FRANCO PASTORE
Non nobis Domine, sed in nomine Tuo da gloriam!
A.I.T.W. Edizioni Collana Teatro
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Il processo
Un atto unico in cinque scene di FRANCO PASTORE
Š 2007 by Franco Pastore Ed. Antropos in the world
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PREMESSA
La vicenda dei Templari è una delle pagine più belle e misteriose della storia del medioevo. Originatosi come ordine religiosomilitare, per la difesa della Terrasanta, i Cavalieri poveri di Cristo divennero l’ istituzione più autorevole e potente della cristianità. L’ordine del Tempio nacque per iniziativa di Ugo dei Pagani, forse un combattente della prima crociata, che, intorno all’anno 1100, una quindicina d’anni prima della data indicata da alcuni storici, aveva raccolto in Gerusalemme alcuni compagni in una confraternita di militari laici, col nome di “Poveri Cavalieri Compagni di Cristo”, decisi a dedicare vita ed abilità militari alla difesa del Sepolcro e della Terrasanta. In effetti, l’iniziativa aveva già precedenti nell’Occidente dell’XI secolo: confraternite armate ed associazioni di guerrieri laici combattevano contro i Saraceni come impegno religioso, ma senza votarsi alla vita monastica. Essi si univano idealmente ad importanti centri di culto, difendendone i beni contro gli attacchi islamici e proteggendo le vie d’accesso percorse dai pellegrini, con un mutuo accordo: la difesa, in cambio di benefici spirituali. L’iniziativa, a carattere penitenziale, era piuttosto diffusa tra le aristocrazie militari, all’epoca della prima crociata. Quando, poi, uno di questi gruppi decise di assumere un impegno religioso definitivo, furono accolti come conversi dai Canonici del Santo Sepolcro ed abitando con loro, ne divisero regole e consuetudini. Goffredo di Buglione, subito dopo la conquista, istituì in Gerusalemme quattro fondazioni di canonici regolari, che vivevano in comune secondo la regola di sant’Agostino; fra questi, i Canonici del Santo Sepolcro ed i Canonici del Tempio. Ugo dei Pagani si rivolse ai primi, ma visse con i Canonici del Tempio, così detti poiché insediati nella chiesa rupestre del Templum Domini, che sorgeva all’interno dell’antico recinto del Tempio di Salomone (Haram ash Sharif). Quando, nel 1114, i Canonici del Tempio ricevettero dal Patriarca Arnolfo di Chocques una regolamen5
tazione definitiva, da allora in poi, i due ordini seguirono lo stesso ordinario liturgico. Del resto, S.Agostino concepiva la vita religiosa come servizio militante per la salvezza delle anime, ergo la mutua accettazione di cavalieri laici, che si votavano al servizio di Dio, pur continuando ad essere parte dell’aristocrazia guerriera. Nihil sub sole novum! Il cristianesimo, sin dalle sue origini, aveva posto a suo fondamento il principio della non violenza contenuto nel Vangelo; al tempo del monachesimo, poi, si andava radicando sempre più la contrapposizione fra la militia saeculi, improntata ai valori laici, e la militia Dei, intesa come lotta al peccato con la forza della penitenza e della fede. Nel corso del III secolo e con le invasioni barbariche, portatrici di massacri, saccheggi e stragi, alcuni Padri della Chiesa giunsero ad una riflessione teologica sulla funzione delle armi come mezzo di difesa. “… In particolare Sant’Agostino d’Ippona, costretto a sperimentare personalmente le sofferenze della popolazione romana d’Africa dinanzi all’invasione dei Vandali, aveva vissuto il problema in tutta la sua drammaticità giungendo alla conclusione che la forza armata, quando usata strettamente per difendere una causa necessaria ed onesta (bellum iustum), può essere una forma di servizio valido anche sul piano religioso: infatti significa mettere a repentaglio la propria sopravvivenza per combattere il pericolo di morte e assicurare la salvezza degli altri…” (B.Frale: Il Processo ai Templ.). In questa ottica, dunque, Il combattimento diveniva il rimedio indispensabile all’ l’ingiusta soppressione di innocenti ed una guerra liberatrice assumeva il significato di un atto di giustizia. S. Agostino era andato oltre un semplice atteggiamento di indulgenza verso i cavalieri in armi. La drammaticità dei tempi e l’impegno nella lotta contro il male, indirizzarono la sua predicazione “ad una idea di lotta intesa come sacrificio, come difesa dei deboli contro le angherie dei soverchiatori, come un dovere religioso, come ammonimento per gli istigatori ed i sobillatori.” Nel contempo, occorreva rincuorare i timorosi, sorreggere i deboli, 6
soccorrere i poveri e liberare gli oppressi, dalla violenza e dalla ignoranza. il sacrificio e la fatica personali, si incanalano, così, in un concetto di vocazione intesa come sequela Cristi, ad emulazione della lotta del Nazareno contro il male: “…Se la Chiesa madre richiederà i vostri servizi, non accettateli per avida bramosia di salire né rifiutateli per il seducente desiderio di non far nulla, ma ubbidite con umile cuore a Dio… Non anteponete la quiete della vostra contemplazione alle necessità della Chiesa… “ (dalla regola di S.Bernardo) È qui tutta la spiritualità del Santo di Chiaravalle: “…Domino vivere et in Domino mori. Orationes a me et non quaestiones…“ In Dio voglio vivere e in Dio morire: per me preghiere e non domande. (S.Bernardo : De diligendo Deo). Obbedienza, povertà e castità furono i tre voti monastici che Il gruppo assunse, dinanzi al Patriarca di Gerusalemme e questi affidò loro la missione di combattere il nemico islamico a difesa dei pellegrini in viaggio verso il Santo Sepolcro. L’iniziativa di Ugo dei Pagani, religiosa e privata, aveva essenzialmente carattere penitenziale e costituiva l’espressione più piena degli ideali che avevano supportato la crociata di G. di Buglione. Baldovino II, re di Gerusalemme, accolse con simpatia la confraternita, ne favorì l’ampliamento e la trasformazione in una milizia indipendente, sotto il solo controllo della Chiesa, ritenendola di grande utilità nella circoscrizione dei territori cristiani. Egli cedette loro un’ala della sua antica reggia, presso le rovine del Tempio di Salomone, per cui i cavalieri furono chiamati “ Militia Salomonica Templi” e, successivamente, milites Templi o Templarii, ma essi preferirono definirsi, pauperes commilitones Christi, avendo fatto il voto di servire Dio in armi ed in povertà. Nel 1127, Ugo dei Pagani e i compagni viaggiarono per tutta la Francia e l’Inghilterra, per reclutare cavalieri per le milizie in Terrasanta e per promuovere, attraverso consensi più vasti, un concreto riconoscimento nell’ambito della Chiesa. Obiettivi ardui, data l’instabilità istituzionale del papato ed una sorta di diffidenza 7
