Giuseppe Zanniello_La didattica nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria

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Giuseppe Zanniello (a cura di)

LA DIDATTICA NEL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA

ARMANDO EDITORE


Sommario

Gli Autori

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Presentazione ROBERTO LAGALLA

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Le ricerche sulla formazione universitaria dei maestri GIUSEPPE ZANNIELLO Gli studenti del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria di Palermo LEONARDA LONGO, MARIA VINCIGUERRA

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Didattica laboratoriale e competenze digitali dell’insegnante riflessivo 35 ALESSANDRA LA MARCA L’interazione tra le esperienze formative del laboratorio, del tirocinio e delle lezioni LEONARDA LONGO

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Una proposta metodologica per l’analisi delle routine dei supervisori 71 del tirocinio LEONARDA LONGO Interventi per la rimozione delle cause del ritardo nel percorso universitario e per la promozione delle competenze logico-dialogiche 91 degli studenti: premessa teorica ANTONIO BELLINGRERI Interventi per la rimozione delle cause del ritardo nel percorso universitario e per la promozione delle competenze logico-dialogiche 101 degli studenti MARIA VINCIGUERRA


L’espressione linguistica in italiano scritto di insegnanti in formazione FRANCESCA ANELLO

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L’analisi della lingua scritta. Abilità linguistiche e metalinguistiche 137 dei maestri GIULIA D’ALBA Il controllo dell’espressione orale tra efficacia, appropriatezza espositiva e correttezza GIULIA D’ALBA

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Il ruolo dell’Intelligenza Emotiva nella formazione degli insegnanti 177 di sostegno per la scuola primaria: premessa teorica ANTONELLA D’AMICO Il ruolo dell’Intelligenza Emotiva nella formazione degli insegnanti 189 di sostegno per la scuola primaria: la ricerca BARBARA CACI Il ruolo degli insegnanti di sostegno per la prevenzione delle difficoltà specifiche di apprendimento nella scuola dell’infanzia: premessa teorica ANTONELLA D’AMICO Il ruolo degli insegnanti di sostegno per la prevenzione delle difficoltà specifiche di apprendimento nella scuola dell’infanzia: la ricerca-azione BARBARA CACI

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La progettazione della formazione universitaria del maestro GIUSEPPE ZANNIELLO

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Appendice: Ordinamento didattico

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Gli Autori

Roberto Lagalla Rettore dell’Università di Palermo Francesca Anello Ricercatore in Didattica e Pedagogia Speciale Università di Palermo francesca.anello@unipa.it Antonio Bellingreri Professore ordinario di Pedagogia Generale e Sociale Università di Palermo antonio.bellingreri@unipa.it Barbara Caci Dottore di ricerca in Psicologia Generale e Clinica Università di Palermo barbara.caci@unipa.it Giulia D’Alba Dottore di ricerca in Didattica e Tecnologie dell’Istruzione Università di Palermo giuliadalba@libero.it Antonella D’Amico Ricercatore di Psicologia Generale Università di Palermo antonella.damico@unipa.it

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Alessandra La Marca Professore ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale Università di Palermo alessandra.lamarca@unipa.it Leonarda Longo Dottore di ricerca in Pedagogia e Sociologia interculturale Università di Palermo lealongo84@libero.it Maria Vinciguerra Dottore di ricerca in Pedagogia e Didattica in prospettiva interculturale Università di Palermo maria.vinciguerra@unipa.it Giuseppe Zanniello Professore ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale Università di Palermo giuseppe.zanniello@unipa.it

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Presentazione ROBERTO LAGALLA

