Pellegrino Artusi la cucina domestica e i ricettari di casa
mostra bibliografica e documentaria 1891-2011
Forlimpopoli, Casa Artusi, 1-30 aprile 2011
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Pellegrino Artusi la cucina domestica e i ricettari di casa mostra bibliografica e documentaria 1891-2011 Forlimpopoli, Casa Artusi, 1-30 aprile 2011 a cura di
Rino Pensato Antonio Tolo
con il contributo di:
prestatori: Archivio Storico Comunale, Forlimpopoli Biblioteca Arcivescovile De Leo, Brindisi Biblioteca comunale, Misano Adriatico Biblioteca dell’Archiginnasio, Bologna Biblioteca di storia contemporanea Alfredo Oriani, Ravenna Biblioteca Estense Universitaria, Modena Biblioteca Gastronomica Academia Barilla, Parma Biblioteca Internazionale La Vigna, Vicenza Biblioteca Malatestiana, Cesena Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze Casa Moretti, Cesenatico Università di Scienze Gastronomiche, Bra Famiglia Bonaga Alberto Capatti Catia Costanzo Boschieri Giuliano Della Casa Maria Cristina Foschini Maddalena Garavini Cetrullo Rosaria Marrone Rino Pensato ringraziamenti: Mario Bagnara, Pierangelo Bellettini, Luca Bellingeri, Gianfranco Bettega, Dante Bolognesi, Katiuscia Di Rocco, Danilo Gasparini, Davide Gnola, Giancarlo Gonizzi, Nina Maria Liverani, Cecilia Magnabosco, Gabriele Mignardi, Guido Pensato, Giuseppe Ricci, Giancarlo Roversi, Manuela Ricci, Maria Letizia Sebastiani, Gianluigi Zenti 2
Comitato per le celebrazioni del centenario della morte di Pellegrino Artusi 1911-2011 Comune di Forlimpopoli Comune di Firenze Provincia di Forlì-Cesena Provincia di Firenze Regione Emilia Romagna APT Servizi Regione Toscana Accademia della Crusca, Firenze Società Dante Alighieri, Roma Accademia Italiana della Cucina, Milano BAICR Sistema Cultura, Roma Slow food Italia, Bra (CN) Slow Food Internazionale Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Casa Artusi, Forlimpopoli Biblioteca Comunale Pellegrino Artusi Forlimpopoli Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze Biblioteca Marucelliana, Firenze Fondazione Vittorio e Piero Alinari Firenze Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze Alma Mater Studiorum Università di Bologna Università di Scienze Gastronomiche Pollenzo e Colorno Università per Stranieri di Siena
Introduzione di Alberto Capatti Immaginare i libri della mostra Pellegrino Artusi, la cucina domestica e i ricettari di casa, ricollocati in Piazza d’Azeglio 25 in mezzo ad altri ben noti grazie al suo lascito e al catalogo della sua biblioteca, e vedere il padrone di casa, vecchio, cauto, miope, prenderli in mano e osservarli con stupore, e ritornare su un frontespizio, magari della Cucina futurista, lanciando un “oibò!”, sarebbe per chiunque l’abbia frequentato, uno spettacolo per così dire banale. I libri di cucina della biblioteca di Artusi erano tutti di piccolo formato, di carta grama, di color grigio, più tristi della Scienza in cucina. Chi li aveva acquistati e riuniti, teneva più al contenuto che alla forma, e li leggeva per istruirsi e per farsi una cultura. Non avrebbe mai speso tre lire per L’Arte cucinaria in Italia di Alberto Cougnet, due bei tomi in-4° da scialacquatori milanesi, da messieurs con le tasche bucate, ed avrebbe sdegnato La nuova cucina delle specialità regionali di Agnetti, una compilazione che in fondo era lusinghiera, eppure gli provocava lo stesso dispetto delle copie pirata della Scienza in cucina di Salani. Artusi non era né un cuoco di baldacchino né un bibliofilo di edizioni fuori commercio. Eppure nelle vetrine qui esposte c’è la testimonianza di gran parte della sua influenza su contemporanei e posteri e non mancano i volumi che aveva avuto fra le mani, come La cucina degli stomachi deboli del dottor Dubini che aveva letto e riletto, riscrivendone alcune ricette. Il bue alla California per esempio. Un Ottocento gastronomico francese che aveva saputo valutare con sagacia, senza risparmio di critiche e salvando pochi titoli, fra cui il Dubini; un Novecento che aveva non solo intuito ma messo in essere ne La scienza in cucina e di cui sarebbe stato il primo a stupirsi, vedendovi il proprio ritratto e il culto della sua persona. Questa mostra gli è dedicata, ringraziando il suo talento, sfidando il suo giudizio. L’intento per cui sono stati scelti i titoli ed esteso fino a ier l’altro il panorama librario gastronomico, è stato proprio quello di scoprire i filoni di una eredità che abbraccia gli anni 1891-1911, con un poeta dialettale, gastronomo e negoziante romano, Adolfo Giaquinto, e con Giulia Lazzari Turco una allieva fedele, devota che gli scriveva da Trento (scambiando cortesie e ricette). Dopo il 1911, la sua eredità, che continua sino ad oggi.
Il problema con l’Artusi è che esporre cento o trecento delle sue edizioni, agli occhi di un visitatore tutte identiche, non gioverebbe alla sua fama, mentre, la diversità dei suoi allievi, le loro bizzarrie, rendono conto della complessità del suo insegnamento. I ricettari stampati dopo di lui, con una grafica sempre più professionale, e magari disegni o fotografie, provano che la sua idea di una cucina italiana, senza francesismi e salse inutili, era buona e avrebbe potuto assicurare, nel futuro, una varietà di piatti sorprendente con tutti i colori delle città, delle provincie e delle regioni, nel ventennio fascista e ininterottamente nell’attuale regime repubblicano. Portare dunque un materiale tanto disparato in Casa Artusi, nella sua nuova casa, in occasione del centenario, non è sfidare il suo gudizio, rimpicciolirne la statura culturale, ma al contrario, farlo partecipe di una festa a capo della quale, fra quell’abbuffone di Ugo Tognazzi e le sorelle Koch con i loro quadernini, si scopre che era lui il vero padre di tutti gli uomini e donne che avevano pensato di cingersi con un grembiule, e persino di quelli sciammanati, bande di artistoidi e di futuristi, che fischiavano Artusi e fischiavano la pastasciutta, dopo esser stati nutriti, come il loro capo Marinetti, alla sua buona tavola. Guardiamo i libri di cucina con buonumore, perché così voleva il signor Pellegrino. Quante facezie, nella Scienza in cucina sono studiatamente scritte per dileggiare i signori e le signore, compunti a tavola, gli uni schifiltosi e le altre pronte a svenire di fronte ad una coscia di coniglio! Mettiamole in mostra! Guardate queste vetrine, per l’istruzione e per il divertimento, considerando che la cucina ha bisogno di dosi precise e di svago, che a tavola lo scherzo non è mai inutile e che Artusi in vita e dopo morte, è rimasto un maestro di gusto, di semplicità, di precisione e di buon umore. Se questa è la sua Casa, non c’è bisogno di sedute spiritiche per accorgersi che egli abita qui dentro e ride, dietro i libri esposti, in un angolo dei laboratori, fra gli acquerelli di Giuliano Della Casa e persino nella chiesa.
