Quaderno IV Questione di genere

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Quaderno IV

Questione di genere Judith Butler e i corpi che contano


Biografia

Judith Butler, filosofa post-strutturalista statunitense. Si occupa di filosofia politica, etica, teoria letteraria, femminismo e Queer Theory. Dal 1993 insegna al Dipartimento di retorica e letterature comparate all'Università di Berkeley, dove dirige il programma di Critical Theory. Tiene lezioni all'European Graduate School. Impegnata in prima persona all'interno del movimento femminista e gay, ha acceso il dibattito sulla materialità del corpo sessuato, contro il paradigma dominante dell'eterosessualità. Tra le sue opere: Subjects of Desire (1987), Scambi di genere (1990), Corpi che contano (1993), Excitable Speech (1997), La rivendicazione di Antigone (2000), Vite precarie (2004), La vita psichica del potere (2005), La disfatta del genere (2006) e, con Gayatri Chakravorty Spivak, Che fine ha fatto lo statonazione? (2010). Le sue opere più note, Gender Trouble e Bodies That Matter, ridiscutono la nozione di genere e sviluppano la teoria della performatività di genere che oggi ha un ruolo di primo piano nella riflessione femminista e queer.


Da Questione di genere:

Nel 1989 mi interessava soprattutto criticare gli assunti eterosessuali che pervadevano la teoria letteraria femminista. Ho applicato la teoria strutturalista alle teorie statunitensi relative al genere e alle implicazioni politiche del femminismo...Questioni di genere tende a leggere insieme, allineandoli in modo sincretico, diversi/e intellettuali francesi (Levi-Strauss, Foucault, Lacan, Kristeva, Wittig) Il testo si chiede: in che modo pratiche sessuali non normative mettono in questione la stabilità del genere quale categoria di analisi? In che modo certe pratiche sessuali spingono a chiedersi: che cos'è una donna, che cos'è un uomo? Se il genere non va più inteso come ciò che si consolida attraverso la sessualità normativa, esiste allora una crisi del genere specifica dei contesti queer? Quando e perchè, per esempio, accade che alcune lesbiche butch, che diventano genitori, diventino "papà" e altre diventino "mamme"? Si può rendere ambiguo il genere, senza per questo mettere in questione o riorientare minimamente la sessualità normativa. Foucault ha mostrato come i sistemi giuridici di potere producono i soggetti che in seguito arrivano a rappresentare...se questa analisi è corretta, allora la formazione giuridica del linguaggio e della politica che rappresenta le donne come "soggetto" del femminismo è essa stessa una formazione discorsiva e dà origine ad una determinata versione della politica rappresentativa. E il soggetto femminista si rivela essere costruito discorsivamente dallo stesso sistema politico che si suppone promuova l'emancipazione. Le strutture giuridiche del linguaggio e della politica costituiscono oggi il campo contemporaneo del potere; perciò non si dà alcuna posizione al di fuori di tale campo, ma si dà solo una genealogia critica delle sue pratiche di legittimazione. Dunque il punto di partenza critico è il presente storico, per dirla con Marx. ...la distinzione tra sesso e genere serve a sostenere la tesi che, mentre il sesso dal punto di vista biologico è variamente resistente, il genere è costruito culturalmente: di conseguenza il genere non è il risultato causale del sesso, ne ha, pare, la stessa fissità. L'unità del soggetto viene così già


potenzialmente contestata da quella distinzione che permette di vedere il genere come interpretazione multipla del sesso. Il sesso che non è sesso fornisce allora un punto di partenza per una critica della rappresentazione occidentale egemonica e della metafisica della sostanza che struttura la nozione stessa del soggetto. ...la domanda qui diventa: in che misura le pratiche che regolamentano la formazione e la divisione del genere costituiscono l'identità, la coerenza interna del soggetto, di più, lo statuto per cui la persona è identica al proprio sè?...In altre parole, la "coerenza" e la "continuità" della "persona"non sono caratteristiche logiche o analitiche dell'essere persona, ma piuttosto, norme di intelligibilità socialmente istituite e conservate. L'indagine genealogica di Foucault rivela questa "causa" apparente (il sesso) come un "effetto", la produzione di un determinato regime di sessualità che cerca di regolare l'esperienza sessuale istituendo le categorie distinte del sesso come funzioni fondamentali e causali all'interno di ogni descrizione discorsiva della sessualità. La sfida per poter ripensare le categorie di genere al di fuori della metafisica della sostanza dovrà considerare l'importanza di quanto sostiene Nietzsche nella Genealogia della morale, quando dice che "non esiste alcun 'essere' al di sotto del fare, dell'agire, del divenire...". Se la sessualità è culturalmente costruita all'interno di relazioni di potere esistenti, allora ipotizzare una sessualità normativa che sta "prima" del, "fuori" dal oppure "oltre" il potere è un'impossibilità culturale e un sogno politicamente impraticabile; un sogno che pospone il compito concreto e tutto attuale di ripensare le possibilità sovversive che si aprono per la sessualità e l'identità entro i termini stessi del potere. Solo il soggetto al maschile sembra originare significati e dunque significare...Il conflitto della mascolinità sembra dunque consistere proprio nella richiesta di un pieno riconoscimento di autonomia che promette anche e comunque un ritorno ai piaceri totali che precedono la rimozione e l'individuazione. Si presuppone la coesistenza del binarismo e poi si fanno intervenire rimozione ed esclusione per modellare secondo quel quadro binario "identità" distinte connotate dal punto di vista di genere, con


