La voce di Cianciana n2 luglio2001

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Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 2 - luglio - agosto 2001

Il dottor Salvatore Sanzeri eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana. In questo numero l’inserto speciale dedicato all’artista ciancianese Michele Rametta. Da questo numero La Voce di Cianciana si arricchisce di un “insolito” collaboratore: David Justice, giornalista inglese trapiantato a Cianciana, che curerà una nuova rubrica dal titolo “An English Abroad”.

In questo numero:

Rubriche:

Un ciancianese all’ A.R.S.

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La posta dei nostri lettori

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La festa di S. Antonio di Padova a Cianciana

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An English Abroad

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Il ―cavaliere‖ Guadagna

Pag. 7

Il salotto della poesia

Pag. 6

―Attia di l’ovu‖

Pag. 10

Case in festa

Pag. 8

Cenni storici su Cianciana - parte seconda

Pag. 11

Briciole di Saggezza

Pag. 9

Alfonso Soldano, il piccolo ―Caruso‖

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Almanacco

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Il piacere di ritrovarsi

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E’ nata l’Associazione Culturale Sicily Kult

La home page del sito http://www.sicilykult.net e il logo della nuova associazione

http://www.sicilykult.net

Cianciana - A poco più di nove mesi dall’apertura del nostro sito internet http://www.sicilykult.net e a circa sei dalla pubblicazione del numero zero de La Voce di Cianciana, la nostra redazione ha deciso di consolidare il lavoro fin qui svolto fondando l’Associazione Culturale “Sicily Kult” in data 19 luglio 2001. L’associazione si prefigge di promuovere e divulgare la cultura e le tradizioni popolari siciliane attraverso ogni tipo di mezzo di comunicazione sia esso cartaceo che multimediale, avvalendosi delle nuove tecnologie per poter raggiungere tutti i ciancianesi e i siciliani in generale sparsi per il mondo. Molteplici sono stati i motivi che ci hanno condotto alla fondazione di

questa nuova associazione: da quelli meramente tecnici finalizzati a concentrare sotto un’unica direzione le nostre attività culturali, a quelli dettati dalla necessità di avere una nuova “entità” ad hoc sul territorio che si occupasse di salvaguardare e valorizzare il lavoro dei numerosi studiosi e appassionati locali di tradizioni popolari al fine di poter pubblicare i loro lavori e, nello stesso tempo, creare un ponte di collegamento tra i siciliani residenti nell’isola e quelli stabilitisi lontano da essa. Ha assunto l’incarico di presidente della neonata associazione Agostino D’Ascoli, anch’egli uno dei pochi che hanno fatto della salvaguardia delle tradizioni popolari siciliane una ragione di vita. (fm).

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La Voce di Cianciana

Numero 2 - luglio-agosto 2001

Un Ciancianese all’Assemblea Regionale Siciliana

A

nche Cianciana ha un suo rappresentante al Parlamento Regionale di Palermo. Si tratta del dottor Salvatore Sanzeri, figlio maggiore di Pietro Sanzeri e di Pierina D’Angelo. Nato a Cianciana il 21 marzo del 1953, sposato con la professoressa Giovanna Carubia, ha due figli: Cristina di 17 e Pietro di 15

anni. Ha frequentato il Liceo Classico “Luigi Pirandello” di Bivona ed ha superato brillantemente l’esame di maturità nel 1972. Iscritto alla facoltà di medicina e chirurgia presso l’Università di Palermo si è laureato nel 1979. Dopo la laurea ha esercitato la professione di medico nell’isola di Lampedusa fino al 1986. Rientrato in Sicilia ha prestato servizio presso l’ospedale di Ribera per trasferirsi nel 1990 presso l’U.S.L. numero 9 di Bivona, dove attualmente esercita la professione con la funzione di dirigente responsabile del servizio di medicina di base del distretto. Fin da giovanissimo si è interessato di politica ed è stato eletto consigliere comunale all’età di 22 anni. Ha rivestito la carica di sindaco di Cianciana nel 1980 e una seconda volta nel 1988. In tutti questi anni ha avuto numerosi incarichi sia a livello provinciale che regionale. Ultimamente, ricoprendo la carica di segretario provinciale dello S.D.I. (Socialisti democratici italiani), si è presentato candidato alle elezioni del 24 Giugno 2001 per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana ed è stato eletto deputato con circa 3500 voti di preferenza .Nel porgere le migliori congratulazioni per un così importante traguardo, la redazione de La Voce di Cianciana augura al neodeputato Salvatore Sanzeri un buon lavoro per la crescita a tutti i livelli della nostra comunità. Salvatore

Elezioni Regionali - 24 giugno 2001 D.E.- EUR

82

Fiamma Tricolore

5

Democratici di Sinistra

278

Nuovo PSI

87

Comunisti Italiani

35

C.D.U.

37

Alleanza Nazionale

120

Dem. e Lib. Rutelli

29

P.R.I.

1

C.C.D.

49

Rifondazione Comunista

21

Forza Italia

986

Nuova Sicilia

18

Bianco Fiore

0

S.D.I. Lista Di Pietro http://www.sicilykult.net

808 4

Sergio D’Antoni Democrazia Europea Elezioni per il Presidente della Regione

31

Leoluca Orlando Ulivo e Rifondazione Comunista

1350

Salvatore Cuffaro Casa delle Libertà

1212

Pietro Montalbano Comunisti Italiani

29

Giovanni Panepinto Democratici di Sinistra

233

Mario Re Forza Italia

910

Salvatore Sanzeri Socialisti D. I.

