Nell'anima

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FRANCO PASTORE

Dieci anni di liriche 2006 - 2016

A.I.T.W. ~ 1EDIZIONI ~ Collana Poesia


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FRANCO PASTORE

Σε ψυχή

Presentazione A. Mirabella – L.Crescibene

Disegni G. Rispoli – P. Liguori – G.Farina

Ed. Antropos in the world © 2016 by Franco Pastore

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Presentazione La poesia nasce dove la si cerca, una scintilla d’ispirazione è la vera maestra del poeta.Un tramonto, l’erba verde e cose del genere, per chi sa usarle diventano poesia. -Yuan Mei (scrittore cinese 1716-1797)

Parlare criticamente della poesia di Franco Pastore è difficile per quel suo carattere tutto affollato d'immagini che lo stesso scrittore, si direbbe, non abbia voluto fermare nel distacco pre-ciso e stagliato di una sua scelta, ma lasciar vivere e inseguentisi, a volte anche in approssimazioni formali, come a rendere l'eccitazione e l'estro fantastico e sentimento da cui son nate. Perciò la maggior parte di queste poesie vanno lette e gustate nel loro stesso lievitato abbandono, che assume i toni più varii a seconda dello stato d'animo che le ha dettate, per cui si passa da liriche come Aspettando l'alba (dolente e quasi vibrata ) a Mentre imbruna la sera (che vorremmo dire elegiaca per un amore irrefrenabile), a I tuoi passi (in cui i toni delicatissimi nascono da una consapevole illusione). Ma dove il Pastore ci sembra aver raggiunto i suoi risultati più compiutamente e armoniosamente poetici è nel tono della freschezza: quello ad intenderci, di Nel tuo chiarore o di liriche come Attimi, Solitudine, Aqua Electa - Quaglietta e qui le immagini dei monti, degli annosi uliveti, degli antichi dialetti nostrani ci fanno intuire tout court la valorizzazione di un dolce passato. che resiste ancora a tutt'oggi. Non che Pastore sia tutto qui, raggiungendo egli toni alti e forti, come nel Canto del mattino Quando il sole / bacia i pini / dell‟alta valle, / stemperandosi, / i colori / si fanno respiro. / Odi, nella luce, / il canto del mattino / e non hai più / bisogno / dei tuoi ricordi . Qui ci appare tutta la vis poetica dell'auto-

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re, che sembra proprio aver oltre che capacità liriche anche pittoriche. Il dominio di sé e dei suoi mezzi espressivi gli permet-te una scelta rigorosa nella sua costruzione formale e quindi una più essenziale efficacia di quando lo sforza la sua ricchezza d'immagini e d'emozione. Se non c'inganniamo, l'evoluzione che la poesia di Franco Pastore ha segnato con questa ultima raccolta Aspettando l'alba ( la cui fonte primigenia d'ispirazione è la città di Quaglietta) fa emergere una più distesa e sociale attenzione alle cose ed agli uomini; egli coglie dalla realtà quegli aspetti che gli consentono di tradurre in più intense e quasi emblematiche immagini, non trascurando però ricordi indelebili come quelli della madre I tuoi occhi o Panta rei in cui si ricorda che ogni certezza è sogno . Queste liriche sono da leggersi tutte con una emissione di fiato e si avverte come nei versi ci sia un filone nascosto, segreto, che lega la figura alla parola: e le parole nel loro suono e nelle loro cadenze ritmiche pongono l'accento sui valori fonici, che corrispondono ai valori plastici essenziali. Si vedano in merito le due liriche: Un raggio di sole e Mirando. E concludiamo con l'asserire che questi versi nella loro globalità a noi sembrano da segnalare non soltanto per l'armoniosa bellezza, ma soprattutto per l'intensità emotiva che li animano in questa nostra epoca di frettolose scritture e di ancora più frettolose letture! E a lettura completata della silloge si ha la sensazione che siamo di fronte ad uno spirito inquieto, che coglie e s'ispira ad una realtà osservata/scrutata con l'occhio attento e sgombro da futili pregiudizi. Una realtà di coscienza e dunque fatto di cultura: in cui la freschezza poetica è garantita da una genuina, inesauribile capacità di stupirsi e di stupire come in Quando il sole declina: " Sono rimasti quattro gatti / che, all‟ombra delle case, / si raccontano l‟anima. / Antichi ricordi di giorni laboriosi, / quando l‟odore di minestra / rallegrava i bambini, / che, in piazza, facevano gran festa. / Guardano il campanile/ le vecchie comari, /

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rannicchiate e compunte / negli scialli consunti, / quando il sole declina / ed annunciano la sera / rintocchi languidi di campane". _______________ “Le tue labbra” è una silloge viva ed interessante che fa trasparire, con immediatezza, l‟inestinguibile forza dell‟amore, musa ispiratrice dei versi. Il poeta possiede un‟interiorità lirica, che gli deriva da stati d‟animo particolari, che si tramuta in immagini poetiche, in allegorie e metafore singolari. Il linguaggio diviene, allora, veicolo di sentimenti celati, intimi, inconfondibili. Si veda come già la lirica, “Le tue labbra”, l‟incipit alla raccol-ta, renda prepotentemente efficace la VIS AMORIS e come l‟amore costituisca fonte di turbamento psicofisico: Dolcissime, morbide,calde, /che parlano d’amore, dialogano col cuore.[…] / e mi perdo / nel gioco sapiente / del nido dischiuso. Del resto, la poesia è fatta di rievocazioni e di valori profondi della vita, soprattutto quando la fonte dell‟ispirazione è l‟amore, inteso si come gioia, ma anche e soprattutto come tormento ed estasi. Le parole, le sillabe, il ritmo medesimo dei versi rivela gli atteggiamenti veri, musicali, di un canto accorato, a volte triste, ma sempre toccante. Pastore rivela, in questa nutrita raccolta di liriche, sensibilità inusitata, che sa trasfigurare in un prospetto di analogie inventive, di rara efficacia poetica. Si vedano questi versi di “Conca dei marini”: Ti riempie di lei / nella tiepida notte, l’innamorata pallida / che misteriosa e tremula / lascivamente / ti bacia. Ora, fermerei, per un attimo, l‟attenzione sull‟avverbio “lascivamente “ perché esso ci dà la netta sensazione di come l‟amore (quando è quello vero : ex imo corde) produca sensazioni forti, inimmaginabili. E qui, il mio ricordo va allo “Stil Novo” e alla composizione dantesca “Tanto gentile e tanto onesta pare”, ai versi :

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Mostrasi si' piacente a chi la mira,/ che da' per li occhi una dolcezza al core , che 'ntender non la puo' chi no la prova; / e par che de la sua labbia si mova / uno spirito soave pien d'amore, / che va dicendo a l'anima: Sospira. Infatti, in questi versi l‟Alighieri ci presenta gli effetti della presenza della donna amata: incapacità di parlare, senso di dolcezza e di gioia. L‟Autore vorrebbe vivere ed alimentarsi eternamente d‟amore in una giovinezza senza mai fine, e lo sottolinea con un certo rim-pianto: Se si potesse / tornare indietro / per un’unica / lunga giovinezza e vivere dell’amore / con amore. Ma la Poesia è anche storia intessuta di ricordi, d‟immagini ed allegorie: le note autobiografiche, le perifrasi inventive, e persino le iperboli, sollevano l‟animo in una sfera di incanto favoloso, che, magicamente, acquista le proporzioni del simbolo e del mistero: Vorrei entrare in te, /nei tuoi occhi, / nel tuo cuore, / nella tua anima / e sentire i battiti del tuo cuore,/ l'essenza dell'amore, / la violenza della tua / e della mia passione. In definitiva, Franco Pastore ha saputo rivolgersi, con raro equilibrio, ad ogni lettore, con una chiarezza espositiva e con un linguaggio moderno, colto, vivo, ma mai superficiale. I suoi versi sono intensi e carichi d‟umanità, tutta intessuta quest‟ultima dei fondamentali valori che derivano dall‟amore, a volte estatico, a volte inappagato, ma sempre teso alla ricerca di una dimensione universale, che accomuna gli animi oltre il tempo e lo spazio, in un contesto naturale contiguo, se non complice. Si rimane, a lettura completata, con negli occhi (quelli dell‟anima) una serie di quadri rapidi, limpidi e struggenti, che ci ri-portano al famoso motto dell'oraziana “Ars poetica”: Ut pictura poësis, la poesia è come la pittura. Nell'Estetica dell'Encyclopédie, alla voce "Galleria", Claude-Henri Watelet annotava che, se qualcosa poteva stare a fondamento dell'analogia fra pittura e poesia, senza alcun dubbio, doveva trattarsi delle relazioni fra i generi di queste due arti. E proprio alla

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voce "Genere", lo scrittore d'arte francese vedeva nel ritratto uno degli elementi comuni all'opera pittorica ed all'opera poetica. Notate come questi versi si prestano benissimo ad una raffigurazione pittorica: Come può essere un caso / la bellezza del tramonto quando la brezza increspa / ed i gabbiani salutano il sole. Che grande efficacia racchiude in sé l‟espressione : “l‟amore ch‟è motore della vita”; essa ci ricorda quella del sommo poeta: L'amor che move il sole e l'altre stelle (Paradiso XXXIII,145). Ma Pastore con questa sua opera, pare adattare le parole del sommo poeta all‟amore più terreno di Dante per la sua Beatrice. Due corpi s‟intrecciano sull'altare dell'amore, in un amplesso universale che, da sempre, alimenta il moto perpetuo dell'ingranaggio della vita: Mille volte / ho violato / la tua bocca, nutrendomi / d’arcane carezze;Nel caldo ascoso / degl’intimi tesori, la chiave/ d’un piacere infinito, […]. L‟ultima lirica di questa silloge rende, in modo esaustivo, la concezione d‟amore di Pastore: un amore forte e desiato, che sa tenere uniti, in modo mirabile, i due elementi essenziali ed inscindibili: la spiritualità ed l‟eros: Desiosa, ti schiudi all'amore / ed io gemo, / suggendo il tuo fiore. […] Mille volte mi chiami, / poi… svieni; / sfioro i seni / e languida vieni. Chiudo questa mia analisi con il sottolineare come il poeta abbia saputo pervenire ad una limpida rappresentazione del sentimento amoroso, in quanto ha condensato, sintetizzandoli, i temi lirici ispirati dall‟AMORE, temi che gli si affollano nella memoria e nella fantasia e non sai più, alla fine, riuscire a distinguere il confine tra immaginazione e vissuto!. L‟Amore appare in tutta la sua strabiliante potenza, tanto da poter dire che esso è più forte della morte ... – “Cantico dei Cantici” (8,5-7) Alberto Mirabella

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H μυρωδιά της Ερμιόνης

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La poesia è uno sguardo introspettivo alla propria interiorità, magari universalizzata, di modo che, l’immagine che ne viene fuori è quella del mondo e l’identità è quella della società del tempo. In altri termini, la poesia è la fotografia di una pagina di storia, con implicanze esistenziali ed antropologiche. Scrivere una poesia è ascoltare la voce del nostro io interiore, percependo emozioni e sensazioni, forse sogni, ma pur sempre intessuti di umanità, con le sue sofferenze, il suo dolore ed il suo bisogno d’amore. Far poesia è guardare la realtà con occhi diversi, come se come se si volesse rispondere a "che cos’è l’uomo" o a "che cos’è il mondo". Oggi è quasi naturale identificare la poesia con la poesia lirica, intendendo per essa un’espressione di sentimenti soggettivi; mentre noi sappiamo che la poesia, come momento del linguaggio e dell’esperienza, può trovarsi naturalmente nell’epica, così come nella drammatica, nella narrativa e persino negli scritti critici, nei diari, negli scritti epistolari e memorialistici. La ricerca del nuovo, del domani, l’ansia del futuro; è natura, passione, vita, amore dell’umanità, della vita che si rinnova>>, ha spiegato Pastore che nel suo libro di liriche racconta l’amore, ma non solo quello: <<L’amore non ha bisogno di tante parole, di tante costruzioni, è semplice, immediato. La mia poesia non è monotematica, è dedicata sì all’amore, ma a un amore universalizzato, unito ai temi più importanti della vita di un uomo: lo spazio, la natura, i sogni segreti, le emozioni>>. [...] La prefazione del libro di Pastore è stata affidata a Luigi Crescibene, che ha sottolineato la fluidità poetica delle liriche del profes-sore:<<Il suo verso affida alla tenerezza di un racconto con frastagli di suoni, di ricordi dolcissimi, il suo racconto dell’anima, la sua ricerca di verità autentiche>>. L’introduzione è stata curata, invece, dal Flaviano Calenda, che ha disvelato l’interiorità poetica di Pastore:<<”Il profumo d’Ermione” è la voce di un’epoca, il respiro di un ricambio generazionale. Il segreto della poesia di Pastore è nel dolore per quello che non sarà mai, per la perdita di quell’innocenza primordiale che teneva in vita quel bambino che, in ogni uomo, giocava con l’estro e con la sua voglia di vivere>>. Aniello Palumbo

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IL PROFUMO D’ERMIONE H μυρωδιά της Ερμιόνης

Sulla tua bocca l’origine dei miei pensieri. Un sogno ad occhi aperti accende la fantasia, con la magia di una favola, la tua … la mia. Sulla tua bocca i miei anni giovani, quando il solo pensiero muoveva montagne e l’animo, più fiero, non soccombendo alle lagne, volava, cogliendo la vita. Sulla tua bocca, l’essenza sublime del peccato, il profumo d’Ermione, nella selva aulente, l’alito della primavera, sopra un cespuglio di rose.

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COME UNA RONDINE Come una rondine, sul mare, agguanta il cielo, agitando l’ali, così m’appresto, tra le lacrime, a cantare, ghermendo sogni e fingendo di volare. Come una rondine impazzita, che vola tra i palazzi, senza posa, cammino per le strade e cerco vita, o spazi, dove l’animo riposa. Sol nella valle, dove nasce il Sele, ho gioia al cuore e guardo tra le stelle. Ma di mattina, quando spunta il sole, ruscelli canterini, tra i castelli, danno voce alle gazze e gli aironi,

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volando tra le vette ed i costoni, volteggiano sui grappoli di case, che, abbarbicate ai monti, d’improvviso, si vestono di luce.

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EMOZIONE Συγκίνηση

L’emozione lasciva dei tuoi baci, quando, con occhi velati, stimolavi al piacere, il fremito concitato dei nostri incontri, nella quiete partecipe dei pini silenti, la stretta, ora lenta, ora spasmodica, delle tue mani, quando i seni gridavano all’aria un amore impazzito, questi ricordo e … null’altro! Ma ancora, nella follia di un sogno, il mio cuore urla, nella notte, … il tuo nome.

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ODORI DI BOSCO Odori di bosco, nel piĂš ascoso segreto, che le fiamme irrora di rugiada, mentre ti apri vogliosa e, coi gemiti, canti alla vita. Odorano di bosco le tue mani, ricche di forza virente, che non trovano pace, finchĂŠ non si quieta ogni spasimo ed ogni sospiro non tace. Odori di bosco dove rosseggia Venere, mentre, piĂš su, con il solo respiro, rendi omaggio alla flebile alla luna.

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LA TUA MELODIA Come i fuochi di mezza estate portano luce alla notte, così esplode in me, avita, la tua dolcezza infinita, che, qual melodia, dissolve ogni mia malinconia. E mentre Amor favilla, nella notte bruna, come anguilla, te stessa offri alla luna. Or, tra gli dei dell’Olimpo, bevo ambrosia dalla tua coppa di fuoco e mentre lo scettro, in un mare di velluto, s’adagia gaudente, la musica del tuo corpo accentua il rapido fluire del torrente. Uscendo dalle querce, a te, indomita regina dell’amore, s’inchinano le Driadi.

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COME UN SOGNO CHE MUORE Tra le nuvole mi sono perso del tuo vagare, quando tace il sorriso e l’animo … lo lasci andare. Io, dietro a lui, tra Scilla1 e Cariddi2, inseguo un sogno perduto, con quel che speravo e che mai ho avuto. Ora so, che un sogno è la vita e, sotto le stelle, vivo le storie più belle, raccogliendo l’amore che, con la luce del sole, si spegne, svanendo, come un sogno che muore. Ora, che mi guarda la luna, sto vivendo l’amore d’una splendida bruna. Ma se Venere brilla, poi, sul far della sera il mio cuore favilla e, nel sogno, ancor spera. ___________________ 1) Scilla (ί, colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pizzo. Bellissima ninfa , figlia di Tifone ed Echidina (o secondo altri di Forco e di Craetis). Divenuta Mostro marino per la gelosia della maga Circe, che voleva per sé l’amore di Glauco, figlio di Poseidone. 2) Cariddi (Χάρσβδις, colei che risucchia), In principio, era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò ad Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Allora Zeus la fulminò facendola cadere in mare, tramutandola in un gigantesco mostro, che formava un vortice marino con la immensa bocca, capace di inghiottire le navi . La leggenda la situa presso uno dei due lati dello stretto di Messina, di fronte all'antro di Scilla.

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IMPULSO Questa notte ho sognato di te, di quel tempo lontano … e nel buio, incerta, da sé, è volata la mano. Un impulso ancestrale, poi bloccato all’istante: solo vuote, distanti sembianze di un corpo scioccante. Conservavo ogni cosa di te, ma mancava l’odore, che, dalla danza d’amore, nascendo, intricava il mio cuore. Anche il sogno, talvolta, ferisce e ti reca dolore, quando, ogni cosa è stravolta, stemperato è il colore. Sul tuo seno, stanotte, ho pianto, come fossi un bambino, stringendo un cuscino bagnato, sul far del mattino.

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AL TEMPO DELLA GINESTRA1 Corre la vita, né rallenta mai, vorrei, come allora, quel che tu sai. Che disaccordo tra volere e fare, ingenerosa, ti condanna e …vai! Sognare che tua madre2 ti carezzi, o desiarne un bacio, con frenesia, allor, considerai fosse follia. “Rimembro ancor quel tempo, Silvia mia”3, quanto era dolce stringerti la mano, il fato ci pensò, tutto fu vano! Ho sospirato languori e poi vaghezze, pria che gradissi quello che s’offrìa, pien son di nulla, “o natura ria!”4 Nella Ginestra, ribadisco ancora d’esser vissuto “in un evo sciocco”, ed or sono qui e, qual pitocco, muio pensando agli orti e alla tua voce, che, “con gli sguardi innamorati e schivi”5, è tutto ancora qui, prima che spiri. ___________ 1) In un immaginario colloquio”ante mortem” con il principe Ranieri. 2) Adelaide Antici, in Note biografiche sopra Leopardi e la sua famiglia. di T. Teja Leopardi 3) Rif. vv 1-2 di “A Silvia” di G.Leopardi 4) “Madre è di parto e di voler matrigna” (Vedi “ la Ginestra”, vv 114) 5) Vedi “A Silvia”, vv. 46

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DOVE IL GOLFO FINISCE Lì, dove il golfo finisce e la costiera oltre si protende, con la luce che lenta illanguidisce, il sole dietro al monte si distende. Un altro giorno, allor, è andato via e, mentre faccio il pieno di tristezza, penso d’un tratto alla vita mia, passata in un momento e, nella brezza, rivedo me bambino e mamma mia. Il mare sembra fermo sulla sabbia, il tempo, per un istante, s’è fermato; vorrei tornare indietro e, nella nebbia, rivedo tutto quello ch’è già andato. Un movimento d’aria, all’orizzonte, mi viene incontro, come un gran sospiro, come se il mare mi baciasse in fronte, il volo d’un gabbiano seguo e miro. Un grido risuona nel tramonto, mentre discendono le ombre della sera: - Ridatemi la mia vita! - s’ode in tondo, è il grido del mio cuor, ch’altro non spera.

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SOLITUDINE Baciami, come se fossi io il tuo amore! Stringimi, come se stessi lì nel tuo cuore! Guardami, come si guarda un grande tesoro! In questa notte senza luna, la mia canzone si chiama solitudine. Il tempo passa e tutto si dilegua, anche l’amore è come neve al sole; i sentimenti, infine, son parole che corrono tra i sogni e l’illusione. Un giorno, penso di sparire anch’io, dietro ad un sogno, o sopra ad una stella, ma non è quella, no … non è quella”!

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QUALE ALITO DI VENTO Come un’ala di farfalla, in una mattina d’estate, ti sfioro, come fossi un petalo, titillato da una goccia di rugiada. Quando all’orizzonte il sole si fa d’oro, la mia voce, quale alito di vento, la tua bellezza … sussurra. Aspiro, intanto, turbato, l’essenza sublime del tuo ascoso segreto, giù … sempre più giù, dove l’intimo si scioglie d’amore e si fa miracolo. I miei non sono più anni di sogni!

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LA GIOSTRA DELLA VITA Muore sole all’orizzonte, cala un velo sulla fronte. Quanta pioggia cade giù, or non vedi nulla più. Vien la sera, poi la notte, tutto passa ed è la sorte. Vivo piano, senza pace, fuggo il buio per la luce. Brevi son le cose belle, vivo, adagio, solo quelle: oggi, un volo di farfalla, or che un bimbo gioca a palla. Merce rara è il sol d’un giorno, lentamente ei gira intorno. Non c’è musica che duri, sol l’affetto, se lo curi. In un vaso nasce un fiore, c’è chi vive per l’amore. Nel rosario del dolore, passa il tempo … tutto muore.

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DOVE NON IMPORTA Dove sei ? Unica mia passione, inseguo il tuo profumo nella notte. Nei giorni senza luce, diviene sogno arcano l’amor, come la pace, e viver sembra vano. Torna da me, che stento, e portami lontano, il dove non m’importa! Non c’è più cosa scorta ch’io brami al mondo, e tale è lo sconforto, che logora, in profondo, ogni sorta di esile umanità.

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ASTRAZIONE H αντλήσεις

Mentre s’agita il mare e soffia il vento, il mio pensiero corre alle magnolie, quando lame di sole, a cento a cento, a giugno, s’adagiano sui rami. Giovani corpi sudati, disertando i banchi, corrono innamorati e giacciono … stanchi.

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ANANES1 Άνáνες

Le tue carezze donami! Quando nel pianto annega questo cuore. Compaiono le stelle e tutto s’anima, quando il tuo sguardo mi sussurra amore. Le labbra tue, schiudendosi, diventano poesia, un coro poi di gemiti concertano magia. Ti apri come musica, diventi sinfonia, ti vivo come un nafrago della malinconia. Tutto diviene sintesi sublime d’amonia, s’annienta pure l’anima, come in anestesia. L’io, come un bambino, ritorna per istinto al tuo calore estatico, all’io tuo avvinto. Guardo lontano, in estasi, la luna bacia il mare, antiche nenie e amanes si sentono cantare.

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Sospiri sulla sabbia, amore e pace agogno, sol tu rimani vera, il resto è tutto un sogno.

___________ 1) Ananes: antico canto ellenico, di una grande dolcezza.

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LUCANIA Sui calanchi, l’esodo verso i campi lontani, si ripete all’infinito, all’alba di ogni giorno. Grandiosità contadina, impastata di sacrificio e di rassegnata nobiltà, continua a vivere tra gli alberi stenti. Anche gli scongiuri son rimasti gli stessi, come le grida dei fanciulli, che corrono per le strade verso un futuro, che non c’è. In cima al colle, il paese sfida la solitudine, tra le nuvole desolate del tempo. Sotto le lenzuola di bucato, le donne lucane curano, con l’amore, le profonde ferite della vita.

_______________ 1) Calanchi: tipiche morfologie del terreno, presenti su versanti collinari, causate dall'erosione delle acque di dilavamento in terreni pelitici o marnosi.

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LA MIA CITTA’ Miserie di pensieri, non ombre di verità, orme di bene. M’abbaglio, ai fuochi di paglia di questo universo, mio, nonostante tutto, che, incomprensibilmente, amo e poi … odio, per riamarlo ancora. Miserie di cuore, non vive corrispondenze, cerco invano l‟amore, tra le luci vivide della stupidità.

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COME IN PRECE Προσευχθ

Quando il giorno soccombe nel grigio cielo, d’inverno, danzano le ore, alle note lente della malinconia. Vola il pensiero a ciò che resta di te, della tua via, che corre tra rivoli di pioggia, sempre men rada. Tra sinistri bagliori, l’eco ripetuto dei tuoni tra i palazzi, mute braccia disuguali, tese, come in prece, verso un cielo, che a tratti, ha colori di pece.

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LA MIMOSA Η μιμόζα

Mentre ti apri, come in un amplesso, cercando di sfiorarmi con la voce, entri, profondamente, quale luce, gridandomi accorata: - Ora, adesso! Sospiri soffocati tra fonemi, carezze come aliti di vento, i tuoi profumi avverto, in un contento, d’ intenso e carnale appagamento. E’ come odorare una mimosa, che porti sulle labbra e, ad occhi chiusi, fantastichi sull’intimo più ascoso, che accende me, rendendomi desioso. Un bacio, a fior di labbra, sussurrato, ravviva all’istante il nostro verso; un ciao, detto alquanto frastornato, ti fa sentire il re dell’universo.

