Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 1 - febbraio 2002
In questo numero:
Rubriche:
A. S. Cianciana 2000 calcio
Pag. 4
La posta dei lettori
Pag. 2
Il novello sacerdote Mario G. Bellanca
Pag. 6
An Englishman Abroad
Pag. 5
Le nuove sorelle R. Vizzì e A. Martorana
Pag. 7
Il salotto della poesia
Pag. 11
Rino Cammilleri e il premio “Telamone”
Pag. 8
Case in festa
Pag. 10
Raduno poetico a Cianciana
Pag. 11
Cianciana e lo zolfo
Pag. 12
“Li du iorna di lu picuraru” di F. Cannatella
Pag. 14
Almanacco
Pag. 15
Presentati due nuovi libri
Pag. 15
I lettori salutano
Pag. 16
A.S. Cianciana 2000, la squadra di calcio che milita nel campionato di Terza Categoria. Articolo a pagina 4 In piedi da sinistra: Andrea Giannone (dirigente), Francesco Alfano, Bahou Jounes, Salvatore Albanese, Nino Greco, Salvatore D’Amico, Luigi Castellano, Nino C u ff ar o, Anie ll o Pa tu rz o (dirigente). Accosciati da sinistra: Salvatore Acquisto (presidente), Lorenzo Calamo (allenatore), Filippo Giannone, Giuseppe Ciraolo, Renato Re, Claudio Mirasola, Claudio D’Angelo, Alfonso Di Maria.
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Numero 1 - febbraio 2002
La Voce di Cianciana
La Voce di Cianciana Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana. Anno II, numero 1, febbraio 2002. Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico e fotografia: Filippo Mattaliano
Da Adelaide (Australia), Caro Salvatore, incredibilmente è passato già un anno dacché il nostro giornale è nato. Ho letto tutti i numeri con interesse avido, cercando ogni volta dettagli che mi riportassero alla mia infanzia e gioventù trascorse a Cianciana. Ho trovato nomi, articoli scritti da amici miei e fotografie di persone e famiglie che conoscevo da piccolo. Per una persona che vive così lontano dal nostro paese, questi ricordi sono essenziali e di sostegno.Ho letto articoli scritti da te, da Tanino Settecasi, da padre Ferraro ed altri amici, tutti articoli di grande valore storico e nostalgico, che riflettono la nostra vita ciancianese, le nostre origini, il nostro folclore, le nostre aspirazioni di un tempo e di ora. L’angolo de I lettori salutano è di particolare importanza, in quanto avvicina i Ciancianesi di varie parti del mondo in un vincolo che è al di sopra e al di fuori di ogni barriera fisica e geografica. Nell’ultimo numero ho avuto la gioia di ricevere saluti da parte tua, da Totò Greco e famiglia. Questo mi ha commosso. Con stima e l’augurio più grande di sempre “ad maiora”. Cari saluti, Dottor Bernardo Barbera.
Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Gaspare D’Angelo, Agostino D’Ascoli, Judith Evans, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Bina Vaiana.
Da Amburgo (Germania), Caro Salvatore, vogliamo ringraziarti per la copia del Vancelu nicu : ci ha fatto veramente molto piacere leggerlo… Siamo inoltre molto lieti di rinnovare l’abbonamento al giornale.Ti rinnoviamo gli auguri per il nuovo anno. Che sia un anno di benessere e prosperità per te e tutta la tua famiglia. Un caro abbraccio per tutti voi e un caro saluto a tutta la redazione. Lia e Rosario Campisi.
Direzione e Redazione: via Cavour, 3 92012 Cianciana (AG) Italy. Tel. 0922-987462
Da Canonica d’Adda (Bergamo), Egregio professor Panepinto, approfitto di questo momento di pausa quotidiana per fa sì che mi complimenti con te e i tuoi collaboratori perché ci tenete informati su quasi tutto quello che succede nel nostro amato paese. Quel “quasi” vuole sottolineare le scarse notizie riguardanti le attività sportive attuali e passate, a cui anche tu tieni molto.Bada bene, non è una critica ma un incitamento a proseguire su questa strada culturale, letteraria, storica, artistica e anche sportiva. Saluti a tutti Nino Raffa.
Email: s.panepinto@tin.it Conto Corrente Postale n° 17905977 Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001. Spedizione A. P. art. 2 comma 20/C legge 662 del 23/12/96. Autorizzazione della Direzione Provinciale del PP.TT. di Agrigento, settore commerciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2001 - 2002 Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale, è vietata.
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Da Montignies sur Sambre (Belgio), Egregio professore, ricevo il numero 5 de La Voce di Cianciana insieme al volumetto del poeta ciancianese Salvatore Mamo. Posso assicurarLe che è sempre con la stessa gioia ed un po’ di nostalgia che leggo le notizie provenienti da Cianciana. Per l’anno nuovo formulo auguri di felicità e d’ogni bene a Lei, a tutta la redazione del giornale ed a tutti i Ciancianesi. Grazie ancora per la sua iniziativa che ci permette di rimanere un po’ vicini.Tanti complimenti per la qualità degli articoli pubblicati. Rinnovo subito l’abbonamento e spero che molti Ciancianesi nel mondo facciano la stessa cosa. Tanti cordiali saluti, Gabriele Di Chiazza. Da Milano, Caro Salvatore, mi accingo proprio adesso a dare disposizione per rinnovare anche per questo 2002 l’abbonamento all’invisibile ma resistentissimo filo, rappresentato da La Voce di Cianciana, che sempre più ci terrà legati alle nostre origini Un caro saluto a te e a tutti i collaboratori. Con affetto Pino D’Angelo. Da Montreal (Canada), Caro signor Panepinto, desidero abbonarmi al vostro giornale. Io sono Girolamo Pulizzi, nato a Cianciana dove ho vissuto fino all’età di 22 anni. Poi ho dovuto emigrare, come buona parte dei nostri compaesani. Vivo a Montreal da quasi 43 anni, ma Cianciana è sempre nel mio cuore.In paese mi rimangono due zie, alcuni cugini e compagni di scuola che intendo salutare tutti. Poi desidero salutare i miei cugini che abitano in Australia, Stati Uniti, Francia ed Inghilterra. Auguro buon anno e ancora saluti a tutti i Ciancianesi. Girolamo Pulizzi
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Numero 1 - febbraio 2002
La Voce di Cianciana
Da Montreal (Canada), Caro signor Panepinto, ho avuto il piacere di leggere il vostro giornale ed ho provato una grande gioia perché mi ha fatto ricordare la mia infanzia. Desidero abbonarmi a La Voce di Cianciana. Vi faccio i migliori complimenti e Vi saluto con cordialità. Francesca Pulizzi. Da Givors (Francia), Caro professor Panepinto, grazie a mio nipote Giuseppe Provenzano che ci ha offerto l’abbonamento, abbiamo avuto la possibilità di leggere La Voce di Cianciana e vi facciamo i nostri complimenti. Noi abitiamo a Givors, vicino a Lione e lavoriamo presso l’ospedale di questa grande città. Siamo Giovanni Gaiteri e Anna Ciaravella, figlia di Giuseppe Ciaravella, grande amico di vostro papà Stefano Panepinto. Mio suocero era l’amico di tutti e aveva sempre una barzelletta da raccontare ed era di grande compagnia. Egli, durante la Settimana Santa, era impegnato con il lamento ed è stato consigliere comunale, quando era sindaco Pietro Ferraro. Mia moglie mi racconta che nel periodo di carnevale andava di giorno a lavorare in campagna e la sera si vestiva da mascherata e, insieme ad una ventina di coppie, si giravano le case fino a tarda notte.In quel periodo, ricordo, c’era Domenico Ciaravella, Giuseppe Castellano e tanti altri che poi sono emigrati. Io sono in Foto risalente al 1985, quando i coniugi Giuseppe Ciaravella e Piazza hanno festeggiato il 50° anniversario del loro Francia dal 1956. Abbiamo lavorato duro, come tanti conna- Antonina matrimonio. Accanto ai coniugi la zia Rosina Ciaravella e la zionali sparsi per il mondo, però, grazie alla nostra genuinità famiglia Gaiteri. e al nostro modo di fare, i Francesi ci hanno sempre rispettato e ci rispettano. Come ho detto prima il nostro lavoro era nell’ospedale di Lione ed ogni volta che c’era un italiano che veniva per farsi curare, mi chiamavano per fare da interprete ed io era contento di poter parlare la nostra lingua.Oggi è diverso : tanti parlano l’italiano.Mio papà era venuto in Francia per raggiungere i miei fratelli Antonio e Vincenzo ma, albero trapiantato, non era riuscito a mettere le radici. Si consolava, però, dicendo che almeno aveva i figli vicini.Vi facciamo tanti auguri per il brillante periodico di informazione e cultura.Avete dimostrato e state dimostrando di essere tutti in gamba. Anna e Giovanni Gaiteri. Da Saint Chaumond (Francia), Salve professore, come ti ho detto l’ultima volta che ci siamo sentiti, il Consolato generale unitamente all’Istituto italiano di cultura, ha organizzato, presso l’auditorium di Lione, un concerto dato dal coro femminile dell’Arena di Verona e dall’orchestra del teatro regio di Parma, domenica 9 dicembre.Molti aderenti all’associazione di Saint Chaumond hanno assistito e gradito questo pomeriggio musicale di qualità. Ti invio la foto che ritrae un gruppo di Ciancianesi, spero che la pubblicherai. Complimenti per il lavoro già fatto e tanto successo per l’avvenire. Vincenzo Forte. Da sinistra verso destra: Lucia Pulizzi, Alfonso Setticasi, Saverio Martorana con la moglie Maria Gusciglio, Giuseppina Gibilaro; dietro: Filippo e Alfonso Chiazza con le loro mogli.