nei riguardi delle aristocrazie guerriere, in conseguenza della condanna di Pier Damiani di ogni forma di ricorso alla lotta armata. Per questo Ugo dei Pagani si rivolse al più prestigioso dei teologi del tempo, Bernardo di Chiaravalle, chiedendogli, in nome del re Baldovino II, sostegno, conforto e l’elaborazione di una regola adatta ai templari. Il 13 ottobre 1307, Filippo il Bello fece imprigionare tutti i Templari di Francia in un sol giorno. L’arresto costituiva un sopruso in quanto i Templari erano un ordine religioso, inoltre una serie di privilegi accordati dai papi ne avevano riservato il giudizio al solo pontefice. L’ordine del Tempio osservava sin dalla sua fondazione un voto di fedeltà assoluta alla persona del papa, che era padrone assoluto dell’ordine, subito dopo Nostro Signore; in effetti queste norme trovano un riscontro preciso nelle parole pronunciate dai capi dell’ordine durante il Concilio di Lione del 1274, quando si vagliava il progetto di fusione con gli Ospitalieri, che rischiava di ridurre il Tempio ad un vasto salvadanaio, pronto per essere saccheggiato dai sovrani d’Europa. Dinanzi ad una tal prospettiva, tuttavia il Gran Maestro Jacques de Molay aveva tristemente ribadito: “ Siamo figli sottomessi di Santa Romana Chiesa, e lo saremo sempre, con l’aiuto di Dio. Siamo figli dell’obbedienza, lo saremo ancora: e terremo fede a quel voto fatto per tutta la vita di servire la difesa della Terrasanta. Per essa Il Papato e il processo ai Templari daremo tutto ciò che abbiamo, pronti ad offrire con gioia anche la vita secondo la volontà del Padre Nostro”. Proprio in virtù del legame speciale stabilito con la Sede Apostolica l’ordine del Tempio aveva ricevuto il privilegio di essere esente dalla giurisdizione sia laica che ecclesiastica, concessione in virtù della quale diveniva praticamente inattaccabile e sottomesso solo all’autorità del papa. L’unico punto debole risaliva ad un episodio accaduto nei primi decenni del Duecento. 8
Nel 1221, al tempo di Onorio III, diverse regioni della cristianità occidentale ed in particolare della Francia, erano state interessate dalla propagazione dell’eresia catara, che aveva fatto proseliti anche tra le fila della Chiesa. Data la gravità del momento, il pontefice aveva concesso all’inquisitore della Tuscia la facoltà straordinaria di procedere con le indagini persino nei confronti degli ordini esenti da qualunque giurisdizione, cioè i Templari, gli Ospitalieri e i Cistercensi. Un provvedimento d’emergenza mai revocato dai pontefici, che costituì l’arma della quale si servì Filippo IV di Francia per distruggere i Templari. Nel 1294, esausta per le spese della guerra che si prolungava ben oltre le previsioni del re, la Francia si trovava sull’orlo della bancarotta e gli avvocati vicini alla corona indussero il sovrano a tassare indebitamente il clero del regno. Alla fiera reazione di Bonifacio VIII. contro l’abuso ai danni della Chiesa, il re trasformò l’attacco in lotta politica, mirando a detronizzare quel papa, presentandolo come un usurpatore del soglio pontificio, all’indomani dell’abdicazione di Celestino V. Nel 1303, La situazione degenerò al punto che Filippo il Bello, con la bolla Super Petri solio, fu scomunicato ed il papa subì l’ attentato di Anagni. Intanto, schiacciato dal tracollo economico, il re di Francia aveva concepito il disegno di impadronirsi del patrimonio dei templari e degli ospitalieri, consistente in unità produttive e capitali liquidi, che non erano tassabili, sia per specifici privilegi, sia perché erano risorse degli Ordini riservate alle necessità della Terrasanta. Il re ambiva a porre quel patrimonio sotto il controllo della corona, sostenendo l’unificazione di Templari ed Ospitalieri, che era stata discussa in seno al Concilio di Lione, e che Filippo intendeva manovrare, imponendo a capo dell’ordine unico se stesso, se necessario, dopo aver abdicato al trono in favore del primogenito. Ma il piano fallì, per la ferma opposizione dei Templari e le perplessità dei pontefici. Fu ricercata, allora, una soluzione alternativa, che avrebbe consentito al sovrano di impadronirsi 9
del patrimonio dei due ordini militari. Filippo il Bello fece entrare così nel Tempio dodici spie, che pazientemente cercarono di raccogliere eventuali elementi per una aggressione all’Ordine. Nel 1306 la situazione della Francia si aggravò. La popolazione parigina si rivoltò contro Filippo IV e lo costrinse a rifugiarsi nella Torre del Tempio, con l’intera corte. Fu in quella occasione che pretese con la forza dal Tesoriere centrale del Tempio, frate Jean de La Tour, un prestito di 300.000 fiorini d’oro, al fine di arginare almeno le prime necessità. In questo modo, il sovrano aveva praticamente ripulito le casse del Tempio di Parigi, senza che il Gran Maestro ne fosse al corrente. Nel 1307, al suo rientro da Cipro, il Gran Maestro si accorse dell’enorme ammanco aperto a vantaggio del re, senza alcuna garanzia, che avrebbe permesso ai Templari di giustificare quel prestito. Lo scandalo del Tesoriere centrale tese i rapporti fra il Tempio e la corona. Fu allora che Filippo IV, con l’assistenza malvagia del Nogaret, pensò bene di risolvere l’incresciosa vicenda con la vile manovra di un processo. Agli inizi del XIV sec.Tempio venne messo sotto accusa. L’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, insieme ad uno dei più alti dignitari, scelsero di morire per testimoniare la loro innocenza e quella dei confratelli. Poco prima di morire, si tramanda che il Molay avrebbe convocato Clemente V e Filippo il Bello dinanzi al Tribunale di Dio. Per una strana coincidenza, entrambi morirono prima del volgere dell’anno. Nel settembre 2001 è stato ritrovato, presso il fondo dell’Archivio Segreto Vaticano, in Castel Sant’Angelo, un documento originale che la comunità scientifica credeva fosse andato perduto. Trattasi di una pergamena contenente l’assoluzione concessa da Clemente V a Jacques de Molay ed ai maggiori dignitari del Tempio, detenuti dal re di Francia nelle segrete del fortilizio di Chinon. Il documento è parte integrante della inchiesta pontificia avvenuta, nell’estate del 1308, a Poitiers. 10
Alla luce di quanto sopra, chi scrive cercherĂ di narrare le sequenze drammatiche che segnarono la fine del prestigioso ordine. Franco Pastore
Ricostruzione virtuale del Tempio templare a Parigi
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Personaggi: Jacques de Molay
gran maestro dei Templari
Filippo IV
re di Francia
Guglielmo di Nogaret
pubblico accusatore
Guillaume di Plaisans
il grande inquisitore di Francia
Un capitano de la Croix Un cerimoniere Un messo pontificio
un cardinale
Ambasciatore inglese Ambasciatore spagnolo Filippo di Marigny
arcivescovo di Parigi e Sens, fratello del Nogaret
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Scena prima [Nel giugno del 1307, Jacques de Molay, Gran Maestro dell' Ordi-ne Templare, presenziò, nella sala di giustizia, al Capitolo Generale dell'Ordine a Parigi, al quale presenziarono anche Filippo IV e lo stesso Nogaret. Il Gran Maestro era appena giunto da Cipro con tutto il tesoro templare, che venne depositato nella Precettoria Generale del Tempio di Parigi. Il Gran Maestro era stato già informato delle mosse di Nogaret e delle sue trame: aveva, quindi, chiesto a Papa Clemente V che venisse aperta una rapida e seria inchiesta per dimostrare l'infondatezza di tutte le assurde accuse contro l'Ordine, che Nogaret stava abilmente tessendo, per nome e per conto del re di Francia. Il papa, ascoltato de Molay, aveva accettato di aprire l’ inchiesta, e nell’ agosto del 1307 comunica al re di Francia l'apertura di una inchiesta sull'Ordine. Siamo nella torre del tempio, ove in una delle quattro torrette vi è la sala del Capitolo, detto anche sala della giustizia … ] Cerimoniere:- ( Ai templari schierati, con mantelli bianche e ves silli con Croce rossa )Templari … omaggio al re di Francia! ( I templari battono una sola volta sullo scudo in segno di saluto, mentre Filippo IV va a sedersi, seguito dal Nogaret),Templari … saluto al gran maestro Jaques de Molay e conte di Akkon !- ( I Templari battono tre volte sullo scudo) Molay:- (25 agosto 1307, ai confratelli schierati in sala, accanto a a lui, seduti in due tronetti, il re e Nogaret ) Confratelli, giungo ora da Cipro e so che i tempi la con coraggio confinon ci sono propizi c’è chi lavora contro di noi, perché ci in vidiano risorse ed onore, perché non ci hanno perdona nato l’intervento di Anagni, quando difendemmo BonifaBonifacio, il nostro Pastore, mettendo in fuga i suoi vili persecutori. ( Il re e Nogarè si lanciano rapide occhiate, 13
