La voce di cianciana n2 aprile 2007

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Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 2 – aprile 2007

CI PERMETTIAMO RICORDARE DI RINNOVARE L’ABBONAMENTO AL GIORNALE PER IL 2007 LA MUSICA DI STEFANO PANEPINTO PREMIO LETTERARIO PER FRANCESCO CANNATELLA L’ASSOCIAZIONE MUSICALE CAFE’ DE LA PAIX PUBBLICATO IL LIBRO DI SALVATORE DI MARCO SOPRA FIORIVA LA GINESTRA

IN QUESTO NUMERO L’Angolo della Posta

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Case in festa

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La musica di Stefano Panepinto di Angelo Abella

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Campionato regionale di ciclismo

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La festa in onore di San Giuseppe

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Hello Cianciana

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I riti della Settimana Santa 2007

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Libro di Salvatore Di Marco

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Premio Pitrè-Salomone Marino per F. Cannatella

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Torneo di arti marziali in Francia - Saluti

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Sul monumento allo zolfataro di S. Comparetto

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Cianciana 2000 pag. 13 Il poeta dell‟OLTRE Pag.14

I giovani crescono, ... di Giovanna Montalbano

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Anagrafe pag. 15 Dolci vacanze a Cianciana

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E R A V A M O

C O M E

VENERDI‟ SANTO ANNI „60 - LARGO SAN GAETANO


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La Voce di Cianciana

La Voce di Cianciana Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana. Anno VII, numero 2 - Aprile 2007 Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico e fotografico Filippo Mattaliano, Stefano Panepinto Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Alfonso Salamone. Direzione e Redazione: via Cavour, 3 92012 Cianciana (AG) Italy. Cellulare : 331 - 26.444.78 E-mail Se volete inviarci un messaggio via e -mail, chiamate al numero di telefono in alto. Vi sarà comunicato l’indirizzo. Conto Corrente Postale n° 17905977 Conto Corrente Bancario: vedi pagina 16 ! Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001. Spedizione a regime libero. Autorizzazione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commerciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori, che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2007 - Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.

DA ADELAIDE-AUSTRALIA Carissimo Salvatore, grazie per il tuo biglietto che hai incluso con l' ultimo numero de "La Voce". Qui, in Australia, stiamo alquanto bene al presente e mia mamma, in particolare, gode di buona salute e di ottimi sensi coi suoi 96 anni. Ti ringrazio per aver pubblicato la sua foto nell'ultimo giornale. La foto è stata presa dal caro Alfonso Orlando durante la sua visita qui con le sue brave ed affabili figlie Natasha e Sarah. E' stata veramente una gioia per tutti noi paesani averli avuto tra noi dopo tanti anni. Alfonso ha portato tante fotografie di noi paesani di Adelaide che risalgono ai primi anni della nostra emigrazione. Una, in particolare, che ritengo preziosa, è quella del gruppo dei nostri pionieri in Adelaide (pubblicata anche nell'ultimo giornale). Ora che anche noi siamo più anziani possiamo ben capire i sacrifici che questi emigranti, oltre quarantenni, hanno fatto, lasciando famiglie intere in paese per affrontare un futuro incerto e sacrificato in una terra lontanissima come l'Australia, in cerca di un avvenire probabilmente più sicuro per i loro figli. Tanti cari saluti per tutti voi del giornale e per i miei parenti ed amici. Dottor Bernardo Barbera Da Civezza-Imperia (Liguria) Sono Giuseppe Gambino ed abito da molti anni a Civezza in provincia di Imperia (Liguria).Contentissimo quest‟anno ho soggiornato a Cianciana durante le feste di San Giuseppe e della Settimana Santa e ciò non mi capitava dal lontano 1967. Per prima cosa intendo ringraziare i comitati organizzativi di queste feste. La mia immaginazione non mi avrebbe permesso di arrivare a quello che i miei occhi hanno visto quest‟anno. San Giuseppe, il mio Santo, è diventata una festa così bella che 40 anni fa non avremmo potuto vedere neanche al cinema. E dopo San Giuseppe ancor di più la Settimana Santa. Il Giovedì ed il Venerdì Santo ho provato grande emozione assistendo all‟ultima cena e alla condanna di Gesù, guardando con gli occhi increduli dello spettatore. E che dire durante la flagellazione ? Mi sono talmente emozionato ed immedesimato assistendo a quella scena cruenta che c‟è stato l‟intervento di mio nipote che mi ha impedito di correre sul palco per fermare i flagellatori. Può sembrare incredibile ma è così. Grazie ancora agli organizzatori per la bella manifestazione al Calvario. La sera durante la processione ho avuto il piacere di salutare lo zio Gabriele Perconti che già quando io avevo 6 o 7 anni faceva parte del gruppo dei lamentatori e continua ancora a farlo. Ogni canto ascoltato mi trasmetteva sempre delle emozioni. Noi Ciancianesi abbiamo un patrimonio culturale veramente eccezionale e lo notiamo ancor di più noi di fuori che lo viviamo purtroppo solo a tratti. Grazie, grazie, grazie! Giuseppe Da Torino LETTERA APERTA IN RISPOSTA A QUANTO CHIESTOMI DAL DOTTOR ANGELO ABELLA NEL PRECEDENTE NUMERO DEL NOSTRO GIORNALE Caro dottor Angelo, mi pare giusto e doveroso rispondere al quesito postomi da lei che, né per suo merito né per mio demerito, non ha potuto godere della misera ma pur spensierata vita ante anni quaranta del secolo scorso. Allora io (ma era la preponderanza giovanile che lo imponeva) anche se denutrito e stanco, affaticato e squattrinato, riuscivo a cantare, ad essere giulivo. Allontanatomi dal paesello natìo mi è piombato addosso un fardello grosso grosso che mi ha inibito l‟arte del

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canto o il desiderio di esso. Non sono stato né musicante né musicologo, ma semplicemente amante del canto e della musica, sebbene anelassi allora di intraprendere gli studi della musica in generale. Le faccio presente che quanto può attendere i costumi di allora, soprattutto sulle serenate, ho scarabocchiato qualcosa che in un primo momento volevo intitolare “post mortem”, anche perché alcuni protagonisti sono ancora in vita e potrebbero avere da ridire, e, poi, per tema che io non avessi più la possibilità di portarlo a pubblicazione, nell’ottobre del 2005 ho depositato presso la Biblioteca di Cianciana due miei pseudo romanzi che ho titolato “Serenate al vento” e “ Disquisizioni ne “La città del dolore”. Ciò stante penso che Ella, carissimo dr.Angelo, dal quale attendo sia ricambiata vera e sincera amicizia, se lo vorrà potrà consultare il tutto in sito onde acquisire così le risposte che di me si attende. Nella certezza che saprà gradire un mio affettuoso abbraccio, invio cari saluti a tutta la cittadinanza. Gaetano Alessi

LA MUSICA DI STEFANO PANEPINTO L’ORGANISTA di Angelo Abella Stefano Panepinto è nato a Cianciana il 12/10/1908 ed ivi deceduto nell’aprile del 1978. La passione per l’organo lo ha accompagnato da sempre durante la sua vita e, a partire dall’infanzia, si era accostato a questo strumento. Fu aiutato nella sua formazione musicale dai sacerdoti che svolgevano la loro attività nella Chiesa Madre di Cianciana. La gente, proprio in virtù di questa passione per l’organo, comunemente lo chiamava Stefano l’organista. Oltre ad essere un abile virtuosista dell’organo, Stefano fu anche un sapiente compositore. Egli scrisse un gran numero di musiche, che possono essere suddivise in due gruppi: al primo appartengono le composizioni sacre, mentre al secondo le musiche strumentali. Al gruppo delle musiche sacre appartengono le seguenti composizioni: Messa Pastorale, per coro, clarinetto, sax contralto, sax tenore, tromba, violino e organo. Inno Popolare ( Congresso Eucaristico di S. Stefano Q. anno 1938), per coro e organo. Ave Maria, per voce con accompagnamento dell’organo. Padre Nostro, per voce con accompagnamento dell’organo. Le composizioni che appartengono al gruppo delle musiche strumentali: Santa Lucia, valzer lento in la minore. Un sogno, valzer lento in re minore La croce, mazurca in la minore. Mazurca ( dedicata all’amico F. Messina), in sol maggiore. Mazurca, in la minore. Quando penso alla mia sorte, voce e organo Per quanto riguarda la “Messa Pastorale”, la partitura è andata perduta ci resta soltanto la parte del sax contralto. Tuttavia nel nostro paese ci sono persone che ricordano la linea melodica. Il motivo per il quale queste persone ricordano la linea melodica è che durante le novene natalizie cantavano questa composizione di Stefano l’organista. “L’Ave Maria” per voce e organo è stata trascritta da una registrazione audio ,

