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Il Borgo di Aggius Un paese, un borgo, è innanzitutto la propria storia, le proprie tradizioni, la propria gente. Se arrivando ad Aggius, il paesaggio vi avrà affascinato, fermarsi significherà andare alla scoperta di storie e leggende, di tradizioni ancora vive e originali, di gente cordiale ed ospitale, sempre disponibile a fermarsi per fare quattro chiacchiere. Situato a 514 metri sul livello del mare, Aggius è un tipico paese della Gallura, subregione storica e geografica della Sardegna. Il suo abitato sorge ai piedi della seghettata cresta montuosa detta “Monti di Aggius”, che comprende le punte: “Monti di Mezu” (mt.782), “Monti Sotza” (mt. 778), “Monti Polcu” (mt. 675), “Monti di la Cruzi” (mt. 667), “Monti Pinna” (mt. 680) e “Monti Fraili” (mt. 645). Il panorama che si può ammirare dalle alture del suo territorio, si estende dall’Asinara sino all’arcipelago della Maddalena e alla Costa Smeralda. In giornate limpide si possono ammirare le ventilate Bocche di Bonifacio e la vicina Corsica con le riconoscibili falesie di Capo Pertusato, mentre nel periodo invernale e primaverile si ergono nitide le alte cime innevate. L'agro di Aggius si presenta come un equilibrato alternarsi di rocce granitiche, boschi secolari di lecci, di sughere, macchia mediterranea, pascoli e vigneti, ai quali il mutare delle stagioni conferisce aspetti e colorazioni variegate. Da circa una decina di anni il turismo sta diventando un comparto molto rilevante nell'economia locale. Nel 2005 il paese è stato insignito, dal Touring Club Italiano, della Bandiera Arancione, un marchio di qualità turistico-ambientale conferito ai piccoli comuni dell'entroterra italiano che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità. Dal 2011 fa parte dell'Associazione Nazionale dei Borghi Autentici d'Italia.
La Storia Le origini del borgo risalgono all’epoca preistorica, come dimostrano le tracce ancora presenti in tutta l’area circostante il centro abitato. Antica e importante “villa” della Curatoria di Gemini, il suo territorio vastissimo includeva anche i comuni di Trinita’ d’Agultu, Badesi e Viddalba, fino alla recente acquisizione della loro autonomia comunale. Terminato il periodo Giudicale, Aggius fu conteso dalla famiglia Doria, dagli Arborensi e infine dalla Repubblica Marinara di Pisa che esercitò il controllo sull’intera area, sino all’arrivo della dominazione prima Aragonese e poi Spagnola. Fu proprio la presenza spagnola a influenzare dialetti, tradizioni, usi e costumi locali in modo estremamente marcato. Questo dominio durò circa 400 anni fino a quando nel 1720 Aggius passò sotto il dominio dei Savoia. Aggius viene ricordato nella prima metà del Seicento come centro di falsari. La “zecca” si sarebbe trovata su uno dei suoi monti, che per questo fu chiamato Fraili (fucina del fabbro). Per tutto l’Ottocento la popolazione venne dilaniata da numerose faide familiari, la più famosa fu quella tra i Vasa e i Mamìa, dalla quale Enrico Costa si ispirò per il romanzo ‘Il Muto di Gallura”. Pochi conoscono il curioso fatto avvenuto nel 1848, quando Aggius divenne “Repubblica” per quarantotto ore, investita da quel movimento che in Europa prese il nome di “primavera dei popoli”.
