BookArt Interazioni Sensoriali

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BookArt #2 Interazioni sensoriali

12 31 2017 settembre

ottobre


BookArt #2 Interazioni sensoriali

Mostra sul libro d'arte dalla paper engineering all'arte digital nell’ambito di Pordenonelegge.it

A cura di GrabGroup associazione culturale Pordenone In collaborazione con Annalisa Metus e DARS

Opere di Roberta Bridda Dario Cestaro Alessio Larocchi Valeria Marchi Annalisa Metus Margherita Pevere Julian Scordato

Cristina Battistin Paolo Brasa Yana Drumeva Carrie Galbraith Luigia Giovannangelo Simona Paladino Margherita Righini Maria Savoldi

Sala esposizioni Biblioteca Civica Pordenone



A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali, Io dirò un giorno le vostre nascite latenti: A, nero corsetto villoso di mosche splendenti Che ronzano intorno a crudeli fetori, Golfi d'ombra; E, candori di vapori e tende, Lance di fieri ghiacciai, bianchi re, brividi d'umbelle; I, porpora, sangue sputato, risata di belle labbra Nella collera o nelle ubriachezze penitenti; U, cicli, vibrazioni divine dei verdi mari, Pace di pascoli seminati d'animali, pace di rughe Che l'alchimia imprime nelle ampie fronti studiose; O, suprema Tromba piena di strani stridori, Silenzi attraversati da Angeli e Mondi: - O l'Omega, raggio viola dei suoi Occhi! RIMBAUD, VOCALI


“I profumi, i colori e i suoni si rispondono come echi lunghi che di lontano si confondono in unità profonda e tenebrosa” Charles Baudelaire “Corrispondenze” I Fiori del Male 1857.

Nella sua prima edizione BookArt. Beyond reading ci ha fatto vivere la rinascita tridimensionale di un libro come oggetto d’arte. Quest’anno BookArt. Interazioni sensoriali #2 ci conduce attraverso la metamorfosi della carta e le reinterpretazioni dell’arte digitale con una chiave di lettura inedita: la sinestesia in campo artistico. Fenomeno percettivo-sensoriale, la sinestesia fonde udito, tatto e vista in una percezione complessiva. Un sinesteta puro vede i suoni e sente i colori in una prolungata e profonda contaminazione percettiva. Nella creatività di un artista è un valore aggiunto, perché consente di sovrapporre agli oggetti realmente presenti nell’ambiente, la percezione viva di colori, suoni o gusti. Mozart vedeva il colore delle note, assieme al loro suono. Kandinsky percepiva i colori come suoni da fissare sulla tela. Gli artisti presenti nella mostra hanno invece lavorato sulle possibili connessioni e fusioni artistiche tra Paper Engineering e Digital Art, esplorando la nuova frontiera della sperimentazione creativa. L’inaugurazione della mostra coincide con l’evento Pordenone Legge: la parola incontra la materia, il contenuto si rigenera nella forma, i pensieri intrecciano i sensi... lasciamoci andare dove ci porta il libro. Marzia Cicero


(….) gli uomini (…) amano le sensazioni per se stesse, anche Indipendentemente dalla loro utilità e, più di tutte, amano la Sensazione della vista: in effetti, non solo ai fini dell’azione, ma anche senza avere alcuna intenzione di agire, noi preferiamo il vedere, in un certo senso, a tutte le sensazioni: E il motivo sta nel fatto che la vista ci fa conoscere più di tutte le altre sensazioni e ci rende manifeste numerose differenze tra le cose Aristotele 2000 , Metafisica, Milano Bompiani

(….) noi diremo tanto di più di valere la pittura, che la poesia, quanto la piyyura serve a miglior senso, e più nobile che la poesia. La qial novità è provata esser tripla alla nobiltà si altri tre sensi; perché è stato eletto di volere piuttosto perdere l’udito ed odorato e tatto, che il senso del vedere, perché chi perde il vedere perde la veduta e bellezza dell’universo, e resta a similitudine di un che sia chiuso in vita in una sepoltura, nella quale abbia moto e vita. Da Vinci L. 1982, Trattato della pittura, Milano, Savelli.

