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Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In. L. 27/02/2004, n.46) art. 1 comma 1, DCB Milano Taxe perรงue - ISSN 1825-4683
rivista italiana igiene dentale
ID 2 Anno V
Mag-Ago 2009
Colgate Total è efficace nella protezione di denti e gengive
E’ clinicamente dimostrato che Colgate Total: Protegge dai batteri fino a 12 ore1 Riduce la formazione della placca2 Combatte i problemi gengivali2,3,4 Riduce la formazione del tartaro5 Fornisce protezione dalla carie (grazie al fluoruro)2 1 Amornchat C et al. (2004) Mahidol Dent J; 24(2): 103-111 2 Panagakos FS et al. (2005) J Clin Dent 16 (Suppl): S1-S20 3 Garcia-Godoy F et al. (1990) Am J Dent; 3 (Spec Issue): S15-26 4 Lindhe J et al. (1993) J Clin Periodontal 20(5): 327-334 5 Banoczyl J et al. (1995) Am J Dent 8(4): 205-208
IL TUO PARTNER NELLA SALUTE ORALE Puoi acquistare i prodotti Colgate per il tuo studio attraverso il Catalogo Krugg, telefonando al numero verde 800 821 010
sommario
30-07-2009
15:38
ID
Pagina 55
rivista italiana igiene dentale
2
Anno V Mag-Ago 2009
sommario lavori originali RICERCA SPERIMENTALE
in copertina
Rimozione delle macchie estrinseche: valutazione clinica di uno spazzolino manuale Nadia Zallocco, Gianluca Gambarini, Luca Testarelli
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61
RICERCA SPERIMENTALE
Variazioni giornaliere e stagionali del flow rate e del ph salivare in un campione di popolazione sana Pier Luigi Foglio Bonda , Laura Gueli, Mario Migliario
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67
pag.
77
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’importanza dell’utilizzo del fluoro nei pazienti ortodontici non collaboranti Massimiliano Ciaravino, Alberto Vian, Cristina Panzeri
corso FAD Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva pag.
86
Ignazia Casula
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115
Schede prodotto
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59; 60
Commissione CLID
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57
ANID
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88
AIDI
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90
S. Sauro, I. Riccitelli Guarrella, M. Rossini, C. Mazza
aggiornamento professionale L’igiene orale nella terapia rigenerativa
Un utile supporto alle tecniche di igiene orale può essere fornito dai collutori. Esistono significative prove scientifiche a sostegno della capacità di alcuni collutori di eliminare buona parte dei batteri orali senza sviluppare effetti collaterali. In particolare, una recente revisione sistematica della letteratura ha dimostrato come l’uso del collutorio agli oli essenziali (Listerine) si associ a una riduzione degli indici infiammatori gengivali e all’abbattimento dei batteri contenuti nella placca, quelli normalmente più difficili da eliminare con gli abituali strumenti per l’igiene orale. Ma c'è anche un altro aspetto da considerare: l'estrema facilità e rapidità d'utilizzo del collutorio, che si rivela uno strumento particolarmente pratico ed efficace per prendersi cura dell'igiene, non solo tra le pareti domestiche ma anche in altri contesti come la sede di lavoro, che diviene così anche luogo di prevenzione. Ciò determina una serie di vantaggi che sono stati rilevati dai dipendenti di un gruppo di 16 aziende che hanno aderito al progetto promosso da Listerine: curare l'igiene orale nell'intero arco della giornata, anche quando non si avrebbe un tempo sufficiente da dedicare alla propria bocca, e migliorare così la propria immagine, grazie a una bocca sana, a prova di relazioni sociali. per informazioni
Gestione dello studio
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93
Risposte fiscali
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101
JOHNSON&JOHNSON SPA www.listerine.it consumer@cscit.jnj.com tel. 06.910.96.273
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Commissione Nazionale dei Corsi di Laurea in Igiene Dentale Presidente: prof. Mario Giannoni Vicepresidente: dott.ssa Ignazia Casula Consiglieri Presidente: prof. Fernando Zarone, prof. Pierluigi Foglio Bonda, prof. Enrico Gherlone Consiglieri Coordinatori: dott. Alessandro Scabbia, dott.ssa Clelia Mazza, dott.ssa Caterina Montaldo Segretario: prof. Roberto Di Lenarda Per informazioni: mario.giannoni@cc.univaq.it
Confermato il successo del Congresso del Collegio dei Docenti di discipline Odontostomatologiche e Chirurgia Maxillo-Facciale ❚
Si è appena concluso il Congresso del Collegio dei Docenti di discipline Odontostomatologiche e Chirurgia Maxillo-Facciale. Voleva essere un Congresso di riflessione, e lo è stato, ma soprattutto è stato l’evento che in un’atmosfera gioiosa e molto partecipata ha puntualizzato il ruolo del Collegio. La scelta di mettere a nudo anche le proprie fragilità, per individuare assieme strumenti idonei a superarle, ha caratterizzato la prima giornata dove tutti i corsi di studio dell’area odontoiatrica, compreso ovviamente il corso di laurea in igiene dentale, sono stati protagonisti. Le due giornate successive sono state dedicate alla formazione dell’odontoiatra punto di partenza fondamentale per definire tutti gli altri percorsi. La struttura ha accolto con generosità e grande attenzione gli 830 poster che hanno testimoniato una vivacità e un desiderio di competizione senza pari. Tutti i protagonisti hanno concorso a sancire un successo al di là delle aspettative di cui dobbiamo essere grati ai Colleghi di Roma Sapienza che ci hanno fatto vivere con passione e professionalità il Congresso sognato, sottolineando il senso vero dell’appartenenza accademica. Il Collegio dei Docenti nei suoi vari organi è convintamente rivolto verso un percorso di qualità e di miglioramento della didattica, della ricerca e dell’assistenza finalizzata a queste ultime, consapevole che gli impegni e le sfide che ci attendono sono molteplici e complesse. La Giunta didattica del Collegio, recentemente rinnovata e che a breve sarà integrata dal referente dell’insegnamento delle Scienze e
Tecniche di Igiene Dentale, svolgerà un fondamentale ruolo non solo nel ridefinire il core curriculum di ogni singola disciplina del CLMOPD adattandoli al nuovo piano di studi esennale, ma anche, di concerto con la Commissione Nazionale dei Corsi di Laurea in Igiene Dentale, si porrà analogo obiettivo per i CLID in vista dell’attivazione del nuovo ordinamento secondo il D. L.vo 270. La Giunta dovrà inoltre definire la tipologia e la quantità delle prestazioni assistenziali che ciascuna sede universitaria dovrà fornire per garantire la formazione degli odontoiatri, degli igienisti e degli specialisti in formazione che, come noto, devono svolgere le prestazioni assistenziali come primo operatore. Poiché non tutte le prestazioni assistenziali possono essere svolte dagli studenti, bisognerà anche definire la quota percentuale di prestazioni dedicate alla formazione pre e post laurea sul totale delle stesse fornite dalla struttura. Nell’ambito della ricerca sarà compito della Giunta definire le Società scientifiche e le riviste di riferimento. Ci aspettano anni interessanti di riordino costruttivo che, ne sono certa, faranno fare un ulteriore salto di qualità a tutta l’area odontoiatrica accademica italiana.
Elettra De Stefano Dorigo Presidente Collegio dei Docenti di Odontoiatria
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ID
HONORARY EDITOR
rivista italiana igiene dentale
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ISSN 1825-4683
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abbonati subito 3 numeri a euro 20,00
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sconto studenti 50% www.ariesdue.it
scheda prodotto a cura di Johnson&Johnson spa
nome
www.listerine.it
Listerine total care
descrizione Listerine è il collutorio che ha rivoluzionato il mondo dell’igiene orale. A base di oli essenziali, Listerine garantisce ogni giorno un’azione efficace e sicura contro batteri responsabili di placca, disturbi gengivali ed alitosi. Oggi la gamma si arricchisce ulteriormente con Listerine Total Care la nuova frontiera dell’igiene orale Totale.
caratteristiche Listerine Total Care è l’unico collutorio multi-beneficio in grado di assicurare i 6 segni di un’igiene orale completa: ❚ Riduce la placca, penetrando il biofilm ed eliminando oltre il 56% di placca in più rispetto all’utilizzo del solo spazzolino. ❚ Elimina fino al 99,9% dei batteri del cavo orale (in test di laboratorio): Listerine in soli 30 secondi elimina fino al 99,9% dei batteri Gram positivi e negativi. ❚ Rafforza i denti contro la carie: grazie al Fluoruro di Sodio contenuto, consente di ridurre oltre il 71% in più di carie, rispetto al solo uso dello spazzolino. ❚ Garantisce un alito fresco per 24 ore: provato clinicamente che usato 2 volte al giorno
Listerine Total Care garantisce un alito fresco per 24 ore. ❚ Aiuta a mantenere il bianco naturale dei denti: lo Zinco Cloruro presente nella formulazione riduce la formazione del tartaro e ne previene la crescita. In tal modo aiuta i denti a mantenere il loro bianco naturale. ❚ Mantiene le gengive sane eliminando i germi causa di disturbi gengivali. Listerine Total Care è disponibile in farmacia Gli altri prodotti della linea Listerine: ❚ Listerine difesa denti e gengive; ❚ Listerine fresh citrus; ❚ Listerine tartar control;
❚ Listerine natural white protection; ❚ Listerine softmint.
vantaggi L’utilizzo quotidiano di Listerine Total Care previene l’insorgenza di carie, gengiviti e parodontiti. Inutile ricordare come la salute orale si ripercuota sulla qualità della vita, sui rapporti interpersonali, sul livello di autostima. Le armi per difendere la salute di denti e gengive sono la dieta, la fluoroprofilassi ma soprattutto una corretta igiene orale quotidiana.
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scheda prodotto a cura di Ultradent Italia Srl
nome
info@ultradent.it - www.ultradent.it
Opalescence Follow Up kit
descrizione Opalescence Follow Up kit è il nuovo sistema a completamento della gamma dei trattamenti sbiancanti Opalescence da consegnare direttamente al paziente per mantenere stabile nel tempo l'effetto raggiunto. Ora non ci sono più limiti di tempo nello sbiancamento dentale! Per ulteriori informazioni contattare Ultradent Italia, Numero Verde 800 830 715.
vantaggi formati Le tipologie di kit disponibili sono due. Nel dettaglio, Opalescence Follow Up kit con mascherine precaricate, pronte all’uso è ideale quando il paziente non dispone di una sua mascherina individuale. Opalescence Follow Up kit in siringhe è invece studiato per il paziente che già possiede una mascherina personalizzata. Entrambe le tipologie includono il desensibilizzante UltraEZ, per combattere efficacemente la sensibilità dei denti, 2-3 applicazioni di un trattamento sbiancante Opalescence domiciliare e il dentifricio Opalescence a supporto di un’accurata igiene orale quotidiana, il tutto ad un prezzo molto competitivo.
Opalescence Follow Up kit trova le seguenti indicazioni. ❚ Per stabilizzare il risultato dello sbiancamento alla poltrona: dopo alcuni giorni dal trattamento in studio, proseguire con 2-3 applicazioni domiciliari per completare e stabilizzare il processo di ossido-riduzione delle molecole cromogene. Inoltre Opalescence Follow Up kit addizionato di nitrato di potassio e fluoro (formula PF) rafforza lo smalto, proteggendolo dalla carie. ❚ Per il mantenimento negli anni: alcuni alimenti, il tabacco e la scarsa igiene orale con gli anni riducono, fino ad annullare, il risultato raggiunto. In occasione delle periodiche sedute di igiene
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professionale, confrontare il colore con quello ottenuto dopo lo sbiancamento ed La tavoletta, posizionabile in eventualmente consegnareper al il maniera ergonomica paziente Opalescence suo utilizzo ancheFollow senza Up kit per un breve l'assistente alla poltrona, è trattamento di ritocco per dotata di due cannule di mantenere la luminosità del aspirazione (piccola e gransorriso negli anni. de) e di una lampada poli❚ Per provare un merizzante utile all’igienista trattamento sbiancante dentale per ledi attività diasigilpost-seduta igiene: latura dei solchi e, a richiefine seduta di igiene sta, di una Opalescence seconda siringa consegnare Follow Up kit al paziente indicandogli di iniziare con il desensibilizzante UltraEZ e dopo circa una settimana di procedere al trattamento sbiancante. Ciò permette al paziente di valutare la comodità e l’efficacia dello sbiancamento e, se soddisfatto, potrà completare il trattamento; in ogni caso sarà evidente la soddisfazione per la seduta di igiene!
Ricerca sperimentale EXPERIMENTAL RESEARCH
Rimozione delle macchie estrinseche: valutazione clinica di uno spazzolino NADIA ZALLOCCO*, GIANLUCA GAMBARINI*, manuale LUCA TESTARELLI** ❚
Sapienza Università di Roma, EXTRINSIC TOOTH STAIN REMOVAL: I° Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Igiene Dentale CLINICAL EVALUATION * Insegnamento di Materiali Dentari Titolare: prof. G. Gambarini OF A MANUAL TOOTHBRUSH **Insegnamento di Dispositivi dell’Unità Operativa Odontoiatrica
❚
Titolare: prof. L. Testarelli
PAROLE CHIAVE ❚ spazzolino manuale ❚ rimozione discromie estrinseche ❚ odontoiatria cosmetica
RIASSUNTO Scopo del lavoro. Scopo del presente lavoro è stato quello di determinare l’efficacia clinica di un nuovo spazzolino (Colgate Whitening) nella rimozione delle discromie estrinseche. Materiali e metodi: Sono stati selezionati 15 pazienti di età compresa tra i 16 e i 50 anni. Durante la prima visita è stata valutata la presenza di macchie estrinseche, in termini di intensità ed estensione, impiegando l’indice di Lobene modificato e, prima di fornire lo spazzolino da testare, sono state impartite corrette istruzioni di igiene orale. L’indice di Lobene modificato è stato rilevato durante la visita di controllo eseguita dopo un periodo di tempo di 30 giorni. In tale occasione veniva inoltre valutata l’eventuale presenza di lesioni a carico dei tessuti molli e duri del cavo orale. I dati così ottenuti sono stati raccolti e analizzati statisticamente (paired t-test, p<0.05). Risultati e conclusioni. Dai risultati conseguiti nel presente studio emerge come l’impiego dello spazzolino testato consenta una significativa riduzione sia dell’intensità sia dell’estensione delle macchie. Va altresì segnalata l’assenza di lesioni a carico dei tessuti duri e molli del cavo orale. Si può pertanto affermare che lo spazzolino testato ha permesso di conseguire risultati soddisfacenti in termini di riduzione dell’intensità e dell’estensione delle discromie estrinseche.
