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teatro|danza|moda il rever d’oro pino cordella
rever d’oro pino cordella la magia della moda
Francesca Pastore
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Ad un anno dalla dello stilista, “ scomparsa la sfilata degli allievi dell’International Fashion School di Lecce e Roma”
L’incanto della pietra leccese e le stelle. La luce che abbraccia una notte magica, la notte della moda, la notte dell’eleganza. Un dipinto firmato Cordella, un quadro che è cornice e futuro per designer dell’arte sartoriale per eccellenza. Tra quelle stelle nel cielo leccese di fine luglio, una speciale indicava la via. “A voi giovani dico, rinnovatevi continuamente, formatevi e studiate senza avere mai paura del futuro” . A un anno dalla scomparsa dall’amato e indimenticabile maestro Pino Cordella, le sue parole risuonano come un invito a continuare a sognare, a creare, a dipingere sogni su pezzi di stoffa, cucire magia e speranza nel proprio futuro. E proprio questo è lo spirito che ha accompagnato i giovani stilisti e designer dell’International Fashion School di Lecce e Roma in questo anno di studio e formazione, aggiornamento e creatività sartoria e alta
moda. Il traguardo finale il tradizionale appuntamento che si è svolto venerdì 22 luglio nella magica cornice dell’Ex Convento degli Agostiniani a Lecce alla prsenza delll'assessore del Comune di Lecce Paolo Foresio e dell'assessore regionale Alessandro Delli Noci. La XXV edizione dell’evento “Rever d’Oro Pino Cordella” , patrocinata dal Comune di Lecce e da Confindustria, ha ogni anno lo scopo di offrire spazio e voce ai futuri addetti del settore Moda. Due collezioni, due costellazioni di abiti meravigliosi, curati nei dettagli, che trasformano i tessuti e i colori in emozioni da vivere, da condividere insieme. “Shapes of
Music” è una dedica alla musica, compagna di viaggi, ricordi e desideri. E’l’amica che ogni ragazzo porta sempre con sè ovunque, un bagaglio di paure e conquiste che ogni donna, ogni uomo conserva nel cuore. In passerella un omaggio ai re del pop Elton John e Michael Jackson. Due icone di stile e musicali immortali, che sono la colonna sonora di tante generazioni. Gli abiti sono stati realizzati con il metodo di taglio e sartoriale creato da Pino e Manuel Cordella, che raccontano, tra sfumature e uniche creazioni personalizzate in bronzo dell’orafo Carlo Tricarico, il mondo del glam rock e pop. La collezione “Legends Never Die” , percorre l’evoluzione stilistica del re del pop Michael Jackson, attraverso un set fotografico a Parigi, realizzato dall’occhio puntuale di Mauro Lorenzo e coordinato da Carol Cordella. "Voglio fare il mio ringraziamento per questo XXV sogno realizzato - commenta Carol Cordella - un’ora e mezzo per raccontare un anno di intenso
lavoro, di percorsi iniziati e terminati, di collaborazioni solide e vere. Un’ora e mezza in cui tutti abbiamo dato il nostro meglio, nessuno si è risparmiato e tutti si sono emozionati!" . Nel corso della serata, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, insieme a rappresentanti del p a n o r a m a della moda e del mondo politico e sociale locale, è stato presentato il brand “JERICO” , nato tra i banchi della scuola di Moda Cordella. Il Premio Rever D’oro Pino Cordella 2022 è stato invece assegnato all’attore e conduttore RAI Lorenzo Branchetti, che racconta l’Italia e la sua arte attraverso il programma Camper in onda su Rai Uno. Branchetti ha
accompagnato l’infanzia dei Millenails con il Programma la Melevisione. "Sono stato premiato, come artista che dedica la sua arte alla formazione della nuova generazione di attori. Grazie, sono onorato di questo bel riconoscimento! Una serata bellissima, mi sono emozionato tanto. La famiglia Cordella e la scuola di moda sono eccellenze nel mondo. Maestri d'arte sartoriale per tanti giovani stilisti e designer che stanno costruendo con passione il loro futuro" .. Fashion partner anche per questa edizione il team The Best Club - Wella e Makeup art pro. Gli abiti sono stati indossati da 20 bellezze salentine, new faces del mondo della moda, coordinate da Visual Tag Fashion Agency. Hanno presentato l’evento Stefania della Tomasa e Pino Lagalle. L’Istituto di moda Cordella nasce da una lunga esperienza familiare di oltre 350 anni nel campo della sartoria e della confezione. Dal 1783, anno in cui è nata la sartoria Cordella, l’obiettivo primario è stato sempre quello di tramandare i propri metodi di taglio e confezione a chiunque volesse intraprendere la professione di sarto e stilista. I corsi attualmente presenti sono: Corso di Progettazione Moda, Corso Fotografia della Moda e Styling, Corso Stylist e Consulente Immagine. L’istituto è diretto da Carol e Manuel Cordella, con la partecipazione di Christian Cordella.
