Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 6 – Dicembre 2005
Auguri di Buon Natale e Felice 2006 a tutti i lettori de
LaVoce di Cianciana CI PERMETTIAMO RICORDARE DI RINNOVARE AL PIU’ PRESTO L’ABBONAMENTO PER IL 2006
L’angolo della posta
IN QUESTO NUMERO
Pag.2 Il poeta S. Mamo di Salvatore Di Marco
Pag.10
5 ANNI PER LA VOCE DI CIANCIANA
Pag.3 La casa editrice Il sole di tutti di G.D’Angelo
Pag.11
Il reliquiario della Madonna - Catasto a Cianciana
Pag. 4 Scuola al Parlamento Sic. Briciole di saggezza
Pag.12
Quando si mugghia l’amuri di Franc. Cannatella
Pag.5 Cacc. Migratoristi - La scalinata di lu raloggiu
Pag.13
Il guercio di A.D’Ascoli - Morto Salv. Martorana
Pag.6 IL tango argentino di A. Di Noto
Pag.14
Il palazzo di A.Di Giovanni - Case in festa
Pag.7 La compagnia Theatron
Pag.14
Il salotto della poesia
Pag.9 Anagrafe pag. 15 Dolci vacanze Saluti Ricette
Pag.16
COME ERAVAMO
CLASSE III ELEM., MAESTRA GIUSEPPINA ALESSI, ANNO SCOLASTICO ‘57-‘58. Nomi a pag. 2
Numero 6 - Dicembre 2005
La Voce di Cianciana Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana. Anno V, numero 6 - Dicembre 2005 Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico e fotografico Filippo Mattaliano, Stefano Panepinto Studio immagine Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Gaspare D’Angelo, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Judith Evans, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Bina Vaiana. Direzione e Redazione: via Cavour, 3 92012 Cianciana (AG) Italy. Tel. 0922-987.462 E-mail Se volete inviarci un messaggio via e -mail, chiamate al numero di telefono in alto. Vi sarà comunicato l’indirizzo. Conto Corrente Postale n° 17905977 Conto Corrente Bancario: vedi pagina 16 ! Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001. Spedizione a regime libero. Autorizzazione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commerciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori, che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2005 - Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.
La Voce di Cianciana COME ERAVAMO - FOTO DI COPERTINA In piedi da sinistra : Olga Ferro, Angela Taglialavore, Gina Forte, Maria Di Prazza, Domenica Pulizzi, Angela Bongiovanni, Rosetta Carubia, Lina Chiazza, Sara Bondì, Caterina D’Angelo Fila centrale da sin. : Maria Zamborlini, Antonina Provenzano, Angela Chiazza, Cipriano (figlia dell’ostetrica), Pietra Piazza, Anna Cicchirillo, Franca Setticasi, Giuseppa Cuffaro In prima fila da sin. : Nella Cognata, Benedetta Barbera, Leonarda Camelia, Rosa Chiazza, Fina Caltagirone, Vincenza Cicchirillo.
Da Torino ci scrive Gaetano Alessi Sempre carissimo Totò Panepinto, Quest’anno sono stato impossibilitato a venire in paese a rivedere i luoghi dei miei sogni e salutare vecchi e nuovi conoscenti. Però ho dato a mio fratello, che si è premurato di consegnarli al sindaco on. Sanzeri, per farli porre in biblioteca a disposizione di chi li vorrà leggerli, due miei corti romanzi inediti dal titolo provvisorio : Disquisizioni ne La città del dolore e Serenate andate al vento. Quest’ultimo romanzo volevo intitolarlo Post Mortem, semplicemente perché alcuni protagonisti siamo ancora in vita, ma poi ho messo in conto la probabilità di non poter più venire in paese (sono vecchiotto ormai) e di conseguenza ne ho cambiato il titolo. Caro Totò, voglio confidarti che un mio racconto, La Neve, pur esso ancora inedito e che si può trovare presso la biblioteca di Cianciana, ha conseguito il 2° premio al concorso letterario Genova e la pace nel mondo indetto dal Club dei 17, la cui premiazione avverrà in Genova il prossimo 10 dicembre, durante la rassegna de VI° Cenacolo Letterario. TI prego di accettare affettuosi saluti per te e tutti i ciancianesi in sede e fuori. Gaetano Alessi Da Montréal (Canada) il signor Francesco Castellano ha scritto alla Voce questa bellissima lettera di augurio per la mamma signora Gaetana Ciliberto, in occasione del suo 90° compleanno. (Vedi la foto nella rubrica Case in Festa a pagina 8) Carissimo professore Salvatore Panepinto, Sono Francesco Castellano dal Canada. La mia mamma Gaetana Ciliberto, nata a Cianciana il 27 dicembre 1915 ed il mio papà Girolamo Castellano sono emigrati, per amore dei figli in Belgio nel 1963. Noi, i figli Rosa Giuseppina e Francesco Castellano con le nostre rispettive famiglie, festeggeremo un grande evento: il 90° anniversario di nascita di nostra madre che avverrà appunto il 27 dicembre 2005. Un pensiero per la mamma dai figli Rosa, Giuseppina e Francesco Castellano Cara mamma, grazie, se oggi siamo quello che siamo lo dobbiamo a te. Se c’è una persona che dobbiamo ringraziare, quella sei tu, mamma.Il festeggiare tutti insieme la felice ricorrenza del tuo compleanno è per noi tutti motivo di onore e sopratutto una grande soddisfazione. Auguri mamma, il tuo è stato un duro lavoro; però guarda che bel risultato! Auguri a una madre veramente unica da parte di noi figli Rosa e Giuseppe Frenda, dai nipoti Luigi, Emilia, Gino, Karinne, Filippo e Giuseppina; i pronipoti Paolo Romina Cristof, Nicky Saro, Rosie Giuseppe Frenda; Giuseppina Castellano… i nipoti Vincenzo, Anna, Tanina, Caterina, Pino Chillura Rizzo; i pronipoti Maikel, Manuel, (cont.pag.3)
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La Voce di Cianciana
Numero 6 - Dicembre 2005 Marco Chillura, Francesco, Gina; i nipoti Castellano Tanina, Giacomo Malarico i pronipoti Alessia, Daniella Malarico, il nipote Gerry Castellano. Ti auguriamo di poter festeggiare il tuo centenario. Un augurio anche da parte delle sorelle Carmela e Salvatrice Ciliberto, dai nipoti del Canada Domenica, Car-
melo Vertullo, Battista e Teresa D”Angelo, Filippo e Graziella Bruno, Rosa e Umberto Tamborriello, Antonina e Tommaso Cicatello. Non poteva mancare l’augurio di Salvatore Bruno!
Da Anagni (Frosinone) Egreggio Direttori e Provessori, approfittando della mia ignoranza, vengo a spiegarmi quanto segue: essendo stato portato a conoscenza che il sottoscritto ha partecipato, come comparsa, al film TV “Don Matteo 5” con il mitico Terence Hill (mi trimavanu li gammi quando l‟ho incontrato in carne ed ossa), per venire incontro a quelli che si addormentano davanti la televisione, vorrei precisare che essendo che sono otto
episodi, io non è che affaccio in tutti e otto?!...ma solo in uno e precisamente nni quello che ha per titolo “Il Turista Inglese”. Se qualcuno dei miei parenti e amici si lu vulissi vedere, io faccio l‟operaio del cimitero mentri ca ‟nfussunammu il tabuto. Ringrazio per la precisazione e per tutto quello che vossia fa per il giornale...Lu signori cci lu renni! Pino Martorana
Da Quilmes – Argentina Egregio Prof. Salvatore Panepinto, Vorrei cortesemente salutare e congratularmi con mia cugina Barbara Di Noto, residente a Monza, che si è
brillantemente laureata in Psicologia presso l‟Università di Padova. Per lei tanti affettuosi saluti dai cugini Alejandro, Mabel, e Adolfo Di Noto.
Soffia sulle candeline! Tanti auguri a te da noi tutti!