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Pellegrino Artusi, la cucina domestica e i ricettari di casa Una mostra bibliografica e documentaria: 1891-2011* di Rino Pensato e Antonio Tolo La mostra è ospitata nei locali della Biblioteca Comunale e della Biblioteca specializzata di Gastronomia di Casa Artusi. In essi si conserva innanzitutto la libreria personale di Pellegrino Artusi, nucleo originario e fondativo della stessa Biblioteca Municipale, che egli aveva designato come erede dei suoi libri, allo scopo di aprire nel suo paese natale una istituzione liberamente disponibile per la comunità di cui aveva fatto parte dalla nascita fino all’autoesilio fiorentino, seguito all’assalto del Passatore. La sede non è, evidentemente, scelta a caso per motivi che vanno oltre la circostanza appena rammentata. Chi segue, meglio se dall’inizio, le molteplici attività di Casa Artusi (ma anche chi semplicemente visita attentamente il suo sito Internet) prima o poi si imbatterà nell’incipit del documento costitutivo di Casa Artusi. Esso è è talmente forte e assertivo da essere posto anche, giustamente, in cima alla Home Page: CasArtusi. Il centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. Dalle parole ai fatti con l’attività editoriale: il libro Pellegrino Artusi e la cucina di casa (2009, terzo volume pubblicato nella collana dei Quaderni di casa Artusi) è infatti un primo coraggioso tentativo di Martina Fabretti, se non di definire compiutamente che cosa debba intendersi per cucina di casa (impresa ardua e tuttora in fase esplorativa), almeno di individuare alcuni principi di base per fare un po’ di pulizia e di chiarezza intorno a un oggetto apparentemente ovvio e in realtà oscuro e quasi insondabile. Il Quaderno 4 ha quasi gli stessi intenti, sul terreno della refertazione bibliografica, del precedente; il suo titolo (Ricettari di casa. Materiali per una bibliografia italiana 1800-2009, 2010) si esprime eloquentemente in tal senso. Contestualmente è stato avviato un affascinante progetto, tipicamente “artusiano”, sul piano della metodologia e delle tecniche di reperimento e della raccolta dei documenti, dell’istituto forlimpopolese: il suo titolo è “Mi interessa”. Per chiarirne più comodamente e correttamente l’obiettivo, ci affidiamo a quanto si legge, tra l’altro, nell’appello che introduce il progetto reperibile all’interno del sito:
Ci è sembrato quindi quasi naturale dedicare, come segno di continuità e integrazione rispetto agli oggetti e alle iniziative appena menzionate, anche una mostra bibliografica. Il titolo della mostra sintetizza oggetto e scheletro dell’esposizione: Pellegrino Artusi (ma avremmo potuto utilizzare al suo posto La scienza in cucina, o La scienza in cucina di Pellegrino Artusi), la cucina domestica e i ricettari di casa. Con “cucina domestica” speriamo, forse illusoriamente, di mettere insieme, per comodità se non altro lessicale, la cucina di casa, oggetto tuttora in via di definizione, e la cucina familiare, della quale il lettore comune ritiene, a dispetto della genericità e della eterogeneità che infettano il termine, di avere un’idea più precisa e consolidata. Per quel che ci riguarda, la locuzione cucina domestica da noi adottata si può leggere, quasi come motto d’impresa, in cima all’Home Page del sito internet ufficiale di Casa Artusi: Il centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. Questa sorta di insegna è peraltro la “mission” enunciata nelle linee Progettuali di Casa Artusi, approvate alla Giunta Municipale con atto N. 211 del 13/09/03. Dato il titolo generale alla esposizione, dagli elementi che lo compongono sono scaturiti quasi naturalmente la struttura, i contenuti bibliografici e documentari e la copertura cronologica. La dimensione della mostra e, in parte, la qualità dei documenti che è stato possibile esporre, teoricamente adeguati a una esposizione molto più corposa e di qualità tendente all’eccellenza assoluta, si sono all’atto pratico e forzatamente dovute assoggettare alla crisi congiunturale, senza precedenti, della vita culturale in questo infelice momento della storia italiana. Assolto anche il dovere di autogiustificazione preventiva rispetto ai comunque inevitabili e attesi rilievi di vario genere che i visitatori vorranno legittimamente contestarci, possiamo, finalmente, fornire una breve sintesi e alcuni dettagli di merito. La struttura in parte virtuale e ideale (affidata sostanzialmente alla brochure che correda l’esposizione) e in parte reale e visibile nei contenitori collocati nei locali della Biblioteca Artusi è qui di seguito illustrata. Gli estremi cronologici sono 1891-2011: 1891, data di pubblicazione della prima edizione de La scienza in cucina (che compie quest’anno i suoi primi 120 anni di vita) e 2011, cento anno dalla morte di Pellegrino Artusi. Il cuore della mostra (Il libro di Artusi e la cucina domestica italiana: 1891-1911) è costituito dal ventennio 1891-1911, i venti anni che intercorrono tra l’edizione Landi a spese dell’Autore e la 15ª edizione, nell’anno della scomparsa di Artusi, quando l’affermazione e il successo della sua opera, tanto grandi quanto, per onor del vero, inattesi apparivano ormai definitivi e inarrestabili. L’originale della Prima edizione è affiancata dai coevi tentativi editoriali, vari per contenuti e finalità, oltre che per le modalità, perfino fraudolenti,
«Ovviamente la parte del leone della collezione la fanno i libri, ma la Biblioteca Artusi vuole che la sua raccolta sia la più esaustiva possibile e cerca quindi di acquisire e mettere a disposizione documenti di diversa natura: riviste, film, cd, etc. Un particolare tipo di documento tra i più preziosi e rari è rappresentato dai ricettari di casa e/o di famiglia, cioè quei quaderni [manoscritti, n.d.r.], sui quali, nell’arco di diverse generazioni, le donne di casa (più raramente gli uomini) annotano le loro ricette. Ricette, certo, della tradizione ma con gli accorgimenti e gli adattamenti che la cuoca ha via via apportato per arrivare alla preparazione “perfetta”, la più gradita al palato dei commensali e che riesce a suscitare il plauso degli eventuali ospiti.» 4
tusi, quel Talismano della felicità di Ada Boni, in catalogo ormai da 85 anni, Il grande ricettario versione famiglia dello chef italiano più famoso nel mondo, Gualtiero Marchesi. Abbiamo però considerato, in nicchie separate, ricettari di famiglia, da un lato quelli di famiglie minime: la cucina degli scapoli o, secondo il suo sostituto, naturalmente inglese, single, attraverso un altro classico, una delizia di Vincenzo Buonassisi e Leonardo Vergani del 1966 e il clasicissimo della cucina detta afrodisiaca, La cucina dell’amore di Omero Rompini (Catania 1926). Questo è in duplice edizione, per consentirci di affiancare all’edizione di Atesa (Bologna 2000 ), arricchito di indice delle ricette e di gradevoli illustrazioni, l’originale della copertina, una bella tavola originale del grande illustratore e grafico pubblicitario Franz Laskoff. Analogamente, abbiamo affiancato all’originale de L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa di Olindo Guerrini (Roma, 1918) il bellissimo bozzetto originale, opera di un altro grande illustratore, grafico pubblicitario e caricaturista (oltre che pittore), Augusto Majani (Nasìca), prelevato direttamente dall’Archivio Grafico Formiggini (Modena, Biblioteca Estense-Universitaria). Dall’altro lato le Grandi famiglie sono rappresentate, concedendoci un pizzico di goliardica impertinenza, dal semiclassico (il termine non è nostro) Cucina dei monasteri di Sebastiana Papa e La cucina di Cosa Nostra, di Joe Cipolla (non è uno pseudonimo, a dispetto del cognome “alimentare”. Dulcis in fundo, una minima selezione di ricettari di famiglie d’artista, forse non tutti tra i più “seri”, ma indubbiamente tra i più divertenti e popolari. Citarne i nomi può bastare: Nasìca e Marinetti, Tognazzi e Fabrizi, Eduardo e Totò, per concludere quasi inevitabilmente con Nìvuro di siccia di Andrea Camilleri, i suoi arancini di riso, i timballi, i cannoli, le cassate e i maccheroni alla Norma. Da Cremona a Roma a Napoli a Porto Empedocle (o Vigata, se preferite) ricette d’artista – e domestiche - per un doppio anniversario, il 15O° della nascita dell’Unità Nazionale e il 100° della morte di un personaggio che ormai, volenti o nolenti, è visto come uno dei fattori più decisivi della nostra Unità e che risponde al nome di Pellegrino Artusi.
