Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 3 - settembre-ottobre 2001
La figura del martire ciancianese
Don Gerlando Re
Riaperta la Chiesa del Carmelo dopo il restauro La leggenda dell’ “Abissu” In questo numero:
Rubriche:
La leggenda dell’ “Abissu”
Pag. 2
La posta dei nostri lettori
Pag. 3
Don Gerlando Re
Pag. 10
Gli emigrati si raccontano
Pag. 4
La Chiesa del Carmelo
Pag. 12
An English Abroad
Pag. 5
Il vecchio, il bambino e l’asino
Pag. 13
Il salotto della poesia
Pag. 6
I lettori salutano
Pag. 13
Case in festa
Pag. 8
Il musicista Alfonso Chiazza
Pag. 14
Briciole di Saggezza
Pag. 9
Ricette siciliane
Pag. 16
Almanacco
Pag. 15
La chiesa del Calvario di Cianciana
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Numero 3 - settembre-ottobre 2001
La Voce di Cianciana
La leggenda dell’ “Abissu”
L
e macalube (vulcanetti di fango) sono delle manifestazioni petrolifere di tipo gassoso. In provincia di Agrigento son famose quelle di Aragona, che quel Comune ha saputo valorizzare e sono diventate una riserva naturale. Anche Cianciana ha la sua macaluba, in località Bissana: l'Abissu o Occhiu di l'Abissu, perché non se ne intravede o immagina il fondo. Il posto non è facilmente raggiungibile, perché il viottolo è stretto, polveroso d'estate e melmoso d'inverno. All'Abissu è legata un'affascinante leggenda, che ha attratto la curiosità del Pitré e del poeta Alessio Di Giovanni. Ecco quanto scrivono i due grandi siciliani a proposito. G. Pitré (in Usi e costumi, credenze e pregiudizi, 4 voll., Palermo, 1887/88): "Colà, il giorno di San Giovanni si recano i Ciancianesi a veder gorgogliare le acque fangose, per ragione di un uomo, una donna e un bambino, i quali, secondo la tradizione, sono: un compare e una comare che violarono il comparatico, perciò San Giovanni per quella loro colpa li gettò nell'abisso assieme al bambino (figlioccio). Solo il 24 giugno danno segni di vita, per ripiombare di nuovo nel fondo putrido e limaccioso". Alessio Di Giovanni in Scungiuru (Catania, 1938, atto III): "…chiddi du' ca a tempi antichi…avìanu fattu sfregiu a lu San Giuvanni supra lu frummentu nni l'aria…Mentri si 'ncudduriavanu cummari e cumpari, affaccià lu Santu sdignatu, fa spariri l'aria, li
tridenti, li muli, tutti cosi, fa sprufunnari lu tirrenu e mentri ddi du' scilarati eranu ancora stritti stritti, ancora cu l'occhi di fora e la vucca ca cci spasimava, li fa arruzzulari nni l'acqua mintina, ca ora li coci notti e jornu e vuddi sempri". E ancora, in Maju sicilianu (Girgenti, 1896): "Nel luogo dove bolle l'acqua fangosa era distesa in una estate dei tempi antichi una vasta aia di frumento, proprietà di due compari. La mattina del 24 giugno, festa di S. Giovanni Battista, uno dei due compari andò in paese per la santa messa e lasciò nell'aia la moglie, i suoi bambini e il compare. La sciagurata ruppe fede al marito e quell'altro non rispettò il San Giovanni. L'incesto fu compiuto, là, sulla paglia dell'aia, accanto al gran mucchio biondo del frumento spulato, dietro cui si trastullavano i bambini. San Giovanni non soffrì l'oltraggio e inabissò il compare, la comare in anima e corpo nell'abisso infuocato; e ogni anno, il giorno di S. Giovanni, ricompaiono tutti: compare, comare lordi di fango ed abbracciati, e l'aia, il frumento biondo e i bambini sotto forma di chioccia e pulcini". L'Abissu ha forma circolare e ha due crateri di diversa ampiezza. Il luogo promana una puzza insopportabile come d'uova marce e attorno vi crescono solo erbacce. (eg)
Veduta panoramica dell’Abissu in località Bissana http://www.sicilykult.net
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Numero 3 - settembre-ottobre 2001
La Voce di Cianciana
Boksburg – Sud Africa Egregio Direttore, colgo quest’occasione per salutarla e per dirgli che l’idea di pubblicare un giornale come La Voce di Cianciana è un’idea brillante. Tempo fa ho ricevuto i primi due numeri del giornale che leggo e rileggo ai miei figli e nipoti, nati in Sud Africa che però parlano italiano e parlicchiano il ciancianese. Devo ammettere che ascoltarli ci fa piacere e a volte sorridere, quando non pronunciano bene questo dialetto. Sfogliando le pagine e leggendo le poesie e storie mi fa tanto ricordare la mia infanzia, le persone e l’ambiente in cui sono nato e cresciuto. Termino congratulandomi per il vostro ottimo lavoro. Auguri di buon lavoro a lei e a tutta la redazione. Distinti saluti. Giuseppe Basilico Genova - Carissimo Salvatore, abbiamo avuto modo di leggere lo splendido giornale che avete deciso di pubblicare e pensiamo che sia una splendida iniziativa soprattutto per quelli come noi che mancano dal nostro bellissimo paese da tanti anni e che non tutti gli anni riescono a tornarci. Voi ci avete dato la possibilità di essere partecipi a tutto ciò che succede a Cianciana, nonostante i chilometri che ci separano. Sperando che questa vostra iniziativa abbia uno strepitoso successo, noi Vi ringraziamo dal più profondo del cuore. A presto . Alfonso Campisi e Antonino Gambino Montreal – Canada Caro signor Panepinto, ho avuto il piacere di leggere il vostro giornale in casa di amici e è mio desiderio abbonarmi a La Voce di Cianciana. Vi faccio i migliori complimenti e Vi saluto con cordialità. Giuseppe Di Stefano Ashton – G.B. Egregio professor Panepinto, siamo rimasti contenti per La Voce di Cianciana, così siamo a conoscenza di quello che succede nel nostro paese. Fateci sapere sempre le notizie! I più distinti saluti a voi tutti componenti della redazione. Paolo e Maria Castellano Watford-United Kingdom Dear Professor Panepinto After reading your excellent newspaper ‘La Voce di Cianciana’ I visited your website http://www.sicilykult.net. This I did whilst at work and had the opportunity to show my colleagues the delights of Sicily and Cinciana. They were most impressed with the presentation of your website and it was with great pride that I was able to show them Cianciana and the surrounding towns. They, knowing that I visit Cianciana twice