LA VOCE DI CIANCIANA COMPIE CINQUE ANNI
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embra ieri il giorno della presentazione al pubblico de La Voce di Cianciana, avvenuta il sette aprile del 2001 nei locali del centro sociale, dove erano convenute molte persone per presenziare a questo appuntamento. In quell‟occasione i vari componenti la redazione del giornale, dal direttore responsabile, il rinomato Enzo Minio all‟illustre studioso professor Nuccio Mula, da me stesso etc., hanno esternato ai presenti le finalità del giornale : tenere stretti i rapporti tra il paese e la terra natia con tutte le comunità di Ciancianesi sparse per il mondo nel rispetto della nostra tradizione culturale, e noi, nel corso di questi cinque anni, abbiamo cercato di attenerci a questo impegno. Ci siamo riusciti? E in quale misura? Non spetta certo a noi dirlo. Però se il giornalino è riuscito a sopravvivere per tutti questi anni forse qualche merito lo ha avuto ed è gratificante il
sapere che La Voce è attesa, letta e conservata come cosa che ha un certo valore. Qualcuno, all‟inizio, basandosi su quali arcane considrazioni, era certo che il giornale non sarebbe arrivato al terzo numero. Siamo arrivati al trentesimo numero, con ottime potenzialità per continuare il nostro lavoro, e tutto ciò lo dobbiamo ai nostri lettori i quali hanno condiviso il nostro percorso, incoraggiandoci, spronandoci, invitandoci a continuare, muovendoci anche delle critiche che noi abbiamo sempre accolto con umiltà e con predisposizione all‟ascolto. Nel ringraziare di vero cuore tutti i collaboratori del giornale, rinnovo ai nostri lettori l‟invito a continuare ad interagire con La Voce, inviando fotografie, articoli, testimonianze, poesie e tutto ciò che potrà servire a riempire di contenuti il giornale dei ciancianesi. Il Direttore editoriale Salvatore Panepinto
FESTA DELL‟IMMACOLATA CONCEZIONE A sinistra il comitato per i festeggiamenti: la presidente Marianna Di Liberto in Messina tra Emiliana Panepinto in Palminteri e Giovanni Caltagirone. FESTA DI SANTA LUCIA A destra il comitato per i festeggiamenti: la presidente Antonina Soldano tra il marito Salvatore Lo Monaco e l‟assistente Giuseppina Greco Ferlisi in Carubia Pag. 3
Numero 6 - Dicembre 2005
La Voce di Cianciana
PER TRE GIORNI A CIANCIANA IL RELIQUIARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA A 52 anni dal prodigio della vergine Maria a Sicacusa, Cianciana ha avuto il grande onore di avere per tre giorni il reliquiario contenente le lacrime versate dalla Madonna nella città siciliana nel 1953. Nella tarda mattinata di lunedì 5 dicembre, alle ore 11:00, in piazza Orologio, si è data convegno una moltitudine di fedeli, uomini e donne di ogni età, alunni della scuola dell‟obbligo per accogliere con calore il reliquiario, in testa tutte le autorità civili, religiose e militari. E‟ stato don Salvatore Arnone a consegnare il reliquiario a padre Ferraro e, dopo gli interventi delle autorità, si è snodata la precessione dei fedeli alla volte della chiesa Madre. In questi tre giorni di permanenza a Cianciana il reliquiario è stato oggetto di venerazione da parte di tanti fedeli, consapevoli dell‟importanza e della straordinarietà dell‟evento. Si è assistito altresì, presso l‟oratorio don Gerlando Re, alla proie-
zione di un film-documentario sulla lacrimazione della Madonna. Il 7 dicembre il reliquiario è stato portato in processione alla chiesa del convento dove i fedeli hanno assistito alla celebrazione eucaristica, presieduta da don Arnone, e ai vespri dell‟Immacolata. Indi il reliquiario è partito alla volta di Siracusa e i ciancianesi presenti si sono concessi un momento di fraternità, assaporando i tradizionali “scacciateddri”. Ci piace ricordare che il prodigio della lacrimazione avvenne a Siracusa nella mattina del 29 agosto 1953 in casa di Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in via degli Orti, dove un quadretto di gesso raffigurante Il Cuore Innamorato di Maria, versò lacrime umane. Al fenomeno, che si protrasse fino al 1° settembre, seguì tutta una serie di miracoli e di tante guarigioni straordinarie. S.P.
APERTO, PRESSO IL COMUNE DI CIANCIANA, UNO SPORTELLO DECENTRATO DEL CATASTO
Fortemente voluto dall‟Amministrazione Sanzeri e grazie all‟impegno dell‟assessore alle attività produttive Vincenzo Geco finalmente, dopo alcuni mesi di lavoro, si è recentemente concretizzato un protocollo di intesa tra l‟Agenzia regionale del territorio ( ex catasto) e il Comune di Cianciana per aprire uno sportello decentrato all‟interno dei locali del Comune ed esattamente all‟interno dell‟Ufficio Tecnico. L‟inaugurazione dello sportello, che sarà operativo 5 giorni su cinque, è avvenuta lunedì 5 dicembre ultimo scorso. Per l‟occasione i massimi dirigenti dell‟Agenzia, sia regionali che provinciali, hanno voluto essere presenti, graditi ospiti del Comune di Cianciana: gli ingegneri S. Giarratana e Speziale, rispettivamente direttore e dirigente regionale, la dottoressa nostra concittadina Rosina Camizzi, dirigente dell‟ufficio di Agrigento, la dottoressa Laura Corso direttore dell‟ufficio di Agrigento,
l‟ingegner Giuseppe Di Miceli, responsabile degli uffici decentrati della nostra provincia. “ L‟apertura di questo sportello – ha detto nel corso dell‟inaugurazione il sindaco Sanzeri – contribuirà certamente allo sviluppo economico e sociale del nostro paese, consentendo di effettuare le visure catastali ed avere i certificati, senza più il fastidio di recarsi ad Agrigento, spendendo dei soldi e perdendo tempo. Anche il direttore regionale il dottor Giarratana ha espresso contentezza per l‟apertura dello sportello. “ Ciò rientra nel nostro programma di decentramento – ha continuato l‟ingegnere – Per me è la prima volta che vengo a Cianciana ed ho trovato il vostro paese molto grazioso. Ma quando penso alla strada che abbiamo fatto per arrivare, mi convinco sempre più della bontà della nostra scelta. Ora siamo in grado di risparmiare all‟utenza fastidiosi viaggi”. Lo sportello del catasto decentrato è il nono della provincia dopo Bivona, Sambuca, Naro, Canicattì, Sciacca, Ribera, S.Biagio Platani, Licata. S.P.
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Quando si cugghia l’amuri
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Gli antichi strali di Cupido di Francesco Cannatella (Prima parte)
a picciutteddra di la Conca d’oru è uno dei canti polari più noti e preziosi della sicilianità. Fino al secondo dopoguerra canto d‟amore e poi, con cadere in disuso le serenate, coro di allegre compagnie. Cianciana ne possiede varianti diverse che si innestano su un unico motivo ispiratore. Sul testo originario hanno lavorato i ciancianesi don Salvatore Mamo, prete e poeta dialettale, Domenico Montalbano, locandiere, e Ulisse Giuliano, oste ed ultimo menestrello d‟amore delle nostre contrade, gli echi della cui voce argentina ancora sembrano risuonare nelle notti estive, foriere di espressioni canoro-sentimentali. La picciutteddra di la Conca d’oru ad un‟attenta lettura si trasforma in un ricco etnotesto che offre uno spaccato della realtà ciancianese, permettendoci di ricostruire un passato recente ma già remoto, di ritrovare usanze e consuetudini e di riviverne la socialità. Tra le tante informazioni, vi ritroviamo gli elementi caratterizzanti, le usanze matrimoniali nelle famiglia patriarcale. Al matrimonio i ciancianesi arrivavano con il sistema tradizionalmente collaudato del sì, pronunciato in chiesa, oppure ricorrendo a due succedanei dello sposalizio : la fuitina e l’arrubbatina. Sposare le figlie era obiettivo primario di ogni genitore per togliersi dalle spalle una bocca da sfamare, un peso sociale avvertibile fin dalla nascita il lieto evento per una figlia veniva comunicato più per dovere che per piacere. I figli graditi erano li figli masculi, future possenti braccia per lavorare la terra, per loro ci si vestiva a festa nel portare la lieta novella ai parenti. Li figli fimmini richiedevano inoltre una sostanziosa dote, casa e biancheria, croce e tormento di molti poveri iurnatara, essendo la quantità della dote alla base delle qualità del matrimonio. A tredici, quattordici anni ogni ragazza era pronta per il fidanzamento. Il compito di metterla in mostra agli eventuali aspiranti era della mamma che non dimenticava una sola messa festiva cantata o quella domenicale di mezzogiorno per far sfilare la figlia, agghindata ed incipriata di tutto punto, fra due file di giovani in cerca di uno sguardo innamorato. Con trepidazione in famiglia si aspettavano le richieste di matrimonio nell‟arco dello splendore della figlia. Diciott’anni o la mariti o la scanni. Superata l‟età della bellezza, la ragazza aveva meno possibilità di attirare innamorati e molte di più di ristari a l’agnuni o ristari figlia di mamma. Eppure, malgrado il gioco sociale del matrimonio fosse conosciuto da tutti, ognuno recitava la parte che più riteneva opportuna pur di nascondere fini e veri obiettivi. Il giovane pretendente lamenta : Tò patri nun voli chi nni maritammu, / veni tò matri e dici : Po’ videmmu. / li to’ soru nni rispunninu : spittammu. / Ntanto passa lu tempu e nun nni iuncemmu. Il padre della ragazza aveva l’obbligo di accogliere la proposta ufficiale del con suocero : Vi ringraziu pi l’anuri chi mi stati dannu, vi sacciu dari na risposta. Il che avveniva non prima dell‟ottavo giorno successivo. Egli si