Nel mese di novembre del 1998 iniziava presso l’Università di Palermo il corso di laurea quadriennale in Scienze della Formazione Primaria. Dal mese di luglio del 2002 ad ora si sono laureati circa duemila giovani, molti (82%) dei quali, nel giro di un anno, hanno iniziato a insegnare nella scuola primaria o dell’infanzia. Il servizio formativo è stato periodicamente monitorato mediante un’attività di ricerca, i cui esiti si possono leggere in due volumi del 2003 e del 2008; questo che presento è il terzo rapporto di ricerca in meno di dieci anni, a dimostrazione di un costante interesse per il continuo miglioramento della qualità della didattica nell’unico corso di laurea che, in Sicilia, prepara alla professione di maestro. Fra il 1999 e il 2007, tre piani triennali consecutivi del Ministero dell’Università misero a disposizione di venti Atenei statali le risorse necessarie per creare posti di ruolo nel corso di laurea di nuova istituzione. Con il quarto piano triennale il Ministero fece pervenire risorse finanziarie non consolidabili; pertanto non fu possibile completare l’organico dei docenti e dei ricercatori del corso di laurea. Saggiamente il Consiglio del corso di laurea di Palermo, nel 2008, decise di destinare le limitate risorse, allora pervenute, alla creazione di alcune borse di studio finalizzate al miglioramento della qualità del servizio didattico. Ho il piacere di constatare che l’investimento si è rivelato produttivo: le sintesi dei rapporti di ricerca ospitati in questo volume lo documentano. I risultati delle ricerche svolte saranno oggetto di riflessione da parte dei docenti universitari e degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia che saranno impegnati nelle attività di tirocinio e di laboratorio previste nel nuovo corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico. Nella mia qualità di Rettore provo viva soddisfazione nel poter affermare, anche con quanto è documentato in questo volume, che negli 9


ultimi anni l’Università di Palermo si è molto impegnata nella formazione degli insegnanti alla ricerca in campo educativo. Gli insegnanti non sono stati solo fruitori delle ricerche ma anche “attori”, nel senso che hanno condiviso fin dall’inizio gli obiettivi e i metodi delle indagini proposte dall’università per il miglioramento della scuola mediante il coinvolgimento attivo dei docenti in tutte le fasi della ricerca didattica. Tutto ciò è stato possibile per la disponibilità presso il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria di insegnanti in semiesonero dall’insegnamento per la realizzazione di attività di tirocinio e di laboratorio; è nata così una collaborazione didattica e scientifica tra la scuola e l’università, che ha consentito lo svolgimento di ricerche finalizzate al miglioramento delle pratiche educative. Nel libro sono inizialmente descritte le caratteristiche e le esigenze formative degli studenti del corso di laurea, che sono state rilevate mediante un questionario somministrato a quasi la metà degli iscritti. È stata segnalata dagli intervistati l’esigenza di maggior collegamento e integrazione delle diverse tipologie formative: laboratori, tirocinio e lezioni. È stata condotta un’approfondita analisi sulle cause di insuccesso nelle discipline scientifiche. Sono stati individuati gli studenti in ritardo nel percorso universitario ed è stato offerto loro un servizio di consulenza per rimuovere le cause del ritardo, con particolare attenzione agli studenti “fuori corso” che costituiscono la terza parte degli iscritti. È emerso che quasi la metà degli studenti con esami arretrati lavorava; questo dato è coerente con il fatto che quasi la metà degli iscritti possiede già una laurea. Uno studio molto approfondito è stato condotto sulla didattica laboratoriale, che indubbiamente caratterizza il corso di laurea. Il laboratorio costituisce, infatti, l’occasione formativa dove lo studente impara a declinare in termini didattici le conoscenze disciplinari apprese durante le lezioni, in vista del suo successivo intervento diretto con gli alunni a scuola durante il tirocinio. Sono descritte con dovizia di particolari le modalità operative con cui hanno collaborato in un progetto formativo integrato i titolari di un corso di lezioni, i responsabili dei laboratori didattici e gli insegnanti del tirocinio. Le competenze digitali dei futuri maestri, che recentemente sono state potenziate grazie alla creazione di uno specifico laboratorio multimediale, sono descritte e commentate dal punto di vista della loro formazione. Anche il tirocinio è stato posto sotto osservazione per giungere a definire le routine di alcuni insegnanti di scuola primaria o dell’infanzia, in 10