796

I candidati locali

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

La Voce di Cianciana

Rosario - Argentina Mi piace tanto la rivista che mi avete mandato. Praticamente l’ho divorata. Un’idea bestiale! Maria Josè Cuffaro Toronto - Canada Gentilissimo signor Panepinto, con piacere ho ricevuto il giornale La Voce di Cianciana. Congratulazioni a tutta la redazione che cordialmente saluto. Stefano Giambrone Manslianico - (CO) Carissimo amico salvatore Panepinto, ringrazio te e tutta la “truppa” per avermi inviato La Voce di Cianciana. Conservo un buon ricordo dello zio Stefano l’organista. Salutami tutta la “ truppa “, in particolar modo il professor Eugenio Giannone. Giuseppe Bartolomeo Conde sur l’Escaut - Belgio Sono la figlia del signor Antonino Leone. Auguro lunga vita al vostro giornale. Tanti saluti dalla Francia e dal Belgio. Rosetta Leone Campanella Toronto - Canada Signor Panepinto, siamo rimasti contenti per La Voce di Cianciana, così siamo a conoscenza di quello che succede a Cianciana. Fateci sapere sempre! Un caro saluto a te e a tutti i componente della redazione. Giuseppe Gambino Rosario - Argentina Signor Salvatore Panepinto, con molta allegria ho ricevuto La Voce di Cianciana qui a Rosario e la ringrazio per la sua gentilezza. Vi auguro buona fortuna. Salvatore Impallari Levico Terme - (TN) Tantissimi complimenti per il vostro o meglio nostro giornale. Vi ringraziamo per averci pensato e siamo ben lieti di contribuire a questa iniziativa veramente fantastica. Che La Voce di Cianciana arrivi sempre più lontano! Un saluto a tutta la redazione. Tanina e Giovanni Mula Castelfiorentino (FI) Aderisco con gioia all’iniziativa. Leggere il giornale è stato come fare un viaggio indietro nel tempo. Grazie ed auguri a tutti. Antonino Amato Como Con molta gioia e piacere ho ricevuto il vostro giornale. Ho 35 anni dei quali ben 27 trascorsi qui a Como, ma il mio cuore è rimasto a Cianciana. L’estate scorsa sono tornata dopo 7 anni: l’emozione è stata grandissima, ho pianto di gioia nel rivedere i luoghi di quando era piccina. Avrei molte altre cose da dire, ma le emozioni non si possono raccontare. Verrò a trovarvi ad agosto. Complimenti e in bocca al lupo. Rosamaria Mascarella Woodbridge - Canada Abbiamo ricevuto la rivista. Complimenti per il lavoro che state svolgendo. Continuate con tanti auguri. Felice e Giuseppina Gusciglio Manslianico (CO) Congratulazioni per il lavoro. Continuate così. Siete ammirevoli.

Gaspare Piro

Pinerolo (TO) Sono rimasto lietamente sorpreso della vostra bella iniziativa. Spero tanto che il giornale continui a svilupparsi sempre di più per portare come dite voi Cianciana nel mondo. Auguri. Anna e Paolo Chiazza Clovange - Francia Ciao Salvatore, grazie per il giornale La Voce di Cianciana. Interessante iniziativa che avrà, ne sono convinto, un grande successo. Tanti saluti a te e a tutta la redazione. Stephane Lo Brutto Benissart - Belgio Caro signor Panepinto, molte grazie per aver mandato il primo numero de La Voce di CiancianTanti auguri e speriamo che questo giornale rimarrà per molto tempo. Ancora tanti auguri da noi tutti di Bernissart. Pascaline Ritrovato Toronto - Canada Al professore Panepinto e a tutta la redazione faccio i miei migliori auguri per La Voce di Cianciana che ritengo molto interessante per tutti i Ciancianesi sparsi per il mondo e vi ringrazio per esservi ricordati di me. E tanti complimenti al sindaco di Cianciana professor Mario Re per la realizzazione della pista per l’atterraggio degli elicotteri.Lavoro ben fatto. Vincenzo Greco Adelaide - Australia Caro Salvatore, mi congratulo con te e la redazione, tra i cui membri noto con piacere i nomi dei miei cugini Andrea e Antonino Arcuri, per una pubblicazione così ben organizzata ed informativa. La Voce di Cianciana avrà un posto particolare nel mio interesse di lettura. Sicuramente continuerò ad aspettare con anticipazione ognuna delle pubblicazioni bimestrali. Ho letto il numero O parola per parola e mi ha colpito soprattutto il sottotitolo Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana . Se il nostro giornale riuscirà a raggiungere, anche in misura modesta, questo obiettivo, coordinando e disseminando informazioni utili ed interessanti, educative e divertenti, provenienti dalla nostra belle Cianciana e dai Ciancianesi residenti all’estero, sono certo che avrà un successo solido e garantito. Rinnovando il mio augurio, un caro saluto a te, alla tua famiglia e a tutti gli amici. Dott. Bernardo Barbera

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La Voce di Cianciana

La festa di S. Antonio di Padova a Cianciana particolarmente protette dal santo ci sono i minatori. Poiché Cianciana si è incrementata grazie allo sfruttamento delle miniere di zolfo, i minatori si sono sentiti legati a S. Antonio e fino ad alcuni decenni fa, prima delle chiusura delle miniere, essi organizzavano la festa che si celebra ogni anno il 13 giugno. Il paese di Cianciana esprime la sua devozione al Santo protettore in vari modi: con la celebrazione di una santa messa ogni 13 di mese e con la celebrazione dei Vespri il 12 giugno; con l’offerta al Santo di abbondante pane destinato ai poveri, dopo la benedizione del sacerdote. Questa usanza si riallaccia ad un miracolo operato da S. Antonio che restituì la vita ad un bambino e alla promessa fatta dalla madre di offrire tanto pane quanto pesava il proprio figlio. L’offerta del pane è anche l’effetto della decisa volontà di imitare il Santo che amava tanto i poveri. La devozione diventa più viva e più diffusa durante la celebrazione della tredicina (dal primo al 13 giugno) e dalla festa che viene realizzata da un comitato composto da 25 persone, che organizza varie manifestazioni religiose, culturali e caritative. Quest’anno, a causa della inagibilità della Chiesa Madre per prolungati lavori di restauro, la processione con il simulacro del Santo ha avuto inizio dalla Chiesa del Carmelo e la Santa Messa è stata celebrata in piazza Aldo Moro (piazza Matrice). Don Filippo Ferraro

S

ant’Antonino non è nato a Padova, ma a Lisbona in Portogallo nel 1195, ma come tutti i santi appartiene alla chiesa intera, anzi a tutta l’umanità.

Il paese di Cianciana lo ha considerato come il proprio Santo e lo ha scelto come proprio patrono. Fin dalle sue origini si sentita legata a questo grande santo che si impone all’ammirazione di tutti per la sua santità (fu proclamato santo soltanto dopo nove mesi dalla morte) e per la sua efficace intercessione che strappa alla potenza divina una serie innumerevole di miracoli: Cianciana inizialmente veniva denominata “Casale S. Antonio”, poi S. Antonio di Chincana. In seguito è venuto meno il nome del santo, ma non è venuta meno la devozione verso il suo protettore. Tra le varie categorie di persone che si sentono

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Il nome “Antonio” Per diffusione è il terzo nome italiano, dopo Giuseppe e Giovanni, e da questo derivano Antonino, Antonello, Antoniano etc. E’ un nome gentilizio probabilmente di origine etrusca. Tra le persone celebri che hanno avuto questo nome ricordiamo il romano Marco Antonio, l’amante della regina d’Egitto Cleopatra, e tutta una serie di imperatori romani. Onomastico: due santi di notevole importanza: S. Antonio Abate, la cui festa si celebra il 17 gennaio, protettore dei fornai, del bestiame domestico, della cucina e del fuoco, dei salumieri e dei droghieri. E’ invocato anche contro l’ubriachezza; S. Antonio da Padova, protettore dei poveri, dei prigionieri, invocato dalle donne sterili e da tutti coloro hanno perso qualcosa. Si festeggia il13 giugno. Pag. 4


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Numero 2 - luglio-agosto 2001

Da questo numero La Voce di Cianciana si arricchisce di un “insolito” collaboratore: David Justice, giornalista inglese trapiantato a Cianciana, che curerà una nuova rubrica dal titolo “An English Abroad” (Un Inglese all’estero).

