Cianciana ‘na tuttu lu munnu, tuttu lu munnu a Cianciana! Numero 4 – Agosto 2004
RICORDIAMO A CHI NON L’AVESSE FATTO DI RINNOVARE L’ABBONAMENTO PER L’ANNO 2004
INAUGURATO IL MONUMENTO ALLO ZOLFATARO OPERA SCULTOREA DEL MAESTRO VINCENZO CHIAZZA IL CANTANTE SALVATORE BRUNO L’INCONTRO CON I CIANCIANESI DI TORONTO E DI MONTREAL In questo numero L’angolo della posta
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Case in festa
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In ricordo di Lillo Alongi
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Anche Cianciana si tinge di Grest
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Inaugurazione del monumento allo zolfataro
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Sweet Holidays in America
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Biografia dello scultore Vincenzo Chiazza
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Il cantante Salvatore Bruno
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La via dulurusa della memoria di Giacomo Bonagiuso
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Lu marranzanu - Notizie dall’anagrafe
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Con i mestoli ma senza fucili di Gianni Bartolomeo
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Saluti - Dolci vacanze a Cianciana
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Classe IV elementare del maestro Spoto. Anno scolastico 1949-50. http://www.sicilykult.it
Numero 4 – Agosto 2004
La Voce di Cianciana
La Voce di Cianciana Da Boksburg - Sud Africa Egregio signor Panepinto, come
Periodico bimestrale di informazione e sempre ricevo molto volentieri il vostro giornale e leggendolo di cultura, edito dall’Associazione Culmi ricordo dei miei tempi passati e speso mi viene voglia di turale “Sicily Kult” di Cianciana. Anno IV, numero 4 - 2004 Direttore Responsabile: Enzo Minio Direttore Editoriale: Salvatore Panepinto Progetto grafico e fotografico Filippo Mattaliano, Stefano Panepinto Studio immagine Redazione: Andrea Arcuri, Antonino Arcuri, Rino Cammilleri, Gaspare D’Angelo, Agostino D’Ascoli, Fausto De Michele, Judith Evans, Gaetana Gambino, Eugenio Giannone, Filippo Mattaliano, Nuccio Mula, Giusy Piazza, Bina Vaiana. Direzione e Redazione: via Cavour, 3 92012 Cianciana (AG) Italy. Tel. 0922-987462 E-mail Se volete inviarci un messaggio via e -mail, telefonate al numero di telefono in alto. Vi sarà comunicato l’indirizzo. Conto Corrente Postale n° 17905977 Conto Corrente Bancario: (vedi pagina 16) Autorizzazione Tribunale di Sciacca n° 5/01 del 26/09/2001. Spedizione a regime libero. Autorizzazione della Direzione Provinciale delle PP.TT. di Agrigento, settore commerciale Stampa: Tipografia Geraci - S. Stefano Quisquina (AG). Quanto espresso dai singoli autori, negli articoli firmati, non rispecchia necessariamente l’opinione del giornale. Gli autori che sono del tutto liberi di esprimere il loro pensiero, se ne assumono implicitamente la responsabilità. © Copyright 2004 - Associazione Culturale “Sicily Kult” - Tutti i diritti riservati. Senza il permesso del Direttore Editoriale, la riproduzione totale o parziale di qualsiasi parte del giornale è vietata.
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buttare giù due righe come in questa lettera sperando che la stessa meriti di essere pubblicata. Ho saputo della scomparsa dei nostri amici Giuseppe e Alfonso Abella e faccio le condoglianze alle famiglie. Colgo quest’occasione per salutare i miei parenti e tutti i ciancianesi ovunque essi siano. A voi della Voce di Cianciana auguro buon lavoro. Saluti Peppe Basilico
CIANCIANA, COME ERAVAMO Quando si doveva sposare una coppia, i genitori facevano l’invito di parenti, vicini ed amici. Sugli sposi che uscivano dalla chiesa, per augurio si buttavano frumento, riso e qualche monetina spicciola, un sordu, du’ sordi e la sicula. Figuratevi li piccioti che si tuffavano davanti a li ‘ziti per prendere questi spiccioli. In questi festeggiamenti le signorine non erano mai sole, c’era sempre qualche familiare che accompagnava. La coppia sposata a piedi apriva il corteo e seguivano gli invitati. Arrivando a casa era usanza speniri ciciri e favi caliati. Questi legumi venivano sistemati in un cannistru e poi venivano dati agli invitati prendendoli con un piattino e collocati nti un fazzulettu. Chi se lo poteva permettere , offriva dolci e confetti. Dopo veniva offerto vino e rasolio. Si festeggiava per tre giorni di fila, con musica di clarinetto, sassofono o fisarmonica. Alla mattina c’era la bellivata: si andava a trovare gli sposini offrendo loro turtigliuna e caffè. La sera durante il ballo era usanza che ragazzi ballavano tra di loro, chiedendo a lu compari di l’aneddru se potevano farsi un ballo. La risposta era semplice: Lignu e lignu /u ballu sulu / a la porta ! Giuseppe Basilico - Sudafrica SALUTI Da Cianciana - Giuseppe e Filippo Bavuso Volpe salutano Pasquale Bavuso e famiglia abitanti a Barcellona (Spagna). Da Bivona - La famiglia Francesco Pupello saluta affettuosamente la famiglia Giuseppe Settecasi e la famiglia del dottor Bernardo Barbera, residenti entrambe ad Adelaide (Australia) Da New York - Massimo Cossentino saluta gli zii Cossentino abitanti a Palazzo Adriano ( PA).
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Numero 4 - Agosto 2004
Ero appena tornato a Cianciana, quando in piazza qualcuno mi dà la notizia della improvvisa scomparsa di Lillo Alongi. Incredulità, sgomento, fulmine a ciel sereno. Lillo ci ha lasciati il 13 agosto a soli 51 anni, mentre si trovava nel paese della moglie, la signora Rosanna e dopo avere trascorso alcuni giorni di vacanza a Cianciana, gli ultimi della sua breve vita. Nel seguente articolo, lo ricorda il professor Gaspare D’Angelo, che ha passato con lui alcuni giorni prima della sua improvvisa dipartita. S.P.
In ricordo di Lillo Alongi Ci sono eventi che ci lasciano muti ed impietriti . Per evitare che il vuoto delle parole possa trasformarsi in retorica, cercherò di ricordare Lillo -in questa maledetta Domenica di Ferragosto 2004- attraverso alcuni momenti che ho condiviso con lui qualche giorno prima della sua improvvisa scomparsa. E’ una delle tante serate di Agosto. La solita passiata lungo il corso. Ci si ferma a salutare le persone che non vediamo da almeno un anno.Qualche battuta: “Sempiri lu stessu Lillu è” mi dice Totò Sanzeri (Sindaco). Ed io di rimando: “Veramenti mi pari ca havi menu capiddri!”. Lillo ride. La sua è sempre stata una risata particolare: mentre ride si piega leggermente in avanti e nel contempo fa qualche passo indietro accennando a qualche battuta. Poi ci sediamo al bar e, tra una granita e l’altra, è Martina -la figlia- a tenere banco raccontandoci un sacco di barzellette. Ridiamo tutti di gusto: io, Jean Luc, Giuseppina, Lillo e Rosanna, la moglie. Martina è una bambina come poche: intelligente, bella, espressiva e ben educata. La mattina seguente incontro Lillo, Rosanna e Martina davanti casa mia. E’ Martedì e stanno andando al mercato. “Ci vediamo stasera in piazza” è la promessa.
