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Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano
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Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. 02 8925901 (6 linee) Fax 02 57510607 Direttore responsabile Aldo Radice Coordinamento redazionale Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi
Iniziativa riservata ai lettori de L¸Industria delle Carni e dei Salumi Pochi mesi alla prima edizione di Meat-Tech Meat-Tech è la prima edizione di una fiera - organizzata da Ipack-Ima spa - specializzata in tecnologie e soluzioni innovative per l’industria della lavorazione, del confezionamento e della distribuzione delle carni. È il risultato di un importante progetto strategico di Ipack-Ima spa, volto a valorizzare alcune business community di riferimento che compongono la grande mostra Ipack-Ima, attraverso la realizzazione di una manifestazione correlata, altamente specializzata, completa e innovativa. Meat-Tech si colloca al centro di un nuovo scenario globale e internazionale; si svolgerà infatti in contemporanea con 5 fiere di settore internazionali, complementari tra loro: Ipack-Ima, fiera leader in Europa per le tecnologie di processing e packaging; Dairytech, per il processing e il packaging dell’industria lattiero-casearia; Fruit Innovation – powered by Fiera Milano and Ipack-Ima - mostra dedicata all’innovazione di prodotto, di servizi, di tecnologie del mondo ortofrutticolo; Intralogistica Italia, la prima fiera dedicata alle tecnologie per la logistica e la movimentazione industriale, in collaborazione con Deutsche Messe, che vanta un’indiscussa leadership con la fiera CeMAT; Converflex, specializzata nelle tecnologie di stampa su imballaggio e di converting.
Preregistrandosi nell’area “Visitatori” - pagina “Pre-registrazione online” del sito www.meat-tech.it e digitando il codice unico sotto indicato, potrete ricevere il biglietto d’ingresso alla manifestazione Meat-Tech, che vi consentirà di accedere direttamente in fiera tramite i tornelli dedicati “FastLane” presenti nelle reception. Il biglietto è personale, valido 5 giorni. Con questo biglietto avrete la possibilità di visitare anche le fiere concomitanti: Ipack-Ima – Dairytech – Fruit Innovation – Converflex – Intralogistica. codice unico
7800554321
sommario primo piano Federalimentare: intervista al neo Presidente Luigi Scordamaglia.....................3 Alimentare verso la ripresa, si arresta la caduta dei consumi. ............................5
Giada Battaglia
Verso il ripensamento del Governo sulla reverse charge? ...................................5
Silvia Bucci
I consumi alimentari rivedono un po' di luce .........................................................7
Davide Calderone
Segnali positivi da "Consumi Food 2015" .................................................................9
Laura Falasconi
TuttoFood 2015: aree in crescita e nuove iniziative ...............................................9
Tiziana Formisano Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi
mercati Alla Grüne Woche possibili aperture del mercato russo a frattaglie
Sara Margiotta
e grassi suini .................................................................................................................11
Fabio Onano
Suini: la deflazione entra nelle stalle ........................................................................11
Giovannibattista Pallavicini Giulia Rabozzi Viviana Romanazzi Michele Spangaro Stefania Turco
attualità Rapporto Qualivita 2014: Italia, il Paese delle DOP e IGP a due velocità..........12
5
Federalimentare: 2015 anno della ripresa?
Ciseta 2015: 12° congresso italiano di Scienza e Tecnologia degli Alimenti .....12 MISE e MIPAAF: prove di dialogo agroalimentare .................................................15 Milano, vola la notorierà della città grazie ad Expo..............................................15
Registrato presso il Tribunale di Milano in data 24 gennaio 1951 con n. 2242
aziende informano Hypred DEPTIL HDS: disinfezioni operative senza risciacquo in linea con la sicurezza alimentare ......................................................................................15 Vpool, i vantaggi di un imballaggio riutilizzabile ....................................................17
Impaginazione
Certiquality: disciplinari per valorizzare l’attenzione verso il consumatore ........25
Studio ABC Zone
sanitarie
Via Angelo Moro 45 20097 San Donato Mil. (MI) Tel. 02 57408447 Fax 02 57401807
Zoonosi: relazione annuale EFSA-ECDC ..................................................................17
carni sostenibili La sicurezza alimentare delle carni in Italia ............................................................18
libro del mese Stampa Reggiani S.p.A. Via Dante Alighieri, 50
Dire, fare, brasare ........................................................................................................20
9
Consumi Food 2015: segnali positivi
fiere e manifestazioni
21010 Brezzo di Bedero (VA)
Concorsi e formazione: la qualità al centro di TuttoFood 2015 ...........................20
Tel. 0332 549533
MarcabyBolognaFiere: un'edizione in crescita ......................................................22
Fax 0332 546426
Prossime fiere e manifestazioni di settore ................................................................22 Anufa FoodTec 2015: ampia adesione di partecipanti........................................23
Pubblicità ASSICA SERVICE Srl Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI)
giuridiche Autotrasporto: nuove disposizioni introdotte con la Legge di Stabilità ..............24
prodotti tutelati
Tel. 02 8925901 (6 linee)
Agroalimentare, nasce il Multi-Consorzio delle eccellenze piacentine .............25
Fax 02 57510607
La Mortadella Bologna partecipa alla Chianti Classico Collection ..................25
lastella@assicaservice.it
Filiera certificata per i salumi trentini ........................................................................26 Cristian Ruffo presidente del Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP ...26
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Carni sostenibili: la sicurezza alimentare
in primo piano
Al lavoro per far ripartire i consumi alimentari Il neo Presidente di Federalimentare illustra alcune delle priorità per il settore Luigi Scordamaglia, classe 1965, dal 1° gennaio di quest’anno è il nuovo Presidente di Federalimentare e rimarrà in carica al vertice per il quadriennio 2015-2018. Sostituisce alla presidenza Filippo Ferrua Magliani. Amministratore Delegato di Inalca Spa, Gruppo Cremonini, Società leader in Europa nelle carni bovine, è inoltre Vice Presidente di Assocarni, e Vice Presidente dell’IMS – International Meat Secretariat, associazione che riunisce le più importanti organizzazioni del settore della carne in tutto il mondo. Infine è Consigliere di Amministrazione dell’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ex ICE) e membro del Consiglio Direttivo di ASSICA.
Presidente, quali sono le prospettive dell’agroalimentare italiano nel 2015 secondo Federalimentare? L’elemento di maggiore novità è che l’anno in corso dovrebbe invertire finalmente il lungo trend in flessione dei consumi alimentari (vedere articolo pag. 5-7). In 6 anni di crisi abbiamo perso oltre 14 punti di consumi alimentari! Le famiglie hanno trovato proprio nel “food and drink”, a dispetto della sua pretesa rigidità, un ammortizzatore quotidiano e prioritario per far quadrare i conti e ciò ha portato ad una riduzione quantitativa ma anche qualitativa della spesa alimentare. Oggi finalmente il trend si inverte ma rimane un segno positivo fragile che sarà possibile consolidare solo se interverranno elementi strutturali quali la ripresa dell’occupazione ed il calo della pressione fiscale. Ovviamente fattori come il calo del costo del barile, la svalutazione dell’euro e il “quantitative easing” varato dalla BCE sono destinati tutti a ridare spinta ai principali parametri del sistema ma abbiamo bisogno di attuare le riforme annunciate o continueremo a dipendere da fattori esterni e necessariamente transitori. L’export continua a crescere, anche se non a due cifre come qualche anno fa: qual è l’elemento che rende il sistema agroalimentare italiano vincente nel mondo, nonostante tutto? La domanda di food & beverage italiano cresce in quasi tutti i Paesi al mondo. Cresce nei mercati maturi (es. USA) in cui il consumatore locale diventa sempre più
consapevole della differenza esistente tra “real Italian” e “Italian sounding”, sia nei mercati emergenti in cui consumare prodotti alimentari italiani si identifica sempre più con un vero e proprio “status”. Purtroppo, questi fattori non sono riusciti a bilanciare la debolezza recente delle esportazioni alimentari, che nel 2014 si sono fermate su una crescita incolore del 3%. Migliori le prospettive per il 2015 che tornano a tassi di crescita del 6%, ma anche questo non ci può bastare. La crescita dell’export agroalimentare è una delle priorità che ho voluto mettere alla base del mio mandato ed anche un impegno condiviso con questo Governo ai suoi massimi livelli. Lei ha affermato che “per rafforzare l’export dell’enogastronomia non basta la qualità dei prodotti; ci vuole una sinergia fattiva tra le Istituzioni preposte”. Cosa intende esattamente? Le aziende alimentari italiane sono abituate a cercare ogni giorno una nuova soluzione ed un nuovo mercato, ma da sole non possono riuscire a superare barriere strumentali che impediscono la commercializzazione dei propri prodotti su mercati esteri. Non basta neanche che i singoli ministri o l’intero Governo si impegnino sull’eliminazione di tali barriere se poi il lavoro quotidiano viene affidato ad una macchina burocratica nella maggior parte dei casi inadeguata e non motivata. Bisogna riformare la burocrazia, oggi in gran parte improduttiva, e metterla realmente al servizio di quelle aziende che creano ricchezza. E la lotta all’Italian Sounding? È un fenomeno negativo da combattere concretamente che nasconde però opportunità. Ovviamente è inaccettabile che, su 132 miliardi di fatturato e 27 miliardi di export, oltre 60 miliardi siano rappresentati da contraffazione e Italian Sounding. O che per ogni prodotto veramente italiano venduto nel più ricco mercato del mondo, gli USA, sette siano imitazioni. Sostituire questo enorme mercato con prodotti realmente italiani è la vera sfida che ci aspetta e la grande opportunità. Credo però che, al di là delle solite dichiarazioni, una azione coordinata e seria tra le amministrazioni in difesa della peculiarità di difesa dall’Italian Sounding non ci sia mai stata. Per la prima volta oggi invece ci sono delle opportunità importanti di tutela normativa, come quella che si sta discutendo in ambito di TTIP o quella raggiunta già nell’accordo con il Canada (che però riguarda soprattutto prodotti un po’ più facili da difendere come i DOP e gli IGP). Su tutta l’area grigia dell’Italian sounding difficilmente nei paesi terzi riusciremo ad arrivare con degli obblighi normativi, per cui l’unica soluzione è fare moltissima comunicazione. Molto positivo il fatto che verrà avviata a breve, nell’ambito del Piano Made in Italy e del Piano speciale Stati Uniti, un’azione di advertising sul “real italian” per spiegare cosa sia il vero italiano ai consumatori. Mi piace però ripetere che
l’Italian sounding si combatte se i prodotti reali arrivano. In moltissimi paesi in cui non riusciamo ad arrivare è chiaro che la domanda di italianità è talmente alta che la si sostituisce con il falso italiano. Quindi, in parallelo alla promozione, occorre saper vendere non solo la qualità dei nostri prodotti, che è scontata, ma il servizio logistico e le piattaforme distributive senza le quali non consolideremo noi la nostra presenza su quei mercati. Che considerazioni fa riguardo alla manovra del Governo sul reverse charge IVA? Mi piace considerarlo un errore di “distrazione” a cui lo stesso Governo sta cercando di rimediare, senza insistere troppo rispetto ad una posizione per ora solo informalmente di contrarietà al provvedimento da parte della Commissione europea, che ha sposato in pieno le ragioni esposte da Federalimentare. Era evidente sin dall’inizio che si trattava di un manovra assurda, basata per giunta su calcoli sbagliati, in vista di recuperi di evasione molto sovrastimati. L’inversione contabile dell’IVA innesca un drenaggio di liquidità insopportabile, soprattutto per le PMI che conferiscono i loro prodotti alla GDO. L’impatto sulla liquidità del settore sarebbe stato dell’ordine di 8 miliardi l’anno. Ma sono confidente che il Governo abbia compreso le nostre ragioni. Ci sono comunque molte altre riforme che ci aspettiamo questo Governo porti fino in fondo: a cominciare dal job act, che credo rappresenti una svolta importante purché venga attuata senza diluizioni di alcun tipo. Finalmente nuove inderogabili regole, nell’ambito delle quali dovrà avvenire il prossimo rinnovo contrattuale. E poi la riforma della Pubblica Amministrazione e del titolo V. Sono due priorità assolute per il nostro settore da cui ci aspettiamo il cambiamento di quella parte della burocrazia improduttiva ed anti industriale e la centralizzazione di una serie di competenze su cui la regolamentazione regionale ha portato a risultati deludenti In passato non sempre è stato semplice coordinare le diverse anime e i diversi settori di Federalimentare. La Sua Presidenza è sembrata partire alla luce di una ritrovata unità. Cosa si aspetta in merito? Stiamo vivendo un periodo particolare, in cui realmente il settore alimentare italiano sta riacquisendo centralità nel Paese. Mai come ora serve una Federazione forte che rappresenti il settore nella sua interezza attraverso una forte attività di comunicazione e di lobby. Le prime esperienze stanno andando proprio in questo senso. Il livello di attenzione che mezzi di comunicazione e Governo stanno dedicando alla nostra federazione sono in gran parte il risultato di questa ritrovata unità ed espressione dell’orgoglio di tutti di essere industria alimentare. Febbraio 2015
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in primo piano
Alimentare verso la ripresa, si arresta la caduta dei consumi. Nel 2015 previsti acquisti, produzione ed export in crescita Dopo anni di flessione, si arresta la caduta dei consumi alimentari degli italiani, che nel 2014 tornano flat (-0,1%). Segno positivo per la produzione dell’agroindustria (+0,6%). Cresce, ma a velocità ridotta rispetto al passato, anche l’export (+3,1%). I dati diffusi da Federalimentare in occasione della presentazione del bilancio 2014 e delle prospettive 2015 disegnano gli ultimi 12 mesi come l’“anno zero” del settore agroalimentare italiano, che con un fatturato di 132 miliardi, oltre 58mila imprese, 385mila addetti diretti ed altri 850mila impiegati nella produzione agricola è il secondo comparto del manifatturiero. E l’anno in corso, che avrà nell’Expo un’occasione imperdibile per raccontare al mondo il nostro modello agroalimentare e i suoi valori unici, potrebbe essere quello della definitiva ripresa: secondo il Centro Studi Federalimentare, nel 2015 dovrebbero consolidare la crescita consumi (+0,6%), produzione (+1,2%) e export (+6%) per la prima volta dall’inizio della crisi. Ma sulla valutazione del presente e del futuro del settore pesano diversi fattori critici.
