il Leuca 2

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…voci ai confini! illeuca@libero.it

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Periodico indipendente • Anno I N. 2 • MAGGIO - LUGLIO 2004

BENVENUTI

Principato sì… principato no

amanti di Leuca o turisti per caso Apriamo questo numero con un saluto speciale ai turisti, che hanno scelto di trascorrere le loro vacanze in questa terra meravigliosa. All’ombra di un ombrellone, tra un tuffo e l’altro, sicuramente Il Leuca sarà di compagnia ed anche l’occasione per conoscere un po’ di più di quella Leuca che, non è solo quella di luglio e di agosto, ma quella che per dodici mesi all’anno vive, soffre e spera. Nella speranza che questa piccola zona balneare sia sempre la meta dei sogni di ogni turista, nonostante le ultime problematiche che si sono presentate agli occhi sbalorditi degli stessi leuchesi e non solo, i componenti della redazione augurano una vacanza da… MILLE E UNA NOTTE, perché nel complesso Leuca la può veramente offrire (…se lasciata nella sua purezza e originalità!).

WELCOME LEUCA’S TOURIST OR CASUAL TOURIST Let's start this number saying a special hello to our tourists, whom have chosen to spend their holiday in this gorgeous land. At the shadow of an umbrella, between a swim and another, certainly I1 Leuca will keep your company and yet, the occasion to know more about Leuca, which is not only in July and August, but that one that, for twelve months for year, lives, suffers and hopes. Hoping that this small sea zone will be always reached of the dreams for each tourist, even if the last matters that had come out had left the local people shocked and not only them, the members of this news-paper wish you a holiday of… THOUSAND AND ONE NIGHT… because in the complex Leuca can truly offer it (… if it is left in all its originality!)

Sul Principe e sul Principato si è discusso e si discute ancora tanto. La nostra redazione è stata tempestata di lettere e di e-mail. Si è deciso di pubblicarne solo una, quella che è sembrata più originale per i nostri lettori. A PAG. 7

All’interno… Pietro Micca: una tomba in fondo al mare pag. 2

Una terra da rivalutare

Pronto Soccorso: ci vediamo... al solito posto! pag. 4

Leuca, tra “radici” e “ali” pag. 9

A PAG.

3 SPECIALE

“Illustrissimo il Leuca” pag. 5

RUBRICA SALUTE

Colpo di calore pag. 12

…e non solo!

La Redazione A PAG.

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PESCOLUSE 2004: insieme e nella gioia Dal 20 al 23 giugno, un gruppo di ragazzi di quinta e prima media, appartenenti alla Parrocchia Cristo Re di Marina di Leuca, sono stati impegnati in un campo-scuola presso il distretto socio-pastorale con sede a Pescoluse. Essi sono stati coinvolti in attività ludiche, manuali ed in incontri di preghiera sul tema del perdono e dell’amicizia. I ragazzi si sono cimentati anche in un’attività di drammatizzazione che è servita a concretizzare quanto appreso nei vari momenti di lavoro.

È stata un’esperienza positiva sia per loro che per le educatrici, poiché entrambi hanno sperimentato i vantaggi dello stare insieme e del lavorare in gruppo, punti cardini per una proficua socializzazione. Siamo convinti che il gruppo diventerà più folto nel prossimo anno, dato l’entusiasmo evidenziato dai ragazzi nel seguire con impegno e costanza le varie attività e l’amore profuso da parte delle educatrici per un’ottima riuscita. Le educatrici

Pietro Micca: una tomba in fondo al mare Tornando a Leuca per la pausa estiva non si può non ricordare, guardando punta Ristola, l’affondamento del sommergibile Pietro Micca. Una tomba adagiata sul fondo del mare, a tre miglia dalla costa, con 54 marinai. Era l’alba del 29 luglio 1943 quando il Pietro Micca fu affondato dal nemico inglese (nel secondo conflitto mondiale). La popolazione di Leuca commossa ricorda puntualmente

i Marinai deceduti quel giorno insieme ai caduti di tutte le guerre. I nomi di questi eroi sono scolpiti sul marmo della facciata della chiesa Cristo Re. È ammirevole che l’Amministrazione comunale di Castrignano del Capo, ogni anno, il 4 novembre, in occasione della giornata delle Forze Armate deponga una corona di alloro.

L’Amministrazione comunale, l’Associazione Marinai d’Italia e altre, devono avere il coraggio di non fermarsi alle strutture nelle loro iniziative (mi riferisco all’iniziativa per la realizzazione del Monumento al Marinaio) ma devono mettersi in dialogo con tutte le realtà culturali presenti sul territorio e concretizzare il progetto. Francesco Paolo Valentino (‘U Francu ‘u Vagnone)


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Felloniche: una terra da rivalutare L’estate è nella sua fase più calda e anche quest’anno Leuca, per l’occasione, si è rifatto il look. Tutto è stato organizzato con tempestività e oculatezza, affinché si arrivasse all’evento più importante con l’abito più elegante, frutto del sapiente lavoro di quei “maghi sarti” dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con alcune Associazioni Locali, con le quali hanno avviato tutta una serie di iniziative a largo raggio (da Miss Universo, alla Piccola Coppa Schenider, dall’operazione Pulizia spiagge e fondali marini alla rappresentazione delle Frecce Tricolori…) da rendere questa piccola comunità una regina del mare al pari delle più quotate Taormina e Porto Cervo. Sarà stata “la calura” troppo ardente della stagione o la moda del 2004, ma l’impressione generale è che questo vestito, alla fine, sia risultato un po’… corto. A starne totalmente fuori sono i 4 km di costa frastagliata, che si estendono ad est, nello Ionio, fino alla Marina di Felloniche, una piccola insena-

