Le nostre radici
Dall’album di famiglia...
I Del Maschio Danelin Fantin, da Giacomo a… Pietro. Oltre mezzo millennio di storia in terra budoiese In attesa di avere la fortuna d’imbatterci in documenti cronologicamente antecedenti a quelli finora esaminati,1 riguardanti i Del Maschio, presentiamo il clan dal doppio soprannome: i Del Maschio Danelin Fantin. Pietro con la cuginetta Gianna nel cortile dei Fantin. È novembre 1941.
__ VENTISEIESIMO INSERTO di Vittorina Carlon Una scena agreste degli anni ’50 del secolo scorso. Antonietta con la madre Battistina, il marito Antonio e lo zio Giuseppe. Tutti sono «armati» di rastrelli, forche, mentre la mussa li sta beatamente a osservare all’ombra di un gelso.
Dal patronimico al cognome. 1480-2011
Giuseppe Del Maschio Danelin, in età già avanzata. Alle sue spalle il limone con i suoi abbondanti frutti, pianta che curava con passione.
Un momento particolare della civiltà contadina: l’uccisione del maiale. Nel cortile della casa di via Pozzi, Giuseppe Del Maschio e il nipote suo omonimo con i norcini del paese, i fratelli Giuseppe e Marco Mezzarobba Piai, controllano il peso del suino dopo l’uccisione.
Pietro Del Maschio Danelin (n. 1874), negli anni ’30 dello scorso secolo.
Innanzitutto è doverosa una breve nota introduttiva sul cognome. Del Maschio deriva dal patronimico Maschio, denominazione assegnata a un bambino «maschio», tanto atteso e desiderato. Dal nome personale a quello di famiglia il passo fu breve e Maschius, insieme ad Anzelin, divenne uno dei cognomi più diffusi nella Budoia di metà Seicento. Le fonti genealogiche più remote del cognome del Maschio risalgono, infatti, già all’inizio del ’500 con Maschius Maschlus e Petrus Maschlus (1507-1512) e ancora Dominicus q. Bartholomei Mascli (1528), Jacobus filius q Mathei del Maschli (1544-1563),2 Maschio del Maschio (1555), Antonius q. Andree del Maschio (1563) e Franciscus di Ticiani del Maschio (1563).3 E altri ancora. Il cognome ebbe un’evoluzione grafico-fonologica nell’arco della sua storia, lunga oltre mezzo millennio: dalle forme Masculis, Masclus, Mascli, Mascus fino alla versione del Maschio e a quell’attuale con l’iniziale maiuscola della preposizione. La variante priva di preposizione articolata si registrò anche in alcuni atti anagrafici dell’Ottocento, in particolare di persone che emigrarono a Venezia. È uno dei pochi nomi di famiglia ancora vivi nella toponomastica stradale: si tratta della via a nord-est del paese, la cui intitolazione fu ripresa dalle mappe catastali ottocentesche, napoleonica e austriaca. Denominata a quell’epoca Strada Comunale dei Maschi, la via delimitava, con la Strada Comunale detta Cal de Gaja, l’area in cui abitavano i nuclei familiari numericamente più consistenti dei Del Maschio.
Lorenzo Del Maschio (al centro) con altri commilitoni e bambini greci, durante la guerra in terra ellenica.
I quattro fratelli Del Maschio in occasione della festa di matrimonio del nipote Antonio, negli anni ’60 del secolo scorso, a San Tomè. Da sinistra: Giuseppe, Domenico, Lorenzo, Gino.
Dal 1760 al 1900 le persone con tale cognome erano 650 circa. Dalle omonimie ai soprannomi Domenico, Mathio, Zuanne, Pietro, Zuan Maria, Zambatta, Giacomo e ancora Mathio e Pietro furono i nove capifamiglia di altrettanti nuclei dei del Maschio, individuati finora in zona, a metà del ‘600. In quel periodo le omonimie si stavano diffondendo a macchia d’olio, tanto che già allora tre capi di casa si distinguevano dagli altri per l’uso del soprannome: Gant con Pietro, Visintin/Visintino con Zuan Maria e Mathio. Altri soprannomi si formarono quasi contemporaneamente. Quello di Munar/o fu registrato per la prima volta nel 1657 e il casato è ancora vivo nella memoria collettiva. Da questo si staccò un ramo, il cui capostipite sposò una Parmesan di Dardago, che diede l’avvio all’omonimo soprannome. SEGUE
Casa di proprietà di Pietro Del Maschio Danelin Fantin. In alto. Chiave di volta dell’arco d’ingresso dell’abitazione in cui è inciso l’anno di costruzione, 1655.