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COME FANNO LE FOGLIE La foglia si perde caduta nel vento, nel cuore l’angoscia di ogni momento. Ritorna il passato, lo rivivi al presente, ma dov’è la tua voce? il tuo volto è assente. Pur sembra vano parlar di futuro, se chiudi gli occhi ti vedi sul muro. Sol se ritorna il profumo di quel tempo ridiventi qualcuno, che, sognando la vita, ha cantato alla luna; ha vissuto l’amore, che poi cambia in dolore e scompare col tempo, come fanno le foglie, se son prese dal vento.

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PERDERMI Come perdermi nell’immensità, se bisogno hanno queste gambe della terra e nubi ed orizzonte sono in guerra? Il silenzio, ora sconfitto, tace, e l’anima del mondo chiede pace, mentre l’angoscia questa gola serra, ovunque c’è rovina sulla terra. Tuttora infuria sul monte la tempesta, Lupi incapaci, non ancora sazi, progettano la fine della festa, alleandosi per carpire ancora. E a noi resta soltanto l’aurora, per sperare che nasca un nuovo giorno, foriero di bene e di certezze adorno.

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LA VIA DEL MARE Non vi sono piĂš bambini che, davanti al camino, giocano con le mamme, tra un bacio e una fiaba. Quell’odor di minestra, che rendeva le case una festa di rumorosa allegria, si spegneva di sera nella magia dei sogni. Nel tepore, che lasciava il braciere, rimaneva la sposa che donava l’amore. Ed era solo cuore la famiglia italiana, che per renderla lieta bastava un suon di campana. Sembra un vecchio racconto, ma è appena la storia di ieri, con teste non ancora indottrinate da filosofia piccolo borghese, o da vuota politichese, che non lasciano spazio ai sogni. Io stesso , come un ruscello desolato, ho smarrito la via del mare.

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LILIUM Come si può bruciar d’amore, quando la tristezza si scioglie in smarrita malinconia. Continuo ancora a vivere sul filo dei miei sogni. Fluttuano le ombre, nella notte, ed una voce, intessuta d’infinito, frantumando angoscia, mi sussurra pace. E allora, abbracciato allo stelo, un giglio1 immane mi trasporta in celo.

__________ 1) Lilium (Il giglio), della famiglia delle Liliaceae.

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RESURRECTIO T’ho vista sui gerani, poi sul mare, mentre vivevo speme dietro a un sogno. Volavi, coi gabbiani, per cantare, e, nell’azzurro, il canto tuo cangiava in un sussurro. Era per me, quel vivido respiro, come se fosse vita, che ritorna, come se mamma mia, ch’il cielo adorna, tornasse a baciarmi sopra il cuore, riempiendolo di pace, e poi … d’amore.

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COME SINFONIA Ov’è più il calore dei tuoi baci, del tuo segreto il fremito convulso, per la passione e dall’amor compulso? Ricordo quel rossor che dipingeva le guance calde, il collo e tutto il viso, ancor più bello, col languido sorriso. Irrequieta la bocca, che annaspava, alla ricerca dell’isola felice ed io non ero in terra ma in paradiso, seguendo il languido cammino del tuo riso. Ancor più bello era ricambiarti e rigoder pei rapidi singulti che, in crescendo, come sinfonia, venivan fuori … con la vita mia.

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SUL FAR DEL MATTINO Ruba una barca ai tuoi sogni e conducimi nel tuo destino! Non son rimaste che briciole, solo il pensiero è divino. Ruba al tuo cielo una stella, e mettila al cuore vicino! Una luce negli occhi ti brilla, tu fai di me un bambino. Raccogli, sul far del mattino, un piccolo grande sorriso, come un fanciullo biricchino conservalo sopra il tuo viso, per un tremulo, dolcissimo, struggente bacio d’amòr. Ecco, mi vieni vicina, ancor dorme l’allodola, sulle rose la brina.

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COSA SEI Tu sei … la nuvola, che vedo all’orizzonte, mentre si scioglie il tramonto in mare; d’un giglio l’essenza a primavera, e l’ultimo pensiero della sera. Tu, il sogno che nascondo tra le rughe, l’ansia crescente delle note in fuga; intanto, corre l’io con le parole, accorati fonemi, impronte di colore, ampi respiri, nati tra le stelle.

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NUVOLE DI NOSTALGIA Favola delle mie passioni, nei meandri dell' anima, come un flebile canto, vivi con i miei sogni e non so pi첫, se sei mai stata vera. Sono nuvole di nostalgia, che si addensano, nel cielo di questa valle, e si affollano nel mio cuore, come sentieri appena tracciati, o, nel tempo, perduti.

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DONNA Mai pronta a difendersi, dal suo stesso bisogno e pur sempre donna, felice e infelice, tra Scilla e Cariddi, sublime e tenace, santa, o meretrice per vendetta di carne, che non vive, né aspetta, ma sogna e … ingoia passione. L’amore? Un brivido percettibile, un soffiare nel vento, un male inguaribile, uno scorrere lento del tempo, nel crepuscolo magico dell’estate.

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IL MIO RIONE Come pupi, danzano su musiche già decise dal bisogno. Sotto luci d‟artista, il potere impone povertà mascherate e ricchézze di frutta macera, al mercatino rionale. In allegria incosciente ballano gli adolescenti sotto le luminarie, la ricchezza di anni e di ormoni refrattari li rende al vento della miseria.

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SOTTO LE RUGHE

Sotto le rughe, ancora invitano i desideri, all’ansia di mete, che si dileguano, sul punto di ghermirle. E’ il gioco crudele della vita, che lascia in te il ricordo struggente della giovinezza, ed il suo profumo.

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LE TUE MANI Uno scrigno, di tenerezza discreta, tenace ed inquieta, che stimola aneliti, disegnando arabeschi. Uno scrigno, di sottile malizia, che teneramente, con misurata dovizia, rilassa la mente e … più giù, all’altezza del cuore, si fa messaggero d’amore. Uno scrigno, di mielata passione, una dolce, ma calda prigione, che danza sapiente alle note, che fan rosse e vibranti … le gote. Un serrato flamenco, alla fine, si scioglie in note sconnesse, in subissi di voglie, in ruscelli pacati d’infinito piacere e pur l’ansia … s’acquieta.

~ 56 ~


HO RACCOLTO Ho raccolto speranze nel sole, per il cuore desioso d’amore, soffocato in sì sterile sponda, per le scelte d’un tempo, egli monda. Ho raccolto sospiri nel vento, ricordando di grazia quel tempo; rimarcando le antiche emozioni, scompigli lontani, stupende impressioni. Ho raccolto, nei tuoi occhi, la fede d’un ritorno all’antico colore, or, con te, discorriamo d’amore, sottovoce … ci leggiamo nel cuore. Cosa importa del tempo ch’è andato,

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sei tu, ora, quel sole e quel vento, respiriamo l’amor, nel contempo, che un nume impazzito ci ha dato.

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Tα φδατα ἐπιλογισ

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Mi ci trovai per caso, portato da alcuni amici. In effetti, ci andai più per godere della loro compagnia, che per visitare il luogo, il cui nome non mi diceva nulla. Ma le cose andarono diversamente, m’innamorai del posto e vi comprai casa. Quaglietta, un tempo Comune autonomo, oggi di frazione di Calabritto, sorge su uno sperone roccioso, nell’alta Valle del Sele, fra il Monte Marzano e il Monte Boschetiello, a ridosso del confine con la provincia di Salerno, di cui ha fatto parte per secoli. Per tale motivo, il folklore, le tradizioni e il dialetto di questa terra sono più vicini a questa ultima, che non all'attuale provincia di appartenenza. Feudo dei Rossi da Gesualdo, i Marchesi di Santa Lucia, dei De Vicariis, dei Baroni del Plato e dei D'Ayala-Valva, rivestì notevole importanza grazie alla sua posizione strategica per il controllo della Valle del Sele. Simbolo dell'abitato è il possente castello normanno. “ Ancora oggi, dopo secoli di storia, a me che sono l’ultimo arrivato, i Quagliettani appaiono con lo stesso sguardo pensieroso, nel mentre che si caricano di sole lì, nella piazza grande, parlando di tutto e di niente, con come se fossero usciti a dar vita ad un gigantesco presepe. Nelle case ricostruite sul dramma del sisma, al riparo dai venti, affrontano lo scorrere della vita in una sana lentezza, assaporando i frutti che la natura può concedere solo a chi sa apprezzare il poco, senza invidiare affatto chi scappò, in cerca di una ricchezza amara, perché pagata con fitte di nostalgia, che corre, ancora oggi tra centinaia di case chiuse, che, ogni anno, si aprono al suono festoso della banda, quando il Santo Patrono avanza in processione tra le strade del paese. Qui, si respira l’antica saggezza di un piccolo popolo di cui la storia continua a non occuparsi e, forse, essi nemmeno lo desiderano, completamente soddisfatti delle loro feste e delle loro tradizioni, devoti perdutamente a San Rocco, una sorta di amico-protettore, che accompagna il loro vivere ed il loro destino. ”. (Dal racconto Rocco Barbone, di F. Pastore - Antropos in the world n. 8, dell’1/9/2011) L’autore

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AQUA ELECTA1 Sembrano giganti addormentati I monti dell’alta valle del Sele, mentre i signori del cielo, gli aironi, volano più su, guardando dall’alto gli annosi uliveti ed i folti boschi di castagno. Antichi dialetti nostrani scandiscono il tempo, che s’adagia come le vecchie comari, all’ombra dei loro ricordi. In questo intimo abbraccio ritrovo la mia radice; gli uccelli discorrono col sole, mentre le gazze, sul pino, dialogano tra i rami. Il velo d’una nuvola a una pioggia leggera s’accompagna e, nella campagna, ritorna il mito di Ermione.

_____________ 1) Quaglietta

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VOCI D’UN TEMPO Lo lasci andar via, come se dovesse ritornare, quell’attimo che scompare; e nella, notte scura, rivedi la casa e le mura di quand’eri bambino, chi ti era vicino, col sorriso di mamma, e le voci scomparse d’un tempo. Della vita non resta che un lembo, che giorno per giorno scompare e tu lo lasci andare, come se dovesse tornare. Ma i sogni non tornano, diventano orme sbiadite, di ricordi lontani, parvenze nel nulla finite. Mentre cerchi qualcosa che tace, col cuore che chiede la pace, l’allodola annuncia il mattino, p er t e e chi ancora ti è vicino.

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IL CANTO DEL MATTINO Quando il sole bacia i pini dell’alta valle, stemperandosi, i colori si fanno respiro. Odi, nella luce, il canto del mattino e non hai piÚ bisogno dei tuoi ricordi

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MENTRE IMBRUNA LA SERA Come potrei raccontare di te, in quel dolce tramonto, che, nel verde dei tuoi occhi, a tratti, sfumava. Una nuvola rosa scivolava nel cielo, profumo di salsedine , in un alito di brezza lontana. Tra singulti d’amore, ti chiamai ‌ La risacca, sciogliendosi in onde argentate, mi ricorda di te, nel mentre che imbruna la sera.

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E PIU’ ANCORA E piÚ ancora, nelle ceneri del ricordo, ove si contrae e si stempera Il mio passato. Annodi, col filo sottile della malinconia, immagini vicine e ‌ lontane, come fogli di carta velina, sbiadite dal giallo del tempo.

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I TUOI PASSI Sento i tuoi passi, rapidi, felpati … , tu non arrivi ed io ti sto aspettando e, ultima illusione che m’incanta, odo la voce, nella stanza accanto! Lo so che non ci sei realmente, ma questo cuore non lo crede ancora e pensa che, tra breve, è già mattino, tra le tue rose ed il bianco dei gerani.

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ALL’ALB A Mia cara amica, che m’annunci il giorno, aspetto, come te, che spunti il sole e illumini la valle dove, in concerto, gineste, rose bianche e le viole dei merli e delle gazze guardano il volo.

~ 71 ~


SENECTUDO Nell’illusione del tempo, un rimpianto d’amore. Racconta Il dolore la vita come un sogno che fugge, uno scorrere virtuale, tra le fredde braccia della solitudine.

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NEL TUO CHIARORE Pallida, nasci sulla notte che muore. Timida, accendi le vivide luci del mattino. Sogni sospesi, nell’attesa del nulla, con la speranza che ancora ti culla. Come fermare il tempo, che inflessibile avanza e giammai torna indietro! Nel tuo chiarore, sciogliendosi, i pensieri affrancano il cuore.

~ 75 ~


ATTIMI Attimi, che si dileguano, rapidi, come fatui bagliori, come scintille fulgide, che cadono nel buio della notte. Dove son pi첫 i miei giorni, se persino il ricordo di essi scolora e, stemperandosi, mu o re . Attimi, che si dileguano rapidi, e, sul finire diventano un baleno.

~ 76 ~


SIMBIOSI Esplode in te, che profumi di lei. Come son rapidi i tuoi passi. Una fragranza di gioventÚ, inconsapevole, accende umori sopiti ed tu arrossisci di desiderio, nella speranza ‌ inane di sorbire briciole, sublimi, di giovinezza.

~ 77 ~


SOLITUDINE D’amore m’abbandona ogni speranza: vissute son le primavere più belle. Nell’incertezza confusa, senza paura, tendo le mani nel buio.

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ANDANDO A FICHI Erano piÚ di cento le braccia che dalla terra scoscesa mi offrivano miele, sotto lo sguardo sereno della verde valle del Sele. I fichi si nascondevano dietro il verde delle foglie e, alla calda brezza, facevano capolino, come monache allegre, desiose di offrirsi al bacio cocente del sole. Ma fui io a ghermirli: striati e dolci come ambrosia, morbidi e caldi, come il bacio d’una tenera fanciulla, nel fresco mattino dell’estate che finiva.

~ 81 ~


I TUOI OCCHI (A mia madre) Solo quelli son rimasti, lucidi di dolore e bagnati di pianto! Attenti ad ogni sospiro ed avidi di vita, piÚ che mai. I tuoi occhi, che da sempre precedono le parole e danno voce al cuore, gonfio di piccole cose, colmo d’amore. Occhi vissuti nel sole, che chiedono luce, avidi di natura, di musica, di canto. Occhi pieni di fiducia, di fede, di speranza. Occhi che si spengono ai sogni, e si aprono alla pace. Occhi che continueranno a sorridere, tra noi, come un regalo a Natale.

~ 82 ~


ASPETTANDO L’ALBA Canta l’allodola ed io veglio ancora, aspetto l’alba e scorgo già l’aurora; distinguo appena le linee del tuo viso, qui, nel mio cuore, stampato è il tuo sorriso. Lì sul centrino bianco, in compagnia, scorgo il bel volto della mamma mia. Prendo il ritratto E guardo verso il mare Si vedono lì al largo le lampare; una voce mi parla col mattino: -Ma quale vecchio, tu sei il mio bambino!-

~ 83 ~


PANTA REI Ogni certezza è sogno, che conduce all’ignoto, lunga e breve è l’attesa che ti porta al silenzio, ove tutto si stempera, come nebbia, e… più nulla. Nella necropoli dei sogni, vi scende l’oblio, eppur tutto scorre nella spirale degli eventi.

~ 84 ~


UN RAGGIO DI SOLE Ora, non ho altro da dare, che questo povero cuore, deluso e malato d’amore, che, più volte ferito, ancora langue e geme, nel ricordo di ciò che è stato e che non sarà mai più. Si ricorrono rapidi i giorni e più lungo è il rosario che incatena le mani, per le mai dette preghiere, nell’attesa che i sogni non fossero vani, ma di luce forieri. Nell’attesa del nulla, questo cuore che duole all’alba… chiede un raggio di sole.

~ 85 ~


MIRANDO Come verdi corollari, terrazze assolate guardano a valle, dolcemente. Cicale ciarliere, su ulivi contorti, tagliano il silenzio. Ricordi fantasmi s’affollano, nel lieve stormire. La speranza del bene m’infrange residui d’angoscia.

~ 86 ~


SE AVESSI FIATO se avessi fiato correrei sui monti per cantare alla luna dei miei sogni. Se avessi fiato correrei coi cani gi첫 per le discese, oltre le piazze, le case e le mura del castello sempre piu gi첫, di corsa, fino al fiume. Or sul balcone della casetta mia, tra il miagolar dei gatti, sotto i lampioni, guardo le stelle e respiro con la sera.

~ 87 ~


COMBIEN JE VOUS AIME Se vedessi l’alba d’una nuova vita, vivrei i sogni nel profondo del mio cuore. Aprirei al mondo la mia anima, bruciando l’odio col fuoco dell'amore. Scriverei, con le lacrime, del dolore degli uomini e griderei alle stelle il mio amore per la vita. Se la morte è la voce dell’oblio, l’amore è l’elisir di giovinezza. Niente tristezze per non aver sorriso, quando avrai stretto a te chi ti fa vivere, riempiendolo d’amore. Il silenzio uccide il ricordo, offri in tempo I tesori della tua anima, a coloro che sono il tuo universo

~ 88 ~


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COME SINFONIA Ov’è più il calore dei tuoi baci, del tuo segreto il fremito convulso, per la passione e dall’amor compulso? Ricordo quel rossor che dipingeva le guance calde, il collo e tutto il viso, ancor più bello, col languido sorriso. Irrequieta la bocca che annaspava, alla ricerca dell’isola felice ed io non ero in terra ma in paradiso, seguendo il laguido cammino del tuo riso. Ancor più bello era ricambiarti e rigoder pei rapidi singulti che, in crescendo, come sinfonia, venivan fuori … con la vita mia.

~ 91 ~


DOVE L’ALBA Dove l’alba accende i colori del mattino e l’acqua scende mormorando giù a valle, le case disertate piangono nei borghi silenziosi. Come una signora altezzosa, Calabritto guarda dall’alto.

~ 92 ~


NEL VENTO D’AUTUNNO Pagine senza luce, nel grigiore di giorni, che la pioggia spazza via, come foglie gialle, nel vento d’autunno. Nemmeno il viso risparmia il tempo, che macchia e, come un despota infame, fa scempio di tutto, tranne della memoria.

~ 93 ~


PENSIERO Rinnegate dai rami, desolate, soccombono le stanche radici, nel solco arido d’affetti. Ricerco il sole e, nel chiaror menzognero, m’angoscia la sera. S’elevan sommesse le note penose, d’un intimo addio, alla pallida luna.

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~ 96 ~


LA MIA CANZONE Baciami, come se fossi io il tuo amore! Stringimi, come se stessi lì nel tuo cuore! Guardami, come si guarda un tesoro! In questa notte senza luna, la mia canzone si chiama solitudine. Il tempo passa, tutto si delegua, pure l’amore è come neve al sole; i sentimenti, infine, son parole, che corrono tra i sogni e l’illusione. Un giorno, penso di sparire anch’io, dietro ad un sogno o sopra ad una stella, ma non è quella … no, non è quella!

~ 97 ~


ANCHE SE PIOVE Se qualcuno ascoltasse la mia voce, sentirebbe ch’ancor trema di pianto, aspra, un po’ spenta e senza pace, ha smarrito dell’amore il canto. Tutti i miei sogni sono andati via, li ho rincorsi fino all’orizzonte, ora son solo con la vita mia e tante rughe, che tagliano la fronte. Intorno a me, fantasmi senza volto non hanno più nulla dell’umano: il mondo corre, dove non è colto, trascina pure Cristo in un pantano. S’è rotto il rosario dei miei giorni, i grani scappano e vanno in ogni dove, il mio geranio, che di fiori è adorno, mi fa pensare al sole, anche se piove. Quando il suo carro sale all’orizzonte, ritorna l’illusione in un baleno, della speranza s’intravede il manto, nella magia d’un arcobaleno.

~ 98 ~


SUL FAR DEL MATTINO Ruba una barca ai tuoi sogni e conducimi nel tuo destino! Non son rimaste che briciole, solo il pensiero è divino. Ruba al tuo cielo una stella, e mettila al cuore vicino! Una luce negli occhi ti brilla, tu fai di me un bambino. Raccogli, sul far del mattino, un piccolo grande sorriso, come un fanciullo biricchino conservalo sopra il tuo viso, per un tremulo, dolcissimo, struggente bacio d’amòr. Ecco, mi vieni vicina, ancor dorme l’allodola, sulle rose la brina.

~ 99 ~


NUVOLE DI NOSTALGIA Favola delle mie passioni, nei meandri dell' anima, come un flebile canto, vivi con i miei sogni e non so piÚ, se sei mai stata vera. Sono nuvole di nostalgia, che si addensano, nel cielo di questa valle, e si affollano nel mio cuore, come sentieri appena tracciati, o ‌ nel tempo, perduti.

~ 100 ~


COMPARANDO Se potessi, cancellerei le ombre della sera e farei del mattino un solo giorno. Ecco, il canto dell‟allodola schiude il mondo alla vita, l‟Eterno … è nel sole! L‟armonia dell‟alba rompe la voce del silenzio ed un raggio di sole, … il primo, allontana, con la paura del nulla, il buio dell‟ignoto. Dentro di me, voli piacevoli recano il respiro della vita ed i colori accendono il miracolo magico dell‟universo.

~ 101 ~


APPRODO Mi sfuggi come lucida seta, rapida e breve, come un sogno silente, come il respiro concitato d’un naufrago. E’ qui ‌ che approdo, respirando pace, tra le gazze ciarliere e grugniti di saluti primordiali.

~ 102 ~


ASSAPORO LA NOTTE Troppo in fretta, è scomparso questo mese d’aprile, nel volubile gioco di luci, che mitigavano il giorno. Solo ora, assaporo la notte, che ampia respira, tra cielo e montagne, echi diversi, che, dagli alberi, si diffondono, nel bruno argentato della valle.

~ 103 ~


VOCI NOSTRANE Verso piÚ chiari orizzonti mi guidarono i tuoi occhi, offrendomi primavere di sorrisi. La mia ombra tra i sassi, guardo adagiando lontano lacrime antiche. Voci nostrane mi riportano alla sera; in lontananza, l’ombra del castello. Ora, respiro con le stelle.

~ 104 ~


ECO LONTANA I miei giorni andati si perdono nel vento, quali lievi foglie senza vita. Come un’eco lontana, diventano flebili sussurri i ricordi nella notte. Vivo il presente, dal canto dell’alauda, al silenzio profondo della mezzanotte. Solo il riverbero dell’alba la speranza accende di un giorno nuovo.

~ 105 ~


QUANDO IL SOLE DECLINA Sono rimasti quattro gatti che, all’ombra delle case, si raccontano l’anima. Antichi ricordi di giorni laboriosi, quando l’odore di minestra rallegrava i bambini, che, in piazza, facevano gran festa. Guardano il campanile le vecchie comari, rannicchiate e compunte negli scialli consunti, quando il sole declina ed annunciano la sera rintocchi languidi di campane.

~ 106 ~


΢αλζρνο από το πλοίο

~ 107 ~


~ 108 ~


VILLA CARRARA Uno, due, tre‌ Tanti bambini corrono in un vivace girotondo. sfiorano appena il selciato e girano, girano intorno alle panchine, ai vecchi immobili, agli alberi dai tronchi rigidi, intorno a me, rapito dalla loro agilità , dalla musica dei loro schiamazzi, fermo come una statua di sale, immobile come il tronco di un olmo spaccato dal tempo, intorno ai miei occhi agili come i loro piedi, umidi come i loro corpi giovani, che non conoscono la paura del buio eterno e credono che la vita essa sia tutta lÏ: un eterno girotondo sotto il cielo dell’estate.

~ 109 ~


RICORDO Ricordo che ero un bambino che amava giocare nel verde, vedevo nel mondo una favola: i tetti rossi nel sole, la luna sul mare d’argento, le lucciole, le stelle del firmamento. Godevo dell’alba, e al tramonto guardavo mia madre, sul tondo tavolo del nostro giardino: com’era bella! Nell’attesa ansiosa di un sorriso di mio padre. E’ bastato un attimo e la vita è trascorsa in un momento, ed io mi ritrovo costretto in questo spazio angusto che è il diverticolo della mia memoria.

~ 110 ~


MEA DOMUS Sopra l’azzurro del mare scivolano i miei pensieri e si perdono all’orizzonte. Una smorfia che vuol essere un sorriso sembra che dica: finalmente! Ma, l’illusione dura niente: essi ritornano senza avviso ed una maschera antica ritorna sul viso; riprende la giostra nella mente: e capisci che della vita non hai capito niente. Piccole onde si rincorrono e raggiungono la spiaggia, mentre i gabbiani s’inseguono come impazzite anime bianche.

