Fondazione
CASA della CARITÀ
Angelo Abriani
BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2007
indice 1. 1 Le attività della Casa della Carità
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2. 2 L’operatività n Ospitalità Accoglienza Centro di ascolto Docce e guardaroba Ambulatorio medico ed infermeria Uno spazio rivolto alle donne madri La Casa e le emergenze nella città Lavoro: inserimento lavorativo e accompagnamento Tutela giuridica Corso di Italiano n Cultura Accademia della carità Biblioteca del Confine Comunicazione e ufficio stampa n Comunità La Casa nel quartiere Anziani n Salute mentale Progetto So-Stare Ambulatorio di salute mentale Progetto Diogene Progetto “Proviamoci ancora” Progetto “Cortili2” n Mondialità n Spiritualità n Gestione della casa n I partners Associazione “Amici della Casa della carità” Associazione “Volontari della Casa della Carità” Associazione “Identità Plurali”- La banda del Villaggio Cooperativa “LAVORIamo” Società Mr Katering Ce.A.S. Associazione “Una casa anche per te”
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3 Indicatori di attività 3.
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4. 4 Ringraziamenti
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“Mi disperdo tra i volti ignoti, indaffarati,
non riesco ad unirmi a questo carosello che mi avvolge come un vortice inarrestabile vorrei evadere [da un luogo] in cui non vorresti trovarti e ti vien voglia di prendere il primo treno�
M.M.
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1 Le attività della Casa della carità In questi quattro anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo, ho cominciato, insieme agli operatori e volontari, a comprendere il significato profondo, oserei dire spirituale ed eticamente maturo, di una dimensione di ospitalità che si allarga ai confini del mondo intero e continuamente incontra volti, storie di sofferenza e di disagio, ma anche speranze straordinarie, rinascite e resurrezioni di vita. Nel bilancio di quest’anno va riscoperta e valorizzata la scelta di gratuità non come fatto meramente economico, ma come criterio di ospitalità. Si tratta cioè di accogliere e di condividere tratti di strada con le persone in quanto tali e non come utenti semplicemente. Non sembri un’affermazione scontata, perché troppo spesso cresce una sussidiarietà prevalentemente gestionale e al centro rischia di esserci non più “una persona”, ma la logica del servizio, le sue necessità di sopravvivenza, riducendo la capacità sperimentale e innovativa dell’esperienza stessa. La Fondazione Casa della carità, che certamente incontra difficoltà strutturali nella sostenibilità economica del proprio progetto, vorrebbe riuscire a mantenere sempre questa dimensione di gratuità che significa continuamente riqualificare la propria esperienza di relazione, di professionalità, di sperimentazione di itinerari nuovi, di cultura aperta all’incontro, di sentimenti profondi di coesione sociale, di apertura anche alla gente comune, che abita in quartiere, a chi ha paura, a chi sente istintivamente di prendere le distanze da questa ospitalità difficile che sembra minare la propria serenità. La Fondazione Casa della carità dunque, anche attraverso questa relazione, che presenta molto semplicemente, vuole fare intravedere che le esperienze mature di ospitalità, che a volte partono dall’emergenza sono, oggi più che mai, necessarie per la qualità del vivere di tutti. La scelta del Cardinale Martini di abbinare all’esperienza di ospitalità, un luogo di ripensamento, un vero e proprio laboratorio culturale e spirituale, sta diventando sempre più attuale nel contesto anche culturale di oggi. Per questo abbiamo cercato di guardare con un’attenzione particolare le esperienze di ospitalità che riguardano le donne e, tra esse, le madri con bambini . Spesso esse portano qui la loro vita devastata da violenze subite, il loro dramma , i legami faticosi con i propri figli, la tenerezza di un sentimento lacerato dalla violenza e dall’aggressività subita. Ma resta viva in loro la capacità di cercare dentro la propria sofferenza un desiderio, un sogno di un’umanità diversa dove poter riscoprire tenerezza, speranza , simboli e concretezze di futuro. Questa speranza deve essere alimentata e trova nella dimensione di ospitalità, che assume il volto femminile, la cultura della vita fon-
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data sui sentimenti, sul senso del legame di appartenenza, sulle affettività pacifiche che rifiutano qualsiasi linguaggio violento, perché hanno già subito nella propria carne i tratti drammatici e devastanti della violenza stessa. Per questo vi invitiamo a leggere questa relazione avendo sempre un’attenzione particolare a questa specifica esperienza di ospitalità, che sta arricchendo tutti noi. La Fondazione Casa della carità è diventata davvero una “casa”, in cui ci sono bambini, donne e uomini che cercano il cammino del recupero, con il volto segnato dalla sofferenza della loro storia che interroga profondamente il nostro modo di vivere. Non si tratta di fare solo un’esperienza culturale, accademica, di modernità riflessiva, ma un’esperienza che porta ad intravvedere che dentro le storie delle persone ci sono volti, tradizioni, esperienze e sofferenze di popoli interi. Per questo l’attività dell’Accademia, della Biblioteca del Confine, l’attenzione alla mondialità, i legami con tutte le esperienze associative che l’immigrazione porta con sé, i tratti di cultura, di poesia, di letteratura, sono elementi decisivi per porgere alla città un messaggio che non parte da ideologie, da schemi retorici contrapposti, ma soprattutto, dal desiderio grande di una fraternità umana che sa riscoprire anche nei cosiddetti “non luoghi”, nelle zone di confine, laddove si abbatte pesantemente anche la crisi, uno straordinario bisogno di giustizia, di capacità di amicizia. Questa relazione non è semplicemente fatta di numeri, ma è un bilancio in cui dovrebbe sentirsi anche un cuore, una interiorità che vuole rendere quest’esperienza non solo di natura professionale. Così è anche per tutta l’attività trasversale che stiamo compiendo nell’ambito della salute mentale. Con tutta la sofferenza che comporta è una realtà che richiede continuamente riflessione, con lo sguardo a quanto succede nel mondo e soprattutto alla continua innovazione. Leggere queste pagine, in questa ottica, significa interrogarsi su come sostenere la nostra realtà. Uno degli obiettivi è infatti sollecitare e mettere in moto energie significative, di sostegno strutturale e di azionariato diffuso attraverso le piccole e medie donazioni della carta “Ospito anch’io” che permette di sentirsi partecipi di questo nostro grande progetto e di vivere un’ esperienza che arricchisce. La città , le istituzioni, le imprese, il mondo economico e i cittadini sono chiamati a farsi coinvolgere in questa realtà con forme di vera partecipazione. È un cammino affascinante, realizzabile, che possiamo condividere. don Virginio Colmegna
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2 L’operatività Ospitalità n Accoglienza
L’ospitalità è il fondamento dell’esistenza della Casa della carità. La missione della Casa della carità è infatti lo stare in mezzo alle emergenze e l’accoglienza degli ultimi che incontrano la città di Milano. L’idea originale in tema di accoglienza e di ospitalità, è stata proprio quella di creare una casa, non una struttura. Un luogo dove operatori, volontari ed ospiti vivono insieme, e cercano di risolvere i problemi di ciascuno, dove ogni persona è un volto, non un numero. E’ un luogo di vita e non semplicemente un tetto sotto il quale dormire, perché offre una residenza affettiva, fatta di incontri e di rispetto reciproco.
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Nell’anno 2007 sono state accolte 265 persone di cui 117 uomini, 70 donne e 78 minori. Le persone uscite dalla Casa nel 2007 sono state 209 di cui 108 uomini, 53 donne e 48 minori. Al 31 dicembre 2007 risultano presenti in Casa 131 persone di cui 58 uomini, 30 donne e 43 minori.
In totale dal novembre 2004 (anno di apertura della Casa) al 31 dicembre 2007 sono state ospitate 919 persone di 74 nazionalitĂ diverse.
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Considerando la tipologia di persone accolte per fascia d’età, si nota che la popolazione degli ospiti è soprattutto giovane.
Il diagramma successivo mostra l’andamento del numero delle persone accolte nei vari anni. Si nota un picco nel 2006 dovuto all’emergenza rom di cui la Casa si è fatta carico, mentre nel 2007 si è tornati ai valori del 2005.
ACCOGLIENZA L’accoglienza si sviluppa nella sede di via Brambilla con 100 posti letto comprese 3 unità abitative di alloggi per mamme e bambini, collocate nella Casa (comunità Rosen e Rigoberta). A tale ricettività vanno aggiunti i 48 posti letto disponibili in una struttura esterna adibita alle emergenze. La Casa accoglie inoltre 13 famiglie – per un totale di 85 persone – nel Villaggio Solidale nel Centro Ambrosiano di Solidarietà – CEAS. Infine altre 55 persone sono ospitate in appartamenti autonomi. In totale, l’accoglienza offre alloggio a 288 persone. Risorse umane impiegate: 10 operatori, 9 volontari di affiancamento in ore serali e pomeriggio per minori, gruppi scout e di oratori (dai 5 ai 30 ragazzi) per week-end residenziali e settimane comunitarie in cui i giovani si occupano di animazione, ripetizioni scolastiche ai ragazzi ospiti della Casa, corsi di italiano ecc.