Esco verso le 10.30 di sera e cerco Lillo nei vari bar. Non lo trovo. Lo chiamo al cellulare: “Llì, chi ffa arruccasti?” “Arrivo” è l’unica parola che segue dopo una breve risata. Cinque minuti dopo Lillo è in piazza. Qualche passeggiata e di nuovo seduti ad un tavolo. Bisogna fare il pieno di granite perché al Nord… neanche a parlarne. Questa volta con noi ci sono Vincenzo Di Prazza, Gaetano Termini e Giuseppe Sanzeri col figlio. Parliamo a lungo di Scuola –vizio, anche estivo, di insegnanti- e di Politica, altro vizio che condividiamo. Anche questa volta le ore volano. Tirare fino alle due o le tre in estate a Cianciana è cosa normale. L’ultima passeggiata la facciamo da soli. Siamo sotto la Torre dell’Orologio quando ci ripromettiamo di vederci in Settembre ad Omegna e a Bergamo. Qualche giorno dopo è già la vigilia di Ferragosto e mi trovo nelle brughiere del Galles. Tocca a Giovanni darci l’angosciante notizia. Siamo sconvolti. Increduli. Guardo mia figlia e penso a Martina. Non riesco -non voglio- trattenere le lacrime. Poi, è un susseguirsi di telefonate: Marcello, Antonella, Giovanni, Concetta , Felicina, e…Rosanna. I silenzi pesano più di ogni parola. Non sono neanche le dieci di sera (le undici in Italia) di questo Ferragosto senza più aggettivi, quando decido di chiudere con le parole e di andare a letto. L’acqua continua a scrosciare sui tetti ma non riesce a conciliarmi col sonno. So solamente che Lillo ci mancherà tanto. Ci manca già tantissimo. Gaspare D’Angelo
Nella foto in alto il comitato per i festeggiamenti di Maria Assunta in cielo 2004. Presidente Angelo Abella, assistenti Antonio Montalbano, Baldassare Riggio, Giuseppe Mortellaro e Pietro Bondì. Nella foto a sinistra Pasquale Guastella con la moglie Maria Conti, Francesco Conti con la moglie Angela Cicchirillo, ospiti ad Aruba di Cristina e Giuseppe Bellanca, marzo 2004. http://www.sicilykult.it
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Numero 4 -- Agosto 2004
Opera dello scultore ciancianese Vincenzo Chiazza
Inaugurato il monumento allo zolfataro Un monumento alla storia, alla sofferenza, alla speranza. Dinanzi ad un foltissimo e attento pubblico, composto in buona parte da emigrati in vacanza, è stato inaugurato venerdì 13 agost o 2004, presso la Villa comunale di Cianciana, il Monumento allo zolfataro, opera dello scultore Maestro Vincenzo Chiazza, ciancianese che da anni vive ed opera a Torino. E’ una bellissima opera d’arte che l’Autore ha voluto donare alla sua città e che si compone di quattro statue raffiguranti un picconiere che si reca in miniera, uno intento al lavoro, un caruso col suo sacco di minerale sulle spalle e uno zolfataro colto nella pausa pasto. Statue a grandezza naturale, dai visi estremamente espressivi, pieni di sofferenza e dignità. Il volto del caruso è una mirabile sinfonia. Su tutto si staglia, stilizzata, una figura di donna che sembra volersi staccare dal blocco di marmo che la imprigiona. E’ la Sicilia terra-madre che accoglie in sé i suoi figli. La Sicilia risulta “rovesciata”, avendo a base la sua parte orientale e a vertice il trapanese. Non spetta certo a noi profani esprimere giudizi su questa meravigliosa opera, ma osservarla è un piacere dell’anima. La serata è stata presentata da Frederico Alba dell’Associazione MusicArs; è seguito un momento musicale con Domenico e Angelo Montalbano e Gigi Loria, che hanno cantato la famosa “E cu lu scuru vaju” e una poesia di Angelo M o nt al b a no appositamente musicata. Ag o s t i n o D’Ascoli ha recitato una sua poesia, mentre F. Montalbano e G. Pendino hanno declamato poesie di G. Pulizzi e http://www.sicilykult.it
D. Cuffaro. E’ stata, quindi la volta di Giovanni D’Angelo della CGIL, Mimmo Catuara, segretario provinciale della CISL, e di Aldo Broccio, segretario provinciale della UIL. I tre sindacalisti hanno posto l’accento sul problema sempre attuale del lavoro, sottolineando come tante opportunità occupazionali vengano spesso vanificate. Per gli zolfatari ha preso la parola Angelo Montalbano, che dopo aver ricordato i trascorsi lavorativi, ha invitato i Ciancianesi ad avere cura morbosa di questo monumento che rappresenta la memoria dell’intera collettività. Il prof. Giacomo Bonagiuso, docente universitario e critico d’arte, ha illustrato il monumento, e lo scultore Vincenzo Chiazza ha spiegato il suo gesto d’amore verso la categoria degli zolfatari e verso il suo paese d’origine. Rolando Montalbano ha preso la parola su delega del dott. V. Fontana, presidente della Provincia Regionale di Agrigento, che ha sponsorizzato la manifestazione ma che non ha potuto presenziare per sopraggiunti impegni. Ha concluso i lavori il sindaco On. Dott. Salvatore Sanzeri, che ha ricordato l’epopea dello zolfo a Cianciana, ha ribadito l’importanza storico-culturale del Monumento e ha invitato i Ciancianesi ad essere più attivi e solerti. Madrina della manifestazione la signora Antonina La Corte, vedova Alfano, che molti vecchi minatori e le loro mogli ricordano a capo del movimento delle donne durante lo sciopero del 1953 e che ha tagliato il nastro mentre la banda musicale intonava l’Inno nazionale. A conclusione, consegna di pergamene agli ex-zolfatari, un piccolo rinfresco e la distribuzione di una brochure sul monumento con delle splendide foto, l’intervento critico di Bonagiuso e un cenno biobibliografico sull’Artista, cui la Comunità ciancianese sarà eternamente grata. Monica Giannone
In alto il signor Angelo Montalbano distribuisce le pergamene ai ex-minatori presenti. A sinistra la signora Antonina La Corte e il Sindaco Salvatore Sanzeri al taglio del nastro.