tura caratterizzata, fino a qualche anno fa, da una lunga distesa di sabbia, che la rendeva una valida alternativa balneare alla peculiare rocciosità di Leuca. La spiaggia, facilmente raggiungibile, anche grazie ad un efficiente servizio di trasporto urbano (tuttora attivo), accoglieva numerose famiglie per la comodità e la sicurezza, in quanto essa si prestava all’esigenza di svago dei più piccini e alle necessità di relax degli adulti. Oggi quel dorato mantello è quasi del tutto scomparso. Le mareggiate invernali, unitamente ai canali solcati da acqua piovana hanno inciso non poco sulla morfologia del territorio. La sabbia, trascinata via dai fenomeni atmosferici, ha lasciato il posto ad imponenti strati di roccia che affiorano, a macchia di leopardo, per tutta l’estensione della Marina. Tutto ciò ha reso più difficile l’accesso al mare e, il vociare dei bambini che giocavano con la sabbia è stato sostituito dalle urla di quei pochi temerari, che utilizzano gli scogli come trampolini di lancio per tuffi spericolati. La perdita di originalità

della Marina ha avuto anche un impatto economico non di poco conto. Carente di manifestazioni culturali, Felloniche non è più un posto di villeggiatura stazionaria, ma solo il trait d’union tra due distinti epicentri turistici: Leuca ad Ovest e Torre Vado ad Est. La dichiarata consapevolezza che non sia stata dimenticata dall’Amministrazione Locale, pone le basi per aspirare ad un futuro migliore. Piccoli cavilli burocratici non hanno permesso, infatti, che già da quest’anno si partisse per una riqualificazione non solo del litorale di Felloniche, ma anche del suo Lungomare (attraverso l’attuazione dei TRUST, accordi di finanziamento per la realizzazione di una zona pedonale). La speranza è che l’impegno profuso per la riqualificazione del Lungomare di Leuca (il cui progetto capeggia al centro dello stesso) non distolga l’impegno preso anche per Felloniche, affinché l’estate, possa essere tale per tutti, anche per questa terra per ora dimenticata. Luca Donnicola

ANNO 1, N.2

in corso di registrazione

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DIRETTORE RESPONSABILE

Antonio Corrado Morciano DIRETTORE

Giuseppe De Carlo COORDINATRICE

DI

REDAZIONE

Maria Ermelinda De Carlo REDAZIONE

Francesco De Nuccio, Luca Donnicola, Marco Vallo HANNO COLLABORATO:

prof. Carmelo Carangelo prof. ssa Rosa Muci, Nunzio Stasi, Francesco Paolo Valentino, dott. Daniele Sergi, Vito Ciardo, arch. Fabrizio Manco, Nande Alfredo Zingarello, Tina De Carlo, Manuela Donnicola (traduzione inglese) GRAFICA

Stefano Trane-Protopapa Un ringraziamento particolare a tutti coloro che ci hanno scritto e che ci hanno inviato le varie segnalazioni La direzione declina ogni responsabilità inerente al contenuto degli articoli firmati, poiché essi sono diretta espressione del pensiero degli autori. La direzione si riserva di rifiutare qualsiasi collaborazione o inserzione di cui non approvi il contenuto. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. La collaborazione a questo giornale è a titolo gratuito.

Stampa: DE ANGELIS – LECCE

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Leuca, 09-07-2004 h. 22.30 Sto scrivendo queste poche righe seduto su di una panchina, mentre dinanzi ai miei

occhi si consuma uno spettacolo poco gradito. Per carità il Molo degli inglesi non doveva essere toccato, figuriamoci per un’idea del genere. Osservo, scruto, rido, tutta questa gente, tutti questi ragazzi a combattere per… per che cosa? Ecco apparire illustri figure e quant’altro,

che pur sapendo precedentemente di tale scempio, hanno lasciato tutto al caso, o per mancanza o per strategia, venendo fuori solo a fatto compiuto o a manifestazione inoltrata, per il semplice fatto di mostrarsi come autentici difensori di Leuca. Adesso mi domando, que-

sti illustri nomi ci saranno sempre quando Leuca avrà bisogno di loro? Continuo ad osservare, a scrutare, non rido più, ma sorrido di questo buffo teatro di fronte a me… vorrei battere le mani, ma, ahimè, lo spettacolo non mi è piaciuto. Traccia Fantasma

PRONTO SOCCORSO Ci vediamo... al solito posto! Dopo una dura battaglia il Pronto Soccorso riprende indisturbato la sua attività estiva presso la sede sita in via Doppia Croce. Il farmacista di Leuca, dott. Luigi Occhilupo, imperterrito e senza esitazione alcuna, ha portato avanti la lotta, negli interessi dei cittadini e dei turisti. Sostenuto inizialmente da 20 firme (in pochi giorni divenute più di 700), ha denunciato la dif-

ficoltà che avrebbe incontrato un malato, un anziano, un leuchese, un turista, costretto a dover percorrere una stradina a tratti sterrata lunga circa 2 Km (esattamente 1.7 km e non poche centinaia di metri come qualche sprovveduto ha potuto pensare) con a lato un profondo canalone, per giungere alla nuovissima struttura del centro dialisi delle suore Marcelline. Per fortuna la vicenda si è conclusa bene; molte le lettere di consenso inviate, tra le tante anche da A.N.M.I. e Pro Loco. Nonostante tutto restano ancora tanti interrogativi… staremo a vedere! Importante è comunque che la questione sia stata risolta e che i cittadini usufruiscano di questa struttura, senza alcuna difficoltà, anche se auspico che di essa abbiano bisogno il meno possibile. Giuseppe De Carlo


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Non resta che indignarsi Non resta che rassegnarsi: nulla cambierà, almeno per i prossimi anni. Siamo convinti, ormai, che finché certi metodi e interessi non verranno meno assieme ai soggetti che ne sono portatori, l’unico diritto concesso sarà quello di indignarsi. Guai, nel frattempo, a cedere all’assuefazione verso un degrado diffuso e dilagante. Non smettiamo perciò di indignarci di fronte al “non” senso civico e alla consuetudine che puntualmente ci riconsegnano simili scenari. È lecito presumere che qualcuno debba pur rispondere di tutto ciò. Conosciamo già, tuttavia, le risposte: le difficoltà della società cooperativa, i termini dell’appalto da rivedere, l’illegalità diffusa, il tutto condito da garanzie che “a breve” tutto cambierà… un piatto già troppe volte servito!