Walter Benjamin si interessa di sinestesia in alcuni dei suoi scritti, dedicati al mondo dell’infanzia: gli abbecedari in pastafrolla descritti in Chichleuchlauchra rappresentano dei veri e propri oggetti polisensoriali che, pur essendo diretti all’occhio, colpiscono anche gli altri organi di senso, proponendo al bambino un’esperienza visiva, ma allo stesso tempo tattile e gustativa. Benjamin W. 1981, Orbis Pictus. Scritti sulla letteratura dell’infanzia, tr.it., Milano Emme edizioni

Estratti da: Antonella De Blasio Sulla Sinestesia Passato e futuro Ed. ArchetipoLibri Bologna


.Artisti


Roberta Bridda Barcellona La mia casa è di sabbia

Roberta Bridda è nata a Belluno nel 1975 e dal 2003 vive a lavora a Barcellona. Si laurea in Architettura allo IUAV di Venezia con una tesi sulla “Nascita del Libro d’Artista in Italia”. Parallelamente segue corsi di incisione, rilegatura e illustrazione in Italia e all’estero. Da sempre è interessata al libro fatto a mano e alle edizioni sperimentali. Attualmente è docente alla UB (Universidad de Barcelona) nella facoltà di Educazione nel Dipartimento di Didattica dell’Educazione Visiva. Tiene corsi di rilegatura e laboratori nelle scuole, nei centri civici e nelle biblioteche con alunni di tutte le età. Lavora come illustratrice e rilegatrice. Negli ultimi anni dedica la sua ricerca personale al mondo del libro tattile e Pop-Up. Web: www.robertabridda.com Blog: www.ilboscoblu.blogspot.com.es

Roberta Bridda è nata a Belluno nel 1975 e dal 2003 vive a lavora a Barcellona. Si laurea in Architettura allo IUAV di Venezia con una tesi sulla “Nascita del Libro d’Artista in Italia”. Parallelamente segue corsi di incisione, rilegatura e illustrazione in Italia e all’estero. Da sempre è interessata al libro fatto a mano e alle edizioni sperimentali. Attualmente è docente alla UB (Universidad de Barcelona) nella facoltà di Educazione nel Dipartimento di Didattica dell’Educazione Visiva. Tiene corsi di rilegatura e laboratori nelle scuole, nei centri civici e nelle biblioteche con alunni di tutte le età. Lavora come illustratrice e rilegatrice. Negli ultimi anni dedica la sua ricerca personale al mondo del libro tattile e Pop-Up.

Web: www.robertabridda.com Blog: www.ilboscoblu.blogspot.com.es

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Roberta Bridda Barcellona La mia casa è di sabbia, 2017

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Dario Cestaro nasce a Venezia nel 1971. Frequenta il liceo Artistico poi l’Accademia di Belle Arti di Venezia dalla quale si diploma con 110 e lode. Tra gli anni 90 e il 2000, pur mantenendo la dedizione verso il disegno, si dedica a molteplici esperienze nel mondo dello spettacolo lavorando come animatore nei villaggi turistici e mimo presso enti lirici. Dal 2000 inizia a elaborare progetti editoriali per poi proporli in occasione della fiera del libro di Bologna. Nel 2002 un editore si dimostra interessato ad un progetto ma ne chiede una versione pop-up. Ne esce la prima pubblicazione in 3D a cui faranno seguito circa una settantina tra libri e giocattoli. Dal 2007 collabora con i Musei Civici Veneziani come operatore didattico tenendo laboratori e workshop di cartotecnica e scultura. Nel 2012 dedica a Venezia il libro pop-up "I Tesori di Venezia" edito dalla casa editrice Marsilio. Il fortunato libro aprirà la collana dedicata alle città d’arte, a cui faranno seguito "Le meraviglie di Firenze", "Magnifica Milano"e"Roma". Dal 2016 è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia dove tiene il corso Tecnologia della Carta.