dal nipote di Stefano il pianista Fausto Caltagirone. Lo stile di questa aria dedicata alla Madonna è tipicamente romantico, molto probabilmente il compositore ciancianese prende spunto dalla celebre Ave Maria di Schubert. La tonalità di inizio è FA maggiore, il tempo è di 6/8. La struttura formale è la seguente: A B B C D B B E. Dopo una breve introduzione dell’organo, con degli arpeggi che caratterizzeranno il sostegno armonico del brano, viene esposto il primo tema . Le linee melodiche di tutto il brano vengono esposte anche dall’organo, ma a bicordo come se ci fosse una seconda voce. Durante il periodo di quaresima Stefano era impegnato a sostenere con il suono dell’organo delle Chiesa Madre il lamento ( canto polivocale). Stefano l’organista era presente anche quando venivano portate le atturne (serenate). Egli partecipava alle serenate con la fisarmonica, arricchiva di suoni il repertorio “amoroso“ delle musiche delle serenate. Ma Stefano Panepinto non si accontenta di partecipare come esecutore: la passione per la musica gli dà l’ispirazione giusta per creare degli splendidi valzer e mazurche. Stefano l’organista non era conosciuto solo a Cianciana, egli insieme al violinista Giuseppe Croce si esibiva in concerti pubblici, in diversi paesi della provincia di Agrigento. Di questa attività artistica, ci resta soltanto un documento audio, la registrazione di un concerto per organo e violino eseguito nella Chiesa Madre di Santo Stefano Quisquina. Dopo quasi trent’anni dalla morte di Stefano Panepinto, ancora oggi non è stata pubblicata una biografia di questo brillante compositore ciancianese. Le melodie composte da lui ci portano indietro nel tempo e ci evocano alcuni frammenti della vita quotidiana ciancianese. dott. Angelo Abella (nella foto il maestro Stefano Panepinto accompagna all’armonium alcuni giovani dell’Azione Cattolica)

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I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SAN GIUSEPPE In via del tutto eccezionale qust’anno i festeggiamenti in onore del Patrono della Chiesa Universale, il Patriarca San Giuseppe, sono cominciati il 10 marzo e si sono protratti fino alla notte del 19. Ma già l’anno scorso il comitato aveva allestito una Tavola estiva per farla ammirare dai numerosi emigrati che come è noto assiepano il paese, durante il periodo delle ferie. Il comitato dei festeggiamenti di quest’anno era costituito dal presidente don Mario Giuseppe Carbone che si è avvalso della collaborazione degli assistenti Caterina D’Angelo e di Roberto Di Miceli e di tantissimi altri devoti, ognuno dei quali ha dato il meglio per la buona riuscita della festa, che ha richiamato nella nostra cittadina la presenza di tanti turisti provenienti da tutta la Sicilia e non solo. Il comitato ha ospitato altresì una scolaresca proveniente da Agrigento. La tavola interna è stata allestita nella centralissima Via Cuffaro. Per dare inizio ai solenni festeggiamenti è stata celebrata la Divina Liturgia in rito greco-bizantino presieduta dalla comunità di Palazzo Adriano ( Palermo). Tra le varie iniziative della festa ricordiamo: l’accensione pubblica della straordinaria illuminazione a cura della ditta Riolo di Palermo; la processione del SS. Sacramento; il convegno sulla famiglia; l’inaugurazione della collettiva di pittura, allestita in via

Ariosto con la partecipazione degli artisti Claudio Guadagna, Luisa Lo Verme, Mario Passatello, Rino Pony e del nostro Andrea Arcuri ; l’esibizione del gruppo folk di Sant’Angelo Muxaro; la mostra fotografica e documentaria a cura del circolo cacciatori “Pino Mendola” di Cianciana; il corteo storico con gli sbandieratori di Motta Santa Anastasia ( Catania) che accompagnavano il carro con l’effige di San Giuseppe;il primo raduno ciclistico San Giuseppe; la sfilata dei cavalli a cura dell’Associazione Amici del cavallo; i giochi piro-musicali della vigilia e durante la processione del 19; la processione del simulacro del Santo dalla Chiesa del Convento alla Chiesa Madre il giorno della vigilia,i tamburinari di Aspra ( Palermo);la prima mostra del pane, allestita nei locali dell’ex cinema Arena, con la partecipazione di 51 tra parrocchie, pro-loco e panificatori di tutta la Sicilia. S.P.

IL PANE DI Eugenio Giannone Inventato in senso moderno dagli antichi Egizi, ma già gustato nell’età della pietra e con la produzione regolamentata in età imperiale romana, il PANE, elemento basilare dell’alimentazione occidentale (“Civiltà del pane”), rappresenta il ciclo della vita che costantemente si rigenera, assume un alto valore simbolico ed è il “dono su cui si fonda ogni pasto”. Figlio del grano, il pane ha ispirato il più bel mito agrario della classicità (la vicenda sicana di Cerere e Chore) ed è simbolo della luce solare, della simbiosi perfetta tra l’uomo e la natura che comincia a risvegliarsi a primavera e la festa di San Giuseppe segna proprio l’inizio della bella stagione. Oggetto rituale in alcune religioni, nella Cristiana rappresenta il Corpo di Cristo; sulla Tavola di San Giuseppe, lavorato in mille fogge, è l’elemento più importante e, benedetto, diventa sacro, acquista un valore apotropaico e taumaturgico e mette l’uomo in contatto con la divinità, con Dio che, tramite il Santo Patriarca, padre della Provvidenza, elargirà grazie e miracoli. San Giuseppe è il santo protettore dei poveri, cui non deve

assolutamente mancare l’elemento nutrizionale vitale. Consumare pane assieme acquista ampia dimensione sociale, rafforza l’identità collettiva, rinsalda i vincoli parentali, l’orgoglio dell’appartenenza e apre la comunità a nuovi ospiti. Sono varie e di simbologia diversa le forme che il pane assume sulla Tavola del Santo: il Bastone, simbolo del comando e dello Sponsalizio; la Barba, della saggezza;la Palma, della vittoria, della gloria di Maria SS.; il Buccellato,dell’abbondanza da condividere; l’Aquila bicipite, oggi esclusivamente in marzapane, rappresenta l’onnipotenza divina. La Mostra del pane artistico, realizzata con la partecipazione disinteressata di una quarantina di panificatori e associazioni delle diverse province siciliane, offre una riprova della vena artistico-creativa della Gente di Sicilia che, proprio in occasione di questa splendida Festa, dimostra come il Pane sia Lode a Dio e al Santo, / “Cuore della casa / Gioia del focolare / Fragranza della terra / Poema di sacrificio / Santo premio alla fatica umana”. (eg)

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I RITI DELLA SETTIMANA SANTA EDIZIONE 2007 Come ormai è tradizione consolidata, anche quest‟anno Cianciana ha prestato le sue più belle piazze, la sera illuminate da sole torce che conferivano un‟atmosfera particolare, che sono diventate lo scenario per rappresentare le ultime ore della vicenda umana del Cristo che, entrato trionfalmente a Gerusalemme, nel giro di pochi giorni è stato tradito, catturato, processato più volte, fustigato, deriso, crocifisso ed infine risorto. costume origianario egiziano. Molto commossi e soddiAd organizzare la Sacra Rappresentazione ancora una sfatti sono stati i fedeli ciancianesi che hanno assistito volta è stata l‟Associazione Settimana Santa di Cianciana alla sacra rappresentazione ed ancor di più il presidente che, come sappiamo, è l‟unica rappresen-

tante siciliana in seno all‟Associazione europea Euro Passion, della quale fanno parte circa 80 associazioni di ben quindici nazioni continentali che si dedicano tutte a rappresentare, nelle varie latitudini, la vicenda del Cristo Salvator Mundi. Corale è stata la partecipazione dei ciancianesi, residenti in paese o provenienti dalle diverse regioni italiane come pure dall‟estero ai quali si sono aggiunti numerosi turisti. Superano il numero di 200 le persone che, dopo un lungo lavoro preparatorio durato dei mesi, hanno recitato “ Gesù le ultime ore” testo scritto dall‟affermato regista professor Mario Cammarata che ha curato anche la regia, apportando alcune significative novità come ad esempio la scena in cui Gesù Cristo, prima dell‟arresto, dialoga con un giovane di oggi al quale ricorda di non essere mai andato via dal mondo e che l‟umanità, se lo vuole veramente, può migliorare e vivere in pace. Nell‟edizione del 2007 ha recitato ancora una volta la nota attrice Consuelo Lupo come voce recitante fuori campo anche durante la Via Crucis. Prima performance ciancianese, invece, per la ballerina e coreografa Serena Vizzini che ha curato le danze delle ballerine alla corte del re Erode, impersonato quest‟anno da Giovanni Lo Bue, ed esibendosi nella danza del ventre, indossando un

dell‟Associazione Settimana Santa, il dottor Gerlando D‟Angelo che la sera del Giovedì Santo, dopo aver ringraziato tutti coloro i quali hanno prestato la loro collaborazione, ha dato lettura di un telegramma di congratulazioni pervenutogli dal Presidente della Repubblica Italiana. S.P.

