ISSN 1120-7140 • Anno XXVI - gennaio 2015
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CORSO FAD PNL E COMUNICAZIONE IN ODONTOIATRIA AESTHETIC DIGITAL SMILE DESIGN: DIGITAL DENTAL MODELING E VIRTUAL PLANNING FINALMENTE OPERATIVA LA LEGGE SUL RIENTRO DEI CAPITALI ESTERI E LA REGOLARIZZAZIONE INTERNA LA CARTELLA CLINICA È OBBLIGATORIA? PUBBLICITÀ DELLE PRESTAZIONI SANITARIE
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DAY2015 Portonovo di Ancona
7∙8∙9 Maggio
Comitato Scientifico Chairman
Presidente del Congresso
Enrico F. Gherlone Università Vita e Salute San Raffaele - Milano
Maurizio Procaccini Università Politecnica delle Marche - Ancona
Membri del Comitato Scientifico Alberto Barlattani Università degli Studi di Roma - Tor Vergata - Sergio Caputi Università degli Studi di Chieti Stefano Carossa Dental School Università di Torino - Roberto Di Lenarda Università degli Studi di Trieste - Serge Dibart Professor and Chair Dept. of Periodontology and Oral Biology at Boston University School - Marco Ferrari Università degli Studi di Siena - Giorgio Gastaldi Università degli Studi di Brescia - Angelo Itro Università degli Studi di Napoli - II Facoltà Claudio Marchetti Università degli Studi di Bologna - Antonella Polimeni Università degli Studi di Roma - Sapienza Maurizio Procaccini Università Politecnica delle Marche - Ancona - Angelo Putignano Università Politecnica delle Marche Ancona - Silvana Rizzo Università degli Studi di Pavia - Gilberto Sammartino Università degli Studi di Napoli - Federico II Franco Santoro Università degli Studi di Milano - Fernando Zarone Università degli Studi di Napoli - Federico II.
Relatori al Congresso Paolo Balercia Fabrizio Bambini Tommaso Bocchetti Gianni Bonadeo Giuseppe Corinaldesi Alessandro Covacci Serge Dibart Marco Ferrari
Marco Finotti Massimo Frosecchi Giorgio Gastaldi Enrico F. Gherlone Maria Gabriella Grusovin Giuseppe La Rocca Antonio Lazetera Luciano Malchiodi
Michele Manacorda Angelo Marangini Roberto Mazzanti Giovanna Murmura Gerardo Pellegrino Ruggero Rodriguez Y Baena Ugo Salvolini Gianpaolo Sannino
Antonio Scarano Bruno Scarfò Agostino Scipioni Roberto Sorrentino Tiziano Testori Raffaele Vinci Fernando Zarone Vittorio Zavaglia
programma dettagliato su: www.biosafin.com Azienda certificata UNI EN ISO 9001:2008 UNI CEI EN ISO 13485:2012
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editoriale Quale futuro per il mondo dell’odontoiatria? Formazione professionalizzante per la qualità delle cure
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ell’attuale momento di profonda crisi, incertezza e disorientamento, occorre valutare attentamente la realtà e le prospettive socioeconomiche della professione. Dati del 2013 evidenziano che circa l’11% della popolazione ha rinunciato alle prestazioni odontoiatriche: oltre tre milioni di italiani hanno rinviato il ricorso all’assistenza odontoiatrica a causa delle crescenti difficoltà economiche. Alla luce delle profonde trasformazioni interne (aumento del numero degli odontoiatri, riduzione degli spazi di mercato, razionalizzazione dei Corsi di Laurea, evoluzione delle tecniche e dei protocolli, management gestionale) e di quelle sopranazionali (libertà di circolazione a livello europeo, globalizzazione dei mercati, turismo odontoiatrico), si vanno rapidamente modificando le condizioni della professione e dei professionisti che la esercitano. Occorre innanzitutto valorizzare un insieme di fattori: formazione, competenze, professionalità, innovazione, organizzazione. Una vera politica dell’etica della responsabilità nel rispetto della professionalità per la tutela della salute dei pazienti. È auspicabile investire in modo convinto nella ricerca, allineandosi agli standard europei, dare fiducia ai nostri giovani di valore per una crescita ottimale tra formazione e mercato. È chiaro che il SSN dovrebbe dare una risposta alle esigenze di salute odontoiatrica delle classi meno abbienti nel nostro Paese, con un progetto sostenibile, con prestazioni qualificate, valorizzando la “cultura della salute” a costi etici. Sarebbero poi auspicabili una riduzione della pressione fiscale dell’odontoiatria e un aumento della detrazione fiscale per i pazienti, che renderebbe più agevole rivolgersi ad un professionista serio e qualificato e non ad un tour operator o low cost. La salute deve essere intesa soprattutto come un investimento di prevenzione e non un costo. Il miglioramento della sanità deve andare verso la razionalizzazione, e non il taglio, delle spese. L’offerta formativa universitaria è in linea
con gli standard europei e si muove nella Strategia Europea 2020 che richiede una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione, formazione professionale ed alta formazione. Occorre ripartire dal completamento del sistema EQF (European Qualification Framework 2008) per la certificazione delle qualifiche e dei crediti formativi, con l’obiettivo di istituire un quadro di riferimento comune per i diversi sistemi di qualifiche e i rispettivi livelli della didattica universitaria e della formazione. Il ruolo auspicato per i diversi stakeholders (istituzioni, università, ordini professionali, società scientifiche, sindacati) è di promuovere un raccordo tra sistema formativo e mondo del lavoro, tale da costituire la base di una
si rinnova e ringrazia Doctor OS nasce nel gennaio 1990 e da subito si propone come un valido punto di riferimento per la professione, coniugando l’aggiornamento scientifico con gli aspetti gestionali dello studio. Dopo 25 anni, la nuova compagine editoriale presenta Doctor Os ai lettori con una nuova, accattivante veste grafica, mentre il Colophon viene modificato in base a nuove esigenze: viene eliminato il coordinamento scientifico e vengono ampliati il comitato scientifico e quello di lettura. Ariesdue coglie l’occasione per ringraziare sentitamente i professori universitari in quiescenza che negli anni hanno contribuito a rendere Doctor Os uno strumento fondamentale per l’attività quotidiana, clinica e manageriale, dell’odontoiatra.
L’editore
Enrico Indelli Segretario Culturale Regionale ANDI Campania, Consigliere Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, ex Parlamentare della Repubblica, Past President Commissione Albo Odontoiatri
programmazione seria. La mission è di investire fortemente sui nostri giovani! Anche il progetto comunitario della “tessera elettronica delle professioni” rende più riconoscibile, e quindi responsabile su scala europea, ciascun professionista che intenda offrire i propri servizi fuori dai confini nazionali: una maggior tutela per le istituzioni ed i cittadini dei diversi Paesi europei riguardo alla disparità nei prezzi delle prestazioni e dei servizi offerti derivanti dal diverso costo della vita, al rischio di illegalità e di evasione fiscale e alla difficoltà di identificare gli eventuali responsabili in casi di imperizia. Il segno del cambiamento, di innovazione, di adeguamento alle nuove tecnologie ed alle “sfide” di carattere sociale e scientifico deve interessare tutti indistintamente, potendo creare opportunità di sviluppo per la professione e di qualità per i pazienti, rivoluzionando le possibilità cliniche e terapeutiche dell’odontoiatra per capire ed apprendere cosa il futuro ci sta riservando. Telecom Italia e Miur hanno firmato un protocollo di intesa sulla Didattica Digitale a conferma del processo di trasformazione digitale del Paese Italia, nel rispetto delle linee guida individuate dalla Strategia Italiana per l’Agenda Digitale e del Programma Europa 2020 per divulgare le opportunità formative alle professioni innovative. Nuove strategie manageriali e formative evidenziano l’importanza per il Paese Italia dell’istruzione, delle infrastrutture e delle tecnologie. L’Eurozona, compressa tra USA e Cina, evidenzia una scarsa crescita che tuttavia non crea occupazione. Occorre aprirsi di più a tutte le innovazioni e concentrarsi sullo sviluppo dell’intelligenza creativa a tutti i livelli. L’auspicio è di investire sui giovani talenti e sulla nostra cultura millenaria, su risorse che potremmo valorizzare appieno in una “alleanza” formativa, terapeutica e generazionale.
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Synergy ECM
Il corso è stato accreditato con n° 5 crediti per Medici Odontoiatri, ed Igienisti.
Milano, 28 febbraio 2015
IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi Via Riccardo Galeazzi 4 20161 Milano - Italy
Comitato scientifico Dr. Massimo Del Fabbro Dr. Silvio Taschieri
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE, CHIRURGICHE E ODONTOIATRICHE
RICERCA SCIENTIFICA E NUOVE TECNOLOGIE AL SERVIZIO DEI CLINICI E DEI LORO PAZIENTI: SINERGIE TRA UNIVERSITA’ E AZIENDE Programma: 09.15-09.30
Introduzione. Prof. Roberto Weinstein
09.30-10.15
Impianti Centralized Platform: risultati a 5 anni di uno studio prospettico multicentrico. Dr. Massimo Del Fabbro
10.15-11.00
Il congresso è per Medici Dentisti, Odontoiatri, Igienisti e Odontotecnici.
La partecipazione è gratuita.
Con il patrocinio di:
Superfici innovative per una osteointegrazione sempre più predicibile. Studio istologico e istomorfometrico. Dr. Silvio Taschieri e Dr. Massimo Del Fabbro
11.00-11.15
Coffee break
11.30-12.15
Preparazione del sito implantare con frese: fattori che possono condizionare la guarigione ossea.
Segreteria organizzativa
Prof. Antonio Scarano 12.15-13.00
La riabilitazione implantare nei casi complessi. Prof. Silvano Ferrari
13.00-14.00
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CAD CAM: Progettazione, Design e realizzazione di protesi su impianti.
Via Marchesi 26 D 43100 Parma fabiola@mvcongressi.it
14.45-15.30
Con il contributo incondizionato di:
15.30-16.00
Discussione e Conclusioni
Moderatori:
Prof. R. Weinstein, Prof. A.B. Giannì, Dr. M. Del Fabbro
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S Y S T E M
Odt. Alfredo Salvi Manufatti protesici: osservare, progettare, realizzare. Odt. Franco Pozzi
in copertina
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e terapie ortodontiche con gli allineatori invisibili sono sempre più richieste e diversi sono i sistemi che il mercato offre. Tra questi, grazie alla tecnologia tedesca Scheu Dental, si sta imponendo per la sua particolare praticità la metodica degli allineatori ortodontici invisibili Clear Aligner. Si tratta di allineatori molto sottili e trasparenti, particolarmente confortevoli, costruiti su set up progressivi, utilizzabili anche in formato digitale con un software che permette di eseguire e controllare con estrema precisione lo spostamento programmato.
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una relazione “pericolosa” per la salute orale Università degli Studi di Pisa Aula Magna Polo Didattico Carmignani - Piazza del Cavalieri
Sabato 21 febbraio 2015 PROGRAMMA Ore 8.30
ACCREDITAMENTO
Ore 9.00
SALUTI DI BENVENUTO Prof. Mario Giannoni, Presidente Commissione Nazionale CSID Prof.ssa Maria Rita Giuca, Presidente CSID Università degli Studi di Pisa
Ore 9.30
INTRODUZIONE LAVORI Prof.ssa Maria Rita Giuca, Presidente CSID Università degli Studi di Pisa
Ore 9.45
RISULTATI E CONCLUSIONI DELLE TESI IN IGIENE DENTALE VINCITRICI DEL PREMIO LISTERINE 2014
Ore 10.45 - 11.00 PAUSA Ore 11.00
IDENTITÀ CONNESSE E SCONNESSE: GIOVANI E STILI DI VITA Chiara Toma, Università degli Studi di Pisa
Ore 12.00
GLI STILI DI VITA: UNA “ MINACCIA” PER IL CAVO ORALE DELLE GIOVANI GENERAZIONI Mario Gabriele, Università degli Studi di Pisa
Ore 12.45
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Ore 13.00 - 14.00 PAUSA PRANZO Ore 14.00
ABITUDINI VOLUTTUARIE E SALUTE ORALE I problemi alcolcorrelati (PAC): un fenomeno transgenerazionale Valentino Patussi, Centro Alcologico Regionale Firenze Tabagismo e salute parodontale Filippo Graziani, Università degli Studi di Pisa
Ore 15.00
QUANDO L’ALIMENTAZIONE SBILANCIATA CONDIZIONA LA SALUTE ORALE I Disturbi della condotta alimentare (DCA): dalla normalità alla patologia Mauro Mauri, Università degli Studi di Pisa Corretta alimentazione oggi: un’impresa difficile! Claudia D’Alessandro, Università degli Studi di Pisa
Ore 16.00
LA COMUNICAZIONE “DA E VERSO” I GIOVANI Il Piercing: uno strumento di comunicazione Giampietro Farronato e Laura Marino, Università degli Studi di Milano La “Peer education” nella salute orale Michela Rossini e Martina Gangale, Università degli Studi dell’Insubria
Ore 17.00
QUESTION TIME
Ore 17.15
QUESTIONARIO PER IL RICONOSCIMENTO DEI CREDITI ECM
PARTECIPAZIONE GRATUITA
Evento realizzato con il contributo non condizionato di
Segreteria organizzativa VOX – Anna Codazzi T 02.58299822 - @ codazzi@playvox.it
Provider Medical Services - Paola Colombo T 02.5397427 – info@medicalecmservices.it
Direttore scientifico Enrico Gherlone Comitato scientifico Antonio Bascones, Stefano Carossa, Ugo Covani, Marco Ferrari, Roberto Di Lenarda, Antonella Polimeni, Araceli Morales Sánchez, Manuel A. Villa Vigil, Fernando Zarone Comitato di lettura Vincenzo Campanella, Mario Capogreco, Domenico Cicciù, Marco Dolci, Giampietro Farronato, Gianantonio Favero, Lorenzo Favero, Giuseppe Gallina, Roberto Gatto, Ma-
GENNAIO 2015
rio Giannoni, Aldo Bruno Giannì, Maria Rita Giuca, Massimo Lotito, Carlo Maiorana, Vito Antonio Malagnino, Giuseppe Marzo, Carmen Mortellaro, Pier Francesco Nocini, Sandro Pelo, Paolo Pera, Adriano Piattelli, Angelo Putignano, Silvana Rizzo, Ruggero Rodriguèz y Baena, Laura Strohmenger, Roberto Weinstein Consulenza redazionale Enrico Agliardi, Angelo Calderini, Giampaolo Folegatti, Luca Levrini, Paolo Monestiroli, Massimo Pasi, Maria Teresa Sberna, Raffaele Vinci, Stefano Zandonella Necca
ARTICOLI 24 Carico immediato di impianti post estrattivi: presentazione di un caso clinico full-arch P. Guazzotti, M. Carrega, A. Dagna, C. Raiteri
DOCTOR OS Mensile edito da Ariesdue S.r.l. Copyright © Ariesdue S.r.l. Registrazione del Tribunale di Milano n. 741 del 16.10.1989 Direzione e redazione Ariesdue S.r.l. Via Airoldi, 11 - 22060 Carimate (CO) tel. 031 792135 fax 031 790743 info@ariesdue.it www.ariesdue.it Direttore Responsabile Dino Sergio Porro s.porro@ariesdue.it Redazione Cristina Calchera farma@ariesdue.it - Simona Marelli doctoros@ariesdue.it Marketing e ADV Barbara Bono b.bono@ariesdue.it - Paola Cappelletti p.cappelletti@ ariesdue.it Ufficio abbonamenti Antonella Lambertoni info@ariesdue.it Graphic & web design Michele Moscatelli grafica@ariesdue.it - Simone Porro simone@ariesdue.it Stampa Pronto Stampa Srl Unità Locale - Verdellino (BG)
30 Rialzo del seno mascellare con approccio laterale a una fase F. Bellora 36 Aesthetic Digital Smile Design: digital dental modeling e virtual planning V. Bini
Testata associata ANES Ariesdue S.r.l. dichiara di accettare, senza riserve, il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Dichiara altresì di accettare la competenza e le decisioni del Comitato di Controllo e del Giurì dell’Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.
Informazioni generali • La rivista Doctor OS ha come scopo l’aggiornamento scientifico e professionale dell’odontoiatra. • Gli articoli dovranno essere classificabili secondo una delle seguenti tipologie: ricerca clinica, sperimentale ed epidemiologica originale; revisione della letteratura; casi clinici; aggiornamento professionale. Requisiti per la pubblicazione di un manoscritto • I lavori non possono essere stati offerti contemporaneamente ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. Gli autori i cui manoscritti includono illustrazioni e/o parti di testo già pubblicate in altre riviste devono richiedere il permesso di riprodurre il materiale al detentore del copyright. Tale permesso deve pervenire in forma scritta insieme al manoscritto. In assenza di esso, tutto il materiale ricevuto sarà considerato proprietà dell’autore del lavoro. L’editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli (sia scientifici che professionali), per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’autore/i. • Gli articoli devono pervenire alla redazione di Ariesdue in formato digitale nella loro stesura definitiva (non saranno accettate eventuali modifiche successive), completi di nome, cognome, qualifica professionale, indirizzo, telefono, codice fiscale e firma dell’autore/i. È necessario inclu-
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Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al regolamento CSST - Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica. Per il periodo 1/1/2012 - 31/12/2012. Periodicità: mensile. Tiratura media: 15.000 copie. Diffusione media: 14.909 copie. Certificato CSST n. 2012-2300 del 27/02/2013. Società di Revisione: Re.Fi.Mi. Srl
dere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone. È possibile spedire i lavori (testo più iconografia) anche all’indirizzo di posta elettronica: doctoros@ariesdue.it. • Le illustrazioni, compresi grafici e tabelle, devono essere fornite in formato digitale, numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Inoltre devono essere in numero ragionevolmente limitato e ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG). • Per un significativo contributo dei singoli autori alla pubblicazione, per lavori di revisione bibliografica o presentazione di casi clinici, sarà accettato come massimo un numero di quattro autori; per lavori di ricerca clinica, sperimentale o epidemiologica, invece, saranno accettati fino a sei autori. • Il testo deve essere dattiloscritto in lingua italiana e deve comporsi delle seguenti parti. » Titolo scientifico conciso e senza abbreviazioni, in italiano e in inglese. » Nome e cognome di autore/i e relative qualifiche professionali. » Riassunti strutturati in italiano e in inglese (minimo 150 parole, massimo 250), cioè recanti i seguenti sottotitoli: scopo del lavoro; materiali e metodi; risultati; conclusioni. » Parole chiave in italiano e in inglese (da 3 a 10), usando i termini indicati nell’Index Medicus. » Introduzione, volta a esporre lo scopo dell’arti-
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GESTIONE
Abbonamento Annuale (9 numeri) 56,00 euro Modalità di pagamento Versamento sul ccp n. 21020201 intestato a Ariesdue srl; assegno bancario non trasferibile intestato a Ariesdue srl; collegandosi al sito www.ariesdue.it. A norma dell’articolo 74 lettera C del DPR 26/10/72 il pagamento dell’Iva, assolto dall’editore, è compreso nel prezzo di vendita dell’abbonamento, per il quale sarà rilasciata ricevuta. Per sottoscrizione di abbonamenti superiori a 50 copie rivolgersi all’editore. Per cambio di residenza unire sempre la fascetta con il precedente indirizzo. Ariesdue non è responsabile per la mancata consegna della rivista, dovuta a cause di forza maggiore.
NORME REDAZIONALI
ASSOCIAZIONI
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PNL e comunicazione in odontoiatria M. Cassetta
colo riassumendo lo stato attuale delle conoscenze sull’argomento che verrà trattato ed eventuali osservazioni. Materiali e metodi, descritti in modo tanto dettagliato da permettere ad altri la riproduzione dei risultati. Qualora vengano riportati esperimenti su soggetti umani è necessario indicare se le procedure seguite sono conformi alle norme etiche proposte dal comitato responsabile della sperimentazione umana e alla Dichiarazione di Helsinki del 1975. Risultati, riportati in modo conciso e con riferimenti a tabelle e/o grafici. Discussione e conclusioni, enfatizzando gli aspetti importanti e innovativi dello studio e le relative conclusioni. Ringraziamenti, rivolti a coloro che non possiedono i requisiti necessari per essere indicati nella bibliografia. Bibliografia. Le voci bibliografiche dovranno essere elencate in ordine di citazione con una numerazione araba progressiva, con particolare attenzione alla punteggiatura standard internazionale. I rimandi bibliografici all’interno del testo, invece, dovranno essere posti tra parentesi recando il numero della voce/i cui fanno riferimento, in ordine di apparizione. Rivista: ciascuna voce dovrà recare cognome e iniziale del nome degli autori (oltre i 6, elencare i primi 6 seguiti da et al.), il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista (usando l’abbreviazione dell’Index Medicus), l’anno di pub-
blicazione, eventualmente il mese, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. » Libri, atti congressuali e monografie: per pubblicazioni non periodiche, cognome e iniziale del nome degli autori, il titolo, l’edizione, l’eventuale editor, il luogo di pubblicazione, la casa editrice, l’anno di pubblicazione, le pagine interessate. » Tabelle, grafici e immagini. Didascalie. • L’approvazione alla pubblicazione è data dal Comitato Scientifico, che può apportare ai testi le modifiche che riterrà necessarie. Le bozze devono essere restituite corrette unicamente degli eventuali refusi, senza apportare variazioni o modifiche, entro il termine che verrà indicato. • La proprietà letteraria di tutti i testi, scientifici e di aggiornamento, spetta all’editore e l’autore/i, richiedendone la pubblicazione su Doctor OS, implicitamente accetta la possibilità che la rivista pubblichi, sia integralmente sia parzialmente, lo stesso lavoro e/o una traduzione di esso su altre pubblicazioni, italiane, straniere e online. Per trasferire la proprietà del manoscritto gli autori devono richiedere alla redazione e compilare la Dichiarazione di Copyright. L’editore declina ogni responsabilità nei confronti di manoscritti inoltrati senza essere stati espressamente richiesti dalla casa editrice. Le opinioni espresse riflettono il pensiero degli autori. La casa editrice non si assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. • Il testo originale non viene restituito.
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LE INTERVISTE DI DOCTOR OS
Ennio Giannì
Uno studente di 96 anni
a cura di
Damaso Caprioglio
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Attraverso la storia e la memoria di ciò che è stata l’odontoiatria, le nuove generazioni fanno tesoro dell’esperienza e dei consigli dei maestri perché una società senza radici non può avere alcun fondamento. La prima intervista è con un grande maestro di vita, di scienza e di etica. Fondamentale è stato il suo contributo nel passaggio dalla concezione meccanicistica a quella biologica di ortodonzia.
Carissimo Ennio, cosa ti ha spinto ad intraprendere la tua avventura professionale? Innanzitutto ti ringrazio moltissimo per questo incontro, sono lusingato ed emozionato. Credo però di avere un merito e uno solo, quello di aver creduto e di credere nella mia disciplina e nella medicina, perché solo questo crea le premesse per aiutare chi ha bisogno nel momento del bisogno. E questo è bello, si va al di là della professione, scon-
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finando, da un certo punto di vista, nel “sacerdozio” perché in effetti si dà senza nulla chiedere, felici perché si riesce a cambiare la vita dei pazienti. E non esagero: noi interveniamo anche dal punto di vista estetico, sul viso, che è comunicazione col mondo esterno, coinvolgendo così anche l’ambito psicologico. Sono veramente affascinato, lo sono stato e lo sono ancora, cerco di imparare e conoscere sempre di più, perché onestamente più io imparo e conosco e più mi rendo conto di non sapere nulla. Finisco citando
Aristotele: “Molti sono i modi per sbagliare, ma uno solo per far bene”.
Siamo negli anni Cinquanta, dopo la guerra. Giovane laureato, hai frequentato la Scuola di Stomatologia a Parigi, diventando quasi parigino. Come mai? Tornato in Italia dopo la guerra, mi sono trovato per così dire “smarrito” e allo stesso tempo desideroso di andare avanti con gli studi, di conoscere sempre di più, perché l’approccio a molte patologie stava cambiando con l’avvento degli antibiotici. Avevo poi il desiderio di imparare la manualità della chirurgia ricostruttiva: è stato questo il motivo che mi ha spinto ad andare a Parigi, anche affrontando difficoltà enormi, soprattutto economiche… Ma per seguire un sogno in cui credevo fermamente, mi sono lanciato nell’odontostomatologia, lavorando la sera tardi e frequentando la scuola di giorno. Ho avuto la fortuna di conoscere uno dei grandi maestri dell’odontostomatologia parigina, il professor Deladier, al quale ho aperto il mio cuore e dal quale sono stato immediatamente accolto. E così è cominciato il mio destino nel campo della stomatologia. Devo moltissimo alla Francia, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza dell’ortognatodonzia: io non capivo nulla di ortognatodonzia, al di là del significanto semantico di raddrizzamento del dente; ho cominciato a capire che si trattava di medicina, che il dente era un’appendice dell’apparato stomatognatico, a sua volta in relazione con tutto l’organismo.
Poi iniziò la tua vita accademica. Quarantaquattro anni trascorsi in università a Milano, dal ‘52 al ’96: quali ricordi? Come sempre nella vita non basta volere, bisogna avere anche un po’ di fortuna. Io non mi sono mai perso d’animo, perché ho voluto e creduto, e sono stato fortunato perché ho saputo prendere il treno del momento. Penso che questo abbia avuto molta importanza
le interviste di doctor os e abbia segnato il destino della mia “ascesa” nella vita accademica.
Hai anche avuto diversi corsi, insegnamenti, successi in Argentina… Per me è stata una bellissima esperienza perché nel momento in cui sono andato, nel 1967, ho trovato la disciplina nella stessa situazione che trovai in Italia tornando da Parigi. Non ho fatto altro che ripetere con tutto il mio entusiasmo quello che stavo tentando di fare in Italia. Ho meravigliato l’uditorio che ha capito che il dente aveva subito un deciso viraggio dalla concezione “semantica-romantica” a quella “positivista” dell’organismo intero: noi siamo un solo organismo, organizzato, nello stato di salute e in quello di malattia, non esiste il dente, non esistono il naso o l’orecchio, esiste l’individuo. Questa è la concezione squisitamente medica della nostra disciplina.
Tu hai saputo creare una vera Scuola scientifica con degli ottimi allievi e questo, secondo me, è molto importante: “creare” degli allievi che possano anche superare il maestro… Mi sento veramente maestro proprio perché i miei allievi mi hanno superato, e ne sono felice!
Hai avuto il coraggio di prendere un anno di aspettativa. Alla fine degli anni Settanta partivi per Amburgo per specializzarti in chirurgia maxillofacciale. Poi sei tornato per diventare primario anche di questa disciplina… All’epoca avevo già conseguito la specializzazione in chirurgia ricostruttiva ed ero tormentato perché mi mancavano le acquisizioni pratiche per poter operare a livello dei mascellari: all’epoca non si sapeva nulla e si aveva anche paura di affrontare l’intervento. Sapendo che esisteva questa scuola, la migliore in Europa, d’accordo
con mia moglie, che non posso che ringraziare, lasciai la mia famiglia e mi trasferii ad Amburgo per un anno intero. Mi è gradita l’occasione per ringraziare ancora la Germania per avermi trasmesso l’ABC, che per me ha rappresentato un tesoro per quanto poi ho potuto dare in Italia.
Hai sempre avuto come motto “far parlare i giovani” e mi citavi spesso la frase di tuo padre “tu non devi mai leggere, devi sempre parlare”… Questo è magnifico, è quello che ho insegnato ai miei figli, perché quando uno legge, a un certo punto viene preso dal panico, perde il filo e non sa esprimere nemmeno ciò che sa. Viceversa, parlando si segue il pensiero, si può esprimere con calore quello che si conosce e dare agli altri quello che è oggetto e tesoro dell’esperienza.
A questo punto, allora, voglio ricordare che il professor Giannì ha una fluidità e un’incisività nell’eloquio eccezionali, lucidità, freschezza, passione, entusiasmo che lo hanno sempre contraddistinto, per cui è sempre attraente e sa trasmettere gioia e calore umano. Vorrei ricordare la tua Lectio Magistralis su “Genetica e biologia molecolare”, tenuta per il 30esimo della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia di Milano. Cosa ricordi in particolare di quella lectio? In quella circostanza mi sono sentito piccolo piccolo, perché io volevo esprimere quello che forse solo in parte sono riuscito ad esprimere. Era una problematica completamente nuova, che cominciava a capovolgere tutto lo scibile medico: oggi il concetto di malattia non può essere considerato com’era ieri, perché dobbiamo tenere conto del DNA e delle correlazioni con la componente fenotipica. Oggi si sente parlare di terapia personalizzata… Ma quale
terapia personalizzata? La strada è ancora lunga…
Quale messaggio vuoi lasciare ai giovani, non solo in ambito ortodontico, ma in tutto quello che può essere il campo medico? Penso di poter affermare questo: anzitutto essere sempre umili, siamo tutti uguali e il malato va sempre rispettato, non fare mai qualcosa che possa danneggiare il paziente. Primum non nocere: tutto può essere concesso alla scienza a favore del popolo, niente può essere concesso all’uomo a danno del paziente.
