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RISORSE UMANE

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EDITORIALE

EDITORIALE

PERFETTI VAN MELLE L’IMPORTANZA DI VALORIZZARE IL CAPITALE UMANO

PERFETTI VAN MELLE ITALIA HA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE TOP EMPLOYER ITALIA 2021, UN RICONOSCIMENTO MOLTO IMPORTANTE CHE TESTIMONIA L’IMPEGNO E I RISULTATI RAGGIUNTI DAL GRUPPO NEL PERCORSO DI VALORIZZAZIONE DEL SUO “CAPITALE UMANO”. I 1.200 DIPENDENTI SONO INFATTI UN FATTORE CHIAVE DEL SUCCESSO DEL GRUPPO. VENGONO INCORAGGIATI A PENSARE IN MODO INNOVATIVO, AD ASSUMERSI RISCHI E RESPONSABILITÀ E I TALENTI SONO PREMIATI CON OPPORTUNITÀ DI CRESCITA E SVILUPPO. LA CULTURA AZIENDALE, I VALORI E L’ATTENZIONE DI PERFETTI VAN MELLE PER I DIPENDENTI, INCORAGGIANO TUTTI AD ESPRIMERE IL LORO POTENZIALE E LE LORO CAPACITÀ, IN MODO CHE CHIUNQUE POSSA FARE LA DIFFERENZA.

LA NOSTRA REDAZIONE, PER APPROFONDIRE QUESTI IMPORTANTI TEMI, HA INCONTRATO E INTERVISTATO PRESSO LO STORICO STABILIMENTO DI LAINATE (MILANO), FRANCESCO DI MARTINO - HR MANAGER, STABILIMENTO PERFETTI VAN MELLE DI LAINATE.

IL CAPITALE UMANO NON PUÒ PIÙ ESSERE UN ARGOMENTO RETORICO, PERCHÉ OGGI VEDIAMO QUANTO SIA DETERMINANTE, ALL’INTERNO DELLE ORGANIZZAZIONI DI SUCCESSO, LA SUA ATTENTA VALORIZZAZIONE. PER NOI RAPPRESENTA UNA BUSSOLA.

INTERVISTA CON

FRANCESCO DI MARTINO, HR MANAGER

Quale percorso professionale ti ha portato a occuparti di Human

Resources in Perfetti Van Melle? Il mio percorso ha inizio con una formazione di carattere umanistico, una laurea magistrale in Filosofia conseguita all’Università Cattolica di Milano, completata in seguito da un Master in Human Resources management presso l’Università Bocconi. Da lì è partito il mio percorso lavorativo: la mia prima esperienza è stata in consulenza HR presso Michael Page, in seguito ho lavorato in Whirlpool, poi nel mondo automotive, presso Hyundai Italy, poi nel medicale, presso Sorin Group, oggi Livanova, azienda produttrice di dispositivi salva-vita e infine, cinque anni fa, sono approdato in Perfetti Van Melle. Ho iniziato in uno stabilimento del Gruppo che si trova qui a Lainate, Gum Base Company, la consociata che produce la gomma-base per il chewing gum, prodotto finito per quell’azienda, ma semilavorato per Perfetti. Ho lavorato lì fino all’anno scorso come HR Manager di Stabilimento e, dal 1 settembre 2020, ho avuto la possibilità di cimentarmi con delle complessità maggiori presso questa sede, occupandomi in particolare delle funzioni operations, quindi la funzione Plant propriamente detta, Supply Chain, Procurement e Process &

Technology: questo è oggi il mio perimetro aziendale. È stato un percorso entusiasmante, ho sperimentato su me stesso una crescita importante. L’azienda mi ha dato sempre maggiori responsabilità e ho avuto occasioni formative e di sviluppo personale non indifferenti.

“Le persone sono la vera ricchezza di un’azienda” molto spesso è solo una frase fatta, ma no per Perfetti Van Melle, che è stata premiata come Top Employer italia 2021. Si tratta di un riconoscimento prestigioso che attesta un impegno concreto. Il capitale umano è davvero centrale per