Nella foto in alto la signora Tata D‟angelo, vedova Caltagirone, con la figlia Giuseppina ed il genero Andrea, abitanti a Lansarques (Francia).

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PREMIO INTERNAZIONALE PITRE’-SALOMONE MARINO

l giorno 11 febbraio 2007, presso il teatro Sibarys del Protoconvento francescano di Castrovillari (Cosenza), sono stati consegnati i riconoscimenti del prestigioso Premio internazionale di demoetnoantropologia „Pitrè-Salomone Marino‟, edizione 2006. Alla serata della cerimonia ufficiale, presieduta dal Prof. Francesco Sicilia, erano presenti il sindaco Franco Blaiotta, il prefetto di Cosenza, Francesco Antonio Musolino, la Prof.ssa Anna Maria Amitrano ed il professor Aurelio Rigoli. Il Premio, definito il “Nobel dell‟Antropologia”, è stato ideato nel 1958 da Giuseppe Cocchiara e Gaetano Falzone con l‟obiettivo di incentivare gli studi sul folklore. Un riconoscimento, oltre che ad altri emeriti studiosi, è andato a Francesco Cannatella, studioso attento del territorio ed esperto del Centro Internazionale di Etnostoria, con la seguente motivazione della Giuria: “Francesco Cannatella, noto dirigente scolastico ma ancor più intelligente interprete della cultura tradizionale siciliana, ha registrato tra i suoi meriti scientifici la pregevole cura dell‟opera pitreiana Canti popolari siciliani, in tre tomi, nell‟ambito dell‟Edizione Nazionale, promossa dal Ministero per i beni e le Attività Culturali, esito di certosina analisi nella materia folklorica così, come oggi,

registra l‟accurata edizione dei Canti popolari siciliani in aggiunta a quelli del Vigo di Salvatore Salomone Marino. Per la sapiente utilizzazione nelle categorie logiche, nella filologia folklorica e per la compiutezza dei risultati, la Giuria unanime, è lieta di attribuire al predetto volume, nell‟ambito del Premio Internazionale di Studi Demoet-

noantropologici „Giuseppe Pitrè – Salvatore Salomone Marino‟, una Segnalazione Speciale.” Al concorso, promosso dal Centro Internazionale di Etnostoria e presieduto da Aurelio Rigoli, hanno partecipato studiosi italiani, francesi, rumeni, bulgari e cinesi. La Giuria era composta da Anna Maria Amitrano, Francesco Blaiotta, Gerardo Bonifati, Elio Cardinale, Mario Grispo, Umberto Rinaldi, Francesco Salvatori e Roberto Sani. Salvatore Panepinto Nella foto a sinistra la copertina del volume, nelle foto a destra il dirigente scolastico Francesco Cannatella ritira il prestigioso premio dalle mani del dottor Umberto Rinaldi, direttore dell‟Istituto Italiano di Cultura.

A proposito del monumento allo zolfataro e le donne di Serafina Comparetto “… ma dunque, com‟è complessa e vincolata la sorte delle donne, anche nella nostra epoca, in cui credono d‟essere libere! La maggior parte degli scrittori uomini che conosco passano il loro tempo al ristorante o nei salotti intellettuali di Parigi e, se hanno una casa e una famiglia, fanno assegnamento su una donna che se ne occupa… Se un uomo lavora in ufficio, può sempre, se vuole, chiudersi in un mondo di cifre, di rapporti, di statistiche,ma la donna resta sempre vicina agli esseri, alle cose…” Così scriveva Margherite Yourcenar in “Memorie di Adriano”- Eiunadi pag 329, alla traduttrice Lidia Storoni Mazzolani e di concerto a me viene de pensare ad una frase che mia mamma soleva ripetere sempre”la fimmina ti tingi e la fimmina ti dipingi”, il che equivale a dire che, quando una donna “sa fare”, riesce a portare avanti bene la sua famiglia, non solo dal punto di vista economico, ma anche morale, educativo e perché no, an-

che culturale. E quante donne nel nostro paese sono riuscite in questo? Dietro a un grande uomo, come si suol dire, c‟è sempre una grande donna e qui si potrebbe continuare all‟infinito… ma non voglio parlare della vasta letteratura che esiste a tale proposito, né delle donne celebrate dai nostri poeti e scrittori, bensì delle donne semplici che, con i loro sacrifici e senso di abnegazione, si sono prodigate per assicurare un avvenire migliore ai loro familiari. La lettera aperta scritta dal dott. Fausto De Michele sul numero 6/2006 de “ La Voce di Cianciana” mi trova concorde nel riconoscere l‟importanza che la donna ha avuto nella nostra economia mineraria e nel sostenere che l‟opera scultorea dovrebbe essere arricchita, c‟è sempre tempo per rimediare, no?, dalla presenza di una “carusa” o quanto meno di una figura femminile che potrebbe essere identificata nella moglie, nella mamma o nella figlia del minatore stesso. Del resto, quando

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Numero 2 - Aprile 2007 una disgrazia nel ventre della terra chi ne piangeva le conseguenze? Inoltre, la suddetta lettera mi offre l‟opportunità di parlare, anche se non era una carusa, ma è stata ugualmente grande, di una donna, la mia carissima zia Alfonsina Caruana, alla quale devo tutto, soprattutto la mia laurea. E‟ grazie a lei, infatti, che ho potuto realizzare di raggiungere il sogno che accarezzavo fin da quando ero bambina. Non era facile allora per una ragazza e per di più orfana di padre quale ero io, poter proseguire gli studi…Bisognava andare fuori paese anche per frequentare la scuola media e poi le scuole superiori e infine l‟Università. Per fortuna la zia Alfonsina, dopo la morte di mio papà, ci aveva accolte a casa sua! Faceva la sarta: confezionava pantaloni, camicie e indumenti maschili. Non sapeva né leggere né scrivere ma aveva un‟intelligenza viva e pratica, accompagnata da capacità organizzative e spirito di iniziativa e di intraprendenza. Era molto materna. Non si era sposata, ma aveva fatto da mamma, oltre che a me e a mia sorella, ad altri nipoti il cui padre era morto in guerra, per cui la madre per necessità doveva andare a lavorare. Lei, la zia Alfonsina, cuciva con la sua vecchia Singer ed intanto accudiva i bambini della sorella. Determinata e orgogliosa, aveva rinunciato a sposarsi, perché non voleva che un potenziale marito le facesse “disprezzi” , come diceva lei, per un suo difetto fisico. La sua generosità era senza limiti, come pure il senso di altruismo. Dimenticava se stessa per dedicarsi agli altri! Quando è andata a vivere a Palermo con mia

La Voce di Cianciana sorella che si era sposata, io in quel periodo insegnavo in Sardegna, inizialmente si sentiva “carzarata”, come diceva lei, ma alla nascita di Carmelo, mio nipote, è stata felicissima perché poteva accudire il bambino che amava teneramente e rendersi ancora una volta utile, dato che mia sorella insegnava. Quando penso a lei, provo una grande tristezza, perché non c‟è più, ma nel contempo un grande affetto nel ricordare le sue parole, la sua semplicità, i suoi modi di dire, veramente grandi di saggezza. A lei non è stato innalzato nessun monumento, ma che importa? Il suo ricordo è rimasto vivo e indelebile in me e in quanti l‟hanno conosciuta e voluta bene, e ancora oggi le sono riconoscente e grata per l‟affetto che mi ha dato e per quanto ha fatto per me, mia mamma, mia sorella. Passano gli anni, passano gli uomini e le donne, ma il tempo non cancella il ricordo di chi fa del bene. Perciò, grazie zia Alfonsina e grazie a La Voce di Cianciana che mi dà l‟opportunità di parlare di te e dei tuoi grandi meriti. Serafina Comparetto (nella foto Alfonsina

I giovani crescono, Cianciana impara di Giovanna Montalbano

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‟ una fresca sera d‟aprile quando incuriosita dai discorsi di Giuseppe Marino, decido di far visita ai soci del “Cafè de la paix”. Lì, fortuna per le mie orecchie, incontro i Velaut (cover band ciancianese) e Valeria Perzia che disponibile, inizia a raccontarmi della nascita del progetto. L‟ascolto con stupore, impressionata dalla sua passione e dalla sua voglia di fare, voglia comune a tutti i componenti dell‟associazione. Già, perché il CAFE‟ DE LA PAIX l‟hanno “messo su” loro in tutti i sensi. Dai vinili alle

pareti alla sala di registrazione, dalla musica che ascoltano a quella che vorrebbero suonare, dai film che hanno visto a quelli che vedranno. Impegnati, curiosi, tenaci e stimolanti, si scontrano, si confrontano, crescono. Sin dall‟inizio, quando l‟associazione l‟avevano solo “pensata” i componenti dei VVV, dei Delenda Carthago,dei Velaut e tutti gli altri, si sono posti come obiettivo primo, quello di promuovere l‟arte e la cultura a Cianciana e nei paesi limitrofi, non a caso la scelta del nome che ricorda un famoso salotto parigino frequentato da intellettuali e da grandi artisti. Dall‟apertura dei battenti, nel settembre 2006, numerose sono state le iniziative realizzate dai ragazzi, come i concerti e il cineforum al centro sociale che, a marzo ha visto come protagonista assoluto Charlie Chaplin. Interessanti inoltre le idee ancora in cantiere, che spero riescano presto a sviluppare. Inutile anticiparle, è molto meglio che siano loro a presentarle. Perciò, non mi resta che augurare al Presidente Luca Montalbano e a tutta la SQUADRA:

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N A S C I T E

Chiara Savarese di Franck e di Katia Mazzara, nata a Bruxelles (Belgio) il 16 gennaio 2007

Francesca Carubia di Mario e di Rosanna Acquisto, nata a Sciacca il 25 febbraio 2007

A destra i gemelli Giuseppe e Manuel Grassadonia di Salvatore e di Marianna Tamburello, nati ad Agrigento il 20 marzo 2007 Marta Panepinto di Carmelo e di Giuseppina Montalbano, nata a Santo Stefano Q. il 29/03/‟07

Nozze D’Oro per SAVERIO D’ANGELO E ROSALIA CHIAZZA CIANCIANA, CHIESA MADRE 9 MARZO 1957 SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA 9 MARZO 2007 Pagina 8


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La Voce di Cianciana

Nella foto in alto, trent‟anni di matrimonio per i coniugi Giuseppe Abella e Antonina La Corte, festeggiati a Cianciana il 5 marzo 2007. A sinistra sposi Andrea Pulizzi e Alfonsa Campisi, Cianciana Chiesa Madre, 24 febbraio 2007.

ASD Ruota Libera Olympia 1 prova del campionato regionale Gran Fondo di ciclismo a

Laurea in ingegneria civile per Nicolò Termini conseguita, presso l‟Università di Parma il 15 marzo 2007, con il massimo dei voti : 110 e lode, come testimonia nella foto la proclamazione del neo dottore da parte dei docenti che indossano il berretto accademico solo quando assegnano il massimo dei voti. Nella foto in basso Nicolò, che ha discusso una tesi dal titolo Costruzione ponti in acciaio e calcestruzzo, viene festeggiato dai genitori Madddalena Provenzano, dal papà Filippo e dalla sorella Francesca. La Voce si è già occupata di lui nel numero sei del 2003, dando la notizia della sua premiazione alle olimpiadi nazionali di matematica, svoltesi il 9 maggio 2003 nella città di Cesenatico.

Domenica 22 Aprile si è aperto il campionato Siciliano delle Gran Fondo, con la classica “GF Libero Grassi” giunta alla sua 17° edizione. Record di partecipanti, 650 al nastro di partenza, e noi dell‟A.S.D. Ruota Libera Olympia c‟eravamo per promuovere la nostra prossima “Gran fondo dei Monti Sicani” che avrà luogo il 24 giugno. Ecco l'ordine d'arrivo dei nostri: Filippo Giannone 356esimo; Saverio Ragona 379esimo; Piero Di Miceli 399 esimo ; Alfonso Montalbano 423 esimo; Giovanni Liguori 455 esimo; Giuseppe Rumore 482esimo. A tutti un 10 e Lode per aver portato punti alla squadra! Per la cronaca, dopo circa 20 km il gruppo si è scisso in due che compatti sono giunti sino a Tortorici, ma solo la salita di Castell'Umberto-Ucria ha visto i primi mettersi in fuga per affrontare la temibilissima discesa sino a Singara, ed è stato proprio il gruppetto di testa che dopo un inseguimento alla ruota da Sinagra a Gioiosa ha visto primeggiare il giovane Ferlito Rosario davanti a un agguerrito Condipodaro. Intanto fervono i preparativi per la nostra Gran Fondo, tutto è pronto o quasi, la macchina pubblicitaria è già partita e molti sembrano essere gli interessati a venire, certo non sogniamo i numeri della Libero Grassi, ma . . . . chissà! Qualche modifica al percorso per migliorare la sicurezza, eccolo: Cianciana → Alessandria della Rocca → Bivona → Santo Stefano Quisquina → Bivio Filaga → Bivio Castronuovo → Castronuovo di Sicilia → S.V. PA-AG → Bivio St.FS Acquaviva Platani → Casteltermini → S. Biagio Platani → Bivio Alessandria d. R.→ Bivio SP32 → Cianciana. Totale 125 km e 2100 metri di dislivello. Tre le Salite significative: 1Ponte Magazzolo→Passo Contuberna di 14 km; 2Stazione Acquaviva → Casteltermini: 12 Km; 3-C/da Pietranera→1° Bivio Alessandria di 7 km. Alfonso Montalbano

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Numero 2 - Aprile 2007

La Voce di Cianciana

HELLO CIANCIANA - CIAO CIANCIANA di Diane Lainson We would just like to say how much we enjoyed the San Guiseppe festival and all that it signified. The food that was prepared by several households with their wonderful settings was delicious and the lights this year were excellent, also the firework display. What a wonderful turn out there was in town for the Easter festivities and as always the Last Supper re-inaction was excellent. Staging it on the steps beneath the town clock this year was a perfect venue. It had a lovely theme also with the young people coming down and sitting and speaking to Jesus. Also the Condemnation of Christ before he was crucified on the Friday was most emotional. The whole setting was also brilliantly staged. A big bravo to the producers and the players who worked so hard to make such an excellent production. Again it was so nice to see all the visitors in town from various places. At last the summer seems to have started, or at least we thought so until a few days ago when the weather did one of its fickle „turnarounds‟ and started to cloud over and the wind got up and… some rain. Mind you we need the rain for the summer months for the crops when it will be very dry again. Now ladies don‟t forget to start reviewing your wardrobe ready for the summer and start a beauty programme to prepare your skin for the long hot summer months. There are some good moisturisers around and sun preparations in the shops. TIPS:- Here is an interesting tip that I picked up a little while ago from a magazine, about killing germs in the micro-wave! There is something that lives in every kitchen and contains approx. 200 times more germs than the average toilet seat, so it is claimed. We are talking about washing-up sponges. Quite often they just sit by the side of the sink breeding germs that could be capable of causing a nasty tummy upset. But you don‟t have to keep buying new ones every few days, because you simply put it in your micro-wave oven, when damp, every two days. Here‟s how. Apparently two minutes on full power can sterilise most household sponges, killing more than 95% of harmful bacteria. To make them really clean, provided that they have no metal in them and to minimise the risk of them catching fire, moisten them throughout, not dripping wet, squeeze gently and then put them in the microwave. Be careful when removing as they will be very hot. I have noticed the glut of peas and beans in the greengrocers recently. Here is a delicious way to cook the broad beans. Broad Beans (fave) with Garlic and fresh Coriander. 1 kilo fresh young broad beans, 3-4 garlic cloves, a good handful of fresh coriander, 2 tablespoons of olive oil and a little water. Make sure the broad beans are not too big and tough. Chop up 3-4 cloves of garlic, cut up the beans in their pods in diagonal bite size pieces, approx. 2cm. and chop coarsely a good handful of fresh coriander. (Dried will do, but the taste is not the same.) Fry the garlic in the oil and then toss in the broad beans and stir, add a little salt and pepper to taste. Throw in a coffee cup of water and cook for a few minutes until tender; you may need to add a little more water. Then throw in the coriander and mix it in well and cook for approx 2 mins, cool slightly and serve with good thick plain yoghurt. I came across an article in a book recently relating to fava beans. In the 4th century B.C, one of the main vegetables in the diet of the poor people in Athens was fava beans. Also did you know that broad beans have grown in Italy since the 6 th century B.C, and were the only beans available in Europe until the 16 th century A.D! Some sensitive individuals can be allergic to the pollen of the fava plant or a few hours after eating them. Though this is quite rare. Diane Lainson.

