La voce di cianciana n3 giugno2006

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Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 3 – Giugno 2006

100 CANDELINE PER ANTONINA BELLANCA LU CARZIRI DI CIANCIANA CIANCIANA 2000 CONQUISTA LA PROMOZIONE GIONANNI PANEPINTO DEPUTATO ALL’ASSEMBLEA SICILIANA LE POESIE DI GISELLA MONTALBANO DARIO CASTELLANO I° NEL CAMPIONATO REGIONALE

IN QUESTO NUMERO Onorificenze per Miguel A.Milano e F. Ciraolo

Pag. 2 Italiani : patrioti o matrioti? di FDM

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I 100 anni di Antonina Bellanca

Pag. 3 Case in festa

Pag.8

Giovanni Panepinto eletto deputato regionale

Pag. 3 Frammenti di vita vissuta di FDM

Pag.10

Cianciana 2000 conquista la promozione

Pag. 4 La corda di D. Panepinto - Maggio Siciliano

Pag.11

Dario Castellano I° al torneo regionale di ciclismo

Pag. 4 Mi chiedo...di Anzalone - I lavori degli alunni Pag.12

Le poesie di Gisella Montalbano nel Salotto

Pag. 5 Intervista a Gabriella Ebano di E. Giannone

Carziri di Cianciana di Gaspare D’Angelo

Pag. 6

Anagrafe - Elezioni pag. 15 - Sostenitori

Pag.14 Pag.16

Anno Scolastico 1968/69 - Cl. IV Sez. B – Insegnante Rosa Motta – Scuola Elementare E. De Amicis – Cianciana

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M Seconda fila in piedi da Sinistra: Gaspare Tagliarino, Salvatore Piazza, Gaetano Baiamonte, Gaetano Romeo, Alfonso Martorana, Giuseppe Di Nolfo, Giuseppe Lo Bue, Angelo Bondì; Prima fila in ginocchio da Sinistra: Angelo Alba, Angelo Alba, Giovanni Zaffuto, Angelo La Corte, Alfonso Perzia, Antonino La Corte, Stefano Bosciglio.

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Numero 3 - Giugno 2006

La Voce di Cianciana Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana. Anno VI, numero 3 - Giugno 2006 Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico e fotografico Filippo Mattaliano, Stefano Panepinto Studio immagine Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Gaspare D’Angelo, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Judith Evans, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Alfonso Salamone. Direzione e Redazione: via Cavour, 3 92012 Cianciana (AG) Italy. Tel. 0922-987.462 E-mail Se volete inviarci un messaggio via e -mail, chiamate al numero di telefono in alto. Vi sarà comunicato l’indirizzo. Conto Corrente Postale n° 17905977 Conto Corrente Bancario: vedi pagina 16 ! Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001.

La Voce di Cianciana IMPORTANTISSIME ONORIFICENZE PER DUE ARGENTINI DI ORIGINE CIANCIANESE

FERNANDO CIRAOLO HA RICEVUTO LE INSEGNE DELL’ORDINE DELLA STELLA DELLA SOLIDARIETA’ ITALIANA. MIGUEL ANGEL MILANO E’ STATO INSIGNITO CON IL TITOLO DI CAVALIERE DELL REPUBBLICA ONORIFICENZE DEL 2 GIUGNO Rosario (Argentina) Il 2 giugno 2006, nel corso dei festeggiamenti per il 60° anniversario della Repubblica italiana, sono state consegnate dal Console Generale di Rosario (Argentina) Claudio Miscia le onorificenze conferite dalla Presidenza della Repubblica ad esponenti della nostra collettività che si sono distinti per merito. I connazionali insigniti del grado di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana sono stati la compianta Idria Meacci, la cui onorificenza è stata ritirata dalla figlia, Salvatore Santoro ed Eugenio Gambino Carloni. Hanno invece ricevuto le insegne dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana il Maestro FERNANDO CIRAOLO, di origini ciancianesi ed abitante a Rosario ed Ezio Mario Remo Daldoss, fregiati del titolo di Commendatore, mentre l’avvocato di origini ciancianesi Miguel Angel Milano, anch’egli abitante a Rosario, Giacomo Galli, Danilo Petrucci e Carmine Nicola de Ninis, sono stati insigniti del grado di Cavaliere. Ordine al Merito della Repubblica Italiana (OMRI) Istituito nel 1951 (Legge 3 marzo 1951, n. 178), è il primo fra gli Ordini nazionali ed è destinato a ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari. Il Presidente della Repubblica è anche Capo dell'Ordine, che è suddiviso nei seguenti gradi onorifici: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere. I colori dell'Ordine sono il verde e il rosso. Ordine della Stella della Solidarietà Italiana (OSSI) Fu il primo ad essere istituito nel 1947 (D. L. 7 gennaio 1947, n. 703), quale particolare attestato a favore di coloro, italiani all'estero o stranieri, che abbiano specialmente contribuito alla ricostruzione dell'Italia. Nel 2001 l’Ordine è stato rilanciato per espresso desiderio del Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Il Presidente della Repubblica è anche Presidente dell'Ordine, che è suddiviso in tre gradi onorifici: Grande Ufficiale, Commendatore, Cavaliere. I colori delle insegne sono il rosso, il bianco e il verde. S.P.

Spedizione a regime libero. Autorizzazione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commerciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori, che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2006 - Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.

Nella foto da sinistra il Cavaliere Avvocato Miguel Angel Milano ed il Commendatore Maestro Fernando Ciraolo.

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Numero 3—Giugno 2006

La Voce di Cianciana

UN SECOLO DI VITA PER ANTONINA BELLANCA, VEDOVA DI GAETANO ABELLA

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esta grande a Cianciana il 18 maggio ultimo scorso: i figli, le nuore, il genero, i nipoti, i pronipoti, alcuni dei quali sono venuti dall‟estero, e tutta la comunità ciancianese si sono stretti attorno alla signora Antonina Bellanca che, in discreta salute e in piena lucidità, ha raggiunto il ragguardevole traguardo del centesimo anno di età. La nonna di Cianciana si è recata nella Chiesa Madre, gremita da tante persone, dove, alla presenza delle autorità del nostro paese, è stata concelebrata una Messa da padre Salvatore Fiore, da padre Gambino e da padre Ferraro. Un folto gruppo di alunni della scuola primaria ha voluto donare alla longeva signora un omaggio floreale, mentre il sindaco di Cianciana On. Salvatore Sanzeri ha regalato una collana, dopo aver ricordato gli episodi salienti di la „za Nena. Terminata la Messa i partecipanti si sono recati all’Antico Ristoro per il rinfresco e per l‟immancabile torta. Di temperamento spartano, la vita non è stata certo facile per Antonina, testimone di un secolo di cambiamenti che hanno portato il nostro paese da un‟arcaica società contadina all‟odierna società tecnologica. Lei ha visto lentamente arrivare il treno, l‟elettricità, gli elettrodomestici, la trebbiatrice, i tratto-

ri, il telefono, la televisione etc, che hanno profondamente trasformato la nostra vita. Antonina si è relazionata con l‟economia ciancianese nella sua interezza. Sposata all‟età di 20 anni con Gaetano Abella ha avuto quattro figli, i compianti Alfonso e Giuseppe recentemente scomparsi, Francesco e Calogera che insieme al marito amorevolmente la accudiscono nella casa di Salita Cammarata. Con il marito ha lavorato a lungo nei campi, per procacciare il sostentamento per la famiglia. Alla durezza dei tempi per Antonina si è aggiunta una tragedia familiare, la perdita in giovane età del marito, avvenuta nell‟agosto del „45, subito dopo la guerra. Dopo questo triste avvenimento, per sfamare la famiglia, insieme alla figlia Calogera, ha svolto l‟attività di panificatrice e ciò fino all‟età di 60 anni, quando ha ottenuto la pensione sociale. Antonina è stata legata altresì al mondo della miniera : i figli Francesco e Giuseppe sono stati carusi, il figlio Alfonso vagonaro e tutti ricordano la sua partecipazione all‟occupazione delle miniere avvenuta nel 1953. La signora ha vissuto anche in Inghilterra dove si erano trasferiti i figli, sempre disponibile a dare una mano per aiutare la famiglia. Salvatore Panepinto

GIOVANNI PANEPINTO ELETTO DEPUTATO ALL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA Giovanni Panepinto, segretario e direttore generale nel comune di Favara, classe 1961, è nato a Bivona. Coniugato con la maestra Giovanna Raffa, da alcuni mesi abita a Cianciana. Ha frequentato il Liceo Classico negli anni della contestazione politica del ‟70. Consigliere comunale a soli 21 anni, a 25 era assessore e diventerà sindaco del suo paese a soli 32 anni con il 52% dei voti, riconfermato nel 1997 con il 79 %. Alla guida del comune per nove anni affronta e risolve molti problemi come il sistema irriguo per la coltivazione del prodotto tipico locale, la pesca, consentendo il raddoppio delle aree coltivate e avviando la promozione del prodotto stesso in ambiti sia regionali e locali (Sagre e pubblicità). Giovanni Panepinto ha avuto un ruolo importante nel processo che lega L‟Università al territorio e che ha portato, a Bivona, alla istituzione del Corso di Laurea in Scienze forestali e successivamente alla creazione del polo universitario naturalistico. Ha animato e coordinato l‟ideazione e la realizzazione di alcuni progetti per lo sviluppo locale, legati alle opportunità che si sono presentate nel tempo. Nel 1999 viene eletto Presidente di una Agenzia di Sviluppo locale (S.M.A.P. Spa) dai sindaci di altri 12 comu-

ni dell‟entroterra agrigentino e promuove due patti territoriali, uno generalista e uno agricolo, entrambi finanziati con 150 miliardi di lire, che ha dotato il territorio di 10 strutture agrituristiche e 28 caseifici. Nel 2001 ha promosso il PIT n:23 ottenendo un finanziamento di 35 milioni di euro a favore del recupero del patrimonio artistico dei 12 comuni e delle imprese del territorio. Nel mese di aprile Panepinto ha promosso il “Distretto Produttivo dei Monti Sicani – Settore Lattiero Caseario” insieme alla “Associazione Platani”, all‟Unione dei Comuni della Valle del Sosio e all‟Agenzia di programmazione e Gestione Territoriale ed Ambientale della Valle del Torto e dei Feudi. Giovanni è stato nominato anche rappresentante legale del Distretto dei 12 Comuni aderenti : Alessandria, Bivona, Burgio, Cammarata, Casteltermini, Cianciana, Lucca Sicula, S.Biagio P. San Giovanni Gemini, Sant‟Angelo Muxaro, Santo Stefano Quisquina e Villafranca Sicula. Al neo- deputato regionale Giovanni Panepinto tutto lo staff della Voce di Cianciana formula i migliori auguri per un impegno indefesso in favore del nostro territorio per la sua crescita economica, culturale e sociale. S.P.