esonero o in semiesonero dall’insegnamento, in qualità di supervisori del tirocinio degli studenti a scuola. Sono descritti gli interventi realizzati per la rimozione delle cause del ritardo nel percorso universitario e per la promozione delle competenze logico-dialogiche degli studenti, con il relativo quadro teorico di riferimento. Sono evidenziate le carenze più frequenti in lingua italiana, scritta e orale, tra gli studenti del corso di laurea e sono descritte le attività di recupero specificamente realizzate per il miglioramento delle abilità linguistiche dei futuri maestri. Alla descrizione del percorso formativo degli insegnanti di sostegno nella scuola primaria e dell’infanzia è dedicato un ampio spazio nel volume. È messo a fuoco il profilo professionale dell’insegnante di sostegno, con particolare attenzione alla sua Intelligenza Emotiva. È documentata inoltre un’attività di screening dei disturbi specifici dell’apprendimento in bambini di scuola dell’infanzia, come servizio reso dall’università alle scuole che ospitavano gli studenti per il tirocinio. Il volume si conclude con la presentazione del progetto formativo del nuovo corso di laurea magistrale a ciclo unico LM-85 bis che recepisce anche gli esiti delle ricerche ospitate nel volume.

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Le ricerche sulla formazione universitaria dei maestri GIUSEPPE ZANNIELLO

Le ricerche pubblicate nel volume sono state condotte per migliorare la qualità del servizio formativo offerto agli studenti del corso di laurea quadriennale in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Palermo. Alla luce dei risultati conseguiti sono avanzate alcune proposte per il nuovo corso di laurea quinquennale; esse riguardano i requisiti necessari per la sua attivazione, la modalità di accesso al corso di studi, l’attenzione particolare all’insegnamento nella scuola dell’infanzia, la frequenza delle attività formative da parte degli studenti. The researches contained in the present volume have been carried out in order to improve the quality of the training thought for those students attending the four-year degree course in Primary Education at the University of Palermo. In the light of the results gained, some proposals have been put forward for the new five-year degree course, such as the prerequisites for its activation, the typology of entry assessment, the interest in the infant school teaching practice, the frequency of training activities for students. Parole chiave: didattica universitaria, formazione iniziale degli insegnanti, scuola primaria, scuola dell’infanzia. Key words: university teaching theory & methodology, initial teacher training primary school, infant school.

L’attività formativa del corso di laurea quadriennale in Scienze della Formazione Primaria, fin dal primo anno della sua attivazione, è stata monitorata con una parallela attività di ricerca. L’Università di Padova è stata inizialmente la più attiva (Galliani, Felisetti, 2001; 2005); ma poi 13


anche le altre sedi universitarie hanno pubblicato gli esiti delle loro ricerche sull’intero corso di laurea o su alcuni suoi aspetti particolari, come i laboratori, il tirocinio, la formazione per l’integrazione dei disabili, l’accertamento delle competenze finali (Torre, Ricchiardi, 2007), l’occupazione dei laureati, il ruolo degli insegnanti supervisori (Campo, Isgrò, 2008). Nell’Università di Palermo, la formazione della prima leva di studenti immatricolatisi nell’a.a. 1998-99 fu studiata fino al conseguimento della laurea (Zanniello, 2003); successivamente fu effettuato un ampio e approfondito confronto tra i presupposti teorici della metodologia formativa adottata a Palermo e quelli delle metodologie impiegate nelle altre sedi universitarie italiane (Zanniello, 2007).