a year and having heard a great deal from me on the subject, took great interest in the festivals of Settimana Santa and the ????? of San. Biagio.Thank you for giving us all the opportunity to show Sicily to our friends and to be able to take pride in what our own village, small though it is, has to offer to the world.Keep up the good work. Calogero Guida Watford – G.B.Egregio Professor Panepinto, dopo aver letto il vostro giornale ho deciso di visitare il vostro sito internet www.sicilykult.net mentre ero al lavoro. Così ho potuto mostrare ai miei colleghi inglesi le bellezze della Sicilia e di Cianciana. Essi erano favorevolmente impressionati e con grande orgoglio ho potuto mostrare loro Cianciana e i paesi vicini. I miei colleghi erano curiosi di vedere quei luoghi che normalmente io visito due volte all’anno. Sono stato contento di far vedere La Settimana Santa di Cianciana e gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani di cui tanto essi avevano sentito parlare da me. Grazie per averci dato la possibilità di poter mostrare la Sicilia ai miei amici e sono orgoglioso del nostro paese, che pur essendo piccolo è capace di prendere buone iniziative. Continuate il buon lavoro che avete fatto finora . Calogero Guida Lione-Francia Gentilissimo Professor Panepinto, ho avuto modo di conoscere il giornale La Voce d Cianciana per il tramite dell’amico e suo compaesano il signor Vincenzo Forte, presidente dell’Associazione Franco-Italiana di St. Chaumond (Francia). Nella mia veste di presidente del COMITES ( Comitato degli Italiani all’Estero) per la circoscrizione consolare di Lione, tengo a congratularla per il suo lodevole operato a favore delle comunità dei Ciancianesi sparsi in tutto il mondo, con i migliori auguri per la creazione dell’associazione culturale Sicily Kult. Auguri a tutta la redazione per una lunga vita al giornale come pure all’associazione Sicily Kult. Cordiali saluti http://www.sicilykult.net
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Numero 3 - settembre-ottobre 2001
Girolamo Pulizzi, ciancianese di Adelaide, ci racconta la sua vita da emigrante Girolamo Pulizzi è nato a Cianciana nel 1937. E’ emigrato ad Adelaide, in Australia il 31 maggio 1960, raggiungendo la sorella Antonina e con la speranza di far fortuna, trovando un buon lavoro. Allora il mezzo di trasporto per raggiungere una terra così lontana era la nave e Girolamo, con un atto di richiamo fornitogli dalla sorella, sale a bordo della nave “Roma”, appartenente alla flotta Lauro, nella città di Messina. Girolamo ricorda benissimo che ad accompagnarlo nella città dello stretto fu suo zio Gaetano, che nel dargli un ultimo abbraccio gli disse di trascorrere tre o quattro anni in Australia e poi ritornare definitivamente i Sicilia. In realtà Girolamo vive in Australia da ben 41 anni. Ecco che cosa ci racconta. (s.p.) <<Arrivato in Australia andai ad abitare a casa di mia sorella Antonina e di mio cognato Leonardo Carubia, ed ebbi la fortuna, nonostante un periodo di crisi economica, di trovare subito lavoro presso un’impresa che realizzava gli impianti idrici nei nuovi quartieri della città. Passati un anno e 10 mesi, cominciai a cercare un lavoro più soddisfacente. Dopo aver fatto domanda fui assunto il 10 maggio presso la General Motors Holdel come operaio. Allora il lavoro in fabbrica era diverso, non automatizzato come oggi e noi operai facevamo molte cose a mano. Ho incontrato delle difficoltà nell’apprendere il mestiere che a poco a poco sono riuscito a superare e sono rimasto a lavorare in questa azienda per ben 38 anni, fino alla pensione. Sono riconoscente a questa compagnia che mi ha trattato bene e mi ha permesso di realizzare tutto ciò che possiedo in Australia. Le difficoltà che ho dovuto superare sono state molte, in primo luogo la lingua inglese. Vi voglio raccontare un episodio successomi nei primi giorni del mio arrivo in Australia. Un giorno mia sorella Antonina mi incaricò di recarmi al negozio più vicino per acquistare della
carta da lettera. Devi dire - mi disse mia sorella - two letters. Arrivato allo shop io ordinai two lesses e con mia grande sorpresa il commesso mi consegnò due belle lattughe che portai a casa suscitando le risate di mia sorella. Quella sera anziché scrivere, preparammo l’insalata. Capii così che non sapendo parlare non avrei mai potuto inserirmi in quella società per cui cominciai a frequentare dei corsi serale per imparare l’inglese e dopo circa 6 mesi ero in grado di capire e pronunciare le frasi della lingua di tutti i giorni. Poi, lavorando a contatto con persone di lingua inglese, finii con imparare questa lingua. Sono passati ormai 41 anni ma sono ancora attaccatissimo al mio paese natale dove ancora vive la mia cara mamma. Il mio modo di fare è rimasto siciliano nel trattare le persone e nel riverire gli anziani ai quali dico ancora “Vossia”. Mia moglie che è australiana, ha sposato non solo me ma anche la cucina siciliana ed è una bravissima cuoca che cucina a puntino gli spaghetti. Abbiamo avuto una figlia Mariella, sposata con Roberto Taddeo, che tra non molto ci faranno diventare
Spigolature Visse a Cianciana nel secolo XIX un certo fra' Antuninu, che s'era fatto monaco per non patire più la fame e tanto si adoperò in Convento da divenirne il cuoco. Espropriati dopo l'Unità d'Italia i beni ecclesiastici e tornati al laicato molti confratelli, le cose per fra' Antuninu si misero così male che escogitò di lucrare sui morti. Invitava i paesani a deporre nei tabbuti (bare) i defunti con i loro abiti più belli, che egli sottraeva prima di seppellirli e portava a vendere a San Biagio Platani, complice il beccamortu locale che, a sua volta, spogliava gli estinti del suo paese, i cui indumenti venivano poi da fra' Antuninu piazzati a Cianciana. Alessio Di Giovanni ne fece il protagonista di un suo romanzo e lo soprannominò, visto che non aveva rispetto nemmeno per i morti, lu Saracinu. (cfr. A. Di Giovanni, Lu Saracinu, Palermo, 1980). (e.g.)