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CIANCIANA 2000:MISSIONE COMPIUTA!

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I BIANCOVERDI CONQUISTANO LA PROMOZIONE

l Cianciana vince il Play-off e conquista la seconda promozione consecutiva, passando in soli due anni dalla II categoria alla Promozione. Mister Scalia ha mantenuto la promessa, fatta durante i primi allenamenti due anni fa, quando quasi scherzando ebbe a dire alla squadra : “ Con questo gruppo fra due anni giocheremo in promozione”. Dopo la mezza delusione del primo posto perso nelle ultime giornate, la squadra del presidente Paturzo (tre promozioni in quattro anni da quando è presidente), si rifà con gli interessi vincendo prima il Play-off del proprio girone, nella relativamente facile semifinale contro il Palermo S.R.L, regolata con due gol del capitano Alfano, che hanno messo subito fuori causa i palermitani, anche se al Cianciana bastava il pareggio, in virtù del miglior piazzamento in campionato. Al cardiopalma invece la finale del girone disputata sul neutro di Favara contro il Campobello di Licata. La partita è stata una vera e propria battaglia fino all‟ultimo respiro, con i campobellesi che si portano in vantaggio, dopo due dei sette minuti di recupero concessi dall‟arbitro, e mentre tutti in tribuna si disperavano, visto che al Cianciana bastava il pari, ecco arrivare al 98‟ il gol di Cavalca che ci proiettava verso la finalissima. L‟ultimo atto di questo avvincente trhiller va di scena a Corleone, paese designato ad ospitare lo spareggio finale tra Cianciana e Capaci. Gli spalti sono gremiti, i tifosi di

entrambe le squadre realizzano coreografie degne di un derby di serie A. I Ciancianesi sono costretti a cambiare

approccio alla gara, in considerazione del fatto che non ci sono più per loro due risultati utili, ma resta solo la vittoria, ed è VITTORIA! 2-1 con reti di Guddemi e D‟Anna. Verso le sette di sera del 14 maggio, dalla piazza del paese si sente in lontananza uno strano rumore che si avvicina sempre più. E‟ il rumore dei clacson delle auto dei dirigenti e dei tifosi che tornando da Corleone, sfilando allegramente in paese per festeggiare la meritata PROMOZIONE. Alfonso Salamone

CICLISMO – DUE CIANCIANESI AL PRIMO E AL SECONDO POSTO

DARIO CASTELLANO VINCE IL CAMPIONATO REGIONALE DI CICLISMO, CATEGORIA DEBUTTANTI. ALLA PIAZZA D’ONORE SAVERIO RAGONA

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‟Associazione Ruota Libera Olimpia colpisce ancora. Dopo il terzo posto conquistato da Liborio Curaba nella scorsa stagione, quest‟anno essa riesce a piazzare due tesserati : Dario Castellano (di Domenico e di Rosa Diliberto) classe 1991 e Saverio Ragona (di Salvatore e di XXXXXX Montalbano) ai primi due posti della categoria debuttanti, nel 10° Campionato Siciliano Gran Fondo Strada. IL campionato si è articolato in tre tappe: la prima si è svolta a Patti (Messina) il 23 di aprile su un percorso di 120 chilometri, dove Castellano è arrivato 7° e Ragona 8°; la seconda gara si è svolta a Modica (Ragusa) il 7 maggio su un percorso di 130 chilometri ed ha visto Ragona salire sul podio al 3° posto e Castellano appena dietro: la terza ed ultima tappa si è svolta a Ribera ed ha visto tagliare il traguardo Dario Castellano (foto a destra) che, grazie a questa vittoria di tappa, si è aggiudicato anche il primato in classifica generale. Pagina 4


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In classifica generale, cioè per tutte le categorie, il primo dei ciancianesi è ancora una volta il capitano Filippo Giannone, 72° su 412 partecipanti, seguito da Castellano 80°, Ragona 120°, Giovanni Liguori ( uno dei quattro bisacquinesi tesserati con la squadra ciancianese) 103°, Piero Di Miceli 180°. Dario Castellano è nato a Santo Stefano Quisquina l‟8 settembre 1991, è studente del primo anno di ragioneria a Bivona. E‟ entrato a far parte dell‟Associazione Ruota Libera Olimpia nel 2005 cominciando a gareggiare solo quest‟anno con eccellenti risultati, considerando che riesce ad allenarsi solo un paio di volte a settimana, percorrendo una media di circa 120 chilometri. Alfonso Salamone

ANCORA UNA PIACEVOLE SORPRESA PER LA VOCE

IL SALOTTO DELLA POESIA HA IL GRANDE PIACERE DI OSPITARE ALCUNE COMPOSIZIONI POETICHE DI GISELLA MONTALBANO Pubblichiamo con piacere alcune composizioni poetiche di Gisella Montalbano che, assieme alla famiglia, ci legge in Sud Africa, terra dove è nata e risiede. Le poesie di Gisella rivelano freschezza e sentimenti semplici e genuini, velati a volte da una nota di tristezza, legate alla scomparsa del fratello Angelo, avvenuta pochi anni fa. Una poesia è scritta in inglese, ma la nostra amica dimostra di possedere ancora la lingua del cuore, la nostra, il siciliano che la lega alle comuni radici. M.G. 10/11 SETTEMBRE 2003 L’ALLIGRIA Fara` un annu dumani L‟alligria e` intra di natri, ca la nostra gioia divinta` tristizza, nun e` na cosa ca ni dunanu quannu ni dissiru ca t‟arrinnisti l‟atri. ca chiuisti l‟occhi e ti nni jisti. Pirchi e` chiddu ca dicidemmu Tannu n‟allarma` „n ogni casu ca ni truvammu. e „ni ricurdammu ancora La dicisioni e` nostra e quannu taliammu li to foto, di comu vulemmu vidiri li cosi. c‟alligria davatu cu ddu bel surrisu. N‟esempiu e` la cumprensioni Li to surrisi sempri sù ricurdati di certe cosi intirpritati. e li tinemmu dintra di natri. C‟e` cu la capisci accussì Nun ti livammu di li pinzeri oji e n‟atru ca la vidi accuddì. e mancu t‟alluntani di li nostri cori. E` accussi` pircio` l‟alligria, Chiangemmu sulu a pinzari, e semmu natri ca dicidemmu comu semmu tristi di quannu ti nni jisti. siddu arridiri vulemmu E veru ca la to vita ni parsi di picca durata pi cosi ca fatti o ditti sunnu. e la to partenza fu „mpruvvisata. L‟alligria nun dipenni Ma anchi si tra di natri sì accantu di ccu semmu o c‟avemmu, cridemmu ca cu Diu sì prisenti. pirchì l‟alligria veni ( 10/11 Settembre 2003) di comu natri pinzammo. (5 novembre 2004)

BONI E TINTI E` veru ca ci sunnu nni tutti paisi di stu munnu, li cosi boni e chiddi tinti e nun sulu nni li nostri parti. Li passari ca volanu nni l‟aria e l‟armali ‟ncapu la terra, l‟hannu vidè comu la genti e sunnu inclusi l‟alberi e li pianti. Si pinzammu ca a lu principiu di la criazioni fummu criati cu na sula „ntinzioni,

ANGELO

An angel more in heaven, A star more in the sky, But you‟ll always be a part of us Each day that goes by. God needed you and called for you, And without hesitation you left, As if you somehow knew this place Of where your needs are met. You now have a better life, In which you‟ll be forever glad And it can‟t in anyway be compared To the sufferings you once had. So you‟ll be remembered with love, Not only as a family member, But also as a loving friend, Who‟s left us memories to treasure. (15 novembre 2002)

ca era di circallu sempri a lu nostru Signuri e intornu ni tinia senza prublemi. E accussi` era fina a quannu Adamu e Eva sbagliaru, ca si ficiru pirsuadiri di lu nimicu, la frutta di l‟arbiru pruibitu pigliaru cugliennusilla si la mangiaru, di tannu a ora avemmu tanti prublemi pi nun aviri ascutatu a lu Signuri, e finu a quannu si fa vidiri arrè è megliu prigallu ca senza d‟iddu facili nun è. 05/01/2003 Gisella Montalbano

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Numero 3 - Giugno 2006

Carziri di Cianciana I Lautari, Anima antica, Narciso Records, 2004 di Gaspare D‟Angelo