T

he common misconception amongst the English is that Sicily is the place NOT to go. Ten years ago in England I too heard the tales of Mafia thugs and bag-snatching muggers on scooters simply waiting for the tourists to arrive, making it the number one holiday destination to AVOID. I have to say from personal experience that nothing is further from the truth. Sicily is a most beautiful island; the people are courteous, warm and welcoming, so much so that they put the English to shame. The reality of it all is that it is probably safer here than in most provincial towns in Britain. In the coming issues of this newspaper I will be writing my diary, relating my feelings and experiences both good and bad - of my initial visit here and those since. All will be seen through a fresh set of eyes, a foreigner’s view and one that no native Ciancianaise can possibly give. Humorous at times, serious at others, the aspect will be presented as seen. Interesting reading indeed, join me in the next issue for the first insight into “An Englishman Abroad”. © Copyright. D. R. Justice 2001

Dave Justice was born on the outskirts of London in 19?? (He admits only to being 33 years old). He is a Graduate and a holds a Fellowship, both gained through Warwick University. Dave has two grown up daughters aged 28 and 26. He served in the military and as a fireman in the London Fire Brigade where he received commendations for life-saving rescues, (one of those being of a member of the famous rock group 'Deep Purple'). After 13 years in management Dave turned his hand to writing and is now the author of 21 novels and hundreds of magazine articles. Last year he travelled all over Sicily photographing archaeological sites for a London agency.

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I

l comune erroneo giudizio tra gli Inglesi è che la Sicilia è il posto dove non andare. Dieci anni fa sempre in Inghilterra anch’io ascoltai i racconti sui criminali mafiosi e sugli scippatori che sui motorini aspettavano l’arrivo dei turisti, rendendo così la Sicilia la prima destinazione vacanziera da evitare. Sulla base della mia esperienza personale devo dire che niente è più lontano dalla verità. La Sicilia è un’isola bellissima; la gente è cortese, calda ed accogliente, tanto da far vergognare gli Inglesi. La verità è che probabilmente si è più sicuri qui che nella maggior parte delle cittadine di provincia britanniche. Nei seguenti articoli di questo giornale scriverò “ il mio diario”, esternando i miei sentimenti e raccontando le mie esperienze- sia buone che cattive- a partire dal mio primo soggiorno qui e di quelli successivi. Tutto questo sarà visto attraverso occhi sinceri e attraverso il punto di vista di uno straniero, che possibilmente nessun altro Ciancianese potrebbe esprimere. Divertente alcune volte, serio in altre, l’ambiente sarà presentato come esso è visto. Davvero interessante, spero! Seguitemi nel prossimo numero per il primo articolo di un inglese all’estero. David Justice è nato nella periferia di Londra nel 19?? (egli ammette di avere solo 33 anni) Egli ha una laurea ed una borsa di studio entrambe ottenute all’Università di Warwick. David ha due figlie di 28 e 26 anni. Ha fatto il militare ed ha prestato servizio come vigile del fuoco nella London Fire Brigade ed ha ricevuto dei riconoscimenti per aver compiuto azioni di salvataggio (tra i quali un membro del famoso complesso de Deep Purple). Dopo 13 anni di dirigenza, Dave ha cominciato a scrivere ed ha scritto 21 romanzi e centinaia di articoli per riviste. L’anno scorso ha viaggiato in tutta la Sicilia, fotografando dei siti archeologici per conto di un’agenzia londinese.

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Vincent D'Angelo

R

iparageriano di Cianciana, dove è nato nel 1920. Pensionato. Chiamato alle armi nel 1940 e spedito sul fronte orientale, fu congedato a conclusione del secondo conflitto mondiale e subito dopo emigrò a Rive de Gier (Francia). Vincent D'Angelo è poeta autenticamente popolare e la sua vocazione è antica, quasi innata. Il suo metro è l'endecasillabo rimato ma la sua scrittura e le sue forme risentono della mancanza di studi regolari. I motivi ispiratori della sua musa sono molteplici; su tutti prevale il mito della memoria, che lo riporta costantemente indietro nel tempo, a sentimenti più semplici e puri (amicizia, solidarietà, affetti) e a momenti di fatica e sofferenza per la pesantezza del lavoro e le discriminazioni, senza, tuttavia, astio o pregiudizi. Altra costante: l'amarezza persistente dinanzi all'attuale temperie, nella quale son crollati i valori tradizionali, che nessuno ha saputo o voluto surrogare, vittime come siamo dell'egoismo, del consumismo e della secolarizzazione sociale. Talvolta estemporaneo, D'Angelo dà l'impressione di dar voce al nostro contadino che, col suo cervello fino, sta attento a quanto capita, pronto a discutere con argomentazioni varie e sagge, dettate dalla sua antica sapienza, e a cogliere dettagli sfuggiti ad osservatori frettolosi e distratti. Lu zappuni Ittariti vulissi nt' un fussuni, nummaru setti, accrocca cristiani. Lu nomu chi ti dettiru zappuni Fu assiddiuti nta li nomi strani. Accurza nerbi di lu to patruni, distrudi vrazza, spaddi, rini e mani; fa caminari a test'appuzzuni, a quattru pedi, peggiu di li cani. T'avianu a chiamari ammazzagenti, vili assassinu, capu di briganti. Bruttu si' furmatu e malamenti Ca cu ti sfida resta scunciranti. Tu fa li straggi e duni suffrimenti, metti li dulura strazianti lu to patruni lu lassi scuntenti, cci levi la so gioia di davanti.

Ddoppu 'na jurnata di zappari Lassi stanchizi, strapazzu e duluri; a cu ti manìa lu fa lamintari, lu lassi giarnuliddu di culuri; nni lu so lettu nun po' arripusari, poviru cristianu zappaturi, mani 'ncadduti cu dulura amari, si senti 'n cruci comu lu Signuri! Lu cuntadinu a tia malidici Cà cci levi lu riposu e la so paci; s' 'un fussi pi lu pani tantu duci, ti squagliassi dintra 'na furnaci. Ma semmu custritti ad essiri to amici, 'n mezzu li lamenti, lu chiantu e li vuci. Si ti vo' scarricari li nnimici, zappa suliddu, 'un essiri scapaci! Vincent D’Angelo

Di seguito due poesie di Gaetano Alessi, tratte da Con occhi di fanciullo - Lorenzo Editore - Torino, 1997

Credo Credo nella sincerità degli uomini Credo nella bontà degli animi Credo nelle cose belle della vita Credo nella grandezza infinita. No, creder non voglio nell’odio Nella necessità del martirio Non voglio credere neanche Alla ribellione del demonio. Uomo che migrando con la mente vai, Fai come me che contento ora sono. Sappilo: se invero lieto esser tu vuoi,

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Al paese natio In te ove io vidi l’alba Ho dovuto lasciare i miei sogni. Nella tua dolce collina Sbocciarono gli amori E, all’ombra stagliata Da un secolare carrubo, La mia prima passione, I miei primi cocenti desideri. Che ne è stato di te Ridente paesello mio, Mia sorgente di vita? Sappi che lieto torno da te Se la tua gente m’invita. Ma tu che ne pensi di me, Che, ramingo, lontano da te vivo? Puoi tu rispondermi sincero? Dimmi che bene mi vuoi Com’io te ne voglio davvero!

