L'Industria delle Carni e dei Salumi - 02/2016

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NUTRIZIONE E SALUTE: L’UNIVERSITÀ DI OXFORD RIVALUTA LA CARNE

L’industria delle

Carni Salumi

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Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano

€ 1,81

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SI CONSOLIDA LA CRESCITA DELL’EXPORT DI SALUMI NEI PRIMI 9 MESI DEL 2015 F EB B R A I O 2 0 1 6 N ° 0 2


L’industria delle

Carni Salumi e dei

F E B B R A I O 20 1 6 N°0 2

Presidenza di Confindustria Nominati i 3 saggi incaricati per individuare i candidati alla Presidenza di Confindustria Il consiglio generale di Confindustria ha scelto i tre saggi che lavoreranno alla designazione dei candidati per la presidenza di viale Dell’Astronomia. Alla fine a essere estratti sono stati Adolfo Guzzini del gruppo Guzzini di Recanati, il piemontese Giorgio Marsiaj e il campano Luca Moschini. Da ora, Guzzini, Marsiaj e Moschini dovranno raccogliere proposte, indicazioni e priorità nel sistema associativo e al termine del giro di consultazioni comunicheranno un numero ristretto di candidati (op-

pure il nome del candidato unico) attorno ai quali è stato riscontrato un “ampio consenso”, con l’obbligo di presentare gli aspiranti che hanno riportato più del 20% dei consensi rispetto ai voti rappresentanti dai delegati dell’Assemblea. I tre saggi non saranno più dei semplici notai come avveniva con le vecchie regole, ma avranno un “ruolo proattivo” ed il compito esplicito di “promuovere una selezione qualitativa di candidati”. La "trojka" di viale dell’Astronomia dovrà sondare anche il consenso sulle autocandidature.

Organo Ufficiale di:

SOMMARIO Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8

primo piano

20089 Rozzano (MI)

Nutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carne ....................................................................3

Tel. +39 02 8925901 (6 linee)

Il vero fattore di rischio è una dieta squilibrata.................................................................................3

Fax +39 02 57510607 www.assica.it

La dieta mediterranea: salutare e sostenibile....................................................................................5

3

L’Associazione italiana di oncologia medica sfata il mito del rapporto carne e tumori ....................5 Direttore responsabile Aldo Radice Coordinamento redazionale Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia

Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto degli alimentaristi ...........................................................5

mercati Si consolida la crescita dell’export di salumi nei primi 9 mesi del 2015 ...........................................6

attualità Riorganizzata la squadra di Governo ................................................................................................9

Loredana Biscione

Renzi e Martina annunciano il Ministero dell’agroalimentare ..........................................................9

Silvia Bucci

Riforma PA: nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare .......................11

Davide Calderone Laura Falasconi

Cooperazione agricola: presentato il rapporto 2015.........................................................................12

Tiziana Formisano

Patent Box: la valorizzazione degli intangibles .................................................................................12

Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi Sara Margiotta Fabio Onano Giovannibattista Pallavicini Stefano Parisi

aziende informano Risco: l’insaccatrice RS 2002 M ........................................................................................................11

Europa

Giulia Rabozzi

Relazione della Commissione europea sulle Pratiche commerciali sleali..........................................14

Viviana Romanazzi

Art. 62: l’Antitrust multa Coop ..........................................................................................................14

Michele Spangaro Stefania Turco Registrato presso il Tribunale di Milano in data 24 gennaio 1951 con n. 2242 Impaginazione Studio ABC Zone Via Angelo Moro 45 20097 San Donato Mil. (MI) Tel. +39 02 57408447 info@abcz1.it Stampa Reggiani S.p.A. Via Dante Alighieri, 50 21010 Brezzo di Bedero (VA) Tel. +39 0332 549533 Fax +39 0332 546426 Pubblicità ASSICA SERVICE Srl Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) Fax +39 02 57510607 lastella@assicaservice.it

Le nuove ricerche rivalutano la carne

interprofessione Chiuso l’ammasso privato carni suine ...............................................................................................16

comunicazione Salumi e social media? Mi Piace!......................................................................................................17

6 Continua la crescita dell’export di salumi italiani

sanitarie Sostanze aromatizzanti: modifica dell’elenco ..................................................................................19 Estratti di rosmarino - Regolamento (UE) n. 56/2016 .......................................................................19

giuridiche Molestie e la violenza nei luoghi di lavoro .......................................................................................19

prodotti tutelati Giuseppe Villani nominato Vice Presidente di isit .............................................................................20 CE: il report sui controlli sui sistemi di qualità DOP, IGP e STG .........................................................20 Mortadella Bologna…che passione a “Cibò. So Good!”..................................................................20

libro del mese Alimenti di origine animale e salute..................................................................................................21

fiere e manifestazioni Concluso il Winter Fancy Food ...........................................................................................................23 Elenco prossime fiere ........................................................................................................................23

14 La relazione della Commissione europea sulle Pratiche commerciali sleali


primo piano di Aldo Radice

Nutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carne L’Università di Oxford conferma che i dati di mortalità di chi mangia carne e chi non lo fa sono simili Non esiste alcuna correlazione tra un consumo di carne moderato in una dieta equilibrata e la riduzione dell’aspettativa di vita. Questo il risultato ottenuto dallo studio condotto dall’Università di Oxford1 che ha confrontato i dati di mortalità totale e le singole cause di due grandi studi prospettici di popolazione: l’Oxford Vegetarian Study (OVS) e l’EPIC-Oxford (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition-Oxford). L’analisi ha riguardato le abitudini alimentari e il relativo stato di salute di 60.310 adulti, tra vegetariani, vegani e consumatori di carne del Regno Unito negli ultimi 30 anni, fornendo alcuni dati percentuali sull’associazione tra le loro abitudini alimentari e l’insorgere di malattie. In particolare, dallo studio emerge che non ci sono significative differenze di mortalità tra i diversi gruppi di dieta esaminati: i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia carne. Per quanto riguarda le cause di morte, quelle per cancro pancreatico e per malattie respiratorie nei soggetti che consumavano carne con moderazione sono addirittura risultate del 30-45% inferiori rispetto a quanto rilevato fra chi ne consumava 5 volte alla settimana. La mortalità per tutti i tumori è risultata inferiore solamente del 10% circa in chi non consuma sostanze di origine animale rispetto agli altri gruppi. Analizzando separatamente vegetariani e vegani, tuttavia, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa nella mortalità per le prime 6 maggiori cause di morte tra vegani e consumatori abituali di carne. I dati sono risultati sovrapponibili sia in seguito agli aggiustamenti statistici riguardanti il peso, il genere, l’abitudine al fumo, sia confrontando la mortalità prima dei 75 anni e a 90 anni. Moderazione, all’interno di una dieta varia, è

dunque la parola d’ordine per raggiungere il perfetto equilibrio nutrizionale. Un corretto modello alimentare deve prevedere, infatti, il consumo di tutti gli alimenti, senza nessuna esclusione, proprio perché solo dall’equilibrio si riesce a comporre il difficile mosaico di nutrienti, quotidiana-

Il vero fattore di rischio è una dieta squilibrata Lo studio del 2016 dell’università di Oxford è solo l’ultima conferma di una lunga serie di lavori scientifici che mettono in luce quanto sia complessa la relazione tra nutrizione e salute. Già uno studio della stessa EPIC condotto in Inghilterra nel 20031 e una approfondita analisi condotta su diversi studi nel 1999 conclusero che, per il cancro al colon, la mortalità tra i vegetariani e i vegani è esattamente uguale alla media della popolazione che consuma carne. Tanto da concludere che “non c’è nessuna evidenza in questa analisi tra vegetariani, non vegetariani e la mortalità derivante da cancro al colon-retto”. Uno Studio EPIC Oxford del 20092, inoltre, mostrò che, benché vi possa essere una leggera riduzione (statisticamente non significativa) dei tumori tra i vegetariani, nel campione analizzato, il rischio per queto tipo di tumori al colon è più alto proprio per coloro che non mangiano carne (1,39, fatto 1 il rischio degli onnivori).

mente essenziali, per mantenersi in salute o per la crescita e lo sviluppo. Una tesi questa che sembra sostenuta anche dalle nuove linee guida nutrizionali americane2 che rappresentano una svolta rispetto alle credenze del passato. Una di queste, infatti, era quella che metteva al bando il colesterolo alimentare, portando alla demonizzazione di alcuni alimenti come uova e carne rossa, mentre è emerso che spesso gli zuccheri sono una delle principali cause del suo aumento. Il punto nodale del documento riguarda quelle che sono considerate le peggiori minacce negli Usa: le calorie totali, la percentuale di grassi saturi, la percentuale di zuccheri e l’abuso di sale. Si tratta senza dubbio di ricerche importanti: gli studi e le linee guida in questione si riferiscono alle popolazioni britanniche e statunitensi, dove le abitudini alimentari sono diverse da quelle degli italiani. Poiché il consumo di carne in Gran Bretagna e Stati Uniti risulta di molto superiore al nostro, per la popolazione italiana si può presumere che le conclusioni siano ancora più rassicuranti. 1 Appleby PN, Crowe FL, Bradbury KE, Travis RC, Key T. Am J ClinNutr. 2016 Jan;103(1):218-30. doi: 10.3945/ ajcn.115.119461. Epub 2015 Dec 9 2 http://health.gov/dietaryguidelines/2015/guidelines/

Ma come si spiegano questi dati? La spiegazione più convincente riguarda il campione della popolazione analizzata: gli studi del centro EPIC di Oxford mettono a confronto vegetariani e onnivori della stessa area geografica, con livelli di reddito e scolarizzazione (e stili di vita) più omogenei.

Per cui le differenze delle incidenze dei vegetariani rispetto alla media generale della popolazione che si evidenzia in altri studi potrebbero derivare più che dalle differenze nella dieta da un generale migliore tenore di vita: cibo migliore fin dalle prime fasi di vita (a prescindere dal fatto che sia di origine animale o vegetale), lavori meno usuranti, maggiore attività sportiva, ecc. Infatti, è noto che tra i vegetariani sono sovrarappresentate fasce di popolazione a più alto reddito e scolarizzazione: quando facciamo il confronto con onnivori più simili dal punto di vista socioeconomico le differenze sembrano ridursi, annullarsi o, addirittura, il fattore di rischio sembra invertirsi. Questi dati sono peraltro coerenti con uno studio – sempre EPIC – pubblicato il 6 aprile 20103. Gli autori hanno riscontrato solo una "debole" associazione fra una dieta ricca di frutta e verdura e diminuzione del rischio cancro (RR tra 0,96 e 0,99, ai limiti della significatività statistica). Correlazioni deboli e incoerenti rispetto ad altri studi (quando non opposte) si riscontrano anche nella più recente di queste analisi (2014) sulla popolazione vegetariana e vegana inglese4. Si conferma quindi che il fattore di rischio principale è determinato da uno stile di vita scorretto. Una dieta squilibrata con una assunzione eccessiva di cibo, associata a una vita sedentaria accresce infatti il rischio legato alle patologie legate alla nutrizione. 1 Mortality in British vegetarians: review and preliminary results from EPICOxford - Am J Clin Nutr 2003;78 (suppl): 533S–8S. 2 Cancer incidence in vegetarians: results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC-Oxford) - Am J Clin Nutr 2009;89(suppl):1S–7S. 3 Fruit and Vegetable Intake and Overall Cancer Risk in the European Prospective Investigation Into Cancer and Nutrition (EPIC) - JNCI Journal of the National Cancer Institute, doi:10.1093/jnci/djq072 4 Cancer in British vegetarians: updated analyses of 4998 incident cancers in a cohort of 32,491 meat eaters, 8612 fish eaters, 18,298 vegetarians, and 2246 vegans - Am. J. Clin. Nutr. Am J Clin Nutr 2014 Jun 4;100(Supplement 1):378S-385S

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primo piano

La dieta mediterranea: salutare e sostenibile Un consumo di carne moderato non solo apporta benefici all’organismo, ma è anche sostenibile per l’ambiente come viene mostrato dalla Clessidra Ambientale, che rappresenta graficamente l’impatto ambientale del consumo di cibo per una settimana: la moltiplicazione degli impatti dei singoli alimenti per le quantità settimanali suggerite dai nutrizionisti, ad esempio per mezzo della piramide alimentare proposta dal CRA-NUT (oggi CREA), porta a far osservare come mangiare carne in giusta quantità non comporti un aumento significativo dell’impatto ambientale. La Clessidra Ambientale è il fulcro del progetto Carni Sostenibili promosso dalle tre associazioni che rappresentano tutte le filiere delle carni in Italia (bovino, suino e avicolo) che ha l’obiettivo di trattare in modo trasversale tutti gli argomenti legati al mondo delle carni: un progetto senza precedenti in Italia che, con un approccio formativo e informativo, vuole contribuire ad una informazione equilibrata su salute, alimentazione e sostenibilità.