Vorremmo parlare di quanto ci è piaciuta la festa di San Giuseppe e del suo significato. Il cibo preparato da parecchie famiglie, esposto sulle loro tavole bellissime era squisito; quest‟anno l‟illuminazione era meravigliosa, anche lo spettacolo pirotecnico. In città c‟era un gran numero di persone per la celebrazione della Pasqua e come al solito, la celebrazione dell‟Ultima Cena era eccellente. La messa in scena sotto la torre dell‟Orologio era perfetta; è stata una buona idea avere i giovani che scendevano e si sedevano per parlare con Gesù. La Condanna del Cristo prima della Crocifissione il Venerdì Santo era commovente. L‟intera scena era rappresentata brillantemente. Molte congratulazioni ai produttori e agli attori che hanno lavorato così tanto per ottenere risultati così eccellenti. E‟ stato così bello vedere tanti visitatori venuti da fuori città e anche dall‟estero. Finalmente sembrava che l‟estate fosse incominciata, o perlomeno lo abbiamo pensato fino ad alcuni giorni fa, quando il tempo ha fatto uno dei suoi dietrofront, e sono ritornate le nuvole, si è alzato il vento e…un po‟ di pioggia. Non scordiamoci, però, che abbiamo bisogno della pioggia per i mesi estivi e per i raccolti quando ritornerà il tempo secco. Adesso, signore, non dimenticate di cominciare a rivedere il vostro guardaroba pronto per l‟estate e preparare il programma per la bellezza della pelle per i lunghi caldi mesi estivi; ci sono delle buone creme idratanti e preparatorie per il sole nei negozi. Suggerimenti: ecco un consiglio interessante che ho trovato in una rivista un po‟ di tempo fa, come uccidere i germi nel micro-onde. C‟è qualcosa che vive in ogni cucina e contiene circa 200 volte più germi che un coperchio del gabinetto, o così si dice. Stiamo parlando della spugna per i piatti; molto spesso stanno sul lavandino e moltiplicano i germi che potrebbero procurare un penoso mal di pancia. Ma non è necessario continuare a comprare spugne nuove ogni due o tre giorni, perché si possono mettere nel micro-onde a giorni alterni. Ecco come: si mettono le spugne ancora bagnate ma non gocciolanti nel micro-onde al massimo, uccidendo così il 95% dei batteri nocivi. Fate attenzione quando si tolgono, perché saranno bollenti. Ho notato di recente la sovrabbondanza di piselli e fagioli nei negozi di verdura. Ecco un modo eccellente per cucinare le fave. Fave con aglio e coriandolo fresco. ! kg. Di fave fresche e tenere, 3-4 spicchi d‟aglio, una buona manciata di coriandolo fresco, due cucchiai di olio d‟oliva e un po‟ d‟acqua. Fate attenzione che le fave non siano molto grosse e dure. Si tagli 3-4 spicchi d’aglio, si taglino le fave in diagonale a bocconi, circa 2 cm, e si tagli una manciata di coriandolo fresco a pezzi (va bene anche secco, ma non ha lo stesso gusto). Friggere l‟aglio nell‟olio e poi aggiungere le fave e mescolare, aggiungere sale e pepe secondo il gusto. Si metta una tazzina d‟acqua e si cuocia per alcuni minuti finché diventa tenera; ci può essere bisogno di un po‟ d‟acqua in più. Poi si metta il coriandolo e si mescoli bene e si cuocia ancora per due minuti, si raffreddi un po‟ e si serva con uno yogurt bianco. Di recente ho letto un articolo sulle fave. Nel IV secolo A.C. in Atene uno dei principali legumi dei poveri era la fava. Sapevate che le fave vengono coltivate in Italia dal VI secolo A.C. ed erano i soli legumi fino al XVI secolo in Europa? Certe persone sensibili possono essere allergiche al polline delle piante di fave o dopo alcune ore dall‟averle mangiate: Però è molto raro. Diane Lainson (Traduzione dottoressa Maria Denton)

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La Voce di Cianciana

“Sopra fioriva la ginestra”: l’ultima fatica di Salvatore Di Marco

U

n libro singolare del quale si avvertiva la mancanza e che getta una fervida luce sulla figura e l‟opera di Alessio Di Giovanni, poeta e scrittore anche della zolfara, sgombrando il campo da equivoci e da giudizi spesso azzardati e frettolosi, non motivati da una profonda conoscenza della produzione del poeta ma dettati da pregiudizi ideologici. Si tratta di “Sopra fioriva la ginestra – Alessio Di Giovanni e la Sicilia delle zolfare”, che Salvatore Di Marco, critico e letterato palermitano e cittadino onorario ciancianese, ha dato recentemente alle stampe per i tipi della Nuova IPSA Editore di Palermo. Il poderoso saggio (230 pagine) ripercorre la storia economica della Sicilia zolfatara e contadina del XIX secolo, soprattutto degli ultimi suoi decenni, attraverso l‟analisi tracciata da storici ed economisti e vi inquadra ermeneuticamente l‟opera del Di Giovanni, che gli appare la voce più alta e sofferente del latifondo e della zolfara, fonti di patimento e sfruttamento da parte di pochi a danno dei lavoratori, saputi tradurre in “un autentico e fedele segno letterario”. Quella del Di Giovanni, che alle voci della zolfara dedicò parecchie composizioni (a cominciare dai sei famosi sonetti inseriti in Voci del feudo a Gabrieli, lu carusu, a componimenti o accenni sparsi qua e là) è “un documento di alta umanità”, un‟opera di denuncia, anche nei confronti del suo stesso ceto d‟appartenenza, al di là di talune prese di posizione ideologiche che qualcuno, a posteriori, avrebbe voluto imporgli. Per questi “qualcuno” A. Di Giovanni non seppe cogliere appieno la portata rivoluzionaria dei Fasci siciliani e non riuscì a far suo il dramma collettivo della sconfitta di quel movimento. Questi critici dell‟una tantum letterario dimenticano alcune cose fondamentali e cioè che lo scrittore obbedisce soltanto al suo credo poetico, che la letteratura dello zolfo è semplicemente letteratura e che per studi di angolazione diversa esistono opere settoriali. “Non è compito del poeta assog-

gettare la sua vena creativa …alle ragioni della sociologia, della politica o della morale”. Di Marco contesta, soprattutto, talune ingenerose affermazioni di V. Consolo per il quale la scelta del dialetto in A. Di Giovanni “rimase …una scelta sentimentale, una chiusura e nel sentimento e nel linguaggio, l‟uno e l‟altro stagnanti, portatori di storture, di vizi, di rassegnazione”. Tale giudizio, o meglio pregiudizio consoliano, appare dettato da una conoscenza non molto profonda del Di Giovanni scrittore e uomo e della sua storia familiare, risponde solo a parametri ideologici e nega assolutamente la libertà creativa dell‟artista, come se egli dovesse scrivere ubbidendo a logiche partitiche. Il Poeta ciancianese, come tanti altri scrittori isolani, descrivendo una realtà di rassegnazione non inventò assolutamente nulla, ma realisticamente fotografò, narrandola, la realtà che lo circondava, di una Sicilia che mai ha saputo esprimere un “eroe positivo”, come vorrebbero alcuni suoi censori. Di sicuro c‟è il fatto che l‟aedo vaplatanese fu il primo, o tra i primi, nell‟Isola a descrivere quel mondo senza luce e i suoi scritti – e qui ha ragione il Di Marco – valgono più di mille inchieste e delle denunce di sociologi e studiosi, risultando la sua opera intessuta di trame sociologiche, che si trasformano in aperta condanna delle sofferenze e delle angherie patite da quanti si spaccavano la schiena con una falce in pugno o s‟ingobbivano trasportando o scavando zolfo sottoterra. “Sopra fioriva la ginestra”, che ha già riscosso un notevole successo di critica, continua con due “postille” chiarificatrici, s‟impreziosisce d‟una precisa e puntuale post-fazione di Rita Verdirame, illustre studiosa catanese, e presenta un ricco repertorio bibliografico. Insomma, un prezioso e insostituibile strumento di rivisitazione critica del quale siamo grati all‟Autore. Eugenio Giannone

CARNEVALE A RIVE DE GIER ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE AZZURRA L‟associazione culturale riparegiana AZZURRA, di cui fanno parte numerosissimi ciancianesi, ha organizzato il carnevale per i soci ed amici. Ecco qui di seguito il commento di un giornale locale: Primo anniversario per l’Associazione italiana Azzurra con aderenti sempre più numerosi ( più di 200 persone). Essa sta molto bene e moltiplica le manifestazioni culturali. Sabato, tutti i membri e i loro amici si sono riuniti a la Ruche per la loro festa di carnevale. La presidente Anna Chiazza ed il consiglio direttivo avevano per l’occasione previsto tutto. In programma thé dansante, spettacolo country. Senza dimenticare la degustazione de li Sfinci.Gli italiani sono riusciti da loro pari, coniugando l’arte della bella vita.

