Il Museo del Castello di Mola e l'Opra di Pupi

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Ideato e progettato da: Museo del Castello di Mola

Curato e realizzato da : Giuseppe Ragonese Giuseppe Filistad Katherine M. Castillo

Pubblicazione realizzata nell’ambito del Progetto “Internship” curato da Centro Studi Italiani Babilonia


Sommario Museo del Castello di Mola Il museo

Sull’opra dei pupi

L’origine Cantastorie e contastorie Il repertorio siciliano Fonti del repertorio cavalleresco Tradizione orale e scritta Fonti delle farse La manovra dei pupi La rappresentazione Ribelli e sovrani L’amore La religione e la magia Tipologia generica dei personaggi

Castelmola

Monte Venere La Chiesa Madre

Poesia

Ora come allora Ingenuo Terra


l e d o e s u M stello Ca i Mola d


“L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello

spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto…”

“Nel regno delle idee tutto dipende dall'entusiasmo… nel mondo reale tutto si basa sulla perseveranza.”

– Johann Wolfgang von Goethe


Il Museo del Castello di Mola, progetto ideato ed elaborato dall'Associazione Art Promotion ed entusiasticamente sposato dall'Amministrazione Comunale di Castelmola, apre al pubblico le proprie sale nel 2015 sotto la Direzione Artistica dell'Associazione ideatrice. Le sue sale, situate tra le rovine dell'antico castello di epoca normanna, danno ospitalitĂ a tutte le espressioni della Cultura, con particolare riguardo all'Arte Contemporanea: Pittura, Scultura, Letteratura, FotograďŹ a trovano la loro dimora naturale nelle sale del Museo, che ha avuto l'onore di accogliere illustri Artisti ed Autori di fama nazionale ed internazionale.


Mostra di Arte Contemporanea REMIX di E. Leofreddi

Mostra di Arte Siciliana Sensazioni Mediterranee di Michelangelo Lacagnina


Vari progetti culturale sono stati avviati nel corso dell'attività del Museo, l'ultimo dei quali, promosso nel 2017, si prefigge il recupero e la diffusione delle opere della cultura popolare Siciliana: la pittura decorativa dei carretti, quella delle opere devozionali, le illustrazioni delle tavole dei cantastorie e il Teatro dell'Opra dei Pupi. Non si tratta di un “semplice” lavoro filologico, ma di un'azione concreta che guarda al Passato per analizzarlo ed evidenziare quanto questo importante bagaglio culturale sia suscettibile di adeguarsi alle esigenze della contemporaneità.


Mostra di design e moda Simona Jimena Lacagnina

Workshop di fotografia Domiad Network- Canon Academy


a r e p O L’ i Pupi d


L’origine L’Opra dei pupi è il teatro tradizionale delle marionette dell’Italia meridionale. Il repertorio è costituito principalmente da lunghe vicende rappresentate a puntate, derivanti dalla letteratura epico-cavalleresca, particolarmente dal ciclo carolingio e comprende anche vite di banditi, vite di santi, avvenimenti storici, trame shakespeariane e brevi farse. Esistono diverse tradizioni dell’Opra: quella <<palermitana>>, diffusa nella Sicilia occidentale, quella <<catanese>>, diffusa nella Sicilia orientale. I gestori dei teatri, detti in Sicilia “opranti, teatrinari, o pupari”, muovono i pupi, li fanno parlare, talvolta li costruiscono e dipingono le scene.



Cantastorie e contastorie Il teatro con attori viventi ha rappresentato solo alcuni episodi dei cicli cavallereschi in spettacoli di una sola sera o in brevi serie. Il cuntu del contastorie, invece, esponeva a puntate tutte le avventure degli eroi cavallereschi. I cantores et joculatores Francigenorum avevano portato sin dal secolo XII la materia epica carolingia in Italia, con la recitazione cantata delle Chansons de Geste. Gli artisti girovaghi si specializzarono in repertori di diverso genere: epico, religioso, comico-satirico e di attualitĂ . Il testo era improvvisato, memorizzato o letto, recitato a puntate con un ritmo particolare e senza accompagnamento musicale.



Il repertorio siciliano In Sicilia il repertorio dell’opra comprende narrazioni storico-romanzesche come Pia dei Tolomei, La Baronessa di Carini, Ruggero il Normanno conquista la Sicilia, Il Vespro Siciliano, La storia di Vittorio Emanuele e di Garibaldi; qualche argomento shakespeariano, come Giulietta e Romeo, Macbeth, Otello; vite di banditi come Antonio Di Blasi detto Testalonga, Giuseppina la brigantessa, Marziale brigante assassino, Versalona, Pasquale Bruno, Musolino, Vincenzo Craparo, Il bandito Leone e altri argomenti. Le storie di santi piÚ rappresentate variano in rapporto al culto dei patroni locali. Tali narrazioni sono articolate in cicli.