Il professor Ennio Giannì ha salvato molti Ebrei in Vaticano, durante la guerra. Vuoi raccontarci questa tua esperienza che dimostra la tua grandezza etica e morale? Grazie per queste tue bellissime parole, ma la verità va un pochino ridimensionata. Era un momento particolare e vedere della gente che veniva distrutta e bistrattata dalle SS è stato qualcosa che mi ha portato a superare me stesso per trovare la strada e aiutarli. Il Vaticano ci aveva divisi in gruppi di massimo tre persone che non si conoscevano (usavamo degli pseudonimi) e ci dava ogni giorno ordini per andare a prendere alcuni ebrei e portarli in posti diversi, per esempio nelle catacombe.
Quanto conta l’etica e quanto potrà contare in futuro? Credo moltissimo, perché solo l’etica può modulare il comportamento nell’operatore. Al di fuori dei principi etici non esiste assolutamente niente, non esiste la medicina, non esiste l’uomo. È questo il vero significato che dobbiamo dare all’etica e deve dominare il nostro operato. Voglio ringraziare il professor Giannì per questa Lectio Magistralis di Vita, che penso farà riflettere non solo i giovani, ma anche i meno giovani.
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LE INTERVISTE DI DOCTOR OS
Questa costante evoluzione presupporrebbe però per l’utilizzatore un continuo adeguamento delle proprie attrezzature...
Il Fattore Carestream Dental
La redazione di Ariesdue ha incontrato Miguel Piedrafita, Sales and Service Director, e Roberto Carta, Trade Marketing Manager, di Carestream Dental per capire meglio la filosofia progettuale che caratterizza l’azienda. Signor Carta, qual’è il valore aggiunto del marchio Carestream Dental?
I nostri prodotti sono concepiti in base a tre principi fondamentali per l’azienda: integrazione del flusso di lavoro, tecnologia a misura d’uomo ed eccellenza diagnostica. La tecnologia a misura d’uomo, cioè resa semplice e accessibile agli utenti ci ha sempre contraddistinto. Si tratta di un messaggio per noi molto importante e che presuppone un’attività di ricerca su due fronti: da un lato sull’innovazione tecnologica per perfezionare continuamente l’eccellenza diagnostica, che è il principio di partenza, e dall’altro sull’implementazione di soluzioni che rendano questa innovazione facilmente accessibile al clinico. Altra caratte-
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ristica fondamentale del marchio Carestream Dental è migliorare il flusso di lavoro del dentista. Il risultato di questa filosofia si concretizza in CS Solutions, la soluzione CAD CAM che abbiamo presentato lo scorso anno, innovativa e al contempo fruibile, e nel nuovo sistema cone-beam CS 8100 3D che abbiamo lanciato quest’anno: rivoluzionario, perché pone nuovi standard tecnologici in ambito 3D, ma anche economicamente accessibile. Si tratta di apparecchiature robuste, affidabili, dal costo competitivo e molto semplici da utilizzare. Questo mix ci ha permesso di ottenere un grande successo commerciale.
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Vorrei sottolineare che Carestream Dental ogni anno lancia almeno un nuovo prodotto, ma ciò non va assolutamente a detrimento del valore dell’investimento: innovazione per noi significa non solo essere capaci di realizzare una nuova apparecchiatura che eleva gli standard diagnostici, ma anche permettere a coloro i quali già ne possiedono una di aggiornarla e integrarla a eventuali nuovi strumenti Carestream Dental. Per fare un esempio, proponiamo la linea CS 9000 3D sin dal 2007 e oggi i nostri clienti hanno la possibilità di aggiornare il proprio apparecchio e renderlo CAD CAM ready. In questo modo è possibile mantenere il valore dell’investimento e integrare gradualmente eventuali nuove soluzioni.
Dottor Piedrafita, ma come può la tecnologia Carestream Dental effettivamente migliorare il flusso di lavoro nello studio odontoiatrico?
Per noi il workflow è importantissimo e anche in questo caso la semplicità per l’utilizzatore è un elemento irrinunciabile. Per questo motivo abbiamo adottato un’unica piattaforma di software, che è la stessa per il sistema RVG, il 3D e il CAD CAM: in pratica viene utilizzata la stessa lingua e un unico data base sia per i sistemi integrati complessi sia per i prodotti più basici come il sensore endorale. Tutto questo significa semplicità e quindi migliore operatività. E poi offriamo un sistema integrato che, par-
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LE INTERVISTE DI DOCTOR OS tendo dall’acquisizione dell’immagine, può gestire tutto il processo operativo che porta alla realizzazione di un manufatto protesico direttamente in studio.
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le interviste di doctor os
Marialice Boldi Antonella Abbinante
Dopo nove anni di presidenza, a fine 2015 Marialice Boldi passerà il testimone ad Antonella Abbinante: le due protagoniste parlano di questo momento importante per AIDI
Marialice Boldi, qual è il risultato che reputa il più importante tra quelli raggiunti durante il suo mandato presidenziale?
Il concetto che ha sotteso a tutti gli obiettivi che mi sono posta in questi otto anni di attività come presidente AIDI è stata la diffusione della figura dell’igienista dentale a tutti i livelli. Da questo presupposto è stato possibile consolidare l’associazione, triplicandone il numero dei soci, e renderla protagonista attiva delle varie piattaforme, non solo nazionali, da cui AIDI ha potuto far sentire la propria voce e quella degli igienisti dentali. E oggi AIDI è associazio-
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ne rappresentativa della professione riconosciuta da decreto ministeriale. Inoltre AIDI è presente e accreditata a livello internazionale sia nella European Dental Hygienists Federation, il cui segretario è il nostro associato Stefano Checchi, sia nella International Federation of Dental Hygienists, di cui la nostra Mary Rose Pincelli è tesoriere. In questi anni è stato possibile consolidare la presenza degli igienisti dentali nelle università e, in alcune regioni, la figura dell’igienista dentale ha iniziato ad essere introdotta nelle strutture sanitarie a livello pubblico. Un altro obiettivo per me prioritario è stato l’implementazione dell’offerta formativa di AIDI, che negli anni è diventata sempre più valida, strutturata e ampia. Solo nel 2014 abbiamo organizzato ben 22 corsi residenziali, di cui 8 aperti gratuitamente ai soci AIDI, erogando oltre 150 crediti formativi, a cui si aggiun-
gono i 209 crediti FAD, di cui 57 gratuiti per i soci. È chiaro che questo tipo di attività presuppone un forte impegno economico e organizzativo, che è stato possibile grazie a una sana e corretta amministrazione e grazie anche ai numerosi sponsor che continuano a darci la loro fiducia.
Antonella Abbinante, neoeletta presidente AIDI: in cosa il Suo mandato presidenziale si differenzierà dal precedente e quanto invece sarà una continuazione dei programmi iniziati sotto la presidenza di Marialice Boldi?
Un passaggio del testimone sicuramente non facile, perché Marialice Boldi è un presidente eccezionale, con un carattere molto forte e la capacità di assumere decisioni importanti in momenti difficili, quindi anche decisioni impopolari. E forse è proprio questa la difficoltà maggiore. Caratterialmente io sono propensa alla via del dialogo e della mediazione, però nelle situazioni in cui sarà necessario prendere decisioni forti, mi farò ispirare dal suo esempio. In quest’ottica la seguirò e accompagnerò in questo anno per consolidare e dare continuità ai programmi che stiamo portando avanti ormai da tempo. Certamente concentreremo la nostra attenzione sul potenziamento della figura professionale dell’igienista, sull’interdisciplinarietà della professione e la potenzialità collaborativa con le altre professioni sanitarie, oltre che naturalmente, con l’odontoiatra. Altro obiettivo importante è proseguire il percorso di crescita culturale, imprescindibile dalla crescita professionale e scientifica, passaggio obbligato per essere liberi e in grado di prendere decisioni. Verrà sempre perseguita l’autonomia professionale dell’igienista, nella consapevo-
LE INTERVISTE DI DOCTOR OS lezza piena che tale autonomia richiede l’assunzione di responsabilità. In tal senso l’aggiornamento continuo non deve essere finalizzato all’acquisizione di mero punteggio, solo per dimostrare alle istituzioni di avere acquisito i crediti richiesti, ma deve essere diretto a conseguire reali conoscenze e professionalità.
Da oltre 30 anni AIDI è attiva nel valorizzare la figura dell’igienista dentale: quali sono stati i momenti più significativi che hanno segnato il passaggio da figura subalterna a professione sanitaria?
Quali tra gli obiettivi che si era prefissata all’inizio del mandato non è riuscita a concretizzare?
L’approccio con l’apparato istituzionale ha tempistiche che non mi hanno permesso di far diventare l’igienista una figura istituzionale all’interno dal sistema sanitario nazionale e di ridefinirne le competenze del profilo professionale presso il ministero. Mi rammarico soprattutto che non sia ancora stato istituito l’albo né l’ordine per le 22 professioni sanitarie, tra cui gli igienisti dentali, obiettivo che stiamo perseguendo da anni.
Il primo vero riconoscimento della professione di igienista dentale in Italia risale al 1997 con l’attivazione del Corso di Diploma Universitario, poi fondamentale è stata la legge 42/99 per le professioni sanitarie e, il D.M. n. 137 del 15 Marzo 1999 che definisce il profilo professionale e le competenze dell’igienista dentale. Con la Legge 42/99 le professioni sanitarie cosiddette “non mediche” diventano professioni intellettuali e viene così sancita la loro autonomia. Questo è un argomento molto spinoso, che ci trova in disaccordo con gli odontoiatri, perché se c’è autonomia professionale, siamo convinti della legittimità per l’igie-
Qual è il vostro rapporto con l’odontoiatra?
AIDI La nostra figura professionale è evidentemente legata, anche storicamente, a quella dell’odontoiatra, dalla quale non può prescindere, anche perché si lavora su sua indicazione. Quello che chiediamo è che questo rapporto di collaborazione continui nell’osservanza dei rispettivi ruoli e competenze. Ciò consente il mantenimento dei propri spazi senza alcuna paura di prevaricazione, avendo peraltro come obiettivo un rapporto di seria collaborazione professionale.
Da oltre 30 anni AIDI, Associazione Igienisti Dentali Italiani, diffonde la cultura dell’igiene orale e dell’importanza della prevenzione svolta dagli igienisti, promuove il riconoscimento della professione e tutela gli interessi della categoria. In particolare l’associazione è attiva nel costante aggiornamento e negli scambi internazionali tra colleghi.
www.aiditalia.it
nista dentale di aprire il proprio studio autonomo. Altri momenti significativi sono stati l’istituzione nel 2000 del corso di laurea e dal 2004 l’ingresso di AIDI nell’Osservatorio Permanente del MIUR in rappresentanza della professione. L’associazione inoltre da sempre svolge una capillare attività di sensibilizzazione sul pubblico attraverso articoli su testate nazionali, organizzando manifestazioni nelle piazze e partecipando alle giornate di prevenzione nelle farmacie.
AIDI ha partecipato attivamente alle celebrazioni del ventennale del riconoscimento dell’igienista dentale: vuole parlarcene?
Lo scorso 16 settembre si è tenuta la giornata celebrativa dell’emissione del decreto che istituiva le professioni sanitarie. Quella dell’igienista dentale è entrata in un secondo momento, nel 1997, a causa di un ricorso da parte di un’associazione di categoria degli odontoiatri. La giornata celebrativa è stata importante perché sono stati ribaditi i concetti fondamentali su quelli che sono il rispetto e la necessità dell’esistenza delle professioni sanitarie, che a livello europeo e mondiale stanno andando incontro a una sempre maggiore qualificazione, anche per il loro ruolo nel controllo dei costi sanitari. Si sta infatti arrivando sempre di più a ciò che viene definito demedicalizzazione. Questo termine apparentemente negativo in realtà non lo è: nell’ambito del congresso è stato ribadito che non si vuole togliere assolutamente nulla alla professionalità medica, ma soltanto operare una razionalizzazione, dove le diverse professioni che vertono intorno al mondo medico, possano, assumendosi ognuna le proprie responsabilità, contribuire ad un miglioramento della prestazione sanitaria offerta al cittadino.
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caleidoscopio a cura della
Redazione
caleidoscopio Riabilitazione implanto-protesica dei mascellari atrofici con impianti tiltati e zigomatici: il Prof. Paulo Malo al San Raffaele di Milano per un Closed Meeting SIOPI
Il Prof. Paulo Malo con il Prof. Enrico Gherlone (a sinistra) ed il Prof. Giorgio Gastaldi (a destra).
L
o scorso ottobre si è so l’Aula San Paolo mento di Medicina dell’Ospedale San Raffaele
tenuto presdel DipartiRiabilitativa un “Closed
L’AIOLA volta pagina
Meeting” della Società Italiana di Odontoiatria Protesica ed Implantare (SIOPI). Relatore della giornata è stato il Prof. Paulo Malo, ideatore della sistematica All-on-4
L
’Accademia Internazionale di Odontostomatologia Laser Assistita ha un nuovo Presidente: Valerio Partipilo, già presidente dei probiviri, riceve l’importante testimone da Gianfranco Franchi che lascia così l’incarico tre anni dopo la sua nomina e al quale va il sentito ringraziamento per il lavoro svolto. Rinnovato inoltre l’intero direttivo AIOLA: Pietro Cremona e Roberto Riversa saranno, rispettivamente, vicepresidente e vicepresidente vicario, Giovanni D’Amico è stato confermato segretario tesoriere, Ulderico Piersanti, Domenico Parroccini e Saverio Capodiferro, invece, i consiglieri;
e Presidente delle Malo Clinic, docente presso l’Università di Lisbona e presso il Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università Vita-Salute San Raffaele. La tematica affrontata riguardava la “Riabilitazione implanto-protesica dei mascellari atrofici con impianti tiltati e zigomatici”. Il Presidente eletto del Collegio dei Docenti di Odontoiatria e Presidente del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università Vita-Salute, Prof. Enrico Gherlone, ed il Presidente della SIOPI, Prof. Giorgio Gastaldi, hanno introdotto il Prof. Malo, che ha approfonditamente descritto la storia e lo sviluppo delle riabilitazioni immediate su impianti inclinati fino agli attuali risultati di successo a lungo termine, percorrendo un iter che ha interessato il protocollo All-on-4 tradizionale sino ad All-on-4 extramaxilla con impianti zigomatici. Durante la giornata ci sono stati anche dei momenti di confronto con la realtà italiana e la casistica dell’Unità Operativa di Odontoiatria del San Raffaele oltre che sui protocolli di mantenimento dell’igiene orale. Numerosa la partecipazione all’evento, in particolare da parte delle Università italiane, con la presenza della maggior parte delle scuole protesiche nazionali, che hanno espresso estremo interesse per l’argomento trattato e hanno ringraziato il Prof. Malo. ●
nominati revisori dei conti, infine, Marco Dossena, Maurizio Maggioni e Pierantonio Nocentini. “Entusiasmo, ambizione e sacrificio saranno i requisiti fondamentali di questa nuova esperienza”, dichiara il neo Presidente al termine dell’assemblea dei soci che lo ha visto eleggere a maggioranza. “In un periodo storico delicato per l’odontoiatria italiana, rappresentare un’associazione d’eccellenza è un’impresa ardua ma stimolante. Per fortuna è ancora possibile far comprendere al paziente che praticare un’odontoiatria all’avanguardia ha sì dei costi in termini economici, ma presenta
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caleidoscopio innumerevoli vantaggi sotto il profilo clinico. Il mio obiettivo, e quello di tutti i soci AIOLA, consisterà nel ridurre i costi biologici, aumentare il comfort dell’operatore e del paziente e ottenere un risultato altamente predicibile. In questo il laser riveste, da anni ormai, un ruolo senza dubbio insostituibile”. 14 anni dopo la sua fondazione, AIOLA si conferma tra le società maggiormente proiettate al futuro, capace di promuovere, rendendolo imprescindibile, l’impiego del laser nella pratica clinica e dimostrando che è ancora possibile fare odontoiatria di qualità puntando su competenza e tecnologia. ● Il nuovo presidente Aiola Valerio Partipilo
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Oral Science 1° PhD Day
L
o scorso 19 dicembre, a Roma, si è svolto l’Oral Science 1° PhD Day, una finestra sui prodotti della ricerca dei dottorati di malattie odontostomatologiche delle università italiane. Dopo la presentazione da parte della professoressa Antonella Polimeni, che ha illustrato l’importanza del dottorato di ricerca e della formazione accademica, ciascuna università ha esposto il proprio contributo, suscitando l’interesse dei convenuti. La prima sessione, con presidenti di seduta Claudio Arcuri, Lucio Montebugnoli e Maurizio Procaccini, ha visto l’intervento dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con “Cell-wall-deficient bacteria in oral biofilm: association with periodontitis and systemic conditions” di Francesco Germano; dell’Università degli Studi dell’Aquila con “Occurrence of spontaneous periodontal disease in the SAMP1/YitFc murine model of Crohn’s disease” di Davide Pietropaoli; dell’Università degli Studi di Firenze con “Effetti dento-alveolari indotti dalla terapia precoce della malocclusione di III classe con espansione rapida e maschera facciale: valutazione tri-
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dimensionale su modelli digitali delle arcate dentali” di Martina Mariotti; dell’Università degli Studi di Pisa con “Artrite reumatoide e controllo dell’infezione parodontale. Valutazione e trial randomizzato di intervento” di Dimitra Karapetsa; dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con “Comportamento biologico della vite implantare” di Matteo Mar-
tinolli; dell’Università degli Studi di Ferrara con “Healing pattern after simplified regenerative procedures” di Anna Simonelli; dell’Università degli Studi di Milano Bicocca con “New tissue regeneration technique: histological evaluation” di Giovanni Todeschini. Presieduta da Mario Giannoni, Paolo Pera e Roberto L. Weinstein, la seconda sessione si è aperta con la relazione di Matteo Saccucci della Sapienza Università di Roma su “Evaluation and reproducibility of volumetric measurements on maxillary sinus”, seguita da quella di Monica Bortolin dell’Università degli Studi di Milano su “Antimicrobial properties of platelet-rich plasma”, da Saturnino Marco Lupi dell’Università degli Studi di Pavia su “Studio clinico randomizzato sulle differenze istologiche e cliniche di due diversi sostituti ossei utilizzati per il rialzo del seno mascellare”. Sergio Bortolini, Eriberto Bressan, Giuseppina Campisi e Sandro Rengo hanno presieduto la terza sessione, che ha visto succedersi nelle relazioni la Seconda Università di Napoli con “Analisi dei miRNA salivari in soggetti affetti da cheilognatopalatoschisi” di Vincenzo Grassia; l’Università Politecnica delle Marche con “Studio del microbiota orale nella popolazione geriatrica” di Erminia Coccia; l’Università degli Studi di Bologna con “DNA methylation analysis to early detect oral carcinoma and potentially malignant lesions from
Il professor Enrico Gherlone con la professoressa Antonella Polimeni
caleidoscopio l’effetto della laser terapia sulla neo-angiogenesi tumorale in vivo ed in vitro” di Giulia Ottaviani. La quarta sessione, con presidenti di seduta Guido M. Macaluso, Lia Rimondini e Leonardo Trombelli, ha visto la presentazione dei lavori dell’Università degli Studi di
oral brushing” di Davide Bartolomeo Gissi; l’Università degli Studi di Sassari con “Dentin hypersensitivity treatment with resin-based materials as desensitizing agents in xerostomic patients after radiotherapy for head and neck cancer” di Roberto Pinna; l’Università degli Studi di Foggia con “Studio del proteoma salivare per la identificazione di nuovi markers diagnostici del carcinoma squamocellulare del cavo orale” di Giovanni Giannatempo; l’Università degli Studi di Trieste con “Utilizzo di nanotecnologie per valutare
Chieti e Pescara con “Biomechanical studies on resin composites for indirect posterior restorations” di Francesco De Angelis; dell’Università degli Studi di Napoli Federico II con “I materiali dentari: dalla biocompatibilità alla rigenerazione” di Vincenzo D’Antò; dell’Università degli Studi di Siena con “Single use vs repeated use Ni-Ti files: in vivo and in vitro investigation on different aspects of root canal treatment” di Giovanni Franciosi; dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale con “Thermo-responsive methylcellulose based hydrogel for regenerative medicine applications” di Andrea Cochis; dell’Università degli Studi di Torino con “An alumina toughened zirconia composite for dental implant application: in vivo animal results” di Cristian Sabione; dell’Univer-
sità degli Studi di Torino San Luigi Gonzaga con “Fisiopatologia clinica della funzione masticatoria” di Teresa Vallelonga; dell’Università degli Studi di Genova con “Valutazione dell’efficienza masticatoria e dello svuotamento gastrico in pazienti riabilitati con carico immediato full-arch” di Paolo Pesce. Infine, la quinta sessione, presieduta da Gugliemo Campus, Stefano Carossa e Letizia Perillo, ha presentato gli interventi dell’Università degli Studi di Palermo con “Ricerche in vitro e in vivo su cellule staminali di origine pulpare e di origine gengivale da elementi dentari parodontopatici” di Rodolfo Mauceri; dell’Università degli Studi di Parma con “La selezione di un distal enhancer del gene RANKL riduce il rimodellamento osseo ed aumenta la massa ossea” di Carlo Galli; dell’Università degli Studi di Padova con “Influenza della nanostrutturazione di superficie sulla differenziazione delle cellule staminali. Applicazioni cliniche nel campo dell’odontoiatria” di Luca Sbricoli. Al termine della giornata si è svolta l’Assemblea del Collegio dei Docenti Universitari di discipline Odontostomatologiche, durante la quale il Presidente professoressa Polimeni ha passato il testimone al Presidente eletto Enrico Gherlone. ●
Novità alla IDS 2015: il “Career Day” farà incontrare gli studenti e le aziende del settore
D
al 10 al 14 marzo 2015 sono attese al Salone Internazionale di Odontoiatria e Odontotecnica (IDS) di Colonia più di 2.000 aziende provenienti da circa 60 paesi. Ogni due anni si rinnova l’appuntamento con IDS, il più importante al mondo per il mercato dentale internazionale. Per promuovere in modo adeguato la formazione dei giovani in questo ramo professionale, nel corso della prossima IDS, l’Associazione dell’industria dentale tedesca (VDDI) e Koelnmesse hanno
organizzato per la prima volta un “Career Day”. L’iniziativa si propone di intensificare lo scambio di informazioni e la comunicazione tra le aziende espositrici della IDS e coloro che si affacciano al mondo del lavoro, o gli aspiranti professionisti del settore dentale. Il “Career Day” si terrà sabato 14 marzo 2015 nell’area Speaker’s Corner del padiglione 3.1. Il “Career Day” della IDS si rivolge a laureati, apprendisti dentisti e odontotecnici, studenti e anche a chi ha abbandonato gli
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caleidoscopio studi ma è comunque desideroso di informarsi sulle possibilità di formazione e sulle prospettive di lavoro nel settore dentale, offrendo un primo approccio ai diversi campi di attività delle aziende partecipanti. Per chi ha già completato la propria formazione o per chi proviene da altro settore, il “Career Day” offre inoltre informazioni sulle possibilità di perfezionamento professionale e le opportunità di lavoro nel settore dentale. Per gli espositori dell’IDS il “Career Day” è una perfetta opportunità di aggiornamento professionale, ulteriore sviluppo e promozione della carriera. Per quanto riguarda le presentazioni aziendali, il 14 marzo 2015, su prenotazione, sarà possibile tenere brevi discorsi sul palco del “Career Day” nel padi-
glione 3.1. La “Recruitment Lounge”, annessa all’area dedicata alle conferenze, offre inoltre ulteriori possibilità di colloqui e presentazioni individuali in zone che offrono una maggiore discrezione. Sulla homepage della IDS è stato riservato uno spazio specifico al “Career Day”. Con il calendario degli appuntamenti online è possibile concordare facilmente colloqui con i candidati e gli interessati già prima della manifestazione, la possibilità di recarsi spontaneamente ad un appuntamento in forma più rapida resta comunque aperta. Tutti gli espositori partecipanti all’iniziativa saranno elencati sulla homepage della IDS e su uno speciale volantino su carta stampata. ●
XXVII Giornate Milanesi di Implantologia
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e Giornate Milanesi di Implantologia si svolgeranno a Milano il 27-28 febbraio, nell’anno dell’EXPO: sarà quindi un congresso ampiamente rappresentativo ed inclusivo sia dal punto di vista scientifico, che da quello delle realtà coinvolte. La prima novità riguarda l’organizzazione del Cenacolo Odontostomatologico Milanese in collaborazione con la Società Italiana Specializzati in Chirurgia Odontostomatologica e Orale (SISCOO). Inoltre tutte le università milanesi saranno coinvolte in questa XXVII edizione che si propone di offrire ai partecipanti un quadro completo e aggiornato delle possibilità di intervento in ambito parodontale, implantologico e protesico mettendo a confronto gli approcci tradizionali con quelli più recenti. Infatti, negli ultimi decenni la ricerca in ambito odontoiatrico è stata così rapida e produttiva da mettere a disposizione del clinico nuovi materiali e tecniche che hanno modificato e, in alcuni casi, sostituito metodiche da tempo consolidate. Interverranno anche quest’anno sia un’igienista, sia un’assistente, garantendo così la visione dell’intero team. Apprezzabile sarà sicuramente la sessione video con la proiezione di interventi chirurgici commentati e discussi in diretta con i colleghi partecipanti. Non mancherà il tradizionale focus on dedi-
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Un momento dell'edizione 2014 delle Giornate Milanesi di Implantologia
cato quest’anno alla patologia orale. Di rilievo poi i corsi precongressuali, da quello sul carico immediato alla chirurgia sonica. Un ringraziamento importante va agli sponsor per aver consentito la partecipazione gratuita e a tutti i cattedratici che dedicheranno il loro tempo a questa giornata, nella convinzione che la cultura e la
ricerca costruite nell’Università si compenetrino con la cultura e la clinica prodotta nei luoghi di lavoro. Il desiderio è quello di trasmettere il meglio a tutti i colleghi nell’interesse della collettività. ● www.cenacolomilanese.it segreteria@cenacolomilanese.it Tel. 02.29412295
Sul fascicolo di novembre-dicembre di Doctor Os, nella pagina riservata all’Associazione Igienisti Dentali Italiani, è stato erroneamente pubblicato il nuovo direttivo dell’associazione che entrerà in carica solo a partire da novembre 2015. Ci scusiamo con il lettore e con tutti i componenti dell’attuale consiglio direttivo AIDI, a partire dal Presidente dottoressa Marialice Boldi.
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Dott. Gianluca Cicardi Studio Cicardi - Erba (CO)
Dott. Nicola Radogna Studio Radogna - Adelfia (BA)
CALEIDOSCOPIO
Novità editoriali Testo Atlante di Patologia Gengivale non placca correlata Paolo G. Arduino, Roberto Broccoletti, Mario Carbone Edizioni Martina “ […] Il testo atlante proposto è di facile consultazione e va a colmare una grave mancanza editoriale in campo nazionale e non solo. L’opera è completa, corredata di una splendida iconografia, tratta gli argomenti in modo sintetico ma esauriente sia in ambito diagnostico che terapeutico. […] Il testo atlante rap-
presenta un presidio didattico di grande utilità per gli studenti sia under che post graduate ed uno strumento di consultazione indispensabile soprattutto per gli operatori che più frequentemente hanno occasione di ispezionare il cavo orale quali odontoiatri, otorinolaringoiatri, dermatologi; inoltre ritengo che potrà essere di grande utilità anche per medici di base […]”. ● Prof. S. Carossa
Semeiotica ortodontica in dentatura decidua Roberto Ferro, Edizioni Martina “ […] La valutazione di come potrà essere la bocca di un bimbo in crescita è una domanda che sempre più frequentemente i genitori pongono al pedodontista al quale affidano la cura odontoiatrica del proprio figlio. È sempre più necessaria, quindi, la conoscenza da parte dell’odonto-
Conoscenza legale Giovanni Pasceri, Ariesdue Il volume, che prosegue la collana “Gestione dello studio odontoiatrico”, è formato da una selezione degli articoli scritti e pubblicati dal 2009 ad oggi dall’avvocato Giovanni Pasceri sulla rivista Doctor Os. L’obiettivo
iatra pediatrico dei parametri in grado di fare prevedere le future necessità ortodonti che del piccolo paziente. Questo testo comprende tutte le nozioni in grado di soddisfare questa esigenza e le trasmette al lettore in modo particolarmente semplice e schematico […]”. ● Prof. G. Marzo
è di fornire suggerimenti legali circa la corretta conduzione dello studio odontoiatrico nei suoi diversi aspetti, in relazioni a conflitti e controversie che potrebbero sorgere nel corso dell’esercizio dell’attività odontoiatrica. Gli argomenti sono stati inseriti in ordine cronologico per anno di pubblicazione. ●
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caso clinico
Carico immediato di impianti post estrattivi: presentazione di un caso clinico full-arch Immediate loading of post-extractive implants: a full-arch case report
Implantologia, impianti post estrattivi, carico immediato, riabilitazioni totali fisse, protesi full-arch Implant dentistry, post-extractive implants, immediate loading, total fixed rehabilitations, full-arch prosthesis.
pierpaolo.guazzotti@gmail.com
Scopo del lavoro Lo scopo di questo lavoro è presentare un caso clinico di carico immediato su impianti post estrattivi con protesi full-arch, che consente di evitare l’impiego di protesi mobili temporanee.