voi? Sì. Investiamo nelle persone e, oltre a recepire tutto quello che riguarda l’attenzione verso i collaboratori come previsto dal nostro Codice Etico di Gruppo, rafforziamo il nostro impegno con progetti inevitabilmente rivolti al capitale umano, che vanno dallo sviluppo alla formazione o, in senso lato, ad iniziative come il welfare aziendale. Il capitale umano globalmente inteso non può più essere un argomento retorico, perché oggi vediamo quanto sia determinante all’interno delle organizzazioni di successo la sua attenta valorizzazione. Per noi rappresenta una bussola, come dimostrato dal piano strategico pluriennale del Gruppo, dove grandissima attenzione viene per l’appunto dedicata ai nostri collaboratori. Il riconoscimento Top Employer Italia 2021 è il risultato di politiche e procedure HR che hanno avuto, e tutt’ora hanno, un impatto sullo sviluppo del capitale umano, una crescita certificata secondo determinati standard. Questo riconoscimento ha naturalmente regalato una grande soddisfazione al nostro team, perché è stato un impegno corale, portato avanti negli anni da tutto il gruppo di lavoro. Oggi abbiamo “in pista” molteplici processi e procedure HR sempre più evoluti, molti dei quali rivolti allo sviluppo delle persone, e questa attestazione formale è stata senza dubbio una gratifica, un incentivo a proseguire lungo questa strada. Nei prossimi mesi saremo impegnati particolarmente anche sul versante del Diversity management per creare una maggiore e diffusa consapevolezza del tema all’interno dell’azienda, dal top management al personale di fabbrica: cerchiamo di andare sempre di più nella direzione di una funzione HR attuale, in grado di interpretare i tempi che corrono e di fornire nuove soluzioni e possibilità.

Com’è strutturato il vostro piano di welfare per i dipendenti? Come azienda abbiamo iniziato a ragionare di welfare già in passato, recependo determinate azioni all’interno degli accordi integrativi di secondo livello stipulati con le rappresentanze sindacali, quindi da parte dell’azienda ci sono sempre stati disponibilità e impiego di risorse in tal senso. Ad esempio, ci sta molto a cuore la salute dei dipendenti e favoriamo ogni iniziativa che possa promuoverla: Perfetti offre periodicamente un check-up gratuito a tutti i dipendenti over 50, un’età in cui diventa molto importante fare prevenzione. Quando è stato siglato l’ultimo accordo quadriennale con i sindacati abbiamo definito un programma di welfare mediante l’introduzione dei flexible benefits, con l’importante vantaggio fiscale che ne deriva per i colleghi. Con il programma PerfettisFlex assegniamo un budget annuale pari a 500€ - punti flex ad ogni dipendente e diamo la possibilità di convertire in flexible benefits anche

il premio di produzione. I servizi e i beni a disposizione sono davvero molteplici: dalla retta scolastica per i figli, all’assistenza a domicilio per gli anziani non autosufficienti, al rimborso spese mediche, ai buoni spesa, inclusa la possibilità di versare anche ai fondi di previdenza complementare, etc… Le occasioni di spesa sono davvero numerose e tutte finalizzate a migliorare la vita privata e lavorativa dei nostri colleghi. Giusto per citare ancora un’altra misura, l’azienda mette a disposizione una serie di posti per chi volesse usufruire dell’asilo poco distante dallo stabilimento. L’interpretazione del welfare che noi abbiamo dato negli anni è stata anche un po’ anticipatrice, ci siamo mossi per tempo e credo che oggi ai dipendenti sia ancora più chiaro che il welfare aziendale è uno dei driver che ci ispira.

Gestite direttamente il piano welfare o vi siete affidati ad una piattaforma esterna?

Ci serviamo di una piattaforma esterna: questo progetto lo abbiamo portato avanti con il nostro partner Willis Towers Watson, che ha realizzato per Perfetti una piattaforma su misura. Abbiamo fatto un grande lavoro formativo prima del lancio di questo piano, soprattutto per far capire ai dipendenti il vantaggio fiscale che ne deriva, non così immediato. Si è trattato di un percorso intrapreso dapprima con la popolazione operaia e impiegatizia, per poi chiudere il cerchio quest’anno includendo anche il personale dirigente. Oggi il progetto è stato recepito ed è molto gradito ai dipendenti. La spendibilità, come dicevamo, è molto ampia, il nostro è uno dei panieri più completi che si possano mettere a disposizione. Durante la pandemia c’è stato anche un intervento governativo che ha elevato il limite di deducibilità fiscale nell’area shopping, un ulteriore incentivo ad utilizzare i punti flex. Noi ci crediamo molto e lo valorizziamo come riteniamo che meriti.