1. I motivi delle nuove ricerche Nella prospettiva di adeguare il corso di laurea alla nuova normativa, che prevedeva la laurea magistrale per tutti gli insegnanti, nel 2008 si avvertì l’esigenza di studiare a fondo alcuni problemi di funzionamento dell’attività, nell’intento di trasferire al corso universitario che stava per nascere le migliori esperienze maturate in dieci anni di funzionamento del precedente corso di laurea. Tra il 2008 e il 2010 si realizzarono, in diverse sedi universitarie, delle qualificate iniziative volte a individuare le migliori esperienze formative realizzate negli ultimi dieci anni e ad avanzare delle proposte valide per strutturare il nuovo percorso formativo che, a norma di legge, doveva avere una durata quinquennale. Particolarmente rilevante fu il convegno svoltosi a Milano nel 2009 perché consentì di effettuare un bilancio delle esperienze realizzate in tutte le venticinque sedi universitarie in cui il corso era attivato (Kanizsa, Gelati, 2010). In questa prospettiva di riforma universitaria nacque l’idea di svolgere una ricerca sulla didattica nel corso di laurea dell’Università di Palermo. Il Consiglio di corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, nel 2008, deliberò di utilizzare una parte dei fondi di funzionamento assegnatigli dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per istituire delle borse di studio biennali finalizzate allo studio di alcuni problemi didattici particolarmente rilevanti: come intervenire per rimuovere le cause del ritardo nel percorso universitario e per promuovere negli studenti le competenze necessarie per avere successo nello studio universitario? Come favorire l’interazione tra le esperienze formative dei laboratori, del tirocinio e dei corsi di lezioni? Come migliorare le competenze 14


linguistiche e comunicative dei futuri maestri? Come rendere la formazione degli insegnanti di sostegno per la scuola primaria e dell’infanzia più aderente alle situazioni reali che avrebbero dovuto affrontare? Come migliorare le competenze scientifiche dei futuri maestri? Per lo studio di questo quinto problema fu avviata una ricerca che fu poi sospesa. Le altre quattro ricerche completate hanno avuto come tutor, rispettivamente, Antonio Bellingreri, Alessandra La Marca, Francesca Anello e Antonella D’Amico. Visto il parere favorevole espresso dal Consiglio di Facoltà, il Rettore dell’Università di Palermo, nel 2008, emanò un bando di concorso pubblico, per titoli ed esame-colloquio, per l’attribuzione delle borse di studio post-lauream specificando così i temi delle ricerche1. Interventi per la rimozione delle cause del ritardo nel percorso universitario e per la promozione delle competenze logico-dialogiche degli studenti. La borsa è rivolta, in primo luogo, all’individuazione delle cause del ritardo nel percorso universitario e alla promozione delle competenze logico-dialogiche negli studenti che si preparano a svolgere la professione docente nella scuola primaria e dell’infanzia. In secondo luogo, si sperimenteranno delle modalità formative finalizzate a sviluppare nei futuri docenti le capacità di rispondere al bisogno di confrontarsi e di capire dei bambini, di soddisfare le loro esigenze di raccontare le proprie esperienze in un contesto informale, di educare alla riflessione, al pensiero strutturato, creativo e critico. L’interazione tra l’esperienza dei laboratori, del tirocinio e degli apprendimenti disciplinari. La borsa è finalizzata, in primo luogo, alla progettazione e sperimentazione di concrete modalità di interazione tra le esperienze di laboratorio, tirocinio e lezioni per gli studenti del corso di laurea in Scienze della 1

Inizialmente era stata avviata anche una ricerca finalizzata ad individuare delle possibili soluzioni ai problemi di apprendimento della matematica e della fisica da parte degli studenti del corso di laurea; ma tale ricerca non fu portata a compimento e la somma residua della borsa di studio è stata poi utilizzata per una ricerca, che è in corso di svolgimento presso il Laboratorio Multimediale del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria della Facoltà di Scienze della Formazione, sull’uso delle nuove tecnologie della comunicazione nella formazione universitaria degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia. Il nuovo borsista sta supportando la sperimentazione dei docenti del corso di laurea sull’uso didattico delle nuove tecnologie dell’istruzione e della comunicazione; produce e valida, con i docenti del corso di laurea, sussidi didattici digitali che saranno impiegati prima nelle simulazioni previste durante le attività di laboratorio e poi nelle classi di scuola primaria e dell’infanzia durante le attività di tirocinio.