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di Dave Justice
A
s the aeroplane touched down I gained my first glimpse of the island that I had heard so much about, Sicily. It was mid August and the thing that struck me then was how dry and the scorched earth was with little greenery to be seen; so very different to the lush emerald and rainswept fields of England that I had just left. Nine years ago, I arrived and stepped off the plane, nothing on this earth could have prepared me for the searing heat I met as I reached the tarmac; it took my breath. I had been to Venice previously and thought that was hot, but here? Doubts filled my mind as the whether I could actually survive for ten days in what was to me a „furnace‟. It was then the old „Punta Rise‟ airport and was reminiscent of the small South American airfields that we see on the films. Guards in beige, sweatstained uniforms with machine guns strapped across their chests and guards dogs by their sides. At that point I seriously considered booking a ticket straight back to the UK, the holiday seemed to have got off to a bad start. This worsened as we were informed that, due to a baggage handler‟s strike, we would have to wait on the tarmac for the baggage to be unloaded and to carry our luggage to the terminal ourselves; something I now know to be the norm at Palermo airport. Did it get better? Really no, for after about half an hour roasting in the sun and struggling with my cases and hand luggage across a wide expanse of sun-baked concrete, customs stopped me and wanted to search my luggage. One body search later and much arguing with a man that spoke a language I didn‟t understand and at a speed that would equal a rapid-fire machine gun, I was finally allowed to leave. So began then my first holiday in Sicily – did it get better? Find out in the next issue. Join me then to learn of the comical and frustrating trip to the town of Cianciana.
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M
entre l‟aereo atterrava, lanciai il mio primo sguardo sull‟isola di cui avevo sentito tanto parlare, la Sicilia. Era metà agosto e ciò che mi colpì allora fu quanto era secca e bruciata la terra con così poco verde; così diverso dai campi e prati inglesi - lussureggianti, smeraldi e spazzati dalla pioggia – che avevo appena lasciato. Nove anni fa, quando arrivai e misi piede per la prima volta sulla pista dell‟aeroporto, niente poteva prepararmi per il caldo scottante che mi aspettava; mi tolse il respiro. Ero già stato a Venezia e mi era sembrato caldo abbastanza. Ma qui? Mi vennero dubbi se sarei riuscito a sopravvivere per dieci giorni in quello che per me era un “forno”. L‟aeroporto era ancora il vecchio “Punta Raisi” e richiamava i piccoli campi d‟aviazione sudamericani che vediamo al cinema. Le guardie in divise beige e macchiate di sudore con le mitragliatrici in cinghie che attraversavano i loro petti e i cani da guardia accanto. A quel punto considerai seriamente l‟opportunità di prenotare un volo di ritorno subito per l‟Inghilterra, la mia vacanza era cominciata male. La situazione peggiorava quando venni informato che gli addetti al bagaglio erano in sciopero, quindi bisognava aspettare sulla pista che le nostre valigie venissero scaricate per poi portarle noi stessi al terminal. Sarebbe sicuramente migliorato? Veramente no; aspettai mezz‟ora in un caldo torrido, portai con difficoltà le mie valigie attraverso una distesa di cemento cotto dal sole e quando arrivai al terminal fui fermato dai doganieri che volevano perquisire il mio bagaglio. Dopo una perquisizione del corpo e tante discussioni con un uomo che parlava una lingua alla velocità di una mitragliatrice a tiro rapido che non riuscivo a capire, mi fu finalmente permesso di andare. Così cominciò la mia prima vacanza in Sicilia. Migliorò? Scopritelo nel prossimo numero. Sentirete del viaggio comico (ma frustrante) verso il paese di Cianciana.
© Copyright. D. R. Justice 2001
Traduzione di Judith Evans D’Angelo, Università di Bergamo
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...Ricordando Stefano Alfano Vent'anni fa, il 21 maggio 1981, moriva Stefano Alfano, un ragazzo di ventuno anni. Era amico di tutti. Sembra ieri eppure il tempo passa, inesorabilmente. Uno dei suoi più cari amici, il prof. Gaspare D'Angelo, nostro redattore, lo ha ricordato nella sua poesia "A Stefano" scritta subito dopo il tragico evento e inserita in "Frammenti di memoria". Dello stesso autore anticipiamo un capitolo del suo romanzo in gestazione che uscirà l'anno prossimo. Titolo provvisorio: "Le piazze di Cianciana".
A Stefano
Non amava il mare
Chi vita, chi affannu Chi duluri, chi ngannu.
Lui apparteneva alla Sicilia terragna,quella dedita all'agricoltura. Per lui il mare rappresentava la perpetua insicurezza dei siciliani perché fa giungere sulle spiagge i famosi turchi. Diceva:
A vintun‟anni (e chissu è arrubbari) l‟acqua di lu mari si lu vozi purtari. Mari crudeli nun lu fari affunnari, distinu „nfami nun lu vozi lassari. Vinti lu jornu, maju lu misi, chi “beddra” nutizia la me aricchj ntisi… po lu silenziu e lu tempu passava, ma lu ricordi iva e turnava. A tia dicu…parla cumpari ti vogliu ascujtari, ti vogliu abbrazari Ah… chi mari crudeli, chi distinu „nfami
<<Questo nostro mare è un castigo di Dio. Non è un mare che incita alla sfida come fu l'Oceano per gli spagnoli o i portoghesi>>. Non amava il mare. Nessuno degli amici se lo ricorda in costume, tra le onde oppure sdraiato sulle finissime sabbie africane del canale di Sicilia. Non amava il mare. Quando la notizia raggiunse gli amici a Palermo, alcuni erano al cinema a vedere un triste film dove un ragazzo affogava lasciando nella disperazione i genitori. Altri erano andati a sentire Leonardo Sciascia. In quell'incontro lo scrittore parlò anche di destino, di fermare il tempo, dell'immagine che abbiamo di un uomo che muore a vent'anni che sarà, per sempre, quella di uno che ha vent'anni. Non amava il mare. Lo ha solamente sfiorato, a piedi nudi e coi jeans tirati su fino al ginocchio.
