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rispose la vecchia, e assentì con il capo.

– Come si usa quest’aggeggio? – esclamò la fanciulla e, prendendo il fuso tra le mani, si punse. Si compì così l’incantesimo, promesso dalla fata esclusa. La giovane principessa cadde a terra, in un sonno profondo. Il re e la regina, appena giunsero alla reggia, si addormentarono anch’essi con tutta la corte. I cavalli si addormentarono nelle stalle, i cani nel cortile, le colombe sul tetto, persino il fuoco, che ardeva nel camino, si smorzò e si assopì, l’arrosto smise di sfrigolare e il cuoco, che voleva prendere per i capelli uno sguattero colto in flagrante, lo lasciò andare e si addormentò anche lui.

Intorno al castello crebbe una siepe di fitte spine, che ogni anno diventava sempre più alta, così alta, che riuscì a ricoprirlo tutto; perciò non si riusciva a vedere più nulla. Nel frattempo, nel paese, si era diffusa la leggenda di Rosaspina, la bella addormentata, come veniva chiamata la principessa. Ogni tanto arrivava qualche principe che si avventurava attraverso il roveto, tentando di raggiungere il castello. Ma nessuno era mai riuscito a raggiungerlo perché, puntualmente, le spine imprigionavano chi si era avventurato. Dopo cento anni, un principe tentò l’impresa. Quando si avvicinò al roveto, non trovò che fiori bellissimi che si scostavano spontaneamente al suo passaggio, e si ricongiungevano alle sue spalle, sicché egli passò illeso. Giunto nel cortile del castello, vide i cavalli e i cani da caccia che dormivano; sul tetto erano posate le colombe con le testine sotto l’ala. Quando entrò in cucina, scoprì il cuoco, che tendeva ancora la mano per afferrare lo sguattero, mentre la serva sedeva davanti al pollo che doveva spennare. Proseguì e finalmente giunse alla torre; poi, aprì la porta della cameretta in cui dormiva Rosaspina.

Il principe la guardò e le sussurrò dolci parole; poi, le diede un bacio.

Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e gli sorrise. Anche il re, la regina e tutta la corte si svegliarono e si guardarono l’un l’altro stupiti.

Tutti nel castello ripresero a muoversi e ritornarono a vivere.

Dopo alcune settimane furono celebrate con grande sfarzo le nozze del principe e di Rosaspina, che vissero felici per lunghi anni ancora.

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