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Numero 4 - Agosto 2004
VINCENZO CHIAZZA CENNO BIOGRAFICO ED ARTISTICO Lo scultore Vincenzo Chiazza, fu Calogero e di Antonina Zaffuto, è nato a Cianciana il 10-2-1944 1944. Fin da bambino lo attirava tantissimo la creazione manuale e gli piaceva guardare il lavoro del falegname che sapeva dar vita a forme nuove della materia. Vincenzo modella le sue prime sculture nella creta scartata dai minatori del suo paese natio. Per assecondare la sua passione artistica studia all’Istituto d’arte di Sciacca e comincia a sperimentare nuovi materiali. Lavora il legno e la pietra che raccoglie lungo il fiume. All’inizio realizza specialmente ritratti: del padre della madre, dei figli e della moglie Teresa. Con il passare del tempo, le sue opere si fanno sempre più astratte. Chiazza continua a scolpire anche quando si trasferisce al Nord, prima a Milano e poi a Torino nel 1970. Nel capoluogo piemontese egli ha aderito alla iniziative dell’Associazione Piemonte Artistico e Culturale, ricoprendo la carica di consigliere direttivo, e della Società Promotrice delle Belle Arti. A Torino Vincenzo ha ritratto anche alcuni personaggi celebri come Giovanni ed Umberto Agnelli. Tra i materiali che preferisce c’è sempre il legno, ma anche il bronzo ed il gesso. Col passare del tempo Vincendo ha saputo costruire uno stile originale ed eloquente, imponendosi agli occhi della critica. Lo testimoniano le numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero: ha esposto a Torino, Milano, Racalmuto, Cianciana, Cremona, Lodi, Vercorin (Svizzera), Roma, Castelvetrano, Udine etc. E’ stato recensito in numerosi giornali come Il Giornale Nuovo, La Stampa, IL Giornale di Sicilia, La Sicilia, L’Amico del Popolo, Il Gazzettino, La Gazzetta del Sud etc. Vincendo Chiazza ha lo studio in pieno centro di Torino, in Via Madama Cristina 57, telefono 349-4268866, e-mail: vincenzo.chiazza@tiscali.it, www.vincenzochiazza.it Salvatore Panepinto
Cari Ciancianesi, Non è semplice per me esprimere i sentimenti presenti nel mio animo in questo momento, e su tutti prevale l’emozione che quasi blocca le mie parole. Potrei dire “lasciamo che siano le mie sculture a parlare per me “, ma desidero comunque esprimere la gioia, l’orgoglio, la soddisfazione di avere realizzato nella mia terra natale un’opera di impegno e significato profondi. Modellando queste figure di lavoratori della zolfatara sono tornato indietro nel tempo e i personaggi che vedete si sono materializzati, quasi fossero presenti, in quella stessa creta che da ragazzo raccoglievo per le mie piccole creazioni proprio vicino alla zolfatara. La forza, la fatica, il duro e pericoloso lavoro compiuto con pochi attrezzi in condizioni spesso precarie, il pasto frugale e l’abbigliamento povero lasciano trasparire una grande dignità personale che spero di aver trasmesso nel bronzo modellato. Da anni vivo e lavoro a Torino, ma non potevo non pensare al mio paese d’origine e alla mia gente. Oggi che i tempi cambiano velocemente mi sembra giusto avere dedicato un’opera di significato storico agli zolfatari e che essa sia collocata proprio a Cianciana. Sperando che sia di Vostro gradimento, ringrazio l’Amministrazione Comunale e quanti hanno collaborato a questa iniziativa. Il Vostro Vincenzo Chiazza
Tra i tanti intervenuti alla inaugurazione del monumento allo zolfataro di Vincenzo Chiazza avvenuta il 13 agosto 2004, c’era anche il signor Vincenzo Marino, nella foto a destra, ciancianese abitante a Maslianico (CO), in vacanza nel paese natio, dopo ben 9 lunghissimi anni. Purtroppo il signor Vincenzo attualmente non gode di buona salute, avendo difficoltà a deambulare e con deficit visivo. Per ben sei anni egli ha lavorato in miniera e non ha voluto mancare a questo importante avvenimento, presenziando alla cerimonia di inaugurazione sia pure seduto in una carrozzella e provando una grande gioia nel riabbracciare tanti vecchi amici e compagni di lavoro.“Siccome non vedo molto bene – ci ha riferito il signor Vincenzo – ho riconosciuto dalla voce i miei compagni di lavoro. Mentre c’era l’inaugurazione la mia mente correva alle miniere dove ho lavorato tanti anni fa, alla miniera Capitana con il capomastro Gianbattista Ingravidi e alla miniera Falconara – Piazza con il capomastro Giuseppe Pendino. E’ indescrivibile per me dire la gioia che sto provando nel trascorrere qualche giorno nel mio tanto amato paese e per questo sono molto grato a mia moglie, ai miei parenti a mio fratello. Senza il loro aiuto e la loro pazienza il mio sogno di tornare per qualche giorno a Cianciana non si sarebbe potuto realizzare e non avrei potuto presenziare all’inaugurazione del nostro monumento realizzato dal maestro Vincenzo Chiazza. Sono inoltre molto contento per aver ricevuto la pergamena in ricordo di mio padre Alfonso, anch’egli minatore”. S.P. http://www.sicilykult.it
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Numero 4 - Agosto 2004 La via dulurusa della memoria di Giacomo Bonagiuso-Università di Lecce L’omaggio di Vincenzo Chiazza ai minatori di Cianciana Ho conosciuto Vincenzo Chiazza attraverso le sue opere. Questo significa già, di per se stesso, come dato della memoria, un arretramento rispetto a qualunque dato antropologico. Quella che mi fu nota fin dall’inizio era una forma, una forma e il suo rapporto con lo spazio. Ricordo di aver letto con enfasi le notazioni critiche di altri, ben più ufficiali “critici”, i cui testi erano inscritti nei vari cataloghi d’arte editi in corrispondenza alle molteplici mostre di Chiazza. E ricordo anche la suggestione che mi provocò l’assenza di ogni rimando figurativo. Nessuno dei critici commentatori di Chiazza si era reso conto che la matrice ispirativi dello scultore siciliano era un fortissimo senso della realtà e della dimensione armonica inscritta nello spazio storico. Mi ritrovavo così, da solo, a sostenere una tesi “debole”, di minoranza, laddove essa fosse stata citata o riferita per intero; o addirittura a sostenere “nessuna” tesi laddove il fulcro del mio discorso venisse depistato su altri versanti di citazione. Ciò nonostante sapevo sin da subito che la chiave da far girare nel rullo scultoreo di chiazza era questa; il modulo curvo e la figura. Ora, dopo almeno quattro anni della sua imponente mostra palermitana, che chiamò l’intera cultura isolana nell’atrio di palazzo delle Aquile, mi sembra di risentire quella stessa difficoltà, quel sottile imbarazzo. Essere, per il momento almeno, il “solo” a poter testimoniare ancora la matrice figurativa dell’opera di Chiazza. .vorrei, per una sorta di malcelato umore dialogico, se non polemico, riconvocare in fila coloro che non videro per tempo come il realismo figurativo fosse la vera matrice estetica di Chiazza, e portarli qui, nell’entroterra siciliano, nella bellissima Cianciana ai piedi di due strade che continuano a biforcarsi e tradursi reciprocamente in larghi e piazzole, tra l’occhieggiare del sole nel recinto di un boschetto, davanti agli occhi commossi dell’ingegnere che mi regge il braccio e mi illustra ogni difficoltà realizzativi di questo monumento, dinnanzi alle mani dell’assessore che hanno lavorato il marmo e tentato di toglierli ogni asperità, davanti al professore che sente quest’opera risolutiva e determinante per il senso storico compiuto di un’intera collettività. Proprio qui. Non altrove. Nel cuore stesso della storia che Chiazza ha deciso di raccontare con questo monumento. Ora che, nell’immaginario collettivo, son qui tutti, davanti a questi altri e veri protagonisti della storia di Vincenzo Chiazza, so che resterei ancora “da solo” se non avessi eletto, da me a me, questa compagnia di gente, e se non mi fossi aperto all’arte del narratore il cui dovere è anche e soprattutto quello di riconoscere nei loro occhi, nelle pieghe dei loro visi, nella forza delle loro mahttp://www.sicilykult.it