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Formazione Primaria, per lo sviluppo delle loro competenze didattiche. In particolare si verificheranno gli esiti formativi dei laboratori attivati nel corso di laurea, intesi come collegamento tra le conoscenze disciplinari e la pratica del tirocinio. Le competenze linguistiche e comunicative dei maestri. La borsa è destinata ad un’attività di ricerca finalizzata allo sviluppo delle competenze linguistiche e comunicative negli studenti del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. Sulla base dell’esame della letteratura internazionale, si dovranno progettare interventi formativi perché il futuro maestro sia in grado di individuare le metodologie didattiche più idonee per sviluppare negli alunni, attraverso l’acquisizione delle competenze linguistiche e comunicative, le principali forme di pensiero e le abilità metacognitive. Dovranno essere individuati anche i criteri validi per la valutazione dei risultati. La formazione degli insegnanti di sostegno nella scuola primaria e dell’infanzia. La borsa è esplicitamente rivolta all’analisi e al confronto delle diverse modalità di organizzare la formazione degli insegnanti di sostegno da parte di tutti i corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, attraverso: l’analisi dei curricoli formativi adottati (durata, insegnamenti, tirocinio, laboratorio, esame finale); l’individuazione di indicatori per valutare le competenze acquisite dagli specializzandi; le modalità di valutazione delle competenze acquisite dagli specializzandi; il collegamento con le scuole presenti nel territorio. Il concorso si concluse il 20 novembre 2008 con la designazione dei vincitori che furono, rispettivamente, Maria Vinciguerra, Leonarda Longo, Giulia D’Alba e Barbara Caci. L’attività di ricerca si svolse durante il 2009 e, dopo una pausa di tre mesi, riprese nell’aprile del 2010, per concludersi nel mese di aprile dell’anno successivo. Dai loro rapporti finali, le borsiste, tutte dottori di ricerca, hanno estratto i contributi scientifici che si possono leggere in questo volume, insieme alle presentazioni dei loro tutor. La pubblicazione del presente volume costituisce un modo per documentare come è stato utilizzato il denaro pubblico per migliorare la didattica universitaria e la formazione iniziale degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia. La produttività dell’investimento in borse di ricerca sarà tanto più alta quanto più la lettura e la discussione di questo libro da parte dei docenti universitari e dei supervisori del tirocinio impegnati nella formazione dei futuri maestri indurrà dei processi di innovazione didattica e di collaborazione professionale tra formatori. 16


2. Un commento ai risultati delle ricerche Dal confronto dei risultati pubblicati nel presente volume e delle precedenti ricerche condotte sul vecchio corso di laurea quadriennale, con quanto è rigidamente previsto dalla tabella ministeriale del nuovo corso di laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria (LM-85 bis) e con quanto è stato deciso dal Ministro Gelmini, nell’estate del 2011, a proposito dei requisiti minimi relativi alla docenza universitaria, ai numeri degli studenti assegnati alle sedi e alla modalità di svolgimento della prova di ammissione, ricavo alcune considerazioni. 2.1. L’idoneità all’insegnamento scolastico Prendo atto con viva soddisfazione che, per la formazione degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia, sia stata prevista una laurea a ciclo unico e una prova nazionale di accesso al percorso formativo. Ritengo però che quanti superano la prova composta da quesiti a scelta multipla dovrebbero poi sostenere un colloquio finalizzato almeno alla verifica delle loro motivazioni e attitudini all’insegnamento. Mi rendo conto che in questo modo nascerebbero delle “difficoltà ambientali” per gli esaminatori; ma occorre anche considerare che, con la prova orale, si creerebbero i presupposti per evitare che intraprendano un percorso formativo quinquennale dei giovani che poi scoprono di aver sbagliato strada per mancanza di orientamento universitario. 2.2. Il contributo della scuola al consolidamento dell’unità nazionale Sono convinto che alla prova nazionale debba seguire una graduatoria nazionale dei giovani aventi diritto ad intraprendere un corso di studi preparatorio all’insegnamento nella scuola dell’infanzia o nella scuola primaria. Siccome tale soluzione ideale è alquanto complessa dal punto di vista organizzativo, bisognerebbe almeno ottenere che, una volta stabilito il numero nazionale degli studenti che si possono iscrivere al primo anno del corso di laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria, la ripartizione dei posti tra le diverse sedi avvenisse in base alla sostenibilità dell’offerta formativa documentata da ciascuna di esse. In questo modo si tutelerebbe un diritto che ultimamente è stato minacciato, quello della 17