Da vedere Nel centro storico del paese, l’elemento predominante è il granito a vista, presente nelle murature degli edifici e nelle pavimentazioni di vie, vicoli e piazzette. I toponomi hanno conservato antiche denominazioni: l‘Aldia (posto di guardia, casello daziario), Paràula, Speslunga, Lu Cunventu e Piazza di li Baddhi (Piazza delle danze). All'interno dell'abitato vi sono quattro chiese: la Parrocchiale dedicata a Santa Vittoria, un’altra dedicata alla Madonna d’Itria e gli oratori di Santa Croce e del Rosario. La Chiesa di Santa Vittoria, stando a documenti rintracciati in Curia Vescovile, fu eretta nel 1536. Alcune parti sono state
ristrutturate in epoche più recenti, come la facciata principale, ricostruita nel 1856 e il campanile, alto 33 metri e costruito nel corso del XX secolo. La Chiesa di Nostra Signora del Rosario e la Chiesa di Santa Croce, sedi delle omonime confraternite, recano delle scritte negli architravi posizionati all’ingresso, la prima reca la scritta O.D.R. A. 1727, mentre la seconda O.D.S.C. 1709, si tratterebbe di datazioni relative a dei restauri. La Chiesa di Nostra Signora d’Itria risale alla metà del ‘700 e fu costruita dalla Famiglia Tirotto come ringraziamento alla Madonna per il ritorno di un familiare caduto nelle mani dei Saraceni. Numerose le chiese del territorio circostante: Santu Petru (San Pietro di Rudas), Santu Jagu (San Giacomo), Santu Filippu (San Filippo), Santu Lusunu (San Lussorio), Madonna della Pace situata nella borgata di Bonaita, dove ancora oggi vengono svolte feste campestri legate al mondo agricolo, alla protezione dei raccolti e dei lavori nei campi. A breve distanza dal centro abitato, il laghetto Santa Degna, è un luogo selvaggio e d’incantevole bellezza, circondato da sentieri impervi, sugherete e alture in granito. Queste ultime dominano la Valle della Luna, o Piana dei Grandi Sassi, un luogo affascinante dal profondo silenzio. Nella valle è possibile visitare una delle strutture nuragiche più imponenti e in miglior stato di conservazione di tutta la Sardegna: il nuraghe Izzana. Da non perdere il Museo Etnografico “Oliva Carta Cannas" e il Museo del Banditismo, il primo è dedicato all’esposizione di oggetti e arredamenti tipici legati all’ambiente domestico, al mondo della tessitura e alla quotidianità, il secondo raccoglie documenti e reperti relativi ai fuorilegge perseguiti durante la dominazione piemontese a causa delle loro attività di contrabbando.
Da gustare La gastronomia gallurese utilizza prodotti locali frutto della terra e dell’allevamento. Il piatto tipico più conosciuto e celebrato di Aggius è la zuppa gallurese “la suppa cuata”, preparata con fette di pane raffermo, alternate a fette di formaggio fresco, formaggio grattugiato, mescolato con prezzemolo e un pizzico di pepe. Il composto viene bagnato con brodo di carne e cotto in una teglia “cuata” (nascosta) sotto la brace o dentro un grande recipiente, chiamato “lu caldari”. A piacimento la si può accompagnare con un sugo di carne di vitello, “lu ghisatu”. Altri primi piatti tipici sono: gli gnocchetti “li ciusoni”, i ravioli di ricotta o formaggio “li bruglioni”; “li fiuritti” e “li taddarini”, sorta di tagliatelle. Tra i secondi invece sono da segnalare: il capretto in umido “in brudittu”, la “faa oglia” preparata con bacelli interi di favette fresche, lardo salato e carne di maiale e la “faa cun laldu”, tipico del giovedì grasso, preparato con fave secche, carne di maiale sotto sale e foglie di cavolo verza. Da non dimenticare i formaggi a pasta filata come “lu zucchittu” e “la panedda” e formaggi a pasta cruda come “lu casgiu ruzu”. Dai latticini nasce “la mazzafrissa” (panna mantecata con semola). Si può mangiare semplicemente da sola, con l’aggiunta di zucchero o miele, o come condimento per gli gnocchetti e le favette fresche. Se a fine cottura si aggiunge del formaggio vaccino fresco tagliato a dadini, si ottiene un altro piatto della tradizione aggese chiamato: “lu casgiu furriatu”. Tra i dolci fritti tipici del carnevale ricordiamo “l’azzuleddi”, treccine di pasta, “li bruglietti” o chiacchiere, e le immancabili frittelle “li frisgioli longhi”. Tipiche del periodo pasquale sono le formaggelle “li casgiatini”, e le pesche di marmellata “li pessighi”.