La Voce di Cianciana ni che stringono le mie mani, le mani della solfatara, gli occhi delle solfatara, i visi della solfatara. Già, perché queste pagine sarebbero cosa da nulla se non tentassi sempre e comunque di farle dialogare con la storia passata e con la storia presente di Cianciana. Se non mi imponessi di sospendere la prima donna del mio io e di convergere la penna destra a raccontare di questa gente, per il breve transito d’un solo giorno, nel quale ha ospitato tuttavia il mio sguardo. E’ vero: sono venuto a Cianciana per sovrintendere alla costruzione del monumento in memoria dei lavoratori della zolfara realizzato da Vincenzo Chiazza, e son finito per innamorarmi del tratto antropologico di questa gente, dei loro sorrisi. Della loro semplice ed efficace accoglienza, del loro stare insieme in un posto sospeso tra la memoria e l’amnesia, tra il sole e la terra, tra le rughe presenti e le rughe della solfatara. Mi dico: dev’essere questa la terra che Chiazza non ha mai dimenticato; al punto che questo monumento senza nome, donato al suo paese, rappresenta, forse, dal punto di vista umano, il significato più alto della sua opera di scultore. E non a caso è il figurativo puro ad essere scelto da Chiazza come modulo della rappresentazione “sacra” della miniera. Una via crucis è questa. Una via dulurusa gonfia di rughe non meno che di dignità. Sacra, certo, sacra almeno quanto il dolore del finito di fronte del suo stesso compimento, almeno quanto la dignità di ogni figlio dell’uomo di fronte alla trascendenza. Qui, nello spazio sacro che Chiazza ha tentato di istituire, e che, in verità è un po’ troppo compresso tra ringhiere e strade, tra alberi e anfiteatri, i minatori sono icone reali, pezzi di mondo e di storia, fatti come in un bozzetto d’accademia, posizionati a giro su un enorme astrazione: la Sicilia, la madre, la donna, la curva,l’emersione, lo scavo, il contorno, il seno, il sorriso, la cavità, il grembo, il mistero, la luce, la caverna, la miniera. Certo, quest’imponente massa di marmo , questa Sicilia scavata e ricavata da Chiazza senza posa (sino a non essere mai contento del risultato effettivo), è la vera esegesi della luce;un trattato di estetica con il quale Chiazza dice alla gente qual è la sua teoria dello spazio. Ritorniamo, infatti, a questa Sicilia, tutte le rotondità e sinuosità- di matrice figurativa lavorata ed astratta- che imbrigliano la luce, obbligandola a spalmarsi sui corpi. È questa l’estetica di Chiazza:una luce curva, sinuosa, che avvolge i corpi, che ne determina le zone di emersione. Una luce studiata e calcolata sin nel più insignificante dei dettagli. Una luce che perciò stesso non lascia mai pago l’artista. Questa Sicilia, questa massa curva di marmo sulla quale lo scalpello dell’artista non si è posato mai abbastanza ( se avesse potuto, credo, avrebbe rispolverato il praticabile e sbozzato del tutto a mano ogni espressione, perché lì, in quel marmo, è il vero segno di Chiazza), descrive spazio e tempo della scena drammatica. Pag. 6
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Numero 4 - Agosto 2004 La via dolorosa del lavoro, è la frugalità del riposo.lo scavo della pietra è la ricerca del grumo giallastro dello zolfo. Sono quattro stazioni – quattro momenti di un tempo circolare che dal lavoro procede verso il riposo e che dal riposo riprende ancora verso il lavoro- quelle che scandiscono questa via crucis della miniera. Tutte eseguite da Chiazza con occhio attento alla dignità e all‟onore.sono icone di modesti lavoranti queste figure di bronzo: ma sono anche nomi e cognomi di gente fiera che ha conosciuto la fatica e il riposo, che ha spezzato e mangiato il pane con frugalità e che ha descritto con la sua vita la parabola stessa di ogni vita. Se questa Sicilia
marmorea e sinuosa descriva l‟astrazione figurativa della madre cava e accogliente, e al contempo della forte e icastica Trinacria,queste quattro figure stilisticamente veriste, sono i cardini di una storia. Quella che Chiazza racconta a Cianciana, per se stesso e per la sua memoria, e a se stesso, per la memoria di coloro che a Cianciana vivono o che da Cianciana partono. Ché, in fondo, si parte sempre per tornare e si torna sempre per partire. Come questo monumento alla memoria e alla storiadedicato alla sua gente da un emigrante che torna a casa- simbolicamente tenta di mostrare. Giacomo Bonagiuso
Con i mestoli ma senza i fucili ! Cianciana, 7 agosto 2004 : i cacciatori di tutto il paese si sono dato appuntamento sulla Piazza, davanti alla Chiesa Madre. Come mai ? La caccia sarebbe stata autorizzata anche dentro Cianciana ? Addirittura non portano i fucili ma sono armati di mestoli et di pentoloni. Adesso capisco : « si tratta della festa annunciata sui manifesti. La quale viene organizzata dal Circolo dei Cacciatori di Cianciana ». Piano piano, i cacciatori cominciano ad accendere i barbecue per arrostire carne e posano i pentoloni sulle cucine da campeggio con chiachiarate e risate. Intanto, i Ciancianesi arrivano in Piazza in mucchietti. Dopo le nove però (anzi dopo le dieci), perchè le feste s‟organizzano di notte, solamente di notte ! Ammettiamo che è più educato festeggiare dopo mezzanotte perchè se si facesse di giorno, si potrebbe svegliare la gente che dorme. Almeno la penso così. Comunque, è arrivato il momento di assaggiare i prodotti tipici preparati con tanta passione e grazie al coordinamento molto efficiente dei bravi cacciatori ; la folla prende d‟assalto le bancarelle sulle quali arrivano i primi piatti di pasta al sugo di coniglio. Di qua e di là sento dire : « Io, sugo di coniglio non ne mangio » o « Io per queste cose, non ci tengo ». Ma la gente che ha avuto il coraggio di mangiare un