mobilità territoriale dei neo-laureati che intendono insegnare nella scuola statale. La proposta politica di ridurre il numero degli studenti che si potranno iscrivere, nelle Università meridionali, a un corso di studi che prepara all’insegnamento scolastico e di aumentare quello degli studenti iscrivibili ai corsi attivati dalle Università del nord, costituisce un danno economico, sociale e morale per i giovani del Mezzogiorno che intendono dedicarsi all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria. Molti giovani meridionali sarebbero infatti costretti ad emigrare al nord con cinque anni di anticipo rispetto al passato; mentre finora molti laureati sono emigrati per iniziare ad insegnare, in futuro i giovani del sud sarebbero costretti a emigrare anche per imparare ad insegnare. Un partito di Governo è arrivato perfino a proporre che chi vuole iscriversi a un corso di laurea che prepara all’insegnamento dovrebbe avere la sua residenza nella stessa regione in cui è situato il corso di studi; poi, dopo aver iniziato ad insegnare, non si potrebbero trasferire da quella regione per almeno cinque anni. Paradossalmente tale proposta politica è stata formulata nell’anno in cui si celebravano i centocinquanta anni dell’unità d’Italia. Il criterio di calcolare su base regionale il fabbisogno di docenti e di collegare ad esso il numero di studenti iscrivibili ai corsi universitari che abilitano all’insegnamento scolastico è discutibile. È ben noto infatti che nelle regioni meridionali la professione docente gode di un prestigio sociale maggiore che nelle regioni settentrionali; di conseguenza i giovani meridionali si orientano verso l’insegnamento in una percentuale nettamente superiore a quella dei loro coetanei delle regioni settentrionali. Basti considerare solo il fatto che negli ultimi dieci anni, nelle Università del sud, il rapporto tra il numero di studenti iscrittisi alla prova di ammissione al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria e il numero di quelli a cui l’iscrizione è stata consentita è stato molto alto; invece nelle sedi universitarie del nord le richieste di iscrizioni sono state complessivamente di poco superiori al numero dei posti disponibili. Fin dalla nascita dello Stato italiano la scuola è stata fattore di unità nazionale tra le diverse regioni del Paese. La mobilità territoriale dei giovani insegnanti ha costituito finora un’occasione di scambi culturali e di conoscenza reciproca tra le diverse realtà del nostro Paese. Occorre pertanto calcolare le previsioni della disponibilità di posti per l’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia – statale e paritaria – su base nazionale, per poi ripartire i numeri di studenti da assegnare ai corsi di laurea delle diverse sedi, sulla base dei requisiti previsti dal DM 18