ABSTRACT Aim of the work The aim of the present study was to clinically evaluate a manual toothbrush (Colgate Whitening) in dental stain removal. Materials and methods: A group of 15 patients (aged 16 to 50 years) was selected for the clinical trial. Preliminary evaluation of tooth extrinsic stain (intensity and extension) was performed using the modified Lobene Stain Index. Patients were then instructed for correct oral hygiene procedure and provided with the toothbrush. Modified Lobene Stain Index was checked again after 30 days; moreover oral examination was performed to evaluate any tissue damage. Data were collected and statistically analized (paired t-test, p<0.05). Results and conclusion Results showed that the toothbrush allowed satisfactory stain removal, with no damage to the tooth structure and oral tissue. Hence we may conclude that the new manual toothbrush is a useful tool for reduction of extrinsic tooth stain.
KEY WORDS ❚ manual toothbrush ❚ extrinsic stain removal ❚ cosmetic dentistry
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Ricerca sperimentale EXPERIMENTAL RESEARCH
INTRODUZIONE In questi ultimi anni si è assistito a un notevole aumento della richiesta da parte dei pazienti di poter contare sull’estetica del proprio sorriso, rappresentando quest’ultimo un aspetto fondamentale per l’incremento della stima individuale e per migliorare i rapporti di comunicazione interpersonali. Infatti il ripristino dell'estetica del sorriso è un importante aspetto riabilitativo che tocca una funzione d'organo, quella psichica, spesso sottovalutata nella sua reale importanza (1). Ciò ha comportato lo sviluppo di una nuova branca dell’odontoiatria, quella cosmetica, che mira appunto all’esecuzione di trattamenti volti a migliorare l’estetica del sorriso e del volto. Ne deriva che, oggigiorno, l’odontoiatra e l’igienista dentale, oltre a dover eseguire le classiche terapie finalizzate alla cura e alla prevenzione delle patologie odontostomatologiche, ha come impegno quello di dover soddisfare tutte le nuove aspettative dei pazienti che, sempre con maggiore frequenza, richiedono all’operatore trattamenti di tipo esteticocosmetico come risultante della forte influenza che su di essi esercitano gli stili ed i modelli proposti dalla società (2). Non a caso, una delle richieste che più frequentemente viene avanzata dai pazienti è rappresentata dalla volontà di rimuovere le macchie che sovente interessano le superfici dentali. Per tale motivo attualmente sono stati registrati grandi sviluppi nel campo dell’odontoiatria estetica, con l’introduzione di nuovi prodotti e metodiche che, nel rispetto dei principi biologici e funzionali del cavo orale, hanno come target quello di conferire agli elementi dentali presenti in arcata un’armonia non solo di forma ma anche, e soprattutto, di colore. Tra le diverse soluzioni proposte un ruolo fondamentale è assunto dalle procedure di sbiancamento dentale, professionale o domiciliare, a cui però si sono associati anche enormi sviluppi nell’ambito degli strumenti comunemente utilizzati nelle procedure di igiene orale quotidiana: dentifrici contenenti principi sbiancanti, e spazzolini elettrici o manuali che, presentando particolari accorgimenti relativamente alla forma e alla disposizione delle setole, permettono di rimuovere i pigmenti presenti sulle superfici dentali (1, 3-9). Difatti, il regolare impiego dello spazzolino (tecnica e durata dello spazzolamento), associato a una opportuna modifica delle abitudini del singolo soggetto, sono in grado di ridurre la for-
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mazione delle macchie presenti sulla superficie esterna dello smalto. Le discromie estrinseche generalmente rappresentano una conseguenza delle abitudini di vita del paziente tra le quali un ruolo fondamentale è assunto dal fumo e dall’assunzione di cibi e bevande contenenti coloranti naturali e/o artificiali (caffè, tisane, bevande ecc). Le suddette alterazioni cromatiche interessano principalmente le porzioni cervicali degli elementi dentali, con particolare riferimento alle superfici orali, vestibolari e alle zone di maggior accumulo (solchi, fessure, difetti dello smalto ecc) e assumono una colorazione che varia dal giallo al marrone scuro (10-13). Pertanto, da quanto fin ora affermato appare evidente il ruolo che, anche lo spazzolino dentale, in associazione con gli altri presidi presenti in commercio, assume nella rimozione delle discromie estrinseche. Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’efficacia nella rimozione delle discromie estrinseche di un nuovo spazzolino manuale: il Colgate Whitening (Colgate-Palmolive Company, New York, USA).
MATERIALI E METODI Per valutare l’efficacia clinica dello spazzolino manuale Colgate Whitening nella rimozione delle macchie estrinseche presenti sulle superfici degli elementi dentali è stato impiegato l’indice di Lobene modificato (7, 8, 14). Questo indice valuta l’intensità e l’estensione delle macchie estrinseche presenti sulla superficie vestibolare degli elementi dentali anteriori. La superficie vestibolare viene suddivisa in due parti: gengivale e del corpo del dente. La regione gengivale è un’area a forma di mezza luna di ampiezza pari a circa 2 mm, adiacente al margine della gengiva libera che si estende fino alla cresta della papilla interdentale del dente adiacente. La parte rimanente della superficie vestibolare del dente costituisce la regione del corpo. I valori relativi alle due aree esaminate vengono calcolati separatamente e, in base all’intensità ed all’estensione della macchia, utilizzando i seguenti criteri: ❚ Intensità: valori 0, 1, 2, 3 indicano rispettivamente assenza di macchie, macchia leggera (dal giallo al marrone chiaro o grigio), macchia moderata (marrone intermedio) e macchia scura (da marro-
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ne scuro a nero). ❚ Estensione: valori 0, 1, 2, 3, indicano rispettivamente assenza di macchie, estensione della macchia fino a 1/3 dell’area valutata, estensione della macchia superiore ad 1/3 ma entro i 2/3 dell’area valutata, estensione della macchia superiore ai 2/3 dell’area valutata. Per il presente studio sono stati selezionati 15 pazienti, di cui 5 di sesso maschile e 10 di sesso femminile di età compresa tra i 16 e i 50 anni, in buono stato di salute sistemica, che si erano sottoposti a una seduta di igiene orale negli ultimi 12 mesi. I soggetti costituenti il campione non dovevano aver eseguito trattamenti di sbiancamento dentale nei 3 mesi precedenti lo studio e dovevano presentare un numero di denti anteriori non inferiore a 8 (superiori e inferiori) caratterizzati dalla presenza di macchie estrinseche visibili sulla superficie vestibolare (valore minimo accettabile per intensità ed estensione 1.0 dell’indice di Lobene modificato). Inoltre, i soggetti costituenti il campione dovevano essere disposti a modificare o quantomeno a ridurre alcune abitudini di vita quali il consumo di tabacco, di cibi e bevande particolarmente pigmentanti durante la durata dello studio. Sono stati esclusi tutti quei soggetti affetti da grave malattia parodontale, portatori di apIntensità discromia pre-trattamento
Intensità discromia post-trattamento
1,45 1,3 1,45 1,35 1,4 1 1 1,1 1,27 1,45 1,3 1,21 1 1,45 1,25
1,15 1 1,15 1,2 1,2 0,8 1 0,85 1,15 1,15 1,1 1,1 1 1,25 1,1
Valori medi pre -trattamento
Valori medi post-trattamento
1,26
1,08
Riduzione media intensità (pre-post) 0,18 Tab. 1
Variazioni dell’intensità delle macchie secondo l’indice di Lobene modificato
parecchi ortodontici, di protesi parziali rimovibili, in gravidanza, diabetici o immunodepressi o che presentavano lesioni a carico dei tessuti duri e molli del cavo orale. Non sono stati altresì presi in considerazione pazienti che mostravano ridotte capacità motorie nell’esecuzione delle procedure di igiene orale. L’esame clinico veniva eseguito sempre dallo stesso operatore, nel medesimo luogo e utilizzando lo stesso riunito, in modo tale da avere per tutti i pazienti la stessa quantità di luce, condizione essenziale per un’adeguata rilevazione dei valori iniziali relativi all’intensità e all’estensione delle macchie. I dati così ottenuti venivano inseriti in un’apposita cartella clinica realizzata all’uopo che prevede anche l’annotazione delle abitudini di vita del paziente (fumo, assunzione abituale di tisane, caffè e altre bevande o cibi contenenti coloranti). Prima di fornire lo spazzolino da testare (Colgate Whitening) sono state impartite corrette istruzioni di igiene orale (tecnica di Bass modificata, 3 volte al giorno per 3 minuti). In aggiunta i pazienti, durante l’intera durata dello studio, non potevano utilizzare collutori a base di clorexidina e/o sottoporsi a trattamenti di sbiancamento dentale (domiciliare o professionale). Le stesse misurazioni sono state rilevate durante la visita di controllo eseguita dopo 30 giorni. In tale occasione veniva inoltre valutata l’eventuale presenza di lesioni a carico dei tessuti molli e duri del cavo orale. I dati così ottenuti sono stati raccolti e analizzati statisticamente (paired t-test, p<0.05).
RISULTATI I risultati ottenuti dopo 30 giorni di impiego dello spazzolino testato hanno mostrato una riduzione media dell’intensità delle macchie pari a 0,18, più precisamente si è passati da valori medi pretrattamento di 1,26 a valori medi finali di 1,08 (tab. 1). Mentre la riduzione media dell’estensione delle macchie è risultata essere pari a 0,15, passando da un valore medio iniziale di 1,26 a uno postrattamento di 1,11 (tab. 2). Le riduzioni registrate sia in termini di diminuzione dell’intensità sia di estensione della macchia si sono rivelate statisticamente significative (p<0.05). Non sono state inoltre registrate lesioni a carico dei tessuti duri e molli del cavo orale durante la visita di controllo.
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Ricerca sperimentale EXPERIMENTAL RESEARCH
Estensione discromia pre-trattamento
Estensione discromia post-trattamento
1,55 1,05 1,55 1,4 1,1 1 1 1,22 1,25 1,55 1,25 1,42 1 1,4 1,1
1,4 0,95 1,4 1,3 1,06 0,8 1 0,94 1 1,2 1,1 1,21 1 1,25 1,05
Valori medi pre -trattamento
Valori medi post-trattamento
1,26
1,11
Riduzione media estensione (pre-post) 0,15 Tab. 2
variazioni dell’estensione delle macchie secondo l’indice di Lobene modficato
DISCUSSIONE Dai risultati ottenuti nel presente studio emerge come l’impiego dello spazzolino testato consenta una riduzione media, tra i valori iniziali e quelli rilevati durante la visita di controllo (30 giorni), pari a 0,18 per quanto riguarda l’intensità, mentre per quel che concerne l’estensione della macchia la riduzione media è risultata pari a 0,15. I valori conseguiti sono statisticamente significativi (p<0,05) per entrambi i parametri valutati con l’indice di Lobene modificato; tuttavia occorre precisare come lo spazzolino testato mostri una migliore efficacia nella riduzione dell’intensità delle macchie rispetto alla capacità di ridurne l’estensione. Si è altresì registrata la totale assenza di lesioni a carico dei tessuti duri e molli del cavo orale. Tali condizioni che sovente si manifestano a seguito delle procedure di spazzolamento sono da imputare a diversi aspetti: una esagerata forza applicata dal paziente durante l’uso dello spazzolino, uno spessore e durezza eccessivi delle setole e impropria conformazione della loro punta (15, 16, 17). Questo dato assume nel presente lavoro un valore rilevante, considerando che l’applicazione principale dello spazzolino testato è rappresentata dalla capacità di rimuo-
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vere meccanicamente le macchie estrinseche presenti sulle superfici degli elementi dentali. Tale risultato può trovare spiegazione sia nelle caratteristiche proprie dello spazzolino (conformazione, disposizione e durezza delle setole) che, pur garantendo una rimozione dei pigmenti, non lede i tessuti duri dei denti, sia nell’apprendimento da parte dei pazienti delle corrette procedure di spazzolamento loro impartite durante la prima visita. Difatti uno spazzolamento non corretto e/o uno spazzolino inadeguato provocano l’usura dello smalto con un duplice negativo effetto: da un lato, l’inevitabile indebolimento dell’elemento dentario con conseguente possibile comparsa di lesioni cariose e/o fenomeni di ipersensibilità, dall’altro l’assottigliamento dello spessore dello smalto soprattutto a carico del versante vestibolare degli elementi dentali che, quindi, tendono ad assumere un aspetto piatto con progressiva alterazione del colore a causa della perdita dello strato translucido dello smalto stesso. I dati ottenuti nel presente lavoro sono in accordo con quelli riportati in letteratura; difatti in due studi, condotti rispettivamente da Grossman et al (5) e da Moran et al (6), sulla capacità di rimozione di pigmentazioni estrinseche da parte di spazzolini elettrici e manuali è emerso come tutti gli spazzolini testati siano in grado di rimuovere le macchie anche se per quelli elettrici si evidenzia una migliore efficacia. I risultati ottenuti nei suddetti studi trovano probabilmente spiegazione nel fatto che gli spazzolini elettrici riproducono costantemente il loro movimento sulle superfici dentali non risentendo pertanto delle variabili connesse sia al movimento manuale delle setole sia alla pressione esercitata da queste ultime sulla superficie del dente (più facile da mantenere costante con gli spazzolini elettrici). L’efficacia nella rimozione delle macchie estrinseche presenti sullo smalto da parte di spazzolini manuali, quando associati a corrette procedure di spazzolamento, è anche testimoniata da studi in vitro e in vivo (8, 9). È necessario tuttavia specificare come i risultati ottenuti, fermo restando la validità clinica dello spazzolino testato, siano anche strettamente correlati alla motivazione dei pazienti costituenti il campione che si sono mostrati, già al momento della prima visita, fortemente decisi ad ottenere una rimozione, o quantomeno una riduzione, dell’intensità delle macchie con conseguente miglioramento estetico del sorriso. Tale atteggiamento rappresenta
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una componente fondamentale per il raggiungimento di risultati clinici validi e per il loro mantenimento (1, 2). Altro importante aspetto da considerare riguarda la composizione del campione: per lo più costituito da donne che, generalmente, mostrano maggiore dedizione, rispetto agli uomini, ad attenersi scrupolosamente alle regole di utilizzo di un prodotto che può condurre a miglioramenti estetici. Alla luce di quanto finora affermato è doveroso precisare come lo spazzolino testato possa rappresentare anche un valido e sicuro ausilio per il mantenimento dei risultati ottenuti dopo l’esecuzione di trattamenti sbiancanti, magari in associazione all’impiego di specifiche paste dentifrice.
CONCLUSIONI In conclusione, dai dati ottenuti risulta evidente come lo spazzolino Colgate Whitening permetta di conseguire risultati soddisfacenti in termini di riduzione dell’intensità e dell’estensione delle discromie estrinseche. Si può pertanto asserire che lo spazzolino testato si è mostrato clinicamente efficace e sicuro (assenza di lesioni a carico dei tessuti molli e duri del cavo orale) tanto da renderne possibile il suo utilizzo quotidiano, senza però mai tralasciare alcuni aspetti fondamentali per il raggiungimento del successo terapeutico: motivazione del paziente, corretta valutazione diagnostica delle discromie, modifica delle abitudini di vita e adeguate procedure e tempistiche di spazzolamento.
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Indirizzo autore Luca Testarelli Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Via Caserta, 6 00161 Roma e-mail: lucatestarelli@virgilio.it.