piattto di questa pasta eccezionale ne prende un altro e, in tanti, ne prendono ancora un‟altro. Quando il secondo è servito, c‟è una voce che circola attraverso tutta la Piazza : « Hanno preparato la trippa ! » o « c‟è la trippa ! ». E, di nuovo, sento lo stesso lamento : « Io, trippa non ne mangio » o « non ci tengo a queste cose ». Ma i tanti coraggiosi che si sono precipitati per mangiare la trippa, accompagnata d‟un brodo indimenticabile, ne hanno inghiottito tanta e tanta. Dopo di che, sono arrivati i panini con porchetta che hanno riconciliato i Ciancianesi come aveva iniziato a farlo il vino servito gratuitamente in grande abbondanza. Quest‟ultimo avrà contribuito non soltanto ristabilire la pace tra i pro-trippa e gli anti-trippa ma avrà, di sicuro, contribuito a fare ballare una parte della gente. Tutto ciò sembra così normale per i Ciancianesi quanto straordinario per la “gente di fuori”. Si è mangiato tutti assieme e gratis sulla Piazza: pensionati, medici, operai, impiegati, commercianti, senza lavoro. Mi faccio una domanda : « Come mai, in Belgio, là dove lavoro, devo pagare una partecipazione per il pranzo della festa annuale del personale ? » E voi che cosa ne pensate ? Gianni Bartolomeo-Belgio
SOSTENITORI DELLA VOCE La redazione del giornale ringrazia sentitamente gli abbonati che ci hanno confermato la fiducia per l‟anno 2004. Un particolare ringraziamento è indirizzato ai seguenti sostenitori : Signor Joseph Cardella, (Francia) Signor Pietro Ciaravella, Caracas (Venezuela) Signor Salvatore La Corte, Caracas (Venezuela) Dottor Salvatore Piazza, Cianciana Dottor Alfonso Piazza, Levico Terme Signor Giuseppe Stellini, Salsomaggiore Terme Signora Maria Vella, Lazzate Signor Giuseppe Adamo, Belgio Signor Vincenzo Marino, Maslianico (CO) http://www.sicilykult.it
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Nozze D’Oro Gaetano Termini e Antonina Ferraro 12-12-1953 10-08-2004
Angelo Bellanca e Giuseppa Panepinto 27-02-1954 04-08-2004 I coniugi Pina ed Angelo ringraziano il figlio Franco, la nuora Giusy, i nipoti Cristiano e Sara venuti da Torino, la figlia Rosetta, il genero Gaetano e la nipote Antonella, il figlio sacerdote Giuseppe Mario che ha celebrato la Messa. Ringraziamenti anche per il fratello Giuseppe Panepinto e famiglia venuti da Luton, per tutti i nipoti provenienti da Hoddesdon, per i parenti Panepinto ed Arcuri di Torino. Un particolare ringraziamento è indirizzato alla famiglia Paolino Piazza e sorella abitanti nella città di Roma. http://www.sicilykult.it
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Nozze D’Oro Vincenzo Chiazza e Faustina Re 27-06-1954 06-08-2004
Sposi Sergio Piazza e Giovanna Dino, Cianciana, Chiesa della Santissima Trinità, 29-7-2004
Con il massimo dei voti, presso l‟università cattolica di Milano si è laureata in lettere (indirizzo archivistico) la nostra collaboratrice Monica Carmen Giannone, che ha Palermo, 12 luglio 2004. Presso la discusso una tesi sul concetto di libertà in Cicerone. A Mofacoltà di lettere, laurea in discipli- nica i migliori complimenti da parte della redazione del ne dell‟arte della musica e dello giornale. spettacolo (la prima del genere per un ciancianese) per Angelo Abella, di Giuseppe e di Antonina La Corte. Angelo ha discusso davanti alla commissione una tesi dal titolo Lu lamentu di la Settimana Santa a Cianciana. Nell‟aula Seminari i lamentatori di Cianciana hanno eseguito un “piduzzu” del lamentu, ottenendo lusinghieri apprezzamenti dalla commissione e dal pubblico presente. Poi tutti al ristorante a festeggiare il neo dottore, Johnny Savarese si è diplomato in fisioterapia il 30-06parenti, amici, lamentatori e qual2004 a Bruxelles (Belgio). Nella foto Johnny è con la che professore dell‟ateneo palermimadre Orsola, il padre Pietro e la nonna Antonina. tano. http://www.sicilykult.it
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E‟ LA PRIMA VOLTA PER CIANCIANA. OLTRE 110 BAMBINI ISCRITTI
ANCHE CIANCIANA SI TINGE DI GREST
Per la prima volta a Cianciana, nella parrocchia SS. Trinità, è stato organizzato il Grest ( gruppo ricreativo estivo) voluto dall‟arciprete don Giuseppe Pace e dal vice parroco don Salvatore Fiore. L‟iniziativa, patrocinata dal comune di Cianciana, ha avuto un vasto consenso di genitori e ben 110 ragazzi sono stati guidati da 67 animatori e da 5 seminaristi, capitanati dall‟entusiasmo di don Salvatore Fiore. I partecipanti, di età compresa tra i 7 e i 14 anni, sono stati impegnati dal 4 al 18 luglio secondo un calendario prestabilito. Il Grest ha accolto ogni mattina tutti i ragazzi alle ore 8,00 con canti e balli seguiti da giochi, preghiere, feste, gare a squadre, lavori artistici, teatro e danza. Sono state realizzate due uscite, una all‟area attrezzata “ Bosco cavallo” di Cianciana, un‟altra ad Agrigento con conclusione presso la cappella del seminario dove è stata celebrata la Santa Messa. Nel pomeriggio della stessa giornata i ragazzi hanno avuto modo di divertirsi presso L‟Acqua Splash di Sommatino. Una particolare giornata è stata dedicata agli animatori presso l‟eremo di Santa Rosalia alla Quisquina dove i ragazA sinistra Aurora Arrigo che ha rappresentato la Francia nel concorso Miss Italia nel Mondo „04. Aurora è di origine ciancianese essendo nipote di Domenica Bavuso. La Miss ha trascorso alcuni giorni di vacanza a Cianciana ospite dei cugini Antonella Montalbano e Salvatore Ragona. http://www.sicilykult.it
zi si sono confrontati e hanno fatto una valutazione sulle attività svolte. Un sentito grazie va a questi animatori che giorni prima si sono incontrati dando largo spazio all‟entusiasmo, alla voglia di stare assieme e, caricati da una forte dose di buona volontà, si sono prodigati nella sistemazione dei locali, dando un contributo fondamentale per la realizzazione di questo progetto. Da tempo non si sentiva un coro di 110 voci angeliche che già di prima mattina, con allegre musiche e voci gioiose hanno fatto aleggiare su tutto il paese un‟area di serena pace che è il tema che il Grest ha voluto proporre per quest‟anno, appunto la pace. I ragazzi hanno affrontato questo percorso formativo all‟insegna dell‟amicizia e della solidarietà per condividere momenti di gioia nella consapevolezza che il rispetto degli altri e la preghiera sono la base per costruire un futuro da veri cristiani. La chiusura del Grest è avvenuta con una celebrazione Eucaristica ed uno spettacolo durante il quale i ragazzi e gli animatori hanno relazionato sui lavori svolti. La speranza e l‟augurio degli organizzatori di questa prima edizione è che ogni momento, anche il più piccolo, sia stato vissuto insieme, come un tassello che occupa il suo posto per comporre un mosaico perfetto, con al centro il nome di Gesù e attorno una cornice di piccoli cuoricini che palpitano d‟amore per lui e per il fratello che ci sta accanto. Questo il quadro perfetto che è il globo intero rivestito dai mille colori dell‟arcobaleno, che è il segno della pace. Giovanni Caltagirone
CIANCIANA, QUATTRO CANI SALVATI DAI MILITARI Quattro cuccioli di cane sono stati recuperati dai militari dell‟Arma dei carabinieri all‟interno di un cassonetto, a seguito della segnalazione di un cittadino che li aveva sentiti guaire. I militari, dopo aver prestato le prime cure ai cuccioli, li hanno affidati all‟Associazione Anuu - Migratoristi Italiani, rappresentata da Girolamo Pace, che la presiede, da Gigi Loria e Giuseppe Pitarresi (nella foto insieme a Luca Oscar, giovane milanese in vacanza a Cianciana che ha “adottato“ uno dei cagnolini.