il risultato che l'identità è sempre già inerente a una predisposizione bisessuale la quale, attraverso la rimozione, viene suddivisa nelle sue componenti. Questa figurazione della Legge del padre come autorità inevitabile e inconoscibile davanti alla quale il soggetto sessuato è destinato a fallire deve essere letta alla luce dell'impulso teologico che la produce tanto quanto alla luce della critica della teologia che punta al suo superamento. (In Freud)...Quale serie di sanzioni e tabù, l'ideale dell'Io regola e determina l'identificazione maschile e femminile...l'identificazione di genere è un certo tipo di melanconia, in cui il sesso dell'oggetto proibito viene interiorizzato come divieto. Dunque le predisposizioni che Freud considera fatti primari o costitutivi della vita sessuale sono effetti di una legge che, interiorizzata, produce e regolamenta le identità di genere in quanto distinte e l'eterosessualità. Per lo più la critica femminista...si è spesso concentrata sul problema dell'identificazione materna...gran parte di quel lavoro, che comunque è estremamente significativo...è arrivato a occupare una posizione egemonica nel canone della teoria femminista. Per di più tende a rafforzare proprio la struttura binaria, eterosessista che modella i generi come qualcosa che va declinato al maschile e al femminile e esclude una descrizione adeguata dei tipi di convergenze sovversive e parodiche che caratterizzano culture gay e lesbiche. Se la differenziazione di genere deriva dal tabù dell'incesto e dal precedente tabù dell'omosessualità, allora "divenire" un genere è un processo laborioso per cui si diventa naturalizzati/e, il che implica una differenziazione dei piaceri e delle parti del corpo sulla base dei significati del genere. Foucault nella sua critica all'ipotesi repressiva, condotta nel primo volume di Storia della sessualità, sostiene che (a) la legge strutturalista potrebbe essere intesa come una delle formazioni di potere, una sua specifica configurazione storica e che (b) si potrebbe intendere la legge come qualcosa che produce o genera quel desiderio che si presume reprima. L'oggetto della rimozione non è il desiderio...ma le configurazioni multiple del potere stesso.


L'idea di una sessualità "originaria", per sempre repressa e proibita, diventa allora una produzione della legge che successivamente funziona come suo divieto...In altre parole, la legge che vieta quell'unione è la medesima legge che la sollecita... Parole come queens, butches, femmes, girls, persino la riappropriazione parodica di termini come dyke, queer, fag rimettono in campo e destabilizzano le categorie del sesso e quelle categorie originariamente dispregiative utilizzate per definire l'identità omosessuale. Nei contesti lesbici, l'"identificazione" con la mascolinità che si manifesta come identità butch non è una mera riassimilazione del lesbismo ai termini dell'eterosessualità. Come mi ha spiegato una femme lesbica, a lei piace che i suoi boys siano girls, intendendo che essere una girl contestualizza e risignifica la "mascolinità" in un'identità butch. Si tratta...di una sovversione interna per cui l'opposizione binaria è insieme assunta e fatta proliferare fino al punto in cui non ha più senso. Se il "mondo interiore" non designa più un topos, allora la fissità interna del sè e...la localizzazione interna dell'identità di genere diventano analogamente sospette. Il problema critico non è come quell'identità è stata interiorizzata?..Piuttosto...a partire da quale posizione strategica nel discorso pubblico, e per quali ragioni, la figura dell'interiorità e l'opposizione binaria disgiuntiva interno/esterno si sono consolidate? Entro quale linguaggio "lo spazio interiore" trova la sua figurazione? Di che tipo di figurazione si tratta, e attraverso quale figura del corpo viene significata? In che modo un corpo raffigura in superficie l'invisibilità della sua profondità nascosta? La ridescrizione dei processi intrapsichici nei termini di una politica della superficie del corpo implica...la ridescrizione del genere in quanto produzione disciplinare delle figure di fantasia attraverso il gioco della presenza e dell'assenza sulla superfice dle corpo, attraverso il corpo connotato dal punto di vista del genere, per mezzo di una serie di esclusioni e negazioni, di assenze significanti. L'idea di parodia di genere che sostengo qui non presuppone che ci sia un originale che venga imitato...In effetti la parodia è davvero quella della nozione di un originale...Questa dislocazione perpetua costituisce una fluidità di identità...la proliferazine parodica priva la cultura egemonica e chi la critica della possiiblità di rivendicare identità di genere naturalizzate o essenzialiste.


L'effetto del genere viene prodotto attraverso la stilizzazione del corpo e, perciò, deve essere inteso come il modo più comune attraverso il quale gesti del corpo, movimenti e stili di vario tipo costituiscono l'illusione di un sè di genere costante. Questa formulazione sposta radicalmente la concezione del genere da un modello sostanziale dell'identità a uno che richiede una concezione del genere come temporalità sociale costituìta. ...i generi possono anche essere resi completamente e radicalmente incredibili.

Judith Butler, Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell'identità (1999), trad.it., Editori Laterza, Roma-Bari, 2013.


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