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Variazioni giornaliere e stagionali del flow rate e del ph salivare in un campione di popolazione sana ❚
DAILY AND SEASONAL VARIATIONS OF UNSTIMULATED WHOLE SALIVA FLOW RATE AND PH IN A HEALTHY PEOPLE SAMPLE
PIER LUIGI FOGLIO BONDA LAURA GUELI MARIO MIGLIARIO
❚
PAROLE CHIAVE ❚ saliva ❚ flusso salivare ❚ pH ❚ modificazioni circannuali
RIASSUNTO Scopo del lavoro Determinare, in un campione di popolazione sana, la variazione del valore di flow rate (FR) e pH della saliva non stimolata in quattro diversi orari giornalieri, in quattro diversi periodi dell’anno; sottoporre i dati ad analisi statistica per trovare correlazioni con sesso, fumo, indice massa corporea (BMI) e fasi del ciclo mestruale. Materiali e metodi Campione composto da 30 giovani adulti, clinicamente sani, sottoposti a visita medica, esami ematochimici, compilazione questionario anamnestico, visita odontoiatrica, con esclusione di quelli con patologie sistemiche e/o del cavo orale; prelievo salivare con metodica “spitting”, durata 5 minuti. Analisi statistica con test Huber White (“p-value” 0,05). Risultati e conclusioni Dalla stagione autunnale a quella estiva il flow rate medio ha un decremento al limite della significatività (p=0,06805, D.S.±0,029), non influenzato da sesso, fumo, BMI, fasi del ciclo mestruale; il pH medio ha un incremento statisticamente significativo (p<0,001, D.S.±0,045) dall’autunno all’estate, non influenzato da sesso, fumo, fasi del ciclo mestruale a differenza del BMI (p<0,05 con D.S.±0,018). Il FR e il pH salivare hanno un ritmo circannuale contrario: il flow rate diminuisce mentre il pH aumenta dall’autunno all’estate. Riportando i rispettivi valori medi stagionali su un diagramma cartesiano, con sull’asse delle ascisse i valori di pH e sull’asse delle ordinate i valori di flow rate, unendo tali valori si ottiene una retta di regressione, coefficiente di correlazione di Pearson= –0,99 che dimostra come i due valori siano strettamente correlati. È essenziale che i ricercatori standardizzino le procedure di raccolta, stoccaggio ed analisi dei campioni salivari per rendere i dati comparabili.
Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro” Facoltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute Corso di Laurea In Igiene Dentale Presidente: prof. Pier Luigi Foglio Bonda
ABSTRACT Aim of the work Determine, in a sample of healthy population, the variations of flow rate (FR) and pH values’ of unstimulated saliva in four different sampling daily times, in four different periods of the year, submit data obtained for statistical analysis to find possible correlations between gender, smoking habits, body mass index (BMI) and menstrual cycle. Materials and methods The sample, composed of 30 young clinically healthy adults, submitted to preventive medical visit, hemato-chemistry examinations, compilation of an anamnestic questionnaire and dental visit. The subjects with systemic and/or oral cavity pathologies have been excluded. The salivary collecting has been effected with "spitting" method, for 5 minutes. The statistic assessment has been carried out with the test of Huber White (significative "p-value" 0,05). Results and conclusion From autumn to summer the mean value of flow rate decreased to the limit of significance (p =0,06805, DS± 0,029) and it is not influenced by sex, smoke, BMI and menstrual cycle; the mean value of pH statistically has a meaningful increase (p <0,001 DS± 0,045), and it does not seem influenced by sex, smoke and menstrual cycle unlike of the BMI (p <0,05 with DS± 0,018). Salivary FR and pH have a circannual rhythm: the FR shows a decrease from autumn to summer, whereas pH increases. Bringing the respective seasonal middle values on a Cartesian diagram, with on the axis of abscissas the pH values and on the axis of ordinates the FR values; the union of these values results in a straight line of regression, Pearson’s coefficient of correlation -0,99, thus showing that the two values are tightly correlated. It is essential that the researchers standardize the procedures of collection, preservation and analysis of the salivary samples to compare the data.
KEY WORDS
❚ saliva ❚ flow rate ❚ pH ❚ circannual variation
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INTRODUZIONE La saliva può essere distinta in “Whole saliva”, o “saliva intera” che è il liquido normalmente presente nel cavo orale, e “duct saliva”, o “saliva duttale” che è il liquido prelevato direttamente dai dotti delle ghiandole (1). Con il termine flusso salivare o flow rate (FR) si indica la quantità di saliva prodotta in un dato tempo; è un valore generalmente espresso in ml/min; può essere distinto in non stimolato o basale (unstimulated), prodotto in condizioni fisiologiche, e stimolato (stimulated), secreto in risposta a una stimolazione artificiale (1-5). Dalla revisione della letteratura emergono dati contrastanti sul valore del flow rate (FR) e del pH salivare; tale disomogeneità dei valori è, a nostro avviso, imputabile a: ❚ campione non omogeneo e comparabile; ❚ orari, metodiche (draining, spitting, suction e swab method), durata di prelievo; ❚ modalità della misurazione del FR e del pH; ❚ training dell’operatore e del paziente. Determinato il valore del FR e del pH della whole saliva non stimolata in un campione di giovani adulti sani in 4 orari diversi di prelievo (9:00-11:0013:00-17:00), lo scopo del nostro lavoro, è stato quello di valutare: ❚ la variazione del flow rate e del pH in periodi diversi dell’anno (autunno, inverno, primavera, estate); ❚ la variazione del flow rate e del pH in funzione del ciclo mestruale. L’altra finalità era quella di sottoporre i dati ottenuti ad analisi statistica per trovare correlazioni: ❚ flow rate > sesso; ❚ flow rate > fumo; ❚ flow rate > indice di massa corporea; ❚ flow rate > ciclo mestruale; ❚ pH > sesso; ❚ pH > fumo; ❚ pH > indice di massa corporea; ❚ pH > ciclo mestruale.
MATERIALI E METODI Selezione del campione I soggetti arruolati nel nostro studio, informati delle finalità, hanno rilasciato un consenso informato
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all’acquisizione dei dati personali, al prelievo della saliva per la valutazione del flow rate e del pH ed allo stoccaggio dei campioni a scopo di ricerca nel rispetto della Legge n. 675 del 31/12/1996 e successive modifiche (legge sulla privacy). Quindi è stato loro sottoposto un questionario anamnestico che ha portato all’esclusione di quelli con patologie sistemiche responsabili di deficit salivari, riferenti sintomi di “dry mouth” o “oral burning”, assumenti abitualmente farmaci (esclusi estroprogestinici a scopo anticoncezionale) o bevande alcoliche; alle femmine è stato chiesto di indicare la data di inizio dell’ultimo ciclo mestruale precedente il prelievo salivare per valutare eventuali variazioni di flow rate e pH correlabili alla ritmicità ormonale. Sono stati considerati fumatori coloro che fumavano un numero di sigarette maggiore uguale a 5 (range da 5 a 20, deviazione standard ± 4,52). Tutti i soggetti partecipanti al nostro studio sono stati sottoposti a una visita medica con calcolo dell’indice di massa corporea (BMI) ed ad una serie di esami di screening comprendenti esami ematochimici, esami delle urine, elettrocardiogramma. A ciascun soggetto è stato quindi assegnato un codice identificativo, comprendente una lettera e un numero, e sottoposto ad una visita del cavo orale, con particolare attenzione allo stato delle mucose. Tutti i dati sono stati raccolti in una cartella clinica. Descrizione del campione Il campione utile è risultato composto da 30 giovani adulti, di età compresa tra i 19 e i 40 anni; 24 femmine (80% del campione), di età compresa tra 19 e 40, valore medio 24 anni, deviazione standard ± 5,88; 6 maschi (20% del campione), con età minima 20 e massima 38 anni (vm 28 anni, ds ± 7,55). I soggetti fumatori erano il 40% del campione (N = 12): 11 femmine (45,83% del gruppo femminile, 36,67% del campione totale), 1 maschio (16,67% del gruppo maschile, 3,33% del campione totale). I soggetti non fumatori erano 18 (60% del campione): 13 femmine (54,17% del gruppo femminile, 43,33% del campione totale), 5 maschi (83,33% del gruppo maschile, 16,67% del campione totale). Il numero medio di sigarette consumate dai fumatori era 10 (range da 5 a 20, ds ± 4,52).
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Orario dei prelievi Dalla letteratura si evince che la produzione salivare ha una variazione circadiana: per tale ragione sono stati scelti quattro orari di prelievo, 9:00, 11:00, 13:00 e 17:00 (1-2; 6-7) per permetterci di osservare variazioni giornaliere del flow rate e del pH salivare durante ogni periodo dell’anno indagato. Stagionalità del prelievo La procedura è stata applicata per tutti i prelievi ripetuti nelle quattro stagioni dell’anno. Istruzioni paziente/operatore Per evitare il pericolo di ottenere risultati falsati da metodiche di prelievo non standardizzate, sono state impartite ed attuate rigide metodiche di prelievo con un training molto pressante sia sugli operatori che sui pazienti. Training generale Ai soggetti inseriti nello studio è stato consegnato un foglio di istruzioni riportante le norme di comportamento da seguire nelle 36 ore antecedenti (mantenere un comportamento rilassato, astenersi da ogni attività sportiva affaticante, non assumere tè, caffè, caramelle o gomme da masticare, fumare) e le modalità di prelievo salivare. Programma giorno prelievo Il giorno del prelievo tutti i soggetti sono stati invitati a osservare scrupolosamente il seguente programma. ❚ Ore 7:00. Colazione e a seguire igiene orale, da terminare non meno di 90 minuti prima del prelievo, applicando la tecnica di “Bass modificata” ed utilizzando il dentifricio fornito. ❚ Ore 8:30. Istruzioni modalità prelievo. L’operatore ha ricordato le istruzioni sulla modalità del prelievo; nei dieci minuti antecedenti il prelievo, il soggetto è stato invitato a sedersi e a rilassarsi leggendo un libro o ascoltando musica. ❚ Ore 9:00, 11.00, 13.00, 17.00. Prelievo. Nel caso il soggetto, tra i prelievi, avesse fame o sete, gli era concesso mangiare o bere acqua, quindi lavare immediatamente i denti con il dentifricio fornito. In tal modo si è voluto evitare che il flow rate potesse essere influenzato dal desiderio di cibo e/o dalla sensazione di sete, ed il valore del pH
potesse essere alterato dall’assunzione del cibo stesso. In ogni caso il tempo minimo di latenza tra un prelievo ed il successivo doveva essere 90 minuti. Metodiche di prelievo Il prelievo dei campioni salivari è stato eseguito a temperatura e condizioni di umidità standard (22°C; 70% umidità ambientale). Il soggetto, seduto con la testa rivolta verso il basso, è stato invitato a deglutire per eliminare la saliva presente nel cavo orale; dopo è iniziato il conteggio del tempo, 5 minuti, per la raccolta del campione. Durante il tempo di prelievo il soggetto raccoglieva la saliva prodotta all’interno del cavo orale per emetterla (“spitting” o sputare) all’interno di una provetta sterile pre-pesata, secca, deionizzata e avente un diametro di 1,5 cm (Meus® srl). Ogni volta dopo aver “sputato” la saliva all’interno dell’apposito contenitore, il soggetto ha eseguito un movimento di strofinamento della provetta contro le labbra per raccogliere la saliva residua. I prelievi sono stati seguiti da due operatori idoneamente istruiti: il primo si è occupato del controllo dei tempi e della corretta esecuzione della tecnica di raccolta, il secondo ha effettuato la immediata valutazione visiva della saliva raccolta e l’immediata misurazione del flow rate e del pH riportando i dati nella scheda preparata per ogni soggetto. Il campione salivare raccolto è stato immediatamente sottoposto a pesatura e misurazione del pH per evitare una degradazione salivare. Calcolo del flow rate Il campione è stato pesato utilizzando una pesa tecnica (Precisa Balances Series Bj). La pesatura permette di determinare con assoluta precisione la quantità di saliva raccolta a differenza dell’utilizzo di provette calibrate e millimetrate che, in presenza di bolle d’aria o della “schiuma salivare”, rendono imprecisa la valutazione del dato. Il flow rate è stato calcolato in g/min-1, valore pressoché equivalente al ml/ min-1(8-9). Calcolo del pH Poiché non esistono elettrodi che siano in grado di effettuare una precisa rilevazione del pH diretta-
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mente all’interno del cavo orale, perché necessitano di un volume di pescaggio troppo elevato, nel nostro studio ci siamo serviti di un pH-metro portatile Hanna Instruments (HI 9026), munito di una sonda di temperatura (HI 7662) e di un elettrodo per provette avente un diametro pari a 5 mm (HI 1330B); queste caratteristiche ci hanno consentito di effettuare la valutazione del pH all’interno della provetta di raccolta sulle quantità di saliva ottenute in 5 minuti: con tale metodologia si possono ottenere dei valori di pH assimilabili a quelli presenti all’interno della cavità orale. La precisione dello strumento, certificata della ditta produttrice, è stata periodicamente verificata confrontando il pH-metro impiegato con delle soluzioni tampone e dei pH-metri della Facoltà di Farmacia dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Analisi statistica I dati del flow rate e del pH ottenuti nei 4 orari di prelievo (9:00; 11:00; 13:00; 17:00) e nelle quattro stagioni dell’anno (nell’ordine autunno, inverno, primavera, estate) sono stati sottoposti ad analisi statistica utilizzando il test Huber-White (Softwear R, versione 2.7.1.), un modello di regressione con stima robusta della varianza per tenere conto della dipendenza dei dati indotta dalla presenza di misure ripetute (10). Analogamente un modello di regressione con stima robusta della varianza è stato implementato per valutare l'effetto del sesso, del fumo e del BMI. Inoltre, per i soggetti di sesso femminile è stata valutata la possibile variazione del flow rate e del pH in funzione del ciclo mestruale. Per valutare l’ipotesi di indipendenza tra le variabi-
li, è stato considerato come statisticamente significativo un valore di “p-value” 0,05.
RISULTATI Flow rate L’analisi statistica è stata indirizzata a valutare le variazioni del flow rate (FR) nei diversi orari di prelievo nelle stagioni. I risultati hanno evidenziato che nella stagione autunnale il FR presenta un incremento significativo tra le ore 9:00 e le ore 13:00 (p<0,05, d.s. ± 0,033), mentre non risulta statisticamente significativo l’incremento che si osserva dalle ore 9:00 alle ore 17:00 (fig. 1). Nella stagione invernale si rileva un incremento non statisticamente significativo del FR dalle ore 9:00 alle ore 17:00 (fig. 2). Nella stagione primaverile si evidenzia un incremento significativo del FR tra le ore 9:00 e le ore 11:00 (p<0,001, d.s. ± 0,022) e tra le 9:00 e 17:00 (p<0,001, d.s. ± 0,037), mentre non risulta significativo quello tra le 9:00 e le 13:00 (fig. 3). Nella stagione estiva il FR presenta un decremento tra le ore 9:00 e le ore 11:00 seguito da un incremento alle 13:00 e alle 17:00, entrambi non statisticamente significativi (fig. 4). La nostra indagine ha dunque evidenziato come il FR medio si modifichi nei diversi orari di prelievo, con un incremento tra le ore 9:00 e le ore 17:00 eccetto che nella stagione estiva quando si ha una diminuzione tra le ore 9:00 e le ore 11:00, e nelle diverse stagioni, con un costante decremento dalla stagione autunnale a quella estiva, al limite della significatività (p=0,06805, ds ± 0,029), poten-
Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 1
Coefficiente
D.S.
p-value
0,025 0,066 0,051
0,028 0,033 0,039
0,36926 0,04425 0,19021
Valori medi di FR rilevati nella stagione autunnale nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
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Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 2
p-value
0,051 0,040 0,053
0,032 0,036 0,1828
0,1107 0,286 0,039
Coefficiente
D.S.
p-value
0,079 0,026 0,010
0,022 0,032 0,037
0,000476 0,420318 0,009018
Valori medi di FR rilevati nella stagione primaverile nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 4
D.S.