Un dialogo tra sordi! Noi ci sottraiamo all’ennesima umiliazione. A questo punto non interpelleremo più alcuno: continueremo a testimoniare l’incontrovertibilità dei fatti e l’insensibilità di chi, evidentemente, non è in grado di dare risposte; e lo faremo forti di una convinzione: la pubblica amministrazione sovrintende alla tutela dell’ambiente e nella pubblica amministrazione risiedono pertanto precise responsabilità dirette e indirette di questo stato di cose. Non tolleriamo più l’inerzia verso il tema della salvaguardia della salute, oltre che dell’ambiente, da parte di coloro che, grottescamente, consegnano “chiavi”, promuovono eventi, serate mondane, sfilate ecc… in ragione di un marketing territo-

riale; ma marketing di cosa? Può essere ascritta alle funzioni del marketing una promozione vuota, priva di contenuti reali? Qui mancano decoro e servizi minimi di un piccolo comune, altro che principato, altro che fasti! La Leuca d’élite inizia e finisce sulla soglia di qualche storica dimora, magari ribattezzata villa

“reale” (che sfregio!). Tutto il resto è solo vuota progettualità, ossia il delirio di chi ha scommesso tutto sulla strategia del marchio, rinunciando alla qualità del prodotto. Seguono 5 firme

Più puliti, più belli Illustrissimo IL LEUCA, sono ormai 20 anni che veniamo a passare le nostre vacanze qui nel Salento. I paesaggi e i luoghi sono meravigliosi e ancora intatti, senza speculazioni turistiche. Gli amici locali sono veramente cordiali e ci fanno sentire proprio come a casa nostra. Siamo rimasti molto contenti di questa nuova iniziativa mediatica, espressione delle necessità locali e motivo di sfogo delle nuove idee dei giovani come delle sensazioni di noi turisti. A tal proposito, come occhio esterno, ma di sicuro interesse per una realtà turistica tra le più incontaminate e apprezzate d’Italia, vorremmo solo sottolineare la necessità che fosse più curata la pulizia delle spiagge e il sistema di raccolta dei rifiuti. Siamo veramente dispiaciuti nel vedere le belle pinete che costeggiano la litoranea piene di

visibili tracce di pic-nic o le spiagge cosparse di detriti del mare o peggio ancora di rifiuti abbandonati da alcuni scalmanati non rispettosi dell’ambiente. Siamo consapevoli che situazioni simili, con un’utenza di massa, possono essere difficilmente controllabili, ma per salvaguardare l’immagine di una terra così bella, almeno d’estate qualche impegno più significativo varrebbe la pena assumerlo. Un’idea potrebbe essere quella di un maggior coinvolgimento,

da parte delle istituzioni competenti, dei giovani, incentivandoli, attraverso servizi socialmente utili a pagamento se necessario, a pulire regolarmente le spiagge, le strade e tutti i luoghi di maggiore affluenza. Lo stesso lungomare necessiterebbe di una manutenzione continua, in particolar modo di svuotamento dei cestini quasi sempre stracolmi di rifiuti, per evitare di trascinarsi nei propri alloggi i resti delle consumazioni dei locali che lo costeggiano. Si potrebbero costi-

tuire delle cooperative con l’oggetto di iniziative sociali e culturali volte ad un maggiore rispetto dell’ambiente. Certi di interpretare il pensiero di molti altri amanti della vostra terra, vi ringraziamo dello spazio concessoci, nella speranza che questa non rimanga una lettera… morta. I vostri affezionati amici Antonio e Andrea da Vicenza

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L’enigma agriturismo: vero o falso? Cari imprenditori e visitatori poco esperti, cari osservatori poco attenti, in questo andirivieni di mode, tendenze, usi e costumi l'agriturismo ha ormai assunto i connotati di "status symbol" per migliaia di visitatori nostrani e stranieri. Raccontare agli amici di aver trascorso una vacanza in agriturismo equivale a fregiarsi della classica etichetta di privilegiato, anche perché oggigiorno riuscire a prenotare un soggiorno nelle Masserie pugliesi o nelle Cascine toscane nei periodi "caldi" è cosa da guinness dei primati. Innanzitutto l’agriturismo è ormai un fenomeno culturale: un contenitore di risorse umane e territoriali in grado di apportare notevoli benefici non solo a chi lo conduce, ma anche a chi opera nel medesimo contesto con altre attività. Occorre fare chiarezza: le aziende agrituristiche non sono tutte uguali, ma la differenza tra le une e le altre è sottile e incisiva nello stesso tempo: esistono i buoni e i cattivi, i belli e i brutti, ma, soprattutto, esistono gli agriturismi e i non-agriturismi. Quindi il problema per il visitatore è saper distinguere il vero dal falso e non sempre è cosa semplice, dal momento che esistono innumerevoli specchietti per allodole inesperte che, puntualmente, sono attratte da cotanta dote aziendale (piscina, campi da tennis e quant'altro). Tutti i settori della vita economica sono protesi verso un obbiettivo ormai indispensabile, quasi obbligatorio per sopravvivere: la ricerca della qualità del prodotto. Direi che l'agriturismo non sfugge a questa "sana" regola, anzi. La valorizzazione degli ambienti rurali, la salvaguardia degli edifici storici, la promozione del prodotto tipico sono tutti obbiettivi primari del-