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TRE GIOVANI ATLETI CIANCIANESI PARTECIPANO AD UN TORNEO DI ARTI MARZIALI IN FRANCIA Per festeggiare il trentesimo anno di vita, il club di judo di Sainte Sigolène insieme alll‟AJL di Saint-Etienne (Francia) hanno organizzato un torneo internazionale che ha coinvolto, oltre alla Francia, la Spagna, il Marocco, la Romania, la Scozia e l‟Italia. L‟avvenimento sportivo che aveva nel programma degli stages e delle competizioni, era suddiviso in quattro categorie. Per l‟Italia ha partecipato anche una squadra costituita da tre giovani sportivi ciancianesi, Giuseppe Diecidue, Simone Loufti e Marco Perconti (nella foto), appartenenti alla palestra di arti marziali A.D.D. BUSHIDO SCHOOL di Cianciana. Il viaggio in Francia è stato possibile grazie alla sponsorizzazione della provincia regionale di Palermo e del Comune di Marineo, gemellato con Sainte Sigolène. Una bella esperienza per i nostri tre ragazzi che hanno avuto l‟opportunità di confrontarsi con altri giovani atleti di altri nazioni, ottenendo dei buoni piazzamenti, e di visitare le città di Sainte Sigolène, Saint-Etienne e Rive de Gier. L‟Associazione sportiva dilettantistica Bushido School, che ha sede a Cianciana in via Cinquemani Arcuri n. 168, è nata nel settembre 2006 per volontà del M° Giuseppe Li Gotti, 6° dan di Ju Jitsu e responsabile regionale del movimento Sport Azzurro Italia, e del suo allievo ed amico Giuseppe Diecidue. Essa si prefigge di divulgare lo sport

in tutte le sue forme ma, soprattutto di far conoscere una disciplina marziale giapponese come il Ju Jitsu di cui il M° è un autentico appassionato. Il tempo ha dato ragione ai due dinamici amici che in questi mesi di assiduo lavoro ed impegno sono riusciti a creare un bel gruppo, composto in prevalenza da bambini e giovanissimi. Ma c‟è anche un discreto numero di atleti adulti che stanno apprezzando la disciplina e ne apprezzano la validità per la difesa personale. I turni di un‟ora ciascuna si svolgono nei giorni di martedì, giovedì e sabato. Il presidente dell‟Associazione, nonché allievo, è Giuseppe Diecidue, dinamico e volenteroso giovane,

ROVINOSA CADUTA PER PADRE FERRARO Tutto è successo di buon mattino Tantissimi sono stati i ciancianesi che l‟ultimo giorno di carnevale. Padre Fergli hanno fatto visita durante la degenraro, come al solito, si era alzato di za in ospedale. Da qualche giorno don buon ora per recarsi alla Chiesa del Filippo è stato dimesso ed è rientrato a Carmine e per curare una trasmissione casa. Sta molto meglio e si muove aua Radio Emmaus. Sfortunatamente, a tonomamente, senza l‟ausilio del girelcausa di un capogiro, egli ha perso lo. Per l‟intanto, aspettando la complel‟equilibrio cadendo violentemente per ta guarigione per ritornare alle sue conterra e procurandosi la frattura del fesuete attività, l‟anziano e lucido sacermore. Immediatamente soccorso dalla dote si dedica alla lettura e alla scrittusorella Antonina, è stato tempestivamente trasportato in ra o alla sistemazione di materiale letterario. A padre Ferautoambulanza all‟Ospedale di Ribera dove, qualche raro da parte di tutta la redazione del giornale, i migliori giorno dopo, è stato sottoposto ad intervento chirurgico. auguri per una veloce e completa guarigione. S.P.

S A L U T I

Da Renaix ( Belgio) Gino Cannova saluta tutti i ciancianesi sparsi per il mondo. Un particolare saluto al cugino Filippo Di Noto, residente a Milano. Da Cernobbio ( Como) la sostenitrice della Voce Angela Campisi invia tantissimi e cari saluti alla sorella Emanuela residente in Australia, alla quale fa dono dell‟abbonamento al giornale per il 2007. Da Cianciana, Giuseppe Gambino, abitante a Civezza ( Imperia) manda tanti saluti al suo grande amico di infanzia Vincenzo Termini residente a Colòn ( Panama) che purtroppo non vede dal 1959 e che non ha mai dimenticato. Da Cianciana Gli zii Vincenzo e Maria, i cugini Mimma, Pino, Daniele, Enzo, Maria, Filippo, Annalisa, Rossella, Leonardo, Ambrogio Stellini, tutti insieme mandano tanti cari ed affettuosi saluti alla famiglia di Vincenzo Termini, abitante a Colòn in Panama. Da Parma Filippo Termini manda tanti saluti al cugino Salvatore Bruno, residente a Montréal ( Canada)

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Numero 2 – Aprile 2007

Cianciana 2000 : Pronti all’assalto I biancoverdi si preparano ai play-off Ottimo campionato del Cianciana, che da matricola anche quest’ anno si qualifica ai play-off, con ottime possibilità di ripetere l’impresa della scorsa stagione. I ragazzi di Mister Scalia, in una stagione tutto sommato positiva, hanno alternato gare altamente spettacolari, come la vittoria in trasferta per 6-3 sul Buseto, con doppiette di Guida e Virgadamo e reti di Alfano e Abbene, con altre un pò più deludenti, come la sconfitta casalinga contro gli avversari diretti per il secondo posto, la squadra di Palma di Montechiaro. La discontinuità del Cianciana s’è vista anche all’interno della singola partita, nella sfida in casa contro la capolista Marsala. I ciancianesi si erano portati meritatamente in vantaggio per 2-0, grazie alle reti di Abbene su rigore e raddoppio del solito Guida, ma ha sprecato tutto nei minuti finali, buttando 2 pesantissimi punti che avrebbero dato uno scossone alla cima della classifica. Dopo questa gara, la squadra ciancianese inanella una seria di 9 gare utili consecutive, con 7 vittorie e 2 pareggi. Si inizia con la vittoria in casa dei palermitani del Parmonval, 2-1 con reti di capitan Alfano e del giovane difensore Manazza, vittoria mozzafiato al Comunale, nel derby col Ribera, sempre 2-1, stavolta a segno Abbene su rigore e ironia della sorte il riberese Di Mora. Terza vittoria a S.Giovanni sul Gemini, 3-1 in rete ancora Di Mora, Guida e Virgadamo. Dopo arrivano due pari di fila, 0-0 a Dattilo e 1-1 casalingo con rete del bomber Guida, contro il Riviera dei Marmi. In seguito arrivano 4 esaltanti vittorie che avevano portato la società del presidente Paturzo, al secondo posto in classifica, si parte dal 3-2 in casa contro i corleonesi, firmano il successo Abbene su rigore, Guida e Alfano. Sempre Guida regala la vittoria di misura a Montelepre 1-0, ancora 1-0 in casa contro il Canicattì, rete di Abbene e Cianciana corsaro a Partitico regala gol e spettacolo nel 4

-1 contro lo Jetas Città Vecchia, in gol tutti gli attaccanti: doppietta di Abbene, Guida e Di Mora. I ciancianesi poi incappano in tre sconfitte consecutive, 3 -1 a Valderice, di Alfano la rete della bandiera, 2-3 a Cianciana contro il Castellammare, in rete per il Cianciana Alfano e Di Mora, e sconfitta di misura per 1-0 a Monreale. Nonostante l’ultimo scorcio di stagione non sia stato esaltante, i biancoverdi andranno a disputare i play-off, e hanno dimostrato di poter vincere con le altre pretendenti e quindi possiamo sperare in un grande finale di stagione, magari anche quest’anno si vedranno i caroselli per le vie del paese e la solita ammucchiata sotto l’Orologio, se non c’è due senza tre… Alfonso Salamone Classifica 2006/2007 Pos 1 2 3 4 5 6 6 8 9 10 11 12 13 14 15

Squadra Marsala Gattopardo Palma Cianciana 2000 Valderice Parmonval Buseto Ribera1954 Dattilo Canicattì Corleone Castellammare 94 Città di Monreale Riviera dei Marmi Montelepre San Giovanni Gemini

16 Jetas Città Vecchia

Punti 62 58 50 49 47 44 44 40 39 37 36 35 31 29 23 7

SOSTENITORI DELLA VOCE La redazione del giornale esprime la propria gratitudine a tutti gli abbonati vecchi e nuovi che sostengono in tal modo la nostra iniziativa. Un sentito ringraziamento è indirizzato ai seguenti sostenitori : CIANCIANA : Maestra Angela Salvo-Giambrone, Andrea Castellano, DAFFODIL PIANTE E FIORI, di FRANCESCO AMATO, Mariella Bonanno, Matteo Cicchirillo, FRUTTA E VERDURA di PIAZZA TERESA, Anna Carubia, dottor Salvatore Monachino. ITALIA : Stefano Campisi, Seregno; Filippo Termini, Parma; Giuseppe Stellini, Salsomaggiore T.; Vincenzo Di Rosa, Palermo; dottor Giuseppe D’Angelo,Milano; Francesco Taormina, Maslianico; Francesco Dato, Casnate; Vincenzo Cinquemani, Servazzano; Angela Campisi, Cernobbio; Pietro Vaiana, Cernobbio; Giovanni e Giuseppa Panepinto, Como; Giuseppe Martorana, Anagni; Antonino Bavuso Volpe, Monsummano T.; dottor Cosimo D’Angelo, Misilmeri; dottor Stefano Cuffaro, Pordenone; Ignazio Vizzì, Parma. ESTERO : dottor Bernardo Barbera, Australia; Ignazio Cicero, Francia; Girolamo Cannova, Belgio.