l’ inquisitore fa l’atto di alzarsi come per dire qualcosa, ma il re blocca sul nascere le sue intenzioni). No lo rifaremmo ancora … Siamo figli sottomessi di Santa Romana Chiesa e lo saremo sempre, con l’aiuto di Dio. Siamo figli dell’obbedienza, lo saremo ancora: e terremo fede a quel voto fatto per tutta la vita: di servire Nostro Signore ed il nostro papa, è la nostra unica missione, il nostro fine di pauperes commilitones Christi…Templari:- (per approvazione, in coro) Tibi Domine aeterna gloria! Molay:- (continuando) Certe accuse infamanti sono state diffuse sul nostro ordine, col fine di distruggerci, ho già chiesto al nostro Pastore Clemente V di aprire una inchiesta chiarificatrice e presto sapremo l’ autore di questa infame menzogna. ( Nogarè incomincia ad aver paura ) Vi giuro sul Santo Sepolcro che gli ricacceremo in gola, parola per parola, ogni maldicenza ed ogni menzogna! Noi… non temiamo gli accenti del demonio, il mondo sa,Dio sa che l’ animo è puro come il bianco del nostro mantello ed il nostro spirito è puro, perché purificato dal sangue versato in cento battaglie. La nostra è la regola dataci da un un santo, il Santo di Chiaravalle …Templari:- Laudamus Domine… Molay:- Fratelli … è giunta l’ ora della nostra ordalìa, affrontiamodando in Cristo, morto per noi sulla Croce!- (di poi il gran maestro fa segno al gran Cerimoniere di invitare il re ad esprimere il suo pensiero.) Cerimoniere:- La parola a Filippo IV, sovrano di Francia ed di Navarra…- ( indica il re con un inchino, Re Filippo si alza ed acconsente con un cenno a parlare) 14
Filippo IV:- ( Ipocritamente) Siamo oltremodo felici che il conte de Molay sia tornato da Cipro e ci conforti con la sua autorevole presenza, noi siamo sempre stati assertori e paladini convinti di un ordine così santo e così prestigioso. Non siamo certo attratti dai vostri ori e dai vostri tesori, ma ci piace sapere che all’ occorrenza, sapranno sostenere la Francia ed il suo re. Siamo certi che ogni nube svanirà all’ orizzonte, perché la verità vince sulla menzogna ed al di sopra vi è il giudizio di Dio. Giammai potremmo nuocere in alcun modo chi ci ha già da tempo sostenuti e di cui siamo già debitori. Se ciò accadesse, non sarebbe certo per nostro volere aut istigazione.- (si va a sedere,mentre i templari schierati…) Templari:-Laudemus, laudemus, laudemus Domine !Molay:-Fratelli, il giusto non teme le trame dei potenti e la verità Trionfa sempre sulla menzogna. Il tempo scolora ogni Cosa, solo Dio è eterno, ergo non nobis Domine, sed in nomine Tuo da gloriam! - ( I Templari intonano un canto gregoriano: Salve Regina del XIII sec. a due ordini di voci: uno fuori campo ed uno in teatro. Alla fine del canto, ordinatamente escono dal salone in due ali divise, con al centro il Molay, che segue l’ ala sinistra, che scompare a sinistra del palcoscenico.) Nogaret:-Maestà, non ha accennato ai trecentomila fiorini d’oro Che vi siete fatto consegnare da frate Jan de la Tour… Secondo me, sa ogni cosa e si prepara ad agire…FilippoIV:-Lo batteremo sul tempo,anche perché il tesoro di Cipro è già nella Precettoria del Tempio… bisogna trovare la strada… sono armati fino ai denti e godono di un grande prestigio,esenti come sono da qualunque giurisdizione…15
Nogaret:- Se vostra maestà mi segue, la strada ci sarebbe…FilippoIV:-Rompi ogni indugio e parla,ti ascolterò con attenzione!Nogaret:- Nel 1221, papa Onorio III, in occasione della propagazione della eresia catara, che aveva fatto proseliti anche tra le fila medesime della Chiesa, aveva concesso alla inquisitore della Tuscia la facoltà straordinaria di procedere con le indagini persino nei confronti degli ordini esenti da qualunque giurisdizione. Ebbene maestà, (sogghigna)quella concessione non è mai stata abrogata, come se stesse aspettando voi e le vostre necessità…FilippoIV:- ( Ringalluzzito ) Oggi stesso attiverò il grande inquisitore ed ordinerò l’arresto di tutti i templari del regno…Nogaret:-Si ma con molta discrezione e senza far rumore, la sorpresa è tutto!FilippoIV:- Siete impagabile mio caro, non vedo l’ora di ripagar la Borias del conte e poi … quel tesoro non aspetta che di essere preso! -
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Parigi – XIII SEC -Tempio templare –Ricostruzione interno sala del Capitolo e cortile interno.
Scena seconda 17
Scena seconda [Filippo IV capì che era giunto il momento di prendere ai Templari i loro tesori, ed evitare di restituire i prestiti che aveva ottenuto dall'Ordine. La Francia era sull'orlo del collasso economico, ed in Normandia vi era in atto una forma di rivolta. Quindi, afferrando l'occasione, nominò nella sua lotta personale ai Templari due consiglieri: Guglielmo di Nogaret, uno dei più esperti legislatori francesi, colui che aveva schiaffeggiato Bonifacio VIII, in Anagni e Guglielmo di Playsans, un importante esponente della Inquisizione di Francia. I Templari avevano un vecchio debito da saldare, avevano difeso Bonifacio VIII ed avevano messo in fuga la guarnigione francese. Ora, era arrivato il momento di vendicarsi ed il Nogaré stava facendo del suo meglio nel congegnare accuse, fabbricare prove e testimonianze oltremodo tendenziose e false.] (Sala delle udienze) FilippoIV:- Il Pontefice ci ha comunicato in giugno,di aver aperto Una indagine sull’Ordine. Non possiamo più attendere, i tempi e gli eventi precipitano; tra l’ altro la situazione è propizia:basterà allungare la mano e lei Nogaret ci fornirà i mezzi ed il sostegno della legalità…Nogaret :- Sono a vostra disposizione, maestà: le accuse son precise e dettagliate, se ne dovessero occorrere altre le costruiremo, l’ho già fatto con Bonifacio.Non ho dimenticato la loro tracotanza, quando difesero il loro Pastore, quando fui costretto a fuggire con la guarnigione che mi accompagnava. FilippoIV:- Ora occorre essere rapidi, Si prepari subito un editto! ( Il ciambellano di corte batte le mani ed arriva di corsa uno scrivano e si sistema su di uno scrittoio ai piedi del 18
trono, con pergamena e penna d’oca ) “Noi Filippo IV, per grazia di Dio Re di Francia, ordiniamo che vengano arrestati tutti i templari del regno ed i loro beni e possedimenti e ricchezze passino sotto la tutela della corona, che provvederà ad amministrarli ed a custodirli. Ordiniamo altresì che chiunque ricorra all’ uso della spada per sottrarsi all’arresto, venga immediatamente passato per le armi. Filippo IV sovrano e signore delle terre di Francia”. Mi si porga la pergamena per il sigillo! (il re firma con l’anello reale, poi, ai due complici) Signori, il dado è tratto! Si comuchino al papa gli eventi, che agisca di conseguenza, se vuole continuare ad essere quello che è.Intanto si proceda all’ arresto del conte Jaques de Molay e lo si conduca nelle segrete, affinché rifletta sugli eventi che ha ben meritato. ( Entra il capitano della guardia di palazzo e si porta ai piedi del trono)Capitano:- I vostri ordini, maestà!FilippoIV:- Prenda dieci uomini, tra i più fidati, e proceda con rapidità e discrezione all’arresta del conte De Molay! Capitano:- Sarà fatto mio signore!- (il militare porta il braccio al petto e fa dietrofront, allontanandosi con passo marziale). Ciambellano:-( battendo sul pavimento) Il grande inquisitore GuGlielmo de Plaisans ( Avanza verso il trono e si inchina al re ) FilippoIV:-Avvicinatevi! Abbiamo ancora bisogno di voi!Playsans:-Ai vostri ordini, maestà!FilippoIV:- ( A De Plaisans ) Lei mio caro, in questa delicata mis19