Da Montreal (Canada) Caro signor Panepinto, La ringrazio sentitamente per avermi inviato il volume Lu vancelo nicu di padre Mamo. Ho provato un immenso piacere nel leggere questa eccezionale raccolta, che ravviva in noi l’amore per la nostra cultura. Tanti auguri a voi tutti: Desidero abbonarmi di nuovo a La voce di Cianciana.Vi faccio i migliori complimenti e vi saluto con cordialità. Di Stefano Giuseppe. Da Toronto (Canada) Carissimo signor Panepinto, chi scrive è Pasquale Guastella. Innanzi tutto la ringrazio per avermi inviato alcuni numeri del giornale. Trovo che avete avuto un’idea geniale. Complimenti a tutta la redazione.Faccio l’abbonamento per me e per mio cognato Francesco Conti. Tantissimi auguri Pasquale Guastella.
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La Voce di Cianciana
Numero 1 - febbraio 2002
Nel nostro paese ritorna “il pallone”
La squadra del Cianciana milita nel campionato di terza categoria
C
ome dimenticare i gloriosi anni '80 e '90? Il CIANCIANA CALCIO si ritrovò a giocare addirittura in Eccellenza, categoria di prestigio, la seconda più alta del calcio dilettantistico, traguardo straordinario per un paese di appena 5000 abitanti.Lo Stadio Comunale aveva la tribuna gremita di grandi e bambini,tutti rigorosamente in biancoverde, i colori sociali della squadra. C’erano anche le ragazze pon-pon a far coreografia e i cori dei tifosi sembravano quelli di una compagine di SERIE A. Poi gli anni bui : la società è fallita, lasciando il paese senza il passatempo domenicale. Dopo vari tentativi di rifondare la società, finalmente due anni fa è nata CIANCIANA 2000 con lo scopo di dare spazio ed una opportunità ai calciatori ciancianesi, che amano praticare questo magnifico sport che è il calcio. La dirigenza aveva deciso di impiegare solamente sportivi locali, obiettivo che è stato raggiunto quest’anno : la rosa dei calciatori è composta esclusivamente da ciancianesi DOC,come i veterani Nino Greco,Renato Re ,Nino Cuffaro, Alfonso Di Maria, e Angelo Alba, tutti protagonisti degli anni d'oro; da ragazzi cresciuti nelle nostre giovanili come Salvatore Albanese,Luigi Castellano,Salvatore Lionti e Filippo Giannone ; dalle nuove leve che vedono anche la presenza di tre ragazzi africani, ma ciancianesi d'adozione considerato che vivono nel nostro paese da quando erano di 'mrazza. L'allenatore è Mister Lorenzo Calamo,forse il giocatore tecnicamente più forte della zona degli ultimi decenni. .La ciancianesità della squadra è forse il motivo principale che trascina la gente a riempire di nuovo la tribuna del Comunale. I risultati conseguiti stanno dando ragione ai nostri ragazzi e alla dirigenza.Le cifre parlano da sole : alla fine del girone d' andata la squadra è prima in classifica nel campionato di Terza Categoria, con 7 vittorie, una sola sconfitta rimediata a Favara, e un pareggio conquistato in
trasferta contro il favoritissimo Bivona. La formazione tipo schierata da Calamo è disposta con un 44-2 con:Francesco Alfano a difendere i pali.In difesa la coppia centrale è composta da Salvatore D'Amico e dal già citato Albanese ; sulla fascia destra troviamo Claudio Mirasola e sulla sinistra l’esordiente Dario Raffa, che ha poi lasciato spazio al più esperto Nino Cuffaro ; a centrocampo Luigi Castellano e nel ruolo di regista si sono alternati, con buoni risultati, i giovani Giuseppe Ciraolo ,Claudio D'Angelo e Salvatore Lionti ;ala destra Gaetano Cimino e sulla corsia opposta Filippo Giannone.In attacco la coppia titolare è costituita dai veterani Re e Greco, autori ,fin adesso rispettivamente di 4 e 8 gol, ma anche dal "bomber di scorta" Di Maria che si è fatto valere andando a bersaglio ben 7 volte, pur partendo dalla panchina.Altri protagonisti di questo girone di andata sono stati il fantasista Antonio Montalbano (resosi protagonista nella partita contro il Burgio con un gol realizzato e con due preziosissimi assist ai compagni per altri due gol ) Giuseppe Cuffaro e i due stranieri Rami e Jounes. Per quanto riguarda l’aspetto umano c'è da sottolineare come i ragazzi siano diventati tutti amici: si è formato un gruppo bellissimo. Gli allenamenti serali sono diventati un punto di ritrovo,dove, oltre a prepararsi fisicamente per le partite, si scherza e ci si diverte, così come nelle cene organizzate dalla società ,che ha come obiettivo principale proprio quello di far divertire i ragazzi.Il merito di tutto questo va al presidente Dott. Salvatore Acquisto e a tutta la dirigenza costituita dai signori Giovanni Lo Bue,vicepresidente, Antonino Giannone, segretario, dirigenti Andrea Giannone, Pasquale Alba, Giuseppe D’Angelo, dottor Aniello Paturzo, Salvatore Roccaforte, Giuseppe Cannova, medico dottor Salvatore Piazza, massaggiatore Claudio Costa. I frutti della sana gestione della società si stanno vedendo ora, dopo un anno di prova. Sarà l’anno giusto per la promozione in SECONDA CATEGORIA? Alfonso Salamone
Risultati del girone di andata
Classifica
1a gior.
Cianciana –Villafranca
1-0
Cianciana
22
2a gior.
Favara-Cianciana
6-1
Favara
21
3a gior.
Cianciana-Don Bosco (Sic.)
5-0
Bivona
20
4a gior.
Bivona-Cianciana
2-2
Racalmuto
17
5a gior.
Cianciana-Montevergine
4-0
Agrigentina
14
6a gior.
Bugio-Cianciana
0-3
Villafranca
13
7a gior.
Cianciana- Città di Naro
5-1
Città di Naro
7
8a gior.
Agrigentina-Cianciana
0-3
Burgio
5
9a gior.