Materiali e Metodi Un paziente maschio di 42 anni è stato trattato per compromissione di tutti gli elementi dell’arcata superiore. Il paziente ha richiesto una riabilitazione fissa su impianti senza l’impiego di protesi provvisorie mobili. In un’unica seduta sono stati estratti i denti ed inseriti nove impianti negli alveoli post estrattivi; è stato quindi posizionato un provvisorio fisso preparato sui modelli studio prima dell’intervento. Dopo quattro mesi, verificata l’avvenuta osteointegrazione degli impianti, è stata realizzata una protesi fissa full arch.
riSultati L’intervento è stato eseguito con successo, soddisfacendo le aspettative del paziente. La sopravvivenza degli impianti a 24 mesi, con protesi definitiva, è stata del 100%.
concluSioni Il caso descritto sottolinea come, in casi selezionati, sia possibile inserire impianti post estrattivi a cui fissare un provvisorio immediato, evitando così periodi di edentulia nei quali è necessaria una protesi mobile.
I
l protocollo implantare tradizionale proposto da Brånemark (1, 2) prevedeva che l’inserimento degli impianti fosse effettuato alcuni mesi dopo le estrazioni, in modo da garantire l’adeguata guarigione dei tessuti. Successivamente è stato dimostrato che l’inserimento degli impianti può essere effettuato, con percentuali di successo sovrapponibili al protocollo tradizionale, contestualmente o entro quaranta gior-
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ni dalle estrazioni: in questo caso si parla di impianti post estrattivi, immediati o ritardati (3, 4, 5). Inserendo gli impianti contestualmente alle avulsioni, senza scollamento dei tessuti molli, si evita la sofferenza ischemica tissutale secondaria al sollevamento del periostio, con minor contrazione dei tessuti ed un postoperatorio decisamente più favorevole rispetto alla chirurgia tradizionale (6, 7). Per carico immediato si intende il posizionamento in occlusione di una protesi fissa entro 24 ore dall’inserimento degli impianti (3). È opportuno distinguere il termine “funzione immediata” che fa riferimento al posizionamento non in occlusione della protesi, sempre entro 24 ore dall’intervento chirurgico (3); prerogativa della protesi a funzione immediata è la possibilità di ridurre o addirittura eliminare il carico dell’impianto, soddisfacendo contemporaneamente le esigenze estetiche e funzionali del paziente (8). Il carico immediato, effettuato rispettando corretti criteri (8), è una tecnica sicura e predicibile (3), abbondantemente documentata in letteratura (9, 10, 11, 12). Rispettando i criteri per l’inserimento di impianti post estrattivi e per il carico immediato, le due tecniche possono essere associate, inserendo l’impianto contestualmente all’estrazione e posizionando la protesi entro 24 ore: impianti post estrattivi con protesizzazione immediata (3). Per i settori a valenza estetica, negli ultimi anni, si sono sviluppate tecniche di preservazione della cresta che prevedono l’inserimento di biomateriali nell’alveolo post estrattivo, per evitare il collasso della parete vestibolare e mantenere la morfologia gengivale in modo che il profilo di emergenza della protesi sia fisiologico, sovrapponibile a quello degli elementi naturali (13, 14, 15). Tali tecniche presentano però alcuni
Pierpaolo Guazzotti * Marco Carrega * Alberto Dagna ** Corrado Raiteri *** * Libero professionista ** Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze clinicochirurgiche, diagnostiche e pediatriche, Sezione di Discipline Odontostomatologiche, Professore a contratto di Endodonzia *** Odontotecnico
caso clinico Fig. 1 Ortopantomografia iniziale.
svantaggi rispetto al posizionamento post estrattivo dell’impianto: il disagio di più interventi chirurgici (16); la dilatazione dei tempi di finalizzazione del lavoro (3, 16); atteggiamento psicologico sfavorevole del paziente rispetto alla protesizzazione immediata (3); l’impossibilità, in molti casi, di realizzare provvisori fissi o la difficoltà di confezionare provvisori mobili con l’incremento dei costi necessari a sostenere uno o più interventi per l’impiego di biomateriali (3). Gli impianti post estrattivi possono essere sfruttati per la sostituzione di uno o più elementi: le protesi fisse per la riabilitazione di un’intera arcata sostenute esclusivamente da impianti (definite “full-arch”) sono impiegate da decenni con ottime percentuali di successo (2, 3, 17,18).
Fig. 2 Visione frontale iniziale.
Fig. 3 Visione occlusale iniziale.
Materiali e Metodi Descrizione del caso Si presentava all’osservazione il paziente CA, di sesso maschile, anni 42, per eccessiva mobilità degli elementi dell’arcata superiore. In anamnesi remota il paziente riferiva di essere stato sottoposto a terapia radiante, all’età di circa 6 anni, per una neoplasia del distretto facciale (un rabdomiosarcoma dei seni mascellari, di cui non allegava documentazione e di cui non erano note né la stadiazione alla diagnosi né l’istotipo). Riferiva inoltre di non aver mai avuto segni di recidiva né locoregionale, né a distanza. Il trattamento radiante aveva presumibilmente compromesso sia la dentizione decidua che la permanente, con anomalie di sviluppo ed evidente ipoplasia delle radici degli elementi dentari, come riscontrato nell’ortopantomografia (fig. 1). La mobilità era iniziata in adolescenza, per il sovrapporsi di problemi parodontali, per ovviare ai quali era stato realizzato uno splintaggio palatale, tipo protesi di Maryland, che comprendeva tutti i denti dell’arcata (figg. 1, 2, 3). All’atto della visita, la compromissione parodontale era in avanzato stadio evolutivo, tale da rendere necessaria la bonifica com-
pleta dell’arcata superiore. Il quadro era complicato da anomalie di sviluppo con ipoplasia del mascellare (anch’essa verosimile conseguenza del trattamento radiante) e da uno spiccato riflesso del vomito, che rendevano difficile una riabilitazione temporanea con protesi mobile; il paziente, inoltre, manifestava espressamente l’interesse ad una protesi provvisoria fissa.
Procedura chirurgica Dopo aver escluso clinicamente e radiograficamente controindicazioni all’inserimento di impianti post estrattivi (3),
è stata proposta al paziente la bonifica dell’arcata superiore con contestuale inserimento di impianti. Solamente qualora il torque di inserzione degli impianti fosse risultato superiore a 35 Ncm, quindi idoneo al carico immediato secondo i canoni consolidati in letteratura (8), sarebbe stato posizionato un provvisorio fisso entro 24 ore. Nella seduta precedente l’intervento è stata rilevata l’impronta dell’arcata per la realizzazione di un provvisorio in resina con appoggio palatale (fig. 4); è stata inoltre creata una replica in resina trasparen-
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caso clinico Fig. 4 Provvisorio e dima chirurgica in resina acrilica trasparente.
Fig. 5 Fissaggio della dima.
Fig. 6 Dima in posizione ancorata con vite da osteosintesi.
Fig. 7 Preparazione dei siti implantari attraverso i tramiti della dima.
te dello stesso provvisorio, forata secondo l’asse protesico corretto, necessaria come dima chirurgica (fig. 4). Quindi, dopo aver effettuato le avulsioni senza sollevamento dei lembi, è stata collocata in arcata la dima chirurgica; verificatone il corretto posizionamento in occlusione, è stata fissata al palato con una vite da osteosintesi (Butterfly Milano) (figg. 5, 6). Solo a questo punto sono stati realizzati i siti implantari attraverso i tramiti della dima (fig. 7). Sono stati inseriti nove impianti (Outlink 2, Sweden & Martina), tutti di lunghezza pari o superiore ai 10 mm (fig. 8), come suggerito in letteratura per l’implantoprotesi a carico immediato (12); il torque di inserzione è stato mantenuto superiore ai 40 n/cm, sottocalibrando la preparazione se necessario (8). Sugli impianti sono stati avvitati dei monconi temporanei preformati, successivamente parallelizzati nel cavo orale con apposite frese da titanio (Blade Runner Odontoiatrica) (fig. 9). Il provvisorio, opportunamente adattato (figg. 10 e 11), è stato ribasato in bocca, fissato con resina ai monconi e registrato in occlusione (fig. 12), sfruttando l’appoggio mucoso palatale in modo del tutto analogo alla tecnica di ribasatura diretta delle protesi totali (fig. 13). Al termine della polimerizzazione della resina, il provvisorio, rimosso attraverso i fori occlusali, è stato rifinito al banco, eliminando completamente l’appoggio palatale. Quindi è stato riposizionato nel cavo orale e riavvitato sugli impianti. Dopo 4 mesi (fig. 14), effettuato un controllo radiografico (fig.15), è stata rilevata l’impronta (fig. 16) e realizzata la protesi definitiva mediante tecnica CAD-CAM (sistematica ECHO, Sweden & Martina). La figura 17 mostra il caso completato, con tutti gli impianti in situ e la protesi definitiva a 24 mesi dall’inserimento degli impianti.
diScuSSione Solamente fino a pochi anni fa era scontato che la perdita di elementi dentari potesse essere seguita da un periodo più o meno lungo di edentulia e che l’impiego di prote-
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caso clinico
Fig. 8 Impianti in situ.
Fig. 9 Monconi provvisori fresati dopo il posizionamento sugli impianti.
Fig. 10 Provvisorio adattato ai monconi.
Fig. 11 Chiusura dei fori occlusali del provvisorio con cera.
Fig. 12 Ribasatura e fissaggio del provvisorio in occlusione.
Fig. 13 Visione occlusale del provvisorio con appoggio palatale.
si mobili, provvisorie o definitive, fosse in molti casi l’unica soluzione attuabile. Per un’ampia serie di fattori, tra i quali l’evoluzione dei costumi, con sempre maggior attenzione alla cura della persona e quindi anche del cavo orale, l’attenzione all’immagine e all’estetica, spesso esasperate dalla pressione mediatica, e negli ultimi anni l’evoluzione del marketing odontoiatrico, attraverso cui spesso vengono presentate come semplici, economiche ed immediate soluzioni protesiche accattivanti per i pazienti, le situazioni di edentu-
lia, anche se limitate nel tempo, sono sempre meno accettate dai pazienti e, quando diventano inevitabili, sono vissute con estremo disagio. Vi sono inoltre casi in cui, per limiti anatomici o funzionali, come in caso di spiccato riflesso al vomito, non sempre si possono realizzare protesi mobili temporanee appropriate e tollerate, con inevitabili limitazioni alla vita di relazione dei pazienti. Fortunatamente i continui progressi odontoiatrici, l’evoluzione dell’implantologia e le sempre più sofisticate soluzioni bio-
tecnologiche hanno permesso di limitare notevolmente tali situazioni, grazie alla possibilità di posizionare protesi fisse su impianti appena inseriti, anche contestualmente alle estrazioni dentarie (3, 9, 10, 11, 16). Tuttavia, come sottolineato in letteratura, l’inserimento di impianti post estrattivi deve essere attentamente valutato e pianificato, secondo protocolli e criteri consolidati, tenendo presente che non rappresenta una semplificazione operativa ma è spesso una tecnica dedicata ad operatori esperti (16).
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caso clinico
Fig. 14 Provvisorio in situ a quattro mesi dall’intervento.
Fig. 15 Ortopantomografia a quattro mesi dall’intervento.
Fig. 16 Transfert in posizione per il rilevamento dell’impronta.
Fig. 17 Protesi definitiva a 24 mesi dall’inserimento degli impianti.
concluSioni Il caso presentato sottolinea che il carico immediato con protesi fisse su impianti post estrattivi, se eseguito nel rispetto dei criteri corretti, è una soluzione predicibile che riduce sensibilmente i tempi di riabilitazione, risolvendo i problemi funzionali ed estetici. In questo modo si eliminano i periodi di edentulia e l’impiego di protesi mobili temporanee, frequentemente mal tollerate dai pazienti, senza incidere sui costi. ●
inserted in the postextraction sockets. Then a fixed provisional prosthesis, based on the presurgical study models, was placed. After four months, when implants osseointegration was assessed, a full-arch fixed prosthesis was made.
conclusion This case report shows that in selected cases immediate load on post-extraction implants is possible with a provisional prosthesis. In this way the patient is never edentulous and there is no need of temporary removable full arch dentures.
results Surgical treatment was successful and the patient was satisfied. The implant survival rate after 24 months, with the final prosthesis, was 100%.
BiBlioGraFia aim of the work The aim of this work is to report a case of immediate loading on post-extraction implants with full-arch prosthesis. This type of rehabilitation avoids the use of temporary removable full arch dentures.
materials anD methoDs A 42 years old male patient with mobility of all upper teeth required a fixed implant-supported rehabilitation without the use of a provisional removable prosthesis. In the same session all teeth were extracted and nine immediate implants were
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1. Brånemark PI, Adell R, Breine U et al. Intraosseus anchorage of dental prostheses. Part I. Experimental studies. Scand J Plast Reconst Surg 1969;3:81-100. 2. Brånemark PI, Hansson BO, Adell R et al. Osseointegrated implants in the treatment of the edentulous jaw: experience from a 10-year period. Scand J Plast Reconst Surg 1977;16(suppl). 3. Gatti C, Chiapasco M, Casentini P, Procopio C. Manuale illustrato di implantologia orale. Milano: Masson; 2006. 4. Chen ST, Wilson TG, Hammerle CHF. Immediate or early placement of implants following tooth
extraction: review of biologic basis, clinical procedures and outcomes. Int J Oral Maxillofac Implants 2004;19:12-25. 5. Grunder U, Polizzi G, Goene’ R et al. A 3-year prospective multicenter follow-up report on the immediate and delayed-immediate placement of implant. Int J Oral Maxillofac Implants 1999;14:2010-6. 6. Pennel BM, King KO, Wilderman MN, Barron JM. Repair of the alveolar process following osseus surgery. J Periodontal 1967;38(5):42631. 7. Wilderman MN. Exposure of bone in periodontal surgery. Dent Clin North Am 1964;3:23-36.
caso clinico 8. Vanden Bogaerde L. Il carico immediato nella pratica clinica. Il Dentista Moderno 2006;10:26-44. 9. Grandi T, Garuti G, Samarani R, Guazzi P, Forabosco A. Immediate loading of single post-extractive implants in the anterior maxilla: 12-month results from a multicenter clinical study. J Oral Implantol 2012 Sep; 38 Spec No:477-84. 10. Danza M, Fanali S, Quaranta A, Vozza I. The importance of immediately loaded immediate post-extractive implants in esthetical rehabilitation: case series. Minerva Stomatol 2010 Apr;59(4):215-22. 11. Grandi T, Guazzi P, Samarani R, Grandi G. Immediate loading of four (all-on-4) post-extractive implants supporting mandibular cross-arch fixed prostheses: 18-month follow-up from a multicentre prospective cohort study. Eur J Oral Implantol 2012 Autumn;5(3):277-85. 12. Chiapasco M, Gatti C, Gotlow J, Lundgren a, Malò P, Meredith N, Polizzi G, Sennerby L. Osteointegrazione e carico immediato, fondamenti biologici ed applicazioni cliniche. Milano: Masson; 2002. 13. Keith JD Jr, Salama MA. Ridge preservation and augmentation using regenerative materials to enhance implant predictability and esthetics. Compend Contin Educ Dent. 2007 Nov;28(11):614-21; quiz 622-4. 14. Lindhe J, Cecchinato D, Donati M, Tomasi C, Liljenberg B. Ridge preservation with the use of deproteinized bovine bone mineral. Clin Oral Implants Res. 2013 Apr 4;10. 15. Hauser F, Gaydarov N, Badoud I, Vazquez L, Bernard JP, Ammann P. Clinical and Histological Evaluation of Postextraction Platelet-rich Fibrin Socket Filling: A Prospective Randomized Controlled Study. Implant Dent 2013 Jun;22(3):295-303. 16. Bellucci G, Trisciuoglio D, Fontana F, Maschera E, Rocchietta I, Simion M. Gli impianti post estrattivi: indicazioni, limiti, tecnica chirurgica. Dental Cadmos 2011 Apr;79(4):187-201. 17. Ekelund JA, Lindquist LW, Carlsson GE, Jemt T. Implant treatment in the edentulous mandible: a prospective study on Brünemark system implants over more than 20 years. Int J Prosthodont. 2003 Nov-Dec;16(6):602-8. 18. Quaranta M, Malchiodi L. Implantologia Orale. Bologna: Edizioni Martina; 1995.
caso clinico
Rialzo del seno mascellare con approccio laterale a una fase
Rialzo del seno mascellare, volume osseo, impianti.
Maxillary sinus lift with single step lateral approach
Sinus lift, bone volume, dental implants.
flavio.bellora@libero.it
Scopo del lavoro Il rialzo di seno mascellare è una pratica chirurgica che consiste nel sollevamento dell’epitelio che riveste la cavità sinusale, al di sotto della quale viene innestato del riempitivo osseo che garantisce il mantenimento di spazio indispensabile alla rigenerazione ossea per poter ottenere l’osteointegrazione degli impianti. Scopo del lavoro è presentare vantaggi e svantaggi del rialzo del seno effettuato con approccio laterale a una fase.
Materiali e Metodi Viene presentato il caso di un paziente in cui il rialzo del seno viene effettuato con approccio laterale ad una fase. Effettuate OPT e TAC e dopo un’adeguata profilassi farmacologica, si procede alla fase chirurgica.
riSultati e concluSioni I vantaggi rispetto alla tecnica a due fasi riguardano tempi, costi e minor discomfort. Inoltre, c’è un maggior controllo grazie alla visione diretta del pavimento del seno e si ottiene un incremento maggiore della rigenerazione. Per contro, la tecnica ad approccio crestale risulta meno invasiva e più semplice nell’esecuzione.
L
a tecnica chirurgica del grande rialzo di seno mascellare per l’inserimento di impianti osteointegrati è stata riportata per la prima volta in letteratura nel 1980 da Boyne e James (1). Ancora negli anni ’70 ci si domandava se ed in quale modo gli impianti di materiale alloplastico potessero guarire nell’osso; negli anni ’80, verificata la certezza della guarigione, si sono creati sistemi implantari sempre più versatili ed efficienti. Questo, in abbinamento a nuove e più complesse tecniche chirurgiche, ha determinato un notevole ampliamento delle indicazioni. Le esperienze e le conoscenze attu-
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ali hanno permesso di rendere il trattamento implantoprotesico routinario anche quando l’osso alveolare non è sufficientemente presente. Nel 1996 Lundgren e collaboratori, mediante studi istologici e istomorfometrici delle biopsie ossee, riscontrarono in tutti i prelievi eseguiti una guarigione e una maturazione ossea normale (2). Questo più vasto impiego di impianti endossei ha provocato una sostanziale serie di modifiche negli schemi terapeutici ricostruttivi. Oggi, in presenza di denti con alterazioni parodontali e con problemi endodontici che rendono la terapia di recupero poco predicibile, si preferisce spesso optare per l’ipotesi estrattiva e conseguente sostituzione con tecniche implantoprotesiche. Per questo all’autore sembra importante porre all’attenzione del lettore anche quegli interventi complessi che permettono di risolvere problemi magari irrisolti fino a qualche tempo fa. Prima di praticare un intervento d’implantologia nell’arcata superiore, il dentista deve conoscere perfettamente l’anatomia del seno mascellare. Alcune ossa del viso sono dette pneumatiche, poiché al loro interno contengono degli spazi vuoti. I seni rivestiti da mucosa comunicano con le cavità nasali tramite orifizi e canali ossei e sono responsabili di molteplici funzioni: alleggerimento della parte anteriore del capo; riscaldamento dell’aria inspirata; cassa di risonanza per la voce; protezione termica e meccanica per le strutture contenute nelle ossa, come radici dentali e bulbi oculari. Il seno mascellare è il più grande di tutti e si trova all’interno delle ossa mascellari superiori. L’edentulia prolungata, l’età avanzata del paziente, le infezioni parodontali profonde e trascurate, o semplice-
Flavio Bellora Libero professionista
caso caso clinico clinico mente una predisposizione genetica possono far sì che il processo di riassorbimento dell’osso alveolare nelle zone edentule dei settori posteriori impedisca il posizionamento di impianti osteointegrati. Per questo motivo, in alcuni casi, è necessario aumentare il volume osseo nell’arcata superiore della bocca. Ed è proprio in questo aumento che consiste la pratica chirurgica di rialzo del seno mascellare, detta anche sinus lift. Il seno mascellare viene spostato in alto dal ripristino dei volumi ossei attraverso l’utilizzo di materiali osteoconduttori e/o osteoinduttori, che creano un’impalcatura su cui le cellule ossee possono tornare a crescere. In questo modo si ottiene tessuto giovane, sano e resistente, l’osso rigenerato verticalmente presenta lo stesso comportamento biologico dell’osso nativo (3) Perfetto per garantire la stabilità necessaria alle riabilitazioni protesiche. Per favorire la formazione di nuovo tessuto osseo si possono utilizzare diversi materiali:
osso autologo, ossia prelevato dal paziente stesso, che ha anche un’azione osteoinduttiva; osso eterologo, di origine bovina o equina; materiali biocompatibili, quali idrossiapatite o fosfato tricalcico; osso omologo da banca dell’osso, anch’esso dotato di capacità osteoinduttiva.
indicazioni e controindicazioni della tecnica di SollevaMento del Seno MaScellare con approccio laterale a una faSe
Controindicazioni Spazio tra sella edentula e arcata antagonista superiore a 12 mm; presenza di setti ossei intrasinusali.
caSe report (figg. 1-15) Il paziente di 58 anni viene sottoposto ad intervento implantare con grande rialzo di seno mascellare ad approccio vestibolare con inserzione immediata di due impianti osteointegrati al fine di ripristinare protesicamente l’emiarcata superiore destra. Previa valutazione di OPT e TAC e dopo un’adeguata profilassi farmacologica si procede alla fase chirurgica.
Indicazioni Ampie cavità sinusali; presenza di una base ossea inferiore ai 5 mm; distanza tra cresta alveolare e arcata antagonista compresa tra 5 e 12 mm; assenza di sinusopatie.
Terapia farmacologica Il paziente è stato sottoposto a terapia farmacologica con amoxicillina da 2 giorni prima a 7 giorni dopo l’intervento, bentelan 0,5 mg una compressa il giorno prima, 2 per 3 giorni e una l’ultimo giorno, clorex-
Fig. 1 Situazione iniziale.
Fig. 2 Situazione iniziale.
Fig. 3 Particolare della fase iniziale dello scollamento dell’epitelio di Schneider.
Fig. 4 Particolare della fase iniziale dello scollamento dell’epitelio di Schneider.
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caso clinico
Fig. 5 Particolare della fase iniziale dello scollamento dell’epitelio di Schneider.
Fig. 6 Evidenza dello scollamento dell’epitelio.
Fig. 7 Evidenza dei fori dei siti implantari e della botola vestibolare.
Fig. 8 Zeppamento della cavità con osso autologo ed eterologo.
idina 0,20 da 2 giorni prima a 7 giorni dopo l’intervento.
Fase chirurgica Si procede con un’incisione crestale a spessore totale eseguita con una lama da bisturi 15C, che inizia a livello del tuber e continua mesialmente nell’ambito della gengiva cheratinizzata, fino al solco del dente mesiale; viene poi praticata un’incisione verticale a mazza da hokey di rilasciamento eseguita sulla parte mesiale dell’elemento 13; infine si procede allo scollamento dei lembi vestibolare e palatale. Mantenendo il lembo vestibolare sollevato dalla superficie ossea mediante l’utilizzo di scollatori, si procede poi alla fenestrazione della teca ossea vestibolare tramite l’utilizzo di apparecchi ad ultrasuoni al fine di accedere alla membrana sinusale; in maniera molto delicata si procede allo scol-
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lamento della membrana sinusale la quale deve essere sollevata fino a raggiungere la parte mediale del seno. Si continua preparando i siti implantari per mezzo di una fresa, poi riempiendo la cavità antrale con particolato osseo eterologo mischiato all’osso autologo prelevato durante la fenestrazione della teca ossea vestibolare, quindi si posizionano gli impianti; viene poi completato il riempimento con osso eterologo a funzione osteoconduttiva e osso autologo ad azione osteoinduttiva. Infine, si posiziona una membrana in collagene per proteggere il coagulo ed il materiale inserito, dopodiché si pratica un’incisione periostale continua di rilasciamento che serve a passivare il lembo ed infine si sutura. Dopo l’operazione è opportuno evitare di soffiare il naso e di starnutire tenendo la bocca chiusa, onde evitare aumenti di pressione a livello della membra sinusale.
diScuSSione Questa tecnica deve essere impiegata qualora sia impossibile ricorrere a tecniche meno invasive quali l’inserimento di impianti corti o inclinati, oppure il sollevamento del seno mascellare ad approccio crestale. L’utilizzo di questa tecnica trova impiego anche nei casi in cui sia possibile eseguire un approccio crestale di sollevamento del seno mascellare ma il pavimento del seno abbia un’inclinazione > o = 45°; nel caso in cui la base ossea sia inferiore a 4 mm o la qualità ossea sia scadente è possibile eseguire la tecnica in due tempi.
Criticità Le criticità di questa tecnica riguardano la possibilità di perforazione della membrana Schneideriana durante la fase di fenes-
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caso clinico
Fig. 9 Particolare degli impianti osteointegrati.
Fig. 10 Particolare degli impianti osteointegrati.
Fig. 12 Membrana in collagene.
Fig. 13 Posizionamento della membrana in collagene.
trazione ossea o di scollamento della membrana stessa. Lo spessore della membrana del seno mascellare risulta essere normalmente di 0,3-0,8 mm, ma in alcuni casi risulta particolarmente sottile fino a 0,1 mm e questo aspetto espone a maggior rischio di lacerazione. Altri aspetti che predispongono a fenestrazione della membrana sono le sinechie di adesione, le cicatrici, normalmente sequele di precedenti interventi, e i setti di Underwood che rendono particolarmente indaginoso lo scollamento e che vanno attentamente valutati con la tac. L’utlizzo di quest’ultima permette di valutare la presenza di arteriole circumferenziali intramurali della parete laterale del seno, rami dell’arteria mascellare che, se violate, possono essere responsabili di copiosi fenomeni emorragici.
Fig. 15 Radiografia finale.
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Fig. 11 Impianti in sito.
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caso clinico concluSioni
aIm oF The work
Ciascun odontoiatra che si occupa di implantologia deve saper effettuare la tecnica di elevazione del seno mascellare. Si tratta infatti di una tecnica predicibile che offre la possibilità di riabilitare i settori diatorici dei mascellari superiori quando l’entità dell’osso residuo è insufficiente al posizionamento degli impianti. Il case report qui illustrato riporta un approccio laterale ad una fase di grande rialzo ed elenca tutti gli step che devono essere seguiti. Il principale vantaggio rispetto alla tecnica a due fasi è relativo ai tempi, ai costi e al minor discomfort. Inoltre, rispetto all’approccio crestale, consente di avere un maggior controllo grazie alla visione diretta del pavimento del seno, di ottenere una maggior quota di incremento della rigenerazione e di intervenire per chiudere eventuali lacerazioni della membrana, se di dimensioni fino a 5 mm, mediante l’utilizzo di membrane in collagene. Per contro, la tecnica ad approccio crestale risulta meno invasiva e più semplice nell’esecuzione.
Maxillary sinus elevation consists in the surgical lifting of the epithelium covering the sinus cavity, beneath which a bone filler is inserted to ensure the maintenance of the necessary volume for bone regenerationand, subsequently, implants osseointegration. The aim of this work is to present the advantages and disadvantages of the sinus elevation performed with a single step lateral approach.
maTerIals and meThods The case of a patient in whom the sinus elevation is performed with single step lateral approach is presented. After OPT, TC and an adequate pharmacological prophylaxis, surgery is performed.
resulTs and ConClusIons The advantages of this technique compared to the two steps procedure are a reduction of time, costs and patient discomfort. Moreover, better control is possible thanks to the direct vision of the sinus floor and an increase in bone regeneration can be observed. Conversely the crestal approach technique is less invasive and simpler to perform.
BiBliografia 1. Byorne PJ. Grafting of the maxillarysinus floor whit autogenous marrow bone. J Oral Surg 1980;38:613-6. 2. Lundgren S, Moy P, Johansson C, Nilsson H. Augmentation of the maxillary sinus floor with particulated
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augmentated with sinus floor elevation associated with vertical ridge augmentation: a retrospective study of 38 consecutive implants with 1 to 7 year follow up. Int J Period Rest Dent 2004;24:20821.