Per un’azienda così attenta al benessere delle risorse umane un momento così critico dal punto di visita sanitario quale la pandemia da Covid-19 in che modo è stato

gestito? È stata svolta un’attività enorme. Perfetti Van Melle è un’azienda che profonde nella sicurezza dei lavoratori ogni energia, senza mai guardare ai costi. È stata una sfida importante, ma avevamo un sistema collaudato, abbiamo affrontato l’epidemia da Covid-19 coinvolgendo in maniera molto attiva e inclusiva le rappresentanze sindacali, con un comitato ad hoc istituito per gestire tutte le varie evoluzioni. C’è stata grande attenzione a tutti gli aspetti legati alla sicurezza e, fin da subito, siamo riusciti a garantire tutti i presidi medici necessari, riorganizzando i flussi all’interno della fabbrica, contingentando i turni, ampliando gli spogliatoi e rivoluzionando la mensa…è stato un lavoro davvero senza sosta, che è stato percepito molto positivamente dai nostri colleghi. A livello di uffici, da un giorno all’altro siamo riusciti a lavorare tutti in smart working perché avevamo introdotto il lavoro agile per gran parte della popolazione aziendale già da qualche anno. Lo abbiamo semplicemente esteso a tutte le funzioni aziendali. Avevamo tutti gli strumenti, eravamo già formati, quindi è stato abbastanza immediato e semplice attuarlo su larga scala. Parlando di investimento in capitale umano, anche questo programma è stato implementato in un’ottica di reale responsabi-

lizzazione e fiducia nei confronti dei nostri colleghi: da noi si può lavorare da remoto dalle 6 alle 22, abbiamo adesso una nuova policy sul lavoro agile che va ad impreziosire la precedente e che prevede 8 giorni al mese di lavoro da remoto, anche consecutivi, quindi non necessariamente due a settimana. Il programma si chiama “PerfettiSmart” e sta ottenendo un ottimo riscontro e apprezzamento. Nel periodo della pandemia abbiamo aumentato da uno a cinque i giorni in cui era possibile svolgere l’attività lavorativa da remoto e abbiamo permesso alle persone che lavorano in spazi condivisi di alternarsi e poter gestire al meglio l’eventuale presenza in ufficio; la presenza in azienda è stata ridotta al minimo, regolandola e rendendola sicura. Siamo stati vicini ai dipendenti soprattutto a livello informativo, perché abbiamo comunicato con chiarezza attraverso l’intranet aziendale le misure che, di volta in volta, si rendevano necessarie. Quindi c’è stato anche un aggiornamento costante da parte delle HR e da parte della Direzione Tecnica: in una fase in cui c’era forte disorientamento, l’obiettivo dell’azienda è stato quello di essere più che mai presenti e vicini ai dipendenti. Abbiamo anche introdotto una polizza assicurativa straordinaria per tutelare la salute dei nostri colleghi e dei loro familiari. Lo stabilimento non si è mai fermato, quindi è

“Respira Salute” è un’altra iniziativa recente di Perfetti piuttosto rivoluzionaria. Lo “smoke free” è un obiettivo ambizio-

so ma raggiungibile? “Respira Salute” è senz’altro un progetto ambizioso, un argomento delicato e che può risultare divisivo. Non vogliamo cavalcare l’onda di una tendenza positiva che si sta diffondendo (come a Milano, dove in alcune zone è stato vietato il fumo anche all’aperto), ma ci siamo fatti guidare, anche in questo caso, dall’attenzione per la salute dei colleghi, sempre nella direzione di una maggiore responsabilità sociale. Questo progetto ha l’ambizione di trasformare i due stabilimenti di Lainate, Perfetti e Gum Base, in aree totalmente smoke free. Niente sale dedicate, niente luoghi all’aperto previsti per i fumatori. Ci siamo trovati di fronte ad un bivio, avremmo potuto imporre un divieto oppure, come poi abbiamo deciso di fare, informare e coinvolgere in questo cambiamento i colleghi. Abbiamo scelto la seconda opzione e un partner di comprovata affidabilità, che non ha bisogno di particolari presentazioni, Lilt Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - Milano Monza Brianza APS, impegnata dagli anni ‘70 contro il tabagismo e che da 25 anni svolge campagne di sensibilizzazione mirate nelle aziende per accompagnarle in questo percorso.

Non si tratta quindi di un semplice divieto di fumo, ma di un progetto educational.

Come funziona, concretamente? Lilt mette a disposizione uno psicologo che accompagna nel suo percorso il fumatore che ha bisogno di una motivazione per smettere. L’idea, infatti, non è semplicemente quella di non avere fumatori in azienda, ma piuttosto far ragionare il singolo sulla possibilità di intraprendere per sé stesso un percorso di rinuncia al tabagismo, per la propria salute a lungo termine. Non è detto, naturalmente, che riusciremo a togliere la sigaretta a tutti i fumatori, ma se riuscissimo anche solo in parte a raggiungere questo obiettivo, ci riterremmo soddisfatti. Sarebbe un bel successo, con evidenti impatti sociali e ambientali. Chiaramente queste scelte sono frutto di libera volontà: smettere di fumare non si può imporre e quindi una partecipazione inclusiva e condivisa può funzionare più di un mero divieto nel raggiungere l’obiettivo.