l'agriturismo di qualità. Sono dell'idea che quantità e qualità, specie in agriturismo difficilmente possano andare a nozze e che per fare qualità non bisogna mai volare troppo in alto e farsi ammaliare dai facili proventi dei lauti banchetti, né “squalificarsi” adescando il povero turista con sistemazioni da lagher nazisti a costo zero. In agriturismo, il visitatore esperto si aspetta di trovare un mix di semplicità, genuinità e cortesia, ma anche di cultura, orga-

nizzazione e professionalità e, quindi, la giusta miscela tra il "made in famiglia" e il "made in impresa". Tutto questo deve tradursi in un equilibrato rapporto tra qualità e prezzo che è la chiave che serve a risolvere il famoso e intricato enigma proposto. Cari imprenditori e visitatori poco esperti e cari osservatori poco attenti, nel vero agriturismo niente è dovuto, solo perché si è in campagna, gli alloggi sono poco luminosi o perché non c'è l'aria condizionata, o ancora perché i pavimenti non brillano, la

sedia impagliata artigianale cigola o il ragnetto sfuggito all’attenzione della signora delle pulizie ha “invaso” la finestra dell’appartamentino. Qui i valori aggiunti non devono essere quelli di un albergo super stellato, di un mega-ristorante o di un villaggio turistico in scala metropolitana, ma ben altri: qui si offre un territorio, una cultura, un rispetto ritrovato per l'ambiente e per le sue risorse. Quindi, il valore di un soggiorno in agriturismo, oggi, non può essere paragonato a quello di una struttura convenzionale (albergo, pensione, ecc.) a parità di servizi offerti, ma è il valore aggiunto di un territorio che cresce insieme alle aziende che lo promuovono. Nel vero agriturismo, è giusto spendere di più di quanto ci si aspetti: il rispetto delle norme ed una buona gestione hanno dei costi mediamente elevati per l'imprenditore. Quindi, il motto: "agriturismo per risparmiare", è quanto di più falso possa esistere tra le classiche frasi fatte. E voi, cari imprenditori poco esperti, pensate ad un agriturismo così: Tanto verde, luoghi freschi e asciutti, per un ospite sempre più informato e bisognoso di relax, cortesia, familiarità. È il momento dell’orto biologico, dei prodotti genuini da degustare o portare via, delle tavole imbandite con i prodotti casarecci, della cultura gastronomica locale da acquisirsi grazie alle sempre più diffuse

lezioni di cucina impartite dalle vere massaie: si offre tutto questo con la passione e la dedizione di chi ama l’autenticità delle cose. Il resto, i numeri delle tariffe, della disponibilità, dei posti letto, sono noti a tutti, basta chiedere, leggere o navigare. Quello che conta è sul posto: l’Ospite di questa azienda si trova subito a suo agio, è già informato sulla storia del paesino e prima ancora di accomodarsi a tavola è a conoscenza delle delizie lo aspettano. Ogni giorno nuove emozioni, tante cose da dirsi e da raccontare al ritorno. Una e-mail nostalgica fa capolino sul computer aziendale: è ancora Lui che ringrazia e rimpiange, ma promette di tornare e ritorna. Il ricordo della sua nuova esperienza ha trovato posto in valigia." Ancora voi, cari imprenditori poco esperti, metteteci un po' di sentimento ogni tanto e, per favore, chiamatevi "operatori agrituristici" solo se realmente lo siete. Ancora voi, cari visitatori poco esperti, scegliete il vero agriturismo solo se avete desiderio di conoscere, di arricchirvi, di “fare” cultura. E ancora voi, cari osservatori poco attenti, sappiate apprezzare il lavoro di chi fa anche il vostro bene. Grazie a tutti. arch. Fabrizio Manco famanco@libero.it


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Opinioni CARO PRINCIPE… Caro Principe, sono un vecchio pescatore, un leuchese convinto, da più di ottant’anni. I miei occhi stanchi ne hanno visto di eventi: giovani, in tempo di guerra morire per questa terra, altri cercare rifugio nel suo seno. Frecce tricolori nel cielo mi hanno distratto e non mi sono reso conto che da un giorno all’altro Leuca non era più la mia Leuca. Le polemiche sono tante, c’è chi ride, chi parla di marketing territoriale, chi minaccia denuncia e chi, come me, non vuole rassegnarsi al cambio dei tempi. Non tutti riescono ad accettare la nuova realtà, ma io li guardo e sorrido!

In fondo, caro principe, siamo gente buona, libera come il nostro mare, non abituata ad avere dei “padroni”. Siamo troppo legati alla nostra terra, l’abbiamo difesa un tempo e la difenderemo, se necessario, con i denti. Le vede le torri? Fortezze inespugnabili, ma adesso senza difese. Turchi, Mori, Arabi… quante battaglie per la libertà si sono combattute e si continueranno a combattere a Leuca come nel mondo. In televisione non si vedono che orrori e il tempo per certi versi sembra essersi fermato. Anche Leuca, corrosa dal mare del progresso, cerca quella pace, che la frenesia di una società consumistica ha fatto a

Il Principe firma il proclama; in basso, le “chiavi di Leuca”

poco a poco svanire. Dicono che questa marina cambierà, sarà meta di vip, principi, conti, modelle, ma non credo che a me importi più di tanto, mi basta sapere che la mia gente non cambi e resti legata a quei valori, tra i quali è cresciuta. La vita di ogni uomo è un susseguirsi di sogni e il mio è quello di un povero vecchio, che vuole morire tra le braccia della sua terra, quella terra che gli ha consumato le mani, gliele ha rese callose, brutte, ma mani di un uomo onesto. Non credo esistano le chiavi di Leuca; da piccolo al catechismo ho sentito sempre parlare

delle chiavi del Paradiso, che Dio ha dato in mano solo a S. Pietro, ma se per caso ci fossero, la prego di gettarle in fondo al mare. Possedere questa terra è solo una dolce illusione, perché essa è inafferrabile, come ogni altro luogo, la cui proprietà è solo di chi nasce e muore in esso. Resti pure tra noi leuchesi, se vuole, ma con altra veste, perché noi siamo semplici, ospitali, ma… liberi ed amanti di una Leuca sempre più bella, più vera, più umana. Un leuchese convinto