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nizio quest‟articolo col ringraziare Mariapia Gambino che mi ha fornito il C.D. de I Lautari, Anima antica, dove è incluso il pezzo “Carziri di Ciancia-

na”. Di Mariapia, fine poetessa ciancianese, ci siamo occupati nello scorso numero de La Voce di Cianciana dove il direttore editoriale, Salvatore Panepinto, ricordava che Il Sole di Tutti ( piccola Casa Editrice qui a Bergamo) ha scoperto e pubblicato i versi della Gambino raccolti in Ho acceso candele al vento, che presenteremo a Cianciana la prossima estate. In questo Villaggio globale in cui viviamo (la definizione non è delle più belle ma rende l‟idea), può capitare che un piccolo editore di collana che vive a Bergamo, con salde radici siciliane (il sottoscritto) incontri i testi poetici della Gambino senza averla ancora incontrata di persona, pur essendo entrambi originari di Cianciana. E tra una telefonata e l‟altra, tra una e-mail e l‟altra, abbiamo aperto la Collana di poesia con Ho acceso candele al vento. (Ad oggi i libri pubblicati sono otto e ve ne sono altri in cantiere. Chi volesse sottoporci i propri lavori può contattarci a : ilsoleditutti@tecnograph.it, tel. 035 314749, cell. 338 52 13 292). Mariapia Gambino vive e lavora a Faenza (Ravenna) dove ogni anno, verso la fine del mese di novembre, si svolge una delle più importanti manifestazioni musicali d‟Italia (MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti). Vi partecipano grossi nomi della musica italiana di qualità , sarà sufficiente citare Roy Paci e Carmen Consoli. La manifestazione si svolge presso il centro fieristico di Faenza e i padiglioni vengono così adibiti: due a palcoscenico, dove, secondo una scaletta stabilita, si esibiscono i gruppi partecipanti, mentre gli altri due padiglioni ospitano tutte le case discografiche che espongono e vendono i loro C.D. Nell’edizione del 2004, Mariapia e Gaetano (suo fratello, autore dei disegni in Ho acceso candele al vento) comprano a scatola chiusa il C.D. de I Lautari. Forte è il richiamo a “Carziri di Cianciana” e, così, inizia il passaparola. Adesso il disco è presente nelle case di tanti ciancianesi che vivono a Cianciana, Faenza, Bergamo, Brescia, Palermo, Trissino (Vicenza) dove vive e lavora Dino Vaccaro amante della musica popolare. (Ricordiamo che Dino Vaccaro è l‟autore della bellissima foto “ Lu lamentu” apparsa sul numero scorso de La Voce a pag. 6 che ricordava Stefano Alfano, altro grande estimatore della musica popolare siciliana, scomparso 25 anni fa e che l‟ultimo, nella foto, è Vincenzo D‟Angelo e non Gaspare D‟Angelo) . Forse non tutti sanno che il nostro paese ha avuto la triste fama di essere sede di un temutissimo, nonché inumano, carcere. Carziri di Cianciana apre con un recitativo: “Se il mondo fosse governato da chi veramente sa farlo, nessuno subirebbe soprusi. E poi non permettere mai che una madre pianga, piuttosto vivi tutta la tua vita con gli occhi gonfi di lacrime e l’anima afflitta”. Sono andato a rileggermi La strage dimenticata di Andrea Camilleri nella prima edizione del 1985, Sellerio Editore (un

libro regalato a mia moglie dalla grande fotografa Letizia Battaglia quando vivevamo ancora a Palermo) per avere un‟idea di cosa fosse un carcere come quello di Cianciana, di Favignana, di Agrigento, nel periodo borbonico: “Un cunicolo lungo tre metri e alto poco più di un metro e venti nel primo tratto, quello più vicino alla porta, così che per entrarci si doveva quasi strisciare, e nel secondo tratto, la cella vera e propria, alto non più di un metro e sessanta, lungo sì e no due metri e mezzo, le pareti senza intonaco rozzamente scavate all’interno del muro perimetrale, un grosso anello da catena, una finestrella a livello del pavimento munita di una doppia inferriata”. Da un’altra piccola ricerca, ho trovato delle informazioni sul terribile carcere Malaspina di Caltanissetta detto la “Tomba dei vivi”. Si racconta infatti che il regnante che ne aveva ordinato la costruzione, esaminando con infinita accuratezza l‟opera dicesse all‟architetto che l‟aveva progettato: “Bravo, avete costruito la tomba dei vivi” e che l‟architetto, si fosse, di lì a poco, suicidato. La musica popolare ha sempre avuto in Sicilia bravi interpreti che hanno saputo dar voce al lavoro del grande ricercatore di tradizioni popolari siciliane Giuseppe Pitrè che aveva raccolto tantissime quartine scritte da carcerati, sovente incise con le unghie sui muri delle celle! Citiamo solamente la grande Rosa Balistreri , che è stata anche ospite nel nostro paese in occasione di un concerto in Piazza Matrice organizzato dall‟ ARCI nell‟estate del 1980. Qualcuno ricorderà la sventura del povero carcerato, ingiustamente condannato a 30 anni di reclusione, musicata e cantata da Rosa in “Buttana di to mà”: “Buttana di to mà, ngalera sugnu / senza fari un millesimu di dannu. (…) Hannu a finiri sti vintinov’anni / unnici misi e vintinovi jorna”. Consiglio ai lettori il C.D. di Rosa Balistreri, Noi siamo nell’inferno carcerati pubblicato da Teatro del sole, maggio 2000, cielozero@teatrodelsole.it. Questo è un altro CD a cui tengo molto in quanto mi è stato regalato da uno dei produttori del Teatro del sole, il mio caro amico musicista e cantante Maurizio Cuzzocrea. Da anni coltiviamo il sogno di musicare alcuni miei testi poetici ma ci separano 1500 chilometri però…non si sa mai. Per chi vive dalle parti di Milano, segnalo un suo concerto (stiamo sempre parlando di musica popolare, in questo caso calabro-sicula) ad Assago il 7 Luglio. In questo CD di Rosa Balistreri, c‟è anche la seguente: “Judici ca la liggi studiati / nun lu sapiti lu nfernu unni si trova./ Va jiti nni li vecchi carzaràti / ca iddi vi nni ponnu dari nova/. Truvati deci giovini assettati/ ddà mmenzu ccè lu mastru di la scola / . Di fogliu e fogliu lu libbru vutati / lu nfernu nta lu càrziri si trova”. Tornando a I Lautari ricordiamo che il gruppo è nato nel 1987 e che ha collaborato con Tony Cucchiara, Carmen Consoli, Gabriele Lavia, Pippo Caruso ecc. (Altro consiglio ai lettori: visitate il loro sito www.ilautari.com e lasciate un messaggio nel loro guest book. Agli artisti fa sempre piacere il contatto col pubblico e vedere riconosciuto il proprio lavoro ).

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Numero 3 - Giugno 2006 Per concludere, non aspetto altro che partecipare ad un loro concerto dal vivo, meglio ancora nella nostra Sicilia e, perché no? proprio a Cianciana, per condividere alcuni momenti emozionanti di eccellente musica che ci riporta alle nostre radici culturali. Questo vuole essere anche un invito che rivolgo al Sindaco On. Totò Sanzeri e all‟Amministrazione Comunale. Io, per quanto mi riguarda, mi offro, sin d‟ora, per contattare il gruppo. Gaspare D’Angelo (evans@unibg.it) Nella foto a destra I Lautari insieme a Carmen Consoli Foto di Antonino Parrinello

curriti tutti a chiantarimi „i chiova mentri ca sugnu „nta sta fossa scura. N menzu lu chianu di la Vicaria, cu li manuzzi mi facìa signali; Vitti ca c‟era la matruzza mia, e l‟occhi cci facianu „du funtani, Matri, ca sulu vui pinzati a mia, Carziri di Cianciana traditura, ca cù ci trasi perdi la parola; sugnu „n mezzu a li mali cristiani; Ci malidicu lu tettu e li mura, lu mastru chi li fici puru ancora; lu malu stari e la malinconia mi levanu la paci e lu campari. Cc‟è chiddu „i Favignana ch‟è cchiù scura, Matri ch‟aviti figghi carzarati, iti a la Vicaria e li viditi; ddà sulu s‟arribbassunu li chiova; Cci sunnu chiddi d‟i cammari „nsirrati, Mi cuntintassi „nta na sipurtura, no carzarato a la Vicaria nova. si sunnu vivi o morti „un lu sapiti. Lu judici di mia si „namurau, l‟ura chi carzaratu mi mittìu, Mittitivi d‟arrassu e li chiamati, e ntra na scura fossa mi jittau, d‟unni non si vidìa celu ne‟ Ddiu la menti pinzirusa e vui chiangiti; Non sugnu mortu no, su vivu ancora, nui semmu „nta lu „nfernu cunnannati ogghiu cci nn‟è a la lampa e ancora adduma, IL TESTO DI CARZIRI DI CIANCIANA (Autori : Allegra, Castrogiovanni, Catàlfamo, Mobilia. Registrato dal vivo a Scordìa da Toni Carbone)