Cianciana-Racalmuto
4-3
Montevergine
3
Don Bosco
3
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Numero 1 - febbraio 2002
La Voce di Cianciana
di Dave Justice
R
udely awoken and a full English breakfast obviously not on the menu, I set out to find food. It was about 8am in the morning and I was still drowsy and half-asleep.At the bottom of the hill (Salita Carmelo) I turned right and stopped dead in my tracks – a disaster had occurred! Cars, seemingly abandoned littered the street, some with their front wheels up on the pavement and others parked at odd angles to the kerb, one even was double-parked outside a bar (Caltagirone), blocking the road with its door swinging open and no driver or passengers to be seen. Whatever the disaster that had struck was, it had struck swiftly, causing the drivers to leave their cars and to flee in panic. It wasn‟t an earthquake I knew, for I had felt no tremors, it wasn‟t a shooting either for I had heard no shots fired. No police were in evidence, nor ambulances or fire trucks, what then could have occurred to cause this mayhem? Cautiously I ventured further along the road, seeking bodies or injured people in need of assistance. Just then a man came out of the bar, joy filled my heart – at least one other person beside myself had survived the disaster! Then my heart fell, the man got into the car blocking the road and drove off without a care in the world. More people came out of the bar – others had survived! But they too, got into some of the abandoned cars and drove away. It took some minutes for the realisation to hit home to me, this wasn‟t a disaster scene – it was normal parking! I stood stunned, trying to make sense of a culture that seemed to take the view „Why park your car properly when you can park badly and inconvenience others.‟ The answer I couldn‟t arrive at and still haven‟t, it seemed then that the police and traffic wardens must be fully occupied elsewhere to allow this as normality and my fears of being in the town increased once again. A great act of kindness followed this event, read of it in the next issue of „The Voice of Cianciana‟.
S
vegliato bruscamente e una colazione inglese ovviamente non sul menu, mi misi a cercare qualcosa da mangiare. Erano le otto di mattina e ero ancora assopito e mezzo addormentato. In fondo alla discesa (Salita Carmelo) girai a destra e mi fermai di colpo: era successo qualcosa di gravissimo! Delle macchine, apparentemente abbandonate, erano sparpagliate sulla strada. Alcune avevano le ruote anteriori sul marciapiede mentre altre erano parcheggiate ad angoli strani. Una era addirittura in doppia fila davanti al bar Caltagirone con lo sportello spalancato ma non c‟era traccia dell‟ autista né dei passeggeri. Qualunque fosse stato il disastro, aveva colpito molto rapidamente, facendo sì che gli autisti abbandonassero le macchine e sfuggissero in preda al panico. Non era stato un terremoto, lo sapevo perché non avevo sentito la terra tremare, non era stata neanche una sparatoria in quanto non avevo sentito degli spari. Non c‟era traccia di polizia, né di ambulanze, né di pompieri; cosa aveva causato allora questo caos? Cautamente, mi incamminai lungo la strada in cerca di feriti che potevano avere bisogno di aiuto. In quel momento un uomo uscì dal bar e il mio cuore si riempì di gioia – almeno un‟altra persona era sopravvissuto al disastro. Poi mi scoraggiai – l‟uomo salì sulla macchina che bloccava la strada e partì senza nessuna preoccupazione al mondo! Altre persone uscirono dal bar – altre erano sopravvissute! Ma anche loro salirono sulle macchine abbandonate e partirono. Ci vollero alcuni minuti prima che mi rendessi conto che questa non era la scena di un disastro ma era semplicemente un modo del tutto normale di posteggiare! Rimasi lì stupito cercando di trovare un senso a questa mentalità che diceva:”perché posteggiare bene se si può posteggiare male scomodando altri?” Non trovai una risposta e ancora non l‟ho trovata; mi sembrava allora che la polizia e i vigili dovessero essere occupati altrove per permettere questa „normalità‟ e le mie paure aumentarono ulteriormente. Seguì però un grandissimo atto di gentilezza – leggete la prossima edizione di “La Voce di Cianciana”
© Copyright. D. R. Justice 2002
Traduzione di Judith Evans D’Angelo, Università di Bergamo
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Numero 1 - febbraio 2002
La Voce di Cianciana
Domenica 30 dicembre 2001: giornata straordinaria per Cianciana. Nella mattinata presentazione del libro biografico su Padre Re, consacrazione di suor Rosa Vizzi’ e di suor Ninetta Martorana. In serata ingresso solenne del novello presbitero Mario Giuseppe Bellanca e solenne celebrazione della Messa. Piana degli Albanesi, 29 dicembre 2001.Il diacono Mario Giuseppe Bellanca, nella cattedrale “San Demetrio Megalomartire” di Piana degli Albanesi (PA), ha ricevuto l‟Ordine del presbiterato per l‟imposizione delle mani di S.E. Reverendissima Monsignor Luigi Bommarito, Arcivescovo Metropolita di Catania. Don Mario Giuseppe Bellanca, di Angelo e di Giuseppa Panepinto, è nato a Cianciana il 31 maggio 1968. E‟ entrato nel seminario di Agrigento il 4 ottobre 1993.Fino a questa data il destino di Mario sembrava indirizzarsi verso una normale vita laica.Aveva frequentato un corso di formazione e già lavorava da elettrotecnico. La sua attività andava sempre più prosperando e c‟era il progetto di aprire un‟attività commerciale.Ma il suo animo era combattuto: c‟era anche la “chiamata”.Per lui quello fu il periodo della scelta, da effettuare con la massima ponderazione.Per questo motivo preferì non divulgare subito la notizia del suo ingresso in seminario. Poi la scelta fu fatta: egli sarebbe diventato un sacerdote. Terminati gli studi teologici nel 1999, fu mandato a Roma nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù. Durante il soggiorno romano don Mario fece la conoscenza di Monsignor Sotir Ferrara, vescovo di Piana degli Albanesi, il quale gli comunicò l‟esigenza di avere un sacerdote di rito latino per la sua Eparchia. Don Mario accettò di buon grado l‟invito del Vescovo e si trasferì a Piana degli Albanesi. Mentre era ancora lettore il vescovo gli affidò la parrocchia di Maria SS: della Favara, in Contessa Entellina.Durante il servizio nella suddetta parrocchia, don Bellanca ricevette il Ministero dell‟Accolitato nel maggio 2001, il Diaconato nel mese di luglio e finalmente il Presbiterato il 29 dicembre 2001. (s.p.)
Cianciana. Nel tardo pomeriggio di domenica 30 dicembre 2001, il novello sacerdote ciancianese don Mario Giuseppe Bellanca ha fatto il suo solenne ingresso nel suo paese natale, accompagnato da una nutrita rappresentanza di fedeli di Contessa Entellina, cittadina nella quale nel corso della mattinata egli ha celebrato la sua prima Messa, nella Chiesa Maria SS. Della Favara, affidatagli già da qualche mese dal Vescovo di Piana degli Albanesi. Don Mario è stato accolto e salutato da tantissimi Ciancianesi e dalla banda musicale.Il corteo si è snodato attraversando la salita Regina Elena e raggiungendo Piazza Orologio, dove il novello sacerdote era atteso da S.E. Sotir Ferrara, vescovo dell‟Eparchia (diocesi) di Piana degli Albanesi, e dalle autorità civili religiose e militari del nostro paese.Il corteo, attraversando il Corso Vittorio Emanuele addobbato a festa con coperte, con festoni e con manifesti di auguri, ha raggiunto la Chiesa Madre, stracolma di fedeli. Indi le congratulazioni e la consegna dei doni da parte del sindaco dottor Mario re, dal presidente del consiglio comunale Santo Alfano, dal professor Giuseppe Gagliano che ha parlato a nome del consiglio pastorale, dai sacerdoti don Filippo Ferraro, padre Gambino, padre Pace, padre Carbone, dalla dottoressa Anna Maria Ligammari etc.Di seguito don Mario Giuseppe ha celebrato la prima solenne messa nel suo paese natio.E‟ arrivato così il momento dei ringraziamenti da parte del novello sacerdote che si è rivolto ai fedeli con un discorso non scritto, ma che gli sgorgava spontaneo dal cuore.Ha svelato che egli continuava a pregare tre persone a lui carissime affinché lo sostenessero, dal regno del Padre dove vivono, per il suo sacerdozio. La prima è colei che egli ha definito “l‟angioletto” cioè Cristina Ciraolo; la seconda don Giuseppe Ciaravella, di cui ha ricordato la semplicità, la spontaneità e l‟amorevolezza verso i bambini ai quali offriva sempre delle caramelle; la terza persona l‟amico Gino Carubia. Rivolgendosi ai genitori, li ha ringraziati per tutto ciò che hanno fatto per lui e per averlo educato nei sani principi della fratellanza e dell‟amore per il prossimo. Ha ringraziato altresì il fratello Francesco la sorella Rosetta, i cognati, i nipoti, lo zio Giuseppe Panepinto e moglie venuti dall‟Inghilterra per l‟occasione, e i tanti amici. Terminata la solenne cerimonia, don Mario Giuseppe ha offerto un rinfresco presso l‟oratorio giovanile Don Gerlando Re. (s.p.)
