Sssh...solo scandali silenziosi

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ssshh... Solo scandali silenziosi



DEEPWATER HORIZON 9 Il 20 aprile 2010 esplodeva nel Golfo del Messico la piattaforma petrolifera DeepWater Horizon della BP, uccidendo di 11 persone. La marea nera invadeva le coste della Florida e di altri Stati, come Louisiana, Mississippi, Alabama. Lo sversamento durò per 106 giorni. Furono sversate in acqua oltre 500mila tonnellate di petrolio (800 milioni di litri) con danni incalcolabili e durevoli nel tempo. Gran parte di questa quantità di petrolio si depositò sui fondali, e negli anni ha continuato ad avvelenare l’intero ecosistema marino. Si tratta del più grave disastro ambientale negli Usa. A più di 50 giorni dall’inizio del disastro, un panel di esperti riuniti a Washington discusse sui danni provocati dalla mare nera. Gli effetti sono praticamente indescrivibili e tanto meno pronosticabili. L’unica cosa certa è che i danni maggiori sono quelli che non possiamo vedere dalla superficie. I disperdenti, utilizzati senza cognizione di causa, hanno permesso alla parte più pesante e insolubile del greggio di precipitare sul fondo, coprendo come un velo nero l’intero ecosistema bentonico. Secondo Thomas Shirley, professore della Texas A&M University, le sostanze utilizzate (come il Coretix, i cui effetti tossici sono stati denunciati anche dalla rivista Nature) potrebbero causare ulteriori danni agli animali, facilitando l’ingresso della componente tossica nella catena alimentare. Uno dei timori principali, infatti, è rappresentato dal fatto che le micro-gocce generate dall’interazione petrolio-agenti disperdenti possano avere un effetto altamente tossico per il gradino più basso della rete alimentare, vale a dire il plancton. Le sostanze tossiche così si potrebbero accumulare nei vari animali, dalle larve dei pesci e dei crostacei, fino ad arrivare alle tartarughe e ai grandi mammiferi, attraverso un processo noto come biomagnificazione.



QUANDO LA TERRA TREMA... IL CEMENTO UCCIDE

“Per comprendere ciò che rischia l’abruzzo si deve partire proprio da lì, dal sisma di ventinove anni fa, da un paese vicino Eboli. << ad Auletta>> dice il vicesindaco Carmine Cocozza <<stiamo ancora liquidando le parcelle del terremoto. Ogni centomila euro di contributo statale l’onorario tecnico globale è di venticinquemila>>. Ad Auletta quest’anno il governo ha ripartito ancora somme per il completamento delle opere post sisma: ottanta milioni di euro in tutto. << il mio comune ne ha ricevuti 2 milioni e mezzzo . Serviranno a realizzare le ultime case, a finanziare quel che è rimasto da fare.>>” “Questa è l’ansia di chi sa cosa è il cemento, cosa portano i soldi arrivati non per lo sviluppo ma per l’emergenza. [...] Ciò che è tragedia per questa popolazione, per qualcuno invece diviene occasione, miniera senza fondo, paradiso del profitto. Progettisti, geometri, ingenieri e architetti stanno per invadere l’abruzzo attraverso uno strumento che sembra innocuo, ma è proprio da lì che parte l’invasione del cemento: le schede di rivelazione dei danni patiti dalle case. Aumenta il valore del danno della perizia, aumentano i soldi, gli appalti generano subappalti e ciclo del cemento, movimento terra e ruspe che attireranno l’avanguardia dell’edilizia in subappalto in Italia: i clan.” “non permettere che la speculazione vinca come sempre in passato è davvero l’unico omaggio vero, concreto, ai caduti di questo terremoto, uccisi non dalla terra che trema ma dal cemento.”

ROBERTO SAVIANO La bellezza e l’inferno scritti 2004-2009



LEGGE SPENGISOLE Ormai oltre 500.000 italiani, famiglie, imprese ed enti producono energia dal sole e come abbiamo documentato nel libro “L’Italia non spenga il Sole” oltre l’80% degli Italiani vuole un futuro ad energia solare contro un insignificante 1% che punta sul carbone. La norma cosiddetta “spalmaincentivi” ha tagliato, in modo ritenuto incostituzionale anche da Presidenti emeriti della Consulta, gli incentivi garantiti dallo Stato con la conseguenza di esporre gli investitori seri al rischio di fallire o di dover svendere gli impianti ai cosiddetti “fondi avvoltoio” ovvero proprio agli speculatori che si dice di voler combattere. Le associazioni e le imprese del solare hanno deciso di avviare una dura azione giudiziaria contro queste norme ed è molto probabile che i giudici daranno loro ragione ma per molti sarà troppo tardi. Intanto un’altra norma inserita nel decreto dimostra ancora di più un assurdo accanimento contro questa fonte di energia rinnovabile ed è l’assurda tassa che dovrà pagare chi si produce ed autoconsuma energia solare. In pratica si impone una tassa (definita onere di sistema) non più esclusivamente sull’energia che si prende dalla rete elettrica (come accaduto finora), ma anche sull’energia che uno si produce e consuma da solo. Una vera vergogna che avrà l’unica conseguenza di rallentare drasticamente se non bloccare lo sviluppo della generazione distribuita di energia dal sole. Intanto ancora si impedisce a chi produce energia dal sole di poter vendere liberamente la propria energia mentre il governo italiano continua a fare dichiarazioni di principio (anche nel programma presentato per il semestre a nostra guida) e firmare accordi in Europa e a livello globale per aumentare la produzione di energie rinnovabili e per contrastare così il cambiamento climatico. Un misto di ipocrisia e subalternità alle solite lobby dei combustibili fossili.