sione mi sarà di grande aiuto, perché, per il prestigio di cui gode nell’ inquisizione, rappresenta la spada che distruggerà i Templari. Vi aggirerete indisturbato ovunque questa vicenda vi porterà e ci rappresenterete con tutta l’autorità che vi compete,quale mio rappresentante. Inutile dirvi che le parole come innocenza ed indulgenza non rientrano nel vostro vocabolario. Siate duro, tenace e temerario, che anche il papa tema ogni vostro discernimento. La corona, noi e la Francia tutta abbiamo necessità dei beni e le delle ricchezze dei Templari, ma soprattutto del loro tesoro, visto che sono stati così garbati da portarcelo fino a Parigi. Il mio sogno ( come in un delirio ) è veder bruciare tutti i templari, con i loro mantelli e stendardi, nel mentre che il fuoco divora la loro essenza, fino alla radice, affinché non sia più a pronunciare il loro nome. ( riprendendosi) Ora e tempo di iniziare l’opra e, vi giuro, il vostro nome passerà alla storia. Playsans:- Considerate, vostra maestà, che quel fuoco sia già Acceso…FilippoIV:- Pour Saint Denis, questo è un avvenimento da celebrare! Che avanzino i musici e si inizino le danze!(danzatrici e musici principiano danze e suoni, mentre simbolicamente viene acceso un grande braciere al centro della scena e gli artisti vi si muovono intorno Improvvisando coreografie mimate anche con l’ aiuto di spade). Nogaret:- (Al re) Speriamo che il papa faccia la sua parte !FilippoIV:- Ci teneva tanto a salire sul seggio di Pietro … ora, ubbidisca al suo benefattore, se ci tiene a rimanervi! 20
( i tre ridono. Poi il re chiamo il gran ciambellano, che Si avvicina con umile sollecitudine) Quella danzatrice!Ciambellano:- Quale maestà?FilippoIV:- La terza, quella cosi…cosi…Ciambellano:- Ben fatta, maestà?FilippoIV:- Per l’appunto! Dopo le danze, le faremo l’onore di un Colloquio privato, predisponete ogni cosa…Ciambellano:- Sarà fatto maestà!( Improvvisamente si aprono le porte ed entra il capitano con un drappello di armigeri, che trascinano in catene il conte Jacques de Molay. Improvvisamente lo spettacolo si arresta e la scena diventa drammatica: il drappello arriva fino ai gradini del trono, trascinando per tutta la lunghezza della scena il capo dei templari. Al loro passaggio, gli astanti si ritirano con sollecitudine ed una sorta di timore. Nogaret e Playsans sono raggianti, mentre il volto del re mostra la consapevolezza della gravità del gesto ed assume l’ atteggiamenmento di chi si trova ad aver fatto, per necessità, un atto che non condivideva, manifestando una sorta di ipocrita compassione …) Capitano: - Secondo la vostra volontà, mio signore!FilippoIV:- Conte de Molay,siao veramente costernati,ma doveri regali ci impongono anche di queste cose…ma non crediate che le facciamo a cuor leggero … comunque vi dispensiamo dall’ inchino al re…De Molay:- Che storia è mai questa?Questa è dunque la moneta con cui ripagate i vostri debiti? Ma sappiate che la no21
stra forza non è la spada, ma il giudizio di Dio! FilippoIV:- Di quel giudizio ci preoccuperemo quando sarà il momento, ora preoccupatevi voi del mio! ( rivolto al capitano ) Portatelo alle segrete! Presto avrà gran compagnia. Per intanto, continuate con gli arresti per tutta la notte, sorprendeteli nel sonno, che il buio ed il silenzio siano vostri complici e vostri alleati, poi, domattina, mi riferirete! ( Lo portano via con gran rumore di catene ne) Or che le danze continuino, il re vuol divertirsi!De Molay:-( Uscendo ) Certi misfatti non si commettono impuneMente, quanta vigliaccheria in questa corte dell’ ipocriSia !( riprendono le musiche e le coreografie dei danzatori, Nogaret sussurra qualcosa al re, che, di rimando, si rivolge al Playsans, che inizia un breve parodia di Molay e tutti e tre ridono di gusto, poi, si chiude il sipario).
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Scena terza [Secondo gli ordini di Filippo IV e dei suoi consiglieri, all'alba del14 ottobre 1307, i siniscalchi del re arrestarono contemporaneamente tutti i templari di Francia, cogliendoli nel sonno. I templari avrebbero voluto reagire, ma gli ordini del conte De Molay erano stati perentori: lasciarsi arrestare e confidare nell’intervento del papa a loro favore. In realtà, Il Papa, Edoardo II d'Inghilterra e Giacomo II d'Aragona presero le loro difese, chiedendone, con forza, la liberazione, ma Filippo IV fu sordo a tutti i richiami, e nominò Guglielmo Imbert Grande Inquisitore di Francia, imponendolo come capo assoluto del Tribunale dell'Inquisizione francese. Costui, un uomo di una ferocia inaudita, estorse con la tortura le confessioni più assurde: lo sputo sulla Croce, l'apostasia e tutto quello che gli si chiedeva di confessare pur di avere salva la vita e non soffrire. Mattinata del 15 ottobre 1307, sala delle udienze, il capitano De la Croix sta relazionando al re sugli arresti e le difficoltà incontrate. Sono introdotti gli ambasciatori d’Inghilterra e di Spagna. Anche il papa invia un suo messo con una comunicazione del pontefice…] Capitano:- Sire, l’ ordine è stato eseguito: tutti i templari di Francia sono in catene. I siniscalchi hanno lavorato tutta la notte. Non vi sono state resistenze, pare che avessero avuto l’ ordine di lasciarsi arrestare, perché confidano nell’aiuto del pontefice, da cui dipendono…FilippoIV:- Stolti, sul suolo di Francia siamo noi la legge, così come il papa ad Avignone e finché ci aggrada!Ciambellano:- Sir William Eckhart, ambasciatore d’ Inghilterra e Don Françisco de la Sierra, ambasciatore di Giacomo II di Aragona, di Valencia e di Barcellona!...- (gli ambasciatori Si avvicinano al re e si inchinano, mentre ai lati fanno ala 23
elementi della real corte, in primis, nelle posizione più prossima al tronetto, il Nogaret ed il Playsan…) Sir William:-( Inchinandosi di nuovo ) Porto a vostra maestà i saluti e l’amicizia del mio sovrano Edoardo II, che vi chiede la compiacenza di ascoltare il messaggio di cui sono latore …FilippoIV:- (Ricambiando con un cenno di assenso i saluti) Ricambiamo i saluti del vostro sovrano, per intanto ci disponiamo benignamente ad ascoltare il suo pensiero…Sir William:- (inchinando leggermente la testa e aprendo il rotolo di pergamena…) “Noi Edoardo II, re d’ Inghilterra per grazia di Dio e sovrano di Scozia, inviamo A Filippo IV, sovrano di Francia i nostri saluti in amicizia, con la prece di essere magnanimo verso l’ordine dei Cavalieri di Cristo,liberandoli da una prigionia, che non premia gli anni di duro lavoro nella difesa dei luoghi santi e di Sanctae Romanae Ecclesiae. Anno Domini millesimo trecentesimo terbio… Edoardo secondo d’ Inghilterra…”- (Riavvolge la pergamena e la porge al sovrano, avanzando,a testa bassa, verso il trono. Filippo IV fa cenno al Nogaret di ritirare la pergamena che l’ ambasciatore gli porge e così si esprime…) FilippoIV:- Per la stima e l’ amicizia che legano questa corona al sovrano d’Inghilterra,cercheremo di porre fine alla prigionia dei Cavalieri del Tempio, abbreviando il più rapidamente possibile le loro sofferenze, compatibilmente con quelle istanze che riguardano questo regno ed il suo sovrano e non d’altri…Salute e prosperità ad Edoardo rege(L’ambasciatore indietreggia a testa bassa e si allontana, dopo un profondo inchino, mentre il re indica il secondo ambasciatore) 24