L’Associazione italiana di oncologia medica sfata il mito del rapporto carne e tumori Dal consumo di carne alla melatonina, sui tumori ci sono alcune credenze e falsi miti. Eccone 5 sfatati dall’agenzia ANSA con Carmine Pinto, presidente Aiom, Assocaizione italiana di oncologia medica, in occasione della giornata mondiale sul cancro dello scorso 5 febbraio. 1 La carne fa male? "È come pensare di dire che mezzo bicchiere di vino fa venire il cancro. Probabilmente fa venire il cancro al fegato, la cirrosi, berne due litri al giorno. Tutto va fatto con moderazione all’interno di una dieta equilibrata". 2 Basta mangiare bene per non incorrere in un tumore? "È una parte dell’equilibrio che bisogna avere negli stili di vita, una dieta equilibrata che abbia componenti vegetali, proteiche, contenga vari alimenti. Tra gli stili di vita che è importante modificare vi è ad esempio però anche il fumo: non fumare ridurrebbe in maniera importante il tumore alla vescica e non solo, evitare l’obesità e abitudini come l’alcol può sicuramente ridurre l’impatto del tumore o migliorarne l’esito". 3 La chemioterapia e’ tossica? "La chemioterapia ha permesso di migliorare, guarire i pazienti malati di tumore e ridurre il rischio che la malattia possa ripresentarsi. Oggi insieme alla chemioterapia abbiamo anche terapie target e l’immunoterapia che rafforza, modifica, riattiva l’immunità cellulare contro il tumore. La chemioterapia non ha più le tossicità importanti del passato perché soprattutto allora avevamo pochi farmaci sintomatici, ad esempio per il vomito, oggi è cambiato completamente quello che possiamo fare".

Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto degli alimentaristi. Il nuovo CCNL varrà fino al 30 novembre 2019 Al termine di una lunga trattativa, è stato siglato venerdì 5 febbraio l’Accordo di rinnovo del CCNL alimentare. La durata prevista è di quattro anni, con decorrenza dal 1° dicembre 2015 al 30 novembre 2019. L’Accordo prevede a regime un aumento economico di 105 euro a parametro medio 137, per una durata di quattro anni. Quest’ultimo è l’aspetto più innovativo di tale rinnovo, allungando di un anno la consueta vigenza contrattuale triennale. Le tranches di aumento saranno così ripartite: - 20 euro dal 1° gennaio 2016; - 15 euro dal 1° ottobre 2016; - 20 euro dal 1° ottobre 2017; - 25 euro dal 1° ottobre 2018; - 25 euro dal 1° settembre 2019. Tali importi raggiungono un montante complessivo di 2815 euro nel quadriennio, compatibile con le esigenze di contenimento dei costi in una fase di faticoso rilancio, dopo lunghi anni di stagnazione produttiva e di crisi.

4 La melatonina previene il cancro? "Non ci sono dati scientifici che dimostrino questo".

Sulla parte normativa gli elementi più significativi hanno previsto: l’assenza di deviazioni dal Jobs Act; nessuna deroga né eccezione alle norme in materia di mansioni del lavoratore; maggiore flessibilità, con ulteriori 16 ore (che portano il totale delle ore contrattualmente previste a 88) al di sopra del limite delle 40 ore settimanali. Esse saranno retribuite con una maggiorazione inferiore rispetto agli straordinari (20% invece di 45%).

5 Se ho un genitore col cancro lo avrò per forza anch’io? "Assolutamente no. Nei tumori in cui l’ereditarietà è riconosciuta, come quello della mammella, non è oltre il 4-5%. In generale, il tumore non è una malattia che si eredita. Le forme ereditarie sono basse, intorno al 3-4%,e per particolari tumori. Ci sono gruppi che possono essere maggiormente a rischio di predisposizione, ma non è che sia una cosa automatica, intervengono delle concause".

È prevista inoltre una moratoria (ultra attività) di un anno sulla contrattazione aziendale di secondo livello e la non sovrapponibilità fra materie e costi della contrattazione nazionale con la contrattazione aziendale. Le parti hanno anche svolto interventi positivi di rilancio e di valorizzazione del welfare contrattuale, volti a favorire il ricambio generazionale delle aziende e il percorso di uscita del personale.

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mercati a cura dell'Ufficio economico ASSICA

Si consolida la crescita delle esportazioni italiane di salumi nei primi 9 mesi del 2015 Secondo i dati elaborati da ASSICA su base ISTAT nel periodo gennaio settembre 2015 l’export salumi ha registrato un +6,3% in quantità per 116.230 ton e un +4,3% in valore per 960,1 milioni di euro. Un trend in miglioramento rispetto al già buono risultato del primo semestre (+5,9% in quantità e +3,9% in valore) che, stando ai primi risultati relativi al mese di ottobre, avrebbe mostrato una ulteriore accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno. Fondamentale per la performance del settore si è confermata la domanda dei partner comunitari che ha continuato a beneficiare della circostanze eccezionali che hanno fatto volare le esportazioni di prosciutto cotto verso la Spagna, ma comunque positiva e solida anche al netto di questo exploit. Un contributo importante è arrivato anche dal notevole risultato degli USA (+19,9% in quantità e +23,8% in valore). Un successo, questo, che non è bastato a compensare il rallentamento di alcuni importanti partner emergenti nonché le difficoltà legate all’inasprimento delle barriere non tariffarie in primis l’embargo Russia. La domanda dei Paesi terzi, infatti, ha continuato a mostrare difficoltà soprattutto in termini di quantità. Nel corso dei primi nove mesi del 2015 l’import ha registrato un +4,3% in quantità per 37.230 ton, ma un -4,4 % per 136,5 mln di euro. Il saldo commerciale del settore ha registrato un importante incremento (+5,9%) per 823,7 milioni di euro. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più lento rispetto

all’industria alimentare (+6,2%) ma in linea con quello del Paese che ha chiuso il periodo gennaio-settembre con un +4,3%. ”I dati, dunque, confermano ancora una volta che l’export è un driver fondamentale per la crescita del settore – ha dichiarato il direttore di ASSICA, Davide Calderone - ASSICA si sta adoperando per rendere i mercati extra Ue sempre più accessibili. Il lavoro che stiamo facendo, in particolare quello sugli USA, ci ha confermato che i nostri sforzi devono procedere sia sui mercati maturi, dove abbiamo ancora molti margini di miglioramento, sia sui mercati emergenti. Riuscire a far arrivare i nostri prodotti sugli scaffali in tutto il Mondo, non è importante solo per contrastare i momenti di crisi, è fondamentale per far conoscere i veri salumi Made in Italy e valorizzare al meglio le nostre produzioni. In definitiva è l’unica vera arma che abbiamo per contrastare tutti i fenomeni di italian sounding e contraffazione di cui spesso ci lamentiamo“.

Prodotti Ottima performance dei prosciutti crudi stagionati. Nei primi nove mesi dell’anno gli invii di prodotti con e senza osso hanno evidenziato un +5,7% in quantità e +4,2% in valore. Bene in particolare le esportazioni di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) che hanno raggiunto quota 45.590 ton (+7%) per un fatturato di 487,5 milioni di euro (+5,5%), mentre i prosciutti in osso hanno perso terreno. Considerando l’insieme delle due voci doganali sono risultati molto positivi e in accelerazione gli invii verso i Partner co-

Ripartizione percentuale export salumi

Salsicce e salami stagionati 17%

(valori espressi in tonnellate e migliaia di euro)

quantità

valore

VAR % gen-set 2015-gen-set2014 quantità

valore

Prosciutti crudi

48.544

504.021

5,7%

4,2%

Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi

24.595

87.951

-1,0%

-0,6%

Salsicce e salami stagionati

19.253

187.094

3,8%

2,3%

Prosciutti cotti

14.522

86.819

40,0%

20,4%

Pancette

3.124

23.529

-2,3%

-3,4%

Bresaola

2.266

39.814

8,0%

5,7%

Altri salumi

3.925

30.904

-9,1%

-0,3%

116.229

960.133

6,3%

4,3%

Totale salumi

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

6

Altri salumi 3%

Prosciutti cotti 12% Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

Esportazioni salumi gennaio-settembre 2015 gennaio- settembre 2015

Prosciutti crudi 42%

Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi 21%

munitari e, sulla scia del buon parziale del secondo trimestre, hanno evidenziato un andamento ancora vivace i Paesi terzi. Nella UE si è rafforzata la buona performance verso la Francia (+16,9% in quantità e +6,1% in valore). Sono tornate a crescere almeno in quantità - dopo un primo semestre negativo - le spedizioni verso la Germania (+0,7% e -1,8%). Hanno accelerato le spedizioni verso Regno Unito (+19,7% in quantità e +14,5% in valore) e Belgio (+16,1% e +8,1%). Sono tornati in terreno positivo anche gli invii verso i Paesi Bassi (+3,5% e +9,8%). Hanno chiuso in flessione, infine, Austria e Croazia. Fra i Paesi terzi, molto sostenute sono risultate ancora le spedizioni verso gli USA (+22,1% in quantità e +24,7% in valore per 70,5 mln di euro). In crescita, grazie all’ottimo parziale del primo semestre, sono apparsi anche gli invii verso il Canada (+26,5% in quantità e +28% in valore). Hanno evidenziato, invece, un trend cedente Giappone, Svizzera Brasile e Hong Kong. Positivo e in accelerazione nel periodo il trend delle esportazioni di salami, arrivate a superare quota 19.250 ton (+3,8%) per 187,1 milioni di euro (+2,3%). Passo meno sostenuto per la UE28: +3,3% in quantità e +1,1% in valore. All’interno del mercato unico si è consolidata la crescita del Regno Unito (+14,8% in quantità e +15,3% in valore). Ottimo e in miglioramento l’andamento della Francia (+9,8% e +6,8%). Hanno confermato il calo del primo semestre, in-

(in quantità)

Pancette 3%

Bresaola 2%

vece, Germania, Austria e Belgio, mentre hanno evidenziato ancora incrementi a 2 cifre Svezia e Paesi Bassi. Passo più veloce per le esportazioni verso i Paesi extra UE: +6,5% in quantità e +7,4% in valore. Superato il problema Russia, gli invii di salami hanno tratto slancio dalla domanda di Giappone e Hong Kong. Incerto, infine, il risultato dalla Svizzera, che a causa della caduta del secondo trimestre, ha mostrato ancora una flessione in quantità e un progresso in valore (-3,8% e +1,8%). Primi nove mesi del 2015 in salita per mortadella e wurstel. Nel periodo gennaio-settembre, infatti, le esportazioni di questi prodotti hanno registrando un -1% pari a 24.595 ton in quantità e un -0,6% in valore per 88 mln di euro. A determinare questo risultato è stata principalmente la flessione degli invii verso la UE28, dove i risultati positivi dei primi quattro mercati di riferimento, Croazia, Germania, Francia e Spagna non sono bastati a compensare i cali di Regno Unito, Grecia e altri mercati meno rilevanti. Un contributo negativo in quantità e positivo in valore è arrivato dai Paesi extra UE. Fra questi Paesi hanno mantenuto un trend vivace le spedizioni verso la Svizzera. Buona la performance verso la Bosnia Erzegovina e il Canada. Risultati, questi, che non sono però bastati a compensare, almeno in volume, le flessioni di Libano, Hong Kong e di altri mercati minori. Ottimo gennaio-settembre per le esportazioni di prosciutto cotto: +40% in quantità per oltre 14.520 ton e +20,4% in valore per 86,8 milioni di euro. Una performance eccezionale, questa, determinata dallo straordinario aumento della domanda proveniente dalla Spagna che ha fatto crescere in maniera sostenuta la

