Franco Pastore
( IL SOGNO DI ROMEO )
A.I.T.W. Edizioni Collana Poesia Monografica
Una monografia in versi Di FRANCO PASTORE
« Molte sono le cose straordinarie, eppure nulla vi è di più straordinariodella donna » – Sofocle, dal coro dell’Antigone
© Agosto 2004 by Franco Pastore Una realizzazione A. I. T. W. Da “Un unico grande sogno” ISBN IT\ICCU\MO1\0035686
INTRODUCTIO “Romeo e Giulietta”, è un’antica storia italiana più volte raccontata da Luigi da Porto (1530) e da Matteo Bandello (1554), che ha ispirato la opera giovanile più bella di William Shakespeare. Altri riferimenti culturali sono da ricercarsi in Masuccio Salernitano (pseudonimo di Tommaso dei Guardati, 1415-1476), che riscrisse la storia nel suo Novellino con il titolo Idue amanti senesi (novella 33) e Luigi Da Porto,nobile vicentino e celebre uomo d'armi (1485-1529), del quale nel 1531, due anni dopo la sua scomparsa, apparve la Istoria novellamente ritrovata di due nobili amanti, in un'edizione del 1539 col titolo La Giulietta. Segue Matteo Bandello e lo scrittore alessandrino (1485-1561) che indirizzò a Girolamo Fracastoro la sua novella (libro 11, 9), col titolo “ La sfortunata morte di due infelicissimi amanti che l'uno di veleno e l'altro di dolore mori-rono, con vari accidenti”. Furono, poi, i novellieri italiani ad ispirare Lope Félix de Vega y Carpio il dramma “Castelvines y Monteses”. Roselo e Julia sono contrastati dalla rivalità delle due famiglie e la giovane è costretta ad accettare un altro fidanzato. Al momento delle nozze ella sviene e cade come morta. Deposta nella cripta, al suo risveglio trova Roselo. La voce dell'amore è il fulcro attorno cui ruota il dramma. Con l'opera di Lope nasce i motivo della "morta viva" ripreso da Shakespeare. Ma il primo ad interessarsi alla vicenda dei due amanti senesi fu Dante, nel VI canto del Purgatorio ( vv.103 -106). L’HISTORIA (Secondo Shachespeare) Verona è sconvolta dall’odio fra Montecchi e Capuleti. Ad un ballo mascherato in casa Capuleti, Romeo Montecchi s’innamora Perdu-tamente di Giulietta Capuleti e, nascosto sotto il balcone della giovane, la ascolta mentre costei, convinta di essere sola, confessa alla notte il suo amore per lui. A questo punto, si fa avanti ed i due giovani si scambiano parole d’amore e promesse di fedeltà reciproca. All’indomani, con la complicità della balia di Giulietta, i due innamorati vengono segretamente uniti in matrimonio da frate Loren-
zo. Poco dopo, Romeo, provocato da Tebaldo, cugino di Giulietta, cerca di evitare ogni lite, interviene Mercuzio, amico di Romeo, e Tebaldo l’uccide. Romeo vendica l’amico ed uccide Tebaldo. I due sposi riescono a trascorrere insieme un’unica notte d’amore. All’alba, ridestati dal canto dell’ allodola , sono costretti a separarsi, perché Romeo deve fuggire a Mantova. Intanto, i genitori di Giulietta decidono di darla in mo-glie al conte Paride, la fanciulla, disperata, chiedere aiuto a frate Lorenzo che, decide di ricorrere ad uno stratagemma: consegna a Giulietta un potente sonnifero che le procurerà una morte apparente e manda una lettera a Romeo, per spiegargli tutta la situazione. La lettera non giunge a destinazione e il giovane, appreso la notizia della morte di Giulietta, si precipita a Verona con un potente veleno. Giunto presso la tomba della sua sposa, uccide Paride in duello, poi beve il veleno e muore all’istante accanto alla sua Giulietta. Quando Giulietta si sveglia, e vede Romeo morto, disperata si trafigge col suo pugnale. Accorre frate Lorenzo e, richiamati dalle notizie che si sono divulgate in città, accorrono anche il principe, i Montecchi e i Capuleti, ai quali il frate rivela la verità. Il principe biasima l’inimicizia fra le due famiglie e, sulla tomba dei due giovani innamorati, Montecchi e Capuleti, alla fine, si riconciliano.
PROLOGO
Ricamano i sogni nel cuore progetti d’amore, tempeste di palpiti e angosce ti segnano e via, si libera con voli rapidi la fantasia. È allora che credi la vita un fantastico gioco, generoso di doni e di gioie, che arrossano il viso, mentre Iddio è con te sulla terra col suo paradiso. Non c’è male, né guerra, ma amore che tiene la terra non vi sono miserie ed ogni persona è sincera tutto l’anno, dovunque, è primavera. Sono gli anni più belli
Ed il mondo Ti sembra bambino: cerchi solo l’amore e corri: l’universo è piccino. Ogni donna è Giulietta che sogna il suo bel Romeo, e tra i sogni è l’amore che aspetta il più dolce trofeo. È la musica di mille carezze, seguite dai baci, quando il seno e l’inguine e i glutei si fanno di brace. È la musica di mille carezze, seguite dai baci, quando il seno e l’inguine e i glutei si fanno di brace, quando sera ed il canto del gallo è un solo momento, quando sei sulla terra, ma l’animo
è nel firmamento. EPILOGO Solo allora, Tu accetti ogni cosa, perfino la morte, è l’amore che toglie i confini, non c’è più la sorte. Nello spazio infinito ritrovi chi ti diede la vita, non più corpi tra i rovi, ogni piega è svanita. È un’anima sola che muove, tra milioni di stelle, solo l’ amore rimane tra le cose più belle.
