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Bbt Variante al progetto

Fortezza dice no al progetto BBT

Fortezza ha detto no. La giunta comunale prima, il consiglio poi, nel corso della sua ultima seduta. Ha detto no al progetto del BBT (o meglio dei tecnici del consorzio di ditte che eseguiranno i lavori del tratto Fortezza-Ponte Gardena) – di una strada che dipartendosi dalla statale subito a nord del forte asburgico, sottopassando l’autostrada e collegandosi all’esistente strada forestale, avrebbe consentito ai camion di raggiungere il costone roccioso a sud dell’ex areale della rampa bestiame dove è previsto l’imbocco, il “portale” del nuovo tratto. “Non abbiamo voluto prendere in considerazione l’ipotesi, caldeggiata da comuni vicini, perché abbiamo considerato solo il bene del nostro paese” ha affermato il vicesindaco Richard Amort. “Anche considerando la realizzazione del vallo di separazione tra l’abitato e la strada – ha proseguito – la zona di Riol, ma non solo, sarebbe stata fortemente penalizzata soprattutto dalle polveri. Ed infine – ha concluso – non vi erano in vista benefici economici per Fortezza”. Già. Potremmo aggiungere inoltre, che l’accesso alla pista ciclabile (già praticamente cancellata tra Mezzaselva e Fortezza), sarebbe stato ulteriormente danneggiato, così come la possibilità di raggiungere Forte Alto e la palestra d’arrampicata. Sono queste solo alcune delle problematiche che avevano, all’apparire della proposta caldeggiata da Martin Ausserdorfer, direttore dell’Osservatorio provinciale per il Bbt e l’ingegner Marina Zanetti del Consorzio Dolomiti che si è aggiudicato l’appalto dei lavori, fatto storcere il naso a quei molti, pronti a vedere la parte più oscura dell’idea e a giudicare tecnicamente il progetto a colpi di “cui prodest” ovvero “a chi conviene?”. La parte più visibile di un iceberg che non tutti riescono a valutare nella sua consistenza e nelle sue complesse dinamiche. Insomma i più addentro alle faccende e ai rapporti Comune- Bbt hanno soppesato la cosa e, come detto in apertura, han detto “no”.

Neonati della Wipptal 2021

Il vostro bambino è nato nell’anno 2020 e volete pubblicare nell’Erker la più bella foto del nuovo membro della famiglia?

Spedite una foto del bambino, nome e luogo di residenza entro il 15 gennaio a barbara.fontana@dererker.it. Le foto verranno pubblicate nel numero dell’Erker di febbraio.

Tra tutte le foto inviate ne verrà pescata una e premiata con una sorpresa!

Condizioni di partecipazione:

• La famiglia deve essere residente nella Wipptal o provenire dalla Wipptal. • Il bambino è nato entro il 2021. • I partecipanti concordano sul fatto che le foto vengano messe a disposizione della redazione dell’Erker (con citazione dell’autore) a titolo gratuito.