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mercati Export salumi verso UE gen-set 2015 (valori espressi in tonnellate)

Polonia Danimarca Malta Grecia Slovenia Paesi Bassi Svezia Croazia Belgio Austria Spagna Regno Unito Francia Germania 0

5.000

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

UE (+43% e +21,3%). Al netto del risultato spagnolo il trend si sarebbe comunque mantenuto positivo e solido (intorno al 2,5%) grazie ai buoni risultati registrati sui mercati di Francia e Belgio che hanno più che compensato le flessioni di Germania, Austria e Regno Unito. In forte aumento anche gli scambi con i Paesi terzi, che grazie al risultato del terzo trimestre, hanno registrato un +10,9% in quantità (per 1.060 ton) e un 13,6% in valore per 9,7 milioni di euro. Bene in particolare USA, Libano e Federazione Russa, mentre hanno mostrato un calo Svizzera, Giappone e Canada. Chiudono faticosamente il periodo gennaio-settembre le esportazioni di pancetta stagionata. Penalizzati dal confronto con l’ottimo 2014, gli invii di questi prodotti si sono fermati a quota 3.124 ton (-2,3%) per 23,5 milioni di euro (-3,4%), mostrando grazie al parziale del III trimestre un miglioramento dei trend rispetto al dato del I semestre. Un contributo positivo è arrivato dall’Unione europea (+3,6% e +2,2%) e, pur registrando ancora una decisa flessione, si è attenuato il trend negativo della domanda dei Paesi terzi (-20,7% in quantità per 620 ton e -23,7% in valore per circa 4 milioni di euro). A determinare il risultato dei mercati extra UE, invece, è stata la flessione del Giappone (che da solo rappresenta l’86% di questi mercati) che ha mostrato un rimbalzo rispetto alla eccezionale crescita dei primi nove mesi del 2014, fermandosi a 532 ton (-26,6%) per un valore di 3,5 milioni euro (-26,1%). Nella UE, segno positivo per quasi tutti i principali mercati di riferimento con incrementi anche a due cifre, bene in particolare Regno Unito, Francia e Belgio. Brillante risultato per le esportazioni di bresaola. Grazie ai buoni risultati maturati in particolare nel primo e terzo trimestre la voce ha registrato +8% in quantità e un +5,7% in valore. Nel periodo considerato l’export verso la UE ha continuato ad

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quelli tedesco e austriaco.

+5,9% per 216,6 milioni di euro. Nonostante i vantaggi derivanti dal minieuro e il successo conseguito in Nord America, la performance ha continuato a risentire dell’embargo Russia e del rallentamento economico di alcuni partner emergenti.

Si sono confermate, infatti, in calo, seppur ridimensiogen-set 2014 nato rispetto al primo semestre, le spedizioni verso gen-set 2015 la Germania: -0,8% per Si è confermata brillante la performan22.725 ton e -3,6 per 198,7 ce verso gli Stati Uniti, primo mercato di mln di euro. Sulla performandestinazione oltre i confini della UE con ce hanno pesato i cali di sa6.300 ton (+19,9%) per oltre 76 milioni di lami e prosciutti cotti. Molto euro e un (+23,8%). Risultato notevole, buono e in accelerazione, soprattutto se si considera che il confroninvece, il risultato verso la to è con il già ottimo gennaio-settembre Francia che ha registrato un 2014, che il provvedimento 100% rein+12,4% per 21.330 ton e un spection rimodulato in maggio è venuto +6,7% per 171,2 milioni di meno definitivamente solo a partire dal 6 euro, grazie agli incrementi luglio 2015 e che -di fatto- fino all’autunregistrati da tutte le princino del 2015 non erano partite le esporpali categorie di prodotti. 10.000 15.000 20.000 25.000 tazioni di prodotti a breve stagionatura. Trend positivo e in acceleStraordinario traino su questo mercato razione anche per le esporsono stati i prosciutti crudi stagionati tazioni verso il Regno Unito evidenziare un passo più veloce rispetche hanno evidenziato, mentre hanno che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno to alla media: +12,7% per 1.890 ton e mostrato qualche difficoltà mortadelle e con un +4,3% per 9.980 ton e un +9,5% +9,5% per 32,2 milioni di euro, mentre i wurstel. Sulla scia del risultato USA ha per 110,3 mln di euro. Un risultato, quePaesi terzi hanno mostrato una flessione. mostrato un importante consolidamento sto, che continua a risentire dal lato delle All’interno del mercato unico determinananche l’export verso il Canada grazie alle quantità del calo degli insaccati cotti e dal ti sono stati i progressi di tutti i principali Paesi di riferimento: Export salumi principali Paesi extra UE gen-set 2015 Francia (+13,6% e +7,1%) pri(valori espressi in tonnellate) mo mercato di destinazione; Germania (+30,9% e +14,5%) Norvegia in ripresa dopo il difficile 2014; gen-set 2014 Regno Unito e Belgio. In geneFed. Russa gen-set 2015 rale hanno mostrato un andaBosnia Erze. mento positivo tutte le piazze comunitarie più significative. Brasile Hanno continuato ad evidenHong Kong ziare, invece, qualche difficoltà i mercati extra UE: -10,5% Canada in quantità e -8,1% in valore. Libano La perdita del mercato russo Giappone ha, infatti, continuato a pesare moltissimo. A questo si è Svizzera sommato il deterioramento del Stati Uniti trend delle spedizioni verso la Svizzera risultate nel comples4.000 0 1.000 2.000 3.000 5.000 6.000 7.000 so dei nove mesi comunque Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT stabili in quantità +0,3% e positive in valore (+4,8%). lato del valore degli incrementi di prospedizioni di prosciutti crudi e salami. Paesi UE sciutti crudi e soprattutto salami pancetPrimi 9 mesi del 2015 faticosi, ma in mite e bresaola. In salita per l’export verso Ottimo gennaio-settembre per le esporglioramento per gli invii di salumi verso la l’Austria (-11,1% per 6.755 ton e -14,4% tazioni di salumi verso la UE che hanno Svizzera che hanno registrato un -2,9% per 45,8 mln di euro) che ha registrato registrato un +8,4% in quantità per circa contrazioni per tutte le principali categorie e un +2,3%. Dopo l’iniziale raffreddamen94.500 tonnellate e un +3,9% in valore to degli scambi dovuto alla crisi generata di salumi. Molto bene le spedizioni verso per 743,5 mln di euro. sull’economia elvetica della rivalutazione la Croazia (+7,4% in quantità per 4.906 del franco decisa in gennaio, gli scambi ton ma -1,6% per 14,2 mln di euro) grazie All’interno della UE determinante è stato sembrano aver ripreso vigore. Bene in alla buona dinamica negli invii di insaccati il risultato della Spagna la cui domanda particolare insaccati cotti e bresaola. cotti. Risultato positivo anche per il Belè balzata a 7.386 ton dalle circa 3.187 gio, i Paesi Bassi e la Svezia. ton dei primi nove mesi del 2014 per Gennaio-settembre in calo anche per le 28,2 mln di euro. L’ottima performance Paesi terzi spedizioni verso Giappone, Brasile e ha continuato a beneficiare dello stimolo Repubblica Sudafricana. Sui mercati più sulla domanda di prosciutto cotto eserciPeriodo dal duplice volto per gli scambi piccoli, spicca l’incremento di Hong Kong. tato da alcuni eventi straordinari verificacon i Paesi extra UE. Nei primi nove mesi Segno positivo anche per Bosnia Erzetisi nel Paese. dell’anno, infatti, le esportazioni verso i govina e Libano. Ha chiuso, infine, con Paesi terzi si sono fermate a 21.730 ton Al netto del risultato spagnolo il trend delun -59,8% in quantità per 304 ton e un dalle 22.150 ton (-1,9%) dello stesso la UE è stato positivo (attestandosi intor-56,9% in valore per 4,1 milioni di euro la no al 3,5-4%) nonostante le flessioni regiperiodo del 2014, ma hanno mostrato Federazione Russa a causa dell’embargo. una crescita in un valore segnando un strate su diversi mercati, in particolare su

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attualità di Giovannibattista Pallavicini

Riorganizzata la squadra di Governo Il Consiglio dei Ministri nelle due riunioni di fine gennaio 2016 riorganizza i sottosegretari e un Ministro Un rafforzamento nelle seconde file del governo Renzi in questo inizio di 2016: si rinsalda la compagine dei sottosegretari e viceministri con alcuni cambiamenti anche molto significiativi. La prima manovra ha toccato il viceministro allo sviluppo economico Carlo Calenda che forte degli ottimi rapporti internazionali consolidati nell’esercizio della delega al commercio estero è stato nominato a capo della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE a Bruxelles. Uno spostamento che se indubbiamente giova all’immagine del Paese sul fronte comunitario, parimenti lascia (temporaneamente) orfano di uno dei suoi primi ideatori il Piano straordinario di promozione del made in Italy che tanto ha finora fatto anche per l’agroalimentare. Al suo posto è atteso l’insediamento al Ministero dello Sviluppo Economico di Ivan Scalfarotto, anche se la nomina non ha ancora potuto essere formalizzata in attesa che il viceministro Carlo Calenda si insedi nel suo nuovo ruolo a Bruxelles il prossimo 18 marzo. Completate invece tutte le rimanenti nomine della squadra di governo a cominciare dal nuovo Ministro agli Affari Regionali, Enrico Costa, proveniente dal ruolo di viceministro alla Giustizia. Sono poi stati nominati nuovi sottosegretari e viceministri a rafforzare, tra gli altri, l’operato del governo sul fronte dello sviluppo economico, degli affari esteri, della giustizia e dei trasporti e infrastrutture, ministero quest’ultimo a cui approda Simona Vicari dopo l’esperienza fin qui svolta allo Sviluppo Economico.