di raffrontarsi, rispettosamente, criticamente, alternativamente, piratescamente con questa assoluta novità gastronomica, impossibile da ignorare da parte degli scrittori e dei cultori di cose gastronomiche. La sezione, che contiene anche alcuni documenti non librari di grandissimo interesse e di evidente pertinenza biografica, si chiude con l’originale della 15ª edizione, dell’anno della morte dell’Artusi, edizione ripresa, con buoni motivi, da Alberto Capatti per l’edizione Rizzoli del 2010. Sia detto per inciso che una minima sezione “vedetta” (Verso una cucina domestica italiana) precede quella appena descritta, con tre titoli che, molto semplicemente, evocano, nel titolo, ma non solo, l’opera artusiana: la cucina casalinga (termine abusatissimo e falso sinonimo di domestica o “di casa”) di Chapusot, la cucina borghese di Vialardi e La cucina degli stomachi deboli del medico milanese Angelo Dubini. A rimarcare il successo, questa volta più tardivo, a livello internazionale, del libro, segue la lista di tutte le traduzioni, integrali o parziali, dall’americana del 1944, alla brasiliana–portoghese del 2009, compresa quella in dialetto romagnolo di Corrado Matteucci. Tornando in patria, ci è parso inevitabile offrire testimonianza della consacrazione, intravista per tempo da Alfredo Panzini, richiesta con decisione da Prezzolini nel 1948 di Artusi al rango di grande e colto narratore di ricette “raccontate” e infarcite di aneddoti, erudizione, curiosità, facezie, a cui serviva (e se la forgiò) una scrittura alta ma non sfarzosa, limpida, sobria ed elegante. Ecco quindi L’Artusi riscoperto, dalle celebratissime “letture” di Piero Camporesi per Einaudi, dal 1970 al 2001, alla recentissima Rizzoli-Capatti del 2010, antipasto dell’edizione critica cui sempre Capatti sta lavorando. A ridosso, un’altra piccola sezione, incentrata sulle 3 edizioni, per così dire correnti (a mo’ di valuta) da decenni edite da Giunti tuttora le più diffuse a livello di lettori e ancor più di dilettanti di cucina. A questo punto può dirsi chiusa la prima parte dell’esposizione e cominciamo ad allontanarci, idealmente, si fa per dire, da La scienza in cucina. Iniziamo col presentare alcune, essenziali “verifiche” di un mondo editoriale (e manoscritto) che solo nominalmente si è allontanato da Artusi, ma che, nella gran parte dei casi, continua più o meno consapevolmente, a scrivere e a “lavorare” sotto il manto protettore, più o meno occulto, del grande forlimpopolese. Una sezione è dedicata a I quaderni della nonna, una sezione costituita da manoscritti inediti e da manoscritti originali affiancati alle loro versioni edite: un esempio per tutti, le ricette di famiglia della più antica (tra quelle in vita) panetteria e gastronomia bolognese, Paolo Atti & Figli, pubblicate da L’artiere (Bologna, 2008, a cura di Beatrice Spagnoli) affiancate da alcuni dei manoscritti originali conservati nell’Archivio privato della Famiglia Bonaga, attuali eredi e discendenti di Paolo Atti. La seconda parte della mostra, genericamente denominabile Dopo Artusi, prosegue, come implicitamente anticipato in avvio di questa premessa, con la sezione I ricettari di casa e i ricettari per la famiglia. In essa convivono serenamente famosi ricettari di casa editi, come Nonna Genia, assurto a vero e proprio classico della cucina di Alba e delle Langhe, grandi e canonici ricettari per la famiglia, come il “concorrente” principale dell’Ar-
__________________ *Riferimenti bibliografici - Fabretti, Martina. Pellegrino Artusi e la cucina di casa. Forlimpopoli, CasArtusi, 2008 (Quaderni di Casa Artusi ; 3) - Pensato, Rino; Tolo, Antonio. Ricettari di casa. Materiali per una bibliografia italiana 1800-2009. Presentazione Giordano Conti. Introduzione Piero Meldini. Forlimpopoli, CasArtusi, 2010 (Quaderni di Casa Artusi ; 4) - Capatti, Alberto. Introduzione a: Artusi, Pellegrino. La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. A cura di Alberto Capatti. Postfazione di Massimo Montanari. Milano, BUR Rizzoli, 2010, p. I-LXII - Pensato, Rino; Tolo, Antonio. Lo scaffale del gusto. Guida bibliografica per la formazione di una sezione di cultura gastronomica italiana ad uso di biblioteche pubbliche e private. Con la collaborazione di Adele Blundo. Testi di Rosaria Campioni, Madel Crasta, Tullio Gregory, Massimo Montanari, Dario Simonetti, Laila Tentoni. Bologna, Compositori, in corso di stampa (Collana ERBA, Emilia Romagna Biblioteche Archivi) 5
Verso una cucina domestica italiana
1. Chapusot, Francesco. La vera cucina casalinga: sana economica e dilicata. Torino, Tip. eredi Botta, 1851 Nato a Plombieres-les-Dijon nel 1799, Chapusot è capo cuoco di Ralph D’Abercromby, ambasciatore d’Inghilterra a Torino dal 1841 al 1851. Il trattato di Chapusot, uscito una prima volta a dispense nel 1846, privilegia i piatti più consoni alla società internazionale, pur non disdegnando i piatti tipici regionali, in particolare piemontesi.
Provenienza: Biblioteca Internazionale “La Vigna”, Vicenza
2. Vialardi, Giovanni Cucina borghese semplice ed economica. Ed. adorna di molte incisioni in legno con copioso indice generale. Torino. G. Favale, 1884 Capo cuoco di Casa Savoia, Vialardi pubblicò nel 1854 il celebre Trattato di cucina, Pasticceria moderna, Credenza e relativa Confettureria (1854) contenente oltre 2000 ricette. Trent’anni dopo pubblicò questo manuale che, se non altro per il titolo e per i destinatari, la borghesia italiana di fine secolo, si presenta come una sorta di preannuncio del ricettario della famiglia borghese pubblicato 7 anni dopo da Pellegrino Artusi.
Provenienza: Università di Scienze Gastronomiche, Bra
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3. Dubini, Angelo La cucina degli stomachi deboli, ossia Pochi piatti non comuni, semplici, economici e di facile digestione: con alcune norme relative al buon governo delle vie digerenti. Milano, Bernardoni, 1882 Medico milanese, ottenne un notevole successo con questo ricettario (prima edizione 1842), di cui si rammenterà l’Artusi, riprendendone anche il titolo, nell’Appendice alla 14ª Edizione de La scienza in cucina (1910).
Provenienza: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Il libro di Artusi e la cucina domestica italiana: 1891-1911
4. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. [1ª ed.]. Firenze, Landi, 1891 «La Scienza in cucina, oltre ad essere quel delizioso ricettario che tutti, almeno di nome, conoscono, punto fermo della tradizione culinaria italiana, e perfetto manuale di alimentazione saporita e, insieme, equilibrata, svolse anche, in modo discreto, sotterraneo, impalpabile, il civilissimo compito di unire e amalgamare, in cucina prima e poi, a livello d’inconscio collettivo, nelle pieghe insondate della coscienza popolare, l’eterogenea accozzaglia delle genti che solo formalmente si dichiaravano italiane». Piero Camporesi, 1970 Edito a spese dell’autore dal 1891 al 1911, anno della morte di Artusi, il libro è ristampato ininterrottamente fino ai nostri giorni. Oggi si possono trovare numerose edizioni: dalle 2 Einaudi, alle 3 di Giunti, dall’edizione Vallardi (che ristampa la 10ª edizione del 1906), a quella di Corraini, illustrata da Alberto Rebori. Ultima, ma solo in ordine di apparizione, l’edizione Rizzoli a cura di Alberto Capatti (2010).
Provenienza: Collezione privata Alberto Capatti, Milano
5. Il cuoco per tutti, ossia l’arte di mangiare al gusto degli italiani con cibi nostrali e stranieri. Operetta contenente quanto è necessario per saper bene ordinare e servire un pranzo. Firenze, Salani, 1891. Il dispetto che provocavano a Pellegrino Artusi le copie pirata della Scienza in cucina di Salani, dispetto evocato da Alberto Capatti nella premessa a questo nostro libretto, ci ha indotti a inserire in mostra questo anonimo ricettario. Caso vuole che il volume esca lo stesso anno del capolavoro artusiano e condivida con esso, nel sottotitolo, un’espressione (“l’arte di mangiare”), tuttavia adoperata senza la colta consapevolezza che suggerì all’Artusi di associarla all’espressione con cui si cita brevemente il ricettario del forlimpopolese, La scienza in cucina, nella sua forma completa un consapevole e preciso programma culturale, gastronomico e linguistico.
Provenienza: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
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6. Ghersi, Italo Ricettario domestico. Milano, Hoepli, 1899 L’ingegner Italo Ghersi, firma enciclopedica dei Manuali Hoepli, licenzia questo Ricettario domestico che, in realtà, vede la cucina in posizione subordinata. Il manuale, infatti, è dedicato soprattutto alle varie faccende di economia domestica e le ricette sono una serie di prescrizioni e indicazioni delle più varie, che spaziano dalla preparazione dei liquori, al controllo dell’abuso di purganti. Dalla 9ª edizione (1935) con il titolo di Nuovo ricettario domestico, il manuale è affidato a Lidia Morelli che darà corpo culinario all’opera.
Provenienza: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
7. Giaquinto, Adolfo La cucina di famiglia. Raccolta di ricette pratiche e consigli per ben cucinare. 2 v. Roma, Tipografia della Minerva, 1899. Un classico della cucina domestica italiana, opera del prolifico zio di Ada Boni (Il talismano della felicità), più volte ristampato, anche recentemente (da Newton Compton nel 1984).
Provenienza: Biblioteca Internazionale “La Vigna”, Vicenza
8. La Cucina di famiglia, ovvero l’arte di mangiar bene alla casalinga. Libro contenente quanto è necessario per saper bene preparare un pranzo nonché i migliori metodi per fare conserve, rosoli, liquori e gelati. Seicentoquaranta ricette. Firenze, Salani, 1905
9. Agnetti, Vittorio. La nuova cucina delle specialità regionali. Milano, Soc. Ed. Milanese, 1910
«Se l’edizione de La scienza in cucina del 1907 era un caso di pirateria pura, questo può essere considerata, una sua replica spilluzzicata e smozzicata» Alberto Capatti, 2010
Tra i primi trattati a inserire le ricette in un contesto geografico preciso, inscrivendole in un disegno, sia pure incompleto – e non del tutto originale – di ricettario delle regioni italiane. Piero Meldini ne curò la ristampa anastatica nel volume La cucina dell’età giolittiana (Rimini-Firenze, Guaraldi, 1977), primo volume dell’opera La cucina dell’Itaglietta, da subito introvabile. Libro di discreto successo, nel 1916 fu tradotto in tedesco (Nicht nur Makkaroni!, Zurich, Orell Fussli).
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Università di Scienze Gastronomiche, Bra
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10. Agnetti, Vittorio. La cucina Nazionale. Nuovissima raccolta delle ricette più adatte per preparare un buon pranzo di famiglia. Milano, Soc. Ed. Milanese, 1910 Una raccolta rarissima pubblicata subito dopo il precedente La nuova cucina delle specialità regionali (cfr. n. 9), che sembra quasi compiere un passo indietro, presentando ricette che, a prescindere dalla competenza e dalla bontà delle scelte gastronomiche operate, sempre di buon livello, tradisce nel titolo “cucina Nazionale” - con la enne maiuscola - e nel contenuto, un peccato di ambizione e di valutazione della realtà gastronomica italiana dei suoi tempi (e non solo).