I due novelli sacerdoti di Cianciana: don Giuseppe Carbone e don Mario Bellanca
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Numero 1 - febbraio 2002
La Voce di Cianciana
ROSA NAZZARENA VIZZI’ E ANTONINA MARIA MARTORANA HANNO PRESO I VOTI
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ianciana, 30 dicembre 2001. E’ proprio il caso di dirlo: l’intenso fervore religioso di questi ultimi anni sta dando a Cianciana i suoi tangibili frutti. Dopo l’ordinazione sacerdotale di don Carbone e di don Bellanca, altre due ciancianesi hanno preso i voti. Si tratta di Rosa Nazzarena Vizzi’, casalinga, e di Antonina Maria Martorana, pensionata, già dipendente delle Poste: Non più giovanissime, 66 anni suor Vizzì e 68 suor Martorana, le due religiose si sono presentate, la mattina di domenica 30 dicembre 2001, nella chiesa Madre di Cianciana gremita di fedeli, per la loro professione religiosa, davanti a S.E. Carmelo Ferraro, Arcivescovo di Agrigento, che ha presenziato la cerimonia. Le due ciancianesi hanno dovuto superare con tanta fatica un cammino ricco di ostacoli e di avversità, rimossi grazie ad una fede incrollabile e alla fine il loro sogno si è trasformato in realtà. Rosa Nazzarena Vizzì, che da sempre ha svolto opera di apostolato, rivelandosi apprezzata figura di educatrice e di animatrice, si è consacrata in maniera definitiva al Signore; mentre suor Antonina Maria Martorana ha emesso i voti temporanei. Dovrà aspettare ancora tre anni per quelli definitivi Ma qual è l’ordine delle nuove sorelle? Si tratta dell’Istituto religioso delle “Discepole del Redentore” nella comunità “Cristiani nel mondo”, avente come scopi la “nuova evan-
gelizzazione” e la “missionarità”. Gli aderenti possono essere laici, sacerdoti e consacrati. La comunità si articola nei seguenti gruppi: discepole del Redentore; gruppo “Aggregate” di vita consacrata; gruppo “Vedove”; gruppo “Famiglie”; Fraternità Sacerdotale; gruppo Giovani; gruppo “in cammino”. Ha presenziato alla celebrazione anche la madre generale della Comunità, Gisella Lupo, arrivata da Roma per l’occasione. Presente anche il sindaco di Cianciana, dottor Mario Re che a nome dell’Amministrazione Comunale ha regalato alle due sorelle una catenella ed una croce in oro. I fedeli di Cianciana hanno partecipato con attenzione alla cerimonia, provando una grande emozione quando è arrivato il momento de “sì”.Al termine tutti si sono stretti attorno alle suore, particolarmente emozionate. Poi amici e parenti, molti dei quali sono arrivati dall’Italia settentrionale, si sono recati nell’abitazione di suor Vizzì in via Roma, dove era stata imbandita una tavola con lasagne, salsicce, dolci, torte etc. preparati da parenti e dai vicini di casa. Anche qui le suore hanno ricevuto le congratulazioni da tutti per la loro scelta. “Finite le vacanze -hanno dichiarato- ci adopereremo per formare nel nostro paese una comunità dell’Istituto religioso delle “Discepole del Redentore”. (s.p.)
Due momenti della cerimonia di consacrazione delle sorelle Antonina Maria Martorana (a sinistra) e Rosa Nazzarena Vizzì (a destra)
La redazione de “La Voce di Cianciana” ringrazia sentitamente i suoi abbonati. Un particolare ringraziamento ai sostenitori: Piazza Francesco Paolo - Roma Gambino Antonino - Genova Dott. Angela Greco - Palermo Prof. Rosa Ferraro - Novara Dott. Filippo Di Noto - Milamo Dott. Giuseppe D’Angelo - Milano Gabriele Di Chiazza - Belgio Dott. Bernardo Barbera - Australia Pasquale Guastella - Canada Francesco Conti - Canada Ignazio Attardo - Francia Francesco Miliano - Belgio
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Gaspare Greco - Canada Vincenzo Greco - Canada Graspare Piro - Como Dott. Girolamo Pellegrino - Palermo Giuseppe Croce - Fano Avv. Salvatore Re - Cianciana Salvatore Greco - Cianciana Santo Provengano - Cianciana Dott. Nino Arcuri - Cianciana Dott. Francesco chiazza - Cianciana Mariella Bonanno D’Anna - Cianciana Raffaele Impallari - Cianciana
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La Voce di Cianciana
UN TELAMONE TUTTO CIANCIANESE Il grande scrittore Rino Cammilleri, originario di Cianciana, riceve il prestigioso premio internazionale Telamone dalle mani dello scrittore Nuccio Mula (anch'egli originario di Cianciana e redattore del nostro giornale), premio Telamone 1996. alle spalle, la splendida scenografia del maestro Michele Rametta di Montevago ma ciancianese di residenza ormai da tantissimi anni, premio Telamone 1998. Nella magnifica serata di domenica 2 dicembre scorso al teatro "Pirandello" di Agrigento, applauditissimo ospite d'onore anche il coro polifonico "Cantores Dei" diretto dal musicista e grande pittore ciancianese maestro Andrea Arcuri, targa al merito del premio Telamone 1999.
Motivazione del Premio Originario di Cianciana, Rino Cammilleri laureato in Scienze Politiche a Pisa, dove ha insegnato a lungo, riceve il Premio Internazionale Telamone come prestigioso scrittore e giornalista pervenuto al grande successo di pubblico e di critica grazie ad una trentina di opere (riguardanti, in genere, particolari aspetti della saggistica agiografica, storico – ecclesiastica e di costume ed in cui convivono acutezza d’intelligenza, profondità del cogitare e carisma di chiarezza espressiva) nonché ai suoi interventi editoriali come curatore, prefatore e traduttore di riconosciuta professionalità e competenza, ed alle diverse collaborazioni, in qualità di autorevole opinionista (all’occasione, anche polemista ineffabilmente implacabile) con la Rai e numerose testate nazionali come “Oggi”, “Avvenire”, “Studi Cattolici”, “Il Foglio”, “Ideazione”, “Il Timone”, “Il Giornale” (in cui, tra l’altro, è titolare della seguitissima rubrica “Un santo al giorno”, già apparsa, per un certo tempo, sulle colonne di “Avvenire”); ma il più importante e prezioso riconoscimento per un agrigentino, il Telamone, gli viene conferito anche per non aver mai abdicato – anche difendendoli, dialetticamente, all’arma bianca, ma sempre nel segno di una signorilità espressiva e comportamentale riconosciutagli da tutti, duellanti compresi – agli imperativi categorici da sempre dettatigli dalla propria coscienza: l’infinita fiducia in Dio, il coraggio delle idee, il rischio della coerenza, Rino Cammilleri, di Armando e di Liboria Cammisano, è nato a Cianciana il 2 novembre 1950, al numero 50 di via Salerno.Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Pisa, dove successivamente ha insegnato a lungo.Scrittore e giornalista, collabora con varie testate nazionali. Su Il Giornale e Il Timone tiene rubriche. Opere: Fra Riccardo Pampuri (Mondatori); Elogio del Sillabo (Leonardo); Elogio degli Italiani (Leonardo); I mostri della Ragione (Ares, tre edizioni, tradotto in spagnolo); L’Inquisitore (San Paolo, tre ediziono, tradotto in tedesco, francese, polacco, greco); Ufficiale e sacerdote (San Paolo,due edizioni); Sherlock Holmes e il misterioso caso di Ippolito Nievo (San Paolo), Vita di Padre Pio (Piemme, undici edizioni);I Santi militari (Piemme); Il grande libro dei Santi protettori(Piemme); Santi dimenticati (Piemme); San Gennaro (Piemme); Guglielmo Giuseppe Chaminade (Piemme, due edizioni); Consigli del diavolo custode per andare allIinferno senza strafare (Piemme); Juan Doloso Cortés
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l’amore della libertà, il rispetto degli avversari nelle dispute di pensiero, la consapevolezza di ideali e valori assoluti ai quali ha consacrato la propria scelta di fede ed il suo impegno di intellettuale e di uomo. (n. m.) (Marietti); Fregati dalla scuola (Effedieffe, due edizioni); Come sono finito all’Inferno (Minchella); Storia dell’Inquisizione (Newton & Compton); Pio IX e Garcia Moreno (Krinon, scritto con Antonio Socci); Il quadrato magico (Rizzoli, sei edizioni); I Santi di Milano (Rizzoli, due edizioni); Doveroso elogio degli Italiani (Rizzoli Bur); L’ultima difesa del papa-re (Piemme); IL Cattolico (Piemme). Ha curato: Elogio dell’Inquisizione di J:B: Guiraud (Leonardo). Ha tradotto : Lourdes, cronaca di un mistero di R: Laurentin (Mondatori); Itinerario spirituale di un agnostico di Léo Moulin (Leonardo); La Chiesa ha ucciso l’Impero Romano e la cultura antica? Di Jean Dumond (Effedieffe). Cura per la Piemme la collana “Le cattedrali del tempo”. Di prossima uscita : Gli occhi di Maria (Rizzoli), scritto con Vittorio Messori e Un santo al giorno (Piemme).