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Dario Cestaro Venezia Teatrino “Soca”

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Alessio Larocchi nasce a Milano, dove frequenta la facoltà di Lettere Moderne a indirizzo artistico presso l’Università Statale e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive a Monza dove lavora dagli anni ‘80 affiancando alla fotografia d’autore un’attività creativa poliedrica che va dalla pittura al libro d’autore, dalla scultura all’installazione, con una particolareggiata conoscenza di ogni medium, luce compresa, e una propensione alla contaminazione di materiali e codici che vengono incessantemente levigati da coscienza minimalista paradossalmente coniugata al baroccus redivivus. Collabora a riviste e pubblicazioni d’arte, espone in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Larocchi, a disagio nella posizione dell’indagato sottoposto a spietato identikit, desidererebbe sfumare queste note bio-investigative integrandole con notizie meno ufficiali. Alle fredde generalità anagrafiche assolutamente inadeguate a suggerire la complessità di un’identità, e che richiedono oltretutto la complicità e la responsabilità dell’autocertificazione, preferirebbe la riservatezza della pagina bianca, aperto supporto a ipotesi esistenziali. “Da subito restio agli eventi epifanici nasce suo malgrado, cercando però di rimediare con una misurata crescita biologica, morale, intellettuale (dubitando di qualsiasi alibi ideologico!) per lasciare spazio piuttosto che occuparne...”. Questo, sì, potrebbe considerarsi un condivisibile – collettivo – incipit biografico distante dal principio di classificazione- schedatura.

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Alessio Larocchi Monza Trasfigurazione (a perdere) 1985-1995

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Valeria Marchi Nata ad Aviano nel 1972, ha frequentato il Liceo Artistico di Pordenone. Si è diplomata in decorazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1999 con la tesi “Corruzione materica di Alberto Burri”. Ha vinto nel 2004 il primo premio della sezione Arte Astratta a Coseano (UD). Ha sperimentato e frequentato il mondo dell'incisione con insegnanti quali Jacopo Abis e Cesare Baldassin. Al suo attivo ha sia mostre personali che la partecipazione a svariate collettive in Italia e all’estero.

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Valeria Marchi Pordenone Leggerezza interrotta, 2015

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Annalisa Metus (Trieste, 1978) Ha studiato architettura e DAMS; è diplomata in Canto e in Musica e Nuove Tecnologie. Ăˆ curatrice della programmazione per bambini del festival internazionale di musica antica Wunderkammer. Focalizza la sua produzione artistica nell'ambito del movable ("libro animato") realizzando allestimenti museali e teatrali, sculture di carta e libri d'artista, modelli in scala e supporti per la divulgazione scientifica e tiene laboratori di cartotecnica per bambini e adulti. Suoi lavori sono stati presentati a Gorizia (In\Visiblecities – urban multimedia festival, 2015 e 2017), Mestre (Agitprop Galerie, 2016/17), Trieste (Casa della Musica, 2016 e 2017; Magazzino delle idee, 2014; Premio per le arti visive Lilian Caraian, 2013), Camino al Tagliamento (Festival Camino Contro Corrente, 2016), Dublino (Icon Factory, 2016), Berlino (Studio Baustelle, 2016), Londra (DRHA2014, University of Greenwich, 2014), Atene (ICMC-SMS, Kostis Palamas Building, 2014).

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Annalisa Metus Trieste Little red riding hood

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Con una profonda fascinazione per i processi organici, Margherita Pevere è un'artista visiva che indaga trasformazione e decadimento di materiali umani e non umani. Nella sua pratica artistica, Pevere combina in maniera inedita biologia e tecnologia: coltiva culture batteriche, manipola carta e pellicola fotografica, colleziona reliquie animali, usa il video digitale percatturare effimere luci e ha in progetto di iscrivere una raccolta di memorie su genoma batterico. Dopo aver studiato Scienze Politiche e Composizione Audiovisiva a Trieste, Pevere é diventata Meisterschülerin (Arte e nuovi media) all'Universität er Künste Berlin. E' dottoranda in Artistic Research all'Aalto University di Helsinki. Tra le sue recenti esposizioni: Article Biennial, Stavanger (NO); Dutch Design Week - BioArt Laboratories, Eindhoven (NL); State Festival – Festival for Open Science, Culture and Society, Berlino. mp@margheritapevere.com margheritapevere.com

