La Voce1 Febbraio 2017

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Anno XVII- N° I FEBBRAIO 2017 Reg. Trib. di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001

A CIANCIANA LE RELIQUIE DI SAN GERLANDO 93° COMPLEANNO PER PADRE FERRARO SAN BIAGIO VESCOVO E MARTIRE COMMEMORATO A TRAPANI ALESSIO DI GIOVANNI LE MADRI COSTITUENTI E L’OTTO MARZO

IN QUESTO NUMERO Dono del Rotary Club di Bivona all’Associazione “Non Pag. 2 più soli” di Santo Stefano Quisquina. Le reliquie di san Gerlando a Cianciana Pag. 3

Otto marzo, festa della donna

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Ricordando il signor Giuseppe Gambino

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San Biagio vescovo e martire di padre Ferraro

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E’ deceduto il professor Pasquale Tallo

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Le madri costituenti e l’8 marzo

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E’ deceduto il professor Gaetano Termini

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Commemorato a Trapani Alessio di Giovanni

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“Il debito pubblico non si paga” di Nino La Porta

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Case in Festa

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Le iniziative dell’ANUU - Sostenitori

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Lu cannalivaru di Giovanni D’Angelo

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Notizie dall’Anagrafe

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Giornata della memoria

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Il Carnevale a Cianciana

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SCALINATA DELL’ OROLOGIO MARTEDI’ GRASSO SFILATA PER LE VIE DEL PAESE DEGLI ALUNNI DELL’ ISTITUTO COMPRENSIVO


Donazioni La Voce di Cianciana Anno XVII- Numero 1 Febbraio 2017 Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana.

Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico: Pietro Arfeli Impaginazione : Stefano Panepinto

La Voce di Cianciana FOTO DI COPERTINA : IL CARNEVALE DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO Cianciana, scalinata torre dell’Orologio, 28 febbraio 2017 Foto di gruppo degli alunni in maschera, dopo la sfilata mattutina attraverso Corso Cinquemani Arcuri e Corso Vittorio Emanuele, presenti moltissimi genitori e le autorità locali. La sfilata è poi proseguita attraverso la Salita Regina Elena e si è conclusa in Largo Convento.

IL ROTARY CLUB DI BIVONA DONA SCAFFALATURA ALL’ASSOCIAZIONE “NON PIU’ SOLI” DI SANTO STEFANO QUISQUINA

Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Francesco Cannatella, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Loredana Guida, Nuccio Mula, Francesca Perconti, Giusy Piazza, Alfonso Salamone, Sergio Savarino, Angela Setticasi Direzione e Redazione:

Via Cavour, 4 92012 Cianciana (AG) Italy. Tel.0922-987.462 Cellulare : 331 - 26.444.78 E-mail: salvatore.panepinto@libero,it Conto Corrente Postale n° 17905977 Conto Corrente Bancario: vedi pagina 15 ! Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001. Spedizione a regime libero. Autorizzazione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commerciale. Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori, che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2017- Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.

Il Rotary Club Bivona Montagna delle Rose Magazzolo ha donato della scaffalatura all’Associazione onlus Non Più Soli di Santo Stefano Quisquina, che si occupa di persone diversamente abili. Il materiale, come da progetto, è stato acquistato dal Club bivonese col contributo della Rotary Foundation. Presenti alla manifestazione il sindaco della cittadina sicana, rag. Francesco Cacciatore, il rappresentane distrettuale della Fondazione Rotary Gaspare Noto, numerosi rappresentanti dell’Associazionismo locale, parecchi soci di Non Più Soli e rotariani. Ha fatto gli onori di Casa il presiden-

te dell’Associazione Giuseppe Ferraro, che ha sottolineato gli ottimi rapporti col Rotary Club di Bivona. A seguire ha preso la parola il Prof. Salvatore Panepinto, che si è soffermato anche sull’elipista che il Club ha donato pochi anni fa alla comunità montana e che adesso vorrebbe rendere fruibile h 24. E’ stata, quindi, la volta del dott. Biagio Palumbo, rotariano onorario, che ha intrattenuto il numeroso e attento pubblico presente sul tema La Rianimazione cardiopolmonare, con dovizia di esempi su un manichino e facendo provare più volte gli astanti. La Redazione


Eventi

Numero 1 - Febbraio 2017

LE RELIQUIE DI SAN GERLANDO A CIANCIANA 19 E 25 FEBBRAIO 2017

L

o scorso anno l’Associazione Settimana Santa di Cianciana, su richiesta della Curia agrigentina, ha riproposto nella Città dei Templi la drammatizzazione dei riti della Settimana Santa, così come si svolgono annualmente nel nostro Paese. La manifestazione ha riscosso un grande successo e il plauso dell’Arcivescovo Card. Don Franco Montenegro. In quell’ambito Gerlando D’Angelo, presidente dell’Associazione ciancianese, ha colto l’opportunità di offrire l’olio che illumina perennemente le spoglie di San Gerlando recependo la richiesta Don Giuseppe Pontillo. Successivamente la Curia ha stabilito che a decorrere dal 2017 la città che avrebbe offerto l’olio per la lampada sarebbe stata visitata dalle reliquie del Santo. Cianciana è la prima parrocchia della diocesi Agrigentina a beneficiare di questa grazia. In effetti è la prima volta che le spoglie di San Gerlando lasciano la città di Agrigento, un evento straordinario che Cianciana accoglie con molto piacere. Tantissimi fedeli ne attendono l’arrivo nella Chiesa del Convento; in corteo, la massa dei fedeli con le varie Congregazioni ciancianesi, l’Amministrazione comunale tutta accompagnano la reliquia in pellegrinaggio verso la Chiesa Madre. La processione si snoda lentamente, dando la possibilità ai cittadini di assistere al passaggio del simulacro/ reliquario di San Gerlando. I festeggiamenti itineranti daranno al Santo la possibilità di percorrere le strade dell’Arcidiocesi per incontrare i suoi devoti. Dopo la messa, il Vicario Episcopale Don Alfonso Tortorici e Don Giuseppe Pontillo, parroco della Cattedrale di Agrigento, hanno spiegato largamente il significato dell’evento. Il ringraziamento più grande deve essere fatto al nostro parroco, Don Giacchino Zagarrì, che ha gestito la situazione di questa Parabola fin dall’inizio. Doverosi ringraziamenti sono stati fatti, da parte dei rappresentanti Ciancianesi per questa scelta, a partire dal Presidente della settimana santa Gerlando D’Angelo e dal Sindaco Santo Alfano che ringrazia l’Arcidiocesi per avere scelto la nostra comunità per l’offerta dell’olio che alimenta la lampada votiva a San Gerlando, dando un particolare segno di devozione al santo. L’onore concesso a questa comuni-

tà è grande in occasione dei festeggiamenti del 370° anniversario della nascita di questo paese e un privilegio immenso avere ricevuto le reliquie del Santo. Una cittadina devota, di grande fede cristiana e votata all’accoglienza e alla carità. L’accoglienza calorosa dei ciancianesi, la vicinanza ad ogni uomo, come il cristianesimo suggerisce, li contraddistingue e li rende accoglienti verso tutti gli stranieri che giungono da ogni parte del mondo e qui trovano casa, amici, famiglia. La carità fervida rende Cianciana dinamica e unica per l’eredità che essa ha dall’esperienza del mondo minerario, difficile e pesante se non vissuto in collaborazione e reciproco aiuto fraterno; essa ha maturato cordialità e rispetto per chi è nel bisogno, dimostrando ancora oggi concreti gesti di carità, tra le sue famiglie, verso chi è debole, bisognoso e per chi muore in mare per le tragedie di questo mondo e a cui è stato dato riposo nella nostra terra. La Comunità Ciancianese ha donato una preziosa anfora, che contiene il nostro olio che terrà viva la fiamma, posta sotto la statua di San Gerlando proprio a simboleggiare la luce della viva speranza che egli è venuto a portare in questa terra.