consigliava con i parenti più stretti, assieme valutavano il giovane e la sua famiglia, i beni posseduti, il giudizio popolare di cui godeva, la laboriosità, i precedenti amorosi, etc. Non mostrava alcun particolare entusiasmo, tentennava, non voleva dare l‟impressione di volersi sbarazzare della figlia anche se era una cambiale in scadenza che voleva pagare subito per risparmiare sugli interessi. La moglie perdeva tempo, non si esponeva con una presa di posizione netta e scrutava se all‟orizzonte non ci fosse qualche partito migliore, prima di impegnarsi: lu sì t’attacca e lu no ti sciogli. Le sorelle maggiori provavano invidia e manifestavano preoccupazione legittima. La regola vuole che ci si sposi per ordine di età. In una società coniugata al maschile, tutti avevano voce, tranne Niniddra, oggetto più che soggetto della richiesta di matrimonio. Mille detti di saggezza popolare sarebbero stati messi in campo, rivisitati e commentati all‟occorrenza, per convincerla della bontà della scelta dei genitori. Lu matrimoniu è na sistemazioni: Casa senza omu, casa senza nomu. Ama l’omutò cu lu viziu so. Sì, perchè l’uomo poteva essere virtuoso o vizioso, la donna solo e sempre virtuosa. Ancora si narra a Cianciana di una giovane che, appena celebrato il rito nuziale, uscita dalla chiesa, si voltò indietro verso l‟altare maggiore e, segnandosi, eschamò : N nomu di lu Patri, di lu Figliu e di lu Spirdussantu, truvavu lu sceccu mentri campu. Il marito da quel momento in poi si sarebbe caricato di tutti i problemi, portandola in groppa come un asino per tutta la vita. Non sempre il giovane innamorato riusciva a convincere il padre a richiedere la mano di una ragazza. Molteplici i motivi che il genitore opponeva: la moralità della famiglia di lei, la pochezza della dote prevista, le liti generazionali tra le due famiglie, aspirazioni a matrimoni migliori. Poco spazio restava al giovane per controbattere o contestare, su lui pesava l‟obbligo sociale dell‟obbedienza e del rispetto delle decisioni familiari. Altre volte, i sentimenti del giovane innamorato non trovavano corrispondenza nella ragazza ma rifiutare un amore che non le interessava, risultava offesa grandissima perché nella Cianciana maschilista, la donna può essere scelta ma non è libera di manifestare amore a chi a lei risulta gradito. (continua nel prossimo numero) Francesco Cannatella (nella foto) Il saggio è già stato pubblicato ne il Pitré - Quaderni del Museo Etnografico Siciliano gennaio/marzo 2005 Pag. 5
Numero 6 - Dicembre 2005
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IL GUERCIO E I BURLONI di Agostino D’Ascoli el retro di un bar, adibito per il gioco a carte, quattro amici, seduti ad un tavolo, ingannavano il tempo con una partitina a briscola, seguiti dagli sguardi attenti di alcuni loro amici
curiosi. Tra gli spettatori, comodamente seduto, vi era un vecchietto orbo da un occhio, il quale, a un certo momento, abbassato lentamente il capo, si addormentò, mettendosi a russare rumorosamente. Fu a quel punto che a uno di quegli sfaccendati presenti venne in mente di fare uno scherzo a quel vecchietto. “Spegniamo le luci” propose a tutti il giovane mattacchione. “Poi chiudiamo la porta che comunica con il bar e tappiamo tutti i buchi in modo che questo ambiente rimanga totalmente al buio…Noi continueremo a giocare e a comportarci normalmente come se ci vedessimo. Vedrete che risate ci faremo con quel vecchietto” concluse lui, assegnando le parti di quell‟improvvisata farsa. Poco dopo, anche con la complicità del barista, in quella totale oscurità, ognuno dei presenti cominciò a recitare la propria parte. “Butta giù la briscola!” urlò uno. “Guarda,guarda!” ripeté, sbraitando di proposito, un altro “che bel carico passo”. “E io, come vedete, ci metto questo bellissimo asso di briscola!” gridò quasi a squarciagola, come da copione, un altro ancora, mentre alcuni commentavano ad alta voce le fasi di quell‟immaginaria partita a briscola, pronunciando di proposito e scandendo
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La Voce di Cianciana chiaro e forte le parole vedi, guarda” e tante altre frasi, tali da far credere al vecchietto, nel momento in cui si sarebbe svegliato, che quel locale fosse illuminato, così come lo aveva lasciato prima di addormentarsi. Tanto gridarono, tanto fecero e tanto recitarono bene da raggiungere presto il loro scopo. “Oh Dio! Oh Dio!” si levò improvvisa, in quella totale oscurità, la voce angosciata del vecchietto, il quale sentiva chiaramente tutti quei “vedi” e “guarda”, mentre lui non riusciva a notare un accidente. “Oh Madonna mia, aiutatemi!” continuava a gridare lui, disperatamente. “Che cosa c‟è? Cosa le è successo?” cominciarono a chiedere premurosi, uno dopo l‟altro, quei burloni, che si trovavano attorno al mal capitato vecchietto. “Sono diventato cieco! Completamente cieco! Non ci vedo più! Aiutatemi!” urlava annaspando nel buio in cerca di non so quale aiuto. A quel punto, prima che al vecchietto potesse venire un colpo, i burloni, dopo aver acceso la luce, fuggirono via a gambe levate e ridendo a più non posso, mentre il vecchietto, ripresosi dallo spavento, incominciò a gran voce e senza parsimonia a lanciare ingiurie all‟indirizzo di quei balordi ragazzacci. Avesse avuto la possibilità di afferrarne uno, sarebbero state veramente botte da “orbo”.
Tratto da Agostino D‟Ascoli MERLO O CORVO? L‟Autore Libri Firenze / Narratori
E’ MORTO IL CAVALIERE SALVATORE MARTORANA
ato a Cianciana l‟8 Agosto1936, Salvatore Martorana è il secondo di cinque fratelli – due di loro scompaiono prematuramente -. All‟età di sei anni si trasferisce con la famiglia a Gesso, nel Messinese, a causa dell‟assunzione del padre nelle ferrovie. Frequenta le elementari nel paesino dei Peloritani, le scuole medie e l‟istituto tecnico per geometri a Messina. Appena diplomato fa esperienza nello studio tecnico dell‟ing. Tullio Russo a Messina, che, tra le altre cose, già in quegli anni si era occupato del progetto del ponte sullo Stretto. Adempie al servizio di leva nella città di Bolzano, in ossequio alla regola non scritta di quei tempi che vedeva nel servizio di leva un‟occasione per i giovani di conoscere l‟Italia, congedandosi col grado di sottotenente del genio militare. Prima di fare ritorno alla terra di Sicilia decide di visitare Milano e quella che all‟inizio era semplice curiosità per la locomotiva economica d‟Italia si rivelò in poco tempo un scelta di vita: Milano diventa la sua città di residenza. Lavora nell‟edilizia come capocantiere. Nel 1970 decide di passare alle Ferrovie dello Stato, trasferendosi subito dopo a Caldé, sul lago Maggiore dove si sposerà nel '73 con Caterina Basile dalla cui unione na-
scerà nel 1980 il figlio Girolamo. Torna a Milano 1975, dove affianca al lavoro la passione per la scrittura, collaborando alla nascita del periodico delle FS L'Osservatore Ferroviario. Negli anni '80 viene nominato prima Cavaliere e poi Cavaliere ufficiale del lavoro, nel 1986 riceve la “penna d'oro ferroviaria” ad Ancona e diventa pubblicista nel 1988. Va in pensione nel '93, trovando così il tempo per dedicare i suoi studi all'amata Sicilia. Abbraccia il movimento del “felibrismo siciliano” di cui fu eminente rappresentante Alessio di Giovanni, lo studioso che un secolo prima abitava nel palazzo di fronte alla sua casa natia di Cianciana. E‟ deceduto il 28 agosto del 2005 ed ha voluto essere seppellito nella sua Cianciana che amò così tanto. Fervente studioso, ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca di cose siciliane, cose della sua terra. Fin dal suo nascere ha incoraggiato e sostenuto La Voce che ha pubblicato un suo saggio dedicato al sacerdote poeta Felice Vincenzo Sedita numero 4 2001 e più recentemente, numero di giugno 2005, un altro articolo intitolato La torre di Cianciana, dedicato al palazzo dove nacque lo scrittore e poeta Alessio Di Giovanni. S.P.