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Numero 4 - Agosto 2004
Sweet holidays in America Questa estate la mia famiglia ed io ci siamo concessi un bel viaggio che ha avuto come destinazione gli Stati Uniti ed il Canada. E’ stato un viaggio straordinario, una vacanza eccezionale che rimarrà indelebile nella nostra memoria e che ci ha permesso di scoprire la grande America, che tanta parte occupa nel nostro immaginario collettivo. E’ l’America dei grandi spazi, dei grandi laghi, degli immensi boschi, delle grandi città lanciate verso il cielo con il loro groviglio di grattacieli. E’ l’America delle tecnologie all’avanguardia che ti stupisce, che ti stordisce e che ti manda in crisi. E’ l’America che si fa amare o detestare, ma non si può restare indifferenti nei suoi confronti. Tutto ciò noi lo abbiamo provato. In America forse tutto è esagerato, nel bene come nel male. Gli Stati Uniti ed il Canada sono due grandi nazioni che in passato hanno richiamato, e in misura minore oggi richiamano, milioni di immigrati, di
nostri connazionali che qui hanno trovato ricetto, dignità e che sono riusciti a conquistarsi benessere ed agiatezza, in alcuni casi ricchezza, grazie al loro lavoro, alla loro costanza, alla loro fantasia. Tanti ciancianesi, come è noto, si sono stabiliti negli Stati Uniti e più recentemente nel Canada, sia a Toronto capoluogo della provincia dell’Ontario, sia a Montreal, capoluogo della provincia del Québec. Nel nostro viaggio abbiamo avuto il grande piacere di incontrare dei parenti, degli amici, dei paesani, di fare delle nuove conoscenze, siamo stati invitati persino ad un matrimonio, quello tra Francis Magliano, originaria di Serradifalco (CL), e Steven Pavao, di origini portoghesi. E tutto ciò è stato meraviglioso. E’ nostro intendimento ringraziare di vero cuore Joe e Olga Ciaravella di Guelph, Daniela e Nino Panepinto di Montréal per la loro calorosa ospitalità e tutti i paesani che ci hanno accolto con sincero affetto. S.P.
Eravamo negli Stati Uniti, in un ristorante della città di Atlanta, quando ci ha raggiunto telefonicamente il signor Joe Ciaravella, ciancianese abitante a Guelph nelle vicinanze di Toronto, il quale ci ha chiesto se era nostra intenzione fare un salto di qualche giorno a Toronto, e avendo risposto affermativamente, caloroso è stato il suo invito ad essere graditi ospiti nella sua casa. Altrettanto fece sua moglie, la signora Olga nel corso di successive conversazioni telefoniche, in una delle quali abbiamo espresso al cugino Joe ( è stata la sorella Rosa a farci scoprire il nostro legame di parentela) data l’esiguità dei giorni a disposizione, se era possibile darsi un appuntamento in un locale pubblico per stare insieme coi i nostri compaesani. Per Joe è stato un invito a nozze e subito si è attivato per organizzare il meeting, così come aveva fatto qualche anno fa quando si era recato in Canada don Giacomo D’Anna. Lunedì 2 agosto in Guelph circa una sessantina di Ciancianesi, provenienti dalla zona di Toronto, a cui si sono aggiunti i signori Battista D’Angelo, Antonino Panepinto e Salvatore Bruno provenienti da Montréal, sono stati tutti graditi ospiti nella Banquet hall di Olga e Joe Ciaravella. Di Olga e Joe Ciaravella La Voce si era interessata nel numero 4 – 2001 quando la coppia, di ritorno da un viaggio in Australia, ha voluto ringraziare pubblicamente i Ciancianesi di Adelaide che essi avevano incontrato in quella occasione. Joe è figlio di Domenico Ciaravella, emigrato in Canada insieme alla famiglia nel 1954. In Canada stesso Joe ha conosciuto la moglie Olga, di origini abruzzesi, donna dinamica, laboriosa ed intelligente. La coppia si stabilisce a Guelph, città di 110.000 abitanti nota per la sua università (facoltà di agraria e di veterinaria), dove nel 1975 ha aperto un piccolo negozio di carni e formaggi. Gli affari sono sempre andati bene
e attualmente Olga e Joe hanno un’avviatissima sala trattenimenti che riscuote grande successo. Ma il raggiungimento di una certa agiatezza economica non si è tradotto per la coppia in egoismo o voglia di accumulo: Olga e Joe hanno voluto aiutare la comunità nella quale sono perfettamente inseriti, dedicandosi per circa trent’anni al volontariato o facendo delle donazioni che sono servite per costruire ospizi, palestre, luoghi di ritrovo per anziani, per sostenere donne in crisi etc. Per tutte queste opere meritorie Olga e Joe hanno ricevuto proprio quest’anno, una onorificenza da parte del sindaco di Guelph con la seguente motivazione: “ Il vostro meritato riconoscimento è stato accolto con gioia ed orgoglio da tutta la comunità. Felicissimi, ci congratuliamo con voi e tutta la famiglia con l’augurio che il vostro futuro continui ad essere costellato di gioia, buona salute e successo”. S.P.
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Olga e Joe Ciaravella ricevono l’onorificenza dal sindaco di Guelph (Canada)
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Numero 4 - Agosto 2004
DALLA BANQUET HALL DI GUELPH SPOSI FRANCIS MAGLIANO E STEVEN PANAO GUELPH ( CANADA) 31 LUGLIO 2004 Nella foto da sinistra la signora Maria Iacuzzo, mamma della sposa, la nonna Francesca, il nonno Calogero, la nonna Maria, la sposa Francis Magliano, lo sposo Steven Panao, ed infine Angelo Magliano, fratello della sposa
Nella foto in alto Domenico Ciaravella, la moglie Elisabeth e i figli. Nella foto a destra Francesca Ciaravella con il marito Gino Palermo e i figli.
