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Gianni Gambi il nuot atore
Le mitiche imprese del pi첫 grande fondista di nuoto di tutti i tempi
DANILO MONTANARI EDITORE
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Franco Gabici
Gianni Gambi il nuotatore Le mítiche imprese del più grande fondista di nuoto di tutti i tempi presentazione di Guido Melzí D'Eril
DANILO MONTANARI EDITORE
Ehi John...John Ghembi e via con le consuete e mai ugualifrasi di benve-
nttto che erano supportate da affettuosi abbracci e vigorose pacche sulle spalle. Questo rituale erafrequente ed accadeva in aeroporti, alberghi, ippodromi qua e là per gli States e dímostra quanto Gianni Gambifosse conoscittto, amato ed apprezzato in quel grande Paese. Per i suoi interlocutori e per tutti era unafesîa ritrovarsi fra sportivi veri, fra uomini di spessore che, spesso, avevano scritîo con le loro mani ed il loro coraggio tante leggende sportive.
Fa sorridere pensare alla diversità fra le dfficoltà di allora e quelle di oggi: allora uomini e cavalli varcavano l'oceano in nave e le comunicazioni erano rare e dfficili; oggi si vivono in diretta le regate di "Luna Rossa" o i "Gran premi di Formula I " e nulla è ffidato allafantasia e ai sogni, di ogni denaglio si occupano organizzazioni costose ed efficienti. Allora ci volevano aÍtributi eccezionali per essere protagonisti veri con immense dfficoltà ma Giannifu capace di entrare a pieno titolo nella leggenda dello sporî e della
tita. Mentre lui raccontava, io immaginavo o meglio sognavo di attraversare grandi laghi gelati e fiumi pericolosi e di partecipare vincendo alle più grandi corse europee di îrorto; mentre io sognavo ad occhi aperti, Lui queste impre-
dawero vincendo buone borse a nuoto per poi investire i soldi in cavalli da corsa che, trasportati in nave in Europa, avrebbero tracciato un solco netto fra loro e gli altri partecipanti ai Grandi Premi di ltalia, Francia, Germania. A distanza di più di sessant'anni, nel pedigree dei camse le aveva compiute
pioni di oggi si trovano
famose "frecce azzurre" di Gambi nel segno di wta qualità che non tramontz. In età già avanzata, Gambi prendeva la sua valigia marrone, che conteneva non tutto ma di tutto, e partiva con immutato entusiasmo e con la stessa febbre d'avventura per cercare un cavallo per un cliente esigenîe, per assistere ad un mondiale di boxe, per partecipare a qualche grande sessione di aste di cavalli. Nonostante la sveglia suonasse ad ore antelucane, non l'ho mai visto stanco o provato; semmai ero io, di almeno trent'anni più giovane, a chiedere un attimo di tregua. le
Gianni era un puro, un entusiasta, un mito ma non nel senso abusato che oggi si dà a questa parola. Era capace di slanci e di vedere grandi orizzonti e grandi progetti. Perfortuna gli uomini come lui non muoiono mai e in qualche parte del mondo si rinnova la leggenda del coraggio e della volontà di piantare una bandierina un po' più in Ià, un po' più in alto. Guido Melzi d'Eril