270 del 2004. Ritengo che il numero nazionale degli studenti che si possono iscrivere a un corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, debba essere ripartito tra le varie sedi in base alla normativa sulla docenza universitaria, che vale per tutti i corsi di laurea, senza deroghe che conducono inevitabilmente all’abbassamento della qualità della didattica universitaria. Alle sedi universitarie bisognerebbe assegnare un numero di studenti adeguato all’offerta formativa che esse dimostrano di poter sostenere con i propri docenti e con le proprie strutture. 2.3. Le possibilità occupazionali per gli insegnanti della scuola dell’infanzia Fino al 2010, nel giro di un anno quasi tutti (82%) i laureati in Scienze della Formazione Primaria già lavoravano. In questo momento, la previsione occupazionale degli insegnanti per la scuola dell’infanzia – statale o paritaria – è molto alta mentre lo stesso non si può affermare per la scuola primaria. Durante l’audizione informale del 19 maggio 2010, presso la VII Commissione della Camera dei Deputati sullo “Schema di decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca recante regolamento concernente la definizione dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado (Atto n. 205)”, avevo avanzato la proposta di articolare il percorso formativo – fermo restando i contenuti presenti in tabella – in modo tale che al quarto anno lo studente potesse già conseguire l’abilitazione all’insegnamento nella scuola dell’infanzia, per poi conseguire al quinto l’abilitazione per l’insegnamento nella scuola primaria. Poteva essere questo un modo per concentrare l’attenzione formativa, per l’intero quarto anno, solo sulla scuola dell’infanzia, correggendo così una centratura sulla scuola primaria della tabella ministeriale, probabilmente generatasi da uno sbilanciamento “disciplinarista” nella composizione della commissione che aveva preparato la tabella recepita dal Ministro. Siccome la proposta, pur accolta dalla Commissione “Cultura, Scienza e Istruzione”, si è concretata solo in una raccomandazione parlamentare, che il Ministro non ha ritenuto di poter recepire, i Consigli dei corsi di laurea magistrale dovranno ora curare in modo particolare di equilibrare opportunamente la formazione dei futuri insegnanti per entrambi gli ordini di scuola, al fine di tutelare la specificità del ruolo del docente della scuola dell’infanzia. 19


2.4. Uno spazio adeguato per le didattiche specialistiche per i due ordini di scuola Siccome già la prova di accesso al corso di laurea magistrale dovrebbe essere finalizzata alla verifica del possesso da parte dei candidati dei saperi che dovranno insegnare agli alunni di scuola primaria e dell’infanzia, così come prevedono le Indicazioni ministeriali in vigore per quei due ordini di scuola, sembra logico che, durante il percorso universitario, lo studente debba imparare innanzitutto come si insegnano i saperi disciplinari ai bambini di scuola primaria e dell’infanzia. Durante il percorso universitario devono pertanto trovare il giusto spazio le “didattiche” delle discipline, con i relativi laboratori, differenziate e per la scuola primaria e per quella dell’infanzia. Il diplomato della scuola secondaria di secondo grado, che intraprende gli studi universitari, già dovrebbe possedere sostanzialmente le conoscenze disciplinari necessarie per insegnare agli alunni di scuola primaria e dell’infanzia. Purtroppo non è sempre così e quindi è opportuno che il percorso formativo del futuro maestro preveda anche il potenziamento delle conoscenze disciplinari. Con i 135 CFU previsti in tabella per l’area “I saperi della scuola” (più i 12 CFU obbligatori per la lingua inglese), si possono far acquisire ai futuri maestri le competenze necessarie per insegnare le dieci discipline presenti nel curricolo della scuola primaria e per svolgere le attività educative previste nei cinque campi di esperienza propri della scuola dell’infanzia. Pertanto, dopo l’accertamento circostanziato e preciso delle carenze degli studenti nei diversi ambiti disciplinari, alcuni dei CFU citati saranno destinati al potenziamento delle competenze linguistiche, storiche, geografiche, matematiche e scientifiche, con un criterio di propedeuticità rispetto alle didattiche della letto-scrittura, della lingua inglese, della storia, della geografia, della matematica e delle scienze sia nella scuola dell’infanzia sia nella scuola primaria. Non si dovrebbe tuttavia consentire l’accesso al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado che non sappiano già quello che dovrebbe conoscere un bambino del quinto anno di scuola primaria, per le discipline: Italiano, Inglese, Storia, Geografia, Matematica, Scienze Naturali e Sperimentali. Si auspica pertanto che la prova di accesso per l’accertamento del possesso delle competenze disciplinari appena elencate sia identica per tutte le sedi e sia più difficile di quelle usate, nelle diverse sedi, il 10 ottobre del 2011. 20