Note. 1. Le fonti documentarie esaminate sono state rinvenute presso l’Archivio dell’antica Pieve di Santa Maria Maggiore di Dardago, l’Archivio di Stato di Pordenone, Archivio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro Fantin. La fonte bibliografica consultata è il volume di Carlo Zoldan La pieve di Dardago tra XII e XVI secolo. Le pergamene dell’archivio, l’Artugna, 2008. 2. 1558. Iacobus del Maschi, camerarius modernus ecclesiae S. Marie de loco Dardaci. 3. 1563. Franciscus di Ticiani del Maschio iurato e cameraro.
INSERTO DE l’Artugna n. 124 · DICEMBRE 2011
Dell’Anzola fu trascritto per la prima volta nel 1661, nel registro dei battezzati. All’ inizio del XIX secolo, a tale versione si sostituì il diminutivo maschile Anzolet, soprannome presente a tutt’oggi nella comunità e attuale anche nella toponomastica stradale. Il casato Cussol/o-Cuzzol/o si trova documentato per la prima volta negli anni 1746-48: fu un del Maschio che, sposatosi con una Zambon di Dardago, assunse tale soprannome. Si riscontrano, inoltre: Comel, Bologna, Biscontin, a fine Seicento; Burigana e Bevilacqua nei primissimi anni del ’700; Conte e Petol (1747), Machion (1748); d’Iustin era un soprannome formatosi nel ’600 dal capostipite Ustin/Agustin, nato sul finire del secolo XVI. A fine Ottocento si formò Burela e altri si diffusero nel XX secolo: Frate, Pindol, Bisut, Giathinto, pseudonimi esistenti a tutt’oggi nella tradizione orale. A volte i soprannomi divennero anche cognomi, come nel caso di Visintin (1671) di Gant (1691), Dell’Anzola (1702); addirittura con del Maschio declassato a soprannome (1694). I Danelin Fantin. il clan dal doppio soprannome Ritorniamo ai nostri Del Maschio dal doppio soprannome: Danelin Fantin, due storie, due realtà diverse di clan, un’unica fusione che dura da oltre cent’anni. Danelin fu documentato per la prima volta nei registri della pieve, il 13 Febbraio 1694, nell’atto di matrimonio di Zamaria q. Domenico del Maschio detto Danelin e Antonia Bucusso; derivò dal nome del nonno dello sposo, Danièl o Danielin, nato nell’ultimo decennio del ’500. Fu con certezza quest’omino dal fisico
esile e basso di statura a dar origine a tale casato. Un fratello di Danielin dovrebbe essere stato Giacomo de Masculo, nato nel 1599, il capostipite dell’albero in questione, anch’egli presente nei documenti inizialmente con la forma priva di soprannome. L’uso del condizionale è dovuto all’impossibilità di reperimento di materiale archivistico che attesti la paternità dei due. Un ramo di Giacomo si fece registrare con il soprannome solamente nel secolo XVIII e precisamente nell’atto di battesimo di Francesco del Maschio Danelin di Giacomo di Francesco e di Florinda Scussà, nato il 31 Marzo 1741. Da allora tutti i discendenti di Francesco manterranno il soprannome. Mentre la discendenza di Daniel si estinse in paese nell’arco di due secoli (le cause furono determinate sia da nascite prevalentemente femminili sia da probabili fattori di emigrazione), quella di Giacomo, invece, si espanse. Nei secoli, egli divenne il capostipite, oltre che dei Danelin, anche dei Mos’cion, dei Frate, dei Gè e di altri ancora, tramite un fratello del nostro Giacomo (n. 1714). Altre varianti del soprannome, presenti nei registri di battesimo, sono Danel e Daneluz.