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aggiornamento professionale
Aesthetic Digital Smile Design: digital dental modeling e virtual planning Aesthetic Digital Smile Design: digital dental modeling and virtual planning
Aesthetic Digital Smile Design, Digital Virtual Modeling, Virtual Planning, Odontoiatria estetica. Aesthetic Digital Smile, Design, Digital Virtual Modeling, Virtual Planning, Aesthetic dentistry.
info@studio-bini.com
riassunto L’analisi dettagliata del sorriso ed il suo progetto, indispensabili per formulare la diagnosi clinico estetica, è parte fondamentale del delicato approccio al paziente, vero protagonista dell’odontoiatria estetica. Il professionista oggi dispone di nuovi mezzi non invasivi per formulare il piano di trattamento: il Digital Dentistry ed i software per l’elaborazione delle immagini possono ormai fare parte della strumentazione utile a praticare l’odontoiatria. Aesthetic Digital Smile Design – ADSD vuole rappresentare un modo semplice ed economico per esporre al paziente il piano di trattamento predicibile, visualizzandone nell’immediato ovvero entro il secondo appuntamento, i cambiamenti estetici e funzionali perfezionabili in itinere con l’ausilio dei corrispondenti prototipi, e per trasmettere a tutto il team estetico del viso e del sorriso (Face Aesthetic Medical Team) le informazioni necessarie al giusto approccio multidisciplinare. Un’importantissima applicazione per questa metodica di Smile Design è la Deformazione/Distorsione Digitale, Digital Dental Image Distorsion (DDID) che permette di alterare e modificare la morfologia dentale degli elementi oggetto dell’elaborazione.
L’
immediata fruibilità delle immagini digitali e l’uso sempre più semplificato del computer conferiscono all’odontoiatra peculiarità professionali che sembrano fare della Digital Dentistry una nuova disciplina. Le sofisticate procedure software assistite quali il Cad-Cam, l’impronta digitale, l’implantologia guidata vogliono essere sempre più cardine di un nuovo modo di praticare l’odontoiatria moderna. Accanto a questi importanti traguardi raggiunti dalla digitalizzazione, un’altra nuova frontiera si concretizza relativamente alla predicibilità ed al modo di comunicare: lo Smile Design.
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aesthetic Digital smile Design, comunicare in oDontoiatria estetica L’odontoiatra che si occupa della composizione estetica dentale ha un ruolo determinante nel comprendere le capacità artistiche ed il know how necessari per concretizzare il proprio operato nel contesto “Face”. Oggi la bellezza e l’estetica sono sempre più legati ai concetti di misura, proporzione, simmetria, e indissolubili dalla tecnologia che l’era digitale sempre più perfeziona. Le moderne conoscenze scientifiche mettono a disposizione dei professionisti diverse opzioni terapeutiche e la collaborazione tra diversi specialisti quali ortodontista, implantologo, parodontologo, odontotecnico, chirurgo maxillofacciale, chirurgo plastico, medico estetico e odontoiatra estetico consente di individualizzare sempre meglio il piano di trattamento. Il gioco di equilibri tra denti, tessuti intraorali, periorali, viso e sorriso si identifica come comune ideale estetico, verificato ed elaborato dal Face Aesthetic Medical Team (fig. 1), realtà specialistica multidisciplinare, che effettua la diagnosi clinico-estetica. L’avvento della Digital Dentistry può essere un aiuto concreto e di qualità se si seguono precisi protocolli (Virtual Planning) per un risultato standard predicibile e ottimale. Oggi l’uso di software associati al fotoritocco e morphing delle immagini digitali (Digital Image Editing) offre la possibilità di elaborare dati e parametri ben personalizzati per ogni specifica esigenza clinico-estetica dello smile makeover; la moderna tecnologia digitale unita all’esperienza ed alla sensibiltà estetica dell’odontoiatra è fondamentale ai fini del successo dello Smile Design, offre maggior predicibilità al paziente sia per quanto riguarda i risultati estetici finali,
Valerio Bini Libero professionista
aggiornamento professionale sia sull’iter terapeutico prescritto. La nuova figura professionale dello Smile Designer dovrà saper comunicare sia con il paziente, protagonista indiscusso dell’odontoiatria estetica, sia con l’équipe estetica (Face Aesthetic Medical Team) i cui attori sono preziosi nella formulazione del virtual planning. Aesthetic Digital Smile Design (ADSD) è un metodo esclusivamente complementare agli altri importanti elementi utili alla formulazione di diagnosi e prognosi il cui punto d’arrivo sarà la salute ed il benessere della persona; è uno strumento per migliorare la comunicazione con il paziente, poiché attraverso l’uso di immagini elaborate sarà possibile vedere sul monitor digitale le fotografie prima/dopo, indice di predicibilità ed elemento di confronto esplicito con il paziente stesso. Altro punto cardine vuole essere l’innovazione nella pianificazione estetico-clinica in odontoiatria estetica, cosmesi dentale, odontoiatria protesica relativamente all’analisi e progettazione odontotecnica, peraltro integrabile in diagnosi e pianificazioni di chirurgia plastica e maxillofacciale. Il protocollo ADSD prevede l’acquisizione di immagini del paziente a mezzo di fotografie digitali e video full HD; quest’ultimo soprattutto è in grado di rilevare le fasi dinamiche del sorriso legate alla fisiologia dello stesso (mimica, fonetica, rapporti dento-labiali), la cui dinamica può essere analizzata ed elaborata osservando singolarmente i frames. L’importazione di questi importanti dati nella cartella digitale estetica del paziente saranno complementari all’anamnesi poiché parte integrante dell’esame obiettivo intra ed extraorale, successivamente oggetto di analisi estetica secondo le linee guida principali; la seconda fase prevede l’elaborazione analitica dove verranno quindi mappati ed elaborati la composizione estetica del sorriso, le determinanti morfologiche viso e sorriso, compresi i punti di repere fondamentali quali face markers. Il passo seguente di elaborazione di dati digitali sarà il Virtual Planning attraverso Digital Image Editing, a cui segue wax up diagnostico digitale e analogico, mock up, provvisorio estetico, restauro definitivo. La metodologia digitale, affidata sostanzialmente al fotoritocco, risulta molto af-
Fig. 1 Face Aesthetic Medical Team.
Fig. 2 ADSD Virtual Planning.
Fig. 3 Digital Dental Design.
fidabile anche e soprattutto nel comunicare con le immagini del caso clinico in itinere relativamente a ritocchi funzionali, eventuali modifiche morfologiche, molto più facilmente comprensibili dal laboratorio odontotecnico se le stesse verranno suffragate da spiegazioni didascaliche o commenti verbali. Molto importante è poter interagire con altre sistematiche digitali, possibilità quindi di poter implementare ADSD a simulazioni digitali ortodontiche, digitalizzazione delle impronte, Cad-Cam
eccetera, conferendo così multimedialità alla metodica.
Digital Dental image eDiting e moDellazione virtuale (DDiD) L’elaborazione digitale delle immagini può essere effettuata con diverse modalità (fig. 2) secondo le esigenze dello Smile Designer e con diversi software che possono essere reperiti facilmente sul web, le cui peculiarità so-
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aggiornamento professionale Figg. 4 a e b Digital Dental Calibrated Trasposition (DDCT) dell’elemento 12.
no direttamente proporzionali all’esperienza estetica ed alla pratica digitale. Parte di questi sono freeware o a pagamento, la cui destinazione d’uso riguarda l’image and photo editing generico, sia dilettantistico che per operatori professionisti dell’immagine, altri sono specifici odontoiatrici, derivati dai precedenti. Il protocollo ADSD prevede diversi tipi di formulazione dello Smile Design operativamente relazionati tra loro. Digital Dental Design (DDD): è il modo più semplice e schematico per effettuare smile design che ADSD prevede dopo aver posizionato le immagini; gli elementi dentali oggetto della futura composizione estetica dentale vengono modificati nella loro previsualizzazione attraverso l’uso di outlines, cioè linee tracciate sopra le foto intraorali, passanti per i margini gengivali, papille, margini interprossimali incisali, profilando gli elementi dentali centrali, laterali e canini. Volendo eseguire un disegno assolutamente simmetrico, le linee ed i contorni possono essere duplicati da Fig. 5 Digital Dental Image Distorsion (DDID).
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un’emiarcata all’altra in modo speculare; in questo modo sarà possibile ottenere il posizionamento delle forme sui denti controlaterali. Tra le linee di impostazione del disegno, sarà molto utile impostarne una relativa alla “curvatura marginale estetica ideale” che avrà valore direttamente proporzionale al posizionamento del piano occlusale (fig. 3). Digital Dental Photos Database (DDPD): riguarda importazione, adattamento ed elaborazione di forme dentali e tipologie di dentature sotto forma di vere e proprie immagini. L’organizzazione di questa “libreria” può comprendere: » Personal Case Reports Database, raccolta dei casi clinici personali riguardanti le protesizzazioni, la cosmesi dentale e tutti i precedenti virtual waxup, mock up e dentature sane di pazienti. » Dental Shape Library, comprende cinque tipologie di dentature relativamente alla forma anatomica e possibilmente di colore facilmente modificabile secondo la qualità e quantità
di luce presente sulla fotografia rilevata dal clinico. Le forme dentali contenute dovranno essere triangolare, ovale, rettangolare con variabili quali quadrata e trapezoidale. » Librerie di dentature/bocche integre, allineate ed esteticamente ideali; esistono alcune librerie, ad esempio digident.com, ove gli elementi dentali sono già preformati relativamente alla morfologia dei margini incisali (flat, square, round). » Librerie dentali preformate per protesi mobile, disponibili sul web da aziende leader del settore. » Smiles Library, fotografie con visi di modelli e modelle sorridenti in alta risoluzione; le dentature possono essere selezionate dal viso del soggetto fotografato. Se ne può effettuare il download da pay-web photo sites (123RF.com, Fotolia.com, Shutterstock.com, Fotosearch.com eccetera). Digital Dental Calibrated Transposition (DDCT): trasposizione degli elementi dentali necessaria alla simulazione cosmetica della nuova composizione dentale. La trasposizione deve essere calibrata, poiché gli elementi spostati nelle posizioni desiderate devono mantenere invariate le misure/dimensioni anatomiche. In questo modo sarà possibile effettuare un calcolo maggiormente predicibile della futura composizione dentale, non solo esteticamente ma altresì funzionalmente. Spesso infatti la relazione tra casi clinici estetici ortodontici e la relativa spaziatura (mesializzazione/distalizzazione) necessaria all’inserimento di implantoprotesi, è di importante riscontro soprattutto per implantologo, protesista ed ortodontista, specialisti questi con cui si deve concer-
Photo: Roberto Serra
Programma Scientifico
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°
Day Premium
International Congress on Implant Prosthodontics
11-13 Giugno 2015 Padova, Palazzo della Ragione Corsi precongressuali
Programma Scientifico per Odontoiatri
Giovedì 11 giugno 2015
Venerdì 12 giugno 2015
08.30 Registrazione partecipanti Presidente di sessione Vittorio Ferri
Presidente di Sessione Roberto Weinstein 09.30 Alberto Fonzar: Denti e impianti nella riabilitazione del paziente parodontale: revisione critica 10.10 Pierpaolo Cortellini: La terapia parodontale rigenerativa: come cambiare la prognosi di denti con grave perdita di supporto parodontale 10.50 Stefano Parma Benfenati: Perimplantite: soluzioni chirurgiche
09.00 Corso precongressuale Gioacchino Cannizzaro, Paolo Viola: La riabilitazione implantare nell’attuale contesto socio-economico: comunicazione - semplificazione - mini invasività 14.00 Registrazione partecipanti Corsi precongressuali del pomeriggio 14.30 1. Luigi Canullo: Prevenzione e trattamento delle complicanze infettive peri-implantari 14.30 2. Marco Csonka: Trattamento chirurgico delle creste sottili: split crest con Magnetic Mallet o GBR con Mesh in titanio? Indicazioni, limiti e risultati clinici delle due tecniche a confronto 14.30 3. Mauro Fadda: Come raggiungere l’eccellenza in protesi e implantologia: un approccio minimamente invasivo 14.30 4. Giuseppe Pellitteri: M.I.S.E. Tecnica mini invasiva del rialzo del seno mascellare per via crestale
Presidente di Sessione Leonello Biscaro 12.00 Gaetano Calesini: L’integrazione mimetica in implantoprotesi, dal progetto alla realizzazione 12.40 Guido Fichera: Il restauro del pilastro protesico: approccio multidisciplinare e strategie di trattamento Presidente di Sessione Paolo Pera 14.30 Domenico Baldi: Chirurgia implantare minimamente invasiva 15.10 Ugo Covani: Il carico immediato: implicazioni biologiche e razionale clinico 15.50 Enrico Gherlone, Maria Gabriella Grusovin: Riabilitazioni implantoprotesiche supportate da impianti tiltati. Percorribilità clinica ed evidenza scientifica 16.30 Rodolfo Gianserra: Premiazione 3° Premio Roberto Cornelini 16.40 Roberto Abundo: Recessioni gengivali su denti naturali e impianti: stesse tecniche chirurgiche per stessi risultati clinici? 17.20 Massimo Frosecchi: Grande rialzo di seno e alternative nella gestione delle atrofie mascellari latero-posteriori
Sabato 13 giugno 2015 Presidente di Sessione Francesco Vedove 09.00 Angelo Sisti: La chirurgia computer assistita: ruolo, vantaggi e limiti a 20 anni dall’introduzione 09.40 Massimo Buda: Il flusso digitale integrato nell’implantologia computer assistita 10.20 Ignazio Loi: Dalla tecnica B.O.P.T. all’impianto Prama Presidente di Sessione Antonio Barone 11.30 Gioacchino Cannizzaro: Il concetto di semplificazione in implantologia 12.10 Davide Mirabella: L’agenesia degli incisivi laterali superiori: considerazioni cliniche e strategie ortodontiche 12.50 Mauro Fadda: La programmazione estetica nei trattamenti interdisciplinari
aggiornamento professionale tare a mezzo di indagini radiologiche (Dicom, Tac3D). Dopo aver pianificato il posizionamento finale degli elementi dentali, lo Smile Designer potrà prendersi cura dei miglioramenti morfologico-estetici modificando, o meglio modellando, le immagini con DDID (figg. 4 a e b). Digital Dental Image Distorsion (DDID): è la deformazione/distorsione digitale, che permette di alterare e modificare la morfologia dentale degli elementi oggetto dell’elaborazione (fig. 5). Questa funzione è di grande utilità per la costituzione degli elementi del DDPD, non deve essere solo vettoriale in lunghezza e larghezza ma efficace in ogni direzione sia sulle outlines (contorni dell’immagine) che sulle superfici dentali, prime tra tutte le linee di transizioni. Questo tipo di elaborazione digitale inoltre si rende spesso molto utile per le luci riflesse sulle superfici dentali caratterizzate da micro e macrotessiture, canyons interprossimali ed è efficace nell’analisi ed elaborazione dei punti di contatto interprossimali, embrasures e angoli interincisali. Si dimostra inoltre efficace nella caratterizzazione morfologica dei margini incisali e delle outlines in generale, spesso punti di riferimento propri dell’età, sesso e morfopsicologia del paziente. DDID è la parte più importante dell’intera metodica ADSD, proprio perché non si può “stampare” sulla bocca dei pazienti un sorriso preconfezionato che, per quanto possa essere costituito da elementi di per sé perfetti, occorre, utilizzando la sensibilità artistica e il know how odontoiatrico, saper modificare; bisogna modellare, plasmare, deformare, aumentare, diminuire o eliminare tutto ciò che va in contrasto con l’armonia delle forme. Clinico e Odontotecnico possono usare la propria manualità professionale con il mouse piuttosto che con gli strumenti tradizionali di modellazione. Per poter deformare le immagini che ritraggono gli elementi dentali oggetto di fotoritocco, possono essere usati svariati software purché abbiano caratteristiche utili a questa importante fase di ADSD; tra questi l’autore ne privilegia uno in par-
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ticolare: Photoshop CC Creative Cloud, oggi riconosciuto come software alla base di qualsiasi progetto creativo in digitale, applicazione per l’elaborazione delle immagini forse più conosciuta al
mondo. Questa consente di ottimizzare, ritoccare e manipolare le fotografie e altri tipi di immagini in qualsiasi modo suggerisca l’immaginazione o la tecnica preposta all’uso. Creative Cloud, o Figg. 6, 7 e 8 Elementi dentali Before e mappatura microestetica.
Fig. 9 Selezione elemento 11.
aggiornamento professionale
Figg. 10 Menù funzione “Altera”.
Figg. 11 Selezione elemento 12. Figg. 12 a, b, c e d Modellazione virtuale di 23 e verifica allineamento.
Figg. 13 a e b Modellazione virtuale elemento 11.
Figg. 14 a e b Modellazione virtuale ed allineamento elemento 12.
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aggiornamento professionale Figg. 15 a e b Modellazione virtuale elemento 21.
Figg. 16 a, b e c Modellazione superficiale elemento dentale attraverso modifica luci.
meglio l’applicazione PS, permette di salvare, condividere e accedere ai lavori nel giro di pochi clic, quindi sempre più facilmente fruibile dalle diverse tipologie di utenti. Per l’odontoiatra che vuole approcciare al mondo dello Smile Design facendo uso delle immagini, PS si dimostra un ottimo software che può diventare un vero e proprio strumento professionale conferendo alla metodica qui presentata ottime qualità tecniche. Pertanto, ritornando al protocollo ADSD, una volta selezionata la forma da alterare (figg. 6, 7 e 8) cioè l’elemento dentale al quale applicare la modellazione morfologica virtuale, si rende necessario scegliere la funzione dal menù Modifica > Trasforma > Altera. Le forme di questo menu sono modificabili, trascinando i loro punti di controllo che circondano il dente. Il comando “altera” consente di trascinare i punti di controllo della selezione per manipolare la forma di immagini, forme, tracciati eccetera (figg. 9, 10, 11 e 12 a). La modifica morfologica della trama dentale fotografata avviene manipolando la stessa relativamente alla forma, trascinando i punti di controllo su una parte del rettangolo di selezione o della trama o un’area all’interno, quindi per regolare l’andamento di una curva sarà semplice usare le maniglie dei
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punti di controllo messe a disposizione dal software (figg. 12 b e c, 13 a e b, 14 a e b, 15 a e b). Per quanto riguarda la silhouette emergente sulla superficie dei denti e relative macro e microtessitura nonché le embrasures, il procedimento è praticamente identico; può essere ulteriormente facilitato selezionando la superficie dentale interessata dalla luce di transizione con conseguente deformazione verso le direzioni desiderate dal clinico (figg. 16 a, b e c). A questo punto risulterà molto semplice verificare le modifiche utili al perfezionamento della composizione dentale estetica (microestetica) e rapportarla all’immagine del viso intero (macroestetica) (figg. 17, 18 e 19). Verificato quindi il posizionamento degli elementi, si potrà procedere agli ultimi ritocchi usando gli strumenti “sfumino”, “sfoca” e “nitidezza” con i quali l’operatore potrà ulteriormente
affinare le caratteristiche che dovranno essere espresse in quella soggettiva composizione estetico dentale (fig. 20). Il Virtual Planning è quindi pronto per essere visionato dal paziente insieme al quale il clinico potrà spiegare il sorriso futuro la cui predicibilità potrà ulteriormente essere ritoccata consensualmente (figg. 21, 22 e 23); inoltre la stessa composizione sarà oggetto di eventuale concertazione con tutto il team estetico, soprattutto con l’odontotecnico in caso di ceramizzazioni protesiche cosmetiche. Nel caso in cui lo stesso clinico, odontoiatra e smile designer dovesse effettuare recontouring estetici e/o restauri diretti alla poltrona, ADSD risulterà ancor più efficace poiché guida al restauro finale, ma soprattutto previsualizzazione per il paziente, che a sua volta vedrà fugati eventuali dubbi sul risultato estetico.
aggiornamento professionale
Fig. 17 Elemento 11 deformato, allineato alla mappatura microestetica.
Fig. 18 Verifica modellazione virtuale ed allineamento relativamente a zenith gengivali.
Fig. 19 Specchiatura e posizionamento elemento 12-22 e verifica parametri estetici gengivali (zenith).
Fig. 20 Rifinitura Digital Dental Modeling.
Fig. 21 Elementi modellati selezionati singolarmente.
Fig. 22 Analisi Before/After con opacità e trasparenze.
conclusioni
Fig. 23 ADSD Virtual Planning definitivo.
Ogni sorriso è unico, esclusivo, caratteristico del paziente che decide di sottoporsi alle terapie riabilitative ed estetiche odontoiatriche. L’era della digitalizzazione in odontoiatria estetica consente di formulare Virtual Planning (previsualizzazioni) sempre più predicibili; la metodica Aesthetic Digital Smile Design (ADSD) consente non solo di posizionare gli elementi dentali nelle posizioni idea-
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AGGIORNAMENTO S E A CPROFESSIONALE
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eulB noziroH
li oggetto della nuova composizione estetica means in the formulation of a treatment plan: Digidel sorriso, ma permette di modellarne vir- tal Dentistry and softwares for image elaboration tualmente laacmorfologia, irtaiotnodrispettando O acinilC aquinlletraCare now part of the tools of any dental surgeon. di il principio secondo il quale non si posso- Aesthetic Digital Smile Design (ADSD) is a simple no clonare sorrisi spersonalizzando una delle and economic way to show patients a predictable peculiarità principali del viso: la morfologia treatment plan, showing them, immediately or at dentale. ADSD vuole essere uno Smile Desi- least at the second appointment, the aesthetic gn realistico, nel senso che la confezione del and functional changes which are possible in the Virtual Planning deve essere così fedele al- course of their treatment; moreover all information la realtà clinica dell’immagine da sembrare necessary for the correct multidisciplinary approil caso clinico “realmente” simile alla natura ach are transmitted to the whole Face Aesthetics Medical Team. degli elementi ritratti. ● A very important application for this method of smile design is Digital Deformation/Distortion, Digital Dental Image Distortion (DDID), a tool ABSTRACT telbaT us elibazzinorcnis adnegAwhich permits to modify the shape of teeth with A detailed analysis of the smile and its planning impaired aesthetics and show the possibile result are essential for an aesthetic and clinical dental to the patient. diagnosis as well as for a correct approach to the patient, the real protagonist of aesthetic dentistry. Nowadays operators can use new non�invasive
duolCinilC PPA otroppuS itneizap ied enoizazziledfi al rep lapyaP aiv odlas noc aruc id ilciC amrefnoc noc itnematnuppA inigammi e ivitneverp ,eruttaF sweN e inoizomorP ,tahC BiBliograFia 1. Bini V. Aesthetic Digital Smile Design: odontoiatria estetica software assistita. Part. 1. Cosmetic Dentistry Int It 2013; 4. 2. Bini V. Aesthetic Digital Smile Design: odontoiatria estetica software assistita. Part. 2. Cosmetic Dentistry Int It 2014; 1. 3. Bini V. Smile Makeover: ortodonzia preprotesica finalizzata alla cosmesi odontoiatrica. Cosmetic Dentistry 2012; 10. 4. Bini V. Bio protesizzazione cosmetica funzionale e zirconia monolitica software assistita. Cad Cam Int Digital Dentistry 2013; 2. 5. Bini V. Dentofacial aesthetic analysis using 3-D software. Cosmetic Dentistry Beauty
Demo gratuita scaricabile da http://www.caes.it
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CON MAXI-SMART ABBIAMO RAGGIUNTO LA NOSTRA PIù ALTA ASPIRAZIONE. Costruire macchine sempre più flessibili, più sicure, con costi d’esercizio ridotti, che consentano risparmio di energia e di materie prime per una crescita sostenibile: ecco la nostra aspirazione!
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osservatorio a cura della
Redazione
osservatorio La differenza fra fluidità e approssimazione, fra estetica e perfezione
L
’utilizzo di materiali estetici nel restauro dei posteriori ha avuto inizio con la prima generazione di materiali compositi nei primi Anni ‘70. Dopo 40 anni, l’evoluzione altamente performante dei materiali consente grandi prestazioni per restauri direttamente alla poltrona, sia anteriori che posteriori. I restauri diretti in composito sono una grande opportunità per il dentista che, da clinico, deve trasformarsi in “odontotecnico” e, come artista, deve elaborare “l’estetica”, cioè sorriso e design, attraverso la comprensione delle proprietà meccaniche, fisiche ed estetiche dei compositi. I restauri presentano quindi una fase molto impegnativa, in termini di tempo ed abilità. Nei posteriori, ed ancor più negli anteriori, per creare restauri in composito di lunga durata ed esteticamente gradevoli, l’applicazione della resina composita incontra vari problemi, tra cui il principale dipende dalla giusta fluidità del materiale, che aiuta enormemente la manualità dell’operatore, riducendo lo stress e riservando energie alla conoscenza ed al perfezionamento dei colori e delle forme. Da un’idea di Enrico Conserva, professore a contratto del Corso di Riabilitazione Protesica III e IV presso l’Università di Genova, e grazie alla sua collaborazione, Diagram ha sviluppato un apparecchio assolutamente innovativo: la tavolozza per compositi Painting Palette Giotto 101, capace di fluidificare più masse di compositi, contemporaneamente ed in quantità minime, necessarie per una corretta stra-
tificazione o per ritocchi e caratterizzazioni, tanto da offrire eccellente adattamento alla cavità da restaurare. Riscalda inoltre ogni tipo e forma di monodose. La temperatura varia da 31°C, per fluidificare i compositi, fino a 65°C, per la ce-
mentazione di intarsi e faccette. Durante le operazioni, uno sportellino permanentemente chiuso, protegge i vari compositi dalla luce che potrebbe alterarli senza un’evidenza immediata, ma producendo inattesi effetti deleteri per una perfetta polimerizzazione del lavoro fatto. Il riscaldamento controllato dei compositi, prima dell’attivazione della reazione di indurimento, riduce il delta termico fra la temperatura dei compositi e quella incrementale che si crea per effetto della reazione esotermica. Tale riduzione è condizione ideale per il perfezionamento della matrice dei compositi. Diversamente, l’eccessivo incremento della temperatura durante l’indurimento pregiudica la perfetta chiusura della catena polimerica, con notevoli svantaggi, non visibili ed immediati, ma con criticità ed evidenza nel tempo. Appositamente studiato per aiutare l’odontoiatra nelle ricostruzioni conservative, estetiche e funzionali, direttamente alla poltrona, la tavolozza per compositi Painting Palette Giotto 101 è apprezzata per la praticità d’uso anche dall’odontotecnico, per le più personali caratterizzazioni a completamento di lavori estesi. ● Diagram S.r.l. Via Mascagni, 67 47122 Forlì Tel. 0543.782078 Fax 0543.782378 info@diagram.it www.diagram.it
Nuova sistematica DIO Implant UF II
L
a sistematica implantare UF II spicca anzitutto per semplificazione della procedura chirurgica e della sistematica protesica. La superficie implantare è di tipo ibrido sabbiata/mordenzata ed ha dimostrato di favorire la stabilità dell’osso corticale cervicale sia durante le prime fasi dell’osteointegrazione che nel medio-lungo termine. La mordenzatura differenziata delle spire cervicali rispetto alle apicali consente inoltre di ottimizzare i processi di rivascolarizzazione postchirurgica e la stabilità
primaria. La particolare geometria dell’apice è stata studiata per ottenere un’ottima penetrazione chirurgica della fixture ed annulla le possibilità di svitamento postchirurgico. La connessione interna è di tipo conometrico ad esagono e garantisce un’inserzione implantare sicura anche a torque estremamente elevati, con un sigillo marginale eccellente anche nel lungo periodo, venendosi a creare una vera e propria fusione metallica a freddo tra impianto ed abutment.