a capu de santu ronzu la chiesa Fuori le mura
Raffaele Polo
m i s t e r o d e l L u o g h i i
Sul nostro Santo protettore, Oronzo, le leggende e gli approfondimenti non mancano certo. E si aggiungono in un interessante evolversi di ricerche para- storiche che, sovente, sono più fantasiose che realistiche. Quello che, comunque, pare mettere d'accordo tutti, è la tradizione relativa al Martirio e al luogo dove Oronzo venne decapitato. A Lecce, in periferia procedendo verso il vicino mare, si nota la chiesa denominata 'Capu de santu Ronzu' e l'atmosfera, la dislocazione, lo stato di semiabbandono, fanno di questo luogo un vero e proprio 'mistero' soprattutto perché la sua storia viene tacitamente collegata a quella, ancor più fantasiosa, relativa al 'Tesoro di Sant'Oronzo' che non manca di affascinare e che trova ancor oggi novelli Indiana Jones pronti a calarsi negli sconfinati sottosuoli della città, alla ricerca dell'inestimabile tesoro che sarebbe stato nascosto durante le invasioni dei barbari e del quale non se n'è saputo più nulla... Ma tutto parte proprio dalla tradizione che ci narra come già in epoca molto antica in questo luogo sorgesse una piccola cappella in ricordo del martirio del santo. Nel 1655 fu edificato, probabilmente su una cappella preesistente, un più grande edificio poi caduto in rovina e sostituito nel 1912 dall'attuale chiesa, voluta dal vescovo Gennaro Trama e progettata dall'architetto Gaetano Capozza. La chiesa ha poi subito un notevole restauro nel 1968 su iniziativa del vescovo Francesco Minerva ma rimase comunque chiusa per molti anni e solo nel 2007 è stata riaperta al culto. In anni recenti è 44
stata sottoposta ad un secondo restauro soprattutto esterno ed oggi è visitabile in alcune occasioni speciali, come le festività in onore del santo. Nel recinto sacro del santuario, intitolato al patrono di Lecce, si crede sia avvenuto appunto il martirio di sant'Oronzo assieme a san Giusto, decapitati all'alba del 26 agosto del 68 d.C.. Tale luogo è oggi contrassegnato da una colonnina in pietra leccese che riporta un'iscrizione in ricordo dell'avvenimento all'origine della chiesa salentina. Pochi metri più distante si nota una cisterna dove tradizione narra che la testa del primo santo vescovo leccese rotolò una volta tagliata. Una particolarità riguarda la via che conduce al santuario (la stessa che conduce alla marina di Torre Chianca), caratterizzata dalla presenza ogni circa 500 metri di 9 piccole cappelle a ricordo del percorso che Sant'Oronzo fece, scortato dai soldati romani, fino al luogo dove avvenne la decapitazione. Ma quello che non viene riportato è che proprio nel pozzo sia stata costruita una stanza, a metà del tratto ascendente, dove si rifugiarono spesso i perseguitati, mettendo in salvo la vita e dove il Tesoro è stato celato, per poi essere nascosto in un luogo più sicuro. Addirittura c'è chi sostiene che il tesoro sia ancora lì e che un'accurata ricerca archeologica potrebbe rivelare molti segreti.... Nei numerosi lavori di restauro e rifacimento della Chiesa, però, pare che il pozzo non sia stato mai interessato da ispezioni o lavori: e la stessa colonna, con la iscrizione semi cancellata dal tdi cempo, starebbe ad indicare molto più che il semplice luogo del martirio... Ma, poi, leggende e confusioni si alternano sino a far apparire la testa del Santo in Dalmazia e a scoprirne varie sepolture in luoghi distanti e senza evidenti riferimenti di conferma. Niente di certo, insomma, nonostante gli sforzi di storici e studiosi che, peraltro, si
