PART 2: MOVING PICTURES
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PART 2: MOVING PICTURES
PART 1: DAVID LYNCH IN FOUR MOVEMENTS
David Lynch in Four Movements - YEAR -
- LINK -
2011
https://vimeo.com/33993633
- SONGS -
- QR CODE -
Questions In A World Of Blue The Pink Room Into The Night Mysteries of Love (Cruise, Badalamenti, Lynch)
L’
opera di David Lynch è certamente tra le più complesse da spiegare nel cinema moderno. Persino il celebre critico statunitense Roger Ebert non è riuscito a inquadrare con precisione una pellicola come Mulholland Dr. dopo aver provato ad analizzarla per 12 ore insieme ad alcuni studenti. Si tratta di un cinema sperimentale che rifiuta spesso la forma classica del racconto optando per uno stile più fluido con immagini che si concatenano, che narrativizza l’esperienza percettiva e che tende a scavare nell’immaginario collettivo a livello subconscio. Probabilmente l’approccio scelto da Richard Vezina, autore del video essay che andremo ad analizzare, è uno dei più fruttuosi per provare a trovare pattern tematici e stilistici nell’opera del regista di Missoula. Vezina punta alla sostanza delle diverse pellicole. Sostanza che spesso viene fuori nella sua forma più pura attraverso stili, umori e motivi
- PUT TOGETHER BY -
Richard Vezina - EXCERPTS FROM -
Inland Empire (2006) Mulholland Dr. (2001) The Straight Story (1999) Lost Highway (1997) Fire Walk with Me (1992) Twin Peaks (1990) Wild at Heart (1991) Blue Velvet (1986) Dune (1984) The Elephant Man (1980) Eraserhead (1977) The Grandmother (1970) The Alphabet (1968)
ricorrenti, aspetti che il videomaker sottolinea nei venti minuti del suo montaggio David Lynch in Four Movements. Vezina seleziona e accosta alcune delle più potenti immagini ricorrenti della fimografia Lynchana - facce materne che guardano verso l’osservatore, macchine da presa che si infilano in cavità nascoste, strade deserte illuminate dai fari di una macchina, lampade che illuminano a intermittenza, figure misteriose e inquietantie le suddivide in quattro spezzoni accomunati tra loro da una “tematica” principale. Ognuno dei quattro frammenti del video prende il nome da un brano scritto da Lynch e Badalamenti e cantato da Julee Cruise. In a world of blue racconta la tristezza intrinseca dei personaggi Lynchani, The Pink Room ci accompagna in un mondo oscuro e folle, Into the night mostra le paure nascoste che popolano la notte e Mysteries of Love mette in scena l’amore, un amore romantico, quasi da sogno.
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Mysteries of Love
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In questa sequenza Vezina accosta immagini accomunate dal racconto di uno stato d’animo comune, la tristezza. La sequenza si apre con un montaggio serrato di dettagli sugli sguardi delle donne di Lynch, le immagini sono concatenate attraverso dissolvenze incrociate. Nelle scene successive abbiamo invece quasi sempre primi piani che indugiano su volti trasformati da un profondo malessere interiore.
PART 1: DAVID LYNCH IN FOUR MOVEMENTS
Per Vezina la stanza rosa del titolo è il non-luogo nel quale il mondo si trasforma per assumere i contorni della follia e il soprannaturale, sia esso reale o frutto del subconscio, inizia a palesarsi. In questo frammento spesso lo schermo viene suddiviso in sezioni per sottolineare la ricorrenza di elementi, inquadrature, colori e giochi di luce che che hanno una forte valenza simbolica e spesso anticipano il verificarsi di avvenimenti fuori dall’ordinario.
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La notte è un momento che si popola di strane figure, personaggi grotteschi che compaiono dal nulla, nei sogni, nelle fantasie, nella realtà. La notte è uno stato d’animo, è l’irrequietezza del nostro inconscio che vuole comunicare. La notte è il momento in cui i piani si sovrappongono e nulla è quello che sembra. Vezina sceglie di raccontarci la notte attraverso i personaggi che la popolano e le immagini surreali di un sogno (un incubo?) cosciente.
PART 1: DAVID LYNCH IN FOUR MOVEMENTS Alla fine del calvario affrontato nei primi tre quarti del video c’è speranza. La speranza offerta dall’amore come potere salvifico, contrapposto al sesso. In Lynch il sesso e l’amore sono distanti, il sesso è fonte e risultato di orrori, l’amore offre speranza. Sono significative in questo senso le immagini simboliche del pettirosso e della fata che chiudono rispettvamente Blue Velvet e Wild at Heart con una nota positiva.
Lynchian: “a particular kind of irony where the very macabre and the very mundane combine in such a way as to reveal the former’s perpetual containment within the latter. It’s definable ostensively (we know when we see it).” David Foster Wallace
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Moving Pictures
- PUT TOGETHER BY -
Visual References and Artistry in the Works of David Lynch - YEAR -
- LINK -
2016
http://www.16-9.dk/2016/03/ moving-pictures/
- VISUAL REFERENCES -
- QR CODE -
“Chop Suey” Hopper “La Condition Humaine” Magritte “Delcacomania” Magritte “Head 1 /Head 2” Bacon “Interiør, Strandgade 30” Hammershøj “Vietnam Napalm” Ut
D
avid Lynch proviene da una formazione artistica in senso classico. Il regista ha studiato in Pennsylvania mettendosi alla prova in gioventù con la pittura, le installazioni e diversi altri tipi di opere visuali. Con il corto animato sperimentale Six Figures Getting Sick, nel ‘66, si confronta per la prima volta con le immagini in movimento. Da quel momento ha inizio il suo avvicinamento al cinema ma le sue origini da visual artist non lo abbandoneranno mai. Nel video essay Moving Pictures Andreas Halskov sottolinea questo aspetto dello stile di Lynch, il rifiuto della struttura narrativa classica in favore di una narrativizzazione delle forme figurative e plastiche e la predilezione per la forza delle singole immagini rispetto allo sviluppo della storia.
Andreas Halskov Jan Oxholm - EXCERPTS FROM Mulholland Dr. (2001) Lost Highway (1997) Fire walk with me (1992) Twin Peaks (1990) Blue Velvet (1986) Eraserhead (1977) Six Figures Getting Sick (1966) Un chien andalou (1929) Buñuel & Dalí Laura (1944) Preminger The Bride of Frankenstein (1935) Whale Suspiria (1977) Argento L’année dernière à Marienbad (1961) Resnais La pointe courte (1955) Varda Persona (1966) Bergman Love and Death (1975) Allen
Il videomaer danese esplora i numerosi riferimenti visuali e artistici all’interno della filmografia Lynchiana mostrando chiaramente come il regista statunitense faccia più volte ricorso all’utilizzo di richiami più o meno palesi all’arte figurativa. Halskov ritiene che l’utilizzo di questa tiplogia di riferimenti nell’opera di Lynch serva tre differenti funzioni: attirare il pubblico, sottolineare l’ambiguità insita in ogni immagine e in ogni situazione e creare un enigma visivo che affascini. La volontà stessa di Lynch di creare “moving pictures” (come egli ha spesso dichiarato) si manifesta in allusioni più o meno esplicite ai lavori di artisti quali René Magritte, Francis Bacon, Edward Hopper, Vilhelm Hammershøi and Salvador Dalí. Moving Pictures mostra gli esempi più evidenti di questo legame tra Lynch e l’arte.
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ERASERHEAD
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BLUE VELVET
TWIN PEAKS PART 2: MOVING PICTURES
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MULHOLLAND Dr.
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