~ 111 ~


COME AUTOMI Come automi senza amore, nei gesti sgraziati l’angoscia del nulla. Figli di una cultura vuota dove tendenze perverse seminano la filosofia del niente. Nemmeno i gabbiani vi abbiamo lasciato! Solo fatui progetti che non danno vita alla vita, in un immaginario collettivo falso e virtuale. Un mondo di parole non scritte, di concetti senza riscontro nelle radici. Dovreste bruciarci vivi noi, i veri assassini della storia: noi che abbiamo ucciso l’uomo! Poveri giovani miei! Dove sono i vostri padri e le vostre madri? Voi piangete sulle tombe delle vostre famiglie.

~ 112 ~


I VECCHI

Η γθρατειά

I vecchi odorano di vecchiaia fanno sogni senza speranze e mordono senza denti. I vecchi sono bambini, senza essere bambini; sono grandi, che non fanno storia ma le raccontano le storie, a quelli che sono bambini come loro. I vecchi amano la vita perché non ne hanno più tanta, ed odiano i giorni perché passano troppo in fretta e le stagioni, che vivono come se ognuna fosse l’ultima. I vecchi Amano il cielo, ma carezzano la terra, da dove sono nati. Il loro sorriso è quello degli angeli: quando le passioni tacciono rimane soltanto la gioia di essere ancora vivi.

~ 113 ~


VORREI VOLARE Gli oleandri nascondono gli ulivi contorti, terreni aridi bruciati dal sole di luglio, antiche e nuove miserie, dietro paradisi artificiali. Un coro di cicale insegue il vento tra le rocce ed il mare. Vorrei volare se, con la mia salute, non fosse morto l’Ulisse del mio io.

~ 114 ~


E GUARDO IL SOLE Nella voce del vento il richiamo accorato di quelli che non hanno piÚ voce. Son bimbi macerati dalla fame e dalla guerra che mangiano terra ed hanno solo gli occhi per nutrirsi d’orrore. Poveri corpi smunti, anime senza speranza! In un mondo senza cuore, dove si parla tanto d’amore. Se fossi Dio, con la terra ci giocherei a pallone! Per non affogare, mi alzo sulle punte e guardo il sole.

~ 115 ~


LE REGINE DELL’ARIA1 Voi che decorate il cielo, regine dell’aria e dell’azzurro regno delle aquile, seguite il carro del sole e, dolcemente, carezzate le morbide nuvole. L’opra costringe a guardar nella luce coloro che non hanno l’uso di mirar le stelle, o di pregare Dio con occhi tremuli. Oggi per voi, ho abbracciato il cielo, con lacrime di un bambino che guarda il mondo negli occhi innamorati di sua madre.

____________ 1) Estate 2002

– spettacolo, nel cielo del golfo, delle frecce tricolori.

~ 116 ~


COMPARANDO Se potessi, cancellerei le ombre della sera e farei del mattino un solo giorno. Ecco, il canto dell’allodola schiude il mondo alla vita e l’Eterno … è nel sole. L’armonia dell’alba r o mp e la voce del silenzio ed il primo raggio di sole allontana la paura del nulla ed il buio dell’ignoto. Respiri profondamente e sei tranquillo: Dio esiste, Io sono vivo, l’uomo va incontro alla sua storia!

~ 117 ~


TENERAMENTE Grazie! In un flebile sussurro, quasi un pianto profondo di un’anima che ritorna a Dio. Con gli occhi che traboccano di riconoscenza accorati mugolii rispondono alle mie lente carezze. Ti guardo tutto raggomitolato nella posizione fetale. Sono teneramente tuo padre e tu il mio bambino: il mio povero bambino di novant’anni! Stringi la mia mano ancora forte quasi a proteggere i tuoi ultimi giorni dalla sorte. Una strana, nuova, struggente sensazione... guardo dalla finestra e mi perdo nell’azzurro del mare.

~ 118 ~


SALERNO DAL CONCORD Guardo il tuo splendido mare mentre il sole al tramonto, saluta la spiaggia ed il verde che ti contorna e decora. Generosa terra d’artisti, celebrata dal pennello di grandi pittori, attratti dalle tue fontane e dai colori che fanno di te la gemma del Tirreno. Alla Carnale l’urlo saraceno più non t’ offende; nei vicoli, l’ombra del Masuccio, 2 che il riso gaio fuga delle donne alla fontana. Sulla marina la nave ancor s’ arena e affida al vento della tua storia gli antichi odori. ______________________ 2 Masuccio

Salernitano del 1400, autore de Il Novellino

~ 119 ~


NON TI CONOSCO Non ti conosco, hai perso per strada i tuoi sogni: nel grigio monotono dei tuoi giorni, nella voce alterata dal tempo, nel bianco dei tuoi capelli radi, negli occhi cerchiati di stanchezza e di malinconia, non ti conosco. Quando continui a vivere sognando ebbrezze e piaceri d’altri tempi, guardando come dentro ad un film, il vento della giovinezza, che altri rende vivi, che ti spazza via come un fantasma che non vuol morire, non ti conosco. Ma quando, questa sera, stringerò un capo più bianco del mio, che, con una tenerezza infinita, mi chiamerà: - figlio! – ritornerò bambino e, come per magia, ritorneranno tutti i miei sogni.

~ 120 ~


ASCOLTA Ferma la tua mente stanca Ed ascolta la voce Che ti parlava da bambina! Fermati un momento E guarda questi occhi Umidi di pianto! La tua voce disumana Copre quella del cuore, ascoltalo, parla ancora d’amore. Io posso darti di piÚ: posso ancora stringere il tuo capo sul mio petto, pregare commosso ai piedi del tuo letto, posso ancora proteggerti con il mio amore, ed alleviare col mio il tuo dolore. Ti darei la mia vita, ma tu‌ tu non la vuoi!

~ 121 ~


MARIA Sul tuo dolore immenso, sui tuoi occhi senza lacrime, sul tuo disumano destino, sulle tue mani vuote, sulla tua solitudine, io piango! Sui tuoi ricordi, sulla tua fede, sul tuo amore infinito, sulle tue scelte difficili, sul tuo coraggio di continuare, sulle tue vane preci, sulle tue albe insonni, sui tuoi fantasmi, io prego! Oltre le nubi ed il cielo, troppo spesso buio, la luce dell’Eterno strappa il potere alle parche e senza vincoli nella sua forma piÚ pura, l’appagamento contempli.

~ 122 ~


ILLUSIONE Le sensazioni ti coinvolgono i sensi, centuplicando piacere e gioia di vivere. Ti senti onnipotente come se tutto fosse eterno: le mani, gli occhi, le braccia, il tuo corpo giovane. Cerchi con prepotenza la fusione con altri corpi come il tuo, in un vortice di voluttà infinita. Non ti soffermi sui particolari, prendi tutto in blocco. Qualità, sentimenti, valori non t’importano, così come non ti serve costruire ricordi, quelli che addolciranno le pieghe del tuo viso e cacceranno indietro le lacrime e la solitudine della vecchiaia. Vorrei essere ancora giovane per costruirne una migliore.

~ 123 ~


MI SONO ARRESO Scappi come la sabbia tra le dita e non riesco a fermarti. Ora …mi sono arreso! Ti ho inseguita, tra una primavera e l’altra, cercando di riempirmi di te, di goderti pienamente, ma tu mi sfuggivi generosa ed infedele, casta e meretrice, semplice e misteriosa: mi seducevi col mistico profumo delle viole poi, mi ingannavi coprendo, con le nubi, il sole; mi sussurravi amore a primavera ed ogni promessa mi appariva vera; d’inverno recavi il gelo nel mio cuore, con l’animo che urlava di dolore. E’ proprio allora che t’ho amata tanto che t’ho sentita, e non sai quanto: bevevo la rugiada del tuo viso

~ 124 ~


e sorridevo ad ogni tuo sorriso. Ora, guardo intorno a me e non ti vedo‌ domani, ti cercherò con nostalgia ma tu sarai giĂ andata via!

~ 125 ~


PERCHÉ 3 Poveri figli ! Non vi sono più lacrime per l’angoscia delle madri. Una pietà inutile recitata tra le pietre grigie del dolore. Di vero c’è soltanto un venir meno, una impotenza infinita, una fugace sensazione d’incertezza, mentre respiri il torbido vento della morte.

_________________ 3 ) Per la fine immatura dei bambini di S. Giuliano, sepolti dalle macerie dell’edificio scolastico.

~ 126 ~


TERREMOTO Sembra che voglia scrollarsi di dosso l’uomo con la sua cattiveria, la sua pedanteria, con la difesa, a tutti i costi, dei suoi ridicoli privilegi, questa nostra piccola grande terra. La violenti, la stupri, la inquini, come lurida arpia, nelle sue viscere più profonde. Violi i suoi segreti, la riempi di escrementi; ignori le sue albe, i suoi tramonti, le gemme dei suoi mari, tradendola come il più infame dei suoi figli. E lei? Distrugge l’uomo.

~ 127 ~


GIOCO PERVERSO 4 Le bombe, nella notte, accendono il cielo. Negli occhi increduli un universo infranto, una luce spenta, un’armonia distrutta. Nel silenzio della morte, il pianto degli innocenti. Nell’urlo degli uomini il dolore di Dio. Per la guerra in Iraq

~ 128 ~


TRAMONTO Non c’è pietra che non abbia il profumo del mare, nelle ore belle che ti fan cantare. Nei lunghi addii del sole, sei più vera: le rondini preannunciano la sera. Dalle ombre del porto alla Carnale, ap p ari g e mma di bellezza rara: rioni, parchi e p oi … Villa Carrara.

~ 129 ~


SE, SOLO PER UN ATTIMO Se, solo per un attimo, Dio, dimenticando che sono meno di niente, mi regalasse una nuova vita, darei valore alle cose, per quello che significano. Andrei alla ricerca dei miei sogni e li vivrei, con tutta la forza della mia anima. Ascolterei gli altri, che parlano, e mi nutrirei di loro, lasciando scoperta tutta la mia anima. Brucerei, tutto il mio odio, sulla fiamma dell'amore, e scriverei del dolore degli uomini, cantando alla luna la mia voglia di vivere. Non lascerei passare un solo giorno, senza dire a coloro che amo: vi voglio bene. Vivrei così, come un fanciullo, innamorato dell'amore, perchè‚ gli uomini invecchiano, quando smettono d'innamorarsi, ed è l'oblio che permette alla morte di ghermirci.

~ 130 ~


Se incerto è il domani, non aspettiamo ad amare: sarebbe duro ricordare quel giorno, che non hai speso tempo per un abbraccio, un sorriso, un piccolo, ultimo, grande desiderio. Stringi a te coloro che ti fanno vivere, dÏ loro quanto ne hai bisogno, e prenditi tempo per dire: "per piacere", "perdonami", e le parole gentili che conosci, tutte. Nessuno ti ricorderà per le parole mai dette, per i tuoi slanci repressi, per i tuoi pensieri inespressi, chiedi a Dio la capacità di saperli esprimere, e la saggezza di offrirli in tempo a coloro che ami.

~ 131 ~


ED E’ SERA Nuvole rade disegnano l'azzurro del cielo, non vi sono discorsi nel giorno che muore in silenzio. Il verde nasconde piĂš verde i raggi del sole, un'eco lontana mi porta la voce del mare. Ed è sera.

~ 132 ~


~ 133 ~


~ 134 ~


Il senso della vita, l’unica ragione della nostra esistenza, la motivazione reale dello scorrere del tempo, quello che ci è dato per la realizzazione del nostro essere uomini, è l’amore, perché, come dice il sommo poeta: "Amore, acceso di virtù, sempre altro accese, / pur che la fiamma sua pa1 resse fore" . (Purg., XXII, 10-12) 2

Non per nulla, la venere di Lesbo 2, contemplando il mare al tramonto, scriveva: Sei giunta, ti bramavo, / hai dato ristoro alla mia anima / bruciante di desiderio. / Eros ha scosso la mia mente / come il vento che giù dal monte / batte sulle querce. Ma l’amore è molto di più! Esso attraversa il solco profondo della nostra esistenza ed approda in una dimensione, dove la morte non ha potere ed i sensi si trasfigurano nella totalità del sentire, quindi, “ How do I love thee? 3 Let me count the ways”: Ti amo fino agli estremi di profondità, / di altura e di estensione che l’anima mia / può raggiungere, quando al di là del corporeo / tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale. / Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane, / alla luce del giorno e al lume di candela. [...] L’autore _______________

1) Nella Commedia, il canto V dell’inf. è quello dedicato a Paolo e Francesca. 2) Saffo (Σαπφώ), è stata una poetessa greca vissuta tra il VII e il VI sec. a.C., figlia di Scamandro o Scamandronimo e di Cleide, nacque a Ereso, nell'isola di Lesbo, attorno al 640 a.C. ma trascorse la maggior parte della propria vita a Mitilene. 3) Nacque nel 1806 a Durham. Il padre aveva fatto fortuna grazie a delle piantagioni di zucchero in Giamaica e aveva comprato una grande tenuta a Malvern Hills. Elizabeth Barret Browning, non ancora adulta, aveva già letto gli autori latini, Milton, Shakespeare e Dante. All’età di dodici anni scrisse un poema epico. La sua passione per i classici e i metafisici fu bilanciata da un forte spirito religioso. Scrisse “Sonnets from Portu-guese” e fu una grande fautrice del nostro risorgimento. Morì a Firenze nel nel 1861.

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LE TUE LABBRA Dolcissime, morbide, calde, che parlano d’amore, dialogano col cuore. Un piacere, sottile, mi prende e mi perdo nel gioco sapiente del nido dischiuso. Compare,discreta, la rosea compagna, carezza languida che bagna di lucido piacere, e ti fa bere dal calice intriso, che uso, violandolo a mia volta, distolto dal viver quotidiano. Invano, non ho più difese, più veloci delle mani, più tenere del pensiero, più generose del sesso, impastate di peccato, voluttuose, spregiudicate, vogliose, sensuali: le tue labbra.

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CONCA DEI MARINI (1) Ti riempie di lei nella tiepida notte, l’innamorata pallida che misteriosa e tremula lascivamente ti bacia. Luminescenze flebili fin sulla sabbia, s’allungano con l’eco di un respiro lontano… vicino… profondo come l’eternità.

______ 1) Da una passeggiata notturna, con amici, a Conca dei Marini, una bella spiaggetta sulla splendida costiera amalfitana, in una calda serata del mese di luglio 2009.

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DOLCE CONTESA Con la delicatezza di un sogno, di un sospiro di rosa, tu non lasci che miri, ed intrigante ti poni come gemma, desiosa di languidi baci e brevi, e lunghe, ed umide carezze. Il pensiero s’accende ed un’ ansia mi prende di baciare il primiero, mentre l’altro, più fiero, agogna geloso le mie labbra golose. Una dolce contesa nel chiaror della sera, una lieve difesa vince ancor primavera.

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GERMOGLI Corre il pensiero ad antiche carezze, tra primavere fiorate e magiche ebbrezze: tremori di germogli alla vita non ancora avvezzi. Era semplice il gioco ed unici i desideri, non ancora corrotti da inutili sogni e sciocchi progetti. Se si potesse tornare indietro per un’unica lunga giovinezza e vivere dell’amore con amore. Invidio le farfalle che van di fiore in fiore, ma son le api le regine del colore, le ladre furbe del miele.

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IL TUO FIATO Il tuo fiato sul mio‚ nel dolce abbandono del corpo. Vivo il tuo fremere‚ con gl’irti rosei ed il caldo intimo dei tuoi segreti. Come di un fiore‚ il tuo profumo mi riempie il cuore e mi riprende‚ con l’ansia che ti brama ancora. E vivi … e muori … su di me‚ che ti sente totalmente sua. Sono spasimi struggenti un dono raro della vita‚ che ti dona a me infinita‚ aulente‚ divina.

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LA NUVOLA Come un bambino addormentato, con l’ombra di un sorriso e la carezza tiepida del sole, scivola verso il mare. Ritornano all’azzurro gli storni; sul lungo letto di sabbia, l’onda si riposa.

_______ Guardando il cielo da una finestra del S.Leonardo, il 16 dicembre del 2005.

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SENTIMENTO V o rr e i toccare le tue labbra e sentirle umide di piacere, brucianti d'amore, frementi di desiderio. V o rr e i stringere il tuo corpo caldo, morbido, vibrante e sentirlo mio...mio...mio. V o rr e i entrare in te, nei tuoi occhi, nel tuo cuore, nella tua anima e sentire i battiti del tuo cuore, l'essenza dell'amore, la violenza della tua e della mia passione.

~ 145 ~


PRELUDIO Magica sinfonia‚ che l’ universo mio colori d’armonia‚ ascolta l’animo che brama e insegue amor, cercando oblio! Sii ancor viva, allo spuntar del sole su queste gemme‚ tra le rose e le viole‚ coperte di umida rugiada‚ nel mio vecchio giardino‚ dove tubano le tortore‚ e i gatti‚ sul gradino‚ fanno all’amore!

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RITUALE E’ nei momenti teneri‚ che attivi il tuo ricordo‚ e vai coi rimproveri e aggiungi: - Non lo scordo! E come un rituale‚ ti lasci poi andare: prima‚ mi metti il broncio e poi mi lasci fare. Le ultime parole le porto scritte in cuore‚ con gli occhi seri seri‚ dicendo a tu per tu: -Ti giuro‚ se mi offendi‚ non ti perdono più! Poi‚ tutto si fa tenero‚ vorresti dare il mondo‚ comprendi che la vita è un attimo fuggente‚ un battere di ciglia‚ che vale un’eternità.

~ 147 ~


PERCEZIONE Come può essere un caso la bellezza del tramonto, quando la brezza increspa ed i gabbiani salutano il sole. Come può essere un caso l’amore, ch’è motore della vita e memoria che vince il tempo e pur la morte. Come può essere un caso questo respiro eterno, che percepisco,oltre i sensi, con l’anima che trascolora e, ad ogni aurora, ritrova il senso della vita. In questo “panta rei” riconosco l’Eterno, che nutre d’immensità il mio “esser niente”.

________ Considerazioni nate dalla correzione della lauda “IL NAZARENO” nell’aprile del 2009

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SOGNANDO Mille volte ho violato la tua bocca, nutrendomi d’arcane carezze; ed altrettante il tuo profumo, m’appagava ottenebrandomi Nel caldo ascoso degl’intimi tesori, la chiave d’un piacere infinito, coi miei sensi giocando, muoveva l’altalena dell’amore. Solo il dolore dei miei anni andati, allo svanir del sogno, mi restava.

~ 149 ~


ED E’ SERA Nuvole rade disegnano l'azzurro del cielo, non vi sono discorsi nel giorno che muore in silenzio. Il verde nasconde piĂš verde i raggi del sole, un'eco lontana mi porta la voce del mare. Ed è sera.

~ 150 ~


BACIAMI ORA Baciami ora, che mi chiami ‹cuore› e sei vicina, come l’allodola al mattino! Baciami ora che, nell’aria bruna, scotti d’amore e gridi alla luna! Ecco, divieni musica, danza di sospiri, puro gioco di fremiti, nell’aria che respiri . Un’unica corolla, un gambo, un solo fiore, come chiamarla vita l’assenza dell’amore? Un attimo d’incanto, noi due, un solo ‹io›, sussurri: ‹ T’amo tanto! › ed io mi sento un dio.

~ 151 ~


IL SENSO DELLA VITA Corre il pensiero ad antiche carezze, tra primavere fiorate e magiche ebrezze: tremori di germogli, alla vita, non ancora avvezzi. Era semplice il gioco ed unici i desideri, non ancora corrotti da inutili sogni e sciocchi progetti. Se si potesse tornare indietro per un’unica lunga giovinezza, e vivere dell’amore con amore. Invidio le farfalle che van di fiore in fiore, ma son le api le regine del colore, le ladre furbe del miele.

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LE TUE MANI Come soffice nube, quell’onda di piacere recluso, nel silenzio del cuore, chiedeva pace. Amore e sofferenza, sul tuo viso, senza l’ombra struggente d’un sorriso. Come un giorno di marzo, eri, col ricordo dell’inverno ancora, col sole nella pioggia e la speranza d’una bell’aurora. Un tuo sospiro accolse briciole di desiderio, gesti sconnessi naufragati nel nulla, mentre taceva tutto, ma non le tue mani.

~ 155 ~


INSIEME Dov’è quella passione cocente, che consumava le notti, cancellando timori e violando segreti, col cuore nei sensi e coi sensi nel cuore e ancora…ancora… dal tramonto all’aurora, dando forma alle cose, dando senso alla vita, genesi di sensazioni e di gioie: una giostra infinita? Ciò che resta è un affetto, un sentirsi vicini, un amore sereno, senza colpi di vento, con due cuori bambini, in un tutto di cose svelate, e tante ferite, che parlano di vita, di sogni smarriti, di nuovi timori e la speranza di camminare ancora …insieme.

~ 156 ~


TURBAMENTO Le labbra lucidi, con fare languido‚ e segni il ritmo del mio piacere. Mi prende un brivido‚ sei tutta un fremito‚ aspiro il torbido del tuo respiro. La lingua morbida', carezza fervida‚ accende e spasima fuoco d’amor. Ti stringo‚ libera‚ carezza magica‚ un sogno mistico‚ luce nel cuor. Ti chiamo “Anima”, ti odoro in estasi‚ ti surgo mitica‚ fiore d'amor. Visione onirica‚ rimani statica‚ sul petto morbido aspetto ancor.

~ 157 ~


UN UNICO RESPIRO Quando l’orizzonte si fa d’oro, e cielo e mare si preparano alla sera, il pianto dei gabbiani ferma il tempo e, come sulla tela, più intensi diventano i colori. A quell’istante, cucirei le luci del mattino, come se fosse un solo grande giorno, un unico respiro, tra il nascere ed il morire.

~ 158 ~


SUSSURRI Nel silenzio della notte, odo i battiti del tuo cuore, mentre le labbra si schiudono ed i seni parlano d’amore. Con gli occhi chiusi, parole sconnesse, deliri del cuore, promesse. Ti chiamo e non senti, i tuoi baci son più ardenti. Mi chiami, t’arrendi, le tue guance son bollenti. Mi baci…mi bevi, le carezze son più lievi. La dolcezza ti culla, non senti più nulla, alle labbra di seta questo cuor si disseta, tu riprendi a gioire: questo amore non vuole finire. Un ultimo gemito, un cadere nel nulla, un piccolo fremito una pace ti culla; nel silenzio del cuore, tutta l’ansia mi muore.

~ 159 ~


IL PRIMO BACIO Aveva le labbra di seta e tremava‚ come una foglia alla brezza d’aprile. Parlava con le parole delle canzoni e profumava come una margherita sotto il sole di maggio. Si chiamava Anna e l’ho smarrita tra i sogni.

~ 160 ~


SOGNARE Parole sconnesse, sussurri improvvisi di piccoli baci sul collo, sul viso, sui seni di brace. Col corpo fremente, mi dici tremante: Ti amo! D'Amore sei piena, le tue unghie nella schiena. Le onde, tranquille, ritornano al mare; tu chiudi gli occhi: vuoi ancora... sognare.

~ 161 ~


ED E’ NOTTE Guardo milioni di stelle, che rifulgono, quali faville, come sussurri silenti di perle. Mi entra dentro la notte e mi sgomenta.

~ 162 ~


DAI RICORDI Il velluto delle tue labbra, nei sogni miei, con quel sorriso impreziosito di malizia, colora la mia vita. Ti fa bella il sole del tramonto, mentre pettina l’oro la brezza tra i tuoi capelli. Rubo piacere ai tuoi seni, assorti, alti, silenziosi, come l’altare di un dio pagano.

~ 163 ~


COME SE FOSSE L’ULTIMO Dalle montagne al mare, come un potente mondare, scroscia la pioggia sul cemento come a portar via, in un momento, l’estate dalle strade bagnate, ieri, ancora assolate. Pur questo giorno continua, tra tempeste e schiarite, folate di vento, sortite, tra rumori e parole, con il cuore che duole di lontani ricordi, con altri colori, ed accordi. È ancora lungo il giorno, con tante cose da dire…da fare. Quando tornerà il sereno, scenderò nel pulsare della mia contrada, tra la gente che corre, che ride, e non vive, come fosse l’ultimo, il giorno che uccide.

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~ 166 ~


DESNUDA Il tempo si è fermato sul tuo seno, mentre carezzo la tua pelle bianca. Sei calda come il sole, di mattina; ti copri con le mani da bambina. Non parli mai quando ti carezzo, nascondi gli occhi sotto i tuoi capelli, ancora soffici e neri, come i miei pensieri.

~ 167 ~


ERA BREVE LA NOTTE Quando la tua ombra irrequieta scivolava furtiva nel buio, e la voce era un flebile sussurro, un concerto di note tronche, tagliate a tratti da gemiti, era breve la notte.