Il Presidente di Federalimentare: 2015 anno della svolta, ma la ripresa deve essere sostenuta con scelte lungimiranti “Se non adeguatamente sostenuta, la ripresa potrebbe essere stroncata sul nascere - afferma Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare -. Il calo di euro e greggio e il miglioramento del credito per le famiglie e le imprese sono incentivi importanti di sviluppo, ma non sufficienti per un sistema povero di capacità autopropulsive. Per la prima volta è stato costituito un Tavolo Imprese alimentari-Governo e sono stati ripristinati i fondi di 130 milioni di euro del Piano Made in Italy. Ma bisogna andare oltre superando anche all’inerzia di una certa burocrazia, che rischia di compromettere il nostro rilancio e si sommano alle difficoltà sui mercati più promettenti per la contraffazione e le barriere non tariffarie sui prodotti italiani”.
“In particolare”, spiega Scordamaglia, “bisogna bloccare misure autopunitive come l’aumento progressivo dell’IVA (3,5 punti nei prossimi 3 anni), che riaffosserebbe i consumi. I nuovi aumenti delle accise su birra e
superalcolici dal 1 gennaio, le proposte di fughe normative in avanti rispetto alla legislazione UE (una per tutte il succo d’arancia al 20% nelle aranciate) non ci hanno fatto iniziare l’anno con serenità. Chiediamo maggiore attenzione e sostegno verso un settore chiave del manifatturiero per valore, occupazione e imprenditorialità, che quest’anno rappresenterà il Made in Italy all’Expo. Le riforme vanno portate a casa senza diluirle in fase di attuazione, come, per esempio, il Jobs act”.
Col reverse charge verrebbero bloccati 8 miliardi di euro di liquidità alle imprese alimentari Capitolo a parte per l’affaire del reverse charge sulla Grande distribuzione. Secondo Scordamaglia, “con l’inversione contabile dell’IVA la perdita di liquidità, stimata in circa 8 miliardi di euro, imporrebbe alle aziende un oneroso ricorso al credito, tanto più spiazzante per le 52mila Pmi del nostro settore, che costituiscono il 90% del totale. E innescherebbe ricadute a catena anche in termini di riduzione della domanda interna, sull’intera filiera agroalimentare e sul relativo indotto a livello nazionale. Ci auguriamo che il Governo accolga la nostra istanza rinunciando a notificare a Bruxelles la misura”.
Consumi, nel 2014 si ferma la caduta (+0,0%). Nel 2015 gli acquisti torneranno positivi (+0,3%) Questo scenario in divenire si presenta a conclusione di un anno che ha finalmente visto l’assestamento del mercato interno. Nel 2014 gli italiani hanno smesso di alleggerire la borsa della spesa: i 215 miliardi di euro di acquisti di generi alimentari rappresentano il +0,0%. Un buon segnale dopo sei anni consecutivi di calo superiore ai 2 punti medi annui (con il picco negativo di -3,1% nel 2013) che avevano fatto precipitare i consumi di -14 punti. Inoltre il recupero di +0,5 punti di valore aggiunto, dopo il tonfo del 2013, certifica che la borsa della spesa è anche di miglior qualità. In particolare, i dati positivi del Natale scorso (circa 4 miliardi di euro destinati al food & drink) certificano la “riaccensione” del mercato italiano e una nuova stabilità per le aziende che negli ultimi anni hanno avuto segnali positivi solo dall’export. Continua a pag. 6
VERSO IL RIPENSAMENTO DEL GOVERNO SULLA REVERSE CHARGE? Diversi segnali sembrerebbero indicare un ripensamento del Governo sulla reverse charge dell’IVA nei rapporti con la GDO. In primo luogo, al momento di andare in stampa e nonostante sia passato più di un mese dalla pubblicazione della norma in Gazzetta Ufficiale, lo Stato Italiano non ha ancora avanzato la richiesta ufficiale nei confronti della Commissione europea, affinché questa possa procedere con le necessarie analisi della misura e fornire le proprie valutazioni ufficiali al Governo italiano. L’interlocuzione dello Stato italiano con la Commissione europea si è limitato, a quanto risulta, ad uno scambio informale di natura tecnica, durante il quale gli organi comunitari avrebbero evidenziato le loro perplessità sulla misura che l’Italia ha proposto. Ricordiamo infatti che l’applicazione del reverse charge è soggetta ad autorizzazione da parte degli organi comunitari (necessaria perché la norma entri effettivamente in vigore). La Sesta direttiva CE (art. 27) consente infatti a ogni stato membro di introdurre, in deroga alla stessa, misure particolari finalizzate a evitare frodi ed evasioni fiscali, ma tale facoltà è condizionata al fatto che tali misure non influiscano in misura significativa sull’impostazione generale dell’imposta mettendo conseguentemente a rischio il mantenimento stesso del gettito tributario. La procedura (che necessita dell’approvazione della Commissione e del voto unanime del Consiglio) dure da un minimo di 4 a un massimo di 8 mesi. Ricordiamo che alla misura è connessa una specifica clausola di salvaguardia a garanzia dei saldi di bilancio, in caso di mancato rilascio dell’autorizzazione comunitaria, che prevede l’incremento dell’aliquota delle accise sui carburanti per autotrazione in misura tale da conseguire un gettito di 728 milioni di euro annui. ASSICA mantiene la massima attenzione su questo tema che rischia di avere impatti notevoli sula gestione dei flussi di cassa delle imprese. Febbraio 2015
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in primo piano Segue da pag. 5
Secondo il Centro Studi Federalimentare, nel 2015 dovrebbe tornare il segno più (+0,3%), favorito anche dalla stabilità dei prezzi alimentari (-0,1% nel confronto dicembre 2014/13) e dal calo dei prezzi dell’energia.
Risale (+0,6%) la produzione alimentare, dopo 3 anni in calo. Tiene l’occupazione del settore Segnali positivi arrivano anche dalla produzione, dove +0,6% del 2014 (gennaio-novembre a parità di giornate lavorative) inverte il trend di 3 anni con il segno meno e conferma l’andamento in controtendenza rispetto all’industria italiana nel suo complesso (-0,7%), con una “forbice” di oltre un punto. E il promettente rimbalzo di novembre 2014 (+1,3%) anticipa il passo espansivo del 2015, atteso da Federalimentare attorno al +1,1%. Altro indizio della solidità dell’alimentare: negli anni di crisi (2007-2014) la produzione alimentare ha perso “solo” 3 punti percentuali, contro i 24 punti del manifatturiero nel suo complesso. Mentre gli addetti del settore sono calati di 6mila unità, contro le 200mila unità del metalmeccanico.
Export, bene UE e USA. Recupera la Cina, l’embargo frena la Russia. Il nodo delle barriere non tariffarie Export positivo (+3,1%) anche se in rallenta rallentamento rispetto agli ultimi anni, dopo il +5,8% del 2013, il +7% del 2012 e il +10% del 2011. Ma viaggia ancora a velocità doppia rispetto a quello complessivo del Paese (+1,5%). Un trend che dovrebbe portare la quota complessiva 2014 attorno ai 27 miliardi di euro. Il peso delle esportazioni sul fatturato dell’alimentare è, in 10 anni, aumentato di quasi il 50%, passando dal 14% del 2004 al 20,5% del 2014. Ma siamo ancora lontani da competitor come Spagna (22%), Francia (28%), e, soprattutto, Germania (32%). I prodotti che hanno registrato le migliori performance globali: l’“alimentazione animale” (+23,0%), le “acque minerali e gassose” (+10,7%), l’”ittico” (+7,6%), il caffè (+7,9%), il “lattiero-caseario” (+5,6%) e le “carni preparate” (+5,4%).
LE CIFRE DI BASE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA BILANCI E PREVISIONI (stime in euro e variazioni % su anno precedente) 2013
2014
2015 (stime)
FATTURATO
132 miliardi (+1,5%)
132 miliardi (+0,0%)
134 miliardi (+1,5%)
PRODUZIONE* (quantità)
-0,7%
+0,6%
+1,1%
NUMERO IMPRESE INDUSTRIALI
58.500
58.000
58.000
NUMERO ADDETTI
385.500
385.000
385.000
ESPORTAZIONI
26,2 miliardi (+5,8%)
27,0 miliardi (+3,1%)
28,5 miliardi (+5,6%)
IMPORTAZIONI
19,4 miliardi (+4,1%)
20,1 miliardi (+3,6%)
21,1 miliardi (+5,0%)
SALDO
6,8 miliardi (+11,5%)
6,9 miliardi (+1,5%)
7,4 miliardi (+7,2%)
TOTALE CONSUMI ALIMENTARI
213 miliardi (var. reale -3,1%)
214 miliardi (var. reale +0,0%)
216 miliardi (var. reale +0,3%)
POSIZIONE ALL’INTERNO DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA
2° posto (12%) dopo settore metalmeccanico
2° posto (13%) dopo settore metalmeccanico
2° posto (13%) dopo settore metalmeccanico
Elaborazioni Centro Studi Federalimentare su dati ISTAT
* a parità di giornate lavorative
Le prospettive 2015 dell’export di settore sono migliori dei consuntivi 2014. Federalimentare stima un livello di crescita 2015 del +5,5%, quasi doppio di quello 2014, analogo a quelli segnati nel biennio 2012-13. Merito della migliore intonazione di molti mercati emergenti, dell’ottima dinamica della congiuntura USA e della spinta di Expo. “Abbiamo l’obiettivo di spingere l’export agroalimentare a quota 50 miliardi entro la fine del decennio, colmando i gap che ci separano dalla migliore concorrenza comunitaria – commenta Scordamaglia. Garantiremmo così un aumento degli occupati diretti ed indiretti di circa 100.000 unità. Un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile grazie al coordinamento delle Istituzioni competenti nell’impiego delle risorse e nel contrastare i principali ostacoli alla competitività del settore: contraffazione, barriere tariffarie e non tariffarie, campagne aggressive verso il nostro modello alimentare mediterraneo, come il ‘semaforo degli alimenti’ in etichetta adottato in UK. Il Governo è riuscito a trovare, seppur in un periodo di crisi, i 130 milioni di euro del Piano Made in Italy, ed è un buon segnale. Ma occorre fare di più per incentivare al massimo investimenti e esportazioni”. Quali sono i Paesi più affamati di made in Italy alimentare? Per la debolezza di alcuni mercati emergenti, nel 2014 è l’UE (+3,6% sui primi nove mesi 2014) a dare i migliori risultati. Fuori dell’Europa, torna a crescere la Cina (+5,3% nei primi 9 mesi), mentre gli effetti dell’embargo e l’arretramento del Pil ridimensionano la Russia, con +3,9% che anticipa una decelerazione più marcata nel lungo periodo.
Trai i “pesi massimi” del nostro export, stazionaria la Germania (+0,5%), molto bene gli USA (+6,5%), terzo sbocco del “food and drink” nazionale (e primo per il vino). Il peso strategico di questo mercato rende cruciale, quindi, il negoziato TTIP in atto. L’eliminazione delle barriere commerciali verso gli USA potrebbe valere oltre mezzo punto di Pil. Ma non mancano ombre. Gli Stati Uniti pongono ancora importanti barriere non tariffarie che penalizzano tutti i comparti. E, soprattutto, hanno anche il non invidiabile primato in tema di contraffazione e Italian sounding. Negli Usa solo 1 prodotto alimentare su 8 tra quelli venduti come Made in Italy è realmente tale. Per contrastare questo fenomeno (che globalmente toglie al nostro settore circa 60 miliardi di euro l’anno), una parte importante delle risorse del piano Made in Italy sarà destinata agli Usa, con l’istituzione di una campagna anti Italian sounding condotta dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal MIPAAF e coordinata con Federalimentare. “Nonostante la crisi, la domanda di food made in Italy c’è e cresce - conclude Scordamaglia. L’anello centrale della filiera è l’industria. Se abbiamo resistito alla crisi meglio del manifatturiero nel suo complesso sul fronte della produzione, dell’export e dell’occupazione, lo si deve non solo alle nostre strutturali capacità anticicliche, ma anche agli investimenti costanti, sia di processi che di prodotti. Che hanno consentito di difendere competitività, margini di contribuzione e aggiornamento dell’offerta, assicurando un ‘fall out’ positivo a monte e a valle. Ora, a cominciare da Expo, non bisogna perdere questa occasione”.