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Il Cavaliere Guadagna

I

di Gaspare D’Angelo

l cavaliere Antonino Guadagna era un vecchio piccolo piccolo che raramente si vedeva in giro a piedi, eccetto la sera. Per lui tutte le sere erano magiche. Si impupava, col cappello nella mano sinistra e il bastone nell’altra e con l’aria di chi possedeva il mondo, attraversava tutta la chiazza e – salutando a destra e a manca - si dirigeva verso quel luogo incantevole che era il cinema Augustus oggi discount alimentare. Durante il giorno il cavaliere, perché così voleva essere chiamato, era solito andare in giro col suo “cavallo” (in verità un’asinella che sembrava fosse stata generata per rispettare le proporzioni di lui), dall’alto della sua sella cantava quasi sempre le stesse due canzoni:”E la carrozza è pronti, Baruni è di partenza…” e ancora “Va-va-va-vee-va-ve-e-e-va-aa. Va-va-va-ve-va ve va…”, ma a rovinargli la festa e l’umore, spesso ci pensavano i ragazzini che gli correvano dietro dicendogli che “Pinuzza”aveva la coda saldata, e credendolo matto per quelle sue bizzarrie sul cinema, gli gridavano: “Gringo! Baruni. Gringo, baruni, baruni…”e lui, in un dialetto a tutti sconosciuto ripeteva: ”Foeura di ball!”. In altre occasioni sfoggiava il suo spagnolo che diceva aver appreso sul set dei tanti film western che aveva girato durante la sua lunga carriera cinematografica. Il cavaliere Guadagna era sempre disponibile a dare delucidazioni sul protagonista del film della serata, essendo “lu picciutteddru” egli medesimo, il protagonista per antonomasia. A quel tempo, anche nei piccoli paesi, veniva dato un film diverso quasi ogni sera ed essendo stato, il nostro eroe, il protagonista indiscusso di almeno vent’anni di carriera cinematografica, si vantava di aver girato almeno 7.300 film. Ma prima aveva conosciuto la fame e amava ricordare quel periodo pre-cinematografico con un’altra frase fatta, in spagnolo naturalmente: “Para el hambre no hay pan duro!” che equivaleva più o meno a: “Per la fame non c‟è pane duro!” Come ogni artista che si rispetti, il cavaliere Guadagna non pagava il prezzo del biglietto per accedere al cinema e ciò in onore alla sua lunga e indiscussa carriera: tutti potevano vederlo, tra un saluto e l’altro entrare dritto in sala, snobbando fila, cassiera e maschera con un semplice: ”Va-va-va-vee-va-ve-e-e a-a. Va-va-va-vee-va-ve-va ”. Stessa storia,quando in estate il cinema Augustus chiudeva per trasferire gli affecionados nella vicina arena. Era un luogo incantevole: la magia del cinema, nella magia di una cornice seducente, spesso con la partecipazione straordinaria della luna, quel cielo stellato sopra e dietro lo schermo, il mare che non c’era, ma che si lasciava facilmente immaginare. Anche lì, stessa musica “Va-va-va-vee-va ve-e-e-va…” niente biglietto e tutti snobbati, ma i soliti maligni erano disposti a giurare che il cavaliere pagasse una sorta di abbonamento mensile, e che tra lui e il gestore del cinema ci fosse un patto di ferro affinché non trapelasse indiscrezione alcuna. Come ulteriore prova del suo passato da attore, il cavaliere spesso esibiva delle insignificanti fotografie tagliate e ricucite, che, a suo dire, lo ritraevano ora con Rossella O’Hara ora con John Wayne che in quel particolare film gli faceva da spalla.(John Wayne al cavaliere, naturalmente). Nino Guadagna non visse a lungo da vedere il suo luogo magico trasformato in scaffali di merendine e pannolini come in una scena tratta da “Nuovo Cinema Paradiso”. Comunque non tutti in paese erano convinti che il cavaliere fosse matto, molti lo consideravano furbo (la furbizia è degli sciocchi, diceva Omero), mentre altri lo consideravano addirittura astuto (l’astuzia è degli intelligenti, diceva lo stesso autore). Nessuno comunque riuscì a spiegarsi quell’enorme corona di fiori al suo funerale con la scritta “ Il Cinema ringrazia” e nelle orecchie di tutti riecheggiava la canzone: “E la carrozza è pronti, Baruni è di partenza…”. Ma questa volta per carrozza si intendeva quella funebre e per partenza…l’ultima. Per uscire di scena, per l’ultima volta da protagonista, il cavaliere scelse la settimana di Pasqua quando la chiazza era più affollata, in modo che tutti potessero accorgersi della sua dipartita.

Tratto da: Gaspare D’Angelo - Sciogliendo Rugiada (Prefazione di Jacopo Fo) - Ed. Momenti - 1996.

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Nozze

D’Oro

Coniugi (da sinistra): Angelo Montalbano e Dell’Arte Angela. Scardino Gaetano e Rosa Montalbano. 21/04/1951 - 2001

Coniugi Carmela La Corte e Giovanni Roccaforte. 14/06/1951 - 2001

A sinistra: Coniugi Vincenzo Re e Serafina cannatella. 28/04/1951 - 2001 A destra: Coniugi Giuseppe Siracusa e Calogera Mannino. 24/06/1951 - 2001

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

Il nonno di Cianciana Si tratta del sig. Carmelo Contissa, ciancianese abitante a Rive de Gier (Francia) che ha compiuto 100 anni il La redazione porge ancora una volta i migliori auguri di buon compleanno.

Le grand-père de Cianciana Il s’agit de monsieur Carmelo Contissa, Ciancianese habitant à Rive de Gier (Fr), que a fêtè 100 ans le La redaction souhaite ses meilleurs voeux de bon anniversaire.

Rubrica di proverbi, motti e modi di dire a cura di Nuccio Mula <<Dall’immenso ed inestimabile patrimonio della cultura popolare siciliana e nell’attenta trascrizione fonologica del vernacolo agrigentino, un gustoso zibaldone di cento proverbi, motti e modi del dire che ci aiuteranno a meditare, a sorridere, a vivere meglio>>.