Italiani : patrioti o matrioti? di FDM Che gli Italiani abbiano uno scarso senso della patria è cosa risaputa e comunemente accettata. Di motivi se ne sentono tanti. Alcuni sono storicamente accertati, altri sono invece motivi da discussione la domenica al bar Sport. Passiamoli un po' in rassegna. C'è chi dice, dimostrando di saper far di conto, che l'Italia è una nazione giovane. Non ha neanche 150 anni! Chi invece pesca nelle sue reminiscenze scolastiche, metterà in evidenza che il Bel Paese è stato la culla di diverse culture, ahimè, non tutte autoctone. C'è poi chi sostiene che gli Italiani sono soprattutto dei campanilisti, che vuol dire che non sono né nazionalisti, né regionalisti, ma guardano solo al campanile della loro parrocchia. I nostalgici di Sissi e del Walzer citano il Metternich, che doveva tirare acqua al suo mulino, e diceva che l'Italia è solo un'espressione geografica. Un professore di storia ci racconterà che un patriottismo vero e anche positivo in Italia c'è stato, almeno fino alla prima guerra mondiale, ma che poi il fascismo si è impossessato di questo sentimento nazionale, dandogli così un colore politico. Quindi si è arrivati al punto che, quando si sta tra Italiani, si preferisce cantare "O bella ciao". Mentre è diventato difficile esaltarsi alle note dell'inno di Mameli che più che un sapore patriottico, quando non è stato usato per motivi meramente burocratici, ha avuto per anni un sapore politico. È però vero che noi Italiani conosciamo benissimo il sentimento nazionale, ma questo viene fuori solo nelle manifesta-

zioni sportive, dove probabilmente sappiamo che non può essere male interpretato. Infatti quando giocano gli Azzurri o quando corre la Ferrari, i colori acquistano valenze sportive. Nessuno si sognerebbe di dire che chi tifa per la Rossa è un comunista o che chi tifa per gli Azzurri è un monarchico, anche se i nostri calciatori portano i colori della casa reale dei Savoia. E per finire, c'è anche chi sostiene, sulla scorta del fatto che gli Italiani sono famosi in tutto il mondo per essere dei mammoni, che gli Italiani non sono patrioti ma piuttosto "matrioti", cioè hanno soprattutto un grande senso della "matria" che sarebbe il luogo in cui si è nati e si è cresciuti. Ma poi ci sono quelle bare avvolte nel tricolore e le mani del presidente, uno che per un soffio non è rimasto a Cefalonia dove nessuno ha avuto il privilegio del ritorno a casa incartato nella bandiera. Il tricolore e le mani di un vecchio. E allora ti senti italiano, sicuramente italiano, profondamente italiano, direi anche fottutamente italiano… da sempre, per sempre… italiano. E del resto anche l'originalissimo concetto di matria non annulla quello di patria anzi ne ha, per così dire, bisogno! Visto che tutti hanno bisogno di un padre e di una madre per venire al mondo. Gli Italiani hanno un solo padre: l'Italia ... e tante madri diverse. Madri che una volta hanno un accento sardo o friulano e altre volte parlano addirittura tedesco, francese, albanese, ladino, occitano ... . Ciò non toglie però che i fratelli d'Italia non possano continuare ad essere fratelli, figli di tante madri e dello stesso fertilissimo padre.

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Numero 3 - Giugno 2006

N A S C I T E

Serena Milioto di Massimo e di Angela Carubia, nata a Palermo il 17 febbraio 2006

Cristian Colletti di Lucien e Marieta Stan, nato a Parma il 23-5-2006

Giovanni Giannone di Andre- Aurora Maria Ferraro di Luigi a e di Marisa Di Rosa, nato a e di Antonella Martorana, nata a Palermo il 3 maggio 2006 Palermo il 29 aprile 2006

Nozze D’Oro

Felice La Corte di Santo e di Enza Antonina Lercara, nato a S. Stefano Q. il 24 aprile 2006

Laurea in ingegneria elettronica per il dottor Gaetano D‟Angelo. Università di Palermo, 5 maggio 2006

Nozze d’oro per i coniugi Concetta Bavuso e Giovanni Siracusa, residenti ad Hoddesdon (Inghilterra) Cianciana 30 aprile 1956 Cianciana 28 maggio 2006

80° compleanno per il signor Antonino Piazza festeggiato con la famiglia il 16 aprile 2006

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Numero 3 - Giuigno 2006

La Voce di Cianciana 80° COMPLEANNO per la signora Francesca Gaiteri, vedova Provenzano, festeggiato a Bollate (Milano) il 4 marzo 2006 Nella foto la signora Francesca è circondata dai figli Giuseppe e Leonardo, dalle nuore Sabina e Tanina, dai nipoti Fabio, Marco, Loredana, Francesco e Dario, dal fratello Giovanni e dalla cognata Anna, quest‟ultimi venuti per l‟occasione dalla Francia, ove risiedono In buona salute e lucidità, patente di guida recentemente rinnovata, circondato dall‟affetto della moglie Maria Traina, dalle figlie Piera, Antonella e Teresa, dai generi, dai nipoti e da tanti parenti ed amici 90° COMPLEANNO per Ercole (Nino) Longo festeggiato a Cianciana il 3 giugno 2006 (vedi articolo del nipote Fausto De Michele

70° COMPLEANNO per il signor Adolfo Di Noto, nella foto con la moglie Mabel, festeggiato a Quilmes (Arg.) il 5 marzo „06

76 anni per il signor Domenico Vizzì, nella foto con la figlia Rosanna e con la signora Ninfa Pensato di Vancouver, festeggiati a Rosario (Argentina) il 16 marzo 2006 Il comitato per i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio 2006. Presidente Luca Papa Papini, nella foto con il papà Gianni e la mamma Rosamaria Carubia, Assistenti Giovanni Cinquemani, nella foto con la moglie Tanina, e Salvatore Campisi, nella foto con la moglie Mariella. Pagina 9


Numero 3 - Giugno 2006

La Voce di Cianciana

Frammenti di vita vissuta ovvero quando gli eroi pesavano 50 chili. Dedicato a Nino Longo in occasione dei suoi primi 90 anni - di FdM

L

o zio Nino ha una biografia degna di essere romanzata, cosa, per altro, che vale per molti Ciancianesi che sono Siciliani assai speciali. Comincerei dallo stupore che prendeva tutti quando si caricava sulle spalle le pesantissime bombole verdi di gas, esercizio ginnico degno di uno Schwarzenegger, che lui condivideva con due assistenti indimenticabili e muti. Muti non nel senso di omertosi, cosa che, visto che si parla di Siciliani, qualche idiota, in un‟associazione condizionata potrebbe pensare, ma sordi e muti veramente. Questi due signori appartenevano praticamente alla famiglia ed erano onnipresenti al bar tabacchi. Mi ricordo come questi due fratelli fortissimi e robusti avessero uno sguardo tenerissimo che emanava una grande bontà d‟animo. Famoso è l‟aneddoto che si racconta ancora oggi di quella volta che lo zio infervorato in una discussione fatta di gesti e parole, al costante diniego dei due fedeli e insostituibili aiutanti, urlò imprecando: “Ma chi minchia parlu arabu!!”; loro arrabbiatissimi e presi dalla discussione, noi spettatori, alle lacrime piegati in due dalle risate per l‟involontaria battuta degna del migliore Totò. La forza di mio zio, due mani che avrebbero spezzato catene, era resa più mitica dal vero nome “Ercole” sconosciuto ai più, e anche dai racconti della mamà Pitrì che spesso ci raccontava: “Chissu, u vidi chissu?! Chissu avia l‟ossa moddri e quannu era picciliddru un putia stari all‟addritta, allura un medicu mi insignò „na cura, mi dissi vossia avi a ghiri a Sciacca, sabbia caida e acqua di mari.“ Allora non c‟era né la fisioterapia né l‟ergoterapia, ma Talassa stava lì dai tempi dei tempi a far perdere Ulisse e curare lo zio Nino alias Ercole. Ma quell‟uomo forte e irsuto era stato anche solo 50 chili quando ventènne era partito per l‟Africa come caporal maggiore del genio a fare l‟istruttore militare. Lo zio s‟era fatta la Cirenaica a 56 gradi all‟ombra, scorpioni come zanzare in una sera d‟estate, beduini tagliagole e inglesi che non vedevano l‟ora di farti la pelle. Inglesi come lui. Sì perché lo zio Nino, quando pesava 50 chili in Cirenaica, aveva ancora i suoi bei capelli rossi e irsuti come una spazzola e la carnagione bianca come il latte. Un siciliano di Cianciana come un irlandese di Kork e, tra le altre cose, un siciliano miracoloso. Sì, miracoloso, almeno per quel colonnello settentrionale che in Cirenaica ci soffriva come un panetto di burro sulla graticola. Torturato dalla beffa di avere avuto dal comando di Tripoli un frigorifero che però nessuno sapeva fare funzionare. Nessuno, tranne quel ciancianese che aveva lo stesso aspetto del nemico. “Ma lei sa che cosa è questo?” “Sissignore, un banco frigorifero per il ghiaccio” - “E lei sa come farlo funzionare?” - “Forse” - “Allora si metta all‟opera”. Ora, uno che è cresciuto facendo granite, vuoi tu che non sappia come funzioni un frigorifero? Al bar dei nonni si facevano già le granite, prima dell‟invenzione del frigorifero, immagazzinando la neve di Cammarata pressata con la paglia fino a diventare ghiaccio in cantina, per poi usarla nella centrifuga di legno, la stessa che già si usava a Kalat Iblatanu all‟inizio del medioevo, ma questo il colon-