Fortezza

A Mezzaselva un nuovo ponte dalle forme antiche

Cambierà in maniera definitiva la viabilità a Mezzaselva. La frazione del Comune di Fortezza presenta infatti una certa criticità nei confronti delle ipotetiche piene dell’Isarco e dunque, vista la mappa dei rischi, l’Amministrazione ha preso atto della situazione decidendo per un intervento radicale: il ponte sull’Isarco che immette sulla piazza della chiesa dedicata a San Martino, smetterà di essere agibile ad automobili e bus e si limiterà a consentire l’attraversamento a pedoni e biciclette. Per entrare in piazza dunque, e dunque per accedere all’unica macelleria presente nel comune così come sarà per i turisti ospiti dell’unico albergo, l’albergo “Al Ponte”, bisognerà percorrere qualche centinaio di metri in più verso nord, per imboccare il nuovo ponte sul fiume, realizzato per l’accesso alla zona artigianale per poi costeggiare la zona sportiva verso sud, lungo la direttrice autostradale, piegare verso la chiesa e raggiungere la piazza. In fondo non proprio una “via crucis”! Il progetto è stato presentato durante la più recente riunione del consiglio comunale dall’ingegnere Gianluca Vignali, progettista che ne ha spiegato motivazioni e costi. Il tecnico ha chiarito innanzitutto come il piano-rischi provinciale, dando fondo alle statistiche, preveda delle piene dell’Isarco rispettivamente ogni 30 anni. Ciò fa sì che, ove non venissero prese adeguate misure, le zone edificabili e/o già edificate, si ridurrebbero notevolmente di superficie. E se una eventuale grossa piena dell’Isarco può essere contenuta alzando i muri di contenimento dell’alveo a nord dell’abitato (una delle direttrici di scarico della piena è stata individuata tra la ferrovia e l’autostrada), il ponte per la sua struttura in calcestruzzo e per il suo spessore, potrebbe divenire un “tappo” pericoloso portando, come sempre accade, rami e alberi divelti; un tappo tale da far rischiare una vera inondazione. La soluzione? Realizzare un ponte di spessore più sottile (25 centimetri rispetto al metro e 30 attuali) tanto da guadagnare più di un metro in altezza e dunque garantire un più naturale fluire dell’acqua. Va da sé che un ponte più sottile realizzato in ferro e legno ha una portanza molto minore e per questo la limitazione futura ai mezzi a motore (eccettuate le ambulanze e i mezzi dei Vigili del fuoco). Poco male se la misura non prevedesse anche un sollevamento del piano stradale di 75 centimetri, il che fa affossare la terrazza all’aperto dello storico albergo di una quota ancora maggiore visto che la rampa per disabili, prevista sul lato nord, dev’essere contenuta nella sua inclinazione ad un massimo di 8 gradi per essere percorribile e dunque necessariamente allungata verso la piazza. Insomma i due dirimpettai del ponte, l’albergo e una casa di abitazione privata, forse, avranno di che lamentarsi. Ma meglio così di un’esperienza “veneziana”. Un paio di annotazioni: il Comune spenderà per il ponte circa 230 mila euro oltre agli oneri progettuali; il ponte sarà probabilmente coperto da un tetto in scandole di legno, e ricalcherà la tipologia dei ponti antichi sui fiumi del Tirolo, come lo era, per chi voglia ricordare, quello a Prà di Sopra; Il sindaco, nel suo commento al progetto, ha raccomandato l’ingegner Vignoli di contenere quanto più possibile il disagio che l’albergo e i residenti in zona dovessero soffrire. Va detto in calce, che la nuova viabilità avrà quantomeno bisogno di una riflessione un po’ piú approfondita: la strada di penetrazione in paese infatti non pare avere le caratteristiche per ospitare due mezzi pesanti che dovessero incrociarsi.

Onorificenze per i membri del coro di Fortezza

Il coro della chiesa di Fortezza “Domenica Cantiamo” nonostante la pandemia, ha invitato a cantare in onore del Signore anche quest’anno.