Guelph 2 agosto 2004. Gruppo di ciancianesi riunitosi per festeggiare il nostro arrivo in Canada, tutti graditi ospiti nella Banquet Hall di Olga e Joe Ciaravella http://www.sicilykult.it
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Numero 4 – Agosto 2004
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SALVATORE BRUNO, UNA VITA PER IL CANTO Il cantante Salvatore Bruno, di Stefano e di Salvatrice Ciliberto, è nato a Cianciana il 2 marzo 1947. Aveva solo 14 anni quando nel 1961 è emigrato a Montreal in Canada. Fin da piccolo si è manifestata in lui la passione per la musica ed il canto sarà il suo costante compagno di viaggio. Di nascosto della famiglia che voleva per lui un mestiere sicuro, Salvatore ha frequentato una scuola di canto, riuscendo a mettere da parte i soldi necessari a costo di piccole economie. Dopo due anni di intenso studio, sorretto da una incrollabile passione, per Salvatore c’è stata la sua prima performance in pubblico. Un giorno timidamente Salvatore si presenta al padre Stefano con dei biglietti in mano. “Cosa sono questi biglietti? “chiede il padre “ Sono dei biglietti di ingresso per tutta la famiglia perché questa sera io canto in pubblico all’interno di una chiesa “, fu la risposta del nostro cantante. Durante l’esibizione del figlio, papà Stefano fu talmente contento da riuscire a stento a trattenere le lacrime. Dopo quella serata il Nostro ha potuto continuare gli studi
liberamente, coltivando così la sua passione, ma solo recentemente ha lasciato il suo lavoro presso un’industria tessile. Ha fondato il gruppo Los Amigos, più tardi ribattezzato Salvatore Bruno e la sua orchestra. Con il passare del tempo, grazie alle sue doti canore e ai suoi modi accattivanti di presentarsi, Salvatore riesce a conquistarsi sempre più notorietà, esibendosi in matrimoni, battesimi, inaugurazioni di locali pubblici etc. non solamente a Montréal, sua città di residenza, ma in tantissime località del Canada come Ottawa, la capitale federale, Quebec city, Les Sept Iles, Toronto ed anche in Pensilvania (USA). Oltre che interprete Salvatore è anche autore di canzoni ed è di prossima pubblicazione un C.D. intitolato Le canzoni della piccola Italia. Salvatore Bruno predilige la musica sentimentale e popolare: suoi modelli di cantanti sono il grande Frank Sinatra, l’inglese Tom Jones e gli italiani Nicola di Bari, Adriano Cementano e Gianni Morandi. Poliglotta, parla oltre all’italiano, il francese, l’inglese, lo spagnolo e canta anche in lingua greca. A Cianciana, suo paese natìo, Salvatore è tornato nel 1972 e si è esibito con l’orchestra Montalbano in matrimoni e in recital come quello presentato da Girolamo Montalbano la cui ospite d’onore era la nota cantante Fiammetta. Speriamo in un prossimo futuro di assistere ancora a Cianciana ad una esibizione di Salvatore Bruno. S.P.
San Remì (Canada) 8 agosto-gruppo di ciancianesi in casa del signor Battista D’Angelo. Da sinistra seduti Sonia, Carmela e Salvatrice Ciliberto, Salvatore Panepinto. In piedi da sinistra Salvatore Bruno, Daniela e Nino Panepinto, Giuseppe Setticasi, Gino di Maria, Anselmo di Stefano i coniugi Battista D’angelo, il figlio Benny con la fidanzata Manon e Angela Di Rosa. http://www.sicilykult.it
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Numero 4 - Agosto 2004
L’ORGANETTO…alias l’armonica a bocca” Accade spesso che nel nostro linguaggio quotidiano, pronunciando il nome “organetto”molti lo scambiano per una fisarmonica, per altri è la “pianola meccanica” o il pianino degli ambulanti itineranti, versione più moderna di uno strumento meccanico denominato, per l’appunto, “Organetto di Barbiera”, (orgue de Barbarie), oppure ancora un particolare strumento il cui suono viene prodotto dalle vibrazioni di sottili lamelle di metallo, dette ancie In pratica, con il nomadi “organetto” si intende dappertutto la piccola fisarmonica diatonica italiana, tutt’altra cosa della più grande fisarmonica a piano e dell’armonica a bocca, argomento di questa puntata, anche se, con questi suoi parenti più prossimi, l’organetto divide la sua storia. Nel dialetto siciliano, invece, l’organetto viene identificato con l’armonica a bocca. Questo strumento ha trovato una certa fortuna un po’ ovunque, impiego popolare, e più spesso popolaresco, e inoltre una singolare peculiarità per quanto riguarda la musica folk, country e il blues, anche in sostituzione di altri strumenti usati in ambito tradizionale. L’armonica a bocca è costituita da una o più serie di lamelle,dette specificamente ancie, libere, intonate e disposte secondo scale diatoniche, o più raramente scale cromatiche, che vengono alimentate dall’insufflazione diretta del fiato del suonatore, soffiato dentro una struttura lignea fatta di brevi canali a nido d’api affiancati, di sezione per lo più quadrata, ciascuna dei quali alimenta un’ancia o più spesso due, in modo da poter suonare sia in espirazione sia in inspirazione. Dalla diversa intonazione delle due ancie, come avviene di regola, la scala completa si ottiene alternando il sof-
fio in entrata a quello in uscita. Per le sue piccole dimensioni l’organetto ha conosciuto qua e là un uso, per così dire, da “One-man band”,essendo accoppiato solitamente ad una chitarra e a qualche strumento a percussione, suonato da uno stesso esecutore. Quest’uso si rincontra principalmente presso i cantastorie girovaghi i quali si esibiscono sia da solisti sia come accompagnatori del cantore principale, e inoltre, presso certi suonatori di musica per danza di alcune zone della Sardegna, ove l’organetto, come il nome di “sunette”, è entrato nella stabile pratica di professionisti. Altre zone di maggior diffusione sono le valli del Taro e del Ceno nell’Appennino parmense; per i suonatori della ghironda, strumento musicale popolare cordofono di origine rinascimentale,tipico di queste zone, di cui parleremo in un'altra puntata, ma anche di violino a di tanti altri strumenti d’insieme, l’organetto è un’amalgama musicale indispensabile. Si conosce inoltre una versione dell’armonica a bocca che precorre la più moderna “ clavietta”, essendo costituita da un guscio di legno contente la ancie libere che prendono l’aria attraverso un insufflatore unico posto ad una estremità. Su una faccia del contenitore sono disposti dei tasti a leva semplice, mentre altri più grandi sono collocati nella faccia opposta per le note basse di accompagnamento. Ciascun tasto apre l’adito al fiato per investire la rispettiva lancia, mentre un falso padiglione assicurato all’estremità opposta a quella dell’imboccatura accentuata l’aspetto esteriore da “trombetta” o piccolo oboe. Eugenio Pupello - Bivona