Fonti del repertorio cavalleresco

Le fonti remote delle tradizioni cavalleresche popolari sono rappresentate da due generi della letteratura francese medievale: l’epica e cioè le Chansons de Geste (in origine oggetto di trasmissione orale e cantata; si narrano le guerre dei cristiani contro I saraceni), e il romanzo arturiano (rappresenta gli ideali di comportamento della società cortese del secolo XIII). Le imprese compiute dagli eroi sono prove, spesso a carattere magico e meraviglioso, per conquistare l’amore della dama. Nello sviluppo delle narrative cavalleresche in Italia si possono individuare tre fasi: la prima costituita dalla cosiddetta letteratura franco-veneta, la seconda che parte dalla metà del XIV secolo sino al XVI secolo,e la terza aperta dai tre famosi poemi, Morgante, l’Orlando Innamorato e l’Orlando Furioso.



Tradizione orale e scritta Nell’Italia meridionale le leggende cavalleresche continuano ad essere prevalentemente orali sino al principio del Novecento. Per quanto riguarda il teatro dei pupi è probabile che, prima della pubblicazione della Storia dei paladini, il loro repertorio fosse piĂš ristretto di quello del cuntu e comprendesse soltanto le trame dei libri piĂš facilmente reperibili. Oltre alla Storia dei paladini, le edizioni cavalleresche siciliane constano di una serie di altre opere letterarie di matrice francese ed italiana.



Fonti delle farse I soggetti delle farse dell’area palermitana risalgono alle vastasate, rappresentazioni comiche derivate dalla Commedia dell’Arte che ebbero molto successo a Palermo alla fine del secolo XVIII. Vi sono due specie di copioni: quelli con testo completo delle battute e quelli che sono soltanto una traccia, quest’ultimi più frequenti.



La manovra dei pupi Le gambe sono libere di movimento in avanti e limitato indietro, e le braccia sono libere di muoversi in tutte le direzioni. Per far camminare il pupo con una gamba avanti e l’altra indietro basta sollevarlo lievemente da terra. I pupi si distinguono tra di loro per l’altezza e il peso. I pupi Catanesi per esempio, sono alti da un metro e dieci a un metro e trenta e pesano circa 30 Kg.



La rappresentazione Lo spettacolo inizia con il suo lento ritmo, prolungato da molti cambiamenti di scena e molte pause. Nelle pause il teatrinaro dà disposizioni agli aiutanti per la scena successiva. Le pause sono accompagnate dalla musica che deve coprire tutti i silenzi e interrompersi quando i personaggi parlano: un segnale dato dall’oprante, battendo due volte il piede, la fa iniziare, interrompere, riprendere. Tutti le parti sono spesso recitate con abili mutamenti di voce dall’oprante.



Ribelli e sovrani Il contrasto fra sovrani e vassalli ribelli assume valore centrale nella narrativa cavalleresca e gran parte degli intrecci sono costruiti su di esso. Infatti i baroni ribelli vengono meno alla fedeltĂ verso il sovrano ma non vengono mai meno alla fedeltĂ verso il gruppo Cristiano, rispettano quindi i patti e le regole della Guerra.



L’amore Nelle Chansons de Geste i temi amorosi sono assenti mentre hanno importanza predominante nel romanzo arturiano. Nell’Orlando Innamorato e nell’Orlando Furioso i temi amorosi assumono il ruolo di motore centrale della struttura narrativa. Le versioni popolari siciliane modificano il tono rendendolo simile a quello dei romanzi e dei poemi del Trecento e Quattrocento: ridimensionano cioè le vicende amorose sia riducendo lo spazio sia correggendo il pathos con l’intrusione di elementi comici.



La religione e la magia La religione è uno dei motivi fondamentali della letteratura cavalleresca carolingia. Cio’ è accaduto anche in Sicilia quando i pupari facendo proclamare, a gran voce e spesso, ai loro personaggi l’impegno di difendere la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana sono riusciti a ottenere ospitalità negli istituti religiosi. Anche sotto questo aspetto l’Opra era sentita come un modo di partecipare alla riaffermazione delle credenze fondamentali del gruppo. Le trame cavalleresche contengono molti elementi soprannaturali sia religiosi che magici. I primi intervengono solo a favore dei cristiani, i secondi sia a favore dei cristiani che dei saraceni.


Tipologia generica dei personaggi

Sistema semantico

Sistema sinattico

Guerrieri saraceni

Armatura quasi sempre completa Volto brutale Voce brutale Pantaloni o gonnellino Talvolta grandi maniche di stoffa invece dei bracciali metallic Talvolta giacca (<< cappotto >>) sopra la corazza Turbante (non sempre) Mezzelune e stele quasi sempre

<< armati >> = guerrieri << paggi>> = non guerrieri Guerrieri cristiani

Donne guerriere

Giganti

Armatura Vesti di stoffa Armatura completa Volto gentile Voce gentile Gonnellino

Armatura Voce acuta Mammelle sbalzate sulla corazza Capelli lunghi che escono dall’elmo

Stature maggiore degli altri personaggi Armatura o (piu spesso) vesti di stoffa


Maganzesi Re disarmato Re armato Imperatore Soldati cristiani

Soldati saraceni

Mago

Bassa statura Volto odioso Gonnellino e piume neri

Vesito di stoa: tunica ovvero Corona in testa Mantello Armatura Corona in testa (sull’elmo) Mantello

Come sopra ma la corona sul petto e sullo scudo e circondata d auna corona d’alloro Corazza che copre solo il petto << Cappotto >> Gonnellino Scudo con croce Pantaloni e camicia Gile Scudo con mezzelune Turbante

Tunica nera con bordirossi e mantello


a l o m l e t s Ca


“ Castelmola è un balcone aperto su

una ineguagliabile scenografia natu-

rale che dalle pendici dell’Etna prose-

gue per la baia di Naxos, il teatro ed il castello di Taormina, le spiagge di

Mazzarò, il capo di Sant’Alessio, fino a raggiungere lo Stretto di Messina e la Calabria. È uno sguardo sull’infinito. È una vertigine che mozza il fiato.”