Bbona maritàta, senza sòggira e ccugnàta L’arrinisciùta del matrimonio dipende dalla capacità - esercitata da entrambi i coniugi - di evitare ferreamente qualsiasi interferenza nella vita di coppia. Vasinno‟ chiddri du‟ su‟ sèmpiri a‟ppostu... di carrettu. Bon tempu e mmaluttèmpu, ‘un dura tuttu ‘u tempu La vita, come si sa, è „na ròta: nessuna situazione è destinata a stabilizzarsi, burrasche ed arcobaleni si alternano imprevedibilmente. Ne consegue - dìci l‟ antìcu c‟on sbaglia ma‟ - che vera saggezza è affidarsi pazientemente, come Giobbe, al volere di Dio; e che non conviene gioire troppo delle fortune, nè disperarsi oltremodo nelle disgrazie, poichè, prima o poi, „a ròta, come la roulette, inizierà a girare, trascinandosi appresso il nostro destino. Càlati iùncu, ca passa la china Notissimo detto che invita alla pazienza e ad una rassegnazione che non equivale, però, ad alzare bandiera bianca dinanzi alle prepotenze ed alle ingiustizie. E per tornare a sorridere, una nostra variabile che farebbe felici gli psicanalisti: “Calati Jung, ca passa Lacan”(...).

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"Attia di l'ovu!" di Agostino D’Ascoli

U

n grosso proprietario terriero, chiamò a sè un giovane operaio che, assunto da pochi giorni, lavorava insieme a tanti altri, nelle sue terre e gli disse - "Ho notato che lavori bene e con molta lena, perciò voglio farti un regalo" - detto fatto, prese un grosso uovo di gallina e lo donò a quell'uomo, raccomandandogli, a tal proposito, di non dire nulla agli altri suoi compagni di lavoro. Il giovane operaio accettò il graditissimo regalo e andò via, ringraziando sentitamente. Sempre così: un'ovetto alla settimana, ormai da diversi mesi. (In quel tempo di estrema povertà, lo sforzo di una gallina, valeva quanto cento fatiche di un uomo) Quel padrone, tutti i giorni, era solito, in campagna, andarsi a sedere all'ombra di un frondoso albero e da lì, controllare il lavoro dei suoi dipendenti, i quali, a volte per la forte calura, a volte per la stanchezza, rallentavano i loro movimenti ed il loro lavoro - "A tia di l'ovu!" - urlava, a quel punto, alzandosi in piedi, il "generoso" proprietario. A quel grido, lo "a tia di l'ovu", riprendeva a muoversi con grande lena, trascinando gli altri e facendo sì che il lavoro riprendesse il suo "normale" ritmo... (peggio degli schiavi d'Egitto) Lo sapevano tutti quegli operai, lì, di buon mattino, in cammino, lungo quel viottolo di campagna, per raggiungere il loro posto di lavoro, che il loro padrone, quel giorno, si sarebbe assentato - "Oggi il padrone non c'è, perciò il comando spetta a me che, qui tra tutti, sono il più anziano di età!" - sbottò improvvisamente uno di loro strada facendo - "E no!... - replicò un altro - semmai comando io che, da molto più tempo di voi, lavoro per lui" - "Ma cosa dite? - ribattè un'altro ancora - spetta a me il comando, perchè sono un lontano parente del padrone!" - in poche parole, tutti sembravano avere un pretesto per comandare. (Ci tenevano proprio ad avere un padrone… Quando il padrone non c'è, lo schiavo comanda se stesso!... La forza dell'abitudine...) Dopo un lungo e acceso diverbio, il nostro giovane "a tia di l'ovu", zittì tutti, dichiarando ad alta voce che, in quella circostanza, nessuno dei presenti, più di lui, meritava, e poteva sentirsi in diritto ed in dovere di prendere il comando - "E perchè?" - gli chiesero tutti gli altri suoi compagni, più confusi che persuasi, stupiti dal fatto che quello era l'ultimo arrivato. "Perchè è me, che il padrone, più di voi stima e rispetta!... Tanto è vero che mi regala un uovo alla settimana!" sparò più che convinto l'interpellato. - "Anche a me!" - rispose incredulo uno - "Ma anche a me!" - sbottò un altro, non meno sorpreso del primo - Anche a me!" - "Anche a me!" - gridarono tutti, uno dopo l'altro - "Siamo tutti: A tia di l'ovu!" - confermarono in coro, guardandosi in faccia come allibiti, quei dichiarati ruffiani. Diciamo ancora "A tia di l'ovu!", quando vogliamo richiamare al dovere quel qualcuno che sembra aver dimenticato il favoretto che gli abbiamo fatto... Lo dicono sempre, in questo ed in altri modi, i politici in periodo di elezioni.

Modi di dire

Rafforzamenti popolari Figlia fimmina - figlia

Lassari „n tridici - piantare in asso Mangiari e vestiri a battagliuni - senza parsimonia Carricata comu „na signa - carica di pulci come una scimmia Sapiri unni dormi lu lebiru - saperre come stanno le cose, i fatti Lasda comu la signa - brutta come una scimmia Pigliari l‟aceddu nall‟aria - pronto di riflessi, svelto nell’agire Bedda comu „na bona matina - bellissima Culuri si sarda frisca - grigio chiaro Culuri di carta di zuccaru - azzurro intenso Culuri di cirtuni - verde Liccari la sarda - lesinare

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Vina arteria - arteria Commestibili pi mangiari - cibo Lu re imperaturi - imperatore Emicrania „n testa - emicrania Malatu „n firmu - infermo