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n Centro
di ascolto
La finalità di questo ambito è quella di offrire uno spazio di ascolto per chiunque si rivolga alla Casa della carità. Il centro, gestito da un gruppo di volontari con la supervisione di un operatore è aperto cinque giorni alla settimana, al mattino. L’ascolto ogni giorno è curato da due volontari in compresenza che raccolgono i bisogni e le richieste delle persone. Il colloquio viene sintetizzato in una scheda di primo contatto che viene esaminata successivamente dal responsabile dell’accoglienza che orienta e valuta le possibili risposte e l’eventuale ingresso nella Casa.
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DONNE
2%
FAMIGLIE UOMINI consulenza rich. da carcere
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ASCOLTO Persone ascoltate nel 2007: 799 Risorse umane impiegate: 1 assistente sociale + 1 responsabile 9 volontari distribuiti in 5 gg/sett
parrocchie Caritas Ospedali Associazioni Commissariati, Procura... CPS centri di accoglienza Servizi Sociali accesso spontaneo
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n Docce
e guardaroba
È una forma di accoglienza minima ma che dona dignità, anche a quanti non possono essere ospitati nella casa. Offre un servizio essenziale per le persone che non hanno altre possibilità di cura di sé. E’ inoltre un’occasione di incontro ed un’occasione per una relazione che mette le basi di un’eventuale presa in carico più completa. Il servizio docce è aperto 3 giorni alla settimana ed il guardaroba 2 giorni al mese. Ogni persona è in possesso di un tesserino di riconoscimento e per ciascuno viene compilata una scheda cronologica con indicati i vari servizi prestati.
11% 9%
80%
DOCCE E GUARDAROBA Persone accolte alle docce nel 2007: 234 Risorse umane impiegate: 1 educatore + 1 giovane in servizio civile, 8 volontari
Area di provenienza (docce)
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n Ambulatorio
medico ed infermeria
Il servizio medico-infermieristico della Casa della carità è stato attivato contestualmente alla struttura. Nella fase iniziale la sua finalità è stata soprattutto di cooperare all’azione di accoglienza degli ospiti. In seguito è stata data una fisionomia definitiva al servizio: sono stati arredati e attrezzati gli ambulatori, identificati e recuperati i presidi e i farmaci necessari, è stata condivisa una modalità di raccolta delle richieste di visita e di comunicazione fra i diversi operatori. E’ stato inoltre attivato il database delle informazioni sanitarie. L’attività, oltre ai controlli sanitari legati all’ingresso delle persone, riguarda anche le visite collegate al monitoraggio di situazioni specifiche di malattia o di controllo igienico-sanitario.
ATTIVITÀ AMBULATORIO – ANNO 2007 • Nel corso del 2007 sono state effettuate 777 consultazioni complessive – comprensive di assistenza al gruppo anziani • Sono state sottoposti a vaccinazione antinfluenzale 34 ospiti, 5 volontari , 9 anziani e 2 operatori • È attiva una collaborazione con la divisione pediatrica dell’Ospedale San Raffaele, che ha permesso l’attivazione di corsie preferenziali per la valutazione ambulatoriale di casi complessi, un programma di visite programmate per i bambini accolti dalla Casa • Operano in ambulatorio tre medici generali e una infermiera volontaria; l’ambulatorio è aperto tre sere alla settimana. A integrazione dei medici generali sono attivabili su richiesta uno specialista pediatra, uno specialista neurologo e una specialista ginecologa • Si è stabilita una collaborazione con una farmacia convenzionata per l’acquisto a prezzi privilegiati di farmaci di primo impiego • I medici sono inoltre a disposizione per il sostegno alle esigenze segnalate dagli operatori e per il sostegno al centro di ascolto.
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n Uno
spazio rivolto alle donne madri
Luoghi di incontro per mamme e bambini La finalità di questo intervento, finanziato grazie al contributo della Fondazione UMANA MENTE del gruppo Allianz, è quella di accogliere mamme sole con bambini in uno spazio strutturato per l’accoglienza. Ciò che caratterizza questo progetto è l’accoglienza e il sostegno a superare bisogni più urgenti quali difficoltà abitative, economiche e relazionali. Il progetto prevede una serie di attività fortemente connesse tra di loro, che intendono generare percorsi individualizzati per minori e le madri accolti, prendendo in considerazione le problematiche della crescita del minore e della genitorialità nel loro insieme. La madre può usufruire di colloqui individuali per mettere a punto bisogni e aspettative di percorsi di sostegno, di momenti di riflessione con altre madri, di consulenze legali o visite pediatriche.
Casa nido Dal 2005 negli appartamenti di Casa nido vengono accolte madri con bambini in condizione di grave disagio socio economico con l’obiettivo di promuovere un percorso di autonomizzazione e di sostegno alla genitorialità. Le accoglienze sono temporanee , i tempi di permanenza variano in funzione delle specifiche problematiche del nucleo ospitato. Complessivamente, sono state accolte 21 mamme e 36 minori di età compresa tra 0 e 16 anni. Le accoglienze si possono suddividere in due tipologie: - accoglienza di emergenza con una permanenza di massimo due mesi; - accoglienza con progetti di autonomia con tempi di permanenza di massimo 24 mesi. Nell’anno 2007 sono state accolte 8 madri ed 11 bambini, provenienti da situazioni di emergenza, grave disagio o maltrattamento familiare. Le richieste d’accoglienza provengono o dal centro di ascolto della Casa della carità o dall’Ufficio stranieri del Comune di Milano, attraverso i Centri di prima accoglienza di via Sammartini e Via Gorlini. Tutte le donne accolte sono state sostenute sotto il profilo genitoriale, nel corso della loro permanenza sono state supportate a secondo dei bisogni individuati per ricerca lavorativa, oppure consolidamento dell’attività svolta o sviluppo di progetti formativi finalizzati ad acquisire una qualifica professionale migliore. Tutte le donne svolgono una attività lavorativa per lo più precaria e spesso a turni, situazione che comporta una periodica/ricorrente e gravosa riorganizzazione delle modalità di gestione quotidiana del minore in età prescolare. I minori sono stati inseriti in scuole dell’infanzia/elementari della zona, gli adolescenti hanno proseguito la frequenza nella scuola dove erano iscritti, anche se fuori zona. Il progetto “Casa nido” è sostenuto dall’Associazione Fabio Sormanni.
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STORIA DI DONNA ACCOLTA ALLA CASA DELLA CARITÀ
“Siamo in Italia dal 2003, abbiamo lasciato il nostro paese in Africa per motivi di persecuzione politica nei confronti di mio marito, che è stato costretto a nascondersi con i due figli più grandi. All’arrivo in Italia le mie condizioni di salute erano precarie, la sofferenza passata, l’incognita della nuova vita, di che cosa sarebbe stato di noi, mi preoccupava fortemente…sembravo disinteressata a tutto soprattutto davo l’impressione di non occuparmi dei miei figli….. la fuga e lo stabilirsi in un paese straniero, che non conoscevo per nulla, aiutata solo da qualche amico..ero sola di fronte ad un impegno sopra le mie forze, e poi dei miei congiunti rimasti in Africa non avevo più notizie… Ho chiesto asilo politico, la richiesta non è stata accolta, ma con l’aiuto dell’Ufficio Stranieri del Comune di Milano ho ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari. per due anni ho vissuto nel centro d’accoglienza del Comune di Milano e aiutata dall’Assistente sociale dell’Ufficio Stranieri. La permanenza al Centro è stata un momento di ripresa fisica, i miei figli hanno frequentato la scuola, ho potuto curarmi e riprendermi. Ho frequentato un corso per ASA, infatti al mio paese ero infermiera, ma qui data la situazione familiare non è facile trovare un’occupazione nel settore… i turni di lavoro, anche con assistenza notturna, mi impedirebbero di seguire i mie figli. Dopo due anni di vita al centro (Centro di Prima Accoglienza del Comune di Milano) sentivo la fatica di vivere in un luogo dove tutto era organizzato e programmato. Io e i miei figli desideravamo fortemente sentirci uniti ed avere uno spazio anche piccolo tutto per noi. A settembre ho lasciato Centro di Prima Accoglienza, senza risorse economiche, senza lavoro… dove sarei potuta andare?….Ho incontrato la Casa della carità…. Da settembre abito in uno degli appartamenti, qui ho potuto riprendere a svolgere i miei compiti di mamma, a cucinare, curare gli spazi dove viviamo, insomma una vita che cerca di rimettersi in movimento… anche i miei figli si sentono finalmente a casa, hanno cambiato scuola, senza subire interruzioni nella frequenza, hanno trovato nella preside e nelle insegnanti persone attente a capirli e a seguirli. … mi manca ancora il lavoro che spero di trovare presto …anche per esaudire qualche richiesta dei bambini..che crescono e tutto diventa stretto troppo in fretta… Ormai sono nove mesi che abito alla Casa della carità, mi sento più sicura e sono quasi pronta per riuscire a muovermi da sola, perché insieme agli operatori stiamo cercando soluzioni adatte a noi.” Quando il nucleo è stato accolto in Casa della carità, i figli avevano rispettivamente 13, 11 e 8 anni . Dopo una permanenza di 11 mesi, la signora si è trasferita in una piccola città di provincia dove, grazie all’aiuto del gruppo evangelico cui era legata, ha trovato lavoro, abitazione e supporti per la cura dei figli.