Le nuove nomine Carlo CALENDA

Capo della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE

Tommaso NANNICINI

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Mario GIRO

Viceministro del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale

Vincenzo AMENDOLA

Sottosegretario al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale

Enrico ZANETTI

Viceministro del Ministero dell’Economia e delle finanze

Federica CHIAVAROLI

Sottosegretario al Ministero della Giustizia

Gennaro MIGLIORE

Sottosegretario al Ministero della Giustizia

Teresa BELLANOVA

Viceministro al Ministero dello Sviluppo economico

Antonio GENTILE

Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico

Antimo CESARO

Sottosegretario al Ministero dei Beni, delle attività culturali e del turismo

Dorina BIANCHI

Sottosegretario al Ministero dei Beni, delle attività culturali e del turismo

Simona VICARI

Sottosegretario al Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture. Via Partigiani d’Italia, 6

Renzi e Martina annunciano il Ministero dell’agroalimentare Nuovo credito alle imprese e un Ministero più orientato alla filiera. Obiettivo: 50 miliardi di export L’occasione è quella della firma del protocollo di intesa tra Mipaaf e Banca Intesa San Paolo per l’accesso a linee di credito in agricoltura per circa 6 miliardi di euro. Un’iniziativa che, come spiega il Ministro Martina, rientra nella strategia del Mipaaf per ridare respiro e possibilità di sviluppo alla produzione agricola di base verso nuove opportunità e mercati. Il riferimento all’export è chiaro e proprio pensando a quello e all’ambizioso obiettivo di governo di arrivare quanto prima a 50 miliardi di export (sono 36 miliardi nel 2015, ndr) il premier Renzi annuncia un cambiamento importante nell’assetto del Dicastero agricolo di via XX settembre: la trasformazione in Ministero dell’agroalimentare. Una trasformazione che, nelle parole del premier, dovrebbe avvenire in attuazione della riforma della Pubblica Amministrazione e quindi a stretto giro. Il passaggio significativo dovrebbe consentire all’Italia di disporre di un interlocutore unico per gli operatori della filiera alimentare e con le istituzioni europee. Tuttavia il preciso perimetro delle competenze che assumerà il rinnovato

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Dicastero agroalimentare è ancora in corso di definizione e molte incognite permangono circa le specificità oggi in capo ad altri ministeri (Sviluppo Economico e Salute in primis). Se è indubbio che la centralizzazione delle scelte strategiche in materia agroalimentare possa portare benefici all’intero sistema nazionale, ammodernando le logiche di sostegno e sviluppo all’imprenditoria italian del food e superando visioni a volte anacronisticamente contrapposte, restano da sciogliere i temi più di dettaglio e di merito circa, ad esempio, la definizione delle necessarie professionalità derivanti dalle nuove competenze, nonché il rapporto con le Regioni le quali ad oggi hanno piena giurisdizione, tra gli altri, sui Piani di Sviluppo Rurale e sui controlli in ambito fitosanitario e veterinario, due temi cruciali per il lineare funzionamento di tutte le filiere produttive di quel cibo made in Italy che tutto il mondo ci invidia.

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attualità

Riforma PA: nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare Il Corpo forestale dello Stato confluisce nell’Arma dei Carabinieri e cambia nome, ma non professionalità La riforma della pubblica amministrazione introdotta con L. 124/15 ha segnato uno storico passaggio nell’organizzazione delle forze a tutela dell’ambiente. La norma ha disposto infatti la riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato facendolo confluire principalmente nell’Arma dei Carabinieri (salvo alcune funzioni specifiche trasferite ai Vigili del Fuoco o altri). Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha quindi reso nota la nascita del Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, all’interno dell’Arma dei Carabinieri. "Con la riforma - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà professionalità, specializzazione e un ramificato presidio del territorio rappresentando di certo una delle esperienze più avanzate d’Europa". Il nuovo Comando rappresenta una grande forza che potenzia le capacità dell’Italia di preservare e difendere il suo patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare. 7.000 uomini specializzati impiegati sul campo.

Viene potenziato il livello di presidio del territorio attraverso il rafforzamento dell’attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell’Arma, delle sue capacità investigative e delle sue proiezioni internazionali per le attività preventive e repressive. Nel nuovo comando viene assicurata la specializzazione attraverso l’impiego del personale del Cfs e anche i nuovi immessi verranno specificamente formati, così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali. Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto. Nascono per questa ragione i Ruoli forestali nell’Arma. Anche le progressioni di carriera vengono salvaguardate rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze di polizia o amministrazioni. Con la riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute nel decreto legislativo vengono efficientati i costi di gestione. Il nuovo comando è posto alle dipendenze funzionali del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a conferma dello stretto collegamento del comparto di specialità con le competenze, le tematiche e gli obiettivi del Ministero.

LE PRINCIPALI NOVITÁ DELLA RIORGANIZZAZIONE Potenziata la tutela agroambientale Dalla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Perchè i carabinieri Negli anni proprio i Carabinieri hanno sviluppato anche competenze specifiche in questo campo con Nuclei specializzati come i Nac, Noe, Noes. Rafforzato il presidio territoriale Attraverso il rafforzamento dell’attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell’Arma. Mantenuta la specializzazione Così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali. Valorizzate le professionalitá Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto. Efficientati i costi e confermata la dipendenza funzionale dal Ministero delle Politiche Agricole.

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Risco RS 2002 M: l’insaccatrice dedicata all’insacco di Mortadella di qualità superiore Risco è l’azienda leader Italiana che da oltre 45 anni è il punto di riferimento per la fornitura di macchine e sistemi per la lavorazione della carne. Il portafoglio prodotti include un’ampia gamma di insaccatrici sottovuoto per salumi, salsiccie, prodotti stagionati, prosciutto e mortadella, linee di preparazione quali tritacarni e impastatrici, sistemi per carne macinata in vaschetta, sistemi di formatura e coestrusione, legatrici e tutta una serie di accessori studiati appositamente per il settore alimentare. Nel corso degli anni l’azienda, grazie alla sua propensione alla ricerca e innovazione, si è guadagnata un ruolo di spicco in ambito nazionale e soprattutto internazionale. L’attenzione al cliente e alle sue esigenze ha portato allo sviluppo di nuove soluzioni a livello di prodotti e processi. Risco, tuttavia, considerando la sua matrice italiana ha mantenuto e consolidato la sua totale dedizione e attenzione allo sviluppo di soluzioni per i salumi della tradizione italiana. Un fiore all’occhiello dei macchinari Risco è l’insaccatrice RS 2002 M, dedicata alla produzione della Mortadella.

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attualità di Giovannibattista Pallavicini

Cooperazione agricola: presentato il rapporto 2015 Buona tenuta della produzione e soddisfacenti risultati nell’export. Ma con ancora diversi limiti strutturali per il settore Lo scorso 28 gennaio al Palazzo della Cooperazione è stato presentato l’annuale rapporto sulla cooperazione agricola in Italia: un’occasione per fare il punto sul contributo all’agroalimentare che proviene dai movimenti cooperativi consolidati nel nostro Paese. Tanti i numeri e le cifre in gioco, presentate in questo interessante incontro da Ersilia di Tullio che cura per Nomisma l’analisi del settore cooperativo. Un settore che nell’agroalimentare registra 5.024 realtà operative in grado di sviluppare un fatturato di oltre 36 milioni di euro e garantire impiego a più di 92.000 addetti.

vo cooperativo è fatto dunque per i due terzi da piccole realtà che, per quanto importanti, difficilmente riescono a uscire dai confini nazionali e a competere sui mercati esteri.

Fatturato agroalimentare - percentuale sviluppata dalle cooperative Cooperative 24%

Mercati in cui la dimensione cooperativa assume ben altre forme: le cooperative europee leader dei propri settori registrano infatti fatturati quasi pari alla somma dei fatturati delle grandi cooperative italiane dello stesso settore. Di fronte a una tale diversità dimensionale si comprende come sia complesso competere e affrontare la sfida dell’ulteriore sviluppo sui mercati internazionali.

Altre forme societarie 76%

Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana

Numeri importanti che collocano l’Italia ai vertici delle graduatorie europee del movimento cooperativo: in particolare l’Italia è al terzo posto per fatturati generati dalla cooperazione agroalimentare e raggiunge addirittura il primo posto per numero di aziende cooperative attive sul mercato. Un primo posto che tuttavia lascia un po’ di amaro in bocca. Se infatti è vero che analizzando i dati si registra-

Export agroalimentare - quota % di contribuzione al valore esportato Cooperative 18% Altre forme societarie 82%

Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana

no tante note positive specie con riferimento alle perfoIl settore cooperativo dunque avrà da sciogliere un immance che le cooperative italiane realizzano sul mercato con tassi di sviluppo molto positivi (a volte anche suDistribuzione del numero di cooperative e del fatturato periore a quelli delle azienper classi dimensionali d’impresa de non cooperative) e con 3% importanti quote di contri10% > 40 mio € buzione all’export (in media 7 - 40 mio € 21% pari al 18% circa), è altresì 64% 2-7 mio € vero che la gran moltitudi< 2 mio € ne di aziende facenti parte del panorama cooperativa presenta una 66% realtà ancora molto 21% frammentata e che a 11% fatica riesce a com4% petere con gli omolonumero imprese fatturato ghi europei. Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana Entrando più in dettaglio sull’analisi dimensionale delle imprese si scopre infatti che il 64% del fatturato cooperativo agroalimentare è realizzato dal 3% delle imprese, mentre il 66% di queste si divide il 4% del fatturato totale. Il tessuto produtti-

Patent Box: la valorizzazione degli intangibles

portante nodo se vorrà rilanciarsi verso performance ancora e sempre migliori nei prossimi anni, cioè il superamento dell’attuale soglia dimensionale per riuscire a fare massa critica, requisito indispensabile per ambire alla competizione con gli omologhi comunitari.

a cura dott. Gianluigi Borghero - Jacobacci&Partners SpA

Esenzione fiscale per le innovazioni aziendali La recente introduzione nell’ordinamento Italiano di un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’uso diretto e indiretto di opere dell’ingegno, brevetti industriali, marchi, disegni o modelli, nonché di processi, formule e informazioni relative ad esperienze acquisite nel campo industriale o scientifico giuridicamente tutelabili, consente al nostro Paese di dotarsi di un efficacie strumento di politica industriale e di attrazione di capitale immateriale sulla falsa riga di quanto in precedenza fatto in altri Paesi europei. Il Patent Box Italiano è stato introdotto con l’art. 1, commi 37-45, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015), poi modificato dal decretolegge del 24 gennaio 2015 (convertito con legge 24 marzo 2015 n. 33) e attuato con il D.M. 30 Luglio 2015 che fissa presupposti oggettivi e soggettivi per la sua applicabilità. Il regime italiano estende il suo ambito applicativo alla gran parte dei diritti di proprietà intellettuale. I beneficiari del Patent Box possono identificarsi in tutti i titolari di reddito d’impresa (a prescindere da dimensioni, regime contabile e forma giuridica) unitamente anche agli enti e imprese i quali, ancorché non residenti nel nostro Paese, hanno la propria sede in Paesi nei quali è in vigore un accordo che vieta la doppia imposizione e con i quali vi sia un effettivo scambio di informazioni. L’ammontare dell’agevolazione, per esempio per il caso di utilizzo diretto

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degli intangibles, consiste nell’esclusione da imposizione fiscale della quota parte del reddito generato dall’uso diretto dei beni immateriali. Tale reddito deve essere di volta in volta determinata sulla base di una procedura di ruling internazionale, svolta in contradittorio con l’Agenzia delle Entrate; l’esenzione fiscale si potrà quindi godere nella misura del 30% nel 2015, 40 % nel 2016 e 50 % nel 2017. L’accesso al Regime è frutto di un articolato procedimento che richiede una preventiva e attenta due diligence finalizzata a verificare la consistenza dei beni immateriali, la fruttuosità di una tale operazione e i costi che l’adesione a questo regime comporta per chi intende aderirvi. Pur non volendo in questa sede entrare nella disamina dei complessi meccanismi necessari ad effettuare la valutazione di opportunità preventiva caso per caso, si può tuttavia affermare in linea generale che si tratta di una iniziativa complessivamente positiva che mette a regime una leva fiscale che ha il dichiarato intento di ridurre la pressione tributaria sulle imprese del nostro settore che investono nell’innovazione, oltre a rappresentare un vantaggio che auspicabilmente dovrebbe altresì attrarre capitali e ricerca dall’estero.