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

Cenni storici su Cianciana Parte seconda

I

l paese dei contadini, dei pastori, dei piccoli artigiani, ma soprattutto dei zolfatai, descritto dal poeta Alessio Di Giovanni, il figlio più il lustre di Cianciana, è ancora ben visibile in quelle casette basse, umili costruite con pezzi di tufo arenario e coperti con coppi di argilla, arroccate, insieme alle altre di moderna concezione architettonica che formano l'abitato, su una collinetta a 390 m. sul livello del mare. Esposto a Meridione, l'arioso e soleggiato paese dell'entroterra agrigentino, domina la lussureggiante, fertile e sconfinata Valle del Platani, con la sua vegetazione, ricca di ulivi secolari, di alberi di mandorlo, di piante di fichi d'india... di macchie mediterranee sempre verdi, di agrumeti odoranti di zagara, tra di stese di multicolori tappeti di fiori e di erbe spontanee che si alternano con i variopinti colori dei campi coltivati. Un paesaggio vario, suggestivo di collinette, torrenti, mulattiere, case contadine, di masserie... impreziosito dal vasto bosco della contrada "Cavallo". Scenario delle commedie del Di Giovanni e di Luigi Pirandello, nato nella vicina Agrigento. Terra di feudi, di baroni, di gabellotti, di curatoli... di canti d'amore e di sofferenza, profondi come quel mare africano che si staglia sconfinato al l'orizzonte in fondo alla valle, e nel quale mare conclude il suo corso il fiume Platani. Ed è in questo fiume, un tempo "Halycos", che gli antichi cartaginesi risalivano con le loro imbarcazioni per giungere nell’entroterra, nel cuore della Val Platani. Vi misero piede i Greci, i Romani, i Bizantini, gli Arabi, i Normanni e tutti gli altri popoli che si alternarono nella dominazione della Sicilia. Ma Cianciana, nonostante tutto, è un paese relativamente giovane, la sua breve storia inizia nel 1646, data della "Licentia populandi" Nasce con il nome di Sant'Antonino, e fu suo fondatore Diego Joppolo, personaggio interessante, che ricoprì cariche importanti quali: Reggente del Supremo Consiglio d'Italia, Presidente della Gran Corte e Maestro Regionale del Real Patrimonio (disgrazia sua morì scomunicato, ma fu assolto tre anni dopo la sua morte). Il di lui figlio Giuseppe Antonio, fu duca di San Blasi (San Biagio Platani) e principe di Sant'Antonino (Cianciana). Il dominio baronale della famiglia Joppolo durò fino al 1812.

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Come già si è accennato, nel territorio di Cianciana, non sono mancati in epoche passate altri insedia menti urbani, considerando: la fertilità del suolo, la navigabilità del fiume "Halycos", la posizione geografica di rilevante importanza strategica, che permette di tenere sotto controllo una vastissima zona che spazia, partendo da Settentrione verso Meridione: dal Monte Cammarata fino alla foce del Platani, nei pressi di Eraclea Minoa, e da Oriente ad Occidente dai monti che sovrastano Sant'Angelo Muxaro, fino al pittoresco monte di Caltabellotta sopra il quale è arroccato l'omonimo e famoso paesino. La presenza di altre remote civiltà nel territorio è confermato oltretutto dai ritrovamenti di reperti archeologici, risalenti al II - IV secolo d.C. e da numerose tombe (Sicane?) scavate nella roccia e presenti in diverse zone circostanti il paese. Paese di contadini di pastori... ma, come si è già detto soprattutto di zolfare e di zolfatai, ricordando che agli inizi del '900 le miniere di zolfo di Cianciana davano occupazione a più di 1.300 operai, con una produzione annua di 11.000 tonnellate di zolfo. Nel 1960, dopo circa un secolo di attività e quando ancora vi lavora vano più di 300 operai le miniere vengono definitivamente chiuse. Rimangono oggi, di quel mondo e di quella civiltà in via di estinzione pregiati pezzi del biondo minerale esposti in quasi tutti i musei di scienze naturali del mondo. A Cianciana i ruderi delle miniere e i ricordi, ancora vivi nella memoria di quegli anziani, un tempo carusi che vi lavoravano e che sono soliti di tanto in tanto raccontare ai giovani le loro passate sventure e disumane fatiche, in fondo a quella pirrera che il Di Giovanni definì «Mpernu di li vivi» (inferno dei vivi). Anche per questo angolo della "Terra del Sole" così vissuto "marturiatu e beddu comu Cristu" (martoriato e bello come Cristo), correvano a ragione i pen sieri del poeta arabo Ibn Hamds, il quale esule dalla Sicilia, a causa dell'invasione normanna, scrisse per la sua terra natia parole di amore e di nostalgia veramente commoventi: «Io anelo alla mia terra come nelle tenebre anela al suo paese natio, un vecchio cammello smarrito nel deserto». Un angolo della Sicilia, popolato da gente semplice, accogliente, festaiola, che conserva gelosa mente il suo linguaggio, gli usi e i costumi, ereditati dalle varie remote e passate civiltà.

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La Voce di Cianciana

Numero 2 - luglio-agosto 2001

Germania: Alfonso Soldano, il piccolo “Caruso”

A

lfonso Soldano è nato a Cianciana il 13 maggio 1946. Fin da ragazzo si è subito manifestata in lui la passione per il canto .Ascoltato parecchie volte da Gaetano Croce che lo accompagnava alla chitarra, è entrato a far parte del complesso La Sirena,come voce solista. Oltre al Croce tale complesso era costituito dai compianti Gaetano Bellanca e Totò Milillo, da Gaetano Marino e Gabriele Perconti. Le esibizioni de La Sirena all’epoca erano frequenti: matrimoni, battesimi, fidanzamenti, veglioni e serenate allora molto di moda. Fofò partecipò anche ai festivals di voci nuove organizzati nel nostro paese. Dopo aver fatto il servizio militare, Alfonso raggiunge la famiglia emigrata in Germania, dove da allora ha sempre vissuto. Si è sposato con la signora Heidi, dottoressa in farmacia, ed ha due figli: Marco e Anie. In terra di Germania la sua vecchia passione per il canto non è venuta meno, anzi essa ha trovato nuova linfa. Ne è prova la formazione, sempre per sua iniziativa, di un nuovo gruppo I Pumos, fondato nel 1981 e costituito da 6 elementi. Fin dalla costituzione questo gruppo riscuote un grande

successo che continua ancora, esibendosi un po’ dappertutto: nelle chiese per i matrimoni, nelle varie comunità, nelle piazze etc. Il suo repertorio è molto vasto e va dal genere melodico-sentimentale al liscio al moderno. Alfonso si è conquistata la simpatia di un grande pubblico, grazie alla sua voce calda e accattivante, tipicamente mediterranea, tanto da essere soprannominato Klein Caruso (il piccolo Caruso). Egli è molto legato alla sua Cianciana che raggiunge quando può, anche per brevi periodi, andando ad abitare nella sua casa di campagna che è il punto di ritrovo dei vecchi e dei nuovi amici tedeschi, con i quali egli trascorre le serate cantando e suonando, ricreando così l’atmosfera dei vecchi tempi. Nei suoi prossimi progetti c’è la realizzazione di un C.D. che riguarda la musica popolare di Cianciana. Con tanta cura egli ha già raccolto i testi e le musiche e se tutto va bene, ben presto cominceranno le registrazioni. A noi non resta che augurare ad Alfonso buon lavoro per una iniziativa così lodevole, tesa alla salvaguardia del nostro patrimonio artistico. Salvatore Panepinto