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n La
Casa e le emergenze nella città
Nel 2007 la Casa della carità si è trovata a operare in numerose situazioni di emergenza a causa dei fenomeni migratori dovuti all’ingresso di nuovi paesi nell’Unione Europea. E’ peraltro evidente per gli operatori l’esigenza di interventi che escano dalla provvisorietà per sperimentare nuovi modelli di accoglienza e promozione di cittadinanza. In quest’ultimo anno Casa della carità si è trovata a sperimentare alcune tipologie di intervento che potremmo così schematizzare: 1. intervento di prima accoglienza e sviluppo di progettualità residenziale e sociale su gruppi omogenei (per provenienza culturale e geografica) a seguito di sgomberi di campi abusivi (esperienza di via Capo Rizzuto e Via Ripamonti, con 150 residenti). 2. intervento di riqualificazione e sviluppo di abilità sociali e culturali in campi Rom non istituzionali (esperienza di via S. Dionigi, con 200 residenti); 3. interventi di riqualificazione di intere aree autorizzate degradate con la presenza di ampi insediamenti di residenti (via Triboniano con 1000 residenti) Gli interventi hanno previsto la ripresa e la promozione dell’inserimento scolastico dei minori, il sostegno all’autonomia ed alla cura della salute delle donne, l’avvio dei percorsi di inserimento lavorativo per i giovani e gli uomini. La distribuzione delle accoglienze prevede una attività anche verso famiglie residenti in appartamenti, e ospitate nel villaggio collocato al Ceas. Il progetto Instradiamoci ha la funzione di monitorare continuamente le aree dismesse, gli agglomerati urbani, i campi irregolari presenti sul territorio di Milano. Gli operatori e i volontari si occupano di instaurare e vivere il primo approccio, lavorare sulla costruzione della relazione di fiducia tra i diversi soggetti e condividere un accompagnamento socio-educativo delle comunità presenti o dei singoli interessati, volto ad avviare processi di autonomia verso un possibile inserimento nella vita della città. Le aree coinvolte nel 2007 sono state: • Area ex Falck, con presenza settimanale. Beneficiari: gruppo rom romeni di 200 persone. • Campo di via San Dionigi – con presenza bisettimanale nel campo. Beneficiari: gruppo di rom romeni di 280 persone .
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INTERVISTA AD UN’OPERATRICE:
Che tipo di lavoro è stato fatto con le donne? … una volta terminato tutto l’accompagnamento legale e sanitario, abbiamo iniziato a lavorare con le donne, a livello linguistico, perché il primo passaggio verso un cammino di integrazione prevede la conoscenza della lingua italiana e lavorando con queste donne ci siamo accorti che molte di loro erano completamente analfabete. Da questa constatazione è partita l’idea di avviare un corso informale di Italiano ed un corso parallelo di alfabetizzazione per le donne analfabete (che erano la maggioranza). Questi corsi si sono realizzati al CEAS a partire dal 2006. Inoltre settimanalmente si era instaurata l’abitudine di fare con le donne una riunione attorno ad un tavolo (ogni martedì) , in cui si discuteva ogni volta di una tematica rilevante: si è partiti dalle richieste delle donne e dalle cose pratiche (come funziona la scuola, quali sono gli orari, come ci si comporta, come ci si relaziona con la scuola, quali sono le cose da fare per avere la gratuità) e poi siamo passati ad esaminare tutti servizi territoriali presenti nella nostra zona: i servizi sociali, i sevizi sanitari, i consultori pediatrici e quelli per le donne. Poi, man mano che è cresciuto il livello di intimità e di consapevolezza delle donne, si è passati a trattare anche tematiche più delicate, come ad esempio quello della cura del corpo scoprendo così che tante di loro trascuravano completamente la cura di se stesse e non avevano mai fatto uno screening ginecologico, anche se avevano disturbi rilevanti e molte di loro utilizzavano l’interruzione volontaria di gravidanza come metodo di contraccezione. Abbiamo quindi lavorato su questi temi fino a quando anche in collaborazione con il consultorio CEMP di Milano si è riusciti a fare degli incontri tematici con un team del consultorio composto da un’ostetrica e da un’assistente sociale. (Questo lavoro si è svolto nel 2007 con le donne del gruppo vecchio – mentre col gruppo nuovo le donne erano più giovani e quindi avevano già un controllo diverso della maternità e non c’è stato motivo di organizzarne un altro). Poi, man mano che cresceva la loro conoscenza dell’italiano, le donne hanno cominciato a chiedere informazioni ed aiuto nella ricerca del lavoro e quindi abbiamo cominciato a fare dei gruppi tematici sul tema del lavoro e della ricerca lavoro, perché tutte volevano lavorare, ma quasi nessuna aveva un’idea di come avviare una ricerca di un’ occupazione. Si è lavorato dalle cose più essenziali (come si leggono le inserzioni di offerte di lavoro) fino a prove pratiche di come si fanno le telefonate per avere informazioni su un annuncio ecc. Poi per ciascuna donna si è studiato un profilo per l’avviamento al lavoro. Le donne che nel 2007 hanno seguito questi corsi di italiano e gli incontri descritti sopra , sono state le donne di via Capo Rizzuto e di via Ripamonti. Le donne sono arrivate a seguito dei vari sgomberi. Nel 2006 e 2007 hanno aderito a queste attività una quarantina di donne di diversa età, tutte di nazionalità rumena. Gli operatori della Casa che lavorano a questo progetto sono 2: un’educatrice ed una mediatrice culturale . Difficoltà : il carico di lavoro. Riguardo a far accettare il programma di lavoro le maggiori resistenze si sono avute soprattutto dalle donne anziane ed analfabete. All’inizio non si era sicuri di potercela fare, ma poi facendo con loro tutto un lavoro di renderle consapevoli delle loro capacità, si è riuscito a svolgere tale compito. Bisogna anche considerare che si parla di donne rom, che non hanno una concezione del loro essere donna e di potersi prendere uno spazio per sé, vittime come sono del carico di lavoro che viene richiesto loro. Ora sono arrivate nuove donne e col cambiare del gruppo occorre rifare tutto il percorso: quelle dei primi gruppi lavorano quasi tutte e bisogna occuparsi delle nuove.
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n Lavoro: inserimento
lavorativo e accompagnamento
L’area lavoro della Casa della carità ha la funzione di sostenere i percorsi di emancipazione e inserimento sociale delle persone accolte o intercettate dalle attività di ascolto. L’intervento si sviluppa in tre fasi. La prima di essi riguarda l’accompagnamento al lavoro degli ospiti e delle persone che si rivolgono al centro di ascolto della Casa della carità, grazie alle seguenti azioni: • Bilancio di competenze professionali e personali con relativa stesura del curriculum professionale • Individuazione della formazione necessaria • Azioni di orientamento al lavoro in base alle loro competenze e capacità individuali • Azioni di ricerca attiva del lavoro, contatti con le agenzie per il lavoro, consultazione delle inserzioni sulle offerte di lavoro e gestione dei colloqui. In secondo luogo l’area opera con progetti specifici. Il progetto “ Una rete per Angela ”, finanziato dalla Fondazione Cariplo, mira al reinserimento socio-lavorativo di donne sole con figli minori a carico e con situazioni di fragilità sociale, mediante: • percorsi formativi e professionalizzanti per acquisire le competenze di base e trasferibili nei vari settori lavorativi.; • percorsi di accompagnamento individualizzati volti a supportare le donne inserite nel progetto, nella gestione delle diverse problematiche connesse alla loro situazione di fragilità nell’autonomia lavorativa e sociale; • contatti con le realtà economiche del territorio potenzialmente interessate al reperimento di figure professionali.