Le tendenze congiunturali 2014-2015
2014
I preconsuntivi
Produzione +0,6% in media anno, su indici a parità di giornate lavorative, dopo tre anni ininterrotti di flessioni (-0,7% nel 2013, -0,9% nel 2012 e -1,3% nel 2011)*
Consumi alimentari +0,0% in media anno, dopo sei anni consecutivi di cali (quello peggiore, col -3,1%, nel 2013)*
Fatturato 132 miliardi (+0,0%). La stazionarietà è frutto della sostanziale compensazione tra una calo dei prezzi alla produzione del -0,7% e un aumento quantitativo della produzione del +0,6% * 6
Prezzi alimentari alla produzione -0,7% dicembre 2014/13 (dopo il -0,1% dicembre 2013/12)
Export 27,0 miliardi, con un +3,1% sui 26,18 miliardi esportati nel 2013 (è la crescita più debole degli ultimi anni, dopo il +5,8% del 2013, il +7,0% del 2012 e il +10,0% del 2011)* Prezzi alimentari complessivi al consumo -0,1% dicembre 2014/13 (dopo +1,8% dicembre 2013/12)
Prezzi alimentari “lavorati” al consumo +0,3% dicembre 2014/13 (dopo +2,0% dicembre 2013/12)
Materie prime alimentari +13,6% dicembre 2014/13 (dopo -15,3% dicembre 2013/12) Prezzi alimentari “non lavorati” al consumo -0,6% dicembre 2014/13 (dopo +1,5% dicembre 2013/12)
in primo piano
I
consumi alimentari rivedono un po’ di luce
Un lieve ottimismo emerge dallo studio Federalimentare, Ismea-GFK-Eurisko ta e verdura fresche, con un -2,0%, dopo il -2,4% del 2013. Mentre in leggera ripresa si è posta, invece, l’ortofrutta trasformata, con un +0,4%, dopo il -3,6% del 2013.
Sei anni di cali dei consumi alimentari e 14 punti di perdita in valuta costante del valore del venduto hanno trovato finalmente uno stop, in chiusura del 2014. Ricordiamo che il 2013 era stato l’anno peggiore nella serie di dati negativi emersi nei sei anni di crisi, con un -3,1% in valore e un -1,2% in quantità. E ricordiamo anche che i consumi alimentari del 1° semestre 2014 erano ancora nettamente in rosso, con un -1,1% in valore, cui si affiancava un -1,4% in quantità, peggiore dello stesso consuntivo 2013. Ora i consuntivi 2014 oscillano, tra il +0,0% in valore stimato prudentemente da Federalimentare, e il +0,6% di Ismea-GfkEurisko. Cui si affianca, secondo la stessa fonte, un +0,5% in quantità. Le variazioni Ismea sono riferite agli 11 mesi 2014, ma ormai si possono ritenere proiettate a fine anno: un singolo mese può portare infatti solo ritocchi marginali. Ricordiamo che il “panel famiglie” di Ismea-GFK-Eurisko monitora gli acquisti non solo nel canale GDO, ma anche nel dettaglio tradizionale, nei mercati rionali e nelle aree di distribuzione coperte dagli ambulanti e dal porta a porta.
Un segmento in progressivo ridimensionamento nel carrello degli italiani sembra essere quello del latte e derivati (-1,1%, dopo il -3,4% dl 2013). Esso sconta la disaffezione nei confronti del latte fresco da parte di alcune fasce di consumatori e la flessione degli acquisti di formaggi. me, negli anni di crisi, del +1,4%, mentre la pasta di semola, al contrario, è scesa al tasso medio del -0,8%. Ma torniamo ai consuntivi 2014. L’ultimo scorcio dell’anno, come si accennava, complice il calo del prezzo del petrolio, un tasso di inflazione ai minimi storici e una politica di bilancio pubblico un po’ meno restrittiva dopo anni di austerity, ha regalato una inattesa “ripresina” dei consumi alimentari delle famiglie italiane.
Comunque, è chiaro che il cambiamento c’è stato, e si è concretizzato rapidamente nel secondo semestre dell’anno. Per cui, al di là della fonte, si può affermare che la “cura dimagrante” finalmente è finita. È stata una cura micidiale, che ha portato a un calo medio annuo dei consumi alimentari, sull’arco 2008-2013, superiore di 0,6 punti rispetto a quello dei consumi totali del paese. È ben noto infatti che le famiglie hanno trovato proprio nel “food and drink”, a dispetto della sua pretesa rigidità, un ammortizzatore quotidiano e prioritario per far quadrare i conti.
Sono stati i “derivati dei cereali” a mostrare il rimbalzo 2014 più forte, con un +5,6% in valore e un +3,3% in quantità, che vengono dopo il -4,7% in valore e il -0,1% in quantità del 2013. Il rimbalzo più significativo e “sincero” del 2014 è senz’altro il +3,3% in quantità appena citato. Le oscillazioni in valore del venduto nell’ultimo biennio sono state influenzate infatti dall’andamento ondivago dei prezzi alla produzione e, a monte, dalle quotazioni delle commodity cerealicole. Positiva anche la performance 2014 del complesso dei dolciumi (+4,0% in valore e +3,7% in quantità).
In questo contesto sofferto di lungo periodo, ad ogni modo, alcuni comparti si sono smarcati. Come la “biscotteria e pasticceria” che, secondo i dati Ismea-GFKEurisko, ha segnato un aumento medio annuo in volu-
Sugli altri fronti hanno brillato gli oli e grassi vegetali (+6,1% in valore e +4,7% in quantità). Mentre anche i prodotti ittici stanno risalendo la china (+1,8% in valore e +2,1% in quantità) dopo la caduta a doppia cifra del 2013. Tra le carni fresche, che avanzano nel complesso del +0,7% in valore, emergono dinamiche divergenti, con i segmenti bovino e avicolo in aumento, a fronte del calo del -6% della carne suina. In flessione anche la spesa i salumi (-0,8%), nonostante un aumento dei volumi acquistati. Gli italiani hanno continuato a tagliare gli acquisti di frut-
Il comparto del “beverage”, al contrario, pare abbia trovato, dopo il tonfo del 2013 (-5,7%), un nuovo slancio (+4,0%) grazie soprattutto alle acque minerali. Per i vini il dato resta invece negativo, soprattutto in quantità. In conclusione, il dato “orizzontale” più importante è che il futuro dovrebbe confermare e consolidare gli spunti espansivi dei consumi. La previsione ufficiale di crescita del PIL 2015 indica un tasso del +0,4%, dopo
tre anni di cali. Ma la cosa veramente nuova è un’altra: per la prima volta, dopo anni di flop, la stima ufficiale, invece di essere contraddetta al ribasso, dovrebbe cambiare al rialzo. Fattori recenti e fondamentali come il calo del costo del barile, la svalutazione dell’euro e il “quantitative easing” varato dalla BCE sono destinati tutti, in varia misura, a ridare tono al sistema e maggiore spinta alla ripresa. Le stime del Centro Studi Confindustria indicano in 0,8 punti “aggiuntivi” il beneficio recato da questi fattori sul PIL 2015, e in un punto tondo il beneficio sul PIL 2016. Certo, con tutto il terreno che è stato perso, il percorso di recupero sarà molto lungo. Ma intanto c’è fiducia che le dinamiche in atto consentano al 2015 di scavallare francamente, e con incertezze sempre minori, la fase peggiore della crisi.
dell’industria alimentare Le previsioni Produzione +1,1% su indici a parità di giornate lavorative *
Fatturato 134 miliardi (+1,5%). L’aumento è frutto del previsto aumento quantitativo di produzione del +1,1% e di un recupero marginale dei prezzi alla produzione*
Consumi alimentari +0,3% *
Prezzi alimentari alla produzione +0,2% *
* = stime
2015 Export 28,50 miliardi (+5,5%) *
Prezzi alimentari complessivi al consumo +0,2% *
Prezzi alimentari “lavorati” al consumo +0,2% *
Materie prime alimentari +6% in media anno. L’aumento stimato è frutto in gran parte della svalutazione dell’euro *
Prezzi alimentari “non lavorati” al consumo +0,3% *
Febbraio 2015
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Tecno Brianza si può riassumere in tre parole chiave: continuità, consulenza, affidabilità Continuità
E’ questa la parola d’ordine di Tecno Brianza per il prossimo futuro. Ma è anche il fil rouge che ha caratterizzato i primi 30 anni di storia dell’azienda lombarda. Nata come specialista nella produzione di legatrici e clippatrici, nel tempo ha affiancato a questi settori quello dei materiali di consumo e della automazioni. Ma non solo. Tecno Brianza è leader di mercato nel settore delle legatrici. Ottime le performance anche nel comparto delle clippatrici. Il punto di forza di Tecnobrianza sta proprio nell’aver affiancato alle apparecchiature il relativo materiale di consumo, quali spaghi, reti e clips.
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Segnali positivi da “Consumi Food 2015” Al convegno organizzato da TuttoFood si confermano le previsioni di rimbalzo per il 2015 Dopo i dati di Federalimentare (vedi pagg. 5-7), altri segnali positivi per il settore alimentare vengono dal Convegno “Consumi Food 2015 – scenario economico, previsioni, valutazioni delle imprese industriali e distributive” organizzato da TuttoFood, (la fiera avrà luogo dal 3 al 6 maggio prossimi). Secondo le previsioni di Ref Ricerche, infatti, il Pil aumenterà dello 0,7% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016, sostenuto da una ripresa dei consumi. Le esportazioni miglioreranno ulteriormente la loro performance e le importazioni cresceranno trainate dalla ripresina, senza peraltro compromettere il saldo della bilancia commerciale che si manterrà positivo ed elevato (intorno ai 70 miliardi di euro) grazie alla discesa del prezzo del petrolio e al cambio dell’euro sul dollaro. Il vincolo del 3% nel rapporto deficit pubblico su Pil sarà rispettato e l’inflazione sarà zero quest’anno e 0,7% nel 2016. Ma non mancano rischi: la caduta delle aspettative di inflazione (e la conseguente deflazione con annessa “trappola della liquidità”) e il possibile aumento dell’IVA, se le clausole di salvaguardia già previste per il 2016/2017 non verranno eliminate dalle prossime manovre finanziarie (possibilmente tramite una decisa azione di spending review). L’aumento dell’IVA, in particolare, avrebbe un significativo impatto: colpirebbe i cittadini meno abbienti (vanificando di fatto l’impatto del bonus fiscale di 80 euro), le attività della filiera agroalimentare, dall’agricoltura all’industria fino alla distribuzione, e potrebbe ostacolare ulteriormente la crescita, riducendo gli investimenti e l’innovazione. In questo quadro di luci e ombre (ma forse per la prima volta con un po’ più di luci che di ombre) il Convegno ha permesso di ragionare sulle previsioni per i consumi alimentari di Iri-Infoscan (con focus sulla GDO). Per la società di ricerca, con il 2014 si conclude un biennio nero per il largo consumo che in due anni due vede ridursi
TUTTOFOOD 2015: 180MILA METRI QUADRI, OLTRE 2500 ESPOSITORI, AREE IN CRESCITA E NUOVE INIZIATIVE
di oltre due punti percentuali i volumi di vendita. Il perdurare della crisi economica ha infatti impedito l’inversione del trend negativo del 2013, nonostante il forte raffreddamento dei prezzi. Per il 2015, tuttavia, anche Iri-Infoscan prevede un pur moderato recupero. Le promozioni continuano a essere il principale strumento di governo dei prezzi con una efficacia sempre minore: per sostenere le vendite, infatti, la distribuzione ha agito sulla leva del prezzo. Nel 2014 la pressione promozionale ha superato il 30%. Tuttavia questo strumento - ha segnalato Iri - non è più efficace per incentivare gli acquisti. Il suo livello complessivo di produttività è sceso ulteriormente rispetto al 2013, e la filiera distributiva ha rinunciato ad altri 117 milioni di euro. Ciò significa che la grande distribuzione organizzata sacrifica circa un punto di crescita dei ricavi sull’altare delle promozioni. Su questi numeri hanno discusso Stefano Agostini, Presidente e Amministratore delegato del Gruppo San Pellegrino, Valerio Di Natale, Presidente e Amministratore delegato di Mondelez Italia, Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, Mario Preve, Presidente di Riso Gallo, Angelo Trocchia, Presidente e Amministratore delegato di Unilever Italia. Un dibattito tutto incentrato sul tema delle promozioni, sul modello “everyday low price” inaugurato da Coop con l’iniziativa “costa meno” e sulla possibilità di superare il perverso sistema di listing fee per evitare di uccidere l’innovazione nei prodotti di largo consumo.