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La Voce di Cianciana

SULLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME LA MORTI DI LU PATRIARCA DI ALESSIO DI GIOVANNI Alla presentazione del volume La morti di lu patriarca di Alessio Di Giovanni, avvenuta il 27 febbraio scorso, tra le varie personalità presenti c’era l’ispettrice Rosalba Anzalone che ci ha inviato questo suo commento che La Voce volentieri pubblica.

Il Poeta dell’OLTRE : tra lingua, storia, letteratura e fede. Questa volta non si può dire che Cianciana sia arrivata in ritardo sui tempi, se si considera che è la data del 19 Marzo ad essere assegnata alla festività di San Giuseppe; così se per motivi che non conosciamo, come ci ha informato il primo relatore, non si è potuto procedere alla pubblica Commemorazione dell’anniversario della Fondazione del Comune di Cianciana (360 anni fa) o a quella, altrettanto significativa, del 60° della morte di Alessio Di Giovanni, tuttavia dobbiamo riconoscere che L’Amministrazione è stata solerte nel testimoniare, con l’aiuto dell’opera del Di Giovanni, un tempismo straordinario nel ricordare la devozione del popolo siciliano al Patriarca San Giuseppe. Più difficile e palesemente problematico è stato il compito di storicizzare l’opera di ADG; dinanzi ad un uditorio tutto ciancianese (o quasi), i relatori non si sono sentiti di dire, in modo chiaro, che “La morti di lu Patriarca” non riguardava gli usi e costumi della Valplatani, a cui Di Giovanni ha pure dedicato molti suoi scritti, compresa l’opera teatrale Gabrieli lu carusu, ma certe suggestive tradizioni del Modicano, estese a Scicli, Modica, Ragusa, Vittoria, ecc La morti di lu Patriarca, infatti, nel momento storico del primo novecento, a Cianciana, non trova un aggancio diretto e immediato, che può aver fornito al poeta-scrittore Alessio Di Giovanni i motivi forti per la sua ispirazione. Sono, in altri termini, le esperienze personali dirette e indirette elaborate dall’artista Di Giovanni che permettono di potere parlare del personaggio “Il Patriarca”, che somiglia singolarmente a qualche altro personaggio dell’opera di giovannea. Si potrebbe, pertanto, evincere che la realtà esterna storicosociale non influenza questo scrittore? Noi siamo dell’idea che una posizione antistorica non risponderebbe, di certo, alla spiegazione della nascita di un piccolo capolavoro come quello di “La morti di lu Patriarca”, novella in siciliano, con italiano a fronte pubblicata dall’editore Gustavo Travi di Palermo nel 1930 e illustrata da Don Orazio Spadaro, noto pittore modicano. Allora se cerchiamo materiali facili da fruire, che ravvivino la nostra fede e/o le memorie del bel tempo passato, trascegliendo il meglio delle nostre tradizioni culturali e -perché no-religiose, conviene procurarsi fonti diverse e forse più opportune1(1). Infatti se l’uso sapiente di una lingua dialettale, ricca di locuzioni e di metafore che ci avvincono nella lettura, può attrarci e confonderci, rimane il problema di collocare nella vasta produzione del Di Giovanni un’opera come “La morti di lu Patriarca”. Nella corrispondenza intercorsa con Carmelo Sgroi rintracciamo, infatti, l’informazione che Alessio Di Giovanni aveva scritto una lettera irata all’amico Sgroi, proprio perché l’amico, ritenendo di fargli cosa gradita, aveva scritto qualcosa su “la Morti di lu Patriarca” non pienamente accettata dal poeta di Cianciana.Sostanzialmente egli lamentava nei confronti dello Sgroi di avere trascurato il poema francescano e quest’ultimo ribatteva che l’ode a Cristo e il poemetto erano stati considerati sullo stesso piano de La morti di lu Patriarca (2)”per far capire che quelle sue opere non erano estranee alle altre”.Lo Sgroi sottolinea, nella lettera, che “il mondo spirituale divenuto più vario perché arricchito di nuovi elementi, dà al poeta la coscienza che le sue tendenze artistiche gli consentono disegni di più ampio respiro” Secondo il suo articolo, le tre opere - A lu passu di Giurgenti, Scunciuru e Gabrieli lu carusu - vanno “buttate ai cani” e il punto di vista del Peritore va spostato, se no, “la morti di lu Patriarca rimane staccato dalla sua maniera poetica” . Tuttavia ADG non si era ovviamente considerato soddisfatto dell’interpretazione dell’illustre amico e i rappor-

di Rosalba Anzalone

ti tra i due si erano, inevitabilmente, per un po’ di tempo, notevolmente raffreddati. Ricorriamo allora con fiducia alle parole di Tommaso Mediani (3), il suo contemporaneo ed amico forlivese, con il quale l’artista mantenne sempre rapporti di sincera collaborazione e di costante dialogo(4). La storia di lu Patriarca, secondo Nediani, “è un miracolo di eleganza e di perfezione tipografica”, ma è anche un richiamo forte alla propria coscienza e l’invito al pentimento e alla conversione celati tra le situazioni umoristiche in cui viene descritto il personaggio della storia, che egli considera “una macchietta popolare”. Nediani nota (5) come il disegno di questa “figura dolcissima di cotesto originale Patriarca” abbia segnato per ADG un passaggio significativo nella sua arte, perché egli è riuscito ad esprimere una prosa che, mentre lo fa conoscere come “ il più alto e significativo poeta dialettale moderno”, lo pone come “maestro” accanto al Verga, al Capuana, al De Roberto, al Navarro Della Miraglia, a Maria Messina, etc” Ed è per “tale eccellenza di tecnica” e “ vivo senso d’umanità “ che il significato della sua arte non può essere confinato in ambito regionale, ma deve essere considerato “universale”.Quindi ADG, non è affatto “l’uomo solo, e isolato, culturalmente e come credente, di cui parla Sciascia (6); per Nediani, ADG é un artista completo ed egli conclude “Quando l’Italia intiera si sarà finalmente accorta di questo modesto e tenace e nobile artista, lo collocherà accanto ai grandi che hanno faticosamente preparata la tanto attesa e sospirata instauratio cristiana”(7) . Si tratta di quella umanità che, al cospetto delle contraddizioni, delle angustie e delle miserie della nostra isola in quel tempo, diventa, in Di Giovanni, nucleo drammatico, diventa, prima di tutto, rappresentazione attenta della realtà e passione civile e può diventare fondamento dell’ arte(8). La sua veste di paziente demopsicologo viene superata , come nota Francesco Cannatella, dalla sua arte(9). E l’arte non è certo il vero, ma va oltre il vero(10). Ma l’interpretazione autentica (dello stesso autore) della sua produzione, ed in particolare della sua novella La morti di lu Patriarca, si trova nelle pagine paesane del R. Provveditorato agli studi di Palermo. E ne “La morti di lu Patriarca” non v’è dubbio che, per la grazia del racconto che fa pensare ai fioretti, per il tono fiabesco con un’ombra di umorismo dickensiano, per l’alta vigoria della lingua nella sua semplicità conquistata, egli è uscito dagli schemi di un verismo di maniera e dall’atteggiamento del demopsicologo, per raggiungere l’efficacia dell’arte. Ma anche il piano dell’arte per Alessio Di Giovanni va superato nella visione di uno scopo che va oltre il godimento individuale e richiede un passaggio, a volte doloroso, dal piano logico- razionale al piano etico-sociale e religioso. In questi termini l’opera d’arte, che guarda al vero, al bello e all’utile, diviene il pretesto di una rivisitazione creativa di linguastoria e letteratura, per una riflessione individuale e collettiva e una palingenesi universale, che prefigura un approdo di autentica fede libera da convenzionalismi e formalismi e fondata sulla concreta fraterna cooperazione. Alessio Di Giovanni potrebbe quindi dirsi : oltre il verismo, oltre il suo tempo, in qualche modo oltre la storia, oltre il suo territorio, oltre la lingua nazionale, oltre la razionalità e il sentimento separatamente considerati, oltre la demopsicologia e oltre la sociologia; infine anche oltre la fede considerata in senso tradizionale e ingabbiata nella gerarchia ecclesiastica. Il poeta dell’oltre? Forse. Purché questa non sia un’etichetta inamovibile. Il poeta la rifiuterebbe!