In un anno 536 persone sono state sentite almeno per un colloquio di orientamento al lavoro; Di queste 170 sono state prese in carico per un percorso di inserimento al lavoro; Di queste, 45 sono state inserite tramite i nostri operatori ed altre 40 hanno poi trovato lavoro in autonomia.
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IL LAVORO DI OANA “Oana è arrivata in Italia con l’irruenza del vento, tipica della sua giovane età, e l’impaziente desiderio di compensare con una buona disponibilità economica il carico di responsabilità piovutole addosso con la nascita di un figlio, arrivato più un fretta della sua maturità. Ma, malgrado le contraddizioni della sua breve esperienza, è comunque una donna concreta e determinata. Ha perseguito, senza risparmio di energie, l’ottenimento di un contratto di lavoro a tempo indeterminato dalla cooperativa OPEN JOB, come operaia full time addetta al confezionamento di svariati stock di prodotti. Un contratto più unico che raro, dopo l’uscita del decreto ministeriale per i neo comunitari che per tutto l’anno 2007 appesantisce di procedure e lungaggini l’iter delle pratiche di assunzione, dissuadendo i datori di lavoro. Oana, ad ottobre, ha potuto già contare su un’assunzione a tempo indeterminato e quindi una carta di soggiorno a tempo indeterminato. E, aggiunge compiaciuta nei colloqui, sta preparandosi per prendere la patente italiana.”
Infine, l’area si avvale del centro “A regola d’arte” la cui attività ha una gestione mista Casa della carità, per la parte di accoglienza e la Cooperativa LAVORIamo, per la parte di lavoro. Il centro è stato finanziato dall’Assessorato ai Servizi Sociali della Provincia di Milano. “A regola d’arte” è una vera e propria bottega dove vengono svolte diverse attività artistiche ed artigianali. Ha sede nella Cascina Baraggia in Via Petrarca 146 a Sesto San Giovanni. Nel centro vengono insegnate mansioni e mestieri a persone in difficoltà, in modo che possano acquisire nuove competenze per la ricerca di un lavoro. Il centro è in grado di coinvolgere contemporaneamente più di 25 persone inserite nei vari laboratori. In totale, nel 2007, sono stati inseriti 22 ospiti.
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n Tutela
giuridica
Lo sportello è stato aperto nell’autunno 2006 e continua la sua attività con l’obiettivo di offrire un servizio di orientamento legale rivolto agli ospiti, alle persone che arrivano tramite il Segretariato Sociale o il Centro Ascolto ed a quelle seguite nei vari progetti. In particolare, attiva contatti con avvocati specializzati nei diversi contesti giudiziari in cui è necessaria assistenza con patrocinio a spese dello Stato e si fa mediatore nei rapporti tra gli utenti e le Istituzioni (ASL, Tribunali competenti, Questura ecc.) al fine di promuovere legalità e tutela effettiva. Lo sportello è aperto tre volte alla settimana e riceve per appuntamento. Attraverso il colloquio si ricostruisce la storia della persona da un punto di vista legale per individuare successivamente le modalità necessarie per affrontare il problema. Richiesta/orientamento
Colloqui
Contatti Esterni
Istanze ex Art. 31, comma 3 Coesione familiare Ricongiungimento familiare con italiani Ricongiungimento familiare tra extracomunitari Comunitari Separazione personale/affidamento figli Violenza domestica Rinnovo/rilascio permessi/carte di soggiorno Rateizzazione multe Richiesta cittadinanza italiana Minori Ricorsi per rigetto permessi di soggiorno / espulsioni Procedimenti penali Risarcimento sinistri Atm Decreto flussi Richiesta permesso motivi umanitari
37 34 13 32 55 16 3 117 17 14 9 28 25 2 80 5
2 20 2 18 33 6 1 22 17 2 28 7 2 5
TOTALE
487
165
21
n Corso
di italiano
Ha lo scopo di aiutare gli ospiti stranieri ad apprendere la lingua Italiana che è condizione indispensabile anche per riuscire a trovare lavoro, nonché di offrire agli ospiti un momento di socializzazione e di dialogo. Questa attività è totalmente gestita dai volontari dell’Associazione. Il corso si svolge normalmente una sera alla settimana (in caso di bisogni particolari il tutor col suo allievo possono decidere di fare più lezioni settimanali) . Vengono utilizzati come supporto di testo i libri di Corso Italiano per stranieri e le dispense di Rai Educational.
1. Anno scolastico 2005-2006: primo corso “strutturato” di Italiano effettuato alla Casa della Carità. Totale allievi che hanno frequentato il corso: 35 Tutors : 9 Allievi che hanno seguito più di 5 lezioni: 8
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2. Anno scolastico 2006-2007 Totale allievi che hanno frequentato il corso: Tutors: Allievi che hanno seguito più di 5 lezioni:
56 11 16
3. Anno scolastico 2007-2008 Totale allievi che hanno frequentato il corso: Tutors : Allievi che hanno seguito più di 5 lezioni:
60 12 20
Cultura n Accademia
della carità
E’ l’ambito di studio, ricerca e formazione istituito dalla Fondazione Casa della carità con l’obiettivo di promuovere la riflessione culturale sui temi del disagio sociale, dell’emarginazione e della povertà. L’idea di un’Accademia della Carità nasce dall’intento fortemente sostenuto dal cardinale Carlo Maria Martini alla nascita della Casa della carità di mantenere strettamente integrate azione sociale e ricerca culturale. Le esperienze di accoglienza e ospitalità vissute nella Casa costituiscono il punto di partenza da cui elaborare le riflessioni sullo sviluppo sociale, economico e culturale di un’area metropolitana come Milano. Dal 2004, ogni anno l’Accademia organizza percorsi formativi, seminari, convegni e attività scientifiche di ricerca avvalendosi della collaborazione di docenti universitari, ricercatori e operatori del sociale. Questa attività è possibile grazie al contributo della Fondazione Unidea-UniCredit Foundation. Per l’anno accademico 2007-2008 l’Accademia ha lavorato sul concetto di differenza. Dal convegno internazionale di maggio 2007 “L’inquietudine delle differenze”, con la lectio magistralis di Michel Wieviorka si è partiti dall’indagine sulla rigidità dei confini che generano violenza e si è riflettuto sulla differenza per riscoprirla risorsa di valore e scongiurare i conflitti. Queste le attività promosse: - il percorso di formazione “La passione delle differenze”, di tre weekend residenziali, con Stefania Borghetti, Giovanna Cantarella, Adolfo Ceretti, Giorgio Legnani, Leonardo Lenzi, Claudia Mazzucato, Marco Sarno (70 partecipanti) e con lo spettacolo teatrale “Il Baccalà” a cura di Ciro Menale con l’Associazione Identità Plurali - il seminario di formazione: “Donne e madri nella migrazione tra valori, differenze di genere e diritti”, di tre incontri a tema, con Marie Rose Moro, Claudia Bruni, Maria Grazia Guida, Alessandra Kustermann, Mirta Da Pra, Manuela Bartesaghi, Fernanda Contri, Lucia Fattori e Anna Buttarelli (in media 75 partecipanti) - il seminario di formazione: “Il diritto alla somiglianza: giovani di origine immigrata e nuova cittadinanza”, di 5 incontri a tema, con Maurizio Ambrosini, Elena Caneva, Graziella Favaro, Monica Napoli, Milena Canterini, Anna Granata, Massimo Conte (15 partecipanti) - la serata a tema con il Senato Accademico su Etica e Politica con Mauro Ceruti (20 partecipanti).