Si delinea e prende forma l’offerta espositiva di TuttoFood. Il Salone dell’Agroalimentare organizzato da Fiera Milano in programma dal 3 al 6 maggio 2015, vede già oggi completamente assegnata e opzionata la superficie totale di 180 mila metri quadri distribuita su 10 padiglioni, 4 in più rispetto al 2013. Saranno circa 2.500 le aziende provenienti da settori specifici ma sinergici che coinvolgono tutti i comparti della filiera insieme alle istituzioni locali provenienti da tutta Italia. Con una saturazione completa degli spazi e liste di attesa per decine di aziende, questa edizione si preannuncia intensa e ricca di novità. Sul versante dei visitatori, oltre ai 1.200 hosted top buyer, scelti attraverso un’attenta profilazione che garantirà incontri produttivi direttamente allo stand, con ottimizzazione dei tempi e il massimo rendimento dei contatti, si aggiungeranno più di 11.000 buyer attesi. Occasione unica di visibilità internazionale per le aziende e i visitatori presenti alla manifestazione sarà quella offerta da Expo Milano 2015, che aprirà il primo maggio e sorgerà a pochi passi dal quartiere espositivo. Proprio domenica 3 maggio, TuttoFood sarà presente all’interno del Padiglione Italia di Expo Milano 2015, dando il via a un legame profondo che caratterizzerà tutta la manifestazione. Infatti, grazie alla collaborazione con Expo Milano 2015, gli espositori in fiera, dopo la chiusura serale nei giorni di manifestazione, avranno l’opportunità esclusiva di visitare l’Esposizione Universale. Inoltre, Fiera Milano, offrirà alle aziende espositrici la possibilità di incontrare direttamente in fiera le delegazioni commerciali che nel corso dei mesi visiteranno l’Esposizione Universale con il progetto “Expo Business Matching”, che selezionerà i profili più interessanti per le aziende di TuttoFood, creando un’agenda di incontri mirati che concentrerà nei giorni di manifestazione le occasioni di matching possibili nei sei mesi di Expo Milano 2015. Ma incontrarsi, per gli operatori, non è utile soltanto per fare business, ma anche formarsi, aggiornarsi, mettere a valor comune esperienze e successi e scoprire nuove possibili strategie vincenti. Così, proprio per accrescere il know how dei visitatori di TuttoFood, oltre che per valorizzare le aziende presenti, saranno realizzate speciali iniziative dedicate alla qualità in partnership con realtà leader. Tra queste, tre interessanti concorsi: grazie a IPSOS verrà scelto il prodotto più innovativo, con QUALIVITA si scoprirà il prodotto certificato di maggior qualità, mentre ASSICA organizzerà speciali educational dedicati all’Alta Salumeria che vedrà protagonisti i visitatori professionisti del settore. Inoltre è in fase di definizione il calendario di TuttoFood Academy, che completerà l’esperienza di visita con convegni e dimostrazioni per offrire ai visitatori le conoscenze più attuali e contatti altamente strategici per il loro business. Febbraio 2015
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mercati di Giada Battaglia
Alla Grüne Woche possibili aperture del mercato russo a frattaglie e grassi suini Si è svolta a Berlino dal 16 al 25 gennaio la Internationale Grüne Woche (la Settimana Verde Internazionale), un salone multisettoriale che riunisce aziende e professionisti che lavorano nei settori dell’agricoltura e che è tradizionalmente occasione per organizzare forum, seminari e incontri sui temi di interesse per il comparto. Proprio in questo contesto si è svolto l’ormai consueto incontro tra i vertici dei Servizi veterinari (CVO) di alcuni Paesi dell’Unione europea e della Federazione russa. Italia, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca e Lituania erano rappresentati, oltre che dalle competenti Autorità nazionali, anche da delegati delle organizzazioni economico-professionali, tra le quali ASSICA, ASSOCARNI e Federalimentare rappresentata dal Presidente Scordamaglia; per la controparte russa erano presenti Mr. Dankvert, capo del Rosselkhoznadzor, Mr. Nepoklonov, vice capo del Rosselkhoznadzor, e Mr. Pozdnyakov, Direttore Esecutivo della North West Meat Association (NWMA). Tra gli obiettivi dell’incontro di quest’anno senz’altro prioritaria la riapertura del mercato russo ai suini vivi, al grasso e alle frattaglie suine, sottoposti a divieto di importazione dal gennaio 2014, in applicazione del provvedimento adottato dalle Autorità della Custom Union a seguito dei focolai di Peste suina africana (PSA) in alcuni Paesi del Nord Europa, ma non oggetto dell’embargo
emanato ad agosto scorso. Dopo i consueti ringraziamenti, Mr. Dankvert ha sottolineato come la diffusione della PSA in quattro Paesi dell’Unione europea abbia provocato gravi perdite economiche alla UE e sia per la Russia ancora piuttosto preoccupante, soprattutto considerando la popolazione dei cinghiali selvatici, ritenuti il principale veicolo di diffusione del virus. Dankvert ha comunque manifestato la propria disponibilità a valutare la revoca delle misure restrittive adottate sui prodotti suini, proponendo la sottoscrizione di nuovi specifici protocolli che diano sufficienti garanzie per l’applicazione del principio di regionalizzazione per Peste suina africana. Alcuni Paesi, come Germania, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, sono considerati ancora ad alto rischio, pertanto la volontà del Rosselkhoznadzor è quella di aprirsi ad un accordo solamente con alcuni Paesi europei, tra i quali l’Italia. Grande apprezzamento per l’apertura manifestata dalla Autorità russa è stata espressa dai rappresentanti francese, olandese, belga, danese e italiano, che hanno accolto con favore l’idea di siglare un accordo bilaterale per l’esportazione verso la Federazione russa di animali
Partecipanti all'incontro tra delegazione della Federazione russa e alcuni Paesi UE
e prodotti suini, che sia propedeutico alla soluzione della controversia con tutta l’Unione europea. Analogamente a quanto è stato fatto nel novembre dello scorso anno per le frattaglie e i grassi bovini, il Rosselkhoznadzor potrebbe proporre ai Paesi in questione la sottoscrizione di un’intesa che prevedrebbe garanzie aggiuntive e condizioni specifiche per l’ispezione, la produzione, la spedizione dei prodotti nonché l’autorizzazione degli impianti esportatori. Anche l’associazione dei produttori e degli importatori russi, la NWMA, ha manifestato ottimismo per il futuro, nonostante l’attuale complessità delle relazioni tra UE e Federazione russa, alla luce dei positivi rapporti bilaterali già instaurati. Dopo la tavola rotonda, si sono svolti alcuni incontri bilaterali tra Sergey Dankvert e i rappresentanti dei singoli Stati dell’Unione europea. Per l’Italia Giuseppe Ruocco, Direttore Generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, ha rinnovato la disponibilità delle Autorità italiane a valutare la possibile sottoscrizione di un accordo che consenta la ripresa delle esportazioni delle frattaglie e dei grassi suini. L’opportunità creatasi con gli incontri di Berlino è molto positiva per il settore, che ha perso, con la chiusura delle frontiere della Custom Union, un importantissimo mercato di sbocco. L’obiettivo condiviso da ASSICA è, ovviamente, giungere presto ad una soluzione definitiva della crisi politicocommerciale tra Unione europea e Federazione russa, a beneficio di tutte le aziende esportatrici, ma ora non possiamo lasciarci sfuggire l’opportunità di creare una breccia nel muro del protezionismo russo attraverso la sottoscrizione di intese settoriali bilaterali.
Suini: la deflazione entra nelle stalle "Ismea Tendenze": prezzi in caduta nel 2014. Pesano sul settore embargo russo e calo dei consumi interni Il divieto russo all’importazione, connesso al focolaio di peste suina e all’embargo in atto, e l’estrema debolezza della domanda interna stanno avendo un impatto fortemente negativo sul mercato suinicolo nazionale e europeo. È quanto si evince dal Report trimestrale “Ismea Tendenze” relativo all’ultimo trimestre del 2014 e riepilogativo dell’intera annata trascorsa. Il riflesso più immediato di questa situazione - spiega il Rapporto - è il basso livello dei prezzi, con le quotazioni all’origine del bestiame suino in calo, in Italia, del 7,5% su base annua. Un risultato riscontrato sia per i capi da allevamento (-8,5% rispetto al IV trimestre 2013) che per le taglie da macello (-7,3%), in linea con quanto rilevato nei principali mercati dell’UE-28. Ad alleviare il peso di questa situazione è stato l’an-
damento al ribasso di alcune voci costo a carico degli allevatori, con i prezzi dei mangimi scesi del 3,6% rispetto al IV trimestre del 2013 e i capi da ristallo in calo dell’8,1% rispetto a un anno fa. La consistenza degli stock di materie prime impiegate per l’alimentazione dei suini (principalmente mais e soia), non dovrebbe tra l’altro determinare mutamenti di tendenza dei prezzi, prefigurando uno scenario senza tensioni anche nel 2015. Relativamente all’evoluzione degli scambi con l’estero, l’analisi Ismea rivela, a consuntivo dei primi dieci mesi del 2014, un peggioramento di 1,7 milioni di euro del deficit della bilancia commerciale del settore. In termini
monetari, le importazioni di suini vivi e di carni fresche e congelate hanno fatto segnare aumenti rispettivamente del 18 e del 2 per cento, mentre sul versante dell’export si è registrato un miglioramento per salumi e altre preparazioni, con un più 6,5% rispetto al gennaioottobre 2013. Sul mercato interno, infine, i dati Panel Ismea-Gfk/Eurisko relativi ai primi 11 mesi del 2014 indicano una consistente flessione degli acquisti delle famiglie italiane di carni suine. Rispetto allo stesso periodo del 2013 si è registrata una contrazione del 6% sia nei volumi che nella spesa; meglio i salumi con un più 2% delle quantità acquistate e un calo solo marginale in termini monetari. Febbraio 2015
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attualità di Giovannibattista Pallavicini
Rapporto Qualivita 2014: Italia, il Paese delle
DOP e IGP a due velocità
Frena il fatturato del settore prodotti tutelati, ma cresce l’export. Aumentano le denominazioni registrate, ma con grandi disparità tra grandi e piccole denominazioni Lo scorso 17 dicembre presso la sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali è stato presentato il dodicesimo rapporto Qualivita sul valore delle produzioni agroalimentari DOP e IGP. I dati presentati rivelano un comparto che nel 2013 genera circa 6.600 milioni di euro di fatturato alla produzione (in calo del 2% rispetto al 2012) di cui oltre il 36% derivante dall’export (2.400 milioni di euro) che segna invece una crescita del 5%. Anche il numero delle denominazioni registrate aumenta fino a quota 269 prodotti, collocando il nostro Paese saldamente al primo posto per numero di riconoscimenti europei, seguito dalla Francia a 219, ma permane quel fenomeno di forte concentrazione del valore economico su poche denominazioni, come già evidenziato negli anni dal rapporto elaborato da Qualivita in collaborazione con Ismea. Le prime 10 produzioni DOP e IGP sviluppano da sole oltre 81% (5.346 milio-
Peso % dei fatturati alla produzione 100% 90%
Altre 259 19,1%
Altre 28
4,5%
80% 70% 60% 50% 40% 30%
Prime 10 DOP e IGP 80,9%
Prime 10 DOP e IGP 95,5%
20% 10% 0% Totale DOP e IGP
ni di euro) del complessivo giro d’affari del settore. Un dato che, se letto al contrario, rivela che i restanti 259 prodotti sviluppano in media non più di 4,85 milioni di euro ciascuno. Una proporzione che si esaspera se esaminiamo il nostro settore, quello del-
Prodotti a base di carne
le produzioni a base di carne: qui i primi 10 salumi DOP e IGP sviluppano oltre il 95% del fatturato alla produzione, mentre i rimanenti 28 prodotti, con circa 2,84 milioni di euro ciascuno in media, sviluppano in totale meno del 5% dei 1.754 milioni di euro di valore alla produzione
complessiva. Anche sul fronte export le proporzioni non mutano con un fatturato della produzione esportata pari a 417,4 milioni di euro nel 2013 di cui il 98,7% è appannaggio dei primi 10 salumi DOP e IGP. Come anche l’Associazione non manca di rimarcare alle istituzioni nazionali, si tratta di numeri che sicuramente devono invitare ad una riflessione circa le strategie italiane sulle produzioni tutelate e sulle loro logiche di posizionamento di mercato sia nel nostro Paese sia all’estero. Un mercato in cui un ruolo principale nella distribuzione viene giocato in misura crescente nel tempo dalla GDO: è in questo canale infatti che i consumatori acquistano in media il 47,2% dei prodotti tutelati e il 67,3% di quelli del nostro settore. Consumatori che nel tempo hanno purtroppo ridotto la quantità di salumi DOP e IGP nel proprio paniere di acquisti (-1,4% 2013 su 2012), pur consentendo una crescita della spesa in valore (+2% 2013 su 2012).