Valori medi di FR rilevati nella stagione invernale nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 3
Coefficiente
Coefficiente
D.S.
p-value
- 0,015 0,034 0,034
0,024 0,032 0,030
0,5325 0,2874 0,2564
Valori medi di FR rilevati nella stagione estiva nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
zialmente imputabile a una bassa numerosità campionaria. In relazione all’influenza che sesso, fumo e BMI possono avere sul flow rate, i dati ottenuti dalla nostra indagine hanno evidenziato una differenza statisticamente non significativa del valore di FR tra i due sessi e tra fumatori e non fumatori, in accordo con i dati presentati da Parvien (1984), Olson et al. (1985), Fenolo-Palomares et al. (2004) (11-13), nei diversi orari e nelle diverse stagioni. Anche l’indice di massa corporea (BMI) è risultato influire sul flow rate in modo statisticamente non
significativo. I dati estrapolati dal campione femminile hanno permesso di correlare il periodo proliferativo (1°/14° giorno) del ciclo mestruale con i valori di FR medio. Tali dati, che necessitano di conferme ottenute dall’analisi di campioni più numerosi, evidenziano che le fasi del ciclo mestruale non inducono modificazioni significative del flow rate. Risultati pH L’analisi statistica è stata indirizzata a valutare le possibili variazione del pH nelle diverse stagioni nei
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Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 5
0,105 0,071 0,129
0,023 0,034 0,036
0,00001861 0,03468 0,0004404
Coefficiente
D.S.
p-value
0,010 0,166 0,129
0,028 0,033 0,034
0,0004956 0,000002096 0,0002751
Coefficiente
D.S.
p-value
0,114 0,044 0,086
0,032 0,036 0,031
0,000537 0,222229 0,007153
Valori medi di pH rilevati nella stagione primaverile nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 8
p-value
Valori medi di pH rilevati nella stagione invernale nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 7
D.S.
Valori medi di F.R. rilevati nella stagione estiva nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
Ore 11:00 Ore 13:00 Ore 17:00 Fig. 6
Coefficiente
Coefficiente
D.S.
p-value
0,052 0,010 0,073
0,035 0,044 0,151
0,135 0,8262 0,632
Valori medi di pH rilevati nella stagione estiva nei 4 orari di prelievo e relativo modello di regressione.
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diversi orari di prelievo. I risultati ottenuti hanno evidenziato come nella stagione autunnale il pH dalle ore 9:00 alle ore 17:00 presenta un incremento statisticamente significativo, tra le 9:00 e le 11:00 (p<0,001, ds ± 0,023), tra le 9:00 e le 13:00 (p<0,05, ds ± 0,034), tra le 9:00 e le 17:00 (p<0,001, ds ± 0,036) (fig. 5). Nella stagione invernale si rileva un incremento graduale di pH dalle ore 9:00 alle ore 17:00 statisticamente significativo, tra le 9:00 e le 11:00 (p<0,001, ds ±0,028); tra le 9:00 e le 13:00 (p<0,001, ds ±0,033), tra le 9:00 e le 17:00 (p<0,001, ds ±0,034) (fig. 6).. Nella stagione primaverile si evidenzia un incremento significativo del pH tra le ore 9:00 e le ore 11:00 (p<0,001, ds ± 0,032) e tra le 9:00 e le 17:00 (p<0,001, ds ± 0,031), mentre risulta non significativo quello tra le 9:00 e le 13:00 (fig.. 7). La stagione estiva presenta un aumento dei valori di pH tra le ore 9:00 e le ore 13:00, seguito da un decremento tra le 13:00 e le 17:00, non statisticamente significativo (fig. 8). Ottenuti questi risultati la nostra indagine si è indirizzata a valutare la variazione del pH medio dei singoli orari nelle diverse stagioni. Confrontando il pH medio delle ore 9:00, 11:00, 13:00 e 17:00 nelle quattro stagioni si evidenzia che il pH, passando dalla stagione autunnale a quella primaverile subisce un costante incremento statisticamente non significativo, mentre risulta significativo l’incremento considerando l’intero periodo dall’autunno all’estate (p<0,001, ds ±0,045). Infine si è valutato come anche il pH possa essere influenzato da sesso, fumo e BMI. I risultati hanno rilevato una differenza statistica-
Fig . 9
FR medio rilevato nelle 4 stagioni.
mente non significativa del pH tra i due sessi né nei diversi orari né nelle diverse stagioni. Il confronto dei valori rilevati nei non fumatori ha messo in evidenza una differenza statisticamente non significativa con il valore di pH dei fumatori, in accordo con i dati presentati da Olson et al. (1985) e Fenolo-Palomares et al. (2004) (13; 11). Il BMI è risultato influire sul pH in modo statisticamente significativo (p<0,05, ds ±0,018): all’aumentare del BMI aumenta il pH. I dati estrapolati dal campione femminile, che necessitano di conferme ottenute dall’analisi di campioni più numerosi, evidenziano che le fasi del ciclo mestruale non inducono modificazioni significative del pH.
DISCUSSIONE Dall’analisi dei dati relativi al flow rate, che mostra un decremento dalla stagione autunnale a quella estiva al limite della significatività (p=0,06805, d.s. ±0,029) (fig. 9) ed al pH salivare, che presenta un incremento dalla stagione autunnale a quella estiva statisticamente significativa (p<0,001, d.s. ±0,045) (fig. 10), abbiamo ipotizzato riportare i rispettivi valori medi stagionali su un diagramma cartesiano, con sull’asse delle ascisse i valori di pH e sull’asse delle ordinate i valori di flow rate. Unendo tali valori abbiamo ottenuto una retta di regressione, con coefficiente di correlazione di Pearson –0,99 (fig. 11), che dimostra come i due valori siano strettamente correlati, e ci permette di ipotizzare che al crescere del valore di pH pari ad 1, si verifica una corrispondente diminuzione di 0,26 ml/min del flow rate.
Fig . 10
pH medio rilevato nelle 4 stagioni.
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Fig . 11
FR Vs pH.
La correlazione dei due parametri può essere riconducibile all’aumento della concentrazione di bicarbonato e di proteine salivari. La concentrazione di bicarbonato è infatti fortemente dipendente dal tasso di secrezione ed esiste una correlazione direttamente proporzionale tra secrezione di bicarbonato, pH e potere tampone salivare (5). CONCLUSIONI Sulla base dei dati della letteratura e di questa ricerca si evince la necessità che i ricercatori standardizzino le procedure di raccolta dei campioni salivari, identificando esattamente la metodologia e la durata del prelievo, i tempi, le apparecchiature e le metodiche di analisi, non sottovalutando il momento della giornata in cui effettuare il prelievo salivare, correlandolo alle abitudini di vita ed alle caratteristiche dei ritmi veglia-sonno dei soggetti in esame, alla temperatura ed umidità ambientale onde ottimizzare i risultati ottenuti dai vari i ricercatori a fini diagnostici e terapeutici (14-15).
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Indirizzo autore Prof. Pier Luigi Foglio Bonda Presidente Corso di Laurea in Igiene Dentale Viale Piazza d'Armi, 1 - 28100 Novara Tel. 0321.3734871-2-4 Fax 0321.3734843
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L’importanza dell’utilizzo del fluoro nei pazienti ortodontici non collaboranti ❚
IMPORTANCE OF THE USE OF FLUORIDES IN NON COMPLIANT ORTHODONIC PATIENTS
MASSIMILIANO CIARAVINO* ALBERTO VIAN* CRISTINA PANZERI
❚
Università degli studi di Milano-Bicocca Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria Corso di Laurea in Igiene Dentale Scuola di Specializzazione in Chirurgia Odontostomatologica Direttore: prof. M. Baldoni *Fondazione Europea di Ricerca Biomedica ONLUS Ospedale S. Isidoro, Trescore Balneario (Bg)
PAROLE CHIAVE ❚ fluoro ❚ prevenzione ❚ vernici al fluoro
ABSTRACT Aim of the work Fluoride has long been used to reduce caries and to strengthen enamel before and after tooth eruption. The purpose of this study was to explane how a fluoride regimen canreduce demineralizations and white spots, common negative sequelae of orthodontic treatment. Fluoride varnishes need particular attention because common problems have been solved. Conclusion The use of fluorides is considered the most effective treatment in the prevention of tooth demineralization and decay. The topic tratment by means of fluoridated mouthwashes, gels and toothpastes is an effective support in the control of tooth decay in patients wearing fixed or removable orthodontic devices.
RIASSUNTO Scopo del lavoro Il fluoro è a tutt’oggi considerato l'elemento più efficace nella prevenzione della carie dentaria e nella formazione dello smalto prima e dopo l’eruzione dell'elemento. Scopo di questo lavoro è sottolineare come l’odontoiatra possa aiutare un certo tipo di pazienti a ridurre le demineralizzazioni grazie all’uso di un presidio al fluoro. L’attenzione si è focalizzata in modo particolare sulle vernici al fluoro e sulle loro proprietà. Conclusioni L’utilizzo del fluoro rappresenta il trattamento di elezione nella prevenzione della carie e delle deminaralizzazioni dello smalto. La terapia topica con collutori, gel e dentifrici fluorati costituisce un valido supporto nel controllo della carie nei pazienti portatori di presidi ortodontici fissi o removibili.
KEY WORDS ❚ fluoride ❚ prevention ❚ fluoride varnish
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INTRODUZIONE Il fluoro è a tutt’oggi considerato l'elemento più efficace nella prevenzione della carie dentaria e nella formazione dello smalto prima e dopo l'eruzione dell'elemento. La conoscenza dei suoi diversi meccanismi d'azione ne consente un uso ottimale. La presenza di fluoro nell'ambiente orale, infatti, determina importanti modificazioni sul piano fisico e chimico, poiché induce un cambiamento dell'assetto spaziale dei cristalli, trasformando l'idrossiapatite in fluoroapatite, molecola più piccola, più cristallizzata e quindi più stabile e resistente agli attacchi acidi (1; 2). L'acquisizione di fluoro da parte dello smalto può avvenire in due modi: ❚ per via sistemica, assumendo fluoro per via orale; ❚ per via topica, tramite il contatto diretto dello smalto con sostanze che liberano fluoroioni, o mediato dai fluidi orali e dalla placca batterica. In passato si è provveduto a somministrare fluoro per via sistemica integrando i contenuti delle acque potabili, del latte, del sale o distribuendo nelle scuole le compresse di NaF. Successivamente, sono stati proposti programmi di fluoroprofilassi topica per completare quella procedura di prevenzione estensiva che ha portato a una significativa riduzione della prevalenza di carie nei paesi occidentali. Negli ultimi decenni, infatti, grazie all’applicazione delle più recenti acquisizioni della ricerca, all’attenzione specifica degli odontoiatri verso le problematiche preventive e alla crescente preoccupazione individuale nei confronti della propria salute orale, l’incidenza di carie si è notevolmente ridotta. Il fluoro ha una duplice azione: ❚ può essere incorporato nello smalto in via di mineralizzazione, conferendo al tessuto una maggiore resistenza all’attacco acido; ❚ può interferire con il metabolismo dei batteri cariogeni, riducendo la loro capacità di produrre acidi. L’uomo può immagazzinare fluoro da alcuni alimenti che ne contengono rilevanti quantità (tab. 1, 2).
ASSORBIMENTO L’assorbimento del fluoro avviene a livello gastrointestinale tramite diffusione passiva entro 30 minuti dall’ingestione, anche se la velocità di assorbimen-
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Alimento (100g)
Concentrazione F-.(ppm)
carni uova burro formaggi zucchero sardine gamberetti merluzzo, aringa concentrati proteici di pesce salmone agrumi altri frutti cereali e derivati verdure e tuberi Tab. 1
0.14-2 0.01-2.05 0.04-1.5 0.13-1.62 0.10-0.32 8-40 50 2-5 20-370 2-20 0.07-0.17 0.03-0.84 0.18-2.8 0.02-0.9
Concentrazione di f- nei cibi freschi (national research council, 1971-1990).
Bevanda(100ml)
Concentrazione F-(ppm)
vino birra tè infusione tè istantaneo caffè in chicchi caffè macinato coca-cola succo d’arancia
0.0-6.3 0.15-0.86 0.1-2.0 0.2 0.2-1.6 1.7 0.07 0.0-0.05 (2.7 secondo dati più recenti)??
Tab. 2
Concentrazione di f- nelle bevande (national research council, 1971).
to è strettamente correlata ai valori di pH gastrico. I fluoruri passano poi nel sangue con concentrazione proporzionale all’assunzione, ma sempre con valori compresi tra lo 0,05 e 0,5 ppm. È interessante notare come la cinetica della concentrazione del fluoro ione nella saliva sia sovrapponibile alla fluoremia, anche se la concentrazione di fluoro in saliva è di circa un 30% inferiore a quella plasmatica (3; 4). La sovrapponibilità fra le due cinetiche permette di valutarne un’unica, che, per semplicità e scarsa invasività di prelievo, è quella salivare. Come già accennato, buona parte del fluoro assorbito è captato dai tessuti calcificati per i quali esiste una forte affinità. La quota di fluoro ritenuta a livello osseo è compresa fra il 20 e il 50%, quando l’apporto dell’elemento è compreso tra 1 e 20 mg/ litro. Il fluoro nei tessuti calcificati non è legato irreversibilmente: studi recenti hanno dimostrato che,
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se è localizzato sulla parte più superficiale del tessuto, può scambiarsi in modo isoionico con altre molecole di fluoro o in modo eteroionico con altri anioni provenienti dai fluidi extracellulari. Il fluoro contenuto nelle regioni più profonde dell’osso può essere rilasciato in tempi piuttosto lunghi durante il processo di rimodellamento. La concentrazione di fluoro nello scheletro e nei tessuti dentari dipende dalla quantità introdotta ed assorbita, dalla durata dell’esposizione, dall’attività metabolica del tessuto in questione e dall’età dell’individuo (5). Il fluoro è escreto prevalentemente con le urine; la parte eliminata con feci e sudore è minima. Il monitoraggio del flusso urinario risulta di particolare utilità per stimare la somministrazione dell’elemento all’interno di una popolazione. Con questo sistema è possibile valutare anche le esposizioni accidentali e/o indesiderate allo ione, per esempio, a causa di inquinamento atmosferico o attraverso preparazioni per uso topico. Tra gli adulti, l’escrezione urinaria di fluoro nelle 24 ore è di solito compresa tra il 40 e il 60% della quantità introdotta giornalmente. Variazioni di questi valori sono frequenti perché possono dipendere dalla funzionalità del rene e dal pH delle urine stesse. Nei bambini, invece, l’escrezione è inferiore all’introduzione giornaliera circa del 30%, questo perché buona parte è captata dai tessuti in via di calcificazione.
no della placca dentale, per essere poi rilasciato lentamente sulla superficie dello smalto. Una recente teoria sulla cariostaticità del fluoro, sostiene che la morfologia e le dimensioni dei denti vengano influenzate dalla presenza di fluoro durante la maturazione del dente. Pare infatti che la superficie dell’elemento dentario possa risultare più liscia e priva di anfrattuosità e quindi meno ricettiva all'accumulo di placca dentale (6).