Chi vita, chi affannu, chi duluri, chi „ngannu. Che vita, che affanno/che dolore, che inganno. A ventun‟anni(e questo e rubare!),/l‟acqua del mare/se lo volle portare./Mare crudele/non farlo annegare/il destino infame /non lo volle lasciare. Nel giorno venti,/del mese di maggio,/che orrenda notizia /vi fu portata/poi l silenzio/e il tempo passava,/ma il ricordo/ andava e tornava. A te dico: parlami amico/ti voglio ascoltare,/ti voglio abbracciare Ah… che mare crudele,/che destino infame.
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Gaspare D’Angelo
Stefano Alfano
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La Voce di Cianciana
Riceviamo da Maslianico (CO) queste due composizioni di Francesco Antonio Taormina, la prima in prosa e la seconda in poesia che volentieri pubblichiamo.
Figli Perduti I figli perduti non tornano alla madre: dimenticano ! Nella loro vitale immagine perduta assumono posizioni lacunose, dove la vita appare quasi fatta di piccoli pezzi marmorei, che tendono a staccarsi dal contesto. Essi continuano il loro viaggio, fatto di enormi e lunghe pause buie, molto spesso senza sapere il perché delle situazioni. L‟immaginifico pirandelliano prende enorme forza e potere in essi che, addirittura, nei loro nomi non si riconoscono. L‟emigrante, ancor peggio, non si riconosce e non è riconosciuto dalla mutevole società : là dove è nato scappa, là dove è cresciuto assume posizione sociale. Solo un esile filo, sottilissimo, gli fa recitare nell‟ultima rappresentazione che gli è concessa : Nascivu a Cianciana di Girgenti,‟n Sicilia.
Nel Sogno Sotto il mandorlo d‟occhi azzurri Nella notte son disperato E‟ un‟ombra rivolta alla miniera Che chiama cadenzata Coi capelli sciolti e gli occhi Sono fiori in più a guardare L‟avventura del lago Le onde nello sciabordare Contro i muri e le barche
Unn’è Cianciana I ‘Nta la centudiciottu agrigintina Doppu lu Platani la strata è chiana E ‘nta lu feu Mavaru camina A latu a lu Cavaddu ed a Bissana Po’ veni lu Fugottu ch’è ‘n cullina Chi quarchi se’ chilometri s’acchiana, Po’ Castiddazzu cu vigni e jardina E ‘ntesta nni la serra c’è Cianciana. II Di lu Carvariu ‘ncapu di Cianciana Di certi paisi si vidi ogni zona: Di Sciacca, Muntallegru, Siculiana, Lisciannira, Santu Stefanu, Bivona, Caltabillotta suttana e suprana, San Masi cu Santangilu, Aragona. E ‘ncapu stu Carvariu cu cci acchiana Pi li purmuna trova l’aria bona. Giuseppe Pulizzi da “La Primavera di me nannu”.
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Tendono mano alla casa Nel pendio ancora guardo E lì paziente con l‟ultimo Ripetuto nome scompare Fantasma nei sogni Con la nebbia tiepida Terra fiorita è tradito Il passato nel cuore Che voglio non chiarito Perché sia sempre lei A chiamarmi nella mia disperata notte
Il sig. Giuseppe Alba, sensibile ai molti problemi sociali, non esita a proporre al posto della droga, fiori profumati, dolci pensieri, disprezzando la ricerca spasmodica della ricchezza e considerando la vita come un meraviglioso dono del Signore.
Faresti meglio! Se la vendessi io A tuo figlio …! Tu mi diresti: “Fai un grosso sbaglio Togliere vigore A questo giglio” Io vorrei dirti: “Faresti meglio A donargli un fiore Perché la vita È un grande dono E non si misura Come miglio, Per fare grosso, grosso Il tuo portafoglio. La vita è sacra; E chi c‟è l‟ha donata Di tutto s‟accorge E niente gli sfugge”. Giuseppe Alba
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Numero 3 - settembre-ottobre 2001
Nozze
D’Oro
I primi coniugi a sposarsi nella Chiesa del Carmine Filippo Ferraro e Sciurba Vincenza 30 giugno 1951 - 2001
Coniugi Ludovico Tagliarino e Innocenza Bonanno. 1 luglio 1951-2001
A sinistra - Paese che vai, usanza che trovi. A Torino le nozze d’oro si festeggiano anche in Comune. La cerimonia in chiesa invece è collettiva: si presentano all’altare numerose coppie per celebrare insieme questa importante ricorrenza. Si tratta dei coniugi Gaetano Alessi e Rosetta Carubia, 8 luglio 1951-2001. Ci scrive il sig. Alessi: <<nella ricorrenza delle nozze d’oro abbiamo avuto il grande piacere di ricevere la partecipazione gradita dei cognati Pino Croce e della moglie Giannina Carubia. Ma sono venuti anche molti parenti dall’Inghilterra (Liverpool, Tiptree, Cochester), naturalmente vi erano le mie figlie e famigliari, nonché mio fratello, sposa ed eredi>>.
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Numero 3 - settembre-ottobre 2001
Dopo 47 anni tutti insieme La famiglia Pulizzi si ritrova assieme nel paese
I quattro fratelli Pulizzi, figli di Gaspare, che di tanto in tanto si erano incontrati separatamente, finalmente per la prima volta si ritrovano tutti insieme a Cianciana attorno alla vecchia madre Maria Di Stefano dopo ben 47 anni. Da sinistra, Girolamo abitante ad Adelaide (Aus), la signora Maria, vedova Gaiteri, abitante a Hoddesdon (GB), la mamma signora Maria Di Stefano, la signora Antonina in Carubia, abitante a Adelaide (Aus) e Leonardo residente a Brugherio (MI). Rubrica di proverbi, motti e modi di dire a cura di Nuccio
Amuri, bbddrizzi e ddinàri, su’ ttri ccosi c’on si ponn’ammucciàri Anche a causa della debolezza dell’umana natura verrebbe oltremodo difficile, se non addirittura impossibile, celare o tramutàri l’impeto del cuore, il fascino dell’aspetto, la condizione economica: prima o poi nèscinu fora senza màscara, persino nel contesto più aduso ai travisamenti ed alle contraffazioni, poichè l’amore si vìdi d‟on mmìgliu a‟rràssu, la bellezza quannu cc‟è, cc‟è, la ricchezza o la povertà „un Cu è cchiù ffissa, Cannalivàri o cu cci va appressu?
