prodotti sprigionati da una combustione incompleta (fuliggine nel fumo e gas di pirolisi), fino a quel momento privati di ossigeno. Si può creare un backdraft nella «doll’s house» nel seguente modo: una volta che il flashover si è prodotto, si chiude per qualche secondo una delle aperture della scatola in modo che l’ossigeno all’interno si consumi. Le fiamme apparenti spariscono mentre il fumo aumenta. Se a questo punto si ritira il coperchio dall’apertura, nella scatola entra una quantità di aria sufficiente che si mischia al fumo e tutto si infiamma a causa della tem-

IN

3D?

1.) Raffreddamento dei gas: lʼacqua polverizzata viene utilizzata per raffreddare sufficientemente i gas nella parte superiore del locale in modo da evitare lʼapparizione di un rollover o di un flashover.

2.) Inertizzazione (trasformazione in sostanze inerti): lʼacqua polverizzata è utilizzata per creare unʼatmosfera inerte nella parte superiore del locale, questa atmosfera viene controllata o dal vapore acqueo prodotto o dalle goccioline dʼacqua in sospensione nellʼaria. Questo impedisce lʼinfiammazione dei gas che produce il backdraft o lʼesplosione di fumo o, quanto meno, ne limita le conseguenze. 3.) Spegnimento: le superfici calde sono bagnate dalle grosse gocce, vengono in questo modo raffreddate e non sprigionano più gas.

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