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Margherita Pevere Berlino Dalla serie “works on paper” (inchiostro e graffite su carta d’archivio)

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Julian Scordato è compositore, artista sonoro e performer. Ha studiato Composizione e Musica Elettronica al Conservatorio di Venezia e Arte Sonora all’Università di Barcellona. Docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Brescia, co-fondatore dell’Arazzi Laptop Ensemble, borsista di ricerca presso il Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Padova, è intervenuto in conferenze e seminari presentando risultati legati a sistemi interattivi per la performance e ha curato progetti relativi al paesaggio sonoro. Sue opere elettroacustiche e multimediali sono state presentate in oltre 100 istituzioni e festival internazionali tra cui Biennale di Venezia, Institute of Contemporary Arts (Londra), Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, Prague Quadrennial of Performance Design and Space, Instituto Cervantes (Rio de Janeiro), Gaudeamus Music Week (Utrecht), Sonorities Festival (Belfast), Seoul International Computer Music Festival, Journées Art & Science (Bourges), Kochi-Muziris Biennale, Center for Computer Research in Music and Acoustics (Stanford), Electronic Language International Festival (Sao Paulo) e Contemporary Music Research Center (Atene).

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Julian Scordato Pordenone Local time, 2017

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Cristina Battistin nasce il 04/02/1982 a Pordenone. Si laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia nel giugno 2006 e nel 2008 si abilita all’insegnamento di Storia dell’arte e Disegno presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Lo spazio come in un “mise en abyme” è il punto di sospensione, poi le facciate di un palazzo, ancora dentro un appartamento, una famiglia ritratta in un giorno qualunque. Ogni facciata è a sé stante e qui ogni membro vive la sua porzione di assoluto. Dentro ancora i loro pensieri, sospesi in questo spazio che sfida la quotidianità. Nella vertigine di questo vuoto un’immagine di unità dentro il cassetto è la forza che sorregge le fondamenta di un palazzo galleggiante. L’artista sceglie di dar forza alla quotidianità rappresentandola con minuzia, nei dettagli dell’arredamento e degli oggetti, lasciando i protagonisti come sagome bianche, come soggetti attraversati dall’abisso. È qui che sprofondiamo nei loro pensieri la cui leggerezza è come un aggrapparsi a quel momento, a quell’istante, al presente. Nell’immagine della foto custodita dentro il cassetto la famiglia si abbraccia in un giorno di gioia e di vacanza, tenendosi per mano per non perdersi.

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Cristina Battistin Aviano Dentro il cassetto, 2014

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Paolo Brasa nasce come graffitista nei primi anni 2000. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, diplomandosi in Pittura, e prosegue il suo percorso artistico spaziando nell’illustrazione, nella scultura e nel design. Ha partecipato a diverse mostre collettive in tutta Italia, vinto diversi concorsi di graffiti, e, da tre anni, organizza un festival internazionale di graffiti in diversi Comuni della provincia di Bologna. L’opera nasce come una rappresentazione simbolica dell’inaccessibilità della Legge Italiana. E’ stata realizzata incollando e pressando le pagine di tre Gazzette Ufficiali, risalenti agli anni ’70, periodo durante il quale l’Italia ha consolidato la macchina burocratica per rendere più inaccessibile il potere e la sua gestione. E’ il periodo degli anni di piombo, degli attentati, della mafia che faceva accordi con lo Stato, dello Stato che si allontanava dalle persone. Questi processi si sono stratitificati nel tempo, una legislatura dopo l’altra, una legge dopo l’altra, creando quell’apparato legislativo e burocratico che, sempre più, serve per mantenere sè stesso e sempre meno per gestire il bene comune. Oggi, la Legge Italiana e lo Stato che rappresenta, risultano un blocco monolitico impenetrabile, impossibile da decifrare per le persone comuni, e quanto mai lontano da esse.