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osservatorio
Nonostante i diametri disponibili siano molti, la piattaforma è unica ottenendo così un effetto “switching platform” per i diametri maggiori e semplificando notevolmente tutta la sistematica. I diametri disponibili sono 3,8 - 4,0 - 4,5 - 5,0 - 5,5 millimetri; le lunghezze sono 7,0 - 8,5 - 10,0
- 11,5 e 13,0 millimetri. Per gli impianti cosiddetti extrawide (6,0 - 6,5 - 7,0 mm di diametro) sono disponibili le lunghezze di 6,0 - 8,0 - 10,0 e 12,0 millimetri. Il kit chirurgico è estremamente curato, semplice ma al contempo completo, con la massima attenzione sia nell’assemblaggio che nella scelta dei materiali. La componentistica protesica consente di scegliere l’approccio più idoneo per ogni singolo caso clinico, fornendo un’ampia scelta di abutment dritti o angolati, per sistematiche sia avvitate che cementate. ● Dental P. S.r.l. Distributore esclusivo per l’Italia DIO Implant System Via Messico, 3 20037 Paderno Dugnano (MI) Tel. 02.9189783 Fax 02.99044439 commerciale@dentalp.eu www.dioimplantitalia.it
Cranex 3Dx L’evoluzione dell’imaging 3D
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ranex 3Dx rappresenta l’evoluzione dei sistemi radiologici multifunzionali. Frutto della pluriennale esperienza sviluppata da Soredex nel campo dei sistemi di radiologia tridimensionale, coniuga qualità, versatilità e rapidità, combinando in modo efficace le tecnologie 2D e 3D e offrendo la libera selezione, in qualunque momento, di un esame panoramico convenzionale, di una teleradiografia oppure di una scansione tridimensionale con ben 5 volumi (FOV) diversi. Il passaggio da una tipologia di esame all’altra avviene attraverso la semplice pressione di un tasto ed il sistema, in modo completamente automatico, modifica tutti i parametri radiologici e mette in posizione corretta i sensori digitali richiesti. L’eliminazione di ogni intervento manuale, oltre a semplificare tutte le procedure e a ridurre eventuali manovre errate, garantisce nella pratica quotidiana una maggiore qualità eliminando tolleranze ed er-
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DL Medica S.p.A. Via Pietro Calvi, 2 20129 Milano Tel 02.762751 Fax 02.76275300 www.dlmedica.it dlmedica@dlmedica.it
rori, fattori fondamentali per la precisione e l’affidabilità delle immagini. La lettura automatica delle dimensioni craniche per la calibrazione dei parametri di emissione garantisce inoltre la massima riduzione della dose raggi. Oltre ad un’ampia gamma di programmi per l’esecuzione di esami bidimensionali, Cranex 3Dx consente la scelta di 5 diversi volumi da selezionare in funzione del tipo di esame da eseguire: i volumi 5x5, 6x8 e 8x8 cm sono stati appositamente studiati per analizzare le diverse aree dentali con il miglior dettaglio e la minor dose raggi possibile, mentre i volumi 8x15 e 13x15 cm vengono utilizzati nei casi di chirurgia maxillo-facciale, problemi dei seni e nello studio cervico-spinale. I numerosi dettagli tecnici, quali il sistema di posizionamento a 4 punti, preview dell’immagine, collimatore automatico ACS, immagine scout, pannelli digitali CMOS ad altissima qualità, architettura software DICOM, oltre al sistema di analisi software Ondemand 3D e molti altri elementi ancora, garantiscono all’utilizzatore l’eccellenza diagnostica nella quotidianità. Le applicazioni diagnostiche di Cranex 3Dx riguardano esami panoramici e cefalometrici, pianificazione implantare e follow-up, studio ATM, chirurgia orale, otorino (ENT), studio vie respiratorie, cervico-spinale e osso-temporale, cisti, tumori, traumi e tutte le applicazioni che richiedono la visualizzazione dei tessuti duri del maxillo-facciale. Cranex 3Dx è il giusto strumento per i clinici che operano in studi odontoiatrici e polispecialistici, centri di radiologia orale e maxillo-facciale e centri di chirurgia orale (traumatologia, ortodonzia e chirurgia plastica). DL Medica mette a disposizione della clientela interessata i propri specialisti di prodotto per dimostrazioni gratuite del software direttamente nello studio o presso i centri di referenza. Inoltre, a richiesta, fornisce materiale illustrativo, CD dimostrativo, supporto informatico e preventivi personalizzati, comprensivi del ritiro di eventuali panoramici usati analogici o digitali.. ●
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Il sistema Zenostar splende di nuova lucentezza
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enostar è il sistema in ossido di zirconio di Wieland Dental che, grazie alla sua versatilità, offre una vasta gamma di lavorazioni, dai restauri di denti singoli fino ai ponti di più elementi, in modo ancora più flessibile, efficiente e sicuro. Ora Zenostar è compatibile con i sistemi di rivestimento estetico Ivoclar Vivadent. La lavorazione versatile di Zenostar è resa possibile da due importanti innovazioni: la prima rappresentata dal portfolio Zenostar T-Disc con una nuova codifica cromatica, adattata a quella di IPS e.max Ivoclar Vivadent. Grazie al completamento con un nuovo colore T3, tutti i 16 colori A-D sono ancora più facilmente riproducibili e l’adattamento del restauro è ancora più preciso. Inoltre, la durezza ridotta dei Disc rende più agevole la fresatura e logora meno le frese. La seconda novità è rappresentata dall’introduzione di Zenostar MO (Medium Opacity), che sostituisce Zenostar Zr Bridge. Zenostar MO-Discs, grazie all’opacità leggermente maggiore, è il materiale ideale per il rivestimento estetico di strutture. I Discs sono disponibili in quattro diversi colori (MO1 fino a MO4) nonché in versione priva di colorazione (MO0). Pertanto, rispetto al passato, ora è disponibile anche un materiale pre-colorato. Anche la deno-
TECHOLE è un innovativo perno forato per la più semplice e sicura tecnica di cementazione e ricostruzione post endodontica. - Monopassaggio - Alta affinità chimica con adesivi e composito - Adesione superiore - Maggiore resistenza - Ritrattamento facilitato - Radiopaco
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osservatorio minazione MO si integra nel concetto cromatico di IPS e.max. Come specialista nel campo della ceramica integrale, Ivoclar Vivadent è costantemente alla ricerca di nuove strade per poter offrire prodotti e sistemi innovativi. Con l’acquisizione di Wieland Dental, Ivo-
clar Vivadent è in grado di offrire un assortimento di materiali ed apparecchiature CAD/CAM ancora più vasto, per offrire agli studi dentistici ed ai laboratori le più moderne tecnologie e prodotti di massima qualità. Con Zenostar si è dunque creato un sistema che comprende tutte le fasi di
lavorazione dalla scansione fino alla cementazione. ● Ivoclar Vivadent S.r.l. Via Isonzo 67/69 40033 Casalecchio di Reno (BO) Tel. 051.6113555 Fax 051.6113565 info@ivoclarvivadent.com
La parola a chi sceglie SPI L’originale impianto a spirale di Alpha-Bio Tec
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lpha-Bio Tec è la prima azienda ad aver introdotto l’impianto conico con un passo di spire ampio e caratteristiche uniche in ambito implantologico. Gli impianti Alpha-Bio Tec nascono per consentire le più varie soluzioni estetiche e sono particolarmente indicati come impianti post estrattivi e nel carico immediato. I professionisti che hanno avuto modo di provare l’impianto SPI sui loro pazienti sono rimasti positivamente impressionati dalle sue caratteristiche, specialmente dalla sua eccezionale stabilità primaria, dalla sua capacità di variare direzione durante il posizionamento e dalla elevata percentuale di successi ottenuti. Proponiamo, a seguire, la testimonianza del Dr. Luca De Matteis, libero professionista in Roma e consulente di implantologia e chirurgia orale presso l’Ospedale Israelitico, il quale illustrerà i motivi che lo hanno convinto ad utilizzare gli impianti SPI di Alpha-Bio Tec. “Utilizzare gli impianti SPI aiuta a migliorare in modo significativo la qualità dei risultati, oltre a permettere di riabilitare con sicurezza edentulie difficili da affrontare. L’impianto SPI consente di raggiungere facilmente un’elevata stabilità primaria; è autoperforante, oltre che autofilettante, e questo facilita il corretto posizionamento, consentendo altresì di poter correggere sia la profondità di inserimento che l’angolazione dell’impianto. Grazie a questa tecnica innovativa, oggi, i miei impianti richiedono più di rado monconi angolati, con
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HTD Consulting S.r.l. Via M. Buonarroti, 2 B 53013 Gaiole in Chianti (SI) Tel. 0577.749047 Fax 0577.744693 info@htd-consulting.it www.htd-consulting.it Il dottor Luca De Matteis
conseguenti evidenti vantaggi, sia economici che protesici. SPI è per me l’impianto ideale per il carico immediato ed in particolare per l’all on four: è un impianto che dà sicurezza quando si dispone di pochi millimetri di
osso, come in terapia rigenerativa, grazie all’elevata stabilità primaria. A mio giudizio, tuttavia, il principale vantaggio di SPI sta nell’ffidabilità: molto raramente potrà accadere di perdere un impianto di Alpha-Bio Tec”. ●
I vantaggi di Bifix Temp
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ifix Temp è un materiale composito, a doppia polimerizzazione, per cementazione provvisoria, che unisce all’estetica elevata una facile manipolazione, ottenendo un risultato otticamente per-
fetto anche per restauri provvisori. La tinta incisale traslucente simile al dente si adatta perfettamente a provvisori alta-
Medico Dentista, Specialista di Bellezza
Da oggi anche il Medico Dentista può offrire ai propri pazienti un trattamento di bellezza completo! RF Ablator consente un trattamento capace di apportare importanti miglioramenti agendo in profondità su una vasta gamma di inestetismi. Questa tecnologia basata sulla trasmissione controllata di energia a Radiofrequenza di tipo monopolare con sviluppo di un effetto termico biologicamente attivo, direttamente sulle strutture preposte al Lifting senza intervento chirurgico. Risultati: • Attenuazione rughe e segni del tempo (effetto lifting) • Azione riempitiva viso, collo e decolleté • Aumento densità cutanea • Assottigliamento esiti cicatriziali • Tonificazione e modellamento dei tratti del viso
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osservatorio mente estetici, non traspare ma contribuisce all’aspetto naturale del restauro. Grazie allo spessore del film minore di 5 μm, i provvisori possono essere cementati in modo eccellente senza che sia necessaria un’ulteriore correzione. Un altro vantaggio riguarda la doppia polimerizzazione. Il materiale è lavorabile per circa 90 secondi e il tempo di presa è di soli 4 minuti e può essere diminuito usando una
lampada polimerizzatrice. Tramite la tecnica Tack-Cure si può rimuovere il materiale in eccesso facilmente, esponendolo alla luce per arrivare a una consistenza elastica e poi tolto in un unico pezzo. Il materiale in eccesso è perfettamente visibile e rimovibile dalla gengiva grazie alla tonalità universale. La siringa QuickMix e la cannula di miscelazione n. 9 rendono l’applicazione di Bifix Temp molto semplice grazie, perché entram-
Euronda, la sterilizzazione si fa semplice
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uronda, che da sempre considera valori la sicurezza, l’efficacia e la qualità del processo di sterilizzazione, ha deciso di mettere in campo la sua quarantennale esperienza sul territorio al fianco dei dentisti e delle assistenti che, giorno dopo giorno, affrontano e risolvono problemi di sicurezza. Nasce così Clear Your Mind Plus, un corso di formazione con l’obiettivo di aiutare gli operatori a lavorare in maniera corretta per la salvaguardia della propria salute e di quella del paziente. Grazie a due relatrici affidabili e preparate, con cui si potrà interagire, si affineranno le competenze sia per la parte pratica che per la parte teorico-documentale; si offrirà una panoramica delle norme vigenti, delle responsabilità di legge, delle accortezze da adottare nelle fasi del processo di sterilizzazione; saranno analizzati in modo esaustivo gli obblighi del datore di lavoro, del lavoratore e le specifiche di sicurezza nello studio; verranno poi esaminate passo dopo passo tutte le fasi del processo di sterilizzazione: stoccaggio, rintracciabilità del carico, tracciabilità del processo, archiviazione del dato, manutenzione, sicurezza, classificazione del carico eccetera, e verranno anche eseguite le prove di efficacia della macchina e del processo, del ciclo e degli accessori.
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Ma Euronda non si ferma qui e propone un’altra iniziativa per la cura delle proprie autoclavi e dei propri clienti. La garanzia delle autoclavi E9, già presente per 24 mesi, da oggi potrà essere prolungata fino a 60 mesi o 4.500 cicli e ciò consentirà di proteggere l’acquisto di un’autoclave E9 più a lungo, semplicemente rispettando il piano di manutenzione uf-
bi i componenti saranno miscelati automaticamente: si possono dunque evitare errori di miscelazione e di dosaggio che talvolta accadono con la miscelazione manuale. Grazie alla cannula corta, inoltre, il materiale non si disperde e si possono dunque effettuare più applicazioni per siringa. ● VOCO GmbH www.voco.it info@voco.com
ficiale, consultabile suwww.euronda.it/ myeuronda. L’assicurazione prevede l’intervento in caso di guasto dell’autoclave, la riparazione totale dell’apparecchio, le parti di ricambio, le ore lavoro e trasferta. In questo modo il professionista ha la possibilità di programmare nel bilancio annuo il costo esatto della manutenzione, senza imbattersi in costi non previsti. Una confortevole sicurezza nell’acquisto e nei servizi post vendita renderanno la scelta di un’autoclave Euronda ancora più semplice ed immediata. ● Euronda S.p.A. Via dell’Artigianato, 7 36030 Montecchio Precalcino (VI) Tel. 0445.329811 Fax 0445.865246 info@euronda.com www.euronda.it
PathGlider KOMET: nuova sicurezza nel preflaring endodontico
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l GlidePath (sentiero di scorrimento o di scivolamento) è il momento importantissimo che precede la sagomatura canalare. La funzione del Glide Path non è pertanto sagomare, ma creare letteralmente lo “scivolo” che gli strumenti di sagomatura percorreranno nel loro tragitto verso l’apice. Solitamente il Glide Path viene eseguito manualmente con i KFile in 010 e 015, appena dopo il sondaggio e dopo aver rilevato la LL (lunghezza di lavoro). La letteratura ha ampiamente dimostrato come il Glide Path realizzato meccanicamente con strumenti rotanti sia molto più preciso e riproducibile rispetto ad un sentiero di scorrimento realizzato in modo tradizionale.
osservatorio Il PathGlider PG03 KOMET è lo strumento nato specificamente per il Glide Path meccanico, qualunque sia la tecnica o il sistema di sagomatura adottati dall’operatore. Si impiega appena dopo la strumentazione manuale con i KFile 010 e 015 (taper 02 di conicità) e porta il canale ad una conicità intermedia di 03, a metà strada con quella dei primi strumenti di sagomatura di quasi tutte le sistematiche endodontiche, generalmente
in taper 04 o 06. Con il PathGlider KOMET PG03 in diametro 015 si riduce notevolmente la fatica degli strumenti di sagomatura successivi e si pongono le basi per un’endodonzia sempre più rapida e sicura. ● KOMET Italia S.r.l. Via Fabio Filzi, 2 20124 Milano Tel. 02.67076654 info@komet.it www.komet.it
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CLEARFIL Universal Bond: il nuovo adesivo universale per tutte le procedure
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(brevetto Kuraray Noritake Dental) e l’esclusiva tecnologia di silanizzazione che permette di ottenere risultati eccellenti e duraturi nel tempo. Inoltre, un’importante caratteristica di CLEARFIL Universal Bond è la possibilità dell’uso combinato con CLEARFIL DC Activator, l’attivatore che rende l’adesivo duale permettendo la sua polimerizzazione anche in situazioni cliniche in cui la luce della lampada ha difficoltà ad arrivare. Di conseguenza CLEARFIL Universal Bond può essere utilizzato anche nella cementazione di perni e intarsi. Un ulteriore vantaggio è la sua velocità e semplicità di utilizzo che lo rendono un adesivo estremamente facile e comodo da usare, senza alcun compromesso sulla forza e sulla qualità dell’adesione. ●
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LEARFIL Universal Bond è il nuovo adesivo universale di Kuraray Noritake Dental che può essere utilizzato per tutte le esigenze cliniche, dai restauri diretti alla ricostruzione di monconi, ai restauri indiretti e riparazioni intraorali, e su tutti i substrati: dentina, smalto, ma anche materiali diversi come metallo, zirconia, ceramica, composito, disilicato di litio. CLEARFIL Universal Bond è un adesivo molto versatile, utilizzabile in due modalità differenti: “etch&rinse”, mordenzatura con acido fosforico dello smalto e della dentina, e “self-etch”, senza alcun pretrattamento dei tessuti del dente con acido fosforico. Com’è possibile? Grazie all’ottimale combinazione del monomero adesivo 10-MDP
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a cura dello
Studio Terzuolo-Brunero e Associati
presupposti Finalmente operativa la legge sul rientro dei capitali esteri e la regolarizzazione interna
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n data 4 dicembre 2014 il Senato ha definitivamente approvato, dopo più di un anno di accesa discussione, un provvedimento che fornisce una via di soluzione ragionevole per i soggetti che, nonostante i precedenti “scudi fiscali” (2001-2003 e 2009-2010), dispongono ancora di capitali all’estero non regolarmente dichiarati. Il tema della c.d. voluntary disclosure (o collaborazione volontaria) ha tenuto banco sulle pagine della stampa economica per diversi mesi, vista la complessità e l’importanza dell’argomento. Ora, finalmente, anche l’Italia ha una legge su una situazione più frequente di quello che si possa pensare (secondo stime di Bankitalia circa 230 miliardi di euro). Tra le novità più importanti, rispetto a quanto già trattato sulle pagine di questa rivista all’inizio dell’anno 2014, vi sono tre aspetti dalla portata particolarmente rilevante: sono state rese possibili anche regolarizzazioni di capitali interni non dichiarati (ad esempio liquidità in cassette di sicurezza); è stata ampliata la possibilità di regolarizzare anche ai soggetti passivi IRES (tra cui le società di capitali come Srl o SpA quali ad esempio i centri dentali o le società di servizi); è stato introdotto il reato di
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autoriciclaggio all’interno del nostro ordinamento, circostanza che aggrava ulteriormente le pesanti conseguenze dei reati tributari. Anche a causa della notevole complessità delle norme e delle situazioni pratiche che si possono verificare, sono ancora diverse le situazioni di incertezza che riguardano l’argomento. Tuttavia queste situazioni dovrebbero chiarirsi, almeno in larga parte, nel corso del passare dei mesi e soprattutto entro la data di scadenza finale del 30 settembre 2015. È opportuno infine segnalare che il presente articolo ha esclusivamente finalità divulgativa e, vista la natura prettamente tecnica della materia, si propone di fornire solo un quadro generale facilmente comprensibile che aggiorni il lettore sulle più recenti evoluzioni. Un breve riepilogo Va innanzitutto chiarito che la procedura di regolarizzazione spontanea, anche nella sua nuova versione, non rappresenta uno scudo fiscale bensì un provvedimento in cui le imposte evase negli anni devono essere regolarizzate e pagate normalmente come se fossero state dichiarate all’epoca. Ciò che rende conveniente l’adesione alla procedura, rispetto al mantenimento della situa-
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zione di irregolarità, sono i forti sconti sulle sanzioni. Nel nostro ordinamento, al di là dell’adesione alla procedura di regolarizzazione qui commentata, vi sono già possibilità di ottenere sconti sulle sanzioni se ci si “adegua” alle richieste dell’Amministrazione finanziaria (con riduzione a 1/6 del minimo delle sanzioni o a 1/3 del minimo delle sanzioni a seconda del tipo di sanzione e del tipo di procedura). Con la “collaborazione volontaria” si può però ottenere un ulteriore dimezzamento, o la riduzione a un quarto (a seconda del tipo di sanzione), delle sole sanzioni, già ridotte per quanto detto poco sopra. In buona sostanza la procedura può risultare molto conveniente per situazioni in cui le imposte evase negli ultimi anni sono molto ridotte e dove ci si è semplicemente “dimenticati” di segnalare i propri capitali all’estero. Di converso, la procedura di regolarizzazione può essere molto gravosa per i contribuenti che abbiano costituito i propri capitali all’estero attraverso il frutto di evasione (il cosiddetto “nero” per intenderci) realizzata in anni relativamente recenti (solitamente gli ultimi cinque o gli ultimi dieci come si vedrà meglio in seguito). Per dare un’idea di massima della variabilità delle situazioni si può passare da casi in cui sarà dovuto circa un 10%-15% (tra im-
Scopri il contenuto extra
poste e sanzioni) sul complessivo capitale, fino a situazioni di 60-70% (tra imposte e sanzioni) di esborso sempre sul valore del complessivo capitale. La procedura, a differenza dei precedenti scudi fiscali, non sarà anonima e darà luogo a un vero e proprio “contraddittorio” con l’UCIFI (Ufficio Centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) a cui dovranno essere forniti tutti i dati e la documentazione necessaria per ricostruire esattamente la situazione per gli anni di interesse. La tempistica La procedura di regolarizzazione può sanare le irregolarità nazionali ed estere commesse fino al 30 settembre 2014 (termine ultimo di invio per la dichiarazione dei redditi per l’anno di imposta 2013) e deve essere attivata entro il 30 settembre 2015 (in cui scadrà il termine ultimo di invio per la dichiarazione dei redditi per l’anno di imposta 2014). Non vi sarà quindi molto tempo per mettersi in regola visto la complessità dei calcoli e la delicatezza delle informazioni da fornire. Argomento particolarmente complesso e, a parere di chi vi scrive, determinante per il successo dell’operazione, è rappresentato dagli anni che devono/possono essere regolarizzati. Bisogna innanzitutto premettere che il Fisco ha il potere di accertare le imposte non dichiarate (o supposte tali) solamente per i 5 anni di imposta precedenti (o 6 in caso di omessa dichiarazione).
PRESUPPOSTI A tale situazione bisogna aggiungere che, in condizioni normali, i termini di accertamento possono essere raddoppiati in presenza di reati tributari e in presenza di disponibilità detenute nei cosiddetti Paesi black-list (tra cui rientrano alla data di redazione del presente articolo Svizzera e Principato di Monaco, anche se ci si attende che almeno la Confederazione Svizzera possa cambiare la sua posizione fiscale). Semplificando, ad oggi, gli anni da prendere in considerazione possono passare (tralasciando il caso dell’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi) dal 2006 in poi o dal 2010 in poi. Il periodo più lungo (dal 2006 in poi) si applica ai capitali detenuti in Paesi black-list che NON concludano, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge (alla data di redazione del presente contributo non ancora nota), accordi con l’Italia per consentire lo scambio automatico di informazioni fiscali sui propri contribuenti. Se, invece, un Paese black-list, cosa che ci si attende dalla Svizzera, riuscirà a concludere tali accordi di collaborazione fiscale entro i suddetti 60 giorni (indicativamente la prima settimana di febbraio), tale Stato di fatto diventerà collaborativo e il periodo di interesse si ridurrà al 2010, 2011, 2012, 2013 (il 2014 risulta ancora da dichiarare al Fisco!), invece che partire dal 2006 in poi. Vale solo la pena ricordare che sugli anni esclusi dall’accertamento, in quanto “decaduti”, non potrà essere richiesto al contribuente nessun pagamento a nessun titolo. L’ammontare delle sanzioni e delle imposte dovute Il tema delle sanzioni e delle imposte da pagare risulta si-
curamente il più complesso e variabile. Per semplificare al massimo, le tipologie di versamenti dovuti dal contribuente che decide di regolarizzare la propria posizione si possono riassumere in quattro casi: sanzioni dovute all’omessa segnalazione delle attività all’estero nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Queste sanzioni possono andare dal 3% annuo minimo per i Paesi white-list al 6% annuo minimo per i Paesi black-list e dovranno poi essere ridotte secondo quanto indicato precedentemente (in definitiva allo 0,5% annuo o all’1% annuo); imposte dovute sui redditi evasi che hanno generato i capitali all’estero (o sui redditi evasi in Italia). Nel caso più semplice, si tratta del c.d. “nero” non fatturato in Italia poi trasferito in modo irregolare sul conto corrente estero mai dichiarato. La tassazione cambia molto, con aliquote variabili (solitamente però il 43%), a seconda del reddito complessivo del contribuente che non ha dichiarato i redditi (l’aliquota più bassa è il 23%). Su questa voce non vi è alcuna riduzione per l’adesione alla procedura di regolarizzazione (per questo non si tratta di scudo fiscale!); imposte dovute sui rendimenti dei capitali detenuti irregolarmente all’estero. Solitamente i rendimenti non sono stati eccezionali in questi ultimi anni e le aliquote possono variare nel tempo e a seconda del tipo di prodotto finanziario (l’aliquota più frequente però è il 27%). La nuova versione di voluntary disclosure ha previsto, per
patrimoni non superiori a 2 milioni di euro, la possibilità di effettuare un calcolo forfettario di redditività degli investimenti del 5% annuo con aliquota fissa di tassazione del 27%. Tale opzione, che semplifica notevolmente il lavoro di ricostruzione di quanto dovuto, risulta probabilmente poco conveniente nella maggior parte dei casi; sanzioni dovute sulle imposte non versate, sia inerenti il punto due sia inerenti il punto tre. Anche queste variano, e raddoppiano, a seconda che il Paese sia blacklist oppure no. Rischi penali e autoriciclaggio Oltre alla possibilità di sanare, attraverso l’accesso alla voluntary disclosure, diversi reati tributari che per semplicità non si analizzano (dichiarazione fraudolenta, anche tramite utilizzazione di fatture false e altri artifizi, dichiarazione infedele, omessa presentazione, omesso versamento delle ritenute e omesso versamento IVA) va ricordato che la collaborazione volontaria introduce due nuovi reati penali tributari: il reato di chi, nell’ambito della procedura di regolarizzazione, esibisce o trasmette atti o documenti falsi (in tutto o in parte) o comunque fornisce dati e notizie non rispondenti al vero (reclusione da un anno e sei mesi a sei anni). Ricordiamo inoltre che la procedura di regolarizzazione può essere presentata una volta sola, quindi dichiarando tutte le disponibilità all’estero; il nuovo e tanto discusso reato di autoriciclaggio che consiste nell’utilizzare, reimpiegare o trasferire il frutto di
un reato (in questo caso tributario) non colposo, in attività economiche, finanziarie o imprenditoriali. Il frutto di reato non verrà punito per autoriciclaggio solamente se destinato alla mera utilizzazione o al godimento personale di chi ha commesso il reato. In pratica, chi commette un reato tributario correrà il grosso rischio di realizzare anche il reato di autoriciclaggio. Conclusioni È ormai opinione diffusa, tra professionisti e commentatori del settore, che la voluntary disclosure sia l’ultima chiamata per regolarizzare capitali detenuti all’estero e non regolarmente dichiarati. Si aggiunge ora anche la possibilità di sanare irregolarità “interne”. Anche se in alcuni casi accedere alla procedura può voler dire sostenere un pesante carico di sanzioni e imposte, vanno considerati i rilevantissimi rischi che si sosterranno non sfruttando questa finestra temporale di regolarizzazione. Forse l’argomentazione più forte riguarda il fatto che le principali piazze finanziarie mondiali, anche se ad oggi etichettate come Paesi black-list, hanno deciso di adeguarsi allo scambio automatico di informazioni (fiscali) entro il prossimo triennio (Confederazione elvetica dal 2017 e Montecarlo dal 2018), facendo così aumentare esponenzialmente il rischio di essere “scovati”. Il consiglio spassionato, per chi volesse accedere alla procedura di regolarizzazione, è quello di rivolgersi a professionisti competenti in questa specifica materia e con la massima cautela affrontare la procedura. ● Umberto Terzuolo Alessandro Terzuolo
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a cura di
È vero che ora il Fisco non potrà più considerare, negli accertamenti bancari, i prelevamenti come reddito nascosto?
Ho fatto versare dalla mia dipendente dello studio i compensi ricevuti in contanti sul conto “dedicato” alla professione (la dipendente è da anni delegata a operare sul conto) che intrattengo con un istituto di credito. Tali versamenti hanno suscitato l’interesse del cassiere che ha chiesto varie notizie aggiuntive, accentrando l’attenzione su fatto che si siano versate alcune banconote da 200 Euro e una da 500. È normale tutto ciò?
