Foto risalente al periodo della prigionia di Giovanni Davide Bocus. Sul retro è riportato: «Ricordo della prigionia. 10 novembre 1918. Hern Clkuccacek 1914-1918» (foto di Giovanni Davide Bocus fornite dal figlio Luigi, nel 2007).
Tre Budoiesi «Aiutanti di battaglia» Giovanni Davide Bocus, Angelo Diana Scunsor e Luigi Panizzut sono i tre budoiesi che durante la guerra sono stati promossi al grado di Aiutante di battaglia. Tale grado, ora non più in uso, era il più elevato tra i sottufficiali. Fu istituito nel 1916 ed era raggiungibile sia dai sottufficiali che dalla truppa, unicamente per meriti acquisiti in combattimento e indipendentemente dal grado di provenienza. La peculiarità di tale «invenzione» stava nella necessità di colmare i paurosi vuoti apertisi nelle fila degli ufficiali subalterni, dopo i primi mesi di guerra di trincea, ed immettere rapidamente nuovi comandanti di plotone con esperienza di combattimento. Riportiamo alcuni articoli del Decreto Luogotenenziale n. 1101 col quale è istituito il nuovo grado di Aiutante di battaglia categoria dei Sottufficiali. La trascrizione è stata effettuata da Giovanni Davide Bocus, il 20 marzo 1919 a Bologna, nel Deposito del 35° Regg. Fanteria. Art. 1 Per la durata della guerra è istituito, nella categoria dei sottufficiali, il nuovo grado di «Aiutante di battaglia», cui corrisponde il comando organico di plotone o di riparto equivalente, e che, nella progressione dei gradi della gerarchia militare, sarà intermedio tra il maresciallo maggiore e l’aspirante ufficiale di complemento. Art. 2. Il grado di «Aiutante di battaglia» è conferito esclusivamente per merito di guerra ai militari di truppa delle armi combattenti, con determinazione del comandante di Corpo d’Armata. Con apposita disposizione sarà provveduto per stabilire la divisa e gli speciali distintivi degli «aiutanti di battaglia», e le norme per il conferimento del grado stesso. Art. 3. Al termine della guerra gli «Aiutanti di battaglia» che provenissero dai sottufficiali di carriera continueranno a prestare servizio col grado acquistato in guerra, e con lo stesso trattamento e le stesse attribuziöni dei marescialli maggiori, dei quali saranno però saranno sempre considerati più anziani; gli altri seguiranno le sorti della loro classe. Tutti conserveranno il grado e l’uniforme, anche dopo compiuto i rispettivi obblighi di servizio. 3°
Nelle pagine 10 e 11 abbiamo raccontato l’impegno e il coraggio di Angelo Diana. Qui ricordiamo Giovanni Davide Bocus (di cui parlammo anche nel n. 115 de l’Artugna, dicembre 2008) e Luigi Gaetano Panizzut.
Giovanni Davide Bocus Dolfin nato a Rivarolo Ligure (Ge), il 6 dicembre 1887, figlio di Luigi e Rigo Caterina; l’11 febbraio 1914 sposa Pasqua Bosser di Coltura e, mentre è impegnato in guerra, nel 1916, diventa padre di Caterina.
Sergente maggiore del 35° Regg. Fanteria, 1a Compagnia dal 10 giugno 1915, divenne Aiutante di battaglia dal 1° luglio 1917. Operò tra Podgora (dal 30.9.1915 all’8.12.1915), Oslavia (dal 9.12.1915 al 9.2.1916 e dal 29.3.1916 al 23.5.1916), il Monte Cengio e Pedescala nel Vicentino, la Val Orsa… (dal 23 maggio 1916 al 9.3.1917) e nuovamente nel Carso (dal 9.3.1917 al 6.9.1917) e in Carnia dal 25.10.1917, finché il 6 novembre 1917 fu fatto prigioniero e trasferito in Austria. Fu rimpatriato un anno dopo, il 20 novembre 1918.
Il giovane sergente maggiore Giovanni Davide Bocus.
Luigi Gaetano Panizzut nato il 7 agosto 1894 a Budoia, figlio di Anselmo e di Del Maschio Caterina, di professione calzolaio, fu chiamato alle armi nel giugno del 1915 e destinato al 70° reggimento fanteria.
Il 70° e il 69° reggimento formavano la Brigata Ancona che in quel periodo si trovava in Alto Cadore. Il 25 settembre Luigi fu nominato Caporale. Un mese dopo venne spostato al 35° fanteria, Brigata Pistoia, la quale era impegnata nelle sanguinosissime battaglie dell’Isonzo (terza e quarta) nel tentativo si conquistare il Podgora ( Monte Calvario) nei pressi di Gorizia. In due mesi di vani combattimenti, la Brigata perse
L’allora Sergente Luigi Panizzut posa con fierezza portando al petto la Medaglia d’Argento per «condotta distinta».
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