NOTIZIE DALL’ANAGRAFE Gaetano Di Chiazza, nato a Cianciana il 12-10-1916, deceduto il 10-6-2004 Maria Abella vedova Foca, nata a Cianciana il 23-11-1915, deceduta il 10-6-2004 Angela Carubia vedova Cutrone, nata a Cianciana il 2-4-1910, deceduta l’11-6-2004 Francesco Cicchirillo, nato a Cianciana il 3-10-1917, deceduto il 20-6-2004 Pietro Giannone, nato a Cianciana il 13-12-1914, deceduto il 23-6-2004 Leonardo Ferraro, nato a Cianciana il 28-5-1918, deceduto il 25-6-2004 Rosa Abella in Piazza, nata a Cianciana il 12-6-1928, deceduta il 28-6-2004 Marcello Marino, nato a Cianciana il 28-5-1935, deceduto il 4-7-2004 Giuseppa Cammarata vedova Iacono, nata a Cianciana il 2-1-1939, deceduta il 10-7-2004 Margherita Cammarata vedova Campo, nata a Cianciana il 27-3-1914, deceduta il 15-7-2004 Antonino Mortellaro, nato a Bivona l’11-1-1922, deceduto il 17-7-2004 Salvatore Traina, nato a Cianciana l’11-4-1913, deceduto il 22-7-2004 Antonina Miserandino vedova Pollari, nata a Cianciana il 16-4-1920, deceduta il 30-7-2004 Filippo Bellanca, nato a Cianciana l’8-9-1944, deceduto il 6-8-2004 Felice d’Angelo, nato a Cianciana il 13-4-1958, deceduto il 9-8-2004 Giuseppe Zambito, nato ad Alessandria della Rocca il 31-10-1918, deceduto il 12-8-2004 http://www.sicilykult.it
D E C E S S I
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Francesco Cicchirillo, nato a Cianciana il 25-4-1939, deceduto il 27-8-2004 Antonino Colletti, nato a Cianciana il 15-5-1910, deceduto il 30-8-2004 Giuseppa Corallo in D’Angelo, nata a Palermo il 5-6-1947, deceduta il 31-8-2004 DECEDUTI FUORI CIANCIANA Giuseppe Gambino, nato a Cianciana il 18-1-1919, deceduto a Tinja (Tunisia) il 19-7-2004 Salvatore Salamone, nato a Cianciana il 15-2-1918, deceduto a Bron (Francia) il 16-7-2004 Calogero Alongi, nato a Cianciana il 5-6-1953, deceduto ad Avellino il 13-8-2004
MATRIMONI Giuseppe Cibella e Rosalia D’Angelo, Ribera, Chiesa di San Nicolò, 7 luglio 2004 Sergio Piazza e Giovanna Dino, Cianciana, Chiesa della Santissima Trinità, 29 luglio 2004 Salvatore D’Angelo e Rosa Maria Castellano, Cianciana Chiesa Sant’Antonio, 17 agosto 2004 Antonio Montalbano e Cristina Lupsu, Cianciana Chiesa della Santissima Trinità, 25 agosto 2004 NASCITE
Elisa Dore di Bruno e di Anna Campisi, nata a Saint Avolte (FR) l’1-5-04
Gaspare Taglialavore di Giuseppe e di Michelina Sabatino, nato a Dammarie-les-Lys (Francia) l’1-06-2004
Maria Grazia di Tora di Cosimo e Fina Soldano, nata a Tor Vaianica (Roma) il 19-06-2004
Felice D’Angelo di Santo Martino e di Franca Ciraolo, nato a S. Stefano Q. l’1-07-2004
Dalila Giannone di Filippo e di Giuseppina Mannino, nata a Palermo il 30 -07-2004
Giovanni Vella di Alfonso e di Patrizia Mannino, nato a Sciacca il 05-08-2004
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Gianluca Provenzano di Pietro e di Silvia Carubia, nato a Maasmechelen (Belgio) il 03-06-2004
Andrea Guastella di Pasquale e di Tanina Marino, nato a Trento l’11-062004
Alessandra Scardino di Ang e l o e d i An t o n i n a D’Angelo, nata a S. Stefano Q. il 15-07-2004
Alessandro Costanza di Piero e Rosy Romeo nato a Palermo il 23-07-2004
Rachele Gattuso di Giovanni e di Caterina Carubia, nata a Ribera l’11 -08-2004
Tommaso Pace di Angelo e di Giuseppina Cammarata, nato a Sciacca il 13-08-2004
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SALUTI DALL’AMERICA Da Toronto Pino Ciaravella saluta tutti i cugini Ciaravella e Mattaliano. Un caro saluto a Totò Diliberto La signora Rosa Ciaravella in D’Angelo saluta i cognati d’Angelo e i cugini Mattaliano e Ciaravella. Nino D’Angelo saluta il fratello, l cognata e tutti i nipoti. Maria e Pasquale Guastella salutano la zia Vincenza Montalbano, i cugini Vincenzina e Vincenzo Di Rosa, Franco Castellano e famiglia, Enzo Castellano e famiglia, la famiglia Greco, i cugini Conti, Giuseppe e Nino Reina e famiglie. Un caro saluto per Onofrio La Corte e famiglia abitanti a Como, per Angela e Matteo Montalbano abitanti a Hoddesdon. Un ricordo anche per la zia Gaetana Guastella che abita a Manchester. Pino Perconti saluta i cugini e tutti gli amici, in particolar modo Alfonso Roccaforte che abita ad Agrigento. Olga e Joe Ciaravella salutano tutti i parenti e gli amici che abitano a Hoddesdon. Un particolare saluto è indirizzato ai ciancianesi che abitano ad Adelaide ( Australia ), recentemente conosciuti. Un caro saluto va anche ai parenti della Francia. Le sorelle Rosa e Nina Perzia salutano lo zio Antonio e famiglia, la cugina Angelina Salvo Giambrone e famiglia, i cugini Perconti e tutti gli amici. I fratelli Rocco e Nick Ficara con le mogli salutano Matteo e Angelo Montalbano, abitanti ad Hoddesdon. Joe Ciaravella manda tanti saluti al compare Gaspare Amato e famiglia. saluti anche per Gaetano e Nino Termini Vince e Gemma Bavuso salutano i nipoti Luigi ed Antonella, Giovanna ed Alfonso, le sorelle Norina e Caterina, il cognato Mario, Joe e Giuseppina Borsellino e Giuseppina Roccaforte. Nina Lo Papa saluta Margherita Volpe, Lucia Pecoraro ed il dottore Giuseppe Contessa e moglie. Rosa Cannatella saluta Giuseppa Di Stefano Ciccarelli e i figli con le loro famiglie, Gaetana e Domenico Bartolomeo, Isidoro e le loro famiglie; Saluti anche per Maria Bartolomeo, Francesco Cimino e la cognata Pina. Santo Guida saluta Gaetano e Agostino Amato e famiglie. tanti cari saluti ai fratelli Antonino, Giuseppe e Pietro Guida e rispettive famiglie.
Da Montreal Gino di Maria saluta i cugini Gino, Gaetano, Giuseppe, Zina e la zia Innocenza Anselmo di Stefano saluta la nipote Giuseppina D’Anna, il signor Gerlando D’Angelo, l’avvocato Re, il professor Gaspare Albanese. Giuseppe Setticasi saluta Gabriele Perconti abitante a Cianciana, Giovannina e Serafina Dato che abitano in Francia. Battista D’Angelo saluta tutti i parenti di Cianciana Le zie Carmela e Salvatrice Ciliberto salutano i nipoti Maria, Nella Giuseppe e Girolamo Montalbano, Ninfa e Giuseppe Pensato abitanti a Vancouver. Nino Panepinto e la Moglie Daniela salutano i nipoti di Cianciana, le sorelle della Francia e Peppe Panepinto che abita a Como. Salvatore Bruno saluta i cugini Termini e Milillo.
Da sinistra Salvatore Comparetto, la moglie Giuseppina Di Maria, Giuseppina Ragusa e il marito Salvatore D’Angelo, Anna Ciaravella, la cognata Francesca Gaiteri e il marito Giovanni Gaiteri
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