2.5. Il numero dei docenti necessari per il funzionamento del corso di studi L’obbligo, introdotto con il DM 270/2004, della copertura di circa la metà delle ore di attività didattica di un corso di studi con personale universitario di ruolo e il conteggio, ai fini dell’approvazione ministeriale del corso stesso, della presenza dello stesso docente solo in un secondo corso di laurea, ha eliminato alcuni corsi universitari inutili ed ha fatto migliorare complessivamente la qualità della formazione fornita dall’Università italiana. Non sembra opportuno ritornare ora alla situazione precedente, appena sanata, consentendo a un docente universitario di essere conteggiato una terza volta, ai fini della verifica dell’esistenza dei requisiti minimi per la docenza, se vuole insegnare anche in un corso che prepara all’insegnamento. Se un Ateneo desidera formare insegnanti, per ciascun anno del corso che intende attivare, dovrebbe mettere a disposizione almeno quattro docenti o ricercatori che insegnino solo in quel corso o al più in un altro corso di laurea o corso di laurea magistrale. È innegabile che il carico didattico di chi afferisce a un corso di laurea magistrale che abilita all’insegnamento è superiore a quello degli altri perché il docente di quel corso si deve occupare anche dei laboratori didattici e deve coordinare le sue lezioni con le attività di tirocinio: teoria e pratica si implicano reciprocamente nella formazione iniziale degli insegnanti. Non si capisce per quale motivo la formazione degli insegnanti debba essere considerata di serie inferiore a quella degli altri professionisti che si formano nell’Università. Non si possono ripetere con le lauree magistrali per l’insegnamento gli errori commessi con le SSIS. Il carattere professionalizzante dei corsi che preparano all’insegnamento scolastico costituisce un motivo molto valido per eliminare la deroga ai requisiti minimi relativi alla docenza universitaria. A tutela della serietà della formazione dei futuri insegnanti, i corsi si devono attivare solo nelle sedi che posseggano i requisiti minimi previsti dal DM 270/2004, senza nessuna deroga, così come avviene per tutti gli altri corsi di studio. 2.6. L’obbligatorietà della frequenza delle attività formative Come è noto, nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria l’obbligatorietà della frequenza è attualmente limitata ai laboratori e al tirocinio; invece in tutti i corsi professionalizzanti, e per di più in quelli 21


abilitanti all’esercizio di una professione, nessun corsista può sostenere un esame se non è stato presente almeno al 70% delle lezioni. Lo stesso dovrebbe avvenire per l’obbligatorietà della frequenza delle lezioni del corso di laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria anche ricorrendo eventualmente a soluzioni via web. Per risparmiare tempo nella raccolta, nella verifica e nel conteggio delle firme di frequenza, gli Atenei che attivano corsi di formazione iniziale per gli insegnanti si potrebbero dotare di rilevatori automatici delle entrate e delle uscite degli studenti, ai quali verrebbe rilasciato un apposito tesserino magnetico.

Conclusione L’entusiasmo e l’impegno dimostrato dagli studenti di Scienze della Formazione Primaria incoraggia nel loro lavoro i docenti e i ricercatori che hanno scelto di svolgere la propria attività didattica in questo corso di studi, che indubbiamente richiede di dedicarvi una quantità di tempo maggiore rispetto agli altri. Si auspica che la lettura e la discussione dei capitoli del libro faccia ulteriormente migliorare il livello delle motivazioni che sostengono l’impegno professionale di tutti coloro che contribuiscono alla buona riuscita della formazione dei futuri insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia. Senza l’attiva e qualificata presenza del corso di laurea degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia, il collegamento tra teoria e pratica nella formazione iniziale degli insegnanti, che si concretizza nei laboratori e nel tirocinio, non sarebbe stato possibile. La tanto auspicata collaborazione tra scuola e università è diventata prassi consolidata, ancorché perfettibile, nel corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Palermo. La riflessione su quanto è stato finora realizzato costituisce l’indispensabile base di partenza per progettare le concrete modalità di integrazione fra le diverse opportunità formative previste nel nuovo corso di laurea magistrale LM-85bis.

Riferimenti bibliografici GALLIANI L., FELISATTI E. (a cura di) (2005), Maestri all’Università. Curriculo, tirocinio e professione, 2° Rapporto di ricerca sul caso Padova, Lecce, Pensa MultiMedia. 22


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