~ 168 ~


FOLLIA Profumo di vita sulla pelle, respiro di giovinezza sul tuo seno. È come retrocedere negli anni: la tua freschezza sulle le rughe degli affanni. Fermare il tempo all’altare dell’amore, per aspirare il nettare del fiore, che rende te più bella di Venere aulente, mentre il velluto tuo, che mi sgomenta, mi porta, con l’ombra d’un sorriso, l’arcana melodia del paradiso e soffro e vivo e godo sulla porta stupenda del tuo viso. Esplode il cuore, con nelle orecchie il flusso del mio sangue, contemplo e bacio il morbido che langue.

~ 169 ~


ATTESA Aspetto, nell’attesa del cuore, il ricordo struggente d’un lontano amore, coi profumi di primavere andate … ed incertezze affondate nell’onda tumultuosa dei desideri … Quando smaniava ogni cosa per una bella rosa … bagnata di sussulti e languidi sospiri, su impervi declivi, dove davi e spendevi tutto … con la bramosia di non perdere nulla, nemmeno l’ultima, piccola briciola … di desiderio.

~ 170 ~


NEL MIO GIARDINO Nel mio giardino crescono le ortiche: Son tutte morte le piante di limoni. Tra le radici‚ scavano formiche e insetti rossi‚ brutti e senza nome. Le foglie gialle sono appiccicate e coprono i buchi verso il muro. Solo le cicale ci vanno a cantare e le lucertole‚ sulle pietre di calcare‚ prendono il sole.

~ 171 ~


MORBIDEZZE E’ qui, nell’incavo della mano, morbido e caldo come il viso di un bambino appena nato; tenero, delicato come un sogno mai sognato. Chiudo gli occhi, confuso, ed un solletico fuso al piacere di un petalo, che cosa … che cosa! Un piccolo soffio di rosa, che nell’incavo, tra il medio e l’anulare, comincia a giocare e p oi … sembra che voglia andare tra i tuoi sogni ed i miei, nel mio cuore e nel tuo, attraverso la mano, che trema, sul tuo seno.

~ 172 ~


I TUOI SOGNI I tuoi sogni son pezzi di cuore, sono “figli” che porti per mano, sono gemiti e sprazzi d’amore. Se qualcuno lo perdi per strada tu, di lacrime, tutti li bagni i tuoi sogni, che son la tua rada, finché il sangue scorrerà nelle vene e l’universo scorgerai in un raggio di sole.

~ 173 ~


NEDDA Il sole riscaldava come se fosse giugno, solo morte e miseria ella stringeva in pugno. L'amore del suo Janu era l'unica certezza, per una volta sola desiderò l'ebbrezza. Le cime dei castagni, le mosse, adagio, il vento, nei grandi occhi neri ondate di sgomento. L'estate ancor durava sull'erba che ingialliva, un misero sorriso sul lavoro che finiva. Dopo ci fu silenzio nel caldo del meriggio, sognare e non morire fu atto di coraggio. L'ardore dell'amore sentÏ nelle sue vene, e tutto fu delirio lanciato sulle pene. Un gallo non lontano cantò forte il suo verso, scapparono lontano, ma nulla fu diverso.

~ 174 ~


Una morale sterile lo giudicò peccato: il frutto del suo ventre fu presto condannato. Perse, alla fine, il sogno, la vita la sconfisse, rimase sola al mondo: dolor la crocifisse.

________ Ispirata dalla celebre novella del Verga “La Lupa”, della raccolta “Vita dei campi”.

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COME IL SOLE AL TRAMONTO Perché questa maschera di rughe spietate, sul viso, mi stravolge il sorriso? Una voce profonda, senza note di gioia, come il sole al tramonto, tra tristezza e la noia, non ha voglia di dire, di parlare d’amore? Quante fitte nel cuore, tra sconforto e vergogna, d’esser solo passato, che non vive né sogna, solo tempo ch’è andato. Una bimba, guardando quella maschera grigia tra il collo e l’orecchio, grida forte :-C’è un vecchio che piange come fosse un bambino, sembra, mamma, un piccino che ha bisogno d’amore!-Ma non c’è la sua mamma, è un vecchio che muore!-

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MALAGUENA Mirarti e poi… morire ancora, mentre il tuo corpo è più dolce dell’aurora. Leggera, tra le note, s’ arrossano le gote, carezza l’aria il seno, volteggi in un baleno. E mentre il fuoco mi divora, tu impazzisci ed io … ti muoio ancora. In un guizzar di note, l’animo s’apre e gode di piacer sublime: mi perdo delle labbra tra le rime. E mentre giaci in languido abbandono, abbraccio l’aria che respiri, come un dono.

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LA COMPAGNIA DEL MARE Volti stanchi tagliati dalla vita, sorrisi che si nascondono tra le parole: inutili rosari pronunciati a caso, lontani dalla mente, ignoti al cuore. Compagni di vita tra il cemento e il mare! Pensieri che si perdono all'orizzonte, tra l'urlo dei gabbiani e la risacca; tra i riverberi del sole, riccioli di schiuma sulla sabbia scura. Quando vacilla l'animo e ‌ confuso si spaura, tra la folla sparuta, odi una voce amica che ti saluta. Compagni di vita che si aprono al mare tra riflessi d'amore e la voglia di sognare giorni di estati lontane, quando il pianto non aveva dolore e l'alba era piÚ d'un ricordo.

~ 180 ~


LAURA Inseguo, nella notte, il tuo respiro, vivendo del ricordo dei tuoi baci. Feriscono i miei occhi mille luci, come se fosse un sogno senza pace. Sul mare, la carezza del mattino, increspa l’onda, e reca freddo al cuore, ritorno a casa mia, ch'è senza amore. Ad occhi aperti, un sogno mi conforta: ritorni vera e calda piĂš che mai: ti sento, sei con me come tu sai, ti amo, per quello che mi fai. Ritorno in me e, come un bambino, stringo tra le braccia il mio cuscino.

~ 181 ~


LA MIA TERRA Era bella la mia terra contornata d'alture‚ tra il fiume e la sua storia‚ nella pianura fertile del Sarno. Il canto delle donne preparava il tramonto: l'ultimo bacio del sole alla campagna. Rintocchi di campane‚ nella piana‚ raccoglievano amici dai contadi‚ anime semplici‚ volti tagliati dal tempo ed abbronzati‚ tra semine e raccolti. Filosofia antica‚ fatta di soprannomi e di proverbi‚ che si spegnevano nel buio della sera e si vestivano di nuovo a primavera‚ tra feste e balli per l'Addolorata. ___________

La valle del fiume Sarno,negli anni del primo dopoguerra.

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CAREZZE Dove non esiste il tempo, l'eternità è un solo giorno, che vive alle soglie dell'anima, che trascolora. Solo l'emozione segna il pulsare del cuore, tra le carezze del vento e le foglie di capelvenere. Tu sei l’eternità, la vestale di uno spazio infinito, dove una storia senza fine rende universale l’amore.

~ 185 ~


ALL’ALBA Dove esplode il silenzio e giunge l’alba nebulosa, tra frammenti d’attesa; dove l’ego dell’uomo ti grida: - Non puoi, ogni speme s’è resa! Dove occhi smarriti ti lanciano angoscia, più grandi del viso, lì è l’Eterno che ti parla, con l’amore e la gioia d’ un sorriso.

~ 186 ~


SENZA CONFINI Ricamano i sogni nel cuore progetti d’amore, tempeste di palpiti e angosce ti segnano e via, si libera con voli rapidi la fantasia. È allora che credi la vita un fantastico gioco, generoso di doni e di gioie, che arrossano il viso, mentre Iddio è con te sulla terra, col suo paradiso. Non c’è male, né guerra, ma amore che tiene la terra; non vi sono miserie ed ogni persona è sincera, tutto l’anno, dovunque, è primavera. Sono gli anni più belli ed il mondo ti sembra bambino: cerchi solo l’amore e corri: l’universo è piccino. Ogni donna è Giulietta, che sogna il suo bel Romeo e, tra i sogni, è l’amore che aspetta

~ 187 ~


il più dolce trofeo. È la musica di mille carezze, seguite dai baci, quando il seno e l’inguine e i glutei si fanno di brace. Quando sera ed il canto del gallo sono un solo momento, quando sei sulla terra, ma l’animo è nel firmamento. Solo allora tu accetti ogni cosa, persino la morte, è l’amore che toglie i confini, non c’è più la sorte. Nello spazio infinito ritrovi chi ti diede la vita, non più corpi tra i rovi, ogni piega dal viso è svanita. È un’anima sola che muove, tra milioni di stelle, solo l’amore rimane tra le cose più belle. __________ Dedicata all’eterna storia d’amore di Giulietta e Romeo

~ 188 ~


TRAMONTO Non c’è pietra che non abbia il profumo del mare, nelle ore belle che ti fan cantare. Nei lunghi addii del sole, sei più vera: le rondini preannunciano la sera. Dalle ombre del porto alla Carnale, ap p ari g e mma di bellezza rara: rioni, parchi e p oi … Villa Carrara.

~ 189 ~


TENEREZZA Mi adagio, pian piano, sul tuo sonno profondo, sul tuo ventre tranquillo cerco pace dal mondo. Mi ricordo passioni e battaglie d’amore, il tuo viso sconvolto, il tuo grande calore, alla fine, il delirio, l’ansimare del seno, ti poggiavi sul cuore, mi gridavi il tuo bene. Ora, dormi tranquilla, ti carezzo e piÚ nulla. Un chiarore di luci, si riflette sul mare, poi, ricordo i tuoi baci e riprendo a sognare. Nella notte, una voce incomincia a cantare, mi addormento sereno sul tuo lieve russare.

~ 190 ~


L’AMANTE E scalpitava lì, sul suol dell’aia, di compar Finu la sua mula baia. Iddio colorava l’aria bruna, coi tenui raggi della bianca luna Rifiutava la Peppa oro e vigna, scegliendo, per amor, il rio Gramigna. Ed una notte, di quel caldo giugno, corse, tra i fichidindia, dietro al sogno. Senza pensar lontano, né all’onore, tra nudi sassi ricercò l’amore, il fiato le mancava, tra corsa e passi, come una bestia ne seguì l’odore. Divenne del bandito la compagna, lacera e nuda su per la montagna.

~ 191 ~


Di notte lo scaldava col suo amore, di giorno lo seguiva nel terrore. Ma un dì, lungo il Simeto, fu arrestata, col suo bandito fu presa nella rete. Finirono le gesta del Gramigna, la Peppa, triste, ritornò alla vigna. Guardando il cielo, tra la costa e il tiglio, per amore del padre, si staccò dal figlio. Finì così, lasciandosi campare, vivendo solamente col sognare, senza il suo cuore perso in una notte lì nel burrone, tra le cave grotte.

_________ Ispirata dalla celebre novella del Verga “L’amante di Gramigna.

~ 192 ~


~ 193 ~


~ 194 ~


IVANA Desiosa ti schiudi all'amore ed io gemo, suggendo il tuo fiore. Poi, ti tendi e diffondi le note, nel delirio, s'arrossan le gote. Le tue labbra son calde d'amore‌ come batte impazzito il tuo cuore! Mille volte mi chiami, poi‌ svieni; sfioro i seni e languida vieni. Il tuo sgardo nel nulla si è perso, sei la luce del mio universo.

~ 195 ~


LA LUPA Geme il tuo corpo lì, nell’aria bruna, nuda ti vesti coi raggi della luna. Mugoli al vento, le unghia nelle mani, s’agita il seno: l’oggi è già domani. Pallido il viso, senz’ombra di un sorriso, e sul piacer voluto le labbra di velluto. Non c’è più via di scampo, il tempo è ormai scaduto. Nel cuore e nelle vene, fuoco e ardor ti piglia e per aver l’amore, baratti carne e figlia. Cieca nell’aia corri, come un animale tanto, c’è Nanni tuo e solo questo vale. Quel giorno, al suo morire, la scorse da lontano, veniva per gioire, recando fiori in mano

~ 196 ~


Prese la scure e lucido si mise ad avanzare tra il verde dei filari dove dovea zappare. La lupa vide pallido il viso suo venire, ma non avea paura forse, volea finire. Non arretrò d’ un passo, né pronunciò parole, gli cose solo incontro, come per far l’amore . Guardandolo negli occhi, gridò:- Meglio la morte, se è questo che tu vuoi accetto la mia sorte!Mentre sull’aia umida il Nanni la uccideva, su quella terra arida il sole vi piangeva. Sui campi di papaveri, forte soffiò il vento, gemiti di dolore, tra i sassi e il firmamento.

~ 197 ~


IL SAPORE DEL NULLA Soccombe ogni progetto fiero, quando il cuore s’adagia nel limbo del mio pensiero. L’anima corre, dove non può: soggiace ai tempi l’amore, lo scempio la scorza devasta e tu vivi quel tanto che basta. Mi fa male il ricordo, ora, che non è più tempo di sogni. Com’è cara l’estate, quando la pioggia impantana, ed ogni ora lontana ha l’amaro sapore del nulla.

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Πζρα από τα αςτζρια

~ 199 ~


~ 200 ~


“La poesia nasce dove la si cerca, una scintilla d’ispirazione è la vera maestra del poeta. Un tramonto, l’erba verde e cose del genere, per chi sa usarle diventano poesia”. E’ questo il pensiero dello scrittore giapponese Yuan Mei, opportunamente citato dal Mirabella che aggiunge … si ha la sensazione che siamo di fronte ad uno spirito inquieto, che coglie e si ispira ad una realtà osservata/scrutata con l'occhio attento e sgombro da futili pregiudizi. Una realtà di coscienza e dunque fatto di cultura: in cui la freschezza poetica è garantita da una genuina, inesauribile capacità di stupirsi e di stupire … e si avverte, continua il noto saggista, come nei versi ci sia un filone nascosto, segreto, che lega la figura alla parola: e le parole nel loro suono e nelle loro cadenze ritmiche pongono l'accento sui valori fonici, che (1) corrispondono ai valori plastici essenziali” . Ed ancora:” Il poeta possiede un’interiorità lirica, che gli deriva da stati d’animo particolari, che si tramuta in immagini poetiche, in allegorie e metafore singolari. Il linguag-gio diviene, allora, veicolo disentimenti celati, intimi, inconfondibili…. I suoi versi sono intensi e carichi d’umanità, tutta intessuta quest’ultima dei fondamentali valori che derivano dall’amore, a volte estatico, a volte inappagato, ma sempre teso alla ricerca di una dimensione universale, che accomuna gli animi oltre il tempo e lo spazio, in un contesto naturale contiguo, se non (2) complice. ” Una sorta di dualismo estetico, tra realtà sentita e quindi trasfigurata e quella concreta, tangibile, ma transitoria e corruttibile, e trasfigurazione poetica, che intimizza ed uni-versalizza, è alla base di questa silloge, che tende a cogliere i segreti della vita e dell’universo, “… quasi un bisogno d’eter-nità… attraverso un’intermittenza del cuore, in cui le parole già (3). sembrano qualcosa di estraneo” Di qui, il titolo “Oltre le stelle”, dedicato alle proprie radici, che indelebili, hanno segnato l’animo di chi scrive, determinandone, nella catarsi, il ritorno ai fulgidi colori dell’infanzia. Non resta che leggere le liriche, per vivere quella struggente sensazione di lanciarsi a capofitto in una foresta brulicante di sensazioni, che, alla fine, tracimano l’animo sempre più su, fin oltre le stelle. L’autore _________ 1) A.Mirabella, presentazione al volume Aqua Electa, A.I.T.W. Ediz. Salerno 2013 2) A.Mirabella, present.ne al volume Le tue labbra, A.I.T.W. Ediz. Salerno 2009 3) Domenico Rea, presentaz.ne del Vangelo di Matteo De luca Ediz. Amalfi 1989.

~ 201 ~


~ 202 ~


SGUARDI FURTIVI In questo giorno che muore, i tuoi occhi vagano nell’azzurro, come gabbiani impazziti. Alla musica della risacca, il tuo corpo giovane danza alla vita, ricusando sguardi furtivi e languide occhiate di desiderio. Il tuo sembiante, silenzioso, s’allontana con l’ultimo, malinconico, raggio di sole.

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OLTRE LE STELLE Aveva chiuso d’una fiaba il volo il gelo abissale dell’inverno. Nel chiarore iridato dei tramonti, non era più, ormai, tempo di sogni. Melodie lontane, sotto le stelle fluttuando, inducono, tuttora, alla speranza, ma la mia voce, lassù … sotto il magico mantello del vento, vibra nel silenzio. Nuvole evanescenti si rincorrono tra i sogni; mentre, saturo di nulla, il mio sguardo, in querule brame vagando, si smarrisce.

~ 204 ~


VAGHEZZE Con musica di parole, una poesia lontana racconta di tenui ricordi dell’anima e, tacitando la ragione, supporta il sentimento le istanze del cuore. Al sacro aggrappato, l’animo sposa il profano e la vaghezza del bello, perdendosi, al di la della notte, nel tenue il chiarore dell’alba. Affiorano le voci del silenzio, col il respiro profondo dell’anima del mondo, mentre impressioni e fremiti ci tracimano oltre solitudini lontane.

~ 205 ~


IL SEMBIANTE Non ho mai tradito i miei sogni. Volando e disegnando fiabe, ho viaggiato con loro, tra le stelle. In punta di piedi, bussavano alla porta dell‟io e con me s‟addormentavano, quando si spegneva il sole e la notte diventava una favola. Eppure li ho perduti i miei sogni mentre, dietro l‟angolo, raccattavo briciole di niente. Una dicotomia insensata, ora, porta me per il mondo ma son solo il sembiante di chi, con i suoi sogni, è svanito, da tempo, nel nulla.

~ 206 ~


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FUGA D’INVERNO Con la gioia dei sogni trafugati alle stelle, volavo, ogni sera d‟estate, mirando lontano. Respirando le mie libertà, non ancor dissacrate, se l‟amore chiamava, l‟universo tratteneva la mano. Quel tempo, or lontano, è finito, poi nulla è eterno; nel silenzio, una voce mi offre una fuga d‟inverno. Sono aggrumi di pace, a cavallo d‟una stella cadente, son merletti di luce, affatanti, non fiammelle morenti. Generose assonanze, incalzanti, che io tocco con mano, mentre cerco nel buio una via, con la forza d‟un nano.

~ 209 ~


FANTASMI Di questo miracolo continuo, d‟intime sequenze d‟esistenza, l‟unicità comprendo. Quali fantasmi, sullo schermo del tempo, all‟infinito, fluendo, viviam di chiasmi, nel tremulo chiaror della penombra. E pur capaci d‟atti dirompenti, subiamo il fascino d‟armonie potenti. Caste purezze ci affrancano da trame disadorne, che contornandoci connotano la genesi. Nella bellezza d'insieme annego il mio frale; nell‟arte e nel bello si spegne … la scintilla del male.

~ 210 ~


GIOVANI Ridisegnatelo voi questo universo traviato, di valori sfaldati, di antico ciarpame, di caotiche trame, ricche di scadimenti e di frastagli morenti. Quel che rimane e la noia e, sui corpi di donne, il sorriso del boia, d’un governo infingardo, che risolve i problemi pescando nel largo contesto dei poveri. Ridisegnatelo voi questo universo burattino, che gioca a rimpiattino ‌ con la morte.

~ 211 ~


SENZA SOSTA Come si può soffrire, per essere felici, quando nel buio si scatena la solitudine. Solo l’alba, esplodendo, pietosa, apre le porte al mattino, colorato e festoso, come ali di farfalla. Una nuova fiaba e … lo spettacolo continua, sulle favole di ieri. E’ un’altra storia, che corre sulle pagine del tempo, il mio tempo, che fugge, quale sogno vagabondo, nel vortice del nulla.

~ 212 ~


INDIETRO Oh madre mia! Il rifugiarmi in te ho sospirato, sin troppo, da solo, ho camminato. Pur breve, è ancor lunga questa via, sono i miei sogni, a farmi compagnia. Mentre tutto si fende e va in rovina, arrivo alle mie cose, quale fiume, che, tra i salici, anemoni e le rose, giunge alla marina. E mentre attendo, non so piĂš che cosa, si spegne il giorno e il sol ‌ or si riposa.

~ 213 ~


PRIMA DELL’AURORA Nessuno legge più tra i sogni miei, soccombe deserto il mio universo. Follie m‟invento e dico che ci sei, ma solo l‟aria mi carezza di traverso. Sono le rughe l‟unica memoria d‟un tempo, che non fa più storia, Solo la fantasia ricrea ancora fughe d‟amore , prima dell‟aurora.

~ 214 ~


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LA CAPINERA1 Come tendere le ali nell‟azzurro, se la prigione ti privò dei cieli? Libertà chiedevi in un sussurro, la brama d‟immenso non ha veli. Povera capinera moribonda, è la tristezza che ti porta via, pure se miglio nella stia abbonda, uccidere l‟amore è opra ria. E similmente capitò a Maria, tra le sterili mura d‟un convento, negandole l‟amor per quella via, s‟abbandonò al flusso degli eventi. Come la capinera piegò l‟ali nascondendov‟il capo senza vita, così Maria ebbe i funerali, lì, nel convento, ove era finita. Che ironia a noi riserva sorte, l‟amor, ch‟è vita, reca poi la morte, da sempre l‟uomo vola e brama il cielo: il corpo, se prigione, è solo gelo.

_______________ Ispirata dal celebre romanzo autobiografico del Verga “Storia di una capinera”.

~ 217 ~


CON L’ODORE DEL MARE Ho rubato sonno al mattino per rimanerti vicino, per la carezza d‟un sogno, per un amore bambino, per un impulso ribelle, che canta sul corpo, e sussurra alla pelle … Forse, un amore mai nato, non un lontano ricordo d‟un bimbo, ora troppo cresciuto, né un sogno mai avuto, condito d‟ansie e rimpianti … ma un amore a lungo bramato, di bellezze intessuto, di luccichii di stelle, di volanti fiammelle, che, nella notte bruna, rendono omaggio alla luna. A un primo raggio di sole, la risacca, con l‟odore del mare, mi spegne, nella luce, il sognare. Or che cammino nel giorno, tu … mi continui a cantare.

~ 218 ~


NEL SILENZIO Solo il ricordo m’è rimasto del tuo sorriso, che, nel silenzio improvviso, come un astro cadente, m’accompagna, in un cielo di stelle. Aliti di primavera toccano il cuore, ed ancora e tutt’ora, mi sussurrano amore.

~ 219 ~


SOGNANDO Chiedo alla notte un sogno, che fluttua nella spirale d’un motivo, quando, bisognoso d’amore, tracimo, stremato, nel silenzio assordante della mia anima. E’ allora … che chiudo gli occhi nel buio e, sul cuscino, bagnato, è la guancia d’un bimbo rinato.

~ 220 ~


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OMBRE Non è più un miracolo questa vita che cala, questo soffio che scema e pigramente si spegne, togliendoti qualcosa ogni momento. Siamo l’ombra d’un sogno, che ci tracima, tra sospiri dell’anima, in lontane solitudini, ove il nulla impera sovrano.

~ 223 ~


ED ANCORA DOMANI In questo continuo fluire, più nulla rimane dell’io, che, lentamente, s’avvia, lì, tra baleni di luce, dove tutto è un soffio, ed aliti di niente. In questo continuo fluire, la tua voce, soltanto, note rimarca d’amore, non per celia, m a, … per non morire. In questo continuo fluire, sol l’ansia rimane del sentirsi vicini, attaccati a una voce ch’or vive, poi, …scemando, si spegne, per ritornare domani, ed ancora … domani.

~ 224 ~


LA NOSTRA FIABA Cerco varchi ineffabili, per approdare smarrito nel tuo universo sereno, ove tace l’illusione ed il tempo di tenerezza s’ammanta. E mentre, nel profumo del vento, canti trame d’incanto, concitati sospiri scrivono la nostra fiaba. Non è ancora trascorsa la favola, che ci intriga! Nella penombra baluginante, che accoglie te, avvolta di nuda sacralità, é la mia anima follemente smarrita di rara seduzione.

~ 225 ~


NEL CIELO DELL’AZZURRO Amori fragili scivolano sull’onda della vita; un miele dolce mitiga il fiele che ci avvita. Fugge l’istante mitico, sul vento dei ricordi, e lascia un tenue strascico, che pare tu lo scordi. Ma poi,d’un tratto, affiora nel cielo dell’azzurro, quando un motivo, o un fiore si fan tremulo sussurro. All’improvviso, torna il canto del tuo cuore e tutto si fa tenero, un tenero d’amore. Sorriso di tristezza: la fiaba tua è passata, il cuore si rispezza, la realtà è tornata.

~ 226 ~


RICORRO AL CUORE Sul ruvido percorso del mio andare, per non soccombere e continuare, veleggio impavido sugli effluvi del vento, filtrando al meglio tutto ciò che sento. Riannodo, dove posso, qua e là, sperduti vincoli di nuova umanità. E se l’onda m’assale, gravida d’affanni, foriera neghittosa d’incertezze, ricorro al cuore, ai palpiti d’amore, che fluttuando nell’arte, son più forti ed or la sorte vincono, … or la morte.