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Numero 1 - febbraio 2002
La manifestazione ideata ed organizzata dallo scrittore ed operatore culturale agrigentino Dott. Paolo Cilona è divenuta, nel tempo, una delle più prestigiose a livello internazionale
IL PREMIO TELAMONE: 26 ANNI NEL SEGNO DEL SUCCESSO
Q
uando 25 anni fa Paolo Cilona, ideò, come segno di riconoscenza a Siciliani illustri da parte della Città dei Templi, il Premio Telamone (dalla denominazione dei giganti effigiati sullo stemma comunale di Agrigento) forse non avrebbe mai immaginato che quella statuetta sarebbe diventata, ben presto, un simbolo conosciuto in tutto il mondo come attestato di altissima distinzione nei campi della cultura, dell’arte, dello spettacolo, dello sport, dell’imprenditoria, della medicina, della scienza.Il gradimento delle prime edizioni lo portò a dedicare un Telamone “speciale” alle personalità ed alle associazioni eccezionalmente impegnate nella tutela della Pace nel mondo e nella promozione di una cultura di pace tra i popoli. Il successo fu così grande, realmente a livello mondiale, ed il Premio, nel corso degli anni, ha portato ad Agrigento personaggi e movimenti di portata storica, leaders politici e Capi di Stato, Ambasciatori e Capi di Governo, eroici Vescovi e pacifisti già incatenati per la coerenza della propria missione di costruttori di pace, simboli del Novecento ed associazio-
ni benemerite, allineando il Premio Telamone ai momenti ed ai fermenti della Storia. Il Dott. Paolo Cilona è riuscito a gestire con un bilancio limitatissimo e perennemente in rosso una manifestazione annuale a livello mondiale, la cui realizzazione materiale (contatti internazionali, calendario delle manifestazioni, cura dell’ospitalità, segreteria, etc.) viene portata avanti, ogni anno, e con grande spirito di sacrificio personale, non da un prevedibile “megastaff” ma dal Dott. Cilona in prima persona, attivamente coadiuvato dall’Addetto Culturale Prof. Nuccio Mula e da pochi altri collaboratori, riuscendo a portare ad Agrigento, per ogni edizione, circa una ventina di illustri premiati, per consegnar loro il Premio Internazionale Telamone per la Pace o il Premio Internazionale Telamone per la Sicilia (quest’ultimo, come si è scritto, da sempre conferito ai più illustri Siciliani o amici della Sicilia nel mondo), ricevendo sempre, da tutti gli insigniti, autorevolissime attestazioni di stima e, spesso, anche di fraterna e durevole amicizia. (l. r.) Agrigento, domenica 2 dicembre 2001, Salone del Consiglio Provinciale, cerimonia di assegnazione dei Premi Internazionali Telamone per la Pace 2001: Federica Mula, 6 anni, pittrice in erba, dopo aver consegnato un disegno sulle Torri Gemelle ai Vigili del Fuoco di New York, riceve un bellissimo regalo: il braccialetto originale "per non dimenticare" , appositamente realizzato dal Corpo dei Vigili newyorchesi in memoria di quel tragico 11 settembre. E' un momento di altissima emozione, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo: ma il più commosso, ovviamente, è papà, il nostro Nuccio Mula (in alto a sinistra, assieme alla nota attrice Patrizia Camera).
L’ELOGIO DELLE AUTORITA’ U.S.A. PER I “CANTORES DEI” L’Ambasciata USA di Roma, il Consolato Generale di Napoli ed il Consolato di Palermo, intervenuti al Premio Internazionale Telamone di Agrigento, assieme ad una rappresentanza degli eroici Vigili del Fuoco di New York per la consegna al Corpo del Premio Internazionale Telamone per la Pace 2001, in più occasioni hanno anche rivolto autorevoli ed altissimi elogi alla Corale Polifonica “Cantores Dei” di Cianciana, diretta dal musicista e grande pittore Andrea Arcuri, per l’alto livello professionale testimoniato con le loro esibizioni nel corso del Premio (di cui la Corale è stata applauditissimo “ospite d’onore” in ogni momento delle numerose manifestazioni di domenica 2 dicembre 2001) e per la grande sensibilità dimostrata eseguendo impeccabilmente, con sensibilità e bravura (e suscitando indimenticabile emozione e commozione tra tutti i numerosi e qualificati presenti alle manifestazioni del Telamone), anche l’inno statunitense, sia nel Salone della Provincia Regionale di Agrigento, dove si è tenuta la cerimonia di consegna ufficiale del Premio ai Vigili del Fuoco di New York, sia nell’incomparabile scenario della Valle dei Templi, dinanzi – e non a caso – al Tempio della Concordia, dove illustri Premiati provenienti da tutto il mondo hanno acceso il Tripode della Pace e dell’Amicizia tra i Popoli della Terra.
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Numero 1 - febbraio 2002
RADUNO POETICO A CIANCIANA
O I partecipanti al raduno poetico. Da sinistra: Rossella Arcuri, Felice La Corte, Rosalinda Reina, Daniele Ferraro, Chiara Arcuri, la sign. Maria Raffa, presidente dell’Associazione “Antinori”, Agostino D’Ascoli, Vincenzo La Corte, Francesca Cicchirillo, Antonina Bavuso e seduti, il prof. E. Giannone, Gaetano Siracusa e Francesco Castagna.
Lu me paisi di Gaetano Siracusa
Di luntanu lu viu lu me paisi, Ca 'n capu un muntarozzu fu chiantatu. Cu lu chiantàu nun persi li 'mprisi Cà l'abitanti li chiamà li Ciancianisi. Ti viu paisi meu di luntanu E di luntanu ti vogliu taliàri. Iu ccci nascìu nta stu muntarozzu E nta stu muntarozzu vogliu stari Anchi si lu ventu mi trascina. Iu di Cianciana nun mi vogliu arrassari. Cianciana, pi mia si' la vita E notti e jornu i' t'ha' taliàri: cchiù ti talìu, cchiù beddu mi pari: i' cci nascivu nta stu muntarozzu e nta stu muntarozzu vogliu stari.