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Puntuale come ogni anno il sole estivo sceglie il Salento per le vacanze, ed io da buon leuchese, voglio dare il benvenuto a coloro che hanno fatto del mare di Leuca una meta per trascorrere qualche giorno di relax. Ci sono stati anni, però, in cui l’estate non era sinonimo di vacanze, ma segnava l’inizio di riti contadini il cui ricordo aleggia ancora nella memoria dei

nostri nonni. Caratteristica della realtà rurale del Capo era la raccolta e la conservazione dei fichi, momento tanto importante da essere menzionato in diversi studi antropologici (da cui ho attinto materiale per questa ricerca) che fanno risalire queste attività al periodo della Magna Grecia. Il fico era uno degli elementi base della dieta contadina, sia perché la pianta fruttifica facilmente (e in modo relativamente veloce) sui terreni aridi, tipici delle nostre zone, sia perché il frutto si può conservare senza molti problemi. Esso rappresenta un’ottima riserva

energetica, sfruttabile durante i mesi invernali. Sicuramente i vecchi contadini ricordano ancora gli arnesi utilizzati per la raccolta, che coinvolgeva l’intero nucleo familiare: “lu roccu”, bastone a forma di uncino utilizzato per la raccolta dei frutti più in alto e “lu panaru”, contenitore fatto con rami e canne impagliate. Per la conservazione era necessario disidratare i fichi tramite esposizione al sole, dopo averli “spaccati”(aperti in due metà). In molti paesi del Salento esistevano le “spase” e le “littere”, semplici strutture di pietra con tufi ed erbe essiccate aromatizzanti, che servivano come base d’appoggio. Nel nostro territorio, invece, veniva utilizzato “lu cannizzu”, ossia uno strato di canne e giunchi intrecciati. Dopo la fase di essiccazione, seguiva la cottura nei forni,

costruiti con la classica tecnica “a secco”. I fichi, ormai secchi, potevano essere arricchiti con mandorle, semi di finocchio e alloro, prima di essere riposti a strati in grandi contenitori di terracotta denominati “capase” o “padali” Il frutto, a questo punto, diventava più dolce e acquistava una consistenza gommosa. I frutti maturati precocemente e caduti al suolo, le “carachizze”, venivano utilizzate per l’alimentazione del bestiame. Disprezzati per molti anni, perché considerati alimentazione povera, oggi, i fichi secchi sono una delle primizie culinarie, presenti sugli scaffali delle botteghe di specialità tipiche salentine e sono venduti a peso d’oro. Marco Vallo

Un occhio su Leuca Un piccolo agglomerato di costruzioni bianche adagiate fra due mari, lo Jonio e l’Adriatico fanno da cornice a questo lembo dell’Italia. Chi si accosta a Leuca dal mare resta abbagliato dal chiarore dei suoi scogli, scolpiti dall’acqua e dal vento; qui la magia di una natura ancora intatta si coniuga con l’ospitalità dei suoi abitanti. Il colore del mare limpido e turchese si confonde col bianco delle case e le grotte antichissime raccontano, ancora oggi, vecchie leggende popolari con spostamenti notturni del maschio (Melison) che si accoppia con la femmina (Ristola).

L’immaginario collettivo colloca l’evento fra AMORE e MORTE perché, si dice, che la fanciulla, dopo aver consumato questa passione travolgente, sia morta. Passeggiare sul lungomare, all’alba o al tramonto, assistendo al fenomeno dell’alta e bassa marea, ti infonde un senso di pace; il profumo delle alghe ti stordisce, la quiete è assoluta e l’unica distrazione è il grido rauco dei gabbiani, che a quell’ora sfiorano l’acqua con i voli lunghi e distesi. Le piccole vele che popolano la baia al tramonto sembrano grandi uccelli, planati da mari

lontani, che si dondolano a pelo d’acqua su questo mare incantato. Se poi ci si inoltra nell’entroterra, in prossimità della Basilica, lo spettacolo mozza il fiato; dall’alto piccole baie e il golfo, circondati da rocce granitiche abbracciano questo lembo di terra ricco di storia e di segreti. I volti dei marinai del posto portano i segni del mare, solchi scavati nel viso in cui si leggono la sofferenza di una vita dura e la forza rocciosa della sopravvivenza. Nulla in questa terra è scontato, tutto ha il sapore del sacrificio e perciò più duraturo.

Qui culture diverse si intrecciano e coesistono; greci, turchi, albanesi si sono incrociati, ed è proprio nel pluralismo e nel contributo originale e diverso che risiede la vera ricchezza di Leuca, che è stata per secoli, e lo è ancora, ponte e passaggio, che ha visto transitare e fermarsi sui suoi scogli “genti” di tante razze; è stata assalita, depredata tante volte nella storia, ma anche arricchita dal contributo di tante civiltà diverse. Il desiderio del “ritorno alla natura” contrassegna le vacanze di molti italiani e non solo; Leuca offre una vacanza semplice ed elegante nel contempo in una fascia costiera unica nel suo genere, immersa nella macchia mediterranea dove spuntano torrioni smozzicati, segnati di guerre combattute, muri coperti di capperi e ginestre, costruiti con pietre, che raccontano storie di epoche remote e dove il rude sorriso dei suoi abitanti rende al turista il soggiorno ancora più piacevole. prof.ssa Rosa Muci