Problema: dato, ad esempio, un individuo dimostratosi oltremodo ridicolo, o pericoloso, o cosa d‟unn‟avìricci a cchiffàri, il candidato esponga le sue logiche deduzioni su coloro che, malgrado tutto, continuano ad andargli appresso per convenienza, stupida infatuazione o cieco fanatismo (e magari, come capita sempre, fufficiànnulu di mala manèra, ma senza mai avere il coraggio di criticarlo “apertis verbis” o di voltargli - definitivamente e doverosamente - le spalle).
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Don Gerlando Re Un martire ciancianese "...nessuno ha amore più grande di colui che sacrifica la propria vita per il prossimo..." (GV. XV, 13)
I
l 18 giugno 1949 è uno dei giorni più tragici e funesti della storia di Cianciana. Quel giorno, nel silenzio del primo pomeriggio, Don Gerlando era seduto alla sua scrivania e stava recitando il breviario. All'improvviso sentì echeggiare un colpo d'arma da fuoco. Pensò che fosse accaduto qualcosa di grave e, nonostante la zia paterna volesse trattenerlo, uscì subito fuori. All'incrocio della via Bondì con la salita Matrice notò un uomo disteso per terra in una pozza di sangue, l'omicida stava ancora con una pistola in mano. Don Gerlando si apprestò, senza indugio, a soccorrere il moribondo ed a dargli l'assoluzione, cercando nel contempo di convincere il feritore, in preda a una inspiegabile follia omicida, a gettare l'arma ed a pentirsi del fatto compiuto. Ma le sue parole di dissuasione, le sue esortazioni, non servirono a placare né a far ragionare quella mente insana; anzi, la resero ancora più furiosa; infatti, fece fuoco colpendo alla testa l'innocente sacerdote, che spirò poche ore dopo perdonando il suo uccisore e coronando con il martirio la giovane vita - 33 anni - ed il suo breve apostolato sacerdotale. Lo squilibrato, dopo aver ucciso tre persone si asserragliò in una casa, dalla quale di tanto in tanto veniva fuori facendosi scudo con due dei suoi figlioletti. Ferì un carabiniere, prima di venire a sua volta ucciso, con un colpo di fucile, dalle forze dell'ordine. In totale, in quel tragico 18 giugno, persero la vita quattro persone. Don Gerlando Re, era nato a Cianciana il 10 gennaio 1916, da Bernardo Re e Gaetana Di Liberto, studiò al seminario di Agrigento e fu ordinato sacerdote da mons. Giovanni Battista Peruzzo il 12 giugno 1941 nella cattedrale di Agrigento.
Fu nominato vicario cooperatore della Matrice di Cianciana, dove per otto anni lavorò con grande zelo nel campo dell'apostolato, sotto la guida paterna e illuminata dell'arciprete don Pietro Agliata, originario di Ribera. Il Vescovo di Agrigento, Mons. G. B. Peruzzo, scrivendo ai fedeli di Cianciana, in data 22 -06-1949: "Abbiamo perduto uno dei migliori sacerdoti della nostra Diocesi. Voi potete rendere testimonianza della sua virtù e del suo zelo, che sono stati coronati da una morte gloriosa, che ce lo rende un eroe ed un martire. E' per il Signore, per la salvezza di un'anima, che egli è andato consapevolmente incontro al più grande sacrificio, al sacrificio di una vita nel fiore dell'età". Don Giuseppe Ciaravella, da Favara l'8-071949: "...gli volli tanto bene per la sua sincerità, schiettezza, attività... uno dei sacerdoti più in vista, per intelligenza viva, integrità di costumi, santita di vita". E don Domenico De Gregorio nel 25° anniversario della scomparsa: "L'aureola del martirio per don Gerlando Re non fu dovuta a un caso fortuito, ma alla logica stessa di tutta la personalità umana, cristiana e sacerdotale. Egli aveva sempre vissuto, con coerenza e sacrificio, gli ideali più nobili del cristiano e del sacerdote, ad essi si era formato fin dagli anni del seminario, con un impegno ed una serietà veramente esemplari. Non concepiva il sacerdozio, come una carriera o una sistemazione, ma come una consacrazione al bene degli altri, attraverso una severa ascesi personale nell'umiltà, nel distacco dal mondo, nel sacrificio e nella immolazione". Agostino D’Ascoli … continua nel prossimo numero
Don Gerlando re e l’Azione Cattolica (1944-45) In basso da sinistra: Nino Cicero, Angelo Caltagirone, Girolamo Pulizzi, Giuseppe Gambino, Ciliberto Francesco, Di Maria Girolamo, Giovanni D’Angelo, Salvatore Panepinto Al centro da sinistra: Benedetto Provenzano, Gerlando D’Angelo, Giuseppe Teresi, Antonino Bonanno, Alfonso Ebano. In Alto da sinistra: Domenico Gaglio, Salvatore D’Angelo, Francesco Di Liberto, Gaetano Perconti, Luigi Re, Nino Amato, Vincenzo Granata, Salvatore D’Angelo, Raffaele Savarini, Salvatore Re, Luigi Alfano
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Don Gerlando Re con i componenti della filodrammatica dell’Azione Cattolica. Seduti da sinistra: Antonino Bonanno, Giuseppe Alongi, Stefano Carchì, Gerlando D’Angelo. Seduto per terra: Francesco D’Anna In piedi da sinistra: Alfonso Alessi, Salvatore Re, Calogero Chiazza, Luigi Re, Salvatore Canzoneri, Gaspare Soldano.
Il 17 Giugno 1999 la salma di Don Gerlando Re viene traslata dal cimitero alla Chiesa del Carmelo ed il 18, giorno del 50° anniversario della sua morte, alla Matrice, nella quale si trova collocata in un sarcofago in marmo nella navata di sinistra della chiesa.
MORTU SURDATU (Sonetto classico ad endecasillabi)
GERLANDO RE (Acrostico ad endecasillabi con rime alternate e baciate)
Picciotti ca trasisti „o campusantu ncugnati tecchia ccà, un mumintinu unn‟ecchi cc‟è sta tomba misa all‟antu ca lu ritrattu porta d‟un patrinu Ncugnastivu piccio? Liggisti forti… Comu cc‟è scrittu ddrocu..ca nun viju Cu è ca si nni godi di la morti? “Parla di Ratri Re, sparatu muriu” e po mi fannu: “chi era ciancianisi?! Nenti nni dissiru i maestri e la scola Cchiu menu li parrini di lu paisi.. E scappanu… lu cori m‟arrivola.. Ma comu dissiru? “Mortu sparatu?!” O forsi dissiru”Mortu scurdatu?!”