Provenienza: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
11. Cougnet, Alberto L’ arte cucinaria in Italia. Soc. Tip. Succ. Wilmant, 1910-11, 2 v. Opera di gusto enciclopedico (forse l’ultima nel suo genere), i due volumi di Cougnet sono anche il primo trattato libero dalla terminologia francese.
Provenienza: Università di Scienze Gastronomiche, Bra
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12. Artusi, Pellegrino La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Manuale pratico per le famiglie. 766 ricette. 10ª ed. con l’aggiunta di 22 nuove ricette. Firenze, A. Salani, 1907 L’editore Salani, autore già in precedenza di una replica del manuale artusiano (cfr. n. 6), pubblica questa edizione “pirata” che riproduce integralmente la decima edizione già uscita l’anno precedente presso Landi. Inoltre, a partire dal 1908 (e fino almeno al 1982!) riedita la terza edizione (corretta e ampliata, come dichiara nel frontespizio), la cui prima apparizione autorizzata porta la data del 1897.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Quando l’Italia non c’era
13. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Manuale pratico per le famiglie. 15ª ed. Firenze, Landi, 1911 L’edizione dell’anno della morte di Artusi comprende la “Cucina per gli stomachi deboli”, già apparsa in appendice alla 14ª edizione (1910). Edizione di alto valore simbolico, che conclude un ventennio di successo editoriale del manuale artusiano, con alcune varianti testuali di un certo significato recentemente rilevate da Alberto Capatti.
Pellegrino Artusi ha attraversato più volte tutta la penisola, in un’epoca in cui viaggiare significava attraversare continuamente confini di stato e le strade assicuravano viaggi scomodi e, talvolta, insicuri. «Statura alta, capelli scuri, fronte bassa, ciglia scure, occhi neri, naso regolare, bocca giusta, mento tondo, viso simile, carnagione naturale»; questo è l’identikit del venticinquenne Artusi, secondo la descrizione che ne fa il passaporto rilasciatogli dal Governo pontificio, in nome di Sua Santità Papa Gregorio XVI. Di professione mercante, il giovane Pellegrino, in procinto di intraprendere la sua carriera commerciale e nella sua qualità di suddito pontificio doveva sottostare ad obblighi precisi, tra cui il dovere «di presentarsi agli Agenti della S. Sede risedenti all’Estero in ogni luogo di loro passaggio, nel quale questi dimorino, e di riportarne il visto ai loro rispettivi Passaporti.»
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Archivio Comunale, Forlimpopoli
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Le lingue de La scienza in cucina
14. Artusi, Pellegrino Italian Cook Book. Adapted from the italian of Pellegrino Artusi by Olga Ragusa. New York, S. F. Vanni, 1944
15. Artusi, Pellegrino Italianissimo. Italian cooking at its best. Translated by Elisabeth Abbott. New York, Liveright, 1975.
16. Artusi, Pellegrino The art of eating well. Translated from the italian by Kyle M. Phillips 3. New York, Random house, 1996
La prima traduzione in inglese del manuale artusiano non poteva che essere opera di una italoamericana, a testimonianza di come la diffusione de La scienza in cucina abbia accompagnato le rotte dell’emigrazione italiana. Per confermare (se ce ne fosse bisogno) l’importanza identitaria della cucina e del particolare ruolo di Artusi, il titolo del suo libro diventa, semplicemente ma significativamente, Italian Cook Book, il ricettario per antonomasia della cucina italiana. Il volume raccoglie una selezione di 386 ricette.
A distanza di 31 anni dalla prima (cfr. n. 14), appare questa nuova traduzione americana, sostanzialmente completa nel numero delle ricette (787 invece di 790; sono state tralasciate Caffè, The e Cioccolata che, più che ricette, sono godibili digressioni dell’autore su queste piacevoli “cose diverse”). A rafforzare l’alta considerazione per Artusi all’estero, questa edizione riecheggia il titolo della precedente ma lo carica di un significativo superlativo: Italianissimo. E italiana (italianissima) -e al suo meglio- è la cucina di Artusi.
Gli Stati Uniti sono il paese dove, più che altrove, il manuale artusiano è stato al centro di attenzioni e non solo per la massiccia immigrazione italiana. Ne è la prova questa ulteriore versione, pubblicata da una delle più importanti case editrici statunitensi (che, citando Luigi Ballerini, «per per l’America del Nord è come dire Mondadori e Rizzoli messi insieme») che ripristina Caffè, The e Cioccolata, ma toglie altre 330 ricette...
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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17. Artusi, Pellegrino Science in the kitchen and the art of eating well. Translated by Murtha Baca and Stephen Sartarelli ; introduction by Lorenza de’ Medici. New York, Marsilio, 1997. Ad un anno dall’edizione della “corazzata” Random House appare per la più modesta Marsilio America, un’edizione americana finalmente completa. Ne è promotore e artefice Luigi Ballerini, docente di letteratura italiana all’UCLA, che, con lo pseudonimo di Lorenza de’ Medici, è l’autore della bella introduzione.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
18. Artusi, Pellegrino Science in the Kitchen and the Art of Eating Well. Foreword by Michele Scicolone ; introduction by Luigi Ballerini ; translated by Murtha Baca and Stephen Sartarelli. Toronto [etc.], University of Toronto Press, 2003. La traduzione fatta per l’edizione Marsilio è ripubblicata -emendata dagli errori- nella Lorenzo Da Ponte Italian Library, la collana dell’università di Toronto dedicata ai libri significativi della cultura italiana. L’introduzione, ampliata, è ancora opera di Luigi Ballerini, che firma, questa volta, con il suo nome. Il volume è illustrato da Giuliano Della Casa, autore anche delle illustrazioni dell’edizione einaudiana dei Millenni.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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19. Artusi, Pellegrino Der Grosse Artusi : die Klassische Italienische Küche. Trad. di: Thomas Münster. München, Mary Hahn, 1982. Prima edizione della traduzione in tedesco, che, nonostante il riferimento al “Grosse” riduce il numero delle ricette pubblicate a 500. Anche in Germania Artusi è sinonimo di cucina italiana e il libro registra un “grosse” successo editoriale, raggiungendo quota 12 ristampe e 100.000 copie vendute. Cosa che ha indotto l’editore a ripubblicare il volume nel 1998 (cfr. n. 20).
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
20. Artusi, Pellegrino Von der Wissenchaft des kochens und der kunst des geniessens. Mit illustrationen von Steppen Butz. München, Mary Hahn, 1998. L’editore Mary Hahn ripubblica il libro di Artusi preoccupandosi di attualizzarne la cucina. Per farlo chiede l’intervento di cinque grandi della cucina italiana (Gianfranco Bolognesi, Arrigo Cipriani, Gualtiero Marchesi, Fulvio Pierangelini e Gianfranco Vissani) che in molti casi reinterpretano l’originale artusiano. Il risultato è un ulteriore selezione nelle ricette proposte, poco più di 200 in totale.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
21. Artusi, Pellegrino De wetenschap in de keuken en de kunst om goed te eten. Vertaling Pietha de Voogd, Mieke Geuzebroek. Amsterdam, Scepter, 1996. Artusi nel paese senza cucina. Così intitolavano il loro intervento al convegno artusiano del 2005 le traduttrici di questa edizione in olandese. Paese noto per motivi diversi dalla cucina, l’Olanda ospita ristoranti di tante e diverse tradizioni culinarie straniere. Con questa traduzione, nelle intenzioni, si vuole far sperimentare ai “tulipani” la cucina casalinga.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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22. Artusi, Pellegrino La science en cuisine et l’art de bien manger : un extrait du manuel pratique pour la famille. Traduction en francais par Deborah Mariniello et Edouard Bechoux. Firenze : Il cenacolo degli Sparecchiatori, 2002. Nel 2002 il Cenacolo degli sparecchiatori, sodalizio fiorentino fondato nel 1978, ha assunto il compito storico di tradurre per la prima volta in francese La scienza in cucina, e far scoprire ai “cugini transalpini” le radici della cucina italiana. Una selezione di ricette (soprattutto pesci e arrosti) di provenienza prevalentemente toscana che, nelle intenzioni degli Sparecchiatori, permetta ai francesi di avere un assaggio del cibo più buono del mondo.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
23. Artusi, Pellegrino La ciencia en la cocina y el arte de comer bien. Coordinacion editorial: Maria Cristina Turchi, Loris Romagnoli ; traductores: Maurizio Fabbri ... [et al.] ; introduccion y edicion de Maurizio Fabbri. Martorano di Cesena : Arci solidarieta cesenate, 2004.
24. Artusi, Pellegrino A ciência na cozinha e a arte de comer bem. Trad. di Anabela Cristina Costa da Silva Ferreira. Itu (Brazil), Associaçao Emiliano Romagnola Bandeirante, 2009.