Eventi Dopo i ringraziamenti del primo cittadino, i festeggiamenti al Santo si sono conclusi nella giornata del 25 febbraio nella Concattedrale San Domenico ad Agrigento con la consegna dell’olio ciancianese e l’accensione della fiamma votiva da parte del Sindaco Santo Alfano. Parte dell’olio che Cianciana ha donato servirà per gli oli Santi del Crisma, dei Catecumeni e degli Infermi che L’Arcivesco-

vo consacrerà e benedirà il Giovedì Santo per tutta l’Arcidiocesi. La chiesa era gremita soprattutto dei fedeli Ciancianesi che hanno condiviso con gli Agrigentini la festa in onore di San Gerlando, accompagnandolo dopo la messa nella sua Cattedrale. San Gerlando nacque a Besançon, in Borgogna (Francia), tra il 1030 e il 1040 da nobile famiglia imparentata con Ruggero il Normanno. Ricevette un’accurata preparazione culturale e seguì la sua giovanile formazione spirituale sotto i pontificati di Gregorio VII ed Urbano II. Il giovane Ruggero dopo aver conquistato la Sicilia, volle che Gerlando potesse essere utile, sia per le sue eminenti virtù che per il suo talento. Gerlando aveva un cuore nobile, dalle ampie vedute, un’integrità di costumi ammirevole, una parola facile e forte; era appena stato consacrato sacerdote che arrivato in Sicilia il conte Roberto lo assegnò alla Cattedrale di

La Voce di Cianciana Catania in qualità di cappellano, ma lasciò la Sicilia per raggiungere la cattedrale di Mileto in Calabria, che abbandonò repentinamente per la dissoluzione che regnava in quella città; ritornò in Borgogna dove, poco tempo dopo, ricevette l’invito di Ruggero a ritornare in Sicilia per ricostruire la chiesa Agrigentina e Gerlando accettò l’onere dell’episcopato. Durante il suo viaggio dalla Francia in Sicilia al passaggio da Roma fu consacrato vescovo da Papa Urbano II. Morì il 25 febbraio 1100, le sue spoglie dopo 59 anni, con la beatificazione, furono traslate in chiesa. In vita fu totalmente votato al suo ruolo pastorale che lo faceva vivere costantemente accanto al suo popolo con cui condivideva dolori e pene, speranze e lotte. La gente vedeva in lui il sostegno nelle difficili condizioni della vita, la sua casa era sempre aperta a tutti. Gli Agrigentini videro in San Gerlando la stella dell’orientamento

per costruire il domani della chiesa agrigentina. Besançon, il paese natio di San Gerlando, è anche patria di tantissimi personaggi di prestigio: Antoine Peremont De Granvelle (Cardinale), Fourier Charles (Filosofo economista), Luis e Auguste Lumière (inventori del cinematografo), Conte Hilaire De Chardonnet (Chimico), Victor Marie Hugo (Romanziere e poeta), Pierre-Joseph Proudhon (Teorico del Socialismo), Charles Nodier (Scrittore), J.B. Clesingen (Scultore), Paul Bernard (Drammaturgo). Testo e foto di Gaetano Arfeli


Ricorrenze

Numero 1 - Febbraio 2017

NOVANTATREESIMO COMPLEANNO PER DON FILIPPO FERRARO Il venti febbraio ultimo scorso, don Filippo Ferraro, classe 1924, ha raggiunto la venerabile età di novantatre anni, festeggiato dalla comunità ciancianese. Come è noto don Filippo, che ha esercitato il suo ministero sacerdotale sempre a Cianciana, è un grande letterato e per l’occasione la Voce pubblica un suo saggio su San Biagio,vescovo e martire e il sonetto A muri di figliu, tratto dal volume Spuntuna di zabbara! A don Filippo la redazione de la Voce indirizza i migliori auguri.

3 FEBBRAIO, SAN BIAGIO VESCOVO E MARTIRE Tra i Santi, venerati con particolare devozione dal popolo di Cianciana, c’è San Biagio, Vescovo e martire. LA VITA Fu vescovo di Sebaste in Armenia agli inizi del IV secolo. Subì la persecuzione di Licinio, collega dell’imperatore Costantino. Può essere considerato come uno degli ultimi martiri cristiani. Esercitò il suo ministero di Vescovo con grande zelo. Annunziò con fedeltà e coraggio il Vangelo di Cristo ed edificò le pecorelle del suo gregge con la santità della vita. IL MARTIRIO Era l’anno 316, quando la persecuzione a Sebaste diventò più violenta e sconvolse la vita e l’attività pastorale della comunità cristiana. Molti fedeli si allontanarono dalla città. Anche Biagio, non per viltà o eccessivo attaccamento alla sua vita terrena, ma per prudenza e in obbedienza al martirio evangelico, cercò rifugio nella foresta vicina e si stabilì in una grotta. Il cristiano non deve esporsi al pericolo, perché potrebbe peccare di presunzione. Quando la dura prova è inevitabile, allora deve affrontarla con coraggio e con tanta fiducia in Dio. Nel suo nascondiglio, Biagio trascorreva il suo tempo nella solitudine, nella preghiera e nella penitenza. Un brutto giorno alcuni cacciatori inseguendo la selvaggina scoprirono il nascondiglio. La notizia si diffuse in città con fulminea rapidità e Biagio venne legato come un malfattore e rinchiuso nelle carceri cittadine. Venne processato e, poiché si era rifiutato di rinnegare Cristo e di adorare gli idoli, venne sottoposto a crudeli ed atroci vessazioni. La sua carne fu lacerata con dei pettini usati per cardare la lana. Fu tormentato in diversi modi e, infine, gli fu recisa la testa con la spada. I MIRACOLI Mentre San Biagio era in carcere operò diversi miracoli in favore di povera gente sofferente che implorava il suo

aiuto. Mentre veniva condotto al luogo del martirio, una donna si fece largo tra la folla dei curiosi e depose ai piedi del Santo Vescovo il proprio bambino che stava morendo soffocato da una lisca di pesce che si era attaccata alla sua gola. Biagio porse le mani sulla testa del fanciullo, pregò per qualche istante e il fanciullo venne salvato. LA DEVOZIONE DEI FEDELI Con grande fiducia i fedeli si rivolgono a San Biagio per essere liberati da gravi sofferenze fisiche e morali e in modo particolare dai mali che colpiscono la gola. IL CULTO A Cianciana i fedeli onorano San Biagio, partecipando con grande devozione alla solenne celebrazione dei Vespri e della Santa Messa il 3 febbraio, nella chiesa del Carmelo, dove è sposta la statua di San Biagio che benedice il fanciullo presentato dalla propria madre. Questo gruppo di statue in cartapesta è stato donato alla chiesa del Carmelo dal signor Stefano Panepinto che per tanti anni esercitò, con grande competenza e con molta ammirazione da parte dei fedeli, l’attività di organista nelle chiese di Cianciana. Nel giorno della festa, al termine della Messa, i fedeli chiedono la benedizione della gola e di piccoli panini ( cuddureddi ), invocando la protezione di San Biagio. Don Filippo Ferraro

AMURI DI FIGLIU Comu sugnu cuntenta sta iurnata! - dici ‘na vicchiaredda a la cummari A la posta pigliavu la misata E me figlio...lu vitti arricampari. - Quant’avi c’ ‘un faciva sta pinsata? - Nanò, fu quannu vinni pi scanciari L’ultimu vaglia...già ‘na simanata. - Mi pari veni sulu pi rascari ! - Putennu, veni cca tutti li siri - E mi cunta li sordi e mi li scancia E mi li sparti a deci e milli liri. Lu cori di me figliu nun si cancia - Cummà, ascutati, vi lu vogliu diri : quannu cunta, viditi ca s’arrancia! Don Filippo Ferraro, Spuntuna di zabbar a