nello non poteva saperlo. Quello che era stato un bambino dalle ossa molli graziato dalla talassoterapia, in meno di un‟ora, mise il frigorifero militare in funzione. Dopo 24 ore il colonnello di burro che sognava le Dolomiti, poteva assaporare una granita alla ciancianese, cose che a quei tempi, in cui non c‟era ancora la globalizzazione già a nord di Napoli non conosceva nessuno. Il caporal maggiore Nino Longo diventò il beniamino del colonnello. Ma lasciamo perdere, la Cirenaica e la sabbia del deserto, che tanto sappiamo tutti come è andata, e saltiamo al primo Dopoguerra. Sicilia. Ci si arrangiava. Le strade erano infestate da banditi. C‟era il famoso bandito Giuliano. La Banda Salemi. Nino doveva aiutare al bar tabacchi del padre. Era tornato dalla Libia, era scappato, grazie al fratello, ufficiale d‟artiglieria, alla Compagnia Italia che andò a farsi ammazzare a Berlino e aveva fatto il monaco a Cassino, solo temporaneamente per non farsi accoppare. Ora si trattava di ricostruire, di portare avanti la piccola azienda familiare. Ogni scadenza mensile bisognava andare con la tessera annonaria a prendere le sigarette e gli altri tabacchi a Bivona. A quel tempo ci voleva una giornata intera per andare a Bivona e poi si ripartiva il giorno dopo. Lo zio, che prendeva le sigarette per gli unici tabacchini del paese, quello di suo padre e di sua zia, ci andava con la scorta: due carabinieri e due guardie campestri. A pensarlo oggi, non ci si crede: da Cianciana a Bivona in camion con quattro uomini armati fini ai denti per difendere Trinciato forte, cirina e Toscani, roba da Afganistan. Di viaggiare di notte, neanche a parlarne. Tornando da Bivona sul camion si sentono degli spari, la guardia campestre un tale Albanese, cerca di tranquillizzare gli amici e dice laconico: “Chisti cacciatura su” “Ma quali cacciatura!? Ca ni stannu sparannu!!”. La camionetta si ferma su un ponte sotto una gragnola di colpi di fucile e mitragliatrice, in poco tempo sono tutti al riparo. “Spara! Spara!” dice lo zio e gli altri giovani e inesperti “Ma quali!? Ca n‟ammazzanu a tutti!!” e allora lo zio prende in mano la situazione e applica le tecniche di guerriglia insegnate tante volte alle reclute come istruttore militare per imparare a tenere a bada gli inglesi. Strappa un fucile alla guardia campestre, prende delle bombe a mano, intima alla scorta, di rispondere al fuoco a intervalli regolari e chiede di coprirlo. Quelli hanno capito che lui è l‟unico che sa quello che si deve fare. E, intanto, giù proiettili come se piovesse. Lo zio fa una classica manovra d‟aggiramento: mentre gli altri, sparando regolarmente, costringono i banditi a stare coperti e a concentrarsi su chi spara, lui scende nella scarpata, passa sotto il ponte, e arriva sotto il costone da dove sparano i banditi, prima gli serve due bombe a mano e poi un caricatore del fucile d‟ordinanza della guardia campestre. I banditi strammanu:“E chistu di dunni niscì!?” se la danno a gambe. Chi glielo doveva dire a quei signori che avrebbero incontrato un tabaccaio di 50 chili dai capelli irsuti color del rame esperto sopraffino nelle tecniche di guerriglia, uno che di imboscate ne aveva già viste e superate più di una. Ciancianesi, gente da non sottovalutare mai, nemmeno quando sono sotto peso!

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Numero 3 - Giugno 2006

La Voce di Cianciana

Daniela Vézina in Panepinto, abitante a Montréal (Canada) ha colpito ancora. Ecco che cosa ha inviato alla Voce, sempre al fine di suscitare il buon umore dei lettori e forse non solo questo. Il brano che volentieri pubblichiamo sia in francese che in italiano, è intitolato La Corde, la Corda. LA CORDE Lors d‟un sauvetage 11 rescapés étaient suspendus à la corde qui les reliat à un hélicoptère. 10 étaient des hommes et il y avait...UNE femme parmi eux. La corde commençait à rompre...Ils étaient tous d‟accord sur le fait qu‟il y avait une persone en trop sur cette corde prévue pour dix! Très rapidement l‟un d‟eux devait impérativement se laisser tomber dans le vide, pour sauver les autres...sinon...ils tomberaient TOUS! Personne ne pouvait se décider...Finalement, la femme prit la parole et dit qu‟elle donnerait sa vie puor sauver ses amis, car le destin des femmes est de : servir les hommes, servir leurs enfants, et se sacrifier cheque jours face au sexe supérieur pour assurer le bonheur de celui - ci! Et quand elle eut terminé son discours, tous les hommes applaudirent!!! NE SOUS - ESTIMEZ JAMAIS LE POUVOIR D‟UNE FEMME!

LA CORDA Durante un salvataggio 11 superstiti erano attaccati ad una corda che li legava ad un elicottero. 10 erano uomini e c‟era...UNA donna tra loro. La corda stava per rompersi. Tutti erano d‟accordo che c‟era una persona di troppo su questa corda prevista per dieci! Molto rapidamente uno di loro doveva per forza lasciarsi cadere nel vuoto per salvare gli altri … altrimenti ...essi sarebbero caduti TUTTI. Nessuno potava decidersi… Finalmente la donna prese la parola dicendo che lei avrebbe dato la vita per salvare i suoi amici, poiché il destino delle donne è di : servir gli uomini, servire i loro bambini e sacrificarsi ogni giorno nei confronti del sesso superiore e per assicurare la felicità di questi! E quando lei ebbe terminato il suo discorso tutti gli uomini applaudirono!!! NON SOTTOVALUTATE MAI IL POTERE DI UNA DONNA!

PRESENTATO IN CIANCIANAIL VOLUME MAGGIO SICILIANO, TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA DEL PROFESSOR FILIPPO SALVATORE OLIVERI DI MAJU SICILIANU DEL GRANDE SCRITTORE CIANCIANESE ALESSIO DI GIOVANNI Cianciana – Giorno 23 aprile, presso la sala “Giovanni Falcone” del Centro Sociale, è stato presentato al pubblico il volume MAGGIO SICILIANO, traduzione del professor Filippo Salvatore Oliveri del volume MAJU SICILIANU del nostro Alessio Di Giovanni. Il professor Oliveri, nato a Roccapalumba (PA) nel 1959, è etnoantropologo nella Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Caltanissetta. Ha pubblicato diverse collane di poesia e numerosi saggi di storia moderna e contemporanea, dottrine politiche, museografia demo – etno – antropologica, etnografia, dialettologia, socio – linguistica, critica d‟arte e letteraria e studi comparati della funzione poetica. L‟importante serata culturale, che ha richiamato tantissime persone, ha fatto parte delle manifestazioni programmate dall‟Amministrazione Comunale in occasione del 360° anno della fondazione di Cianciana, con l‟obiettivo di diffondere il più possibile la conoscenza e lo studio dell‟opera del Di Giovanni. Per tale motivo, come ha ricordato il vice – sindaco dottor Gaetano Pulizzi, l‟Amministrazione comunale ha curato la pubblicazione del volume che va ad aggiungersi alle opere ripubblicate del Di Giovanni e alle quali se ne aggiungeranno delle altre. Da qui l‟accettazione del suggerimento proposto dal professor Oliveri di tradurre in lingua italiana la prima parte di Maju Sicilianu e precisamente INVUCAZIONI e PRILUDIU. Scopo della pubblicazione anche e soprattutto è il portare l‟opera di giovannea all‟attenzione sia delle giovani generazioni ciancianesi sia all‟attenzione di un pubblico sempre più vasto. A presentare l‟opera è stato il dirigente scolastico professor Francesco Cannatella che alla Voce ha rilasciato le seguenti note, estratte dalla sua conferenza: “ Condivido pienamente la proposta e la finalità che Maggio

Siciliano ci offre: avvicinare i ragazzi ad Alessio Di Giovanni ed ancor meglio offrire una chiave di lettura dell’opera del Di Giovanni ai ragazzi ed a quanti non riescono a rapportarsi con facilità alla parlata ciancianese ed al dialetto siciliano in genere. La realtà linguistica dei nostri ragazzi è particolare: essi nella familiarità parlano una lingua, il siciliano, che non sanno leggere né scrivere e di poi, scolasticamente, per obbligo, scrivono e leggono una lingua che non sanno, positivamente, parlare. Viviamo in un tempo in cui i massmedia ci hanno convinto che la nostra cultura di origine è cultura inferiore e come tale da rimuovere, da dimenticare, quasi da provarne vergogna. La prima vittima di questa guerra di espropriazione culturale, sferrata dal capitalismo consumistico, è stato il dialetto, sacrificato sul piano di una lingua sciatta e vuota, fatta di slogan e portata avanti da una incolta coiné televisiva: Noi crediamo il dialetto come identità culturale di un popolo. Ed ecco l’interessante proposta di Filippo Oliveri, facilitare l’approccio del mondo descritto dal Di Giovanni, attraverso una traduzione italiana di Maju sicilianu, proponendo l’operatività dell’esperimento al mondo della scuola: Il libro merita senz’altro una positiva risposta perché la traduzione è come una finestra aperta per dare uno sguardo attento ed interessato a Cianciana, alle sue molteplici implicanze culturali e al mondo delle tradizioni culturali. L’opera Maggio siciliano credo abbia raggiunto il massimo risultato possibile in un intervento di traduzione, la musicalità del verso non ne soffre, il sapore ed il colore della poetica digiovannea restano intatti. Ottimo lavoro che credo possa considerarsi non altra opera quanto un legittimo continuum di Maju sicilianu”. S.P.

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La Voce di Cianciana

Numero 3 - Giugno 2006

Alla presentazione del libro Maggio Siciliano era presente, tra le tante personalità, l‟ispettrice Rosalba Anzalone che ha assicurato al nostro giornale la sua collaborazione che comincia, già da questo numero, con la pubblicazione del suo articolo intitolato Mi CHIEDO SEMPRE PERCHE’ MI CHIEDO SEMPRE PERCHE’ di Rosalba Anzalone Ieri pomeriggio ero presente a Cianciana per la presentazione del libro di Filippo Oliveri “Il maggio siciliano”, traduzione del famoso “Maju siciliano” di Alessio Di Giovanni. Devo dire che nel percorso di valorizzazione dell‟opera di Alessio Di Giovanni non mi aspettavo che, a Cianciana, qualcuno tentasse un‟ operazione di questo tipo; la cosa perciò mi ha molto incuriosito e sono stata molto attenta alle motivazioni che lo stesso autore ha dichiarato e che lo hanno indotto a tradurre. Il problema della traduzione non è infatti così semplice come può, a prima vista, apparire. Ma di questo dirò più avanti. Devo subito dire all‟onesto Prof. Oliveri che le sue ragioni mi hanno quasi completamente convinto della necessità da lui sentita di tradurre. Alcune parole ed alcune espressioni usate dal Di Giovanni nel dialetto giurgintano sono un poco difficili da comprendere oggi e il simpatico professore ha voluto tradurre per padroneggiare meglio i contenuti dell‟opera di Di Giovanni .Una motivazione del tutto personale e, pertanto, da non mettere in discussione. “Mi sono messo alla prova”,”ho voluto sperimentare”, ha detto cautamente l‟autore. Apprezziamo la sua sincerità perché pensiamo che egli abbia, sia pure tardivamente, riflettuto sul perché della sua traduzione. Ora a me nasce, invece, un altro problema: per chi abbia pubblicato la traduzione. Tradurre e pubblicare non sono, infatti, un tutt‟uno e sarebbe interessante poter aprire un dibattito senza vincoli di tempo per poter chiarire questo punto che a me sembra molto importante. Si è voluto sperimentare anche attraverso la pubblicazione? Si è il professore interrogato sulla opportunità di inserire in un percorso di valorizzazione di Alessio Di Giovanni e del siciliano una traduzione in italiano? Qui i casi possono essere sostanzialmente due. O l‟autore non vede bene questo percorso che alcuni considerano a ritroso, come una sorta di ritorno alla barbarie, o si è lasciato tentare dalla curiosità di vedere quale effetto l‟opera avrebbe potuto sortire negli ambienti culturali da cui certamente ha potuto già cogliere il senso degli interventi. Non si può infatti accettare la motivazione dell‟ottimo presentatore Prof. Cannatella perché la estrazione socio-culturale dei presunti alunni destinatari, di Cianciana o di Alessandria o di altra località più o meno lontana, risulta diversa non solo da luogo a luogo, ma persino

