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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA “DICEM” FACOLTA’ DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA A CICLO UNICO IN INGEGNERIA EDILE - ARCHITETTURA 4/S RELATORE: Prof.re Arch. Pirgiuseppe Pontrandolfi

La dismissione industriale come opportunità di rigenerazione urbana, il caso dell’area di Tito scalo (PZ)

CANDIDATO: Antonio Mastria 37775

Comuni della Basilicata Hinterland Potentino Consorzi per lo Sviluppo Industriale in Basilicata Comune di Matera

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Il Territorio del comune di Tito

incidenza ambito di analisi sul territorio comunale 11%

superficie 71,236 km2

ambito di analisi 8,322 km2

abitanti (2011) 7223 ab = 1000 ab

densità 102 ab/km2 = 50 ab/km2

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analisys

research

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project

Inquadramento Territoriale

Scala di riferimento 1:150.000

Attualmente, la dove si estendeva una valle contornata da boschi e incontaminata da antropizzazione ed industrializzazione, si erge un’area industriale. Essa è nata con lo scopo di essere motore di sviluppo economico per l’intero territorio ma, tra gli anni ‘90 ed oggi, con le avversità dell’ultima crisi economica e decisioni strategiche non all’altezza delle aspettative si è giunti alla dismissione delle più importanti aziende. Ciò ha generato disoccupazione, aree abbandonate ed interessate da una situazione d’inquinamento molto pericoloso per la salute e per l’ambiente. Ad oggi la consistenza dell’area industriale è di 3.2 km2, ed occupa l’8% circa del territorio comunale. Le aree dismesse, quindi abbandonate, ed edifici inutilizzati rappresentano circa il 40% di tutto l’agglomerato di cui solo una piccola percentuale è stata riconvertita. Nelle zone limitrofe insistono aree destinate ad insediamenti produttivi (PIP), aree residenziali e commerciali. La poplazione all’interno dell’area comunale ha continuato ad aumentare (dati Istat 2011) e la mancanza di una “pianificazione a lungo termine”, da parte delle amministrazioni comunali, regionali ed enti, in questi ultimi anni non ha favorito in alcun modo il recupero di aree potenzialmente strategiche, anzi, si è creata un’edificazione estremamente differenziata sia nell’area industriale che nel centro abitato di Tito scalo, favorendo l’edilizia ex-novo ed occupando uleriore suolo, senza che vi sia una giustificata necessità. Tutto ciò ha generato una “marmellata insediativa”, ossia, un’edificazione quasi incontrollata, condotta senza regole nelle aree extra-urbane, soprattutto a ridosso dei centri urbani, dell’area comunale di Tito scalo e dei comuni confinanti (Potenza, Picerno, Pignola). Il risultato è evidente, in quanto non viene soddisfatta a pieno la domanda di infrastrutture, collegamenti, residenze, servizi, attrezzature culturali, terziarie e ricreative, che si origina, prevalentemente, dal capoluogo di Regione. Inoltre, l’area è inglobata all’interno dell’hinterland potentino, uno dei più consistenti sistemi urbani della Regione, che coinvolge circa 120.000 abitanti, pari al 20% dell’intera popolazione lucana.


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