Jiu anzianu (di Felice La Corte) La vita è bedda e fa subitu caminari: mi trovu anzianu prima di parlari; cu li picciotti mi vogliu cunfruntari nun ponnu capiri lu me tribulari. Si sugnu anzianu nun m'assulazzari, si sugnu tistardu nun mi gridari, si sbagliu, e sbagliu, nun t'arrabbiari a la me età nun farimi ricuminciari. Si sugnu depressu e chianciu, m'hai a cunurtari, http://www.sicilykult.net
rganizzato dall'Associazione Culturale G. Antinori di Cianciana, si è svolto giorno 3 gennaio, presso l'Oratorio della Ss. Immacolata e del Crocefisso, il secondo raduno poetico ciancianese, che ha visto la partecipazione di numerosi giovani e anziani legati dal culto della poesia, che nel nostro paese ha antica tradizione, affondando le sue radici nel '700 e riuscendo ad esprimere, accanto ad autori di chiara fama come A. Di Giovanni e S. Mamo, abili verseggiatori che si levano sulla media e che il tempo collocherà nella giusta posizione. Qualcuno dei viventi - sostiene il prof. Giannone, che ha coordinato l'iniziativa - è di notevole spessore e i giovani lasciano ben sperare.E' stato bello vedere alternarsi sul proscenio giovani e anziani, uomini e donne, che il pubblico ha ascoltato in silenzio, e manifestare sentimenti delicati, speranze, sogni, meditazioni sulla fugacità della vita, senza imbarazzi o pregiudizi per qualcosa, la poesia, che molti, sbagliando, ritengono essenzialmente intima e, perciò, non manifestabile. Ad inizio dei lavori E. Giannone ha ricordato i poeti Salvatore Re, scomparso una diecina d'anni fa in Canada, e Vincent D'Angelo, in precarie condizioni di salute a Rive de Gier. Sono stati recitati o letti componimenti di Giuseppe Alba, Chiara e Rossella Arcuri, Francesco Castagna, Agostino D'Ascoli, don Filippo Ferraro, Daniele e Loredana Ferraro, dello stesso Giannone, Felice e Vincenzo La Corte, Rosalinda Reina e Gaetano Siracusa. Apprezzato il contributo di Antonina Bavuso, Francesca Cicchirillo e Salvatore Panepinto. Alla fine, diplomi di partecipazione ai poeti e rinfresco per tutti i presenti. (m.g)
di la me testa dura m'hai a scusari, si sugnu lentu, tu m'hai a sprunari, si li cosi mi scordu, m'hai a suppurtari. Si haju nustalgìa, lu passatu lassami ricurdari, si cuntu li me baggianti, lassami fari, si canciu lu modu di campari, m'aiutari, si sugnu pirmalusu, ti pregu, lassami parlari. Si sugnu mutu e 'n pinseri, nun ti frasturnari: è la vita passata ca vaju a rimacinari, li cosi beddi e lasdi vaju a ricurdari, nun essiri strafuttenti a vulirimi giudicari.
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Numero 1 - febbraio 2002
Cianciana e lo zolfo Con questa scheda iniziamo una nuova rubrica che ci terrà compagnia per parecchi numeri. Essa ripercorrerà la storia delle nostre zolfare e offrirà uno spaccato di vita paesana.
L’estrazione dello zolfo nel secolo XIX
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er tutto l'Ottocento la Sicilia fu il maggior produttore e fornitore mondiale di zolfo. L'estrazione sistematica del minerale era iniziata attorno al 1830-40, quando se ne scoprirono le applicazioni chimico-farmaceutiche e agricole. Conosciuto già dai Romani, gli Arabi sistematicamente lo raccoglievano affiorante nelle zone vulcaniche e il Fazello informa che nel territorio di Palma di Montechiaro, attorno al 1500, si estraeva zolfo. All'inizio del XIX secolo erano attive in Sicilia sei miniere e il numero crebbe progressivamente; ne furono aperte una novantina tra il 1820 e il 1830. Lo zolfo siciliano interessava soprattutto Francia, Inghilterra, Stati Uniti. La produzione del minerale, che nel 1815 era di circa 6.500 tonnellate, superò le 31.700 agli inizi del 1830. Il prezzo registrò il suo apice nel 1833 con 208 lire al cantàro (cantaro siciliano=80 chili). Nel 1860 le zolfare superarono le trecento unità con 16.000 addetti, mentre nei primi anni del '900 diventarono 886 con circa 40.000 occupati. La parabola discendente e irreversibile, con la sola eccezione degli anni della Grande Guerra, inizia nel 1905-06, allorché in Louisiana si cominciò ad applicare il metodo Frasch, che portava in superficie zolfo direttamente fuso nelle viscere della terra. I segnali della crisi risalivano al 1876 quando i prezzi cominciarono ad oscillare vertiginosamente verso il basso, trascinando nella rovina parecchi "produttori di zolfaia". Una calma relativa si ristabilì a decorrere dal 1896, anno in cui Ignazio Florio, i Whitaker ed altri fondarono l'Anglosicilian Sulphur Company Limited, che con la sua politica di mercato stabilizzò il prezzo del minerale. L'Anglo-sicilian, che pur comprava l'80 % dello zolfo prodotto in Sicilia, non lo immetteva tutto sul mercato. Nel 1906 la compagnia di Florio e C., non potendo venire a capo della concorrenza americana, si sciolse e venne sostituita da un Consorzio Obbligatorio. La produzione ben presto si ridusse a un decimo di quella mondiale e le miniere, una dopo l'altra, vennero chiuse. Si passò così dalle 886 del 1904-05 (erano state prodotte 560230 tonnellate di zolfo, la maggior parte esportate) alle 464 del 1921, alle 117 del 1937. Nel 1934 una legge dello stato italiano vietò alle donne e ai carusi di età inferiore ai 16 anni di calarsi all'interno delle zolfare, mentre qualche anno prima, nel 1927, per legge era stata sancita la demanialità del sottosuolo. Lo Stato poteva assegnare in concessione perpetua o temporanea lo sfruttamento dei giacimenti (con l'autonomia siciliana tale compito passò all'Assessorato all'Industria e al Commercio dell'Isola). Gli anni successivi alla seconda guerra mondiale furono densi di scioperi, di interventi governativi prima e regionali dopo (nel 1963 nasce l'Ente Minerario Siciliano, che frustrerà le aspettative dei minatori), che non fecero altro che perpetuare lo stato comatoso del settore. http://www.sicilykult.net
Le miniere siciliane sono state chiuse e questa è la realtà. Ne resta un retaggio storico, letterario, antropologico, socioculturale in genere che non deve essere assolutamente dimenticato perché fa parte del nostro essere siciliani e perché tanto può insegnare alle nuove generazioni. L'industria estrattiva siciliana, al di là della concorrenza americana, non poteva avere prospettive per carenza di capitali da investire, di infrastrutture, strade e ferrovie, per l'allora insufficienza dei porti, per mancanza di spirito associativo, per l'eccessivo sfruttamento degli zolfatari, per la pochezza dell'industria chimica siciliana. E perché non si deve demandare ad altri quel che possiamo fare noi. Si accennava ai Whitaker, soci di I. Florio, e si potrebbe parlare della Compagnia Morrison-Seager a Cianciana. Nessuno ha obbligato gli inglesi a decidere le sorti dello zolfo siciliano, ma nessuno può negare che sono stati molto attenti e attivi, intraprendenti. Molti forestieri e pochissimi siciliani si sono arricchiti con il nostro zolfo e quasi mai i proventi della vendita sono stati reinvestiti nella nostra Terra. Aveva iniziato a favorirli nel 1836 Ferdinado II di Borbone, concedendo al francese A. Taix di costruire una raffineria di zolfo con due camere di sublimazione a Porto Empedocle. Lo stesso Taix con Arsenio Aycard ottenne poi il monopolio di acquisto e vendita dello zolfo siciliano. Il privilegio venne revocato, a tutto vantaggio di altri esportatori pur sempre stranieri, dallo stesso re per timore di boicottaggio dei porti del Regno delle Due Sicilie da parte francese e soprattutto inglese, quantunque proprio in quegli anni l'attività mineraria fosse cresciuta perché i proprietari terrieri, generalmente aristocratici, presero a cedere in affitto (gabella) le miniere in cambio di una percentuale del prodotto (estaglio), che poteva arrivare al 30%. Quella della zolfara è una storia triste di miseria, di sfruttamento, di sofferenze, di morte, di abbrutimento; di negazione della dignità umana, anche degli stessi esercenti che apparivano strozzini agli occhi dei minatori. Ciò, certamente non giustifica la loro condotta , la loro sordità, la loro impazienza ad arricchirsi subito e comunque. Forse coglie bene Luigi Pirandello, che così scrive nella novella Il fumo: "Chi erano, infatti, per la maggior parte i produttori di zolfo? Poveri diavoli, senza il becco d'un quattrino, costretti a procacciarsi i mezzi, per coltivare la zolfara presa in affitto dai mercanti di zolfo delle marine, che li assoggettavano ad altre usure ed altre soperchierie. Tirati i conti, che cosa restava, dunque, ai produttori? E come avrebbero potuto dare, essi, un men tristo salario a quei disgraziati che faticavano laggiù, esposti continuamente alla morte? Guerra, dunque, odio, fame, miseria per tutti, per i produttori, per i picconieri, per quei poveri ragazzi oppressi, schiacciati da un carico superiore alle loro forze, su e giù per le gallerie e le scale della buca". (Monica G.)