Monte Venere Monte Venere è la cima più alta del comprensorio. Rappresenta la propaggine meridionale dei Peloritani. Dall’alto dei suoi 900 metri si gode un panorama mozzafiato su buona parte della Sicilia orientale sino alla Calabria. «Quasi sospesi tra cielo e mare, con un’aria leggera, lo spirito s’innalza; e lontano dalle piccole vicende umane [...] ti solleva l’anima ad un’ispirazione di poesia, che nobilita e che risuona, insieme allo slancio di dedizione a Dio, la gratitudine e la gioia per il bene che Egli ci ha donato. [...] La poesia che qui fluisce con pienezza e spontaneità e ricca di immagini e suggestioni indimenticabili» (Arturo D’Agostino «Castelmola Taormina e Dintorni»).



La Chiesa Madre La cattedrale è stata costruita negli anni 1934-1937; architettonicamente presenta una commistione di stili: dal romanico al gotico, dall’arabo al normanno. L’ingresso principale è laterale rispetto alla piazza e prospetta su un belvedere dal quale si può ammirare l’imponente Etna, che domina il golfo di Naxos.


i t a r i p Is Poesie di Katherine M. Castillo


“It was a quotient day, agnate to that in the past, and those to

come. Onliest digression was the intent; what ventures do I partake in?....�


NaĂŻve

I see you in the distance

always near but never here.

What lies across the stretch of blue is but a dream.

Those who travel yonder never returning the same as they were.

For as tempting you are, you are poisonous.

Enchanting us like the sirens in the epic tales of Ulysses. I do not desire you

but what choice do you give me

when I awake and see your beauty. You are my end

and like me so many you have pierced their hearts. And it is not lava that ows from your mouth but rather our blood.


Ingenuo

Ti vedo all’orizzonte

sempre vicino ma mai qui.

Ciò che solca la striscia blu e’ solo un sogno.

Chi l’ha oltrepassata oggi non e’ più’ lo stesso. Tanto tentatrice,

quanto velenosa.

Ci affascini come le sirene dell’epico Ulisse. Non ti bramo

Ma che scelta mi dai

quando, appena sveglia, ammiro la tua bellezza. Sei la mia fine.

Hai trafitto il mio cuore come quello di tanti altri. Non e’ lava che sgorga dalla tua bocca Ma il nostro sangue.


It is now as it was before

Perched on a pillar fashioned by peasants, imagined by a great artist,

and ďŹ nanced by a nobleman,

in a time, I can only read about and attempt to fathom its genuine beauty.

Carved of stone that came before man, to support the walls of rooms

that once housed those who altered our prospective of the world.

From a thought

that derived from the overwhelming beauty they saw and I see now.

From the pillar I am perched of the ruins from a time lost to man but never lost

to the beauty.


Ora come allora

Seduta su di una colonna edificata dai contadini, progettata da un grande artista, e finanziata da un nobile,

in un tempo, di cui posso solo leggere e tentar di cogliere la genuina bellezza.

Scolpita in una pietra venuta al mondo prima dell’uomo, per sostenere le mura di una stanza

che fu casa per chi altero’ la nostra concezione del mondo. Con un pensiero

nato da quella straordinaria bellezza

che loro videro allora come io vedo ora. Da quella colonna, le rovine

di un tempo che l’uomo ha smarrito ma che non sarà mai perso dalla Bellezza


Terra

You, unforgettable in simplicity, deluged and I drowned. Bewitching, wild,

unfettered.

I lusted after you

and you innocently seduced me. Exposed to me your bows, your secrets,

your vulnerabilities.

Submitted yourself to me. Dreams were of you.

My nights consumed yearning you.

You were mine but I could never be yours. A tragedy even so I could not succumb. You had my heart

nonetheless it resides with another.


Terra

Tu, indimenticabile per semplicitĂ ,

Mi hai sopraatto ed ho capitolato. Ammaliante, Selvaggio, Assoluto. Ti bramo

E mi hai sedotto con innocenza. Mi hai dato il ďŹ anco

Narrato i tuoi segreti

Indicato le tue debolezze. Ti sei sottomesso.

Tu eri ogni mio sogno.

Le notti trascorrevano nel volerti.

Eri mio, ma io non sarei mai stata tua. Tragico, ma che ci posso fare Hai il mio cuore

Ma vive altrove.


www.sempreghiotti.it info@sempreghiotti.it +39 0934 940426



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