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La Voce di Cianciana

Numero 2 – Aprile 2007

NOTE (1) Vedi, per esempio :Roberto Di Miceli, San Giuseppe, pubblicato a cura dell’Associazione G. Antinori di Cianciana. (2 ) Lettera di Carmelo Sgroi del 2 maggio 1930 da Noto (segnatura: BCP 5Qq. D. 332 n 20), ma anche altre dello stesso gruppo. (3) Tommaso Nediani (1871-1934) ordinato sacerdote nel 1895 a Faenza dice di avere conosciuto Di Giovanni molti anni prima a Palermo, mentre egli predicava nella aristocratica Chiesa di San Giuseppe , ai Quattro Canti, e racconta che, dopo le sue prediche, Alessio Di Giovanni si recava nella sua stanza, spesso con il Ragusa Moleti, il Tamburello, il Sottile e, qualche volta, anche il Pitré; con loro egli rimaneva a conversare a lungo “ di mille cose riguardanti la vita e la letterature siciliana”. Di Giovanni lo accompagnava anche nelle sue frequenti escursioni per la Conca d‟oro e gli faceva notare e gustare di più le sue svariate bellezze; si soffermavano, spesso nel chiostro dei benedettini di Monreale ad ascoltare, con il sottile chioccolio della marmorea fontanina araba, arcane storie e versi indimenticabili come quelli dell‟Ode a Cristo (ispirata dal Cristo di Garibaldo Cepparelli, altro grande amico comune). E‟ del Nediani un‟analisi accurata del mondo contadino del forlivese. (4) Anche nelle lettere di ADG per il compare S. Cucinotta viene testimoniata questa vicinanza spirituale tra i due.(Cucinotta- Di Giovanni, Corrispondenza a cura di R. Anzalone e Franco Biviano, ed. Centro Giulio Pastore, Agrigento, nov.2006 (5) Quaderno di giovanneo dell’stituzione “Alessio Di Giovanni” n. 5 pag. 38. (6) L.Sciascia in L’Amico del Popolo del 14 gennaio 1973, poi in Quaderno di giovanneo n. 1 p. 35 (7) Non a caso lo stesso Di Giovanni nel “vicario di S. Giuseppe” cita il vescovo Giovanni Blandini che all’inizio del 1903 era stato l‟estensore della lettera collettiva dell‟Episcopato siciliano sul movimento democratico cristiano (La democrazia cristiana, a cura di F.M.Stabile, Lettera Pastorale dell‟Episcopato siculo, 1903, Centro siciliano Sturzo, Palermo 1993). E‟ qui da notare che in quel periodo era vescovo ad Agrigento Gaetano Blandini, fratello del vescovo di Noto; all‟ombra di quest‟ultimo era cresciuto l‟arciprete Damaso Pio De Bono di Bivona, poi divenuto vescovo di Caltagirone, storico terreno di sperimentazione di Luigi Sturzo, il cui fratello era vescovo a Piazza Armerina. In genere la Chiesa siciliana, sia pure con resistenze e divisioni interne, era favorevole al radicale rinnovamento della Chiesa propagandato dalla rerum novarum. (8) Cfr.Appunti per una lettura sociologica del teatro di Alessio Di Giovanni di Vito Titone in quad. di giovanneo n.8 pag. 69. (9) Egli non si accontenta di ritrarre i personaggi, ma vuole proporli come vivi stimoli per una riflessione collettiva.(vedi F.Cannatella, in quaderno di giovanneo n 2 p. 41 e n. 7 p. 11) : l‟interesse del Di Giovanni per le tradizioni popolari isolane è lontano da qualsiasi stereotipo culturale, risultando piuttosto il desiderio di esplorare tesi e concetti nuovi. Egli ama descrivere, scomporre e interpretare i temi trattati,inserendoli nel contesto storico e sociale ed in un‟ottica antropologica”. ADG riporta il folklore ma va oltre per cercare le chiavi interpretative della comunità in cui vive. Il folklore, in altri termini, non è da descrivere per informare.(come per Lui tutta l‟arte, considerata una missione), ma per interpretare e comprendere meglio gli uomini della Sicilia , per meditare e pregare, poiché nell‟informazione si annidano anche false informazioni (vedi beffa di Capuana a Vigo per la raccolta dei Canti popolari di Mineo). (10) E’ il Cesareo che afferma che l’arte sta oltre il vero nella Rivista di Sicilia di Zino Ardizzone, diretta da Ferdinando Russo e ove scrive anche ADG., Anno 1 - n 3.

IL SEGUACE DEL REDENTORE Meditavo la concezione secondo cui il discepolo ha come ideale e modello Gesù Cristo: la Sua vera divinità ci chiama all‟adesione, e la Sua vera umanità ci induce e coinvolge all‟associazione, in una relazione di previetà in grazie della quale non c‟è adesione senza associazione al mistero pasquale, che è passione morte e resurrezione, segno di totalità dell‟offerta di noi stessi alla SS.Trinità come lode. Così da considerare la giornata come un continuum di lode (cfr. Sal 113, 3), constante della preghiera stricto sensu intesa e delle azioni date come contemplazione, per attingere la donazione di noi stessi a Dio ed essere luce del mondo (cfr. Mt 5, 14), pagando il rischio della non accettazione, del non accoglimento (cfr. Mc 6, 11) e della persecuzione (cfr. Mt 10, 17, 22), ma corroborati, nel nostro essere squarcio nelle tenebre, dall‟inabitazione di Cristo in noi, vedendo la Sua gloria che è gloria del Padre (cfr. Gv 1, 18; Col 1, 15), nello Spirito Santo, con Maria SS. Vincenzo Martorana, cofondatore dei Discepoli del Redentore nella Comunità Cristiani nel mondo

NOTIZIE DALL’ANAGRAFE MATRIMONI : Andrea Pulizzi e Alfonsa Campisi, Cianciana-Chiesa Madre, 24 febbraio 2007 Raimondo Panarisi e Rosetta Scarlatta, Comune di Cianciana, 7 aprile 2007 Carmelo Panarisi e Sabrina La Corte, Comune di Cianciana 13 aprile 2007

D E C E S S I

Pietro Gentile nato a Cianciana il 30 giugno 1914, deceduto il 28 febbraio 2007 Angela Mattaliano, vedova Antonino Salciccia, nata a Cianciana il 7 luglio 1921, deceduta il 10 marzo 2007 Benedetto Abella, nato a Cianciana l‟11 luglio 1926, deceduto il 7 marzo 2007 Elisabetta Montalbano, nata a Cianciana il 21 ottobre 1926, deceduta il 12 marzo 2007 Francesco D‟Anna, nato a Cianciana il 3 novembre 1917, deceduto il 12 marzo 2007 Maria Giovenco, vedova Di Stefano, nata a Cianciana3 febbraio 1921, deceduta il 18 marzo 2007 Antonino D‟Amico, nato a Cianciana il 25 ottobre 1923, deceduto il 22 marzo 2007 Giovanni Bavuso, nato a Cianciana il 2 gennaio 1925, deceduto il primo aprile 2007 Domenico Carubia, nato a Cianciana il 16 ottobre 1916, deceduto il 6 aprile 2007 Concetta Vizzì, vedova Montalbano, nata a Cianciana il 18 aprile 1914, deceduta il 17 aprile 2007 Gaetano Amato, nato a Cianciana il 20 luglio 1921, deceduto il 20 aprile 2007

DECEDUTI FUORI CIANCIANA Filippo Caruana, nato a Cianciana deceduto a Haine Saint-Pierre (Belgio) il 26 febbraio 2007 Giuseppe Guida, nato a Cianciana il 14 giugno 1917, deceduto a Padova il 3 marzo 2007 Gaetano Martorana, nato a Cianciana il 9 dicembre 1949, deceduto a Hoddesdon (R.U.) il 16 marzo 2007 Francesco Dino, nato a Cianciana il 27 settembre 1943, deceduto a Luton (R.U.) il 16 marzo 2007 Vincenzo Caltagirone, nato a Cianciana il primo febbraio 1934,deceduto a Lorette (Francia) il 17-4-2007

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Numero 2 – Aprile 2007

La Voce di Cianciana

In alto la signora Francesca Bosciglio in Basilico, nella foto con il fratello Gaetano, abitante in Sud Africa in dolce vacanza a Cianciana per San Giuseppe e per Pasqua dopo ben 50 anni. Dolci vacanze ciancianesi dopo 9 anni per Nicolò Termini(secondo da destra), figlio di Vincenzo, abitante a Colòn (Panama) e che sicuramente vedremo più spesso, visto che ha acquistato una casa nella nostra cittadina.

Al centro a sin. Orsola e Giuseppe Savarese, abitanti a Bruxelles (Belgio) a Cianciana per la festa di San Giuseppe dopo 37 anni. In alto in prima fila da sinistra la signora Rosa Gusciglio, il fratello Antonino e la moglie Antonina Gambino abitanti a Civezza (Im); in piedi da sin. Enza Burgio, la mamma Francesca Comparetto, il papà Gerlando abitanti a Greys (R.U.),poi Giuseppe Gambino abitante a Civezza; in terza fila Rebecca e Paul Martin, Peppino Gusciglio e David Rouse. A sin. vacanze ciancianesi per San Giuseppe per i coniugi Angela e Giuseppe Pensato, residenti a Lorette (Francia) emigrati in Francia il primo nel 1957 e la moglie nel 1961. Nella foto con le sorelle Anna e Giuseppa e la nipote Antonella Carubia.

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