Ricorrenze Avvenimenti

La Voce di Cianciana

LE MADRI COSTITUENTI E L’8 MARZO A CIANCIANA Si è svolto presso la Biblioteca Comunale, in occasione della festa della donna, un convegno dedicato “Donna e Costituzione”, organizzato dal Centro Italiano Femminile, sez. di Cianciana, in collaborazione con l’Amm.ne comunale. Dopo i saluti di rito da parte del Sindaco S. Alfano, del Presidente del Consiglio Com.le C. Gattuso e di Carmelina Severino, presidente provinciale del CIF, che hanno illustrato il lungo cammino lastricato di irte difficoltà delle donne verso la conquista delle pari opportunità e delle libertà di cui oggi godono, la presidente del CIF locale Tanina la Corte

ha illustrato il lavoro svolto dalle “Madri costituenti”, e la dott.ssa Alessandra Vella, magistrato, si è soffermata sul ruolo delle madri costituenti nella stesura della nostra Carta fondamentale e dell’iter delle varie leggi che hanno reso possibile l’attuazione dei principi enunciati nella Costituzione della Repubblica, che venne approvata a fine 1947 per entrare in vigore il 1° gennaio 1948. Ha coordinato brillantemente i lavori la dott.ssa Marilisa Cammarata, Assessore alla Cultura. A fine convegno, mimose per tutte le donne presenti. Riportiamo l’intervento della Prof. T. La Corte.

LE MADRI DELLA COSTITUZIONE di Tanina La Corte Il 2 giugno 1946 è un giorno molto importante per la nostra storia nazionale, una di quelle date per le quali dopo nulla è più come prima. Nell’Italia liberata dal fascismo e chiamata a votare per il referendum istituzionale ed eleggere un’Assemblea Costituente, per la prima volta votarono anche le donne, fino ad allora escluse perché ritenute emotive e non idonee a governare la cosa pubblica. Il 2 giugno, accanto a 535 uomini, furono elette 21 donne di cui 9 democristiane, 9 comuniste, 2 socialiste e una dell’Uomo Qualunque. Quelle donne si chiamavano: Adele BEI CIUFOLI, Bianca BIANCHI, Laura BIANCHINI, Elisabetta CONCI, Filomena DELLI CASTELLI, Maria DE UNTERRICHTER JERVOLINO, Maria FEDERICI AGAMEN, Nadia GALLICO SPANO, Angela GOTELLI, Angela Maria GUIDI CINGOLANI, Leonilde IOTTI, Teresa MATTEI, Angela MERLIN, Angiola MINELLA MOLINARI, Rita MONTAGNANA TOGLIATTI, Maria NICOTERA FIORINI MARIA, Teresa NOCE LONGO, Ottavia PENNA BUSCAMI, Elettra POLLASTRINI, Maddalena ROSSI, MARIA Vittoria TITOMANLIO Per le donne italiane fu un giorno veramente importante: finalmente potevano prendere parte attiva alla vita politica e far sentire la loro voce. Le 21 deputate provenivano da tutta la Penisola, erano in maggioranza sposate e ben 14 erano laureate, una era giornalista pubblicista. La loro formazione politica s’era svolta a casa accanto al padre o al marito; qualcuna aveva preso parte attiva alla Resistenza, pagando a caro prezzo la scelta ideale. Il 15 luglio, dopo che l’Assemblea aveva eletto il suo presidente (Giuseppe Saragat) e scelto il capo provvisorio della Repubblica (Enrico De Nicola), 5 di loro furono chiamate a far parte della Commissione dei 75, che

aveva l’incarico di elaborare un progetto di Costituzione da discutere in aula. Per tutte l’Assemblea Costituente rappresentò l’occasione per cambiare dal punto di vista legale la condizione femminile nella società italiana e ognuna diede un notevole contributo nella formulazione della nostra Carta fondamentale, consce di rappresentare, al di là dei partiti di appartenenza, le esigenze di tutte le donne italiane. Le Costituenti sostennero con convinzione le loro posizioni, soprattutto i temi più vicine al mondo femminile, come famiglia, maternità e infanzia, scuola, parità sul lavoro e pari opportunità. Qualcuna si occupò di problemi di livello internazionale e qualche altra di economia e di Regioni. Alla Merlin si devono le parole dell’Articolo 3 (“Tutti i cittadini … sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso”). Dell’apporto specifico di queste meravigliose donne parlerà la Dott. Alessandra Vella, che ringraziamo per avere accettato l’invito ed essere qui con noi, questa sera. E allora perché si parla quasi sempre ed esclusivamente di padri della Costituzione e non anche di madri? Perché sottacere il ruolo delle Donne nella nascita della Costituzione repubblicana? Per la cronaca: la nuova Carta Costituzionale fu approvata a scrutino segreto nella seduta pomeridiana del 22 dicembre 1947. Il 2017 segna, quindi, anche il 70° anniversario della stesura della nostra Costituzione, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Desidero ricordare che parecchie di quelle donne erano iscritte all’UDI o erano Ciffine, come molte di noi in questa sala, cioè appartenenti al Centro Italiano Femminile, CIF.


Letteratura

Numero 1 - Febbraio 2017

Dice Marika Diavolio Bronzato, presidente del CIF di Modena: “A volte abbiamo l’impressione, leggendo le norme della Costituzione, di imbatterci in vere e proprie profezie. Le nostre madri costituenti ci hanno dato la possibilità di vivere in democrazia, insegnandoci che l’impegno per conservarla deve essere quotidiano. La meditazione sulle parole da loro espresse ci deve stimolare ad ottenere la piena attuazione delle norme costituzionali, il ricordo delle loro vite ci deve provocare ad un serio impegno nella vita politica e sociale di tutti i giorni. Tocca a noi donne del 2000 rendere possibile quello che, forse ancor più di un sogno, è stato un disegno lucido, realistico e sopra tutto giusto. L’impegno delle 21 donne presenti nell’Assemblea Costituente che hanno scritto il patto sociale nato dalla Resistenza non può restare solo un programma: per noi deve diventare un precetto morale

che, unico, ci consentirà, se rispettato, di vivere in piena democrazia”. Per concludere: Ai giovani diciamo: innamoratevi della nostra Costituzione, praticatela, difendetela nei suoi valori e nelle prospettive che disegna; non rimanete inerti difronte al progetto di vita in libertà sognato dalle nostre Madri della Repubblica per un’Italia più giusta, democratica e solidale. E alle donne: Non lasciamoci globalizzare; la nostra femminilità è un bene troppo prezioso per essere barattato con un tipo di modernità che non ci appartiene e offende il nostro modo di essere donne, mamme, mogli, signore del focolare domestico e guide insostituibili dei nostri ragazzi. Noi donne dobbiamo ricercare, come abbiamo sempre fatto, la parità nella diversità, che è una ricchezza. Tanina la Corte

In questo numero la Voce ha il piacere di pubblicare una poesia di una giovane poetessa : Chiara Maria La Corte, di anni 11 e frequentante la prima media. La poesia si intitola “L’otto marzo”. Donne vittime di schiavitù morte con virtù.

Quello che accadde fu vergognoso nell' 8 Marzo irrispettoso

Lavorarono giorno e notte e soffrirono con la morte,

innocenti ammalate e per il lavoro rovinate.

quella fabbrica scoppiata e per la vita indemoniata.