soffermano sulla figura del Santo, senza far alcun riferimento al tesoro. C'è una favola, che viene tramandata ai bambini: ebbene, anche in questa simpatica storia si accenna ad un tesoro. Ma, anche qui, non si sa che fine abbia fatto.... C'era una volta, tanto tempo fa, un bimbo di nome Oronzo. Viveva nella città di Lecce insieme ai suoi genitori. Il suo papà, un uomo saggio e simpatico, custodiva gelosamente e con cura il tesoro dell’Imperatore. “Un lavoro importante” pensava il piccolo Oronzo, così ricco di fascino da voler continuare lui stesso il lavoro del papà una volta divenuto grande. Quel bimbo crebbe tra giochi, saggezza, cari amici e cose belle. Ed era buono, così buono da aiutare chiunque si trovasse in difficoltà. “Come quella volta” , ricordava di tanto in tanto con il cuore ricolmo d’affetto, “quando aiutai un signore che stava per affondare insieme alla sua barca” . Accompagnato dal suo amato nipote Fortunato, lo raccolse tra le bianche onde del mare di maestrale, mettendolo in salvo sulla battigia umida e appiccicosa. Lo dissetò dandogli da bere, lo sfamò con un buon boccone da mangiare, e lo ascoltò. Tanto. Il ragazzo messo in salvo si chiamava Giusto. “Che nome buffo! Eppure era così gentile da volerlo seguire ovunque, anche in capo al mondo!” Oronzo e Giusto divennero grandi amici, e nonostante Giusto abitasse lontano, a Roma, l’amicizia era così forte che i tre si raggiungevano e viaggiavano insieme appena possibile. Trascorrevano le giornate passeggiando tra le viuzze dei paesi che visitavano, parlando con tante persone curiose appena incontrate, spiegando loro il potere dell’amore fraterno e della felicità. Purtroppo non tutti li apprezzavano, e alcuni non seguirono i loro insegnamenti. Uno fra tutti l’Imperatore Nerone, che si infuriò talmente tanto per le chiacchiere dei due da volerne il loro martirio. Questa è la storia di un bambino divenuto santo, un piccolo grande uomo che ha cambiato un pezzo di mondo, e del suo amico Giusto, rimastogli accanto fino alla fine. Durante il mese di agosto, da allora, il popolo leccese ricorda proprio lui, Sant’Oronzo, il bambino e l’uomo, la sua bontà, i suoi insegnamenti, il suo sacrificio. Giochi, fuochi d’artificio, musica, allegria, balli, celebrazioni. Un inestimabile tesoro che brilla scintillante durante una delle feste più belle del Salento.
sant’oronzo sulla colonna
Per chi oggi arriva a Lecce in piazza Sant’Oronzo vede solo la colonna (anch’essa oggetto di restauro) senza la statura del santo Patrono che invece è custodita all’interno di Palazzo Carafa. Come è noto, dopo analisi e pareri scientifici acquisiti durante gli ultimi lavori di restauro del simulacro del Santo Patrono, lo stato della struttura lignea interna e del rivestimento in rame esterno è risultato compromesso tanto da escludere il suo riposizionamento sulla colonna perché l'ulteriore prolungata esposizione agli agenti atmosferici avrebbe causato danni irreparabili all'opera d'arte. La Soprintendenza ha dato, quindi, parere positivo alla realizzazione di una copia e alla musealizzazione dell'originale, in un luogo che sarà individuato sulla base delle migliori condizioni di conservazione, di comune accordo fra tutti gli enti coinvolti (Comune, Curia e Soprintendenza). Copia che sarà effettuata grazie alla raccolta fondi attivata con lo strumento dell'Art Bonus. La copia sarà realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, sulla base della proposta progettuale presentata dalla Fonderia Nolana.