ACQUISIZIONE DEL FLUORO PER VIA SISTEMICA Durante il processo di mineralizzazione dei tessuti duri dentari, il fluoro, se presente, può essere incorporato nei cristalli di smalto in una proporzione che dipende dal suo livello plasmatico. Questo meccanismo riguarda tutto lo spessore di smalto che viene strutturato, con un gradiente di concentrazione che aumenta dagli strati interni a quelli superficiali (7). La quantità di fluoro acquisita in fase pre-eruttiva dipende anche dalla durata della fase di maturazione del dente; il minor contenuto di fluoro dei decidui rispecchia il loro ridotto tempo di formazione (8). Esiste una diversa distribuzione del fluoro assunto per via sistemica sulle diverse superfici del dente; è stato visto, infatti, che quelle lisce ne contengono di più rispetto a quelle con morfologia complessa (superfici masticanti dei molari) (9).
MECCANISMO CARIOSTATICO DEL FLUORO Lo smalto demineralizzato può essere remineralizzato grazie alla presenza di componenti minerali e in particolare di fluoro nel liquido salivare, con regressione della lesione cariosa o decalcificazione iniziale. È perciò lecito ritenere che molte carie, in fase iniziale, non arrivino neppure ad essere clinicamente visibili, ma subiscano questo processo di guarigione spontanea. Un altro meccanismo cariostatico, individuato recentemente, è quello rappresentato dall'interazione tra fluoro e placca dentale. Lo ione presente nei preparati per la fluoroprofilassi topica è in grado di inibire la produzione di acidi da parte dei batteri cariogeni, nonché di restare immagazzinato all'inter-
ACQUISIZIONE DEL FLUORO PER VIA TOPICA Il fluoro può essere incorporato nei cristalli dello smalto anche una volta che si è completata l'eruzione del dente, ma solo negli strati più superficiali del tessuto. Fonte di ioni fluoro topico sono i cibi, le bevande, i dentifrici e le soluzioni che lo contengono. Il fluoro che si deposita sulle superfici dentali sane è inferiore, in quantità, a quello che viene incorporato dalle superfici dentali porose o da quelle che hanno subito un processo di demineralizzazione. Anche la placca dentale può fungere da riserva di fluoro e rilasciarlo a contatto con lo smalto.
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SOMMINISTRAZIONI TOPICHE Dentifrici al fluoro Sin dal 1945 si è iniziato a studiare gli effetti preventivi dei fluoruri inseriti nelle paste dentifricie, ma solo negli ultimi anni si sono ottenuti dati attendibili a questo proposito. La letteratura indica che l’uso quotidiano di dentifrici fluorati comporta una riduzione media del DMFS di circa il 24% e del df di circa il 37% nei campioni esaminati (10). I sali di fluoro incorporati sono di vario tipo: fluoruro di sodio, fluoro-fosfato acidulato, fluoruro stannoso, monofluorofosfato di sodio e amina fluorata. La caratteristica più interessante di questo metodo di fluoroprofilassi è data dalla frequenza di applicazione del prodotto, che, essendo molto elevata, porta lo ione a contatto con i denti più volte al giorno, garantendo una valida prevenzione. Secondo la legislazione in vigore, sono in libera vendita prodotti per l'igiene della bocca contenenti sali di fluoro fino alla concentrazione massima di 1450 ppm; se la concentrazione è maggiore, devono essere registrati come specifici prodotti medicinali. Collutori fluorati e gel al fluoro Un altro metodo per praticare la fluoroprofilassi topica prevede l'utilizzo di collutori con sali di fluoro, principalmente NaF, alla concentrazione variabile tra 0,05% e 0,2% cioè 230-920 ppm. Questo presidio consente di ottenere una riduzione media del DMFS stimata intorno al 26% (11). Tuttavia, l'uso dei collutori è praticabile solo nei bambini con età superiore ai 6 anni perché, in età inferiore, i soggetti non sono in grado di controllare bene lo sciacquo e potrebbero deglutire la soluzione. Una tecnica alternativa, praticata solo a livello professionale, è rappresentata dalle applicazioni topiche di gel al fluoro che hanno una concentrazione variabile tra 1000 e 10000 ppm dell'elemento e permettono un intimo contatto con i denti senza essere diluiti dalla saliva. Questo metodo richiede, però, una più attenta collaborazione del paziente ed una supervisione da parte di operatori, aumentando il costo di questo tipo di intervento. Tra i prodotti utilizzati a livello professionale si annoverano: ❚ soluzioni al fluoruro stannoso (SnF2 ); ❚ fluorofosfato acidulato (APF):
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❚ vernici al fluoro. L'APF ha numerosi vantaggi rispetto a SnF2 perché non è irritante per la gengiva, non varia il colore dello smalto, ha un sapore accettabile ed è stabile chimicamente se conservato in modo corretto. La letteratura conferma la capacità anticariogena dei gel fluorati e associa al loro utilizzo una riduzione del 21% dei valori di DMFS nei campioni esaminati (12). Vernici al fluoro Negli ultimi 30 anni le vernici sono state protagoniste delle applicazioni di fluoro professionali, specialmente in Europa Occidentale, Canada e Scandinavia (13). L’utilizzo di vernici al fluoro risulta ridurre mediamente il DMFS del 46% (14). Il vantaggio di questi prodotti sta nel mantenere per un periodo più lungo concentrazioni elevate di fluoro a contatto con lo smalto (fino a circa 22000 ppm). Tale caratteristica offre un importante supporto agli ortodontisti che possono controllare e ridurre la formazione di decalcificazioni sullo smalto: conseguenza negativa e frequente della terapia ortodontica (15). Smales sottolinea come la placca si accumuli più facilmente sui compositi ortodontici e conservativi piuttosto che sullo smalto (16). Gwinnett e Ceen hanno indicato un aumento di placca specialmente sul lato gengivale degli attacchi (17). In passato, per ridurre le decalcificazioni, si prescriveva fluoro con somministrazione topica e domiciliare: sciacqui con collutori al fluoro e gel. Lo svantaggio di questo sistema era necessità della collaborazione del paziente. Geiger e collaboratori hanno evidenziato che il 50% dei pazienti a cui era stato prescritto un presidio al fluoro non collaborava (18). L’obiettivo successivo, quindi, è stato quello di trovare un sistema che non dipendesse dalla collaborazione del paziente. Frazier e collaboratori hanno eseguito studi in vitro sui sigillanti fotopolimerizzabili utilizzati attorno agli attacchi, sulla superficie vestibolare ed hanno scoperto che la formazione di demineralizzazione si riduceva dell’80%, tuttavia in vivo le condizioni potrebbero peggiorare (19). Si era pensato di introdurre il fluoro all’interno delle resine composite per il bondaggio, al fine di ridurre la formazione di decalcificazioni: purtroppo
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però si perdeva in adesione e il rilascio di fluoro nel tempo non era sufficiente (20). Recentemente sono stati analizzati i cementi vetroionomerici la cui caratteristica è quella di rilasciare fluoro in modo soddisfacente e, addirittura, di riattivarsi garantendo la sua presenza nel tempo. La forza di adesione, inoltre, è paragonabile a quella delle resine composite; lo svantaggio è l’area limitata in cui agisce: una zona circoscritta attorno al bracket. È quindi necessario attuare ulteriori migliorie per ottenere una maggiore diffusione di questi nuovi materiali (21). La ricerca, quindi, si è concentrata sullo sviluppo di un materiale che garantisse una riduzione di decalcificazioni e white spots, ma che non richiedesse la collaborazione del paziente e permettesse al clinico di utilizzare le abituali resine composite per il bondaggio, senza dover rinunciare alla forza di adesione: nacquero perciò le vernici al fluoro. Alcuni esempi sono: Duraflor (Pharmascience Inc, Montreal, Canada) che contiene 5% di sodio fluoruro; Fluor protector (Ivoclar Vivadent, Amherst, N.Y.) che contiene 0,9% di difluorosilano e Cavityshield (OMNII Oral Pharmaceuticals, WestPalm Beach, Fla) che contiene 5% di sodio fluoruro. Se il contatto con lo smalto è prolungato nel tempo, la vernice è in grado di accumulare molto più fluoro rispetto ai comuni gel (fluoruro amminico e acidulato) (22). Schmidt è stato il primo a studiare un composto di sodio fluoruro in una base di resina naturale, che garantiva un tipo di pellicola impermeabile alla saliva e un contatto prolungato tra smalto e fluoro (23). Molti studi evidenziano come le vernici aumentino il deposito di fluoro nello smalto e in particolare sullo strato più esterno; inoltre si è notato che maggiore è il tempo di esposizione alla vernice, maggiore è la quantità di fluoro trovata; se invece l’esposizione è soltanto di un’ora, esiste poca differenza tra le vernici e i gel (24). I trattamenti con vernici al fluoro (Duraflor) riducono l’incidenza di carie del 50-70% nei solchi ancor di più nelle superfici interprossimali (25). Seppa (26)riporta che la vernice è efficace anche in presenza di placca e quindi non è richiesta una seduta di profilassi prima dell’applicazione. De Bruyn e Arends invitano a un normale spazzolamento e asciugatura delle superfici dentali prima dell’applicazione: la vernice si stabilizza a contatto
con la saliva, forma una pellicola giallastra e rimane sul dente fino al successivo spazzolamento che non deve avvenire per almeno 4 ore dopo il trattamento (27). Riassumendo, i vantaggi delle vernici al fluoro sono i seguenti: ❚ rilascio di fluoro sufficiente e prolungato nel tempo; ❚ minor numero di applicazioni; ❚ maggiore efficacia nel prevenire decalcificazioni; ❚ applicazione professionale: non richiede collaborazione domiciliare del paziente. Gli svantaggi sono: ❚ difficile applicazione; ❚ gusto non piacevole; ❚ l’elemento fluoro tende a separarsi dalla base della vernice.
CONCLUSIONI L’utilizzo del fluoro rappresenta il trattamento di elezione nella prevenzione della carie e delle deminaralizzazioni dello smalto. La terapia topica con collutori, gel e dentifrici fluorati costituisce un valido supporto nel controllo della carie nei pazienti portatori di presidi odontoiatrici fissi o removibili (10-12, 14). L’introduzione delle vernici al fluoro ha contribuito a migliorare l’efficacia di questa terapia soprattutto nei pazienti ortodontici, nei quali l’accumulo di placca porta alla formazione di decalcificazioni o white spots contigue agli attacchi. Sulla base di studi in vivo e in vitro si può quindi affermare quanto segue (28). ❚ L’uso delle vernici riduce del 50% la formazione di decalcificazioni e white spots. ❚ La comodità e la facilità d’uso permettono un’applicazione semplice e veloce, che non necessita di sedute professionali prolungate. ❚ La vernice al fluoro è un presidio ideale per quei pazienti ortodontici che non collaborano sufficientemente nell’igiene orale domiciliare.
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16. Smales RJ. Plaque growth on dental restorative materials. J Dent 1981; 9:133-40. 17. Gwinnett AJ, Ceen RF. Claque distrubution on bondede brackets: a scanning microscope study. Am J Orthod 1979; 75:667-77. 18. Geiger AM, Gorelick L, Gwinnett AJ, Benson BJ. Reducing white spot lesion in orthodontic populations of fluoride rinsing. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1992;101:403-7. 19. Frazier MC, Southard TE, Doster PM. Prevention of enamel demineralization during orthodontic treatment : an in vitro study using pit and fissure sealants. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1996;110:106-9. 20. Bishara SE, Swift EJ, Chan DC. Evaluation of fluoride release from orthodontic bonding system. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1994;100:106-9. 21. Burgess JO, Chaan DC. Fluoride release and uptake of aged resin modified glassionomers. J Dent Research 75 (IADR Abstracts)1996. 22. Arends J, Schuthof J. Fluoride content in human enamel after fluoride application and washing: an in vitro study. Caries Res 1975; 9:363-72. 23. Koch G, Petersson LG. Fluoride content of enamel surface treated with a varnish containing sodium fluoride . Odont Revy 1972;23:437-46. 24. Arends J, Lodding A, Petersson LG. Fluoride uptake in enamel: in vitro comparison of topical agents. Caries Res 1980; 14:403-13. 25. Koch G, Petersson LG. Caries preventive effect of a fluoride containing varnish (Duraphat) after 1 year’s study. Com Dent Oral Epidemiol 1975;3:262-6. 26. Seppa L. Effect of dental plaque on fluoride uptake by enamel from a sodium fluoride varnish in vivo. Caries Res 1995; 29:327-30. 27. De Bruyn H, Arends J. Fluoride varnishes: a review. J Biol Buccale 1987;15:71-82. 28. Todd M, Staley R, Kanellis J, Donly K, Wefel J. Effect of a fluoride varnish on demineralization adjacent to orthodontic brackets. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1999;116:159-67.
Indirizzo autore Massimiliano Ciaravino c/o Ospedale S. Isidoro via Ospedale 34 Trescore Balneario (BG) E-mail: massimilianociaravino@hotmail.com
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crediti
corso
ECM
FA D
A cura di Ariesdue S.r:l.
Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva Responsabile scientifico Prof. Marialice Boldi
Il corso è organizzato in 3 moduli didattici di 2 ore ciascuno per un totale di 6 ore di formazione a distanza valide per 9 crediti ECM. L’erogazione dei crediti ECM avverrà alla fine del terzo modulo solo se saranno superati i tre questionari previsti con l’ottanta per cento delle risposte corrette e compilato il test di gradimento.