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Gridavanu li genti cu terruri E li porti chiuivanu cchiù forti. Ristava ntn‟u to corilu duluri, Lassatu nni li strati,pi la morti Assassina di poviri nnuccenti; Nun ti fici scantari ddr‟omu armatu Davanti la to porta; ddri lamenti, Ora, avianu bisognu d‟un surdatu.. Rumpisti „u catinazzu di li porti E, surdato di diu, isti a la morti.
Pino Martorana in ricordo del 50° anniversario della morte, Anagni, Dicembre 1999.
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Riaperta al culto la Chiesa del Carmelo, dopo un periodo di restauro lungo due anni
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rima dell‟attuale Chiesa veniva adibito a luogo di culto il locale sottostante la sacrestia ed il coro della Chiesa. Era forse l‟oratorio della Confraternita del Carmine. Allora ogni confraternita aveva un proprio oratorio. Si racconta che l‟attuale Chiesa sia stata costruita nel 1700 dal Signor Palermo per ringraziare la Madonna per la guarigione della moglie colpita da gravissima malattia. La Chiesa si trova all‟incrocio del corso Vittorio Emanuele, che solca il paese da est ad ovest, e della salita Carmelo. Le due Chiese parrocchiali sono poste sulla stessa linea e sembrano occupare i due fuochi della grande ellisse costituita dal paese e dalla vita cittadina. Se è ottima l‟ubicazione della Chiesa, la sua capacità invece non corrisponde a tutte le esigenze della comunità parrocchiale: non misura che ml. 21 di lunghezza e ml. 6,50 di larghezza. E‟ piccola ma è gaia e luminosa. Dalle ampie finestre esposte a mezzogiorno, la luce, entrando abbondantemente, ne ravviva le cornici interne e le decorazioni floreali delle pareti e della volta molto alta. A Cianciana fino al 1950 esisteva una sola Parrocchia con sede nella Chiesa Madre. Ma la popolazione in continuo aumento per l‟accentuato sviluppo della popolazione e per l‟immigrazione di forestieri venuti a lavorare nelle miniere di zolfo e la necessità di offrire una adeguata assistenza spirituale a tutto il paese, suggerirono a Monsignor Giovambattista Peruzzo, Vescovo di Agrigento, l‟istituzione di una seconda parrocchia a Cianciana. La Chiesa del Carmine è stata restaurata nel 1874 da Francesco Paolo Vasile, superiore della Confraternita del Carmine, morto il 5 novembre del 1874. Il Vasile, secondo quanto riferisce il suo pronipote Rosario Monaco, era ricco, possedeva case, terre e molto denaro. Fece comprare la statua di Santa Lucia, che pose nella nicchia a sinistra al posto di una vecchia immagine dipinta su tela che si portò a casa. Acquistò la statua in legno della Madonna del Rosario, fornita da un doppio stellario, che veniva conservato in casa del Vasile o dai suoi parenti e portato in Chiesa in occasione della festa della Madonna. Fecero molta pressione sul Vasile affinché donasse la statua della Madonna del Rosario alla Matrice, ma inutilmente. La statua venne collocata nella Chiesa del Carmine a destra di chi entra, vicino al presbiterio. Sac.
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Don
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La Voce di Cianciana
L'asino, il vecchio, il bambino e tutti quelli... noi! di Agostino D'Ascoli
C
hi la vuole scotta, chi la vuole al dente... Chi al ragù, chi in bianco, chi alla carbonara... Ed il formaggio da grattugiare sulla pasta?... Chi preferisce il pecorino, chi il caciocavallo, chi il parmigiano... "Insomma!" - esclamerebbe sdegnato anche il più paziente dei cuochi, gettando per aria pentole, piatti, posate e quant'altro. Nessuno, nonostante tutto, gli darebbe ragione, perché, si suol dire: "Mangiari e vestiri a sò piaciri!" Purtroppo, però, non soltanto in questi due suddetti gusti noi uomini siamo diversi l'uno dall'altro, ma anche nel modo di vedere, di sentire... di giudicare... Infatti: "Ogni testa è tribunali!" E quale testa, vuota o piena che sia, con il sale o senza sale, non è convinta di essere la Corte Suprema?... Nessuna! Che io sappia. Allora, tutti a giudicare, ad emanare sentenze, così ad occhio, ad libitum, cioè a piacere e, spesso, senz'appello. Per questi e per tanti altri motivi è difficile, anzi impossibile, ottenere un solo ed uguale giudizio o che sia un semplice consenso, da un popolo, da una massa di gente. Il mondo è bello perché è vario! (e non solo il mondo). Ecco, a tal proposito, una vecchia e famosa storiella. Per le vie di un piccolo paesino un vecchietto andava a piedi, tirandosi dietro il suo asino, sulla groppa del quale vi stava seduto un piccolo bambino - "Ma guardate lì che scena! Il vecchietto che non può neanche camminare, va a piedi; mentre il bambino che potrebbe correre, va a cavallo!" - Il vecchietto, sentiti i discorsi di quel gruppo di gente, per non dare adito ad altre dicerie, fece smontare il bambino per farlo andare a piedi e montò lui in groppa all'asino. I tre proseguirono il loro cammino. - "Ma guardate lì che roba! Il bambino con le sue piccole e tenere gambine va a piedi, mentre il vecchio che può benissimo camminare, sta comodamente seduto in groppa all'asino" - Il vecchietto, sentito il parere di quel secondo gruppo di persone e, convinto che fosse giusto ciò che essi dicessero, decise di far salire anche il bambino in groppa all'asino. Proseguirono, così, entrambi a cavallo. "A ridaglie!" - direbbero a Roma- Perché ecco un terzo gruppo di persone - "Ma guardate lì che vergogna! Quel vecchio e quel bambino, che potrebbero benissimo andare a piedi, stanno invece comodamente seduti in groppa ad un povero asinello che a stento si regge in piedi" - Il vecchietto, sentite le dicerie di quel terzo gruppo di persone, pensò bene, e, più che a suo a modo di quelli, che sarebbero andati a piedi, sia lui che il suo piccolo nipotino. Proseguirono, così, il loro cammino, tutti e tre, ognuno portando se stesso. "Camurria disgraziata e disonesta ca jè!" - diremmo a Cianciana- Perché ecco un quarto gruppo di sfaccendati - "Ma guardate lì, quanto sono scemi quel vecchio e quel bambino! Hanno la possibilità di andare comodamente in groppa, ed invece, per loro stupidità, vanno a piedi!" - Il vecchietto, sentito il parere di quel quarto gruppo di persone, pensò bene, finalmente a modo suo e saggiamente che, da quel momento in poi, non avrebbe mai più dato retta a nessuno. (Ed era già vecchio!... Ci avesse pensato prima!) - "Caro nipotino: disse il vecchietto - finché con il tuo comportamento o con le tue azioni non arrechi danno a qualcuno, fai ciò che ti pare e fallo come meglio credi. Usa questo criterio, ma, per far contento (e gabbato) il popolo: di tutti cunsigli pigliani e a lu tò teniti!(Ascolta i consigli di tutti, ma tieni in considerazione il tuo) perché, se continuassimo a dar retta alla gente, finiremmo certamente con il portare l’asino sulle nostre spalle.
