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Le nostre parrocchie 100 anni fa

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La Cronaca

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dal Registro delle Sante Messe Celebrate

In numeri precedenti de l’Artugna abbiamo avuto modo di accennare agli appunti ed ai commenti che il pievano don Romano Zambon riportava nei Registri delle Sante Messe. Questa volta ci soffermiamo sul quaderno compilato cento anni fa.

di Roberto Zambon

Il 1921 si chiude con una notizia quasi incredibile: il 18 dicembre venne celebrata la Santa Messa di Prima Comunione per ben 63 bambini dardaghesi (28 fanciulli e 35 fanciulle). Numeri ben diversi da quelli attuali se pensiamo che, quest’anno, i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione sono stati, complessivamente, 16 appartenenti alle parrocchie di Dardago, Budoia e Santa Lucia.

Il mese di gennaio del 1922 fu caratterizzato dalla morte del Papa Benedetto XV avvenuta alle 6 di domenica 22. «Si suonarono le campane a morto per un quarto d’ora alla mattina, a mezzogiorno e alla sera per tre giorni consecutivi» . Lunedì 6 febbraio venne eletto il nuovo Sommo Pontefice: Pio XI. Il giorno dopo le campane suonarono a festa.

Il 1922 fu un anno in cui don Romano ricorda molti spostamenti da Dardago, spesso a piedi come espressamente indicava nei suoi appunti.

Ad esempio, il 5 febbraio, dopo la Messa mattutina, si recò a Castello d’Aviano per «l’ingresso e la presa di possesso del neo pievano don Antonio Santin»; il 9 febbraio, dopo la celebrazione della Messa mattutina, si portò a Santa Lucia per l’assistenza ad un Terzo (Messa, particolarmente solenne, celebrata da tre sacerdoti). Terminata la cerimonia, si recò a Pordenone, a piedi, come espressamente indicato nel diario, per richiedere informazioni sullo stato di avanzamento delle pratiche per il «rimborso delle spese di collocamento delle campane» . Poi con «freddo intenso» ritornò a casa passando per Aviano. Venti giorni dopo dovette ritornare a piedi a Pordenone.

Sul registro viene anche ricor-

Il 14 luglio, finalmente, don Romano poté scrivere – in un latino non proprio classico – che la pioggia «ad vesperas cadit abbundanter».

La pioggia, specialmente nella nostra zona, è indispensabile per l’agricoltura e per un clima mite: lo stiamo constatando in questo periodo di perdurante siccità. Fino a non molti anni fa, venivano effettuate processioni per richiedere la grazia della pioggia. Il 1921 fu un anno particolarmente secco. A testimonianza di ciò, le numerose processioni «ad petendam pluviam» per richiedere, scongiurare la pioggia, indispensabile per i nostri terreni sassosi e poco fertili. Queste processioni avevano come meta San Tomè e San Martino. Nel 1921, prima di metà luglio, si fece anche un «triduo di esposizione per la pioggia».

data la benedizione della prima pietra dell’attuale teatro, sorto come «Salone Arte e Mestieri»: nel pomeriggio di domenica 12, ci fu la benedizione della «prima pietra» . Tenne un appropriato discorso Serafino Ponte che fu applaudito.

Talvolta, don Romano affrontava anche viaggi più lunghi. Il 16 febbraio celebrò la Santa Messa a Treviso per ricordare il sacerdote defunto Antonio Tubello e il 3 aprile, dopo la Santa Messa a Dardago partì per Udine, dove giunse verso le ore 16. «Trattai circa il pagamento della collocazione delle campane col Ministero delle Terre Liberate» . Il giorno successivo celebrò la Santa Messa nella chiesa della Madonna delle Grazie di Udine.

La domenica successiva, 9 aprile, celebrò a Dardago e, dopo i Vesperi, si portò a Polcenigo per la solenne processione in occasione del primo ingresso nella Chiesa Arcipretale, restaurata ed illuminata a luce elettrica.

Il 21 aprile troviamo questo appunto: «Per me – previa una Comunione di 262 fedeli confessati ier sera dai MM. RR. Sac. Antonio Santin, Paolo Fabbris, Egidio Rosa e da me» .

Il 23 aprile, dopo i Vesperi, iniziò la Benedizione delle Case, percorrendo le contrade Vendramin, Rivetta, Dolfin, Vettor e Piazza (cioè tutta la via Rivetta, la piazzetta del Cristo, la parte bassa di via San Tomè e la Piazza).

Non sempre è possibile rispettare i programmi. Per il 25 Aprile (San Marco) era prevista la processione della Rogazione fino a San Tomè, ma a causa di una giornata piovosa, fredda, ventosa, infernale si dovette celebrare solo in chiesa.

Bel tempo, invece, dieci giorni dopo 5 maggio, per la tradizionale processione dei torcoli (torcui, maggiolini) la quale, però, non soddisfò molto il pievano che scrisse «Moltissimi fedeli, poco ordine e meno divozione» .

Il mese di Maggio fu caratterizzato dalla visita ai nostri paesi dal prelato Mons. Comin, originario di Santa Lucia, Vescovo e poi Vicario Apostolico in Equador.

Don Romano fu molto impegnato per la buona riuscita dell’evento.

L’11 maggio si recò a Mogliano Veneto per attendere l’arrivo del prelato presso il locale Istituto Salesiano. Il giorno successivo celebrarono insieme prima di partire per il seminario di Pordenone.

La sera del 13 maggio, dopo una celebrazione nel seminario di Pordenone, ci fu l’ingresso trionfale in Santa Lucia. Il giorno seguente don Romano annotò che, dopo le due messe celebrate a Dardago, fece «assistenza al Pontificale celebrato da Mons. Comin in Santa Lucia» . Seguì il pranzo.

Il 17 maggio, a Dardago, Mons. Comin cresimò ben 32 bambini! Al termine ci fu un pranzo con la partecipazione di 11 sacerdoti. «Rimasi soddisfattissimo» annottò sul registro.

La soddisfazione venne rovinata qualche giorno dopo, il 21 maggio, quando don Romano, annottò una brutta notizia: «Questa notte ebbi i ladri in casa che mi asportarono un biglietto da 1000 lire, altri spiccioli e tre forme di formaggio» .

Durante il suo soggiorno, Mons. Comin celebrò in tutte le parrocchie del Comune.

Il mese di maggio 1922 si chiuse con le tre Rogazioni (processione e Santa Messa) nei giorni prima della solennità dell’Ascensione: il lunedì a San Tommaso (San Tomè), il martedì ed il mercoledì a San Martino.

Il 25 maggio (giovedì) si celebrò l’Ascensione con la Santa Messa e la Benedizione degli animali.

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