È
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Carlo Pasquali
risposte fiscali
stata la Corte Costituzionale che è intervenuta andando a incidere su una delle presunzioni più “odiate” dai contribuenti anche se lo ha fatto limitandosi al reddito di lavoro autonomo e non a quello d’impresa. Infatti, come noto, il Fisco nell’utilizzare lo strumento istruttorio delle indagini finanziarie equipara per presunzione i prelevamenti non giustificati a compensi professionali imponibili, cioè ipotizza che con tali prelevamenti (di cui non si ha traccia in contabilità e non sono adeguatamente giustificati attraverso l’indicazione del beneficiario) si siano acquistati servizi “in nero” che abbiano dato origine a prestazioni sempre “in nero”. La sentenza n. 228/2014 depositata il 6 ottobre 2014, si fonda sul fatto che le ragioni di una presunzione del genere sarebbe ragionevole nei confronti degli imprenditori ma non applicabile ai professionisti. Cioè una decisione basata sulla irragionevole equiparazione di situazioni differenti (con conseguente violazione dell’art. 3 della Costituzione) e, quindi, inapplicabilità della presunzione ai professionisti. Questa sentenza evidenzia che la correlazione tra costi “in nero” e ricavi “occultati” non è rinvenibile nei professioni-
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sti, ma è tipica dell’attività imprenditoriale avvezza a investire per trarne degli utili. Per essa si ravvisa la correlazione negata nel reddito professionale. A prescindere dalle perplessità della sentenza, le cui motivazioni in diritto, non trovano tutti concordi, occorre tuttavia precisare che il Fisco potrà comunque continuare a considerare i prelevamenti quali costi che hanno originato compensi non dichiarati, ma ora ne dovrà dare adeguata prova visto che grava sull’amministrazione finanziaria tale onere venendo a mancare la forma di presunzione che provocava “un’inversione” dell’onere probatorio. Continuano invece ad applicarsi le presunzioni sui versamenti. In definitiva rimane sempre corretto avvalersi di un impianto contabile abbinato ai movimenti bancari, distinguendo, se possibile, i conti della “professione” da quelli personali soprattutto se lo studio ha una struttura più articolata. ●
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al gennaio 2014 la Banca d’Italia, al fine di limitare l’uso di banconote di elevato taglio, spesso utilizzate in operazioni sospette di riciclaggio, ha emanato specifiche direttive che mirano a raccogliere informazioni aggiuntive proprio su ogni movimentazione (versamento o prelevamento) di banconote da 200 e 500 Euro. Una sorta di verifica rafforzata a cui sono tenuti gli operatori finanziari che può portare sino alla restituzione forzata delle somme (con trasferimento però delle stesse in altro conto corrente) qualora il cliente si rifiuti di fornire dettagli. È quindi normale che sebbene il rapporto di conto corrente sia in essere da anni e abbia una chiara finalità, si sia indagato su alcuni ripetuti versamenti di tagli grandi di banconote non preferendo mezzi tracciati come assegno, bonifico o pos. L’interesse dell’operatore ha una chiara finalità antiriciclaggio e non ha un’attenzione fiscale mirando a capire l’origine delle banconote e se provengono da pagamenti della clientela e se trattasi della medesima persona che li ha effettuati. La circostanza, in definitiva, merita la necessaria attenzione da parte dell’operatore al-
lo sportello che deve acquisire le opportune informazioni, valutando l’aspetto soggettivo e la transazione oggetto del pagamento. Si ricorda, in ultimo, che il 30 giugno 2014 è entrato in vigore l’obbligo di dotazione del Pos per tutti i professionisti, artigiani e commercianti (quelli che nell’anno precedente avevano fatturato oltre 200 milioni). Lo scopo era favorire la clientela e rendere tracciabili i pagamenti. Purtroppo non è stata prevista alcuna sanzione a carico di chi non si adeguava e la disposizione normativa aveva suscitato proteste soprattutto per l’elevato costo del servizio connesso alla gestione e installazione del pos. Tuttavia su tale piano il Ministero e le altre parti in causa stanno cercando un accordo per risolvere il problema dei costi, prevedendo, nel contempo, sanzioni per rendere sempre più effettiva una riforma che spinga verso l’uso della moneta elettronica. ●
a cura di
Paolo Zampetti
odontostoria Prima parte
Nozioni di odontoiatria infantile secondo antichi Autori
Arte rupestre - Cueva de las Manos - Argentina.
L’
odontoiatria infantile suscitò l’interesse di molti Autori di epoca antica, i quali, pur non essendo specificamente odontoiatri, conoscevano bene le problematiche connesse all’eruzione dentaria e ad altre patologie odontostomatologiche del bambino. Già Ippocrate (V sec. a. C.) aveva affrontato, nel De principiis seu de carnibus il problema della prima dentizione: “I denti della prima dentizione si formano nell’utero, quelli della secon-
da dal latte. I primi cadono prima dei sette anni, gli altri nascono sotto ed invecchiano, se non vengono corrotti o forati”. La spiegazione di come avvenga la sostituzione della dentatura decidua con quella permanente è la seguente: “I denti nascono ultimi per questo: la loro crescita si fa attraverso le ossa della testa e delle mascelle. Quanto tali ossa contengono di glutinoso e di grasso, dissecato dal caldo, si consuma e i denti
divengono più duri delle altre ossa perché non contengono “freddo”. I primi denti si formano in seguito all’alimentazione del feto nella matrice e con l’allattamento del bimbo dopo la nascita. Il cambiamento del nutrimento e delle bevande li fa cadere; la caduta si manifesta quando sono trascorsi sette anni dalla prima alimentazione; talvolta anche prima se il nutrimento è stato cattivo; di solito, all’età di sette anni. Il fanciullo cresce quando si è formato, e tale diviene specialmente dai sette ai quattordici anni. Durante questo periodo nascono i denti più grossi e quelli che rimpiazzano i primi. Cresce così fino alla terza settimana (con questo termine Ippocrate intende il periodo che va dai quattordici ai ventuno anni) durante la quale diviene un giovanetto, fino alla quarta e alla quinta. Nella quarta settimana nascono alla maggioranza degli uomini quattro denti, detti del giudizio”. Accanto a questa descrizione, sempre nell’opera citata, Ippocrate prende in considerazione le problematiche relative ai fattori concomitanti, quali febbre, diarrea, convulsioni, dolore, letargia. Anche nel Libro delle Prognosi il padre della medicina analizza alcuni aspetti dell’eruzione dentaria: “In coloro che attraversano il periodo della dentizione si osservano pru-
rito e puntura nelle gengive, convulsioni e dissenteria, e questo soprattutto quando erompono i canini”. Nel Libro detto Della Dentizione afferma concetti in parte già esposti, in parte nuovi: “I bambini che durante la dentizione hanno numerose scariche alvine sono meno soggetti alle convulsioni di quelli che vanno poco del ventre. I bambini che durante l’eruzione dei denti sono colpiti da febbre acuta sono meno soggetti a convulsioni. L’uscita del dente è più difficile quando è accompagnata dalla tosse; i bambini deperiscono maggiormente quando esce la punta. D’inverno i bambini, se sono convenientemente guidati, sopportano meglio i disturbi dell’eruzione dentaria.” Nel Libro delle Epidemie, infine, vengono trattate le anomalie dentarie, che vengono attribuite a soggetti con caratteristiche somatiche particolari, come quelli che per natura hanno una conformazione del cranio acuta: “Fra gli individui dal cranio acuto alcuni hanno la nuca corta e sono di ossatura grossa; altri, aventi il palato fortemente arcuato e i denti disposti irregolarmente, sono tormentati da emicranie e flusso dalle orecchie”. Anche Aristotele (III sec. a. C.) seguì le dottrine ippocratiche, anche se nella sua concezione biologica vi è una notevole discriminazione tra il sesso maschile e quello femminile; i denti del bambino maschio si formano molto prima di quelli della femmina, sono più resistenti, più grandi, meglio modellati ed in numero maggiore. ●
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a cura di
Alessandro Canton
rassegna bibliografica
Funato A, Ishikava T, Kitajma H, Moroi H Int J Periodontics Restorative Dent 2013; 33(4): 399-407
IMPIANTI DENTALI CORTI Deporter D Int J Periodontics Restorative Dent 2013; 33(4): 419-26
G
li impianti dentali corti (8 mm o meno) sono usati nelle zone posteriori in mancanza di osso. Molti clinici sono riluttanti. Nel 2011 le linee guida dell’AEID (Associazione Europea Implantologi Dentali) conclude: “Il rapporto rischi/benefici degli impianti corti non possono essere valutati ora in modo chiaro in termini d’idoneità nell’uso pratico”. La riluttanza è giustificata e dipende dal fatto che negli articoli manca uniformità di comunicazione fra i vari autori: A. danno definizioni diverse di “corto”; B. indicano vari tipi di rugosità superficiale dell’impianto; C. forniscono gradi diversi di metodica ed esperienza dell’operatore; D. mancano informazioni sulla qualità dell’osso; E. non c’è uniformità di diametro dell’impianto; F. spesso non indicano se l’impianto è solidarizzato o no ad altri impianti; G. forniscono misurazioni non precise dei riassorbimenti dell’osso.
Scopo Ricerca nella letteratura in lin-
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INCREMENTO VERTICALE ALVEOLARE CON MESH (RETE) IN TITANIO, MEMBRANA E rhPDGF-BB
gua inglese di articoli su impianti dentali corti pubblicati dal 2000 al 2011, utilizzando i database National Library of Medicine e Scopus Cochrane Oral Health Group.
Risultati Si è riscontrata molta confusione in merito alla dimensione (lunghezza e larghezza) dell’impianto, alla rugosità della superficie di contatto con l’osso, alla tornitura liscia e alla filettatura. La conclusione è che la rugosità superficiale sembra essere un fattore chiave nelle prestazioni di impianti veramente corti (5-6 mm).
Discussione Secondo una ricerca del 2010 di Neldam e Phinolt, gli impianti di diametro più largo (5 mm) avevano più probabilità di fallimento di quelli con diametro regolare (3,75 mm, 4 mm). La considerazione comune è che aumentando il diametro le prestazioni migliorino, perché si riducono le sollecitazioni sulla cresta dell’osso. I risultati di altri ricercatori confermano un effetto negativo del diametro maggiore per gli impianti filettati corti moderatamente rugosi. Nel 2011 Esposito M. e collaboratori e altri clinici hanno riscontrato buoni risultati utilizzando impianti moderatamente rugosi (2-3 millimicron), come quelli con superfici mordenzate o sabbiate o ispessite con
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ossido. Sembra infatti che superfici siffatte facilitino l’integrazione, determinino superfici osso-impianto più forti delle superfici tornite. Ulteriori evidenze che la rugosità della superficie dell’impianto dia miglioramento delle prestazioni sono confermate da studi su impianti anche di 5 mm di lunghezza SPS a superficie porosa sinterizzata. Scarsi studi, purtroppo, sono presenti nella letteratura riguardo a un argomento cruciale: la misurazione della variazione della cresta ossea per lunghi periodi. Nel 2008 Fugazzotto P. scrisse che l’uso di impianti lunghi forniva un rapporto corona-radice favorevole perché simile a quello dei denti naturali. Le successive ricerche hanno dimostrato che la sopravvivenza implantare non dipende dal rapporto corona-radice.
L’
incremento verticale della cresta è una sfida clinica. Era stato suggerito, tempo fa, un mesh in titanio con osso autogeno, che però crea dei problemi per la difficoltà di coprire completamente gli innesti di osso, provoca spesso infezione della ferita con esposizione del mesh stesso, membrana riassorbibile e fattore di crescita BB ricombinante con piastrine umane (rhPDGF-BB). Recentemente si è adattato il mesh (rete) alla forma dell’arcata prima dell’intervento, combinandolo con una membrana riassorbibile di collagene che facilita la crescita fibrosa per un periodo di sei mesi e il fattore di crescita esogeno, che svolge un ruolo importante nei processi riparatori delle ferite.
Conclusioni
Scopo
Sono necessari ulteriori dati prospettici a lungo termine, riguardo al riassorbimento della cresta ossea, in seguito all’inserimento di impianti corti. Gli impianti filettati con rugosità moderata e diametro più ampio sembra offrano più affidabilità. Si è dimostrato utile solidarizzare gli impianti corti con gli impianti lunghi. Anche gli impianti corti SPS a superficie porosa sinterizzata hanno dato buona prova.
Usare la crescita BB ricombinante derivata dalle piastrine umane (PDGF-BB). Misurazioni visive ed esami istologici dell’osso rigenerato, per dimostrare l’efficacia dell’incremento della cresta, con mesh in titanio, la membrana in collagene e le piastrine.
Materiale Fra l’aprile del 2007 e l’ottobre 2008 si selezionarono diciannove pazienti di età compresa fra 17 e 68 anni, sani e senza con-
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA troindicazione per l’intervento e fu spiegato il piano di cura, per intervenire su 19 creste edentule (10 mascellari anteriori, 4 mascellari posteriori, 2 mandibolari anteriori e 3 mandibolari posteriori).
Metodo: intervento chirurgico Il mesh in titanio, di 0,1 mm, fu preformato su modello di gesso sterile, prima dell’inizio dell’intervento. Anestesia, incisione della cresta e scollatura di lembo mucoperiostale vestibolare e linguale. Rimozione del tessuto molle residuo. Perforazione dell’osso corticale fino allo spazio intramidollare. Avanzamento in direzione coronale del lembo senza
A N NO 1972
tensione. Osso autogeno prelevato dal ramo mandibolare con un raschietto, mescolato con sangue aspirato del paziente. Si aggiunse osso bovino anorganico, si compattò e caricò sulla cresta alveolare riassorbita fino all’altezza della cresta adiacente. Si posizionò il mesh in titanio sulla zona preparata, si avvitò. Si coprì il tutto con una membrana di collagene riassorbibile. Suture interrotte da materassaio in materiale sintetico riassorbibile. Consigliare: per due settimane non spazzolare, solamente sciacquare con clorexidina gluconato e, per tre giorni, antibiotico e protezione della zo-
ANNO 1986
TRAMONTE LO BELLO
IEI
ISL
na con protesi adeguata fissa o rimovibile.
Risultati In 17 pazienti su 19 si ebbe chiusura del tessuto molle per prima intenzione sopra i siti aumentati senza alcuna complicanza. In questi 17 casi gli impianti furono inseriti, appena rimosso il mesh in titanio. Si osservò formazione verticale di nuovo tessuto osseo fino all’altezza equivalente dell’osso adiacente. In un paziente avvenne quasi subito una deiscenza postoperatoria del lembo, in un altro ci fu esposizione della membrana di copertura in collagene, durante la fase successiva di guarigione. Durante la rimozione chirurgica del mesh in titanio, tre pazienti guariti furono sottoposti
AU
Conclusioni L’efficacia della rigenerazione ossea guidata con l’uso di mesh in titanio, membrana di collagene riassorbibile e rhPDGF-BB, è dimostrata dall’aumento verticale della cresta. È così consentita l’indicazione di terapia implantare in seguito al recupero dell’architettura estetica tridimensionale.
AN N O 2 0 1 3
ANNO 2003 TWS
a biopsie ossee per l’esame istologico del tessuto incrementato subito sotto il mesh in titanio. Il tessuto innestato nell’area incrementata comprendeva in gran parte tessuto osseo con minima quantità di connettivo denso che collegava le particelle di osso. Le trabecole neoformate erano calcificate. L’altezza verticale media dell’osso incrementato, era compresa fra 8,6 e 4 mm.
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PRODUTTORE DI IMPIANTI DENTALI, AL PASSO CON I TEMPI
ANNO 2014 L’americana FDA (Food and Drug Administration) riclassifica il rischio chirurgico degli impianti a lama nella stessa categoria degli impianti root-form. A norma ISO 1480/2007/E, dentistry implant. Dynamic fatigue test for endosseus dental implants*.
RES TOR E S M I L E I S OU R CH A L L E N G E
* Hughes ER. Food and Drug Administration: reclassification of blade form dental implants. J Oral Implantol 2013 Oct;39(5):523-4. Dal Carlo L, Pasqualini ME, Carinci F, Corradini M, Vannini F, Nardone M, Linkow LI. A brief history and guidelines of blade implant technique: a retrospective study on 522 implants. Annals of Oral & Maxillofacial Surgery 2013 Feb 01;1(1):3.
a cura di
Marco Lorenzo Scarpelli
a proposito di legge La cartella clinica è obbligatoria?
U
n recente comunicato CAO Bergamo (dicembre 2013) rilevava la non obbligatorietà della cartella clinica, ma il fatto che il Codice Deontologico della FNOMCeO “indirizzasse” verso la “raccolta dei dati e loro documentazione”. Il testo, ancorché chiaro se assunto nella sua completezza e quindi letto attentamente, si è prestato però a numerosi equivoci e interpretazioni affrettate, sia come spunto per ulteriori riflessioni giornalistiche, sia come spunto in contenziosi privati per il collega odontoiatra, allo scopo di “difendere” la mancata produzione della cartella clinica. Indubbiamente alla base vi è il reale problema dell’assenza di una definizione codificata, in ambito privato, di “cartella clinica”. Ma è altrettanto vero che ogni odontoiatra libero professionista, sia che lavori da sé solo, sia che lavori in strutture più o meno complesse, redige un diario clinico con le note degli appuntamenti svolti e della relativa attività compiuta ed esegue indagini di carattere clinico (radiografie, modelli, foto, eccetera). Si può quindi affermare che ogni trattamento clinico ha un corredo documentale, formato dai documenti clinici, dal consenso per la privacy, dai consensi informati, dalla scheda di anamnesi, dal diario, eccetera. Meno rilevante appare definire tale corredo documentale in un modo o nell’al-
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tro, se pure il concetto di cartella clinica paia essere quello che meglio identifica detto insieme. Così emergeva già nel 2001 nel convegno IDEALS (International Dental Ethics and Law Society) di Amsterdam che dedicava una sessione alla definizione di cartella clinica, producendo un format, allegato, che pare essere ancora oggi del tutto attuale. Sta di fatto che l’inversione dell’onere della prova (il paziente ha provato per primo di essere stato curato da quell’odontoiatra e ha richiesto un risarcimento per danni; a quel punto il medico deve dimostrare di avere bene eseguito, secondo i dettami della professione e della clinica vigente, linee guida, le cure contestate) obbliga il medico a conservare la documentazione del caso ed a produrla non solo in caso di richiesta del paziente (sempre rilasciare accusando ricevuta ana-
litica e firmata dal paziente o da persona delegata che ritira), ma anche in caso di contestazione. Date queste premesse, disquisire sull’obbligatorietà della cartella clinica in ambito privato appare più esercizio di maniera che di reale interesse per la professione. È invece essenziale documentare bene il caso e conservare detta documentazione a futura memoria, rammentando che la stessa è di proprietà giuridica del paziente che ne può fare richiesta in qualsiasi momento. Alleghiamo i due articoli del codice deontologico che trattano la questione, secondo la più recente stesura del codice stesso (edizione maggio 2014). Art. 25 Documentazionesanitaria Il medico deve, nell’interesse esclusivo della persona assistita, mettere la documentazione
Requisiti minimi della cartella clinica, Dental Law & Ethics, Amsterdam 2001 1. Nome, numero della carta d’identità nazionale, indirizzo e luogo di lavoro *** 2. Presenza e manifestazione di malattia, trattamenti medici e farmaci. 3. Documenti clinici 4. Documenti radiologici 5. Diagnosi 6. Piano di trattamento che comprenda misure preventive 7. Stima dei costi 8. “Area target” del trattamento 9. Procedure più significative del trattamento 10. Materiali dentali utilizzati 11. Farmaci prescritti 12. Referenze di altri dentisti, medici o istituzioni 13. Informazioni circa la pratica di consenso informato del paziente 14. Firma e data ***
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clinica in suo possesso a disposizione della stessa o del suo rappresentante legale o di medici e istituzioni da essa indicati per iscritto. Il medico, nei casi di arruolamento in protocolli di ricerca, registra i modi e i tempi dell’informazione e del consenso informato anche relativamente al trattamento dei dati sensibili. Art. 26 Cartella clinica Il medico redige la cartella clinica, quale documento essenziale dell’evento ricovero, con completezza, chiarezza e diligenza e ne tutela la riservatezza; le eventuali correzioni vanno motivate e sottoscritte. Il medico riporta nella cartella clinica i dati anamnestici e quelli obiettivi relativi alla condizione clinica e alle attività diagnostico-terapeutiche a tal fine praticate; registra il decorso clinico assistenziale nel suo contestuale manifestarsi o nell’eventuale pianificazione anticipata delle cure nel caso di paziente con malattia progressiva, garantendo la tracciabilità della sua redazione. Il medico registra nella cartella clinica i modi e i tempi dell’informazione e i termini del consenso o dissenso della persona assistita o del suo rappresentante legale anche relativamente al trattamento dei dati sensibili, in particolare in casi di arruolamento in protocolli di ricerca. ●
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a cura di
Giovanni Pasceri
conoscenza legale Pubblicità delle prestazioni sanitarie
L’
AGECOM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha stabilito con provvedimento n. 25078/2014 (pubblicato sul Bollettino 37/2014) che le norme in materia di pubblicità sanitaria contenute nel precedente Codice Deontologico violano la legge 248/2006 ed i principi comunitari della concorrenza. Per l’effetto, l’Autorità ha irrogato alla Federazione la sanzione amministrativa pecuniaria pari a euro 8.318.156, disponendo altresì l’obbligo di attivare immediatamente misure atte a porre termine all’infrazione concedendo all’uopo termine sino al 31 gennaio 2015 (ivi compreso, evidentemente, la modifica del codice deontologico nella parte riguardante la pubblicità sanitaria e, dunque, la lecita concorrenza tra i professionisti). Passando al merito della questione, l’Autorità Garante ha ritenuto essere lesiva della concorrenza e del mercato la disposizione del codice deontologico medico del 2006 laddove prevedeva solo la possibilità di “pubblicità informativa” mentre vietava quella cosiddetta “promozionale”. Al contrario, secondo l’AGECOM, il divieto di “pubblicità promozionale” è da considerarsi illegittimo in quanto in palese contrasto con la Direttiva 2000/31/
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CE dell’8 giugno 2000 che definisce all’articolo 2, lettera f, comunicazioni commerciali “tutte le forme di comunicazione destinate a promuovere, in modo diretto o indiretto, beni, servizi, o l’immagine di un’impresa, di un’organizzazione o di una persona che svolge un’attività commerciale, industriale o artigianale o una libera professione”. Del pari, secondo l’Autorità, anche il codice deontologico medico appena approvato (anno 2014) deve considerarsi contrario ai principi fissati dalla direttiva europea richiamata in quanto “non prevede il parametro [di salvaguardia ndr] del “decoro professionale” e il divieto di pubblicità promozionale, nonché la formale abolizione delle linee guida non consentono di ritenere superate le problematiche concorrenziali contestate…”.
Illustrazione di Luca Ortello
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L’Autorità Garante, in questo modo, ha di fatto “riconosciuto” come valida la “pubblicità comparativa” giustificando tale apertura quale “forma di promozione che, per sua natura, finalizzata alla valorizzazione degli elementi che differenziano il servizio pubblicizzato e ha quindi un contenuto tipicamente informativo”. Nella motivazione, l’AGECOM richiama la relazione del 2004 della Commissione europea (Relazione sulla concorrenza dei servizi professionali del 09.02.2004) che sul punto ha affermato come sia “ampiamente riconosciuto che la pubblicità, ed in particolare la pubblicità comparativa, può essere uno strumento di concorrenza fondamentale per le nuove imprese che fanno il loro ingresso nel mercato e per le imprese esistenti che lanciano nuovi prodotti”.
Relativamente al parametro del “decoro professionale”, l’Autorità ha stigmatizzato dapprima quanto contenuto nel Codice di deontologia medica 2006 ricordando che “nel settore dei servizi professionali, la nozione di decoro dovrebbe essere inserita nei codici di autoregolamentazione esclusivamente come principio generale che incentivi la concorrenza tra professionisti, al fine di rafforzare i doveri di correttezza professionale”, trattandosi di una nozione che mira a “salvaguardare l’etica professionale, ossia a garantire il corretto espletamento della professione… utilizzata nei codici di condotta come principio generale dell’agire del professionista, potendo essere volta, a titolo esemplificativo, a garantire lo svolgimento diligente ed esaustivo delle prestazioni professionali richieste, la coscienziosa preparazione tecnica, la disponibilità all’aggiornamento continuo anche dei collaboratori e dipendenti, l’efficiente organizzazione del team professionale, la correttezza professionale nei confronti dei colleghi e degli utenti”. ●
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Nuovi volti leitmotiv del 58° Congresso Amici di Brugg
I
l 58° Congresso degli Amici di Brugg si caratterizza per alcuni elementi che possono essere definiti di consolidamento di una politica culturale portata avanti dalla presidenza dell’Associazione in quest’ultimo periodo. Ci riferiamo in particolare all’ampio spazio che viene riconfermato agli interventi delle giovani leve. La mattina del giovedì è interamente dedicata alle iniziative del Brugg’s Gymnasium, con presentazione di nuovi casi clinici, discussioni e premiazioni. Il venerdì e il sabato mattina, inoltre, i lavori si apriranno con casi clinici presentati dai giovani, siano essi odontoiatri od odontotecnici. Infine, il programma degli odontotecnici del venerdì esordirà con la sezione “giovani alla ribalta”. In base al programma preliminare, per il pomeriggio del giovedì è previsto il consueto corso precongressuale, che avrà per tema “Il dente definitivo a 360 gradi”. Si tratta del doveroso completamento di un itinerario in corso dalla scorsa edizione, iniziato con l’esame approfondito del “dente provvisorio”. Anche quest’anno, i tre casi, su denti naturali, su impiantie su protesi mobile, verranno affrontati dalla coppia “odontoiatra-tecnico”. Il venerdì, come sempre, sarà dedicato alle distinte categorie di dentisti, odontotecnici, igienisti e assistenti. “L’avanguardia in odontoiatria” sarà seguita nelle varie discipline in cui si articola la nostra professione. Gli odontotecnici seguiranno le evoluzioni e i processi nelle diverse fasi di lavoro insieme alle novità in tema di materiali e metodi nella finalizzazione del
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manufatto protesico. Gli igienisti dentali affronteranno il tema della levigatura della radice, mentre per gli assistenti è prevista una sessione dedicata alla manutenzione quotidiana nello studio odontoiatrico. Infine, nella giornata di sabato, in seduta comune, dentisti e tecnici seguiranno “il lavoro del team odontoiatrico dalla progettazione alla protesi”. Il prof. Roberto Scotti, con la sua scuola di Bologna, illustrerà le particolarità del sistema CAD CAM, mentre Francesca Vailati affronterà il tema della riabilitazione completa adesiva con il metodo della “tre step technique”; infine si adopererà per far meglio comunicare clinico e odontotecnico al fine di ottenere un risultato ottimale per il paziente. ●
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a fine gennaio partirà TV ANDI, il nuovo strumento gratuito per comunicare, intrattenere e fidelizzare i pazienti fin dalla sala d’attesa con palinsesti realizzati ad hoc per la massima efficacia e qualità: una nuova risposta alle moderne esigenze di comunicazione del dentista! Se oggi più che mai il dentista è chiamato a mettere in campo azioni per “farsi preferire”, l’utilizzo del media televisivo assume un ruolo centrale per grado di apprezzamento. Le capacità relazionali del dentista, l’immagine, un percorso per une’imil servizio generale offerto dalla struttul’accoglienza plantologia affida bile ra giocano un ruolo sempre più significativo nel condizionare le scelte dei pazienti, contribuendo a migliorarne il “percepito”. Più del 40% dei dentisti ha un televisore in sala d’attesa e questo dato è in crescita costante, per gli odontoiatri oggi è fondamentale comunicare con i pazienti dello studio e l’utilizzo di questo mezzo è strategico per veicolare messaggi rassicuranti sulla professione, cercando di far superare le ormai desuete iconografie sul dentista e sull’odontoiatria. Un format televisivo quindi dedicato e specifico per la sala d’attesa, con contenuti d’appeal, che vanno dall’informazione allo svago, con piccole pillole sulla prevenzione e sui grandi temi a valenza sociale che ci investono,
uno mezzo quindi per rendere il più possibile gradevole l’esperienza del paziente, anche ricorrendo a strumenti di intrattenimento e svago che stemperano la tensione e colmano l’attesa prima di una visita. Uno strumento pensato e realizzato da ANDI in esclusiva per i propri Soci, per trasformare la sala d’attesa in “sala di intesa”, per conciliare il paziente con lo studio odontoiatrico al fine di predisporlo al meglio alle cure. L’obiettivo è quello di offrire un servizio qualificato e, volendo, personalizzabile ai Soci per la comunicazione ai pazienti durante i fisiologici tempi d’attesa dello studio. Dall’incontro tra ANDI, Samsung (partner tecnologico) ed Evoluendo (partner tecnico) è nato un progetto unico nel suo genere e garante di continuità, attraverso il quale i Soci ANDI possono ottenere una TV in sala d’attesa gratuitamente. Ottenere gratuitamente una TV ad hoc per la sala d’attesa, senza canone, SIAE o SCF, è molto semplice. Accedendo alla propria area riservata sul nostro sito www.andi.it, ogni Socio potrà scaricare il palinsesto del mese, realizzato in collaborazione con il partner tecnico Evoluendo, e trasmetterlo nella propria sala d’attesa su un qualunque monitor, senza sostenere alcun costo. I soci che acquisteranno invece il monitor Samsung, monitor di alta tecnologia particolarmente performanti, possono scaricare il palinsesto ad alta definizione e personalizzare il palinsesto inserendo informazioni e comunicazioni inerenti il proprio studio attraverso dei template messi a disposizione dall’Associazione. La forza del progetto sarà data dal numero di adesioni... accendiamo insieme le nostre sale di attesa! ●
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17 - 18 di aprile Congresso 17 di aprile
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Colazione ed Accreditamento
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Inaugurazione
09:30 -11:00
Dr. Rafael García Espejo
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SOCIETÀ ITALIANA DI ORTODONZIA
I progetti per il 2015
I
l 2014 si è chiuso con il tradizionale appuntamento degli ortodontisti a Firenze che ha visto la partecipazione di più di 1.800 professionisti tra cui numerosi stranieri. Il Congresso, oltre ad un aggiornamento di ampio respiro, ha offerto una grande occasione di aggregazione e di confronto per tutti i Soci sull’argomento “Ortodonzia nell’adulto: approccio multidisciplinare”. Tante novità sono state proposte: streaming dell’evento con i Paesi del Meditteraneo, proiezione in 3D di interventi chirurgici di facilitazione del movimento ortodontico e le nuove modalità digitali per gestire domande e risposte durante le sessioni congressuali basate sull’invio di e-mail e SMS in tempo reale. Il Dottor Claudio Lanteri chiude la sua Presidenza 2014 e la SIDO è pronta ad accogliere il nuovo Presidente, Prof. Giampietro Farronato. Per il 2015 sono in programma due eventi principali, entrambi nella città di Milano. Il primo sarà l’International Spring Meeting dal titolo “Controversie in Ortodonzia”, nelle giornate del 6 e 7 marzo, con i topics “Una fase/Due fasi”, “Aspetti estrazione/Aspetti non estrazione”, “Compliance/Non compliance”. I lavori termineranno con il corso post congresso dedicato al tema “Attivatori: personalizzati e preformati”. Tutti gli argomenti verranno approfonditi con il contributo di relatori di fama internazionale. Sono previsti anche due eventi collaterali: il corso per Igienisti Dentali e quello per gli Assistenti di Studio Ortodontico. Il secondo sarà il 46th International SIDO Congress, che si svolgerà dal 29 al 31 ottobre, dal titolo “Ortodonzia interdisciplinare nel bambino e nell’adulto”. Patrocinato da Expo 2015, si articolerà nelle tre consuete giornate: giovedì con i corsi pre congressuali su vari ar-
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A PROPOSITO DI LEGGE Marco Lorenzo Scarpelli
A PROPOSITO DI LEGGE Marco Lorenzo Scarpelli g e s t i o n e d e l l o s t u d i o o d o n t o i at r i c o
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Presidente Giampietro Farronato
Un momento del Congresso di Firenze 2014 gomenti, venerdì con un’importante sessione in collaborazione con la SIDP (Società Italiana di Parodontologia) dal titolo “Cure ortodontiche parodontali integrate nell’arco della vita” e sabato con un’unica sessione aperta a ortodontisti, parodontologi e igienisti dal titolo “Il paziente complesso ortodontico parodontale”. La SIDO ha messo a punto il progetto multietnico “Italia per la salute orale nel mondo - Ogni bocca ha la sua lingua”, entrato nel ristretto novero di quelli presentati in Padiglione Italia. Incentrato sulla salute orale nella sua più ampia accezione, il progetto sviluppa una “road map” che troverà compimento nell’evento SIDO programmato presso l’Auditorium di Padiglione Italia il 30 ottobre, che rappresenta la conclusione di tavoli di lavoro dedicati a temi multidisciplinari e multietnici, su cui esperti del settore si confronteranno, coordinati da un leader. Tutte le informazioni si potranno trovare sul sito www.sido.it. ●
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er celebrare il congresso autunnale di ottobre, la SIOI ha scelto la suggestiva cornice medievale di Cittadella in provincia di Padova, anche a testimonianza della trentennale attività per la promozione della salute orale nell’infanzia svolta dall’Unità Operativa Autonoma di Odontoiatria dell’AULSS 15 diretta dal Prof. Roberto Ferro. Ad inaugurare i lavori, il Presidente SIOI Prof. Raffaella Docimo che ha subito sottolineato come la prevalenza di lesioni cariose nella prima infanzia sia nel territorio veneto tra le più basse registrate in Italia. Per questo motivo ha ringraziato il Direttore Generale, Dott. Francesco Benazzi, per la costante attenzione con cui sostiene i programmi di prevenzione delle malattie orodentali e di mantenimento della salute orale nella locale struttura odontoiatrica pubblica. Di fronte ad una sala gremita, cinque prestigiosi relatori hanno esplorato in modo esaustivo alcuni tra gli argomenti di maggiore interesse nell’ambito dell’odontoiatria infantile. Il Dott. Vincenzo Di Vera ha relazionato sul tema dell’acquisizione di un linguaggio efficace all’interno della triade bambino-dentista-genitore per una migliore collaborazione ai fini del successo terapeutico. A seguire, il Dott. Claudio Lanteri, Presidente della Società Italiana di Ortodonzia (SIDO), ha illustrato le modalità di un moderno approccio al trattamento ortodontico in dentatura decidua. Il progresso del protocollo di trattamento della molar-incisor-hypomineralization (MIH) è stato presentato dalla Dott. Isabella Gozzi, libera professionista di Forlì. Il Vicepresidente SIOI, Prof.