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RIFLESSIONI SUL TESTO DI ANNA ROSA POTENZA, Leuca, una perla ai confini della terra

Leuca tra “radici” e “ali” Ogni paese è un cuore che batte nel materno corpo della sua terra A.R. Potenza Sono parole bellissime per definire ogni luogo natìo, caro solo a chi l’ha vissuto. È un inno alla civiltà della differenza e della multicultura, che rivendica il diritto alla vita di ogni paese, di ogni cultura, di ogni uomo. Ogni paese è parte integrante del mondo, respira e vive con esso. Il percorso della conterranea Anna Rosa Potenza si sviluppa proprio all’interno di una visione panteistica, in cui la dea terra vive e si materializza negli aspetti naturali della “magica” e “ammaliante” Leuca. Tutto parte dalla materia, da quella primordiale mistura di terra e fango, e si evolve nell’aria e nello spirito. Ogni descrizione, ogni poesia, ogni disegno dell’autrice contempla il connubio tra “tripudio di mare”, “sapore di terra” ed “esplosione di cielo”. La divinità vive nella terra e la terra sente e vive come divi-

nità e, talvolta, diventa parte dell’esteriorità della dea: “abbagliante sorriso della novella luna”, “voce suadente del mare”, “respiro degli alberi”. Straordinaria è la coesistenza tra le due sfere semantiche del concreto e dell’astratto. Con questa chiave di lettura si interpreta il linguaggio d’amore, tanto utilizzato dalla Potenza, oscillante tra l’amore sensuale e l’amore spirituale. L’autrice, imprigionata dalla bellezza di Leuca, è presa dalla passione tipica degli amanti, in un crescendo di emozioni tale da arrivare a sublimare l’amata terra e vivere dentro di essa (si pensi al climax “la sento… la vedo… la vivo”). Tutto ruota intorno al rapporto dialettico “radici” – “ali”, tra ragione e passione. La materia si fa spirito e lo spirito si fa materia. L’accostamento tra aggettivosostantivo, sostantivo-predicato, in cui ad un termine spiritualizzato se ne affianca uno umanizzato, rende sempre più evidente la sintesi materia e spirito (“cuore che annega” , “silenzio parla di preghiera”,

“anima diventa canzone”). Anche la struttura del testo si dispiega in quest’ottica. La guida turistica rappresenta la realizzazione materiale della poesia e del pensiero e, dove le parole non bastano a commentare la bellezza di Leuca, intervengono le immagini, figure ben definite altre appena accennate, che completano e integrano la

poetica dell’autrice. Nella stessa guida si intrecciano miti, leggende d’altri tempi insieme con dati storici precisi, testimonianze autentiche, che mostrano una Leuca sovrana nel tempo, scrigno prezioso di innumerevoli memorie. Maria Ermelinda De Carlo

UN LIBRO PER L’ESTATE

FLORIANA COLETTA - L’angelo L'adolescenza, da sempre considerata un’età delicata e difficile, è il tema principale che l'autrice Floriana Coletta affronta in questo interessante romanzo dai tratti autobiografici basato su fatti reali, riuscendo a mettere bene in luce i sentimenti e le sensazioni dolorose che accompagnano gli adolescenti. È una vicenda che potrebbe capitare a qualsiasi giovane, a ogni adolescente insicuro, confuso, privo di una propria identità che si lascia trascinare da figure piene di carisma, di forza, tanto da modificare il suo comportamento, le sue idee, i suoi valori adottandone altri che magari prima non condivideva. E proprio questo succede a

CJ Willer, una ragazza come tante altre, impegnata nello studio, che crede nei valori della vita e della famiglia, ma che incontrando Sabrina, una ragazza dalla personalità emblematica, inizia ad avere una vita tormentata collezionando solo delusioni e sofferenze tanto da vedere il mondo sotto una luce ben diversa. Con il suo dolce viso, con i suoi occhi azzurri e con un sorriso rassicurante, Sabrina riesce a trascinare CJ Willer in un mondo a lei sconosciuto, fatto di droga, furti, avventure dubbie e pericolose, dove lei stessa non è in grado di capire dove finisce il bene e, dove invece, incomincia il male. Solo il finale, se pur dram-

matico, porrà fine a questa vicenda che poteva avere risvolti molto più pericolosi per CJ. Questo romanzo di Floriana Coletta, se da un lato proietta il lettore in una vicenda ricca di avvenimenti, contenuti profondamente umani, e stati d'animo a volte contrastanti; dall'altro lo induce a riflettere, a prendere coscienza del malessere e della sofferenza che il più delle volte, gli adolescenti vivono in questa fase cruciale della loro vita, dove oltre alle gioie intese, c'è anche tanto dolore. Proprio per questi contenuti e per il linguaggio schietto e partecipativo, il romanzo di Floriana Coletta, può rappresentare un chiaro punto di riferimento non solo per la cre-

scita morale e civile degli adolescenti, ma, anche per tutti quei genitori che, a volte sottovalutano questa fase critica, sminuendo o addirittura ignorando i problemi e le angosce dei ragazzi. prof. Carmelo Carangelo scrittore