da persona a persona, in relazione ai contatti che tale o tal altra persona abbia potuto intrecciare.(E questo era anche quello che Alessio Di Giovanni aveva capito dialogando non solo con Pitrè , ma anche con Ragusa Moleti, con Corrado Avolio , ecc). Secondo questa idea il problema non risulta infatti più semplificare, ma avvicinare il lettore all‟autore e, certamente lo si può fare, soltanto integrando i significati delle parole che dovessero risultare lontani dall‟esperienza dei ragazzi(uso del vocabolario sicilianoitaliano). Il progetto LIReS appositamente nato a livello regionale per fare conoscere Alessio di Giovanni e altri autori locali alle scuole della Sicilia, sta percorrendo questa strada. Al di là delle questioni personali e delle proprie motivazioni oggi mi sembra necessario guardare oltre la traduzione e la didattica e riguardare il passato ed il futuro con un unico sguardo capace di rinsaldare in ogni caso le nostre origini e fare proposte per il futuro. A noi servono sostanzialmente tre cose: il coraggio di dire di essere Siciliani chiedendo a voce alta il riconoscimento del siciliano come lingua, senza travestirci con l‟abito di altre nazioni come scherzosamente diceva Gaetano Basile, la capacità di ascoltare gli altri e di dialogare superando possibili individualismi e la capacità di studiare proposte politico-culturali che riescano a rilanciare la Sicilia in forme moderne che non rinneghino la propria storia e la propria cultura. (La Sicilia è l‟unica regione a statuto speciale che non ha la lingua riconosciuta, ancorché l‟Unesco in una ricerca parli del siciliano come di una lingua non a rischio di estinzione). Penso che ognuno debba fare la propria parte e anch’io sto cercando di dire che la scuola deve fare la sua parte, impegnando una parte della quota regionale del curricolo per lo studio e la ricerca della scuola stessa sulla lingua siciliana. In Europa andremo, così, parlando l‟inglese o l‟italiano,ma anche altre lingue, senza dimenticare il siciliano e i valori che esso veicola. E‟ nella nostra storia e nella nostra identità culturale, di cui la lingua è il primo connotato, che possiamo trovare le proposte di sviluppo per i nostri giovani. Rosalba Anzalone

PORTATI FELICEMENTE A COMPIMENTO I PREGETTI DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO PROGETTO NARRA IL TUO VENERDI’ SANTO In occasione dell‟inaugurazione dell‟anno sociale della Congregazione Maria Santissima Addolorata e Gesù Crocifisso, avvenuta il 22 ottobre 2005, il presidente Angelo Bondì propose il progetto Narra il tuo Venerdì Santo da destinare agli alunni della scuola dell‟obbligo. La proposta, accolta dal dirigente scolastico Francesco Cannatella, riscosse subito l‟entusiastica approvazione di insegnanti ed alunni. Il progetto ha coinvolto alcune classi della scuola primaria e tutte le sei classi della scuola media. I ragazzi della primaria, sotto la guida dell‟insegnante di religione Stefania Tedesco, hanno realizzato un quadro di grandi dimensioni, rappresentante una Croce che rinverdisce e hanno dipinto su dei canali scene della Via Crucis. Per la scuola media la professoressa Vita Curseri ha seguito i ragazzi nell‟esecuzione di vari elaborati grafico - coloristici di singoli alunni, rappresentanti ritratti del Cristo morto e dell‟Addolorata e un grande dipinto sempre dell‟Addolorata con il cuore trafitto dai sette pugnali, realizzato collettivamente dagli alunni delle

varie classi. La stessa professoressa ha guidato gli alunni nel progetto Cianciana Odori e Sapori (vedi articolo nella pagina accanto) per la realizzazione sia dei cartelloni che della cartoline che rappresentano i simboli architettonici di Cianciana, quali l‟Arco di Santo Rocco, la Torre dell‟Orologio e i nostri prodotti locali quali l‟olio, il latte e i suoi derivati, le fave, i ceci,il frumento etc. e i frutti dimenticati ( sorbe, mele cotogne, nespole etc.) La mostra è stata inaugurata nei locali della Congregazione alla presenza del sindaco Sanzeri, dell‟assessore Antonella Martorana, del dirigente scolastico Francesco Cannatella, da monsignor Gaetano Diliberto, responsabile diocesano delle confraternite, da padre Fiore, da padre Ferraro e ovviamente dal presidente Angelo Bondì. Un doveroso ringraziamento è indirizzato al signor Antonino Montalbano che ha realizzato i supporti in legno per la mostra. S.P.

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Numero 3 - Giugno 2006

PROGETTO SOLIDARIETA’ Le classi quinte della scuola primaria di Cianciana, guidati dagli insegnanti Pietro Carubia, Gaetana D‟Angelo, Angela Montalbano, e Antonella Cinà, hanno realizzato, nell‟ambito del Progetto Solidarietà, alcuni lavori utilizzando tecniche e materiali diversi. Il progetto si è concluso il 3 maggio con una mostra - mercato degli oggetti realizzati il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza in favore dei bambini di Ismani, in Tanzania.

PROGETTO CIANCIANA ODORI E SAPORI Il 19 maggio, a Cianciana, davanti alla scuola media ”S. Mamo”, si è concluso il progetto extracurriculare, finanziato dal Comune, di educazione alimentare ”Cianciana Odori e Sapori”. Alla sua realizzazione hanno partecipato tutte le classi della scuola media, impegnando 92 alunni e 13 insegnanti, coordinati dalla sottoscritta, docente referente. La manifestazione si è articolata in diversi momenti: -presentazione dei lavori e delle otto cartoline ”Cianciana Odori e Sapori”da parte degli alunni; -momenti ricreativi di musica e balletto siciliano; -interventi dei rappresentanti della Scuola, del Comune, delle Associazioni; -vendita solidale dei prodotti realizzati durante il percorso formativo del progetto, secondo lo slogan “Adotta un Prodotto… Adotta un Bambino” Degustazione dei prodotti tipici Erano presenti alla manifestazione: Monsignore Di Marco ed altri rappresentanti della comunità “Cristiani nel mondo”, la Dott.ssa Margherita La Rocca Ruvolo, rappresentante dell‟Associazione Onlus “A cuore aperto”, il Dott. Gullo per l‟assessorato Agricoltura e Foreste, il Sindaco di Alessandria della Rocca, Ing. Giuseppe Vaccaro, il Sindaco di Cianciana, On. Salvatore Sanzeri, l‟Assessore alla Pubblica Istruzione Antonella Martorana, il Dirigente Scolastico Cav. Prof. Franco Cannatella e, naturalmente, i genitori, gli insegnanti, gli alunni. Quest‟ultimi, i veri protagonisti del progetto, che, spero, abbiano imparato divertendosi, perché sono convinta che alla base di ogni apprendimento significativo sia necessario un approccio stimolante, e questo è indispensabile per l‟educazione alimentare, perché non basta stimolare la razionalità, facendo acquisire le conoscenze, ma, principalmente, bisogna stimolare l‟affettività, le emozioni, per innescare i processi di maturazione che hanno permesso di raggiungere le seguenti finalità:

-fare maturare comportamenti consapevoli atti a favorire stili di vita adeguati a mantenere il benessere sia fisico che psichico. Perché come diceva Marziale: ”L‟importante non è vivere ma vivere bene”. -Fare capire come e perché si mangia, come si dovrebbe mangiare, come orientarsi tra le proprietà nutritive degli alimenti alla ricerca della qualità e della tipicità, per diventare consumatori consapevoli. -Fare riscoprire, amare, proteggere e valorizzare il nostro patrimonio gastronomico e culturale attraverso la conoscenza dei prodotti tipici locali e del nostro territorio, al fine di costruire la propria identità culturale per diversificarsi e non globalizzarsi in maniera anonima, ma diventare cittadini europei con un proprio bagaglio culturale, con una propria identità da valorizzare e far conoscere, affinché

essa possa diventare un trampolino di lancio per la propria vita (funzione orientativa del progetto). Nel portare avanti il progetto si è dato ampio spazio all‟operatività, attivando laboratori sensoriali per l‟educazione del gusto e al gusto; laboratori di cucina, che ci hanno permesso di realizzare i numerosi prodotti che si sono portati sul tavolo della beneficenza, in quanto un altro obiettivo che si è voluto perseguire attraverso lo slogan” Adotta un Prodotto… Adotta un Bambino” è quello di aprire il nostro cuore verso gli altri affinché in esso possano germogliare e poi radicarsi i valori della disponibilità, dell‟altruismo, del rispetto per gli altri, della solidarietà.