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Numero 6 - Dicembre 2005
La Voce di Cianciana
IL PALAZZO NATALE DI ALESSIO DI GIOVANNI - II PARTE (I parte numero 3/05) LA STANZUCCIA TERRANA SOTTO LO STUDIO DI PAPA’ Ed ora mi ricordo le lunghe ore passate nella stanza ottusa e buia ov‟essa, riferendosi alla Maria Gammillera, vendeva il vino, con, in un cantuccio, il tavolo nero e vetusto, ingombro di quartucci, brocche, buccali e di una grande concola piena d‟acqua, ove stavano a sciaguattarsi i bicchieri, orlati di nero. Giro giro alle pareti unte e frastagliate di segnacci col carbone, le panche brune dei bevitori. Ed essi, a dir il vero, non mancavano mai: nei pomeriggi e nelle sere di domenica, la stanzuccia n‟era tutta piena e rumorosa. Eran zolfatai, la maggior parte, pallidi, scarni, con la voce roca, di poche parole, alcuni quasi tetri. Sbevazzavano, si offrivano generosamente vino l‟un l‟altro, bestemmiavano qualche volta, ma a voce bassa perché non li udisse il padrone, mio padre che stava su, nella sua stanza, a studiare, a scrivere o ad accogliere con particolare bontà quanti lo ricercassero di consigli e di aiuti… LA CAMERA ROSSA Ed ora mi ritrovo nella stanza che poi si chiamava la camera rossa perché parata d‟una carta d‟un bel vermiglio di sangue. Ma ecco passa Vincenzina (la povera sorella morta anch‟essa e a soli diciotto anni, poveretta!), passa, mi guarda, e dice sgomenta, con quella sua voce pacata e buona di angelo, che mi suona tutt‟ora all‟orecchio: - mamà, Alessio ha il vajuolo!... – sento daccapo la voce di mia madre… poi più nulla… LA DISPENSA Oh, la penombra cupa e misteriosa come di chiesa sotterranea, vasta e fresca, con una sola finestruccia piccola come una feritoia, con le due fila di botti enormi, di bottacci chionzi e di caratelli, con il suo odore acuto di vino che dava alla testa; e, nella penombra, la figura umana, secca, quasi spettrale, di mastro Pietro Arcuri, il falegname di casa, che, la barbetta spigrita, gli occhietti irrequieti e neri come due grani di pepe, le braccia scheletrite, si dava attorno a travasare, a spillar botti e a turarle, dopo, con uno zipolo. Ed io alle sue costole, fastidioso come sono spesso e volentieri tutti i ragazzi, a intrappolarglimi tra le gambe, a prendergli la sporta del mestiere, a volere assaggiare anch‟io il vino se avessi preso la muffa o il secco o se fosse asciutto e buono. E questo finché il poveruomo non perdeva la pazienza, chè allora eccolo a dirmi con una voce persuasiva e allettatrice che avrebbe commosso anche il cuore d‟un saraceno : - Vada su da papà Gli dica che ho bisogno di una dimora la più lunga che vi sia, che altrimenti non posso far nulla!...- Ed io correvo, povero bambino, e mio padre mi porgeva una sedia, fra l‟irrefrenabile ilarità delle persone che, in quel momento, si trovavano nella sua stanza, dicendomi: -Siedi che ora gliela porterai tu stesso!... L’INFERRIATA DELLA SCALA CHE PORTAVA SU IN CUCINA Ma spesso amavo star da solo, ed affacciato dietro alla inferriata della scala che portava su in cucina, stavo ore ed ore con lo sguardo fisso sulla campagna silenziosa e, laggiù laggiù, lontano, sulle montagne violacee di tramontana: Cosa pensavo allora?... Cosa dicevano al mio animo quella campagna malinconica, deserta che, a guardarla a lungo, mi metteva il pianto nel cuore? Quelle colline ad ulivi, a carrubi, a mandorli, con, qua e là, qualche vigna? Quelle cantilene ancorate, tristi, flebili, che salivano dai campi, di colpo come una voce arcana di pianto? Non ricordo: Questo solo io so, che di quel che io sentivo in quelle lunghe ore di solitudine, di pace, di raccoglimento, mi rimangono ancora gli echi ineffabili nell‟animo, e di rado, assai di rado, posso raccoglierne qualcuno, e fermarlo, con calma ingenuità, nel giro suggestivo della strofa siciliana. Ed allora è come se rivivessi negli anni della fanciullezza, allietati dal sorriso buone della mamma, e da quell‟aria serena, di agiatezza e di felicità che alitava per tutta nella casa che mi vide nascere, laggiù, laggiù in quell‟angolo benedetto della mia benedetta Valplatani. Alessio Di Giovanni
60 ANNI DI MATRIMONIO PER CARMELA E GASPARE GRECO
Cianciana 1° dicembre 1945
Toronto 1° dicembre 2005
A Toronto (Canada) in chiesa alla presenza di tante persone : figli, nipoti e pronipoti, con la benedizione degli anelli è stato celebrato il 60° Anniversario di Matrimonio dei signori Carmela e Gaspare Greco Cianciana 1° Dicembre 1945 , Toronto 1° Dicembre 2005 Cari genitori, giorno dopo giorno gli anni sono volati via da quando voi avete detto sì. Sessant’anni di memorie, di grandi eventi, di semplici gioie giornaliere divise in due. E ancora tanti pianti lungo la vita alternati a tante gioie che non si possono misurare. Uno per uno ogni anno se n’è andato, ma vostre restano e resteranno per sempre le memorie e i ricordi di una vita trascorsa per così tanto tempo insieme. Con tanto amore i vostri figli Anna e Vincenzo. Tantissimi auguri anche da parte dei vostri nipoti e pronipoti, da Vita e Giuseppe e figli, dai fratelli Salvatore, Antonino,Vincenzo e Giuseppe, dalle sorelle Vincenza e Gaetana, dai cognati Antonino Cicchirillo e Pina Bavuso da Torino. Pag. 7
Numero 6 - Dicembre 2005
La Voce di Cianciana
90° compleanno per la signora Onofria Comparetto, vedova Pietro Provenzano Il giorno 21 novembre ultimo scorso, tutta la famiglia si è stretta attorno alla cara figura di Onofria Comparetto per festeggiare il suo 90° compleanno. La signora, che è arrivata a questo importante traguardo in buona salute e con il massimo della lucidità, ha particolarmente gradito il calore umano testimoniatole da tanti parenti, dalla figlia Concetta abitante a Cianciana, dai figli Giovanni e Rosa venuti per l‟occasione rispettivamente dal Belgio e dalla Francia, dalla cognata Maria e dal fratello Francesco (abitanti in Inghilterra) che per lei ha scritto una bella poesia pubblicata nella pagina accanto, dalla sorella Rosa, dai generi e da circa una quarantina di nipoti, tutti in allegria nel ristorante Lady Rose di Cianciana (foto in basso).
90° compleanno per la signora Gaetana Ciliberto vedova Girolamo Castellano ( foto a sinistra) Circondata dai figli Rosa, Giuseppina e Francesco Castellano, proveniente dal Canada, dai generi nuore e nipoti, 90° compleanno per Gaetana Ciliberto, festeggiato il 27 dicembre 2005 a Maasmechelen - Belgio, nazione nella quale la signora Gaetana ed il marito Girolamo Castellano si erano trasferiti nel 1963. I figli e tutti i parenti le fanno tanti auguri con una lettera pubblicata a pagina 2 di questo numero.
18° anno di età per Francesca Bartolomeo, abitante a Laglio (Como), festeggiati il 21 luglio 2005. Nella foto Francesca è con la mamma Domenica, il papa Giovanni e la sorella Laura. Pag. 8
Numero 6 - Dicembre 2005
La Voce di Cianciana
A riprova che la poesia a Cianciana ha un cuore antico per una tradizione ormai plurisecolare, vecchia quanto lo stesso Paese, e che, in pratica, fa parte del nostro modo di essere, La Voce ha il piacere di proporre all’attenzione dei suoi lettori tre nuove voci appartenenti a tre diverse generazioni: quelle del giovanissimo Giovanni Maria Grassadonia (14 anni), del non più giovane Filippo Milillo, abitante in Svizzera e dell‟anziano Francesco Comparetto, abitante in Inghilterra, mentre per il signor Giuseppe Siracusa si tratta di un gradito ritorno Ai nostri appassionati di poesia le nostre congratulazioni e l‟invito a coltivare questa fresca vena, zampillante d‟amore per il mondo, la nostra terra e gli affetti familiari.