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Un sogno curioso Risiedo in quel vecchio cimitero, sono lì da trent’anni; e le dirò che le cose sono cambiate da quando per la prima volta vi adagiai questo vecchio corpo stanco, mi voltai e mi distesi per un lungo sonno, con la squisita sensazione di aver chiuso per l’eternità con l’agitazione e il dolore e l’ansia e il dubbio e la paura, ascoltando con serena e crescente soddisfazione l’opera del becchino, dal sorprendente fragore della prima palata di terra sulla mia bara al fievole rumore della vanga che dava forma al tetto della mia nuova casa – stupendo! […] Sì, signore sono rimasto disteso per trent’anni e sono stato felice, perché ero in campagna, allora, all’aperto… i venti pigri sussurravano tra le foglie… quegli esseri striscianti ci facevano visita e gli uccelli riempivano la tranquilla solitudine con la musica. […] Ma quei giorni sono finiti. I nostri discendenti ci hanno dimenticati. Mio nipote vive in una casa signorile costruita con i soldi guadagnati da queste mie vecchie mani, mentre io dormo in una tomba trascurata e invasa dai parassiti che per giunta rodo-

no il mio sudario per costruirsi il nido. […] Un morto è sempre molto fiero del suo monumento funebre… Adora leggerne l’iscrizione. Arriva, dopo un po’, a credere a ciò che dice e allora lo si può vedere seduto sullo steccato una notte dopo l’altra a godersela. […] Ebbene, mio caro signore… il mio orgoglio è ferito e la mia comodità danneggiata. […] Le dico che è una vergogna! (da MARK TWAIN, Un sogno curioso, 1870) Mark Twain, il grande scrittore americano, nell’800 immaginò che uno scheletro gli parlasse in sogno lamentandosi delle condizioni in cui versava il cimitero in cui era sepolto. Ebbene a più di un secolo di distanza il suo divertente racconto resta un monito anche per noi e ci ricorda che anche il nostro cimitero ha bisogno di maggiore attenzione. La camera mortuaria inagibile, col soffitto pericolante, imbrattata da piccioni e topi, e l’entrata puntellata con assi, ne sono una prova evidente. Stefano Trane-Protopapa

La pedana magica Da un po’ di tempo ogni estate, noi disabili frequentatori dello Scalo ci poniamo una domanda: quest’anno ci sarà o non ci sarà la pedana che ci aiuta a raggiungere il mare un po’ più agevolmente? Stavolta, nonostante sia passato più di un mese dall’inizio della bella stagione, il mistero resta. Gli organi competenti interpellati non sanno rispondere. Il motivo? L’anno scorso (Anno europeo dei disabili) la pedana fu sfruttata per tutta la stagione ma a settembre non fu smontata ed è rimasta lì per tutto il periodo invernale, esposta all’azione vio-

La nostra realtà attraverso gli occhi di un poeta…

Lu paese nosciu Castrignano del Capo è nu paese cu doi culonne e tre beddhe chiese oltre a Leuca tene frazioni Salignano e Giuliano le denominazioni.

Le vie suntu tutte scasciàte parecchie zone nu su’ illuminate de li rifiuti nu ne parlare lu lungomare è da rifare.

Mo’ hanno llavàtu de su la culonna puru la noscia cara Madonna certu hannu avutu na bella penzàta ci sape arù è ca stane manata.

Poi nc’è puru nu centro storicu (e nu lu dicu cu tonu ironicu) de Borgo Terra vene chiamatu de tanti paesi nn’è statu mvidiatu.

De Faddoniche poi s’hannu scurdàti cu sciàti a Vulìru nu nci passati le buche su’ tante, la via nu nn’è piana è bona soltanto cu faci ginkana

La gente noscia chiù mancu se indigna pe la facce tosta de ci cumanna pare ca s’hane abituata sempre e comunque cu eggia fregata.

Però stu postu beddhu e amatu da anni ormai è ruvinatu nu nc’è chiù nenzi ca funziona mancu la chiazza de Santu Nicola.

Le Terrazze su’ state scarràte de la Colonia nenzi se sape e lu portu novu appena spicciatu na ditta privata se l’ha pijatu.

A Cascignanu nu se po' chiù stare sembra d'essere all’era feudale. Poveri a nui a cci mani simu ccappàti forse cusì nu simu mai stati!!! Nunzio Stasi

lenta del mare in burrasca che l’ha divelta e trascinata via. Quest’anno, con la vecchia pedana ormai inutilizzabile, si è posto il problema di provvedere ad una nuova struttura. A giugno, l’Amministrazione ha fatto intendere che ha in progetto di costruire una pedana stabile in cemento, cosa che comporterebbe nient’altro che uno spreco di denaro e una deturpazione ambientale permanente. Che ci voleva a smontare la pedana l’anno scorso e a rimontarla quest’anno? Nonostante i continui solleciti quello che tutti noi possiamo auspicare è innanzitutto che questo ulteriore appello giunga alle orecchie dell’Amministrazione comunale e “colpisca forte”, poi che la pedana possa essere resa utilizzabile al più presto, possibilmente prima che finisca l’estate e infine che, in seguito, un’altra mareggiata non vanifichi tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. Vito Ciardo


eventi

MAGGIO / LUGLIO 2004

SOLENNI FESTEGGIAMENTI IN ONORE DELLA MADONNA DI LEUCA 13-14 E 15 AGOSTO 2004 Programma religioso 6-14 agosto Solenne Novena in onore della Madonna 13 agosto

Venerdì e antivigilia della Festa

7.30;19.00 19.30

SS. Messe Processione con la statua della Madonna per le strade della Parrocchia

14 agosto

Sabato e vigilia della Festa

7.30;19.00 20.00

SS. Messe Pellegrinaggio penitenziale con fiaccolata, dalla Chiesa Cristo Re fino alla Basilica Santuario per le vie: Siena, Lungomare C. Colombo, Doppia Croce, Panoramica, Strada Statale 275

15 agosto

SOLENNITÀ DELLA MADONNA ASSUNTA SS. MESSE ( 7.30 ; 9.30 ; 11.00 ;16,30)

17.00

Solenne Processione dalla Chiesa di Cristo Re al Porto pescatori, imbarco e Processione in mare fino alla marina di S. Gregorio. Sbarco al Porto turistico e sul Piazzale, Solenne Concelebrazione della S. Messa, presieduta dal Vescovo Mons. VITO DE GRISANTIS Al termine della Messa la statua della Madonna sarà riportata in Chiesa.

