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PRODUTTORI

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SPECIALE HOST

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PRODUTTORI

ANCHE NEL VENDING “CI VUOLE FIORENTINI!”, LO SNACK PORTATORE DI BENESSERE

FIORENTINI ALIMENTARI SPA, AZIENDA LEADER NEL CAMPO DEGLI SNACK SALUTISTICI, NASCE A TORINO CON IL COMMERCIO AL DETTAGLIO NELLA BOTTEGA DEL FONDATORE LEONILDO FIORENTINI, CHE GIÀ NEL 1918 PROPONEVA AI SUOI CLIENTI SPECIALITÀ ALIMENTARI. PROSEGUE CON IL FIGLIO VITTORIO ED IL NIPOTE ROBERTO CHE, INSIEME ALLA MOGLIE ADRIANA, CREA IL BRAND E INIZIA A SVILUPPARE PRODOTTI A MARCHIO PROPRIO. DAL 2002 LA PRODUZIONE FIORENTINI È FOCALIZZATA SUI SOSTITUTIVI DEL PANE E SNACK PER TUTTI -DAL SENZA GLUTINE, AL VEGANO, AL BIOLOGICO- PRODOTTI SEMPLICI, AD ALTO LIVELLO DI QUALITÀ, PENSATI PER CHI CERCA UNA PAUSA LEGGERA E SALUTARE, SENZA RINUNCIARE AL GUSTO. A GUIDARE OGGI L’AZIENDA SONO INSIEME LA TERZA E LA QUARTA GENERAZIONE DELLA FAMIGLIA, QUEST’ULTIMA RAPPRESENTATA DA FABRIZIA E DA SIMONA FIORENTINI, CHE CI HA PARLATO DELL’AZIENDA E DELLA SCELTA STRATEGICA DI INVESTIRE ANCHE NEL COMPARTO DEL VENDING.

LA PRIMA CARATTERISTICA DI UNO SNACK FIORENTINI DEVE ESSERE COMUNQUE IL GUSTO. FIORENTINI DA SEMPRE CERCA DI PRODURRE SNACK SALUTARI MA PER TUTTI

INTERVISTA CON

SIMONA FIORENTINI

Lei rappresenta la quarta generazione Fiorentini presente in azienda. Ci può dare qualche breve cenno sulla storia

ultracentenaria della vostra società? L’azienda è stata fondata nel 1918 dal mio bisnonno, che ha cominciato con un punto vendita di specialità alimentari a Torino ed è proseguita con mio nonno, appassionato di prodotti particolari, che ha iniziato ad importare dall’estero alcune specialità alimentari come il pane azzimo e il cous cous e a rivenderli nel suo negozio. Negli anni ’70 è subentrato mio padre, che ha trasformato l’attività da vendita al dettaglio a commercio all’ingrosso, per cui i prodotti non venivano più venduti unicamente dal negozio di Torino, ma anche presso punti vendita terzi. Insieme a mia madre, ha inoltre creato il marchio Fiorentini, per cui ha dato inizio alla distribuzione non solo dei prodotti conto terzi, ma anche a marchio proprio.

connotato da un accento salutistico, quindi tutti i prodotti hanno sempre seguito questo filone, che all’inizio coincideva con la cosiddetta macrobiotica. Negli anni ’90 i miei genitori hanno stretto un accordo con la Birko s.r.l., un’azienda che produceva biscotti integrali e gallette di riso. Mio padre conosceva il prodotto perché lo importava dall’estero e decise di investire in questo tipo di produzione. A quel punto l’azienda è partita con la produzione di gallette di riso a proprio marchio e, dopo alcuni anni, ha creato il prodotto originale gallette di mais: siamo stati i primi in Europa. Alcuni soci non erano interessati a quel tipo di produzione e Birko s.r.l. fu ceduta al 100% alla nostra famiglia. Dal 2000 siamo proprietari unici di questa azienda e da quel momento abbiamo implementato la nostra produzione introducendo prodotti sempre nuovi: snack, gallette ricoperte di cioccolato, ecc. fino ad arrivare alla gamma completa di oggi.

Quale percorso professionale l’ha portata ad entrare in azienda e quale posizione occupa attualmente in

Fiorentini Alimentari? Naturalmente ho vissuto questa realtà fin da piccola. A casa si “respirava” l’azienda, si parlava dei prodotti, giravamo il mondo e le fiere di settore in cerca di novità, quindi la Fiorentini Alimentari è sempre stata nel mio DNA e in quello della mia famiglia. Quando mi sono laureata in Economia aziendale ho sostenuto alcuni colloqui di lavoro e ho iniziato a lavorare per un istituto di credito, ma ho capito che non faceva per me e ho scelto di proseguire l’attività dei miei genitori. Oggi in azienda mi occupo di Marketing – lancio di nuovi prodotti e comunicazione- e, prevalentemente, di Export.

Quali considerazioni strategiche vi hanno portato ad entrare anche nel

vending? Il vending è un canale che ci ha sempre incuriositi moltissimo, perché permette un contatto diretto con il consumatore finale e ci interessava riuscire ad entrare nel comparto per proporre tanti prodotti salutistici che pensiamo siano adatti anche alla clientela dei distributori automatici. Non è sempre stato così: appena dieci anni fa sarebbe stato quasi impossibile inserire i nostri prodotti nelle macchine vending, ma i tempi e i consumatori sono cambiati e oggi questo canale è per noi un mercato importante.