❚ Primo modulo didattico
IGIENE ORALE IN ETÀ EVOLUTIVA. RAPPORTO TRA PATOLOGIE ORALI E MALATTIE SISTEMICHE Salvatore Sauro PhD, Dental Biomaterials Science, Biomimetics & Biophotonics, King’s College London Dental Institute Guy`s, King’s College and St Thomas’ Hospitals Floor 17 Guy’s Tower, Guy’s Dental Hospital SE1 9RT, London, England
Abstract La malattia parodotale è una patologia causata da un gruppo di batteri specifici e caratterizzata da processi infiammatori cronici che causano la distruzione progressiva dei tessuti di sostegno del dente (parodonto). L’infezione batterica inizia con la penetrazione del biofilm batterico all’interno del solco crevicolare, il quale costantemente modifica la sua composizione. I batteri inducono un’intensa risposta infiammatoria che, se persiste, se mal regolata, causa la distruzione irreversibile del parodonto. Come in molte infezioni opportunistiche, la presenza dei germi da sola non spiega lo sviluppo della parodontite; in altre parole la presenza dell’infezione è necessaria ma non sufficiente per comprendere lo sviluppo della malattia, che è dovuto ad una suscettibilità individuale legata ad una base genetica e agli stili di vita che favorisce e incrementa la patogenicità dei batteri responsabili della parodontite. Si ritiene che la suscettibilità genetica sia legata alle variazioni di alcuni geni non ancora ben identificati, che portano a un’alterazione dell’efficienza del sistema immunitario nel controllare la crescita dei batteri patogeni. L’alterazione genetica può anche indurre un’imperfetta regolazione della risposta infiammatoria, che porta ad un aumento degli effetti collaterali distruttivi dell’infiammazione stessa. Lo stato di salute generale del soggetto è un elemento fondamentale nella malattia parodontale, tanto da aumentarne il rischio. Ad esempio, soggetti con diabete non ben controllato hanno un rischio tre volte superiore rispetto ai non diabetici di sviluppare la malattia parodontale. Recentemente, si è notato che la parodontite può provocare cambiamenti a livello dell’intero organismo, provocando un peggioramento dello stato della malattia sistemica in corso. In primo luo-
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go si è notato che i batteri patogeni che causano la parodontite sono in grado di penetrare all’interno dei tessuti gengivali ed entrare così nel circolo ematico. I batteri patogeni parodontali potrebbero essere causa di gravi infezioni sistemiche, come ascessi cerebrali, infezioni polmonari, infezioni cardiache o di protesi endovascolari od ortopediche. In secondo luogo i pazienti con parodontite presentano cambiamenti dei parametri infiammatori sistemici; vale a dire che, oltre all’aumento dell’infiammazione gengivale, si verifica anche un aumento dei fattori dell’infiammazione a livello ematico. I pazienti affetti da parodontite hanno valori più elevati di granulociti neutrofili circolanti di proteina Creattiva (una proteina prodotta dal fegato come risposta ad un insulto esterno). Queste osservazioni hanno generato l’ipotesi che l’infiammazione parodontale possa estendersi a livello dell’organismo e contribuire alla definizione del carico infiammatorio del soggetto. Il miglioramento dell’infiammazione locale a seguito di terapia parodontale potrebbe ridurre i livelli dell’infiammazione sistemica e quindi ridurre il fattore di rischio causale (insieme a molte altre malattie infiammatorie quali artrite, aterosclerosi, o infezioni croniche in altri distretti) a carico infiammatorio sistemico. Il riscontro di come la parodontite possa avere effetti sistemici diretti, tramite la disseminazione dei batteri patogeni, o indiretti, tramite il suo contributo all’infiammazione sistemica, rappresenta la base teorica per comprendere e studiare la relazione tra parodontite e malattie generali.
Parole chiave Igiene orale, infezione opportunistica, fattori di rischio, malattie sistemiche
riservato agli abbonati ❚ Secondo modulo didattico
ASPETTI ETICO COMPORTAMENTALI DEL TRATTAMENTO DI IGIENE ORALE IN ETÀ EVOLUTIVA Irene Riccitelli Guarrella Laureata in Igiene Dentale, Past President Associazione Igienisti Dentali Italiani (AIDI), Past President Federazione Europea Igienisti Dentali (EFDH). Rappresentante nazionale della professione nella Conferenza Permanete dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Igiene Dentale 2009. Coautrice della collana “Prevenzione ed igiene dentale”); coautrice del testo di parodontologia per RCS Libri con “Terapia non chirurgica in parodontologia”. Relatrice in congressi nazionali ed internazionali.
Abstract Il progresso scientifico e tecnologico spesso porta a considerare il paziente non come sofferente e bisognoso di rispetto, ma come un numero all’interno di processi tecnologici e ricercati, che tendono più a guarire il corpo che l’animo. Il processo di valorizzazione delle professioni sanitarie, in particolare per l’igienista dentale, traccia una trasformazione rilevante nella cultura e nella società attuale tale da indurre il riesame dei principi che regolano la professione stessa, in particolare per gli aspetti del trattamento di igiene in età evolutiva, in gruppi socialmente svantaggiati e con un livello di istruzione inferiore, che hanno un rischio più elevato di sviluppare la malattia. Da qui nasce la necessità di un codice etico comportamentale che fissi in maniera chiara e sintetica i criteri bioetici e comportamentali che fungono da cornice entro cui il professionista della salute ha il dovere di agi-
re. Il codice etico comportamentale intende costituire un punto di riferimento per tutta la Comunità Europea. La Federazione Europea Igienisti Dentali promuove la sensibilizzazione e la formazione degli igienisti dentali in modo uniforme su tutto il territorio europeo in un momento in cui i valori ed i principi sfuggono ad un comune intendere la professionalità. L’igienista dentale deve essere attento alle situazioni di particolare criticità, quali il trattamento di pazienti con malattie sistemiche o di soggetti vulnerabili come i “piccoli” minori (termine col quale non si intende indicare una precisa categoria giuridica, ma quei minori che, per età, sviluppo cognitivo e maturazione personale, non hanno ancora acquisito una “capacità naturale” di comprendere e valutare adeguatamente le informazioni ricevute).
Parole chiave Igienista dentale, etica, età evolutiva, formazione.
❚ Terzo modulo didattico
PROTOCOLLI PREVENTODONTICI IN ETÀ EVOLUTIVA Michela Rossini*, Clelia Mazza** *Igienista dentale, docente a c. CLID Università degli Studi dell’Insubria **Igienista dentale, docente a c. e Coordinatore tecnico pratico nel CLID della Seconda Università degli Studi di Napoli. Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Discipline Odontostomatologiche, Ortodontiche e Chirurgiche della Seconda Università degli Studi di Napoli. Docente a c. nel CLID dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Abstract L’accresciuta attenzione verso la prevenzione ha sensibilmente migliorato la tutela della salute orale. La ricerca ha fatto molto allo scopo di chiarire i meccanismi biologici coinvolti nella salute orale e nella prevenzione delle patologie, nonché di accrescere la comprensione della natura delle due principali patologie orali: carie e malattia parodontale. Indubbiamente ciò ha rivoluzionato l’approccio a tali patologie ed aumentato i livelli di salute orale, all’interno di uno stile di vita in linea con lo stato di benessere. Gli igienisti dentali sono in prima linea per l’applicazione di strategie idonee per la pre-
venzione delle patologie suddette. Scopo del lavoro è quello di presentare dei protocolli preventodontici, basati su evidenze scientifiche, utili per l’igienista dentale nello svolgere al meglio la professione nel momento in cui affronta il paziente in età evolutiva. Il riconoscimento dei rischi, le terapie idonee ed il monitoraggio nel tempo dell’efficacia delle cure messe in atto sono alcuni degli aspetti che vengono presentati.
Parole chiave Protocolli preventodontici, carie, valutazione del rischio, malattie parodontali, igiene orale, salute orale.
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ARIESDUE VI PROPONE L’AGGIORNAMENTO
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TOTALE 10 CREDITI ECM
Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva
CREDITI
CREDITI
Relatori: Salvatore Sauro, Irene Riccitelli Guarella, Michela Rossini, Clelia Mazza
Relatore: Filippo Graziani Responsabile scientifico: Marialice Boldi Quota di partecipazione: 108,O0 € (iva inclusa) Quota di partecipazione entro il 12 giugno: 96,O0 € (iva inclusa)
6 ORE di FORMAZIONE
Responsabile scientifico: Marialice Boldi
Come fare per acquistare il corso online? Collegatevi al sito www.ariesdue.it e registratevi subito, inserendo username e password da voi scelti. Se siete abbonati a Rivista Italiana Igiene Dentale o Soci AIDI per acquistare il corso Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva vi verrà richiesto il codice abbonato che avete ricevuto tramite la rivista o tramite e-mail. Un singolo utente può acquistare corsi anche per più persone. Al termine del pagamento la piattaforma di e-commerce rilascerà tanti voucher “al portatore” quanti sono i corsi acquistati. CREDITI
Relatori: Maria Grazia Cagetti, Guglielmo Campus Responsabile scientifico: Maria Grazia Cagetti Quota di partecipazione odontoiatri: 240,00 € (iva inclusa) Quota di partecipazione igienisti: 120,00 € (iva inclusa)
Requisiti tecnici per accedere al corso fad PC con connessione attiva a Internet. Software di navigazione (Internet Explorer 6.0 o successivi, Firefox 1.5 o successivi, Safari 1.2 o successivi). Stampante (per stampare gli attestati ECM).
Sede dei corsi
Quote di partecipazione
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HOTEL MICHELANGELO Via Scarlatti 33 - Milano (adiacente Stazione Centrale)
72,00 € (iva inclusa) 92,00 € (iva inclusa) 60,00 € (iva inclusa)
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Coupon di pagamento
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Corso prescelto X ❑ Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva Verso l’importo di euro
Come affrontare le lesioni cariose in età evolutiva: dalla prevenzione alla clinica
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ARIE SD U E srl vi a A i r o ldi 11 C A P 22060 C a r i ma t e ( Co) Tel. 031. 79. 21. 35 Fa x 031.7 9. 07. 43 www.ariesdue.it
Aggiornamento di parodontologia clinica per l’igienista dentale
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Il corso può essere acquistato entro il 10 DICEMBRE 2009 e deve essere concluso entro il 20 DICEMBRE 2009
corso disponibile dal
9 CREDITI ECM
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Corso prescelto ❑ Aggiornamento di parodontologia clinica [...] Verso l’importo di euro
❑ Come affrontare le lesioni cariose [...]
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☛ ❑ PAGAMENTO CON BONIFICO BANCARIO
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IMPORTANTE: Inviare via fax allo 031-79.07.43 allegando copia del bonifico
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Ragione sociale
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Codice Fisc. / P. Iva
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Indirizzo per fatture
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N. Carta
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12 SETTEMBRE
7-05-2009
23 OTTOBRE
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Associazione Nazionale Igienisti Dentali carolina valente Presidente: Carolina Valente Tesoriere: Agnese Urbani Membri del Direttivo: Paola Baldassarre, Alessia Fratini, Rita Lusci, Sabrina Nardella, Antonella Zanovello Responsabile Scientifico: Stefania Cesarei Per informazioni:
Via C. Maes, 4 - 00162 Roma - Tel 06.87180667 - Fax 06.86219765 - E-mail: caroval@tin.it
www.anid.it
ANID con la Croce Rossa Italiana in Abruzzo L’ANID, attraverso il grande impegno degli associati che hanno aderito all’iniziativa, ha offerto il proprio sostegno nell’ambito dell’Emergenza ”terremoto Abruzzo”, registrando la disponibilità anche di cittadini comuni, estranei all’associazione, che hanno voluto offrire il proprio aiuto alla macchina dei soccorsi e alla popolazione colpita. Le proporzioni della tragedia sono state davvero drammatiche ma, affinché gli aiuti fossero davvero efficaci, è stato neccesario coordinarsi e attendere indicazioni concrete da parte degli organi di protezione civile e della CRI, già operativi sul posto e in grado di gestire l’emergenza. Le nostre segnalazioni di richiesta di aiuti sono state diffuse tramite mail, network, lettere e telefonate: il tutto coordinato dalla dottoressa Stefania Cesarei, dal Presidente ANID Carolina Valente e dall’intero Direttivo. Il materiale raccolto è stato consegnato presso i campi di raccolta istituiti in apposite zone della capitale da parte della Protezione Civile e della CRI. Oltre al carico di aiuti che siamo riusciti a ottenere, è da segnalare l'avvicendamento di alcuni volontari nell'ambito dei Campi base organizzati dalla CRI all'Aquila. Come ormai risaputo, molti associati ANID sono da anni volontari della CRI: ci rende orgogliosi ricordare il grande impegno profuso dalle Igieniste Dentali nell’ambito del Comitato Femminile CRI che nel 1988 diede vita ad un ambulatorio odontoiatrico e di igiene e profilassi odontoiatrica esclusivamente grazie a donazioni di aziende del settore e privati, a favore dei ragazzi celebrolesi ricoverati presso il CEM della CRI di Via Ramazzini a Roma. Ambulatorio tutt’ora funzionante con grande successo. L’ANID è molto vicina in questo momento ai volontari CRI e ci siamo resi disponibili per organizzare delle giornate di prevenzione nell’ambito delle tendopoli. Ci fa piacere usufruire di questo spazio per elencare solo alcune attività sanitarie che la Croce Rossa ha
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messo in atto nelle tendopoli. È stato allestito un ambulatorio mobile oculistico "Vista Mobile", accompagnato da un mezzo della CRI. Tale ambulatorio mobile è stato già sperimentato in altre circostanze: staziona in Toscana già da tempo e opera sulla base di una convenzione fra la Croce Rossa della Toscana e l'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità-UIC, che prevede attività in collaborazione per progetti mirati o casi di emergenza. È stato poi inviato, tramite una squadra di volontari della CRI, un bilico con circa 300 stufe, 100 lettini pieghevoli e una consistente quantità di olio, pasta, oltre a viveri di prima necessità. Sono stati inviati numerosi riscaldatori, da utilizzare all'interno della tendopoli, che erano stati richiesti con urgenza soprattutto a causa delle pessime condizioni metereologiche che nelle scorse sttimane non hanno facilitato la situazione della popolazione terremotata. Inoltre, un consistente quantitativo di brandine, oltre che di forniture per la cucina da campo. È poi partita per il campo base CRI di Collemaggio, all'Aquila (dove si tratterrà una settimana), una Pioniera del Comitato di Siena con qualifica di formatore ASA (Assistenza SocioAssistenziale). Bellissima iniziativa, infine, è quella della Clownterapia che alcuni volontari della CRI stanno ormai da giorni attuando per i numerosi bambini delle tendopoli, iniziativa che aiuta loro a dimenticare il dramma vissuto e a trascorrere un po’ di tempo in allegria e spensieratezza. L’ANID continuerà la raccolta di materiale; sono molto richiesti: latte in polvere, pannolini per bambini, dentifrici, spazzolini, prodotti per l’igiene personale e anche giocattoli. Ci preme inoltre sottolineare che l’ANID sta organizzando gruppi di volontari da inviare tramite la CRI anche per i fine settimana. Il Direttivo ANID