~ 227 ~


GUARDANDOTI Mi sgomentano, nella notte chiara, come scintille dell’argentea luna; protesi d’infinito, che con un bacio mi saziano d’eternità. A tratti, s’allontanano, baluginanti nell’immenso, poi, senza il mio consenso, mi prendono l’animo e liberano, con le mie paure, il bisogno d’oblìo e … la brama di mistero, le tue pupille.

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~ 230 ~


OLTRE TUTTO Travalicando le luci del passato, l’animo declina nel silenzio, dove il ricordo porta ciò che è stato. Ritrovo il senso di quello che ho sognato: il calore d’un bacio e la magia, d’una carezza senza ipocrisia. Allora, guardo in alto, verso il sole, mille parole, esondano nel cuore, ma una sola mi parla dell’amore.

~ 231 ~


OME UN RAGGIO DI LUNA E’ il linguaggio dell’anima, che trascende il tempo, senza ore, né giorni solo vita che torna sulle ali del vento e ti nutre e t’adorna ora allegro, ora lento, più solenne ritorna, qual semenza d’amore nel cervello … nel cuore. E’ il linguaggio di Dio, senza inganni, né l’io, come un cuore bambino, tra le arpe e i violini. Solo voli d’uccelli, poi, respiri di stelle, sull’orchestra che suona, una musica buona, ora allegra, ora tenue come un raggio di luna.

~ 232 ~


ALL’AURORA A te, dolce aurora, che da lontano mi sorridi ancora, quando prepari, con giochi d’oro fino, l’avvento delicato del mattino. Tu non lo sai quanto t’ho amata, quando credevo che aprissi un sogno, e regalassi, con la vita e il cuore, gli inenarrabili giochi dell’amore. Quando parlavo all’aria ed alla stella, che porta il nome della grande dea, desiderando un bacio e solo quello, nella bruma neghittosa e rea. Non ho più sogni, pur se torni ancora e triste mi sorridi col mattino, la mia giornata inizia senza aurora, ho smarrito in me l’esser bambino.

~ 233 ~


TRACCE DI MEMORIA Sorella delle stelle, o cerea luna, che, silenziosa, rischiari il buio della notte, quante preghiere nel tuo ciel raccolte! Tu custodisci, come tempo andato, la debole memoria del passato. Son le preghiere assorte di Maria, quando le nacque il figlio, poi, morto in Croce; son le preghiere della mamma mia, quando dal cancro ritrovò la pace. Son le preghiere dei vinti d’ogni guerra, di tutti i Cristi trucidati sulla terra. Con questi versi, or ti affido il cuore, che inumato sia in un ciel d’amore.

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~ 236 ~


UNA VOCE LONTANA Albeggia. Attento, mi pongo all’ascolto di me, di ciò che è rimasto. Fruscii di macchine, dalla strada, rompono il silenzio. Dentro di me, il sibilo, della vita che passa, cancella, con le sensazioni, il ricordo di quel che ero. Una voce lontana, come luna di notte, come fossi ancora io, dolcemente, sussurra il mio nome.

~ 237 ~


IL CIELO DELLA SERA1 Ancora voci immote, non dopo una partita, ma nel silenzio che corre tra i palazzi. Il tempo ha divorato i bambini che, giĂ grandi, sparano petardi nelle piazze cittadine, tra le aiuole imbrattate, tra le umane rovine, che offrono sole alle navigate badanti. Poco importa, quei corpi stanchi, abbarbicati, aspettano con ansia il cielo della sera.

____________ 1) Ad Alfonso Gatto

~ 238 ~


NON VI SONO PIU’ GIORNI1 Non vi sono più giorni, né più offerte emotive, ammantate d’armonia, che, su folle deliranti, versano ansie d’infinito. Fino all’ultimo istante, ignorando il dolore, affidasti al tuo canto un messaggio d’amore, che ancora e per sempre, si dispiega, a tuo vanto. Tuttora, continua il tuo sogno, ma non qui. Ora canti alla luna, incantando le stelle con le tue melodie, le più belle … le più belle

_____________ 1) A Freddie Mercury

~ 239 ~


NON SI PUO’ ESSER SOLI Se sorella tu fossi nell’andare, o compagna nel viaggio nella vita, vivendo insieme i colpi della sorte, leggero andrei lì, ove non è scorto. Non si può esser soli, in compagnia, e vivere, inani, di ricordi; conservi il fosco, il bene te lo scordi, alcuna melodia è senza accordi. Disarmonie infinite, e tenerezze smarrite, in una fitta selva di ripensamenti. L’amore, infine, è l’ultima illusione che scolora, tra ripiegamenti e speranze perdute, tra sogni giovanili, e fiumi esondanti di rimpianto.

~ 240 ~


CORRO SOLO CON L’ANIMO Sulla sabbia, vedo orme lontane, ma non sono le tue. Lentamente, m’avvicino al mare, ora, corro solo con l’animo. Raccolgo, delle sensazioni, ciò che resta, ma non rammento più il tuo profumo. Mentre ch’il mare tace ed i gabbiani, nel ciel, non hanno pace, sulla mia malinconia il pianto delle tamerici.

~ 241 ~


NEL RICORDO STRUGGENTE Nel ricordo struggente, turbinando, il mio pensiero si consuma. Non si può vivere senza storia, in fatua sequenza, da marionette rapite. Nell’utero di mia madre, tornerei, per rinascere in un mondo d’uomini, senza oligarchie dominanti, dove la morte di Cristo ha un senso e la democrazia … il suo vero significato.

~ 242 ~


σἱέὂ

~ 243 ~


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In questa raccolta di versi l'Autore riesce tout court, senza indugiare in futili edulcorazioni, a fornirci la chiave di lettura della nostra effimera realtà esistenziale. In questi diciassette componimenti non si limita a parlare di sé, ma appare molto sensibile ed attento alla drammatica realtà sociale in cui ci troviamo a vivere. Pastore ha una notevole frequentazione con la poesia e con altri generi letterari, e stavolta devo affermare con Eugenio Montale che è stato "sobrio ed essenziale" riuscendo ad esprimersi pienamente con una piacevole concinnitas e con l'uso di una terminologia oserei dire aulica. Volendo raccogliere significativamente le parole chiave, a noi sono subito emerse le seguenti che sono tutte pregne di grande valore a livello traslato: amore, bacio, cuore, ombre, pace, sabbia, sera, sonno, vento, vita. L'incipit è dato da ombra di sogno e qui il sogno è visto come un dolce rifugio e conforto solacium) per la sua anima inquieta, perché come un animo sensibile può vivere in un mondo dove prevale il nulla, dove le parole non dicono più niente, dove l'amore ha perduto la sua vis (forza), dove mancano del tutto le emozioni! E come potremmo dargli torto? Forse oggi con tutte le ultime tecnologie pensiamo veramente di comunicare? O alla fine ognu-no è solo con se stesso in una perenne finzione dialogica? Quello che emerge con forza in questo libellus è il ruolo che viene affidato alla poesia, o meglio cos'è la poesia sostanzialmente per Franco Pastore. Egli in modo mirabile ci fa capire come la οίηςισ dà colore alle grigie sue ore, lo fa sognare, lo fa riandare ai ricordi sopiti, riveste il ruolo di madre e figlia e che non vorrebbe affatto vedere gli effetti della senescenza, bensì "vorrebbe spegnersi // per non morire". A tal punto è bene riflettere su “cosa lieve, alata e sacra è il poeta, ed è incapace di poetare, se prima non sia ispirato dal dio e non sia fuori di senno, e se la mente non sia interamente rapita”. Con questa frase Platone ci riassume brevemente il pen-siero greco in materia di poesia: per la creazione della vera poesia è necessaria la κατοκωχή, la “possessione” da parte delle Muse che, invasando l’uomo di un soffio vitale, rendono capace l’uomo di parlare secondo verità. Tale carattere sacro è rintracciabile già nello stesso termine con cui si indicava la poesia nel suo insieme, μουςική, “l’arte delle muse”, e cioè l’unione di parola, musica e danza che permetteva il più alto grado di mi-mesi tra l’uomo e l’arte. A.Mirabella

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OMBRE DI SOGNO σἱᾶὂ

Nascondo tra i sogni la mia anima inquieta, non vi sono più vincoli, né più capanne, nel nulla del mondo. In palazzi di vuote parole, ombre di sogno ignorano la forza dell’amore ed incapaci d’emozioni, graffiano l’animo ingombro, se non sbraciato, o smarrito. I miei occhi son capaci ancora di pianto.

______________ 1) Σκιᾶς ὄναρ ἄνθρωπος, dalla VIII Ode Pitica di Pindaro. Traduzione letterale: “Il sogno di un’ombra è l’uomo”.

~ 247 ~


PEZZI DI NOTTE

κομμάτια τηρ νύσταρ

Quando la pioggia spilucca terra ai vasi e sui terrazzi corre l’urlo del vento, pezzi di notte scandagliano i ricordi. Pescano, tra le frange, grumi di storia, immagini vissute, polvere di memoria, che mi rammentano come passa il tempo, cancellando la vita, giorno per giorno. Poi, per fortuna, interviene il sonno.

~ 248 ~


NON VOGLIO PIU’

Δεν θέλυ πεπισσότεπα

Se vuote sono le mani e solo sangue è nel cuore, se aride solo le ore e l’anima riarsa languidamente muore, cosa prendo? Tra pagine ignorate, frammenti di vita si sprecano all’infinito, come se potesse ripetersi il miracolo! Non voglio più, né agogno perdermi, ancora, dietro ad un sogno!

~ 249 ~


FRASTAGLI DI VITA σοσέρ τηρ ζυήρ

Stringere sul petto il capo di un bambino è come tenere stretta la vita: quella ch’è passata e quella che … ancora dev’essere vissuta. Allora preghi Dio che sia più bella e più felice della tua, i cui frastagli hanno solo l’ incognita della fine. (1)

1) Scritta nell’estate del 2013 e dedicata a Gaetano Rispoli

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VENTO DI PRIMAVERA Tος ἁνέμος άνοιξη

Sei qui, ancora, ch’esondi il mio universo di luci nuove e giochi di colore. Il tuo profumo e degli uccelli il verso annodano il pensiero a palpiti di cuore. Rivedo mamma mia, ... le sue mani, e torno a perdermi tra le rose ed i gerani. Ripiegamenti, ansia d’infinito ed il passato deborda nel presente, per poi ritirarsi, d’improvviso, tra lacrime sparute, sul mio viso. Nel nulla del mio tempo, or giungi invano, le genti, depauperate, son fiammelle, né più vi sono sogni sotto le stelle! (1) __________ 1) Scritta nella primavera del 2014

~ 253 ~


PRIMA DELLA TENEBRA Mὶα υοπά

Accendeva il buio dell’inverno la morbida carezza di un tuo bacio. Quando, la memoria di te mi seguiva sul cuscino della notte, per annunciarmi l’alba, con l’essenza ascosa dei tuoi segreti. Lampi di desiderio fermavano il tempo, nell’attesa che ti sciogliessi in languido canto, che cangiava in sogno la gioia di vivere. Or sei un’ombra della mia solitudine, l’ultimo velo, prima della tenebra.

~ 254 ~


NOI SIAM METEORE μετευπίτερ εμείρ

Son fuochi, che si spengono nel cielo della sera, attimi di sublime nel buio, a primavera. Son scie di luce rapida, bagliori senza fine, che, nella notte bruna, baluginano alla luna. Noi pure siam meteore, che vivono per burla, che nascono, che credono di essere Fanfulla. Invece ci spegniamo, nell’arco d’un baleno, senza lasciare un segno, in questa altalena di vivi, che son morti, come una cantilena, dai toni sempre uguali: Ieri … oggi … domani … Solo l’arte, alfin, rimane!

~ 255 ~


COME FIAMMELLE Ωρ μικπέρ υλόγερ

Figure tremule, come tracce di vita, nella nebbia del tempo, lacrime raccolgono di cuore. Una dopo l’altra, querule, come fatue fiammelle, lentamente scemano, nel buio del silenzio. Anche la voce si snatura e cessa, infin, per sempre, lasciandoti l’amaro dell’atra solitudine. Ho la stessa carne di Cristo.

~ 256 ~


LA POESIA Ἠ οίησιρ

Sei tu … che dai colore alle mie grigie ore, ed accendi di sogno i miei mattini, come si fa coi bambini. Sei tu … la mia memoria, mediatrice nel tempo, che ricordi sceglie dai ricordi, e vola, per me e con me, sopra il mio tempo. Sei tu … la madre e la figlia di quest’uomo, che non ama invecchiare e vorrebbe spegnersi, per non veder morire.

~ 257 ~


DOLOMITI Δολομίτερ

Ascoltate, a frastagli, la voce del silenzio ed il cielo scrutando, tra veli d‟incanto, giocate con le nuvole. Come signore altezzose, perdute a tratti, nella soffice carezza della neve, custodite, gelose, i segreti del tempo. Tra boschi di cirmolo e mughi, vagando, inquieta, sulle Croda Rossa la mia anima s‟acquieta e giace, appagata, a mirare le valli ed i segni inquietanti d‟ammoniti aberranti. mentre salgono, coi canti, le ombre lunghe della sera.

~ 258 ~


SUSSURRI DI MARE

Tηρ θάλασσαρ τίθςποι

Agli ultimi riverberi, lasciano i gabbiani il solitario respiro dell’azzurro. Sussurri di mare, al tramonto, salutano il cielo della sera. Come silenti fantasmi, le ombre vincono la luce e, sulla spiaggia deserta, sul nastro contorto di sale, s’affaccia la luna.

~ 259 ~


TEMPORALE DI MAGGIO σπονικόρ τος Μαΐος

S‟è ritorto sui tetti, questo temporale, che rompe maggio, illuminando la spiaggia con rapidi baleni. Anche il tempo ci sconforta, rendendoci poveri di sereno, il sole è ancora raro, tra il cemento e il mare. Volano le piantine dai vasi, così come le radici nostre più antiche, mentre l‟idioma, imbarbarendosi, il seme remoto tradisce, della nostra cultura. Questa parte di storia, ch‟il furto traveste di gloria e di cortesia la cattiveria, difetta d‟uomini. Ancor rompe, con rapidi baleni, questo temporale, senza freni; sui tetti, le nubi concertano l‟inferno ed io … non so più per chi scrivere.

~ 260 ~


ORME D’INCHIOSTRO Ίσνη τος μελανιού

Sol del suo viso mi sovviene ancora, scolpito nel mio cuore, nel suo grembo. Cerco, nella memoria, voce e amore, rivedo il suo sembiante nel bel tempo. Corre la vita, ne ho smarrito il senso, orme d‟inchiostro di tutto ciò che penso. Più nulla resta della fantasia, coi sogni e con la gioia è andata via.

~ 261 ~


LA VITA E’…

ζυή υπαία είναι La tua vita si spegne, spedita corre la mia, insensate speranze tra sterili litanie. Un travaglio senza senso, stravolge ciò che penso. Tra pareti senza colore, anche i santi disertano il dolore. Se si potesse centellinare l’istante e persino il baleno, che ancora c’è dato, saremmo almeno ombre, nel flusso eterno dell’universo. (1)

___________ 1) 12.06.2014, dedicata a mio cognato Matteo.

~ 262 ~


ALL’ALBA DEL TEMPO Ἢ αςγή τος σπόνος

Sulla spiaggia vestita di vento, scandaglio, pensoso, tra i sogni, mescolando ricordi e scontento. Sullo scoglio, vestito di sole, nego scelte e il cuore mi duole, corre il tempo, mi sento smarrito, tra non molto, questa estate è finita. Sulla cenere degli anni già andati, lì ritorno, all’alba del tempo, e col cuore gioioso, contento, come allora, mi lancio nel vento. Sulla sabbia, vestita di sera, mi ritorna la vita com’era: la mia casa, un po’ antica, ma vera, tanto amore nell’aria sincera.

~ 263 ~


LUNA D‟ESTATE

Σελήνη τος καλοκαιπιού

Nel cielo sospesa, ogni istante l‟incanti, la mia anima presa, allorquando l‟ammanti col tuo lento vagare. La fiacca carezza delle nuvole snelle e il tremor di faville, oltre sabbia e risacca, t‟invidiano le stelle. Oh notti chiare! Risplendi, silente, sul respiro del mare, sulla città che tace, nel chiarore effuso, e trova pace.

~ 264 ~


21 LUGLIO 2014 Ιούλιορ 2014

Col pianto dei profughi, cessa ogni poesia. Non v‟è cuore tra le pagine di questa storia. Piange luglio sul sole dell‟estate e ciò che resta dei nostri sogni si dilegua tra le ombre lunghe della sera.

~ 265 ~


SENZA FIATO Kομμένη την ανάσα

Senza fiato, artigliando pareti, l’alpinista, per suo solo progetto, alla fine conquista la vetta. E dall’alto, sconfinate distese e monti, con valli più estese, fan da storno a stoltezze infingarde, a sorrisi compiaciuti e beffardi, ad ingoi di vuota ipocrisia, a pochezze lasciate per via. Anche io pongo fine ai miei sogni, richiudendo il mio libro dell’anima e, facendo a me stesso una burla, accantono ogni cosa nel nulla, non è gioco, né perversa mania, ma è solo cortese follia!

~ 266 ~


Μνὴμεσ του χρόνου

~ 267 ~


~ 268 ~


Tutto è ricondotto, con sorvegliata consapevolezza, negli spazi profondi dell’animo del lettore. I suoi “ slanci vitali”, le sue riemersioni memoriali, un po’ sospese nel sogno, un po’ cullate dai sospiri dell’attesa, si fanno, oltre l’inerzia, l’indolenza, la rinun-zia, un suggestivo, ineludibile invito di partecipazio-ne ai fermenti realistici ed emozionali, che irrorano la sua rugiadosa vicenda esistenziale. Il supporto tecnico è depotenziato, ma soltanto in parte. Spesso l’assonanza conferisce al verso del poeta quella musicalità che,secondo Walter Pater, era l’elemento costitutivo della poesia vera. Giorgio Caproni sosteneva che la poesia se non è musica non può nemmeno fregiarsi del suo nome. Umberto Saba aveva affermato che la poesia è ricerca e conquista di verità. Franco Pastore, nella sua originalissima cifra, sembra aver tenuto nel giusto conto queste concezioni della poesia. Nella sua resa lirica c’è tanta dolcezza formale, ma sono elargite e rappre-sentate tante leggere e magmatiche verità dell’animo, che solo la poesia autentica può disvelare. Debesse aveva affermato che noi mentiamo a noi stessi perfino nei diari. Ma nella poesia vera ciò non può accadere. Ovviamente, ciò non avviene negli esiti lirici di seguito, che ci tracimano, lontano dalla greve e uggiosa terrestrità, in un mondo pispigliante fra incanti e solide consapevolezze, in una rigenerazione dello spirito che pena, freme, geme e si arpiona ai raggi della luna e al nitore delle stelle, forse in un anelito dolcemente triste di raccordo, di carezza e di rinunzia al bello della vita. Luigi Crescibene

~ 269 ~


~ 270 ~


RICORDI DEL TEMPO Μνήεςησόσ

Mille voci nell'animo bambino, suadenti e flebili eccitavano i miei sogni. Coloravano i giorni i racconti delle maghe: asciugavano le lacrime, con l’estro delle fiabe. Dormivamo coi principi, nei boschi e nei castelli, attratti, solo un po’, dai canti magici dell'uccellino Verdoliò. Ora, è solo tempo di ricordi! La mia fatina è morta di dolore, e le lacrime, tra le rughe, arrivano sino al cuore. Nelle case non vi son più camini ed ancor più rari sono i bambini. La fantasia, con i sogni, se n’è andata e la poesia è morta e sotterrata.

~ 271 ~


ANDANDO Πρόκειται

Un petalo per rivedere le tue labbra, un bocciolo per sentire il tuo profumo, nel mentre le vette scrutando lo sguardo si perde, tra ritagli di cielo. Grappoli di case, nella valle, si colorano di sole. Come un ospite, là dove son nato, giungo e mi bagno di ricordi.

~ 272 ~


Sarno, 1961 - Liceo Classico Lucrezio Caro

~ 273 ~


~ 274 ~


UN SOLO MOMENTO Mια ςτιγμή

Cerco volti di sempre, di compagni e radici, era l’alba stamani, or son già nel domani. Ogni ora è un secolo e un anno è un momento, vedo fiori appassire, cambia il gioco col vento. Non c’è nulla che resti immutato nel tempo, in deriva perenne, attaccato ad un lembo, esondante di sogni d’arte solo e d’amore, busso invano, con forza, alla porta del cuore.

~ 275 ~


UNA ECO LONTANA Mακπινή ησώ

Pur l’ultimo vincolo s’infrange, quando, prigioniera delle labbra, la parola non arriva al cuore di nessuno. Come lenta risacca, si spengono i giorni sulla sabbia e … non tornano più. Nella catarsi, il tempo divora e ti trasforma in qualcosa che, a guardar bene, nemmeno ti somiglia. Poche tracce d’inchiostro e null’altro, della tua via! Solo la tua voce, come un’eco lontana, ancora aprirà le nuvole, come un caldo raggio di sole.

~ 276 ~


Casatori di San Valentino Torio – Casa paterna

~ 277 ~


~ 278 ~


SENZA CHIEDERE χωρίσ να ρωτήςει

Avanti così, come un ignaro fanciullo, senza chiedere e chiedermi nulla. Dal presente ovattato, solo un fugace pensiero a ciò che è stato. Cosa ho per le mani? Ciò che ha un fanciullo, poche cose, quasi nulla: un progettare breve, che si risolve rapidamente, senza virgole e … senza domani.

~ 279 ~


STAMANI

Aυτό το πρωί Non ferma il sole questo ciel cinerino. Quale invito all’amore, un ampio respiro di luce schiude anima e cuore. Per la città infreddolita, costeggio il mare, sino a villa Carrara, ove bimbi felici giocano, tra alberi e raggi di sole.

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1965 - primi anni universitari

~ 281 ~


~ 282 ~


ALL’ALBA Aυγήσ

In un mare di carta, seppellendo il mio “io”, tutto il dolore mitigo della tristezza mia. Vivo, ora, di ombre, di tremori di stelle, avanzando a stento tra le foglie morte e le raffiche di vento. All’alba, solamente, d’ogni giorno, quando scompare la tomba della notte, apro le porte e … mi guardo intorno.

~ 283 ~


SULLE MIE MANI Σα χζρια μου

Sulle mie mani, del tempo la memoria, quella che in viso, d’ansie e dolori, mille rughe ha inciso. Ed ogni taglio si rapporta a tono: le più profonde dell’angoscia è il dono. I segni lievi, men profondi, brevi, intorno agli occhi e ai lati della bocca, vengono fuori quando della morte il soffio tocca, quando scompaiono pur le tue radici e dai un saluto a parenti e amici. Ma non importa, infin, tutto s’appiana e nella polvere il corpo si dipana. Per non pensare, il cuore fugge via, ripara l’animo nella poesia.

~ 284 ~


S. Marzano S.S. , anni ottanta - Con Franco Angrisano

~ 285 ~


~ 286 ~


MOMENTO Στιγμή

In questa foresta d’intrighi, legami e vincoli si dissolvono come neve al vento. Restano solo ombre nell’animo, che vive d’impressioni e … di ricordi.

~ 287 ~


LA STESSA COSA Σο ίδιο πράγμα Un lungo sospiro, sul morir della sera, un’alba più bella ogni animo spera. Sospiri profondi, impastati di vita, di chi vive la terra ma anela l’infinito. D’esistenza son grumi, tra ombre passate, il cuore, trabocca di memoria già andata. Alla fine, rimane una voce soltanto, che mi parla e mi dice: - Siam noi, le radici!-

~ 288 ~


Salerno, palazzo cittĂ , salone del marmi, anni settanta, con Eduardo

~ 289 ~


~ 290 ~


IL MIO BALCONE ΢το μπαλκόνι μου

Tra felci bagnate, dipana i segni dell’inverno un nuovo raggio di sole. Verso la luce le mani mie, con l’animo, si protendono, mentre che inghiotto il succo amaro della solitudine. Al mio balcone sul mare, mentre il cielo d’azzurro si colora, bussa la primavera.

~ 291 ~


SCIA DI MARE

Mονοπάτι τθσ κάλαςςασ

Non una lacrima tra queste rughe, che scavano sul viso l’orma del tempo. Sotto l’azzurro cielo, una scia di mare mi riporta agli antichi respiri e a chi, forse, mai è esistito. Rimane solo la storia, pallida e sbiadita, di ciò che potevamo essere, prima di stemperarci nel nulla. Angoscia della speranza, il tempo ci nutre di finzioni. Sotto il velo estremo dell’animo, l’intimo desiderio di oblio.