Quindi con delle mimose ricordiamo e mai più dimentichiamo. CHIARA MARIA LA CORTE

COMMEMORATO A TRAPANI ALESSIO DI GIOVANNI E’ stato commel’ispettrice Rosalba morato a Trapani, Anzalone che tanto sì nell’ambito delle ceriè spesa per la valorizmonie inerenti il 70° zazione e il rilancio anniversario della del Vate ciancianese e morte, il poeta, dramaltri studiosi del Poeta maturgo e romanziere della Vaplatani. AlberAlessio Di Giovanni. to Noto, cultore di traL’evento si è svolto zioni popolari, ha letto presso la sede dell’Asalcune poesie del di sociazione per la TuteGiovanni. la delle Tradizioni PoAssai gradita e apprezpolari del Trapanese. zata la testimonianza L’occasione è stata di Marisa Di Giovanni, offerta dalla presentanipote del Poeta, venuzione del saggio critita appositamente da co di Marco ScalabriFirenze, dove vive e no, insigne studioso trapanese, su ”La Racina di Sant’An- insegna. toni di Alessio Di Giovanni”, Ed Drepanum 2017. Ha Ha concluso i lavori della serata l’autore del saggio criintrodotto i lavori il presidente dell’Associazione prof. tico Marco Scalabrino. La Redazione Salvatore Valenti e ha proseguito illustrando il volume di Scalabrino, Eugenio Giannone, la cui relazione abbiamo (Nella foto da sx: Marisa Di Giovanni, Marco Scalabrino, Salvatore Valenti ed Eugenio Giannone ) pubblicato sul numero scorso de La V oce. Tra il numeroso e attento pubblico presente, anche


Ambiente & Sociale

La Voce di Cianciana

91° compleanno per il signor GIUSEPPE LA MATTINA festeggiato a Cianciana il 2 gennaio 2017 80° compleanno per il signor VINCENZO CIRAOLO, festeggiato a Cianciana il 5 febbraio 2017.

FOTO IN ALTO 89° compleanno per la signora GIUSEPPA PECORARO, vedova Ferrotta, festeggiato a Cianciana il 6 gennaio 2017

92° compleanno per la signora GIUSEPPA CASTELLANO, vedova Taglialavore, festeggiato a Cianciana il 18/01/2017. FOTO A SINISTRA 82° compleanno per la signora FILIPPA MANISCALCO (SANTO STEFANO QUISQUINA) festeggiato il 5 gennaio 2017


Letteratura

Numero 1– Febbraio 2017

NOZZE DI RUBINO O DI SMERALDO (40 ANNI) per i coniugi GIUSEPPE SALVATORE ABELLA E ANTONINA LA CORTE, festeggiate a Cianciana il 5 marzo 2017

Lu Cannalivaru (Il Carnevale) di Giovanni D’Angelo Carnevale: periodo festivo inquadrato tra il Natale e le Quaresima, iniziante, secondo le tradizioni, il 17 gennaio o il 2 febbraio e culminante nei balli, nelle strenne e nelle mascherate dell’ultima settimana. Carnevale: tempo di libertà nel poter mangiare la carne; passato questo tempo e cominciata la Quaresima, non è più permesso mangiarne; periodo di baldorie, godimenti, spensieratezze. Si aspettava questo periodo con ansia; già qualche mese prima si incominciava a fare progetti sul come passare il carnevale, cosa mangiare, quale figura carnevalesca rappresentare nella mascherata dell’ultima settimana. Tutti gli scherzi, sempre nei limiti della sopportabilità e del rispetto per il prossimo, erano permessi, (pì cannalivari ogni scherzu vali!); si sceglievano, con accuratezza, le famiglie presso cui andare a bussare per una visita, i conoscenti a cui indirizzare gli scherzi, gli amici con cui andare per le strade a divertirsi. I preparativi erano sempre curati e mirati, in considerazione delle possibilità delle famiglie che spesso contribuivano mettendo a disposizione quello che potevano; queste si riunivano, quasi sempre in casa di una coppia di nonni; spesso anche le due coppie con i rispettivi familiari, sovente a turno tra quelli paterni e quelli materni; le donne programmavano e sceglievano i cibi con cui imbandire la tavola in quel giorno particolare. Ancora non c’erano in commercio i vestiti preconfezionati da comprare o affittare per l’occasione; chi voleva partecipare alla manifestazione esterna, a fare baldoria per le strade del paese, senza essere conosciuto, doveva fare tutto da sè : prima scegliere la figura da rappresentare e poi allestirsi l’abito da indossare; a questo compito erano sempre a disposizione le donne di casa, la mamma e le sorelle, tutte preparate ed abili a lavorare di taglio e cucito.

La ricerca del personaggio da rappresentare era una scelta impegnativa, perché doveva essere il più somigliante possibile, ma nel contempo non farsi riconoscere dalle persone che osservavamo. Il non farsi riconoscere era, molto spesso, il movente che spingeva tanta gente a partecipare alla mascherata; tantissimi adulti, uomini che nella vita quotidiana svolgevano con serietà e rigore il loro abituale lavoro, donne avvezze ad accudire alla famiglia e alle faccende domestiche, in quella occasione trovavano un’occasione, una valvola di sfogo, per alleggerirsi delle scorie nervose accumulatesi durante l’anno. Per i ragazzi, il carnevale era qualcosa di più; tutte le feste li coinvolgevano, erano occasione di divertimento, di allegria di partecipazione, ma il carnevale li coinvolgeva in maniera totale. Alla fine un cenno di saluto con le mani, senza mai parlare, per non dare la possibilità di essere conosciuti. Alla fine il porta maschere ringraziava e salutava con molta cordialità, continuando a bussare alle porte delle famiglie conosciute e guidando la comitiva, per le strade del paese, fino a tarda sera. Era un’occasione unica, in cui si poteva andare in giro fino a sera tardi, con gli amici, per le strade del paese, riuscendo, molto spesso, a raggranellare qualche dolcetto, dalle persone cui facevano visita, quasi sempre parenti. Con indosso un travestimento che nascondeva le loro naturali sembianze, cosa questa che consentiva di toccare, spingere, rivolgere qualche parolina di critica o di apprezzamento a persone a cui nella quotidianità non era permesso farlo, guidati da un ragazzo più grande e conosciuto che fungeva da garante presentatore alle persone cui si faceva visita, giravano per le strade rumorosamente e “ncujtannu” chi si incontrava; nessuno si adombrava, tutto veniva preso con un sorriso sulle labbra, nella


Letteratura peggiore delle ipotesi si rispondeva con altra battuta simile, nessuno si sognava di reagire in maniera violenta. Era carnevale! La scelta del personaggio da raffigurare era sempre preparata tanto tempo prima; i ragazzi erano sempre indirizzati ad imitare personaggi visti sugli schermi cinematografici; Zorro, D’Artagnan, lo sceriffo o il Cow boy dei films western, erano i preferiti, ma richiedevano una elaborata preparazione, dato che necessitavano stoffe, lavoro di sartoria e, cosa indispensabile, le spade o le pistole, oggetti questi, che dovevano comperarsi e non erano di facile reperimento in paese. Sovente, per ottenere le armi per completare la divisa prescelta, si ricorreva al lavoro del falegname, sempre un amico di papà, che “accurdava l’addevu” riproducendo spade e pistole di legno, completandole, poi, con un colore adatto, tale da far sembrare le riproduzioni verosimili. In quel tempo, tantissimi ragazzi, se non riuscivano ad arrabattare il costume desiderato, dirottavano su vestimenti di fortuna, utilizzando qualche vecchia divisa di militare, o di usciere, o di semplice lavoratore, tutto andava bene, l’importante era avere il viso camuffato in maniera da renderne il riconoscimento difficile, quando impossibile. Il travestirsi per i ragazzi non era un problema, la spigliata fantasia dava immediatamente suggerimenti che rispecchiavano la realtà paesana, ricca di personaggi di tutte le estrazioni e categorie; allora si rappresentavano “ lu jmmirutu, lu scarparu, lu fallignami, lu vecchiu bacuccu, la sbindurata, lu zoppu” e tante altre figure maschili e femminili di cui la nostra società era generosamente suggeritrice ed a cui la fervida fantasia attingeva copiosamente. Gli adulti non erano da meno; per le strade del paese erano numerosissimi i gruppetti di maschere di adulti preceduti sempre da un “porta mascara, lu bastuneri”, cioè una persona adulta ben vestita ed a volto naturale, ben riconoscibile da tutti, che garantiva ed assicurava sulla identità e l’onestà delle maschere che guidava e presentava. Questi gruppetti circolavano per le strade, andando a fare visita a famiglie conosciute, ricevendo qualche “sfingia”che, se adulti, si accompagnava con un buon bicchiere di vino. Molte famiglie erano solite preparare una grande “suppera di sfingi” da offrire alle comitive di maschere che si presentavano; molti, che possedevano una radio con il giradischi, la sera, incominciavano a suonare mazurche e balli vari, per dare un segno, a chi passava, “ca dda si ballava”, cioè erano accette le comitive di mascherati ai quali si offriva di fare un ballo, oltre che “li sfingi e lu biccheri di vinu!” Numerose erano le comitive di maschere che bussavano a