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n Biblioteca
del Confine
La Fondazione Casa della carità in collaborazione con l’Assessorato alla cultura, culture e integrazione della Provincia di Milano ha dato avvio, all’interno del progetto “Cultura del Confine - memoria e territorio”, alla realizzazione di una Biblioteca del confine, un luogo di ricerca e documentazione sulle culture e sui mondi ospitati dalla Casa della carità e, più in generale, uno spazio di approfondimento dedicato alle metodologie di lavoro e di intervento in situazioni di marginalità. La Biblioteca si pone, inoltre, come punto di riferimento sul territorio, sia per la raccolta di documentazione di valore e di qualità sia in quanto risorsa per la ricerca, per la cultura e per le proposte formative che sono nate e nasceranno all’interno della Casa della Carità. Uno degli obiettivi della Biblioteca è diventare una fonte di sapere e di esperienze viva e concreta non solo per gli operatori della Casa della Carità, ma anche per volontari, studenti, operatori sociali e ricercatori che nell’area metropolitana di Milano si occupano a diversi livelli disciplinari e professionali di chi sta sui confini. I volumi catalogati al 31/12/2007 nel centro di documentazione sono 477. Nell’ambito della Biblioteca del confine, trova spazio la Biblioteca di pubblica lettura, con l’obiettivo di favorire la formazione culturale degli ospiti e diventare un luogo di socializzazione e di incontro Inoltre, in collaborazione con il liceo scientifico statale Alessandro Volta di Milano, la Biblioteca del confine realizza la Società di Lettura. Si tratta di una proposta di lettura personale e di gruppo che studenti, di classi diverse, svolgono con docenti ed amici, per preparare l’incontro pubblico con l’autore dell’opera affrontata insieme. La lettura ad alta voce dei brani scelti dai lettori precede il dialogo con l’autore sulle origini e le ragioni dell’opera, per cogliere con attenzione critica e partecipazione emotiva lo spessore narrativo del testo. Nel 2007 la Società di Lettura ha organizzato le seguenti letture, con la partecipazione degli autori, presso l’Auditorium della Casa della Carità e l’Aula magna del liceo “A. Volta”: “Gli occhi di un bambino ebreo” di Mario Giro “La quinta stagione” di Piero Colaprico “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan. “ Il genocidio degli Armeni” di Marcello Flores “Islam: identità inquieta d’Europa” di Farian Sabahi La biblioteca è rimasta chiusa da maggio fino a novembre 2007 per il rinnovo dei locali ed i prestiti effettuati nei 5 mesi di apertura sono stati 99. L’inaugurazione della nuova sede della biblioteca è stata fatta il 23 novembre 2007 in occasione del terzo anniversario della Casa della carità. I volumi catalogati al 31/12/2007 sono 1373. Nell’ottobre 2007, in occasione della Festa del Teatro, la Casa della carità in collaborazione con il Teatro Officina ha messo in scena l’opera “Nel nome della donna” del regista Massimo de Vita. Tale spettacolo comprendeva brani ispirati al testo “ in nome della madre” di Erri de Luca e testimonianze dirette di madri straniere.
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n Comunicazione
e ufficio stampa
L’area comunicazione e relazioni esterne ha il compito di promuovere un’immagine della Casa della carità, attraverso i media e con gli eventi, in linea con il mandato del cardinal Martini, vale a dire produrre riflessioni ad alto contenuto di senso per interrogare la società sui temi del disagio e della marginalità. Inoltre, offre all’esterno un’immagine coordinata delle attività della Fondazione e delle associazioni che con essa collaborano. Il sito internet www.casadellacarita.org è formato da circa 150 pagine, che possono essere ricondotte a due tipologie differenti di contenuti. La prima è più dinamica e contiene notizie che rappresentano il commento e il punto di vista della Casa della carità sui temi del disagio sociale legati all’attualità, oltre che le principali iniziative promosse dalla Casa della carità. La seconda è più istituzionale e didascalica e raccoglie le sezioni che illustrano l’attività della Casa della carità e la documentazione scientifica degli interventi sociali realizzati. L’ufficio stampa, oltre al rapporto con giornalisti e mass media, realizza quotidianamente una rassegna stampa per gli operatori e i volontari della Casa della carità. I temi della rassegna stampa sono l’emarginazione e la povertà, l’immigrazione e le minoranze, il terzo settore e l’economia sociale, il disagio sociale e le periferie. Un’apposita sezione è dedicata alle notizie pubblicate inerenti l’attività della Casa della carità.
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Comunità n La
Casa nel Quartiere
Sono stati protagonisti degli incontri: ACLI LA GOBBA ANPI CRESCENZAGO ASSOCIAZIONE VILLA PALLAVICINI CIRCOLO CERIZZA COMIN COMITATO QUARTIERE ADRIANO COMITATO SOCI COOP CORPO MUSICALE CRESCENZAGO FNP CISL- cooperativa madre EUGENIA PICCO ITINERARIA LEGAMBIENTE CRESCENZAGO PARROCCHIA GESU’ A NAZARETH PARROCCHIA SANTA MARIA ROSSA TEATRO OFFICINA TEMPO PER L’INFANZIA VOLONTARI QUARTIERE ADRIANO
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Le parrocchie, le associazioni del territorio, anche se appartenenti a realtà molto diverse fra loro, si riuniscono regolarmente presso la Fondazione per discutere delle iniziative e dei problemi più urgenti. Da tutti è stato riconosciuto che da molti anni non avveniva un fatto simile, anzi molte associazioni non si conoscevano neppure, benché tutte presenti ed operanti nel medesimo territorio. Il tavolo programmatico, quindi, è diventato un momento d’incontro e conoscenza non solo della Casa e delle associazioni, ma anche tra le associazioni stesse che hanno cominciato, o ricominciato, a parlarsi. Al coordinamento si sono aggiunte altre realtà associative che sono entrate in rete e che hanno collaborato a numerose iniziative, intraprese per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Il più avvertito è senz’altro quello della scuola media, o meglio, di un polo scolastico aperto e integrato che per ora non è previsto, in un quartiere che già sta subendo una forte presenza edilizia, con spazi sempre più ridotti di viabilità e di verde, indispensabili per la qualità della vita. Tutti avvertono, inoltre, quanto sia importante prevedere anche una rete viabilistica capace di allentare la morsa del traffico, in quanto le infrastrutture attuali risultano del tutto insufficienti a sopportare la mole del traffico. Anche l’inquinamento chiede un’attenzione molto precisa per cercare di superare la presenza di attività ad alto tasso di inquinamento. La condivisione dei problemi e delle esperienze sul territorio ha permesso alla Casa della carità di entrare in rete con le altre realtà presenti, ai suoi ospiti di essere accolti nella città e di creare infine le condizioni perché nasca un’attenzione nuova ai temi dello sviluppo di una comunità solidale e attenta ai bisogni della popolazione.
n Anziani
Il progetto vuole fornire un aiuto alle persone che hanno difficoltà ad uscire di casa e che vivono in una situazione di solitudine. Offre momenti ricreativi e di animazione agli anziani che desiderano trascorrere una parte della giornata in compagnia, in un ambiente stimolante. Sono stati messi a disposizione degli anziani del quartiere alcuni spazi della Casa così è possibile pranzare insieme in allegria, leggere il giornale, partecipare a iniziative tra cui film, teatro, giochi di società. Inoltre è stata attivata una rete dei servizi alla persona e di volontari intorno alle persone anziane e fragili. L’unico criterio di accettazione è l’età (minimo 65 anni) e la voglia di far parte del gruppo. Con il tempo, la fiducia cresce, e permette di organizzare un colloquio finalizzato alla compilazione di una scheda progetto individuale. Se durante il colloquio emergono problemi rilevanti, si indirizza la persona agli enti competenti. Il progetto “Anziani” si è realizzato con il contributo dell’Amministrazione Comunale di Milano. Le attività del 2007 sono state: 1) Attività con gli anziani accolti presso la Casa della carità: - Accoglienza nelle giornate di mercoledì e venerdì per tutto l’anno solare: presenza media settimanale 50/55 persone - Ospitalità a pranzo nelle principali festività (S. Natale…): in media 10 persone - Gite organizzate con gli anziani del Centro San Paolo: in media 30 - Feste organizzate in auditorium con gli anziani del Centro San Paolo: 30/70 persone Gli anziani che frequentano il gruppo si collocano in una fascia di età compresa fra i 65 e 97 anni, con una prevalenza nella fascia dagli 80 anni in su. 2) Supporto alla domiciliarità -Anziani seguiti a domicilio con interventi continuativi/saltuari nell’ambito di un intervento di rete concordato con i servizi sociali o i custodi sociali - anziani seguiti con interventi continuativi 12 - anziani seguiti con interventi saltuari 24.