Le abitazioni dei Danelin e dei Danelin-Fantin Un documento del 18205 attesta ai Danelin la proprietà del fabbricato in Strada Comunale detta dei Scussat,6 l’odierna via dei Pozzi al numero civico15. Il 24 gennaio di quell’anno, infatti, in casa dei fratelli Giacomo, Giovanni e Giuseppe (l’ultimogenito Angelo non appare nell’elencazione perché già deceduto) del Maschio detti Danelini furono stilati l’inventario e la stima della «Facoltà mobile ed immobile, lasciata tempore mortis» dal padre, Francesco del Maschio Danelin, nato nel 1741, figlio di Giacomo e Florinda. Si tratta dell’attuale casa abitata dalla famiglia di Pietro Del Maschio (l’impresario Piero Fantin), con portone d’ingresso di pietra viva nella cui chiave di volta dell’arco è ancora inciso l’anno di costruzione, 1655. Il sottoportico era lastricato di cogolato, e sopra vi era una camera; seguivano poi la fabbrica della cusina con saliso da lastra grezza, con due finestre e porta con stipiti di pietra, la caneva e il salvarobba. Nel cortile erano collocati la stalla coperta da coppi, la fabbrica della stalla da pecore con coperto di paglia, lo stavoletto e il purcaro. Accanto crescevano 6 morari e nell’orto altri quattro. La proprietà confinava con varie famiglie degli Scussat. Nel cortivo vecchio (?), inoltre, erano situati la fabbrica della Tezzetta, coperta di coppi, a cui si era fatto riferimento nelle divisioni del 20 aprile 1762 (?), la fabbrica della camera, annessa a detta Tezza, delle stanze ai piani terra e superiore e scala di pietra con sette gradini (levadini). Era una struttura bassa, secentesca, che confinava a
sud e ad ovest con gli altri Danelin, Daniel e Bortolo, discendenti del ramo di Daniel/Danielin, il probabile fratello del nostro Giacomo come già sopra accennato. Nel lungo elenco dell’inventario erano inclusi i beni arativi (16), e altrettanti prativi, i beni mobili, gli animali,7 ma anche la passività e i debiti; tra quest’ultimi da saldare la notevole somma di £ 189:60 al signor Pietro Puppi, Speciale Medicinale in Polcenigo, per l’acquisto di medicine occorse allo stesso Francesco o al figlio Angelo, da poco deceduto. In un documento precedente del 9 ottobre 1800, invece, il padre Francesco era ora abitante nelle case Scussat.8 Si trattava forse di un’eredità della madre, Florinda Scussat, ceduta al figlio oppure era l’abitazione in cui il padre Giacomo, sposatosi con Florinda nel 1738, scelse di abitare nella casa della moglie? Nel 1841, Giovanni vendé al nipote Angelo, figlio del fratello Giacomo, la parte della sua casa e, quattro anni dopo, lo stesso Giacomo cedé perpetuamente gli immobili al figlio Angelo. Il giovane acquistò, nel 1847, l’immobile confinante a settentrione da Maria di Giovanni Vettor di Dardago e una casa di muro a calce da Domenica Scussat: casa coperta con coppo, con portale a piano terra e superiore e con relativo granaio. Nel 1851, Angelo continuò ad acquisire immobili: una casetta coperta a coppo sempre da Maria Vettor. I suoi continui acquisti immobiliari attestavano un certo benessere. Costui, infatti, dalla fine degli Anni Venti dell’Ottocento lavorava a Venezia dove probabilmente viveva con la famiglia, anche se tutti i figli nacquero a Budoia. Lo si evince dal documento datato 28 gennaio 1863 e scritto a Venezia, in cui egli si rivolgeva al Co-
mune di Budoia, affinché il figlio ventunenne Lorenzo venisse esentato dal servizio militare per problemi di salute.9 Angelo morì a 84 anni, il 26 aprile 1893, e lasciò i suoi beni ai figli Lorenzo, Valentino, Giuseppe e Maria Anna.10 Antonio, uno dei figli di Lorenzo, abbandonò la casa paterna per abitare in quella della moglie, Antonia Angelin, nelle case dei Del Maschio Fantin, in via Cial de Gaja pur non essendo lei una Del Maschio. Fu Giuseppe con la moglie Battistina Zambon, genitori di Pietro, a ritornare nella casa dei suoi avi, nel 1949. SEGUONO LE TESTIMONIANZE ORALI RACCOLTE DA ALBERTO DEL MASCHIO DANELIN FANTIN.