La Voce di Cianciana quelle case, da cui arrivava la musica; qui trovavano accoglienza e possibilità di fare un giro di tango o di valzer. Tante famiglie, riunite per l’occasione, festeggiavano la ricorrenza mangiando spaghetti grossissimi, “la pasta zitu”, con la salsa di pomodoro, copiosamente coperto di “tumazzu grattatu”, il tutto riversato su un pianale di legno posto sul tavolo, “ lu scanaturi”, a cui, tutta la famiglia, seduta a tavola, attingeva con le mani nude, senza adoperare posate o altro; spesso, a seconda dello stato in cui si trovava la famiglia, ma per carnevale si faceva qualsiasi sforzo per completare la tavola e onorare la tradizione locale, attorno alla pasta erano sistemate dei pezzetti di gustosa salciccia cotta al sugo, che era una carezza per gli occhi e una prelibatezza per la gola. Quel giorno, nella quasi totalità delle famiglie, c’era solamente spensieratezza ed allegria, quanto meno si sforzavano di esserlo spensierati, sapendo benissimo che il domani avrebbe portato, come sempre, sacrifici, pensieri, e parsimonia. Dunque, condotti e guidati dal “porta mascari” si visitavano le famiglie; il conduttore bussava alla porta prescelta e alla consueta domanda “cu jè?” rispondeva “ c’è persmissu ca trasi ‘na mascara?” Quasi sempre il padrone di casa si presentava alla porta d’ingresso; con attenzione scrutava le maschere, che si trovavano in strada; l’attenzione principale era rivolta verso il porta mascara, che tradizionalmente era il garante delle persone irriconoscibili e che per la famiglia nulla, assolutamente nulla di male, sarebbe accaduto. Coppie di sposi, scambiatisi i vestiti, l’uomo indossava il vestito da sposa della moglie e la donna quello del marito; con dei baffoni dipinti col carbone ottenuto dal sughero bruciato e una coppola che conteneva e nascondeva i lunghi capelli lei, con una parrucca fatta di canapa, e tanto rossetto sul viso lui, seguiti da altre persone travisate, raffiguranti vari personaggi scelti dalla tradizione popolare, giravano, percorrendo le strade del paese, passando spesso dalla via principale, ove solitamente si andava a passeggiare o si andava in cerca di lavoro, o a discutere di affari di vario genere, decine e decine di maschere passeggiavano e si mettevano in mostra. Tanta gente, tantissime persone sui marciapiedi guardavano ed ammiravano tutti quei personaggi che passavano mettendosi in mostra con orgoglio: la fatina, lu sceriffo, lu pistoletu,lu medicu, lu surfararu, lu viddanu, lu sinzali, Zorro, D’Artagnan lu spataccinu, la coppia di sposi, tanti, tantissimi personaggi erano raffigurati dalle decine e decine di persone che quella sera volevano divertirsi; centinaia di persone quella sera erano in piazza ad ammirare quelle maschere che allietavano il carnevale e facevano dimenticare, per quella serata, i pensieri e le fatiche della


Letteratura

Numero 1 – Febbraio 2017

vita quotidiana. Questo era lo spirito della festa, il trovarsi riuniti in famiglia, con calore, affetto, amore, tra le immancabili grida dei ragazzini e quelle correttive delle mamme, che li richiamano; tra le rappresentazioni delle maschere che circolavano per le strade del paese, facendo, per qualche tempo, dimenticare le angosce, le ansie, le preoccupazioni, stati d’animo, questi, sempre presenti ed opprimenti; momenti di contatto con i propri simili, per le strade, nelle piazze e sui marciapiedi della via principale, a commentare la bellezza, la sgradevolezza, la fantasia, la tradizione, delle decine di maschere che passavano, buttando addosso agli astanti, miriadi di ”pittiddi”, di stelle filanti, che li avrebbero accompagnato per tutta la serata infiltrati tra i vestiti ed i capelli; avere le orecchie piene dalle grida delle centinaia di ragazzi e fanciulli, che in continuazione correvano e schiamazzavano per le vie del paese, “ncujtannu”, molestando, criticando, giocando, tra di loro e con le maschere, a comunicarci che la vita non è solo pensieri e preoccupazioni, ma anche allegria, spensiera-

tezza, divertimento, l’allontanarsi, anche, dagli schemi quotidiani, il gusto di trasgredire ciò che nella normalità non è permesso, che il futuro è lì, sempre presente tra di noi, con la loro freschezza, e con la loro gioia di vivere; ricordandoci, con un linguaggio che era il nostro e che abbiamo dimenticato, che il futuro è in loro, sono loro. Questo era il carnevale, un piccolo periodo dell’anno in cui tutto può realizzarsi, in cui tante cose possono compiersi senza provocare reazioni incontrollabili o sproporzionate; questo è il carnevale, il periodo, a volte, anzi spesso, molto breve, in cui “ tutto vale, tutto può essere fatto”, perché dall’indomani si rientra nella rigida, fredda, schematizzazione della vita, in cui il “carne-vale” non può più essere consentito, non “vale” più, incomincia il periodo della penitenza e delle privazioni. Tratto da Giovanni D’Angelo “C’era ‘na vota” (frammenti di memoria) Volume terzo. Nota di presentazione di Eugenio Giannone. Edizioni del Calatino, disegni di Vincenzo Ingravidi.

I PROGETTI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO, SEZIONE DI CIANCIANA GIORNATA DELLA MEMORIA, 27 GENNAIO 2017 Il giorno 27 gennaio 2017, per celebrare la Giornata della Memoria, gli alunni della scuola media di Cianciana hanno messo in scena una rappresentazione teatrale scritta e diretta dal prof. Giuseppe Sanzeri, dal titolo “STORIE DI DONNE DEPORTATE NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO“. La rappresentazione si è svolta al centro sociale di Cianciana. Sono intervenuti il sindaco di Cianciana Santo Alfano; l’assessore Marilisa Cammarata, la dirigente dell’istituto comprensivo Rosaria

Provenzano, il docente Alfonso Cacciatore. Hanno collaborato i docenti delle classi della scuola media, e per la musica il prof. Vincenzo Tarantino. Gli alunni hanno preparato dei cartelloni che sono stati affissi all’interno del centro sociale. Hanno suonato gli alunni: Salvatore Restivo, Giorgia Montalbano, Gaetano Marino, Francesco Traina, Alessio Maragliano. Hanno recitato: Loredana e Valentina Cucuzzella, Gaia Grassadonia, Francesca Comparetto, Daria Lionti, Sofia Mulè, Rosalinda Buggemi Sabrina Schembri, Giulia Ferraro, Omar D ’Ascoli, Alice Caramazza, Emil y Di Prazza. Giuseppe Grassadonia, Marta Panepinto, Letizia Virzì, Giulia Di Miceli, Manuela Busciglio, Gior gia Traina, Adelaide Gusci glio, Chiara La Cor te. La redazione