Ciseta 2015: 12° congresso italiano
di Scienza e Tecnologia degli Alimenti
A Milano il 3 e 4 maggio Si terrà a Milano il 3 e 4 maggio 2015 la 12° edizione di Ciseta (Congresso Italiano Scienza e Tecnologia degli Alimenti). Si tratta di uno dei più importanti appuntamenti per favorire il confronto tra imprese e i ricercatori e gli scienziati che hanno come priorità lo sviluppo di nuove opportunità di crescita per il comparto agroalimentare. All’interno della manifestazione, il 4 maggio si svolgerà il II° Forum Scienza e Tecnologia degli Alimenti, che quest’anno sarà dedicato ai cambiamenti legati alla normativa sulla nuova etichetta europea e alle più attuali modalità di ricerca di mercato e di segmentazione dei consumatori per uno sviluppo efficace dei prodotti. Per informazioni: Segreteria Organizzativa e Commerciale Fiera Milano Media S.p.A Divisione Business International Tel. 06 84.54.11 - Fax. 06 85.35.42.52 ciseta@businessinternational.it
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Programma lunedì 4 maggio II°Forum Scienza e Tecnologia degli Alimenti Caratterizzazione di scenario dell’attuale industria alimentare: normativa, mercato, igiene. Come affrontare il cambiamento 10:15 • Sviluppare o imitare in tempi di crisi? Come cambiano la ricerca sul consumatore e i criteri di segmentazione del mercato • Variazioni del paradigma per la ricerca sul consumatore • Il mercato e la sua segmentazione • Sviluppare o imitare? Lo sviluppo del prodotto tramite ricombinazione degli elementi di concetto Sebastiano Porretta - SSICA, Parma 10:45 • La schizofrenia dell’etichettatura e del diritto alimentare • La nuova Etichetta Europea con l’applicazione del regolamento 1169/11 per la regolamentazione delle informazioni sugli alimenti • Come rispettare i criteri di trasparenza e uniformità tra le legislazioni dei diversi Paesi attraverso il nuovo sistema di etichettatura per consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli • Come “proteggere e distinguere” i propri prodotti esportati nei mercati emer-
genti: case studies Afro Ambanelli, Avvocato - Studio Legale Ambanelli - Parma 11:15 • La sicurezza alimentare: i nuovi rischi microbiologici, come prevenirli e come controllarli • Le attuali forme di contaminazione microbica • Metodi analitici innovativi e rapidi • Tecniche di prevenzione Antonello Paparella, Prof. Ordinario di Microbiologia degli Alimenti, Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Teramo 11:45 • Intervento programmatico dedicato agli sponsor 12:15 • Ingredienti e aromi funzionali per l’attuale mercato alimentare “healthy oriented” • Il quadro normativo delle sostanze aromatizzanti • I nuovi ingredienti con proprietà aromatizzanti • Gli attuali trends funzionali e salutistici: soluzioni aromatiche • La normativa di riferimento Claudio Ghizzoni, esperto di settore 12:45 Dibattito e chiusura dei lavori
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attualità in breve
MISE E MIPAAF: PROVE DI DIALOGO AGROALIMENTARE Il tema dell’indicazione dello stabilimento del produttore in etichetta sembra riavvicinare i due dicasteri Con l’entrata in vigore del Reg. UE 1169/11, il tema dell’indicazione dello stabilimento del produttore sta inaspettatamente tenendo banco: eliminato l’obbligo in sede comunitaria con l’approvazione di tutti gli Stati membri, ora l’Italia prova a reintrodurlo. Su questo tema il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Ministero dello Sviluppo Economico sembrano indirizzati ad aprire un tavolo di approfondimento specifico che porti a un’ “equilibrata e unitaria posizione del Governo italiano da esprimere anche a livello europeo”. Così si legge nella corrispondenza che il Ministro Guidi ha indirizzato al Ministro Martina, sottolineando come “il percorso da seguire non possa non
contemperare le diverse esigenze tra la componente agricola e quella industriale, in un’ottica di strategia comune dell’intera filiera e nell’interesse complessivo del Paese”. Un tentativo insomma di aprire un fronte di collaborazione costante tra i due ministeri, che potrebbe anche andare oltre il tema specifico e più in generale sembra voler ricondurre il dibattito sull’etichettatura al suo ambito più corretto, quello europeo. Un passo da compiere per garantire agli operatori regole uniformi ed evitare al contempo fughe in avanti di singoli Stati membri con il moltiplicarsi di legislazioni differenti sul territorio di libero scambio del mercato unico; un passo verso cui l’industria alimentare e Federalimentare suggeriscono da tempo di muoversi.
MILANO, VOLA LA NOTORIERÀ DELLA CITTÀ GRAZIE AD EXPO: TERZA IN EUROPA DOPO LONDRA E PARIGI Milano più famosa nel mondo grazie a Expo. Cresce il dibattito sulla città, dai circa 3mila commenti al giorno a cui si aggiungono mille commenti ogni giorno sulla manifestazione. Superata Roma, Milano raggiunge il podio in Europa con il terzo posto. In Europa prima Londra e seconda Parigi. È quanto emerge da un'elaborazione della Camera di commercio di Milano sulla base dei monitoraggi 2013 e 2014 di Voices from the Blogs, spin off dell'Università degli Studi di Milano sui commenti in Rete. Intanto Milano si prepara all'accoglienza. Su Expo 2015 ci sono mille commenti al giorno nel mondo, un dato che si raggiunge a fine 2014, che è stato costantemente in crescita nel corso dell'anno (in cinque mesi ci sono state 77 mila menzioni estere, italiano escluso). Di Expo ora si parla a livello internazionale quanto di città come Firenze e Torino e circa un terzo dei 3mila commenti su Milano. Un trend destinato a rafforzarsi ancor di più con l'avvicinarsi dell'avvio ufficiale di Expo 2015.
Quanto al sentiment complessivo su Milano circa il 75%, tre su quattro sono positivi, un dato che si conferma negli Stati Uniti e che in Cina arriva intorno al 90%. Di Milano, nel mondo, si parla circa il doppio rispetto a Francoforte, Vienna o Amsterdam. Il sentiment complessivo su Expo è positivo in oltre 3 casi su 4 (77,6%: +1,7% rispetto a maggio 2014). Se ci concentriamo sulle macro-aree, possiamo notare che il massimo di sentiment positivo si riscontra nei Paesi BRICS (sentiment positivo: 80,1%: -3,2%), un dato confermato sia negli Stati Uniti (77,4%: +2,8%) che nei Paesi UE (75,3%: +2,7%).
Aziende informano
Hypred DEPTIL HDS: finalmente è possibile effettuare disinfezioni operative senza risciacquo in linea con la sicurezza alimentare Gli operatori del settore delle carni definiscono disinfezioni operative i trattamenti di bonifica microbiologica delle superfici condotte durante le pause di lavorazione dovute ai cambi di turno o causa di interventi di manutenzione. Dati i tempi disponibili limitati l’operazione viene sempre effettuata senza successivo risciacquo. Fino a pochi mesi fa quindi si agiva in deroga alle procedure scritte dei Servizi Qualità aziendali che prevedevano un successivo risciacquo in rispetto alle disposizioni legislative relative ai trattamenti disinfettanti di superfici che in seguito vanno in contato con gli alimenti. Il Ministero della Salute autorizzava infatti l’immissione al commercio dei Presidi Medico Chirurgici destinati alla disinfezione di superfici alimentari solo se l’etichetta dei prodotti raccomandava “risciacquo con abbondante acqua potabile” dopo il loro utilizzo. Dalla fine del 2013 Hypred ha immesso sul mercato il primo disinfettante (PMC n. 19936) per superfici alimentari autorizzato dal Ministero della Salute per utilizzo senza successivo risciacquo: DEPTIL HDS. Questo risultato è stato raggiunto grazie all’originale formulazione del prodotto e alla presentazione di ampia documentazione sull’assenza di pericolosità di eventuali residui.
La documentazione presentata, disponibile ai Servizi Qualità interessati, dimostra inoltre l’ampio spettro di attività (grande interesse si è registrato per l’attività Listericida) e la rapidità di azione, caratteristica fondamentale per un disinfettante alcolico che deve poi evaporare senza lasciare residui . DEPTIL HDS è infatti attivo con un solo minuto di tempo di contatto sulla maggior parte dei microrganismi testati, anche in presenza di sostanza organica interferente. È importante sottolineare che DEPTIL HDS permette di effettuare disinfezioni operative in stabilimenti autorizzati all’esportazione negli Stati Uniti. Infatti la recente Nota Ministeriale DGISAN 44986 del 3 Dicembre 2014 chiarisce che non si è autorizzati ad asciugare con carta a perdere le superfici in contato con gli alimenti dopo avere effettuato i trattamenti di disinfezione. Se le condizioni operative rendono impossibile il risciacquo si devono quindi utilizzare solo disinfettanti con specifica autorizzazione all’utilizzo senza risciacquo come appunto DEPTIL HDS. Per informazioni: Hypred Italia sales@hypred.it
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Zoonosi: relazione annuale EFSA-ECDC Pubblicati i dati relativi alla diffusione delle zoonosi nell’Unione europea nel 2013 Lo scorso 28 gennaio è stata pubblicata la relazione EFSAECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) basata sull’analisi dei dati pervenuti da 32 Paesi europei, riguardanti la comparsa di zoonosi e la diffusione di malattie di origine alimentare nell’anno 2013. Le zoonosi sono malattie che possono essere trasmesse per contatto diretto o indiretto tra umani e animali e, per l’appunto, anche attraverso il consumo di alimenti. Dalla Relazione di sintesi dell’Unione europea, emerge principalmente, dopo diversi anni di tendenza in aumento, la stabilizzazione dei casi di campilobatteriosi riferite nell’uomo. La relazione dello scorso anno aveva difatti evidenziato che i casi nell’uomo erano lievemente diminuiti per la prima volta in cinque anni. Tuttavia, con 214.779 casi, la campilobatteriosi rimane la malattia di origine alimentare più notificata nell’UE. Negli alimenti, l’agente eziologico Campylobacter è stato rinvenuto soprattutto nella carne di pollo. Il numero di casi di listeriosi riportati nell’uomo anche se risulta essere relativamente basso, attestandosi a 1.763, tra il 2012 e il 2013 è aumentato dell’8,6 per cento. Nonostante tale l’aumento, Listeria monocyto-
genes, il batterio che causa la listeriosi nell’uomo e negli animali, è stata raramente rilevata al di sopra dei limiti legali di sicurezza negli alimenti pronti al consumo. Nel 2013 i valori al di sopra dei limiti di sicurezza sono stati riscontrati soprattutto in campioni di prodotti ittici (pesce affumicato), seguiti da formaggi a pasta molle e semi-molle, prodotti a base di carne pronti al consumo e formaggi a pasta dura. I casi segnalati di infezione da Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC) sono aumentati del 5,9 per cento, forse per effetto di una maggiore preparazione degli Stati membri a seguito del focolaio del 2011, che si è tradotta in una migliore qualità dei test e dell’attività di segnalazione. Non sono state osservate tendenze sulla presenza di VTEC in alimenti e animali. Trend ancora in discesa per casi di salmonellosi che per l’ottavo anno consecutivo presenta valori in diminuzione. Nel 2013 sono stati registrati 82.694 casi, equivalenti ad una diminuzione del 7,9 per cento del tasso
UE di notifica rispetto al 2012. Il rapporto EFSA attribuisce tale diminuzione principalmente ai programmi di controllo effettuati per la Salmonella nel pollame e specifica che la maggior parte degli Stati membri hanno raggiunto gli obiettivi, previsti per il 2013, relativi alla diminuzione della prevalenza del batterio nel pollame. Per quanto riguarda la terza zoonosi più comunemente riferita nell’UE, la Yersiniosi, il report constata che nel 2013, con 6.471 casi, vi è stata una diminuzione del 2,8 per cento rispetto al 2012, calo che tuttavia è già in atto da ormai cinque anni Ricordiamo che, con lo scopo di limitare la diffusione delle zoonosi a trasmissione alimentare, l’UE ha adottato un approccio integrato alla sicurezza alimentare che interessa l’intera filiera alimentare cioè il cosiddetto approccio “to farm to fork”. Tale approccio, sostenuto da attività tempestive ed efficaci di comunicazione del rischio, si articola in una serie di misure a livello di valutazione del rischio (per esempio, raccolta dei dati, analisi, raccomandazioni) e di gestione del rischio (per esempio, misure legislative, obiettivi per la riduzione) che prevedono la partecipazione di tutte le parti interessate: Stati membri dell’UE, Commissione europea, Parlamento europeo, EFSA, ECDC ed operatori economici.
Aziende informano
vpool, i vantaggi di un imballaggio riutilizzabile Quando si parla di imballaggio per il trasporto di carni e salumi, si tocca una voce di costo rilevante per le aziende del settore che sempre più cercano di orientarsi verso soluzioni in grado di apportarne abbattimenti. Paesi del Nord-Europa, ove il comparto carni ha un peso consistente nel food e la sensibilità alle questioni ambientali è radicata, il ricorso all’imballaggio riutilizzabile per il trasporto è un fatto acquisito. L’impiego dei contenitori in plastica, infatti, risponde in modo soddisfacente alle esigenze delle aziende di trasformazione e dei loro clienti. In questo moderno sistema logistico, vpool, azienda tedesca leader in Europa, presente anche in Italia, fornisce un servizio che garantisce un autentico sostegno alle aziende e agli operatori della distribuzione.