I lettori salutaDa Cianciana, Rita ed Enzo Greco salutano tutti gli zii ed i cugini che abitano a Toronto (Canada), con la speranza di rivedersi al più presto. Da Cianciana, Rosa Primavera saluta la sua amica ed ex compagna di scuola Angelina Barbera in Settecasi, abitante ad Adelaide (Australia). Rosa e Paolino Termini salutano da Cianciana gli zii e cugini Ciaravella che abitano a Toronto (Can.). Agostino saluta l’amico Pietro Castellano che abita a Winnenden (Germania).
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La Voce di Cianciana
Alfonso Chiazza, musicista ciancianese di Francia, ci racconta la sua vita Sono nato a Lorette nel dipartimento della Loira il 4 marzo 1960. Abito a La Grand-Croix che si trova a 18 km da Saint-Etienne e a 45 km da Lione. Suono dall’età di 9 anni perché a mio papà Giuseppe Chiazza, nativo di Cianciana in provincia di Agrigento, sarebbe tanto piaciuto suonare la fisarmonica ed io, primogenito di una famiglia di 4 figli, ho avuto la possibilità di imparare a suonare la fisarmonica. Ho seguito le lezioni alla scuola di musica del maestro Jean Pellégrini a Saint-Chamond nella Loira. Ho studiato musica per 4 anni ed ho superato dei concorsi fino al livello medio, primo premio con targa d’oro. In seguito il mio professore mi ha consigliato di imparare a suonare il sintetizzatore che io ho appreso da solo seguendo dei metodi per tastiera. Verso l’età di 15 anni ho cominciato a suonare la fisarmonica nelle orchestre di ballo, in sostituzione di qualcuno e questo per farmi conoscere. Nel 1976 all’età di 16 anni ho avuto la mia prima orchestra che si chiamava Tony Vincent. Nel 1979 ho prestato il mio servizio militare per cui non ho suonato per un anno. Nel giugno 1980 ho cercato un’altra orchestra e non ho avuto problemi perché ormai avevo dell’esperienza. Mi piacerebbe parlarvi dell’orchestra Dakota di Givors nella periferia di Lione che si è formata nel 1985 fino al 1990 e costituita da 5 elementi. Eravamo un gruppo di compagni molto apprezzati a quell’epoca e tutti gli anni, nel mese di Agosto, andavamo a suonare
in Costa Azzurra, al festival di Avignone in piazza dell’orologio davanti a 4000 persone, ed anche a Sainte-Marie de la Mer. Nel 1987 con una banda di 5 musicisti chiamata “Thris Lombardo” abbiamo composto due canzoni per realizzare un 45 giri, uscito in 100.000 copie. La prima canzone è “Ne viens pas déranger” uno slow, e l’altra “Oh girls” un pezzo break-dance. Questa fu una bella esperienza e potemmo suonare nelle discoteche della zona di Saint-Etienne. Dal 1992 fino ad oggi faccio parte del complesso “Révelation”. Per il piacere di farlo, nell’anno 2000 abbiamo realizzato un CD di due canzoni, che ci ha permesso di esibirci sul canale televisivo regionale “Télézoom” una volta alla settimana per un mese. In occasione della festa di Mezzagosto 2001 ho avuto il privilegio, grazie agli organizzatori, di esibirmi in Piazza Orologio in Cianciana: ho suonato alla tastiera una compilation di Jean Michel Jarre, un grande musicista francese e un standard di jazz. Ciò mi ha fatto un grande piacere perché si è realizzato il mio sogno di suonare davanti al pubblico di Cianciana ed anche per la mia famiglia che si trovava nel paese. Io ringrazio moltissimo gli organizzatori, perché non dimenticherò mai questa serata. E ancora un grazie per aver potuto scrivere un articolo su di me nel giornale La Voce di Cianciana. Alfonso Chiazza, La Grand-Croix (Francia)
Errata corrige Nel numero 2 (luglio-agosto 2001): Inserto pag. IV, l’articolo “Michele Rametta, sculptor optimus” è del prof. Nuccio Mula. Pag. 14, nei decessi leggasi “La Mattina Vincenza”. Pag. 14, Emilia Albanese è nata il 2 maggio 2001. Ci scusiamo con i lettori per gli involontari errori.