Associazione Igienisti Dentali Italiani rosanna butera Presidente: Marialice Boldi presidente@aiditalia.it Past President: Annamaria Genovesi Vicepresidente: Clelia Mazza Consiglieri: Rosanna Butera, Roberto Carriere, Patrizia Corbascio, Maria Rosaria De Franciscis Probiviri: Ignazia Casula, Stefano Checchi, Rita Guazzagni Revisori dei Conti: Monica Castellano, Stefano Sarri Per informazioni:
www.aiditalia.it
via della Mattonaia, 17 - 50121 Firenze - Tel. 347-8734511 (dott.ssa Boldi) E-mail: segreteria@aiditalia.it
L’AIDI ha vinto ancora Cari Soci e Colleghi, in questo editoriale ho pensato potesse esservi utile far luce su 3 notizie attualissime che riguardano la professione dell’Igienista Dentale, ed in particolare: ❚ la diffusione del Codice-Etico-Comportamentale; ❚ l’avvio dei Fad; ❚ l’utilizzo di Oraqix. Sull’importanza della formulazione di un Codice Etico Comportamentale per l’Igienista Dentale si è già discusso nei precedenti editoriali; ciò che voglio sottolineare in questa occasione è la diffusione che esso sta avendo in ambito nazionale. L’AIDI infatti si è impegnata affinché tutte le università nelle quali è attivo il CLID lo ricevessero per poterne prendere direttamente visione e comprenderne il significato e soprattutto affinché venisse distribuito agli Igienisti neolaureati. Come per ogni impegno assunto, anche in questo caso siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati con serietà e onestà. Anche per gli Igienisti Dentali sono cominciati i corsi FAD, riscuotendo enorme successo. Voglio approfittare, per chiarire a tutti coloro che avessero ancora qualche dubbio, di che cosa si tratta: con l’acronimo FAD si intende Formazione a distanza, cioè un approccio didattico innovativo basato sui mezzi di comunicazione messi a disposizione dalle più recenti tecnologie. La formazione a distanza può essere definita come un processo di distribuzione di informazioni asincrono, grazie al quale è possibile verificare l’apprendimento con test e simulazioni, raccogliere i dati sulla fruizione e profitto dei singoli utenti, conservare e predisporre tutte le statistiche e report, rendere visibili in tempo reale i dati del processo formativo. Dalla definizione stessa si intuisce immediatamente quali sono vantaggi della formazione a distanza: il risparmio di costi di spostamento, il risparmio di tempo, la fruizione in ufficio o a casa e anche nel tempo libero, l’alta diffusione, la tempestività e capillarità, la tracciabilità della formazione, l’aiuto alla formazione continua; pertanto si hanno una serie di vantaggi nelle modalità degli aggiornamenti. Ritengo che i FAD siano un enorme passo avanti
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indispensabile per la formazione di ogni professionista che crede nell’aggiornamento continuo e anche in questo caso AIDI è la prima Associazione di categoria che pone gli Igienisti Dentali al pari con le altre figure sanitarie, offrendo loro la possibilità di usufruire di tali prodotti con l’avvio di 3 corsi FAD per il 2009 in collaborazione con Ariesdue: il primo già in corso tratta il tema “Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva”. Molto si è discusso sulla possibilità o meno da parte dell’Igienista Dentale di utilizzare l’anestetico locale Oraqix e sulla fatturazione diretta del prodotto agli Igienisti. Finalmente siamo riusciti ad ottenere il parere di un consulente esperto di questioni regulatorie presso l'AIFA: L'Igienista può somministrare Oraqix, in quanto previsto sul foglio illustrativo e sull'RCP, tali documenti sono stati approvati sia a livello europeo dalle rispettive agenzie che a livello italiano dall'AIFA. Riguardo la fatturazione all'Igienista Dentale, l'art. 104 comma 1 lettera c del DL 219 del 2006 stabilisce che tra gli obblighi del distributore all'ingrosso ci sia: a) fornire medicinali unicamente a persone, società o enti che possiedono essi stessi l'autorizzazione alla distribuzione all'ingrosso di medicinali, ovvero sono autorizzati o abilitati ad altro titolo ad approvvigionarsi di medicinali. Autorizzati o abilitati ad altro titolo non può riferirsi ad altro che agli utilizzatori, ed essendo gli igienisti in questo caso utilizzatori, se ne deduce che è possibile fatturare anche agli igienisti a patto ovviamente che forniscano la ricetta firmata dal medico dentista. Anche questa volta ha vinto AIDI, confermando legalmente contro qualsiasi critica la fondatezza delle proprie opinioni. Altre associazioni invece di occuparsi di fatti attuali, chiedono i pareri legali (sprecando soldi ed energie) su cose (acquisto del riunito da parte degli igienisti) fatte dall’AIDI circa due anni fa. Concludo con questa frase “se le vostre parole non sono migliori del silenzio, dovreste stare zitti”. Rosanna Butera
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Associazione Igienisti Dentali Italiani rossana butera Presidente: Marialice Boldi presidente@aiditalia.it Past President: Annamaria Genovesi Vicepresidente: Clelia Mazza Consiglieri: Rosanna Butera, Roberto Carriere, Patrizia Corbascio, Maria Rosaria De Franciscis Probiviri: Ignazia Casula, Stefano Checchi, Rita Guazzagni Revisori dei Conti: Monica Castellano, Stefano Sarri Per informazioni:
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L’AIDI ha vinto ancora Cari Soci e Colleghi, in questo editoriale ho pensato potesse esservi utile far luce su 3 notizie attualissime che riguardano la professione dell’Igienista Dentale, ed in particolare: ❚ la diffusione del Codice-Etico-Comportamentale; ❚ l’avvio dei Fad; ❚ l’utilizzo di Oraqix. Sull’importanza della formulazione di un Codice Etico Comportamentale per l’Igienista Dentale si è già discusso nei precedenti editoriali; ciò che voglio sottolineare in questa occasione è la diffusione che esso sta avendo in ambito nazionale. L’AIDI infatti si è impegnata affinché tutte le università nelle quali è attivo il CLID lo ricevessero per poterne prendere direttamente visione e comprenderne il significato e soprattutto affinché venisse distribuito agli Igienisti neolaureati. Come per ogni impegno assunto, anche in questo caso siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati con serietà e onestà. Anche per gli Igienisti Dentali sono cominciati i corsi FAD, riscuotendo enorme successo. Voglio approfittare, per chiarire a tutti coloro che avessero ancora qualche dubbio, di che cosa si tratta: con l’acronimo FAD si intende Formazione a distanza, cioè un approccio didattico innovativo basato sui mezzi di comunicazione messi a disposizione dalle più recenti tecnologie. La formazione a distanza può essere definita come un processo di distribuzione di informazioni asincrono, grazie al quale è possibile verificare l’apprendimento con test e simulazioni, raccogliere i dati sulla fruizione e profitto dei singoli utenti, conservare e predisporre tutte le statistiche e report, rendere visibili in tempo reale i dati del processo formativo. Dalla definizione stessa si intuisce immediatamente quali sono vantaggi della formazione a distanza: il risparmio di costi di spostamento, il risparmio di tempo, la fruizione in ufficio o a casa e anche nel tempo libero, l’alta diffusione, la tempestività e capillarità, la tracciabilità della formazione, l’aiuto alla formazione continua; pertanto si hanno una serie di vantaggi nelle modalità degli aggiornamenti. Ritengo che i FAD siano un enorme passo avanti
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indispensabile per la formazione di ogni professionista che crede nell’aggiornamento continuo e anche in questo caso AIDI è la prima Associazione di categoria che pone gli Igienisti Dentali al pari con le altre figure sanitarie, offrendo loro la possibilità di usufruire di tali prodotti con l’avvio di 3 corsi FAD per il 2009 in collaborazione con Ariesdue: il primo già in corso tratta il tema “Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva”. Molto si è discusso sulla possibilità o meno da parte dell’Igienista Dentale di utilizzare l’anestetico locale Oraqix e sulla fatturazione diretta del prodotto agli Igienisti. Finalmente siamo riusciti ad ottenere il parere di un consulente esperto di questioni regulatorie presso l'AIFA: L'igienista può somministrare Oraqix, in quanto previsto sul foglio illustrativo e sull'RCP, tali documenti sono stati approvati sia a livello europeo dalle rispettive agenzie che a livello italiano dall'AIFA. Riguardo la fatturazione all'igienista dentale, l'art. 104 comma 1 lettera c del DL 219 del 2006 stabilisce che tra gli obblighi del distributore all'ingorsso ci sia: a) fornire medicinali unicamente a persone, società o enti che possiedono essi stessi l'autorizzazione alla distribuzione all'ingrosso di medicinali, ovvero sono autorizzati o abilitati ad altro titolo ad approvvigionarsi di medicinali. Autorizzati o abilitati ad altro titolo non può riferirsi ad altro che agli utilizzatori, ed essendo gli igienisti in questo caso utilizzatori, se ne deduce che è possibile fatturare anche agli igienisti a patto ovviamente che forniscano la ricetta firmata dal medico dentista. Anche questa volta ha vinto AIDI, confermando legalmente contro qualsiasi critica la fondatezza delle proprie opinioni. Altre associazioni invece di occuparsi di fatti attuali, chiedono i pareri legali (sprecando soldi ed energie) su cose (acquisto del riunito da parte degli igienisti) fatte dall’AIDI circa due anni fa. Concludo con questa frase “se le vostre parole non sono migliori del silenzio, dovreste stare zitti”. Rosanna Butera
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27-04-2009
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gestione dello studio carlo fossati
formazione ed inserimento di professionalità nel team odontoiatrico a trasformazione che ha subito l’odontoiatria oggi è evidente ormai a tutti, e sempre di più coinvolge gli utenti. La richiesta che oggi fanno i nostri pazienti, o meglio pazienticlienti, non è più solo di una prestazione, atto che un singolo operatore può fornire (come per esempio eseguire una otturazione). Ciò che viene considerato come standard è ormai un servizio integrato, all’interno del quale confluiscono istanze cliniche ed extracliniche che solo un team può gestire. Inoltre, in un momento come questo di congiuntura economica sfavorevole, il nostro paziente è molto attento a come investe il proprio denaro, e di conseguenza risulta più difficile da soddisfare. Il numero crescente di strutture odontoiatriche, a cui va aggiunta la liberalizzazione delle forme di pubblicità sanitaria, permetteai pazienti di prendere contatto e di cambiare con grande facilità lo studio di riferimento. Tutto ciò determina una maggiore complessità di interventi alfine di ottenere la soddisfazione prima e la fidelizzazione dopo del nostro paziente-cliente. Diviene pertanto fondamentale operare in team, con
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L’aumento del numero di strutture odontoiatriche unitamente alla liberalizzazione delle forme di pubblicità sanitaria mettono i pazienti nelle condizioni di poter prendere contatti con operatori diversi e, quindi, di cambiare con grande facilità lo studio di riferimento. Tutto ciò porta a una maggiore complessità degli interventi per ottenere la soddisfazione prima e e la fidelizzazione dopo del paziente-cliente. Diviene così fondamentale operare in team, con personale non solo qualificato ma anche altamente motivato.
personale non solo qualificato ma anche altamente motivato. Certamente l’istituzione della laurea in odontoiatria ha chiarito in maniera inequivocabile chi ha diritto a esercitare questa professione sanitaria.Tuttavia, con un fenomeno tipicamente italiano, permane la piaga dell’abusivismo, che con grande fantasia e capacità di rigenerarsi, tenta di trasformare ora un semplice operatore abusivo in un imprenditore. Il fenomeno dell’esercizio abusivo della professione odontoiatrica, nonostante siano trascorsi oltre 20 anni dalla istituzione del CLOPD, stenta molto a scomparire. A confondere ulteriormente le idee al paziente contribuiscono periodiche proposte di legge per l’istituzione di un corso di laurea in odontotecnica, oggi ancora non attivato. Un eventuale profilo dell’odontotecnico laureato, abilitato per legge a lavorare alla
poltrona, renderebbe più difficile per il paziente distinguere in pratica e nel quotidiano i limiti di un esercizio abusivo dell’odontoiatria. In tale ottica questa decisione avrebbe un particolare impatto nei confronti dei giovani colleghi che, con i numeri attuali di odontoiatri operanti sul mercato, trovano a fatica un proprio spazio professionale in cui inserirsi. Meno equivocabile è invece la
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gestione dello studio
singolo professionista titolare dello studio. Il dentista, con criteri del tutto personali, sceglieva e formava la candidata, in genere priva di qualsiasi nozione sanitaria di partenza. Alcuni anni fa, però, la legge Bindi ha affermato che tutto il personale impiegato in strutture sanitarie dovesse risultare qualificato (compreso lo studio monoprofessionale odontoiatrico), dopo aver frerquentato corsi abilitanti. Anche sull’onda di questa disposizione si sono attivati molteplici corsi per ASO, diversi per contenuti e durata. Alcune regioni hanno provveduto a tracciarne il profilo professionale, indicando i relativi percorso formativo e competenze. Risulta impossibile valutarle tutte, ma prendiamo
distinzione con l’igienista dentale e l’assistente di studio odontoiatrico. L’istituzione del diploma prima e della laurea in igiene dentale poi ha portato l’Italia in linea con la maggior parte dei Paesi europei dove questa figura esiste da tempo. Nel panorama attuale, questo professionista ha una grande importanza all’interno del team, non solo dal punto di vista clinico. Attraverso i richiami periodici sviluppa una modalità molto efficace di fidelizzazione del paziente. Altra figura del team è quella dell’assistente alla poltrona che spesso svolge anche compiti di segreteria ( ASO assistente di studio odontoiatrico ). La selezione e la sua formazione è stata sempre demandata al
come esempio ciò che ha stabilito la Regione Lombardia nel luglio 2008. I compiti affidati all’ASO sono molto chiari e sono quelli che normalmente vengono svolti all’interno di uno studio. Non esiste quindi possibilità di sovrapposizione tra la figura dell’igienista e quella dell’ASO. Il percorso formativo prevede un corso con valenza regionale di 1000 ore, suddivise in 500 ore di lezione in aula, 100 di laboratorio e 400 di tirocinio pratico. Certamente se questi presupposti teorici verranno rispettati dobbiamo ipotizzare in un futuro un salto di qualità culturale delle nostre assistenti, che si tradurrà inultima analisi in un migliore servizio al paziente.
rivista italiana igiene dentale
ID
2
Anno V Mag-Ago 2009
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corso FAD (9 crediti ECM) Patologie orali e malattie sistemiche in età evolutiva
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igienista ignazia casula
l’igiene orale nella terapia rigenerativa
a GTR è possibile grazie all’utilizzo di particolari membrane che, da una parte, impediscono al tessuto epiteliale e connettivale del lembo di invadere l’area del difetto e, dall’altra, permettono solo a determinate cellule che provengono dal legamento parodontale e dall’osso di moltiplicarsi e differenziarsi all’interno del difetto, rigenerando le strutture perse per la malattia parodontale (figg. 1, 2). La GTR, quindi, è la tecnica chirurgica che permette la formazione di nuovo legamento parodontale, nuovo cemento radicolare e nuovo osso alveolare in una lesione parodontale. Le condizioni essenziali per la Rigenerazione Guidata dei Tessuti su dentatura naturale sono: ❚ creazione e mantenimento dello spazio; ❚ protezione del coagulo; ❚ separazione dei comparti cellulare. In commercio esistono membrane di varie forme e grandezza, rinforzate, riassorbibili e non che, in casi selezionati e con una specifica tecnica chirurgica, permettono di ottenere la rigenerazione dell’apparato di attacco del dente e del tessuto osseo (fig. 3).