La Sierra:- Il mio signore, sovrano d’Aragona, Valencia e Barcellona prega vostra maestà di accettare i suoi saluti. Il mio Signore chiede a vostra maestà, in segno di amicizia, di liberare dalla prigionia il conte De Molay, da lungo tempo prezioso amico della corona. –(porge al sovrano la pergapergamena regale, che viene ritirata anch’essa dal Nogaret, poi, indietreggia ed attende la risposta del re, che a bella posta indugia e solo dopo un certo tempo risponde) FilippoIV:- Ricambiamo i saluti di Edoardo II d’ Aragona, al quale diciamo che il conte de Molay è amico anche di questa Corona. Siamo fermamente intenzionati a procedere nella nostra iniziativa, al fine di proteggere il buon nome del conte medesimo e dell’ Ordine, vilmente infangati da dicerie grossolane e malignità di ministri dell’ inganno e della cattiveria. Vi diamo il permesso di allontanarvi!- ( Filippo fa capire che l’ intervento si è concluso e che non accetta nessuna trattativa. L’ ambasciatore si ritira indietreggiando inchinato) Rimasto sono, chiede al Nogaret ed al Playsan di avvicinarsi… - Non bisogna perder tempo, la sollecidudine è artefice di vittoria. Quando gli avvenimenti incalzano, nulla li può arrestare. Prepariamoci a prevenire la debole difesa della Chiesa, è ora necessario che la inquisizione agisca secondo il nostro tornaconto. Si faccia venire uno scriba…!Nogaret:- Uno scriba per sua maestà !- ( Arriva uno scriba e si predispone a scrivere sotto dettatura del re…) FilippoIV :- Oggi, die quindicesimo, del mese di ottobre dell’anno Millesimo trecentesimo septimo, noi Filippo IV, sovrano di Francia per volere di Dio, ordiniamo et sic scribemus che padre Guglielmo Imbert,dell’ordine dei Domenicani, 25
nostro confessore ed ispettore Sanctae Romanae Ecclesiae, venga nominato Grande Inquisitore di Francia, con pieni poteri di indagine e di intervento, nel processo allo Ordine dei Cavalieri di Cristo… firma e sigillo !- ( il sovrano appone il sigillo e la pergamena viene arrotolata) Che venga il capitano delle guardie di palazzo! – Capitano:-Mio Sire!FilippoIV:- (porgendo il rotolo) Che sia recapitato subito recapitato A padre Guglielmo, il mio confessore!Capitano:- Agli ordini maestà! -(si allontana) FilippoIV:- Signori, il dado è tratto! Presto, la corona non avrà più debiti o dissolvenze, in fondo, un povero sovrano deve pure darsi da fare per risolvere i problemi del suo popolo! (incomincia a ridere, e con lui ridono di gusto il Nogaret e il Playsan) Armigero:- (entrando di corsa) Sire, gli eretici hanno confessato!FilippoIV:- Mon Dieu, questo si che è un giorno da ricordare. Ora Clemente dovrà prendere atto: ogni ulteriore difesa dell’ ordine, oltre ad essere assurda, costituisce un affronto alla persona del re. Nogaret:-Si mio signore!FilippoIV:- Si mandino ambasciatori alle corti d’Inghilterra e Spagna: gli eretici hanno confessato le loro colpe…(rivolto al Nogaret) occupatevene voi!Nogaret :- Sarà fatto, mio signore…- (esce. Si chiude il sipario)
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Papa Clemente V
Scena quarta 27
Scena quarta [ A Jacques De Molay, fu detto che se voleva salva la sua vita e quella dei confratelli, doveva ammettere quel che gli veniva chiesto. Molay, solo per salvare i suoi cavalieri, ammise le menzogne il 24 ottobre 1307, davanti alla commissione nominata dall'Università di Parigi. Di fronte a questa pubblica confessione Clemente V emise la bolla "Pastoralis Praeminentiae”,nella quale ordinava l'arresto di tutti i cavalieri templari e la tutela della Chiesa sui loro beni. Tale ordine era anche per gli altri sovrani d'Europa, non solo per la Francia.Mentre in Francia continuavano a perpetrarsi orrori ai danni dei cavalieri, le cose negli altri regni d'Europa, andarono diversamente.In Portogallo addirittura il Re Diniz fondò un nuovo Ordine, la Cavalleria di Cristo, di cui lui stesso fece parte e dove fece confluire tutti i Templari del regno. In Italia, nelle zone non controllate dal dominio francese, i Templari furono completamente scagionati e liberati. In Inghilterra il re non prese neanche in considerazione l'ipotesi di un arresto di massa. Il Papa cominciò ad insospettirsi di tutte queste confessioni, di cui molte in contraddizioni, e così rimosse dal suo incarico Guglielmo Imbert, sostituendolo con un'apposita commissione pontificia. Filippo IV, rispose subito con la convocazione degli Stati Generali a Tours, nel marzo del 1308.] (Sala delle udienze) Messo :- Sua Santità comunica a vostra maestà che ha dovuto rimuovere padre Guglielmo dal suo incarico di grande inquisitore… I cavalieri hanno chiesto di essere ascoltati in pubblico ed hanno ritrattato tutte le ammissioni fatte sotto tortura, mostrando piaghe, dita mozzate ed arti mutilati…FilippoIv :- Sua Santità si veste di un’autorità che non gli è consentita, gradirei essere avvertito prima e non dopo certe de28
cisioni, non dimentichiamo che abbiamo domato cavalli ben più ribelli e Bonifacio lo ha sperimentato di personaMesso:- Il vostro protetto, padre Guglielmo Imberbi, ha commesso atti di grande crudeltà: confessioni contraddittorie e strappate con torture indicibili e per nulla adatte alla circostanza, in fondo, i cavalieri di Cristo sono un ordine religioso, soggetto alla autorità della chiesa e del suo pastore e non di altri. FilippoIV:- Eminenza, quando ci si serve di un re per coprire il soglio di Pietro, l’ autorità preminente è esclusivamente la corona, ma se ciò non si è compreso, abbiamo ben altri sistemi di persuasione. Messo:-Sua santità teme una guerra civile, inoltre ben quattromila cavalieri templari attendono gli eventi nei boschi di Vienne e non vi è esercito che possa fermarli, se decidono di riparare essi stessi all’ingiustizia subita…FilippoIV:- (piuttosto intimorito) Allora… è necessario che mi prepari alla lotta…Messo:-Sua Santità ha nominato una commissione pontificia che ha ascoltato le ragioni dei templari, ma non ha ravvisato elementi tali da ritenere valide le accuse infamanti messe in giro da chi ha interesse a che l’ordine venga soppresso, tanto più che i confratelli, tramite Pietro da Bologna, un valente giurista templare, hanno ribadito la fedeltà dello ordine al Papa ed alla Chiesa! FilippoIV :- Se Vostra eminenza non ha altro da riferirci, gli diamo il permesso di ritirarsi e riferite al papa che noi sappiamo ora come procedere e su chi porre affidamento… del resto, le ribadisco che "Difendere l' Ordine del Tempio 29
significa che esso potrebbe essere innocente, ma dato che esso è colpevole, è inutile difenderlo… Messo:- Maestà…- (leggero inchino e si ritira) Ciambellano:- Filippo di Marigny, arcivescovo di Sens e di Parigi FilippoIV:- (infuriato ) Stavamo per farvi chiamare…Arcivescovo:-Vi ascolto maestà!FilippoIV:- Voi conoscete l’abominevole errore dei Templari, errore così amaro e deplorevole.Non contenti di rinnegar nella loro professione, Gesù Cristo, essi forzavano quelli che entravano nel loro ordine,a rinnegare lui e le sue opere, che sono i sacramenti necessari alla nostra eccellenza e tutto ciò che è stato creato da Dio. Essi sputavano sulla Sua Croce, grazie alla quale ci siamo salvati; essi la calpestavano, a disprezzo della creatura di Dio, si baciavano in laidi luoghi ed adoravano idoli. Essi pretendevano che le loro sozze abitudini consentissero loro quello che perfino le bestie rifiutano … Arcivescovo:- Così alcuni affermano … FilippoIV:- Ebbene,sapete benissimo che il papa ha attivato una commissione, è ora di condurre noi il gioco, chiudete la inchiesta sui templari che abbiamo rinchiusi nelle prigioni sulla Senna e prima che tale commissione pontificia si pronunci, condannate al rogo i 54 templari della Precettoria di Parigi. Arcivescovo:- Sarà fatto secondo i desideri di vostra maestà. Il 10 maggio, illumineremo il lungo Senna con 54 fuochi. FilippoIV:- Sperimenteremo ora fino a che punto arriva ll coraggio 30