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Numero 3 - Giugno 2006

La Voce di Cianciana

Facendo seguito a quanto anticipato nel numero precedente, in questo numero La Voce ha il piacere di pubblicare l‟intervista che il professor Eugenio Giannone ha fatto a Gabriella Ebano (nella foto), autrice del libro FELICIA E LE SUE SORELLE, presentato a Cianciana presso il Centro Sociale, come i nostri lettori ricorderanno, il 29/3/ 2006.

INTERVISTA A GABRIELLA EBANO A CURA DI EUGENIO GIANNONE Si presenti. Cosa la lega a Cianciana? Mi chiamo Gabriella Ebano e sono nata a Roma il 5 agosto 1954, da madre romana e padre di Cianciana. Dopo aver conseguito la Laurea in Storia, mi sono dedicata alla fotografia. Svolgo questa attività prevalentemente in campo sociale ed etnografico e insegno fotografia presso scuole pubbliche ed istituzioni private. Coltivo da sempre un forte interesse anche per la scrittura. Felicia e le sue sorelle ( con interviste e fotografie a venti donne parenti di vittime di mafia ) è il mio primo libro nel quale ho messo insieme le due passioni per la fotografia e la storia. Il legame con Cianciana è rappresentato quindi da mio padre Salvatore, nato in questa deliziosa località il 24 ottobre 1923. Sono molti i ricordi che mi legano a Cianciana, dove venivo da piccola a trovare i parenti, con i nonni che vivevano a Palermo. Mio padre mi raccontava spesso della sua infanzia trascorsa in parte a Cianciana, perché il padre che è stato anche un piccolo caruso nelle miniere di zolfo del paese, lavorava come casellante sulla linea ferroviaria Palermo – Agrigento e non solo. Quindi tutta la famiglia si spostava spesso, però mia nonna è sempre tornata in paese per far nascere tutti gli otto figli. Come è nata l’idea di questo libro? Tutto è cominciato nel maggio 2003, quando mi trovavo a Cinisi per realizzare un servizio fotografico in occasione del 25° anniversario dell‟uccisione di Peppino Impastato da parte della mafia. Così ho conosciuto Felicia Bartolotta, la madre di Peppino; abbiamo parlato tanto e sono subito rimasta affascinata dalla sua figura, dal suo discorrere così forte, coraggioso e controcorrente. L’ho fotografata, ma sentivo che non mi bastavano le immagini, perché c’era ancora tanto da raccontare. E ho pensato alle tante altre donne siciliane che hanno sofferto per l‟uccisione dei loro più cari congiunti per mano mafiosa: Sono partita da Felicia e grazie al suo stimolo determinante ho realizzato questo lavoro. Dove è stato presentato? La prima presentazione si è svolta a Palermo il 28 ottobre 2005 con la partecipazione della maggior parte delle donne intervistate. In seguito a Napoli e a Rieti nell‟ambito delle iniziative della Carovana Antimafia di Libera, l‟associazione di don Ciotti. A Roma la presentazione è avvenuta nella sede della Fondazione Di Vittorio: A Cinisi il 7 dicembre ‟05 in occasione del I° anniversario della morte di Felicia Bartolotta Impastato. Dall‟inizio del 2006 a Chieri (TO), poi A Partitico, a Trapani e ancora in alcune scuole di Palermo; in Toscana: a Massa e Fiesole. In provincia di Agrigento è stato presentato a Sciacca, Raffadali e a Cianciana. Ed ora sono di nuovo in partenza per Cremona. Lei ha incontrato delle donne meravigliose. Quale impressione ha ricavato dai loro discorsi? Cosa le spinge ad essere iperattive? Aver conosciuto queste donne è stata per me una grande lezione civile e umana. Ho ammirato in loro la forza, la determinazione e il coraggio, e oltre il dolore che pure traspariva quando venivano rievocati i momenti più drammatici, ho potuto apprezzare anche doti più immediate, come l‟ironia ad esempio. Ma soprattutto la volontà di essere ancora presenti e protagonista nelle tante battaglie per la legalità. Una fra tutte, Rita Borsellino, rappresenta oggi un esempio alto di impegno e iperattività. Nei familiari delle vittime non c’è sete di vendetta, ma un grande desiderio di giustizia. E’ così? Sì, è sempre la giustizia che viene ricercata. A volte senza ottenerla. Basti pensare ai 46 sindacalisti (di cui 5 sono ricordati nel libro) i cui delitti sono rimasti impuniti. A tal proposito, vorrei ricordare le parole di Francesca Serafino, moglie di Calogero Cangelosi, segretario della Confederterra di Camporeale, ucciso il 2 aprile del ‟48: “Legge non ne hanno fatta. Il processo per mio marito non l‟hanno fatto! Io sono andata alla legge e ci ho detto così: A mio marito lo hanno ucciso, e io voglio giustizia!” Mi rispose il maresciallo: Signora, se ne vada a casa, a noi non si comanda! Comanda la mafia!”. In quale relazione stanno, secondo lei, mafia, disoccupazione e sotto – sviluppo socio-culturale? Dove è alto il livello di disoccupazione e in assenza di un adeguato sviluppo socio-culturale è chiaro che la mafia ha forti possibilità di sviluppo e consolidamento. Questo è il nodo da sciogliere. Fino a quando in Sicilia, come in tutto il meridione, non verrà risolto il grave problema della mancanza di lavoro che vede tra l‟altro, ancora oggi la partenza delle menti migliori, non si può sperare di contrastare le varie organizzazioni criminali. Bisogna invertire la rotta e puntare molto sui giovani. E‟ poi indispensabile un impegno costante, fermo, ed adeguato delle istituzioni tutte sia a livello regionale che nazionale in stretto rapporto fra loro. …quindi la cultura come sinonimo di crescita. Senz‟altro la cultura è un sinonimo indiscusso di crescita. Ad esempio a Cianciana esiste una splendida ed efficiente biblioteca comunale. Questi sono gli esempi da seguire. E‟ chiaro che la lettura di un buon libro, la visione di film intelligenti, la visita di un museo offrono molti spunti per la riflessione e quindi per la crescita culturale. “La mafia si combatte con la cultura, non con la pistola” : sono le parole che spesso ripeteva Felicia Impastato a quanti andavano a trovarla a Cinisi e le chiedevano il suo parere su questo grave argomento. La scuola ha svolto un ruolo fondamentale nell’educazione alla legalità. E le famiglie e le altre agenzie educative? Nulla si può eccepire sull‟impegno degli insegnanti e l‟interesse degli studenti sul fronte dell‟educazione alla legalità. E l‟esempio della presentazione del mio libro a Cianciana ne è una prova evidente. In famiglia invece c‟è spesso silenzio fra genitori e figli, che lascia spazio all‟assordante rumore di troppe trasmissioni “ spazzatura “ televisive subite passivamente tanto da divenire modelli di comportamento per molti giovani. Invece ho molta fiducia nel mondo delle associazioni e del volontariato. Voglio ricordare l‟associazione Libera di don Luigi Ciotti che da più di dieci anni è attiva per coordinare le varie associazioni che operano contro tutte le mafie. Falcone, Borsellino, Livatino, Lorenzo Panepinto e altri parlano più da morti che da vivi. Era indispensabile giungere ad un’ecatombe simile per recepire il loro messaggio? Cosa rimane di quel messaggio? La mafia ha eliminato fisicamente tanti dei suoi avversari, ma questo non ha assolutamente significato la morte delle loro idee e delle loro battaglie per la legalità. I giudici, i sindacalisti, gli uomini delle forze dell‟ordine, i giornalisti ed anche tutte le altre vittime innocenti sono vivi e presenti tra noi anche grazie alle testimonianze dei familiari, di quanti li hanno conosciuti e che hanno collaborato con loro. Il messaggio più forte che resta è che non si deve dimenticare che le loro morti sono un monito per tutti noi, perché dobbiamo ricordare che questi martiri della democrazia fanno parte non solo della memoria storica siciliana ma di quella dell‟intera nazione.

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La Voce di Cianciana

Numero 3 - Giugno 2006

La mafia uccide. Il silenzio pure. Quante candele dobbiamo ancora accendere perché la società si convinca che la mafia è un nemico mortale di tutti gli onesti? C’è ancora tanta strada da fare e penso che dovremo accendere tutte le candele del pianeta per scuotere e coinvolgere l’opinione pubblica. E’ indispensabile inoltre che ognuno di noi faccia la sua parte con convinzione e serietà e che soprattutto si possa avere una reale fiducia nelle istituzioni. Diremo un giorno “la mafia è morta” o resterà solo un sogno? Per rispondere a questa domanda mi viene in mente “A morti d‟a mafia” la bella poesia di Michela Buscami (anche lei presente nel libro) scritta dopo l’uccisione del giudice Livatino. Michela sogna la morte della mafia e descrive la gioia di tutti nell’apprendere tale notizia. Poi al risveglio : “M‟arruspigghiu cu l‟ecu du me cantu // era tuttu un sonnu. Mi talìu „ntornu, // niente canciò, a mafia è sempri ccà. // A n‟autru iurici ammazzaru. // Però, si natri lu vulemmu, sta morti si po‟ fari // e, macari fra cent‟anni, ma l‟avemu a vruricari”. Altri lavori in preparazione? Tornerà ancora nella sua terra di origine? Quando ho iniziato le interviste per “ Felicia e le sue sorelle” stavo raccogliendo il materiale per realizzare un libro sulla mia esperienza di volontariato in ex Jugoslavia durante la guerra di Bosnia. Ora spero di concludere presto questo progetto. E poi, da un po’ di tempo sto elaborando un’idea di romanzo che potrebbe anche coinvolgere le origini della mia famiglia paterna. Spero quindi di tornare spesso a Cianciana per trovare spunti e conciliare l’ispirazione. Anzi, lancio un appello tramite il vostro giornale : “Cerco casa a Cianciana”. Inizialmente in affitto (sono un’inguaribile nomade e così mi sentirei più libera), non amo le comodità e gli alloggi super moderni, anzi preferisco proprio le case d’altri tempi, magari con un terrazzino con vista sui tramonti di Caltabellotta….