Turismo e cultura di qualità Si è tenuto verso la fine di aprile un convegno provinciale sul tema L’applicazione della psicologia della scrittura nella conoscenza della persona, a cura dei docenti della Libera PostUniversità della Nuova Medicina (U.I.M.) di Milano, promosso da PROGECA s.r.l.

Ci auguriamo che l’iniziativa, che ha rappresentato una straordinaria offerta formativa sia l’inizio per Leuca di un incontro non solo a livello di turismo, ma anche di cultura, cultura di qualità. e.d.c

Programma civile Sabato 7 agosto 21.30

Spettacolo teatrale “CONTRO CORRENTE” in Piazza Asti

Venerdì 13 Agosto 22.00

L’Orchestra di fiati lirico-sinfonica “CITTÀ DI RUFFANO” terrà uno spettacolo musicale sulla rotonda del Lungomare

Sabato 14 Agosto 21.00

22.00

Spettacolo del Gruppo Sbandieratori “RIONE CASTELLO” di CAROVIGNO, sul Piazzale del Santuario. Spettacolo del Gruppo musicale “ALTA TENSIONE” con la partecipazione di ENZO PETRACHI

Domenica 15 Agosto Il Concerto Bandistico “CITTÀ DI RUFFANO” presterà servizio dalla mattina alla mezzanotte. A mezzanotte del 15 agosto, a fine festeggiamenti, saranno accesi spettacolari Fuochi d’artificio della Ditta Pirotecnica BRUSCELLA BARTOLOMEO e FRATELLI di MODUGNO (Bari). Piazza Redentore e le strade adiacenti saranno illuminate dalla ditta MARIANO di SCORRANO.

Vito Mele Museum Si avvera finalmente il sogno di uno scultore e pittore salentino. Il 31 luglio infatti, sarà inaugurato nella sala adiacente alla Basilica-Santuario S. Maria de Finibus Terrae il “Museum Vito Mele“. Esso vanta ben 122 opere di scultura di grandi nomi a livello nazionale ed internazionale, appartenenti all’Ottocento e al Novecento. Il fondatore, Vito Mele, originario di Presicce, in provincia di Lecce, e residente da molti anni a Milano, dove opera costantemente e con successo, (soprattutto come scultore di opere in bronzo), vede finalmente con-

V. Mele - Albero con nido (particolare)

V. Mele - Gallo

cretizzato il suo grande sogno. Amante dell’arte, ha dato tutto se stesso per la realizzazione del museo, affrontando enormi sacrifici. Ora può sentirsi soddisfatto, unitamente a Don Giuseppe Stendardo, parroco della Basilica che, per primo ha accolto il suo progetto con grande entusiasmo. Tra qualche giorno il grande portone di bronzo si aprirà, per accogliere quanti vorranno godere delle bellezze artistiche da esso custodite. Giuseppe De Carlo

Vito Mele esporrà dal 20 al 31 agosto presso Villa La Meridiana Lungomare C. Colombo - Leuca

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Flash da non perdere

5/6/2004 Miss Universo 150 bellissime ragazze a spasso per Leuca

20/05/04

Leuca in fiamme Sarà stata una cicca o un piromane? 9/7/2004

Molo degli Inglesi Soli contro tutti

16/5/2004

Giro Capoleuca I ciclisti si perdono con tutta la cartina

SALUTE

È uno degli inconvenienti che può accadere a causa delle alte temperature estive, soprattutto in giornate con un alto tasso di umidità e con assenza di ventilazione. Il nostro organismo, reagisce al caldo ambientale con due meccanismi “termoregolatori”, cioè: vasodilatazione e sudorazione, i quali permettono rispettivamente di disperdere il calore in eccesso e di avere un abbassamento della temperatura corporea. Tali meccanismi possono però essere inefficienti nelle situazioni caratterizzate da alte temperature, associate soprattutto ad un elevato tasso di umidità. I sintomi del colpo di calore sono: senso di irrequietezza, mal di testa, febbre (oltre i 38°C), pelle calda e arrossata, respiro molto frequente, assenza di sudorazione, svenimento. I soggetti più a rischio sono gli

anziani, i bambini e i cardiopatici. Per non incorrere in tutto ciò e non rovinarsi la vacanza, bisogna evitare di esporsi al sole o fare lunghe passeggiate, nelle ore più calde della giornata, tra le 11 e le 15 – ora solare – (ciò serve anche ad evitare il “colpo di sole”, situazione meno grave, ma altrettanto fastidiosa). Si raccomanda inoltre di assumere elevate quantità di liquidi sotto forma di bevande e di cibi ricchi di acqua, come verdura e frutta. Se doveste trovarvi a soccor-

rere una persona che ha avuto un colpo di calore, un consiglio è di evitare il “fai da te”, ma limitatevi a portare la vittima in un luogo fresco e ventilato, porla in posizione supina con gambe sollevate, alleggerirla nel vestiario e chiamare i soccorsi. Ah, dimenticavo!!! Non preoccupatevi, Leuca è bella anche nelle prime ore della giornata e a al tramonto, il caldo si attenua e si è più rilassati per godere al

meglio la meritata vacanza e le bellezze del posto... e perché no, fare anche un bel tuffo nell’acqua cristallina nel nostro mare. dott. Daniele Sergi medico chirurgo

GIORNALISTI PER AMORE DELLA PROPRIA TERRA Se volete far sentire la vostra voce, gridare i vostri sogni, e abbassare il rumore del vostro silenzio per sentirvi cittadini attivi collaborate con il Leuca. La nostra redazione è pronta ad accogliere i vostri articoli, le vostre voci, le vostre storie. Inviare gli articoli a illeuca@libero.it


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