La prima traduzione in spagnolo è frutto di una collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e Arci Solidarietà per divulgare nei paesi di lingua spagnola i classici della letteratura italiana. Attraverso la collana letteraria Un mar de sueño, sono stati tradotti autori come Pascoli, Pavese, Prezzolini, Verga le cui opere sono state distribuite in gran numero nei paesi dell’emigrazione italiana.
La comunità italiana in Brasile è molto numerosa e al suo interno, i discendenti di emigrati emiliano-romagnoli costituiscono un gruppo molto attivo riunito nell’Associaçao Emiliano Romagnola Bandeirante. A loro si deve questa traduzione, frutto della collaborazione con la Consulta Regionale degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, che, attraverso il testo e la cucina artusiana, mantiene saldo il legame con i luoghi d’origine e tiene viva l’identità italiana.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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25. Artusi, Pellegrino E’ basta savê’ tnì’ una cucëra int al mâ... : opera dialettale di Corrado Matteucci . Bologna, C.V.U.R. , 1991-1992, 3 v. All’inizio degli anni ’90, sull’onda del centenario della pubblicazione della prima edizione, Corrado Matteucci, storico e profondo conoscitore del dialetto romagnolo, realizza questa traduzione in vernacolo, organizzata in tre volumi (Primi piatti, antipasti e salse; Secondi piatti, prima e seconda parte) e con il testo originale a fronte.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
L’Artusi riscoperto
Dal trittico Einaudi a Rizzoli 2010
26. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Introduzione e note di Piero Camporesi. Torino, Einaudi, 1970
27. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Introduzione e note di Piero Camporesi. Torino, Einaudi, 1991 (1995, 2007)
La ormai celebre edizione che, per merito di Piero Camporesi, presenta La scienza in cucina come uno dei libri capitali dell’Ottocento italiano, accanto a capolavori come I promessi sposi e Pinocchio. Essa riproduce il testo della 14ª edizione, l’ultima licenziata in vita l’Autore: priva di un vero apparato critico, ma ricco di note, di riferimenti bibliografici e soprattutto di una corposa introduzione che cambiò la storia critica del capolavoro artusiano. La versione di Camporesi (uscita nella NUE), fu ripresa nei Tascabili (1991) e nei Millenni (2001).
Einaudi ripubblica nei “Tascabili” la versione di Piero Camporesi, con introduzione, note e bibliografia ampliate e parzialmente rivedute e corrette.
Provenienza: Collezione privata Rino Pensato, Bologna
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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28. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. A cura di Piero Camporesi ; con uno scritto di Emilio Tadini ; illustrazioni di Giuliano Della Casa. Torino, G. Einaudi, 2001. L’edizione einaudiana nella sua collana più prestigiosa consacra l’opera di Artusi come un classico della letteratura italiana. Giuliano Della Casa, di cui figurano in mostra alcune tavole preparatorie delle illustrazioni presenti nel volume, ha illustrato anche la versione canadese della Toronto University Press (cfr. n. 18).
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Le figure/1 Della Casa, Giuliano Tavole ispirate a Pellegrino Artusi acquerelli, 2011 Nato a Modena nel 1942, Della Casa è pitore, ceramista, curatore di libri preziosi e inusuali. Ha studiato tra Modena ( Scuola d’Arte A. Venturi) e Bologna (Accademia di Belle Arti) e collabora con numerosi scrittori e poeti per i quali ha illustrato volumi o copertine di volumi in perfetta simbiosi con il poeta tanto da essere posti di fronte al dilemma: poeti per il pittore o pittore-poeta. Nel 2001 ha realizzato per Einaudi le illustrazioni dell’edizione de La scienza in cucina pubblicata nella collana Millenni (cfr. n. 28) e nel 2003 la traduzione americana edita dalla Toronto University Press (cfr. n. 18). In occasione di questa mostra, ha realizzato alcuni acquerelli ispirati a Pellegrino Artusi. Nel 1966 tiene al Palazzo dei Musei di Modena la sua prima personale, da allora mostra su mostra a: Bologna, Trieste, Genova, Palermo, Milano, Firenze, Roma, alla 36ª Biennale di Venezia, poi a Madrid, Tokyo, S. Paolo, Dusseldorf, Colonia, alla New York University, a Los Angeles. Nella primavera del ‘98 i teatri di Reggio Emilia hanno festeggiato l’ingresso di Giuliano e dei suoi acquerelli nel mondo del teatro. Della Casa sceglie quale strumento della sua pittura l’acquerello che usa magistralmente. Egli, pur non rifiutando le forme, resta fedele a oggetti immaginari come immaginario è il suo alfabeto fatto di segni simbolici, un cosmo tutto suo, dove la poesia può rintracciarsi in un segno proprio che diventa parola. Una concordia aerea di gocce, di alberi e di numeri ridati alla gioia dell’ortografia. Sintesi, essenzialità, semplificazione dell’immagine la cui variabilità infinita può riflettersi sempre in nuove trasformazioni. Una dialettica di forma e colore che rende monumentali anche le piccole pitture. I suoi colori magicamente sognati, le sue forme del tutto inedite e da cui ha abolito tutto quanto non era necessario fanno di Della Casa un pittore in viaggio che non ha ancora esaurito fantasia e ricerca e che porterà ancora a nuovi esiti.
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Artusi sullo schermo
29. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. A cura di Alberto Capatti. Postfazione di Massimo Montanari. Milano, BUR Rizzoli, 2010. Un’edizione de La scienza curata da Alberto Capatti che, attraverso un poderoso apparato di note, ripropone il testo artusiano della 15ª edizione (per via di alcune non insignificanti varianti testuali) come vivo e attuale nella sua proposta di una cucina come ‘fare’ domestico, artigianale, familiare.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene : un video sulla vita e l’opera di Pellegrino Artusi. Regia di Carlo Giunchi. Una produzione Mario Zucchi & Tecniche Blu, in collaborazione con il Comune di Forlimpopoli. Riedizione. Cesena, Tecniche Blu, 2004. 1 DVD (ca. 30 min.) Nel 1991, in occasione del precedente giubileo artusiano, venne realizzato un film che ripercorreva la vita e l’opera di Pellegrino Artusi. Soggetto e sceneggiatura di Folco Portinari e Mariella Zanetti, nel cast due giovani attori di talento: Sabina Guzzanti e David Riondino nei panni di una Giulietta ed un Romeo che regalano “frammenti di un discorso amoroso” in cui le parole sono quelle delle ricette artusiane.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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Pellegrino Artusi. L’unità d’Italia a tavola. Regia di Mauro Bartoli. Soggetto Laila Tentoni e Antonio Tolo. Prodotto dal Comune di Forlimpopoli. Forlimpopoli, Comune, 2011. 1 DVD (ca. 11 min.) Un film documentario che, sotto la guida di Alberto Capatti e Massimo Montanari, ha lo scopo, a cento anni dalla morte, di mostrare l’attualità della cucina e del metodo artusiano. Un metodo fatto di stagionalità e qualità delle materie prime, attenzione alla pratica di cucina, curiosità verso le cose nuove e disponibilità a modificare e innovare, almeno a tavola. Con la testimonianza appassionata di Massimo Bottura.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
L’Artusi corrente: le tre versioni di Giunti e due edizioni singolari
30. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Firenze, Giunti, 2010 La supereconomica e minitascabile: 480 pagine. In brossura.
31. Artusi, Pellegrino Artusi e l’arte di mangiar bene. Firenze, Giunti, 2009 Costo e formato medi: 576 pagine. In Brossura.
32. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Firenze, Giunti, 2001
33. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Illustrato da Alberto Rebori. Mantova, Corraini, 2001
34. Artusi, Pellegrino La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. [rist. anast. 1907]. Milano, Vallardi, 2009.
Edizione che si segnala per le belle tavole di Alberto Rebori, illustratore e vignettista di talento. Ha collaborato con numerose testate, tra cui Linus, Cuore, Diario della Settimana, Boxer. Oltre all’Artusi, ha illustrato una nuova edizione di un altro classico del nostro Ottocento, Cuore di De Amicis.
Vallardi aveva già ristampato nel 1983 questa edizione (la decima) uscita da Landi nel 1906 e da Salani (senza l’autorizzazione dell’Autore, nel 1907).
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
L’edizione-regalo di Giunti. 622 pagine. Arricchiscono questa elegante versione, rilegata, numerose illustrazioni a colori e in bianco e nero.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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I quaderni della nonna Manoscritti
35. Elena Lemme, Lucera. Quaderni di culinaria, 1930-1970, cc.116 Ms. Due quaderni di uso scolastico appartenuti alla signora Elena Lemme, di Lucera (FG), che li utilizzò tra gli anni Trenta e Settanta del ‘900, per annotarvi ricette di cucina. I quaderni sono cuciti insieme e recano il titolo comprensivo di “Quaderno di culinaria”. Di antica famiglia borghese. Elena Lemme era nata a Lucera nel 1897. Donna intelligente e abbastanza colta, non le vennero mai meno curiosità e la passione per la buona cucina. Sottoscrisse l’abbonamenro a “La cucina italiana”, fin da quando la rivista non era che un giornaletto azzurrino. Amava i piatti tradizionali della cucina regionale, ma a ciascuno apportava tocchi personali. Sui quaderni scriveva, in una bella grafia tipicamente ottocentesca, le ricette che riteneva più gustose, non senza averle prima sperimentate. Fino alla morte, avvenuta a Lucera nel1989, ha continuato a leggere “La cucina italiana”, e altre riviste del settore. In casa non mancavano i classici della gastronomia, da Artusi a Parmantier. I due quaderni e la rubrica, escluse le duplicazioni, contengono oltre 150 ricette.