Febbraio 2016



Europa di Michele Spangaro

Relazione della Commissione europea sulle Pratiche Commerciali Sleali Nel luglio 2014 la Commissione aveva adottato una comunicazione dal titolo "Affrontare le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare tra imprese" che proponeva una combinazione di iniziative volontarie e di misure normative per contrastare le pratiche commerciali sleali. Nel 2015 il dibattito si è ulteriormente inasprito culminando in particolare con la dichiarazione congiunta dei Ministri dell’Agricoltura di sette Paesi (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia) in cui chiedevano alla Commissione di approfondire la sua analisi sulle pratiche commerciali sleali e proponevano l’adozione di una legislazione dell’UE diretta a contrastare dette pratiche. La relazione recentemente presentata - gennaio 2016 - dalla Commissione europea è incentrata sui quadri in essere per contrastare le pratiche commerciali sleali. È costituita da due principali elementi: 1) una valutazione dei quadri normativi e di controllo del rispetto delle norme predisposti dagli Stati membri; 2) una valutazione dell’impatto dell’iniziativa volontaria a livello dell’Unione, Supply Chain Initiative (SCI - iniziativa della catena di approvvigionamento) e delle piattaforme nazionali della SCI che sono state istituite.

rimedi giudiziali, affrontando in tal modo il "fattore paura" delle vittime potenziali di pratiche commerciali sleali. Considerati gli sviluppi positivi in alcune parti della filiera alimentare e dato che le pratiche commerciali sleali potrebbero essere contrastate efficacemente ricorrendo ad approcci differenti, la Commissione non ritiene pertanto che uno specifico approccio normativo armonizzato a livello dell’UE offrirebbe in questa fase un valore aggiunto. Tuttavia, poiché in numerosi Stati membri la legislazione è stata introdotta solo molto recentemente, la Commissione riconosce che occorre procedere a un attento monitoraggio dei risultati e, se necessario, a un loro riesame. Nelle sue conclusioni la Commissione sottolinea che il Belgio e i Paesi Bassi non dispongono di un quadro normativo, ma hanno optato per una piattaforma volontaria

Quadri normativi Secondo la Commissione il fatto che la grande maggioranza degli Stati membri abbia introdotto misure di regolamentazione e sistemi pubblici di controllo del rispetto delle norme costituisce uno sviluppo molto importante. Alcuni Stati membri sono più avanti di altri, ma quasi tutti i sistemi introdotti per assicurare il rispetto delle norme vanno al di là dei normali

nazionale. I pochi Stati membri che non dispongono di una legislazione in materia di pratiche commerciali sleali potrebbero, secondo la Commissione, seguirne l’esempio e valutare la possibilità di istituire come minimo una piattaforma volontaria nazionale. Il rapporto evidenzia che la maggior parte degli Stati membri ha affrontato il problema delle pratiche commerciali sleali adottando approcci diversi, per lo più di tipo normativo, mentre alcuni hanno fatto ricorso a iniziative di autoregolamentazione tra gli operatori di mercato. Sotto il profilo normativo negli ultimi anni si sono registrati notevoli cambiamenti. Più in particolare, dei 20 Stati membri che già dispongono di una legislazione in materia 15 l’hanno introdotta negli ultimi 5 anni. Qualche altro Stato membro sta valutando se adottare una legislazione nel prossimo futuro mentre altri paesi negli ultimi 5 anni hanno aggiornato i loro quadri più antiquati. La tabella in pagine delinea il quadro della situazione attuale. Secondo la Commissione la varietà degli approcci non sembra avere conseguenze negative per il mercato unico. Sebbene la valutazione globale dei quadri normativi a livello nazionale sia soddisfacente, il Rapporto individua nei quadri normativi di alcuni Stati membri aspetti suscettibili di possibile ulteriore miglioramento e mette in luce le opportunità di collaborazione tra gli Stati membri. La relazione evidenzia inoltre che sebbene gli Stati membri abbiano scelto strategie e tecniche legislative differenti, conformemente alle rispettive consuetudini giuridiche, le

Art. 62: l’Antitrust multa Coop per interruzione unilaterale del rapporto commerciale Qualcosa si muove anche in Italia nel contrasto alle pratiche commerciali sleali della Grande distribuzione. A gennaio 2016 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato multa Coop Italia e Centrale Adriatica per aver violato l’art. 62. In particolare l’Antitrust ha rilevato che “l’interruzione unilaterale, da parte di Coop Italia e Centrale Adriatica, del rapporto di fornitura con Celox Trade avvenuta tramite: I. l’annullamento degli ordinativi relativi alle pere estere e la sensibile riduzione di quelli relativi alle pere nazionali, da parte di Centrale Adriatica, nei primi mesi dell’anno 2014, a fronte della mancata pattuizione ex ante di quantitativi di fornitura (o perlomeno, di criteri in base ai quali definirli) e nonostante fossero state definite le condizioni commerciali valide per tutto il 2014; II. la concessione di un preavviso non adeguato in relazione al peculiare rapporto tra le parti, nella lettera di formale disdetta al contratto di fornitura inviata da Coop Italia a Celox Trade solo il 21 luglio 2014, integra una violazione dell’art. 62, comma 1 e comma 2, lettera e) del D.L. 1/2012”. Il collegio giudicante ha quindi comminato una sanzione amministrativa pe-

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cuniaria di quasi 50.000 euro totali (26.000 euro per Coop e 23.000 euro per Centrale Italiana). Nel Bollettino Antitrust numero 19 del 18 gennaio 2016 viene inoltre segnalato che Coop Italia avrebbe imposto a Celox “sconti contrattuali incondizionati e compensi per attività di co-marketing e per analisi qualitative sui prodotti, ingiustificatamente gravosi per la parte debole del rapporto di fornitura” e “ulteriori sconti extracontrattuali, aggiuntivi rispetto agli sconti contrattuali”. Il caso è sicuramente interessante (le 35 pagine del provvedimento mostrano uno spaccato molto chiaro dei rapporti di forza tra fornitori e Gdo). Tuttavia l’episodio mostra anche chiaramente i limiti della normativa legata all’Art. 62: in primo luogo la denuncia da parte di Celox è avvenuta solo perché la società è sostanzialmente fallita (e quindi non aveva più niente da perdere). L’impossibilità di segnalazioni anonime (o tramite le associazioni di categoria) rende la normativa sostanzialmente inefficace. In secondo luogo l’entità delle ammende è molto bassa e sostanzialmente inadatta a fungere da deterrente.

Febbraio 2016


La N. 1 per l’industria della carne Francoforte sul Meno, 7 – 12. 5. 2016

Sono stati individuati alcuni punti di forza e di debolezza per quanto riguarda l’efficacia della SCI nel contrastare le pratiche commerciali sleali. Tra i punti di forza innanzitutto la SCI promuove il cambiamento culturale in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare; inoltre le opzioni in merito alla risoluzione delle controversie promosse dalla SCI offrono in generale un’alternativa più rapida e meno costosa di qualsiasi azione giudiziaria. Per concludere la SCI è un’iniziativa a livello dell’UE e potrebbe pertanto facilitare l’eliminazione di pratiche sleali che presentano una dimensione transfrontaliera. I principali punti deboli individuati sono: la SCI non dispone di strumenti dissuasivi efficaci contro le pratiche commerciali sleali; la SCI non prevede singole denunce riservate da parte delle potenziali vittime di pratiche commerciali sleali né indagini condotte di propria iniziativa da un organismo indipendente; il ricorso alle opzioni disponibili per la risoluzione delle controversie è stato limitato nei primi due anni di esistenza della SCI. La Commissione conclude che, sebbene la SCI abbia già conseguito alcuni risultati, esistono ancora margini di miglioramento. Al fine di aumentare la credibilità dell’iniziativa e di accrescerne l’efficacia nel contrastare le pratiche commerciali sleali, la Commissione propone di intavolare - con le parti interessate in seno al Forum di alto livello per un migliore funzionamento della filiera alimentare - una discussione su come migliorare la SCI. L’obiettivo è quello di migliorare la sensibilizzazione sulla SCI, in particolare tra le PMI, di garantire l’imparzialità della sua struttura di governance, di consentire alle presunte vittime di pratiche commerciali sleali di presentare una denuncia in via riservata e di attribuire a organismi indipendenti poteri di indagine e sanzionatori. In particolare la Commissione suggerisce quanto segue: intensificare gli sforzi per pubblicizzare la SCI, soprattutto tra le PMI; garantire l’imparzialità della struttura di governance, ad esempio istituendo un presidente indipendente che non appartenga a specifici gruppi di interessati; consentire alle presunte vittime di pratiche commerciali sleali di presentare denunce in via riservata; designare un organismo indipendente cui è attribuito il potere di svolgere indagini e irrogare sanzioni; migliorare i processi interni al fine di verificare che i singoli operatori rispettino i propri impegni e di monitorare l’insorgenza e la composizione delle controversie bilaterali in modo riservato. In ogni caso, prima della fine del suo mandato la Commissione riesaminerà il potenziale valore aggiunto dell’azione dell’UE nel contrastare le pratiche commerciali sleali alla luce di nuovi sviluppi o della mancanza di progressi.

Febbraio 2016

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DU: 22.12.2015

Secondo la Commissione c’è una prima indicazione che la SCI abbia stimolato la discussione sulle migliori pratiche e sulle pratiche commerciali sleali tra gli operatori ed abbia cominciato a determinare un cambiamento culturale nella filiera alimentare. Nell’ambito dell’iniziativa a livello dell’UE sono state istituite diverse piattaforme nazionali, il che costituisce un altro segnale positivo. La relazione ha riscontrato che le iniziative volontarie sembrano funzionare meglio in alcuni paesi che in altri. L’iniziativa in Belgio rappresenta un esempio di piattaforma volontaria che sembra costituire un approccio efficace di contrasto alle pratiche commerciali sleali senza dover ricorrere a un sistema di regolamentazione. In altri paesi, come ad esempio il Regno Unito, le iniziative volontarie hanno avuto minore successo, confermando la necessità di adottare misure di regolamentazione e un controllo del rispetto delle norme efficace ed indipendente.

Italien

Valutazione dell’impatto dell’iniziativa volontaria a livello dell’Unione - Supply Chain Initiative (SCI)

61935-024_IFFA_Industrie_L_Industria_Delle_dei_Salumi_130x365_Italien • CD-Rom • ISO 39 • CMYK • yi: 17.12.2015

principali tipologie di pratiche commerciali sleali sono generalmente considerate da tutti i quadri normativi. Queste sono essenzialmente 4: la prima riguarda una parte non dovrebbe indebitamente o ingiustamente scaricare sulla controparte i suoi costi o i rischi inerenti all’attività imprenditoriale. La seconda specifica che una parte non dovrebbe chiedere alla controparte vantaggi o benefici di qualsiasi natura senza prestare un servizio correlato al vantaggio o al beneficio richiesto. Una parte non dovrebbe apportare modifiche unilaterali e/o retroattive a un contratto, salvo che il contratto non lo consenta espressamente a condizioni eque, è la terza tipologia. Infine non vi dovrebbe essere alcuna cessazione ingiustificata - né la minaccia di una siffatta cessazione - di un rapporto contrattuale.


interprofessione di Laura Falasconi

Chiuso l’ammasso privato carni suine Stop all’ammasso privato. La Commissione Agricoltura dell’UE ha chiuso ufficialmente lo stoccaggio lo scorso 3 febbraio L’ammasso, operativo a partire dal 4 gennaio 2016, è dunque rimasto aperto per meno di tre settimane. La chiusura ufficiale, infatti, è arrivata – come da prassi – a una settimana di distanza dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’ Unione europea del Regolamento (di esecuzione (UE) 2016/85) che ha sospeso la presentazione delle domande di aiuto nel periodo dal 27 gennaio 2016 al 2 febbraio 2016, respingendo contestualmente tutte le domande presentate a partire dal 21 gennaio. 17 giorni sarebbero, dunque, bastati secondo la Commissione a produrre effetti positivi sul mercato. Effetti che - si legge nel regolamento - dovrebbero tradursi in una stabilizzazione dei prezzi. Un giudizio, questo, non condiviso da tutti gli Stati membri in particolare dalla Francia che, stando alle prime indiscrezioni, intenderebbe chiedere già nel prossimo Consiglio Agricoltura la riapertura dello stoccaggio. I numeri di questo ammasso sono in effetti importanti. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione europea, le richieste di aiuto all’ammasso privato suino hanno riguardato complessivamente 90.025 tonnellate contro le 63.874 tonnellate dell’ammasso del 2015 rimasto effettivamente aperto per ben 49 giorni. I maggiori utilizzatori della misura sono stati i tedeschi con una quota del 29% seguiti da Spagna (21,4%), Danimarca (13,0%) e Paesi Bassi (12,0%). L’Italia si è posizionata solo al sesto posto dietro alla Polonia con richieste per 5.758 ton (6,4%). Peggio di noi, fra i Paesi a suinicoltura rilevante, hanno fatto solo Francia (2,6%) e Irlanda (1,8%). Per quanto riguarda le categorie di prodotti, la più richiesta è stata quella dei prodotti disossati (prosciutti, spalle, parti anteriori, lombate con o senza il collare, oppure i collari soli, lombate con o senza scamone disossati) con una quota del 53,7%, seguita dal lardo con o senza cotenna con 9,7%, dai prosciutti con osso con 8,3%, dalle pancette (sia quelle senza la cotenna e le costole che quelle tali quali o in taglio rettangolare) con 14,6%. Il restante 13,7% è stato suddiviso tra tutti

gli altri prodotti. La maggioranza delle richieste (il 67,2%) hanno riguardato contratti a 90 giorni, il 24,9% domande a 150 giorni e solo l’8% contratti a 120 giorni. Ciò significa che le carni dovrebbero ritornare sul mercato nel periodo compreso fra la metà di maggio e la metà di luglio, cosa che potenzialmente rischia di appiattire la curva dei prezzi dei suini nel momento in cui solitamente registrano un picco.