OGGI E’ IL 90° COMPLEANNO Oggi è il 90° compleanno di Onofria Comparetto. Siamo venuti ad augurarle con amore e con affetto e festeggiare con tanto rispetto questo suo giorno distinto e diletto. Onofria è una donna d‟eccezione : come lei ce n‟è una per ogni milione; ha avuto coraggio e forza da leone per affrontare grosse tragedie e distruzioni ; e per questo motivo e per queste ragioni dovette far la mamma a tre generazioni. Da ragazza, a 13 anni, tenera come una rosa ha dovuto fare la capa di casa. La mamma andò nell‟aldilà ove riposa, pure papà fece la stessa cosa, lasciando una famiglia numerosa : tanti giovanotti, ragazze e bambini sparsi di qua e di là come uccellini Onofria fece da mamma ai fratelli e sorelline. Non avendo i genitori più vicini, la casa era una barca al mare senza remi. Quando per Onofria l‟età giusta arrivò, si fece fidanzata e si sposò, ed in seguito 4 figli acquistò e cresciuti a bordo li portò, facendo la mamma migliore che si può. Per la seconda volta da mamma diventò. Ma tutto questo non è sufficiente, la sfortuna insegue sempre continuamente, un altro disastro successe, tremendo ha perso la famiglia due componenti che lasciarono soli 3 piccoli bambini come senza la chioccia i pulcini. Onofria fece da mamma ai nipotini, li ha cresciuti bene e diventando grandini presero la via dei loro destini. Adesso noi auguriamo, noi tutti genuini, per lei una vita tranquilla e una lontana, lontana fine
Francesco Comparetto
SICILIA, TERRA MIA Sicilia, terra mia, Sicilia beddra, ti penzu sempri, nun ti pozzu scurdari: lu to‟ profumu lu portu sempri appressu, ca chiuju l‟occhi e ti sentu cu mìa! Si fussitu „na fimmina pi‟ sposa ti vulissi, pi‟ stari sempri cu tìa e nun ti lassassi „chiù ! Lu mari ti serbi pi‟ cullana lu celu cu li stiddri pi‟ mantellu; lu lustru di la luna pari argentu ! e lu suli spirluci comu cristallu ! A pulitici e putenti ca a Missina vuliti lu ponti ? Nun lu faciti ! A natri ni piaci accussì e semmu contenti, e cu sti sordi faciti cosi „chiù „mpurtanti, ca almenu servinu a la genti. Terra cuntisa di briganti, greci, turchi, spagnoli e normanni, populo ca ha suffertu tirannìa ca l‟antichi luttaru cu lugna e cu li denti e pi‟ tantu tempu nun cambiau nenti. Ma mentri paria ca tuttu iva a funnu un gridu nill‟aria saliva : lu Vespru sicilianu ! La rivolta contro lu tirannu, ca pi sempri „na la storia ristau. Doppu ca lu tirannu misiru a la porta Li campani sunaru a festa; ci foru musichi, balletti di ogni sorta e tuttu chistu dopu la risorta. Ora semmu un populu libbiru, contenti e filici e „na tuttu lu munnu avemmo tanti amici. Perciò vi dicu a tutti, granni e picciliddri, schetti e maritati amatila sta terra e nun l‟abbannunati, pirchì la Sicilia è troppu beddra e nni semmu innamurati! Filippo Milillo Pag. 9
Numero 6 - Dicembre 2005
La Voce di Cianciana
IL SOGNO LU RINCARU DI LA BENZINA Ho visto un mondo Cu „sta benzina ca crisci a galoppu dove i carri armati ann‟allargari li stratuna senza ruspa diventano ospedali, ognunu la machina av‟a mettiri a ripostu i missili diventano e ava caminari a l‟appedi comu un pazzu. viveri per le persone No ca ogliu, benzina e la tassa di circolazioni del terzo mondo, mentri arriva l‟assicurazioni le bombe diventano e na lu spissu quarchi contraminzioni, medicine per malattie ca tutti li jorna ci vonnu li grana incurabili. e contenti semmu ca unn‟ecchi jemmu nni spidugliammu prestu e sempiri Ma… era solo un sogno ! avemmu vacanti li saccheti. Giovanni Maria Grassadonia Giuseppe Siracusa
Salvatore Mamo, poeta dell’Ottocento ciancianese di Salvatore Di Marco
S
arebbe – senza scusante alcuna – cosa ingiusta se il nostro impegno rivolto al recupero e alla valorizzazione dell‟opera poetica e letteraria del grande Alessio Di Giovanni appannasse l‟attenzione che – almeno in Cianciana – va pure indirizzata con eguale disposizione ad altri valorosi poeti locali, e tra questi Salvatore Mamo il quale, negli anni del suo ministero sacerdotale e della sua attività poetica, godette di stima e notorietà presso i suoi concittadini, in misura tale che ancora n‟è viva la memoria. Ad onor del vero e degli interessati, va detto di due studiosi quali Gaspare Conte, sambiagese, ed Eugenio Giannone, ciancianese, ma pure del letterato palermitano Salvatore Orilia, i quali non soltanto hanno scritto sul Mamo con dottrina e sensibilità d‟intelletto critico, ma hanno parimenti curato la ristampa di alcune opere più importanti del nostro poeta ciancianese (Gaspare Conte, a sue spese e con mezzi propri: La distribuzioni di li premii, Li cunticeddi di lu vecchiu, Poesie sacre, Canti d’amuri) nonché pubblicato testi che fino ad allora erano rimasti inediti (Giannone). Con una breve annotazione vorrei però chiarire che quando parlo di “poeti locali” non uso affatto un‟espressione limitativa circa il valore letterario delle opere, bensì intendo riferirmi alla comune terra d‟origine degli autori ciancianesi. Fra l‟altro, mentre cade sempre più in disuso il criterio di proporzionare la grandezza dei poeti in base alle dimensioni geografiche della loro notorietà (ad esempio: di misura locale, provinciale, nazionale o europea) va addirittura sostenuta l‟idea che nessun poeta, sia pure tra gli universali e i sommi, potrebbe tale essere considerato se non fosse stato – conservandone le coordinate – (e non fosse) un poeta radicalmente locale. Ma torniamo al nostro Salvatore Mamo. Egli nacque a Cianciana il 9 settembre 1839, primo di otto figli, dal negoziante di tessuti Marcello e da Maria Rosa Riggio. Dopo aver compiuto i necessari studi probabilmente presso il
seminario arcivescovile del capoluogo siciliano, fu ordinato sacerdote a Palermo il 15 aprile 1862. Ritornò quindi nella sua città come pastore e, partecipando attivamente alla vita ciancianese anche nei suoi aspetti letterari e culturali, vi rimase fino alla morte, che dopo due anni di gravi malanni, lo colse il 1° gennaio 1920, quand’era già prossimo agli 81 anni. La sua prima opera, scritta in dialetto siciliano, è intitolata Un viaggiu pri lu ‘nfernu (1875) e rimase inedita fino al luglio 1989. Fu Eugenio Giannone che, scrivendone l‟introduzione, un commento e tutte le note, ne curò finalmente la pubblicazione con le edizioni della Pro-Loco e della Biblioteca Comunale di Cianciana. Giannone ci racconta di come l‟opera, scritta dopo una serie di diverbi col vicario foraneo, fosse stata sequestrata dall‟allora vescovo della diocesi di Agrigento e fosse poi tornata a Cianciana in modo “rocambolesco”. Ciò nonostante se ne ebbe la pubblicazione ben 69 anni dopo la morte dell‟Autore e dopo 114 della sua composizione. Il modello scelto dal Mamo per quell‟opera fu il poema bernesco sotto il dettato di un‟ispirazione nettamente satirica. Si tratta di un poema diviso in sei canti, e ogni canto è scritto in ottave siciliane a rima alternata. Dal punto di vista dell‟impianto narrativo il poema assume come riferimento la prima cantica del poema dantesco, mentre lo sviluppo della trattazione attinge sia alla cultura popolare che alla tradizione classica. L‟opera, che satireggia figure e vicende della sua città e del suo tempo, si propone ad una gradevolissima lettura per ricchezza d‟aneddoti, per saggezza umana e i più suggestivi sapori del dialetto ottocenDon Salvatore Mamo Pag. 10
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Numero 6 - Dicembre 2005 La seconda opera del Mamo (la prima edita) riguarda La distribuzioni di li premii fatta a li giovani studenti di li scoli elementari di Cianciana doppu lu cursu di l’annu 1877, seguita da un componimento d’interesse ormai storicamente superato e che concerne Lu risentimentu di Cianciana contra un Castranuvisi (1879). Ma l’opera importante venne tre anni dopo con gli straordinari racconti in versi Li cunticeddi di me nanna (Tip. E. Romito, Girgenti 1881) e di cui si ebbe una seconda edizione, stavolta palermitana, nel 1884. E‟ proprio questo libro di poesie siciliane che ha il merito di portare il nome di Salvatore Mamo nelle pagine alte della poesia siciliana dell‟Ottocento, sicché di grande opportunità si rivela ancora oggi l‟iniziativa del Circolo Culturale “Alessio Di Giovanni” di Cianciana che affidò a Gaspare Conte la ristampa dell‟opera nel 1978 per i tipi editoriali di Vittorietti in Palermo. Gaspare Conte è notoriamente uno studioso completo e ineccepibile di tutta l‟opera del Mamo, tanto che Domenico De Gregorio lo stimò per “l‟ottimo contributo agli studi di cultura siciliana”, e se n‟ebbe dal Giannone il pieno apprezzamento. E‟ un libro di schietta poesia che dà respiro ampio all‟anima popolare siciliana e alla sua tradizione culturale, ma pure alla creatività dotta e spontanea del Poeta, il quale ha saputo – attraverso la favolistica – esercitare un autentico magistero di vita e di umanità. Nel 1887 il Poeta pubblicò a Girgenti le sue Poesie sacre, scritte sia in dialetto che in lingua italiana, tutte naturalmente d‟argomento sacro e che G. Conte collocò tra la produzione “minore” del Mamo, insieme ad altri testi pubblicati nel „900. Pensiamo allo Elogio funebre dell’Arciprete Alfonso Cinquemani del 1919 preceduto dal dialettale S. Agnesi nni la persecuzioni del 1903, oppure Per l’ingresso nella parrocchia di Cianciana dell’Arciprete Carmelo Chiarenza (Ribera, 1914). Pub-