Provenienza: Coll. Privata Rosaria Marrone, Lucera
36a. Famiglia Bonaga, Bologna, 3 quaderni e fogli sparsi di ricette di famiglia (sec. XX), parte dei manoscritti originali del volume Bologna in cucina... (cfr. n. 33b)
36b. Bologna in cucina, ricette di famiglia dal 1880. A cura di Beatrice Spagnoli. 3ª ed. Bologna, L’artiere edizioniitalia, 2008.
Quaderno 1. Quaderno scolastico “Ricette dolci”, interamente compilato negli anni Trenta del ‘900. Contiene molte ricette tuttora eseguite nel laboratorio del notissimo esercizio di gastronomia “Paolo Atti & figli”, nel cuore del “Mercato vecchio” di Bologna, distinto dalla belle vetrine sobrie e raffinate. Quaderno 2. Quaderno di uso scolastico, con copertina verde a decorazioni floreali in “Carta Sopraffina delle Cartiere A. Binda” di Milano. Sulla copertina la scritta: “Voltare dall’altra parte , dosi per dolci”. Infatti il quaderno è compilato dalla prima pagina del verso. Il verso della copertina, decorata da un bel fregio con strumenti di scrittura, reca il titolo Dosi dolci. Quaderno 3. 6 quaderni scolastici (di cui solo 2 compilati negli anni ’50 del ’900) rilegati insieme con dorso incollato e copertina neri. In copertina, staccata, “Ricette, Minestre. Pietanze. Anna Maria, 1956” (ma in realtà contiene altre ricette di dolci).
La famiglia Atti produce pane e dolci a Bologna dall’Ottocento. Questo volume (arrivato alla 3ª edizione) raccoglie le autentiche testimonianze della cucina casalinga all’ombra delle Due Torri e conduce il lettore a ritroso a scoprire come eravamo, lungo un flash back ricco di aneddoti e curiosità. 1ª ed. 2000. Disponibile anche un’edizione in lingua inglese.
Provenienza: Collezione privata Famiglia Bonaga, Bologna
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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37a. Garagnani, Giuseppina, Bologna 1 quaderno e fogli sparsi di ricette di famiglia (sec. XX) ricoperta in tessuto a quadretti. Giuseppina Garagnani, classe 1883, andò in sposa nel 1903 a Vincenzo Garagnani, suo lontano parente. Come usava all’epoca, inizia a mettere insieme il suo ricettario. Su una base costituita da ricette e ricettari delle altre donne della famiglia (dalla madre, la “Tisa”, alle sorelle sposate, alle cognate) Giuseppina innesta le proprie rielaborazioni, condotte seguendo il proprio estro e gusto. Un marchio di fabbrica che caratterizza un ricettario rappresentativo della cucina bolognese tradizionale, con qualche esotismo: dalla torta di mandorle tedesca, allo spumone inglese, dai babà, al pane di Pisa. Tramandato da nonna a nipote, il ricettario, segnato dal tempo e dall’uso, ha già una futura destinazione in una nipote dell’attuale proprietaria. Nel 1994 è stato pubblicato come Le buone ricette di Nonna Peppina (cfr. n. 34b) con un buon successo che gli è valso una 2ª edizione nel 2004.
Provenienza: Collezione privata Maddalena Garavini Cetrullo, BO
37b. Le buone ricette di nonna Peppina. Presentazione Luca Cordero di Montezemolo, introduzione Giancarlo Roversi, illustrazioni Umberto Sgarzi. 2ª ed.. Zola Predosa, Associazione culturale Zeula, 2004. Un ricettario spontaneo, nato quasi per caso e cresciuto a poco a poco col passare degli anni, senza alcuna velleità letteraria o editoriale. Un documento di notevole interesse sotto il profilo socio-culturale che attraversa oltre sessant’anni del secolo scorso e tutte le sue svolte epocali, proponendosi come il nitido specchio del mutare dei tempi e delle abitudini alimentari sotto la spinta degli eventi contingenti e dei nuovi stili di vita. Prima edizione: Modena, Lito F.G., 1994.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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38. Gaetano Foschini, Forlimpopoli Arte culinaria. Prelibate ricette di cucina. Harar, febbraio 1942. 1 quaderno ms. Un quaderno di contabilità della Bank of Abyssinia redatto nel febbraio 1942 da Gaetano Foschini, forlimpopolese e colono italiano nell’Abissinia occupata dagli inglesi, in guerra contro l’Italia. Il quaderno è indirizzato a Mercedina, al secolo Mercede Zanzani, classe 1887 e cuoca di Casa Foschini, che, per l’abilità che unanimemente le viene riconosciuta, esercitò anche un’attività professionale, mettendo in piedi un servizio di cucina a domicilio per occasioni speciali. Foschini, trascrive, in 54 pagine, le ricette che vorrebbe che Mercedina gli preparasse una volta terminata la guerra.
Provenienza: Coll. privata Maria Cristina Foschini, Forlimpopoli
39a. Koch, Catia; Koch, Maria, Primerio 6 quaderni ms. di varie misure Nate sullo scorcio dell’Ottocento, le sorelle Catia e Maria Koch crescono e si formano come tipiche ragazze di buona famiglia nella borgata di Fiera di Primiero, nell’allora Tirolo italiano (oggi Trentino orientale). Nonostante le loro vicende biografiche seguano percorsi molto differenti, a partire dal 1900 e fino al 1980, le due sorelle sviluppano la comune passione per la cucina che le porta a produrre ben sette ricettari manoscritti. In questi, il tratto distintivo e comune è l’abitudine di annotare il nome di chi ha fornito la ricetta o il gruppo di ricette.
È una cucina italiana, maturata in una terra di confine dove ciò non era del tutto scontato. Così, la presenza di Artusi nel ricettario domestico, diventa una sorta di dichiarazione di appartenenza all’identità italiana, ricca delle tante varianti locali. Questo sentimento nazionale, peraltro, non sempre era ben visto, come testimonia, ad esempio, la loro protesta al quotidiano Alto Adige del 1909, reo di averle diffamate per aver costituito un comitato di raccolta fondi a favore dei terremotati di Messina e Reggio Calabria.
Provenienza: Coll. privata Catia Costanzo Boschiero, Padova
39b. Koch, Catia; Koch, Maria Ricettari a doppio filo. A cura di Quinto Antonelli e Gianfranco Bettega. Postfazione di Danilo Gasparini. Feltre, Agora Libreria, 2007 Pubblicato nella collana Ricettari di gente comune, il volume dedicato ai ricettari delle sorelle Koch è uno dei frutti della ricerca Saperi e sapori che, tra il 2002 e il 2006, ha individuato, raccolto e reso disponibile le fonti che permettessero di tracciare un quadro dell’alimentazione nella Provincia Autonoma di Trento.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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Dopo Artusi: i ricettari di casa e i ricettari per la famiglia
40. Boni, Ada Il talismano della felicità. Roma, Ed. della Rivista Preziosa, 1925
41. Gosetti Della Salda, Anna Le ricette regionali italiane. Interpretate da Anna Gosetti della Salda. Milano, Solares, 1967
Ada Boni, nipote di Alfredo Giaquinto, autore, tra l’altro, de La cucina di famiglia (cfr. n. 5), fondò, nel 1915, la rivista Preziosa, dedicata all’economia domestica e distribuita solo per abbonamento. Nata nell’anno della prima edizione de La scienza, Ada Boni raccoglie nel talismano le ricette pubblicate nel corso degli anni sulla rivista. Il libro ha un grande successo ed è costantemente ristampato, secondo solo alla Scienza in cucina per longevità e diffusione. Una curiosità tipografica: l’edizione in commercio, riproduce un dettaglio de Il mangiatore di fagioli di Annibale Carracci stampata allo specchio.
Un volume che percorre le regioni italiane all’insegna del gusto e della tradizione. L’intento dell’autrice è ricostruire con la maggior fedeltà possibile le ricette, spesso molto diverse da certi luoghi comuni, lontani dalla realtà dei piatti tradizionali. Ogni ricetta è stata provata definendo dosaggi e tempi di cottura, adeguandoli alla disponibilità dell’attrezzatura di una cucina familiare media. Un manuale pratico per chi voglia realizzare le diverse specialità regionali, così come si sono definite nell’uso in questi ultimi cinquanta o sessanta anni. Più volte ristampato.