di questo papa! Intanto marceremo su Vienne con 12.000 soldati, così saggeremo il decantato valore dei Cavalieri di Cristo e solleticheremo l’eccessiva prudenza di un papa in capace ad ubbidire… A me il capitano!...Capitano:- Mio signore!FilippoIV:- Ho bisogno del nostro esercito, che sia pronto ai nostri ordini,in completo assetto di guerra e che i cavalieri affilino le lance, a Vienne scorrerà sangue a fiumi! ... Ora, vi preghiamo di lasciarci soli…, abbiamo bisogno di riflettere…Lei no, Arcivescovo!- (Dopo il capitano, vanno via tutti ed il re rimane solo con Filippo di Marigny…) – FilippoIV:- Perché hanno ritrattato? Forse perché quelle " confessioni" investivano l'onore dell'Ordine e dei singoli Cavalieri? Certo è che la nostra credibilità è malconcia a che ci è servito creare un’anticommissione, se alla fine Celestino l’ha avuta vinta? Arcivescovo:-Non sono forse io il capo della commissione imperiale? Ora la parola al rogo e l’accusa sarà di gravissimo oltraggio alla giustizia del sovrano, di poi vedremo se la Commissione pontificia scenderà a patti-. FilippoIV:- Noi intanto marceremo su Vienne. A me l’ armatura!( Lo scudiero del re ed altri servi vestono il loro signore) Arcivescovo:- Anche noi siam maestri in cavilli legali… la vertenza può volgere ancora a nostro favore,… in fondo, vostra Maestà è il re di Francia!FilippoIV:- Dite bene arcivescovo, lo sperimenteranno tutti a loro Spese. Ora andate, che abbiamo ben gravi incombenze!Arcivescovo:- (inchinandosi) Maestà!31
Vienne - Le palais de la Secession
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Scena quinta [Marigny chiude a Parigi l'inchiesta sui templari rinchiusi nelle prigioni sulla Senna ancora prima che la commissione pontificia si pronunci, e con ferocia inaudita, il 12 maggio 1310, fa morire sul rogo, lungo la Senna, 54 templari della Precettoria di Parigi. Il 16 ottobre 1311, il Papa decide di aprire il concilio per la soppressione dell' Ordine, a Vienne. Sulla questione dei Templari i vescovi sono divisi: la colpevolezza dell'Ordine non è stata provata, a parte le confessioni estorte con la tortura. Intanto, 2500 cavalieri templari, provenienti dalla Francia e da altri regni europei, si radunano nei boschi intorno a Vienne, armati fino ai denti e pronti alla battaglia, in attesa delle decisioni del concilio. Saputo questo, Filippo IV si spaventa, e piomba a Vienne alla testa di un esercito di 12.000 uomini fra divisioni di fanteria e squadroni di cavalleria. Visto questo, il Papa, per evitare ulteriori spargimenti di sangue ed altre guerre fratricide, emette la bolla "Vox in Excelso" anche detta "Vox Clamantis", con la quale sospende l'Ordine da qualsiasi attività, per decisione apostolica e senza scomunica. A questo punto i Cavalieri, per ordine del Molay e per volontà del Papa si lasciarono prendere prigionieri dalle truppe reali, e vengono portati nelle segrete di Parigi, di Amiens e di Sens. Una parte dei beni dei Templari vengono donati agli Ospitalieri di San Giovanni (gli attuali Cavalieri di Malta), una parte sono incamerati dalla Chiesa ed un'altra ancora data al regno di Francia.] (Il re e Nogaret, di ritorno da Vienne, entrando nella sala del tron o) FilippoIV:- Finalmente, questa istoria è conclusa! Come posso aver temuto una tale masnada di uomini? Tutti si sono arresi, non uno che si fosse difeso con le armi…Nogaret:- L’ordine di De Molay e del papa era quello di non ricorrere alle armi, il pontefice ha voluto evitare un inutile 33
spargimenti di sangue…- ( Viene annunciato l’arcivescovo, fratello del Nogarèt, intanto i servi di palazzo liberano il re dell’armatura) FilippoIV:- Giusto voi eccellenza, stavamo per farla chiamare…Arcivescovo:- Maestà, la commissione pontificia ha definito di sua Competenza il giudizio del conte Molay e degli altri dignitari del tempio, perché sottoposti all’autorità del papa. E siccome non è stata riconosciuta alcuna colpevolezza, esiste la possibilità che possano decidere di rimetterli in libertà…FilippoIV:- Sia ben chiaro, arcivescovo, che il De Molay, Charney, Pairaud e Goneville devono morire: un esercito senza condottieri va allo sbando … e più la morte è lenta, più grande è lo sgomento: un ordine è finito, ma l’altro, gli ospitalieri, imparino fin da ora chi comanda … in fondo ci han guadagnato nella vicenda, con nostro esclusivo merito … che le urla dei templari giungano fino a Vienne! Nogaret :- Sire, le fascine son già sistemate ed i pali ben conficcati nella terra: la Senna è pronta a catturarne le ceneri …Arcivescovo:- Maestà, oggi vi sarà gran luce sull' isolotto di Pont Neuf. Ne vedrete le fiamme dalle vostre mura, mentre intoneranno il “ TE DEUM” per l’ultima ordalia…maestà! (si inchina e va via)Nogaret:-Vostra maestà ha vinto, or non ha che da attendere…FilippoIV:- Si tratta di un baratto onesto, un semplicissimo e banale baratto: quattro morti per la vita di tanti ed il benessere di una corona … Per intanto, conduceteci il Molay, affinché possiamo dirgli addio! – 34
Nogaret:-Sara fatto mio signore – FilippoIV:-Ora, sperimenteremo come l’appropinquarsi della morte rende gli uomini più ragionevoli e desiosi di misericordia…Arcivescovo:- Comunque, essi che furono cavalieri del tempio e giurarono di servire Cristo in vita, che imparino a servirlo anche nella morte, sigillando col dolore il loro leggendario coraggio… - (Rumore di catene, entrano il Nogaret ed il Capitano, seguiti dal Molay in catene, spinto da due armigeri con alabarde) FilippoIV:- E’ giunta l’ora del “ redde rationem”, caro conte … Purtroppo gli eventi volgono a vostro sfavore ed un po’ ce ne dispiace. Parte del vostro tesoro è già nelle casse della corona, ma ci adopereremo a prenderne ancora .Se avete alcunché da dire, parlate ora, prima che la Senna rechi le vostre ceneri al mare…Molay:-(agitando le catene, come una bestia ferita e per nulla intimidito ) Voi, miserabili assassini, che siete indegni di essere chiamati uomini, avete comandato il massacro delle nostre carni, così come avete infangato un Ordine Sacro. Ebbene, ascoltate attentamente: tu, re dello inganno e della menzogna, con quel fantoccio guascone indegno del soglio pontificio, e tu, Nogaret, abile spia, concertator d’ infamie e del disonore, entro l'anno sarete al cospetto del Tribunale di Dio, per rispondere delle vostre nefandezze ed io ci sarò, per vedervi precipitare nel fuoco dell’inferno. Presto,su tutta la Francia, peseranno i lutti di una guerra centenaria, che Dio abbia pietà di voi!– FilippoIV:-(seriamente impressionato, quasi isterico) Se foste dav35
vero un indovino, avreste ben previsto la vostra miserabile morte… Presto, trascinatelo via, la purezza del fuoco attende questo Caronte…!Molay:-(mentre lo trascinano) Che Dio abbia pietà di te e della Francia!FilippoIV:- Via … per Dio … via!- (Si accascia sul trono) (Il Molay è uscito con gli armigeri, il capitano e l’arcivescovo) Nogaret :- Fiero fino all’ultimo quel diavolo di un templare, ma presto non ne sentirete più parlare, mio re…FilippoIV:- (preoccupato) Ne sei proprio convinto? Forse stiamo facendo un errore…Nogaret:- Che dite Maestà!FilippoIV:- Questo martirio collocherà i Cavalieri di Cristo nella leggenda! ( Si sente il crepitio delle fiamme, mentre il loro chiarore illumina le mura del salone ed i visi cerei di Filippo e del Nogaret. Si diffondono le note del “Te deum” e la Scena si blocca mentre s’ode stridore di battaglia ed urla di morte. Cala il sipario). Fine
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Le Parvis de la cathédrale au XVIIème siècle.