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n Progetto
So-Stare
La storia di Iole “ ….Quando Iole è arrivata alla Casa della Carità non aveva vestiti suoi, tranne pochi indumenti che teneva sempre addosso. Inizialmente ogni scelta che l’educatrice le proponeva presso il Guardaroba era accettata in modo acritico, quasi indifferente. Anche la dottoressa che se l’era presa a cuore in ospedale ci aveva lasciato un suo parere dispiaciuto: “Fa male pensare che il destino di Iole sia ancora la strada, ma credo che sarà ben difficile che possa rimanere più di un giorno o due nella Casa. Non vi chiederà molto”. Dopo più di 2 anni Iole abita ancora con noi, decidendo di stupirci con la sua voglia di casa. Infatti tutt’ora chiede ad ogni nuova persona che incontra: “Mi dai una casa?” Accetta la cura, ha deposto il delirio religioso nello scrigno dei ricordi difficili, abita la Casa della Carità scegliendo soprattutto l’atrio come suo luogo privilegiato di relazione ed incontro. E’ la sua piccola agorà, nella quale passeggia con una costanza invidiabile, anche per molte ore, accorgendosi di chi giunge per la prima volta e accogliendolo con frasi che sono un manuale di piacevole gentilezza…..” (Virginio Colmegna “Ho avuto fame” – Sperling & Kupfer 2008)
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So-Stare è un centro sperimentale di convivenza per la salute mentale, basato sull’idea di “residenzialità leggera”. L’intervento è improntato al valore dell’ospitalità e al senso di responsabilità e autonomia del singolo. Chi entra a So-Stare intraprende un percorso, che ha come obiettivo il raggiungimento di una maggiore autonomia ed il recupero del proprio benessere psico-fisico. L’ospite è accompagnato da un’équipe di professionisti della salute mentale che lavora per potenziarne le risorse ed elaborare per ognuno un progetto individuale. La comunità residenziale può ospitare fino ad un massimo di otto persone, sia uomini che donne, purché maggiorenni. Gli ospiti sono seguiti da due operatori, uno psichiatra ed uno psicologo nel ruolo di coordinatore. Nel 2007 sono state prese in cura - 6 persone legate ad un’ospitalità residenziale - 3 persone in attesa di un progetto di ospitalità residenziale tramite attività diurne - 8 persone non residenziali seguite all’interno del progetto “Sostare diffuso” - 3 ex ospiti
n Ambulatorio
di salute mentale
L’area del disagio psichico nelle nuove e vecchie povertà è trasversale alle varie azioni di accoglienza della Casa della carità, ma richiede, anche per la frequenza e l’esigenza di sostegno, lo sviluppo di competenze operative specifiche. L’ambulatorio per la consulenza di persone con disagio psichico è nato contestualmente all’ospitalità per poter prendere in cura persone che hanno una problematica psichica e non hanno soluzioni alternative a causa di un difficile accesso ai servizi, per la condizione di clandestinità o per una mancata progettualità in situazioni multiproblematiche. L’ambulatorio si occupa di: • Presa in cura degli ospiti residenti, con psicoterapia e supporto farmacologico • Prime visite di valutazione • Rapporti con i servizi e le istituzioni, in particolar modo collaborazione con il Servizio di Etnopsichiatria dell’Ospedale Niguarda • Presa in cura dei percorsi di uscita. L’ambulatorio è aperto tutti i giorni in orario serale. Le visite sono programmate secondo un calendario, ma una parte del tempo è dedicata ad affrontare le emergenze e gli imprevisti quotidiani. L’approccio che caratterizza gli interventi è di tipo sperimentale, innovativo e incentrato sulla relazione. E’ basato sull’idea che il disagio psichico è una questione di salute mentale, che riguarda tutti, e non una malattia da stigmatizzare. Il servizio ha un responsabile psichiatra e si avvale della collaborazione di psicoterapeuti volontari e tirocinanti.
AZIONI DELL’AMBULATORIO Presa in cura di ospiti residenti per colloqui di psicoterapia Nel 2007 sono stati seguiti 15 ospiti con colloqui settimanali Presa in cura farmacologica Una trentina sono gli ospiti che hanno avuto un accompagnamento farmacologico nel 2007 Presa in cura di ex- ospiti Nel 2007 l’ambulatorio ha seguito 5 ex-ospiti Presa in cura di persone non ospiti Nel 2007 l’ambulatorio ha preso in cura 4 persone provenienti da altre situazioni di disagio. Emergenze (situazioni di particolari momenti di crisi o difficoltà) Consulenza per il Centro di Ascolto Collaborazione con il servizio di etnopsichiatria
Le persone prese in cura dall’inizio attività a dicembre 2007 sono state 125 (81 uomini e 44 donne). Quarantacinque ospiti della Casa sono stati seguiti dall’ambulatorio nell’ultimo anno di attività e di questi 15 sono stati seguiti regolarmente con psicoterapia settimanale, mentre gli altri con interventi al bisogno o supporto farmacologico (20 donne e 25 uomini). Sono state inoltre seguite regolarmente 12 persone esterne (4 nel solo anno 2007), con colloqui settimanali o in momenti di particolare difficoltà. A questo va aggiunto il lavoro di supporto al Centro d’Ascolto con circa 5 colloqui al mese di seconda valutazione per persone con fragilità già ascoltate una prima volta dalle volontarie.
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n Progetto
Diogene
Diogene è l’unico progetto che si occupa di senza dimora con disagio psichico che vivono in strada e, per il suo carattere innovativo, è stato indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come progetto pilota dedicato agli homeless. E’ rivolto ai senza dimora italiani e stranieri con problemi di salute mentale che avvertono come troppo rigide le strutture pubbliche preposte alla cura del disagio psichico e che richiedono un intervento psicosociale integrato. Attraverso le uscite serali delle unità mobili, composte da psichiatri, psicologi ed educatori, in équipe di due persone, partendo da Casa della carità, va nei luoghi dove stazionano le persone che vivono in strada (stazioni ferroviarie, aeroporti, zone centrali) oppure incontra persone segnalate. Per ottenere una relazione di fiducia e un contatto continuativo, sono necessari molti mesi di uscite e contatti, i colloqui normalmente avvengono nella “casa” dell’utente, che può essere una panchina, la strada o un riparo di fortuna. Per ogni ospite seguito viene aperta una cartella clinica (così come avviene nel servizio pubblico) e formulato un piano terapeutico individuale. Dove ve ne è la necessità e la possibilità, le persone straniere vengono accompagnate ad un percorso di cura anche attraverso l’azione del Servizio di Etno psichiatria del Dipartimento di Niguarda. Nel 2007 il progetto ha preso in cura 30 homeless con disturbi psichiatrici e ha avviato ulteriori 20 contatti.
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n Progetto “Proviamoci
ancora”
“Proviamoci ancora” è un progetto promosso dal Comune di Milano, in convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli, attraverso le azioni sperimentali degli operatori di Casa della carità e della Cooperativa “Detto Fatto”. Il progetto biennale, è realizzato nel quartiere Molise-Calvairate, in alcuni condomini segnati da condizioni di degrado ambientale e dalla presenza di persone che vivono in situazioni di forte solitudine relazionale e di disagio psichico. “Proviamoci ancora” è rivolto a malati psichici in situazioni di grave disagio e di forte isolamento sociale e sperimenta, in collaborazione con il centro psicosociale di competenza, un modello d’intervento flessibile che parte dalle storie delle persone e va ad interagire in collaborazione con l’attuale rete dei servizi e con le risorse del territorio. L’obiettivo è quello di fornire una reale rete di supporto alle persone sofferenti connettendo i servizi dedicati al disagio psichico con operatori che svolgono un supporto sia domiciliare, che territoriale. Le attività si svolgono nella sede del progetto, in via Molise 5, luogo dove vengono attivati gruppi e risorse socializzante e, attraverso gli interventi di ristrutturazione ad opera della Cooperativa Detto Fatto, nelle stesse case degli utenti. Le procedure di segnalazioni avvengono tramite il CPS di zona, attraverso riunioni quindicinali. “Proviamoci ancora” si avvale di un’equipe composta da 2 operatori, un coordinatore operativo ed una responsabile. Nel 2007 sono state seguite 90 persone. n Progetto “Cortili
Tutta l’area “Salute mentale” è sostenuta dalla Fondazione Cariplo (contributo istituzionale).