Presidente Raffaella Docimo Informazioni SIOI segreteria.sioi@gmail.com www.sioi.it
Da sinistra: Prof. Raffaella Docimo, Prof. Giuseppe Marzo, Prof. Claudio Lanteri, Prof. Domenico Tripodi, Prof. Roberto Ferro.
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Maria Rita Giuca ha discusso egregiamente le cause, i segni clinici ed il trattamento degli oral habits come approccio alternativo o complementare nella terapia delle malocclusioni. In ultimo, la Dott. Sara Arcari, libera professionista di Crema, ha descritto le linee guida e la propria ultradecennale esperienza clinica nell’impiego della sedazione cosciente in odontoiatria infantile. Un successo annunciato dunque, anche per l’efficienza dell’organizzazione, che conferma l’importante lavoro svolto per offrire un’odontoiatria a disposizione di tutta la comunità. ● Alberto Besostri
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Le dinamiche della comunicazione Parte I
1. IL MODELLO CIRCOLARE DELLA COMUNICAZIONE
Q
uando si parla di comunicazione interpersonale, si fa riferimento a un modello proposto nel 1956 dal semiologo Roman Jakobson, che prevede che in uno scambio comunicativo ci sia un emittente che trasferisce un messaggio a un destinatario. Questo passaggio d’informazioni è condizionato da numerosi fattori: la codifica, la decodifica, il canale, il contesto, il codice e le interferenze, alcuni dei quali sono sotto il controllo degli interlocutori e altri sono fuori dal loro controllo (fig. 1). Solitamente si comunica a livello istintivo, ignorando tutti questi aspetti che invece sono essenziali per orientarsi in una transazione comunicativa. • Emittente: è il responsabile dell’inizio di uno scambio comunicativo, organizza il messaggio e lo invia al destinatario. • Codifica: è il processo neurologico che permette di organizzare un messaggio utilizzando un codice e scegliendo un determinato canale per il trasferimento del messaggio stesso. • Messaggio: è un’informazione strutturata secondo codici, che viene trasmessa attraverso un canale; rappresenta il contenuto della comunicazione. • Destinatario (o ricevente): è colui che riceve il messaggio e che ha il compito di decodificarlo. • Decodifica: è il processo che permette di decifrare il messaggio, secondo i codici in proprio possesso. • Canale: è il mezzo scelto per at-
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tivare, mantenere, trasferire e ricevere il messaggio; nella comunicazione interpersonale è rappresentato principalmente dai contenuti verbali e dal linguaggio del corpo. • Contesto: è la situazione che accomuna l’emittente e il destinatario e che può determinare significati diversi per lo stesso messaggio. Quest’ultimo può avere valenza completamente diversa a seconda del luogo o del tempo in cui si colloca e delle variabili socioeconomiche e culturali. • Codice: è l’insieme di regole convenzionali, socialmente riconosciute, che permettono la creazione e la corretta interpretazione del messaggio. • Interferenze: sono tutti quegli elementi che “disturbano” e limitano il corretto trasferimento del messaggio. Alcune interferenze sono “esterne” e quindi non sotto il controllo diretto, mentre altre sono “interne”, legate a se stessi,
e su queste si può agire affinché il messaggio arrivi in maniera più efficace. Risulta evidente che le variabili che possono condizionare la qualità di una interazione sono numerose e non sono tutte sotto il controllo degli interlocutori stessi. Odontoiatra e paziente I messaggi che partono dall’odontoiatra-emittente e giungono al paziente-destinatario possono essere notevolmente influenzati da queste variabili, producendo una enorme dispersione dell’efficacia del messaggio. • Il codice linguistico specifico utilizzato per la comunicazione non è quasi mai condiviso: l’odontoiatra parla al paziente di argomenti spesso a lui sconosciuti e sui quali ha scarsa capacità di decodifica. • Il concetto di contesto può essere esteso anche allo studio inteso come “setting”, cioè ambiente
Michele Cassetta Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli, esercita la libera professione presso il suo studio di Bologna, occupandosi prevalentemente di implantologia e protesi; è Responsabile del Servizio di Odontoiatria presso la Clinica Privata Villalba di Bologna. Parallelamente si occupa di comunicazione in ambito sanitario. È docente a contratto di “Comunicazione Medico-Paziente” presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna. Autore di progetti e pubblicazioni di divulgazione sanitaria e Responsabile Scientifico di numerosi corsi FAD; partecipa, in qualità di relatore, a corsi e conferenze a livello nazionale. Autore e conduttore delle trasmissioni televisive di informazione sanitaria “InSalute” e “Salutando”. Pratictioner certificato di PNL, si interessa attivamente di Counseling. www.michelecassetta.com
feedback
emittente
codifica
messaggio
decofica
destinatario
canale
contesto codice interferenze
Fig. 1
nel quale avviene la comunicazione. Per alcuni pazienti anche solo il fatto di trovarsi in uno studio odontoiatrico provoca uno stato d’animo che non predispone a ricevere il messaggio in maniera ottimale. Inoltre, una stessa comunicazione trasmessa al paziente può avere un effetto diverso a seconda di come viene percepito dal paziente l’ambiente-studio. • Il canale scelto dall’odontoiatra per comunicare potrebbe non essere quello più adatto. Possono esserci pazienti più sensibili a stimoli visivi e invece pazienti che si fanno guidare più dalle cose che ascoltano o dalle sensazioni che provano. Bisogna parlare a ogni persona nel modo più adatto alla sua capacità di decodifica e interpretazione del messaggio. • Le interferenze possono essere numerose e non consentono al paziente-destinatario di essere sereno nel ricevere e decodificare il messaggio. Si può trattare di interferenze “esterne”, come per esempio il rumore di un trapano, l’odore di un disinfettante o la vista di un ago, o di interferenze “interne”, come il timore di sottoporsi a cure odontoiatriche che provoca tensione e paura o la preoccupazione di non potersi permettere economicamente un trattamento particolarmente costoso. È assolutamente determinante acquisire la consapevolezza dello scambio comunicativo per essere capace di decifrare l’andamento dell’interazione e, in qualunque momento, cambiare strategia comunicativa intervenendo su una delle variabili descritte, al fine di raggiungere il risultato desiderato.
2. IL FEEDBACK Nella comunicazione circolare, una volta che il messaggio è giunto al destinatario, questo risponde a sua volta con un messaggio di ritorno, che rappresenta per l’emittente lo strumento per verificare se la comunicazione è andata a buon fine. Tale strumento prende il nome di feedback (fig. 2). Così, in un rapporto tra due persone, ci si alterna nell’essere emittente e destinatario del messaggio e ogni scambio rappresenta un feedback da decifrare correttamente. È proprio il feedback che rende la comunicazione “circolare” e rappresenta il vero fattore di controllo della
positivo “tu esisti e sono d’accordo con te”
soggetto A
Tipologie di feedback
feedback
negativo “tu esisti ma non sono d’accordo con te”
risposte impenetrabili risposte di interruzione risposte irrilevanti risposte tangenziali risposte ambigue risposte incongruenti
di disconferma “tu non esisti”
soggetto B Fig. 2 comunicazione stessa, che consente di verificare l’effetto che un messaggio inviato ha prodotto sull’altro. La consapevolezza della qualità del feedback permette di giudicare la qualità della comunicazione e, nel caso non sia soddisfacente, consente di cambiare la strategia per ottenere risultati migliori. Possiamo identificare tre tipi di feedback (fig. 3): • feedback positivo: “tu esisti e sono d’accordo con te”; • feedback negativo: “tu esisti, ma non sono d’accordo con te”; • feedback di disconferma: “tu non esisti”. Nel grande numero di scambi comunicativi che le persone hanno ogni giorno, sono numerosi i feedback che vengono inviati inconsapevolmente e che possono facilitare o complicare la comunicazione. Il feedback di disconferma passa da una serie di atteggiamenti e risposte che tendono a squalificare la comunicazione • Risposte impenetrabili. È probabilmente il tipo di rifiuto più evidente e decifrabile. Avviene, per esempio, quando ci si rifiuta di rispondere a una persona o si tende a sfuggirle fisicamente. Dimostra, in modo eloquente, il desiderio di non voler avere alcun tipo di interazione con l’altro. • Risposte di interruzione. Includono tutte quelle situazioni in cui si comincia a parlare prima ancora che l’interlocutore abbia finito, dimostrando scarso interesse per ciò che viene detto e scarsa disponibilità all’ascolto. È una condizione nella quale si pensa esclusivamente a cosa si desidera dire, indipendentemente da ciò che viene detto dall’altro.
Fig. 3 È indispensabile considerare che molti di questi atteggiamenti vengono messi in atto e recepiti in maniera inconsapevole, rappresentando un serio ostacolo allo sviluppo di una relazione efficace e costruttiva tra due persone.
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Fig. 4
3. GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
• Risposte irrilevanti. Sono quelle risposte che non hanno nessun tipo di collegamento con ciò che l’interlocutore sta dicendo. Dimostrano scarsa capacità d’ascolto, attenzione rivolta esclusivamente a ciò che si vuole affermare e completo disinteresse in ciò che viene detto dall’altro. • Risposte tangenziali. In questo caso si presta attenzione a ciò che viene detto dall’interlocutore, ma lo si utilizza come punto di partenza per dirottare la conversazione su un tema completamente diverso e al quali si è interessati. Sono percepite in maniera sgradevole e provocano forti reazioni di distacco. • Risposte ambigue. Sono quelle risposte che contengono molteplici significati e disorientano l’interlocutore che non capisce esattamente quale è l’idea che si desidera portare avanti. • Risposte incongruenti. Presentano una chiara discordanza tra ciò che viene detto, a livello di contenuti verbali e su come viene detto, utilizzando il tono della voce e il linguaggio del corpo. Sono percepite soprattutto a livello inconscio e provocano istintivamente un forte senso di sfiducia nell’altro.
Agli inizi degli anni Sessanta, Paul Watzlawick (fig. 4), presso il Mental Research Institute di Palo Alto della Stanford University, iniziò a studiare gli effetti della comunicazione sul comportamento degli individui. Watzlawick ipotizzò che alcuni tipi di nevrosi e patologie a carico della psiche erano determinate da comunicazioni disfunzionali tra le persone. Da queste considerazioni nacque una concezione della psicoterapia come “cambiamento”, da mettere in atto grazie allo strumento della comunicazione. Dai suoi studi scaturì anche l’enunciazione dei cinque assiomi della comunicazione, considerati come le proprietà fondamentali dei processi comunicativi tra persone.
Primo assioma “Non è possibile non comunicare” Questa prima proprietà della comunicazione, apparentemente banale, è assolutamente fondamentale e costituisce l’essenza stessa del rapporto tra le persone. Ogni momento della vita di un essere umano viene scandito da un comportamento. Ogni comportamento ha un suo preciso significato comunicativo. Poiché non è possibile non avere comportamenti, non è possibi-
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Modalità di fruizione del corso ECM
Dott. Prof. Michele Cassetta. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli, esercita la libera professione odontoiatrica occupandosi prevalentemente di implantologia e protesi. Responsabile del Servizio di Odontoiatria presso la Clinica Privata Villalba di Bologna. Docente a contratto di “Comunicazione Medico-Paziente” presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna.
stRuttuRa Del coRso • Numero moduli didattici: 8 pubblicati progressivamente su Doctor OS da gennaio a ottobre 2015. • Durata: 18 ore di studio con tutoraggio. • Test di apprendimento: finale a risposta multipla. • Attestato ECM: si può scaricare e/o stampare dopo aver: » concluso il percorso formativo; » superato tutti i test di apprendimento, considerati validi se il 75% delle risposte risulta corretto; » compilato il questionario di gradimento obbligatorio.
1. Collegarsi a http://corsiecm.tecnichenuove.com 2. Registrarsi inserendo e-mail (username), scegliere la password e completare la scheda anagrafica 3. Confermare la registrazione tramite l’e-mail ricevuta al proprio indirizzo 4. Accedere di nuovo alla piattaforma con username e password scelti nella fase di registrazione 5. Entrare nel corso e svolgere le attività formative previste.
Requisiti tecnici per la fruizione dei corsi online • PC con connessione Internet • Software di navigazione consigliati (Browser): Internet Explorer 8.0 (o superiori); Firefox 4 (o superiori); Chrome • Stampante per stampare gli attestati
fRuizione Del coRso Come completarlo 1. Studiare i contenuti dei moduli didattici 2. Superare i test di apprendimento alla fine dei singoli moduli. Ogni test è considerato valido se la percentuale delle risposte corrette è di almeno 75% 3. Compilare il questionario di gradimento (obbligatorio a fine percorso) 4. Segnalare argomenti di proprio interesse e contribuire allo sviluppo dei nuovi corsi 5. Scaricare e/o stampare l’attestato
MODULO DIDATTICO 4 PNL Seconda parte: i sistemi rappresentazionali e il metamodello MODULO DIDATTICO 5 PNL Terza parte: i metaprogrammi e la comunicazione intrapersonale MODULO DIDATTICO 6 Il rapporto odontoiatra/ paziente e l’ascolto
MODULO DIDATTICO 7 L’ascolto attivo e la gestione dei conflitti
Per ottenere i crediti è necessario completare il percorso formativo e scaricare l’attestato entro e non oltre il 31/12/2015.
Tecniche Nuove S.p.A. è provider standard n. 1585 per erogare programmi di formazione ECM a tutte le professioni sanitarie. Tecniche Nuove S.p.A. si assume la responsabilità per i contenuti, la qualità e la correttezza etica di questa attività formativa ECM.
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MODULO DIDATTICO 8 La comunicazione in pubblico
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PNL e comunicazione in odontoiatria
lazione “povera” in una relazione efficace. Essere consapevoli significa anche essere preparati. Imparando a conoscere le regole che governano la comunicazione, si ha la possibilità, in ogni momento, di puntare ad una relazione efficace ed “ecologica”. LA rESPONSAbiLiTà
Introduzione “Comunicazione” è una delle parole più usate del nostro tempo. Il termine “comunicare” proviene dal latino communicare e significa “mettere in comune”. Da sempre, il significato della parola fa riferimento ad un concetto di condivisione e reciprocità. Comunicando si progredisce, si condividono esperienze e stati d’animo e ci si arricchisce reciprocamente. Viviamo nella “società della comunicazione” e il significato del termine si è esteso a più campi, tanto che oggi si abbina facilmente a diverse situazioni: la tecnologia, la cultura, la pubblicità, i media, il linguaggio, i trasporti, la politica, l’arte, il marketing e le relazioni personali. Il paradosso è che nella “società della comunicazione” assistiamo ad una difficoltà crescente delle persone nel comunicare tra loro: • i rapporti di coppia entrano in crisi e si assiste alla costante crescita del fenomeno dell’instabilità coniugale; • i rapporti tra genitori e figli sono sempre più conflittuali con importanti conseguenze sul piano educativo; • in ambito scolastico gli insegnanti hanno difficoltà ad esercitare la necessaria autorevolezza nei confronti degli studenti, che a loro volta manifestano tensioni interpersonali, come dimostra il fenomeno del bullismo; • i politici offrono spesso pessimi esempi di comunicazione tra loro e con i cittadini che dovrebbero rappresentare; • i luoghi di lavoro possono essere teatro di violenti conflitti che si ripercuotono negativamente sulla vita privata, come dimostra il fenomeno del mobbing; • i rapporti tra medico e paziente sono diventati talmente conflittuali da dare origine ad una nuova forma di medicina, chiamata “difensiva”, nella quale la priorità del medico diventa quella di proteggersi da eventuali contenziosi medico legali, in crescente aumento, che rischiano di condizionare anche le scelte diagnostiche e terapeutiche. Alla luce di queste considerazioni viene allora il dubbio che la “società della comunicazione” presenti notevoli contraddizioni che portano le persone a non riuscire più a comunicare in maniera “ecologica” ed efficace tra loro, manife-
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stando talvolta anche comportamenti di forte violenza. Questa situazione non deve essere sottovalutata, in quanto ha profondamente a che fare con la qualità della vita e con il benessere psicofisico. La competenza comunicativa passa dall’acquisizione di alcune capacità. L’ASCOLTO Nella società in cui viviamo si è diffusa l’erronea convinzione che il potere stia in chi parla, magari alzando la voce per prevaricare l’altro. Già la filosofia greca riteneva invece che il controllo della comunicazione stesse proprio in chi ascolta, che ha l’opportunità di cogliere molti elementi dell’interlocutore e guidare la transazione comunicativa. Molte Scuole di psicologia fondano l’attività primaria proprio sull’ascolto, incondizionato e non giudicante. L’ascoltare è attività molto diversa dal sentire, come il comunicare è cosa molto diversa dal parlare. Odontoiatra e paziente Prestando grande attenzione all’ascolto, l’odontoiatra può individuare esattamente la tipologia caratteriale di ogni singolo paziente, adattandosi ad essa, per poi diventare guida autorevole in un percorso di alleanza terapeutica. Importanti studi dimostrano che purtroppo è estremamente scarso il tempo che viene dedicato a questa attività e questo comportamento omissivo sta alla base della nascita di contenziosi medico legali e delle sempre più frequenti forme di demotivazione professionale. LA CONSAPEVOLEZZA Come vedremo, è impossibile non comunicare e ogni azione ha in sé un preciso significato, anche indipendente dalla propria volontà. Il fatto che comunicare sia inevitabile e naturale può portare erroneamente a ritenere che non sia una capacità che si può apprendere e migliorare. La consapevolezza e l’abilità nel decifrare ciò che accade all’interno di uno scambio comunicativo possono essere apprese e allenate e rappresentano il primo passo per riuscire a cogliere una serie ricchissima di elementi, che trasformano una re-
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Molto spesso nei rapporti di comunicazione conflittuali, si è portati istintivamente a considerare che la causa del problema sia il comportamento dell’altro e non si possa far niente per migliorare la situazione. Invece ogni comunicatore è responsabile degli effetti della propria comunicazione il cui unico valore sta nell’effetto che questa produce, indipendentemente dalle intenzioni. In medicina, negli ultimi anni, il termine “responsabilità” ha assunto una valenza negativa che porta istintivamente a pensare al contenzioso medico legale; snaturando così il profondo significato positivo della parola, che dovrebbe richiamare invece ad una persona - il medico - che diventa responsabile della salute di un’altra persona - il malato - in un clima di fiducia e alleanza terapeutica. Odontoiatra e paziente Anche il rapporto tra odontoiatra e paziente nasce, per natura, squilibrato, per numerosi motivi che vedremo in seguito, ed è l’odontoiatra a dover svolgere il ruolo di guida autorevole. Apprendere le regole che governano la comunicazione rappresenta pertanto un momento fondamentale ed indispensabile nella formazione professionale. Solo conoscendo le dinamiche dei processi comunicativi ed imparando a conoscere se stessi, si può cogliere una serie di dettagli, insiti in ogni relazione, e diventare così realmente artefici dell’andamento dello scambio comunicativo. Lo scopo di questo Corso è di analizzare le regole che governano la comunicazione interpersonale - tra esseri umani - e quella intrapersonale - con se stessi. Questo percorso permetterà di approfondire e migliorare il rapporto tra odontoiatra e paziente, che rimane una relazione tra due persone, caratterizzata da diverse peculiarità che la rendono molto particolare e impegnativa. I primi trenta secondi di una nuova relazione sono fondamentali per creare dei giudizi reciproci che non sarà facile modificare. Pensiamo all’importanza della comunicazione interpersonale nel corso di una prima visita, quando le impressioni tra odontoiatra e paziente saranno decisive per lo sviluppo di un percorso fondato
sulla fiducia e sull’alleanza terapeutica. Le caratteristiche comunicative del rapporto tra l’odontoiatra e il paziente sono analoghe a quelle tra l’igienista dentale e il paziente. Anche in questo caso nascono rapporti basati sulla fiducia personale. Pertanto le nozioni contenute in questo Corso potranno tornare utili anche a questa categoria professionale. I primi quattro moduli del Corso affronteranno le dinamiche della comunicazione, analizzeranno le regole che governano gli scambi comunicativi interpersonali e prenderanno in considerazione il potere comunicativo del linguaggio del corpo. Nei moduli successivi verranno sviluppati i temi della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), che rappresenta una metodica che, a partire dagli anni Settanta, dedica grande attenzione al miglioramento delle relazioni tra le persone, partendo dalla conoscenza di se stessi e curando l’allineamento tra i gesti del corpo, l’utilizzo della voce e la “magia” del linguaggio. Uno dei presupposti principali sui quali si basano le intuizioni della PNL prevede che non esista una realtà oggettiva, ma che ogni essere umano elabori, nel corso dell’esperienza di vita, una propria visione del mondo, che viene continuamente a contatto con le visioni delle altre persone. Non esiste nulla che sia giusto o sbagliato per definizione. Esistono solo esperienze “soggettive” della realtà. In questo senso, un rapporto di comunicazione può essere visto come un’occasione per ampliare la propria visione del mondo ed essere più capaci di capire gli altri, a patto che esista la consapevolezza di decifrare cosa sta accadendo. In altri moduli verranno anche approfondite le modalità di ascolto attivo che rendono la comunicazione interpersonale un momento di arricchimento reciproco e, nel caso del rapporto odontoiatra e paziente, pongono le basi per lo sviluppo di un’alleanza terapeutica basata sulla fiducia. Si affronteranno anche le strategie per risolvere i conflitti interni al team odontoiatrico, che possono ostacolare lo sviluppo armonico delle relazioni e pregiudicare il rendimento professionale. L’organizzazione dello studio è sempre più complessa e si basa sui rapporti tra i vari protagonisti in scena: gli odontoiatri, le assistenti, il personale di segreteria, i consulenti, i collaboratori e gli odontotecnici. Tutte queste figure devono convivere quotidianamente, cercando un equilibrio che permetta di soddisfare i propri bisogni nel rispetto di quelli degli altri. Questo percorso permetterà di giungere ad una competenza comunicativa che riesca a migliorare la qualità delle relazioni personali, con ricadute positive sulla vita professionale e privata.
corso fad - modulo 1
Le dinamiche della comunicazione Prima parte
1. IL MODELLO CIRCOLARE DELLA COMUNICAZIONE
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uando si parla di comunicazione interpersonale, si fa riferimento a un modello proposto nel 1956 dal semiologo Roman Jakobson, che prevede che in uno scambio comunicativo ci sia un emittente che trasferisce un messaggio a un destinatario. Questo passaggio d’informazioni è condizionato da numerosi fattori: la codifica, la decodifica, il canale, il contesto, il codice e le interferenze, alcuni dei quali sono sotto il controllo degli interlocutori e altri sono fuori dal loro controllo (fig. 1). Solitamente si comunica a livello istintivo, ignorando tutti questi aspetti che invece sono essenziali per orientarsi in una transazione comunicativa. • Emittente: è il responsabile dell’inizio di uno scambio comunicativo, organizza il messaggio e lo invia al destinatario. • Codifica: è il processo neurologico che permette di organizzare un messaggio utilizzando un codice e scegliendo un determinato canale per il trasferimento del messaggio stesso. • Messaggio: è un’informazione strutturata secondo codici, che viene trasmessa attraverso un canale; rappresenta il contenuto della comunicazione. • Destinatario (o ricevente): è colui che riceve il messaggio e che ha il compito di decodificarlo. • Decodifica: è il processo che permette di decifrare il messaggio, secondo i codici in proprio possesso. • Canale: è il mezzo scelto per at-
tivare, mantenere, trasferire e ricevere il messaggio; nella comunicazione interpersonale è rappresentato principalmente dai contenuti verbali e dal linguaggio del corpo. • Contesto: è la situazione che accomuna l’emittente e il destinatario e che può determinare significati diversi per lo stesso messaggio. Quest’ultimo può avere valenza completamente diversa a seconda del luogo o del tempo in cui si colloca e delle variabili socioeconomiche e culturali. • Codice: è l’insieme di regole convenzionali, socialmente riconosciute, che permettono la creazione e la corretta interpretazione del messaggio. • Interferenze: sono tutti quegli elementi che “disturbano” e limitano il corretto trasferimento del messaggio. Alcune interferenze sono “esterne” e quindi non sotto il controllo diretto, mentre altre sono “interne”, legate a se stessi,
e su queste si può agire affinché il messaggio arrivi in maniera più efficace. Risulta evidente che le variabili che possono condizionare la qualità di una interazione sono numerose e non sono tutte sotto il controllo degli interlocutori stessi. Odontoiatra e paziente I messaggi che partono dall’odontoiatra-emittente e giungono al paziente-destinatario possono essere notevolmente influenzati da queste variabili, producendo una enorme dispersione dell’efficacia del messaggio. • Il codice linguistico specifico utilizzato per la comunicazione non è quasi mai condiviso: l’odontoiatra parla al paziente di argomenti spesso a lui sconosciuti e sui quali ha scarsa capacità di decodifica. • Il concetto di contesto può essere esteso anche allo studio inteso come “setting”, cioè ambiente
pg. 75 Il modello circolare della comunicazione pg. 76 Il feedback pg. 76 Gli assiomi della comunicazione pg. 77 I canali di comunicazione interpersonale pg. 78 La comunicazione verbale pg. 79 La comunicazione paraverbale
Michele Cassetta www.michelecassetta.com
feedback
emittente
codifica
messaggio
decofica
destinatario
canale
contesto codice interferenze
Fig. 1
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corso fad nel quale avviene la comunicazione. Per alcuni pazienti anche solo il fatto di trovarsi in uno studio odontoiatrico provoca uno stato d’animo che non predispone a ricevere il messaggio in maniera ottimale. Inoltre, una stessa comunicazione trasmessa al paziente può avere un effetto diverso a seconda di come viene percepito dal paziente l’ambiente-studio. • Il canale scelto dall’odontoiatra per comunicare potrebbe non essere quello più adatto. Possono esserci pazienti più sensibili a stimoli visivi e invece pazienti che si fanno guidare più dalle cose che ascoltano o dalle sensazioni che provano. Bisogna parlare a ogni persona nel modo più adatto alla sua capacità di decodifica e interpretazione del messaggio. • Le interferenze possono essere numerose e non consentono al paziente-destinatario di essere sereno nel ricevere e decodificare il messaggio. Si può trattare di interferenze “esterne”, come per esempio il rumore di un trapano, l’odore di un disinfettante o la vista di un ago, o di interferenze “interne”, come il timore di sottoporsi a cure odontoiatriche che provoca tensione e paura o la preoccupazione di non potersi permettere economicamente un trattamento particolarmente costoso. È assolutamente determinante acquisire la consapevolezza dello scambio comunicativo per essere capace di decifrare l’andamento dell’interazione e, in qualunque momento, cambiare strategia comunicativa intervenendo su una delle variabili descritte, al fine di raggiungere il risultato desiderato.