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La Voce di Cianciana
Li du iorna di lu picuraru - di Francesco Cannatella
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ti na mannira c’eranu na vota lu patruni e lu picuraru.Sennu l’urtimu iornu di cannalivaru, stu patruni cci dissi a lu picuraru:-Talè, oi mi nn’acchianu i a lu paisi e mi vaiu a fazzu la festa ‘n famiglia, dumani ti pigli un iornu tu e ti v’a fa lu cannalivaru cu to muglieri.Però stu patruni nun ci dissi ca cannalivaru finiva di duminica e ca lu lunedì era quaresima.Accussì si nn’acchianà e a lu lunidi a primu matinu s’apprisintà a la mannira; priparà na pezza di tumazzu, un hiascu di vinu, dudici tari e scannà un ciaraveddru. Li detti a lu picuraru e cci dissi:-Acchianatinni e v’a fatti la festa ca pi oi cci staiu attentu i a l’armali e sti cosi chi ti dugnu, appena arrivi a lu paisi, portali a me muglieri.Ddu picuraru si metti a la via e strata facennu ncontra lu Signuri chi cci addumanna:-Unni sta iennu?Lu picuraru, ca nun lu ricanuscì, cci rispunnì:-Lu patruni mi detti sta iurnata pi irimi a fari lu cannalivaru cu me muglieri. -E nun lu sani ca li festi di cannalivaru fineru aieri? Oi semmu già di quaresima e siddu mangiati carni faciti piccatu.Beddra Matri, chi cci sacciu diri? A mia lu patruni mi dissi e accussi dicu. Lu Signiruzzu, capennu ca ddu picuraru era un cristianu bonu, cci dissi : -Vatinni e va dicennu a tutti ca cannalivaru finisci dumani. Sti iorna di festa sunnu allungati pi tia. Ddu picuraru allura pi primu i nta lu parrinu e po nta lu sinnacu: -Viditi ca cannalivaru continua oi e dumani. E mentri caminava lu iva dicennu a tutti chiddi chi ‘ncuntrava, nta lu mentri iva pinzannu : -Talìa a stu patruni comu mi la vozi cuminari, ma ora cci penzu i pi iddu. Allura, datu ca nun avia nenti di purtari pi fari festa cu la muglieri, piglià la pezza di tumazzu e si nni tagli‘na bedda fedda, lu hiascu di vinu lu sbarrà, di ddu ciaraveddu si nni tini ‘na coscia e di ddi tarì ci nni livà seAccussi s’apprisintà a la muglieri di lu patruni: -So maritu cci manna sti cosi. A lu martidi, prima chi iddu arrivassi a la mannara, fu chiamatu di dda fimmina ca nun si putia spiegari di comu lu maritu cci avissi mannatu ‘na pezza di tumazzu accuminciata, lu hiascu di lu vinu vacanti, lu ciaraveddu senza na coscia e di li dudici tarì prummisi, sulu se. Però nun cci vozi dari scannalu e allura cci parlà cu un dubbiu: - Diciticci a me maritu sti precisi paroli chi vi staiu dicennu: La Luna contradecima nun fu/ li dudici di l’annu foru se/lu tirrinchiuneddu arrivà vacanti/Li quattro caminanti foru tri / vogliu sapiri lu pirchì.(1) Appena arrivà a la mannira lu picuraru, senza suspittari ca avia statu scuprutu, cci dissi a lu patruni lu dittu c’avia ricivutu.Lu patruni subitu sciuglì ddu dubbiu di la muglieri e capì ca lu picuraru cci avia purtatu tutti cosi smizzati : -Ah chi cuminasti cu li cosi chi ti detti?Lu picuraru allura cci rispunnì :-Ah i la festa nun mi l’avia a fari? E fu accussì ca di tannu ‘n po’ li festi di cannalivaru finiscinu di martidi e l’urtimi du iorna si chiamanu di lu picuraru. ________________________
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In un ovile vivevano il padrone delle pecore ed il pastore che lo aiutava ad accudire al gregge.Una domenica mattina, era l’ultimo giorno di carnevale, il padrone disse al pastore: ascolta, più tardi io andrò in paese per festeggiare il carnevale in famiglia, domani avrai un giorno di riposo e così anche tu potrai trascorrere carnevale con tua moglie.Furbescamente il padrone non disse che le feste di carnevale finivano con la domenica e che l’indomani, lunedì, iniziava il tempo di quaresima. Così lasciò solo il pastore ad accudire al gregge e si avviò verso il paese. Il lunedì mattina di buon’ora fece ritorno all’ovile, preparò una forma di formaggio, un fiasco di vino, scannò un capretto, ed aggiunse anche dodici tarì. Poi chiamò il pastore e gli disse: -Puoi andare, per oggi mi occupo io del gregge, tu, non appena sarai arrivato in paese, consegna a mia moglie queste cose che ho preparato. Quel pastore si mise per via e lungo la strada incontrò il Signore che gli chiese: -Dove stai andando? Il pastore non riconoscendolo rispose: -Il padrone mi ha concesso questa giornata perché io possa festeggiare il carnevale con mia moglie. E tu non sai che le feste di carnevale sono finite ieri? Oh Madre Santa, cosa posso rispondervi io?A me il padrone così ha detto e così io dico. Il Signore, capendo che il pastore era una persona semplice, gli disse:- Puoi andare e va’ dicendo a tutti che le feste di carnevale finiscono domani. Queste due giornate sono aggiunte in omaggio a te. Il pastore portò la notizia al prete e poi la comunicò al sindaco: - Badate bene che carnevale continua per tutt’oggi e anche per domani. Mentre girava per le vie del paese,comunicando l’allungamento del carnevale a tutti quelli che incontrava, rifletteva sull’accaduto: - Guarda un po’ questo mio padrone come ha voluto prendersi gioco di me, ma ora devo studiare a come rendergli la pariglia. Allora, dato che non aveva niente da portare a casa per far festa con la moglie, prese la forma di formaggio e ne tagliò un grosso spicchio, poi svuotò il fiasco di vino, al capretto staccò una coscia e trattenne per sé anche sei tarì. Così si presentò alla moglie del padrone. –Vostro marito vi manda queste cose. Il martedì, prima ancora che lasciasse il paese per raggiungere l’ovile, fu chiamato da quella donna che non era riuscita a spiegarsi come mai il marito le avesse mandato una forma di formaggio non intera, un fiasco vuoto, un capretto senza una coscia, e solo sei dei dodici tarì promessi. Tuttavia non volle insospettirlo ed allora si rivolse a lui con un dubbio: -Dite a mio marito esattamente queste stesse parole che io vi sto dicendo: La Luna non fu contradecima/ i dodici dell’anno sono stati sei/ il fiasco mi è pervenuto vuoto/i quattro camminanti sono stati tre/ Voglio sapere il perché. Appena arrivato all’ovile, il pastore, non sapendo di essere stato scoperto, ripetè al padrone esattamente il messaggio ricevuto. Il padrone subito capì il significato del dubbio propostogli dalla moglie e si rese conto che il pastore aveva profittato degli oggetti da consegnare: - Cosa ne hai fatto delle cose che ti ho dato? Il pastore allora gli rispose: - Io non avevo diritto di festeggiare? E così da allora in poi le feste di carnevale finiscono il martedì e gli ultimi due giorni sono detti di lu picuraru.
Tratto da: Francesco Cannatella - Iochi di paroli - 1995.