NOTIZIE DALL’ANAGRAFE MATRIMONI

D E C E S S I

Pietro Abisso e Eleonora La Mattina, Sciacca Basilica di San Calogero, 20 aprile 2006 Calogero Pullara e Francesca Curaba, Ribera Chiesa Madre, 27 aprile 2006

Alfonso Carubia, nato a Cianciana il 26 febbraio 1930, deceduto il 6 maggio 2006 Salvatore Pulizzi, nato a Cianciana il 24 agosto 1910, deceduto il 13 maggio 2006 Giuseppe Catuara, nato a Santa Elisabetta il 25 gennaio 1921, deceduto 14 maggio 2006 Giuseppa Pollari, vedova Ferro, nata a Cianciana il 22 marzo 1920, deceduta il 17 maggio 2006 Gaetano Borsellino, nato a Cianciana il 21 gennaio 1926, deceduto il 17 maggio 2006 Antonina Ciraolo, nata a Cianciana il 9 febbraio 1926, deceduta il 4 giugno 2006 Vincenza Giannone, nata a Palermo il 10 febbraio1918, deceduta il 7 giugno 2006 Giacoma Perconti, coniugata Marino, nata a Cianciana il 20 settembre 1915, deceduta l’8/06/’06 Maria Carubia, vedova Martorana, nata a Cianciana il 24 settembre 1912, deceduta il 19 giugno 2006 Rosa Marino, vedova Martorana, nata a Cianciana il 9 ottobre 1926, deceduta il 20 giugno 2006

DECEDUTI FUORI CIANCIANA Andrea Ciraolo, di anni 51, nato a Torino, deceduto a S. Salvatore Monferrato (AL.) il 16 maggio 2006 Giuseppe Chiazza, nato a Cianciana il 16 agosto 1933, deceduto a La Grand’ Croix (Francia) il 21 maggio 2006 Onofrio La Corte, nato a Cianciana il 18 ottobre 1938, deceduto a Montréal (Canada) l’8 giugno 2006

ELEZIONI PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA E PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO SICILIANO - 28 MAGGIO 2006 I RISULTATI DI CIANCIANA ELEZIONE PER IL PRESIDENTE: Musumeci voti 14 ( 0,56 %), Cuffaro voti 1.063 ( 42,90 %), Borsellino voti 1313 (52,99 %); Bianche 16, Nulle 72. LISTE E PREFERENZE: Musumeci voti 4 ; Forza Italia voti 183 (Cimino 98, Giambrone 52, Bennici 13, Casera 4, Seminara 2) Autonomia voti 39 ( Di Mauro 36, D’Orsi 1, Sciortino 1); UDC voti 464 (Brandara 60, Savarino 93, Di Paola 130, Milioto 147); Lista presidente voti 272 ( Grado 4, Arnone 11, Vita 241); Alleanza Nazionale 71 (Infurna 43, Biondi 4, Falzone 1, Granata 17, Lazzaro 1, Sciangula 2); Uniti per la Sicilia 920 (Miccichè 17, Petrotto 1, Pulvirenti 1, Sanzeri 869, Tuttolomondo 2); Democratici di sinistra voti 324 ( Carreca 2, Garuana 4, Di Benedetto 5, Greco 1, Marinello 2, Panepinto 254; La Margherita voti 29 (Manzullo 9, Cusumano 3, Bonomo 9, Bruno 4); Impegno Sicilia voti 17 (Buscemi 4). E’ DECEDUTO GIUSEPPE MENDOLA, UN UOMO CHE AFFRONTAVA LA VITA CON IL SORRISO E’ venuto a mancare prematuramente all’affetto dei suoi cari e di quanti lo conoscevano, Giuseppe Mendola, persona integerrima e stimato da tutti. Nato ad Alessandria della Rocca il 16 luglio 1951, era diventato ciancianese avendo sposato la signora Croce Perconti, dalla quale ha avuto due figli: Anna e Antonino. Nel nostro paese si era facilmente inserito e con parte attiva. Faceva parte del Circolo Cacciatori, coltivando le sue grandi passioni, la caccia ed il tiro al piattello, ed era apprezzato per la sua intraprendenza. Spesso amava ripetere: Nenti amma a fari sta sira? Lo abbiamo sempre visto sorridente e dotato di buon senso. Era impiegato alla Posta e conosceva ormai tutto il paese. Purtroppo un triste destino era per lui segnato e, dopo qualche giorno dalla morte del fratello Dino, anche lui è stato chiamato dal Signore, strappato all’affetto dei suoi cari. A dargli l’estremo saluto sono stati in tantissimi, di Cianciana, di Alessandria e di altri paesi dove aveva tanti amici. Noi soci del Circolo che lo conoscevamo e lo apprezzavamo, sentiamo già la sua mancanza, avvertendo il vuoto che egli ha lasciato. Pino sarà sempre con noi e rimarrà indimenticato nei nostri cuori. I soci del circolo Cacciatori di Cianciana

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La Voce di Cianciana

Numero 3 – Giugno 2006

DOLCI VACANZE A CIANCIANA

Dolci vacanze per la signora Carmela Curaba in Milano, abitante a Rosario (Argentina) a Cianciana per partecipare alle nozze dei nipoti Francesca Curaba e Calogero Pullara. La nostra città continua ad attirare l’attenzione di curiosi e studiosi che accorrono numerosi a visitarla. Nel giro di un mese abbiamo ricevuto un gruppo di studenti della provincia di Catania, un nutrito gruppo di turisti romani e il 27 maggio gli amici dell’Università della terza età di Palermo. Gli universitari sono stati accolti dal prof. Giannone che ha fatto da guida turistica e ha organizzato, di pomeriggio al Centro Sociale, un recital di poeti ciancianesi. Dopo il saluto del vice-sindaco Pulizzi sono state lette poesie di Alessio Di Giovanni, Agostino D’Ascoli, Salvatore Mamo, Pasquale Alba e dello stesso Giannone. Gli ospiti in serata hanno fatto ritorno a Palermo, soddisfatti e con la promessa di un prossimo ritorno per visitare le maccalube, le zolfare e la valle de Platani. Salvatore Panepinto

SOSTENITORI DELLA VOCE La redazione del giornale ringrazia sentitamente gli abbonati che ci hanno ancora una volta confermato la fiducia. Un particolare ringraziamento è indirizzato ai seguenti sostenitori : ITALIA : dottor Filippo Bavuso Volpe, Brusaporto (BG); Carmelo Perconti, Cernobbio (CO); dottor Salvatore Cuffaro, Erice (TP); Gaspare Piro, Maslianico (CO); dottor Franco Bartolomeo, Alzate Brianza (CO); Giovanni Provenzano, Drezzo (CO); Giuseppe Martorana, Anagni (FR); Gaetano D’Angelo, Cavallasca (CO); Ignazio Cammisano, Nuoro; Antonino Bavuso Volpe, Monsummano T. (PS); Vincenzo Caltagirone, Maslianico (CO); Vincenzo Marino, Merate (LC); Dottor Filippo Di Noto,Milano; Gaetano Di Chiazza, Torino; Pietro Vaiana, Cernobbio (CO); Giuseppa Salvioli, Palazzo A.(PA); Alfonso Greco, Solbiate Comasco (CO); dottor Stefano Cuffaro,Pordenone. ESTERO GERMANIA : Gaspare Lo Monaco, Rosario Campisi; BELGIO : Giuseppe Savarese, Gianni Bartolomeo, Francesco Miliano; INGHILTERRA : Rosa Savarese, Antonino Montalbano, G.Cicchirillo, G.Martorana, Filippo Abella; CANADA : Nina e Rocco Ficara, Giuseppe Gambino, Giuseppe Di Stefano, Vince Bavuso, Stefano Giambrone, Antonino Panepinto; FRANCIA : Antonino Marino, Antonino Caltagirone, Giuseppe Caltagirone, Santo Ritrovato, Ignazio Attardo, Stefano Lo Brutto, Vincenzo Forte, Girolamo La Corte, Giuseppe Cardella; AUSTRALIA : Ignazio Pendino, Anna Barbera in Settecasi, Leonardo Carubia; ARUBA : Giuseppe Bellanca. CIANCIANA : Gerlando D’Angelo, Tanina Impallari in Ferraro, Paolo Termini, Gaetano Ingravidi, dottor Antonino Arcuri, maestro Piero Carubia, Giannone Filippo, Associazione Theatron, dottor Nello Paturzo, dottor Gerlando D’Angelo, professor Giovanni D’Angelo, Zina e Girolamo Carubia, DAFFODIL, PIANTE, FIORI, CONFETTI ; FOOD MARKET CONAD, SUPERMERCATO ALIMENTARE, DITTA ANTONINO CIMINO, ELETTRODOMESTICI, ARTICOLI DA REGALO, Via Nazionale, Alessandria della Rocca. ERRATA CORRIGE NUNERO 2/06. 1) Nella poesia VENTI MARZO 2006 di Gaetano Alessi, pubblicata nel Salotto della Poesia, bisogna eliminare l’ultimo rigo (pesanti al pari e forse più di prima).2) Nella foto pubblicata in basso a pagina 6, correggi Gaspare d’Angelo con Vincenzo D’Angelo. Ci scusiamo con i lettori per gli involontari errori. SALUTI Il professor Eugenio Giannone saluta affettuosamente Antonino Panepinto, abitante a Montréal (Canada), facendogli i migliori auguri per una completa guarigione.

ABBONAMENTO AL GIORNALE L’abbonamento annuale per 6 numeri costa: per l’Italia € 21, per l’estero € 23. Se volete darci di più farete parte dei SOSTENITORI del giornale. Per l’Italia inviare la cifra a Salvatore Panepinto - via Cavour, 3 - 92012

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