Risparmio - Analisi economiche dimostrano che il sistema vpool “consegna–ritiro-gestione degli imballaggi riutilizzabili” è più conveniente. Le aziende possono concentrarsi sul loro business, lasciando a vpool l’onere di tracciare, gestire e smaltire a fine vita gli imballaggi. Ecologia - I vantaggi ecologici del sistema sono dovuti prevalentemente al “riutilizzo“ dei contenitori ma anche alla “riciclo” del materiale plastico e alla messa in atto dei cosiddetti “percorsi intelligenti”, vale a dire percorsi che riducono i viaggi non necessari e quindi l’emissione di CO2 . Sicurezza – Nei centri di lavaggio le operazioni di pulizia vengono eseguite secondo le norme HACCP e i contenitori vengono consegnati alle aziende in perfette condizioni, pronti per essere utilizzati.
I vantaggi sono racchiusi in alcune parole chiave: risparmio, ecologia, sicurezza.
Un sistema moderno dunque che sostiene le aziende riducendo costi ed impatto ambientale.
Vediamo come e perché. Un servizio logistico, come quello fornito da vpool, include noleggio; disponibilità just-in-time e consegna del fabbisogno di contenitori volta per volta alle aziende; ritiro dei vuoti e trasferimento ai centri di lavaggio che si occupano di selezionare, lavare e controllare le casse prima di rimetterle nel circuito produttivo-distributivo; riciclo della plastica dei contenitori scartati.
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carni sostenibili
La sicurezza alimentare delle carni in Italia Attenzione al profilo igienico-sanitario, che si deve intendere sia per gli alimenti direttamente consumati dalle persone, sia per i mangimi che entrano nella catena alimentare attraverso l’allevamento degli animali Nella sua accezione più ampia, la sicurezza alimentare (Food Security) è da intendersi come la possibilità di garantire, con adeguate condizioni igieniche, acqua ed alimenti utili a soddisfare il fabbisogno delle persone (World Food Summit, 1996). In questo lavoro si circoscrive l’attenzione al profilo igienico-sanitario (la cosiddetta Food Safety), che si deve intendere sia per gli alimenti direttamente consumati dalle persone, sia per i mangimi che entrano nella catena alimentare attraverso l’allevamento degli animali.
menti di produzione, sia per le specifiche del prodotto e dei relativi sistemi di controllo. Anche per quanto riguarda l'etichettatura, considerato elemento fondamentale per la comunicazione al consumatore, la normativa si è arricchita di norme che vanno nel verso della trasparenza e della chiarezza. In questo contesto, nei primi mesi del 2015, andrà in applicazione il Regolamento 1337/20133 che impone l'indicazione dei Paesi di nascita, allevamento e macellazione delle carni commercializzate in Europa.
Per garantire un approccio scientifico alle problematiche legate all'alimentazione, oltre alla riorganizzazione del diritto alimentare (Libro Bianco e Reg. 178), dal 2002 è stata istituita l’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che, in collaborazione con le autorità nazionali e in consultazione con le parti interessate, fornisce consulenza scientifica indipendente e comunica in maniera chiara su rischi esistenti ed emergenti. In particolare l’EFSA elabora pareri scientifici e consulenza specialistica per fornire un solido fondamento all’attività legislativa e per facilitare le decisioni tempestive ed efficaci nella gestione del rischio.
I controlli a garanzia della sicurezza
Come per quasi tutti gli alimenti, in particolare per le carni, la normativa è molto dettagliata sia nella definizione dei requisiti degli stabili-
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Il sistema sanitario italiano nel campo della sicurezza alimentare è uno dei più strutturati a livello mondiale, riconosciuto in Europa come punta di eccellenza, grazie ai circa 4.500 veterinari pubblici incaricati di vigilare per garantire la sicurezza alimentare delle produzioni. I controlli veterinari iniziano presso gli allevamenti dove vengono effettuate periodiche verifiche delle condizioni sanitarie degli animali e continuano presso gli impianti di lavorazione dove la presenza del medico veterinario è necessaria per la macellazione degli animali. In questa fase infatti ogni animale viene controllato così come le carni ottenute.
La tracciabilità come prerequisito per la sicurezza Uno degli elementi imprescindibili nella gestione della sicurezza alimentare è la tracciabilità che si può definire
WWW.CARNISOSTENIBILI.IT: IL PUNTO DI VISTA DEI PRODUTTORI DI CARNE E DI SALUMI
Dal 2012 un gruppo di operatori del settore zootecnico (aziende e associazioni) si è organizzzato per supportare studi scientifici che, in una logica di trasparenza pre-competitiva, hanno permesso di arrivare, oltre che alla pubblicazione di questo studio, del progetto "carni sosteibili" e, quindi, del portale web dedicato www.carnisostenibli.it come “la capacità di ricostruire la storia e di seguire l’utilizzo di un prodotto mediante identificazioni documentate relativamente ai flussi materiali e agli operatori di filiera”. L’identificazione di un prodotto e la sua tracciabilità per-
carni sostenibili mettono di: ✔ risalire alle caratteristiche del prodotto (parti costitutive, lotto di appartenenza, processi produttivi adottati); ✔ ricostruire la sua storia tecnico-commerciale (passaggi di proprietà, cambiamento di destinazione, accertamento delle cause di inconvenienti, ecc.); ✔ richiamare un prodotto quando si manifestino rischi per le persone che lo possono eventualmente consumare; ✔ veicolare al consumatore finale i valori che arricchiscono la filiera; ✔ correlare ad ogni fase produttiva i controlli eseguiti sui processi e sui prodotti.
I controlli delle filiere DOP e IGP Per i prodotti DOP e IGP della filiera suinicola, alle verifiche del sistema sanitario si aggiungono gli oltre 35.000 controlli annuali presso allevamenti, macelli, stabilimenti di sezionamento, prosciuttifici e salumifici, svolti da due istituti indipendenti nominati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Questi enti certificano la qualità delle materie prime e in particolare il rispetto del disciplinare di produzione: un sistema che garantisce di acquistare prodotti di eccellenza, realizzati secondo la ricetta tradizionale.
Il Piano Nazionale dei Residui per contrastare l'utilizzo delle sostanze illegali Il controllo secondo l’ultima relazione nazionale disponibile, relativa al 2013, il 99,98% dei campioni controllati dalle autorità è conforme ai parametri di legge. Il controllo relativo all’utilizzo illecito di sostanze vietate (es. anabolizzanti) risulta di fondamentale importanza per la tutela della salute pubblica, oltre che per le produzioni italiane di eccellenza. Per gestire in modo sistematico questi controlli sono stati studiati e messi in atto diversi sistemi di monitoraggio. Il più importante è il Piano Nazionale Residui (PNR), un piano di sorveglianza predisposto al fine di svelare o verificare l’utilizzo disostanze vietate, la somministrazione abusiva di sostanze non autorizzate, la conformità dei residui di medicinali veterinari con i Limiti Massimi di Residui (LMR) e le quantità massime di contaminanti ambientali (ad esempio composti organofosforati e organoclorurati) fissate dalla normativa nazionale e comunitaria. Il PNR è strutturato in diverse sezioni nelle quali sono riportate le specie e le categorie animali da sottoporre a campionamento, la categoria di residui o di sostanze da ricercare, le strategie di campionamento e i livelli e le frequenze di campionamento. Il Ministero della Salute è individuato come il coordinatore delle attività di controllo e trasmette regolarmente i risultati alla Commissione europea.
Il costo delle truffe alimentari e delle emergenze alimentari Il bilancio dei costi provocati al sistema economico nazionale dalle emergenze a tavola è molto alto. Secondo i dati del Censis, alla fine del 2013 le truffe in ambitoagroalimentare hanno sot-
tratto all’Italia una produzione di oltre 13 miliardi di euro e un mancato aumento dell’occupazione dello 0,4%. A conferma di questo, le elaborazioni presentate nel dossier di Legambiente “Italia a tavola - X Rapporto sulla Sicurezza Alimentare”, pubblicato alla fine del 2013, indicano numeri significativi: 500 mila controlli e oltre 28 mila tonnellate di prodotti sequestrati per un valore economico che, solo nel 2012, supera i 500 milioni di euro. Per contrastare questo fenomeno si sono sviluppate innovazioni normative fino ad introdurre nel Codice Penale il reato in materia di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Oltre alle truffe alimentari, anche le emergenze sanitarie che colpiscono il settore alimentare, recano parecchi danni all’economia nazionale. Secondo un’indagine Eurobarometro, i consumatori sono molto sensibili a queste tematiche: ogni emergenza comporta grandi perdite economiche all’interno dei settori colpiti. Per questo motivo è importante che una vera o presunta emergenza alimentare non si trasformi in una questione mediatica.
alle prescrizioni minime di legge, un maggior controllo degli standard di prodotto rispetto alle aspettative del consumatore ed una maggior riconoscibilità tramite marchi dedicati. In Italia si stima che circa il 40% della carne bovina e di quella suina siano prodotte in filiera mentre per la carne avicola la produzione in filiera è pressoché totale.
L’importanza dell’etichettatura della carne in Italia
La filiera rafforza il controllo Il sistema agroalimentare moderno è caratterizzato da una oggettiva complessità dovuta alle modalità con le quali sono organizzati i sistemi di produzione in termini di numero di aziende coinvolte, di passaggi economici, di collocazione geografica. La globalizzazione dei commerci e la creazione di un mercato internazionale hanno portato, da un lato una maggiore disponibilità di prodotti, ma dall’altro una maggiore difficoltà nel realizzare efficaci sistemi di tracciabilità e di controllo. Esistono tuttavia i casi in cui i sistemi sono semplici o i prodotti vengono realizzati “in filiera” intendendo con questo le situazioni in cui tutti gli attori che ne fanno parte sono maggiormente integrati. É quindi possibile un controllo aggiuntivo, diretto e completo, dei sistemi di produzione agricoli ed industriali da parte di chi ha la responsabilità del prodotto nei confronti del mercato. In Italia la gestione in filiera minimizza i rischi e semplifica la realizzazione di efficaci piani di SI COMPORTANO GLI ITALIANI controllo.
La filiera bovina è sicuramente quella in cui i controlli sono stati, nel tempo, più rigidi. In Europa l’indicazione dell’origine sull’etichetta è obbligatoria per le carni bovine e per i prodotti a base di carni bovine. In Italia, in particolare, a partire dal 2000 sono stati intensificati i provvedimenti normativi tra cui l’introduzione dell’anagrafe bovina, l’etichettatura obbligatoria della carne, e il divieto di vendita, a partire dal 2001, di alcune parti anatomiche a rischio BSE quali ad esempio la colonna vertebrale, il cervello ed alcuni tipi di “frattaglie”.
I prodotti appartenenti a filiere controllate consentono una più agevole comprensione dei dati di qualità e sicurezza alimentare, generalmente più dettagliati rispetto
Concentrando l’analisi sulle carni suine, il regolamento di attuazione introduce l’indicazione obbligatoria del Paese o dei Paesi in cui l’animale da cui proviene la carne è stato allevato e macellato. La norma individua anche le regole per definire il Paese di allevamento, individuandolo con quello dove l'animale ha passato la maggior parte del suo tempo (almeno gli ultimi 4 mesi di allevamento o dal momento in cui ha raggiunto i 30 kg di peso).
COME NELL’EMERGENZA ALIMENTARE… 1) Il 43% evita l’alimento solo per un certo periodo di tempo 2) Il 30% si preoccupa ma non modifica i propri acquisti 3) Il 13% esclude definitivamente l’alimento dalla dieta 4) Il 12% ignora l’informazione 5) Il 2% non risponde
Per quanto riguarda la filiera avicola, già a partire dal 2004 era possibile per un produttore scegliere di utilizzare un sistema di etichettatura volontaria delle carni per fornire al consumatore informazioni aggiuntive sulla carne acquistata (origine, sistema di allevamento e tipo di alimentazione) opzione scelta dalla quasi totalità dei produttori nazionali. A partire dal dicembre 2014 tale etichettatura diventerà obbligatoria.
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fiere e manifestazioni
Concorsi e formazione: la qualità al centro di TuttoFood 2015 Tornano i contest su Innovazione e Qualità Certificata, mentre l’arte del taglio sarà oggetto di un educational. Confermato il ricco programma di eventi formativi nelle TuttoFood Academies Innovazione, qualità certificata. La prossima edizione di TuttoFood, il Salone dell’Agroalimentare organizzato da Fiera Milano in programma dal 3 al 6 maggio 2015 é sempre più al centro dell’interesse della aziende e dei buyer italiani e internazionali e proporrà una ricca offerta di iniziative di supporto per la filiera per dare agli operatori interessanti occasioni di confronto strategico.
in gara saranno sottoposti al giudizio da una commissione di esperti di Qualivita che individueranno 3 referenze da ammettere alla fase finale per ciascuno degli 8 settori merceologici presi in esame.
A TuttoFood non ci saranno, infatti, soltanto incontri di business, ma anche importanti momenti di visibilità per i migliori prodotti presentati dalle aziende, nonché interessanti occasioni di formazione, grazie a un fitto calendario di eventi che porteranno in fiera i maggiori esperti e offriranno ai visitatori occasioni irripetibili di arricchimento professionale e di aggiornamento.