blicato recentemente, ad opera del Comune di Cianciana, Lu vancelu nicu (Palermo 2000, con prefazione di G. Conte e cenno biografico di E. Giannone), sarebbe auspicabile la riedizione de Li cunticeddi di lu vecchiu (Cianciana, 1911), un libro di versi di raffinato umorismo e intelligente vena satirica che potrebbero costituire idealmente un unico corpus con Li Cunticeddi di me nanna.Sono 33 composizioni di schietto sapore popolare, tutti dei veri gioielli di letteratura dialettale che non possono più restare ancora negli scaffali d‟una biblioteca. Dobbiamo ancora alla cura di Eugenio Giannone la pubblicazione nel 1988 degli Strambotti d’argomento amoroso che del Mamo erano rimasti inediti, e il cui contenuto – per quanto giudicato dallo stesso Giannone “di scarso valore poetico” – rivela un Mamo “abile verseggiatore nonché esperto intenditore dell‟indole maschile e della psiche femminile”. E‟, infine, lo stesso Giannone che ha curato l‟edizione di un opuscolo “mamiano” intitolato Tre poesie, che riunisce tre gustosissime composizioni dialettali di questo valente poeta della Cianciana ottocentesca. Nel sottolineare ancora l‟opportunità di recuperare l‟attenzione su Salvatore Mamo, senza per altro trascurare gli altri poeti ciancianesi, da Sedita con le sue Avventure di su Antuninu Di Blasi, alias Testalonga a Giuseppe Pulizzi, ancora di attuale interesse mi pare la monografia su Salvatore Mamo poeta dialettale siciliano del 1969 di Gaspare Conte, unico studio organico sulla figura e sull‟opera di questo importante figlio della Valplatani.
INTERESSANTE INIZIATIVA CULTURALE DA PARTE DEL PROFESSOR GASPARE D‟ANGELO CHE DA‟ ALLA VOCE LA NOTIZIA DELLA NASCITA DELLA PICCOLA CASA EDITRICE
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Il sole di tutti Collana Autori Autoprodotti
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Numero 6 - Dicembre 2005 Nel quadro del progetto per la legalità
LE CLASSI II E III B DELLA SCUOLA MEDIA DI CIANCIANA SI RECANO IN VISITA AL PALAZZO DEI NORMANNI, SEDE DEL PARLAMENTO SICILIANO Martedì 22 novembre, noi alunni delle classi II e III B della scuola media di Cianciana, ci siamo recati a Palermo in visita di istruzione per concludere nel migliore dei modi il progetto sulla legalità che abbiamo realizzato lo scorso anno scolastico, assistendo ad una seduta del Parlamento siciliano presso il Palazzo dei Normanni. Siamo partiti da Cianciana alle 8:15 circa, accompagnati dal nostro Dirigente scolastico professor Francesco Cannatella, dai nostri professori Tanina La Corte, Franco Ciraolo, Fina Sanzeri, docente referente del progetto stesso, da Giuseppe Sanzeri, da Mariella Costa e dall‟assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Cianciana, Antonella Martorana. Durante il viaggio ci siamo divertiti molto, perché abbiamo scherzato e cantato tanto insieme. Arrivati a Palermo la nostra prima tappa è stata il Teatro Massimo, che abbiamo visitato con una guida, che ce ne ha illustrato la storia. Subito dopo siamo stati accompagnati in una stanza, dove abbiamo assistito ad un bellissimo spettacolo di percussioni. Dopo alcune esecuzioni, il direttore dell‟orchestra ci ha illustrato alcune cose sugli strumenti che venivano suonati in quel complesso; c‟erano ottoni di diverso tipo, come per esempio il corno, la tromba, il trombone; c‟erano anche diversi tipi di batteria che venivano suonati con le stecche, con le spazzole e addirittura con le mani; c‟erano infine dei grandi tamburi d‟alluminio. È stato spettacolare! Finito il concerto, alcuni abbiamo pranzato al MC Donald, altri in una rosticceria. Abbiamo avuto la fortuna, subito dopo, di
fare una passeggiata in una piazza dove predominava il bellissimo teatro Politeama e dove abbiamo scherzato. Finalmente il momento tanto atteso era arrivato: erano le 15:30 e ci siamo diretti al Palazzo dei Normanni che abbiamo visitato da cima a fondo: la Cappella Palatina, “la sala gialla” e “la sala rossa” etc. Quindi siamo stati ricevuti dal vice presidente dell‟Assemblea Regionale al quale abbiamo donato un CD sulle zolfare che abbiamo realizzato due anni fa, un DVD sul progetto legalità che abbiamo realizzato l‟anno scorso, una pergamena con su scritto il nostro impegno per un futuro migliore, ed ancora alcuni volumi scritti dal nostro concittadino, il poeta Alessio di Giovanni, e alcuni VOLUMI del nostro Dirigente scolastico professor Francesco Cannatella che ha raccolto alcune testimonianze sul nostro patrimonio culturale. Era arrivato il momento di assistere alla seduta del Parlamento nella bellissima “Sala D‟Ercole” dove in alto c‟erano incise due date: 1130, anno in cui nacque il Parlamento siciliano, e 1947 anno in cui la Sicilia divenne una regione a statuto speciale. Subito dopo ci siamo recati all‟esterno del Palazzo dove il nostro sindaco, l‟Onorevole Sanzeri, ci ha offerto tante cose da mangiare. Alle 20:00 siamo partiti per Cianciana, e siamo arrivati alle 22:30. E‟ stata una bellissima giornata, durante la quale ci siamo divertititi tantissimo ed abbiamo appreso tante cose. Per le classi II e III B Sara Panepinto
Rubrica di proverbi, motti e modi di dire a cura di Nuccio Mula Fàrisi ‘a cruci c’a manu manca Il massimo dello sconcertato stupore dinanzi a situazioni ca fann’arristari alluccùti. In questi casi è d’obbligo dire, con tono scandalizzato e teatrale, mi vogliu fari ‘a cruci!, segnandosi - e sottolineandolo anche “apertis verbis”- c’a manu manca, cioè con la sinistra (ma unu ca è mmutilatu com’aviss’a ffari?) per evidenziare maggiormente, con tale “optional” espressivo, cosa possa succedere in questo munnu tortu. Fari ‘a cursa di Pitichineddru Affannarsi, livàrisi ‘a vita e sudare le classiche sette camicie per poi perdere la coincidenza (con la Fortuna o con ciò che, teoricamente, ci si era prefisso), rimanendo con il fiatone e con i problemi irrisolti. Mancu ‘u tràficu: ma c’è da aggiungere, comunque, che c’è sempre qualche Pitichineddru di turno pronto a pagare con l‟ inutile corsa del proverbio la sua perdente abitudine d‟essere sempre ‘u Santu di l’urtima ùra. Fari l’amicu e ‘u bbòia Vedere un tizio, che fino a quel momento amava esibirci tutte le variazioni sul tema dell‟amicizia, mostrare inopinatamente l’antra facci - picchì cci sunnu cristiani ca nn’annu centu, comu ‘u cascavaddru - tradendo, in un attimo, la fiducia, l‟affetto e la cristallinità di un rapporto umano. Proverbio inossidabile, in quanto munn’a statu e munnu è. Purtroppo. Pag. 12
Numero 6 - Dicembre 2005
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LA STAGIONE DELLA CACCIA dell’Associazione dei migratoristi di Cianciana Il 31 agosto, in occasione dell‟apertura venatoria 2005/’06, il presidente Girolamo Pace, dell‟associazione A.N.U.U. – Migratoristi Italiani e tutti i soci e non, ma “amanti” della caccia, hanno organizzato una serata, una mangiata o dir si voglia „n’arrustuta. Il vice presidente Franco Cicchirillo ha messo a disposizione la sua villetta di campagna. Lì il padrone di casa, cuoco per passione, ha proposto un menù rustico, molto piccante, a base di bollito, di pasta, olive, formaggio, sarde salate e dolciumi vari, il tutto irrorato da fiumi di buon vino; perché… bisognava svuotare la botte per fare spazio al vino novello. Dopo aver abbondantemente mangiato e ben bevuto, poiché si era fatta notte fonda, i commensali si erano messi a cantare, a recitare poesie, a raccontare le proprie esperienze venatorie, magari esagerando, ingigantendo i fatti e per essere più convincenti li descrivevano nei minimi particolari, con forte nota mimica. Sicuramente in ciò Bacco vi aveva messo lo zampino. Poi era spuntata l‟alba del nuovo giorno ed i cacciatori, imbracciato il fucile, si erano dispersi nelle campagne per stanare i conigli: era iniziata, così, la nuova stagione della caccia.