OTTO MARZO, FESTA DELLA DONNA Il giorno 8 marzo 2017, in occasione della giornata della si della scuola media. Gli alunni hanno preparato dei cardonna, al centro sociale di Cianciana si è svolta una con- telloni che sono stati affissi all’interno del centro sociale. ferenza/spettacolo organizzata dalla scuola media di Hanno suonato gli alunni: Salvatore Restivo, Giorgia Cianciana in collaborazione con il comune. La manifesta- Montalbano, Gaetano Marino, Francesco Traina, Alessio zione dal titolo “DONNA E’ AMORE, AMORE E’ Maragliano, Mirko Paturzo. Enzo Lo Monaco, Filippo DONNA” ha visto protagonisti gli alunni dell’istituto in Milillo e Fofò Martorana sono intervenuti cantando due una recita teatrale. Si è messo in evidenza come la donna canzoni tradizionali. Hanno recitato: Loredana Cucuzzeldà amore e si spende per gli altri e riceve amore. Sono la, Gaia Grassadonia, Daria Lionti, Giorgia Traina, Letiintervenuti il sindaco di Cianciana Santo Alfano; l’asses- zia Virzì Manuela Bosciglio, Sofia Mulè, Sabrina Schemsore Marilisa Cammarata; la dirigente dell’istituto com- bri, Emily Di Prazza, Valentina Cucuzzella, Giulia Ferraprensivo Rosaria Provenzano; i docenti: Alfonso Caccia- ro, Francesca Comparetto, Dalila Giannone, Alessandra tore, Ornella Vesco, Nella Montalbano. I testi e la dire- Scardino, Chiara La Corte, Giulia Di Miceli, Giada Ferrazione dello spettacolo sono stati curati dal prof. Giuseppe ro, Desirée Carubia, Serena Milioto, Alessia Castellano, Sanzeri che è stato collaborato dai proff. Cesare Gratino, Hoara Piazza, Nina Grassadonia, Adelaide Gusciglio. La redazione Vincenzo Tarantino per la musica e dai docenti delle clas-


Ricordando

La Voce di Cianciana

RICORDANDO IL SIGNOR GIUSEPPE GAMBINO Il 20 gennaio ultimo scorso è deceduto ad Alessandria della Rocca il signor Giuseppe Gambino, di anni 80, coniugato con la signora Giuseppina Cannata. Era nato a Cianciana il 29 marzo 1937 e per molti anni aveva vissuto nella città di Genova, dove gestiva un’officina meccanica e appunto la meccanica era stata la passione della sua vita. Gli consegnavo sempre le varie copie de La Vo-

ce di Cianciana a casa sua ad Alessandria della Rocca e in quelle occasioni avevo avuto la possibilità di ammirare nelle vetrine oggetti antichi puntualmente riparati da lui : sveglie, orologi etc. Nel numero di dicembre del 2012 de la Voce abbiamo pubblicato un articolo a lui dedicato dal titolo La Ciancianesina di Giuseppe Gambino che, per ricordarlo, volentieri riproponiamo ai nostri lettori.

LA CIANCIANESINA REALIZZATA DA GIUSEPPE GAMBINO Vedete questo strano veicolo della fotografia? E’ un autoveicolo della Piaggio, della Gilera? E’ stato costruito in Germania, in Francia, in Giappone o negli Stati Uniti? E’ stato progettato da ingegneri di quelle nazioni avanzate?. Macché! Esso è stato costruito, negli anni Settanta, da un nostro compaesano, il signor Giuseppe Gambino, nella sua officina di Genova, città nella quale ha vissuto per ben 37 anni. Tutto ciò per accontentare i nipoti di Cianciana Salvatore e Alfonso Campisi che desideravano una macchinina. Dopo la sua realizzazione la Ciancianesina, come l’ha chiamata il suo realizzatore, è stata spedita a

Cianciana con il treno e i nipoti hanno cominciato ad adoperarla, imparando a guidare, prima di prendere la patente. Tecnicamente si tratta di una Lambretta trasformata in tre ruote, due anteriori e una posteriore. Il cambio è a quattro marce tipo autovettura, con frizione, acceleratore e frenatura a cavetti su tutte le tre ruote. E’ un vero peccato che il signor Gambino non abbia pensato a brevettare la sua invenzione. Se l’avesse fatto, probabilmente la sua vita sarebbe cambiata e avremmo visto in circolazione questo tipo di veicolo tanti anni fa. Chissà! S.P.

E’ DECEDUTO ILPROFESSOR PASQUALE TALLO Il 2 febbraio ultimo scorso tutta la popolazione ciancianese è stata colpita dallo sgomento, avendo appreso la triste notizia dell’improvvisa scomparsa del professor Pasquale Tallo, conosciuto da tutti. Quella mattina Pasquale si era alzato di buonora per salutare la figlia Rita, in partenza per Palermo per sostenere un esame all’Università. Poco dopo è stato colpito da malore, soccorso dalla moglie Laura che immediatamente ha chiamato il medico di famiglia. Nonostante l’aiuto, per Lino non c’è stato niente da fare. La notizia si è immediatamente propagata, lasciando tutti nello sgomento e nell’incredulità. Egli non fumava, non beveva e faceva attività fisica, recandosi spesso in campagna o nei boschi alla ricerca di asparagi, finocchi, lumache etc. Era nato ad Alessandria della Rocca il 16 dicembre 1955. Dopo il matrimonio con la signora Laura la coppia si era trasferita per motivi di lavoro in Piemonte e in quella terra sono nati i figli Rita e Joseph. Dopo alcuni anni la famiglia decise di ritornare in

Sicilia. Così, dopo un breve soggiorno a Bivona, i Tallo presero residenza in Cianciana dove costruirono una bella ed accogliente casa. Ma chi era Pasquale nell’opinione delle persone? Un’ottima persona, disponibile, leale, socievole e di conseguenza inserito da protagonista nel tessuto sociale ciancianese. Frequentava la parrocchia, era socio attivo della Pro Loco ed era diventato dirigente a livello provinciale del sindacato Uil Scuola, distinguendosi per impegno e professionalità. La porta di casa sua era sempre aperta per aiutare il prossimo, senza limiti di tempo o di orari. Nelle grandi e nelle piccole occasioni di ritrovo, amava dare sfogo alla sua passione culinaria, realizzando delle torte, dei dolci o altre pietanze. Al suo funerale hanno partecipato tantissime persone non solo di Cianciana e di Alessandria ma anche dei paesi viciniori. Il professore Tallo è stato tumulato nel cimitero di Bivona. Ciao Lino, ci manchi tanto, non ti dimenticheremo mai! S.P.


News

Numero 1 - Febbraio 2017 E’ DECEDUTO IL PROFESSOR GAETANO TERMINI

Era nato a Cianciana il 7 febbraio 1955. Dopo il matrimonio con la signora Maria Medardo, avvenuto nell’agosto del 1986, i coniugi sono partiti alla volta di Bergamo per lavorare nelle scuole come insegnanti. Nella città lombarda essi hanno trascorso dei begli anni in compagnia dei paesani che si trovavano al Nord per lavorare! Dopo qualche anno Gaetano è passato di ruolo come insegnante di laboratorio di meccanica. La nostalgia della Sicilia era tanta, così nel 2000 Gaetano e Maria hanno fatto domanda di trasferimento per Bagheria . Gli anni sono trascorsi in maniera serena fino al 10 gennaio 2017 Quel giorno Gaetano si trovava a scuola in ufficio; dopo aver preso un caffè con un

collega ha accusato un forte mal di testa e si è accasciato sulla sedia perdendo i sensi! L'intervento del 118 è stato tempestivo. È stato trasferito all' ospedale Buccheri la Ferla! Sottoposto ad una tac i medici hanno evidenziato rottura di aneurisma e conseguente emorragia cerebrale! Purtroppo egli è rimasto in pronto soccorso senza ricevere alcuna cura fino alle 19:30 poiché non vi erano posti in rianimazione! Alle 19:30 è stato trasferito all’Ospedale Civico di Palermo e sottoposto ad una prima operazione a cui ne seguirà un'altra nel cuore della notte! Dopo le operazione Gaetano è entrato in coma irreversibile e giorno 12 alle ore 9:48 viene constatata la morte celebrale! Nel rispetto della volontà di Gaetano, la moglie e la figlia decidono di donare gli organi. Grazie a questo nobile gesto tante persone sarebbero potute tornare alla vita, dopo tante sofferenze, tra cui una bambina di tre anni! Le offerte in suo suffragio donate dai ciancianesi sono state devolute dalla famiglia alle associazioni molto care a Gaetano, nello specifico ad Emergency di Gino Strada e all’Associazione palermitana di Biagio Conte. Dopo la cremazione, Gaetano è stato tumulato nel cimitero di Cianciana. S.P.