Provenienza: Biblioteca Arcivescovile A. De Leo, Brindisi
Provenienza: Biblioteca Comunale, Misano Adriatico
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42. Frejaville, Mario Il libro d’oro della cucina familiare italiana. Milano, Mursia, 1977 Questo libro è nato da una lunga e difficile opera di ricerca dell’autore, alla quale hanno partecipato e collaborato moltissime volenterose massaie fra quante gestiscono quotidianamente il ‘laboratorio gastronomico’ di famiglia: la cucina di casa nostra, che è lo scrigno dell’antico costume e del buon mangiare italiano. Seconda edizione: 1989.
Provenienza: Università di Scienze Gastronomiche, Bra
43. Guerrini, Olindo L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa. Roma, Formiggini, 1918. Sorprendente e spregiudicata raccolta di ricette che invita a conciliare la fantasia con la salvaguardia del bilancio familiare. Cucinare gli avanzi significa quasi reinventare la materia prima, trasformarla in qualcosa di nuovo che non ricordi neppure alla lontana la pietanza del giorno precedente. Lo stesso Artusi incoraggiò Guerrini a pubblicare il prezioso ricettario che, pronto già dal 1896, uscì però postumo da Formiggini nel 1918, a due anni dalla morte dello scrittore, nonché gastronomo e bibliotecario romagnolo. Ripubblicato fino al 2005.
Provenienza: Biblioteca Oriani, Ravenna
44. Moretti Foggia Della Rovere, Amalia (Petronilla) 200 suggerimenti per... questi tempi. 143 ricette per piatti economici e con poco o niente olio, burro, lardo, strutto, zucchero, alcool, caffè e cacao. Milano, Sonzogno, 1943 Uscito nel 1943, il volume è un classico (se non “il classico”) della «cucina di guerra», che ha come ingrediente principale la tessera annonaria. Una cucina domestica -si badi- non povera, ma impoverita.
Provenienza: Università di Scienze Gastronomiche, Bra
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45. Ghinelli, Salvatore Le ricette d’e’ Gnaf. Tratte da L’apprendista cuciniere di Salvatore Ghinelli. A cura di Piero Meldini. Rimini, Panozzo, 1997 Salvatore Ghinelli, cuoco riminese, pubblica a Milano nel 1928 L’apprendista cuciniere, un ampio manuale di cucina «per famiglie, ristoranti, alberghi, pensioni». Ghinelli non ha la pretesa «d’insegnare alla perfezione l’Arte della Cucina, che è assai difficile», ma si accontenta di «dare una mano» al lettore, dilettante o professionista che sia. Lo «stile gastronomico» tenta un matrimonio fra le tradizioni romagnole e la «cucina internazionale» in una contaminazione abbastanza comune dei ricettari degli anni Venti, che perseguono un’idea di cucina insieme popolare e raffinata.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Le figure/2
46. Zia Carolina Cucina pratica. Ricette gastronomiche ad uso delle famiglie. Milano, Edizioni S.A.C.S.E., 1936 Le famiglie che gli alquanto modesti compilatori hanno in mente non sono quelle rurali, robuste e sane, parche di bisogni e generosi di prole della propaganda fascista, ma le famigliole piccoloborghesi cittadine, a cui si fornisce una cucina appunto “pratica” e prudentemente anonima, di poche e non complicate idee e senza voli di fantasia: una cucina del consenso insomma. Ripubblicato nel 1977 a cura di Piero Meldini con il titolo La cucina della famiglia fascista, 3° dei 4 volumi de La cucina dell’Itaglietta (Guaraldi), non è mai stato distribuito.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Nasìca (Augusto Majani, 1867-1959) Bozzetto originale per la copertina del volume “L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa raccolta da Olindo Guerrini” (Roma, Formiggini, 1918) cm. 31x19,5, Archivio Grafico Formiggini, Biblioteca Estense Universitaria, Modena Nato a Budrio, presso Bologna, il 30 gennaio 1867, da una famiglia modesta, Augusto Majani, dopo un triennio di studi tecnici, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ebbe maestri il pittore Augusto Sezanne e lo scrittore e studioso d’arte Enrico Panzacchi.
Provenienza: Biblioteca Estense Universitaria, Modena
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Nel 1887, l’innata arguzia e l’abilità di disegnatore lo portarono a collaborare con il giornale umoristico “Ehi, ch’al scusa!”, sotto lo pseudonimo “Nasìca”, con cui, da allora in poi, firmò i disegni e le caricature alle quali è a tutt’oggi legata la sua fama. Rientrato a Budrio alla fine del 1894, iniziò una produzione pittorica che ben presto valicò i confini locali. Partecipò costantemente alla Biennale di Venezia dal 1897 al 1924. Non ancora trentenne Augusto Majani era già un pittore largamente conosciuto, senza peraltro mai abbandonare la remunerativa attività di illustratore e disegnatore che lo portò a legarsi al “Resto del Carlino”, entrando in contatto con l’ambiente culturale bolognese, e avendo quindi l’opportunità di conoscere e frequentare Carducci, Pascoli, Olindo Guerrini, Alfredo Testoni, Albano Sorbelli, Ottorino Respighi, ma anche D’Annunzio, Oriani, Trilussa, Ojetti, Barbarani. Nel 1905 ottenne la cattedra di figura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, cattedra che conservò fino al 1937, ed ebbe come allievi Giorgio Morandi, Osvaldo Licini, Giannino Lambertini, Norma Mascellani e Bruno Saetti. Tra le sue grandi passioni: il teatro, per il quale disegnò manifesti, scenografie, figurini, e la convivialità, che lo vide protagonista di cene e conferenze sulla gastronomia, di feste e conviti per cui realizzò menù, strenne e quelli che oggi si definiscono gadget. Nell’ambito della sua intensisima attività di disegnatore per periodici e per la pubblicità e come illustratore per vari editori, tra i quali Cappelli, Zanichelli, Formiggini, un posto di grande rilieve occupa dunque la sua produzione nel settore della gastronomia, attraverso illustrazioni pubblicitarie, alcune delle quali celeberrime, caricature, tavole per libri di amici come Olindo Guerrini e Ligi Bertelli, e firmando anche una sua pubblicazione, Nei regni della gastronomia, per l’editore Zanichelli. Si spense nel 1959 a Buttrio (UD). È sepolto, con la moglie Olga, a Budrio.
47. Carnacina, Luigi Il Carnacina. Milano, Garzanti, 1961 Luigi Carnacina inizia giovanissimo una carriera che lo porterà a lavorare con Auguste Escoffier che lo assumerà come direttore del suo restaurant de l’Ocean di Ostenda. Nel 1960 pubblica La grande cucina, a cura di Luigi Veronelli, del quale questo libro è l’edizione ‘breve’ (843 pagine …) e divulgativa. Ristampato da Garzanti fino al 1989, è un grande ricettario di cucina italiana e internazionale, dove l’autore riassume tutta la sua esperienza e la sua arte culinaria.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
48. De Giacomi, Luciano; Lodi, Beppe Nonna Genia. 2ª ed. riv. Cuneo, Araba Fenice, 1999
49. Marchesi, Gualtiero Il grande ricettario. Novara, De Agostini, 1993
Pubblicato la prima volta dall’editore Toso nel 1981 per cura dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba e della Famija Albeis, il volume presenta le ricette domestiche di nonna Genia. Raccolte in un quaderno tramandato agli eredi, le ricette rappresentano un vero e proprio classico della cucina di Alba e delle Langhe. Costantemente ristampato, è un vero e proprio bestseller avendo raggiunto le 50.000 copie vendute. La ristampa ora in commercio è quella del 2006. Nel 2007 è stata pubblicata la traduzione inglese del volume.
Prima edizione del ricettario compatto di cuoco italiano più famoso nel mondo, che in realtà è una selezione di 2.300 ricette tratte dall’opera enciclopedica La mia cucina, pubblicata in dieci volumi dallo stesso editore a partire dal 1976. Nuova edizione: Novara, De Agostini, 2010
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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50. Casella, Franco La zia Fiorina ci metteva i capperi. Due donne e due quaderni di ricette tra Pavia e Palermo. Milano, G. Tommasi, 2005
51. Bay, Allan Cuochi si diventa. Milano, Feltrinelli, 2009. 2 v. in custodia
Il libro pone a confronto due quaderni di cucina compilati nel corso della prima metà del Novecento, rispettivamente dalla zia Eufemia, pavese, e dalla zia Fiorina, palermitana trapiantata a Pavia. Franco Casella ci propone un confronto in cucina dove le sfumature prevalgono sulle differenze nette, dove tra i brodi e le zuppe, si fa largo timidamente un cucchiaino scarso di Liebig, simbolo di un’Italia che sta cambiando, ma con la curiosità del progresso piuttosto che con la frenesia del piatto pronto in cinque minuti.