S

“Police Station”

iamo nell’estate del 1943. Gli Americani sbarcati in Sicilia sono accampati alla periferia di Cianciana e di tanto in tanto qualche soldato viene in paese. Una sera un militare ubriaco, sentendo la musica che proviene dall’abitazione del sig. A. M. e credendo che ci fosse una festa da ballo, bussa alla porta per entrare. Non è facile convincere un ubriaco che le cose stanno diversamente da come lui immagina e per di più con l’handicap linguistico. In breve per precauzione gli viene sottratta la pistola e viene buttato fuori malamente. L’indomani, il sodato americano, riassorbita la sbornia si reca per tempo in paese per denunciare l’accaduto alla caserma dei Carabinieri. Entrato in un negozio chiede “police station, please” (pronuncia: polis stei-scion). Peppe M. si offre di accompagnarlo e così entrambi, seguiti da uno stuolo di ragazzi, si incamminano. Dopo qualche minuto il ciancianese indica una casa facendo segno all’americano di bussare. Il soldato, con tutta la perplessità del mondo perché si aspettava una stazione di polizia diversa, bussa alla porta. Affacciatosi alla finestra, il padrone di casa chiede chi stessero cercando. Il soldato alleato ripete: “police station?”. “Sì, sì sono io Pulizzi Stefano - rispose - ma la pistola non l’ho presa io. Io non c’entro niente col fatto di ieri sera”. E rivolgendosi a Peppe M. “.. E voi, perché lo avete portato qui? Se sapete chi è stato, perché c’eravate anche voi, perché non gli dite il nome? Bell’amico che siete!”. L’americano, più confuso che persuaso, andò via da solo, lasciando Stefano e Peppe a discutere animosamente. Per sua fortuna incontrò una persona che, prima della guerra, era stata negli USA e parlava un buon inglese e che, non solo lo accompagnò in caserma, dove gli venne restituita l’arma, ma gli raccontò anche vita e miracoli dei vari fascisti locali. Quando finì la sua requisitoria, “mister A” si sentì dire dall’americano in perfetto siciliano: “Sorry, scusati! Lu sapiti ca siti un beddru cascittuni”. Eugenio Giannone

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

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Il piacere di ritrovarsi

Como - L'emigrazione è una storia antica che si ripete nei giorni nostri; nel passato erano i nostri padri ad emigrare, oggi siamo noi. Incalzati dal bisogno della famiglia e dal desiderio di riscatto i lavoratori partivano per terre lontane. Lontani e soli alla ricerca di una voce amica si ritrovano i nostri emigranti lontani da casa e tra di loro nascono rapporti fraterni che danno sicurezza e fanno sentire meno soli. I nostri padri ci hanno tramandato quei valori fondamentali della famiglia e il prezzo del sacrificio. Con questi valori noi figli siamo cresciuti, attraversando tante stagioni della vita, senza stravolgere il nostro modo di essere e restando legati alla nostra terra di Sicilia, là dove siamo nati e dove posano le nostre radici. Sentimenti e nostalgia, voglia di ritornare fra quelle case rose e corrose dal sole, per rivivere il passato e gioire del presente. Per rinnovare questi sentimenti, lontano dalla nostra Sicilia, io e altri carissimi amici abbiamo pensato di invitare alcuni nostri paesani. Il 25 maggio del 2001 è stata la terza volta che avveniva questo incontro e l'anno prossimo saremo sicuramente di più. Così matura il piacere di ritrovarsi, ritrovarsi per il piacere di farlo, per incontrare i compagni di scuola, per riabbracciare il vecchio e caro amico, per rivisitare vecchi ricordi, un'occasione felice, insomma, per ognuno di noi per rievocare la propria storia. Intanto colgo l'occasione per porgere i miei complimenti alla redazione nel nome del prof. Panepinto per l'intelligente sistema di informazione. Con l'augurio che "La Voce di Cianciana" si diffonda sempre più come cassa di risonanza per arrivare là dove c'è qualcuno che come noi vive i nobili sentimenti di appartenenza. Francesco Dato

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

Matrimoni Marino Giuseppe e Martorana Francesca, Chiesa di S. Antonio - Cianciana, 09/06/2001 Caruso Antonio e Viola Sonia, Chiesa di S. Michele - Sciacca, 11/06/2001. Scardino Angelo e D’Angelo Antonina, Chiesa SS. Crocifisso - Sicluliana, 19/06/2001. Kovacic Dalibor e Consiglio Rosalia, Tuttlingen (D) - 10/02/2001. Pollari Noris e Abella Katia, Como - 26/05/2001.

Nascite

Teo Carlino di Antonio e Nathalie Le Point nato a Boussu (B) il 17 febbraio.

Emilia Albanese di Salvatore e Annalisa Coniglio, nata a Levico Terme (TN) il 2 febbraio 2001.

Sara Schembri di Gaetano e Jaui Loubna, nata il 23 giugno 2001.

Nicola Cucuzzella di Francesco e Antonia Giannone, nato il 22 giugno 2001.

Joshua Salvatore Pullara di Francesco e Antonella Schembri, nato il 12 giugno 2001.

Decessi Ciaravella Arcangela Nata il 14/09/1930

Morta il 08/05/2001

Ciraolo Giuseppe

Nato il 28/02/1912

Morto il 19/05/2001

Ficarotta Angela

Nata il 22/03/1922

Morta il 01/06/2001

Cusumano Rosaria

08/12/1915

03/01/2001

Challeroi (B)

Farruggia Giovanni

Nato il 05/01/1914

Morto il 01/06/2001

Castellano Giuseppe

20/05/1919

04/02/2001

Maasmechelen (B)

Genova Stefana

Nata il 22/01/1916

Morta il 01/06/2001

Arcuri Salvatore

08/02/1929

11/03/2001

S. Etienne (F)

25/07/1913

29/03/2001

S. Chaumont (F)

24/11/1982

19/01/2001

La Louvière (B)

Deceduti all’estero

Marino Giuseppe

Nato il 19/03/1912

Morto il 11/06/2001

Diecidue Rosa

La Mattina Vincenzo

Nato il 03/07/1905

Morto il 16/06/2001

Miliano Sebastian

La redazione de “La Voce di Cianciana” ringrazia sentitamente i suoi abbonati. Un particolare ringraziamento ai sostenitori: Sig. Provenzano Giovanni

Carate Urio (CO)

Dott. Alfonso Piazza

Levico Terme (TN)

Sig. Maria Campisi

Markham (Can)

Dott. Joe Ciaravella

Richmont (Can)

Di Chiazza - Pendino

Torino

Sig. Domingo Vizzì

Rosario (Arg)

Sig. Giuseppe Re

Ashton (GB)

Sig. Giuseppe Caltagirone

Como

Sig. Salvatore Greco

Sig. Paolo Conti

Bernissart (B)

Dott. Filippo Di Noto

Milano

Dott. Aniello Paturzo

Sig. Stefano Lo Brutto

Dijon (F)

Sig. Antonino Amato

Castelfiorentino (FI)

Odon. Giuseppe Bellanca

Sig. Salvatore Prati

Pavia

Dott. Lina Giannone

Prato

Sig. Salvatore Alfano

Sig. Francesco Dato

Casnate (CO)

Sig. Vincenzo Marino

Manslianico (CO)