Le luci si erano spente nella villetta di campagna, la vita dei suoi rumori stava rinascendo; tutti i partecipanti alla festa erano tornati a casa ma nei loro cuori era rimasto il ricordo di aver condiviso quella serata nella gioia, nella spensieratezza, nell‟amicizia e nel rispetto della natura. Infine il presidente Gino ha colto l‟occasione per augurare a tutti “ fruttuose battute di caccia” attraverso l‟ispirata penna del preside, professor Francesco Cannatella. S.P.
A l‟affacciata, era a lu cozzu a la lustria, appustatu sutta la carruba: La cani, cudiannu, naschiava: -Cerca, Baiona, ddrocu…heia!
Alla vista Era su un cocuzzolo alla lustra, sistemato sotto l‟albero di carrubo: La cane, scodinzolava la coda, odorava. -Cerca, Baiona, lì…dai!
- Lu suli iucava cu l‟ummira, la vaddrunata paria dòrmiri. - Bau…bau!- - Unn‟è, chi cc‟è? – …pam…pam. – Piglialu, beddra!
- Il sole giocava con l‟ombra, La vallonata sembrava dormire: - bau… bau! - - Dov‟è, cosa c‟è? – …pam…pam. – Prendilo, bella! Francesco Cannatella
LA SCALUNATA SUTTA LU RALOGGIU E LI METITURA La scalinata in piazza Orologio nel nostro comune fu, è e sarà sempre un punto di raduno e di incontro. Tutti noi sappiamo che in questo luogo avvengono le manifestazioni più importanti dell‟anno, come ad esempio l‟Ultima Cena, spettacoli musicali e non, presentazioni di libri etc. Nel recente passato, fino a circa quarant‟anni fa, questa scalinata era il luogo dove si recavano i lavoratori della zona della montagna e della marina nel periodo della mietitura, che cominciava nella tredicina di Sant’Antonio. Alcuni mietitori dei paesi vicini si riunivano la sera in gruppi di tre, quattro o più persone e all‟in piedi aspettavano i grandi proprietari terrieri che chiedessero loro se l‟indomani mattina fossero disposti ad andare a mietere il grano ( lavoro alla giornata). Alcuni mietitori portavano sulla spalla la falce, appunto per dimostrare che erano
tali. Altri portavano le cannelle al dito per dimostrare che erano dei professionisti. Poi al lavoro nei campi. Con du‟ pugnaq si faceva un jermitu, con sette jermita si faceva „na gregna cioè un fascio; con sei gregni si faceva una „ncavantrata. Quest’ultima costituiva il carico ideale che gli animali da soma (muli, asini o cavalli) strauliavanu cioè trasportavano nel luogo dove c‟era l’aria, luogo dove li gregni venivano pisati e, quando spirava il vento, spagliati. Ancora un particolare : la quantità pari a 20 gregni costituiva un mazzu chiamato così perché l’operaio che legava il grano mietuto aveva a disposizione 20 liami al cinto. Un buon mietitore, nell‟arco di una giornata lavorativa, doveva mietere almeno 2 mazzi e mezzo, corrispondenti a 50 gregni. Concludiamo questa nota con un proverbio ciancianese, che la gente di una certa età sicuramente ricorda : un buon mietitore miete anche con un osso di sceccu o, in un‟altra variante, cu’ un cornu di vò che si usava dire alle persone pigre che, quando il caldo era veramente insopportabile, prendevano come scusa per non lavorare che la falce non tagliava, perché essa era azzannata. Pietro Castellano Winnenden - Germania Pag. 13
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Abbiamo ricevuto da Quilmes ( Argentina ) il seguente articolo, che volentieri pubblichiamo, riguardante il Tango, tipico e conosciutissimo ballo argentino. L‟articolo è stato scritto dall‟italo - argentino Alejandro Adolfo Di Noto, di origini ciancianesi.
IL TANGO
DI ALEJANDRO ADOLFO DI NOTO
Vorrei cortesemente donare a tutti i lettori della Voce di Cianciana una breve nozione sul TANGO. Il Tango è un ballo di coppia ed uno stile musicale di forma binaria con tempo di 2 x 4. L´orchestra tìpica comprende strumenti come il violino, il pianoforte, la chitarra, il contrabbasso, il flauto e specialmente una classe di fisarmonica chiamata Bandoneón. Esso può avere un linguaggio popolare derivato sia dalla parlata ironica e metaforica del creolo dei quartieri periferici sia dal lunfardo, che era la forma di comunicazione del cabaret, dei ladri e dei lenoni. Ma può avere anche un linguaggio colto, delle élite, usato dagli strati superiori della società. I temi che esso esprime vanno dalle allegrie alle tristezze, dai problemi dell´uomo comune, della città ed i suoi ricordi. La voce TANGO deriverebbe da "Tang", che in una delle lingue parlate in Africa significava toccare ed avvicinarsi. Nella Colonia, la parola Tangò era la denominazione che gli Africani, arrivati a forza al Rio de la Plata, davano alle sue toppe di percussione ed ai suoi balli. Probabilmente il ballo è nato nella città di Buenos Aires, Argentina, e a Montevideo,Uruguay.