La cucina di casa italiana è cambiata di più negli ultimi trent’anni che nei due secoli precedenti. I libri di cucina se ne sono accorti poco. Questo libro considera sempre la nuova offerta degli ingredienti, i prodotti veramente disponibili in un buon negozio o al supermercato; affronta i passaggi reali legati oggi alla cottura. Il metodo contro l’improvvisazione; tutte le ricette sono assolutamente semplici, alla portata di qualunque appassionato; è scritto con levità e gusto del racconto. Il volume riunisce le ricette raccolte nei due Cuochi si diventa pubblicati nel 2003 e nel 2004.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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Provenienza: Collezione dell’autore
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Famiglie minime
52. Buonassisi, Vincenzo; Vergani, Leonardo. Single in cucina. Con 12 disegni di Luciano Francesconi. Milano, Martello, 1966 Uscito quando il single era ancora uno “scapolo” e il grande Buonassisi percepiva, attento, i mutamenti delle abitudini alimentari degli italiani, il libro è stato ripubblicato nel 2003 dall’editore Viennepierre. Numerosi gli epigoni, di entrambi i sessi.
Provenienza: Biblioteca Internazionale La Vigna, Vicenza
53. Rompini, Omero La cucina dell’amore. Manuale culinario afrodisiaco per gli adulti dei due sessi. Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, 1926 La convinzione che vi siano alimenti che influiscono positivamente sugli stimoli e sulle prestazioni sessuali è vecchia quanto il mondo. La produzione abbondante di ricettari amorosi e afrodisiaci è tale che si può legittimamente parlare di un sottogenere autonomo. Il libro presenta anche un modello di vita: il maliardo, il dandy, il ‘mondain à la mode’, il ‘viveur’ colto e gaudente. Nel 1977, Piero Meldini ne curò una ristampa compresa in La cucina degli anni ruggenti, secondo volume de La cucina dell’Itaglietta (Guaraldi) opera, da subito introvabile.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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54. Rompini, Omero La cucina dell’amore. Manuale culinario afrodisiaco per gli adulti dei due sessi. Introduzione di Piero Meldini. Bologna, Atesa, 2000 Nuova edizione del classico per eccellenza tra i ricettari afrodisiaci italiani, arrichito da una nuova introduzione di Piero Meldini e da un indice delle ricette, mancante dell’originale.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Le figure/3 Laskoff, Franz <1869-1921?> Tentazione. Stampa originale per la rivista “Ars et Labor” (a. 1, 1906) cm 21x12, Collezione privata, Bologna Utilizzata dall’originale per la copertina di: Rompini, Omero. La cucina dell’amore: manuale culinario a-frodisiaco per gli adulti dei due sessi. Introduzione di Piero Meldini. Bologna, Atesa, 2000 (cfr. n. 55). Nato a Bronberg in Polonia, dopo gli studi a Strasburgo e un soggiorno a Parigi, nel 1898 giunse a Milano, dove entrò a fare parte della squadra di illustratori coordinata da Adolfo Hohenstein alle Officine Grafiche Ricordi. Elaborò presto uno stile caratterizzato dalla semplificazione del disegno e dalla stesura dei colori uniforme e senza chiaroscuri, che interpretava correttamente le possibilità offerte dalla litografia. Ne sono esempio i manifesti realizzati per Costina’s Coffee (1901), per i Magazzini Mele di Napoli (1902), per il quotidiano socialista “Avanti!” (1903). Si trasferì quindi in Inghilterra, dove probabilmente incontrò una committenza favorevole, data la vicinanza del suo stile a quello dei celebri cartellonisti inglesi Beggarstaffs Brothers. Dopo il 1921, anno a cui risale il bozzetto per il Cordial Campari (pubblicato nel 1928), il suo nome non appare più documentato; anche il luogo e la data della sua morte sono tuttora avvolti nel mistero.
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Famiglie d’artista
55. Nasìca (Augusto Majani) Nei regni della gastronomia: spigolature storiche e considerazioni ... filosofiche di un malnutrito. Bologna, Zanichelli, 1925
56. Fillìa (Luigi Colombo); Marinetti, Filippo Tommaso La cucina futurista. Milano, Sonzogno, 1932
57. Tognazzi, Ugo L’abbuffone. Milano, Rizzoli, 1975
La singolare incursione del celebre illustratore sul terreno della gastronomia. Il libro è dedicato «Alla Società di Mutuo Soccorso e Collocamento fra i Cuochi in Bologna, che valorosamente mantiene viva ed integra la tradizione gastronomica petroniana, il cuoco onorario Nasìca».
La celebre raccolta, riproposta dall’editore Marinotti nel 1998 e, in ristampa anastatica, da Viennepierre nel 2007, presenta vari scritti sulla cucina futurista, a partire dal “Manifesto della cucina futurista“, ad articoli a favore e contrari, ai racconti di pranzi futuristi, ricette e foto di alcune realizzazioni dei loro piatti.
Ripubblicato da Avagliano nel 2004, il libro è molto più che il ricettario personale di un attore famoso: un deposito di ricordi, aneddoti e passioni rievocati a partire da un sapore o un piatto preparato con cura per gli amici più cari. Nel 1984 l’autore pubblicò presso l’editore SugarCo Afrodite in cucina, dedicato alla cucina afrodisiaca, impreziosita dalle illustrazioni di Guido Crepax.
Provenienza: Biblioteca dell’Archiginnasio, Bologna
Provenienza: Casa Moretti, Cesenatico
Provenienza: Collezione privata Rino Pensato, Bologna
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58. [Camilleri, Andrea] Nìvuro di sìccia. Le ricette ispirate alle avventure del più astuto commissario siciliano. Testi di Viviana Neri. Milano, Trenta, 2008 Il primo e forse il più godibile alla lettura dei diversi ricettari dedicati ai moltissimi piatti, dol-ci e salati, presenti e spesso descritti, nelle opere del più sorprendente e forse più amato fe-nomeno letterario italiano (e in buona misura internazionale) dell’ultimo ventennio.
Provenienza: Collezione privata Rino Pensato, Bologna
59. Fabrizi, Aldo La pastasciutta. Ricette nuove e considerazioni in versi. Con 16 tavole a colori di tavole a colori di Enrico Ferorelli e 20 disegni di Ferruccio Bocca. Milano, Mondadori, 1970
60. Quarantotti De Filippo, Isabella Si cucine cumme vogli’i’... La cucina povera di Eduardo De Filippo raccontata dalla moglie Isabella. Presentazione di Dario Fo. Illustrazioni di Raimonda Gaetani. Milano, G. Tommasi, 2001
Negli anni Settanta Aldo Fabrizi dette corpo alla sua nota passione per la cucina, pubblicando tre volumi dedicati ai suoi piatti preferiti, descritti e decantati in versi in vernacolo romanesco. A La pastasciutta (il più fortunato, ristampato fino al 1980) sono seguiti Nonna minestra (Mondadori, 1974, con illustrazioni di Alberto Fremura) e Nonno pane (Mondadori, 1980, con illustrazioni di Mario Pucciarelli e Gianni Isidori.
Un ritratto poco noto di Eduardo, tracciato attraverso la ricostruzione delle ricette preferite dal grande drammaturgo. «Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare non c’era niente di sciatto o casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso …». Il volume contiene anche il poemetto gastronomico di Eduardo che dà il titolo al volume.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
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61. Totò (Antonio De Curtis) Fegato qua, fegato là, fegato fritto e baccalà. A cura di Liliana de Curtis e Matilde Amorosi. Milano, Rizzoli, 2001 Le ricette sono state tramandate di generazione in generazione in casa De Curtis e la figlia Liliana le pubblica inframmezzandole a episodi, gag e battute del ‘principe della risata’.
Provenienza: Biblioteca Comunale Artusi, Forlimpopoli
Provenienza: Collezione dell’autore
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Provenienza: Collezione dellâ&#x20AC;&#x2122;autore
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Famiglie grandi
62. Papa, Sebastiana La cucina dei monasteri. Milano, Il formichiere, 1977
63. Cipolla, Joe La cucina di Cosa nostra. Milano, Gorlich, 1970
Più volte ripubblicato, anche col titolo La nuova cucina dei monasteri, è un testo ormai classico sulla cucina conventuale, modello di altre più recenti, ma meno complete opere sull’argomento.
Joe Cipolla, emigrato negli Stati Uniti nel 1903, divenne subito una leggenda vivente: il miglior cuoco di tre generazioni di Don e di capimafia. Il suo libro è un ricordo delle sontuose ultime cene dei grandi mafiosi del tempo che fu. Ma si tratta anche di un vero e proprio libro di cucina con oltre 150 ricette dei piatti di origine siciliana prediletti dai “pezzi da novanta” degli USA. Qua e là, tra i Maccheroni del Gran Capo e la Crostata del becchino, l’autore racconta aneddoti e feroci episodi di cui è stato testimone durante la sua lunga carriera di cuoco. Copertina di Guido Crepax.
Provenienza: Biblioteca Internazionale La Vigna, Vicenza
Provenienza: Biblioteca Malatestiana, Cesena
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Provenienza: Collezione dellâ&#x20AC;&#x2122;autore
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Pellegrino Artusi
la cucina domestica e i ricettari di casa
mostra bibliografico documentaria 1891-2011 Forlimpopoli, Casa Artusi, 1-30 aprile 2011 Orario, dal martedì al sabato martedì, giovedì, sabato: 9.30-12.30 mercoledì e venerdì: 15.30-19
con il contributo di:
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