2”
Il progetto nasce da un’evoluzione del progetto “Proviamoci ancora” e dalla collaborazione di diversi partner: la Cooperativa Sociale “Detto Fatto”, il CPS di Viale Puglia, il Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti, il Ce.A.S., l’ALER, la Caritas decanale ed il Comune di Milano. Obiettivi : Sono stati fatti incontri anzitutto con gli abitanti dei 2 Cortili individuati, per informare del progetto e per la raccolta diretta dei vissuti e dei bisogni. In seguito sono state individuate relazioni di vicinato già attive da potenziare e consolidare, grazie a persone che possono essere motivate a sostenere il malato nel suo contesto abitativo e a rispondere alle sue necessità di accompagnamento. E’ stato poi costituito un gruppo di ascolto e sostegno per i vicini e per i famigliari e sono state avviate azioni per la mediazione dei conflitti. Il progetto prevede infine l’animazione degli spazi comuni ed interventi domiciliari di sostegno alla quotidianità, così come interventi di riqualificazione ambientale degli alloggi più degradati. Il progetto prevede infine l’animazione degli spazi comuni ed interventi domiciliari di sostegno alla quotidianità, così come interventi di riqualificazione ambientali degli alloggi più degradati. Sono coinvolti: - gli inquilini dei caseggiati: 350 nuclei famigliari - i vicini di casa (ballatoio/scala): 30 nuclei famigliari - i famigliari delle persone con disagio psichico: circa 25 - gli utenti con disagio psichico: circa 20, 15 dei quali avranno interventi di riqualificazione ambientale degli alloggi più degradati
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Mondialita’ n Area
Mondialità
E’ l’area della Casa della carità preposta alla comprensione e all’approfondimento culturale di fenomeni internazionali che incidono nella vita dei singoli individui e nell’azione quotidiana dell’accoglienza. L’idea nasce dalla stretta connessione che l’incontro con l’Altro - italiano o straniero che sia - mette in evidenza nel nostro vivere cittadino, in una Milano del XXI secolo, e l’essere Altro, di provenienza diversa, con una storia di popolo e un bagaglio personale culturale differente. Significativo è conoscere, in ogni forma possibile, la cultura e le dinamiche ad essa connesse, affinché le esperienze di ospitalità della Casa possano costituire un punto di partenza concreto da cui approfondire le riflessioni sullo sviluppo sociale, economico e culturale di Milano. Nel 2007 sono proseguite le attività nei seguenti paesi: Sri Lanka – partner coinvolti: Arcidiocesi di Colombo e Provincia di Milano Casa della carità ha offerto: - accompagnamento e consulenza rispetto al progetto educativo della Scuola di Negombo, con valutazioni rispetto all’inserimento scolastico di alcuni bambini rimpatriati dall’Italia; - vicinanza e sostegno al progetto socio-educativo del Centro formazione giovanile a Kalamulla, con consulenza rispetto al percorso formativo dle personale coinvolto - consulenza continuativa al progetto socio- sanitario del Centro di Cura alla Salute a Kalamulla, con aggiornamenti trimestrali per il personale infermieristico. Senegal – partner coinvolti: Casa Magica di Milano e diverse associazioni non governative in loco Casa della carità ha offerto: - in continuità con l’esperienza del viaggio Milano-Dakar del 2006, ed in collaborazione con Casa Magica di Milano, si è organizzato un viaggio (giugno 2007, 12 ragazzi italiani) per svolgere un torneo di calcio a St.Louis – 400 bambini, con scuola calcio Senegal e ragazzi di strada, con scopo conoscitivo, ricreativo, socializzante; - si è organizzata una missione di fattibilità per l’avvio di progetti di sviluppo (giugno 2007): approfondimento conoscenza con diverse realtà locali quali Comité de Developement du Quartier Taba Ngoye (CDQ Taba Ngoye, Kaolack), Association des Femmes medicine du Senegal (Afmes), Comune di Guediaway (periferia Dakar), Reseau des Association Feminines pour le developement de Guinaw Rail (Rafdgr), con l’avvio di studi di fattibilità per progetti di microcredito promossi da CDQ Taba
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Ngoye e sostegno economico all’attività formativa della Associazione Rafdgr; - si è avviato uno studio di fattibilità condotto da realtà locali (dicembre 2007 – in corso), per un eventuale progetto contro il fenomeno immigrazione nell’area di Saint Louis. Romania – partner coinvolti: Sindacati/associazioni locali e municipalità, Provincia di Milano In seguito alle due missioni conoscitive (novembre 2005 e 2006), ed in stretta connessione con il grande lavoro dell’Area Rom di Casa della carità a Milano, nel novembre 2007, si è organizzato un viaggio in Romania per sondare la fattibilità, di progetti di sviluppo che potessero coinvolgere le tre principali municipalità dell’area di Craiova, da cui provengono gli ospiti rom romeni in Italia: Tintareni, Bals e Salcuta. Il confronto ha riguardato: ipotesi sostegno per costruzione strade, ipotesi progetto educativo per accompagnamento scolastico di minori, ipotesi per avvio attività lavorativa in loco per implementare operai rom romeni. In rispetto degli accordi, i tre sindaci dei Comuni coinvolti sono stati ospitati a Milano e ricevuti dal prefetto e dalla Provincia di Milano.
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Spiritualità La Casa della carità non è solo un luogo dove ci prendiamo cura di persone in difficoltà. Per noi che la abitiamo è soprattutto un laboratorio di vita nel quale, condividendo la gioia dell’ospitalità, ci sentiamo attraversati da sentimenti profondi di pace, poesia e bellezza. Qui è possibile vivere in silenzio e ascoltare le tante storie di fragilità e di umanità vissuta che interrogano le nostre coscienze. Qui è possibile mettersi in relazione con l’altro costruendo rapporti di senso con ospiti e volontari, con giovani che chiedono di essere affascinati da un’esperienza di accoglienza e con amici che condividono le nostre scelte simpatizzando con il nostro operato. Tutto questo ci fa avvertire l’importanza della contemplazione e ci riconsegna una dimensione prettamente spirituale. Ma si tratta di una spiritualità intesa in modo laico, motivata dalle ispirazioni più profonde che ciascuno porta nel cuore. Questa è una delle scelte che caratterizza la nostra straordinaria esperienza. Ecco perché, accanto alla normale attività di ospitalità, proponiamo momenti di silenzio, riflessione e preghiera. Si tratta di proposte che nascono dal nostro modo di vivere e di ospitare. La Casa della carità è aperta a tutti, credenti e non, persone in ricerca e altre di religione diversa. In questo nostro laboratorio di fraternità e convivialità, dove accogliamo e rispettiamo la dignità di tutti, il valore che viviamo come straordinario è quello della relazione con l’altro. Per questo offriamo le nostre proposte di spiritualità a chiunque, da coloro che sono impegnati nell’economia e nell’imprenditoria alla gente comune, ai nostri famigliari e alle nostre comunità. È la ricchezza che ci regalano i nostri ospiti che mettiamo a disposizione. Con le sue proposte di ricerca spirituale e di senso, la Casa della carità si rivolge anche ai tanti giovani che, durante la loro crescita e maturazione, vogliono interrogarsi su questioni come pace, diritti, mondialità e aprirsi alle esperienze di vita di persone che vengono da luoghi dove vi sono conflitto e divisione. Perché al centro del nostro approccio culturale vi è la riflessione sull’incontro fra mondi lontani, che fra le nostre mura avviene tutti i giorni. E’ da questo vivere continuamente le relazioni e i legami che scaturiscono la nostra produzione di cultura e, contestualmente, la nostra domanda di spiritualità. Per me, e per molti che operano qui, questa Casa rappresenta uno spazio che offre una nuova visione del vivere, certamente arricchita dalla parola di Dio, ma anche carica di spiritualità di ricerca e interiormente liberata dall’ansia del fare portandoci alla scoperta di un linguaggio quasi sconosciuto: quello della bellezza del creato e dell’armonia. In questo modo vorremmo anche sgretolare quella concezione che considera i poveri come le cavie dei nostri esperimenti di bontà. La nostra è un’esperienza che vuole superare il pietismo e l’assistenzialismo verso le fasce più deboli della popolazione alle quali, spesso, viene semplicemente consegnato un rifugio materiale e non un’opportunità. Questo è possibile se cresce un’etica di condivisione e reciprocità. È da qui sgorga poi questo nostro modo di vivere la dimensione spirituale. Essa parte dalla quotidiana relazione con i più deboli e dalla loro fragilità e ci regala poi la possibilità di riscoprire noi stessi e la nostra vita. Per tutti questi motivi l’esperienza di ospitalità e ricerca della Casa della carità è un laboratorio che, attraverso l’accoglienza dal basso, genera spiritualità e condivisione vera. Il fatto che il nostro agire nasca dall’operosità e dalla nostra esperienza di lavoro professionale fa sì che questo percorso possa essere anche comunicato con rigore e con competenza. don Virginio Colmegna
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Gestione della Casa Una Casa bella ,accogliente ed efficiente diventa uno spazio di vita dove vivere relazioni positive di condivisione. Sono necessarie azioni che aiutino a mantenere la struttura bella e funzionale per servire meglio e più efficacemente l’ospite. Questo settore è affidato e gestito dall’area della logistica che, oltre al compito di mantenere la struttura in piena efficienza, coordina l’attività di vigilanza e sicurezza interna presente ed operativa 24 ore al giorno, per 365 giorni all’anno. Gestisce anche un parco autovetture di servizio in dotazione alla Fondazione. Questo settore si occupa anche di curare il giardinaggio della Casa.
Le principali azioni realizzate nel 2007 riguardano: - la cura continua degli spazi; - il completamento dell’informatizzazione della Biblioteca di Confine; - l’organizzazione delle giornate di volontariato in collaborazione anche con le aziende; - la costruzione, con un impegno finanziario importante, della casetta (ex Orto) che accoglie 48 posti letto, 4 servizi completi, la realizzazione del riscaldamento e del condizionamento peraltro collegati agli impianti tecnici della Casa.