Prof. Fortunato Montuoro

Dott. Bernardo Barbera

Adelaide (Aus)

Sig. Giuseppe Gambino

Downsview (Can)

Prof. Giuseppe D’Anna

Sig. Felice Gusciglio

Woodbridge (Can)

Sig. Stefano Giambrone

Fina e Anna Croce

Dott. Paolo Chiazza

Pinerolo (TO)

Sig. Antonino Alfano

Prof. Giuseppa Cuffaro

Sig. Francesco Ferraro Sig. Gaetano Carubia

Dott. Alessio Primavera Ferrara Sig. Pietro Ciaravella

Caracas (Ven)

Toronto (Can)

Sig. Salvatore La Corte

Caracas (ven)

Sig. Antonino Leone

Bernissart (B)

Dott. Angela Greco

Palermo

Udine

Sig. Filippo Ferraro

Toronto (Can)

Ins. Sara Camizzi

Firenze

Sig. Vincenzo Greco

Mississauga (Can)

Sig. Gaspare Greco

Toronto (Can)

Sig. Giuseppe Greco

Woodbridge (Can)

Dott. Ignazio Lo Monaco

Venezia

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Sig. Gianni Di Rosa

Vancouver (Can)

Sig. Frank Vaiana

Hectorville (Aus)

Prof. Pasquale Tallo

Sig. Salvatore Collura

Palermo

Sig. Girolamo Pulizzi

Tranmere (Aus)

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

Maggio 2001— Il sig. Filippo Di Noto e signora che abitano a Vancouver (Canada), incontrano la redazione del nostro giornale durante l’ultimo soggiorno in Sicilia. In questa foto, oltre ai coniugi Di Noto al centro della foto, sono ritratti il nipote Franco Setticasi e famiglia, abitanti ad Agrigento e i membri della redazione.

Jiri all’acqua all’Arbanu un detto tipicamente ciancianese e l’Arbanu (Albano) è una contrada alla periferia sudovest del paese. Cianciana, isola felice assieme a pochi altri paesi dell’agrigentino, è una città che non soffre la sete, circondata com’è da sorgenti (una volta ricche d’acqua) e grazie ad un acquedotto, consorziato col vicino comune di Alessandria della Rocca, tramite il quale nel 1901, per l’opera meritoria del sindaco cavaliere A. Montuoro, vi arrivò l’acqua dal Voltano, che ancor oggi la disseta. Prima di quella conduttura o quando qualche frana l’ostruiva, la gente attingeva il prezioso liquido presso le sorgenti. La più vicina e con la migliore acqua era quella dell’Arbanu. L’approvvigionamento idrico richiedeva, quindi, anche per le donne che solevano portare le “quartare” in testa aiutandosi con una “spera”, un lasso di tempo particolarmente breve rispetto ad altri posti. Insomma si faceva in fretta. Ecco perché chi sbriga velocemente una faccenda ancor oggi si sente r i p et e r e “ C hi j i st i a l l ’a c qu a all’Arbanu” ?

È

Questa foto ci è stata inviata dal sig. Francesco Caltagirone abitante a Rive de Gier (Fr). Essa risale al 1954 e mostra un gruppo di ―carusi‖ della miniera di zolfo di Cianciana. Si distinguono i sigg: Caltagirone Francesco, Lo Brutto Calogero, Lo Brutto Vito, Chiazza Pietro, Abella Alfonso, Alfano Giuseppe, Cammarata Giovanni.

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Eugenio Giannone

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Numero 2 - luglio-agosto 2001

La Voce di Cianciana

… Due ricette della nostra cucina Spaghetti all’ “agliu e l’ogliu” gr. 400 di spaghetti, 3 spicchi d’aglio, 6 cucchiai d’olio, pecorino: q.b., un ciuffo di prezzemolo, sale, pepe: q.b. Mettete a bollire in acqua salata gli spaghetti e rimescolate al bisogno. Nel frattempo tritate l’aglio e mettetelo ad imbiondire nell’olio. Condite quindi gli spaghetti già cotti e scolati e aggiungete il prezzemolo a pezzettini. Spolverizzate con pecorino e, se volete, con un po’ di peperoncino. Servire caldo. Sarde a beccafico 1 kg. di sarde fresche, 200 gr. di pane grattugiato, uno spicchio d’aglio, un ciuffetto di prezzemolo, un uovo intero, foglie di alloro, olio, sale, pepe: q.b., un pizzico di bicarbonato, farina: q.b. Squamate le sarde, togliete testa e coda, lasciandole attaccate sul dorso. Preparate, senza farlo indurire il composto di pane con l’uovo, unendo l’aglio tritato finemente, il pizzico di sale, il prezzemolo tritato e il bicarbonato. Prendete un po’ del composto e chiudetelo tra due sarde; infarinate e sistemate i pezzi ottenuti in una pirofila, separandoli con foglie di alloro. Li potete friggere, oppure farli in agrodolce o, ancora, al forno con un po’ di salsa.

I lettori salutano Dalla sua Cianciana Girolamo Pulizzi, abitante ad Adelaide (Australia), saluta i cugini che abitano a Montreal: Girolamo, Gaetano, Salvatore Pulizzi e tutti glia altri. Da Cianciana Nino Greco saluta gli zii ed i cugini che abitano a Toronto (Canada). Da Toronto (Canada) Giuseppe Gambino saluta suo compare Salvatore Panepinto di Cianciana. Da Como Rosamaria Mascarella Frigerio saluta la sua maestra signora Maria Messina in Ferlita e tutte le sue compagne, il particolare Antonella Montalbano. Da Cianciana Alfonso Soldano, abitante a Esslingen (D) saluta i suoi cugini che abitano in America.

L’abbonamento annuale per 6 numeri costa: per l’Italia L. 35.000 – per l’estero L. 40.000. Se volete darci di più farete parte dei sostenitori del giornale. Inviare la cifra a Panepinto Salvatore - via Cavour, 3 – 92012 Cianciana (AG) Italy. Conto Corrente Postale n° 17905977 – Conto Corrente Banca Popolare Sant’Angelo, agenzia di Cianciana, ABI-05772 CAB-82920 Conto Corrente 101400002499. Oppure con un assegno bancario (cheque) non trasferibile intestato sempre a S. Panepinto, in busta chiusa.

La Voce di Cianciana – numero 2 in attesa di registrazione. Direttore responsabile: Enzo Minio. Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto. Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Agostino D’Ascoli, Gaspare D’Angelo, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Bina Vaiana. Scriveteci all’indirizzo: S. Panepinto via Cavour, 3 – 92012 Cianciana (AG) – Tel. 0922/987462 – Email: s.panepinto@tin.it © 2001 - Associazione Culturale Sicily Kult. Vietata ogni riproduzione, anche in parte, senza previa autorizzazione dei responsabili.

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