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Paolo Brasa Bologna “La dimensione della legge Italiana� 2012

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Nata il 20.03.1988 a Ruse – Bulgaria. Yana Nikolaeva Drumeva Ha frequentato la scuola media – “Vasil Levski” a Vetovo. In 2002 è ammessa nella Scuola Superiore dell’Arte “Prof. Veselin Stoyanov” a Ruse – Pittura. Diplomata in 2007. In 2007 è ammessa nell’ Accademia di Belle Arti – Sofa nel corso quadriennale di Pittura Murale. Laureata in 2011. In 2011 è ammessa nell’Accademia di Belle Arti di Bologna nel corso di secondo livello di Decorazione per l’architettura. Laureata in 2014. Il progetto, ispirato dalle radici di una memoria nazionale, è legato alla storia della lingua slava e alle strutture grafiche dell’alfabeto glagolitico. Ogni nazione porta attraverso la propria lingua le sue caratteristiche, perchè ogni lingua ha una diversa tonalità. Come i colori costruiscono un dipinto così le parole costruiscono la lingua. Possiamo sapere chi siamo solo se scopriamo quali sono le nostre radici, cosa contiene il nostro passato e come ritrovare in sè quello che abbiamo ereditato dai nostri antenati. In questo alfabeto ogni lettera esprime una parola. Ho scelto quelle più significative per me e con filo di rame le ho trasformate attraverso la tecnica dell’uncinetto, ed inserite in pagine di feltro. Con il suo calore, attorno al freddo metallo, la calda lana si è raccolta quasi a diventare manoscritto prezioso. Come un antico papiro il rotolo si dispiega, ma gli elementi possono essere ricomposti in narrazioni diverse.

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Yana Nikolaeva Drumeva Bulgaria-Bologna (In)Segni, 2012

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Carrie Galbright è un artista dalla California, che ha tenuto i corsi di Libro d'Artista alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia dal 2000 al 2003. Ha vinto la borsa di studio Fullbright per un progetto internazionale in Romania, dove ha insegnato nel 2004-2005. Attualmente insegna al ‘Center for the Book Arts’ a San Francisco, California, USA.

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Carrie Galbright San Francisco CA Forgotten Treasures (Tesori dimenticati), 2014

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Luigia Giovannangelo, abruzzese di origine e marchigiana di adozione, inizia la sua esperienza artistica attraverso gli studi in architettura, per poi spostarsi a Macerata dove, presso l' Accademia di Belle Arti, si diploma prima in Decorazione nel 2009 e si specializza nel 2011 in Grafica per l' Illustrazione. Da anni lavora con la carta e con la sua più comune traduzione in oggetto, Abbandonando però, ormai da tempo, l'idea di libro come oggetto statico. Fin dai primi studi, il fascino per la materia che per prima accompagna gli sviluppi grafici della forma e dello spazio, la carta, suscita curiosità e l'impellente esigenza di slegare questo nobile materiale dagli stereotipi che da sempre lo costringono a materiale ausiliario.

La spazialità e il possibile sviluppo dell' immagine e

della materia nella terza dimensione, si uniscono a questa visione a tutto tondo. Cosa c'è dietro l'immagine e intorno ad essa lo si nota attraverso i suoi lavori, minuziose chirurgie, carte scrupolosamente intagliate a mano e allestite all'interno dell' oggetto libro anche con la tecnica del pop up , sfruttando lo spazio, la materia o la mancanza di essa. La sua arte si muove attorno al concetto di vuoto che riempie e plasma a suo piacimento lo spazio. Il suo intervento elimina dalla superficie, delle forme, in modo da consentire a ciò che ne rimane, di divenire a sua volta forma comprensibile, leggibile. Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, a livello nazionale ed internazionale.