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I Partners n Associazione “Amici
della Casa della carità”
L’Associazione nasce per sostenere le attività della Casa della carità attraverso la raccolta di fondi presso il grande pubblico e nello stesso tempo per far conoscere le principali attività della Fondazione Casa della carità a un pubblico variegato che ancora non conosce l’esistenza della Casa o i servizi che essa offre. L’attività dell’Associazione si svolge attraverso una serie di iniziative: - organizzazione di eventi importanti come aste, concerti, manifestazioni sportive, ecc. - raccolta di fondi presso soci o amici donatori per finanziare particolari iniziative (come ad esempio l’iniziativa “Ospito anch’io”) - contattare le aziende che hanno già manifestato in passato la loro predisposizione all’impegno sociale per ottenere il loro sostegno e organizzare per loro giornate di volontariato presso la casa. n Associazione “Volontari
della Casa della carità”
L’Associazione raggruppa tutti i volontari che operano su tutte le attività della Casa della carità, sotto il coordinamento degli operatori della Casa. Sono attualmente più di 70 i volontari distribuiti fra le varie attività e i vari progetti. L’Associazione si occupa in particolare di contattare tutti coloro che desiderano essere informati sulle attività della Casa per fare volontariato e di formare i volontari. L’Associazione è retta da un Consiglio di amministrazione e da un gruppo operativo di lavoro che definisce le varie iniziative. Nel 2007 l’Associazione ha anche partecipato attivamente all’evento fieristico di “Fa’ la cosa giusta”, fornito volontari per collaborare con la Fondazione e con l’Associazione Amici della Casa della carità ai vari eventi proposti (Asta alla Permanente, Concerto all’Angelicum, tornei di calcio, eventi culturali dell’Accademia ….) e messo a disposizione un team di lavoro per la stesura del Bilancio di Sostenibilità 2006. n Associazione “Identità
Plurali” – La Banda del Villaggio
L’Associazione “Identità plurali” è stata istituita nel novembre 2006. Essa propone iniziative e progetti diretti a favorire il dialogo multiculturale, l’accoglienza nei confronti delle diversità e la maturazione di una nuova identità collettiva. Nel 2007 l’associazione si è occupata del progetto “A scuola d’ospitalità”, che apre l’esperienza di accoglienza della Casa della carità ai ragazzi delle scuole milanesi. Ha inoltre promosso le attività della Banda del Villaggio, un gruppo artistico formato da musicisti rom rumeni nato nell’estate del 2005, dopo lo sgombero del campo nomadi di via Capo Rizzuto a Milano.
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n Cooperativa
LAVORIamo
Nel 2007 è proseguita e si è consolidata l’esperienza della Cooperativa Lavoriamo che attualmente impiega a livello occupazionale 32 persone di cui 15 provenienti dalla Casa della carità. Le attività sviluppate riguardano i settori delle manutenzioni, pulizie, ristrutturazioni edili, imbiancature. Nel 2007 la cooperativa ha gestito per conto dell’amministrazione comunale le docce pubbliche, fornendo, oltre al servizio, dati importanti sul fenomeno dell’emarginazione delle aree urbane. n Società
Mr Katering
La Mr Katering è una società a responsabilità limitata a capitale privato dedicata alla ristorazione solidale. Mr Katering ha un contratto di ristorazione con la Casa della Carità ed un accordo per la formazione e l’accoglienza come forza lavoro di ex ospiti della Casa della Carità. Attualmente vi lavorano 10 persone. Hanno inoltre completato un breve corso di formazione interno giovani ospiti e allievi del centro di formazione Achille Grandi. n Ce.A.S.
Il Centro Ambrosiano di Solidarietà (Ce.A.S.) opera sul territorio milanese dal 1986. Le sue finalità principali sono la promozione della solidarietà, della prevenzione, della cura e della riabilitazione di persone affette da dipendenze e da disagio psichiatrico e psico-sociale, nonché di adolescenti e giovani, sia italiani che stranieri, a rischio emarginazione. Il Ce.A.S. realizza il proprio intervento educativo in contesti comunitari residenziali. I progetti di orientamento e avviamento al reinserimento sociale sono promossi presso la sede milanese di zona 3, nel territorio di Como e nelle carceri. I progetti di inserimento abitativo, invece, si tengono in alloggi protetti, situati nelle zone di Milano in cui è attivo il progetto Sestante, un servizio di orientamento rivolto a ragazzi dai 12 anni in su e ad adulti che a vario titolo li seguono. Il Ce.A.S. si coordina con gli enti istituzionali e territoriali che fanno capo ai servizi alla persona e promuove la costruzione e la fruizione della rete dei servizi pubblici e privati operanti sui territori di competenza. Oltre alle attività educative-sociosanitarie, residenziali e di housing, il Ce.A.S. svolge attività di formazione del volontariato, orientamento, ascolto del disagio, promozione e costruzione di progetti individuali, rivolti alle persone che manifestano un disagio psico-sociale. n Associazione “Una
casa anche per te”
L’Associazione si è costituita nel 2007 per cercare risposte al bisogno abitativo di ospiti in uscita dalla Casa della Carità e delle famiglie rom rumene che hanno terminato il percorso previsto nel progetto “Villaggio Solidale”.
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3 L’attività complessiva della Fondazione ha avuto per il 2007 un onere complessivo di spesa di 3.153.068 euro (comprensivo degli oneri legati all’accoglienza di emergenza di famiglie rom nella misura complessiva di 263.526 euro). Tale spesa è suddivisa in oneri diretti imputati all’accoglienza per un totale di 2.281.200 euro, di cui 816.000 euro legati a progetti e convenzioni, ed oneri indiretti per un totale di 608.342 euro.
Tabella 1
Nella tabella 2 vengono analizzati i costi delle singole aree di accoglienza . Rileviamo un costo prevalente dell’attività dell’area Abramo di euro 607.022 e dell’area Sara, accoglienza donne,di euro 508.830.
Tabella 2
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La distribuzione dei costi in percentuale delle aree di accoglienza nel 2007 è praticamente identica a quella rilevata nel 2006. Nella tabella 3 vengono precisati i costi medi pro capite giornalieri di attività : il costo giornaliero per un ospite che comprende tutti i servizi relativi all’alloggio, mensa, personale educativo e medico sanitario è di euro 24,61 al giorno.
Tabella 3
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n Proventi
Nel corso dell’anno 2007, i proventi ricevuti per il sostentamento delle spese sostenute sono stati di 3.165.641 euro di cui elenchiamo qui di seguito la ripartizione per tipologia: Contributi da Enti privati Convenzioni con Enti pubblici Donazioni Altri proventi
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€ 2.104.299 € 412.300 € 495.193 € 153.849
4 Ringraziamenti Tutto quanto è esposto in questa relazione, è stato possibile grazie al sostegno di molte persone, aziende ed istituzioni che hanno dato il loro contributo. A ciascuno di essi va un sentito ringraziamento da parte nostra e di tutti gli ospiti della Casa.
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“ …senza quasi rendermene conto sono arrivata a parlare con tutti, scorgendo freschezza in ogni incontro, scoprendo la possibilità di un sorriso di speranza, dapprima turbato da ombre fuggevoli di diffidenza… o paura? su ogni volto, poi rinfrancato, accogliente.” Teresa Pomodoro
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Questa relazione di attività è stata completata nel mese di ottobre 2008 a cura della Presidenza (Don Virginio Colmegna) e della Direzione della Casa della Carità (Maria Grazia Guida e Don Massimo Mapelli). Il gruppo di lavoro della Casa, coordinato da Riccardo Marchese e Palmiro Boni, volontari della Casa della carità è costituito dai volontari: Brockhaus Matilde, Farina Vilma, Stolfi Paolo Si ringrazia tutto il personale della Fondazione Casa della Carità A. Abriani per i contributi forniti ed in particolare Alessandra De Bernardis per il suo paziente lavoro di revisione. La relazione di attività è stata prodotta con il sostegno dell’Associazione Amici della Casa della Carità.
Chi volesse contribuire alle nostre iniziative può farlo tramite c/c intestato a Fondazione Casa della Carità A. Abriani – Onlus su C/c n. 40096030 presso Unicredit Banca – Piazza Cordusio – agenzia 200 Milano Abi: 2008 – Cab: 1600 - Cin: V Progetto grafico: Alessandro Ascrizzi _www.ascrizzi.it Foto: Armando Rotoletti, Enrico Mascheroni e Donatella De Vito. Sito web : www.casadellacarita.org
Casa della carità “Angeo Abriani” _______ BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2007