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Bibliografia F Cardini., Alle radici della cavalleria medievale, Firenze 1981 F Cardini., I Cristiani, la guerra e la santità, in I Templari, pp. 9-17 Carozzi C., Le monarchie feudali: Francia e Inghilterra, in La Storia [v.], II/2, pp. 339-367 Cardini F., Le crociate tra il mito e la storia, Roma 1986 Cardini F., Bernardo e le Crociate, in Bernardo Cisterciense Demurger A., Chevaliers du Christ. Les ordres religieux-militaires au Moyen Âge (XIe-XVIe siècle), Paris 2002 Demurger A., Jacques de Molay. Le crépuscule des templiers, Paris 2002 Delle Piane M., La disputa tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII, in Storia delle idee politiche, econom. e sociali, diretta da L. Firpo, 2 vol., To 83 Manselli R., Arnaldo da Villanova e i Papi del suo tempo, in «Studi Romani», 7(1959), pp. 146-161 Michelet J., Dal Vespro allo sterminio dei Templari, traduzione italiana a cura di E. Omodeo Zona, Bari 1941 Vari, Militia sacra. Gli ordini militari tra Europa e Terrasanta, a cura di E. Coli, M. de Marco, F. Tommasi, Perugia 1994 Paravicini Bagliani A., La cour des papes au XIIIe siècle, Paris 1995; trad. it. La vita quotidiana alla corte dei papi nel Duecento, Roma- Bari 1996 Paravicini Bagliani A., Clemente V, in Enciclopedia dei papi Piazzoni A., Storia delle elezioni pontificie, Casale Monferrato 2003 Piazzoni A., «Militia Christi» e Cluniacensi, in «Militia Christi» e Crociata Runciman S., Storia delle crociate, 2 voll., Torino 1966 Sennis A., Giovanni VIII, in Enciclopedia dei Papi [v.], pp. 28-34 Sève R., Chagny Sève A.M., Le procès des Templiers d’Auvergne, Paris 86 Guaglioni, Storia della Chiesa, vol. XI, La crisi del Trecento e il Papato avignonese (1274-1378), Torino 1994 Cerrini S, Templari, la guerra e la santità, Rimini, 2000
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Barbara Frale: Il Papato e il processo ai Templari Viella Roma 2003
L’autore Franco Pastore nasce a San Valentino Torio, frequenta il ginnasio ed il Liceo nella vicina Sarno, il paese dei nonni materni, e completa gli studi presso l’Ateneo salernitano. La sua sensibilità lo porta, fin da giovanissimo, a scrivere racconti, poesie ed articoli che vengono pubblicati su giornali locali. Dopo il servizio militare, si trasferisce con la famiglia a Salerno, in via Camillo Sorgente, 21, dove, nel 1972, inizia la sua collaborazione con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scri-vendo racconti ed articoli sul periodico “Verso il 2000”. L’anno successivo, entra a far parte dell’equipe del Varo, una galleria d’arte di Vito Giocoli e sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale, che lo veicolano verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, collaborando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco ed altre personalità della cultura campana. Alla metà degli anni settanta conosce Domenico Rea e Franco Angrisano. Sarà Rea, presso la Camera di Commercio di Salerno a presentare alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (Roma – n. 136 del 12/6/1980), che il Pastore scriveva, nel 1979 (Il Giorno – 23 marzo 1980), con Liana Annarumma. Intanto, Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel periodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, conosceva Lucia Apicella di Cava (Mamma Lucia), per la quale pubblicava su Verso il 2000 una serie di racconti, raccolti poi nel libro “ Mamma Lucia ed altre novelle”(L’Eco della stampa – gennaio 1980 /Il Faro del 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese,“Mutter der Toten”, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio, che Angrisano drammatizzò nel salone dei marmi del Comune di Salerno (la Voce del Sud – 12/7/1980 – Roma 11 giugno 1980 52 n.135), il giorno in cui Mamma Lucia fu Premiata con 39
medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (Il Secolo d'Italia - Anno XXIX - dell'11/07/1980). Dopo il suo primo romanzo “L’ira del Sud” (verso il 2000 – anno XXIII – n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per Franco Angrisano “La moglie dell’oste”, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì “Terra amara”, sul problema del caporalato nel sud. Negli anni novanta, viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse “ All’ombra del Cervati” una raccolta di liriche e “Fabellae”, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di sociologia e psicologia di gruppo nell’Ospedale Tortora di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore. Nascono così le commedie: “Un giorno come un altro”, “Un maledetto amore”, “Una strana Famiglia” ( Le Figaro / Education, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000, è direttore di Corsi di alfabetizza-zione informatica per il M.I. e tiene, al Centro sociale di Pagani, Corsi di Pedagogia speciale (metodi: Decroly e Froebel). Alla fine degli anni novanta, si abilita per l'insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il comme-diografo passa dalla pedagogia (didattica e metodologia), all’insegnamento di italiano e storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno, ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi, ripropone “La moglie dell’oste” che viene rap-presentata nel 2006, al teatro dei Barbuti, nel Centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie, ispirate al Novellino del Masuccio: Le brache di San Griffone , “Un vescovo una monaca ed una badessa” e “Lo papa a Roma”. 40
Oramai l’insegnamento non lo interessa più e dà le dimissioni, nel settembre del 2005, chiudendo innanzi tempo il suo impegno con la scuola, per dedicarsi completamente al Teatro. Come European journalist (GNS Press Association), fonda, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Salerno, la rivista virtuale di lettere ed arti “ Antropos in the world” e inizia il ciclo de’ “I Signori della guerra”, ovvero “La Saga dei Longobardi”, un insieme di cinque drammi storici, sulla Salerno longobarda e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011. Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti “Il gusto della vita” (ed. Palladio) e di “Ciomma” (edito dalla Ed. Antitesi di Roma), va in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici “L’Adelchi”, replicato il 25 febbraio 2011al Diana di Nocera Inf., con il patrocinio della Provincia di Salerno (Dentro Salerno, 25 febbr. 2011). Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur aven-do acquisito una formazione classica ( Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testi-monianze forti, sulle difficoltà di una Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, nel mentre delinea il dramma di antiche dominazioni, passa alla commedia di denuncia ed alla farsa. Hanno scritto di lui: Il Giorno – La Nuova Frontiera – L’Eco della Stampa – Verso il 2000 – La Voce del Sud – La Gazzetta di Salerno – La Gazzetta di Frosinone – Candido Nuovo – Il Secolo – Il Faro – L’Amico del popolo – La Città – Cronache di Potenza – Dentro Salerno – La gazzetta di Teramo – Le Figaro - La Lampada – Dossier Sud - Il Roma – La gazzetta di Pescara - Areapago Cirals – La Gazzetta di Matera – La Tribuna dell’Irpinia – Settimanale Unico – Corriere del Mezzogiorno – Cancello ed Arnone News – Cronache del Mezzogiorno – L’Osservatore dell’Agro – Dentro Salerno – Agire – Il Mattino – Cronache del salernitano – Epucanostra – Brontolo – Tvoggi Salerno – Cilento Notizie – Il Basilisco - Unico ed altre testate. 41
Hanno parlato di lui: L. Fiorentino (Ateneo di Siena) – Nicola Napolitano – Nilde Iotti – Saverio Natale – A. Di Matteo – Gualdoni (del Giorno, Mi) – Lucia Salvatore – N. Ammaturo (Ateneo di Salerno) – Domenico Rea – Lucia Salvatore – Laura Vichi (Roma) – A. Mirabella – R. Nicodemo – Giuffrida Farina – L. Crescibene – R. Ungaro - A. Palumbo – Paolo Romano – G. Rispoli – A. Burdua ed altri. Trasmissioni televisive: TLC Campania, Serata napoletana - Presentazione del libro di racconti “Il gusto della vita” ( 13 ottobre 2006); Telecolore, Ore dodici – Presentaz.ne Rivista “Antropos in the world; Telecolore, Ore dodici – Presentaz. liriche “ Il profumo di Ermione ”; Telecolore, Trasmissione dramma ARECHI II (sabato 9 marzo 2013); Telecolore, Trasmiss.ne dramma ARECHI II (domen. 10 marzo 2013); Telediocesi , presentazione de “La Saga dei Longobardi” (14 agosto 2013, ore 17,30); Telediocesi , presentazione de “ La Saga dei Longobardi” (15 agosto, 2013, ore 15,00).