Italia - Domande per ammasso privato ripartizione per categorie (ton)

Lardo 25,9% Prosciutti disossati 45,8%

Prosciutti in osso 24,1%

A preoccupare i Paesi che intenSpalle in osso Pancette in osso derebbero chiedere un nuovo 0,2% 1,4% intervento, non sarebbero solo i Lombate 0,3% numeri dell’ammasso rispetto alle Fonte: Commissione europea proprie esigenze interne, ma anporre fine al regime di ammasso “avrebbero dovuto che gli altri fattori che influenzano dare qualche spiegazione ai loro produttori di suini”. il mercato in primis l’andamento delle macellazioni e la questione dell’embargo Russia. Secondo quanto appreso, i dieci Paesi che avrebbero votato contro la fine del regime d’ammasso sarebPrime fra tutte le macellazioni che, secondo le prebero: Danimarca, Estonia, Irlanda, Francia, Ungheria, visioni degli esperti, dovrebbero nel primo semestre Croazia, Austria, Polonia, Portogallo, Romania. 2016 attestarsi poco al disotto di quelle del 2015. Secondo i dati presentati dalla Commissione nell’ambito Avrebbero, invece, votato a favore della chiusura dell’ultimo comitato di gestione, infatti, le macellazioni dell’ammasso Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca, di suini dell’UE dopo aver registrato un incremento del Germania, Grecia, Spagna, Italia, Cipro, Lituania, Lus3,3% nel 2015 starebbero diminuendo solo dello 0,2% semburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Finlandia e nel primo trimestre del 2016 e dovrebbero continuare a Svezia. calare della stessa percentuale nel secondo trimestre. Secondo le informazioni raccolte, a favore della riapertura dell’ammasso sarebbero sia i Paesi che come la Francia si sono opposti alla proposta di chiusura del regime di aiuto sia i produttori di suini di Paesi che si sono schierati a favore della chiusura. Fra questi produttori, particolarmente attiva è risultata l’Associazione dei produttori di suini del Regno Unito (NPA) che dopo aver descritto la cessazione del PSA come uno vero e proprio shock per il mercato ha aggiunto che i ministri dei Paesi che hanno votato per

Richieste di aiuto all’ammasso privato per Stato membro Periodo 4-20 gennaio 2016 (ton) Romania Belgio

Certo fa riflettere che fra i Paesi più attivi nella richiesta di un nuovo ammasso ci siano Francia, Irlanda e Austria che hanno presentato richieste per quantitativi piuttosto limitati. È infatti legittimo chiedersi se il provvedimento sia stato poco utilizzato a causa di problemi organizzativo – burocratici interni o se la misura non sia rispondente alle reali esigenze degli operatori. Per quanto riguarda l’Italia, il ricorso all’ammasso come abbiamo già detto è stato limitato: appena 5.758 ton, il 6,4% del totale delle richieste presentate a livello comunitario. Un quantitativo di poco superiore a quello richiesto in occasione del precedente provvedimento (5.595 ton pari all’8,8% del totale), nonostante gli importi più alti dell’aiuto e la introduzione del lardo fra le categorie beneficiarie del provvedimento. Con riferimento alle categorie di prodotti ammassati, nel nostro Paese, come ci si poteva aspettare, a fare la parte del leone sono stati i prosciutti. Il 24,1% delle domande presentate ha riguardato, infatti, i prosciutti in osso, il 45,8% i prosciutti disossati, il 25,9% il lardo il 2,2% le pancette disossate, l’1,4% le pancette in osso il restante 0,7% middles, spalle e lombate. Il dato sembra dunque confermare che l’intervento, pur apprezzabile, non viene giudicato decisivo dal mercato.

Austria Irlanda Francia Altri Paesi Italia Polonia Paesi Bassi Danimarca Spagna Germania 0 Fonte: Commissione europea

16

Middles 0,2%

Pancette disossate 2,2%

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

La partita dunque è tutt’altro che chiusa, le criticità sono sul tavolo e a breve la discussione all’interno della UE riprenderà. La sfida è sempre più quella di trovare una politica che coordinando strumenti rodati come l’ammasso e misure nuove riesca a dare a tutto il settore risposte concrete.

Febbraio 2016


comunicazione di Fabio Onano

Salumi e social media? Mi Piace! L’interazione è la chiave: per conoscere, approfondire, condividere e apprezzare Il mondo della comunicazione digitale è oggi molto frequentato anche da realtà storicamente meno propense all’impiego delle nuove tecnologie. Per questo, mentre nessuno si stupisce più di trovare la pagina Facebook di un artista famoso o il profilo Twitter di una casa automobilistica, fino a qualche tempo fa era meno frequente che ciò accadesse per le rappresentanze istituzionali del settore alimentare, come per esempio i Consorzi di Tutela DOP e IGP o gli istituti che si occupano di promozione agroalimentare.

GEN 2016

IL DIGITALE IN ITALIA PANORAMICA DEI PRINCIPALI INDICATORI STATISTICI

popolazione totale

italiani con accesso a internet

utenti attivi sui social media (account)

numero dei dispositivi mobili connessi

utenti attivi sui social media da mobile

59,80

37,67

28,00

80,29

24,00

MILIONI

Negli ultimi anni, si è registrato un significativo aumento della presenza sul web nelle cosiddette piattaforme ’social’ del mondo dei salumi italiani: spazi virtuali dove gli utenti entrano in contatto fra loro e dove ormai si aspettano di trovare le realtà commerciali o istituzionali con la medesima semplicità. Il successo di questi strumenti in chiave di business, oggi imprescindibili per supportare l’attività di comunicazione di un’azienda o un’istituzione, è basato in larga parte sulla possibilità da parte degli utenti di fruire ’senza filtri’ delle informazioni messe a disposizione, entrando in contatto diretto con la fonte, commentando quanto condiviso e prendendo parte alla storia di ciascun attore di questo palcoscenico virtuale. Così, si arriva a conoscere le attività di un consorzio, i dettagli sul prodotto che tutela, la sua storia, la tradizione che lo ha portato fino a noi e l’impegno quotidiano dei produttori per mantenerlo vivo: uno strumento dai grandi potenziali, non c’è che dire. I dati di Wearesocial (agenzia internazionale esperta di comunicazione digitale) di gennaio 2016, mostrano che la situazione italiana del panorama dei Social Media è effettivamente di grande interesse, con oltre 28 milioni di utenti attivi su queste piattaforme dei quasi 38 milioni che hanno accesso ad internet. A differenza però di pagine e profili creati per scopi commerciali e gestiti dalle aziende, le rappresentanze istituzionali del mondo dei salumi hanno dovuto strutturare la propria presenza sui social media in modo da poter raccontare il prodotto con uno stile tutto nuovo, creando community virtuali interessanti per chi spesso scopre di

MILIONI

MILIONI

MILIONI

fonte: “DIGITAL IN 2016” - WE ARE SOCIAL - www.wearesocial.com/it

conoscere ancora troppo poco di questi prodotti. Così, dopo aver selezionato le piattaforme da presidiare, il passo successivo è stato quello di comprendere e fornire agli utenti i contenuti di cui erano alla ricerca, per dare risposta alle tante domande che ogni giorno si pongono. In questo modo, le pagine sui social network sono diventate il veicolo per diffondere tradizione, rapporto dei salumi con il territorio di origine, ma anche ricette, iniziative, concorsi e dettagli sulla partecipazione a fiere in Italia e all’estero di ogni rappresentanza del settore. Inoltre, grazie alla grande interazione consentita da questi strumenti, il canale "social" - frequentato nel 95% dei casi da dispositivi mobili - è quello preferito dagli utenti per approfondire, chiedere informazioni, entrare in contatto. Gli esempi di come il mondo salumi si sia mosso sono numerosi e così, oltre ai conosciutissimi Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP, presenti entrambi sui principali social media con un ampio seguito (anche all’estero), ci sono casi virtuosi, come la Mortadella Bologna IGP, che utilizza Facebook, Twitter, Instagram e Youtube per tenersi in contatto col pubblico di appassionati, per proporre ricette, segnalare gli eventi a cui partecipa durante l’anno, fino ad arrivare a trasmettere una sorta di diretta via web dell’evento MortadellaBò, la festa che si tiene abitualmente nel mese di ottobre ogni anno a Bologna. Oppure la Bresaola della Valtellina IGP, che via Facebook offre spunti creativi in cucina con l’aiuto di una foodblogger e fra i tanti contenuti, propone anche le ’pillole del nutrizionista’, cioè brevi interventi di carattere nutrizionale in cui un esperto consiglia come consumare la bresaola in una dieta corretta, unendo gusto ed equilibrio: un’iniziativa, questa, che denota la grande attenzione per il tema nutrizionale e che infatti aveva già trovato spazio sul sito del Consorzio, dove gli utenti possono chiedere un consiglio personalizzato all’esperto che è stato messo a loro disposizione. E ancora, c’è chi anima la propria community con idee innovative, senza dimenticare il comparto trade, come il Prosciutto Toscano DOP, che tiene aggiornati i fan su Facebook e Twitter circa le manifestazioni a cui partecipa il Consorzio e

Febbraio 2016

MILIONI

ha indetto il concorso fotografico ’La vetrina più bella del Natale 2015’ nel dicembre scorso, aperto a tutti gli operatori del dettaglio tradizionale o della ristorazione. Altri interessanti spunti vengono poi dalla pagina Facebook del Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena IGP, che pubblica illustrazioni divertenti e diffonde in modo creativo le informazioni sui salumi che tutela, con l’obiettivo di condividere ricette diverse dal solito e destagionalizzare il consumo del prodotto, per portare cotechino e zampone sulle tavole italiane anche nei periodi lontani dalle feste natalizie.