“Li papassini”, “la tulta” e “lu pani di saba” (mosto cotto) e “li cuzzuleddi” vengono preparati per la commemorazione dei defunti. In occasione di “lu pulchinatu”, uccisione e lavorazione del maiale, si sfornano “l’ozatini” con pasta di pane e grasso di maiale (jelda). Chiudiamo infine con “lu melisagru”, una melassa ottenuta dalla bollitura di acqua e miele con scorze d’arancia, da accompagnare con ricotta fresca, formaggi stagionati o con la “casgiulata”, conosciuta nel resto della Sardegna col nome di “seadas”. Meritano una menzione i vini, i rossi ottenuti da vari vitigni autoctoni (Carigaggjola, Nieddu 'addosu, Pascali di Cagliari, Ritaddatu, Culipuntu, Barriatoggja), mentre i bianchi degni di nota sono il Vermentino e il Moscato.
Cosa fare Aggius conserva un vasto patrimonio di tradizioni e cultura popolare. La festa patronale in onore di Nostra Signora del Rosario e di Santa Vittoria, la prima domenica di ottobre, ha ancora un’appendice tutta profana nella così detta “festa di li Agghjani”, ovvero degli scapoli.
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Il moto club Santa Teresa Gallura è nato nel 1994 e in 25 anni di esistenza ha
promosso e divulgato il motociclismo in tutte le sue specialità e anche a alti livelli di professionalità. Sicuramente si è distinto e specializzato in raduni e grandi adunanze in promozione turistica del territorio vista la vocazione e la stupenda collocazione della nostra cittadina. Certo che in tanti anni si è distinto anche in specialità piu' tecniche e spettacolari che hanno messo a dura prova tutti i soci e le loro capacità e passione. Abbiamo portato prove di Moto rally Mondiali con i nomi più quotati del settore e accolti con una immagine grandiosa del paese. Atleti spettacolari del FREE STYLE hanno dato prova di grande abilità durante uno dei bellissimi raduni delle Bocche di Bonifacio. Durante le feste patronali siamo sempre stati presenti con gimcane e prove di equilibrismo sopratutto rivolte ai bambini e anche incontri di auto moto d'epoca che coloravano le nostre strade. Da non dimenticare il grande evento del TRIAL in piazza dell'ESIT che veniva portato per la prima volta all'attenzione del pubblico teresino. Eventi sportivi puri sono stati le gare di SUPER MOTARD nelle zona industriale che ha visto tutte le nostre forze messe in campo per uno spettacolo unico e irripetibile. Organizzazioni diverse sono state le giornate dove abbiamo organizzato tour turistici e dimostrativi delle mitiche FERRARI che hanno dato un tocco di classe alla nostra organizzazione. Contributi e collaborazioni date anche ha grandi eventi come il CCMOTORDAY che nel 2009 e nel 2019 hanno portato oltre mille appassionati a Santa Gallura. Oggi siamo impegnati ha portare i nostri giovani nella disciplina del MOTOCROSS che negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni e che ancora riesce a darci . Grandi giovani come Nicolai Michele. Piras Alessandro, Giagoni Lorenzo, Manuedda Filippo, Guspini Paolo e Nicolai Gianni sono la nostra forza e il nostro futuro dove insieme cerchiamo nuovi obbiettivi e dove speriamo che sempre più tifosi e simpatizzanti possano avvicinarsi e dare tutti insieme ancora più forza al nostro sodalizio
il Presidente Alessandro Ferrandicco Info: +39 329 487 0854
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