La Rigenerazione Guidata dei Tessuti (GTR) è un processo biologico attraverso il quale si ottiene la restituzione della funzione e dell’architettura dei tessuti parodontali. Si basa sul concetto di guidare o controllare selettivamente alcune cellule e indurle a ripopolare l’area del difetto originato dalla malattia parodontale.
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Fig. 1 Lesione iniziale; apertura del lembo; posizionamento della membrana.
Fig. 2 Rimozione della membrana; controllo a 6 mesi.
Fig. 3 Membrane non riassorbibili; membrane rinforzate.
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igienista
Fase prechirurgica Una adeguata igiene orale, professionale e domiciliare, è fondamentale per assicurare lo stato di salute del tessuto prima, durante e dopo la chirurgia. Il paziente deve essere correttamente motivato e istruito sulle procedure domiciliari e sul significato del mantenimento dell’igiene orale ad un livello adeguato. La detartrasi e la levigatura delle radici sono consigliate. La misurazione del livello di attacco (dalla giunzione amelocementizia alla base della tasca parodontale) deve essere rilevato in quanto indice effettivo di successo.
Fasi preliminari alla chirurgia Motivazione del paziente Spesso l’inadeguata qualità dell’igiene orale dei pazienti è causata dalla insufficienza di corrette informazioni sulle esatte procedure di igiene domiciliari e sulle malattie che possono colpire i denti e i loro tessuti di sostegno. È quindi necessario fornire al paziente informazioni riguardanti le relazioni che intercorrono tra presenza di placca e tartaro e malattia parodontale. Le informazioni hanno lo scopo di stimolare il paziente a cooperare nel trattamento e le successive istruzioni, sulle tecniche d’igiene domiciliare, saranno efficaci solo quando il paziente si sarà reso conto di avere un ruolo attivo nella risoluzione della malattia. Istruzione alle tecniche domiciliari d’igiene orale
È necessario valutare: ❚ le condizioni orali per individuare i presidi e le tecniche igieniche più adatte; ❚ l’abilità manuale del paziente per aiutarlo a migliorare l’efficacia delle manovre eseguite con i presidi consigliati; ❚ le abitudini preesistenti per eliminare le procedure lesive. In base alla capacità di apprendimento del paziente potranno cambiare i tempi necessari per istruirlo e saranno necessari nuove istruzioni e controlli periodici. Le tecniche d’igiene domiciliare devono essere, in ogni caso, le più semplici possibili e si dovrà contenere il numero di presidi consigliati. Documentazione fotografica Le immagini fotografiche, se rilevate, devono documentare il caso clinico in modo completo e sequenziale. Le riprese fotografiche si eseguiranno prima e/o dopo ogni passaggio terapeutico. Esame radiografico endorale L’esame radiografico endorale periapicale delle arcate dentarie permette di rilevare lesioni interprossimali e interradicolari, di monitorare nel tempo i livelli ossei e di evidenziare l’eventuale aumento di supporto parodontale ottenuto con la terapia rigenerativa. Misurazione del livello d’attacco al sondaggio Devono essere rilevati: ❚ la profondità della tasca parodontale (sondaggio circonferenziale); ❚ le recessioni;
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❚ la perdita di attacco; ❚ il sondaggio delle forcazioni di premolari e molari. La raccolta dei dati clinici fornisce importanti informazioni ai fini diagnostici e permette di quantificare la severità della malattia parodontale. La misurazione del livello di attacco, rilevabile dalla giunzione amelocementizia alla base della tasca, è considerata un indice clinico affidabile. Detartrasi e levigatura La detartrasi e la levigatura radicolare sono le procedure idonee per decontaminare le superfici dentarie e radicolari al fine di renderle compatibili con i tessuti circostanti, di permettere la riduzione dell’infiammazione e di preparare i siti selezionati a ricevere la terapia chirurgica.
Indicazioni postoperatorie ❚ Sospendere l’uso dello spazzolino e del filo interdentale; la membrana non deve subire alcuno spostamento; ❚ consigliare l'uso di clorexidina allo 0,20% per una settimana seguendo le indicazioni dell’odontoiatra; ❚ spazzolare delicatamente la zona trattata, appena possibile, con uno spazzolino a setole ultramorbide con tecnica a rullo solo sulla corona del dente o con un cotton fioc imbevuto di clorexidina senza mai interferire con la membrana ricoperta dal lembo chirurgico. I pazienti devono essere incoraggiati a spazzolare la zona trattata appena possibile.
igienista
Fig. 4 Rimozione della membrana; tessuto neoformato; chiusura del lembo.
Autocontrollo domiciliare Il paziente deve essere istruito all’autocontrollo domiciliare per assicurare il buon esito della terapia, dovrà pertanto: ❚ evitare qualsiasi tipo di trauma o di pressione sulla zona trattata (protezione del coagulo e mantenimento dello spazio); ❚ tenere il ghiaccio durante tutta la giornata dell’intervento, senza esercitare pressione sulla zona operata; ❚ controllare tutti i giorni che la membrana non si sia esposta, in caso contrario avvisare subito l’odontoiatra; ❚ continuare la terapia antibiotica se prescritta.
Visite di controllo Le visite di controllo saranno effettuate una volta la settimana per tutto il periodo di permanenza della membrana nella cavità orale. Esame obiettivo Controllare che la membrana non si sia esposta, che i tessuti
molli non presentino segni d’infiammazione, che la zona operata non sia maleodorante. Indice di pacca
❚ Presenza di placca sulla corona dentaria: senza interferire con la membrana asportare delicatamente la placca coronale con batuffolo di cotone imbevuto di fisiologica o clorexidina e/o con coppetta morbida e clorexidina. Le paste tradizionali per profilassi non sono indicate, dato che le parti oleose e/o abrasive sono elementi dannosi se si inseriscono sotto il margine gengivale. ❚ Presenza di placca sulla sutura: pulire delicatamente la sutura con una garza imbevuta di acqua ossigenata.
Rimozione della sutura Prima di rimuovere la sutura procede sempre ad una sua detersione con garza e acqua ossigenata; ciò riduce l’evenienza di contaminare la zona sottostante.
Rimozione del materiale La membrana è generalmente rimossa dopo almeno 4 - 6 settimane dal primo intervento. La sua rimozione permette di osservare il nuovo tessuto rigenerato che in questa fase è ancora immaturo e non deve essere sottoposto a nessun tipo di trauma e/o sondaggio, ma sarà coperto con il lembo quale protezione durante la maturazione dei tessuti rigenerati (fig. 4).
Esposizione della membrana non riassorbibile Dopo la chirurgia la membrana può esporsi in qualsiasi momento (fig. 5); in tal caso la sua microstruttura si trasforma velocemente in un ricettacolo di placca che produce infezione del tessuto neoformato. Il chirurgo dovrà stabilire i modi e i tempi d’intervento e valutare la necessità di rimuovere la membrana prima del previsto. Se la membrana è lasciata in situ ancora per qualche tempo per permettere una maggiore maturazione del tessuto
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Fig. 6 Lesione iniziale; controllo a 4 anni.
rigenerato, si dovranno effettuare controlli ravvicinati, ogni 2 giorni, per monitorare le condizioni dei tessuti molli, si dovrà rimuovere la placca batterica e controllare le manovre di igiene orale del paziente. Si faranno effettuare sciacqui di clorexidina 2 volte al giorno.
Complicazioni, ascessi o suppurazioni La rimozione anticipata della membrana può compromettere il risultato della rigenerazione, ma se lasciata può aggravare il difetto iniziale.
Esposizione di membrana riassorbibile L’esposizione della membrana riassorbibile non comporta particolari problemi in quanto si riassorbe, a contatto con la saliva, attraverso un processo d’idrolisi (acido lattico e glicolico).È tuttavia indispensabile avere un ottimo controllo della placca batterica.
Parametri clinici di guarigione Esame dei tessuti: ❚ I tessuti gengivali non devono mostrare segni di infiammazione (fig. 6); ❚ la riduzione della perdita d’attacco al sondaggio non dovrà essere rilevata prima di 6 mesi dalla seconda chirurgia; ❚ l’esame radiografico non deve essere effettuato prima di 6 mesi dalla seconda chirurgia, la completa mineralizzazione ossea sarà visibile solo dopo 1218 mesi. Radiograficamente sarà possibile valutare la lamina dura e lo spazio parodontale interprossimale.
Terapia parodontale di sostegno ❚ Ogni 2-3 mesi dopo i controlli della seconda chirurgia; ❚ ogni 3-4 mesi per il primo anno; ❚ dopo il primo anno potranno essere portati a 6 mesi se l’igiene orale è adeguata. Trascorsi 6 mesi dalla seconda chirurgia, i siti trattati con GTR potranno ricevere le procedure
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Fig. 5 Esposizione della membrana.
igieniche domiciliari e professionali tradizionali .
Fattori in grado di favorire il mantenimento del nuovo attacco La stabilità del guadagno d’attacco clinico dipende direttamente da un’igiene adeguata e regolare. Il rischio corso, dai siti GTR, nei pazienti che ricevono solo cure sporadiche è 50 volte più elevato rispetto ai pazienti che sono inseriti in un regolare programma di richiami periodici (Cortellini; PiniPrato; Tonetti J.C.P. 1994).
Fattori in grado di provocare la perdita del nuovo attacco Il trattamento con GTR in pazienti fumatori, più di 10 sigarette al giorno, ha mostrato una guarigione nettamente inferiore rispetto ai non fumatori. Nella valutazione a 5 anni i fumatori hanno perso una maggiore quantità di nuovo attacco rispetto ai non fumatori (Cortellini; PiniPrato; Tonetti J.C.P. 1995).
risposte fiscali carlo pasquali
Ho ricevuto un accertamento a seguito di un controllo fiscale che si è concluso con la constatazione di un reddito imponibile maggiore a quello da me dichiarato nell’ambito della professione. Vorrei proporre all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, tramite il mio commercialista, un accertamento con adesione ma l’eventuale ulteriore reddito concordato ha anche effetti civili (ad esempio nella determinazione dell’assegno di mantenimento al coniuge con cui sono separato)?
’accertamento con adesione è una tipica procedura con la quale il contribuente cerca di concordare con il Fisco, attraverso un contraddittorio, una maggiore imposta dovuta dallo stesso. È denominato anche concordato. Tale procedura è possibile anche quando è stato notificato un avviso d’accertamento tuttavia non devono essere decorsi i termini per impugnarlo e deve riguardare l’intero contenuto dell’avviso stesso. Tale istanza di adesione proposta dal contribuente non esclude l’impugnazione dell’atto ma nel caso in cui, dopo l’istanza, si decida di impugnarlo automaticamente si rinuncia alla procedura di adesione. Gli effetti di tale procedura si esauriscono nell’ambito tributario in quanto è una tipica procedura che il legislatore ha ammesso per contenere e possibilmente prevenire le controversie in ambito tributario al fine di ridurre le liti tra contribuente ed Amministrazione Fiscale. Se al termine del contraddittorio si raggiunge l’accordo, cioè l’adesione, gli effetti sono solo ai fini tributari e ai fini dei contributi previdenziali ed assistenziali cioè per la quantificazione degli stessi in base al reddito concordato ( anche se sulle maggiori somme non si applicheranno sanzioni o interessi). Non vi sono effetti extra-tributari anche in altri campi. Quindi il reddito concordato non deve essere tenuto in considerazione per accedere a taluni servizi (es. servizio
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sanitario, tasse scolastiche o universitarie dei figli, ecc) anche se nel campo del diritto civile citato nel caso di specie, il libero convincimento del giudice potrebbe portare lo stesso a considerare che tale fatto sia da essere preso in considerazione nella determinazione di eventuali indennità. Sicuramente se la maggiore imposta deriva dal disconoscimento di costi o dall’indeducibilità di altri componenti negativi o da interpretazioni legislative, la rilevanza nello specifico campo “civile” è pressoché nulla. Diversa è la situazione se deriva dall’individuazione da parte del Fisco di compensi in nero. Se essi scaturiscono da “dimostrazioni” non presuntive, adeguatamente provate, la controparte potrebbe far rilevare al Giudice tale fatto, mentre se derivano dall’applicazione di ricostruzioni presuntive (si pensi alle presunzioni sugli addebiti nei conti correnti in caso di indagini finanziarie, alla ricostruzione del reddito basato sui consumi di alcuni materiali, ecc) sarà ben più difficile sostenere anche in sede civilistica una maggiore e reale percezione di compensi dato che l’applicazione delle norme è specificatamente fiscale e quindi l’adesione è stata fatta per evitare contenzioso e addivenire ad un accordo con il Fisco in termini più “miti”. Si ricordi il concordato deve riguardare l’intero contenuto ma questo non significa che per tutti i punti si addivenga ad un accordo.
rivista italiana igiene dentale 2009 mag-ago; 5 (2): 101
risposte fiscali
Posseggo un bene ammortizzabile che a causa di un guasto ha ormai un valore molto basso ed una scarsa utilità. Poiché non è più in garanzia, la riparazione è antieconomica. Posso dedurmi la minusvalenza determinata come differenza tra valore residuo (cioè dedotto l’ammortamento) e valore attuale del bene?
e minusvalenze sono deducibili solo quando si concretizzano a seguito della vendita del bene. Infatti la norma pretende, per evitare forme di “elusione” fiscale che essa si realizzi con la cessione a titolo oneroso ovvero con il risarcimento assicurativo a seguito della perdita o danneggiamento del bene. A differenza del realizzarsi della plusvalenza non è ammesso dedurla neanche se il bene è destinato ad un fine estraneo alla professione o destinato all’uso personale (in tali ultimi casi si valuta il valore normale del bene sul mercato e si procede a confrontarlo con il valore residuo. Se il valore di mercato è superiore a quello
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residuo si avrà una plusvalenza che si deve considerare per il calcolo del reddito imponibile, mentre se accade il contrario, la minusvalenza, non può essere dedotta). Tutte le spese di manutenzione e riparazione sono interamente deducibili nel caso di beni ad uso esclusivamente strumentale. Se da quanto prospettato la riparazione è antieconomica, visto comunque che ha un utilità limitata, conviene continuare nell’uso anche limitato e dedurre l’ammortamento fino ad azzerare il valore residuo. Se si ha bisogno di un altro bene strumentale è ovvio che si può procedere al suo acquisto.
Basta uno scontrino fiscale per dedurmi delle piccole spese inerenti la mia professione?
i fini della documentazione del costo per le imposte dirette occorre uno scontrino fiscale cosiddetto “parlante” o “descrittivo” nel quale siano indicate la natura, qualità e quantità dell’operazione e il codice fiscale dell’acquirente.
Tali elementi non possono essere aggiunti tramite indicazioni manuali o timbri stampigliati sullo scontrino ma debbono essere riportati sullo scontrino emesso dal registratore di cassa.
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Per rivolgere le vostre domande al nostro esperto fiscale contattate la redazione per fax: 031.790743 oppure mandando una e-mail a: farma@ariesdue.it
rivista italiana igiene dentale 2009 mag-ago; 5 (2): 102
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