Il vending è un canale di impulso: quali sforzi sono stati profusi nello studio del vostro packaging, per renderlo immediato? Innanzitutto, abbiamo dedicato pack appositi al vending, poiché abbiamo adattato tutti i formati alle spirali. Ci presentiamo con confezioni da 20 g, competitive a livello di prezzo e sicuramente in linea co n le raccomandazioni dei nutrizionisti, perché si tratta di snack con un apporto calorico molto basso, sotto le 100 kcal (120 per quelli “dolci”). Successivamente abbiamo

studiato tutti i design per renderli molto immediati, capaci di spiegare il prodotto. Il pack destinato al vending in ogni caso ricalca lo stile di tutte le confezioni del brand che, tra l’altro, hanno conosciuto un restyling completo nell’ultimo periodo, con il nome molto visibile e riconoscibile, in primo piano.

Con quali prodotti vi presentate al mercato della distribuzione auto-

matica? Nel vending abbiamo iniziato con tutti i prodotti alto-vendenti della nostra gamma, tutti i più amati e pubblicizzati. Poi, con il tempo, abbiamo allargato l’offerta ad altre referenze e gusti, visto il successo delle vendite. Nel dettaglio, la linea di snack salati, tra cui “Sì&No” e i prodotti a base di legumi. Inoltre abbiamo i prodotti come barrette o mini gallette ricoperte di cioccolato, che soddisfano la voglia di dolce con un apporto calorico minimo e sono adatte soprattutto al consumo durante la stagione fredda.

Il prodotto salutistico è stato per lungo tempo un prodotto di nicchia. Ora è considerato a pieno titolo una

referenza del mass market? Sì, come dicevo prima, nel vending questi prodotti appena dieci anni fa non erano capiti, mentre oggi sono conosciuti e richiesti dal consumatore, che è molto più informato. Il mercato sta andando in quella direzione, quindi prodotti come i nostri sono sempre più apprezzati.

L’associazione sano e gustoso è possibile? Io credo di sì. Da noi un prodotto non esce se non è anche buono. Facciamo consumer test, assaggiamo, perché la prima caratteristica di uno snack Fiorentini deve essere comunque il gusto. Fiorentini da sempre cerca di produrre snack salutari ma per tutti, quindi quei 20 g di prodotto devono gratificare chi li sceglie.

Quanto sono importanti i temi della sostenibilità per Fiorentini Ali-

mentari S.p.A.? Noi da sempre ci occupiamo di questo. Siamo stati precursori del biologico, del salutistico, quindi i nostri prodotti rispettano necessariamente alcune caratteristiche che sono poi quelle di un prodotto “sostenibile”. Non abbiamo dovuto adattare particolarmente le nostre ricette. Inoltre utilizziamo materie prime italiane, dove possibile anche locali (come il riso e il mais, ad esempio). La sostenibilità è un obiettivo che perseguiamo da sempre e che interessa l’intera filiera di produzione.

Fiorentini Alimentari è molto cresciuta a livello di fatturato sino al 2019. Quale stato l’impatto della pandemia Covid-19 sulla vostra azienda? La pandemia ha influito negativamente. Non è vero che tutte le industrie alimentari sono andate bene durante questo periodo, anzi. Sono crollati alcuni mercati, uno dei quali è proprio il vending, a seguito dell’introduzione massiva dello smart working e poi i nostri prodotti,

essendo alimenti salutari, durante la pandemia non sono stati in cima alla lista dei desideri del consumatore. Con l’emergenza sanitaria sono cambiati i consumi: le persone sono rimaste a casa, cercavano generi alimentari di conforto. A livello di vendite abbiamo sofferto molto il primo lockdown, subendo dei tagli importanti. Abbiamo iniziato a riprenderci e, per fortuna, il secondo lockdown non è stato per noi come il primo, considerando anche che le persone hanno iniziato ad uscire e si sono anche impegnate per rimettersi in forma! Ma, innegabilmente, la pandemia ha impattato e Fiorentini ha chiuso il 2020 in negativo (-6%) rispetto all’anno precedente.

Questo calo di fatturato ha avuto un impatto sull’occupazione o siete riusciti a mantenere lo stesso orga-

nico? Per fortuna abbiamo sempre lavorato, anche se riducendo alcuni turni di produzione. Non siamo ricorsi agi ammortizzatori sociali e non abbiamo dovuto rinunciare a nessuna risorsa.

Il vostro modello di business è esportabile anche in altri paesi eu-

ropei ed extraeuropei? Esportiamo in 52 paesi, ma l’estero è ancora per noi un mercato che incide poco sul fatturato, perché il nostro prodotto è voluminoso e ha valore basso, il trasporto risulta molto oneroso a livello di costi, quindi siamo molto forti e presenti sui mercati vicini. Oltre l’Italia, i nostri mercati principali sono Germania, Inghilterra, Spagna, Austria e Portogallo, ciascuno con la sua particolarità e le proprie preferenze rispetto alle tipologie di prodotto, preferenze alle quali noi ci adattiamo.

Parteciperete alla prossima edizio-

ne di Venditalia 2022? Stiamo definendo la nostra partecipazione a Venditalia, a causa del clima di incertezza generale legata alla copertura vaccinale, ma la volontà è quella di prendere parte alla prossima edizione. Per ripartire, credo che essere parte attiva nelle fiere di settore sia fondamentale.

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