Cittadino, se non vuoi essere complice degli usurai sappi che… IL DEBITO PUBBLICO NON SI PAGA! Con questo articolo cerchiamo di spiegare al cittadino italiano il grande imbroglio e la truffa che si nasconde dietro il debito pubblico; vi diciamo subito che i dati qui riportati sono, per forza di cose, approssimativi, ma il metodo preso in atto è scientifico e comprovato. Iniziamo dicendo che il debito pubblico italiano è attualmente intorno alle 2240 miliardi di euro, mentre esso era di circa la metà 16 anni addietro, era intorno agli anni 2000 di circa 1120 miliardi di euro. Vi ricordiamo adesso che l’Italia paga solo di interessi circa 80/85 miliardi di euro l’anno, quindi più di quanto era il debito iniziale. SVELIAMO L’IMBROGLIO L’imbroglio sta nel fatto che lo Stato paga questi interessi a delle banche che sono in mano a grandi finanzieri e speculatori privati, banche estere, BCE, Fondo monetario internazionale, i quali non sono né più né meno di come è oggi la banca d’Italia e cioè nelle mani dei privati che sono dietro le varie banche che la detengono. Dunque, interessi che non sono dati a fondi nazionali e statali pubblici o in mano alla comunità europea altrettanto pubblica con i quali, dai dati sopracitati, l’Italia avrebbe già estinto il proprio debito e dai quali a sua volta potrebbe attingere in futuro per altri nuovi prestiti. Ma bensì a banche che sono in mano a privati ,che si fanno pagare gli interessi dagli stati che a loro volta si rifanno sui cittadini con tasse e imposte varie; questo è un circolo vizioso che porta al fallimento degli stati e all’impoverimento dei cittadini, arricchendo, nello stesso tempo, un pugno di usurai e truffatori senza né Dio né morale. QUINDI!!! Rifiutarsi di pagare il debito pubblico tramite un referendum (COSA AVVENUTA GIA’ IN ISLANDA nel marzo del 2010, vinto con il 93% dei consensi e attuato) non è soltanto un aspetto tecnico, perché da come abbiamo già visto è stato pagato e strapagato il debito iniziale, ma è un dovere morale e civile per evitare di essere complici di questi usurai e truffatori e dei loro tirapiedi, cioè i governi e le banche. Quindi rifiutiamoci di partecipare a questa enormità di ingiustizia, a spese del popolo italiano, perché ciò sarebbe un comportamento fuorilegge e le cose fuorilegge non si fanno, ripetiamo, se non vuoi essere complice di questi usurai e truffatori che ci stanno affamando. Cianciana 13 gennaio 2017

Antonino La Porta

PROSEGUE OTTIMAMENTE, PRESSO L’ASSOCIAZIONE GIRASOLE, IL CORSO DI PITTURA FINANZIATO DALLA ROTARY FOUNDATION

Prosegue, presso la sede dell’Associazione Girasole di Cianciana, il corso di pittura, iniziato nel mese di novembre e finanziato dalla Rotary Foundation e dal Rotary Club di Bivona. I ragazzi, guidati dal professor Danilo Todaro, continuano a fare dei sensibili miglioramenti e già essi hanno cominciato a lavorare su tela. Ogni mercoledì il laboratorio è in pieno fermento e migliora sempre più, oltre che la manualità, la socializzazione. Il corso si concluderà intorno al 20 di aprile con una bella mostra dei lavori realizzati. S.P.


Attualità

La Voce di Cianciana

CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLA SALVAGUARDIA DELLE SPECIE MIONORI Mercoledì 14 dicembre 2016, presso l’Aula Magna dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo, si è tenuto un corso di aggiornamento che si è concluso con una tavola rotonda sul tema “Aspetti sanitari e salvaguardia delle specie minori” (coniglio). Nell’occasione è stata invitata anche la nostra Presidenza regionale e all’incontro ha partecipato il vice presidente Girolamo Pace. Sono stati esaminati alcuni aspetti relativi all’allevamento della specie, all’attività di conservazione e della salvaguardia delle specie minori, alle attività da svolgere per il supporto della specie, ai piani di autocontrollo, alla valutazione del rischio sanitario, alla malattia virale degli agomorfi, con l’importante intervento del dottor Antonio Lavazza dell’Istituto Zoofilattico Sperimentale di Brescia che, grazia all’iniziativa in collaborazione con l’Assessorato Regionale Faunistico della Sicilia, è riuscito a scoprire un nuovo virus denominato RHDV2, che dal 2010 si è trasformato ed ha causato la moria di esemplari del coniglio siciliano, potendo così sperimentare un nuovo vaccino, della durata di circa un anno, di nome Evarac, la cui ditta produttrice è l’Hipra. Il dottor Lavazza ha spiegato che i lavori continueranno

allo scopo di ottenere un vaccino per poter debellare definitivamente questa malattia che colpisce i nostri conigli, in collaborazione con altri scienziati della Spagna dove si è verificato lo stesso problema. Tutto ciò è nato grazie ad un incontro svoltosi circa un anno fa fra il dirigente regionale dottor Salvatore Gufo, Responsabile della Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Faunistico della Regione Sicilia, e i Dirigenti regionali dell’Anuu Migratoristi Girolamo Pace e Sebastiano Valfrè, a seguito di una manifestazione cinofila in cui veniva ancora una volta sollevata la grave problematica del coniglio selvatico siciliano e in cui si auspicava una reciproca collaborazione per il prelievo della specie subito dopo la morte per cause virali, nell’aperta campagna, per poterla studiare. E così, dopo il prelievo da parte del nostro dirigente regionale Girolamo Pace e la al dottor Gufo, tutto è stato inviato all’Istituto Zoolilattico di Brescia per il tramite dell’Assessorato Regionale Faunistico. Il Presidente regionale Anuu Migratoristi Sebastiano Valfrè

VISITA A CIANCIANA CON SCAMBI CULTURALI Nel mese di gennaio 2017, il presidente del gruppo Cornedo Vicentino Anuu migratoristi italiani, Denis Vigolo ed il consigliere Luca Caramella hanno incontrato il presidente provinciale di Agrigento Girolamo Pace. Nel corso dell’incontro tantissimi sono stati gli argomenti trattati, dalla legge 157/92, alla legge regionale Sicilia 33/97. Hanno partecipato al dibattito anche Gaetano Fiorino, Franco Cicchirillo i fratelli Milioto, Angelo e Gerlando, Filippo e Simone. Il lungo dibattito si è soffermato su un punto in particolare : la moria dei conigli in Sicilia. Il presidente Girolamo Pace ha detto di avere fornito i conigli morti, collaborando con l'assessorato, nella persona del dott Gufo, Dirigente del serv. 7 faunistico venatorio, e con il responsabile per le malattie virale dei lagomorfi, dottor Antonino Lavazza. Grazie a tutta questa operazione, si è scoperto un nuovo vaccino. Franco Cicchirillo, vice presidente della nostra associazione ha organizzato una cena conviviale, accompagnata da un vino tradizionalmente casareccio. Viva la caccia! Girolamo Pace.

