A STAR IS BORN "fate delle genealogie!" M. Foucault
Il Laboratorio filosofico SofiaRoney cambia nome, faccia e vocazione: non più un laboratorio in presa diretta con i conflitti per il sapere ma una sperimentazione di pensiero che fa dell'archeologia dei saperi metodo e pratica di riflessione. L'esperienza dei saperi militanti e della condivisione di enunciati intorno ai rapporti tra saperi, poteri, soggetti, esaurita l'esperienza collettiva del contrasto alle riforme di scuola e università che datano dal 2008, assume infatti oggi un altro profilo: quello dell'archeologia filosofica. il laboratorio intende interrogare direttamente il sapere filosofico, l'insieme delle stratificazioni discorsive a partire dalle quali si aprono zone di indeterminazione per pratiche inattuali. Consideriamo l'opera e il pensiero di Michel Foucault come il costante e mobile riferimento per la nostra ricerca, che ha alle spalle la grande genealogia della morale di Nietzsche, le moderne costellazioni del "tramonto" di Walter Benjamin, l'esperienza filosofica della disattivazione della legge e dell'inoperosità dell'opera, dell'uso dei corpi e della an-archica neutralizzazione della prassi. L'archeologia filosofica ci consente di reinterpretare i rapporti tra poteri, saperi e soggetti all'interno delle condizioni materiali d'esistenza, nel tempo dei dispositivi di valorizzazione. Ogni assoggettamento comporta una soggettivazione, ogni forma di dominio una prassi di resistenza che si articola sui diversi piani dei saperi, e dei conflitti di potere. Ma in maniera asimmetrica, non organizzata, dispersa. Ci piace vivere così il dopo-storia immaginato da Kojève, il permanente divenire-animale che fa esistere l'arte e il gioco. Vogliamo provare la "notte salva" in cui si annullano redenzione e creazione. Districare il piacere dal desiderio, farla finita con il nome-del-padre, disdire il ritorno all'ordine psichico e sociale. Facciamo già del trans-genere un'estetica dell'esistenza... anzitutto per far vivere il riso, l'infinita proliferazione di giochi linguistici, in una salutare povertà del senso. Pretendiamo per ciò di essere i "filosofi dell'avvenire" che Nietzsche profetizzava, quelle intempestive "potenze-di-non", artefici dell'eterno ritorno delle differenze...