L’autore Franco Pastore nasce a San Valentino Torio, frequenta il ginnasio ed il Liceo nella vicina Sarno, il paese dei nonni materni, e completa gli studi presso l’Ateneo salernitano. Fin da giovanissimo, inizia a scrivere racconti, poesie ed articoli su periodici e giornali locali. Dopo il servizio militare, si trasferisce con la famiglia a Salerno, dove, nel 1971, inizia a collaborare con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scrivendo sul periodico “Verso il 2000”. Di poi, entra a far parte dell’equipe del Varo, la galleria d’arte di Vito Giocoli, sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale, che lo veicola verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, collaborando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco, Nicola Napolitano, Renato Ungaro, Luigi Fiorentino ed altre personalità della cultura, come Franco Angrisano Domenico Rea e Gaetano Rispoli. Fu appunto Rispoli a presentarlo a Carlo Levi, a Roma, nel dicembre del 1971. Alla metà degli anni settanta, sarà Domenico Rea, presso la Camera di Com-mercio di Salerno, a presentare alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (Roma - n. 136 del 12/6/1980), che il Pastore scriveva, nel 1979 (Il Giorno - 23 marzo 1980), con Liana Annarumma. Intanto, Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel pe-riodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, grazie al Grieco, conosceva Lucia Apicella di Cava (Mamma Lucia), per la quale pubblicava su Verso il 2000 una serie di racconti, raccolti poi nel libro “Mamma Lucia ed altre novelle” (L’Eco della stampa - gennaio 1980 / Il Faro del 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese,“Mutter der Toten”, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio, che Angrisano drammatizzò nel salone dei marmi del Comune di Salerno (la Voce del Sud - 12/7/1980 - Roma 11 giugno 1980 52 n.135), il giorno in cui Mamma Lucia fu Premiata con medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980). Dopo il suo primo romanzo “L’ira del Sud” (verso il 2000 - anno XXIII - n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per Franco Angrisano “La moglie dell’oste”, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì “Terra amara”, sul problema del caporalato nel sud. Negli anni novanta, viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse “All’ombra del Cervati” una raccolta di liriche e “Fabellae”, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di sociologia e psicologia di gruppo nell’Ospedale Tortora di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore.
Nascono così le commedie: “Un giorno come un altro”, “Un maledetto amore”, “Una strana Famiglia” ( Le Figaro / Education, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000, è direttore di Corsi di alfabetizzazione informatica per il M.I. e tiene, al Centro sociale di Pagani, Corsi di Pedagogia speciale (metodi: Decroly e Froebel). Alla fine degli anni novanta, si abilita per l'insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il commediografo passa dalla pedagogia (didattica e metodologia), all’insegnamento di italiano e storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno, ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi, ripropone “La moglie dell’oste” che viene rappresentata nel 2006, al teatro dei Barbuti, nel Centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie, ispirate al Novellino del Masuccio: Le brache di San Griffone , “Un vescovo una monaca ed una badessa” e “Lo papa a Roma”. Oramai l’insegnamento non lo interessa più e dà le dimissioni, nel settem-bre del 2005, chiudendo innanzi tempo il suo impegno con la scuola, per dedicarsi completamente al Teatro. Come European journalist (GNS Press Association), fonda, con il patroci-nio del Comune e della Provincia di Salerno, la rivista virtuale di lettere ed arti “ Antropos in the world”, alla quale collaborano l’on.Michele Rallo da Trapani, Anna Burdua da Erice, Maria imparato da Bergamo e Gaetano Rispoli, l’ulti-mo maestro di pittura, amico di Carlo levi e di Domenico Rea. Intanto, inizia il ciclo de’ “I Signori della guerra”, ovvero “La Saga dei Longobardi”, un insieme di cinque drammi storici, sulla Salerno longobarda e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011. Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti “Il gusto della vita” (ed. Palladio) e di “Ciomma” (edito dalla Ed. Antitesi di Roma), va in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici “L’Adelchi”, replicato il 25 febbraio 2011 al Diana di Nocera Inf., con il patrocinio della Provincia di Salerno (Dentro Salerno, 25 febbr. 2011). Dunque, nelle sue opere, traviamo profonde tracce delle sue radici: le figure ed i personaggi delle sue commedie e dei racconti ci riportano all’agro nocerino-sarnese, ricco di caratteristiche peculiari, artisticamente incasto-nati in situazioni socio antropologiche sui generis. E’ il caso di “Peppe Trac-chia”, così come di “Ciomma” o “Luciano Valosta”, per non citare tante altre figure, prese dai campi o dalle fabbriche di pomodori. Nemmeno l’agro si dimentica di lui, con la consegna dell’Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) e la pubblicazione di “Oltre le stelle”, presentata al palazzo formosa, il 12 febbraio del 2014 (Dentro Salerno, 13.02.2014)
Nel settembre del 2014, ha bisogno di una pausa e rallenta le fatiche letterarie, ritornando alla scuola come preside (coordinatore didattico) di un istituto superiore parificato, ma continua a dirigere “Antropos in the world”, la rivista letteraria da lui fondata nel 2004, con il patrocinio del Comuni di Salerno, Pagani, San Valentino Torio, nonché della Provincia di Avellino. Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur avendo acquisito una formazione classica (Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testimonianze forti sulle difficoltà di una Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, nel mentre delinea il dramma di antiche dominazioni, passa alla commedia di denuncia ed alla farsa.
In ebook il 30 aprile 2015 Una realizzazione A. I. T. W. Da “Un unico grande sogno” ISBN IT\ICCU\MO1\0035686