Le sue radici nascono nel contesto sociale e culturale della fine del secolo XIX, dove paesani, immigranti europei ed abitanti del porto chiamati Porteños, formarono una nuova classe sociale. Bisogna sottolineare che l´immigrazione italiana impose a questa musica l´organo e la fisarmonica.Fra il 1890 ed il 1920 esso arrivò alla forma più classica e famosa. Oggigiorno il Tango ha fama internazionale, dalla Finlandia al Giappone e Buenos Aires può essere considerata turisticamente come la capitale del Tango. Alejandro Adolfo Di Noto da Quilmes Argentina Mail: dinot@uolsinectis.com.ar
2005, ANNO ALL’INSEGNA DEL SUCCESSO PER L’ASSOCIAZIONE CULTURALE “THEATRON” DI CIANCIANA Quest‟estate l‟Associazione THEATRON di Cianciana ha portato il nome di Cianciana in giro per i Comuni della provincia di Agrigento, con le commedie brillanti “ LA SCHEDINA “, due atti di Giovanni Amato, e l‟atto unico “PROVA D‟AMURI” di Vincenzo Giambrone. La Theatron ha riportato un ottimo successo con la Schedina nei Comuni di Realmente, Montallegro e Naro e con Prova d‟Amuri a Bivona e Santo Stefano
Quisquina. La regia è stata curata da Giuseppe Antonio Pendino. A Bivona è stato confermato dalla giuria, preposta a giudicare le compagnie partecipanti alla X rassegna Teatrale città di Bivona presieduta dall‟assessore allo sport, Turismo e spettacolo Milko Cinà, il premio come migliore attore protagonista a Giuseppe Antonio Pendino. Oltre a questo importante riconoscimento, grande soddisfazione per i componenti della Theatron è stata la rappresentazione, alla scalinata antica di Naro con la partecipazione di un foltissimo pubblico divertito, in occasione della 7^ edizione “TEATRANDO 2005” per l‟organizzazione dell‟UILT Sicilia (Unione Italiana Libero Teatro). Lo spettacolo è stato molto apprezzato dal pubblico di Naro e dalla Commissione composta dai Sig.ri Massimiliano Arena, Salvatore Nocera e Giuseppe Serio dando un attestato alla Theatron con il seguente Pag. 14
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Numero 6 - Dicembre 2005
giudizio: “Abbiamo assistito ad uno spettacolo veramente frizzante, che ha visibilmente entusiasmato il pubblico per la verve e la capacità di entrare in contatto con esso. Ottima, quindi, la scelta del testo da parte della compagnia in relazione agli obiettivi prefissati, compreso il piacere dello stare insieme, e alle potenzialità artistico-creative del gruppo. Ottimo l’affiatamento tra i componenti della compagnia, che hanno in linea generale espresso un buon livello di recitazione; ottima la mimica e la gestualità degli attori. Buona la regia dello spettacolo, capace di concedere agli attori un’equilibrata libertà operativa,nel rispetto coerente dell’idea complessiva della messa in scena, caratterizzata da ritmo e vivacità recitativi”. La Theatron - dice il Presidente Andrea Gaiteri - è già in già in cantiere altri spettacoli di una certa levatura che si movimento per la realizzazione di un nuovo spettacolo spera di portare al più presto in scena. allegro per l’estate 2006 e non solo: l’Associazione ha S.P.
NOTIZIE DALL’ANAGRAFE N A S C I T E
Giada Croce di Giuseppe ed Eva, nata a Fano (P.U.) il 5 giugno 2005. Salvatore Michele Savarino di Antonino e di Fortuna Narducci, nato a Castellammare di Stabia (NA) il 14 novembre 2005.
Mattia Gaspare Losi di Alfonso e Angela Chillura, nato a Sciacca il 17 ottobre 2005
Anita Gaiteri di Benito e di Carmela Miccichè, nata a Palermo il 17 novembre 2005
Alessia Castellano di Andrea e di Maria Antonina Di Miceli, nata a S.Stefano Q. il 27 novembre 2005.
MATRIMONI Giuseppe Mattaliano e Raffaella Stocchi, Roma, Chiesa di Santa Costanza, 28 giugno 2005 DECESSI Benedetto Marchese, nato a Cianciana il 13 gennaio 1922, deceduto il 26 ottobre 2005 Giovanni Giannone, nato a Cianciana il 25 marzo 1948, deceduto il 28 ottobre 2005 Maria Rosa Gattuso, vedova Carubia, nata a Cianciana il 23 luglio 1923, deceduta il 18 novembre 2005 Giovanna Riggio, vedova Pizzo, nata a Cianciana il I luglio 1924, deceduta il 23 novembre 2005 Vincenzo Grimaldi, nato a Palermo il 23 marzo 1996, deceduto il 23 novembre 2005 Giuseppe Mattaliano, nato a Cianciana il 28 marzo 1926, deceduto l’11 dicembre 2005 Francesco Cimino, nato a Cianciana il 4 febbraio 1935, deceduto il 14 dicembre 2005 DECEDUTI FUORI CIANCIANA Domenica Taormina, ved. Carubia, nata a Cianciana il 27/6/1924, deceduta a Saint Chamond (Francia) il 30/10/ 2005 Domenico Di Maria, nato a Cianciana l’11 febbraio 1940, deceduto a Marsiglia (Francia) il 3 novembre 2005 Girolamo Carubia, nato a Cianciana, di anni 92, deceduto a Crescentino (Vercelli) il 4 novembre 2005 Alfonso Impallari, nato a Cianciana il 4 gennaio 1943, deceduto a Laglio (Como) il 29 novembre 2005 Giuseppa Russo, vedova D’Anna, nata a Cianciana il 25 gennaio 1925, deceduta a Brescia il 7 dicembre 2005 Giuseppe Leto, nato a Cianciana il 9 dicembre 1929, deceduto a Hoddesdon (G.B.) il 14 dicembre 2005 Si è spenta a fine novembre 2005, a Palermo, l’ultranovantenne Fina Di Giovanni, figlia del poeta Alessio. Funzionaria regionale in pensione, era vissuta nella casa avita tra i cimeli ereditati dal padre, coltivandone la memoria e adoperandosi per diffondere il suo messaggio poetico.
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La Voce di Cianciana
Numero 6 – Dicembre 2005
DOLCI VACANZE A CIANCIANA
RICETTE DELLA NOSTRA CUCINA Involtini di carne (brusciuluna) Ingr.: 4 larghe fettine di vitella, 2 uova sode, menta e/o prezzemolo tritati, 2 cucchiai di pane grattugiato, un po’ di formaggio grattugiato, 2 fette di mortadella tagliate a metà Prep.: allargate le fettine di carne e sistematevi sopra il pane e il formaggio grattugiati, la mortadella, la menta e il prezzemolo, pezzettini di uova sode, aggiustate di sale e pepe, arrotolando le fettine su se stesse e chiudendo con stecchino, come si faceva una volta, leganAlcune settimane di dolce soggiorno a Cianciana per i dole con filo. coniugi Stefano Giambrone e Gaetana Provenzano, resi- Si consiglia di cuocerli a sugo, soffriggendoli con aglioe cipolla. Eugenio Giannone Mimma Pulizzi denti a Toronto.
SALUTI ED AUGURI Da Cianciana - Joe e Giuseppina D’Angelo mandano tanti saluti agli zii Girolamo Carubia e famiglia abitanti a Liverpool (G.B.), allo zio Nino D’Angelo e famiglia, agli zii Vince Bavuso e famiglia abitanti a Toronto. Per tutti loro i migliori auguri di Buon Natale e un felice 2006. Da Agrigento - Rosina Camizzi augura un felice Natale e un prospero Anno Nuovo alla cara amica professoressa Enza Tagliarino abitante a Frosinone. Da Toronto - Canada Un saluto al professor Salvatore Panepinto, all’amico professor Eugenio Giannone, a mio padrino Gaetano Alessi che abita a Torino e un Buon Natale e un felice Anno Nuovo a tutti i Ciancianesi sparsi per il mondo da parte di Vincenzo Greco. Da Quilmes - Argentina Alejandro Adolfo Di Noto e famiglia inviano i migliori auguri di Buon Anno e per un felice Anno Nuovo ai cugini Rosetta e Filippo Di Noto abitanti a Milano. Da Cianciana - Agostino D’Ascoli e famiglia inviano i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno 2006 all’amico Pietro Castellano e famiglia abitante in Germania. Da Cianciana Luigi e Antonella Ferraro formulano i migliori e sentiti auguri di buone feste ai compari Nadia, Patrick e Luca Caltagirone abitanti a Mulhouse (Francia) Da Cianciana Gina e Leonardo Salemi fanno i migliori auguri di Buon Natale e di un ottimo 2006 agli zii Giuseppina e Salvatore Amato e famiglia abitanti tutti a Toronto. Da Cianciana Salvatore e Angela Panepinto, con i figli Stefano e Sara, augurano un Felice Natale e un bellissimo Anno Nuovo a tutti i lettori della Voce. Particolari auguri vanno indirizzati alla famiglia Nino Panepinto di Montreal, Vince Pardo di Tampa (USA), Domingo Vizzì e famiglia di Rosario (Argentina), la famiglia Barbera in Australia, compresa la gradita ospite Angela Salvo vedova Giambrone, lo zio Giuseppe Cusmano di Londra, Giuseppe Croce di Fano, Giovanni D’Angelo di Cantù, Beppe Panepinto di Como, Vincenzo Forte di Saint Chamond, Francesco Taormina di Maslianico, Olga e Joe Ciaravella di Guelph (Canada) etc. etc. ( è finita la pagina!)
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