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Luigia Giovannangelo Fossacesia CH Scripta volant verba manent, 2012

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Bisognerebbe che ci fosse sulla superficie uniforme un leggerissimo affiorare, come si può ottenere rigando dal di sotto il foglio con uno spillo, e quest’affiorare, questo tendere fosse però sempre carico e intriso della generale pasta del mondo e proprio lì fosse il senso e la bellezza e il dolore, e lì il vero attrito e movimento.” Italo Calvino, Il cavaliere inesistente Simona Paladino (1987, Medicina, Bo) si laurea in Comunicazione Pubblica della Cultura e delle Arti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Ferrara e successivamente si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua ricerca si sviluppa principalmente nei linguaggi della scultura e dell’installazione. I materiali usati sono molteplici, sui quali l’intervento è ridotto al minimo per alterare appena l’ordine delle cose. Interventi che generano situazioni di sospensione spazio-temporale o di leggera tensione energetica per manifestare un’assenza, in una progressiva dilatazione dei vuoti e degli spazi dell’attesa. Dal 2012 è borsista presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli di Bologna. Nel 2017 espone alla mostra collettiva Tu 35 Expanded presso il Centro Pecci di Prato e partecipa al progetto di residenza Vis à Vis nel comune di Mafalda (Cb), a cura dell’Associazione Culturale Limiti Inchiusi. Attualmente vive e lavora a Bologna.

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Simona Paladino Bologna Zone D’attrito, 2012

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“ORGANIC DIARY” Ciò che ci caratterizza e contraddistingue non è soltanto l’aspetto esteriore, ossia l’involucro che ci protegge, ma soprattutto l’essenza, l’anima che risiede in ognuno di noi. Si tende a mascherarla in parte, per paura forse di essere giudicati, non apprezzati, cerchiamo di soffocare quello che realmente ci rende individui. Tutti abbiamo una storia da raccontare e “Organic Diary” rappresenta i “frammenti” di un’esistenza, il percorso dell’anima, il “diario interiore” che risiede in ognuno di noi. Gli organi, che simboleggiano l’essenza racchiusa all’interno, “fuoriescono” e si “materializzano”, senza timore mostrano l’anima, il “viaggio” di ognuno di noi, la parte piu intima e bella che ci rende unici e diversi, quella che dovremmo imparare a mostrare per essere semplicemente noi stessi.

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Margherita Righini Rimini Organic diary, 2012

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Maria Savoldi, nata ad Iseo (BS) nel 1988, dopo aver frequentato il Lice Artistico M. Olivieri di Brescia, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Bologna in Scultura con specializzazione in Grafica d'Arte. Attualmente vive e lavora a Bologna e collabora con lo Spazio Espositivo Adiacenze, con cui ha fatto una personale ad aprile 2014, intitolata "4 CHILOMETRI PER ARRIVARE ALLE 7". Con Adiacenze, ha partecipato anche alla collettiva “MACROCOSMI” a cura di Pasqual Jordan presso Altes Postfuhramtwest a Berlino nel 2015. Del 2016 è la partecipazione alla Doppia Personale "Punti di Sospensione" e "Metodi di Ricarica." presso il Museo Antonio Canova a Possagno, dopo il conseguimento del Premio Antonio Canova 2014. Da sempre associata al concetto di temporalita, nelle mie opere la linea si fa viva, e come guidata da volonta propria passa dalla bidimensionalita del foglio, alle tre dimensioni, e viceversa, confondendo i confini e rimandando continuamente al concetto di conta.

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Maria Savoldi Iseo Brescia 14h 00’ 00’’, 2012

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Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e dell’istituto di design Palladio, Verona. Corso di Paper design e tecnologia della carta Docente Dario Cestaro

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I lavori saranno visibili in alcune vetrine dei negozi di pordenone.

Negozi che aderiscono:

For you C.so Vittorio Emanuele II, 54 25 MQ C.so Vittorio Emanuele II, 23 Gioielleria Biscontin C.so Vittorio Emanuele II, 9 Fioretti Mississippi C.so Vittorio Emanuele II, 7 Queen’s Via Cesare Battisti, 3 Cappeletto Calzature Piazza XX Settembre 14/A Stilmoda Corso Garibaldi, 41 Ulysses Boutiques Uomo Corso Garibaldi, 43

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Con la collaborazione

Assessorato alla cultura

Nell’ambito di

Con il patrocinio

Con il sostegno

Sponsor tecnici

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Stampato da

Progetto grafico Bruno de Blasio Afonso Mfumu

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