Come non citare il salame italiano DOP più amato, il Salame Cacciatore, che su Facebook ha oltre 20mila fan - fra cui moltissimi giovani - a cui sottopone simpatici quiz, suggerisce accompagnamenti particolari o ricette semplici e veloci per spuntini in compagnia, senza dimenticare di informare il consumatore sul tema degli aspetti nutrizionali, sempre attuale. Il Prosciutto di Modena DOP invece, ha avviato di recente le attività sulle principali piattaforme, ma molto rapidamente ha registrato risultati positivi, come su Facebook (5000 fan), dove condivide ricette e idee creative, oltre a fare un grande lavoro di informazione sul sistema di tutela e garanzia proprio della DOP, con cenni storici sul Consorzio e il rigore con cui viene lavorato secondo regole condivise dai produttori dal 1969. Il Consorzio Salumi DOP Piacentini oltre a raccontare attraverso il proprio sito la storia dei tre salumi DOP, dà la possibilità di scaricare una serie di interessanti pubblicazioni come “I Salumi piacentini nella Storia” o “L’analisi sensoriale dei Salumi Piacentini DOP”. La pagina Facebook (circa 3000 fan) è molto attiva. Diverso invece l’esempio dello Speck dell’Alto Adige IGP, che ha scelto fare sistema con gli altri prodotti tipici della zona del Sud Tirolo e promuovere sui social media in Italia e nel mondo (con la versione inglese del profilo Twitter) un esempio di coesione territoriale delle produzioni agroalimentari, per creare un filo diretto fra gli utenti e un intero paniere di prodotti tradizionali. I presidi social attivi del settore salumi ad oggi, quindi, sono davvero tanti: fra questi ad esempio ricordiamo anche il gruppo LinkedIn L’Industria delle Carni e dei Salumi (aperto dall’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), che riunisce più di 320 professionisti del settore, oppure SalumiAmo®, creato dall’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (oltre 26mila fan su Facebook e 1500 iscritti al canale Youtube, con un totale di 950mila visualizzazioni dei video pubblicati). A questi vanno poi aggiunti i tanti canali aperti da realtà meno strutturate: nel complesso si parla di un pubblico che, sommando il numero degli utenti iscritti alle varie pagine/canali esistenti, supera agevolmente le 500mila unità: una platea di tutto rispetto, che dimostra il grande interesse per questi prodotti e il desiderio dei consumatori di tenersi informati attraverso i new media, anche sul mondo dei salumi italiani tradizionali …certo, ma mai così moderni.

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sanitarie di Stefania Turco

Sostanze aromatizzanti: modifica dell’elenco Effettuata la valutazione di sostanze indicate come aromatizzanti Nel corso degli ultimi mesi con la pubblicazione sulla Gazzetta dell’Unione di alcuni provvedimenti, è stato modificato l’elenco delle sostanze aromatizzanti di cui al Regolamento UE n. 872/20121. Tale elenco può essere aggiornato sia per iniziativa della Commissione sia su richiesta di uno Stato membro o di una parte interessata, a norma della procedura uniforme di cui al Reg. (CE) n. 1331/20082.

Reg. (UE) 2016/54 del 19 gennaio 2016 Con l’emanazione del Reg. (UE) 2016/54 è stato modificato l’allegato I del regolamento (CE) n.1334/2008 includendo la “sostanza gamma-glutamil-valil-glicina” nell’elenco dell’Unione delle sostanze aromatizzanti. Il regolamento stabilisce le condizioni d’uso riferite esclusivamente all’utilizzo della sostanza in qualità di sostanza aromatizzante. Inoltre, essendo soggetta a limitazioni d’uso può essere inserita solo nelle categorie alimentari elencate e alle condizioni d’uso specificate: es. nella categoria 8 “carne” non oltre 45 mg/kg. Il regolamento è entrato in vigore il 9 febbraio 2016.

Regolamento (UE) 2016/55 del 19 gennaio 2016 È stato portato a termine da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) il processo di valutazione del rischio di 5 sostanze attualmente indicate nell’elenco come sostanze aromatizzanti in corso di valutazione: sostanze n. FL 07.041, n. FL 07.224, n. FL 07.099, n. FL 07.101 e n. FL 16.126. L’EFSA è giunta alla conclusione che tali sostanze aromatizzanti non destano preoccupazioni in materia di sicurezza ai livelli di assunzione alimentare stimati. Pertanto, tali sostanze sono state inserite nell’allegato I, parte A, del Regolamento (CE) n. 1334/2008. Il regolamento è entrato in vigore il 9 febbraio 2016.

Regolamento (UE) 2015/1760 del 1° ottobre 2015 La modifica apportata dal Regolamento (UE) 2015/1760 all’allegato I del regolamento (CE) n. 1334/2008 riguarda l’eliminazione dall’elenco dell’Unione della “sostanza aromatizzante p-menta-1,8-dien-7-ale” (numero

FL05.17). Tale disposizione è stata adottata seguito del parere dell’EFSA che ha valutato la sostanza numero FL05.17 genotossica in vivo. Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento (UE) 2015/1760, i prodotti alimentari cui è stata aggiunta la sostanza aromatizzante in questione e già immessi legalmente sul mercato prima della data di entrata in vigore del presente regolamento, possono essere commercializzati fino al termine minimo di conservazione o la data limite di consumo. A tal fine, il Ministero della Salute ha chiarito in una nota del 13/01/2016 che vale la definizione di “immissione sul mercato” di cui all’art. 3, punto 8 del Reg. (CE) 178/2002.

1 Regolamento di esecuzione (UE) n. 872/ 2012, che adotta l’elenco di sostanze aromatizzanti di cui al regolamento (CE) n. 2232/96, lo inserisce nell’allegato I del regolamento (CE) n. 1334/2008 e abroga il regolamento (CE) n. 1565/2000 e la decisione 1999/217/CE ; 2 Regolamento (CE) n. 1331/2008 che istituisce una procedura uniforme di autorizzazione per gli additivi, gli enzimi e gli aromi alimentari.

IN BREVE Estratti di rosmarino - Regolamento (UE) n. 56/2016 Lo 20 gennaio 2016 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento (UE) n. 56/2016 che modifica l’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 per quanto riguarda l’uso degli estratti di rosmarino (E 392) nei grassi da spalmare.

comprese le paste da spalmare, quali definite dal regolamento (CE) n. 1234/2007 ed emulsioni liquide», alla quale è stata aggiunta la seguente voce dopo l’additivo E 385 con i relativi limiti di impiego:

Il nuovo regolamento autorizza l’impiego degli estratti di rosmarino (E 392) come antiossidanti, per mantenere e migliorare la qualità dei grassi da spalmare con un tenore di grassi inferiore all’ 80%. La modifica apportata all’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/20081 riguarda la categoria alimentare 02.2.2 «Altre emulsioni di oli e grassi

E 392

Estratti di rosmarino 100

(41) (46)

Solo grassi da spalmare con un tenore di grassi inferiore all’80 %

Il Regolamento (UE) n. 56/2016 è entrato in vigore il 9 Febbraio 2016. 1 Regolamento (CE) n. 1333/2008 del 16 dicembre 2008 relativo agli additivi alimentari

NORMATIVA IN BREVE Recepimento dell’Accordo quadro delle Parti sociali europee sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro Il 25 gennaio scorso, Confindustria ha sottoscritto con CGIL, CISL e UIL un’intesa con cui si dà attuazione all’Accordo quadro delle Parti sociali europee del 26 aprile 2007 sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro.

casi di molestie e violenza occorsi.

Nell’intesa viene sottolineato che ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro sia inaccettabile e che la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori non possa essere violata da atti o comportamenti che configurano molestie o violenza, così come definiti nell’Accordo delle Parti sociali europee del 26 aprile 2007, di cui si è provveduto a redigere una traduzione concordata, allegata all’intesa.

In base all’Accordo europeo del 2007, le aziende sono, inoltre, chiamate ad adottare una dichiarazione che sottolinea che le molestie e la violenza non verranno tollerate. A questo fine, le Parti firmatarie dell’intesa hanno condiviso un modello di dichiarazione che potrà essere direttamente adottato in azienda (cfr in allegato all’intesa). Resta salva la facoltà, per ogni singola impresa, di adottare autonomamente una dichiarazione e procedure interne, nel rispetto dei contenuti dell’Accordo.

Le Parti firmatarie si impegnano a dare un’ampia diffusione all’accordo, nonché a promuovere incontri fra le rispettive articolazioni territoriali, entro tre mesi dalla sottoscrizione della dichiarazione, per individuare le strutture più adeguate allo scopo di assicurare un’assistenza, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista legale, a coloro che siano stati vittime di molestie o violenza nei luoghi di lavoro. Le parti potranno, quindi, concordare, a livello territoriale, una procedura informale, ai sensi del Punto 4 dell’Accordo quadro, proprio per la gestione dei

Febbraio 2016

L’intesa verrà ora trasmessa alle Parti sociali europee e alla Commissione europea, che redige un apposito rapporto di monitoraggio e valutazione sull’attuazione nazionale degli accordi di dialogo sociale europeo.

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prodotti tutelati di Tiziana Formisano

Giuseppe Villani nominato Vice Presidente di ISIT Il Presidente del Consorzio del prosciutto di San Daniele ai vertici dell’Associazione che coordina la salumeria italiana DOP e IGP L’Istituto Salumi Italiani Tutelati (ISIT), l’Associazione che riunisce 14 consorzi della salumeria italiana DOP e IGP, rende noto che nell’ambito della ultima Giunta, è stato nominato Vice Presidente dell’Istituto Giuseppe Villani, attuale Presidente del Consorzio del Prosciutto di San Daniele. Villani affiancherà quindi il Presidente Lorenzo Beretta, che presiede il Consorzio Cacciatore DOP, alla guida di ISIT per il triennio 2015-2018. Giuseppe Villani, Amministratore Delegato della Villani Spa, ha in verità già ricoperto numerose e importanti cariche in ambito associazionistico: è stato Presidente di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) e di IVSI (Istituto Valorizzazione Salumi Italiani) ed è anche l’attuale Presidente della Commissione Unica Nazionale (CUN) Tagli di carne suina.

“Ho accolto con molto piacere la nomina a Vice Presidente. ISIT è l’Associazione di riferimento dei Consorzi DOP e IGP, che riunisce i Presidenti di questi e quindi gli imprenditori, ovvero coloro che direttamente investono sul territorio e contribuiscono a portare il nostro Made in Italy nei mercati italiani e stranieri. Credo quindi che insieme potremmo fare utili strategie per il mercato dei salumi DOP e IGP, coordinandoci e sfruttando tutte le possibili sinergie e sensibilizzando inoltre sempre di più le Istituzioni sui temi per noi di grande interesse. Metto quindi volentieri la mia esperienza al servizio dei consorzi della salumeria italiana e ringrazio per la fiducia accordatami”, ha affermato Giuseppe Villani. “Tra i nostri obiettivi futuri c’è sicuramente anche quello di aumentare sempre di più la nostra rappre-

La Commissione europea pubblica il nuovo Report sullo stato dei controlli ufficiali sui sistemi di qualità DOP, IGP e STG

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“Ringrazio Giuseppe Villani, che stimo molto sia professionalmente sia umanamente, per aver accettato con entusiasmo l’incarico alla Vice Presidenza di ISIT. Con la sua esperienza imprenditoriale ed istituzionale, sono certo che riusciremo a raggiungere gli obiettivi ambiziosi che l’Istituto si è prefissato per il sostegno e lo sviluppo della salumeria tutelata” ha continuato Lorenzo Beretta, Presidente di ISIT. “Con la recente nomina di Giuseppe Villani, che affianca Lorenzo Beretta, possiamo dire di avere alla guida dell’Istituto due imprenditori di successo, rappresentativi tra l’altro di due aziende di famiglia tra le più affermate in Italia e nel mondo” ha concluso il Direttore di ISIT Gianluigi Ligasacchi.

Mortadella Bologna…che passione a “Cibò. So Good!” Si è svolto a Bologna dal 22 al 24 gennaio “Cibò. So Good!”, il Festival dei sapori di Bologna, interamente incentrato sulle eccellenze enogastronomiche tipiche del territorio bolognese. In questo tripudio di sapori, la Mortadella Bologna IGP è stata una delle protagoniste indiscusse. Infatti, nella suggestiva cornice di Palazzo Re Enzo - dove si è svolto l’intero evento - il Consorzio Mortadella Bologna ha proposto due momenti dedicati alla regina rosa di Bologna.