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Altre opere Poesia: VOGLIA D’AMARE – Salerno 1974 Cod SBN IT\ICCU\BIA\-0018357 OMBRE DI CAPELVENERE; 1989 Codice SBN UBO1787585 – Bibl.ca Univ. Cagliari SORRISI D’AMORE , liriche, 1994 Codice SBN IT\ICCU\ CFI\00-59162 ALL’OMBRA DEL CERVATI (poesia) Napoli 1995 LE TUE LABBRA, liriche d’amore - A.I.T.W. 2010 – Cod SBN IT\ICCU\PAL\0256056 IL PROFUMO D’ERMIONE, poesia A.I.T.W. edizioni, Salerno, mar-zo 2013 SBN IT\ICCU\NAP\0568671 SALERNO DAL CONCORD – 1a Ed. 2003 – 2a Ed.., Salerno sett. 2013 A.I.T.W OLTRE LE STELLE, p.p. ACQUA ELECTA, p.p. Poesia monografica AMORE E MITO, favole della lett. lat. in versi – Ediz. Penne Pazze e-book 2006 – Ristampato nel luglio del 2013. Il NAZARENO, lauda sulla morte di Cristo, A.I.T.W. ed. - Sa, 2009 -Cod, SBN IT\ICCU\NAP\0563067 LE STELLE DELLA STORIA, Sidera Historiae, donne che hanno fatto storia, Salerno 2006 ristampa 213 cod. [IT\ICCU\MO1\0035683] UN UNICO GRANDE SOGNO, poesia d’amore in odi dedicate ai personaggi femminili celebri, da Isotta a Giulietta, alla Lupa, a Nedda e alla Peppa del Gramigna - Ediz. Poetilandia ebook 2006 – cd. Sbn [IT\ICCU\MO1\0035686] Prosa L’IRA DEL SUD (romanzo) edizioni Palladio – 1982. Codice SBN CFI0020645 – Bibl. Univ. Cagliari LA SIGNORA DELLA MORTE (radiodramma) Palladio Editrice – Salerno 1978 Codice SBN IT\ICCU\SBL\0625441
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SETTE STORIE PER PIERINO, racconti per ragazzi -Ediz. Verso il 2000, Sa 1978 - Cod. SBN SBL\0628217 – Bibl.che: Ca, Tr, Na, MAMMA LUCIA ed altre novelle, Sa 1979 Codice SBN PAL0159227 – Bibl. Univ. Cagliari SAN MARZANO nella pianura campana (storiografia), Ed. Palla-dio, Sa 1983. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0032994 FABELLAE– antologia di drammatizzazione per la scuola pri-maria‚ Paes, 1988. Cod. SBN IT\ICCU\CFI\0154255 IL GUSTO DELLA VITA, racconti, Ediz. Poetilandia ebook 2005 – Ed. Palladio, Sa 2006 . Codice SBN IT\ICCU\PUV\1362615 L GUSTO DELLA VITA, racconti, II Ediz. p.p. CIOMMA, racconti dell’agro sarnese - Ed. Antitesi, Roma 2008 - Cod ISBN IT\ICCU\PUV\1363319 I TEMPLARI, dramma storico - A.I.T.W. ediz. - Sa 2010 I Templari , fumetto, Centro Stampa ed. Pagani 2008 LA ZIZZEIDE, I e II volume, ovvero l’inferno salernitano, versi licenziosi A.I.T.W. Edizioni, maggio 2011 Saggistica: Il VANGELO DI MATTEO (estetica morale, con prefazione di Domenico Rea) De Luca ed.- Amalfi 1979 cod. SBN IT\ICCU-\PUV\1368781 IL CORAGGIO DELLA VERITA’, libro inchiesta sulla tragedia di Ustica A.I.T.W. Ed., giugno 2012 Cod. SBN IT\ICCU\NAP-\0544907 HERACLES IN MAGNA GRECIA, iconografia ragionata. Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035548] ME NE JEVE PE’ CASO, contaminatio in napoletano della 1,9 sa-tira di P.Orazio Flacco - A.I.T.W. Ed. – Salerno 2013 LA SIGNORA DELLA MORTE (Mutter der toten) radiodramma Ed. Palladio, Sa. 1980; (La Nuova Frontiera del 30/7/81) Codice SBN SBL065441 Biblioteca Fond: Siotto Alghero FAEDRUS, le favole latine di Faedrus in versi napoletani - A.I.T.W. Ediz., giugno 2011- Cod SBN IT\ICCU\NAP\0568756 AISOPOS, le favole greche di Aisopos in versi napoletani – A.I.T.W. Edizioni, sett. 2011 cod. SBN IT\ICCU\NAP\0568683 LE PROBLEMATICHE DELLA CONOSCENZA verso la formazione del sé – A.I.T.W. Ed. – Sa 2013. Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035831
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Commedie:
LA MOGLIE DELL’OSTE – 1974. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035688 TERRA AMARA – 1979. Cod SBN IT\ICCU\MO1\0035757 UN GIORNO COME UN ALTRO - 1998 – Cod SBN [IT\ICCU\-MIL\0839578 LO PAPA A ROMA - 2003 – Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0582008 LUISA CAMMARANO - 2004 UNA STRANA FAMIGLIA –2005. Cod.SBN IT\ICCU\NAP\0590201 IL MENACHER – 2005 UNO STRANO AMORE – 2001 O VESCOVO, LA MONACA E L’ABBADESSA -2004 LE BRACHE DI SAN GRIFFONE - 2005
Drammi storici:
GAITA, moglie del Guiscardo, 2007 - IT\ICCU\MO1\0035550 I TEMPLARI – 2008 Cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035688] ARECHI II - 2008 – Cod. SBN [IT\ICCU\MIL\0844100] IL NAZARENO – 2009 - cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682] LA BATTAGLIA DELLA CARNALE – 2010 cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035682] GUAIMARIO IV – Salerno 2010 - cod. SBN IT\ICCU\NAP\0582008] ROBERT D’ HAUTEVILLE LA GUICHARD, Sa. 2011 - cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035551 PIU’ FORTE DELLA MORTE- A.I.T.W. Ediz. Sa. 2 011 – Cod. SBN IT\ICCU\NAP\0563051 IPPOLITO PASTINA - A.I.T.W. Edizioni, 2012 – Cod SBN [IT\ICCU\MIL\0844104 ISABELLA DI SANSEVERINO – A.I.T.W. Edizioni
Farse:
UNA FAMIGLIA IN ANALISI - 2006 UN CASO DI NECESSITA’ - A.I.T.W. Edizioni, Salerno2008 PEPPE TRACCHIA – 2008. Cod. SBN [IT\ICCU\MO1\0035841 CONCETTA QUAGLIARULO – 2009 (una contaminatio sullo sbarco di Salerno). Cod. SBN IT\ICCU\MO1\0035758 VÁSE ARRUBBÁTE – 2010 BERNARDAS GLORIOSAS – Salerno 2011 COLLOQUIO con un segretario di onorevole - Salerno 2010. Cod. SBN
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Opere di prossima pubblicazione:
Isabella Sanseverino, teatro
Alcuni premi ed Onorificenze: Roma - Medaglia d’oro per la poesia - S.Barbara 1971 ( Scuola Genio Pionieri) Roma- Accademia Int.le Tommaso Campanella - medaglia d’oro e nomina a Membro Honoris Causa 1975. Salerno - Salone dei Marmi del Palazzo Città - Trofeo “ Verso il 2000 ”, consegnato a Domenico Rea e Franco Pastore dal Mini
stero Turismo e Spettacolo e dall’Assessorato alla P. Istruzione del Comune di Salerno – (La Voce del Sud, del 12. 7.1980 – La Nuova Frontiera,30.6.1980 e del 15/12/1980 – Candido, 18 sett. 80). Roma - Acc. Gentium Pro Pace - nomina ad “ Academicum ex classe legitima”, 1980. Accademia delle Scienze di Roma - nomina ad Accademico d’onore, 1982. Melbourne – Accadem. Lett. Italo - Australiana (A.L.I.AS.) - Primo premio internazionale per la narrativa, 2008. Melbourne – Accadem. Lett. Italo-Australiana (A.L.I.AS.) - Primo premio internazionale per la narrativa 2011. Viterbo – Targa della città di Viterbo alla carriera – Accademia Francesco Petrarca, maggio 2012. Germany – Accreditation Correspondance Jornalistique – G.N.S. Presse Association, dicembre 2011. San Valentino T. – Award dell’Agro, per la letteratura. (Cronache del Salernitano, del 27 agosto 2013) Diffusione pubblicazioni: - In Italia, in quasi tutte le biblioteche universitarie e nazionali: Padova, Trieste, Pavia, Pescara, Biella, Torino, Alghero, Milano, Firenze, Bologna, Urbino, Genova, Roma, Napoli, Salerno, Bari, Palermo, Parma, Cagliari, Catania, Lerici, Roccadaspide e Campobasso. - All’estero: Presso l’Istituto Italiano Cultura di Parigi, Bruxelles, Barcelona e Kraków.
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Indice: Premessa………………………………………………………………….pag. 10 Scena prima……………………………………………………………… “ 13 Scena seconda…………………………………………………………… “ 18 Scena terza………………………………………………………………. “
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Scena quarta……………………………………………………………… “ 28 Scena quinta……………………………………………………………… “ 33 Bibliografia………………………………………………………………… “ 38 L’autore……………………………………………………………………… “ 39 Altre opere ……………………………………………………………….. “ 43
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Seconda ristampa il 19 ottobre 2013
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