Il concorso dedicato ai prodotti più innovativi sarà realizzato con la collaborazione di Ipsos, società leader in Italia nei servizi di ricerca di marketing, che, attraverso circa 1200 interviste ad un campione di consumatori, definirà 24 prodotti, 3 per ciascuna delle 8 categorie in gara (Carne e Salumi, Lattiero Caseario, Dolciario, Surgelato, HoReCa, la sezione Multiprodotto, Ittico e Green Food). Tra le 24 idee finaliste, verrà eletto il vincitore di ogni settore.
Sul tema della valorizzazione e della cultura del prodotto di qualità, si confermano anche per l’edizione 2015 i concorsi che coinvolgeranno le aziende espositrici sui temi dell’innovazione e dell’importanza del sistema di certificazione: commissioni tecniche formate da partner qualificati saranno chiamate a selezionare i finalisti, mentre la votazione finale sarà affidata ai buyer accreditati durante i giorni di manifestazione.
Per dare valore alle aziende che investono in produzioni DOP, IGP e Bio, TuttoFood promuove poi il concorso dedicato alla Qualità Certificata in collaborazione con Qualivita - fondazione per la protezione e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità - con l’obiettivo di sottolineare l’importanza del modello delle Indicazioni Geografiche (IG) specialmente sotto gli aspetti della tracciabilità e della sicurezza. Anche in questo caso, i prodotti
libro del mese
Dire, fare, brasare In 11 lezioni e 40 ricette, tutte le tecniche per superarsi in cucina Dalla pratica alla grammatica – e viceversa – per portare in tavola piatti degni di un grande chef. Anzi, di un grande mago della cucina. Dopo il grande successo di Se vuoi fare il figo usa lo scalogno e di A qualcuno piace Cracco, lo chef stellato più famoso d’Italia torna in libreria con questa terza imperdibile lezione. Un libro che ci racconta la magia che si realizza in cucina quando vengono svelati i segreti di tutte le tecniche. La reazione di Maillard o la cottura sottovuoto, la tecnica a bagnomaria o la cottura nell’argilla, o ancora la marinatura nelle spezie altro non sono che alchimie che permettono di trasformare alimenti e ingredienti per ottenere il meglio dalle loro caratteristiche e deliziare il palato con un risultato culinario ineccepibile. Cracco ci spiega nel dettaglio tutte le tecniche, dividendole in principali e complementari, e ci accompagna nella loro messa in pratica attraverso 40 ricette presentate per ordine crescente di difficoltà. Si parte dal Tonno di coniglio in vaso (dove basta saper lessare e filtrare), si prosegue con l’Hamburger con Asiago al miele, pomodori alla piastra e zucchine trombetta in crosta di sale (montare, infornare, cuocere alla piastra e lessare) per arrivare alla Bignolata con mele e calvados (in cui bisogna infornare, montare, sfumare, cuocere a vapore, frullare e glassare!). Un percorso gastronomico con un docente d’eccezione che avrà 20
come risultato di fine corso la soddisfazione di aver imparato ricette strepitose che ci faranno meritare la lode e le lodi dei nostri invitati a cena.
L’autore Carlo Cracco (Vicenza 1965) è uno degli chef più famosi d’Italia. Comincia a lavorare sotto la guida di Gualtiero Marchesi a Milano e di Alain Ducasse e Lucas Carton in Francia. Nel 2001 apre a Milano Cracco Peck che oggi porta solo il suo nome. Dal 2011 è giudice di MasterChef Italia, giunto alla 4° edizione, e dal 2014 è conduttore di Hell’s Kitchen Italia. Per Rizzoli ha pubblicato i bestseller Se vuoi fare il figo usa lo scalogno nel 2012 e A qualcuno piace Cracco nel 2013.
Editore: Rizzoli Autore: Carlo Cracco Pagine: 288 Prezzo: € 16,90
Non sono solo i prodotti a fare l’eccellenza, ma anche chi quei prodotti li sa valorizzare e presentare al cliente finale. Per questo, in uno dei settori dalla più forte tradizione, quello dedicato a Carni e Salumi, TuttoFood in collaborazione con ASSICA, organizzano uno speciale contest dedicato all’abilità dei salumieri italiani, che si sfideranno sulla speciale ribalta della manifestazione. A tutto questo, per dare il massimo delle opportunità di formazione ai visitatori di TuttoFood sarà realizzato un fitto calendario di eventi imperdibili: è, infatti, in fase di definizione il palinsesto della TuttoFood Academy, che quest’anno si farà in tre: la prima nell’Area Multiprodotto al Padiglione 1; la seconda dedicata al settore ittico (Padiglione 5) coordinata da Fresco Pesce; la terza all’interno nel padiglione 14 dedicato ad HoReCa & Beverage, coordinata da Planet One. In queste speciali aree dedicate alla formazione sarà dato spazio a showcooking, convegni e interventi con gli esperti di settore per offrire ai visitatori il più qualificato know how.
fiere e manifestazioni
MarcabyBolognaFiere: un'edizione in crescita In aumento operatori (+4,3%) ed espositori (+6%) Ancora un balzo in avanti per MarcabyBolognaFiere, la cui XI edizione si è svolta il 14 e 15 gennaio scorsi nel capoluogo emiliano: sono stati registrati oltre 6.800 visitatori (+4,3 % vs ultima edizione), e 481 espositori (+6%). Forti incrementi anche nelle superfici espositive che hanno registrato una crescita del +9,5% sul 2014. Numeri che confermano la crescita dell’importanza di MarcabyBolognaFiere quale appuntamento in cui il mondo produttivo ha avuto l’opportunità di incontrare il sistema distributivo italiano e internazionale. “MarcabyBolognaFiere apre tradizionalmente la stagione di BolognaFiere – afferma Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere – e sempre un incremento della presenza di buyer internazionali di importanti insegne leader provenienti da Usa, Russia, Germania e Canada. È un dato importante anche in vista dell’Expo 2015, di cui BolognaFiere è official partner per il Parco della Biodiversità e per la realizzazione del padiglione del Biologico e del Naturale. Il segno dell’atANN BRC-IFS:Layout 1
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tenzione crescente non solo per il mercato italiano ma per il modo di produrre italiano che MarcabyBolognaFiere rappresenta. Un Salone che propone l’incontro tra pmi e distribuzione moderna che consente al mercato di avere prodotti di qualità e competitivi, basti pensare che nei prodotti a marchio del distributore nel 2014 sono cresciuti soprattutto i prodotti premium e biologici; quindi una crescita in qualità che, contemporaneamente, offre alle pmi un’opportunità per essere presenti sul mercato e crescere“. Il prossimo appuntamento di MarcabyBolognaFiere è fissato per il 13-14 gennaio 2016.
Prossime fiere e manifestazioni di settore 3 - 6 MARZO Tokyo (Giappone) FOODEX www3.jma.or.jp/foodex/en (Food & beverage)
16 - 18 MARZO San Paolo (Brasile) FOOD HOSPITALITY WORLD www.fhwbrasil.com.br (Agroalimentare e ospitalità)
22 - 25 MARZO Londra (Gran Bretagna) IFE www.ife.co.uk (Food & beverage)
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BRC - IFS QUALIFICARSI COME FORNITORI A MARCHIO
Pubblicata la versione 7 dello standard BRC Food. Da luglio 2015, tutti gli audit a fronte del BRC Global Standard Food Safety verranno svolti secondo la nuova versione della norma.
FOOD SAFETY? OUR MAIN COURSE
Certiquality organizza un ciclo di incontri gratuiti per illustrare le principali novità. 20 marzo Bologna 25 marzo Mestre 27 marzo Milano 10 aprile Firenze 22 aprile Catania 23 aprile Napoli Informati su www.certiquality.it
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CERTIQUALITY IL PARTNER QUALIFICATO PER LA CERTIFICAZIONE
fiere e manifestazioni
Anuga FoodTec 2015: ampia adesione di partecipanti Al via la 7° edizione dal 24 al 27 marzo a Colonia La settima edizione della Anuga FoodTec, il salone internazionale delle tecnologie alimentari e delle bevande che si terrà dal 24 al 27 marzo a Colonia, registra un numero di inscrizioni notevoli. Anche in questa edizione, oltre ai numerosi leader di mercato nazionali ed internazionali, tante saranno le piccole e medie imprese che si presenteranno in occasione della Anuga FoodTec. Tenendo fede allo slogan "One for all – all in one" la Anuga FoodTec copre l'intera catena di produzione suddivisa in Food Processing, Food Packaging, Food Safety e Services & Solutions.
associazioni ed esperti.
Alcuni settori della Anuga FoodTec registrano una crescita straordinaria. Ad esempio i subfornitori dell'industria della carne si sposteranno nel 2015 in uno spazio più grande: lo stand 6 (dallo stand 9) e presenteranno soluzioni per tutte le fasi della lavorazione. Ancora una volta la Anuga FoodTec si terrà nei padiglioni da 4 a 10 della Fiera di Colonia, con un'area espositiva lorda di 121.000 m². Il concetto di "Efficienza delle risorse" unisce le singole tematiche della fiera e si presenta come una delle richieste principali per l'industria alimentare. La gestione responsabile e sostenibile delle risorse naturali costituisce infatti uno dei compiti basilari nella produzione di alimenti e bevande. A partire da gennaio 2015 tutti gli esposi-
tori hanno la possibilità di inserire le proprie idee, tecnologie e iniziative relative al tema dell’efficienza delle risorse nella banca dati "novità" di Anuga FoodTec.
La Robotik-Pack-Line sarà nuovamente presente alla fiera. Tema del 2015 è un’industria 4.0. È in programma una dimostrazione pratica che prevede una dozzina di stazioni di trattamento e di imballaggio, per la completa produzione di un Veggie-Pack con diversi tipi di crudités: questo verrà automaticamente prodotto, controllato, imballato, etichettato e raggruppato in unità più grandi.
Oltre a presentare i vari espositori, la Anuga FoodTec portà soddisfare la richiesta di informazioni da parte degli esperti del settore della produzione alimentare grazie ad un programma collaterale ampio e dettagliato.
Per la seconda volta prenderanno parte alla fiera numerosi team internazionali composti da studenti di progettazione, i quali parteciperanno alla "officina delle idee" progettando nuovi prodotti, sistemi di imballaggio e display. sellschaft – DLG (Società Tedesca indipendente per l'Agricoltura).
Sotto la direzione della DLG saranno trattati temi e questioni attuali del settore, affrontati da noti istituiti di ricerca,
Ulteriori informazioni sono disponibili su: www.anugafoodtec.com
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Le singole tematiche come ad esempio quella dei subfornitori per l'industria della carne registrano una notevole crescita. Il concetto di "Efficienza delle risorse" costituisce una tematica generale che caratterizza tutta la fiera figurando anche nel programma collaterale. Sono previsti oltre 1.500 espositori provenienti da
circa 40 paesi e quasi 43.000 visitatori specializzati da circa 130 paesi.