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Numero 1 - febbraio 2002
La Voce di Cianciana
Presentato dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” il volume “Lu Vancelu Nicu” di don Salvatore Mamo Cianciana, l’Associazione culturale “Sicily Kult” e la redazione del periodico “La Voce di Cianciana” hanno voluto ricordare, con la presentazione di un libro del prete-poeta, la figura e le opere di don Salvatore Mamo, meglio conosciuto come padre don Turiddu. La significativa manifestazione culturale ha avuto luogo presso il salone dell’oratorio giovanile “Don Gerlando Re”, alla presenza dell’arciprete don Filippo Ferraro, del prof. Eugenio Giannone, del prof. Gaspare Conte, curatore del bel volume di poesie del parroco ciancianese, nato nel 1839 e morto nel 1920. Si è trattato di un doveroso tributo culturale nei confronti di un prete che, a parte l’intitolazione dell’istituto della scuola media statale, è poco conosciuto da giovani e anziani, nonostante abbia fatto realizzare il campanile della chiesa del Carmine con le campane di bronzo, il restauro delle statue di santa Lucia e della Madonna del Rosario e altre opere religiose presenti ancora oggi nelle chiese di Cianciana. Il libro dal titolo “Lu vancelu nicu” (soltanto 54 componimenti dei 240 sonetti composti dal prete-poeta) è stato stampato dalla biblioteca comunale e dal centro studi “A. Di Giovanni” di Cianciana e curato dal prof. Gaspare Conte di San Biagio Platani, preside e scrittore. La copertina del libro, composto da 70 pagine, è stata illustrata dal pittore Pino Cirami. Mentre l’arciprete don Filippo Ferraro ha ricordato che don Salvatore Mamo era un buon predicatore, dotato di particolare “vis” oratoria tanto da essere conteso per le prediche quaresimali dai parrocchiani dei paesi vicini, invece, il prof. Eugenio Giannone, che ha fatto un attento “excursus” delle altre raccolte poetiche del
Mamo, alcune ancora inedite, ha sottolineato, tra l’altro, che le poesie di don Turiddu sono scritte in dialetto, attribuendo il prete alla poesia un forte funzione etico-sociale. Giannone ha ricordato che la figura di don Salvatore Mamo va rivalutata, studiata ed apprezzata come hanno fatto in questi ultimi tempi numerosi studenti che dalla produzione poetica del prete hanno tratto pregevoli tesi di laurea. Chi scrive, nell’accennare al fatto che spesso la poesia popolare, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha coinvolto alcuni parroci (don Michele Palminteri a Calamonaci e don V.F. Sedita a Cianciana), ha reso noto che il volumetto “Lu vancelu nicu” è stato spedito in omaggio a tutti i ciancianesi che, emigrati in ogni parte del mondo, ricevono il giornale periodico locale “ La Voce di Cianciana”. L’assessore alla Pubblica Istruzione del comune Franco Martorana ha preso l’impegno di interessare la civica amministrazione per dedicare almeno una via della nuova zona di espansione edilizia urbana a don Salvatore Mamo. Infine, il prof. Gaspare Conte ha spiegato, con una dotta relazione, che in “don Turiddu convivevano pacificamente due anime: quella del sacerdote che ci ha lasciato una traccia profonda della sua religiosità e quella dello studioso delle tradizioni popolari siciliane che lo spingeva ad incontrare al circolo gli amici con i quali giocava a tre sette per attingere materia per le sue numerose composizioni poetiche”. Enzo Minio
Presentato, alla presenza dell’Arcivescovo, l’apprezzato volume dell’Avv. Salvatore Re sull’eroica figura del giovane Ministro di Dio che sacrificò la sua vita in un gesto di Pace
UN SACERDOTE MARTIRE: DON GERLANDO RE
Cianciana - La “Pia associazione amici di Don Gerlando Re” ha organizzato la presentazione del libro biografico di Don Gerlando Re, morto tragicamente il 18 giugno 1949. La mattina di domenica 30 dicembre 2001, nell’Oratorio della Confraternita dell’Addolorata e del S.S. Crocifisso si è composto il tavolo dei lavori, alla presenza di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Carmelo Ferraro e di altri intervenuti quali il Sindaco di Cianciana, Prof. Dott. Mario Re, il Parroco Don Filippo Ferraro, il Prof. Manlio Schiavo, relatore, e Mons. Giuseppe Di Marco. L’incontro è stato aperto dal Parroco Don Filippo Ferraro che ha tracciato un breve profilo della vita di Don Gerlando Re, esaurientemente narrata dall’autore del libro in presentazione, sottolineando nella figura dello stesso sacerdote l’aspetto eroico della sua virtù di fede, di carità, di amore per il prossimo. Al termine dell’intervento, ha preso la parola il Prof. Manlio Schiavo, docente di italiano e latino al Liceo Classico di Bagheria, il quale, fra l’altro ha sottolineato che la storia e gli eventi vengon narrati dall’autore illuminati dall’interno, nello sforzo continuo di inverarli alla luce della profonda esperienza di santità di don Gerlando che risalta viva e presente proprio attraverso le testimonianze molteplici e diversificate che l’autore sapientemente utilizza. Siamo profondamente grati -conclude il relatore- all’Autore per averci fatto rivivere, attraverso la sua biografia appas-
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sionata, carica di fede e di amore, l’evangelio vissuto fino all’estremo dal santo sacerdote Gerlando Re. A questo punto è stata data la parola al Sindaco di Cianciana, Prof. Dott. Mario Re, che si è dichiarato molto contento per la buona riuscita di questa importante pubblicazione. Terminato l’intervento del sindaco, è intervenuto Mons. Giuseppe Di Marco il quale, nell’apprezzare il volume biografico, ha ricordato don Gerlando, avendolo personalmente conosciuto in Seminario. Nel tracciare la sua figura e gli anni del suo sacerdozio spesi per i giovani, ha riportato alcune testimonianze riguardanti i ragazzi dell’allora Azione Cattolica, ai quali don Gerlando si dedicava giorno e notte. L’Arcivescovo, infine, ha espresso validi apprezzamenti sul libro, sottolineando le virtù eroiche di questo sacerdote, evidenziando l’esigenza che occorre promuovere delle valide iniziative nel paese di Cianciana, nella Arcidiocesi di Agrigento, nelle altre Diocesi, nei vari Seminari, allo scopo di far conoscere questa eroica figura di sacerdote ed al fine di preparare il processo riconducente alla fase diocesana. A conclusione della manifestazione, è stato chiamato a parlare l’Autore del volume, Avv. Salvatore Re, il quale, nel ringraziare tutti gli altri intervenuti per l’attenzione dimostrata e per gli apprezzamenti riscossi, ha ribadito che il libro è stato scritto per i ragazzi, per i giovani, per tutti i fedeli, affinché possano trarre insegnamenti di amore per Cristo. (s. p.)
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La Voce di Cianciana
Numero 1 - febbraio 2002
Decessi D’Angelo Alfonso nato il 09/10/1917, deceduto il 19/122001 Di Chiazza Maria (vedova Di maria) nata il 15/10/1914, deceduta il 19/12/2001 Morgano Giuseppe nato il 22/07/1938, deceduto il 22/12/2001 Ingravidi Giuseppe nato il 21/02/1929, deceduto il 04/01/2002 Montalbano Maria nata il 06/05/1939, deceduta il 15/01/2002 Vaiana Maria (vedova Alessi) nata il 02/10/1913, deceduta il 30/01/2002 Settecasi Maria (vedova Vasile) nata il 29/01/1912, deceduta il 02/02/2002 Campisi Giovanna (vedova Di Prazza) nata 01/12/1911, deceduta il 05/02/2002
Nascite
DECEDUTI ALL’ESTERO: Pulizzi Francesco, deceduto a Rive de Gier (Francia) il 27/01/2002
Evelin Guida di Giuseppe e Giuseppina Licata nata il 18/12/2001
Ciro Tornatore di Domenico e Giacoma Silvia Calandrino nato il 22/01/2002
Calogero Dario Mauceri di Leonardo e Maria Lucia D’Angelo nato il 29/01/2002
Giuseppe Piazza di Nicolas e Antonina Maniscalco nato il 03/02/2002
Notizie dall’Anagrafe Maschi
Femmine
Totale
2.001
2.213
4.214
Nascite
7
12
19
Morti nel comune
25
29
54
Morti il altro comune
2
4
6
Morti all’estero
2
1
3
TOTALI DECESSI
29
34
63
Nuovi iscritti
25
20
45
Cancellati
51
63
114
1.953
2.148
4.101
Nel comune: 9
Fuori comune: 18
Totale matrimoni: 27
Popolazione residente al 31/12/2000
Popolazione residente al 31/12/2001 Matrimoni http://www.sicilykult.net
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