~ 292 ~


Roma,1971, con Gaetano Rispoli e Carlo Levi

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~ 294 ~


HO RUBATO Έκλεψα

Ho rubato un raggio alla luna per portare la luce nel cuore, che bisogna ancora d’amore. E tu luna non recarmi rancore, sono un esule sopra la terra, dove l’uomo all’uomo fa guerra. Ho rubato un raggio di sole per abbattere il buio della notte, nell’attesa dell’alba marina e le luci del primo mattino. Ho rubato un giorno alla vita per guardare il mondo e le stelle dire addio alle cose più belle, poi gridare, dal profondo infinito: - Finalmente, la mia storia è finita

~ 295 ~


SOLITUDINE Μοναξιά

Tu sola dai parola alla mia voce, che si dissolve nella notte chiara. Pallida mi sorridi nella luce, questa vita, per te, è tanto amara. Tace nel parco la grigia capinera, ritornano fantasmi a primavera: natura si risveglia, torna il colore, ma nulla si ravviva senza amore.

~ 296 ~


Roma 1971-Scuola Genio Pionieri - Premio Poesia S.-Barbara

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!-

~ 298 ~


COMMIATO Αθαναςία

Tra sussurri oblianti, mentre dai ricordi riaffiora l’emozione, esonda il cuore di bisogni d’amore. Restano, allora, arabeschi e bagliori, cenni di poesia, senza presunzione e senza menzogna, solo realtà che agogna sfidare il tempo, nell’illusione ... d’una stilla d’immortalità.

~ 299 ~


~ 300 ~


ῆςής



~ 301 ~


~ 302 ~


In questa breve silloge l'Autore riesce, senza temporeg-giare in futili edulcorazioni, a fornirci la chiave di lettura della nostra effimera realtà esistenziale. Le liriche sono pregne di un'inquietudine che si fa a volte angoscia, come avviene in Sgomento - Φόβοσ. Ancora una volta, gli aspetti più usuali della realtà vengono caricati di una significazione interiore - non simbolica o intellettualistica ma tutta sentimentale - ed è così che i versi vengono resi, da realistici e statici, in liricamente vibrati, con una rilevante flessione all’universalità. Volendo estrarre in modo significativo le parole chiave, sono subito emerse, pregne di grande valore metaforico, le seguenti: mattino, chiarore, infinito, sera, vento, radici, vita. L'incipit è dato da Baluginar di luna e qui la morte diviene “signora che tutto cheta” comprese le trepidazioni della sua anima inquieta, perché come un animo sensibile può vivere in un mondo, dove l'amore ha perduto la sua vis e dove tacciono i colori. Molto profonda l’ultima lirica, dedicata a Franco Angrisano, che traccia le linee drammatiche del nostro tempo. In questi dodici componimenti l’autore appare attento alla drammatica realtà sociale in cui ci troviamo a vivere. Egli ha una notevole frequentazione con la poesia e con altri generi letterari, e devo affermare, dicendola con Eugenio Montale, che è "sobrio ed essenziale", riuscendo ad esprimersi con una concinnitas gradevole e facendo uso di una terminologia colta e raffinata.

Giuffry Farina

~ 303 ~


~ 304 ~


FRA LE STELLE

Ανάμεςα ςτα αςτζρια

Mi guardi dalla foto, lì sul muro, come volessi dirmi qualche cosa. Lo so, sono cambiato, son altra cosa, ma dentro resto sempre il tuo bambino. Non può la morte, oppur l’uman destino, distruggere un legame così forte, insieme siamo uniti in una sorte. Vorrei stringerti ancora su questo cuore, protetto, come un tempo, dal tuo amore e certamente, un giorno, fra le stelle, al cuor dirai ancora cose belle ed io, con un pianto inusitato, ti griderò: -Mamma, sono arrivato!-

~ 305 ~


BALUGINAR DI LUNA



Quando tutto si spegne Ed ogni memoria s’oblìa, soccombe ogni malìa. Invano, il colore dei fior Accendono le luci del mattino E a sera, o nella notte bruna, balugina la pallida luna. Sogni, progetti, pensieri e quanto nasce nell’universo infinito, tutto muore sotto le stelle, nella tenebra esonda la vita.

~ 306 ~


Napoli, 1970 - Premio Giacomo Leopardi, con Vittorio Amedeo Caravaglios

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INSONNIA Aώπνία (1)

Tenue biancore, che porti via le ombre della notte, ancora, mi sorprendi sul balcone. Un vento freddo soffia verso il mare, soccombono le luci e le lampare. Rapide, scivolano le auto sull’asfalto, mentre il chiarore accende tutto il cielo, alzo lo sguardo e fisso su, in alto, la luce fa cadere ogni velo. Punge la brezza verso la marina, il canto dell’allodola saluta già il mattino .

_______________ 1) Salerno, 25 giugno 2015

~ 309 ~


SOTTO IL VELO DELL’ALBA Uπό το πέπλο τησ αυγήσ

Dov’è il tempo che mi vedeva bambino, quando, sotto il velo dell’alba, m’addormentavo sui sogni ? Quanto tempo è passato, sprecato nell’attesa, finito! Un tempo che non s’acquista, né si vende, né torna, se non nel ricordo di ciò che era il mattino, col bacio del primo sole. Sembrava che quelle mura custodissero per sempre la gioventù, con la speranza dei nostri cuori ingenui, come se l’eternità fosse di casa e niuna cosa dovesse mai finire. Ora, guardo un raggio di luna e scorgo la lotta contro il buio della notte.

~ 310 ~


SGOMENTO Φόβοσ (1)

Ridendo sulle lacrime e sul dolor cantando, gioie inventavi, stornando coi versi la paura di sognare. Un cancro t’aggredì e il tuo soffrire mi trafisse il cuore, che morte supplicò, per troppo amore. Volato è il tempo, pure del ricordo, solo il tuo volto ancora io lo scorgo, ritorna alquanto col timbro della voce, quando son solo, triste ... e senza pace.

_______________ (1) Ricordando mia madre.

~ 311 ~


SENSAZIONE υναίςθημα (1)

Pur l’ora è tarda, la sera è andata via, la voce del silenzio è la sola compagnia. Il fresco apre ora le porte del mattino, certo dovrei dormire, ma Il nulla mi è vicino. E’ forse solo intuito, o mera sensazione, il tempo è un fiume celere, più rapido del suono. Mi sento un po’ immagine, che vola via col vento, o una foglia gialla, nel guizzo di un momento. Altro che gran progetti e giochi di potere! La vita è solo un sogno, che inizia a primavera

~ 312 ~


IL MIO UNIVERSO O Κόςμοσ μου

Sta portando via anche una parte di me questa calda estate. Al mio universo estraneo, vivo vincoli sbiaditi, e solo il ricordo mi sostiene ancora. Ora, che è tempo di menzogna, ritornano di rado le immagini del passato. Solo di Dora mi sovviene ancora e il bel viso vedo nell’aurora, quando s’allenta il velo della notte e il silenzio avvolge la marina. Ecco ... respiro la sua anima e parte mi sento dell’immenso.

~ 313 ~


TEMPESTA D’AGOSTO

H καταιγίδασ του aυγούςτου(1) Cangia colore il mare, all’orizzonte, il cielo lo solletica di strali: bagliori rapidi, come all’Acheronte, attende la marina e sa di sale. Rientrano le tende dai balconi, I bimbi hanno ora un’aria mesta, muove le foglie il vento ed i lampioni, sembra che si prepari una tempesta. Cala la luce, sembra quasi sera, più rapida la gente per la via, un po’ di fresco, ora, ognuno spera, i vecchi in silenziosa litania. Le nubi or si estendono compatte, una pioggia leggera cade al suolo, sicuramente la calura abbatte, ognuno questa notte dormir vuole. Ma ecco che rischiara lentamente, l’annuncio è già scemato di bufera, or giocano, ridendo allegramente, i bimbi, che salutano la sera.

_________________

1) Dieci agosto 2015

~ 314 ~


Salone dei Marmi di Salerno, 1979 – con Luigi Grieco

~ 315 ~


~ 316 ~


TE NE DICEVO DI COSE Είπα πολλά πράγματα (1)

Mormora il grigio ciel sul mare uggioso, l’estate teatrando se ne va. Il maestrale all’aria dà riposo e tu vaghi per casa qua e là. Un tempo te ne dicevo di cose, accompagnate dalla tenerezza, ora giri per casa senza posa e nel tuo sguardo non v’è più dolcezza. Sapessi che tristezza ho nel cuore: vorrei parlarti ancora con amore, lenire alquanto le mie e le tue pene, ma non so dire più:-Ti voglio bene!Ma te ne voglio, sai, più di allora, mi rassereno solo se ti vedo; se ti perdessi, lo giuro sull’aurora, s’arresterebbe, in quell’istante, il cuore.

_______________ 1) Ad Angela - 18 agosto 2015

~ 317 ~


FRAMMENTI Θa θρφψαλα

Ovunque son cocci nella stanza, d’un vaso che ha rotto ora il vento. Pur la mia vita, come un vaso rotto, ha cocci sparsi nella corsia del tempo. Sono gli amori lasciati in agonia, e le amicizie trascurate per la via, dimenticanze, mancati appuntamenti, sogni abortiti, errori persistenti. Son le promesse fatte a mamma mia, ed un lavoro immane, senza frutti, speranze abortite e tanti lutti che, ciò che resta cosa vuoi che sia! Ma fortunatamente tutto passa ed anche i cocci si porta via il tempo; questa tempesta della vita squassa e, fin nelle radici, ti cambia dentro. Se guardo indietro, mi sento un po’ alieno, vivo in un mondo che non è più il mio: senza valori, d’ingiustizie pieno, di bieche oligarchie e ipocrisia.

~ 318 ~


IL SOGNO ‘O όνειρος

S’uniranno in un altro sogno le nostre mani, quando, l'amore, con passi silenziosi, verrà a bussare alla porta del nostro cuore. Ora, è tempo d’attesa! Le margherite bruciano nell’erba ed il mattino è già caldo, al primo raggio di sole. Diffondono sciocche campane incomprensibili rintocchi; si sgretola la ragione e gli animi smarriscono il senso reale della vita. Occorre, allora, un altro sogno, che ridisegni la speranza e, nelle nostre mani, riponga la fiducia nel domani.

~ 319 ~


RADI(C1)I Ρίηεσ

Affondano le nostre radici in una volontà globalizzata, come resistere ancora, vivendo solo di memorie! L’ultima luce di gioventù, da tempo, s’è spenta e, come burattini, precipitiamo nel nulla, tra le insipide burla dello sciocco burattinaio. Le nostre lacrime, Franco? Assorbite dalle pagine della stampa asservita, si perdono tra le frottole.

_____________ 1) A Franco Angrisano

~ 320 ~


Tης φωνές

~ 321 ~


~ 322 ~


“Voci” di Franco Pastore, lontana da certi manierismi , che connotano tanta produzione poetica contemporanea, ci raccorda alle nostre sequenze esperenziali, ai palpiti vissuti, perduti e ritrovati, all’esigenza incontenibile di esserci e di esondare. Franco Pastore, mai ripetitivo, opera un recupero del sentimento che, fra attimi ed atmosfere s’invola e si rapprende in appassionate vibrazioni del reale. Tutto è ricondotto, con sorvegliata consapevolezza, negli spazi profondi dell’animo del lettore. I suoi “ slanci vitali”, le sue riemersioni memoriali, un po’ cullate dai sospiri dell’attesa, si fanno suggestivo invito di partecipazione ai fermenti realistici, che irrorano la sua esistenza. Il supporto tecnico è depotenziato, a vantaggio di quella musicalità che, secondo Pater, è l’elemento costitutivo della vera poesia. Hanno detto che la poesia se non è musica e ricerca della verità non può nemmeno fregiarsi del suo nome. Franco Pastore, nei suoi originalissimi versi , ha tenuto nel giusto conto queste concezioni della poesia. Nella sua resa lirica, infatti, sono elargite e rappresentate tante leggere e magmatiche verità dell’animo, che solo la poesia autentica può disvelare.

Luigi Crescibene

~ 323 ~


~ 324 ~


VOCI

φωνζσ Voci ovattate, nelle notti d’estate, sui balconi, nella casa di fronte, in una vecchia contrada. Voci che fuggono, ora chiare, ora confuse, o che vanno per strada e poi ... si perdono, tra un rumore e l’abbaiar d’un cane. Voci di chi non dorme, ma discute e pena, nell’attesa dell’alba. Voci di vita che non s’arresta, né si ferma, né fa festa ... un parlare sommesso alla finestra. Un gatto miagola e poi ... silenzio, un silenzio che lentamente si stempera e si sgretola ... svvvv ... svvvvv ...svvvv ... con il risveglio del primo mattino.

~ 325 ~


SEMPRE PIU’

H δράςθ του χρóνου(1)

Il tempo t’avviluppa sempre più, scemando lo spazio della vita. Prigioniera dei bisogni, la mente cessa i suoi voli, e l’animo ... si distoglie dai sogni. E’ allora che, con forza, scavi nel passato alla ricerca di fantasmi, che fanno squadra nel rinsaldare la memoria, nel ricondurre al tuo cuore il sorriso di tua madre.

______________ 1) L’azione del tempo

~ 326 ~


COMPLEANNO Γενζκλια Si, un altro compleanno! Con quelli che mi son rimasti io brindo, ma ... non da solo! Intorno a me, gli spettri di coloro che mi hanno amato e mi urlano accanto, come anime dannate. Trenta, quaranta, anta ... anta ...anta, una catarsi che tutto sgretola e si porta via: parenti, compagni, amici ed infine, con la vita ... la poesia.

~ 327 ~


MATTINATA OTTOBRINA ὶὼ 

Sotto il ciel cinerino, le case grigie guardano il mare. Scroscia la pioggia su tetti, balconi, su chi cerca riparo. Oltre la sabbia e lungo la marina, schiuma di sale. Sulla gente che viene, sulla gente che va, urla forte il maestrale.

~ 328 ~


Φωνζσ - Voci ovattate, / nelle notti d’estate,

~ 329 ~


~ 330 ~


QUESTA NOTTE H νφχτα αυκὴ

L’ho smarrito qualche tempo fa e non so dove. Si faceva strada tra le rughe e ravvivava il viso, il mio sorriso. Su nuvole di memoria, con la tua anima cammino questa notte. Non aprono più i loro petali i fiori appassiti e le corolle inaridite chinano sullo stelo.

~ 331 ~


ULTIMA ILLUSIONE ελευταία αυταπάτθ

Come un bambino felice, stanotte respiro attimi d’eternità. Sotto il chiarore della luna, m’aggomitolo In grembo all’orizzonte, mentre, cullata dalla risacca, tra mille luci, dorme la città. Sfumano i sogni In un’ultima illusione, che all’alba scompare, con la luce delle lampare.

~ 332 ~


AUTUNNO Φκινόπωρο

I brividi del primo gelo portano via I resti dell’estate. Vuoto di nostalgia nel fragile pensiero, dove continuamente s’infrange l’illusione ed il frastuono copre gemiti di pianto. Lo chiamano destino questo che ci cammina accanto e a dura prova mette la nostra anima, che, taciturna, ripiega sulle sue paure.

~ 333 ~


NOVEMBRE Νοζμβρθσ

Nidi abbandonati, come ricordi d’una lontana estate. Le ombre della sera, s’allungano, sotto il respiro del vento. Lo sguardo mette radici sulle tremule mani, non torneranno gli uccelli nel vuoto cielo. Un desiderio di vita, nell’animo inquieto, allo stormir delle fronde, tristemente s’acquieta.

~ 334 ~


H δράςη του χρóνου - E’ allora che, con forza, / scavi nel passato

~ 335 ~


~ 336 ~


SE AVESSI LE ALI Ανείχα φτερά

Come lieve sussurro, l’anima vaga tra i miei pensieri. Ansia di primavera, in questi occhi gravati d’insonnia. Se avessi le ali, scomparirei nel profondo del cielo, dove nulla più d’umano potrebbe aggrapparsi a queste povere mani.

~ 337 ~


COME UNA FAVOLA ΢αν ζνα παραμφκι

Alla tenue luce dell’alba, l’essenza dei ricordi lentamente scompare. Nella nebbia del tempo, svanirà il mio io, sulla via del mare. Frammenti di luce, come briciole d’emozioni tramandate, diverranno favola immortale.

~ 338 ~


SOLITUDINE Mοναξιά 

Ho colto frutti che profumavano di sogno, ora L’anima tace, rifiutando l’insonnia, tra i sobborghi del ricordo. Ancora cercherò una speranza, come l’eco di un nuovo vagito, mentre la Luna piena le mie orme annegherà, sulla scala dell’arcobaleno. Pazza solitudine! Così ... mi condannerai alla follia!

~ 339 ~


COME STELLE CADENTI Ωσ πεφταςτζρια 

Danzano sul muro le ombre, con ricordi vagabondi. Lampi di parole tornano, raccontando storie ... più antiche. Anche mio nonno era un esule a Manhattan. Ora, nemmeno il vento sussurra più tra le foglie: povera gente, con in tasca un pugno di malinconie. Inerme, osservo l’infame catarsi ai confini del mondo, persino ai morti si nega, oggi, riposo. Non siamo tutti stranieri su questa terra? Come stelle cadenti voliamo verso l’ignoto.

~ 340 ~


Γενζθλια - una catarsi che tutto sgretola / e si porta via

~ 341 ~


~ 342 ~


AMO

Mου αρζςει

Amo il silenzio, che si sgretola alle prime luci dell’alba, quando la città cattura un nuovo giorno. Amo il sogno che, dalle anse del pensiero, ad una eternità perduta l’animo conduce. Amo la tempesta, regina della mia malinconia. Sottratta all’umano, sovrana, la mente mi regala l’immenso.

~ 343 ~


FRANTUMANDO VOCE Καταςτρζφοντασ φωνι

Là, in quel fazzoletto di terra, nera di miseria, arata dal vento di tramontana, sentivi gli alberi soffrire ed i bambini ... gridare all’universo. Si, Carlo, lì, Cristo non èra mai arrivato.1 Ora, ne arrivano tanti di poveri Cristi, alla ricerca di una Gerusalemme della libertà. Prigionieri nel mondo, con la tristezza che ferma la parola e frantuma la voce, sono stanchi di far domande. Nudi nel loro dolore, lacerano rimpianti, nella speranza di radici nuove.

______________ 1) Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli.

~ 344 ~


DOVE NASCE IL SORRISO Ποφ το χαμόγελο γεννει

Corro dove la gioia si veste di sensazioni, quando la pioggia scioglie i pensieri, o l’alba accende di luce l’orizzonte. Sotto le palpebre chiuse, s’agita il sogno. Mentre l’emozione germoglia, un mondo intero vive dentro il mio cuore e ... nasce il sorriso.

~ 345 ~


T’HO VISTA ΢ε είδα

T’ ho vista nel tramonto di un respiro, mentre salivi dal profondo del mio cuore. Poi, sei scomparsa, in un rapido scalare d’infinito. Cosa inventerò domani per sentirti ancora? L’urlo di vita muore in un pianto, che cessa, con l’eco eterno del tuo sorriso.

~ 346 ~


Φθινόπωρο - dove continuamente /s’infrange l’illusione

~ 347 ~


~ 348 ~


TEMPO NEL TEMPO Mζςα ςε χρόνοσ

Tenui frammenti d’eterno rendono vano il ritorno delle nostre memorie. Cerco tempo nel tempo e, come un’onda in tempesta, artigliando nubi, m’aggrappo al mio cielo. E’ bastato un soffio, per distruggere un mondo, la vita è meno di un giorno: mentre che guardi l’alba, ti sorprende la sera.

~ 349 ~


SULLA MIA PELLE Eπὶ δζρμα μου

Sogni di desideri e frame di tristezza nel vento, intorno a me, ancora, l’odore della vita. Il tramonto dei giorni, in fila, come soldati sconfitti, accende il lume della notte, che specchia cumuli di solitudine. Mi coloro, allora, di luce, ingannando il pensiero con una pioggia di ricordi, finché, l’alba non esplode sul mare, sulle case, sul mondo e ... sulla mia pelle.

~ 350 ~


DOVE VOLANO I GABBIANI ΢αν ποτάμι προςάραξε

Dove volano i gabbiani, nella terra ritrovata, è nato appena un germoglio. Girasoli recisi, in uno spasmo d’abitudine, continuano a sorridere, mentre lo spettro del sole viaggia lungo i ricordi. Come di fiume in secca, ... che si riprende, il sussurro sfinito dei giovani, lontani dal nido. Quali ricordi rimarranno, oltre il volto dell’attesa? Foglie bagnate di cielo, sfinimenti del destino, i colori tremuli della notte e l’acre odore della paura, nella fragilità dell’orizzonte.

~ 351 ~


SUL PONTILE DEL LAGO Από προβλιτα τθσ λίμνθσ

Quando la ragione rifiuta l’emozione,

chiudono gli occhi i ricordi e la voce diventa un sussurro, che, in vicoli ciechi, vaga in cerca di luce. Stanche consuetudini, più impietose dell’indifferenza, con il silenzio della notte, recano l’odore della pioggia, nella laguna del pensiero. Allora , saziandomi di parole, annego l’ io, assetato di poesia, e, sul pontile del Lago, ascolto ‘La Boheme”. Nell’eterno scandire, solo il tempo non invecchia mai e, pur nell’aria bruna, occhieggia perenne alla luna. Ma, se andasse in vacanza, come continuare a vivere senza la speranza della fine? Le nubi, malinconiche presenze, all’infinito, ... proseguirebbero nel pianto.

~ 352 ~


H νφχτα αυθὴ - con la tua anima / cammino questa notte.

~ 353 ~


~ 354 ~


IN GREMBO ALL’IGNOTO ΢τθ μιτρα του άγνωςτου

Si appoggia la notte al lamento del vento, un arco di sogno, per riposare un momento; un respiro di stelle, come pura illusione; una voglia folle di volare, lontano dalle scelte infrante, dalle vuote parole, dalla vita che si scolora e cade nel pianto. Solo alla fine, in grembo all’ignoto, onde di sogno concedono nuove emozioni.

~ 355 ~


ASPETTANDO IL TRAMONTO Περιμζνοντασ το θλιοβαςίλεμα

Come un’onda ingrata, le parole annegano l’emozione. Al riparo dei miei pensieri, devasta il tempo il libero snodarsi dei sogni. L’amore che fugge ed il buio, che nutre le paure, seminano l’inferno della solitudine. Siamo ombre, in fondo, che, alla luce del sole, vivono ... aspettando il tramonto. La nostra voglia di vivere, come un ultimo canto, si spegne lentamente, nel silenzio.

~ 356 ~


ROMPENDO IL SILENZIO Σπάδονηας ηε ζιωπή

Abbracciando nella notte ore tarde di malinconia, ascolto me stesso, per ritrovare ciò che mi rimane. Rompendo il silenzio, rubo emozioni alla parola e, correndo a ritroso, pagine rivedo della mia storia, come se avessi ancora tempo e compagnia. Allora, nell‟enfasi del ricordo, m‟illudo ancora di vivere.

~ 357 ~


PIU‟ DELLA LUNA Άπειρες ζιωπή

Echeggia ancora il suono della tua voce, nella sublime giostra dei sorrisi, che allentano, con l‟ovale del tuo viso, il buio di questa notte. Ti sento sì vicina, che quasi avverto il lento fluttuar del tuo respiro. Al primo tenue chiarore, quando s‟accostano a riva le lampare, t‟allontani con la luce delle stelle ed il tacere, in me, ... si fa più amaro.

~ 358 ~


Νοζμβρησ - Nidi abbandonati, / come ricordi

~ 359 ~


~ 360 ~


NELLA SERA Σε βράδσ

Mentre scivola il buio nella sera, l‟ansia gira la chiave della mia prigione e, a suo piacimento, gioca con il mio io. Voglio ancora qualcosa? La foglia tremula del pioppo è povera di rugiada e nulla reca acqua alla sete. Mi si comprime il cuore, nella dimora del mio respiro.

~ 361 ~


ACCORATI FONEMI Tα θωνήμαηα περιηηά

Chi ascolta più gli accorati fonemi, che si perdono negli abissi del vano, quelle voci dell‟animo, che salgono su per dare un senso alla vita, umanizzando la ragione e guidando l‟istinto, alla luce del sole e nelle notti buie, quando, anche la luna si perde nel silenzio?

~ 362 ~


AFFERRARE UN SOGNO Αππάξειν ένα όνειπον

Quando la pioggia scioglie i pensieri, la voce del vento scandisce il lento passo della notte. Afferrare un sogno è come vivere una seconda volta, mentre nuove immagini ravvivano l’animo ed illuminano lo sguardo, ch’era senza ricordi. Una vita non basta, per sentire l‟emozione che ritorna, per correre là dove sgorga il sorriso, dove l’universo, schiudendosi, ti prende d’incanto.

~ 363 ~


CALA LA NOTTE(1) τθσ νφχτασ πεςει

Per quest’ immondo creatore di foibe, di campi di concentramento, per questa follia vivente, che distrugge ed inquina, mai domata da eventi, mai guidata dall’amore, quanti Cristi dovrebbero, ancora morir nel dolore? Cala la notte sulle foglie umide di brina, sulla luce del giorno, sulle radici del tempo. Cala la notte sulla ragione ed è violenza, che non fa storia, il cui solo ricordo è mera ossessione.