Note. 4. 1840. Del Maschio Anzolet Fantin Giuseppe e Maria. 5. Archivio Storico della famiglia Del Maschio Pietro Fantin. 6. Mappe Catastali Napoleonica e Austriaca. 7. Un manzo ed un’armenta, peccore n° 8, capre n° 1, una somarella 8. Il 9 ottobre 1800, tre giorni prima della sua morte, a Budoia nella camera della infrascritta …Madalena, figlia del qm Leod° di detta villa gravemente amalata, anzi vedendo che il suo male va avicinandosi agl’estremi, intende e vuole motu proprio pro remedio anima sua, e lascia per grave obbligo di giustizia a suo Fratello Francesco Danielin ora abitante nelle case Scussat, sopra un campo in loco dicto Perer, da esso lui posseduto, lasciato alla sudta Madalena ... che il sudetto suo Fratello gli faccia celebrare messe n° 30 fra l’anno computato il giorno di sua morte, e queste per una volta tanto, ed esborsi per elemosina al celebrante lire due per ogni messa che fanno in tutto £ 60. ... (Archivio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro) 9. Lorenzo fu sottoposto all’operazione della pietra, ed ora debole e incontinente. (Archivio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro) 10. Documento del 2 agosto 1893 (Archivio Storico della famiglia Del Maschio Pietro).
Certificato di battesimo di Pietro di Giacomo fu Pietro de Masculo e di Magdalena, nato il 28 luglio 1671 (Registro dei battesimi).
Dall’album di famiglia...
Giuseppe Del Maschio Fantin ovvero Barba Bepo Fantin, el mago, in età giovanile.
Giuseppe Del Maschio Danelin con la moglie Elena Del Maschio, sotto il porticato della loro abitazione, nel 1938.
Quest’ultimo casato, Daneluz, ebbe origine da Valentino (n. 1836), fratello di Lorenzo dell’albero in questione, che registrò le due figlie di prime nozze con tale soprannome. I figli di seconde nozze – Giulio, Giovanni, Luigi, Umberto, Cesare, Lorenzo… – furono invece trascritti negli atti di battesimo privi di soprannome; per il patrimonio orale collettivo, però, appartenevano al casato dei Poth, per la presenza di pozzi nella loro proprietà. Dati il susseguirsi e la frequenza di alcuni nomi ricorrenti anche nel consistente casato dei Visentin (Daniel, Bortholomeo, Francesco, Giacomo, Zamaria, Domenego), i Danelin potrebbero aver avuto origini proprio da questi ultimi. Il secondo soprannome, Fantin, non è documentato nei registri di battesimo, mentre è presente in un documento del 1840, accanto all’altro già assai diffuso, Anzolet.4 È collegabile al cognome di Maria Fantin (di Coltura?), moglie di Daniel di Piero del Maschio dell’Anzola o Anzolet che ebbe sei figli tra il 1775 e il 1787 e che avviò un nuovo casato. Oggi, come i precedenti soprannomi, Fantin è attivo solo nella memoria collettiva.
L’alpino Gino Del Maschio Danelin Fantin.
Giuseppe Del Maschio Fantin, el mago, con la moglie tra i nipoti Domenico (a sinistra) e Gino (a destra). La coppia aveva un figlio, Lorenzo, morto in età giovanile. Rimasti soli, decisero di adottare Antonia Angelin, nonna di Pietro Fantin.
A Venezia, negli anni ’20 del secolo scorso. Da sinistra: Giuseppe Del Maschio Danelin, Giuseppe Del Maschio Fantin (’l mago) con i giovani nipoti, Gino e Giuseppe.
Domenico Del Maschio durante il servizio militare, pure lui alpino.