IL NOSTRO MARE

Il mare ucciso di cui si parla è proprio il “mio” Adriatico. Servizi e interviste da Venezia, Chioggia, Bellaria, San Benedetto del Tronto e poi anche Mazara del Vallo, in un altro mare. Testimonianze drammatiche di quello che so da anni, di quello che tutti, pescatori, politici, appassionati, biologi, sanno da anni. Il mare sventrato, svuotato, saccheggiato, in mille modi, legali e illegali. Un crescendo pauroso, di barche sempre più grandi, di motori sempre più potenti, di strumenti sempre più distruttivi. Il mare che muore sotto i colpi ciechi di una società costruita sui soldi, grassa, indifferente, brutta, insensibile. Il mare che non ce la fa a riprendersi, perché viene violentato di continuo, mille volte al giorno, e che morendo si trascina dietro i suoi assassini, i pescatori. Che consumano sempre più la loro vita dietro a un mare che non dà più niente. Costretti a stare fuori sempre più ore, a volte giorni interi, per pescare una frazione di quello che una volta pescavano in un giorno. Pesci sempre meno vari, di taglia sempre più piccola, che non rende nulla. Vite devastate, che vivono alla giornata, che tirano avanti a stento, andando a raschiare il fondo di un barile svuotato da tempo. Costretti a pescare sempre più vicini a riva, dove non si potrebbe, scappando al largo solo all’alba, quando è possibile venire beccati da Finanza e Capitaneria. Tutto sotto gli occhi compiacenti di burocrati e politici che hanno concesso licenze anche quando non si poteva; che sanno ma “non devono sapere”. Che dicono al giornalista, testimone di un illecito: “almeno non me lo dica...”. L’Adriatico è moribondo, ma la follia non si fermerà, non illudiamoci. E, come dice il vecchio pescatore di Bellaria: “Cosa resterà dell’Adriatico? Solo l’acqua”.



ABUSIVISMO EDILIZIO

È il fenomeno dell’illegalità diffusa legata al ciclo del cemento, ossia la costruzione di immobili senza autorizzazioni o in aree dichiarate inedificabili. In Italia ha raggiunto proporzioni che non hanno confronto in altri Paesi, provocando pesanti conseguenze sullo sviluppo urbanistico, sulla qualità del paesaggio, sull’economia e sulla sicurezza del territorio. L’esplosione dell’abusivismo risale alla crisi degli anni Settanta, quando l’incertezza economica mosse una gigantesca corsa al mattone. In barba alle leggi, venne realizzato un numero impressionante di nuove unità immobiliari. Le seconde case, spesso lasciate vuote o occupate pochi giorni all’anno, invasero la penisola, sorgendo senza ordine né coerenza devastando alcune delle località più belle del Paese. La legge 47 del 1985 consentì per la prima volta in forma organica di regolarizzare le posizioni dei proprietari abusivi e dei fabbricati. Un provvedimento che inaugurò la serie dei condoni edilizi: sanatorie che, ripetute nel 1994 e nel 2003, in nome di un millantato introito straordinario per lo Stato hanno invece fatto incassare pochi spiccioli e premiato gli abusivi. Uno degli aspetti più rilevanti dell’abusivismo, come tanti casi di cronaca hanno drammaticamente dimostrato, è legato alla violazione delle norme in materia di sicurezza. Come quelle, per esempio, che vietano o limitano l’edificazione nelle aree a rischio idrogeologico. Dati alla mano, salta all’occhio come il fenomeno sia maggiore nelle aree del Paese a tradizionale presenza mafiosa: in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia si concentra il 46,2% delle infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine.



GUERRE SANTE

“Il terrorismo è la nuova forma della guerra, è il modo di fare la guerra degli ultimi sessant’anni: contro le popolazioni, prima ancora che tra eserciti o combattenti. La guerra che si può fare con migliaia di tonnellate di bombe o con l’embargo, con lo strangolamento economico o con i kamikaze sugli aerei o sugli autobus. La guerra che genera guerra, un terrorismo contro l’altro, tanto a pagare saranno poi civili inermi.” (Gino Strada)



Arianna Capra Accademia di Belle Arti di Roma 2015 Illustrazione Prof. Enrico Pusceddu



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