Oltre alle attività del gruppo corale degli adulti, che si esibisce fino a 50 volte all’anno nelle celebrazioni liturgiche e in altre attività dell’associazione, i direttori del coro Hannes Unterhofer e Sabine March Unterhofer incitano anche il coro dei giovani delle parrocchie di Fortezza e Mezzaselva a partecipare alla formazione del canto e alle prove settimanali, nonché all’organizzazione della liturgia. Le attività organizzate dai coristi, come l’organizzazione di celebrazioni di messe, lezioni di canto, prove e incontri comunitari, uscite del coro e merende, sono gestite su base puramente volontaria e senza scopo di lucro. Presto, tra l’altro, a Mezzaselva avrà luogo un canto d’Avvento a cori incrociati in collaborazione con noti gruppi corali locali, durante il quale saranno raccolte donazioni per scopi caritatevoli nella parrocchia. La campagna è stata avviata dal Coro femminile di Mezzaselva sotto la direzione di Birgit Seeber e della presidentessa Evi Strickner. Il repertorio di “Domenica Cantiamo” con cantanti di lingua tedesca e italiana tra i 14 e gli 80 anni è colorato come la formazione vocale: Si va dagli studi intensivi della nuova lode di Dio all’esecuzione di opere polifoniche di maestri contemporanei come H. Paulmichl, L. Maiererhofer, K. Heizmann, B. De Marzi e G. Zappala. I nuovi partecipanti sono sempre i benvenuti nel coro. Il grande impegno e la dedizione alla comunità per la gloria di Dio si riflette naturalmente anche nelle regolari cerimonie d’onore. Nell’ultima cena del coro, il 24 ottobre, dopo una messa solenne, sono state consegnate sette onorificenze: al presidente Alexander Lasta e all’archivista musicale Tiziana Bendinoni, oltre che ad Amalia Scanferla, Caterina Ottaviani, Mirella Scanferla, Teresa Olivieri e Marco Galazzini. Oltre ai membri del coro e alle loro famiglie, era presente anche il decano Florian Kerschbaumer. Il coro ha potuto gustare delizie culinarie al Köfererhof di Novacella.

Ripresa l’attività dell’UPAD

Dopo 22 mesi è ripresa a Vipiteno, il mese scorso, l’attività dell’UPAD con una serie di conferenze che hanno visto impegnati il dott. Gianni Pontarelli, medico di Medicina generale, coordinatore dell’ambulatorio cure primarie

del Pronto soccorso del San Maurizio di Bolzano che ha risposto a domande specifiche sul diabete, la tiroide e l’ipertensione e che ha concluso il suo intervento, in allegria, esibendosi alla chitarra dal momento che oltre alla sua passione di medico, unisce quella di comporre canzoni che poi lui stesso interpetra. Il dott. Pontarelli cura gli ammalati e nello stesso tempo coltiva il suo talento artistico al quale unisce anche l’amore per i suoi cavalli e, soprattutto, verso il prossimo avendo aperto anche un centro di ippoterapia. Per lui, che si definisce nello svolgimento della sua attività medica, “un mezzo nelle mani di Dio”, quando si è disposti ad aiutare gli altri tutto diventa semplice e naturale. C’è stata poi la partecipazione, a Bressanone, alla Giornata dedicata ai ferrovieri altoatesini, un riferimento importante per l’assetto economico e sociale sudtirolese. Una mostra con esposizione di cimeli ed un convegno con proiezione di filmati hanno posto in evidenza tutto l’apporto storico, professionale, economico e sociale che i mezzi e gli uomini delle ferrovie hanno portato nel cambiamento delle terre che attraversavano. Il terzo incontro del mese di novembre ha riguardato il sommo poeta Dante dove la dott.ssa Silvia Maurelli ha parlato dell’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso. Non è stato facile riprendere l’attività.

Ancora la pandemia del Covid impone precauzioni e limitazioni. Ciò nonostante, come ha sottolineato Giulio Todesco, nell’incontro con Pontarelli, è grazie alla caparbietà, la voglia di fare, alla vitalità della nostra responsabile di sezione Norma Corti che è stato possibile ricominciare ad incontrarci. “Soprattutto alla nostra età -sostiene la Corti- da quando è iniziata la pandemia sono stati 22 mesi persi. Il miglioramento della situazione pandemica ci ha consentito di riprendere, se pur con tutte le precauzioni del caso, i nostri incontri e questo non può che far bene allo spirito. Speriamo di poterlo continuare a fare. Uno speciale ringraziamento - ha aggiunto - è doveroso rivolgerlo al sindaco di Vipiteno” Peter Volgger che ci mette a disposizione la sala Vigil Raber per i nostri incontri.” Ancora prima delle conferenze è stata organizzata da Norma Corti una riuscita ed interessante visita al Museo di Vipiteno con guida ed un Törggelen presso l’albergo Mezzaluna di Vipiteno allietato dalla fisarmonica del bravo Oswald Salcher. Un inizio davvero promettente.