Cosa vi ha spinto a perseguire un obiettivo tanto nobile quanto ambizioso? Crediamo che questa sia la strada, coinvolgere: vogliamo far capire che smettere di fumare non è

una perdita della libertà ma, al contrario, la liberazione da una schiavitù. Sarebbe poi bello avere qualcuno che, una volta smesso, diventasse sponsor, ambasciatore del progetto all’interno dell’azienda. Avrebbe un valore educativo non indifferente. Siamo inoltre convinti che questo sia in qualche modo un passaggio obbligato: non immaginiamo in futuro contesti produttivi in cui saranno presenti aree dedicate ai fumatori. Siamo tra i primi a precorrere i tempi, ma questo tipo di realtà aziendale tra qualche anno sarà la norma e saremo presto in buona compagnia. Sono temi di responsabilità sociale ormai imprescindibili e la nostra dirigenza lo ha capito, sostenendo queste iniziative fin dal primo momento.

In che modo questo progetto coinvolge

tutta la popolazione aziendale? “Respira Salute” guarda molto al fumo, ma non si limita a questo: svolgeremo delle attività che avranno lo scopo di alzare il livello di attenzione rispetto alla salute intesa in senso generale. Oltre ad evitare il fumo, spiegheremo ai colleghi quanto sia importante seguire un’alimentazione corretta e dedicarsi all’attività fisica. Dal prossimo autunno partiranno dei webinar di approfondimento su temi che non riguardano solo i fumatori, ma che riteniamo siano utili a tutta la popolazione aziendale. Da gennaio 2022 non sarà più possibile fumare in azienda e convertiremo gli spazi attualmente destinati ai fumatori in modo definitivo: abbiamo lanciato una survey e stiamo raccogliendo suggerimenti su come riallestire le sale fumo, magari proprio in ottica di luoghi di benessere, e siamo sicuri che verrà fuori qualcosa di positivo.

La partnership con Lilt non è a senso unico: cosa comporta, in termini di solida-

rietà? Il supporto che Perfetti riceve da Lilt si tradurrà in una donazione a sostegno di un progetto molto bello e meritorio, “Le Case del cuore”: Lilt mette a disposizione 3 appartamenti (per un totale di 14 letti), vicini alle strutture ospedaliere di Milano, che accolgono i bambini e le loro famiglie, provenienti da tutta Italia e dall’estero, per il periodo necessario alle cure oncologiche. È un progetto che consente ai non residenti, con oggettive difficoltà economiche, di ricevere le cure necessarie senza dover sostenere la spesa considerevole di un affitto. Questa azienda non è nuova all’impegno nel sociale, segue e supporta molteplici iniziative, ma questo progetto riempie sinceramente tutti d’orgoglio.

Cosa resterà “in eredità” di questo periodo di pandemia nella gestione aziendale delle

risorse umane? Sicuramente ricorreremo in futuro sempre di più ai webinar, per prestare assistenza, per dare informazioni approfondite e per fare formazione. Un esempio di quanto questo strumento sia utile lo abbiamo sperimentato proprio nei mesi scorsi: anche se non disponiamo ufficialmente di una figura professionale che supporti i dipendenti a livello psicologico, durante la “prima ondata” della pandemia abbiamo organizzato un webinar con uno psicologo del lavoro rivolto a tutti i dipendenti per meglio gestire la situazione di emergenza o la semplice gestione di uno smart working intensivo. Non meno importante, un mese fa abbiamo organizzato un nuovo webinar con il Prof. Fabrizio Pregliasco del Gruppo San Donato, a supporto della campagna vaccinale. Sono stati chiariti molti aspetti, “smontate” molte bufale sui vaccini: un aspetto positivo, tra gli altri, è che il webinar consente l’interazione e si trasforma spesso in un momento di confronto costruttivo. Nella drammaticità della pandemia abbiamo scoperto un modo efficace di comunicare e di lavorare che prima non avremmo utilizzato con questa intensità. Un lascito positivo di questo periodo, così come il ricorso allo smart working, che rimarrà, anche se rimodulato, in modo da ridurre gli spostamenti ma senza rinunciare alla socialità, che resta un elemento fondamentale e irrinunciabile della vita aziendale.

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