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IN LIBRERIA

MITO VESPA

Sono passati 75 anni da quando la Piaggio depositò il brevetto del suo nuovo scooter, la Vespa, eppure sembra ieri: perché in questi tre quarti di secolo, un mezzo di trasporto minimo e così piccolo, ha rappresentato gigantesche pagine di storia, cultura e costume di tutto il Globo, oltre che, ovviamente, d’Italia. Intanto parliamo di 18 milioni di esemplari diffusi sulle strade di cinque Continenti, dove la sua “mission” di motorizzare e “dare una nuova marcia” al Mondo intero, continua imperterrita e instancabile, mentre diventa sempre più oggetto di culto e “gioiello del Made in Italy” nei paesi più industrializzati (basti vedere le quotazioni che hanno raggiunto i modelli più datati). Un prodotto del genio italiano, la Vespa, immortalato e reso celebre grazie al film con Audrey Hepburn e Gregory Peck Vacanze Romane che, da quel momento, sarebbe diventata icona assoluta, indissolubilmente legata all’immaginario popolare. Tutto questo ce lo racconta con brillantezza e una vena di nostalgia, Marcello Albanesi, attore di teatro, giornalista e conduttore radio romano: dalle pagine del suo “romanzo” della Vespa per Diarkos, affiorano indimenticabili affreschi di epoche passate ma che è sempre un’emozione rivivere (o scoprire, per i più giovani), il tutto abbinato alla storica tecnica del modello e a quella industriale della sua fabbrica, la Piaggio di Pontedera.

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“Vespa. La storia di un mito italiano”

di Marcello Albanesi, Diarkos, testo in italiano, 250 pagine, 19,00 €

L’EPOPEA DELLE SILBERPFEIL

I regimi totalitari che si sono succeduti e si succedono nel Mondo, cercano in tutti i modi di mostrarsi efficienti, avanzati e vincenti: è un fenomeno che si chiama “propaganda”, ossia il diffondere, mettere in luce, esaltare ed estremizzare tutto ciò che di valevole quel governo sta facendo, spesso esulando dalla politica ma utilizzando l’industria, la cultura, lo sport. Per il Terzo Reich di Hitler, per esempio, uno dei più straordinari strumenti di propaganda, sono state le corse automobilistiche, specialmente la F1, categoria nella quale, tra il 1934 e il 1939, le vetture tedesche Mercedes e Auto Union, hanno spadroneggiato, non solo a livello sportivo ma anche dimostrando un’avanguardia tecnica e un ardore progettuale incredibili. Questa importante pagina del motorismo mondiale oggi, nonostante tutto, vale la pena di riscoprirla e analizzarla così come ha fatto l’autore del nuovo titolo dell’editore Minerva, Maurizio Ravaglia, “Le Formula 1 del Führer”: partendo dall’epopea delle Silberpfeil, le “Frecce d’Argento” (colore che le distingueva, mentre le inglese erano verdi, le francesi blu e le italiane rosse), Ravaglia ci racconta, Gran Premio dopo Gran Premio, una cavalcata trionfale durata sei tumultuosi anni, fra intrecci politici e sociali, che avrebbe piegato Alfa Romeo, Bugatti, Maserati. Pagine avvincenti, rapide di passo come in un romanzo d’azione, un saggio storico che rievoca ambizioni, passioni, successi e sconfitte di uomini come Caracciola, Nuvolari, Rosemeyer, Varzi, Lang, Stuck, Fagioli, orgoglio della Germania nazionalsocialista e incantatori delle folle.

“Le Formula 1 del Führer. L’egemonia delle macchine e dei piloti del Terzo Reich”

di Maurizio Ravaglia, Minerva edizioni, testo in italiano, foto b/n e colori, 300 pagine, 25,00 €

MERCEDES E W124: LA STORIA DEFINITIVA DELLA “SUPERBA”

Presentata nel 1984, la serie E (che sarebbe poi diventata “Classe E”) W124 di Mercedes-Benz, rappresenta al tempo stesso la summa delle esperienze vincenti compiute con le antenate W114/115 e W123 e un’evoluzione stilistica che avrebbe definitivamente cambiato il volto della Casa di Stoccarda, traghettandola verso il nuovo millennio. Realizzata in versioni berlina, giardinetta, coupé e cabrio, definitiva da tutti campionessa di affidabilità e versatilità, la W124 è anche il capolavoro stilistico di Bruno Sacco, il padre di alcune delle più belle vetture di sempre della Stella, frutto di idee visionarie e della commistione di eleganza e funzionalità, di razionalità e progressismo. Brian Long, per Veloce Publishing (solo in inglese), ne ha realizzato il testo di riferimento definitivo, una preziosa e imponente guida all’identificazione e al restauro realizzata con la collaborazione e il benestare di Mercedes stessa, un’impareggiabile compendio di storia tecnica, stilistica e culturale del modello, un’opera necessaria e fondamentale nella libreria di ogni appassionato Mercedes: nei 7 capitoli e 4 appendici che la compongono, testi e fotografie dell’epoca e di vetture oggi nei garage dei collezionisti o nei musei, permettono di ricostruirne la vicenda in ogni singola sua sfaccettatura e di scoprirne risvolti spesso ignorati o poco noti. Completano l’opera le preziose tabelle con i numeri di produzione, gli abbinamenti colore e interni, le schede tecniche, i listini accessori.

“Mercedes-Benz W124 series 1984-1997”

di Brian Long, Veloce Publishing, testo in inglese, foto b/n e colori, 175 pagine, 70,00 $. www.veloce.co.uk.

CHE NE È DELL’AUTOMOBILE ITALIANA?

L’industria automobilistica italiana è sempre stata la compagine più importante del settore secondario del nostro Paese. Lo sa bene uno studioso e analista industriale come Giovanni Esposito, in primis perché nato e cresciuto a Pomigliano d’Arco, città del leggendario stabilimento Alfasud, del quale ha seguito nascita, fulgore e declino e poi perché, diventato commercialista e revisore contabile, si è interessato delle vicende economiche e societarie che l’industria automobilistica ha vissuto nella sua travagliata esistenza. Il testo che abbiamo oggi di fronte, è un excursus completissimo e organico di quello che ha significato per il nostro paese “costruire” automobili, non solo a livello tecnico e industriale ma anche culturale e sociale, essendo un settore che ha profondamente mutato gli scenari lavorativi dell’Italia, l’ha trasformata in un paese fra i più avanzati al Mondo durante il boom economico, l’ha resa una “polveriera” fucina di movimenti terroristici e asperrime lotte sindacali durante tutti gli anni ’80 e l’ha riportata agli onori della cronaca nei ruggenti ’80, per poi accompagnarla in un lento declino il quale, tutt’oggi, è ancora un’incognita. 13 capitoli che affrontano tutte le sfaccettature e le vicende dell’auto italiana, dalle origini ai giorni nostri. Completano l’opera un’introduzione di Mauro Forghieri e interessanti appendici con tabelle, grafici e statistiche circa la produzione e l’andamento di questa industria.

“Fasti e nefasti dell’Automobile Italiana. Il declino di una potente industria”

di Giovanni Esposito, editore L’Onda, testo in italiano, foto b/n e colori, 430 pagine, 28,00 €

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