_______________ 1) nel ricordo delle vittime di Parigi, tra le quali figura la ventot-tenne veneziana Valeria Solesin.

~ 364 ~


΄Ο τρòνο

~ 365 ~


~ 366 ~


IL TEMPO ΄Ο τρòνο

Come rimembranza d‟eterno, cancella il tempo le orme d‟ogni cammino. Quale frammento d‟immenso, precipitando nelle nostre abitudini, ci logora sul muro della vita. Di tanto in tanto, per cancellare un momento, ci abbandoniamo al suono delle memorie. L‟unica risposta è la malinconia, che ci accompagna nella lunga notte. Ed alla fine, tra le pieghe del cuore, un solo istante per capire, che l‟unico segno di vita è l‟amore.

~ 367 ~


COME NULLA FOSSE ᾽H ἐμι ρίηα

Quella croce fatta di rinunce la portavi addosso, come se nulla fosse. Ti nascondevi, a volte, tra le rose, perdendoti nell‟odore della terra, o tra i ricordi,che odoravano di mimose. Sull‟arcobaleno delle tue parole, come una maga modesta dei sogni, piantavi semi di poesia. Erano corolle di pensieri, indelebili segni di saggezza e messaggi d‟amore, lanciati, con semplicità, nel vento della vita.

~ 368 ~


“Ti nascondevi, a volte, tra le rose, perdendoti nell’odore della terra"

~ 369 ~


~ 370 ~


FOGLIE MORTE Νεκρά θύλλα

Un flebile sussurro di foglie riporta alle soglie del tempo; nel fango del fosso, più lenta, gracida, rauca, la rana. Ritorna un ricordo che duole, difficile riprendere un sogno, se pur le parole, come foglie morte, cadono dal cuore. L‟amore? Si, forse l‟ho conosciuto, ma è, ora, lontano, come un ospite atteso e subito andato via, come la vita, come la vita mia.

~ 371 ~


IL TEMPO D’UN BACIO Aν είσα πτέπςγερ

Pur se durasse il tempo d‟un bacio, in sogno l‟amore trasforma la fuga del tempo. La nebbia, che accoglie la luce pallida dell‟alba, si apre al pianto delle nuvole. Come sacerdotesse mute, si ritirano nel cielo, le stelle, quando la luce del mattino esplode nel sogno, che non è più sogno, ma vita oltre ogni tempo. Se avessi le ali dell‟amore, sconfiggerei volando il crudele tiranno, principe d‟ogni storia.

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COME L’EDERA AL MURO Όπως κιζζός

Come lo inchioderei questo sole nell‟azzurro del cielo! Dormirei col verso dei gabbiani ed il rumore vario della vita. Troppo m‟angoscia il buio che, col silenzio, crea spettri nella notte. Come fermarlo il tempo, abbarbicato alla vita, come l‟edera al muro? Oramai, non resta che un rigoglio di rughe, testimonianze, anche quelle, d‟un gioco perverso, che, tra le ombre del tramonto e la luce del mattino, chiamano vita.

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MOMENTO Σηιγμή

Quando s‟aprono le nubi, l‟azzurro fuga la notte, che ti rammenta il destino. Suoni del giorno e risacca accompagnano il cammino del cielo. Nel grembo del tempo, ti culli e, di buon grado, spegni ogni pensiero. Increspa la brezza, che corre sul mare, e canta pace. Sulle ali dei gabbiani, sempre più in alto, voli verso la luce.

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IL MONDO TACE

O κόςμοσ θν αναφζρει

Urlando tra le case, nei vicoli stretti, senza luce, ha perso il vento la sua voce. Nella fredda sera, rinchiuso tra le mura, in cerca di calore, il mondo tace. Sotto le luci d‟artista, il riso allegro di pochi e la miseria di tanti.

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ANCORA SPERANZA Eλπίδω ακόμα

Anche la primavera lotta la morte, quando sulle croci dell‟inverno fa brillare il primo sole. Le ultime ombre si dissolvono e l‟argentea voce dei ruscelli rallegra le calendule e parla alle viole. Scuote il suo canto la tristezza, che, nelle cicatrici del tempo, ancor s‟annida e vive, Un‟alba nuova sposerà la tua voce; domani, ancora vi sarà speranza, ma non so fino a quando.

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TRA LE RUGHE Mεταξφ τθσ πυτίδεσ

Quando solo rimani con la tua malinconia, l‟alba più non discerni dalla notte; ti sazi di parole e di ricordi, ma il vuoto è privo d‟ogni poesia. I sogni li smarrisci, uno ad uno, chiude la mente tutte le finestre, vicino a te non vedi più nessuno. Poi, tra le rughe, più profonde e meste, un lucido rimpianto si fa strada, Ti fai forza, cambi pure contrada, ma cosa vuoi cambiar, se tutto è andato.

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Note biografiche Franco Pastore nasce a San Valentino Torio, frequenta le medie ed il ginnasio ed il Liceo nella vicina Sarno, il paese dei nonni materni, e completa gli studi presso l’Ateneo salernitano. Successivamente, per consiglio paterno, completa il suo iter formativo con gli studi magistrali e di poi sociologici, presso l’Istituto superiore di Sociologia di Napoli. Fin da giovanissimo, inizia a scrivere racconti, poesie ed articoli su periodici e giornali locali. Dopo il servizio militare, nella città militare della Cecchignola ed il lungo soggiorno romano, caratterizzato da importanti contatti e soddisfazioni letterarie, come il premio “Santa Barbara”,consegnatogli nella piazza d’armi della Scuola Genio Pionieri, si trasferisce con la famiglia a Salerno. Qui, nel 1972, inizia a collaborare con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scrivendo sul periodico “Verso il 2000” e partecipando attivamente alla realizzazione del “ Premio Verso il 2000”, una preziosa kermesse, che, come per magia, vedeva riuniti, nel salone dei marmi del Palazzo città, illustri rappresentanti della cultura locale e nazionale, oltre alla stampa ufficiale. Di prammatica, la collaborazione dell’Università di Salerno e dell’Ufficio del Sindaco, Alfonso Menna, rendevano la manifestazione il fatto più importante e significativo dell’anno. Non mancava l’accurato resoconto della manifestazione su quotidiani e gazzette, che ne amplificavano gli echi e premiava-no gli sforzi del Di Matteo, una magnifica persona, che aveva fatto di ciò il suo scopo di vita. Nel 1973, entra a far parte della equipe del Varo, la galleria d’arte di Vito Giocoli, sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale, che lo veicola verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, collaborando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco, Nicola Napolitano, Renato Ungaro, Luigi Fiorentino ed altre personalità della cultura, come Carmine Manzi, Franco Angri-sano, Domenico Rea e Gaetano Rispoli. Fu appunto Rispoli a presentarlo a Carlo Levi, a Roma, nel dicembre del 1971.

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Rea, Rispoli ed Angrisano, diventeranno suoi amici inseparabili, che lo seguiranno,in tappe sempre più rilevanti, fino alla loro scomparsa. Angrisano proporrà, ad alcune sedi regionali della RAI, il radiodramma su Mamma Lucia “ La signora della morte”, mentre Rispoli illustrerà numerose pubblicazioni di teatro e poesia. Alla metà degli anni settanta, sarà Domenico Rea, presso la Camera di Commercio di Salerno, a presentare alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (Roma - n. 136 del 12/6/1980), che il Pastore scriveva, nel 1979 (Il Giorno - 23 marzo 1980), con Liana Annarumma. Le belle tavole grafiche, di corredo al testo, erano di un altro caro amico, il pittore Luigi Grieco, collaborato da Alfio Scandurra. L’opera fu molto apprezzata in Vaticano, dal papa Paolo II ed è ancora oggi custodita da numerose Biblioteche universitarie e nazionali. Intanto, Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel periodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, grazie al Grieco, conosceva Lucia Apicella di Cava (Mamma Lucia), per la quale pubblicava su Verso il 2000 una serie di racconti, raccolti poi nel libro “Mam-ma Lucia ed altre novelle” (L’Eco della stampa - gennaio 1980 / Il Faro del 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese,“Mutter der Toten”, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio, che Angrisano drammatizzò nel salone dei marmi del Comune di Salerno (la Voce del Sud - 12/7/1980 Roma 11 giugno 1980 52 n.135), il giorno in cui Mamma Lucia fu Premiata con medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980). Dopo il suo primo romanzo “L’ira del Sud” (verso il 2000 anno XXIII - n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per Franco Angrisano “La moglie dell’oste”, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì “Terra amara”, sul problema del caporalato nel sud. Negli anni novanta, viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse “All’ombra del Cervati” una raccolta di

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liriche e “Fabellae”, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di sociologia e psicologia di gruppo nell’Ospedale Tortora di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore. Nascono così le commedie: Un giorno come un altro”, “Un maledetto amore”, “Una strana Famiglia” ( Le Figaro Education, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000, è direttore di Corsi di alfabetizzazione informatica per il M.I. e tiene, al Centro sociale di Pagani, Corsi di Pedagogia speciale (metodi: Decroly e Froebel). Alla fine degli anni novanta, si abilita per l'insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il commediografo passa dalla pedagogia (didattica e metodologia), all’insegnamento di italiano e storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno, ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi, ripropone “La moglie dell’oste” che viene rappresentata nel 2006, al teatro dei Barbuti, nel Centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie, ispirate al Novellino del del Masuccio: Le brache di San Griffone ,“Un vescovo una monaca ed una badessa” e “Lo papa a Roma”. Oramai l’insegnamento non lo interessa più e dà le dimissioni, nel settembre del 2005, chiudendo innanzi tempo il suo impegno con la scuola,per dedicarsi completamente al Teatro. E’ tempo di nuove amicizie. Conosce la sindonologa Emanuela Marinelli e Rocco Risolia, Presidente dell’Associazio-ne lucana a Salerno. Partecipa a tavole rotonde televisive, dove ha modo di parlare delle commedie e dei suoi drammi. Riallaccia i rapporti con Giuffrida Farina e massimamente con l’amico fraterno Gaetano Rispoli, che gli elabora i disegni per “Il profumo di Ermione” ed “Oltre le stelle”.

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Come European journalist (GNS Press Association), fonda, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Salerno, la rivista virtuale di lettere ed arti “ Antropos in the world”, alla quale collaborano l’on. Michele Rallo da Trapani, Anna Burdua da Erice, Maria imparato da Bergamo e Gaetano Rispoli, l’ultimo maestro di pittura, amico di Carlo levi e di Domenico Rea. Intanto, inizia il ciclo de’ “I Signori della guerra”, ovvero “La Saga dei Longobardi”, un insieme di cinque drammi storici, sulla Salerno longobarda e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011. Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti “Il gusto della vita” (ed. Palladio) e di “Ciomma” (edito dalla Ed. Antitesi di Roma), va in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici “L’Adelchi”, replicato il 25 febbraio 2011 al Diana di Nocera Inf., con il patrocinio della Provincia di Salerno (Dentro Salerno, 25 febbr. 2011). Nel 2013, con lo staff della rivista, realizza la prima edizione del Concorso nazionale di poesia religiosa “Mater Dei”, alla quale seguiranno la seconda e la terza edizione, che avranno la loro conclusione nella magnifica chiesa Madre di Pagani, il SS. Corpo di Cristo, con grande partecipazione di popolo. Dunque, nelle sue opere, traviamo profonde tracce delle sue radici: le figure ed i personaggi delle sue commedie e dei racconti ci riportano all’agro nocerino-sarnese, ricco di caratteristiche peculiari, artisticamente incastonati in situazioni socio antro-pologiche sui generis. E’ il caso di “Peppe Tracchia”, così come di “Ciomma” o “Luciano Valosta”, per non citare altre figure, prese dai campi o dalle fabbriche di pomodori. Nemmeno l’agro si dimentica di lui, con la consegna dell’ Award dell’ Agro, per la letteratura (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) e la pubblicazione di “Oltre le stelle”, presentata al palazzo formosa, il 12 febbraio del 2014 (Dentro Salerno, 13.02.2014). Nel settembre del 2014, ha bisogno di una pausa e rallenta le fatiche letterarie, ritornando alla scuola come preside (coordinatore didattico) di un istituto superiore parificato, ma continua a dirigere “Antropos in the world”, la rivista letteraria da

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lui fondata nel 2004, con il patrocinio del Comuni di Salerno, Pagani, San Valentino Torio, nonché della Provincia di Avellino. Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur avendo acquisito una formazione classica (Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testimonianze forti sulle difficoltà di una Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, nel mentre delinea il dramma di antiche dominazioni, passa alla commedia di denuncia ed alla farsa. Dal settembre 2014 al 30 dicembre 2015 è preside-coordinatore presso l’istituto San Giuseppe, in Pagani, trasmettendo ai giovani docenti la sua lunga esperienza di professore e di pedagogista. In questo ambiente riprende il contatto con i giovani, lasciandosi andare in ripetute lezioni di storia e di italianistica. Il 23 settembre 2015, l’amico Giuffrida Farina consegnava alla Biblioteca Provinciale di Salerno,l’intera produzione letteraria dell’autore. La dott.ssa Wilma Leone prendeva in consegna 94 volumi, affinché figurassero nel “fondo librario” salernitano. Il 25 settembre 2015, partecipa,a Pagani, alla manifestazione UNICEF “ Vogliamo zero ”, ove sottolinea l’importanza della solidarietà, che definisce « ... il cemento che tiene insieme i pezzi del nostro vecchio mondo». Nell’ottobre dello stesso anno, perde un nuovo amico, lo scrittore Nello Tortora, di-rettore del giornale satirico Brontolo, nonché presidente della nota Associazione “La Scaletta”. Intanto, Rocco Rosolìa lo inviata presso l’Associazione Lucana, per una commemorazione di un grande già da tempo scomparso: l’amico Franco Angrisano, al quale dedicano la serata del 16.

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Hanno scritto di lui: Il Giorno - La Nuova Frontiera - L’Eco della Stampa - Verso il 2000 - La Voce del Sud - La Gazzetta di Salerno - La Gazzetta di Frosinone - Candido Nuovo - Il Secolo - Il Faro - L’Amico del popolo - La Città - Cronache di Potenza - Dentro Salerno - La gazzetta di Teramo - Le Figaro - La Lampada - Dossier Sud - Il Roma - La gazzetta di Pescara - Areapago Cirals - La Gazzetta di Matera - La Tribuna dell’Irpinia - Settimanale Unico - Corriere del Mezzogiorno - Cancello ed Arnone News - Cronache del Mezzogiorno - L’Osservatore dell’Agro - Dentro Salerno - Agire Il Mattino - Cronache del salernitano - Epucanostra - Brontolo Tvoggi Salerno - Cilento Notizie - Il Basilisco - Unico - Cronache Cilentane - Euterpe ed altre testate. Hanno parlato di lui: L. Fiorentino (Ateneo di Siena) - Nicola Napolitano - Nilde Iotti Saverio Natale - A. Di Matteo - Gualdoni (del Giorno, Mi) - Lucia Salvatore - N. Ammaturo (Ateneo di Salerno) – Renato Ungaro Domenico Rea - Laura Vichi (Roma) - A. Mirabella - R. Nicodemo - Giuffrida Farina - Luigi Crescibene - R. Ungaro - A. Palumbo - Paolo Romano - G. Rispoli - Anna Burdua – Anna Maria Scheible – L. Spurio – Rocco Risolia ed altri.

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Bibliografia: C. Alfano, present.ne a VOGLIA D’AMARE, Salerno 1978 Anna Maria Scheible, da Areopago Cirals. Ed Ombre di Capelvenere - 1978 D. Rea, presentazione a Il Vangelo di Matteo, De Luca Ed. Amalfi 1979. Il Faro del 13/2/1980 Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980. Il Giorno - 23 marzo 1980 – Gualdoni, Milano. Roma - n.135, 11 giugno 1980 Roma - n. 136, del 12/6/1980 Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980 L’Eco della stampa - gennaio 1980 la Voce del Sud - 12/7/1980 - Roma 11 giugno 1980 52 n.135 N.Ammaturo . present.ne al romanzo L’IRA DEL SUD, Palladio, Sa 1982 F.Calenda – presentazione a FABELLAE, Paes editore, Salerno 1988 G.Farina, presentazione ad Amore e Mito, C.P.P. Edizioni, 2006 Vari – present.ne e postfa.ne a IL NAZARENO, Pagani 2008 A.L.I.A.S., Antologia 2008, pagg.108/148, Melbourne – Australia A.L.I.A.S., Antologia 2009, pagg.169/170 , Melbourne – Australia A. Mirabella, present.ne al volume “Le tue labbra”, A.I.T.W. Ediz. Sa 2009 A. Mirabella, Il valore paradigmatico dei soprannomi, pag. 13 Bruno ed.ni, Salerno 2010 A.L.I.A.S., Antologia 2010, pagg.189/190, Melbourne – Australia A.L.I.A.S., Antologia 2011, pagg.175/176 , Melbourne – Australia Cronache Cilentane, gennaio 2011, pag.9. A Mirabella, presentazione ad AISOPOS, favole, Salerno 2011 VARI, Il Frediciano 2013, Aletti Editore – Mi – ISBN 7988859115665 A. Mirabella, present.ne al volume “Aqua Electa”, - A.I.T.W. Ediz. Sa 2013 Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013 L. Crescibene, present.ne a Il profumo di Ermione - A.I.T.W. Ediz. Sa 2014 Associazione Lucana, Il Basilisco, gennaio-febbraio 2014. Silarus, di Italo Rocco – Anno LIV – maggio-giugno 2014 Luigi Crescibene present.ne a “Il Ricordi del tempo” A.I.T.W. Ediz. Sa 2015 R. M. Pastore, “Franco Pastore”, A.I.T.W. edizioni, Salerno 2015. R. M. Pastore,”Una vita per il teatro e la poesia”, A.I.T.W. Ediz.ne SA 2015. L. Spurio, La parola di seta, PoetiKanten Edizione 2015. Associazione Lucana, Il Basilisco, gennaio-febbraio 2015. Le Cronache – Salerno, 9 febbraio 2015, pag.4 Cronache Cilentane, pag. 5 - n.ro XXXII - maggio 2015. Unico, settimanale cilentano, pag. 6 – 19 giugno 2015. A. Palumbo – Ulisse on line, di Pasquale Petrillo – Salerno 9.2.2015.

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DELLO STESSO AUTORE Poesia  VOGLIA D‟AMARE - Sa. 1974 - Cod. SBN - IT\ICCU\BIA\0018357  OMBRE DI CAPELVENERE; 1989 Codice SBN UBO1787585 – Bibl. ca Univ. Cagliari  SORRISI D‟AMORE, liriche, 1994 Cod. SBN IT\ICCU\ CFI\0059162  ALL‟OMBRA DEL CERVATI - Na 1995 Cod. IT\ICCU\MIL\0837501

 LE TUE LABBRA, liriche d‟amore - A.I.T.W. 2010 - Cod ISBN 9788891155597

 IL PROFUMO D‟ERMIONE, poesia A.I.T.W. edizioni, Salerno, marzo 2013 -ISBN 9788891129031  SALERNO DAL CONCORD - 1a Ed. 2003 - 2a Ed.., Salerno sett. 2013 - A.I.T.W - Cod. SBN IT\ICCU\PAL\0262623  IL PROFUMO DEGLI ANGELI – Ebook free, Salerno 2004  ACQUA ELECT A - A.I.T.W edizioni, Sa 2013 – Cod. ISBN 978881130945

 OLTRE LE STELLE, dedicato a S. Valentino T. - A.I.T.W. edizioni, Sa 2014 – cod. ISBN 9788891134202  OMBRE DI SOGNO, riflessioni in versi – A.I.T.W. Edizioni – Sa 2014 cod. IT\ICCU\MO1\0037932  SALERNO DAL CONCORD, e.book free 4, Salerno 2004. Con codice GGKEY:WZP8J2DWL3U E

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SUNOUSIA, A.I.T.W. ed. – Sa 2015 SBN GGKEY:4GCK0EXX6XC E RICORDI DEL TEMPO, A.I.T.W. edizioni – Salerno 2015 BALUGINAR DI LUNA, A.I.T.W. ed. – Sa 2015 – GGKEY:Y2EF46X7YH8 E VOCI, A.I.T.W. ed. – Sa 2016 -

Videoliriche Oltre duecento, presenti su yutube, Google e sul Web; tra esse: Ombre di sogno, La lupa, Frastagli di notte, Come le foglie, Come un sogno che muore, Ad Alfonso Gatto, a Freddy Mercury, a papa

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Francesco, Le tue labbra, L’amante, Sorrisi d’amore, Aspettando l’alba, Resurrectio, Morbidezze, Commiato, Oltre le stelle, E ancora domani, La nostra favola, Guardandoti, L’odore del mare, Indietro, Senza sosta, Fantasmi, Il sembiante, Fuga d’inverno, Le tue mani, Vaghezze, La Capinera, Ho raccolto, Cosa tu sei, La mimosa, Lilium, Come in prece, Come perdermi, La via del mare, Donna, Lucania, Hipatia, Mater coeli, Ananes, La giostra, Dove sei, Quale alito di vento, Al tempo della ginestra, Donnez moi ma vie, Se questi occhi, Impulso, Marcinelle, Solo vento, Nedda, L’isola che non c’è, La tua musica, Emozione, Odori di bosco, Sulle tue labbra, On my way, Quando il sole declina, Respiro con le stelle, Vento d’autunno, Approdo, Nuvole,Marianna de Leyva, Francesca da Rimini, Giulietta dei Capuleti, Comparando, Anche se piove, Sul far del mattino, Il sorriso degli angeli, Ritorno in famiglia, Solitudine, La favola della vita, Laura, Il tuo fiato, Con la mi vida, Conbien je vous aime, Simbiosi, Mirando, Se amessi fiato, Non so cantare, Come un gabbiano, Sussurri, Ritual, Dolce contesa, Germogli, Come il sole al tramonto, Mentre imbruna la sera, Panta rei, Come un raggio di sole, Solo tu, Andando a fichi, notte, Senza fiato, All’alba, La colpa più grande ed altre, Noi siam meteore, Non è più tempo di favole, Una eco lontana, Come un raggio di luna, Senza chiedere e sulle mie mani.