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Matrimoni Vincenzo Lo Monaco e Franca Tamburello, Santuario Madonna della Rocca Alessandria, 21/06/2001 Giovanni Gattuso e Caterina Carubia, Chiesa del SS Crocifisso Siculiana, 10/07/2001 Salvatore Capizzi e Giuseppina Puzzo Balluzzo, Chiesa S. Rosalia Bivona, 19/07/2001 Luigi Ferraro e Antonella Martorana, Chiesa Maria SS della Confusione Salemi, 26/07/2001 Maurizio Micotra e Anna Maria Modica, Basilica S. Calogero al Monte Sciacca, 01/08/2001 Francesco Mirasola e Rosalia Maniscalco, Santuario Madonna della Rocca Alessandria, 06/08/2001 Franco Abella e Katia Colletti, Chiesa SS del Carmelo Cianciana, 07/08/2001 Pietro Baio e Angela Alba, Chiesa di S. Antonio Cianciana, 11/08/2001 Salvatore Alessi e Tanina Miceli, Chiesa S. Antonio Cianciana, 16/08/2001 Enzo Tammuzzo e Rossella Salemi, Basilica S. Calogero al Monte Sciacca, 21/08/2001 Mario Martorana e Elisa Cicero, Chiesa Maria SS Assunta Erice, 27/08/2001 Giovanni Schembri e Laura Zambito, Basilica S. Calogero al Monte Sciacca, 28/08/2001 Antonino Giannone e Antonina Chiazza, Chiesa S. Antonio Cianciana, 29/08/2001 Gaetano Arcuri e Angela Marino, Chiesa S. Antonio Cianciana, 04/09/2001
Nascite
Emanuela Gambino di Giovanni e Anna Lisa Neri, 17/07/2001
Francesco Pio Fratello di Giuseppe e Rosalia Bosciglio, 05/07/2001
Pietro Borsellino di Giuseppe e Angela Di Maria, 13/09/2001
Martina Angela Salciccia di Domenico e Enza Carubia, 13/09/2001
Maria Ferlita di Calogero e Rosa Maria Turturici, 06/09/2001
Decessi Gambino Salvatore
04/02/1927
02/07/2001
Di Libeto Rosaria
Perzia Filippo
03/04/1921
06/07/2001
Pendino Vincenza 14/03/1921 19/09/2001
Montalbano Elena
01/04/1923
09/07/2001
Martorana Pietro
Montuoro Domenico 10/11/1923
19/07/2001
Savarino Salvatore
15/01/1933
21/07/2001
Scalici Maria ved. Vaiana 04/01/1930 17/03/2001 Palermo
Burgio Angela
16/12/1921
26/07/2001
Camizzi Clemente
01/07/1918 17/04/2001 Palermo
Martorana Vincenzo 02/01/1929
01/08/2001
Busciglio Teresa
05/03/1926 03/08/2001 Boussu (B)
Di Filippo Rosalia
21/07/1927
07/08/2001
Ignazio Gagliano
02/06/1916 05/08/2001 Fabriano (AN)
Gattuso Giuseppe
27/11/1949
09/08/2001
Domenico Cannatella
Di anni 74
Roccaforte Giovanni
Cianciana
Campisi Rosario
Amburgo (Ger)
Cinquemani Giuseppa
Palermo
Dott. Alfonso Giannone
Sciacca
Pulizzi Leonardo
Brugherio (MI)
Abella Santo
Hornu (Bel)
Abella Angelo
Wasmes (Bel)
Bondì Gaetano
Verbert (Ger)
Dott. Antonino Leto
Cuorgnè (TO)
Termini Filippo
Parma
Alessi Giuseppe
Lavaria (VA)
Raffa Tony
Opalocka (Florida-USA)
Bondì Gaspare
Esslingen (Ger)
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20/05/1921 16/09/2001
17/05/1913 21/09/2001
La redazione de “La Voce di Cianciana” ringrazia sentitamente i suoi abbonati. Un particolare ringraziamento ai sigg.
07/09/2001 Toronto (Can)
Provenzano Leonardo
Lainate (MI)
Campisi Salvatore
Levico Terme (TN)
Arcuri Leonardo
Torino
Perzia Steve
Toronto (Can)
Vizzì Franco
Lavagna (GE)
Ciaravella Bondì Giuseppe
Mombaruzzo (AT)
Greco Alfonso
Appiano Gentile (CO)
Bellanca Giuseppe
Aruba (Ven)
Gaiteri Maria
Hoddesdon (GB)
Ciaravella Joseph
Crescent (Can)
Dott. Salvatore Salciccia
Front (TO)
Bellanca Franco
Bibiana (TO)
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La Voce di Cianciana
Numero 3 - settembre-ottobre 2001
La Voce di Cianciana Periodico bimestrale di informazione e di cultura, edito dall’Associazione Culturale “Sicily Kult” di Cianciana. Anno I, numero 3, settembre-ottobre 2001. Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico e fotografia: Filippo Mattaliano Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Gaspare D’Angelo, Agostino D’Ascoli, Judith Evans, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Bina Vaiana. Direzione e Redazione: via Cavour, 3 92012 Cianciana (AG) Italy. Tel. 0922987462 Email: s.panepinto@tin.it Conto Corrente Postale n° 17905977 Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/200. Spedizione A. P. art. 2 comma 20/C legge 662 del 23/12/96. Autorizzazione della Direzione Provinciale del PP.TT. Di Agrigento Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG).
… Due ricette della nostra cucina Caponata classica Ingredienti per 4 persone: un piccolo sedano bianco (accia), 100 grammi di olive verdi, una cipolla, tre cucchiai di capperi, 20 pomodori maturi (meglio siccagni), 5 melanzane, un cucchiaini di zucchero, 2 cucchiai di aceto (meglio nostrano), olio, sale. Facoltativo pinoli.
Lavare le melanzane e tagliarle a dadi (un po’ grossi); cospargetele di sale e lasciatele riposare per un’oretta. Intanto pulite il sedano, tagliatelo a pezzetti e mettetelo a cucinare in acqua bollente e salata, per 5 minuti. Poi scolatelo e mettetelo a soffriggere in un largo tegame con 6 cucchiai d’olio. Aggiungete la cipolla tagliata a dadi, i capperi, le olive senza il nocciolo e i pomodori pelati a pezzettini. Salate e cocete per 20 minuti. Nel frattempo scolate le melanzane e friggetele in padella con olio molto caldo; poi mettere nel tegame con le altre verdure. Fate un agro-dolce con lo zucchero e l’aceto e cocete per altri 10 minuti. Mangiare la caponata fredda. Si conserva bene nei barattoli per almeno 6 mesi. Froscia
Ingredienti: gr. 150 ricotta fresca, gr. 250 pane grattugiato, gr. 50 formaggio pecorino grattugiato, 3/4 uova, sale, pepe, olio di oliva, nipitella.
Mettere in un’insalatiera la ricotta e ridurla a pezzetti con una forchetta. Sbattere le uova in una terrina, aggiungere il pane grattugiato, il formaggio e la nipitella tagliata fine. Aggiungere la ricotta ed amalgamare il composto in maniera uniforme. Imburrare una tortiera (20 cm di diametro), versare il composto. Fare cuocere nel forno per circa 20 minuti a 180-200°. Variante: si possono aggiungere asparagi tagliati a pezzettini. Pasquale Tallo
TO:
Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2001 - Associazione Culturale “Sicily Kult” Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale, è vietata.
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