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Il quadro che ne emerge del comparto è sostanzialmente positivo e la relazione conclude evidenziando che i controlli ufficiali delle autorità nazionali competenti, svolti in collegamento con le attività dei Consorzi di Tutela e degli Organismi di controllo, assicurano un adeguato livello di garanzia e sicurezza sui prodotti DOP, IGP e STG, per quanto concerne l’adempimento degli obblighi giuridici previsti dalla normativa comunitaria.

OTECTED PR

La Commissione ha recentemente pubblicato la relazione finale - frutto dell’audit su 8 Stati membri - sullo stato di attuazione dei controlli ufficiali per i sistemi di qualità (DOP, IGP e STG).

sentatività per fare davvero sistema tra di noi e nei confronti di Enti e Istituzioni. Abbiamo già all’interno 14 consorzi che rappresentano 20 salumi DOP e IGP, capaci di generare circa 2 miliardi di euro di valore al consumo e che costituiscono la maggior parte delle principali produzioni di salumeria tutelate italiane presenti sui mercati. E puntiamo a numeri ancora più alti” ha proseguito Villani.

Directorate-General for Health and Food Safety

Overview repOrt Geographical Indications and Traditional Specialities Health and Food Safety

Il primo è stato un cooking-show condotto dalla food blogger Monica Bergomi che ha realizzato live “Gnocchi ripieni di Mortadella Bologna IGP” e nel secondo appuntamento i numerosi visitatori hanno invece potuto prendere parte ad una degustazione guidata di Mortadella Bologna IGP.

La relazione offre preziosi spunti ai singoli Stati per implementare o comunque migliorare il proprio sistema legislativo in materia di controlli e costituisce un valido strumento per favorire una cultura “europea” sul tema. Nei report sono contenute anche alcune “good practices” in tema di organizzazione e coordinamento degli attori coinvolti nel sistema dei controlli: importante sottolineare che in tali disposizioni l’Italia è menzionata ben due volte sulle cinque riportate, con particolare riferimento alla realizzazione di un sistema centralizzato per la raccolta di tutti i dati ufficiali relativi ai controlli e all’obbligo per i produttori di DOP, IGP e STG di comunicare annualmente le quantità di prodotte. L’esperienza Italia dimostra quanto Istituzioni e Consorzi siano impegnati e abbiano come prioritario lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela del comparto delle produzioni a denominazione tutelata, settore sempre più rilevante e di traino per l’agroalimentare italiano. Il Report è disponibile sul sito della Commissione europea, nella sezione “Food and Veterinary Office FVO”

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libro del mese

Alimenti di origine animale e salute Questo volume tratta l’argomento degli alimenti di origine animale e salute dell’uomo a trecentosessanta gradi, mettendo in evidenza come la stessa alimentazione degli animali giochi un importante ruolo nella qualità finale dei prodotti, ed analizzando per ciascuna tipologia di alimento di origine animale gli aspetti salutistici positivi, nonché le problematiche correlate. Difficilmente ASPA e ASSALZOO avrebbero potuto cogliere un momento più appropriato per la pubblicazione del volume Alimenti di origine animale e salute. A pochi mesi dalla chiusura dell’esposizione mondiale – EXPO 2015 – che aveva come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è sempre più evidente il ruolo fondamentale, sia dal punto di vista nutrizionale che etico-sociale, dell’alimentazione. Mentre per i Paesi in via di sviluppo si conoscono i drammatici effetti legati alla mancanza di cibo e in particolare di fonti proteiche, nelle aree sviluppate del mondo è in corso un ampio dibattito sugli stili dietetici più favorevoli per la salute umana e sul significato etico dei consumi alimentari. Questo volume rappresenta uno strumento di serio aggiornamento scientifico e culturale sugli alimenti di origine animale per studenti, imprese delle filiere agrozootecniche, professionisti e comuni cittadini. Marcello Mele, laureato in Scienze agrarie e dot-

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tore di ricerca, è professore di Zootecnica speciale dell’Università di Pisa. L’attività di ricerca riguarda lo studio dei principali fattori genetici e nutrizionali che influenzano la qualità delle produzioni zootecniche, il metabolismo lipidico dei batteri ruminali, in relazione agli effetti sulla qualità dei prodotti e sulle emissioni di metano, la valorizzazione delle razze autoctone bovine ed ovine e l’applicazione di sistemi di allevamento a basso impatto ambientale. È coordinatore della Commissione scientifica “Alimenti di origine animale e salute umana” dell’ASPA il cui lavoro ha dato origine a questo testo. È deputy editor della rivista Italian Journal of Animal Science ed è stato recentemente selezionato dalla commissione europea come esperto del panel “emissioni di metano da parte dei bovini” nell’ambito del partenariato europeo per l’innovazione (EIP-AGRI). Giuseppe Pulina, laureato in Scienze agrarie e dottore di ricerca, è ordinario di Zootecnica speciale presso l’Università di Sassari, presidente emerito dell’ASPA e accademico ordinario dei georgofili. Attualmente coordina il Comitato Scientifico per l’Innovazione di ASSALZOO. Nell’attività scientifica si occupa di qualità degli alimenti e alimentazione animale, di benessere animale, di etica delle produzioni animali con particolare riferimento alla sostenibilità sociale e ambientale delle produzioni zootecniche, e di paesaggistica zootecnica

Editore: FrancoAngeli Autore: Marcello Mele, Giuseppe Pulina Pagine: 402 Prezzo 48 €

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CAMERA DI COMMERCIO DI PARMA

Sede delle Commissioni “tagli di carne suina” e “grasso e strutto” La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nell’attuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato all’interno della stessa Camera di Commercio. È aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve.

Numero e qualità dei prodotti rilevati ben rappresentano l’importanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio. I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it. Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Generale della Camera di Commercio o un suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.

Le Commissioni Uniche Nazionali La “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Nazionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma. Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdì mattina parallelamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva. L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Come arrivare

Modalità di ingresso Nella localizzazione, di 1.200 mq, sono disponibili: • n. 400 posti auto • 90 box • area ristoro

Sede contrattazioni: Borsa Merci della Camera di Commercio presso Fiere di Parma Via Fortunato Rizzi 67/a 43126 Parma

www.borsamerci.pr.it


fiere e manifestazioni

Concluso il Winter Fancy Food, la grande manifestazione della West Coast dell’agroalimentare Un’edizione molto importante per l’Italia, che ha rivestito il ruolo di Country Partner

Un’edizione molto importante per l’italia, che ha rivestito il ruolo di Country Partner. Il Padiglione Italia, sotto la bandiera ”The Extraordinary Italian Taste“ ha visto oltre 60 espositori provenienti da tutte le regioni italiane. Il successo della manifestazione è stato oltre dai numeri supportato da un importante presenza di buyers internazionali, sempre più interessati ad incontrare le aziende italiane per chiudere deal e partnership. ”Secondo i dati del US Department of Commerce l’interscambio continua a registrare una forte accelerazione a livello mondo (+14,4%), nei confronti della UE (+21,3,%) e le esportazioni alimentari italiane sono salite del 22,6% nei primi undici mesi del 2015“ dichiara - Maurizio Forte Direttore Agenzia ICE New York e Coordinamento USA. ”È partito negli Stati Uniti, grazie al forte impulso dato dal Ministero italiano dello

Sviluppo Economico - continua Maurizio Forte - il più importante piano di promozione del settore agroalimentare mai realizzato dal Governo Italiano dove l’ICE in collaborazione con Federalimentare, Cibus, Tuttofood e Vinitaly è lieta di comunicare la sua partecipazione su larga scala ai Fancy Food Show”. ”Negli Stati Uniti, mai come adesso si ha fame d’Italia, – ha dichiarato Donato Cinelli, Presidente di Universal Marketing, agente esclusivo italiano della Specialty Food Association – e per noi, che da tanti anni portiamo in USA il meglio dell’Italia è una grandissima gioia”.

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”Quest’anno il Winter Fancy Food vede l’Italia Country Partner, – continua Cinelli – e con nostra grande soddisfazione abbiamo registrato l’adesione dei grandi players del Food Italiano“. Il supporto di Federalimentare alla significativa presenza delle aziende alimentari italiane ad un evento di richiamo come la Winter Fancy Food è chiaramente riscontrabile nelle strepitose performance dell’export del settore verso gli USA che ha toccato la quota stimata di 3,65 miliar-

di di euro nel 2015, con un incremento del +23% sull’anno precedente – ha dichiarato il Presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia. Uno straordinario segno di apprezzamento del cibo italiano da parte degli Stati Uniti che non solo si sono riconfermati come il primo mercato del food and drink nazionale fuori dalla Comunità ma, per la prima volta, hanno raggiunto il secondo posto assoluto dopo la Germania, superando anche la Francia. Gli USA, al momento, sono la locomotiva del commercio mondiale, capace di offrire opportunità di business per le imprese e di compensare le perdite del fronte russo. Tale successo è stato indubbiamente catalizzato dal massiccio impegno promozionale del “Programma Straordinario USA“ promosso dal MISE. Ma ciò non sarebbe stato possibile senza la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. La vasta campagna educational a sostegno del prodotto alimentare italiano “autentico“ in USA mira, infatti, a sensibilizzare il consumatore locale sulle insidie dell’Italian Sounding e a favorire l’introduzione del vero prodotto “made in Italy“ in quei territori del Midwest ancora

poco presidiato. L’impegno delle nostre Aziende associate sarà quello di organizzarsi al meglio per sviluppare piattaforme distributive in grado di rendere disponibili i prodotti a scaffale. In quest’ottica di integrazione tra produttori italiani e retailers americani, i negoziati del TTIP (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) debbono essere orientati a mitigare gli ostacoli occulti delle barriere non tariffarie e ad armonizzare gli standard di sicurezza, favorendo l’export e la collaborazione reciproca fra le due aree.

Sulla base di ciò anche per Fiera di Milano Winter Fancy Food è un evento imperdibile per presentare prodotti italiani di alta qualità. "Partecipare è per noi di

fondamentale importanza”, sottolinea l’AD Corrado Peraboni sostenendo che “questa iniziativa ben si inserisce nelle attività che Fiera Milano sta attuando sul fronte internazionale. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare la vocazione di hub internazionale di Milano e accompagnare i nostri espositori nei mercati più attraenti e il nostro portafoglio di manifestazioni legate all’intera filiera agroalimentare, che comprende TUTTOFOOD, rappresenta lo strumento con cui realizziamo tale finalità anche attraverso iniziative come questa. I consumatori americani amano molto i prodotti agroalimentari made in Italy e, grazie alla nostra partecipazione a Winter Fancy Food, le aziende alimentari italiane possono disporre di un ulteriore canale di accesso ad un mercato in crescita come quello statunitense. Auspico che gli sforzi del MISE per una maggiore sinergia tra le fiere italiane producano presto benefici effetti anche sul territorio“.

Prossime fiere e manifestazioni di settore

21 - 25 FEBBRAIO Dubai (Emirati Arabi) GULFOOD www.gulfood.com (Food & hospitality)

6 - 8 MARZO Milano IDENTITÀ GOLOSE www.identitagolose.it (Congresso della cucina d’autore)

8 - 11 MARZO Tokyo (Giappone) FOODEX JAPAN www3.jma.or.jp/foodex/en (Food & beverage)

12 - 15 APRILE Singapore (Cina) FOOD HOTEL ASIA www.foodnhotelasia.com (Food & hospitality)

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Si è svolto al Moscone Center di San Francisco dal 17 al 19 gennaio scorsi la Winter Fancy Food: il più grande evento commerciale dedicato alle specialità alimentari della West Coast. L’edizione si è conclusa con la presenza di circa 20000 visitatori.

13 - 15 APRILE Montreal (Canada) SIAL CANADA www.sialcanada.com (Food & beverage)

18 - 20 APRILE Birmingham (Regno Unito) FOODEX www.foodex.co.uk (Food, beverage & processing)

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