Nelle foto gli intervenuti alla conferenza di Pontarelli ed una di Norma Corti insieme a Giulio Todesco.

Un libro per celebrare i 40 anni della sezione CAI di Brennero

Cartolina di Brennero, anni Sessanta (Archivio Gianfranco Cera) Gruppo CAI Brennero giovanile, 1998 (Archivio Bruno Antoniol)

In occasione del quarantesimo an- volume, si complimenta con la seniversario dalla fondazione, il CAI zione per “quel suo carattere che Brennero ha voluto festeggiare in ha saputo vincere ogni smarrimento grande. Per raccontare la storia del- legato alle peculiarità del territorio la sezione e fare un bilancio approfondito delle mete raggiunte, il direttivo ha affidato a Caterina Fantoni la realizzazione del volume CAI Brennero 1981-2021. Una sezione al confine (Artestampa, 2021). Con una pubblicazione celebrativa, la sezione desidera sopratAnniversario ventennale del CAI Brennero, 2001 (Archivio CAI tutto lasciare una traccia della Brennero) propria attività nel territorio e, allo stesso tempo, intende passare e anche per questo suo saper ricoril testimone di un esempio virtuo- dare, che significa riportare a cuore, so alle future generazioni del CAI coloro che nel tempo hanno contriBrennero, come tiene a sottolineare buito col loro volontariato a rendere il presidente Claudio Capuzzo nel- speciale la sua storia.” la sua presentazione: “Parlando a Nella prima parte del libro l’autrice nome di tutti i soci e dei tanti bren- approfondisce proprio le premesnerini che si sono sempre spesi per se storiche e il particolare contesto il paese e hanno sempre creduto in cui è nata la sezione. La contenell’operato della sezione, posso stualizzazione introduttiva è inoltre dire che il traguardo del quarante- arricchita da una serie di documenti simo anniversario del CAI Brennero fotografici tratti dalla collezione priè una conquista significativa, non vata di Gianfranco Cera, alcuni dei scontata e, soprattutto, proiettata quali inediti. verso il futuro.” Nella seconda parte del libro, dediLa sopravvivenza del CAI Brennero, cata alla storia del CAI Brennero dal- Il libro infatti, non era per niente scontata la sua fondazione nel 1981 ad oggi, Caterina Fantoni, CAI Brennero perché, come scrive Caterina Fantoni, non si tratta di una sezione o di intervengono con i loro racconti i testimoni rappresentativi delle diver1981-2021. Una sezione al confine, Artestampa, Modena 2021. Prefazione del presidente del CAI un posto qualsiasi, ma di “un luo- se epoche dell’associazione, i quali, nazionale Vincenzo Torti. go complesso, dalla storia intensa”, con le loro memorie e considerazio- La presentazione del libro avrà stravolto da profondi cambiamenti ni, restituiscono in modo diretto e luogo a Brennero, ma per le storico-politici ed economici. genuino l’atmosfera del paese e gli limitazioni dovute alla situazione Il presidente del CAI nazionale Vincenzo Torti, nella sua prefazione al intenti di una comunità. Il libro è impreziosito anche dagli scatti in alta contingente, la partecipazione all’evento sarà solo su invito.

quota di Bruno Antoniol, presidente del CAI Brennero per 14 anni, e dall’album dei ricordi della sezione, in cui la quarantennale carrellata di foto di gruppo e di gite testimonia l’intensa attività della sezione. “Questa pubblicazione”, scrive Caterina Fantoni nell’introduzione, rappresenta “un’opportunità per ampliare i punti d’osservazione sul paese stesso”, per il quale il CAI ha costituito un elemento di continuità negli ultimi quarant’anni, “a dispetto dello sgretolamento dei maggiori punti di riferimento istituzionali, economici e paesaggistici del posto”. Un libro, dunque, che attraverso la microstoria della sezione CAI del paese, offre uno sguardo sulle vicende del Brennero come crocevia del Novecento e fornisce anche spunti di riflessione sul percorso difficile vissuto, e spesso subito, da un luogo e da una comunità con una storia unica.

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