2. IL FEEDBACK Nella comunicazione circolare, una volta che il messaggio è giunto al destinatario, questo risponde a sua volta con un messaggio di ritorno, che rappresenta per l’emittente lo strumento per verificare se la comunicazione è andata a buon fine. Tale strumento prende il nome di feedback (fig. 2). Così, in un rapporto tra due persone, ci si alterna nell’essere emittente e destinatario del messaggio e ogni scambio rappresenta un feedback da decifrare correttamente. È proprio il feedback che rende la comunicazione “circolare” e rappresenta il vero fattore di controllo della
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MODELLO CIRCOLARE positivo “tu esisti e sono d’accordo con te”
soggetto A
Tipologie di feedback
feedback
negativo “tu esisti ma non sono d’accordo con te”
di disconferma “tu non esisti”
soggetto B Fig. 2 comunicazione stessa, che consente di verificare l’effetto che un messaggio inviato ha prodotto sull’altro. La consapevolezza della qualità del feedback permette di giudicare la qualità della comunicazione e, nel caso non sia soddisfacente, consente di cambiare la strategia per ottenere risultati migliori. Possiamo identificare tre tipi di feedback (fig. 3): • feedback positivo: “tu esisti e sono d’accordo con te”; • feedback negativo: “tu esisti, ma non sono d’accordo con te”; • feedback di disconferma: “tu non esisti”. Nel grande numero di scambi comunicativi che le persone hanno ogni giorno, sono numerosi i feedback che vengono inviati inconsapevolmente e che possono facilitare o complicare la comunicazione. Il feedback di disconferma passa da una serie di atteggiamenti e risposte che tendono a squalificare la comunicazione • Risposte impenetrabili. È probabilmente il tipo di rifiuto più evidente e decifrabile. Avviene, per esempio, quando ci si rifiuta di rispondere a una persona o si tende a sfuggirle fisicamente. Dimostra, in modo eloquente, il desiderio di non voler avere alcun tipo di interazione con l’altro. • Risposte di interruzione. Includono tutte quelle situazioni in cui si comincia a parlare prima ancora che l’interlocutore abbia finito, dimostrando scarso interesse per ciò che viene detto e scarsa disponibilità all’ascolto. È una condizione nella quale si pensa esclusivamente a cosa si desidera dire, indipendentemente da ciò che viene detto dall’altro.
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risposte impenetrabili risposte di interruzione risposte irrilevanti risposte tangenziali risposte ambigue risposte incongruenti
Fig. 3 È indispensabile considerare che molti di questi atteggiamenti vengono messi in atto e recepiti in maniera inconsapevole, rappresentando un serio ostacolo allo sviluppo di una relazione efficace e costruttiva tra due persone.
Fig. 4
3. GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
• Risposte irrilevanti. Sono quelle risposte che non hanno nessun tipo di collegamento con ciò che l’interlocutore sta dicendo. Dimostrano scarsa capacità d’ascolto, attenzione rivolta esclusivamente a ciò che si vuole affermare e completo disinteresse in ciò che viene detto dall’altro. • Risposte tangenziali. In questo caso si presta attenzione a ciò che viene detto dall’interlocutore, ma lo si utilizza come punto di partenza per dirottare la conversazione su un tema completamente diverso e al quali si è interessati. Sono percepite in maniera sgradevole e provocano forti reazioni di distacco. • Risposte ambigue. Sono quelle risposte che contengono molteplici significati e disorientano l’interlocutore che non capisce esattamente quale è l’idea che si desidera portare avanti. • Risposte incongruenti. Presentano una chiara discordanza tra ciò che viene detto, a livello di contenuti verbali e su come viene detto, utilizzando il tono della voce e il linguaggio del corpo. Sono percepite soprattutto a livello inconscio e provocano istintivamente un forte senso di sfiducia nell’altro.
Agli inizi degli anni Sessanta, Paul Watzlawick (fig. 4), presso il Mental Research Institute di Palo Alto della Stanford University, iniziò a studiare gli effetti della comunicazione sul comportamento degli individui. Watzlawick ipotizzò che alcuni tipi di nevrosi e patologie a carico della psiche erano determinate da comunicazioni disfunzionali tra le persone. Da queste considerazioni nacque una concezione della psicoterapia come “cambiamento”, da mettere in atto grazie allo strumento della comunicazione. Dai suoi studi scaturì anche l’enunciazione dei cinque assiomi della comunicazione, considerati come le proprietà fondamentali dei processi comunicativi tra persone.
Primo assioma “Non è possibile non comunicare” Questa prima proprietà della comunicazione, apparentemente banale, è assolutamente fondamentale e costituisce l’essenza stessa del rapporto tra le persone. Ogni momento della vita di un essere umano viene scandito da un comportamento. Ogni comportamento ha un suo preciso significato comunicativo. Poiché non è possibile non avere comportamenti, non è possibi-
corso fad le non comunicare. Anzi, quelle che erroneamente sono considerate “non comunicazioni”, come per esempio il tacere e il non rispondere a una domanda, hanno un valore comunicativo molto più elevato. Qualunque cosa facciamo... comunichiamo qualcosa! Bisogna esserne consapevoli. Odontoiatra e paziente Nel rapporto con il paziente sono molti i comportamenti attraverso i quali l’odontoiatra può inconsapevolmente trasferire messaggi negativi: un silenzio, quando invece il paziente si aspetta una rassicurazione; una rassicurazione comunicata con voce incerta; un segno di insofferenza, per una paura del paziente apparentemente ingiustificata, possono minare il rapporto di fiducia costruito con molta fatica.
Secondo assioma “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione” Ogni forma di comunicazione è caratterizzata da un aspetto di contenuto e da un aspetto di relazione tra i partecipanti. Non è importante solo “ciò che si dice” (il contenuto), ma è determinante soprattutto “come si dice” (la relazione). Il “come si dice” definisce il “ciò che si dice” e si pone a un livello superiore; rappresenta un modo per definire la natura del messaggio e viene detto “metacomunicazione”. La relazione tra gli interlocutori può essere espressa per esempio attraverso il linguaggio del corpo che, dal punto di vista della forza comunicativa, prevale sui contenuti verbali. Risulta pertanto chiaro come sia possibile trasferire messaggi negativi anche quando le parole utilizzate sono rassicuranti. Questo importante aspetto della comunicazione sarà approfondito dagli studi di Albert Mehrabian sulla comunicazione verbale, non verbale e paraverbale, che analizzeremo nel prossimo modulo. Odontoiatra e paziente L’odontoiatra non opportunamente preparato può produrre messaggi fortemente negativi per il paziente anche quando le parole sono rassicuranti. Il chiedere “come sta?” guardando
distrattamente la cartella clinica; il dire “buongiorno” con un linguaggio del corpo che comunica chiusura; spiegare un trattamento terapeutico al paziente seduto sulla poltrona, rimanendo in piedi e magari con la mascherina sul volto. Sono tutti comportamenti che definiscono buoni contenuti ma relazioni di scarsa qualità. E quindi interazioni di basso livello, che influiscono negativamente sulla possibilità di stabilire una comunicazione empatica ed efficace.
Terzo assioma “La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione fra i partecipanti” Uno scambio comunicativo tra due interlocutori può essere paragonato a una partita di tennis nella quale ogni colpo è determinato da quello precedente e determina quello successivo. Così nella comunicazione circolare ogni messaggio è un comportamento che è, nello stesso tempo, azione e risposta a un altro comportamento. I messaggi che vengono inviati al momento del proprio turno nello scambio comunicativo vengono definiti come punteggiatura. Se, una volta iniziata la comunicazione tra due persone, un osservatore esterno iniziasse ad assistere alla scena, non sarebbe in grado di capire da quale dei due partecipanti è partito il primo messaggio. A turno, ogni partecipante ha la possibilità di far prendere una determinata strada alla relazione, diventando responsabile dell’andamento dell’interazione. Odontoiatra e paziente Nel rapporto tra l’odontoiatra e un paziente “difficile”, con il quale nascono spesso contrasti, è complicato affermare da quale momento e a causa di chi l’interazione abbia preso una strada negativa. Certamente la consapevolezza e la capacità da parte dell’odontoiatra di gestire gli scambi comunicativi permettono di riportare lo scambio sulla strada della comunicazione efficace.
Quarto assioma “Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (o digitale) che con quello analogico” Nella comunicazione umana esistono due possibilità di rappresentare
le cose: o attribuendo loro un nome (modulo numerico o digitale) o rappresentandole tramite immagini, gesti o suoni (modulo analogico). L’efficacia del modulo numerico risente negativamente del fatto che i nomi vengono attribuiti in modo arbitrario per convenzione e sono diversi, e incomprensibili, a seconda dei codici linguistici e delle culture. Al contrario, la comunicazione analogica utilizza il linguaggio del corpo e ogni altro tipo di comunicazione non verbale per descrivere una cosa e in questo senso è universale e sempre e ovunque comprensibile. Tornando al secondo assioma, si può dedurre che l’aspetto di contenuto di una comunicazione venga mediato dal codice numerico, mentre l’aspetto di relazione venga mediato da quello analogico.
Quinto assioma “Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza” I rapporti tra le persone non sono tutti uguali e il loro andamento dipende anche dal fatto che gli interlocutori si trovino in una situazione di eguaglianza o di differenza tra loro. In situazione di uguaglianza si assisterà a rapporti simmetrici; in situazioni di differenza si assisterà a rapporti complementari. Ad un osservatore attento tale condizione sarà evidente anche dalla semplice postura degli interlocutori stessi. Nello scambio complementare, il soggetto dominante avrà una postura rilassata e “disallineata”, mentre il soggetto subordinato sarà rigido ed “allineato”. A definire questa diversità possono essere molte condizioni: culturali, sociali, sessuali, anagrafiche, economiche e soprattutto di contesto. Odontoiatra e paziente Nel corso degli ultimi anni, anche il rapporto tra odontoiatra e paziente ha subito gli importanti cambiamenti che stanno modificando il rapporto tra medico e paziente. Dal modello paternalistico si è passati a un modello di reciprocità, nell’ambito del quale gli equilibri sono più paritari. Ma nonostante questo, il rapporto prevede che l’autorevolezza dell’odontoiatra faccia da guida nella creazione di una relazione “ecologica” fondata sulla fiducia e sul reciproco rispetto.
Fig. 5 4. I CANALI DI COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Abbiamo considerato come la comunicazione sia un evento inevitabile e naturale, ma per niente facile da gestire e che è necessario apprendere e allenare. Ogni interazione è influenzata da numerose variabili che, se non decifrate e riconosciute, rischiano di far perdere l’efficacia del messaggio e possono addirittura causare effetti controproducenti. In una nuova relazione tra due persone, i primi secondi sono determinanti per farsi un giudizio dell’altro. Spesso sensazioni poco piacevoli, che condizioneranno il prosieguo dello scambio comunicativo, nascono da una incapacità di scegliere i modi più giusti per veicolare il messaggio. Gli studi compiuti da Paul Watzlawick posero le basi per comprendere le regole che governano gli scambi comunicativi tra le persone e in particolare il secondo assioma mette in evidenza come in una comunicazione ci sia un aspetto di contenuto e uno di relazione. A questo proposito è indispensabile citare un altro importante studio condotto negli anni Sessanta dallo psicologo statunitense Albert Merhabian (fig. 5), che dimostrò come un messaggio potesse essere trasferito in molti modi ma, perché vada a buon fine, è indispensabile che ci sia coerenza tra gli strumenti utilizzati per inviarlo. Merhabian ipotizzò che per comunicare si possono utilizzare tre canali: • verbale: i contenuti espressi verbalmente; • paraverbale: il modo in cui la voce e il parlato, con le loro caratteristiche, supportano e sostengono il messaggio stesso. • non verbale: tutti i modi in cui gli organi e gli apparati del corpo e la posizione del corpo stesso nello spazio permettono il trasferimento del messaggio. Alla luce di questa considerazione
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corso fad iniziale, condusse esperimenti che lo portarono ad attribuire a ognuno dei tre canali una percentuale di importanza nel trasferimento del messaggio. Secondo questo schema, le parole e i contenuti hanno una scarsa influenza (comunicazione verbale: 7%); le caratteristiche vocali una notevole importanza (comunicazione paraverbale: 38%) e la fisiologia corporea un’importanza determinante (comunicazione non verbale: 55%) (fig. 6). L’elemento principale che emerse da questo studio fu che, quando i tre canali non sono in sintonia tra loro, prevale ciò che viene trasferito dalla fisiologia del corpo. Si apre così la strada a una maggiore consapevolezza del profondo valore comunicativo del nostro corpo. La società nella quale viviamo è talmente impostata sul parlare, che ha quasi abbandonato la capacità dell’ascolto e l’attenzione nel decifrare il significato dei messaggi del corpo. Nonostante questo però, qualche istinto ancestrale è rimasto. Fa parte dell’esperienza di ogni essere umano la sensazione di non riuscire a fidarsi di qualcuno, anche quando utilizza parole rassicuranti. Perché accade questo? Perché in quei momenti la nostra parte inconscia coglie delle incongruenze tra “ciò che viene detto” e “come viene detto”. E allora prevale la sensazione suscitata dal modo in cui le cose vengono dette. Naturalmente uno studio così rivoluzionario non poteva non scatenare critiche e considerazioni da parte di chi lo riteneva troppo rigido, evidenziando per esempio come fosse improbabile che in alcuni contesti, come una relazione tecnica in una conferenza scientifica, il canale verbale contasse solo il 7%. Lo stesso Merhabian si rammaricò di come il suo studio fosse stato travisato e male interpretato e spiegò come volesse evidenziare la necessità di prestare una particolare attenzione alla parte di comunicazione che viene trasferita in maniera inconsapevole dal nostro corpo e sulla quale è più difficile esercitare un controllo. Odontoiatra e paziente La consapevolezza dell’esistenza dei tre canali comunicativi è determinante anche nell’ambito del rapporto tra odontoiatra e paziente, che spesso entra in crisi proprio perché l’odontoiatra non riesce a interpretare correttamente alcuni segnali inequivocabili inviati dal paziente o
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perché non riesce a trasferire una sensazione di coerenza tra i contenuti espressi verbalmente e come questi vengono accompagnati dal tono della voce e dalla gestualità.
comunicazione verbale 7%
Vediamo ora, nel dettaglio, tutti gli aspetti che caratterizzano i tre canali di comunicazione.
comunicazione non verbale 55%
comunicazione paraverbale 38%
5. LA COMUNICAZIONE VERBALE Nel trasmettere un messaggio a livello verbale, come abbiamo già visto, è necessario prima di tutto codificare ciò che il cervello vuole dire e trasformarlo in un contenuto che viene espresso attraverso le parole. Il canale verbale della comunicazione è certamente quello sul quale è più facile esercitare un controllo cosciente. Si può decidere in ogni momento cosa dire e cosa no. Ma se tale comunicazione non viene adeguatamente supportata da un tono di voce e da un linguaggio corporeo adeguato, risulterà poco credibile. La parte verbale della comunicazione viene determinata da importanti elementi, come il codice e il registro.
Fig. 6
informativa referente
emotiva emittente
conativa destinatario
Funzioni della lingua
fatica canale
metalinguistica codice
poetica forma del messaggio
Fig. 7
Codice linguistico Il codice linguistico è un complesso di segni e regole linguistiche che permettono alle persone di comprendersi tra loro. È legato alla cultura e al momento e non sempre è condiviso e comprensibile. È mutevole e cambia nel tempo, adeguandosi ai nuovi bisogni delle persone. Nascono nuove lingue per unire culture diverse che si incontrano. Si creano nuove parole per rappresentare nuove esperienze. La lingua è un classico esempio di codice linguistico. Si sceglie un modo diverso di parlare in base allo scopo che si vuole ottenere e le funzioni della lingua sono diverse. Il linguista Roman Jakobson ne ha identificate sei, che sono incentrate sugli elementi fondamentali della comunicazione (fig. 7): • informativa: è incentrata sul referente e serve a informare il destinatario del messaggio senza stabilire alcun contatto emotivo; non è caratteristica della comunicazione interpersonale e si trova per esempio nei cartelli e negli avvisi scritti; • emotiva: è incentrata sull’emittente e serve per esprimere una propria emozione senza che ci
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sia l’intenzione di coinvolgere necessariamente il destinatario del messaggio; conativa: è incentrata sul destinatario e serve all’emittente per convincerlo ad accettare il contenuto del messaggio; è caratteristica negli ordini e nelle esortazioni e non prevede necessariamente da parte del destinatario l’avvio di uno scambio comunicativo; fàtica: è incentrata sul canale e serve per stabilire un contatto e creare uno scambio comunicativo con il destinatario; rappresenta la funzione più direttamente collegata alle relazioni interpersonali e con essa si può avviare o chiudere una comunicazione; metalinguistica: è incentrata sul codice e serve per discutere e analizzare il codice linguistico nel tentativo della lingua di analizzare se stessa; si utilizza spesso nella grammatica o nell’etimologia delle parole; poetica: è incentrata sulla forma del messaggio e viene usata in letteratura o nella poesia senza stabilire una comunicazione interpersonale tra emittente e
destinatario. I codici servono anche a unire e a far riconoscere un gruppo di persone. Pensiamo a un congresso di odontoiatri dove tutti “parlano la stessa lingua”. Se usati in modo inappropriato possono allontanare l’interlocutore dalla comprensione del messaggio. Odontoiatra e paziente Nell’attività quotidiana l’odontoiatra deve essere in grado di utilizzare codici linguistici che permettano la comunicazione efficace con il paziente, considerando che il livello di comprensione su temi particolarmente tecnici è inevitabilmente basso e va supportato da altri elementi comunicativi come l’uso della voce o la gestualità del corpo. Un tono rassicurante accompagnato da un sorriso e da una mano poggiata su una spalla può fare molto per creare un clima empatico, quando i contenuti di natura scientifica non non sono facilmente decodificabili.
Registro Il registro rappresenta il modo e la forma in cui i contenuti vengono pre-
corso fad sentati. Si possono adottare diversi registri come quello colto, burocratico, colloquiale, amicale, formale o solenne, che vengono scelti in base al contesto nel quale si svolge l’interazione e al rapporto esistente con l’interlocutore. Odontoiatra e paziente Nella pratica quotidiana l’odontoiatra deve possedere la capacità di passare efficacemente da un registro all’altro, a seconda della tipologia di paziente con cui si trova a interagire e del momento dell’interazione. Non si può comunicare in modo sempre uguale con tutti e la comunicazione deve essere personalizzata a seconda del paziente e del momento. Addirittura ci si può trovare a modificare più volte registro nell’ambito dello stesso scambio comunicativo. Tale capacità ha a che fare con una dote essenziale per qualunque comunicatore, che analizzeremo in maniera più approfondita più avanti: la flessibilità.
6. LA COMUNICAZIONE PARAVERBALE Dagli studi di Mehrabian si evince che la voce e il parlato, con tutte le loro caratteristiche, giocano un ruolo fondamentale nella emissione e ricezione di un messaggio. In alcuni suoi aspetti il canale paraverbale è facilmente controllabile e migliorabile, mentre in altri è caratteristica innata e non modificabile. È possibile sperimentare l’importanza di questo canale, registrando la propria voce in un discorso. Si capirebbe subito quanti dettagli sono spesso trascurati. Si tende a parlare senza ascoltarsi e senza chiedersi se, per esempio, il volume, la velocità, l’accento e l’intenzione utilizzati permettano all’interlocutore di ascoltare nel miglior modo possibile e senza porsi il problema di quale immagine di se stessi si trasferisca agli altri parlando. Odontoiatra e paziente Nel rapporto tra odontoiatra e paziente il canale paraverbale riveste un’importanza determinante per lo stabilirsi di una relazione efficace. La voce e il parlato possono essere utilizzati per rassicurare, assistere e fidelizzare, anche quando i contenuti verbali sfuggono al paziente, che non condivide con l’odontoiatra i codici linguistici.
Il canale paraverbale della comunicazione può essere influenzato da diversi aspetti (fig. 8).
tono
Voce Il ruolo comunicativo della voce è espresso da diverse caratteristiche, alcune innate e altre invece modificabili a seconda delle circostanze. • Tono: può essere grave o acuto, monotono o vario e contribuisce a rendere una comunicazione più interessante e meritevole di essere ascoltata. Generalmente un tono grave viene percepito più piacevolmente e trasmette sicurezza personale. Attraverso l’uso corretto del tono della voce è possibile caricare la parte verbale di particolari significati e sfumature, come il sarcasmo, l’ironia o la confidenza. Il suo utilizzo può essere migliorato con l’apprendimento. • Volume: può essere basso o alto e dipende dal contesto e dal tipo di rapporto esistente tra gli interlocutori. È facilmente modificabile, anche se alcune persone sono abituate a usare un certo tipo di volume come caratteristica personale. Un volume costantemente basso può far pensare a insicurezza o timidezza, mentre un volume stabilizzato sull’alto viene associato a sicurezza personale o aggressività. I cambi di volume possono essere utilizzati molto efficacemente per attirare l’attenzione su ciò che si dice o per creare un particolare livello di intimità con l’interlocutore. • Timbro: questa caratteristica è innata e difficilmente modificabile. Rappresenta il suono che la voce emette. Può essere utilizzato come strumento di forte seduzione verso l’interlocutore, ma può anche trasmettere diffidenza e sgradevolezza. Odontoiatra e paziente L’utilizzo di un tono acuto e di un volume di voce elevato nel corso di un intervento chirurgico, durante il quale il paziente si trova in una situazione di stress, può causare disagi e brutti ricordi dell’esperienza. Al contrario, una voce calda, rassicurante, con tono grave e volume basso può far vivere al paziente questa esperienza in maniera positiva.
Parlato Il parlato del canale paraverbale include tutte quelle caratteristiche
voce
volume
timbro
Comunicazione paraverbale
accento
tempo parlato
velocità ritmo pause
articolazione
intenzione
Fig. 8 che possono essere curate e affinate e che, nell’insieme, permettono al messaggio di diventare più “estetico” e funzionale, arrivando in modo più efficace. • Accento: permette di capire immediatamente la provenienza di una persona e contribuisce a creare un immediato giudizio sull’interlocutore, che può essere negativo o positivo a seconda dei pregiudizi o delle esperienze personali che quel tipo di accento stimola. Talvolta può essere utilizzato volutamente per creare con una persona un clima di vicinanza, che faciliti lo scambio comunicativo. Naturalmente può essere modificato con l’esercizio, anche se è difficile eliminare del tutto le forti cadenze dialettali. • Tempo: è un elemento estremamente importante nella veicolazione del messaggio. Include caratteristiche diverse come la velocità, il ritmo e le pause. » La velocità è un elemento paraverbale sul quale solitamente ci si sofferma poco. Si è abituati a parlare in un certo modo e non ci si pone la domanda di quanto questo influisca sull’efficacia della comunicazione. Parlare molto velocemente può causare difficoltà di comprensione e sensazione di agitazione e ansia in chi ascolta. Come parlare troppo lentamente può annoiare e portare l’interlocutore a distrarsi. Il comportamento migliore rispetto alla ve-
locità dell’eloquio è quello di tararla in base all’interlocutore e al contesto in cui ci si trova. Questo atteggiamento verrà approfondito più avanti, quando si inizierà ad affrontare il tema della PNL, la cui peculiarità principale è proprio quella di rendere la comunicazione flessibile in funzione dell’interlocutore o della situazione particolare. » Il ritmo è una particolare caratteristica del tempo, che permette di cadenzare il discorso in maniera incisiva e interessante. Non necessariamente si identifica con la velocità, piuttosto con la vivacità del parlato. » Le pause sono un potentissimo strumento per attirare l’attenzione sul discorso o preparare l’attenzione su ciò che si sta per dire. Se usate in eccesso possono portare a una comunicazione poco incisiva ed efficace. Si impara a dosarle con l’esperienza e con la capacità di saper cogliere l’effetto che hanno sugli altri. • Articolazione: il suono indistinto proveniente dalla laringe deve essere articolato perché diventi parole, frasi e concetti. A questo scopo provvedono numerosi organi del corpo umano come i denti, la lingua, il naso, il palato e le labbra. L’articolazione serve a formare i fonemi e può essere identificata con la pronuncia. È diversa a seconda delle carat-
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TEST DI APPRENDIMENTO 1. Quali risposte utilizzano ciò che è stato detto per indirizzare la conversazione su un tema diverso? a. tangenziali b. ambigue c. irrilevanti d. incongruenti 2. Un rapporto di comunicazione “simmetrico” si verifica quando: a. gli interlocutori si conoscono da molto tempo b. c’è un conflitto tra gli interlocutori che non riesce ad essere gestito c. gli interlocutori sono su un piano di uguaglianza d. uno tra gli interlocutori ha una posizione dominante
3. Attraverso il modulo numerico: a. si descrivono le cose utilizzando i gesti b. si attribuisce un nome alle cose c. si conta il numero degli scambi in una comunicazione d. si valuta l’efficacia del messaggio 4. La punteggiatura è: a. l’alternanza degli scambi comunicativi tra due interlocutori b. un rifiuto improvviso della comunicazione c. un momento di pausa nella conversazione d. il fattore di controllo della comunicazione 5. Gli studi di Mehrabian dimostrano che la Comunicazione Non Verbale incide nella percentuale del: a. 38% b. 55% c. 7% d. 45%
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6. La funzione fàtica della lingua serve: a. ad informare su un argomento b. ad approfondire il codice linguistico c. a stabilire un contatto con il destinatario d. a convincere il destinatario 7. Il ritmo del parlato è una caratteristica: a. del tempo b. del timbro c. dell’articolazione d. dell’intenzione 8. Nel parlare, i denti influenzano soprattutto: a. l’articolazione b. il volume della voce c. il registro d. il timbro vocale 9. Il timbro è: a. difficilmente modificabile b. facilmente modificabile c. dipendente dal contesto d. una caratteristica verbale
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Odontoiatra e paziente Quando si interagisce con il paziente, nella spiegazione di un preventivo o di un piano di trattamento, certamente la velocità eccessiva dell’eloquio da parte dell’odontoiatra può diventare un ostacolo perché potrebbe essere percepita come il tentativo di essere sbrigativi o di non favorire la comprensione di argomenti che non si conoscono. Nel rapporto con il paziente, il corretto utilizzo delle pause consente all’odontoiatra di dare più significato alle cose dette e permette al pazien-
te tempi più lunghi di decodifica per la comprensione, considerando che il codice utilizzato non è condiviso e che il rapporto non è simmetrico.
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teristiche di una lingua e può essere curata affinché migliori l’efficacia comunicativa. È indispensabile in alcuni tipi di attività e anche per l’odontoiatra, sia nel rapporto con il paziente che nel parlare in pubblico. • Intenzione: è determinata dall’utilizzo di tutti gli strumenti paraverbali a disposizione per rafforzare il senso della comunicazione e far capire quanto si sia convinti del contenuto che si sta esprimendo e le emozioni a esso collegato.
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Sunstar . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 45 Sweden & Martina . . . . . . . . . pag . 39 Voco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 21 Wisil Latoor . . . . . . . . . . . . . . . inserto
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