• Battericida in 1 minuto (conforme alla norma EN1276) • Battericida su listeria monocytogenes in 5 minuti in presenza di materia organica (conforme alla normativa EN13697) • Non corrosivo su acciaio Inox e materie plastiche e le superfici di comune utilizzo nell’industria alimentare
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giuridiche
Autotrasporto: nuove disposizioni introdotte con la Legge di Stabilità Con la Legge di Stabilità 2015 (L. 190/2014) sono state introdotte diverse novità per il settore dell’autotrasporto: i commi dal 247 al 250 modificano ed integrano il decreto legislativo 286/05 e l’art. 83-bis del Decreto Legge n. 112/2008, convertito in legge n. 133/2008. Rispetto al decreto legislativo 286/05, i principali interventi riguardano: ✔ l’ampliamento delle definizioni di vettore (che comprendono anche cooperative, consorzi e reti d’impresa) e di committente (con l’aggiunta del committente cd. logistico), contenute nell’art. 2, comma 1, lett. b) e c), e l’introduzione della definizione di sub-vettore; ✔ l’inserimento della disciplina della sub-vezione (nuovo art. 6-ter). Il ricorso alla sub-vezione deve essere necessariamente concordato tra le parti del trasporto al momento della
stipulazione del contratto o in corso di esecuzione dello stesso; in assenza di accordo tra committente e vettore il contratto può essere risolto per inadempimento. Il vettore è tenuto a verificare la regolarità del sub-vettore in materia retributiva, assicurativa e previdenziale, pena la responsabilità solidale, entro il limite di un anno dalla cessazione del contratto di trasporto, per quanto riguarda i trattamenti retributivi dei lavoratori, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi relativi alle prestazioni ricevute. Il sub-vettore non può a sua volta sub-affidare il trasporto ad altro soggetto, altrimenti il contratto è ritenuto nullo. Viene introdotta un’eccezione al divieto di subvezione successivamente ad ogni “rottura di carico” di un trasporto di collettame (raggruppamento di più partite e spedizioni, ciascuna di peso non superiore alle 5 tonnellate). ✔ l’abrogazione della scheda di tra-
sporto (art. 7-bis): dal 1° gennaio 2015, i committenti di un servizio di trasporto merci non sono più tenuti alla compilazione di tale documento e gli agenti accertatori, di conseguenza, non possono più chiedere al conducente di esibire la suddetta scheda o i documenti equipollenti. Tuttavia, le informazioni riguardante le “generalità” del committente e le istruzioni sull’esecuzione del trasporto fornite dal committente medesimo è necessario che risultino da altra documentazione (vedi anche circolare del Ministero dell’Interno del 31.12.2014 allegata). Resta fermo l’obbligo di tenere a bordo mezzo la documentazione richiesta per altre finalità dalle leggi vigenti (fiscali, di sicurezza o per altri scopi: trasporto rifiuti, animali vivi, carburanti, merci pericolose, ecc.). Con riferimento all’art. 83-bis, le principali novità attengono: ✔ l’introduzione del “principio” della libera contrattazione dei prezzi e condizioni nel contratto di trasporto, sia scritto che verbale, sempreché si tenga conto “dei principi di adeguatezza in materia di sicurezza stradale e sociale”; ✔ la previsione della responsabilità solidale del committente nei confronti del vettore ed eventuali subvettori, nel limite di un anno, qualora non richieda copia del DURC (non antecedente a tre mesi rispetto alla data del contratto). Tuttavia, la responsabilità solidale del committente è strettamente connessa al soggetto/vettore, poiché nel d.lgs. 286/05 si prevede che il vettore sia direttamente responsabile se non verifica la regolarità del sub-vettore. In particolare, tale responsabilità si intende retributiva, previdenziale e assicurativa nel caso di contratti
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scritti, anche fiscale e di violazione del CDS nel caso di contratti verbali. Pertanto, il committente è chiamato a verificare la regolarità del vettore che successivamente potrà essere riscontrata mediante l’accesso ad un apposito portale internet che dovrà essere attivato dal Comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori; ✔ per i contratti di durata superiore ai 30 giorni, si prevede l’adeguamento del corrispettivo se la variazione del prezzo del gasolio supera del 2% il valore preso a riferimento alla stipula del contratto; l’adeguamento vale anche per le variazioni delle tariffe autostradali. Con tre disposizioni a parte della Legge di Stabilità, sono introdotti: ✔ dei valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto per conto di terzi predisposti dal MIT (anche sulla base delle rilevazione mensile del MISE sul prezzo medio del gasolio), cui il committente e vettore devono tener conto per elaborare il corrispettivo della prestazione di trasporto (comma 250); ✔ la previsione del procedimento di negoziazione assistita da uno o più avvocati di cui al capo II del decretolegge 12 settembre 2014, n. 132, che costituisce condizione dell’esercizio in giudizio di un’azione relativa a una controversia in materia di contratto di trasporto o di sub trasporto. Tale negoziazione è considerata valida anche qualora le parti procedono alla risoluzione (se prevista in un accordo o nel contratto) della controversia con mediazione presso le associazioni di categoria a cui aderiscono le imprese. L’azione diretta non può essere oggetto di negoziazione assistita né di mediazione (comma 249).
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prodotti tutelati
Agroalimentare, nasce il Multi-Consorzio delle eccellenze piacentine
La Mortadella Bologna partecipa alla Chianti Classico Collection
Un Multi-Consorzio che metta insieme tutte le eccellenze enogastronomiche di Piacenza, i salumi DOP, i vini DOC e gli altri cibi tipici della provincia è la realtà che è stata presentato lo scorso 16 gennaio in Camera di Commercio di Piacenza. L’iniziativa rappresenta un passaggio importante e vede i tre organismi promotori, Consorzio Piacenza Alimentare, il Consorzio Salumi Piacentini, e il Consorzio Vini dei Colli Piacentini, sottoscrivere un protocollo di intesa finalizzato a creare un’unica cabina di regia per la promozione e valorizzazione delle eccellenze agro-alimentari del territorio. L'iniziativa è tesa non solo a promuovere il sistema agro-alimentare, ma tutto il territorio. “Un progetto - ha spiegato Antonio Grossetti, Presidente del Consorzio Salumi Dop Piacentini - che guarda al futuro, aperto a chi vuol condividere le nostre istanze, ciascuno con le proprie competenze specifiche, ma insieme per fare ‘massa critica’ e diminuire i costi”. La volontà è quella di far diventare la Provincia piacentina un brand che conquisti i mercati e per questo è necessario un unico referente capace di dialogare con i differenti soggetti preposti alla promozione del territorio. Fermo restando la specificità consortile, si punta attraverso il neo Multiconsorzio ad individuare politiche comuni da proporre alle Istituzioni, con un comune approccio promozionale, per la valorizzazione delle produzioni e per progetti in grado di partecipare a bandi di finanziamento. Inoltre, al fine di razionalizzare i costi e per meglio coordinare le iniziative, sarà ricercata una sede comune dove collocare gli uffici, pur mantenendo spazi indipendenti. Il tutto sarà coordinato dal Direttore del Consorzio Piacenza alimentare, Daniele Ghezzi.
Il Consorzio Mortadella Bologna partecipa alla Chianti Classico Collection 2015 il 17 e 18 febbraio presso la Stazione Leopolda di Firenze. Una manifestazione di respiro internazionale che rappresenta uno dei maggiori eventi promozionali e mediatici mai realizzati in Italia, rivolta alla stampa mondiale generalista e di settore e agli operatori del trade. La Chianti classico collection dà la possibilità agli operatori del settore, alla stampa, agli appassionati, di degustare la Mortadella Bologna sia nell’ambito dei buffet dei tre momenti conviviali della manifestazione (il pranzo e la cena del 17 febbraio e il pranzo del 18), sia per tutta la durata della manifestazione attraverso lo stand, situato nell’area dedicata alle eccellenze DOP e IGP. Per il Consorzio Mortadella Bologna questo evento ha una certa rilevanza soprattutto per la presenza numerosa di giornalisti stranieri che l’anno scorso sono arrivati non solo dall’Europa, ma anche dagli Stati Uniti, dal Canada, dalla Corea del Sud, dal Brasile. Tutti Paesi nei quali la Mortadella Bologna è molto amata ed apprezzata.
Due disciplinari tecnici per valorizzare l’attenzione verso il consumatore La crescente attenzione per l’effetto degli alimenti sulla salute ha fatto sì che molte aziende alimentari si siano orientate sempre più a immettere sul mercato prodotti “salutistici”. Oggi troviamo sui banchi dei supermercati cibi in grado di prevenire o contrastare malattie, cibi utili alla salute ma soprattutto cibi che non danneggiano la salute. Un ingrediente utilizzato nella produzione di molti prodotti alimentari è il sodio, necessario all’organismo umano ma nocivo se assunto in grandi quantità. L’eccesso di sodio nell’alimentazione è frequente con i conseguenti rischi per la salute: ipertensione e malattie cardiache collegate, ritenzione idrica, obesità e ridotta densità ossea. Oltre al sodio, rappresentano un potenziale pericolo per la salute da taluni additivi utilizzati in molte trasformazioni alimentari. Un esempio è costituito dai nitriti e i nitrati talvolta utilizzati nella preparazione dei salumi. Sono noti i rischi per la salute attribuibili ad una eccessiva assunzione di queste sostanze che nell’organismo umano, danno luogo a sostanze cancerogene. Certiquality, ente di certificazione con una forte identità italiana e che opera da anni nel settore agroalimentare ha validato due documenti tecnici volontari con l’obiettivo di andare incontro alle crescenti richieste del mercato di cibi salutari: • Il DT 61 “certificazioni di salumi senza nitrati e nitriti aggiunti” garan-
Aziende informano
tisce che la quantità presente nel prodotto finito sia solo quella naturalmente presente nelle materie prime e ingredienti utilizzati; • Il DT 74 “certificazione di salumi con un contenuto di sodio inferiore all’1,8%” assicura che conoscendo il contenuto di sodio di tutte le materie prime utilizzate e la quantità di sodio aggiunta nella lavorazione, si garantisca un prodotto finito con una quantità di sodio inferiore a quanto previsto. Certiquality ha già rilasciato le prime certificazioni a due aziende della stessa proprietà, il Salumificio San Michele S.p.A e C. G. Salumi S.r.l. Il Salumificio ha avviato la produzione di prosciutto crudo stagionato senza aggiunta di conservanti, nello specifico, né nitrati né nitriti, e con ridotto contenuto di sodio, rispetto alle loro produzioni storiche. I titolari, Daniele e Caterina Cremonesi, ha affermato di aver avuto riscontri positivi per il prodotto con queste caratteristiche e ciò gli ha permesso di inserire questa referenza in nuovi canali di vendita con il conseguente incremento delle vendite stesse. Certiquality S.r.l. Santina Modafferi - Industry Manager Agroalimentare Via Gaetano Giardino, 4 - 20123 MI Tel. 02/80691726 s.modafferi@certiquality.it www.certiquality.it Febbraio 2015
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prodotti tutelati di Tiziana Formisano
Filiera certificata per i Carne salada, mortandela, luganega e speck sono le specialità della salumeria trentina che possono fregiarsi, accanto ad altre produzioni agroalimentari d’eccellenza, del marchio “Qualità Trentino”. Questi prodotti da oggi possono presentarsi ai consumatori con una ulteriore garanzia; quella di una filiera certificata ISO 22005, dalla stalla al negozio. La certificazione è nata all’interno del progetto Origine Garantita Trentinosalumi ed è frutto di un anno di lavoro del Consorzio Produttori Trentini di Salumi.
Loris Largher
“Le carni sono allevate in 23 allevamenti che sono in una area delimitata che comprende territori limitrofi al Trentino. Vengono macellati in tre stabilimenti situati in Trentino, che sono del Consorzio TrentinoSalumi. I controlli su tutta la filiera vengono eseguiti da CSQA Certificazioni che è un Ente terzo che si occupa della verifica e della garanzia anche di altre produzioni di alta qualità come le mele e i formaggi” ha affermato Loris Largher, Presidente del Consorzio TrentinoSalumi.
salumi trentini
Nata per rendere disponibile carne garantita per la produzione di salumi a marchio Qualità Trentino, la filiera Origine Garantita Trentinosalumi traccia 22 elementi significativi: gli allevamenti di nascita, gli allevamenti di ingrasso, l’ubicazione degli allevamenti, la sede e la data di macellazione, il numero e il peso dei suini macellati e il lotto di macellazione; sede e data di lavorazione e sezionamento, ubicazione dei macelli e dei centri di sezionamento, lotto del prodotto sezionato, data e sede di lavorazione, lotto e quantità dei prodotti; cliente destinatario, data, tipologia, quantità e lotto del prodotto finito. “I consumatori - prosegue Largher, - potranno scegliere in tutta sicurezza una carne nata e allevata in un territorio delimitato nonché macellata e lavorata solo in Trentino dalle nostre aziende consorziate. L’opportunità di poter offrire carni di ottima qualità e strumenti per poterle identificare e scegliere è un se-
Luganega trentina
vizio che abbiamo scelto di garantire, e con il marchio Origine Garantita TrentinoSalumi diamo forma grafica all’impegno che da sempre mettiamo nel nostro lavoro”. Il marchio origine garantita TrentinoSalumi riguarderà non solo la carne salada, la mortandela, lo speck e la luganega, ma anche la carne fresca. Questa però avrà una distribuzione solo locale. “Abbiamo in programma di sviluppare una serie di punti vendita affiliati TrentinoSalumi su tutto il territorio. Il nostro obiettivo è farci conoscere dagli oltre 7 milioni di turisti che ogni anno vengono a visitare la nostra bella Regione” ha concluso Largher.
Cristian Ruffo nuovo presidente del Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP Giovane, entusiasta, tante idee e voglia di fare: queste le principali caratteristiche di Cristian Ruffo, nominato nuovo Presidente del Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP il 20 dicembre scorso, con voto unanime del Consiglio di Amministrazione. Originario di Rende, Provincia di Cosenza, Ruffo, che da circa dieci anni si occupa dell’allevamento di famiglia, sarà affiancato alla vicepresidenza da Stefania Rota, del salumificio San Vincenzo, in rappresentanza dei trasformatori. “La forza del nostro Consorzio è nella collaborazione e nel dialogo tra le parti. Nel mio mandato il mio obiettivo principale è che le diverse categorie rappresentate (allevatori, macellatori, trasformatori, porzionatori e confezionatori) capiscano l’importanza di avere una visione ed una strategia comune” ha affermato il neo Presidente. “Da parte della nuova amministrazione c’è tutta la volontà di far crescere il Consorzio, di guidarlo verso nuove direzioni, che lo portino a successi internazionali. I nostri prodotti hanno tutte le carte in regola per farsi conoscere in tutto il mondo. Sicuramente partiremo da subito per recuperare il tempo perduto e per approfittare della vetrina di EXPO” ha continuato Cristian Ruffo. “Sono fiducioso che nel prossimo futuro riusciremo anche ad incrementare il numero delle aziende aderenti al Consorzio. Ho già ricevuto diverse telefonate di imprenditori interessati alla nostra realtà” ha concluso Ruffo. Il Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP, costituito nel 2007, è un organismo che su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, svolge funzioni di tutela, vigilanza, promozione, valorizzazione e informazione al consumatore, curando gli interessi relativi alle DOP dei salumi di Calabria: soppressata, salsiccia, capocollo e pancetta. Al Consorzio aderiscono circa 30 aziende che rappresentano oltre il 90% del prodotto certificato. 26
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