SOSTENITORI DE “LA VOCE DI CIANCIANA” La redazione della Voce di Cianciana esprime la propria gratitudine a tutti coloro i quali hanno dimostrato il loro attaccamento al giornale rinnovando l’abbonamento PER L’ANNO 2017. Un sentito ringraziamento è indirizzato ai SEGUENTI SOSTENITORI : CIANCIANA : pr ofessor Giovanni D’Angelo, avvocato Salvatore Re, imprenditore Alessio Maragliano, professor Pasquale Tallo, maestro Piero Carubia, signora Mariella Bonanno in D’Anna, maestra Angela Salvo; ITALIA : dottor Antonino Per zia–Mazara, signora Rosa Cuffaro Gaglio-Agrigento, signor Vincenzo Marino-Merate, signor Onofrio La Corte-Como, signora Angela Campisi-Alfano–Cernobbio, dottor Filippo Bavuso Volpe-Brusaporto, signor Giuseppe Bellanca-Cernobbio, signor Vincenzo Caltagirone, via Roma Maslianico; signor Michelangelo Maragliano-Monticelli, signora Antonina Gambino-Civezza, dottor Ignazio Lo Monaco-Venezia;


Notizie dall’anagrafe

Numero 1 – Febbraio 2017

ESTERO : signor a Domenica Castellano-Australia, signor Vincenzo Miceli-Belgio, signor Giuseppe Savarese-Belgio, signora Ninfa Pensato (Canada), signor Giuseppe Di Stefano (Canada), signor Giuseppe Gambino (Canada), signor Ignazio Attardo (Francia), signor Rocco Chiodo (Francia), signor Gerlando Burgio (Inghilterra), signor Antonino Soldano (Inghilterra), signor Liborio Genuardi (Inghilterra).

NOTIZIE DALL’ANAGRAFE GLI EVENTI LIETI : NASCITE

Gemelli Luca e Mattia Ferraro di Davide e di Letizia Miserandino, nati a Sciacca il 12 gennaio 2017 Francesco Montalbano di Antonio e di Rosalinda Reina, nato ad Agrigento il 21 gennaio 2017 Antonella Zaffuto di Gaetano e di Sofia Parla, nata a Sciacca il 18 febbraio 2017 Leon Greco Ferlisi di Salvatore e di Giuseppina Perzia, nato ad Agrigento il 20 febbraio 2017

GLI EVENTI TRISTI :

DECEDUTI

Antonina Campisi, vedova Francesco Savarese, nata a Cianciana il 6 maggio 1926, deceduta il 3 gennaio 2017 Pietro Gattuso, coniugato Maria Colletti, nato a Cianciana il 31 ottobre 1928, deceduto il 18 gennaio 2017 Vincenzo La Corte, coniugato Teresa D’Angelo, nato a Cianciana il 18 aprile 1926, deceduto il 24 gennaio 2017 Giuseppe Pulizzi, nato a Cianciana il 2 maggio 1932, deceduto il 28 gennaio 2017 Professor Pasquale Tallo, coniugato Laura Bullara, nato ad Alessandria della Rocca il 16 dicembre 1955, deceduto il 2 febbraio 2017 Maria Filetti, coniugata Michele Ciraolo, nata a Santo Stefano Quisquina il 2 febbraio 1972, deceduta il 5 febbraio 2017 Rocco Leo, vedovo Vincenza Cannatella, nato a Cammarata il 23 marzo 1926, deceduto il 15 febbraio 2017 Santo Cunsolo, coniugato Orsola Conti, nato a Cianciana il 6 gennaio 1928, deceduto il 21 febbraio 2017 Rosalia Lentini, coniugata Alfonso Montalbano, nata a Sciacca l’otto ottobre 1933, deceduta il 2 marzo 2017 Leonarda La Corte, vedova Gaetano Carota, nata a Cianciana il 18 marzo 1933, deceduta l 5 marzo 2017 Giuseppe Soldano, coniugato Giuseppa Losi, nato a Cianciana il 14 marzo 1931, deceduto il 7 marzo 2017 Anna Pendino, coniugata Silvestre Acquisto, nata a Cianciana il 16 febbraio 1940, deceduta il 14 marzo 2017

DECEDUTI FUORI CIANCIANA

Giuseppa Nuara, vedova Taormina, nata a Cianciana il 10 febbraio 1933, deceduta a Wolksburg (Germania) il 7 gennaio 2017 Giovanni Cammarata, coniugato Carmela Montalbano, nato a Cianciana il 13 gennaio 1935, deceduto a Chambery (Francia) il 18 febbraio 2017 Professor Gaetano Termini, coniugato Maria Medardo, nato a Cianciana il 7 febbraio 1955, deceduto a Palermo il 12 gennaio 2017 Pasquale Alba, coniuge Rosanna, nato a Cianciana il 5 marzo 1931, deceduto a Termini Imerese il 19 febbraio 2017 Maria Citronella coniugata con Antonino Basilico, nata a Cianciana il 10 agosto1943, deceduta a Pretoria (Sud Africa) il 10 luglio 2016 Giuseppe Gambino, coniugato Giuseppina Cannata, nato a Cianciana il 29 marzo 1937, deceduto ad Alessandria della Rocca il 20 gennaio 2017 Sebastiano Carubia, coniuge Taniona, nato a ad Alessandria della Rocca il 23 giugno 1933, deceduto in Svizzera il 27 febbraio 2017 Antonino Gambino, nato a Cianciana il 19 agosto 1931, deceduto a Genova il 3 marzo 2017 Anna Piazza, coniugata Vincenzo Caltagirone, nata a Cianciana il primo agosto 1949, deceduta a Como il 13 marzo 2017

Gaetano Schembri, nato a Cianciana il 13 ottobre 1927, deceduto a Londra il 21 dicembre 2016

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La Voce di Cianciana

Numero 1– Febbraio 2017

IL CARNEVALE A CIANCIANA

Dopo le ultime edizioni un po’ sotto tono, molto vivace e partecipato è stato quest’anno il carnevale ciancianese, con tante belle maschere e con molta spensieratezza. Tre sono state le sfilate lungo il percorso da Piazza Alessio Di Giovanni a piazza Aldo Moro, attraversando il Corso Cinquemani Arcuri e il corso Vittorio Emanuele, sabato 25, domenica 26 e martedì 28 febbraio. Molto bello e di ottima fattura è stato il carro allegorico “Cianciana City”, realizzato da un copioso numero di giovani con la guida di Salvatore Frisco e che ha voluto dare risalto al fenomeno della presenza a Cianciana di parecchi stranieri che hanno acquistato casa a Cianciana. Anche gli alunni dell’Istituto comprensivo di Cianciana hanno avuto il loro carnevale, con una bella sfilata che ha avuto luogo nella mattinata di martedì grasso lungo le vie principali della nostra cittadina e conclusasi in piazza Convento. LE ORIGINI DELLA FESTA PIÙ MATTA DELL'ANNO! La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ovvero " eliminare la carne " poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (il martedì grasso) prima del periodo di astinenza e digiuno dettato dalla Quaresima durante la quale poi a nessuno era concesso di mangiare carne! Il carnevale è una festa legata al mondo cattolico e cristiano, anche se le sue origini vanno ricercate in epoche molto più remote: i Saturnali della Roma antica o le feste dionisiache del periodo classico greco. Durante queste festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il povero, e scomparivano così le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l'ordine tornavano a dettare legge nella società. Il proverbio associato al carnevale, derivato dall'antico detto latino " semel in anno licet insanire " (una volta l'anno è lecito impazzire), la dice lunga! S.P.


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