Poesia monografica

 AMORE E MITO, favole della lett. lat. in versi - Ediz. Penne Pazze e- book 2006 - II ed. luglio del 2013. Cod. IT\ICCU\MO1\0035687  Il NAZARENO, lauda sulla morte di Cristo, A.I.T.W. ed. - Sa, 2009 - Cod, SBN IT\ICCU\NAP\0563067  LE STELLE DELLA STORIA, Sidera Historiae, donne che hanno fatto storia, Salerno 2006, rist.pa 2013 cod. IT\ICCU\MO1\0035683  UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia d‟amore in odi dedicate ai personaggi femminili celebri, da Isotta a Giulietta, alla Lupa, a Nedda e alla Peppa del Gramigna - Ediz. Poetilandia ebook 2006 cd. Sbn IT\ICCU\MO1\0035686  EL CID CAMPEADOR, un‟ode al cid di Spagna - A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014

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Prosa

 L‟IRA DEL SUD (romanzo) edizioni Palladio - 1982. Codice SBN CFI0020645 - Bibl. Univ. Cagliari  LA SIGNORA DELLA MORTE (radiodramma)- Palladio Editrice Salerno 1978 Codice SBN IT\ICCU\SBL\0625441  SETTE STORIE PER PIERINO, racconti per ragazzi -Ediz. Verso il 2000, Sa 1978 - Cod. SBN SBL\0628217 - Bibl.che: Ca, Tr, Na,  MAMMA LUCIA ed altre novelle, Sa 1979 Codice SBN PAL0159227 – Bibl. Univ. Cagliari  SAN MARZANO nella pianura campana (storiografia), Ed. Palladio, Sa 1983. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0032994   IL GUSTO DELLA VITA,- racconti, Ediz. Poetilandia ebook 2005 –Ed. Palladio, Sa 2006 . Codice SBN IT\ICCU\PUV\1362615  IL GUSTO DELLA VITA, racconti, II Ediz. IT\ICCU\NAP\0640292

 CIOMMA, racconti dell‟agro sarnese - Ed. Antitesi, Roma 2008 – Cod ISBN IT\ICCU\PUV\1363319  I TEMPLARI, dramma storico - A.I.T.W. ediz. - Sa 2010, cod. IT\ ICCU\- MO1\0035682  I Templari , fumetto, Centro Stampa ed. Pagani 2008  NUNZIATINA, romanzo breve, estratto e rielaborato da L‟ira del sud del 1989 – A.I.T.W. Edizioni, Salerno 2014 - ISBN 9788868143053

 RADICI – A.I.T.W. Ed. – Pubblicazione in e - book Google play, gennaio 2015 – cod. Sbn IT\ICCU\MOD\1644687

Saggistica

 Il VANGELO DI MATTEO ( estetica morale, con prefazione di Domenico Rea) De Luca ed.- Amalfi 1979 cod. SBN IT\ICCU|PUV\1368781  IL CORAGGIO DELLA VERITÀ, libro inchiesta sulla tragedia di Ustica - A.I.T.W. Ed., giugno 2012 Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0544907  HERACLES IN MAGNA GRECIA,iconografia ragionata. Cod. SBN IT\IC CU\MO1\0035548  ME NE JEVE PE‟ CASO, contaminatio in napoletano della 1,9 satira di P.Orazio Flacco - A.I.T.W. Ed. - Sa 2013 IT\ICCU\ NAP\0595558

 „O VIAGGIO PE‟ BRINNESE contaminatio in napol. 1,6 della

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satira di Orazio Flacco - A.I.T.W. Ediz. - Sa 2013 Cod. IT\ICCU\RML-\0361796

 LA SIGNORA DELLA MORTE ( Mutter der toten ) radiodramma Ed. Palladio, Sa. 1980; ( La Nuova Frontiera del 30/7/81) Biblioteca Fond. Siotto Alghero - Codice SBN SBL065441  FAEDRUS, le favole latine di Faedrus in versi napoletani - A.I.T.W. Ediz., giugno 2011- Cod SBN IT\ICCU\NAP\0568756  AISOPOS, le favole greche di Esopo in versi napoletani - A.I.T.W. Edizioni, sett. 2011 cod. SBN IT\ICCU\NAP \0568683  LE PROBLEMATICHE DELL‟ ADOLESCENZA verso la formazione del sé- A.I.T.W. Ed. - Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MO1-\0035831  LE PROBLEMATICHE DELL‟ ADOLESCENZA i comportamenti a rischio – A.I.T.W. Ed. - Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MOD\- 162-2636

 FILOSOFIA ARISTOTELICA, schiavitù ed oikonomìa - A.I.T.W. Ed. Sa 2014, II stampa. Cod. ISBN IT\ICCU\MOD\1628166  IL CANCELLERI Tommaso Guardati - A.I.T.W. Ed. - Sa 2014.  LUCIA APICELLA, la madre di tutti i caduti – A.I.T.W. –Sa 2014.  LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA E LA MUSICOTERAPIA- pubblicato su google play il 25 genn.2015, con codice n. GGKEY:K6C9CH8SW3Q E  CATULLO A NAPOLI, i carmi tradotti in napoletano – A.I.T.W. ediz.ni -Salerno, febbraio 2015 - IT\ICCU\MO1\0038568  LA MORTE DI CESARE, A.I.T.W. ediz.ni - Salerno, febbraio 2015  MACHADO IN NAPOLETANO, A.I.T.W. ediz.ni - Salerno,maggio 2015  LAS HOJAS MUERTAS, A.I.T.W. ediz.ni - Salerno,agosto 2015  EN LA BRUMA DEL SOL A.I.T.W. ediz.ni - Salerno,agosto 2015  LA FORMAZIONE AL SERVIZIO SOCIALE – Salerno – ottobre 2015

Drammi

 TERRA AMARA - 1979. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035757  LUISA CAMMARANO - 2004 - Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0036201  UN MALEDETTO AMORE - 2001 -Cod.SBN IT\ICCU\MIL\0851139  UN GIORNO COME UN ALTRO - 1998 - Cod SBN [IT\ICCU\MIL\0839578

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Commedie

 LA MOGLIE DELL‟OSTE - 1974. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035688  LO PAPA A ROMA - 2003 – Codice SBN IT\ICCU\NAP\0582008  UNA STRANA FAMIGLIA - 2005. Codice SBN IT\ICCU\NAP\0590201

 IL MENACHER - 2005  O VESCOVO, A MONACA E L‟ABBADESSA -2004 - cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035684  LE BRACHE DI SAN GRIFFONE - 2005- codice IT\ICCU\NAP\0584683

 MASUCCIO IN TEATRO - A.I.T.W. Edizioni - Salerno 2014 - codice IT\ICCU\NAP\0646027

Drammi storici:  GAITA, la moglie del Guiscardo,Sa 2007 - IT\ICCU\MO1\0035550  I TEMPLARI - Salerno 2008 Codice SBN IT\ICCU\MO1\0035688  ARECHI II – Salerno 2008 - Codice SBN IT\ICCU\MIL\0844100  IL NAZARENO - Salerno 2009 - cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682  LA BATTAGLIA DELLA CARNALE - 2010 cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035682

 GUAIMARIO IV - Salerno 2010 - codice SBN IT\ICCU\NAP\0582008  ROBERT D‟HAUTEVILLE LA GUICHARD, Sa. 2011 - cod. SBN IT\CCU\MO1\0035551  PIU‟ FORTE DELLA MORTE- A.I.T.W. Ediz. Sa. 2011 - Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0563051  IPPOLITO PASTINA - A.I.T.W. Edizioni, 2012 – Cod SBN IT\ICCU\MIL\0844104  ISABELLA SANSEVERINO - A.I.T.W. Edizioni – Salerno 2014 – cod. IT\ICCU\NAP\0633689  LA SAGA DEI LONGOBARDI - A.I.T.W. Edizioni – Sa. 2014 – Codice IT\ICCU\MO1\0037976]

Farse

 UNA FAMIGLIA IN ANALISI - 2006 - SBN: IT\ICCU\MO1\01003205  UN CASO DI NECESSITÀ - A.I.T.W. Edizioni, Salerno2008 Codice SBN IT\ICCU\NAP\0590700  PEPPE TRACCHIA - Salerno2008. Cod. SBN IT\ICCU\-MO1\00-

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 CONCETTA QUAGLIARULO - 2009 ( una contaminatio sullo sbarco di Salerno). Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035758  VÁSE ARRUBBÁTE - A.I.T.W. Sa 2010 - Cod. SBN IT\ICCU\MO1\003204  BERNARDAS GLORIOSAS - Salerno 2011 – ISBN IT\ICCU\MOD\1628171

 COLLOQUIO con un segretario di onorevole - Salerno 2010. Cod. SBN ITCCU\MO1\0036202 . IL BREVETTO, in tre scene, del gennaio 2005, cod. GGKEY-731WGTQNLLC E, pubblicato su google play, il 24 gennaio del 2015.

Fiabe on line - Fiabe in pubblicazioni e teatro per ragazzi:                    

FABELLAE- antologia di drammatizzazione per la scuola primaria‚ Paes, 1988. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0154255 LA MARGHERITA SCIOCCA - S.W. anno 2004 – filmato IL PAPERO INGRATO - S.W. anno 2006 – filmato ORFEO GATTO MARAMEO - S.W. anno 2006 – filmato IL VERME ED IL CALABRONE – S.W. anno 206 – filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA LEPRE E LA TARTARUGA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato IL BRUCO ED IL CALABRONE - Sul Web anno 2006 /7– filmato IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato LA GALLINA SCIOCCA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato CANIS PARTURIENS – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano CAMELUS QUI PETEBAT CORNUA – filmato 2005/6 – in napoletano PISCATOR QUI AQUAM PERCUTEBAT – filmato2005/6 – in napoletano VOLPES ET CORVUS – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano VULPES LEO ET SIMIO – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano RANAE AD SOLEM – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano RANAE PETUNT REGEM – filmato 2005/6 – Riduz. in napoletano FRATER ET SOROR – filmato 2005/6– Riduz. in napoletano CALIMERO E LE SETTE NANE,UNA STORIA ALL‟INCONTRARIO - A.I.T.W. Edizioni - Salerno genn. 2014 - ISBN: 9788891133052

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 IL PRINCIPE FIORITO, UNA STORIA ALL’INCONTRARIO - A.I.T.W.

Edizioni - Salerno, nov. 2014  PINOCCHIO IN TRIBUNALE ; La civetta, la cicala e la formica ; Una gara della stupidità; La capretta Genoveffa : quattro drammatizzazioni per le scuole elementari - Paes, 1987 ( Cava de‟Tirreni, Palumbo & Esposito) Monografia - Testo a stampa - SBN IT\-ICCUCFI\0105947  Le FIABE DI MAMMA DORA – A.I.T.W. Ed. – Sa 2015-02-03 SBN IT\-ICCU\MO1\0038517

Opere multimediali - Documentari didattici        

VERSO LA RELIGIONE EGIZIA – Documentario didattico LA RELIGIONE GRECA - Documentario didattico ROMA PAGANA – Documentario didattico IL MIRACOLO DI BETLEMME – Documentario didattico ABRAMO - Documentario IL CANTICO DEI CANTICI – Documentario IL SS. CORPO DI CRISTO – Documentario LA CRIPTA DEL SS. Corpo di Cristo - Documentario

Pubblicazioni in Ebook (pdf, epub e mobi, PC, Mac Os, Linux, iPhone, iPad, Android, HTC, Blackbarry, eReaders), su store italiani ed internazionali:  NUNZIATINA, romanzo breve, sul caporalato nel sud dell’Italia d’inizio secolo, 2013. – cod ISBN 9788868143053.  IL PROFUMO D’ERMIONE, liriche, anno 2013; cod ISBN 9788891129031.

 AQUA ELECTA, liriche dedicate a Quaglietta di Calabritto ed all’alta valle del Sele. Anno 2013 – cod ISBN 9788891130945.  CALIMERO E LE SETTE NANE, una storia all’incontrario, anno 2014. cod ISBN 9788891133052. IL VERME ED IL CALABRONE – Sul Web anno 2006 – filmato  IL PAPPAGALLO FILOSOFO – Sul Web anno 2006 /7 – filmato  LA LEPRE E LA TARTARUGA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato  IL BRUCO ED IL CALABRONE - Sul Web anno 2006 /7– filmato  IL PAPPAGALLO FILOSOFO - Sul Web anno 2006 /7 – filmato  LA GALLINA SCIOCCA - Sul Web anno 2006 /7 – filmato

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 SALERNO DAL Concord, liriche dedicate a Salerno - Cod. SBN IT\ICCU\PAL\-0262623.  OLTRE LE STELLE, liriche dedicate al paese dell’amore, San Valentino Torio. Anno 20014 – cod. SBN. 978889113420.  IL SORRISO DEGLI ANGELI, liriche, Salerno 2004.  UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia monografica, Catanzaro 2006.  IL GUSTO DELLA VITA,racconti, Catanzaro 2006.  CRONACA CONTADINA Sa. 2006 - cod. SBN 9788868144067  LE TUE LABBRA – google libri  IL BELLO ADDORMENTATO – google libri  Ἡρακλῆς IN MAGNA GRAECIA – google libri  MASUCCIO IN TEATRO – google libri  LA SAGA DEI LONGOBARDI – google libri  LE PROBLEMATICHE DELLA a dolescenza – google libri  LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA e la musicoterapia Google Play

Diffusione pubblicazioni: - In Italia, nelle biblioteche universitarie e nazionali di Padova, Trieste, Pavia, Pescara, Biella, Torino, Alghero, Milano, Firenze, Bologna, Urbino, lucca, Modena, Cesena, Cassino, Quartu Sant’Ele-na, Genova, Roma, Lucca, Napoli, Salerno, Bari, Palermo, Sassari, Parma, Cagliari, Catania, Lerici, Roccadaspide e Campobasso. Nelle biblioteche della Romagna e dell’Arch. storico del Comune di Salerno. - All’estero: Presso l’Ist. It.Cultura di Barcellona. Nella Biblioteca di Stato della Repubblica di S. Marino. In Belgio ed in Argentina. - Internet: su google play, google libri e iussu.com, la Feltrinelli, Mondadori Store, Bookrepublic, Euronics, Amnazon, IBS.it, Yukapring, Lillibook, Unilibro.

Alcuni premi ed Onorificenze *Roma - Medaglia d’oro per la poesia - S.Barbara 1971 ( Scuola Genio Pionieri) *Roma- Accademia Int.le Tommaso Campanella - medaglia d’oro e nomina a Membro Honoris Causa 1975. *Salerno - Salone dei Marmi del Palazzo Città - Trofeo “ Verso il 2000 ”, consegnato a Domenico Rea e Franco Pastore dal Mini-

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stero Turismo e Spettacolo e dall’Assessorato alla P. Istruzione del Comune di Salerno (La Voce del Sud, del 12. 7.1980 - La Nuova Frontiera, 30.6. 1980 e del 15/12/1980 - Candido, 18 sett. 80). *Roma - Acc. Gentium Pro Pace - nomina ad “ Academicum ex classe legitima”, 1980. *Accademia delle Scienze di Roma - nomina ad Accad.co d’onore, 1982. *Melbourne - Accadem. Lett. Italo - Australiana (A.L.I.AS.) Primo premio internazionale per la narrativa, 2008. *Melbourne – Accademia Lett. Italo-Australiana (A.L.I.AS.) Primo premio internazionale per la narrativa 2011. *Viterbo - Targa della città di Viterbo alla carriera - Accademia Francesco Petrarca, maggio 2012. *Germany - Accreditation Correspondance Jornalistique - G.N.S. Presse Association, dicembre 2011. *San Valentino T. - Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) *Premio Silarus 2014, II posto per la narrativa, luglio 2014. * Conc.so Inter.le Altino (Chieti) Primo premio ex aequo, sett.2015

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INDICE GENERALE Presentazione ................................................................. pag.5 Il profumo di Ermione .................................................... pag.11 Aqua electa ..................................................................... pag.59 Salerno dal Concord ....................................................... pag.107 Le tue labbra ................................................................... pag.133 Oltre le stelle ...................................................................pag.199 Ombre di sogno ...............................................................pag.243 Ricordi del tempo ............................................................pag.267 Baluginar di luna .............................................................pag.301 Voci .................................................................................pag.321 Cronos .............................................................................pag.365 Note Biografiche .............................................................pag.379 Bibliografia ......................................................................pag.385 Altre opere ......................................................................pag.387 Pubblicazioni in ebook ....................................................pag.393

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INDICE ANALITICO  DA “IL PROFUMO DI ERMIONE”: Il profumo di Ermione ........................................................ pag.15 Come una rondine ............................................................. pag.16 Emozione ........................................................................... pag.18 Odori di bosco .................................................................... pag.21 La melodia ......................................................................... pag.22 Come un sogno che muore ................................................. pag.23 Impulso ............................................................................... pag.24 Al tempo della ginestra ...................................................... pag.25 Dove il golfo finisce ............................................................. pag.26 Solitudine ............................................................................ pag.27 Quale alito di vento ........................................................... pag.28 La giostra della vita ............................................................. pag.29 Dove, non importa .............................................................. pag.30 Astrazione ........................................................................... pag.31 Anànes ................................................................................ pag.32 Lucania ................................................................................ pag.34 La mia città .......................................................................... pag.37 Come in prece ..................................................................... pag.38 La mimosa ........................................................................... pag.41 Come fanno le foglie ........................................................... pag.42 Perdermi ............................................................................. pag.43 La via del mare .................................................................... pag.44 Lilium .................................................................................. pag.45 Resurrectio ......................................................................... pag.46 Come sinfonia ..................................................................... pag.49 Sul far del mattino .............................................................. pag.50 Cosa sei ............................................................................... pag.51 Nuvole di nostalgia ............................................................. pag.52

 DA “AQUA ELECTA”:

Aqua electa ........................................................................ pag.63 Voci d’un tempo ............................................................... pag.64 Il canto del mattino .......................................................... pag.65 Mentre imbruna la sera ................................................... pag.66 E più ancora ....................................................................... pag.69 I tuoi passi ......................................................................... pag.70 All’alba ............................................................................... pag.71 Senectudo .......................................................................... pag.72 Nel tuo chiarore ................................................................. pag.75 Attimi .................................................................................. pag.76 Simbiosi ..............................................................................pag.77 Solitudine .............................................................................. pag.78 Andando a fichi .................................................................. pag.81 I tuoi occhi .......................................................................... pag.82

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Aspettando l’alba ..............................................................pag.83 Panta rei .............................................................................pag.84 Un raggio di sole ................................................................pag.85 Mirando ..............................................................................pag.86 Se avessi fiato ....................................................................pag.87 Combien je vous aime .......................................................pag.88 Come sinfonia ……………………………………………………………… pag.91 Dov’è l’alba ........................................................................ pag.92 Nel vento d’autunno .........................................................pag.93 Pensiero .............................................................................. pag.94 La mia canzone .................................................................. pag.97 Anche se piove ...................................................................pag.98 Sul far del mattino .............................................................pag.99 Nuvole di nostalgia ............................................................pag.100 Comparando ......................................................................pag.101 Approdo .............................................................................pag.102 Assaporo la notte ..............................................................pag.103 Voci nostrane .....................................................................pag.104 Eco lontana ........................................................................pag.105 Quando il sole declina .......................................................pag.106  DA “ SALERNO DAL CONCORD “: Villa Carrara .......................................................................pag.109 Ricordo ...............................................................................pag.110 Mea domus ........................................................................pag.111 Come automi .....................................................................pag.112 I vecchi ...............................................................................pag.113 Verrei Volare ......................................................................pag.114 E guardo il sole ....................................................................pag.115 Le regine dell’aria ..............................................................pag.116 Comparando .....................................................................pag.117 Teneramente .....................................................................pag.118 Salerno ...............................................................................pag.119 Non ti conosco ....................................................................pag.120 Ascolta ...............................................................................pag.121 Maria ..................................................................................pag.122 Illusione ..............................................................................pag.123 Mi sono arreso ....................................................................pag.124 Perché .................................................................................pag.126 Terremoto ..........................................................................pag.127 Gioco perverso .................................................................pag.128 Tramonto ............................................................................pag.129 Solo per un attimo ............................................................pag.130 Ed è sera .............................................................................pag.131  DA “ LE TUE LABBRA “: Le tue labbra .......................................................................pag.137 Conca dei marini ................................................................pag.138

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Dolce contesa .....................................................................pag.139 Germogli .............................................................................pag.140 Il tuo fiato ...........................................................................pag.143 La nuvola ............................................................................pag.144 Sentimento ........................................................................pag.145 Preludio ..............................................................................pag.146 Rituale .............................................................................pag.147 Percezione .........................................................................pag.148 Rituale ..............................................................................pag.149 Ed è sera .............................................................................pag.150 Baciami ora ........................................................................pag.151 Il senso della vita ...............................................................pag.152 Le tue mani .......................................................................pag.155 Insieme ..............................................................................pag.156 Turbamento ......................................................................pag.157 Un unico respiro ................................................................pag.158 Sussurri ..............................................................................pag.159 Il primo bacio .....................................................................pag.160 Sognare ..............................................................................pag.161 Ed è notte ...........................................................................pag.162 Dai ricordi ...........................................................................pag.163 Come se fosse l’ultimo .......................................................pag.164 Desnuda .............................................................................pag.167 Era breve la notte ...............................................................pag.168 Follia ...................................................................................pag.169 Attesa .................................................................................pag.170 Nel mio giardino .................................................................pag.171 Morbidezze ........................................................................pag.172 I tuoi sogni ..........................................................................pag.173 Nedda .................................................................................pag.174 Come il sole al tramonto ....................................................pag.176 Malaguena .........................................................................pag.179 La compagnia del mare ......................................................pag.180 Laura ..................................................................................pag.181 La mia terra ........................................................................pag.182 Carezze ...............................................................................pag.185 All’alba ................................................................................pag.186 Senza confini .......................................................................pag.187 Tramonto ............................................................................pag.189 Tenerezza ............................................................................pag.190 L’amante .............................................................................pag.191 Ivana ...................................................................................pag.195 La lupa ................................................................................pag.196 Sapore del nulla .................................................................pag.198  DA “ OLTRE LE STELLE “: Sguardi furtivi .....................................................................pag.205

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Oltre le stelle .......................................................................pag.206 Vaghezze .............................................................................pag.207 Il sembiante ........................................................................pag.208 Fuga d’inverno ....................................................................pag.211 Fantasmi .............................................................................pag.212 Giovani ...............................................................................pag.213 Senza sosta .........................................................................pag.214 Indietro ..............................................................................pag.215 Prima dell’aurora ........................ .......................................pag.216 La capinera .........................................................................pag.219 Con l’odore del mare ..........................................................pag.220 Nel silenzio .........................................................................pag.221 Sognando ...........................................................................pag.222 Ombre ................................................................................pag.225 Ed ancora domani ...............................................................pag.226 La nostra fiaba .....................................................................pag.227 Nel cielo dell’azzurro ..........................................................pag.228 Ricorro al cuore .................................................................pag.229 Guardandoti ........................................................................pag.230 Oltre tutto ...........................................................................pag.233 Come un raggio di luna .......................................................pag.234 All’aurora ............................................................................pag.235 Tracce di memoria ...............................................................pag.236 Una voce lontana ...............................................................pag.239 Il cielo della sera .................................................................pag.240 Non vi sono più giorni ........................................................pag.241 Non si può essere soli .........................................................pag.242 Corro solo con l’animo ........................................................pag.243 Nel ricordo struggente ........................................................pag.244  DA “ OMBRE DI SOGNO “: Ombre di sogno ..................................................................pag.249 Pezzi di notte ......................................................................pag.250 Non voglio più ....................................................................pag.251 Frastagli di vita ...................................................................pag.252 Vento di primavera .............................................................pag.255 Prima della tenebra .............................................................pag.256 Noi siam meteore ...............................................................pag.257 Come fiammelle .................................................................pag.258 La poesia...............................................................................pag.259 Dolomiti ..............................................................................pag.260 Sussurri di mare .................................................................pag.261 Temporale di maggio ..........................................................pag.262 Orme d’inchiostro ..............................................................pag.263 La vita è ..............................................................................pag.264 All’alba del tempo ..............................................................pag.265 Luna d’estate .....................................................................pag.266

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Luglio .................................................................................pag.267 Luna d’estate .....................................................................pag.268 21 luglio 2014 ....................................................................pag.269 Senza fiato .........................................................................pag.270  DA “ RICORDI DEL TEMPO “: Ricordi del tempo ................................................................pag.273 Andando ..............................................................................pag.274 Un solo momento ................................................................pag.277 Una eco lontana ..................................................................pag.278 Senza chiedere ....................................................................pag.281 Stamani ...............................................................................pag.282 All’alba ................................................................................pag.285 Sulle mie mani .....................................................................pag.286 Momento .............................................................................pag.289 La stessa cosa ......................................................................pag.290 Il mio balcone ......................................................................pag.293 Scia di mare .........................................................................pag.294 Ho rubato ............................................................................pag.297 Solitudine ............................................................................pag.298 Commiato ............................................................................pag.301  DA “ BALUGINAR DI LUNA “: Fra le stelle ..........................................................................pag.305 Baluginar di luna ..................................................................pag.306 Insonnia ...............................................................................pag.309 Sotto il velo dell’alba ...........................................................pag.310 Sgomento ............................................................................pag.311 Sensazione ...........................................................................pag.312 Il mio universo .....................................................................pag.313 Tempesta d’agosto ..............................................................pag.314 Te ne dicevo di cose .............................................................pag.317 Frammenti ...........................................................................pag.318 Il sogno ................................................................................pag.319 Radici ...................................................................................pag.320  DA “ VOCI “: Voci ......................................................................................pag.325 Sempre più ..........................................................................pag.326 Compleanno ........................................................................pag.327 Mattinata ottobrina ............................................................pag.328 Questa notte .......................................................................pag.331 Ultima illusione ...................................................................pag.332 Autunno ..............................................................................pag.333 Novembre ...........................................................................pag.334 Se avessi le ali .....................................................................pag.337 Come una favola .................................................................pag.338 Solitudine ............................................................................pag.339

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Come stelle cadenti...............................................................pag.340 Amo .....................................................................................pag.343 Frantumando voce ..............................................................pag.344 Dove nasce il sorriso ...........................................................pag.345 T’ho vista .............................................................................pag.346 Tempo nel tempo ...............................................................pag.349 Sulla mia pelle ....................................................................pag.350 Dove volano i gabbiani .......................................................pag.351 Sul pontile del lago .............................................................pag.352 In grembo all’ignoto ...........................................................pag.355 Aspettando il tramonto ......................................................pag.356 Rompendo il silenzio ..........................................................pag.357 Più della luna ......................................................................pag.358 Nella sera ............................................................................pag.361 Accorati fonemi ..................................................................pag.362 Afferrare un sogno .............................................................pag.363 Cala La notte ......................................................................pag.364  DA “ CRONOS “: Cronos .................................................................................pag,369 Il tempo ...............................................................................pag.370 Come se nulla fosse .............................................................pag.371 Foglie morte ........................................................................pag.372 Il tempo d’un bacio .............................................................pag.373 Come l’edera al muro .........................................................pag.374 Momento ............................................................................pag.375 Il mondo tace ......................................................................pag.376 Ancora speranza .................................................................pag.377 Tra le rughe ....................................................................... pag.378

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Finito di stampare nel Gennaio 2016

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